Caro Padre Turoldo, - Provincia di Varese
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David M.<strong>Turoldo</strong> (Moderno, 1916) sacerdote, frate dei Servi <strong>di</strong> Maria.<br />
Dal 1943 al 1953 ha pre<strong>di</strong>cato in Duomo <strong>di</strong> Milano. Negli ultimi<br />
trentenni ha vissuto a Sotto il Monte, il paese <strong>di</strong> Papa Giovanni<br />
XXIII. Muore a Milano nel 1992 <strong>di</strong> tumore, “il drago” come egli stesso lo<br />
definisce, “al centro del ventre come un re sul trono”.<br />
“Per sapere <strong>di</strong> cosa il mondo patisce, bisogna interrogare i poeti: sono i poeti<br />
le antenne tese sul mondo, giorno e notte”, <strong>di</strong>rà un giorno <strong>Turoldo</strong>. E ancora<br />
“l’ideale <strong>di</strong> tutta la mia vita fu quello <strong>di</strong> scrivere e testimoniare tanto da<br />
fratello <strong>di</strong> chi crede quanto da fratello <strong>di</strong> chi cerca”. Inoltre… “La vita che mi<br />
hai ridato, ora te la rendo, nel canto” firmava in questo modo la raccolta <strong>di</strong><br />
liriche “Canti ultimi”, generata da un lungo inverno <strong>di</strong> sofferenza. Centrale<br />
in <strong>Turoldo</strong> era la Parola maiuscola, <strong>di</strong> cui la sua voce da cattedrale o da<br />
deserto, era solo “conchiglia ripiena”.<br />
“Servo e ministro sono della Parola”, si è autodefinito, per lui era vero senza<br />
riserve il folgorante verso <strong>di</strong> Clemente Rebora, altro grande sacerdote-poetamistico:”La<br />
Parola zittì chiacchiere mie”. Scopo e ragion d’essere della sua<br />
poesia è stato quello <strong>di</strong> far cantare la Parola <strong>di</strong>vina. “Non è meglio bruciarsi<br />
nella ricerca che affogare nell’immon<strong>di</strong>zia?”. La morte per <strong>Turoldo</strong> è segno<br />
“del” fine e non “della” fine, è anche il terreno oscuro in cui si celebrano le<br />
apostasìe, in cui affiora il tarlo del dubbio. Angelo e mostro, essere e nulla,<br />
alba ra<strong>di</strong>osa e oscura notte, silenzio e epifania. <strong>Turoldo</strong> incontra in quella<br />
frontiera terribile Lui, è un incontro-lotta come quello <strong>di</strong> Giacobbe mentre<br />
incombe la notte ma si presagisce l’alba. Il profeta non è un preveggente,<br />
è un uomo <strong>di</strong> fiera contemporaneità. Ed è proprio in questa attenzione<br />
fremente ai segni del tempo che egli ha anticipato il futuro, i suoi segni, le<br />
sue epifanie celate già nell’opacità del presente. In questo senso autentico<br />
<strong>Turoldo</strong> si iscrive nella teoria dei “profeti”. Così la sua poesia è simile a una<br />
salmo<strong>di</strong>a laica e sacra al tempo stesso, da cantare comunque in uno spazio<br />
mistico. Il Dio <strong>di</strong> <strong>Turoldo</strong> è un “Dio <strong>di</strong> dolore, esperto del patire”.<br />
“Sono un pugno <strong>di</strong> terra viva, ogni parola mi traversa, come una spada”.<br />
Giobbe riposa sereno, pur essendo ancora sul letto <strong>di</strong> polvere e cenere. Mosè<br />
attende steso sul letto <strong>di</strong> morte l’alito <strong>di</strong>vino che verrà a riprendersi l’anima<br />
dalla sua bocca. La voce si spegne. La parola ora tace. Ma il silenzio a cui<br />
ci conduce <strong>Turoldo</strong> è quello del mistero, termine sacro evocatore del tacere,<br />
delle labbra mute. “Era notte a metà del suo corso, quando si leva una voce:<br />
“Ecco lo sposo…”.<br />
