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FONDI&SICAV<br />

CONOSCERE PER INVESTIRE AL MEGLIO Anno 3 - Numero 16 - Gennaio 2010<br />

Investire in un futuro ancora bambino<br />

Hi-tech, energia pul<strong>it</strong>a<br />

e biotech nei portafogli<br />

Obbligazionari convertibili<br />

Discesa all’inferno<br />

e r<strong>it</strong>orno alla grande<br />

Consensus Europa<br />

Fa capolino<br />

un moderato<br />

ottimismo


Modulo o fensivo<br />

Con il 31 dicembre 2009 non è fin<strong>it</strong>o solo l'anno, ma<br />

un intero decennio. Dieci anni non semplici, che<br />

hanno visto molti cambiamenti, molte innovazioni,<br />

molte difficoltá. Anni di alti e bassi o meglio, per usare un<br />

termine finanziario, volatili. Però invece di tirare le somme,<br />

come tutti gli anni, con giornali e televisioni che ci propongono<br />

i sol<strong>it</strong>i servizi su ciò che è successo (insieme a quelli<br />

sulle diete post feste...), vorrei proporre un esercizio diverso<br />

e provare a guardare avanti. Guardare al futuro e cercare di<br />

capire cosa vorremmo, cosa potrebbe succedere, come l'avanzare<br />

della tecnologia e del progresso potrebbero cambiare<br />

le nostre v<strong>it</strong>e e quelle delle generazioni future.<br />

Un segnale di questo nostro modo di vedere le cose lo<br />

diamo già in questo numero di Fondi&Sicav: invece delle<br />

sol<strong>it</strong>e pagine e pagine di classifiche dei migliori e peggiori<br />

dell'anno, abbiamo dedicato il pezzo di copertina a "investire<br />

nel futuro". Hi tech, agribusiness, energia pul<strong>it</strong>a, biotecnologie,<br />

persino un articolo su come sfruttare a livello<br />

Nel pieno della crisi c’era chi sosteneva che il cap<strong>it</strong>alismo<br />

era fin<strong>it</strong>o, che il 2008 e 2009 erano stati<br />

per il mondo occidentale ciò che la caduta del muro<br />

ha rappresentato per i comunismo. Come si è visto, il cap<strong>it</strong>alismo<br />

è rimasto in piedi, sia pure con l’aiuto degli odiati<br />

stati che con la deregulation dovevano avere solo il ruolo<br />

di muti testimoni, di notai di decisioni prese sui mercati.<br />

Ma se il cap<strong>it</strong>alismo è ancora in piedi, se il sistema economico<br />

attuale ha ancora qualcosa da dire e da esprimere,<br />

siamo ben lontani dal potere affermare che tutto va bene.<br />

L’attuale sistema economico è vivo, ma ha bisogno di forti<br />

cure, deve non ripetere errori clamorosi e costruire profonde<br />

riforme. Il guadagno deve ancora essere<br />

il motore del mondo, che piaccia o non piaccia,<br />

ma non può più essere un guadagno<br />

senza regole, senza prospettive, senza progetti<br />

a lungo termine. Scelte tecnologiche di<br />

fondo legate al rispetto dell’ambiente, l’incremento<br />

della capac<strong>it</strong>à di produrre cibo per<br />

i miliardi di persone che si stanno affacciando<br />

al benessere, la cura di malattie conside-<br />

rate incurabili, il miglioramento complessi-<br />

EDITORIALE<br />

di investimenti il continuo<br />

invecchiamento della popolazione<br />

(purtroppo nel vecchio<br />

mondo il futuro è anche<br />

questo).<br />

Cambiamo l'approccio:<br />

basta giocare in difesa, fare GIUSEPPE RICCARDI<br />

catenaccio e seguire (spesso in r<strong>it</strong>ardo e/o col timing sbagliato)<br />

i saliscendi delle borse, usiamo un modulo offensivo.<br />

Proviamo a investire consapevoli dei cambiamenti nel<br />

lungo termine che crediamo siano possibili. Questo è il<br />

buon propos<strong>it</strong>o per il futuro: cercare di non darvi letture<br />

e analisi scontate. Provare a darvi strumenti semplici, chiari,<br />

comprensibili per aiutarvi nel mondo degli investimenti.<br />

Soprattutto, come mi ha sugger<strong>it</strong>o di recente una persona<br />

per me molto importante, continuare a darveli e a<br />

fare crescere Fondi&Sicav con la stessa passione con cui<br />

cerco di far crescere il mio "cucciolo". Buon anno.<br />

Il cap<strong>it</strong>alismo del futuro<br />

vo della qual<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a sono sfide sostanziali, sulle quali<br />

si deciderà il futuro del mondo. Solamente se si saprà vincere<br />

queste part<strong>it</strong>e si potrà dire che il cap<strong>it</strong>alismo ha ev<strong>it</strong>ato<br />

il suo muro di Berlino.<br />

E il ruolo delle singole persone, dei risparmiatori, che altro<br />

non sono che c<strong>it</strong>tadini con qualche piccolo cap<strong>it</strong>ale da<br />

fare fruttare, è enorme. Non solamente dovranno essere capaci<br />

di controllare meglio le él<strong>it</strong>e al potere, ma dovranno soprattutto<br />

convogliare i loro cap<strong>it</strong>ali verso le scelte più giuste,<br />

che ci permetteranno di sopravvivere e di avere un ruolo<br />

ancora di un certo peso a livello planetario. Se si intende<br />

il cap<strong>it</strong>alismo come una corsa di tutti contro tutti, infatti,<br />

siamo destinati a perdere contro paesi molto<br />

più dinamici di noi, molto più convenienti<br />

di noi. Se per cap<strong>it</strong>alismo si intende la capac<strong>it</strong>à<br />

di sviluppare e fare marciare idee innovative,<br />

forse qualcosa il mondo occidentale<br />

è ancora in grado di darlo. Ed è proprio<br />

per dare un piccolissimo contributo a costruire<br />

questo futuro, che Fondi&Sicav questo<br />

mese ha cercato di spiegare che cosa<br />

ALESSANDRO SECCIANI può fare ciascuno di noi.<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 3


6<br />

16<br />

PROMOTORI&CONSULENTI<br />

FONDI&SICAV Gennaio 2010<br />

Alessandro Foti di FinecoBank:<br />

«Lasciamo i vecchi schemi»<br />

Nuovo scudo<br />

Pronti a scattare<br />

di nuovo<br />

Il calo dei Pf<br />

Puo darsi<br />

che sia un bene<br />

Portafogli<br />

Cresce il rischio,<br />

ma con prudenza<br />

GENNAIO N°16<br />

SOMMARIO<br />

Investire sul futuro<br />

QUATTRO ASSI<br />

PER LA NUOVA<br />

“ECOLOMIA”<br />

4 FONDI&SICAV/ Gennaio 2010<br />

S O M M<br />

I portafogli<br />

di Mc Gestioni<br />

Nel corso del 2009 le asset class più pericolose per gli invest<strong>it</strong>ori hanno dato i risultati<br />

migliori. Fra queste, azioni dei paesi emergenti, materie prime e corporate bond. Per il<br />

2010 si pensa che continuerà il trend favorevole, anche se i problemi dell’intero sistema<br />

economico globale non sono certo passati. Per di più l’incremento dei defic<strong>it</strong> degli stati<br />

farà sentire probabilmente il suo peso<br />

Secondo l’amministratore delegato della prima banca diretta <strong>it</strong>aliana con<br />

oltre 875 mila clienti, con i tassi bassi i rendimenti garant<strong>it</strong>i dai Bot<br />

comporteranno r<strong>it</strong>orni prossimi allo zero e sarà necessario superare i vecchi<br />

schemi. È questo un fattore che dovrebbe sostenere la domanda di asset class<br />

alternative alle obbligazioni e agli strumenti di liquid<strong>it</strong>à anche da parte di<br />

invest<strong>it</strong>ori con uno scarso appet<strong>it</strong>o per il rischio. «Ecco, questo passaggio<br />

rappresenterà la vera occasione della v<strong>it</strong>a per il mondo della promozione»<br />

44<br />

Il calo dei<br />

professionisti<br />

NON È DETTO<br />

CHE SIA<br />

UN MALE<br />

La maggior parte delle reti r<strong>it</strong>iene che i pericoli sulle borse siano ancora<br />

forti, anche se la ripresa è abbastanza chiara. La vera paura è perdere<br />

opportun<strong>it</strong>à. Di conseguenza quasi tutti i professionisti consigliano alla<br />

clientela di incrementare il rischio, mantenendo però un forte livello di<br />

prudenza. I Pac, con il vantaggio di mediare i prezzi, sono considerati lo<br />

strumento ideale, ma alcune società hanno preparato prodotti costru<strong>it</strong>i<br />

in funzione di una fase di grande volatil<strong>it</strong>à<br />

Energie alternative, biotecnologie, agroalimentare<br />

e arcipelago high-tech sono<br />

sempre più interconnessi e rappresentano<br />

la risposta ineludibile alle sfide del XXI<br />

secolo. Un poker sul quale puntano i gestori<br />

in questo momento. Non solamente questi<br />

comparti riusciranno a coniugare sviluppo<br />

ed ecologia, ma potranno creare davvero<br />

valore aggiunto grazie a una combinazione<br />

esplosiva fatta di scars<strong>it</strong>à di petrolio e<br />

necess<strong>it</strong>à di ridurre le emissioni inquinanti,<br />

insieme all’aumento demografico e al<br />

conseguente incremento del fabbisogno<br />

alimentare complessivo<br />

40<br />

Intervista<br />

A COLLOQUIO CON<br />

ALESSANDRO FOTI<br />

DI FINECOBANK<br />

Il numero di professionisti attivi è sceso da 34.030 un<strong>it</strong>à nel 2004 a<br />

23.748, ma più che di una crisi del settore si tratta dell’eliminazione delle<br />

posizioni più marginali, che con i problemi dei mercati hanno visto calare<br />

ulteriormente i loro margini. Hanno contribu<strong>it</strong>o anche le difficoltà a<br />

superare l’esame di ammissione all’albo e la scarsa propensione delle reti a<br />

investire sui neof<strong>it</strong>i. Ma oggi qualcosa si sta muovendo e alcune società<br />

hanno elaborato programmi ad hoc per fare entrare i giovani, che<br />

comunque non accorrono così numerosi<br />

52<br />

Strategie<br />

a cavallo della crisi<br />

AVANTI, MA<br />

CON GIUDIZIO


A R I O<br />

Dopo le pesanti perd<strong>it</strong>e accumulate nel 2008, questi prodotti<br />

hanno vissuto un intenso 2009 sulla cresta dell’onda e in alcuni<br />

casi hanno ottenuto rendimenti superiori al 50% in un anno.<br />

Nei mesi bui della crisi economico-finanziaria sono stati forse la<br />

categoria più penalizzata e pochissimi credevano che ci sarebbe<br />

stato in breve tempo un recupero così vigoroso. Secondo diversi<br />

gestori era però possibile comprendere che la volatil<strong>it</strong>à<br />

dell’azione confrontata con quella dell’opzione sul medesimo<br />

t<strong>it</strong>olo inclusa nel bond si trovava su livelli storicamente bassi<br />

Nella graduatoria dei primi 100 money manager europei<br />

prevalgono di gran lunga i professionisti che operano sull’equ<strong>it</strong>y.<br />

Fra i pochi che si muovono nei bond la maggior parte si dedica agli<br />

emerging market. Ai primi due posti in classifica Vincent Durel e<br />

Ronald Slattery, ambedue di Fidel<strong>it</strong>y. Si sono comportati bene gli<br />

<strong>it</strong>aliani, con Luigi Degrada di Fideuram al terzo posto e Walter<br />

Rossini di Aletti Gestielle con rating AAA<br />

I due paesi stanno acquisendo un ruolo da leader tra le economie a più<br />

rapida cresc<strong>it</strong>a. Gli esperti assegnano loro un ruolo determinante per lo<br />

sviluppo mondiale nel prossimo futuro e gli outlook delle più importanti<br />

case di gestione prevedono prospettive interessanti dal punto di vista dei<br />

rendimenti finanziari. Non mancano però le differenze fra le due aree: il<br />

gigante asiatico ha una cresc<strong>it</strong>a industriale travolgente, mentre quello<br />

sudamericano è uno dei più grandi esportatori di materie prime. Ecco<br />

una breve rassegna dei fondi a gestione passiva quotati su Borsa <strong>it</strong>aliana<br />

e dedicati a questi due mercati.<br />

3 Ed<strong>it</strong>oriale<br />

Nonostante i grandi problemi, l’Eurozona e gli altri<br />

paesi dell’Ue si sono comportati abbastanza bene nel<br />

corso di un anno che ha visto scenari catastrofici.<br />

Oggi parlare di ripresa consolidata è forse eccessivo,<br />

ma non mancano gli ottimisti, anche se i problemi da<br />

risolvere sono ancora molti. Per il prossimo anno la<br />

cautela è d’obbligo, ma complessivamente si respira<br />

un diffuso clima di fiducia, nonostante la Grecia e<br />

altre economie pesantemente in difficoltà<br />

12 Notizie in breve<br />

GENNAIO N°16<br />

SOMMARIO<br />

Obbligazionari<br />

convertibli<br />

IL RITORNO<br />

DALLA PAURA<br />

Classifiche gestori<br />

LA RIVINCITA<br />

DEGLI AZIONARI<br />

Etf Brasile e Cina<br />

EMERGERE<br />

INSIEME<br />

Consensus sull’Europa<br />

LA CORSA<br />

DEL VECCHIO<br />

CONTINENTE<br />

84 My Life, My style<br />

60<br />

68<br />

72<br />

76<br />

Rubriche<br />

FONDI&SICAV/ Gennaio 2010 5


I PORTAFOGLI DI MC GESTIONI<br />

Un anno di DJ Eurostoxx<br />

Un anno di S&P500<br />

6 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

Premiato il rischio<br />

Analizzando brevemente quanto<br />

è successo nel 2009, l’anno<br />

passato può senza dubbio definirsi<br />

entusiasmante e altamente remunerativo<br />

per le asset class ad alto rischio,<br />

tra cui spiccano non solo i t<strong>it</strong>oli azionari<br />

dei paesi emergenti e alcune commod<strong>it</strong>y,<br />

ma anche le obbligazioni societarie a<br />

elevata garanzia, high yield ed emerging.<br />

Ricordiamo tuttavia che l’anno era<br />

part<strong>it</strong>o con un forte ribasso sui merca-<br />

Nel corso del 2009 le<br />

asset class più pericolose<br />

per gli invest<strong>it</strong>ori hanno<br />

dato i risultati migliori.<br />

Fra queste, azioni dei<br />

paesi emergenti, materie<br />

prime e corporate bond.<br />

Per il 2010 si pensa che<br />

continuerà il trend<br />

favorevole, anche se i<br />

problemi dell’intero<br />

sistema economico<br />

globale non sono certo<br />

passati. Per di più<br />

l’incremento dei defic<strong>it</strong><br />

degli stati farà sentire<br />

probabilmente il suo peso<br />

ti azionari, sulla scia della forte crisi di<br />

fiducia che aveva colp<strong>it</strong>o il sistema finanziario<br />

americano e sulla spinta recessiva<br />

che era già alle porte.<br />

L’intervento delle autor<strong>it</strong>à monetarie<br />

tram<strong>it</strong>e pol<strong>it</strong>iche non convenzionali,<br />

di concerto con gli stimoli fiscali<br />

varati dai governi, ha aiutato le economie<br />

sviluppate ad alleggerire gli effetti<br />

della crisi e a ristabilire parzialmente<br />

la fiducia tra invest<strong>it</strong>ori e addetti ai<br />

lavori che era venuta progressivamente<br />

a mancare.<br />

Queste manovre hanno consent<strong>it</strong>o<br />

ai mercati azionari delle aree sviluppate<br />

di guadagnare oltre il 20% nel corso<br />

del 2009, mentre un discorso diffe-<br />

rente mer<strong>it</strong>ano le aree emergenti che,<br />

a partire dai Bric, hanno invece dato<br />

guadagni ben superiori al 70%.<br />

Che cosa ci aspetta quindi a fronte<br />

di questi eccessi nei prossimi mesi?<br />

Le incertezze rimangono, specialmente<br />

a livello economico e sul mercato<br />

del lavoro, che resta il comparto<br />

più penalizzato: il taglio dei costi<br />

delle imprese si è riversato proprio sul<br />

personale.<br />

L’economia Usa continuerà a rivestire<br />

il ruolo più importante su scala<br />

globale, nonostante tale valenza si stia<br />

progressivamente riducendo, considerando<br />

anche l’andamento e la forte<br />

domanda proveniente dalle economie<br />

emergenti.<br />

Di contro, i defic<strong>it</strong> pubblici rimarranno<br />

molto elevati proprio a causa<br />

degli ingenti stimoli fiscali: si stima<br />

infatti che la cresc<strong>it</strong>a del defic<strong>it</strong><br />

aumenterà sui paesi dell’area Ocse nel<br />

2008 dal 3,5% sul Pil nominale a oltre<br />

l’8% nel 2009 e 2010. Questa s<strong>it</strong>uazione<br />

potrebbe spingere i tassi d’interesse<br />

al rialzo ed è questo il primo<br />

spunto operativo per l’inizio dell’anno.<br />

In termini di asset allocation rimaniamo<br />

favorevoli alle azioni con un leggero<br />

sovrappeso, mentre sul comparto<br />

obbligazionario saranno da ev<strong>it</strong>are<br />

almeno nel breve periodo i t<strong>it</strong>oli<br />

monetari e le scadenze di lungo termine.<br />

L’appet<strong>it</strong>o per il rischio non è<br />

diminu<strong>it</strong>o sui mercati, quindi manterremo<br />

in portafoglio obbligazioni corporate<br />

e high yield. ■


Dodici prodotti per attaccare<br />

La visione dinamica<br />

Scomme sa su la fiducia<br />

Il portafoglio si rivolge a un invest<strong>it</strong>ore<br />

dal profilo di rischio medio-alto:<br />

l’obiettivo è la cresc<strong>it</strong>a del cap<strong>it</strong>ale<br />

in un orizzonte temporale di medio<br />

periodo. L’esposizione è pari al 75%<br />

sul comparto azionario puro e al 25%<br />

tra t<strong>it</strong>oli obbligazionari e monetari.<br />

La struttura di portafoglio non<br />

muta rispetto alla fine del 2009, continuando<br />

a diversificare l’investimento<br />

sia in termini geografici sia settoriali.<br />

Sulla componente azionaria, tra le<br />

aree geografiche rimaniamo neutrali<br />

sui mercati sviluppati. Le forze relative<br />

mostrano un leggero rallentamento dell’area<br />

europea e la strategia sarà di alleggerire<br />

tatticamente la posizione.<br />

View maggiormente favorevole, con relativo<br />

sovrappeso, per i t<strong>it</strong>oli americani.<br />

La fine del 2009 ha visto una rotazione,<br />

in termini di stile, dalle large alle<br />

small cap, che potrebbe indicare una r<strong>it</strong>rovata<br />

fiducia degli invest<strong>it</strong>ori nella ripresa<br />

della congiuntura. Il parziale miglioramento<br />

del mercato dell’occupazione<br />

e dell’economia in generale e possibili<br />

ristrutturazioni industriali dovute a<br />

una struttura ancora favorevole dei tassi<br />

d’interesse influiscono pos<strong>it</strong>ivamente<br />

sulle medie-piccole cap<strong>it</strong>alizzazioni. In<br />

tal senso lo slancio delle materie prime,<br />

avvenuto nello stesso periodo, rappre-<br />

Investment Tipo Macroarea Area Stile Peso<br />

Janus Us All Cap Growth A Usd Acc Usd Azionario America Nord America Growth 9<br />

Mc Fdf America Acc Eur Azionario America Nord America Blend 12<br />

Aberdeen Asian Smaller Companies Us Acc. Azionario Asia Pacifico Small Cap 5<br />

Parvest Australia Aud Aud Azionario Asia Australia Stile generico 6<br />

Templeton Bric Fund A Acc Usd Azionario Emergenti Globale Stile generico 8<br />

Blackrock Euro Markets Fund Acc Azionario Europa Globale Blend 16<br />

Mc Fdf Megatrend Wide Eur Azionario Mondiale Globale Blend 8<br />

Etf Powershare Nasdaq 100 European Tracker Azionario Settoriale Information technology Stile generico 7<br />

Invesco Energy Fund A Acc Azionario Settoriale Energy Stile generico 4<br />

Generali Am Euro Liquid<strong>it</strong>y Acc Eur Monetario Euro Areagenerica Stile generico 3<br />

Parvest Euro Medium Term Bond Eur Obbligazionario Diversificati Europa Stile generico 15<br />

