LE FRATTURE VERTEBRALI - Infermieristica Rimini
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CLINICA ORTOPEDICA DELL’UNIVERSITA’<br />
DELL UNIVERSITA<br />
DEGLI STUDI DI BRESCIA<br />
Direttore: Prof. Prof U. U E. E PAZZAGLIA<br />
<strong>LE</strong> <strong>FRATTURE</strong> <strong>VERTEBRALI</strong><br />
DR. N. FIRMO
‐ 7 vertebre cervicali<br />
‐ 12 vertebre dorsali<br />
‐ 5 vertebre lombari<br />
‐ sacro e coccige
Legamento longitudinale<br />
anteriore<br />
Legamento giallo<br />
Legamento longitudinale<br />
posteriore<br />
Legamento interspinoso
STABILITA’ DEL RACHIDE<br />
La nozione di stabilità poggia sul concetto di treppiede vertebrale.<br />
I corpi p vertebrali sono impilati p l’uno sull’altro con l’interposizione p dei dischi e formano<br />
una prima colonna in avanti.<br />
Dietro ci sono le due apofisi articolari che sono in contatto con le sopra e le sottostanti<br />
e che formano due colonne posteriori.<br />
Queste tre colonne danno all’insieme una stabilità paragonabile a quella di un<br />
treppiede, completata dai legamenti intersomatici, interarticolari, interspinosi e<br />
intertrasversari<br />
Illustrazioni della stabilità dell’insieme fatto di corpo, disco e legamenti (e soprattutto di muscoli)
Fratture del rachide<br />
Epidemiologia<br />
‐ Frequenza: 64 per 100.000 abitanti<br />
‐Con disturbi neurologici : 7 %<br />
‐mortalità: t lità 4 %
Localizzazione delle fratture del rachide<br />
• C1‐C2 : 8 %<br />
• C3 ‐ C7 : 13 %<br />
• D1 ‐ D10 : 7 %<br />
• D10 ‐ L2 : 55 %<br />
• L3 ‐ L5 : 17 %
Modalità delle fratture vertebrali<br />
• In un traumatismo della colonna vertebrale le<br />
strutture nervose possono p essere lese al<br />
momento stesso dell’impatto.<br />
• Oppure secondariamente per movimenti<br />
abnormi del rachide resi possibili<br />
dall’instabilità determinata dalla frattura
Modalità delle fratture vertebrali<br />
• Il paziente con frattura o con sospetto di<br />
frattura vertebrale deve essere mosso con<br />
attenzione.<br />
• Si distinguono perciò:<br />
‐le <strong>FRATTURE</strong> MIELICHE (con lesione nervosa)<br />
‐le l <strong>FRATTURE</strong> AMIELICHE ( (senza lesione l i<br />
nervosa).
Modalità delle fratture vertebrali<br />
Gli spostamenti spostamenti, così come i frammenti ossei spinti nel canale canale,<br />
possono dare origine a compressioni e/o lesioni midollari.<br />
Compressione neurologica da parte del disco completamente enucleato nel canale o da parte di frammenti ossei
3 Modalità delle fratture vertebrali<br />
i ll i i i<br />
1‐ In seguito a sollecitazioni<br />
meccaniche nei limiti<br />
fisiologici su una struttura<br />
indebolita da processi<br />
patologici (frattura<br />
patologica), il cui esempio<br />
classico è la frattura<br />
vertebrale somatica<br />
dell’osteoporosi<br />
nell’anziano
3 Modalità delle fratture vertebrali<br />
2‐in seguito ad un traumatismo<br />
con sufficiente ff energia g da<br />
determinare un cedimento di<br />
una struttura vertebrale<br />
normale.<br />
(incidenti automobilistici, automobilistici cadute<br />
dall’alto, tuffi)<br />
3‐ In seguito ad un meccanismo di<br />
contrazione t i muscolare l massiva i ( (crisi i i<br />
epilettica). Raro.
Modalità delle fratture vertebrali<br />
600 – 800 KG<br />
Sono necessarie sollecitazioni meccaniche molto intense, nell’ordine di 600‐<br />
800 kg per determinare lo schiacciamento di una vertebra normale normale, questo<br />
da un’idea della violenza dell’impatto necessaria per produrre questo tipo di<br />
lesione.
CLINICA ‐ 1<br />
• Nelle fratture semplici il sintomo principale è il<br />
DOLORE (che ( simula una lombalgia g o una<br />
dorsalgia).<br />
• Contrattura muscolare antalgica. antalgica<br />
• Dolore accentuato alla stazione eretta o<br />
seduta, dai movimenti di rotazione e dalla<br />
pressione sulla spinosa della vertebra<br />
fratturata.