Attraverso una scelta <strong>di</strong> poesie, componimenti e musiche è stato costruito un<br />
testo dove protagonista è David Maria <strong>Turoldo</strong> che <strong>di</strong>pana attraverso i suoi<br />
stessi versi, interrogazioni, dubbi, ansie con un solo punto fermo, un approdo<br />
sicuro e incontestabile. Poesia e fede convivono e cooperano inscin<strong>di</strong>bili in<br />
<strong>Turoldo</strong>, e così il continuo dubitare, l’interrogare Dio in una sorta <strong>di</strong> colloquio<br />
quoti<strong>di</strong>ano: ed è il <strong>Turoldo</strong> notturno che, durante le lunghe notti insonni<br />
passate a interrogare la Bibbia, scrive versi che raccontano <strong>di</strong> lacerazioni e<br />
sconforti ma anche <strong>di</strong> illuminazioni pacificanti.<br />
<strong>Caro</strong> <strong>Padre</strong> <strong>Turoldo</strong>,<br />
si è cercato <strong>di</strong> trascinarti nel vortice delle politiche e delle ideologie, fare <strong>di</strong><br />
te un Che Guevara e oggi saresti classificato come un “no-global cattolico”.<br />
Ma tu non marciavi come fanno adesso “contro” qualcuno, ma sempre “per”<br />
qualcuno. La tua fede ti ha portato a prendere le <strong>di</strong>fese dei più poveri, dei più<br />
soli, <strong>di</strong> quelli che tu chiamavi “gli ultimi”. Di fronte ai mali e alle ingiustizie<br />
del mondo, non ti scagliavi solo contro il potere, ma perfino contro il tuo stesso<br />
Dio, che interrogavi <strong>di</strong> continuo e con il quale drammaticamente bisticciavi<br />
come fosse “un <strong>di</strong>o assente e lontano” o “un <strong>di</strong>o del male”. Ora che hai “reso” la<br />
tua vita a quel Dio che illumina il tempo e l’eterno, guarderai al nostro piccolo<br />
mondo con occhio <strong>di</strong>staccato, ma le parole che hai scritto per noi continuano,<br />
oltre la morte, ad essere “canto” e “ruggito” insieme. Certamente avrai avuto da<br />
quel Dio che hai inseguito per tutta la vita le risposte che cercavi. Ti pensiamo<br />
nel regno della luce e dell’amore. Noi invece, che viviamo ancora tra fede e<br />
speranza siamo perseguitati dal dubbio. Sarà meglio tornare a cantare i tuoi<br />
salmi e a rileggere le tue pagine poetiche con la stessa fede nell’uomo da te<br />
insegnataci nonostante la notte che avvolge (come <strong>di</strong>ce Dante) “questa aiuola<br />
che ci fa tanto feroci”. Tuo Antonio Zanoletti
Chiara Nicora<br />
Diplomata in pianoforte con il massimo<br />
dei voti, e successivamente in clavicembalo,<br />
si perfeziona poi con S. Perticaroli,<br />
A. Lonquich, L. Romanini e M. Mika. e<br />
per la musica barocca con L. Alvini, C.<br />
Banchini, R. Gini, M. Henry, E. Fa<strong>di</strong>ni.<br />
Svolge attività concertistica sia come pianista<br />
che come cembalista collaborando<br />
con vari gruppi e orchestre da camera<br />
quali Milano Classica, l‘Orchestra Guido<br />
Cantelli, “Il Viaggio Musicale”, I Solisti<br />
<strong>di</strong> Pavia, l’Ensemble concertante d’archi<br />
della Scala, con cui ha suonato in varie<br />
città italiane ed estere anche in qualità <strong>di</strong><br />
solista. Ha inciso per le case <strong>di</strong>scografiche<br />
Bongiovanni, Map e Frame suonando su<br />
strumenti originali. In duo con Alessandra<br />
Molinari è risultata vincitrice della<br />
borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o indetta dalla Fondazione<br />
Cini <strong>di</strong> Venezia all’interno del Corso <strong>di</strong><br />
perfezionamento de<strong>di</strong>cato alla romanza<br />