Etf Lyxor Euromts 7-10y Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L euro 7<br />

senta un altro esempio: gli invest<strong>it</strong>ori<br />

scommettono più sulla ripresa di fiducia<br />

piuttosto che sull’effettivo miglioramento<br />

dei fondamentali. R<strong>it</strong>eniamo che<br />

sia da mantenere il sottopeso sulla componente<br />

asiatica; da mon<strong>it</strong>orare in<br />

un’ottica d’inserimento il listino giapponese.<br />

Il piano varato dal governo cinese<br />

sulla riforma del sistema san<strong>it</strong>ario potrebbe<br />

generare grossi flussi finanziari<br />

intra-area, specialmente a favore del<br />

comparto farmaceutico ed healthscience<br />

giapponese. Al momento la preferenza<br />

è per il listino australiano caratteriz-<br />

Come suddividere i pesi<br />

Parvest Euro Medium<br />

Term Bond Eur<br />

Generali Am Euro<br />

Liquid<strong>it</strong>y Acc Eur<br />

Invesco Energy<br />

Fund A Acc<br />

Etf Powershare<br />

Nasdaq 100<br />

European Tracker<br />

Etf Lyxor Euromts 7-10y Eur<br />

3%<br />

4%<br />

15%<br />

7%<br />

Mc Fdf Megatrend<br />

Wide Eur<br />

8%<br />

zato dalla presenza di imprese che operano<br />

sulle commod<strong>it</strong>y e nel real estate,<br />

ovvero quei settori caratterizzati da un<br />

buon momentum tecnico.<br />

Tra le aree emergenti la view rimane<br />

favorevole sull’America, Brasile in primis,<br />

che viene prefer<strong>it</strong>a all’Asia, dove si punta<br />

sulla Cina. Rimaniamo a benchmark<br />

sulla parte europea, dove si continua a<br />

preferire la Russia, mentre si mantiene<br />

alta l’attenzione sul listino turco: l’atteso<br />

accordo con il Fmi e il recente upgrade<br />

di F<strong>it</strong>ch ha reso ottimisti gli invest<strong>it</strong>ori<br />

su quest’ultimo comparto. ■<br />

7%<br />

16%<br />

9%<br />

Janus Us All Cap Growth A Usd Acc Usd<br />

12%<br />

8%<br />

5%<br />

6%<br />

Blackrock Euro Markets Fund Acc<br />

Mc Fdf America Acc Eur<br />

Aberdeen Asian<br />

Smaller Companies<br />

Us Acc.<br />

Parvest Australia<br />

Aud Aud<br />

Templeton Bric<br />

Fund A Acc Usd<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 7


I PORTAFOGLI<br />

DI MC GESTIONI<br />

Come suddividere i pesi<br />

Etf Lyxor Euromts 3-5 Y Master Un<strong>it</strong> Eur<br />

Etf Lyxor Euromts 7-10y Eur<br />

Parvest Global<br />

Inflation-linked<br />

Bond Eur<br />

Mc Fdf Global<br />

Bond Eur<br />

6%<br />

12%<br />

8%<br />

Pictet Eur Government Bonds Eur<br />

8 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

Il portafoglio si rivolge a un invest<strong>it</strong>ore<br />

dal profilo di rischio medio-alto:<br />

l’obiettivo è la cresc<strong>it</strong>a del cap<strong>it</strong>ale<br />

in un orizzonte temporale di medio<br />

periodo. L’esposizione è pari al 48%<br />

sul comparto azionario, al 48% sul<br />

comparto obbligazionario e al 4% sul<br />

comparto flessibile.<br />

È opinione diffusa che la ripresa arriverà<br />

prima negli Usa che nellarea euro,<br />

così come gli analisti indicano che<br />

sarà la Fed a ridurre lo stimolo monetario<br />

e ad alzare i tassi d’interesse prima<br />

della Bce: saranno infatti i differenziali<br />

a determinare i movimenti sulle valute.<br />

5%<br />

Templeton Global Bond Fund Euro Hedged Acc Eur<br />

La visione moderata<br />

12%<br />

5%<br />

Dodici prodotti per ogni scenario<br />

E la ripresa va<br />

4%<br />

12%<br />

6%<br />

La ripresa economica è dunque in<br />

corso e continuerà nei prossimi mesi.<br />

Le notizie pos<strong>it</strong>ive arrivano infatti proprio<br />

dagli Stati Un<strong>it</strong>i, specialmente nel<br />

comparto manifatturiero, con l’indice<br />

Ism di dicembre che è arrivato a 55.9<br />

contro 54,3 delle attese e un mercato<br />

del lavoro che nello stesso periodo ha<br />

raggiunto il 10% di disoccupazione, un<br />

livello che rimane il più alto degli ultimi<br />

26 anni, ma che è risultato inferiore<br />

alle attese. Questo livello sembra<br />

tuttavia destinato a ridursi nei prossimi<br />

mesi. I leading indicator, uno dei<br />

principali indicatori sullo stato dell’e-<br />

Morgan Stanley Sicav American Franchise Fund A $ Acc Usd<br />

14%<br />

8%<br />

8%<br />

Vontobel Fund - Us Value Equ<strong>it</strong><br />

Blackrock Continental<br />

European Flexible<br />

Fund Acc Eur<br />

Mc Fdf Europa Eur<br />

Templeton Bric Fund A Acc Usd<br />

Mc Fdf Flex Medium Volatil<strong>it</strong>y Eur<br />

conomia, sono anch’essi in progressivo<br />

miglioramento. Tutte queste considerazioni<br />

hanno portato il biglietto verde<br />

a un marcato apprezzamento nei confronti<br />

dell’euro: a livello operativo può<br />

dunque essere premiante adottare la<br />

scopertura del rischio cambio. Da mon<strong>it</strong>orare<br />

sul fronte valutario anche la<br />

s<strong>it</strong>uazione sul deb<strong>it</strong>o di Spagna e Grecia:<br />

se le tensioni dovessero aumentare,<br />

il flight to qual<strong>it</strong>y degli invest<strong>it</strong>ori<br />

sarebbe quasi inev<strong>it</strong>abile.<br />

Si stima che la cresc<strong>it</strong>a media<br />

mondiale del Pil per il 2010 sia del<br />

3,5% con tutti i principali paesi in terr<strong>it</strong>orio<br />

pos<strong>it</strong>ivo e con quelli emergenti<br />

che avranno il ruolo di trainare l’economia<br />

mondiale. La view rimane estremamente<br />

pos<strong>it</strong>iva su questo comparto.<br />

Un altro settore che potrebbe risultare<br />

molto interessante, almeno in<br />

un’ottica di diversificazione di portafoglio,<br />

è quello delle tecnologie. La tecnologia<br />

è stata considerata nei mesi<br />

scorsi, per le forti generazioni di cassa,<br />

un settore storicamente difensivo. Oggi<br />

a queste considerazioni si aggiungono<br />

le fusioni e acquisizioni che hanno<br />

dato beneficio all’industria e l’esposizione<br />

ai mercati internazionali, in particolare<br />

a quelli emergenti, che hanno<br />

dato segnali di ampia tenuta. ■<br />

Investment Tipo Macroarea Area Stile Peso<br />

Morgan Stanley Sicav American Franchise Fund A $ Acc Usd Azionario America Nord America Blend 12<br />

Vontobel Fund - Us Value Equ<strong>it</strong>y Acc Azionario America Nord America Blend 8<br />

Blackrock Continental European Flexible Fund Acc Eur Azionario Europa Europa ex Uk Blend 8<br />

Mc Fdf Europa Eur Azionario Europa Globale Blend 14<br />

Templeton Bric Fund A Acc Usd Azionario Emergenti Globale Stile generico 6<br />

Mc Fdf Flex Medium Volatil<strong>it</strong>y Eur Flessibile Mondiale Area generica Stile generico 4<br />

Templeton Global Bond Fund Euro Hedged Acc Eur Obbligazionario Diversificati Globale Stile generico 5<br />

Pictet Eur Government Bonds Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L Euro 5<br />

Mc Fdf Global Bond Eur Obbligazionario Governativo Globale Stile generico 12<br />

Parvest Global Inflation-Linked Bond Eur Obbligazionario Inflation linked Area generica Stile generico 6<br />

Etf Lyxor Euromts 7-10y Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L euro 8<br />

Etf Lyxor Euromts 3-5 Y Master Un<strong>it</strong> Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L euro 12


I PORTAFOGLI<br />

DI MC GESTIONI<br />

Dodici prodotti per difendersi<br />

Investment Tipo Macroarea Area Stile Peso<br />

Morgan Stanley Sicav American Franchise Fund A $ Acc Usd Azionario America Nord America Blend 7<br />

Invesco Pan European Structured Equ<strong>it</strong>y Fund A Acc Eur Azionario Europa Globale Blend 6<br />

Mc Fdf Megatrend Wide Eur Azionario Mondiale Globale Blend 12<br />

Mc Fdf Flex Low Volatil<strong>it</strong>y Eur Flessibile Mondiale Area generica Stile generico 10<br />

Generali Am Euro Bond Acc Eur Obbligazionario Diversificati Europa Stile generico 7<br />

Templeton Global Bond Fund Euro Hedged Acc Eur Obbligazionario Diversificati Globale Stile generico 8<br />

Etf Lyxor Euromts 7-10y Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L euro 10<br />

Etf Jpmorgan Gbi Emu 1-3y Eur Obbligazionario Governativo Europa Short term euro 6<br />

Parvest Global Inflation-Linked Bond Eur Obbligazionario Inflation linked Area generica Stile generico 10<br />

Mc Fdf Global Bond Eur Obbligazionario Governativo Globale Stile generico 10<br />

Etf Lyxor Euromts 3-5 Y Master Un<strong>it</strong> Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L euro 14<br />

Pictet Eur Government Bonds Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L euro 8<br />

Come suddividere i pesi<br />

Etf Lyxor Euromts 3-5 Y<br />

Master Un<strong>it</strong> Eur<br />

Pictet Eur Government Bonds Eur<br />

14%<br />

10 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

La visione prudente<br />

Preoccupano consumi e lavoro<br />

Il portafoglio si rivolge a un invest<strong>it</strong>ore<br />

dal profilo di rischio mediobasso:<br />

l’obiettivo è la cresc<strong>it</strong>a del<br />

cap<strong>it</strong>ale in un orizzonte temporale almeno<br />

superiore all’anno e l’esposizione<br />

è pari al 65% sull’obbligazionario e al<br />

10% su fondi flessibili con il rimanente<br />

25% sul comparto azionario.<br />

Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco<br />

con scadenza dieci anni prosegue<br />

la fase di lenta discesa che può tradursi<br />

in un sostanziale aumento del clima<br />

di fiducia tra gli addetti ai lavori. Gli<br />

8%<br />

altri strumenti a spread, quali emissioni<br />

societarie Ig e high yield, nonostante il<br />

rally del 2009 e i rendimenti a doppia cifra<br />

con un ridotto livello di volatil<strong>it</strong>à,<br />

hanno ancora carry pos<strong>it</strong>ivi importanti e<br />

dovrebbero continuare a ben performare<br />

almeno per i prossimi mesi.<br />

L’inflazione dovrebbe riprendersi a<br />

breve, anche se, per tutto il nuovo anno,<br />

l’inflazione di base rimarrà sotto controllo.<br />

Le cause sono le stesse indicate<br />

nei report precedenti: alto livello di disoccupazione,<br />

che sia in Eurozona sia in<br />

Morgan Stanley Sicav American Franchise Fund A $ Acc Usd<br />

7%<br />

Invesco Pan European Structured<br />

6%<br />

Equ<strong>it</strong>y Fund A Acc Eur<br />

12%<br />

Mc Fdf Megatrend<br />

Wide Eur<br />

Mc Fdf Global<br />

Bond Eur 10%<br />

10% Mc Fdf Flex Low<br />

Volatil<strong>it</strong>y Eur<br />

Parvest Global 10%<br />

4%<br />

Inflation-linked<br />

Bond Eur<br />

6%<br />

5%<br />

8%<br />

Generali Am Euro Bond Acc Eur<br />

Templeton Global Bond<br />

Etf Jpmorgan Gbi<br />

Fund Euro Hedged Acc Eur<br />

Emu 1-3y Eur<br />

Etf Lyxor Euromts 7-10y Eur<br />

Usa ha raggiunto a novembre il 10% (in<br />

Usa lo stesso dato è stato confermato a<br />

dicembre), i consumi in sofferenza e domanda<br />

interna che rimane debole.<br />

Proprio la domanda interna dovrebbe<br />

invece sostenere le economie dei paesi<br />

emergenti; l’altra grande differenza tra<br />

i paesi sviluppati ed emergenti è data<br />

dalla sostenibil<strong>it</strong>à del deb<strong>it</strong>o pubblico. Le<br />

pol<strong>it</strong>iche fiscali adottate su tutti da Fed<br />

e Bce porteranno a un inev<strong>it</strong>abile aumento<br />

dello stock di deb<strong>it</strong>o per le aree<br />

sviluppate, mentre per quelle emergenti<br />

potremmo assistere a una leggera contrazione<br />

che premierà le emissioni stesse<br />

di deb<strong>it</strong>o.<br />

La fine delle pol<strong>it</strong>iche non convenzionali<br />

e accomodanti, quanto meno<br />

nella forma di forti acquisti di proprie<br />

emissioni per ottenere una riduzione dei<br />

tassi d’interesse sulle scadenze oiù lunghe,<br />

dovrebbe arrivare presto. Operativamente<br />

il portafoglio obbligazionario<br />

rimane a benchmark in termini di duration<br />

per una componente prevalente,<br />

mentre sul restante 25% puntiamo nel<br />

breve periodo sulle obbligazioni dei<br />

paesi emergenti e high yield. ■


NOTIZIE IN BREVE<br />

12 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

Giappone<br />

Luci e ombre<br />

P are cosa certa, almeno secondo gli esperti, che il<br />

Giappone sia ufficialmente usc<strong>it</strong>o dalla recessione<br />

accusata nel secondo trimestre del 2009. Altrettanto certo<br />

è che la cresc<strong>it</strong>a dell’economia tra luglio e settembre si<br />

è fermata allo 0,3%, rispetto all’1,2% ipotizzato dal governo<br />

di Tokyo. La variazione annua non si è spinta oltre<br />

l’1,3%, rispetto alle aspettative più ottimistiche che la fissavano<br />

al 4,8%. Per quanto riguarda le misure di stimolo,<br />

l’ultimo piano è dotato di 55 mila milioni di euro, ma<br />

questo fatto comporterà un ulteriore peggioramento del<br />

ratio deb<strong>it</strong>o/Pil (le ultime stime lo posizionano al 200%).<br />

Infine, coloro che dub<strong>it</strong>ano della ripresa reale del paese<br />

mettono l’accento sull’enorme problema derivante dalla<br />

dinamica demografica e sulle ripercussioni dirette sulle<br />

spese destinate al welfare state e sulla capac<strong>it</strong>à e potenzial<strong>it</strong>à<br />

di consumo degli ab<strong>it</strong>anti. Il Giappone è il primo di<br />

Bilancio di fine decennio<br />

Mai così male<br />

L o<br />

Standard and Poor’s 500 ha chiuso il decennio con<br />

una perd<strong>it</strong>a del 23,08%, ma ha concluso il 2009 sui<br />

livelli più alti degli ultimi 14 mesi. Il Dow Jones è retrocesso<br />

del 7,9%, con cinque anni ribassisti su dieci (il peggiore<br />

è stato il 2008, con un calo del 34%). L’EuroStoxx ha<br />

perso il 39%, causato soprattutto dal -44% del 2008. Nel<br />

panorama degli indici dei paesi dell’euro, il migliore è stato<br />

l’Ibex della borsa di Madrid<br />

in cresc<strong>it</strong>a del 2,56%.<br />

Negli Usa non c’è stato<br />

decennio peggiore da quando<br />

sono disponibili statistiche affidabili<br />

(200 anni). Anche i<br />

tanto temuti anni della Grande<br />

depressione sono stati migliori.<br />

La penalizzazione per<br />

gli invest<strong>it</strong>ori e per coloro che<br />

hanno puntato sui fondi pensione<br />

più aggressivi è stata<br />

una lunga serie di paesi industrializzati che devono fare i<br />

conti con una piramide demografica invert<strong>it</strong>a.<br />

Nonostante ciò, le aspettative continuano a essere<br />

forti da parte di coloro che credono nei corsi e ricorsi storici<br />

delle borse (ciò che era venduto a caro prezzo ed è<br />

sprofondato su livelli minimi dovrà, prima o poi, tornare<br />

sui massimi storici). Gli ottimisti sostengono che il Giappone<br />

si sia ormai lasciato alle spalle gli ostacoli del passato,<br />

che la ripresa dell’economia mondiale tornerà presto<br />

a produrre, come ha sempre fatto, benefici per l’economia<br />

nipponica, che questa volta le prospettive delineate<br />

dal cambio alla guida pol<strong>it</strong>ica del paese sono serie e<br />

che la borsa nipponica si trova su livelli sacrificati se la si<br />

valuta nell’ottica di una prospettiva di lungo termine. In<br />

altre parole, che, nonostante i tanti dubbi correlati all’investimento<br />

in azioni del paese del Sol levante, questa volta<br />

può davvero valere la pena destinarvi una quota del<br />

proprio portafoglio.<br />

molto pesante. Il fatto che le azioni sperimentassero una<br />

sopravvalutazione fin dagli anni novanta e che si siano verificati<br />

due rovesci profondi in meno di dieci anni, ci deve<br />

fare riflettere sui pericoli ins<strong>it</strong>i nella confusione e negli errori<br />

di valutazione, che si trasformano in cattivi consiglieri<br />

di breve termine e strategie errate nel lungo termine.<br />

Sul versante europeo, i tassi di interesse bassi hanno<br />

trasformato il mattone in un investimento speculativo a<br />

rischio contenuto, trascinando l’occupazione del settore.<br />

Sulla scia del r<strong>it</strong>mo impresso dal mercato immobiliare e<br />

dal cred<strong>it</strong>o facile, le banche hanno abbassato la guardia<br />

sulla valutazione della qual<strong>it</strong>à dei beneficiari, consentendo<br />

a due economie quasi marginali (Irlanda e Spagna) di<br />

diventare i nuovi miracoli trainanti. In un altro paese, l’Islanda,<br />

la frenata del mercato ha provocato, tra il 2008 e<br />

il 2009, uno dei collassi più intensi e rapidi della storia. Si<br />

è trattato di un’altra bolla, e per l’ennesima volta è stato<br />

più comodo non leggere i numerosi segnali tangibili: l’indeb<strong>it</strong>amento<br />

eccessivo in primis.


Nuovi prodotti/1<br />

Che affare i danni!<br />

È arrivato<br />

in Italia il fondo Eskatos<br />

fund I promosso da Eskatos cap<strong>it</strong>al<br />

management-Ecm, general partner<br />

di Eskatos sicav sif e specializzata nelle<br />

insurance linked secur<strong>it</strong>y. Eskatos<br />

fund I, fondo di investimento lussemburghese<br />

lanciato il 9 aprile 2008 e autorizzato<br />

da Banca d’Italia al collocamento<br />

nel nostro paese presso gli invest<strong>it</strong>ori<br />

ist<strong>it</strong>uzionali e professionali con<br />

esclusione delle persone fisiche, investe<br />

esclusivamente in insurance linked secur<strong>it</strong>y (Ils),<br />

strumenti con i quali vengono trasfer<strong>it</strong>i al mercato dei cap<strong>it</strong>ali<br />

rischi assicurativi, che si caratterizzano nel settore<br />

danni per essere ad alto impatto e a bassa frequenza, come<br />

uragani, terremoti, attentati terroristici, etc. Nel settore<br />

v<strong>it</strong>a, invece, i rischi si riferiscono soprattutto alla<br />

longev<strong>it</strong>à e alla mortal<strong>it</strong>à. Le Ils sono caratterizzate da<br />

un’alta decorrelazione rispetto alle tradizionali variabilI<br />

economico-finanziarie. Un portafoglio di Ils composto da<br />

un elevato numero di rischi assicurativi gode anche della<br />

Nuovi prodotti/2<br />

Investire in microfinanza<br />

È ai<br />

nastri di partenza Commun<strong>it</strong>y investing fund, sicav<br />

Uc<strong>it</strong>s III multi-comparto di dir<strong>it</strong>to lussemburghese,<br />

armonizzata Ue e rivolta agli invest<strong>it</strong>ori sia ist<strong>it</strong>uzionali<br />

sia privati, che ha una filosofia di investimento innovativa<br />

non solo nelle sue componenti finanziarie, ma anche<br />

nelle final<strong>it</strong>à sociali. È infatti l’unica sicav a investire fino<br />

al 40% dei suoi asset in Mivs, veicoli di investimento in<br />

micro finanza, ed è la prima ad avere come ethical advisor<br />

un’associazione laica di dir<strong>it</strong>to pontificio, Car<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica.<br />

Commun<strong>it</strong>y investing fund non investe in società<br />

quotate o strumenti della finanza tradizionale, ma ha come<br />

unico cr<strong>it</strong>erio di selezione l’investimento in progetti di<br />

micro finanza ponendosi obiettivi non speculativi. Il fondo<br />

propone innanz<strong>it</strong>utto un’importante nov<strong>it</strong>à strutturale:<br />

il comparto Dialogue, primo fondo in Italia che, sfruttando<br />

tutte le opportun<strong>it</strong>à normative a livello europeo, investe<br />

fino al 40% dei suoi asset in Mivs, mentre il restante<br />

60% è ripart<strong>it</strong>o in obbligazioni internazionali emesse da<br />

ist<strong>it</strong>uzioni sovrannazionali con un rating AAA. Il comparto,<br />

che si prefigge un alto impatto sociale e un «giusto r<strong>it</strong>orno»,<br />

ha un basso profilo di rischio e un obiettivo di rendimento<br />

in linea con l’investimento obbligazionario.<br />

decorrelazione tra le sue stesse componenti,<br />

in quanto gli asset, di cui si<br />

compone il portafoglio, sono associati<br />

a eventi tra loro indipendenti.<br />

Eskatos cap<strong>it</strong>al management è una<br />

società specializzata nel mercato delle insurance linked<br />

secur<strong>it</strong>y, strumenti alternativi alla riassicurazione tradizionale<br />

per la copertura dei rischi assicurativi sia del comparto<br />

danni sia di quello v<strong>it</strong>a. Eskatos cap<strong>it</strong>al management<br />

è il managing general partner di Eskatos sicav sif,<br />

un umbrella fund con sede in Lussemburgo che comprende<br />

Eskatos fund I, primo e per il momento unico comparto<br />

attivo della sicav. Ecm si avvale dei servizi di advisory<br />

di Katarsis cap<strong>it</strong>al advisors, società di consulenza con sede<br />

a Lugano.<br />

Commun<strong>it</strong>y investing fund, per rispondere alle final<strong>it</strong>à<br />

etiche e sociali che si propone, non prevede retrocessioni<br />

ai distributori, né commissioni di performance e di<br />

sottoscrizione per i clienti, ma solo management fee pari<br />

allo 0,95%, di cui lo 0,20% è destinato all’ethical advisor<br />

Car<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica e lo 0,75% ad Arc asset management,<br />

società di gestione della sicav.<br />

«La visione alla base del nostro<br />

progetto», dichiara Maria Bietolini,<br />

marketing manager del fondo,<br />

«è un inv<strong>it</strong>o ad andare oltre la logica<br />

della beneficenza, in un’ottica<br />

di do ut des che possa avere un impatto<br />

a lungo termine. È un approccio<br />

in forte cresc<strong>it</strong>a a livello<br />

europeo, che crediamo risponda a<br />

una domanda profondamente sent<strong>it</strong>a<br />

anche dal mercato <strong>it</strong>aliano». Il<br />

prodotto arriva a comprendere le<br />

migliori realtà di microfinanza<br />

operanti in Africa, in Asia, in Sud<br />

America e in Europa.<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 13


NOTIZIE IN BREVE<br />

I numeri di dicembre<br />

RACCOLTA NETTA<br />

14 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

Beni di lusso<br />

Previsto un buon 2010<br />

Nel complesso, i risultati del terzo trimestre 2009 nel<br />

settore del lusso hanno superato, oppure sono stati<br />

in linea con le aspettative del mercato. Se da una parte le<br />

sorprese pos<strong>it</strong>ive sono derivate perlopiù dal successo del<br />

taglio dei costi, dall’altra però bisogna notare che le vend<strong>it</strong>e<br />

sono migliorate in modo sequenziale per la maggior<br />

parte delle società. «Con i primi segnali di ripresa già percettibili,<br />

il migliorato sentiment al consumo, la ripresa dei<br />

mercati finanziari, la graduale fine del periodo di de-stoccaggio<br />

e la cresc<strong>it</strong>a del Pil che è r<strong>it</strong>ornata in terr<strong>it</strong>orio pos<strong>it</strong>ivo<br />

nei mercati sviluppati, prevediamo che a livello globale<br />

per il mercato dei beni di lusso la cresc<strong>it</strong>a sarà solida<br />

nel 2010», afferma l’ufficio studi di Créd<strong>it</strong> suisse. «Le no-<br />