CLINICA ‐22<br />
• La diastasi delle spinose<br />
o il gibbo si evidenziano<br />
solo se lo schiacciamento<br />
interessa almeno due<br />
vertebre contigue.<br />
contigue
CLINICA ‐33<br />
• La valutazione clinica è<br />
completata da un<br />
accurato esame<br />
neurologico.
DIAGNOSI ‐11<br />
• La diagnosi è confermata dalla radiografia<br />
standard nelle proiezioni p AP, LL e oblique q (p (per<br />
evidenziare fratture dei peduncoli o dei<br />
processi articolari)
DIAGNOSI ‐22<br />
• L’integrità del muro posteriore del corpo<br />
vertebrale o i rapporti pp fra i frammenti ossei e<br />
le strutture nervose contenute nel canale<br />
vertebrale sono studiate con la TC o la RMN RMN.
Fratture comminute<br />
Elementi compressivi del canale midollare<br />
ben evidenziati con TAC e RMN
CRITERI RADIOGRAFICI DI INSTABILITA’<br />
Più frequenti sono le fratture con affossamento (stabili)<br />
Fattori anatomici di instabilità:<br />
11‐ LLa llesione i ddellmuro posteriore i<br />
(corticale posteriore del corpo vertebrale).<br />
2‐La 2 La lesione disco‐legamentosa;<br />
disco legamentosa;<br />
3‐Frattura corpo vertebrale +<br />
llussazione i iinterapofisariao t fi i<br />
interruzione arco posteriore.
Lesioni i idda COMPRESSIONE<br />
CO SS O<br />
(tipo A di Magerl)<br />
Lesioni anteriori isolate<br />
Analisi radiologica<br />
Affossamento cuneiforme (A1)<br />
Separazione (A2)<br />
Scoppio (A3)<br />
± lesioni associate<br />
Fratture delle lamine<br />
Sublussazione delle articolari<br />
Aumento spazio inter‐peduncolare
Lesioni i idda COMPRESSIONE<br />
CO SS O<br />
(tipo A di Magerl)<br />
Lesioni anteriori isolate
Lesione da DISTRAZIONE POSTERIORE<br />
(tipo B di Magerl)<br />
Lesioni legamentose : (B1)<br />
Lesioni ossee : (B2)<br />
Analisi radiologica<br />
aumento dello spazio inter‐spinoso<br />
sublussazione delle articolari<br />
# orizzontale i t l ddelle ll lame l e ddell’istmo ll’i t<br />
aumento muro vertebrale post.<br />
Spondilolistesi pura traumatica
Lesione da DISTRAZIONE POSTERIORE<br />
(tipo B di Magerl)<br />
Lesioni legamentose : (B1)<br />
Lesioni ossee : (B2)<br />
Analisi radiologica<br />
aumento dello spazio inter‐spinoso<br />
sublussazione delle articolari<br />
# orizzontale i t l ddelle ll lame l e ddell’istmo ll’i t<br />
aumento muro vertebrale post.
Esempi di lussazione dove il meccanismo principale é stato una<br />
Esempi di lussazione, dove il meccanismo principale é stato una<br />
distrazione
Lesione da DISTRAZIONE POSTERIORE<br />
(tipo B di Magerl)<br />
Lesioni legamentose : (B1)<br />
Instabilità discale anteriore<br />
Analisi radiologica<br />
Aumento dello spazio inter‐somatico<br />
Lesioni ossee :(B2)<br />
Lesioni del corpo vertebrale aperte in avanti<br />
± traslazione posteriore<br />
Tear drop
Lesione da ROTAZIONE<br />
(tipoC ( p di Magerl) g )<br />
Scivolamento delle spinose<br />
Analisi radiologica<br />
Lussazione articolare unilaterale<br />
Deformità rotatoria dei corpi vertebrali<br />
(asimmetria)
Lesioni gravi legate ad un trauma violento e complesso dove si uniscono<br />
rotazione, i compressione i e di distrazione<br />
i
Trattamento delle fratture da affossamento<br />
Affossamento anteriore con<br />
muro posteriore integro
Trattamento dell’affosssamento anteriore semplice lombare del 20%
Trattamento dell’affosssamento anteriore semplice lombare del 20%<br />
Riposo a letto, per qualche settimana con<br />
analgesici e con cuscino lordosizzante.<br />
Ortostatismo progressivo senza contenzione.<br />
Rieducazione vertebrale con rinforzo dei<br />
muscoli para vertebrali in estensione<br />
CCorsetto termo‐deformabile df biliin llordosi d i<br />
(3 mesi) con ortostatismo progressivo e<br />
rieducazione<br />
Rinforzo dei muscoli
Trattamento delle fratture lombari con affossamento<br />
maggiore i di 20%<br />
Riduzione in lordosi su tavolo o su quadrato speciale<br />
Riduzione in lordosi su tavolo o su quadrato speciale<br />