da camera nell’età <strong>di</strong> Bellini. Si è laureata<br />
in <strong>di</strong>scipline delle Arti della Musica e dello<br />
Spettacolo (DAMS) presso l‘Università<br />
<strong>di</strong> Bologna conseguendo il massimo dei<br />
voti e la lode. Si è <strong>di</strong>plomata in Musicoterapia<br />
presso „la Cittadella“ <strong>di</strong> Assisi. E‘<br />
docente presso il Conservatorio <strong>di</strong> Sassari<br />
e presso il Liceo Musicale <strong>di</strong> <strong>Varese</strong>.<br />
stu<strong>di</strong>o paolozanzi<br />
Antonio Zanoletti<br />
Debutta con Giorgio Strehler e per alcune<br />
stagioni è al Piccolo Teatro <strong>di</strong><br />
Milano. Con ruoli primari è in varie<br />
compagnie private e in Teatri Stabili. E’<br />
<strong>di</strong>retto da Luca De Fusco, Fabio Battistini,<br />
Antonio Calenda, Mario Morini,<br />
Lamberto Puggelli, Luca Barbareschi,<br />
Mauro Avogadro, Walter Pagliaro e<br />
Luca Ronconi col quale ha recitato in<br />
testi <strong>di</strong> Weil, Shakespeare, Gadda, Baricco,<br />
Euripide, Nabokov, Ford. Inoltre<br />
ha recitato testi <strong>di</strong> Machiavelli, Alfieri,<br />
Manzoni, Goldoni, Brecht, Pirandello,<br />
Lorca, Eliot, Molière, Eschilo, Ruzante,<br />
Claudel, Bernanos, Luzi, Milosz,<br />
Dostoevskij, Testori, Ibsen.Al Teatro<br />
alla Scala, nel rapporto musica-parola,<br />
in Aminta <strong>di</strong> Tasso, il Conte <strong>di</strong> Carmagnola<br />
<strong>di</strong> Manzoni, Oreste <strong>di</strong> Alfieri, I<br />
<strong>di</strong>aloghi delle carmelitane musicate da<br />
Poulenc e curate da Ronconi. All’opera<br />
<strong>di</strong> Roma in Arlesiana <strong>di</strong> Bizet a cura <strong>di</strong><br />
M.Avogadro. Ha lavorato nei teatri stabili<br />
<strong>di</strong> Torino, Roma, Firenze, Milano,<br />
Napoli e in teatri privati: Manzoni <strong>di</strong><br />
Milano, Teatro Carcano, Teatro Pierlombardo<br />
– Franco Parenti, Teatro delle<br />
Arti <strong>di</strong> Roma, Teatro degli Incamminati,<br />
e in loro produzioni. Nella stagione<br />
scorsa era il Dottor Vangel ne La donna<br />
del mare <strong>di</strong> Ibsen del Teatro Stabile<br />
<strong>di</strong> Torino con Elisabetta Pozzi, regia <strong>di</strong><br />
Mauro Avogadro. Nel 1994 al Teatro<br />
Greco <strong>di</strong> Siracusa recita in Prometeo<br />
con Roberto Herlitzka, regia <strong>di</strong> Antonio<br />
Calenda. Ha curato la drammaturgia de<br />
Il sole negli occhi, lettere <strong>di</strong> Van Gogh al<br />
fratello Theo, <strong>di</strong> cui è anche interprete<br />
con una lunga tournée tuttora in corso<br />
in Italia e all’estero. Con Micaela Esdra<br />
e la regia <strong>di</strong> Walter Pagliaro è il Principe<br />
Egon ne ‘’la Contessina Mizzi’’ <strong>di</strong><br />
A.Schnitzler. Ha curato il testo e la regia<br />
<strong>di</strong> ‘’Dialoghi su Paolo VI’’ attualmente<br />
in tournèe.<br />
patrocinio<br />
COMUNE DI VALGANNA<br />
Ritrovarsi alla Ba<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Ganna<br />
Stagione 2012<br />
domenica 5 agosto, ore 21.00<br />
eMusica Parola<br />
INFINITO SILENZIO…<br />
Omaggio a David Maria <strong>Turoldo</strong><br />
nel ventennale della sua morte<br />
Antonio Zanoletti, attore<br />
Chiara Nicora, pianoforte<br />
musiche <strong>di</strong><br />
Beethoven, Schubert, Chopin, Franck<br />
a cura<br />
Associazione Amici della Ba<strong>di</strong>a<br />
<strong>di</strong> San Gemolo in Ganna