Raccolta fondi<br />

Fine d’anno in rosa<br />

B uon<br />

fine d’anno per i fondi comuni <strong>it</strong>aliani: secondo<br />

i dati forn<strong>it</strong>i da Assogestioni, a dicembre il bilancio<br />

tra sottoscrizioni e riscatti si è chiuso in pos<strong>it</strong>ivo con 1,6<br />

miliardi di euro, anche se il bilancio totale del 2009 si è<br />

chiuso in negativo, con una perd<strong>it</strong>a complessiva di oltre<br />

2,9 miliardi di euro. Alla fine del 2009 il patrimonio inve-<br />

Dic-09<br />

mln. euro<br />

Nov-09<br />

mln. euro<br />

Da inizio anno<br />

mln. euro<br />

AZIONARI 347 38 2.955<br />

BILANCIATI 281 124 -661<br />

OBBLIGAZIONARI 1.091 1.366 273<br />

FONDI DI LIQUIDITÀ -1.143 -634 -889<br />

FLESSIBILI 1.040 425 856<br />

FONDI HEDGE -17 -52 -5.491<br />

FONDI APERTI 1.701 1.354 3.036<br />

FONDI RISERVATI -85 -34 -503<br />

FONDI HEDGE -17 -52 -5.491<br />

FONDI DI DIRITTO ITALIANO -1.347 -369 -12.857<br />

Gruppi <strong>it</strong>aliani -1.360 -475 -12.668<br />

Gruppi esteri 13 106 -189<br />

FONDI DI DIRITTO ESTERO 2.946 1.637 9.899<br />

Gruppi <strong>it</strong>aliani 2.404 1.136 8.087<br />

Gruppi esteri 542 500 1.813<br />

GRUPPI ITALIANI 1.045 661 -4.581<br />

GRUPPI ESTERI 555 606 1.624<br />

TOTALE 1.599 1.267 -2.957<br />

Fonte: Assogestioni<br />

stre stime si basano sull’elevata correlazione in<br />

passato tra le vend<strong>it</strong>e di beni di lusso e la cresc<strong>it</strong>a<br />

del Pil. Il mercato dei beni di lusso sta crescendo<br />

di circa il doppio rispetto al Pil mondiale. Noi<br />

prevediamo che le vend<strong>it</strong>e di beni di lusso a livello<br />

globale aumenteranno di circa l’8%, di cui solo<br />

un terzo sarà generato dai mercati sviluppati».<br />

E proprio sulla cresc<strong>it</strong>a dei mercati emergenti si basa<br />

l’ottimismo su questo settore. «Crediamo che i mercati<br />

emergenti continueranno a rappresentare il grosso delle<br />

vend<strong>it</strong>e di beni di lusso nei prossimi anni», continua Créd<strong>it</strong><br />

suisse. «Il rapido aumento del Pil pro-cap<strong>it</strong>e porterà alla nasc<strong>it</strong>a<br />

di una nuova clientela di base. Dall’esperienza giapponese<br />

e dallo sviluppo delle vend<strong>it</strong>e dei beni di lusso a Hong<br />

Kong, Corea e nelle economie locali cinesi selezionate come<br />

Shanghai, stimiamo che l’acquisto di beni di consumo partirà<br />

da un minimo di circa 7 mila dollari a testa. L’aumento<br />

della ricchezza va di pari passo con la rapida urbanizzazione<br />

e porta a cambiamenti del comportamento sociale: ciò<br />

favorisce il diffondersi del consumo di beni di lusso nella<br />

classe media. Di conseguenza, prevediamo che le vend<strong>it</strong>e di<br />

beni di lusso in Asia, escluso il Giappone, vedranno una cresc<strong>it</strong>a<br />

continua a doppia cifra nei prossimi anni».<br />

st<strong>it</strong>o in fondi si è assestato a quota 430 miliardi di euro.<br />

Con quasi 1,1 miliardi di euro raccolti nel corso del mese,<br />

i fondi obbligazionari hanno offerto al settore il contributo<br />

più consistente. La raccolta calcolata sull’intero anno<br />

è stata pari a 273 milioni di euro. Il patrimonio della<br />

categoria, in cresc<strong>it</strong>a, con i suoi 161,7 miliardi, continua a<br />

rappresentare più di un terzo degli asset del settore.<br />

A dicembre è stata consistente anche la raccolta<br />

messa a segno dai prodotti flessibili, che per il terzo mese<br />

consecutivo hanno chiuso in pos<strong>it</strong>ivo, con flussi pari a<br />

oltre un miliardo di euro. Il risultato di raccolta da inizio<br />

anno è stato pos<strong>it</strong>ivo per 856 milioni di euro, mentre il<br />

patrimonio, che si colloca oltre la cifra di 57,3 miliardi di<br />

euro, vale il 13,3% degli asset complessivi. Infine i fondi<br />

azionari, che hanno fatto registrare sottoscrizioni nette<br />

per 347 milioni nel corso del mese. Con quasi 3 miliardi<br />

di euro questi prodotti hanno messo a segno il dato di<br />

raccolta più consistente dell’anno. I prodotti legati alle<br />

borse rappresentano oggi il 21% degli asset (oltre 90,1<br />

miliardi di euro) invest<strong>it</strong>i in fondi comuni. Negativi i fondi<br />

di liquid<strong>it</strong>à: per la categoria le perd<strong>it</strong>e si sono attestate<br />

a oltre 1,1 milioni di euro, con un bilancio dall’inizio<br />

dell’anno in rosso per 889 milioni di euro.


INVESTIRE NEL FUTURO<br />

LE SPERANZE DI CAMBIAMENTO<br />

Quattro assi<br />

per la nuova<br />

“ecolomia”<br />

di Gloria Valdonio<br />

16 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

Siamo figli della tecnologia. Di chi saremo<br />

padri? A questa domanda, cui era<br />

dedicato il convegno di apertura del<br />

Futur show 3000 che si è tenuto nel<br />

2009 a Bologna, potremmo rispondere<br />

che siamo i padri di una nuova “ecolomia”,<br />

che non è un pasticcio gramma-<br />

ticale, ma un termine che definisce<br />

una nuova economia in senso ecologico,<br />

cioè rispettosa dell’ambiente e delle<br />

risorse del nostro pianeta. Un’economia<br />

del futuro che, secondo il noto<br />

economista Roger Bootle, fatta giustizia<br />

delle chimere finanziarie, sarà fon-<br />

data sul fattore umano, sul cap<strong>it</strong>ale intellettuale<br />

e, soprattutto, sull’innovazione.<br />

Dando per certa questa previsione,<br />

possiamo quindi affermare che lo<br />

sviluppo del pianeta dipenderà in sostanza<br />

dalla capac<strong>it</strong>à che avrà il sistema<br />

economico globale di realizzare<br />

Energie alternative, biotecnologie, agro-alimentare e arcipelago high-tech sono sempre<br />

più interconnessi e rappresentano la risposta ineludibile alle sfide del XXI secolo. Un<br />

poker sul quale puntano i gestori in questo momento. Non solamente questi comparti<br />

riusciranno a coniugare sviluppo ed ecologia, ma potranno creare davvero valore<br />

aggiunto grazie a una combinazione esplosiva fatta di scars<strong>it</strong>à di petrolio e necess<strong>it</strong>à di<br />

ridurre le emissioni inquinanti, insieme all’aumento demografico e al conseguente<br />

incremento del fabbisogno alimentare complessivo


questa trasformazione, riconoscendo<br />

che ogni sviluppo non può escludere<br />

l’ecosistema che lo contiene.<br />

Ma qual è la miccia che sta per scatenare<br />

questa catarsi economica? Una<br />

combinazione esplosiva fatta di scars<strong>it</strong>à<br />

di petrolio e necess<strong>it</strong>à di ridurre le<br />

emissioni inquinanti attraverso lo<br />

sfruttamento di fonti alternative e rinnovabili,<br />

insieme all’aumento demografico<br />

e al conseguente incremento<br />

del fabbisogno alimentare complessivo.<br />

L’allungamento della v<strong>it</strong>a e la maggiore<br />

disponibil<strong>it</strong>à di spesa dei paesi<br />

emergenti poi stimoleranno la domanda<br />

e la ricerca di nuovi consumi alimentari,<br />

ma anche la domanda di nuove<br />

e più efficaci terapie, che oggi sono<br />

appannaggio dell’industria biotecnologica<br />

con la sua punta di diamante rap-<br />

presentata dalla biogenetica e dalla<br />

molecola personalizzata.<br />

«I progressi della tecnologia e un livello<br />

più elevato di comprensione su come<br />

la genetica influenza la salute hanno<br />

aperto un nuovo orizzonte fornendo<br />

quelle risposte che l’industria farmaceutica,<br />

con la sua incapac<strong>it</strong>à di<br />

sviluppare farmaci innovativi, non ha<br />

saputo dare», spiega a Fondi&Sicav<br />

Pier Furno, senior fund manager di<br />

Nemesis Am. Quanto all’industria high-tech<br />

propriamente detta, secondo<br />

gli esperti è da sempre il detonatore<br />

della cresc<strong>it</strong>a produttiva ed è logico<br />

supporre che continuerà a svolgere un<br />

ruolo fondamentale nello sviluppo futuro<br />

al servizio delle industrie agroalimentare<br />

e biotech.<br />

Secondo il Worldwatch inst<strong>it</strong>ute,<br />

oggi ci sono le condizioni per guidare<br />

l’economia globale verso un percorso<br />

sostenibile, attraverso una trasformazione<br />

economica radicale, la più<br />

profonda tra quelle avvenute nell’ultimo<br />

secolo. E proprio le energie alternative<br />

e i settori collegati rappresentano<br />

una risposta ineludibile alle sfide<br />

energetiche del nostro secolo, che sono<br />

alla base del cambiamento che stiamo<br />

vivendo. Ma, e questo dato è il più<br />

incerto, saprà l’economia guidare i<br />

mercati finanziari e premiare questi<br />

settori, e non il contrario, come, secondo<br />

alcuni osservatori, avviene oggi?<br />

Secondo le stime non ci sarà altra scelta.<br />

Il fabbisogno energetico globale<br />

dovrebbe infatti aumentare del 50%<br />

entro il 2030. Ma sarà sempre più difficile<br />

per le energie fossili soddisfare<br />

questa domanda. Secondo l’Agenzia<br />

internazionale dell’energia, i due terzi<br />

delle riserve mondiali (circa 800 campi)<br />

hanno violato la loro produzione<br />

pick, che dovrebbe diminuire quindi del<br />

7% all’anno, cioè due volte più velocemente<br />

del previsto.<br />

I paesi produttori, che detengono il<br />

90% delle riserve scoperte, hanno no-<br />

tevolmente ridotto i loro investimenti,<br />

insieme allo sfruttamento dei giacimenti<br />

non convenzionali (sabbie b<strong>it</strong>uminose),<br />

che sono molto inquinanti. A<br />

segu<strong>it</strong>o di ciò, la riduzione dei paesi importatori<br />

dalla dipendenza dalle energie<br />

fossili e la necess<strong>it</strong>à, sanc<strong>it</strong>a anche<br />

dal presidente americano Obama, di diminuire<br />

le emissioni di CO2, ulteriormente<br />

incoraggiata dai prezzi del petrolio,<br />

dovrebbero favorire un cambio<br />

di rotta verso le nuove fonti di energia.<br />

La lotta contro il riscaldamento<br />

globale e l’inquinamento ha ora un supporto<br />

pol<strong>it</strong>ico solido e, come si è visto al<br />

vertice di Copenaghen, il problema è<br />

diventato universale. Sulla carta la Cina<br />

prevede di ridurre addir<strong>it</strong>tura del 40-<br />

45% le sue emissioni di CO2 entro il<br />

2020 e stanzierà 454 miliardi di dollari<br />

per raggiungere questo obiettivo. Ma<br />

questa, per molti, è fantascienza. Molto<br />

reale è invece quanto hanno previsto<br />

l’America recentemente e la Commissione<br />

europea ancora il 23 gennaio<br />

2008, cioè di utilizzare il 20% di energie<br />

alternative entro il 2020.<br />

In questo quadro è probabile che le<br />

nuove sfide, che necess<strong>it</strong>ano di colossali<br />

investimenti, possano fornire di<br />

qui a qualche anno r<strong>it</strong>orni di grande<br />

importanza. E’ possibile che chi entra<br />

oggi in questi campi possa trovarsi in<br />

una posizione simile a coloro che puntarono<br />

sull’It negli anni ’70. Ecco quindi<br />

come è possibile muoversi e quali gli<br />

scenari più probabili nei prossimi decenni.<br />

■<br />

INVESTIRE<br />

IN CINA<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 17


INVESTIRE NEL FUTURO<br />

L’ HIGH-TECH<br />

Pronto a<br />

macinare utili<br />

18 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

Due le ragioni principali per<br />

scommettere sull’high-tech, e<br />

più in particolare sulla webtech,<br />

la tecnologia legata alla rete. In<br />

primo luogo il settore, se è vero che ha<br />

corso tanto nel 2009, secondo gli operatori<br />

non è ancora sopravvalutato.<br />

Anzi. Inoltre, se il 2010 confermerà la<br />

ripresa già cominciata nel 2009 per<br />

l’intera industria high-tech, cioè quel-<br />

It convergence, v<strong>it</strong>ualization e cloud computing sono i nuovi<br />

filoni di un settore oggi più articolato e in grado di offrire<br />

nuovi spunti di investimento. Ma non mancano altri comparti<br />

estremamente promettenti, specie se la crisi economica verrà<br />

defin<strong>it</strong>ivamente superata. Il profilo di rischio poi si abbassa<br />

grazie a un’intensa stagione di ristrutturazioni e turn around<br />

da parte delle maggiori aziende mondiali<br />

la che codifica la tecnologia e permette<br />

di rendere l’innovazione disponibile<br />

e applicabile, è opinione condivisa che<br />

questa dovrà correre più del mercato. Il<br />

giudizio di Roberto Cappelletto, ordinario<br />

di finanza aziendale presso l’Univers<strong>it</strong>à<br />

di Udine e presidente della società<br />

di rating Phedro consulting, è un<br />

secco outperform nel lungo periodo.<br />

«Prevedo una ripresa del settore, che<br />

dovrebbe tradursi in un aumento degli<br />

utili e dei prezzi dei t<strong>it</strong>oli appartenenti<br />

soprattutto al comparto internet»,<br />

spiega Cappelletto. «I servizi It, cioè<br />

l’insieme delle tecnologie che consentono<br />

di elaborare e comunicare l’informazione<br />

attraverso mezzi dig<strong>it</strong>ali, r<strong>it</strong>engo<br />

siano addir<strong>it</strong>tura sottovalutati,


INVESTIRE<br />

I primi 50 fondi hi-tech sulla base delle performance a un anno Fonte: www.fondionline.<strong>it</strong> IN CINA<br />

Società Fondo Valuta<br />

Ultima<br />

quota.<br />

Perf.<br />

1 anno<br />

Perf.<br />

3 anni<br />

Perf.<br />

5 anni<br />

Ubs (Lux) Equ<strong>it</strong>y Fund Sa Asian Technology P Acc. Usd 58,801 88,7194 -0,7921 54,2031<br />

Alliancebernstein (Luxembourg) Sa Asian Technology Portfolio I Eur 11,780 63,3842 --- ---<br />

Alliancebernstein (Luxembourg) Sa Asian Technology Portfolio A Eur 10,560 62,2120 --- ---<br />

Asian Technology Fund Asian Technology H Usd 11,709 61,9454 -13,7391 42,7083<br />

Asian Technology Fund Asian Technology A Usd 10,504 60,8416 -15,7355 25,8207<br />

It Asset Management It Technology Global Cap. 1 Eur 508,430 53,8366 -26,0562 -3,6791<br />

It Asset Management It Technology Global Cap. 2 Eur 485,510 52,9358 -27,3450 -6,5320<br />

Bnp Paribas Asset Management Sa Global Technology Inst. Usd 72508,040 52,3291 -19,8932 4,4894<br />

Bnp Paribas Asset Management Sa Global Technology Privilege Usd 618,520 51,9705 -21,9710 2,8723<br />

Axa World Funds Sicav Framlington Global Technology F Cap. Usd 74,063 51,8850 --- ---<br />

Ing (L) Invest Sicav New Technology Leaders I Cap. Eur 5839,700 51,5762 --- ---<br />

Mfs Sicav Technology I1 Usd 99,700 51,5627 -4,2660 ---<br />

Bnp Paribas Asset Management Sa Global Technology Classic/Cap. Usd 62,120 50,9232 -23,5352 -0,2088<br />

Axa World Funds Sicav Framlington Global Technology A Cap. Eur 92,750 50,0566 --- ---<br />

Axa World Funds Sicav Framlington Global Technology A Cap. Usd 72,049 49,8992 --- ---<br />

Seligman Global Horizon Funds Global Technology A Acc. Usd 15,718 49,8123 -2,2553 29,3438<br />

Bnp Paribas Asset Management Sa Global Technology L Usd 58,320 49,8073 -25,2308 -3,8734<br />

Ing (L) Invest Sicav New Technology Leaders P Cap. Eur 32,420 49,6768 -4,5066 16,4930<br />

Ing (L) Invest Sicav New Technology Leaders P Dist. Eur 129,670 49,6653 -4,4929 16,4840<br />

Mfs Sicav Technology A1 Usd 3,589 49,5205 -7,7736 ---<br />

Axa World Funds Sicav Framlington Global Technology E Cap. Eur 91,390 49,3301 --- ---<br />

Ing (L) Invest Sicav New Technology Leaders X Cap. Eur 31,030 49,0394 -5,7984 13,7463<br />

Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Europe Technology B Acc. Eur 9,470 48,6656 --- ---<br />

Mfs Sicav Technology B1 Usd 3,331 48,5252 -9,6144 ---<br />

Seligman Global Horizon Funds Global Technology B Acc. Usd 13,876 48,2820 -5,1926 23,0710<br />

Mfs Sicav Technology C1 Usd 3,303 48,2741 -9,8106 ---<br />

Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Europe Technology A Dist. Eur 7,680 47,6257 -13,5423 21,5514<br />

Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Europe Technology A Acc. Eur 11,800 47,5000 -13,6164 ---<br />

Ubs (Lux) Equ<strong>it</strong>y Fund Sa Global Multi Tech P Acc. Usd 106,125 46,9836 -11,1559 1,3806<br />

Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Global Technology I Acc. Eur 10,140 46,9565 --- ---<br />

Fidel<strong>it</strong>y Funds Sicav Global Technology A Dist. Eur 5,722 46,7179 -7,2309 17,3984<br />

Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Europe Technology D Acc. Eur 4,180 46,1538 -16,2325 15,4696<br />

Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Global Technology A Acc. Eur 4,110 45,7447 2,2388 20,8824<br />

Fidel<strong>it</strong>y Funds Sicav Global Technology E Acc. Eur 5,868 45,6441 -9,3045 13,1290<br />

Henderson Global Investors Ltd Global Technology I2 Usd 21,190 45,6357 --- ---<br />

Henderson Global Investors Ltd Global Technology I1 Usd 21,140 45,2921 --- ---<br />

Mediolanum International Funds -Top Managers Funds Ltd Global Tech Alpha L - A Eur 1,436 45,0505 -14,3709 5,9779<br />

Henderson Global Investors Ltd Global Technology A1 Usd 20,850 44,6912 --- ---<br />

Henderson Global Investors Ltd Global Technology A2 Usd 20,850 44,6912 --- ---<br />

Mediolanum International Funds -Top Managers Funds Ltd Global Tech Alpha S - A Eur 4,416 44,3137 -15,6608 3,3466<br />

Henderson Global Investors Ltd Global Technology X2 Usd 20,260 43,7899 --- ---<br />

Eurizon Cap<strong>it</strong>al Sa Easyfund Equ<strong>it</strong>y High Tech Ih Eur 58,380 43,7223 -14,0333 -2,2602<br />

Eurizon Cap<strong>it</strong>al Sa Easyfund Equ<strong>it</strong>y High Tech Rh Eur 57,520 43,6205 -14,2261 -2,5250<br />

Lombard Odier Darier Hentsch Invest Sicav Technology I Acc. Usd 9,351 43,5174 --- ---<br />

Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Us Technology C Acc. Usd 6,676 43,3235 --- ---<br />

Franklin Templeton Investment Funds Sicav Franklin Technology A Acc. Eur 4,140 43,2526 3,5000 ---<br />

Blackrock Global Funds Sicav Bgf World Technology A2 Cap. Eur 7,980 42,5000 -16,8750 -7,3171<br />

Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Us Technology A Acc. Usd 7,582 42,1683 -14,8486 ---<br />

Franklin Templeton Investment Funds Sicav Franklin Technology N Acc. Eur 3,710 42,1456 0,8152 13,8037<br />

Franklin Templeton Investment Funds Sicav Franklin Technology A Acc. Usd 4,146 42,1055 4,1281 18,5710<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 19


INVESTIRE NEL FUTURO<br />

L’ HIGH-TECH<br />

20 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

nonostante nel 2009 l’Msci world It<br />

abbia registrato la migliore performance<br />

di settore (sia in euro sia in dollari)<br />

su base annua, con l’unica eccezione<br />

dell’Msci world materials. Negative<br />

sono solo le prospettive legate ad<br />

hardware, flat tv, fotocamere dig<strong>it</strong>ali e<br />

lettori mp3».<br />

ANCORA POTENZIALE DI SVILUPPO<br />

E conferma James McLellan, responsabile<br />

di Ubs equ<strong>it</strong>y fund global multi<br />

tech: «Anche dopo le ottime performance<br />

del 2009, a livello mondiale il<br />

settore ha ancora potenziale, soprattutto<br />

per un motivo: molte aziende<br />

hanno tratto lezioni importanti dalla<br />

bolla speculativa del 2000 e sono oggi<br />

più scaltre e flessibili, dopo avere affidato<br />

parte del processo produttivo a<br />

terzi, oppure off-shore». In virtù di<br />

questa reazione attiva alla s<strong>it</strong>uazione<br />

di mercato, il settore nel suo complesso<br />

si è dimostrato molto resistente rispetto<br />

all’indebolimento della domanda<br />

dell’ultimo biennio recessivo. E<br />

sembra ora pronto ad approf<strong>it</strong>tare della<br />

fase attuale che si annuncia molto<br />

intensa, grazie alle innovazioni nei dig<strong>it</strong>al-media<br />

combinate con quelle riguardanti<br />

le network infrastructure in<br />

grado di generare un gran potenziale<br />

di nuovi mercati e nuovi prodotti.<br />

«Questa tendenza è nota come It convergence<br />

e se ne vedono esempi nella<br />

v<strong>it</strong>a quotidiana: fra questi la possibil<strong>it</strong>à<br />

di utilizzare il cellulare come un sistema<br />

di navigazione Gps, la comparsa di<br />

libri dig<strong>it</strong>ali, il cloud-computing, i blog<br />

e le commun<strong>it</strong>y online», spiega McLellan.<br />

«Dato questo trend e visto che la<br />

gestione di questo tipo di imprese e la<br />

loro capac<strong>it</strong>à di reperire cap<strong>it</strong>ali è migliore<br />

rispetto al passato, r<strong>it</strong>eniamo<br />

che il settore sia molto interessante in<br />

un’ottica di investimento».<br />

Ad aggiungere slancio all’arcipelago<br />

high-tech concorre l’emergere di<br />

sottosettori in tumultuosa espansione.<br />

«Per esempio l’intero settore mobile,<br />

cioè mobile internet, mobile workplace<br />

e network connettiv<strong>it</strong>à», sostiene<br />

Thomas Sorensen, gestore di Nordea 1<br />

climate and environment fund. «Ma<br />

sono interessanti anche settori molto<br />

innovativi, come la virtualization e il<br />

cloud computing». La virtualization<br />

(con le sue tre declinazioni: hardware,<br />

storage e software virtualization), cioè<br />

il processo che permette di presentare<br />

in modo innovativo e differente un<br />

gruppo logico o sottoinsieme di risorse<br />

disponibili, offrendo benefici superiori<br />

a quelli usufruibili dalla semplice configurazione<br />

originale, e il cloud computing,<br />

cioè l’insieme di tecnologie<br />

informatiche che permettono l’utilizzo<br />

di risorse hardware o software distribu<strong>it</strong>e<br />

in remoto, sono in assoluto i temi<br />

più gettonati. «Il cloud computing è<br />

un tema interessante a lungo termine,<br />

perché riguarda direttamente la necess<strong>it</strong>à<br />

di una maggiore larghezza di<br />

banda di comunicazione, capac<strong>it</strong>à di<br />

storage e software per la gestione delle<br />

informazioni», conferma Pier Furno,<br />

senior fund manager di Nemesis Am.<br />

NON SOLO STORIE EMOZIONANTI<br />

Per Mc Lellan i temi più allettanti dell’It<br />

includono le tecnologie più efficienti<br />

dal punto di vista dei consumi,<br />

come i Led per l’illuminazione e le batterie<br />

per auto elettriche, nonché la<br />

convergenza dei dig<strong>it</strong>al-media con<br />

smart-phone, net-book e Tv dig<strong>it</strong>ale.<br />

«Tuttavia», aggiunge Mc Lellan, «un<br />

buon investimento nel settore non<br />

sempre deve essere supportato da storie<br />

emozionanti che riguardano nuove<br />

tecnologie: spesso si trovano opportun<strong>it</strong>à<br />

di investimento interessanti in società<br />

che sono state trascurate o sono


INVESTIRE<br />

Gli altri fondi hi-tech sulla base delle performance a un anno Fonte: www.fondionline.<strong>it</strong> IN CINA<br />