poi confezione di un corsetto gessato
Metodica di BÖH<strong>LE</strong>R
Confezione di un corsetto gessato
Confezione di un corsetto gessato con 3 punti di appoggio : sternale, pubico e<br />
lombare
Guarigione ii abituale bi l ddelle ll ffratture dda affossamento<br />
ff<br />
• Protezione con corsetto per 3‐4 mesi<br />
• Rieducazione muscolare con corsetto e dopo la<br />
rimozione<br />
• Consolidazione costante con residuo<br />
affossamento<br />
• Lombalgie<br />
Esempio di affossamento residuo<br />
ben tollerato
L2<br />
Aspetti degli esiti<br />
D 9<br />
Cambra laterale Cambra ant. Affossamento semplice<br />
D 8
f d<br />
Esiti frequenti di<br />
fratture comminute: cifosi
TTrattamentochirurgico tt t hi i<br />
Indicato, a volte, con un triplo scopo :<br />
1‐ Liberare il canale midollare in caso di disturbi neurologici<br />
2 ‐Ridurre le deformazioni della colonna vertebrale<br />
3‐Stabilizzare le fratture
Trattamento chirurgico<br />
1° opzione : Tempo posteriore<br />
Riduzione della deformazione<br />
Liberazione del canale rachideo con LAMINECTOMIA<br />
Stabilizzazione<br />
OSTEOSINTESI<br />
±TRAPIANTO OSSEO
Trattamento chirurgico<br />
2° opzione: i TTempo anteriore t i<br />
Riduzione delle deformazioni<br />
Liberazione del canale rachideo ant. quando c’é<br />
comminuzione importante p<br />
migliore correzione<br />
migliore recupero neurologico<br />
ma gesto g chirurgico g più p pericoloso p<br />
Stabilizzazione<br />
OSTEOSINTESI anteriore<br />
±TRAPIANTO OSSEO<br />
Tempo anteriore isolato o dopo tempo posteriore
Frattura ‐ lussazione di D7 su D8 con frattura dell’arco post.<br />
Compressione midollare visibile con mielografia :<br />
Paraplegia
Frattura ‐ lussazione di D7 su D8 con frattura dell’arco<br />
post post. Compressione midollare visibile con mielografia :<br />
Paraplegia<br />
Decompressione post post. e osteosintesi con 2 placche (Roy Camille)
Diversi sistemi di osteosintesi con avvitamento dei<br />
peduncoli<br />
Stabilizzatore di Kluger
Diversi sistemi di osteosintesi con avvitamento dei<br />
peduncoli<br />
Stabilizzatore dell’Ospedale Tenon
Indicazioni terapeutiche<br />
Per 100 Fratture lombari trattate<br />
• Chinesi : 14<br />
• Corsetti + chinesi: 8<br />
• Riduzione + chinesi: 53<br />
• Osteosintesi posteriori : 11<br />
• Decompressione ant + trapianto osseo:<br />
11
TRATTAMENTO <strong>FRATTURE</strong> MIELICHE<br />
Nella sede della lesione si osserva degenerazione<br />
cellulare ed edema midollare +/‐ esteso.<br />
1‐ shock spinale: anestesia completa e paralisi flaccida<br />
2‐Recupero di quelle funzioni soppresse dall’edema<br />
midollare (15‐20 giorni).<br />
3‐Comparsa degli automatismi midollari sotto‐<br />
lesionali, caratterizzati da spasticità, iperiflessia,<br />
ffunzioni i ivescicali i liautomatiche t ti h (da (d 10 giorni i ia 6<br />
mesi), se il midollo rimane integro sotto la lesione
IL CONTROLLO NEUROLOGICO DELLA VESCICA<br />
CORTECCIA CORTECCIA<br />
VESCICA VESCICA<br />
VESCICA<br />
• Delle fibre automatiche controllano il detrusore e lo sfintere passando da S2 e da S3<br />
• La replezione vescicale e la minzione sono trasmessi dal cervello ai centri sacrali<br />
• Se il midollo é sezionato al di sopra S2 il controllo volontario é perduto ma la funzione<br />
vesicale persiste grazie ai centri sacrali (VESCICA AUTONOMA).
TRATTAMENTO <strong>FRATTURE</strong> MIELICHE<br />
• Prevenzione dei decubiti : che si producono per<br />
iischemia h i della dllcute t che h resta t compressa ttra lle<br />
salienze ossee (sacro, trocantere) ed il piano del<br />
letto letto.<br />
• Prevenzione delle infezioni urinarie: la paralisi<br />
vescicale determina ristagno e quindi un terreno<br />
favorevole all’infezione. (catetere a permanenza +<br />
antibioticoterapia).<br />
• Rieducazione vescicale.<br />
• Kinesiterapia p attiva (tonificazione ( muscolare) ) e<br />
passiva (per prevenire rigidità articolari).
S. Dalì ‐ The Weaning Of Furniture Food<br />
GRAZIE……….