Società Fondo Valuta<br />

Ultima<br />

quota.<br />

Perf.<br />

1 anno<br />

Perf.<br />

3 anni<br />

Perf.<br />

5 anni<br />

Lombard Odier Darier Hentsch Invest Sicav Technology P Acc. Usd 9,124 41,9836 -18,3562 4,0056<br />

Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Us Technology A Dist. Usd 3,833 41,9396 -14,8595 -5,0241<br />

Blackrock Global Funds Sicav Bgf World Technology E2 Cap. Eur 7,710 41,7279 -18,1529 -9,6131<br />

Blackrock Global Funds Sicav Bgf World Technology A2 Cap. Usd 7,979 41,6475 -16,9463 -7,4046<br />

Aberdeen Global Sicav Technology D Acc. Gbp 2,021 41,5774 --- ---<br />

Alliancebernstein (Luxembourg) Sa Acm International Technology I Usd 87,495 41,4034 -13,0435 4,8986<br />

Groupama Asset Management Sa Actions Techno Monde I Cap. Eur 879,750 41,0828 -11,2404 ---<br />

Blackrock Global Funds Sicav Bgf World Technology E2 Cap. Usd 7,714 41,0794 -18,1397 -9,6023<br />

Jpmorgan Funds Sicav Jf Pacific Technology B Acc. Usd 6,195 40,9443 --- ---<br />

Franklin Templeton Investment Funds Sicav Franklin Technology N Acc. Usd 3,721 40,9425 1,8596 14,0867<br />

Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Us Technology D Acc. Usd 1,024 40,7956 -17,7723 -9,9698<br />

Eurizon Cap<strong>it</strong>al Sa Easyfund Equ<strong>it</strong>y High Tech Z Eur 49,900 40,5634 --- ---<br />

Blackrock Global Funds Sicav Bgf World Technology B2 Cap. Usd 7,289 40,4329 -19,3813 -11,8408<br />

Alliancebernstein (Luxembourg) Sa Acm International Technology A Usd 78,022 40,2834 -15,1135 0,7685<br />

Aberdeen Global Sicav Technology A Acc. Usd 2,008 40,1627 -10,6357 13,1277<br />

Jpmorgan Funds Sicav Jf Pacific Technology A Dist. Usd 7,108 40,0058 0,5904 50,6180<br />

Jpmorgan Funds Sicav Jf Pacific Technology A Acc. Usd 10,906 39,9401 0,4881 50,3899<br />

Blackrock Global Funds Sicav Bgf World Technology C2 Cap. Usd 7,178 39,9022 -20,0059 -12,9497<br />

Fortis L Fund Equ<strong>it</strong>y Technology World I Eur 283,750 39,8265 --- ---<br />

Groupama Asset Management Sa Actions Techno Monde N Cap. Eur 423,060 39,6791 -13,9160 ---<br />

Aberdeen Global Sicav Technology B Acc. Usd 1,821 38,7349 -13,3564 7,6559<br />

Ing (L) Invest Sicav Computer Technologies I Cap. Usd 466,167 38,7264 -6,9245 ---<br />

Jpmorgan Funds Sicav Jf Pacific Technology D Acc. Usd 9,568 38,6520 -2,3502 43,1716<br />

Eurizon Cap<strong>it</strong>al Sa Easyfund Equ<strong>it</strong>y High Tech I Eur 48,610 38,6480 -15,6369 -1,5793<br />

Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Global Technology I Acc. Usd 2,941 38,5382 0,4621 26,2805<br />

Eurizon Cap<strong>it</strong>al Sa Easyfund Equ<strong>it</strong>y High Tech R Eur 48,440 38,5187 -15,8151 -1,7643<br />

Fortis L Fund Equ<strong>it</strong>y Technology World Classic/Cap. Eur 277,920 38,5029 -12,8258 5,0340<br />

Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Global Technology A Acc. Usd 2,704 37,5859 -2,5428 20,0156<br />

Fortis L Fund Equ<strong>it</strong>y Technology World P Eur 135,260 37,4733 --- ---<br />

Ing (L) Invest Sicav Computer Technologies P Cap. Usd 447,610 37,0775 -9,8885 4,8460<br />

Ing (L) Invest Sicav Computer Technologies P Dist. Usd 2169,990 36,8573 -10,0229 4,6823<br />

Ing (L) Invest Sicav Computer Technologies X Cap. Usd 427,624 36,5561 -11,2450 2,2410<br />

Raiffeisen Cap<strong>it</strong>al Management Azionario Tecnologia V Eur 70,430 35,6510 -20,8207 1,1780<br />

Vontobel Fund Sicav Global Trend Clean Technology B Eur 145,410 33,1837 --- ---<br />

Vontobel Fund Sicav Global Trend Clean Technology C Eur 144,240 32,4032 --- ---<br />

Fortis L Fund Equ<strong>it</strong>y Technology Euro Classic/Cap. Eur 20,980 31,7839 -35,0263 -19,8931<br />

Dexia Equ<strong>it</strong>ies Belgium European Telecommunications & Technologies Cap. Eur 115,600 28,6589 --- ---<br />

Selector Management Fund W&R Science & Technology A2 Eur 907,040 28,3923 -9,2751 ---<br />

Selector Management Fund W&R Science & Technology A1 Eur 892,010 27,6945 -10,7454 ---<br />

Mediolanum International Funds - Challenge Funds Ltd Technology Equ<strong>it</strong>y L - A Eur 1,885 26,9360 -15,7354 -1,0499<br />

Mediolanum International Funds - Challenge Funds Ltd Technology Equ<strong>it</strong>y S - A Eur 4,651 26,2144 -17,0797 -3,6661<br />

Eurizon Cap<strong>it</strong>al Sgr Spa Eurizon Azioni Tecnologie Avanzate Eur 3,765 24,5864 -17,3617 -7,0370<br />

Optima Spa Sgr Optima Tecnologia Eur 2,583 22,4751 -16,1908 -4,5455<br />

Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Intech Us Risk Managed Core I Acc. Eur 8,180 16,5242 --- ---<br />

Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Intech Us Risk Managed Core A Acc. Eur 13,420 16,0900 -21,1052 -6,2849<br />

Bnp Paribas Asset Management Sa Technologies Eur 58,190 15,8471 -38,3581 -30,9071<br />

Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Intech Global Risk Managed Core I Acc. Eur 8,820 14,2487 --- ---<br />

Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Intech Us Risk Managed Core I Acc. Usd 10,300 10,2931 -23,9500 -4,6487<br />

Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Intech Us Risk Managed Core A Acc. Usd 9,951 9,7350 -25,0853 -6,9596<br />

Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Intech Global Risk Managed Core I Acc. Usd 6,627 7,8798 --- ---<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 21


INVESTIRE NEL FUTURO<br />

L’ HIGH-TECH<br />

22 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

in s<strong>it</strong>uazioni di turn-around e ristrutturazione».<br />

Pier Furno spiega come<br />

molte delle grandi aziende tecnologiche<br />

presentino oggi bilanci molto solidi<br />

caratterizzati da un alto livello di liquid<strong>it</strong>à<br />

che rende il profilo di rischio<br />

settoriale molto più basso rispetto al<br />

passato. «Noi non pensiamo che la valutazione<br />

del settore si sia allungata,<br />

rispetto agli standard storici», racconta<br />

Furno, «tuttavia diversi nomi presentano<br />

valutazioni interessanti sia su<br />

base assoluta sia relativa. Le società di<br />

software, in particolare, sono attraenti<br />

grazie alla loro capac<strong>it</strong>à di generare<br />

liquid<strong>it</strong>à e alle loro fonti di redd<strong>it</strong>o relativamente<br />

affidabili. R<strong>it</strong>eniamo inoltre<br />

che storage e apparecchiature di<br />

comunicazione abbiano ottime prospettive<br />

a lungo termine a causa dell’incremento<br />

della domanda che riguarda<br />

la larghezza di banda per la comunicazione».<br />

BENE I SETTORI PIÙ MATURI<br />

Non sono affatto da trascurare quindi<br />

i settori più tradizionali e maturi dell’arcipelago<br />

high-tech. Secondo Johan<br />

Van Der Biest, senior asset manager di<br />

Dexia asset management, la fine della<br />

recessione porterà, infatti, a una ripresa<br />

della spesa nei comparti dell’hardware<br />

e del software già nel 2010,<br />

sia dal lato privato sia da parte del<br />

mondo ist<strong>it</strong>uzionale. Produttori di<br />

software, cuffie e personal computer<br />

dovrebbero quindi beneficiarne. «Due<br />

fattori importanti che potrebbero influenzare<br />

la domanda di tutto il settore»,<br />

afferma Pier Furno, «sono il miglioramento<br />

della s<strong>it</strong>uazione economica e<br />

i cicli di aggiornamento di Windows 7.<br />

I primi segnali sono pos<strong>it</strong>ivi: Windows<br />

7 è stata ben accolta, fattore che potrebbe<br />

indicare un ciclo di aggiornamento<br />

più robusto, rispetto a quello visto<br />

con la tanto cr<strong>it</strong>icata Windows Vista».<br />

La ripresa economica dovrebbe<br />

favorire inoltre i semiconduttori, a<br />

causa dell’incremento della domanda e<br />

della carenza, o rifornimento lim<strong>it</strong>ato,<br />

di alcuni componenti, con il potere di<br />

pricing delle aziende in rapida ascesa.<br />

Società di semiconduttori e semiconductor<br />

equipment dovrebbero quindi<br />

beneficiarne.<br />

Ma che cosa aspettarsi da questo<br />

investimento? Va premesso che i confini<br />

dell’high-tech sono frastagliatissimi<br />

e insidiosi. Il profilo rischio/rendimento<br />

delle aziende di tecnologia,<br />

spiegano gli operatori, è molto vario<br />

con i campioni dell’hardware maggiormente<br />

esposti alla ciclic<strong>it</strong>à dei flussi di<br />

entrate e le software house, caratterizzate<br />

al contrario da flussi di redd<strong>it</strong>o<br />

costante a causa della vend<strong>it</strong>a di licenze<br />

che garantiscono quindi un rischio<br />

minore. Nel complesso, prendendo il<br />

Nasdaq come stella polare del settore<br />

high-tech, si nota che il P/e è stato circa<br />

25 fino agli inizi del 2008, per scendere<br />

a 14 alla fine del 2008 e risalire a<br />

25 a fine 2009. «È importante essere<br />

consapevoli del fatto che è molto pericoloso<br />

trarre conclusioni da questo<br />

dato», sostiene Van Der Biest. «Tutto<br />

l’high-tech è infatti rischioso per definizione.<br />

Reagisce molto presto e violentemente<br />

a ogni variazione delle<br />

tendenze di fondo dell’economia. Le<br />

aziende It, poi, sono anche campioni di<br />

ristrutturazioni, perché hanno accumulato<br />

molta esperienza dalla passata<br />

bolla tecnologica e ciò significa anche<br />

che le società possono cambiare molto<br />

bruscamente attiv<strong>it</strong>à, luoghi di produzione,<br />

e destinare improvvisamente<br />

linee di produzione in outsourcing».<br />

«Inoltre», continua Van Der Biest,<br />

«il settore cambia così rapidamente,<br />

che le storie di successo di oggi possono<br />

rivelarsi flop di domani e viceversa.<br />

Così come alcune tecnologie possono<br />

scomparire o essere dominanti, allo<br />

stesso modo le quote di mercato possono<br />

variare in un tempo molto breve.


Gli invest<strong>it</strong>ori dovrebbero quindi essere<br />

ben consapevoli di queste caratteristiche,<br />

quando investono nell’high-tech.<br />

E, a causa della natura complessa<br />

del settore, dovrebbero anche essere<br />

inv<strong>it</strong>ati ad acquistare un portafoglio<br />

ben diversificato di t<strong>it</strong>oli tecnologici,<br />

piuttosto che concentrarsi solo su una<br />

ristretta rosa di aziende».<br />

E conferma James McLellan: «Così<br />

come per tutti gli altri settori azionari,<br />

il rischio maggiore è legato al fatto di<br />

investire in un singolo comparto, ev<strong>it</strong>ando<br />

di diversificare su più fronti.<br />

Inoltre, soprattutto per moltissime<br />

aziende tech, è particolarmente difficile<br />

formulare previsioni sugli utili. Per<br />

questo motivo il nostro fondo Ubs<br />

(Lux) global multi tech fund, diversamente<br />

da altri fondi simili, non investe<br />

esclusivamente in t<strong>it</strong>oli appartenenti<br />

al settore It, ma punta anche sul medical<br />

tech, il green tech, l’industrial tech<br />

e l’aerospace tech».<br />

RISCHI DIVERSI<br />

Anche Sanjay Jhaveri, portfolio manager<br />

di Analyst global equ<strong>it</strong>y, si concentra<br />

sul mondo It, spiegando come<br />

ogni comparto offra un profilo di rischio<br />

differente. «Per esempio», dice<br />

Jhaveri, «i semiconduttori hanno un<br />

profilo di rischio/rendimento molto alto,<br />

mentre i servizi It hanno un basso<br />

profilo e quindi offrono minori opportun<strong>it</strong>à<br />

di rendimento rispetto al 2009».<br />

Ma quanto destinare allora al settore?<br />

«Dipende naturalmente dalla propensione<br />

al rischio dell’invest<strong>it</strong>ore», risponde<br />

Sorensen. «Ma visto che cre-<br />

diamo in una sovraperformance nel<br />

2010 (anche se non allo stesso livello<br />

del 2009), consigliamo con decisione<br />

di sovrappesare il settore: nel nostro<br />

Global equ<strong>it</strong>y portfolio, per esempio,<br />

l’high-tech occupa l’11,65% dell’investimento<br />

complessivo».<br />

Per Jhaveri una quota del 5-10%<br />

del portafoglio rappresenta un buon<br />

inizio: «Consigliamo di ruotare gli investimenti<br />

in aziende di tecnologia difensive<br />

come il software e i servizi It».<br />

Ma quali sono le stelle del firmamento<br />

high-tech? Tante. Tra le più gettonate<br />

nel comparto software e servizi, viene<br />

indicata Accenture; nella sicurezza, la<br />

McAfee. E ancora, RedHat nell’area dei<br />

software opensource; SuccessFactors e<br />

Salesforce nei software as a service,<br />

cioè la gestione di un’applicazione web<br />

che viene messa a disposizione dei<br />

propri clienti via internet; e la Vmware<br />

nell’esplosivo campo della virtualizzazione.<br />

All’interno del più maturo<br />

comparto della tecnologia hardware,<br />

vengono segnalate Equinix, Brocade,<br />

F5 Networks; nel ciclo di sost<strong>it</strong>uzione,<br />

invece, Dell; negli smartphones, Qualcomm<br />

e Apple. Infine, all’interno dell’industria<br />

dei semiconduttori, Infineon<br />

e Asml; tra i componenti Dram e Micron<br />

technology. ■<br />

INVESTIRE<br />

IN CINA<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 23


INVESTIRE NEL FUTURO<br />

LE BIOTECH<br />

Il Dna<br />

degli utili<br />

24 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

che le imprese biotecnologiche<br />

saranno re-<br />

«Pensiamo<br />

sponsabili di quasi il 50%<br />

delle innovazioni nel medio e lungo<br />

periodo. Inoltre, a differenza dei prodotti<br />

farmaceutici tradizionali, quelli<br />

biotech non subiranno la stessa erosione<br />

rapida alla fine del ciclo di v<strong>it</strong>a<br />

dei brevetti. R<strong>it</strong>eniamo ragionevole,<br />

quindi, un incremento delle vend<strong>it</strong>e<br />

annuo di settore del 15-20%». Anche<br />

se non tutti i gestori prevedono perfor-<br />

mance così importanti, come quelle<br />

formulate da Michael Sjöström, gestore<br />

del fondo Pf(Lux) biotech, l’opinione<br />

generale è che il settore rappresenti<br />

la sostanza del futuro (non solo<br />

economico) del pianeta.<br />

Per gli operatori questo settore sarà il motore dell’innovazione nei prossimi anni, grazie<br />

ad alcuni temi come la mappatura genetica e lo sviluppo dei prodotti Ogm. Ma anche la<br />

biotecnologia bianca, legata alla cresc<strong>it</strong>a dell’industria, piace agli invest<strong>it</strong>ori, nonostante<br />

il comparto nel complesso sia giudicato caro. E c’è chi teme che ci si trovi di fronte a<br />

una nuova bolla speculativa, anche perché finora di prof<strong>it</strong>ti se ne sono visti pochi


I fondi biotech sulla base delle performance a un anno Fonte: www.fondionline.<strong>it</strong><br />

Società Fondo Valuta<br />

Ultima<br />

quota.<br />

Perf.<br />

1 anno<br />

Perf.<br />

3 anni<br />

INVESTIRE<br />

IN CINA<br />

Dexia Equ<strong>it</strong>ies L Sicav Biotechnology C Cap. Usd 96,790 34,9178 --- ---<br />

Dexia Equ<strong>it</strong>ies L Sicav Biotechnology N Cap. Usd 73,560 34,3807 --- ---<br />

Ubs (Lux) Equ<strong>it</strong>y Fund Sa Biotech P Acc. Usd 117,979 10,9315 2,7243 10,9515<br />

Novara Aquilone Sicav Pharmatech Equ<strong>it</strong>y R Eur 45,430 6,0953 -20,6186 -3,1343<br />

Franklin Templeton Investment Funds Sicav Franklin Biotechnology Discovery I Acc. Usd 8,676 4,5822 -5,9518 8,7216<br />

Ing (L) Invest Sicav Biotechnology I Cap. Usd 3010,251 4,3060 --- ---<br />

Nordea 1 Sicav Biotech Ha Eur 6,600 4,1009 --- ---<br />

Franklin Templeton Investment Funds Sicav Franklin Biotechnology Discovery A Acc. Usd 6,188 3,7742 -8,6165 3,2638<br />

Ing (L) Invest Sicav Biotechnology P Cap. Usd 712,230 3,1699 -25,4166 -1,3944<br />

Ing (L) Invest Sicav Biotechnology P Dist. Usd 3519,352 3,1696 -25,4163 -1,3933<br />

Franklin Templeton Investment Funds Sicav Franklin Biotechnology Discovery N Acc. Usd 5,707 2,9634 -10,6764 -0,4768<br />

Ing (L) Invest Sicav Biotechnology X Cap. Usd 681,296 2,7226 -26,4436 -3,7112<br />

Nordea 1 Sicav Biotech Bi Usd 7,003 1,4896 --- ---<br />

Nordea 1 Sicav Biotech Bi Eur 7,000 1,4493 --- ---<br />

Nordea 1 Sicav Biotech Bp Eur 6,910 0,8759 -16,7470 ---<br />

Nordea 1 Sicav Biotech Bp Usd 6,906 0,8431 -16,7982 5,3469<br />

Nordea 1 Sicav Biotech E Usd 6,613 -0,0366 -18,6770 ---<br />

Fortis L Fund Equ<strong>it</strong>y Biotechnology World Classic/Cap. Eur 352,550 -0,1501 -22,4466 -3,5748<br />

Nordea 1 Sicav Biotech E Eur 6,610 -0,1511 -18,6962 ---<br />

Cred<strong>it</strong> Suisse Equ<strong>it</strong>y Fund (Lux) Sa Global Biotech B Cap. Usd 46,307 -0,7300 -17,4556 -5,2228<br />

Swiss & Global Asset Management Biotech C Eur 97,940 -1,8539 --- ---<br />

Swiss & Global Asset Management Biotech C Usd 65,953 -2,4098 --- ---<br />

Swiss & Global Asset Management Biotech B Eur 96,350 -2,6768 --- ---<br />

Swiss & Global Asset Management Biotech B Usd 64,936 -3,1882 --- ---<br />

Swiss & Global Asset Management Biotech E Eur 94,990 -3,3967 --- ---<br />

Swiss & Global Asset Management Biotech E Usd 64,077 -3,8562 --- ---<br />

Pictet Funds (Lux) Biotech Hp Cap. Eur 216,830 -4,1889 -5,3764 20,8303<br />

Pictet Funds (Lux) Biotech Hp Cap. Eur 216,830 -4,1889 -5,4012 ---<br />

Pictet Funds (Lux) Biotech Hr Eur 205,470 -4,8574 -7,3625 ---<br />

Pictet Funds (Lux) Biotech Hr Eur 205,470 -4,8574 -7,3416 17,1236<br />

Pictet Funds (Lux) Biotech I Eur 210,600 -8,0108 -9,6874 ---<br />

Pictet Funds (Lux) Biotech I Eur 210,600 -8,0108 -8,9809 ---<br />

Pictet Funds (Lux) Biotech I Usd 211,575 -8,5190 -9,2207 ---<br />

Pictet Funds (Lux) Biotech P Cap. Usd 198,021 -9,2876 -11,4748 ---<br />

Pictet Funds (Lux) Biotech I Usd 211,575 -9,6272 -8,5995 23,8870<br />

Pictet Funds (Lux) Biotech R Usd 187,645 -9,9159 -13,3115 ---<br />

Pictet Funds (Lux) Biotech P Cap. Usd 198,021 -10,3865 -10,8766 19,2504<br />

Perf.<br />

5 anni<br />

Pictet Funds (Lux) Biotech R Usd 187,645 -11,0072 -12,7309 15,5781<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 25


INVESTIRE NEL FUTURO<br />

LE BIOTECH<br />

26 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

In altre parole il biotech, cioè l’integrazione<br />

di organismi, cellule, loro<br />

parti o analoghi molecolari nei processi<br />

industriali per la produzione di beni<br />

e di servizi, è già il motore dell’innovazione.<br />

«Per di più manifesta una cresc<strong>it</strong>a<br />

autonoma rispetto allo sviluppo<br />

economico», spiega James McLellan,<br />

responsabile del fondo Ubs equ<strong>it</strong>y fund<br />

biotech. «La domanda di prodotti<br />

health care innovativi, per esempio,<br />

aumenterà indipendentemente dal ciclo<br />

economico a causa del fabbisogno<br />

medico della società, dell’invecchiamento<br />

della popolazione e della domanda<br />

dei mercati emergenti».<br />

McLellan spiega anche a Fondi&Sicav<br />

che esigenze mediche non soddisfatte<br />

per il trattamento efficace di<br />

malattie diffuse come l’Alzheimer, il<br />

cancro, le malattie rare ered<strong>it</strong>arie, insieme<br />

alla fase di consolidamento del<br />

settore attraverso operazioni di m&a,<br />

rappresentano il vero carburante del<br />

settore. Per Jérôme Pfund, chief executive<br />

officer di State street global alliance,<br />

l’incremento annuo del biotech<br />

sarà addir<strong>it</strong>tura del 20-25%. «Il rendimento<br />

atteso dovrebbe riflettere la<br />

prevista cresc<strong>it</strong>a degli utili, che è appunto<br />

pari al 20-25% per i prossimi tre<br />

anni. Inoltre, la volatil<strong>it</strong>à, fino a qualche<br />

anno fa superiore a quella dell’indice<br />

S&P500, è notevolmente diminu<strong>it</strong>a<br />

e sarà in futuro sicuramente inferiore<br />

a quella sperimentata nel biennio<br />

1999-2000».<br />

AI MINIMI STORICI<br />

Tommaso Federici, gestore di Banca<br />

Ifigest, sottolinea come l’intero settore<br />

san<strong>it</strong>ario sia a sconto rispetto ad altri.<br />

«A dicembre 2009 il comparto farmaceutico<br />

negli Stati Un<strong>it</strong>i, per esempio,<br />

era a uno sconto del 15% sull’S&P, cioè<br />

ai minimi storici. Dato l’attuale basso<br />

livello di valutazione, r<strong>it</strong>eniamo che gli<br />

invest<strong>it</strong>ori possano attendersi nel medio-lungo<br />

termine prestazioni in linea<br />

con le vend<strong>it</strong>e e la cresc<strong>it</strong>a degli utili,<br />

che stimiamo pari al 15-20% all’anno».<br />

E aggiunge Roberto Cappelletto: «Il<br />

settore delle biotecnologie richiede<br />

elevati investimenti che non sempre<br />

riescono a produrre i risultati economici<br />

attesi: basti pensare che negli ultimi<br />

cinque anni gli utili dell’indice Nasdaq<br />

biotechnology sono sempre stati negativi.<br />

Tuttavia il trend è stato pos<strong>it</strong>ivo sul<br />

fatturato e ora il risultato di bilancio di<br />

settore ha raggiunto il pareggio. Quindi,<br />

le aspettative sono di utili in aumento<br />

al punto che le biotecnologie<br />

hanno sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o le società informatiche<br />

nel portafoglio dei t<strong>it</strong>oli tecnologici<br />

quotati al Nasdaq».<br />

Delle 1.300 aziende biotecnologiche<br />

che operano negli Usa pochissime<br />

sono in attivo. Nonostante ciò, i prezzi


delle azioni sono in cresc<strong>it</strong>a, come ai<br />

tempi della bolla speculativa della Net<br />

economy, dove i corsi azionari crebbero<br />

per tutti gli anni novanta per poi<br />

sgonfiarsi e tornare ai prezzi del decennio<br />

precedente. «Questo settore<br />

negli ultimi dieci anni ha registrato<br />

una performance superiore a quella dei<br />

mercati in generale nel lungo termine»,<br />

afferma Nathalie Flury, gestore del<br />

Julius Baer biotech fund di Swiss &<br />

global asset management. «Per quanto<br />

riguarda il futuro, molte società farmaceutiche<br />

perderanno l’esclusiva dei<br />

loro brevetti entro la metà del 2013 e<br />

saranno costrette ad acquistare (a un<br />

sovrapprezzo) o a creare partnership<br />

con società del settore delle biotecnologie<br />

per essere in grado di affrontare<br />

i loro problemi di sviluppo dei prodotti.<br />

A ciò si aggiunge il piano di incentivi<br />

all’investimento della Cina (circa<br />

125 miliardi di dollari di investimenti,<br />

cui aggiungere le spese per il settore<br />

farmaceutico nei prossimi quattro anni)<br />

e la nov<strong>it</strong>à rappresentata dalla domanda<br />

della popolazione asiatica di<br />

farmaci moderni. Pertanto, sono convinta<br />

che il settore delle biotecnologie,<br />

grazie al suo legame con l’innovazione<br />

e la specializzazione, sovraperformerà<br />

i mercati nei prossimi anni». Rudi Van<br />

den Eynde, senior asset manager di<br />

Dexia asset management, fa notare<br />

che la recente riforma san<strong>it</strong>aria degli<br />

Stati Un<strong>it</strong>i è stata pos<strong>it</strong>iva per il settore<br />

biotech; e ciò grazie al periodo di<br />

dodici anni di esclusiva negoziato per<br />

tutti i nuovi farmaci approvati nel<br />

mercato statun<strong>it</strong>ense.<br />

TRE FILONI PRINCIPALI<br />

L’aspetto forse più interessante del<br />

settore è che il valore si distribuisce su<br />

tutte le applicazioni biotecnologiche,<br />

che sono numerose. Tre comunque sono<br />

i filoni principali: la red biotechnology,<br />

alla quale appartengono le tecnologie<br />

di ingegneria genetica per la cu-<br />

Golden Age di Lombard Odier funds<br />

Il futuro è inve chiare<br />

L a<br />

variabile demografica, caratterizzata dal continuo<br />

aumento della popolazione mondiale e,<br />

soprattutto, da una rapida cresc<strong>it</strong>a degli ultrasessantenni,<br />

giocherà un ruolo sempre maggiore nel<br />

nostro futuro, portando con sé ovvie implicazioni<br />

anche a livello economico-finanziario. Le aspettative<br />

medie di v<strong>it</strong>a sono in cresc<strong>it</strong>a, le nasc<strong>it</strong>e in diminuzione,<br />

non solo nei paesi sviluppati, e quindi il<br />

rapporto tra la popolazione potenzialmente attiva e<br />

quella anziana sta andando verso un deciso peggioramento.<br />

Nel giro dei prossimi trent’anni ci si aspetta<br />

di avere un pensionato ogni cinque lavoratori,<br />

contro il rapporto uno a 10 rimasto abbastanza stabile<br />

nei decenni passati. Se è vero che a livello globale<br />

le nasc<strong>it</strong>e sono dimezzate, passando da cinque<br />

nuovi nati per donna del 1950 ai 2,5 attuali, si può<br />

ben comprendere quale potrà essere l’impatto di<br />

questo fenomeno nel medio periodo, non solo per le<br />

economie occidentali, dove per esempio in Italia e<br />

Giappone si hanno già s<strong>it</strong>uazioni di cresc<strong>it</strong>a zero, ma<br />

anche per i paesi meno sviluppati.<br />

Alla luce di questi dati, risulta quindi chiaro il continuo<br />

aumento della spesa per piani san<strong>it</strong>ari e pensionistici,<br />

che nei paesi sviluppati è passata dal<br />

3,5% del Pil nel 1970 all’attuale 6,5%. Parallelamente<br />

all’aumento dell’età, infatti, assistiamo a un<br />

deciso miglioramento delle disponibil<strong>it</strong>à finanziarie<br />

degli ultrasessantenni, del loro tenore di v<strong>it</strong>a e<br />

delle ab<strong>it</strong>udini riguardanti la propria salute. Negli<br />

Stati Un<strong>it</strong>i, per esempio, la ricchezza media di un<br />

anziano è doppia rispetto a venti anni fa e ciò<br />

implica una maggiore capac<strong>it</strong>à di spesa in amb<strong>it</strong>o<br />

san<strong>it</strong>ario.<br />

Questa introduzione demografica era necessaria per<br />

spiegare perché, all’interno di un settore diversificato<br />

come l’healthcare, il fondo Golden age di Lom-<br />

ra di patologie; la wh<strong>it</strong>e biotechnology,<br />

che si occupa dei processi biotecnologici<br />

di interesse industriale, come la<br />

cost<strong>it</strong>uzione di microrganismi in grado<br />

di produrre sostanze chimiche; la<br />

green biotechnology, ovvero le tecnologie<br />

applicate ai processi agricoli, tra<br />

le quali rientrano gli Ogm, cioè la modificazione<br />

di organismi per renderli in<br />

grado di crescere in determinate condizioni<br />

ambientali o nutrizionali. Per<br />

bard Odier funds si concentri su tematiche fortemente<br />

legate all’invecchiamento della popolazione.<br />

Se è vero che dal 1990 l’indice Msci healthcare ha<br />

guadagnato il 339% contro il 109% dell’indice<br />

Msci, va anche detto che non tutte le società hanno<br />

beneficiato in egual modo di questa cresc<strong>it</strong>a. Inoltre,<br />

le case farmaceutiche più focalizzate su patologie<br />

dovute all’età potranno avere maggiori opportun<strong>it</strong>à<br />

di guadagno, con una volatil<strong>it</strong>à inferiore a<br />

quella del settore complessivamente considerato.<br />

«L’obiettivo del fondo non è però speculare sul successo<br />

di specifiche cure per alcune malattie, ma di<br />

approf<strong>it</strong>tare delle opportun<strong>it</strong>à di medio-lungo periodo<br />

offerte da una tendenza ormai ben defin<strong>it</strong>a»,<br />

afferma Alessandro Fonzi, responsabile clientela<br />

ist<strong>it</strong>uzionale in Italia di Lombard Odier. «Di conseguenza,<br />

il team di gestione di Golden age, coadiuvato<br />

dal supporto di un com<strong>it</strong>ato scientifico di<br />

esperti, ha individuato circa 300 società che operano<br />

nel biopharma, nelle tecnologie mediche e nei<br />

servizi per la salute in amb<strong>it</strong>i quali la cura del diabete<br />

e dell’Alzheimer, ma anche, ad esempio, nella<br />

realizzazione di protesi all’anca. Dal 1990 a oggi, il<br />

rendimento di questi t<strong>it</strong>oli è stato del 2.500% e<br />

questo risultato incredibile dimostra le potenzial<strong>it</strong>à<br />

di questi investimenti. Parlando di Golden age, il focus<br />

è su società europee e americane, con un portafoglio<br />

molto concentrato, tra i 40 e 70 t<strong>it</strong>oli, che<br />

dimostra il forte convincimento dei gestori sulle<br />

azioni selezionate». A livello di investimenti, il gestore<br />

può tenere una quota di liquid<strong>it</strong>à massima pari<br />

al 15%, così da potere eventualmente sfruttare<br />

rapidamente fattori che potrebbero influenzare<br />

l’andamento di un t<strong>it</strong>olo, quali ad esempio la pubblicazione<br />

dei risultati di ricerche su farmaci promettenti.<br />

gli esperti c’è del valore in ciascuna di<br />

queste componenti. «Ma noi non suddividiamo<br />

il biotech in sottosettori e<br />

preferiamo investire con un approccio<br />

bottom up», avverte Thomas Sorensen<br />

di Nordea 1 climate and environment<br />

fund. «In generale preferiamo le aziende<br />

che stanno per entrare in un nuovo<br />

ciclo del prodotto, vale a dire a 12-24<br />

mesi dalla partenza. Una scelta che riduce<br />

al minimo il rischio clinico e fi-<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 27


INVESTIRE NEL FUTURO<br />

LE BIOTECH<br />

28 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

nanziario, pur lasciando spazio al rialzo».<br />

Per Roberto Cappelletto invece la<br />

vera sfida delle biotecnologie è la<br />

mappatura genetica personalizzata<br />

con le sue applicazioni in campo medico-diagnostico.<br />

«Ci sono inoltre<br />

aspettative interessanti per i prodotti<br />

biotech industriali basati sulla trasformazione<br />

di processi chimici in processi<br />

biologici, come la produzione di carburanti<br />

da biomasse», continua Cappelletto.<br />

Lo strumento principale di cui si<br />

avvalgono le biotecnologie è quindi<br />

l’ingegneria genetica, cioè il clonaggio<br />

di specifiche sequenze di Dna di un organismo<br />

e le relative analisi che permettono<br />

di costruire genoteche o utilizzare<br />

vettori di espressione in modo<br />

da controllare l’attiv<strong>it</strong>à trascrizionale<br />

di una data proteina d’interesse, per fini<br />

di ricerca o produttivi. Proprio in<br />

questo campo sono attesi progressi<br />

molto importanti nei prossimi anni: «Ci<br />

sono più di 800 prodotti attualmente<br />

in fase sperimentazione clinica», dice<br />

Mc Lellan, «e questo dato fa prevedere<br />

un elevato potenziale di cresc<strong>it</strong>a degli<br />

utili del settore». Per sgomberare il<br />

campo da equivoci, le biotecnologie<br />

non si avvalgono della clonazione somatica,<br />

che copia un organismo a partire<br />

da cellule somatiche e che è una<br />

manipolazione del sistema riproduttivo,<br />

senza scopi di utilizzo per fini biotecnologici.<br />

ELEVATE BARRIERE ALL’INGRESSO<br />

«Le biotech continueranno a sviluppare<br />

farmaci innovativi, che possono aiutare<br />

a controllare o curare malattie attualmente<br />

incurabili», spiega Sorensen.<br />

«Si tratta di prodotti di natura biologica<br />

alquanto difficili da produrre e il<br />

settore quindi presenta elevate barriere<br />

all’ingresso». Va detto inoltre che<br />

sempre di più la diagnostica e la medicina<br />

saranno basate sulla mappatura<br />

genetica personalizzata. La necess<strong>it</strong>à<br />

nei paesi industrializzati di ridurre i costi<br />

dei servizi san<strong>it</strong>ari stimolerà l’industria<br />

farmacologica a creare prodotti a<br />

bersaglio, cioè trattamenti riferibili alla<br />

genetica di ogni persona, cercando di<br />

ridurre la spesa diretta a medicine e terapie<br />

inefficaci, mettendo sotto pressione<br />

proprio le imprese d’avanguardia<br />

che sviluppano molecole mirate. Le applicazioni<br />

più importanti sono l’oncologia,<br />

le malattie metaboliche, la virologia<br />

e la diagnostica molecolare preventiva.<br />

Per Romain Pasche, head global<br />

equ<strong>it</strong>y research di Vontobel, le aree<br />

più promettenti sono l’Rna (acido ribonucleico)<br />

e le terapie con anticorpi che<br />

possono essere usati per curare specifiche<br />

malattie in modo più efficace rispetto<br />

ai farmaci attuali. «Un esempio è<br />

rappresentato dal Telapravir vertex per<br />

la cura dell’epat<strong>it</strong>e C», spiega Pasche.<br />

«Bisogna però fare molta attenzione<br />

alla selezione dei t<strong>it</strong>oli che compongono<br />

questi settori», spiega Tommaso<br />

Federici, «perché, essendo le valutazioni<br />

basate tutte sul potenziale, è molto<br />

più difficile effettuare una valutazione<br />

d’azienda con i metodi classici. Il mio<br />

suggerimento è puntare sulle società<br />

più grandi del settore come Amgen e<br />

Solarworld. Quanto? Dipende ovviamente<br />

dall’orizzonte temporale e dalla<br />

propensione al rischio dell’invest<strong>it</strong>ore.<br />

Nelle nostre posizioni azionarie, questa<br />

componente, che chiamerei growth,<br />

rappresenta un quinto delle posizioni».<br />

Secondo Van den Eynde, le biotech<br />

hanno superato i mercati azionari per<br />

molti anni di fila, ma la culla delle innovazioni<br />

è gli Stati Un<strong>it</strong>i e la debolezza<br />

del dollaro non ha favor<strong>it</strong>o gli invest<strong>it</strong>ori:<br />

«Ai livelli attuali del dollaro r<strong>it</strong>engo<br />

che questa industria sia un po’<br />

sottovalutata e troppo sensibile al rapporto<br />

euro/dollaro». Per James McLellan,<br />

infine, nonostante alcune aziende<br />

siano già abbastanza mature, la maggior<br />

parte è ancora in fase di sviluppo<br />

e molte di esse devono ancora generare<br />

ricavi e raggiungere la redd<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à<br />

ottimale. Che cosa scegliere allora? «Le<br />

large cap che, salvo alcune eccezioni,<br />

sono generalmente sottovalutate»,<br />

conclude McLellan. ■


INVESTIRE NEL FUTURO<br />

L’ENERGIA ALTERNATIVA<br />

Alla ricerca<br />

della pulizia<br />

30 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

Èil motore di quella che l’economista<br />

Jeremy Rifkin definisce<br />

la terza rivoluzione industriale,<br />

che si combatterà a colpi di reti<br />

intelligenti e celle di combustione<br />

L’età del petrolio è ormai al<br />

tramonto e il reperimento di nuove<br />

fonti energetiche rinnovabili e a<br />

basso impatto ambientale<br />

rappresenta una necess<strong>it</strong>à. Tra<br />

tutte le possibil<strong>it</strong>à, il geotermico e<br />

i componenti smart grid sono i<br />

favor<strong>it</strong>i dagli analisti. Ma le basse<br />

barriere all’ingresso e le<br />

valutazioni elevate sono al<br />

momento un freno ai rendimenti<br />

personali alimentate da vento, sole e<br />

calore della terra. Una rivoluzione ormai<br />

alle porte, visto che, per la prima<br />

volta nella storia, il tema dei cambiamenti<br />

climatici è in testa all’agenda<br />

pol<strong>it</strong>ica mondiale. Così come la regolamentazione<br />

riguardante le tipologie di<br />

energia pul<strong>it</strong>a e le sovvenzioni governative,<br />

che si stanno moltiplicando nei<br />

cinque continenti. Allo stesso tempo, il<br />

costo delle energie rinnovabili continua<br />

a diminuire, rendendole sempre<br />

più compet<strong>it</strong>ive e aumentandone così<br />

la penetrazione. In altre parole, nel<br />

breve, e in maniera crescente, i benefici<br />

della spesa per il cosiddetto green<br />

stimulus a livello mondiale andranno a<br />

vantaggio delle imprese del settore.<br />

Facile prevedere a questo punto<br />

che sia proprio la new energy il settore<br />

sul quale scommettono tutti, anche<br />

se, avvertono i gestori, è estremamen-<br />

te costoso. «Il driver più importante del<br />

settore nel corso degli ultimi anni è<br />

stato la normativa dei governi», conferma<br />

Sandy Christie, gestore del Natural<br />

resources team di BlackRock.<br />

«Gli stati hanno infatti abbracciato la<br />

questione del cambiamento climatico<br />

e agiscono per ridurre la loro impronta<br />

ecologica diventando i veri promotori<br />

della ricerca sull’energia pul<strong>it</strong>a, rinnovabile<br />

e sull’efficienza energetica». Il<br />

primo beneficiario delle normative<br />

ambientali, aggiunge Christie, è stato<br />

il settore del vento, risorsa abbondante<br />

e terreno fertile per lo sviluppo di<br />

numerosi player.<br />

PER ORA SOPRATTUTTO EUROPA<br />

«I mercati trainanti dell’energia alternativa<br />

sono stati finora soprattutto i<br />

mercati europei: oggi la Germania rappresenta<br />

infatti quasi la metà del mer-


I fondi energie rinnovabili sulla base delle performance a un anno Fonte: www.fondionline.<strong>it</strong><br />

Società Fondo Valuta<br />

Ultima<br />

quota.<br />

Perf.<br />

1 anno<br />

Perf.<br />

3 anni<br />

Swiss & Global Asset Management Sam Smart Energy C Eur 20,5600 70,764 37,525 96,935<br />

Swiss & Global Asset Management Sam Smart Energy B Eur 20,5800 69,104 33,377 87,603<br />

Swiss & Global Asset Management Sam Smart Energy E Eur 20,1200 67,947 30,819 —-<br />

Swiss & Global Asset Management Energy Trans<strong>it</strong>ion B Eur 145,6800 47,092 —- —-<br />

Swiss & Global Asset Management Energy Trans<strong>it</strong>ion B Usd 114,9900 46,787 —- —-<br />

Swiss & Global Asset Management Energy Trans<strong>it</strong>ion E Eur 144,4600 46,052 —- —-<br />

Swiss & Global Asset Management Energy Trans<strong>it</strong>ion E Usd 114,0070 45,714 —- —-<br />

Swiss & Global Asset Management Sam Sustainable Climate C Eur 92,6300 40,690 —- —-<br />

Swiss & Global Asset Management Sam Sustainable Climate B Eur 90,3300 39,377 —- —-<br />

Swiss & Global Asset Management Sam Sustainable Climate E Eur 93,0400 38,329 —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Clean Energy I Usd 62,7660 35,315 —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Clean Energy I Eur 62,6000 35,234 —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Clean Energy I Eur 62,6000 35,234 —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Clean Energy P Cap. Usd 61,3810 34,182 —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Clean Energy R Usd 60,2420 33,234 —- —-<br />

Vontobel Fund Sicav Global Trend Clean Technology B Eur 145,4100 33,184 —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Clean Energy R Eur 60,0900 33,178 —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Clean Energy R Eur 60,0900 33,178 —- —-<br />

Vontobel Fund Sicav Global Trend Clean Technology C Eur 144,2400 32,403 —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Clean Energy I Usd 62,7660 32,272 —- —-<br />

Schroder International Selection Fund Sicav Global Climate Change Equ<strong>it</strong>y C Acc. Hedged Eur 8,1900 31,250 —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Clean Energy P Cap. Usd 61,3810 31,165 —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Clean Energy R Usd 60,2420 30,238 —- —-<br />

Schroder International Selection Fund Sicav Global Climate Change Equ<strong>it</strong>y A Acc. Hedged Eur 8,0600 30,210 —- —-<br />

Schroder International Selection Fund Sicav Global Climate Change Equ<strong>it</strong>y A1 Acc. Hedged Eur 8,0000 29,870 —- —-<br />

Schroder International Selection Fund Sicav Global Climate Change Equ<strong>it</strong>y B Acc. Hedged Eur 7,9600 29,642 —- —-<br />

Nordea 1 Sicav Climate And Environment Equ<strong>it</strong>y Bi Eur 8,4500 28,615 —- —-<br />

Schroder International Selection Fund Sicav Global Climate Change Equ<strong>it</strong>y C Acc. Usd 6,2500 28,546 —- —-<br />

Schroder International Selection Fund Sicav Global Climate Change Equ<strong>it</strong>y A Acc. Usd 6,1520 27,692 —- —-<br />

Nordea 1 Sicav Climate And Environment Equ<strong>it</strong>y Bp Eur 8,3100 27,650 —- —-<br />

Schroder International Selection Fund Sicav Global Climate Change Equ<strong>it</strong>y A1 Acc. Usd 6,0890 27,162 —- —-<br />

Nordea 1 Sicav Climate And Environment Equ<strong>it</strong>y E Eur 8,2300 27,006 —- —-<br />

Oyster Sicav Global Warming Eur 99,8300 24,461 —- —-<br />

Oyster Sicav Global Warming No Load Eur Eur 96,6700 23,809 —- —-<br />

Caam Funds Sicav Clean Planet Classic S/Cap. Eur 87,5100 23,532 —- —-<br />

Cred<strong>it</strong> Suisse Equ<strong>it</strong>y Fund (Lux) Sa Future Energy R Cap. Chf 5,8630 20,131 -8,462 —-<br />

Cred<strong>it</strong> Suisse Equ<strong>it</strong>y Fund (Lux) Sa Future Energy B Cap. Eur 8,7000 19,835 -13,087 —-<br />

Dws Invest Sicav Dws Invest Climate Change Lc Eur 63,8600 19,588 —- —-<br />

Dws Invest Sicav Dws Invest Climate Change Nc Eur 62,5500 18,668 —- —-<br />

Hsbc Global Investment Funds Sicav Climate Change Ac Usd 4,5200 15,897 —- —-<br />

Hsbc Global Investment Funds Sicav Climate Change Ec Usd 4,4700 15,206 —- —-<br />

Ing (L) Invest Sicav Climate Focus P Cap. Eur 170,0200 13,688 —- —-<br />

Ing (L) Invest Sicav Climate Focus X Cap. Eur 168,4000 13,134 —- —-<br />

Cred<strong>it</strong> Suisse Equ<strong>it</strong>y Fund (Lux) Sa Future Energy R Usd 5,2280 12,705 —- —-<br />

Blackrock Global Funds Sicav Bgf New Energy A2 Cap. Usd 6,3900 12,090 -17,141 36,703<br />

Blackrock Global Funds Sicav Bgf New Energy E2 Cap. Eur 6,1200 12,088 -18,400 33,333<br />

Blackrock Global Funds Sicav Bgf New Energy E2 Cap. Usd 6,1240 11,606 -18,320 33,398<br />

Blackrock Global Funds Sicav Bgf New Energy C2 Cap. Eur 5,7700 11,175 —- —-<br />

Blackrock Global Funds Sicav Bgf New Energy B2 Cap. Usd 5,8930 10,972 -19,509 30,090<br />

Perf.<br />

5 anni<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 31


INVESTIRE NEL FUTURO<br />

L’ENERGIA ALTERNATIVA<br />

32 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

cato solare fotovoltaico globale», spiega<br />

Roberto Cominotto, gestore del Julius<br />

Baer energy trans<strong>it</strong>ion fund. «Ma<br />

a partire dal 2010, e in particolare negli<br />

anni successivi, la cresc<strong>it</strong>a sarà trainata<br />

da Cina, Stati Un<strong>it</strong>i, India e altri<br />

paesi». Per Simon Webber, fund manager<br />

di Sisf global climate change<br />

equ<strong>it</strong>y di Schroders, siamo solo all’inizio<br />

di una transizione multidecennale<br />

volta a trasformare le nostre infrastrutture<br />

energetiche. Ma per Webber<br />

sono gli Stati Un<strong>it</strong>i il motore della diffusione<br />

di energia pul<strong>it</strong>a e lo saranno<br />

anche nei prossimi dieci anni. «L’impegno<br />

della nuova amministrazione Usa,<br />

responsabile del 23% delle emissioni<br />

mondiali di Co2 nell’atmosfera», ricorda<br />

il gestore, «è infatti ridurre del 17%<br />

le emissioni inquinanti entro il 2020,<br />

del 30% nel 2025 e del 42% nel 2030».<br />

Le previsioni formulate si traducono<br />

in investimenti che si sposteranno<br />

progressivamente dagli impianti a<br />

combustibili fossili verso eolico, solare,<br />

geotermico e nucleare. Ma non solo.<br />

Gli obiettivi in materia di cambiamenti<br />

climatici richiederanno anche ingenti<br />

investimenti in tecnologie per la realizzazione<br />

di automobili elettriche efficienti<br />

e di altri prodotti ad alta efficienza<br />

energetica. Secondo Caroline<br />

Slama, analista di Carmignac gestion<br />

equ<strong>it</strong>y, negli ultimi cinque anni, il P/e<br />

del settore energie alternative si è evoluto<br />

da un minimo di 18 volte a un<br />

massimo di 200 volte con una media a<br />

50 volte. «Lo scorso anno», spiega Slama,<br />

«il P/e minimo era pari a 18, il<br />

massimo era 43 e la media 27, valore<br />

più ragionevole, ma ancora costoso».<br />

Per Jan Peterhans, responsabile del<br />

fondo Ubs (Lux) equ<strong>it</strong>y sicav climate,<br />

solare ed eolico, i segmenti più importanti<br />

delle fonti rinnovabili, sono prezzati<br />

al di sotto delle valutazioni medie<br />

storiche: 13 volte gli utili stimati per il<br />

2010 le imprese del settore solare, 16<br />

volte gli utili 2010 le società manifat-<br />

turiere delle turbine a vento. «Le società<br />

specializzate nel solare e nell’eolico»,<br />

spiega Peterhans, «sono tipicamente<br />

imprese ad alta intens<strong>it</strong>à di cap<strong>it</strong>ale<br />

e con elevata leva. R<strong>it</strong>eniamo<br />

che, da qui in avanti, i finanziamenti ai<br />

s<strong>it</strong>i per solare ed eolico miglioreranno,<br />

spronando ulteriormente la cresc<strong>it</strong>a<br />

del settore».<br />

Vale quindi la pena investire? Per<br />

gli esperti, sì. Basti riflettere su alcuni<br />

dati. Nei prossimi anni la supremazia<br />

degli idrocarburi come fonti energetiche<br />

è destinata a scomparire: se oggi il<br />

62% della produzione di energia mondiale<br />

proviene dal petrolio e dal gas naturale,<br />

alla fine di questo secolo la quota<br />

scenderà al 50%, mentre il restante<br />

50% sarà forn<strong>it</strong>o da fonti alternative,<br />

alcune rinnovabili e altre no (nucleare e<br />

carbone, ma anche energia eolica, solare<br />

e geotermica) generando peraltro<br />

non pochi problemi di tipo ambientale<br />

(si pensi, per esempio, allo smaltimento<br />

delle scorie nucleari e alla messa in<br />

sicurezza delle centrali), o di tipo economico,<br />

come per esempio l’alto costo<br />

di produzione di alcune energie verdi o<br />

l’impennata dei prezzi dei cereali causata<br />

dall’aumento della domanda di<br />

biofuel. «I mercati delle fonti di energia<br />

alternativa come quella solare, eolica e<br />

geotermica cresceranno molto rapidamente<br />

nei prossimi decenni fino a diventare<br />

le nostre fonti di energia più<br />

importanti tra 30 o 40 anni», spiega<br />

Cominotto. Ma anche le prospettive<br />

per i prossimi dodici mesi sono molto<br />

favorevoli. «Il 2009», continua Cominotto,<br />

«è stato un anno molto difficile<br />

per le energie alternative, soprattutto<br />

per la mancanza di progetti di project<br />

finance. Ma la s<strong>it</strong>uazione cambierà<br />

senz’altro già da quest’anno».<br />

L’INIZIO DELLA TRANSIZIONE<br />

Luciano Diana, gestore del fondo Pf<br />

(Lux) clean energy, scompone l’energia<br />

pul<strong>it</strong>a in tre componenti principali:<br />

l’energia a zero emissioni di anidride<br />

carbonica (eolica, solare, idroelettrica,<br />

geotermica), l’energia a basse<br />

emissioni (gas naturale, biomassa) e<br />

l’efficienza energetica (smart grid o reti<br />

intelligenti, illuminazione efficiente,<br />

vetture elettriche). «Noi crediamo»,<br />

spiega Diana, «che il settore così defin<strong>it</strong>o,<br />

e nel suo complesso, continuerà a<br />

crescere più del resto dell’economia<br />

mondiale, perché siamo solo agli inizi<br />

di questa importante transizione energetica.<br />

Giusto in questi giorni i gover


ni mondiali stanno discutendo come si<br />

potrebbero dimezzare le emissioni di<br />

anidride carbonica entro il 2050, un<br />

obiettivo altamente ambizioso. Per<br />

raggiungerlo, in molti paesi la penetrazione<br />

di energia rinnovabile nonidroelettrica<br />

dovrà aumentare dall’1-<br />

2% attuale fino a livelli superiori al<br />

20%. Per questo motivo ci aspettiamo<br />

una cresc<strong>it</strong>a del settore eolico del 15-<br />

20% su base annua e una cresc<strong>it</strong>a del<br />

settore solare, date le sue ridotte dimensioni<br />

attuali, che sarà addir<strong>it</strong>tura<br />

del 30%».<br />

La vera sfida del settore è comunque<br />

rappresentata dalla par<strong>it</strong>à. «Ci<br />

aspettiamo una solida cresc<strong>it</strong>a dei ricavi<br />

nei prossimi 5-10 anni, ma soprattutto<br />

che in un prossimo futuro queste<br />

tecnologie stiano in equilibrio anche<br />

senza sovvenzioni», spiegano Yasmina<br />

Barin e Marco Vanotti, gestori del fondo<br />

Oyster global warming. «Una volta<br />

raggiunta la grid par<strong>it</strong>y, cioè l’insieme<br />

di condizioni economiche caratterizzate<br />

dalla coincidenza del costo del kwh<br />

fotovoltaico o eolico con il costo del<br />

kwh prodotto da fonti convenzionali<br />

per tutte le categorie di utenti e per<br />

tutte le fasce orarie, il potenziale di<br />

cresc<strong>it</strong>a del settore diventerà enorme».<br />

Ma bisogna fare dei distinguo. Per Caroline<br />

Slama, l’eolico negli Stati Un<strong>it</strong>i è<br />

già compet<strong>it</strong>ivo con le energie convenzionali<br />

nella produzione di energia<br />

elettrica. Per le infrastrutture di terra,<br />

infatti, il costo di produzione è di circa<br />

4-6 centesimi/kWh, che è in linea con il<br />

carbone (4-10 cent/kWh) o con il gas<br />

(4-8 cent/kWh). «In confronto», afferma<br />

Slama, «il solare ha accumulato circa<br />

cinque anni di r<strong>it</strong>ardo a causa di un<br />

eccesso di capac<strong>it</strong>à che porta a una potenziale<br />

diminuzione della redd<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à.<br />

In questo contesto, ogni investimento<br />

in energie alternative deve essere<br />

estremamente selettivo». E conferma<br />

Peterhans: «Il solare ha maggiore potenziale<br />

di sviluppo, ma la tecnologia<br />

eolica (specialmente quella di terra) è<br />

già compet<strong>it</strong>iva in termini di prezzo, rispetto<br />

all’energia da combustibili fossili<br />

tradizionali, e perciò viene tenuta in<br />

considerazione anche per molti progetti<br />

di larga scala. Vediamo potenziale<br />

anche nel segmento dell’energia geotermica,<br />

grazie alla sua capac<strong>it</strong>à di produrre<br />

elettric<strong>it</strong>à locale a costi compet<strong>it</strong>ivi».<br />

Secondo Cominotto, invece, «il<br />

2010 sarà l’anno in cui in alcuni mercati,<br />

tra cui alcune regioni <strong>it</strong>aliane e la<br />

California, l’energia solare diventerà<br />

compet<strong>it</strong>iva in termini di costo rispetto<br />

all’energia elettrica tradizionale».<br />

ECCESSO DI OFFERTA PER IL SOLARE<br />

Ma le luminose prospettive del settore<br />

non garantiscono da sole performance<br />

pos<strong>it</strong>ive per i t<strong>it</strong>oli del comparto. Sfortunatamente<br />

l’industria solare presenta<br />

barriere tecnologiche di ingresso<br />

molto basse e, secondo gli operatori,<br />

presenterà sempre un eccesso di offerta<br />

strutturale. «Questo settore, inoltre,<br />

presenta un coefficiente di rischio/rendimento<br />

elevato», aggiunge Christie.<br />

«Per questo noi privilegiamo le società<br />

con i costi più bassi del settore, cioè<br />

quelle che distribuiscono apparecchiature<br />

di produzione». Julius Baer energy<br />

trans<strong>it</strong>ion ha invest<strong>it</strong>o ben il 65% del<br />

portafoglio in società collegate all’efficienza<br />

energetica, cioè società che<br />

progettano, costruiscono, mantengono<br />

e forniscono la rete elettrica. «Le reti<br />

elettriche sono vecchie, inefficienti e<br />

non sono progettate per integrare le<br />

fonti di energia alternative», spiega<br />

Cominotto. «Inoltre, gli impianti eolici<br />

e a energia solare spesso sono ubicati<br />

in aree remote come i deserti, lontano<br />

dalla rete elettrica. Per questo motivo<br />

la rete elettrica diventerà probabilmente<br />

l’area di investimento principale<br />

nei prossimi vent’anni».<br />

A farla da padroni sono le smart<br />

grid, le reti intelligenti che in futuro<br />

consentiranno l’invio di informazioni<br />

agli elettrodomestici che potranno autoprogrammarsi<br />

in base alla disponibil<strong>it</strong>à<br />

e al prezzo dell’energia, entrando<br />

in funzione nelle ore non di picco dei<br />

consumi e a minore costo, ev<strong>it</strong>ando<br />

che il contatore si stacchi per sovraccarico<br />

e bilanciando automaticamente<br />

il consumo senza compromettere la<br />

corretta esecuzione dei cicli. «Ibridi e<br />

veicoli esclusivamente elettrici», conclude<br />

Thomas Sorensen del Nordea 1<br />

climate and environment fund, «subiranno<br />

una forte accelerazione. Quella<br />

delle automobili elettriche diventerà<br />

un’industria significativa nel corso dei<br />

prossimi cinque anni, con ricadute interessanti<br />

tra i produttori di batterie,<br />

come la francese Saft». ■<br />

INVESTIRE<br />

IN CINA<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 33


INVESTIRE NEL FUTURO<br />

L’AGRIBUSINESS<br />

Il seme<br />

del prof<strong>it</strong>to<br />

34 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

Sono molti gli argomenti a sostegno<br />

della tesi di un incremento<br />

dei prezzi nel lungolunghissimo<br />

periodo nel settore agricolo<br />

e, di conseguenza, dell’opportun<strong>it</strong>à<br />

di pianificare investimenti strategici<br />

nell'agribusiness, cioè la galassia<br />

che contiene tutte le attiv<strong>it</strong>à agricole,<br />

nonché le attiv<strong>it</strong>à a valle e a monte,<br />

ovvero quelle che forniscono i mezzi<br />

produttivi e che lavorano i prodotti<br />

agroalimentari. Ma per convincere i<br />

gestori, in fondo, è sufficiente incrociare<br />

l’andamento dei consumi di granaglie<br />

(sia per uso alimentare sia soprattutto<br />

per uso mangimistico), in costante<br />

aumento, soprattutto nelle aree<br />

emergenti, con il volume delle aree<br />

coltivate, che al contrario sono in inesorabile<br />

e progressiva diminuzione a<br />

causa dei cambiamenti climatici e, in<br />

parte, dell’urbanizzazione.<br />

Cresc<strong>it</strong>a demografica, nuovi consumi alimentari, carenza di<br />

terre da coltivare e cambiamenti climatici sono gli elementi<br />

che favoriranno la domanda nell’agroalimentare nel corso<br />

dei prossimi decenni. Il settore seed appare come uno dei<br />

più promettenti, ma non mancano le opportun<strong>it</strong>à offerte da<br />

diversi altri comparti. Ma l’elemento speculativo è ancora<br />

forte e per l’invest<strong>it</strong>ore occorrono nervi saldi<br />

Per tutte queste ragioni il fatturato,<br />

e così gli utili, delle aziende agro è<br />

previsto in cresc<strong>it</strong>a per molti e molti<br />

anni. «Il trend pos<strong>it</strong>ivo dovrebbe essere<br />

sostenuto soprattutto dalla maggiore<br />

richiesta di energie rinnovabili, dalla<br />

domanda proveniente dai paesi<br />

emergenti e dalla cresc<strong>it</strong>a del prezzo<br />

delle commod<strong>it</strong>y», afferma Sreej<strong>it</strong>h<br />

Banerji, portfolio manager di Vontobel<br />

fund global trend future resources.<br />

«L’agroalimentare presenta quindi ottime<br />

prospettive nel lungo termine,<br />

sulla scia dello squilibrio strutturale<br />

tra domanda e offerta, derivante principalmente<br />

dalla cresc<strong>it</strong>a della popolazione<br />

mondiale, dai nuovi modelli di<br />

consumi e dal cambiamento climatico<br />

rifer<strong>it</strong>o alla raccolta». E aggiunge Davide<br />

Di Chio, gestore azionario di Bipiemme<br />

gestioni: «La necess<strong>it</strong>à di incrementare<br />

il rendimento e la resa delle<br />

terre si accompagna a una maggiore<br />

domanda di prodotti nutrienti, semi


INVESTIRE<br />

IN CINA<br />

I fondi agribusiness sulla base delle performance a un anno Fonte: www.fondionline.<strong>it</strong><br />

ogm e prodotti chimici per il settore<br />

agro. I fondamentali di lungo periodo<br />

per il settore sono molto favorevoli: la<br />

cresc<strong>it</strong>a della popolazione e il cambiamento<br />

demografico fanno aumentare<br />

la domanda, mentre la disponibil<strong>it</strong>à<br />

vincolata di terreni agricoli e le influenze<br />

climatiche mettono pressione<br />

al ribasso sull’offerta. In tal modo l’equilibrio<br />

tra forn<strong>it</strong>ura e domanda è favorevole<br />

e questo dato si combina con<br />

le valutazioni ancora interessanti dei<br />

t<strong>it</strong>oli azionari. R<strong>it</strong>engo, comunque, che<br />

occorra essere molto più selettivi, rispetto<br />

al precedente commod<strong>it</strong>y cycle,<br />

e che oggi sia ancora più importante di<br />

prima scegliere le società più interessanti<br />

dal punto di vista dei fondamentali<br />

e della valutazione».<br />

IN 9 MILIARDI NEL 2050<br />

Dirk Kubisch, product specialist equ<strong>it</strong>ies<br />

di Swiss & global asset management,<br />

è impegnato da tempo a defini-<br />

Società Fondo Valuta<br />

re con maggiore precisione l’incremento<br />

demografico e la conseguente<br />

cresc<strong>it</strong>a della domanda nel settore.<br />

«Sappiamo che nel 2050 la popolazione<br />

mondiale ammonterà approssimativamente<br />

a 9 miliardi e che, a partire da<br />

oggi, vi saranno ogni anno circa 60 milioni<br />

di persone in più da nutrire. Inoltre,<br />

molte economie emergenti mostrano<br />

prospettive di cresc<strong>it</strong>a molto<br />

maggiori rispetto a quelle dei paesi più<br />

industrializzati». Nei paesi emergenti<br />

dell’Asia, per esempio, il Fondo monetario<br />

internazionale prevede una cresc<strong>it</strong>a<br />

reale del Pil del 6,8% nel 2010,<br />

mentre sarà solo dell’1,3% nelle nazioni<br />

industrializzate. «Oltre alla cresc<strong>it</strong>a<br />

della popolazione e all’urbanizzazione»,<br />

continua Kubisch, «è probabile<br />

che il più diffuso benessere nei paesi<br />

emergenti rappresenti un importante<br />

fattore di spinta della domanda di materie<br />

prime agricole nel lungo termine.<br />

Con il crescere dei redd<strong>it</strong>i nelle econo-<br />

Ultima<br />

quota.<br />

mie emergenti, infatti, aumenteranno i<br />

soldi da destinare ai generi alimentari.<br />

E una maggiore prosper<strong>it</strong>à sol<strong>it</strong>amente<br />

comporta un cambiamento sostanziale<br />

nelle ab<strong>it</strong>udini alimentari: per<br />

esempio, si mangia più carne». Tutto<br />

ciò a sua volta comporta un incremento<br />

significativo della domanda di cereali<br />

per il bestiame, il che implica l’esigenza<br />

di sviluppare metodi più efficienti<br />

di coltivazione allo scopo di soddisfare<br />

la crescente domanda di materie<br />

prime agricole. In sintesi, i nuovi<br />

equilibri demografici catalizzeranno<br />

investimenti lungo l’intera catena<br />

Perf.<br />

1 anno<br />

Perf.<br />

3 anni<br />

Dws Invest Sicav Dws Invest Global Agribusiness Lc Eur 102,350 57,9719 0,3996 —-<br />

Dws Invest Sicav Dws Invest Global Agribusiness Nc Eur 100,360 56,8125 -1,4516 —-<br />

Allianz Global Investors Fund Allianz Rcm Global Agricultural Trends It Eur 898,840 52,2219 —- —-<br />

Swiss & Global Asset Management Agriculture B Usd 49,185 50,5349 —- —-<br />

Swiss & Global Asset Management Agriculture B Eur 77,200 50,5167 —- —-<br />

Swiss & Global Asset Management Agriculture E Eur 76,330 49,4030 —- —-<br />

Swiss & Global Asset Management Agriculture E Usd 48,599 49,3261 —- —-<br />

Caam Funds Sicav Global Agriculture Classic S/Cap. Usd 56,190 46,8252 —- —-<br />

Financière De L’echiquier Sa Agressor Eur 1010,340 45,1867 -19,3309 7,6995<br />

Db Platinum Db Platinum Agriculture Euro R1c - A Eur 73,410 5,0365 —- —-<br />

Bnp Paribas Asset Management Sa Parvest Agriculture Classic/Cap. Eur 92,920 1,4410 —- —-<br />

Bnp Paribas Asset Management Sa Parvest Agriculture L Cap. Eur 73,950 0,8868 —- —-<br />

Bnp Paribas Asset Management Sa Parvest Agriculture (Usd) I Cap. Usd 52185,190 -3,4607 —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Agriculture R Eur 126,350 —- —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Agriculture I Eur 127,550 —- —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Agriculture P Cap. Eur 126,890 —- —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Agriculture P Cap. Eur 126,890 —- —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Agriculture P Dist. Eur 126,890 —- —- —-<br />

Pictet Funds (Lux) Agriculture R Eur 126,350 —- —- —-<br />

Perf.<br />

5 anni<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 35


INVESTIRE NEL FUTURO<br />

L’AGRIBUSINESS<br />

36 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

agroalimentare, come per esempio le<br />

attiv<strong>it</strong>à di ricerca e sviluppo per ottenere<br />

varietà di piante a più alta resa,<br />

nuovi fertilizzanti, sistemi d’irrigazione<br />

più efficienti e tecniche di lavorazione<br />

più efficaci.<br />

In altre parole, si prospetta una<br />

specie di eldorado per le società operanti<br />

nel settore. E anche la geometria<br />

degli indici di borsa offre un importante<br />

sostegno alla tesi che vuole il comparto<br />

in forte e costante accelerazione.<br />

«Il settore ha sottoperformato il mercato<br />

nel 2009 e molte aziende continuano<br />

a offrire valutazioni interessanti»,<br />

spiega Thomas Sorensen, gestore<br />

del Nordea 1 climate and environment<br />

fund, «mentre i fondamentali di lungo<br />

termine delle aziende e le tematiche<br />

attinenti al settore sono più che favorevoli».<br />

E aggiunge Di Chio: «Se è vero<br />

che il settore agroalimentare ha spazio<br />

per crescere, è bene ricordare anche<br />

che si tratta di un settore volatile, terreno<br />

di elezione dell’investimento speculativo,<br />

che comporta rischi molto<br />

elevati». Un rapporto rischio/rendimento<br />

alto, in quanto, spiega Koen<br />

Bosque, fund manager di Dexia asset<br />

management, le scorte sono soggette<br />

alla spinta dei prezzi del petrolio e sensibili<br />

ai mutamenti climatici.<br />

«I prezzi delle soft-commod<strong>it</strong>y, nel<br />

breve termine, hanno una notevole influenza<br />

su ampi segmenti dell’agribusiness<br />

e ciò può portare a una maggiore<br />

volatil<strong>it</strong>à dell’intero settore», conferma<br />

James McLellan, responsabile di<br />

Ubs agribusiness certificate. Per Roberto<br />

Cappelletto, professore di finanza<br />

aziendale presso l’univers<strong>it</strong>à di Udine,<br />

le migliori aspettative di cresc<strong>it</strong>a<br />

riguardano i settori legati alla produzione<br />

di etanolo/biodiesel e gli agrichemical,<br />

mentre per Thomas Sorensen<br />

sono soprattutto due i temi interessanti:<br />

i fertilizzanti azotati, dove la domanda<br />

sta iniziando a riprendersi dopo<br />

un periodo di debolezza, e il setto-<br />

re meno ciclico delle sementi. «Ci<br />

aspettiamo un incremento della domanda<br />

e dei prezzi nel 2010 con conseguente<br />

miglioramento dei margini<br />

dei principali player», dice Sorensen.<br />

«Un elevato livello di innovazione continua<br />

a essere il fattore decisivo per<br />

guadagnare quote di mercato. Ed è per<br />

questo motivo che una cresc<strong>it</strong>a strutturale<br />

è prevista soprattutto per le<br />

seed technology, cioè le tecnologie legate<br />

alle sementi, geneticamente modificate<br />

e non».<br />

CICLICI E DIFENSIVI<br />

Ma qual è esattamente il P/e di settore<br />

e quale la sua evoluzione? «In generale<br />

il comparto presenta una varietà<br />

di società molto ampia», spiega Dirk<br />

Kubisch. «Da un lato abbiamo settori<br />

più ciclici, come i fertilizzanti, le macchine<br />

da costruzione e le macchine<br />

agricole. Dall’altro, vi sono comparti<br />

più difensivi, come gli alimenti e le<br />

carni sotto vuoto. Sol<strong>it</strong>amente più il<br />

settore è ciclico, più elevata è la volatil<strong>it</strong>à<br />

del rapporto P/e, e viceversa. Poiché<br />

nel 2009 le società cicliche hanno<br />

recuperato molto, oggi queste mostrano<br />

in termini relativi una cresc<strong>it</strong>a del<br />

P/e maggiore rispetto alle industrie di<br />

base». Un esempio è la Potash corp.<br />

(fertilizzanti), che presenta un’espansione<br />

del P/e 2010 molto più elevata rispetto,<br />

per esempio, a quella del gruppo<br />

Danone. Occorre però tenere presente<br />

che i t<strong>it</strong>oli ciclici hanno sofferto<br />

molto di più nella fase di contrazione<br />

dei mercati, mostrando di conseguenza<br />

P/e inferiori rispetto alle industrie di<br />

base, allorché il mercato ha toccato il<br />

fondo. «Le valutazioni variano molto a<br />

causa della diversa natura delle imprese<br />

che operano all’interno del settore»,<br />

spiega McLellan. «Per esempio Monsanto,<br />

la società leader nello sviluppo<br />

di sementi, ha prezzato nel 2009 circa<br />

25 volte gli utili attesi, mentre Dean<br />

foods, il colosso americano di latticini,<br />

è quotato 10 volte. Il P/e aggregato è<br />

aumentato in virtù del recupero dei<br />

mercati azionari e di ricavi (e quindi<br />

utili) ancora poco significavi, tuttavia<br />

crediamo che le valutazioni siano ragionevoli<br />

e in molti casi molto attraenti<br />

su un orizzonte di lungo termine».<br />

Detto ciò, bisogna anche sottolineare<br />

che l’agribusiness mantiene ancora<br />

un peso lim<strong>it</strong>ato negli indici. Per<br />

esempio, negli Usa fertilizzanti e agrochimica<br />

rappresentano solo lo 0,50%<br />

dell’indice S&P500. Includendo anche<br />

società chimiche diversificate, come<br />

Dow e Dupont, che tuttavia non sono<br />

esclusivamente esposte al settore<br />

agro, il peso del settore arriva solo<br />

all’1%. Analogamente in Europa il<br />

comparto rappresenta circa lo 0,6%<br />

escludendo Basf e Bayer. «Considerando<br />

la rischios<strong>it</strong>à del settore, r<strong>it</strong>eniamo<br />

ragionevole che in un portafoglio l’agribusiness<br />

possa avere un peso almeno<br />

doppio rispetto all’indice di riferimento»,<br />

conclude Di Chio. ■


PROMOTORI&CONSULENTI<br />

FONDI&SICAV Gennaio 2010<br />

Alessandro Foti di FinecoBank:<br />

«Lasciamo i vecchi schemi»<br />

Nuovo scudo<br />

Pronti a scattare<br />

di nuovo<br />

Il calo dei Pf<br />

Puo darsi<br />

che sia un bene<br />

Portafogli<br />

Cresce il rischio,<br />

ma con prudenza


PROMOTORI&CONSULENTI<br />

A colloquio con Alessandro Foti<br />

di FinecoBank<br />

40 Gennaio 2010<br />

di Massimiliano D’Amico<br />

Confermato approccio multibrand,<br />

innovazione tecnologica<br />

e, soprattutto, consulenza indipendente:<br />

su questi tre pilastri focalizzerà<br />

la propria attenzione nel 2010<br />

FinecoBank, la prima banca diretta<br />

<strong>it</strong>aliana con oltre 875 mila clienti e una<br />

rete di 2.500 promotori finanziari.<br />

Dopo avere dimostrato di sapere fronteggiare<br />

uno dei periodi più difficili<br />

dell’economia globale, si affacciano<br />

all’orizzonte nuovi obiettivi da realizzare:<br />

Alessandro Foti, amministratore<br />

delegato, traccia le linee guida per il<br />

nuovo anno e spiega il progetto Advice,<br />

lanciato il 15 dicembre scorso.<br />

Poco più di un anno fa, proprio di questi<br />

tempi, il mercato finanziario sembrava<br />

sull’orlo del tracollo, anche se poi<br />

per fortuna la s<strong>it</strong>uazione è migliorata.<br />

Con quale bilancio FinecoBank ha chiuso<br />

un anno così particolare?<br />

«Malgrado le difficili condizioni dell’economia<br />

globale e l’instabil<strong>it</strong>à dei mercati,<br />

FinecoBank è riusc<strong>it</strong>a a migliorare<br />

la sua efficacia operativa, ad accrescere<br />

la rete di <strong>consulenti</strong> e manager, nonché<br />

ad acquisire nuovi clienti: siamo<br />

infatti a quota 875 mila. Tutti fattori<br />

che hanno concorso a fare aumentare<br />

in maniera significativa la raccolta netta<br />

che ha raggiunto 1,01 miliardi, con<br />

un patrimonio pari a 32 miliardi di eu-<br />

Secondo l’amministratore delegato della prima banca<br />

diretta <strong>it</strong>aliana con oltre 875 mila clienti, con i tassi<br />

bassi i rendimenti garant<strong>it</strong>i dai Bot comporteranno<br />

r<strong>it</strong>orni prossimi allo zero e sarà necessario superare i<br />

vecchi schemi. È questo un fattore che dovrebbe<br />

«Capaci Non «Capaci solo di locali gestire<br />

una fase nuova»<br />

ro. Un risultato molto confortante, tenuto<br />

conto che, parallelamente al rally<br />

borsistico iniziato dai minimi dello<br />

scorso marzo, è migliorata sensibilmente<br />

non solo la quant<strong>it</strong>à degli asset<br />

in gestione ma anche la qual<strong>it</strong>à. Dopo<br />

mesi dominati dal risparmio amministrato,<br />

infatti, i clienti sono tornati in<br />

maniera decisa sugli strumenti d’investimento<br />

meno conservativi. Per rendersi<br />

conto del deciso cambio di rotta,<br />

basta osservare i dati: il lento ma inesorabile<br />

declino dei prodotti del comparto<br />

amministrato avvenuto negli ultimi<br />

mesi ha portato alla fine del 2009 i<br />

flussi derivanti dal comparto del risparmio<br />

gest<strong>it</strong>o vicini al 90% della raccolta<br />

totale. Ancora una volta, dunque,<br />

i <strong>consulenti</strong> hanno dimostrato di sapere<br />

svolgere con professional<strong>it</strong>à il loro<br />

lavoro, specie nella fase di asset allocation,<br />

un’att<strong>it</strong>udine che conferma la va-


sostenere la domanda di asset class alternative alle<br />

obbligazioni e agli strumenti di liquid<strong>it</strong>à anche da<br />

parte di invest<strong>it</strong>ori con uno scarso appet<strong>it</strong>o per il<br />

rischio. «Ecco, questo passaggio rappresenterà la vera<br />

occasione della v<strong>it</strong>a per il mondo della promozione»<br />

lid<strong>it</strong>à dell’intero sistema reti. Non va<br />

dimenticato, infatti, che, anticipando<br />

le fasi più dure della crisi, i professionisti,<br />

scansando molte delle cr<strong>it</strong>iche che<br />

spesso piovono loro addosso, hanno dimostrato<br />

in pieno il loro approccio consulenziale<br />

e hanno prefer<strong>it</strong>o difendere<br />

gli invest<strong>it</strong>ori facendoli uscire sui massimi,<br />

piuttosto che abbandonarli su<br />

posizioni più rischiose anche se più remunerative<br />

per il loro portafoglio. In<br />

quei mesi FinecoBank ha dimostrato,<br />

con i fatti, di sapere fronteggiare una<br />

fase cr<strong>it</strong>ica e dunque ha tutte le carte<br />

in regola per ben gestire anche i percorsi<br />

futuri».<br />

Anche gli effetti dello scudo fiscale, ovviamente,<br />

hanno inciso su questi pos<strong>it</strong>ivi<br />

risultati di raccolta. È possibile tracciare<br />

un primo bilancio?<br />

«Come le altre grandi banche e reti di<br />

intermediazione, negli scorsi mesi anche<br />

Finecobank ha mobil<strong>it</strong>ato i propri<br />

promotori finanziari, <strong>consulenti</strong> fiscali<br />

e società fiduciarie per cercare di intercettare<br />

una fetta consistente dei patrimoni<br />

rimpatriati. La concorrenza tra<br />

gli operatori del settore, basata sulla<br />

qual<strong>it</strong>à e sulla completezza del servizio,<br />

ha visto infatti in prima linea FinecoBank<br />

che, grazie ai suoi professionisti,<br />

è stata in grado di rispondere ai casi<br />

più complessi. Per questo motivo, a<br />

distanza di circa quattro mesi, possiamo<br />

dirci più che soddisfatti e gli investimenti<br />

effettuati, specie nella formazione<br />

dei <strong>consulenti</strong>, sono stati ampiamente<br />

ripagati. In linea generale si può<br />

affermare infatti che lo scudo fiscaleter<br />

ha riscosso un notevole successo, in<br />

considerazione della struttura del<br />

provvedimento e dello scenario economico<br />

in cui ci troviamo».<br />

Qual è il suo parere e che cosa si attende,<br />

invece, dallo scudo quater?<br />

«Quella del governo è stata una sorta<br />

di scelta obbligata. Gli ultimi giorni di<br />

valid<strong>it</strong>à dello scudo fiscale hanno fatto<br />

registrare, come era prevedibile visti i<br />

tempi ristretti, un forte incremento dei<br />

flussi con molti r<strong>it</strong>ardatari che si sono<br />

ammassati presso le filiali bancarie e<br />

gli uffici dei promotori per aderire in<br />

extremis all’operazione. Un fenomeno,<br />

aggravato da alcune difficoltà e rallentamenti<br />

operativi, che ha ovviamente<br />

inciso sulla decisione del governo di<br />

riaprire la sanatoria. In ogni caso, al di<br />

là dei risultati raggiunti grazie allo scudo,<br />

è mia convinzione che questo<br />

straordinario volano per il mondo della<br />

promozione non rappresenti, come<br />

qualcuno ha sostenuto, una sorta di<br />

occasione della v<strong>it</strong>a. Una rete di promotori,<br />

come ogni altra azienda, secondo<br />

la mia opinione, è prima di tutto<br />

una passione coltivata nel tempo, giorno<br />

per giorno, e solo da una profonda<br />

passione possono crearsi storie di successo.<br />

Lo scudo rappresenta, pertanto,<br />

un importante fenomeno che non deve<br />

tuttavia mettere in secondo piano il<br />

delicato lavoro quotidiano svolto dai<br />

PROMOTORI&CONSULENTI<br />

<strong>consulenti</strong> che in maniera costante<br />

contribuiscono a costruire con la rete e<br />

i clienti quel tessuto di fiducia necessario<br />

per raggiungere gli obiettivi di interesse<br />

comune. La grande nov<strong>it</strong>à, e un<br />

fattore di sicura cresc<strong>it</strong>a del mondo<br />

della promozione, rispetto al passato<br />

semmai è un’altra.<br />

Che cosa intende?<br />

«Stiamo vivendo una fase storica di<br />

tassi prossimi allo zero. Le banche centrali,<br />

con differenti accenti, hanno in<br />

pratica fatto intendere che questi resteranno<br />

bassi ancora a lungo. In prati-<br />

THE NEW BANK<br />

ca il tradizionale invest<strong>it</strong>ore <strong>it</strong>aliano,<br />

da sempre poco propenso al rischio,<br />

non dovrebbe mostrarsi molto ottimista,<br />

visto che i rendimenti garant<strong>it</strong>i dai<br />

Bot comporteranno r<strong>it</strong>orni prossimi allo<br />

zero. Per riuscire a ottenere risultati<br />

pos<strong>it</strong>ivi in un tale scenario non sembra<br />

infatti più consigliabile continuare a<br />

seguire i vecchi schemi, perché, operando<br />

in questo modo, si rischia di regalare<br />

unicamente commissioni senza<br />

ottenere nulla in cambio. Un fattore<br />

che dovrebbe per forza di cose sostenere<br />

la domanda di asset class alternative<br />

alle obbligazioni e agli strumenti di<br />

Gennaio 2010 41


PROMOTORI&CONSULENTI<br />

A colloquio con Alessandro Foti<br />

di FinecoBank<br />

42 Gennaio 2010<br />

liquid<strong>it</strong>à anche da parte di invest<strong>it</strong>ori<br />

con uno scarso appet<strong>it</strong>o per il rischio.<br />

Ecco, questa fase rappresenterà, secondo<br />

la mia opinione, la vera occasione<br />

della v<strong>it</strong>a per il mondo della promozione.<br />

Senza trascurare, inoltre, che gli <strong>it</strong>aliani<br />

detengono a livello globale il<br />

quarto stock di risparmio. Nei prossimi<br />

mesi, dunque, mi attendo una maggiore<br />

central<strong>it</strong>à della fase dell’asset allocation<br />

che rappresenterà ancora di più<br />

un passaggio decisivo della consulenza<br />

finanziaria: ripartire con maggiore razional<strong>it</strong>à<br />

i propri investimenti risulterà<br />

determinante per garantire ai clienti<br />

una composizione del portafoglio in<br />

sintonia con le mutate condizioni dei<br />

mercati, le loro ambizioni di performance<br />

e la loro capac<strong>it</strong>à di tollerare il<br />

rischio.Tutti fattori che premieranno la<br />

scelta vincente di Fineco di puntare in<br />

maniera defin<strong>it</strong>iva sul multibrand».<br />

La vostra struttura sta portando avanti<br />

un modello di business basato da<br />

tempo sull’offerta multibrand. C’è tuttavia<br />

chi sostiene che nel mercato <strong>it</strong>aliano<br />

molte sim intraprendano questa<br />

scelta solo per motivi di marketing.<br />

Qual è il suo parere a riguardo?<br />

«È innegabile che nel mercato <strong>it</strong>aliano<br />

i prodotti di terzi rappresentano solo<br />

una minima parte del patrimonio collocato<br />

dai promotori e molte società,<br />

che in vetrina sistemano astutamente<br />

tutti i migliori strumenti, in realtà<br />

spingono i prodotti con le comm<strong>it</strong>ment<br />

più alte. In Fineco, al contrario, affinché<br />

un promotore possa operare in<br />

piena autonomia e discrezional<strong>it</strong>à e il<br />

multibrand non rappresenti solo una<br />

scelta di facciata, trovano il loro fondamento<br />

due condizioni fondamentali.<br />

La prima è di avere alle spalle una so-<br />

cietà efficiente, in grado di proporre<br />

senza disequilibri commissionali una<br />

vasta gamma di prodotti concorrenziali<br />

e insieme decorrelati fra loro, offrendo<br />

realmente al promotore e al cliente<br />

sempre valide e reali opportun<strong>it</strong>à e alternative.<br />

In secondo luogo nella nostra<br />

azienda i <strong>consulenti</strong> possono presentarsi<br />

dinnanzi ai propri interlocutori<br />

senza temere di essere stressati da<br />

pol<strong>it</strong>iche commerciali invadenti».<br />

La piattaforma di Fineco è generalmente<br />

riconosciuta come la più efficiente<br />

sul mercato. Non c’è il rischio tuttavia<br />

che i vostri promotori vengano in un<br />

certo senso scavalcati dal trading faida-te?<br />

«I dati dimostrano in maniera indiscutibile<br />

che fare a meno della consulenza<br />

del promotore può portare conseguenze<br />

davvero dolorose e soprattutto costose.<br />

Tuttavia non amo la dicotomia<br />

investimento fai-da-te-risparmio gest<strong>it</strong>o,<br />

ma propendo per una condivisio-<br />

ne delle due anime. Nonostante l’opinione<br />

comunemente contraria, la formula<br />

fai-da-te non sempre è da scartare,<br />

soprattutto nell’era web 2.0, in cui i<br />

dati viaggiano velocemente e le informazioni<br />

sono alla portata di tutti. Per<br />

questo motivo FinecoBank punta sui<br />

portafogli personalizzati, e quindi sulla<br />

consulenza, ma non trascura l’importante<br />

canale del trading. Mentre<br />

nel primo caso si tratta di gestioni ovviamente<br />

più evolute e il rapporto con<br />

il consulente è diretto e costante, il trading<br />

presuppone un invest<strong>it</strong>ore che<br />

sceglie di entrare direttamente sui<br />

mercati finanziari con una buona cultura<br />

finanziaria, una certa propensione<br />

al rischio e tempo libero. Osservando<br />

i dati in nostro possesso posso affermare,<br />

tuttavia, che il trading non cannibalizza<br />

l’opera dei nostri promotori,<br />

visto che anche l’invest<strong>it</strong>ore più indipendente<br />

e audace destina all’attiv<strong>it</strong>à<br />

di trading non più del 20% del proprio<br />

portafoglio, mentre il restante conti-


nua a rimanere saldamente sotto la<br />

gestione del consulente».<br />

Abbiamo già parlato di multibrand. Su<br />

quale altro progetto punterà Finecobank<br />

nel 2010?<br />

«Senza dubbio punteremo molto sul<br />

contratto di consulenza a parcella. Si<br />

tratta non solo di una scelta industriale,<br />

ma di una richiesta che arriva direttamente<br />

e in maniera vigorosa dal<br />

mercato. È innegabile, infatti, che gli<br />

invest<strong>it</strong>ori, più attenti e informati rispetto<br />

al passato sulle proprie scelte di<br />

investimento, sono da tempo alla ricerca<br />

di figure in grado di fornire loro una<br />

consulenza il più possibile obiettiva e<br />

specialistica, che può arrivare solo da<br />

soggetti privi di confl<strong>it</strong>ti di interesse.<br />

R<strong>it</strong>engo che l’era dei costi occulti e della<br />

scarsa trasparenza, grazie soprattutto<br />

alla crisi che ha svelato l’evidente depauperamento<br />

dei cap<strong>it</strong>ali in gestione,<br />

sia giunta finalmente al capolinea. Il<br />

nostro modello di riferimento, ovviamente,<br />

è quello anglosassone, dove<br />

molte strutture attive nell’intermediazione<br />

hanno aggiunto il servizio di consulenza<br />

finanziaria a parcella nell’offerta<br />

alla propria clientela».<br />

Come è strutturato il contratto di consulenza<br />

proposto da Finecobank?<br />

«La nuova proposta, Fineco advice, che<br />

è stata ufficialmente lanciata il 15 dicembre<br />

scorso, prevede la pianificazione<br />

personalizzata degli investimenti<br />

rispetto agli obiettivi del cliente e il<br />

mon<strong>it</strong>oraggio costante del rischio di<br />

portafoglio. Il nuovo progetto ruota attorno<br />

a due principi cardine. In primis,<br />

FinecoBank praticherà ai clienti un pricing<br />

chiaro e trasparente, direttamente<br />

collegato agli obiettivi di investi-<br />

mento, pertanto costante nel tempo e<br />

indipendente dal costo dei singoli strumenti<br />

finanziari. Il vantaggio di questa<br />

proposta è la totale assenza di confl<strong>it</strong>to<br />

di interesse rispetto alla scelta dei<br />

fondi che il consulente propone al<br />

cliente e che vengono inser<strong>it</strong>i in portafoglio.<br />

Gli obiettivi di investimento<br />

previsti da tale servizio sono tre e variano<br />

a seconda della propensione al<br />

rischio del cliente. Vanno, infatti, dalla<br />

conservazione del cap<strong>it</strong>ale (rischio basso),<br />

che prevede una commissione dello<br />

0,45%, alla stabil<strong>it</strong>à (rischio moderato),<br />

con una spesa dell’ 1,15%, alla rivalutazione<br />

(rischio medio-alto) con un<br />

costo dell’ 1,70%. Inoltre la famiglia degli<br />

strumenti finanziari esaminati si allargherà<br />

dai tradizionali fondi e sicav<br />

anche agli Etf, ai certificati e ai t<strong>it</strong>oli di<br />

stato. Il secondo pilastro di Fineco advice<br />

riguarda le commissioni di retrocessione.<br />

Fineco ha previsto la rest<strong>it</strong>uzione<br />

al cliente delle commissioni ricevute<br />

dalle case di investimento sotto forma<br />

di sconto rispetto alle commissioni<br />

pagate per la consulenza. Un altro dei<br />

punti di forza all’interno della consulenza<br />

è il servizio di web collaboration,<br />

che consente di automatizzare il<br />

servizio di erogazione e tracciatura della<br />

consulenza, eliminando completamente<br />

la modulistica cartacea, tram<strong>it</strong>e<br />

l’invio automatico della proposta di<br />

consulenza al cliente, attraverso il s<strong>it</strong>o.<br />

Il cliente potrà accettare in tutto o in<br />

parte la proposta del consulente con<br />

un semplice click».<br />

Quali altre strategie avete messo in<br />

campo per rafforzare la rete dei promotori?<br />

«Innanz<strong>it</strong>utto, sempre nel 2009, è<br />

stata portata a termine con successo<br />

PROMOTORI&CONSULENTI<br />

la fusione per incorporazione di Uni-<br />

Cred<strong>it</strong> Xelion banca in FinecoBank.<br />

Un’operazione che, grazie al rafforzamento<br />

dei presidi commerciali e al<br />

miglioramento degli standard qual<strong>it</strong>ativi<br />

del servizio offerto alla clientela,<br />

punta a consolidare ulteriormente il<br />

ruolo di Fineco quale polo di riferimento<br />

in Italia di tutte le attiv<strong>it</strong>à di gestione<br />

dei cap<strong>it</strong>ali. In linea generale, malgrado<br />

i nostri obiettivi sembrino umili,<br />

specie se confrontati con quelli dei<br />

compet<strong>it</strong>or, noi punteremo con decisione<br />

a migliorare ancora di più l’approccio<br />

con il cliente e in questo senso<br />

disponiamo di tutti i mezzi necessari<br />

per offrirgli una reale consulenza<br />

senza confl<strong>it</strong>ti di interesse. Per quanto<br />

riguarda il reclutamento di promotori<br />

e manager, che lo scorso anno ha visto<br />

l’ingresso di 119 professionisti, Fineco-<br />

Bank, che non punta a crescere in<br />

maniera strutturale attraverso l’apporto<br />

dei portafogli, conta di ripetere<br />

e migliorare, sempre che ci siano le<br />

condizioni di mercato, lo stesso risultato<br />

del 2009. In linea generale mi<br />

preme sottolineare che ci guardiamo<br />

bene dal partecipare alle lotte a furor<br />

di benef<strong>it</strong> per accaparrarci i professionisti<br />

delle reti concorrenti».<br />

Puntate, dunque, sui giovani professionisti?<br />

«Circa due anni fa è part<strong>it</strong>o il Progetto<br />

giovani, che prevede percorsi formativi<br />

per i nuovi talenti da avviare alla professione<br />

di promotore. Da inizio anno,<br />

sono stati reclutati 70 giovani neolaureati,<br />

inser<strong>it</strong>i in un percorso di formazione<br />

on the job, di cui 30 sono già<br />

entrati a fare parte della rete di promotori,<br />

mentre gli altri sono in fase di<br />

completamento del percorso». ■<br />

Gennaio 2010 43


PROMOTORI&CONSULENTI<br />

Il calo dei professionisti Il numero di operatori attivi è sceso da 34.030 un<strong>it</strong>à nel<br />

2004 a 23.748, ma più che di una crisi del settore si<br />

tratta dell’eliminazione delle posizioni più marginali,<br />

che con i problemi dei mercati hanno visto calare<br />

ulteriormente i loro margini. Hanno contribu<strong>it</strong>o anche<br />

44 Gennaio 2010<br />

Non è detto che sia un male<br />

di Massimiliano D’Amico<br />

Tra borse in altalena e rimbalzi,<br />

mentre nel corso dell’ultimo<br />

quinquennio i promotori finanziari<br />

si sono incamminati sempre più<br />

verso un percorso di miglioramento<br />

della propria professional<strong>it</strong>à, maggiormente<br />

improntata alla consulenza, e<br />

hanno assist<strong>it</strong>o al contempo alla cresc<strong>it</strong>a<br />

quant<strong>it</strong>ativa e qual<strong>it</strong>ativa della gamma<br />

dei prodotti in distribuzione, potendo<br />

fare affidamento inoltre su supporti<br />

tecnologici sempre più avanzati,il<br />

loro mondo si trova ad affrontare una<br />

crisi senza precedenti. Malgrado quello<br />

dei promotori rappresenti il canale distributivo<br />

più compet<strong>it</strong>ivo, specie se<br />

confrontato con il mondo bancario, il<br />

settore sta vivendo da alcuni mesi un<br />

lento ma inesorabile percorso di riduzione<br />

dei professionisti. Negli ultimi<br />

anni, infatti, il numero di promotori finanziari<br />

attivi è sceso da 34.030 un<strong>it</strong>à<br />

nel 2004 a 23.748 dell’ultimo mese dell’anno<br />

2009 (dati Assoreti). Quasi 11 mila<br />

promotori, dunque, hanno cambiato<br />

amb<strong>it</strong>o lavorativo, qualifica, e dunque<br />

professione. Come spiegare questa fase<br />

di riflusso?<br />

«Non direi che si tratta di una fase<br />

di crisi», sottolinea Vincenzo De Rosa,<br />

direttore generale di Mps Banca personale,<br />

«bensì di una fase di riqualificazione<br />

in cui coloro che svolgevano l’attiv<strong>it</strong>à<br />

di promotore finanziario in via<br />

molto residuale hanno cap<strong>it</strong>o che i costi<br />

legati al mantenimento del semplice<br />

codice non è più produttivo». Dello<br />

stesso parere Saverio Scelzo, presiden-<br />

te e amministratore delegato di Copernico<br />

sim, secondo cui stiamo assistendo<br />

a un processo di consolidamento<br />

dell’intero settore della distribuzione,<br />

che inev<strong>it</strong>abilmente ha ripercussioni<br />

sui propri dipendenti. A riprova di ciò il<br />

presidente della sim friulana si affida a<br />

statistiche inequivocabili: se nel 2004<br />

oltre l’80% dei promotori finanziari lavorava<br />

per le prime 15 società, nel 2008<br />

questa percentuale era sal<strong>it</strong>a fino a<br />

sfiorare il 90 %. Inoltre le società di distribuzione<br />

sono principalmente di<br />

emanazione bancaria: nel 2000 il numero<br />

di queste società era pari a quasi<br />

il 53 % del totale, percentuale che è cre-<br />

sciuta in modo costante fino a raggiungere<br />

quasi il 77 % nel 2008, mentre<br />

l’incidenza del loro patrimonio sul totale<br />

è rimasto pressoché stabile, intorno<br />

al 60 %. Meno risoluta, invece, l’opinione<br />

del presidente di Südtirol Bank,<br />

Peter Mayr, secondo cui il dato in flessione<br />

del numero dei professionisti va<br />

letto con una certa flessibil<strong>it</strong>à. «È noto»,<br />

spiega Mayr, «che il numero dei<br />

promotori iscr<strong>it</strong>ti all’albo non corrisponde<br />

al numero di coloro che svolgono<br />

attivamente la professione. Infatti,<br />

all’interno delle reti ci sono sempre<br />

state posizioni dormienti e credo che<br />

nel frattempo sia le sim sia le banche


le difficoltà a superare l’esame di ammissione all’albo e<br />

la scarsa propensione delle reti a investire sui neof<strong>it</strong>i.<br />

Ma oggi qualcosa si sta muovendo e alcune società<br />

hanno elaborato programmi ad hoc per fare entrare i<br />

giovani, che comunque non accorrono così numerosi<br />

abbiano fatto un po’ di chiarezza al loro<br />

interno, stralciando dal loro organico<br />

quelle posizioni che esprimevano<br />

solo un numero». D’altra parte non si<br />

può neppure escludere che un po’ di<br />

spinta al ribasso della professione sia<br />

da mettere in relazione, secondo il presidente<br />

di Südtirol Bank, «al fuoco incrociato<br />

al quale la finanza mondiale è<br />

stata sottoposta negli ultimi tempi. Se<br />

è così, passerà presto».<br />

In realtà questa fase di difficoltà<br />

sembra avere radici più lontane, visto<br />

che il numero degli aspiranti promotori<br />

è da tempo in caduta libera. Un fenomeno<br />

che potremmo definire come<br />

una vera e propria crisi di vocazioni. A<br />

confermare questa tesi sono ancora<br />

una volta i freddi numeri. Se nelle tre<br />

sessioni all’esame per l’idone<strong>it</strong>à alla<br />

professione di promotore svoltesi in<br />

tutto il 2009 si sono presentati 3.301<br />

aspiranti (i promossi sono stati 378) nel<br />

2008 e nel 2007 questa cifra era addir<strong>it</strong>tura<br />

tre volte superiore. A fronte di uno<br />

scenario sicuramente in evoluzione e in<br />

una fase di consolidamento della professione,<br />

il calo dei nuovi iscr<strong>it</strong>ti all’albo,<br />

seppure fisiologico, non fa altro che<br />

evidenziare altri due inev<strong>it</strong>abili questioni<br />

che da tempo sono sul tavolo del<br />

mondo della promozione: l’aumento<br />

costante dell’età media dei promotori<br />

(oggi è di 45-50 anni) e il delicato tema<br />

del passaggio generazionale. Due fattori<br />

che, associati alle strategie delle reti,<br />

che a prima vista sembrano poco disposte,<br />

tranne qualche rara eccezione,a<br />

investire sui promotori junior, danno<br />

v<strong>it</strong>a a un vero e proprio circolo vizioso.<br />

Un fenomeno preoccupante che l’Anasf,<br />

da tempo, cerca di combattere facendo<br />

opera di prosel<strong>it</strong>ismo all’interno<br />

delle univers<strong>it</strong>à. L’obiettivo, ovviamente,è<br />

scovare giovani di talento da avviare<br />

alla professione. Negli ultimi mesi<br />

l’associazione guidata da Elio Conti Nibali<br />

ha addir<strong>it</strong>tura intensificato gli incontri<br />

fissati presso i maggiori atenei<br />

<strong>it</strong>aliani allo scopo di fornire informazioni<br />

sulla figura professionale del promotore,<br />

sulle prospettive di sviluppo e<br />

sulle competenze richieste agli aspiranti<br />

professionisti che intendono iscriversi<br />

all’albo. Ma la più rappresentativa<br />

associazione di categoria dei promotori<br />

non è la sola a muoversi su questo<br />

fronte; anche alcune reti cercano di affrontare<br />

questo problema prima che<br />

diventi una vera e propria emergenza.<br />

PROMOTORI&CONSULENTI<br />

«L’età media dei nostri promotori»,<br />

chiarisce De Rosa, «è di circa 40 anni e<br />

quindi decisamente inferiore alla media<br />

nazionale. Quello del ricambio generazionale<br />

è comunque un problema<br />

da affrontare. Oggi intraprendere questa<br />

attiv<strong>it</strong>à con successo è complicato e<br />

complesso, tanto quanto la scelta di diventare<br />

avvocato o commercialista: i<br />

frutti si iniziano a cogliere dopo anni di<br />

tirocinio. Né la professione di promotore<br />

è paragonabile a quella del dipendente<br />

bancario, come pure r<strong>it</strong>engono,<br />

sbagliando, molti giovani che non riescono<br />

a entrare in un’azienda cred<strong>it</strong>izia<br />

come dipendenti».<br />

Ma ribatte Mayr: «A 50 anni non va<br />

più in pensione nessuno, neppure i<br />

promotori». Per questo motivo Südtirol<br />

Bank r<strong>it</strong>iene di avere a disposizione<br />

tutto il tempo necessario per porre rimedio<br />

a un’eventuale crisi delle vocazioni.<br />

L’alto costo della formazione finanziaria<br />

in un momento non facile<br />

PETER MAYR, PRESIDENTE DI SÜDTIROL BANK<br />

Gennaio 2010 45


PROMOTORI&CONSULENTI<br />

Il calo dei professionisti<br />

46 Gennaio 2010<br />

per i mercati ha inciso in maniera decisiva,<br />

tuttavia, sulle strategie di un<br />

buon numero di strutture che non<br />

hanno sviluppato adeguatamente, immettendo<br />

forze fresche, le proprie reti<br />

di vend<strong>it</strong>a. Tra le realtà dell’intermediazione<br />

che più investono, al contrario,<br />

sul fronte delle giovani promesse<br />

c’è sicuramente Finanza & futuro<br />

banca, che nel 2008 ha lanciato il progetto<br />

neof<strong>it</strong>i. «La nostra struttura»,<br />

spiega il direttore commerciale Armando<br />

Escalona, «affianca con tutor,<br />

in genere manager e promotori di<br />

grande esperienza, le giovani leve sia<br />

nel percorso formativo sia nella fase di<br />

avviamento alla professione». Inoltre<br />

Finanza & futuro prevede un contributo<br />

minimo di 500 euro mensili garant<strong>it</strong>i<br />

attraverso il raggiungimento di target<br />

trimestrali. Grazie a questo progetto,<br />

in un anno e mezzo circa la rete di<br />

Deutsche Bank ha selezionato e inser<strong>it</strong>o<br />

nelle proprie fila 100 neof<strong>it</strong>i.<br />

Anche Südtirol Bank punta sul<br />

sistema dei tutor, creando aree all’interno<br />

delle quali promotori già affermati<br />

possono trasferire nel tempo la<br />

loro esperienza ai giovani professionisti<br />

in cresc<strong>it</strong>a. «Chiamiamolo pure affi-<br />

damento professionale», chiarisce<br />

Mayr, «ma di certo un giovane promotore<br />

non può fare molta strada in una<br />

s<strong>it</strong>uazione di isolamento professionale».<br />

Inoltre la banca tirolese ha cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o<br />

una struttura di supporto interna<br />

che segue tutte le tematiche della formazione<br />

e dell’aggiornamento professionale.<br />

L’intreccio di questi due fattori<br />

dovrebbe essere determinante per realizzare<br />

un obiettivo di cresc<strong>it</strong>a equilibrata,<br />

soprattutto in tema di consulenza.<br />

In questo senso non si possono trascurare<br />

le esperienze di Banca Mediolanum<br />

e di Banca Fideuram. Mentre la<br />

prima ha inaugurato la propria Corporate<br />

univers<strong>it</strong>y, che partendo dall’analisi<br />

degli obiettivi di carriera dei propri<br />

allievi progetta il percorso di studio che<br />

svilupperanno parallelamente al piano<br />

professionale, la struttura guidata da<br />

Antonello Piancastelli, per ricercare e<br />

formare i propri banker, da alcuni mesi<br />

si sta rivolgendo direttamente al<br />

mondo accademico. L’inserimento in<br />

azienda di questi giovani di talento è<br />

supportato da un pacchetto economico<br />

associato a un programma formativo<br />

distintivo.<br />

Per aumentare le proprie risorse<br />

Copernico sim punta invece sulla solid<strong>it</strong>à<br />

societaria. «Fondata nel 2000, la<br />

nostra sim ha sperimentato una notevole<br />

stabil<strong>it</strong>à societaria che, tra le altre,<br />

ha avuto come diretta conseguenza<br />

una continua cresc<strong>it</strong>a del numero di<br />

promotori finanziari», spiega Scelzo.<br />

«Mi piace pensare a Copernico come a<br />

una società proiettata nel futuro e non<br />

prigioniera del presente: di conseguenza<br />

abbiamo predisposto, da sempre,<br />

un piano di sviluppo e formazione<br />

rivolto sia agli aspiranti promotori<br />

finanziari sia a quelli che in questa<br />

professione operano da diversi anni».<br />

In questo senso Copernico sim sta<br />

affrontando la sfida ambiziosa del turnover<br />

generazionale coniugando l’entusiasmo<br />

dei giovani con l’esperienza<br />

dei veterani. Per quanto riguarda gli<br />

aspiranti promotori, la sim friulana<br />

prevede un percorso formativo che li<br />

aiuti a superare l’esame di stato e successivamente<br />

ad affrontare le sfide<br />

della professione; dal punto di vista<br />

economico sono previsti incentivi che<br />

variano da caso a caso.<br />

Totalmente diverso, invece, l’ap-


proccio di Mps Banca personale. «Per<br />

attivare la fase di selezione sin dal<br />

principio e fare capire davvero che<br />

questa attiv<strong>it</strong>à deve essere vista come<br />

attiv<strong>it</strong>à imprend<strong>it</strong>oriale e non come<br />

fonte di redd<strong>it</strong>o per chi supera un<br />

esame meramente teorico, non prevediamo<br />

alcun sostegno economico specifico»,<br />

sottolinea De Rosa. In ogni caso<br />

reclutare giovani di talento da avviare<br />

alla professione non è così facile: quest’anno<br />

i candidati all’esame per l’iscrizione<br />

all’albo hanno pagato alcune<br />

comprensibili difficoltà legate al passaggio<br />

al nuovo esame organizzato<br />

dall’Apf. Una delle nov<strong>it</strong>à più importanti<br />

introdotte dal nuovo organismo<br />

per la tenuta dell’albo dei promotori<br />

finanziari è stata senza dubbio lo svolgimento<br />

della prova di esame, che è<br />

stata totalmente informatizzata e<br />

resa, come provano i risultati, maggiormente<br />

selettiva.<br />

Basta infatti osservare le statistiche<br />

sui candidati risultati idonei per rendersi<br />

conto della cesura con il passato.<br />

Con il nuovo sistema, che non prevede<br />

la prova orale ed è identico per tutte le<br />

regioni, per superare l’esame è neces-<br />

sario raggiungere un punteggio di 80<br />

su un massimo di 100 punti. Ebbene,<br />

dopo una prima sessione catastrofica<br />

nella quale solo il 3,1% aveva raggiunto<br />

la quota minima, sono segu<strong>it</strong>e le altre<br />

due che hanno segnato numeri più incoraggianti<br />

con il 21,7% e il 29,9% degli<br />

idonei. Cifre in cresc<strong>it</strong>a, ma certamente<br />

lontane dai range segnati negli anni<br />

scorsi che mediamente erano vicini al<br />

50-60% e in alcune regioni toccavano<br />

vette del 90%. Superare il nuovo esame<br />

per l’abil<strong>it</strong>azione alla professione sembra<br />

diventata dunque un’impresa da<br />

t<strong>it</strong>ani. Proprio per questo motivo Mps<br />

Banca personale ha in progetto di creare<br />

una task force che si focalizzi su poche<br />

un<strong>it</strong>à, ma con elevate potenzial<strong>it</strong>à,<br />

garantendo loro un supporto sino al<br />

superamento dell’esame. «Un vero e<br />

proprio tutoraggio», sottolinea De Rosa.<br />

«Direi», risponde Mayr, «che la credibil<strong>it</strong>à<br />

della categoria si fonda da<br />

sempre sulla difficoltà di accedere all’albo.<br />

Il superamento dell’esame non è<br />

mai stato un’impresa semplice e se<br />

qualcuno ora sostiene che il livello di<br />

misurazione è sproporzionato, bisognerà<br />

capire se il fenomeno è da attribuire<br />

all’esaminatore T<strong>it</strong>ano o all’esaminato<br />

Gnomo».<br />

In ogni caso per risolvere la delicata<br />

questione del turnover generazionale,<br />

seguendo l’esempio storico dei notai,<br />

anche nel mondo della promozione<br />

non è insol<strong>it</strong>o il fenomeno di gen<strong>it</strong>ori<br />

prossimi alla pensione che decidono di<br />

cedere il proprio portafoglio ai figli.<br />

«Un fenomeno», spiega De Rosa, «molto<br />

apprezzato dalla clientela e che aumenta<br />

al tempo stesso la fidelizzazione.<br />

Su questo noi abbiamo invest<strong>it</strong>o<br />

molto, creando uno strumento ad hoc<br />

come la «valorizzazione di portafo-<br />

PROMOTORI&CONSULENTI<br />

glio», cioè la possibil<strong>it</strong>à per un pf di cedere<br />

il proprio portafoglio a un altro pf<br />

da lui indicato e con il quale convivere<br />

per un periodo di tre anni secondo accordi<br />

ben precisi sia da un punto di vista<br />

economico sia operativo, in cui la<br />

banca fa da garante economico».<br />

Anche Finanza & futuro propone ai<br />

suoi professionisti, sulla base del proprio<br />

mandato, percorsi personalizzati<br />

che prevedono la cessione del portafoglio<br />

a un congiunto. «Questo sistema<br />

permette al tempo stesso», sottolinea<br />

Escalona, «di non disperdere uno<br />

straordinario patrimonio umano e di<br />

esperienze e di avviare alla professione<br />

giovani che da tempo, in famiglia, sono<br />

ab<strong>it</strong>uati a respirare il clima della promozione<br />

finanziaria». Per quanto riguarda<br />

i figli d’arte, al contrario, sia Copernico<br />

sia Südtirol lo considerano un<br />

fenomeno marginale. «Anche perché»,<br />

spiega Mayr, «stiamo parlando di un<br />

rapporto fortemente fiduciario fra risparmiatore<br />

e promotore nel quale<br />

spesso il fascino del principino non<br />

eguaglia quello del re». ■<br />

SAVERIO SCELZO, AMMINISTRATORE DELEGATO E PRESIDENTE DI COPERNICO SIM<br />

Gennaio 2010 47


PROMOTORI&CONSULENTI<br />

Nuovo scudo fiscale Il prolungamento dei termini della sanatoria è<br />

stato accolto con entusiasmo. Molti prevedono che<br />

possa tornare in Italia una cifra superiore a 30<br />

miliardi, con un forte incremento della già ottima<br />

raccolta da parte delle società di risparmio gest<strong>it</strong>o.<br />

48 Gennaio 2010<br />

Pronti a scattare di nuovo<br />

di Massimiliano D'Amico<br />

Non c’è due senza tre. E verrebbe<br />

da dire che non c’è nemmeno<br />

ter senza quater. Non si era<br />

infatti chiusa da neppure 24 ore la<br />

finestra dello scudo fiscale ter che il<br />

consiglio dei ministri ha dato il via<br />

libera alla nuova sanatoria che catalizzerà<br />

l’attenzione degli operatori del<br />

settore per i primi quattro mesi del<br />

2010. Nel dettaglio la finestra che va<br />

dall’entrata in vigore del decreto fino<br />

a fine febbraio prevede un’aliquota del<br />

6%, mentre fino a fine aprile si innalzerà<br />

al 7%. Abbandonata, dunque, l’imposta<br />

del 5%, si procederà con tassi più<br />

elevati per cercare di rastrellare tutte<br />

le posizioni non ancora regolarizzate.<br />

Mentre il ministro dell’economia<br />

Giulio Tremonti ha rifiutato ogni previsione<br />

e ha sottolineato che, come<br />

nello scudo-ter, registrerà a preventivo<br />

entrate per il valore simbolico di un<br />

ARMANDO ESCALONA, DIRETTORE COMMERCIALE<br />

DI FINANZA & FUTURO BANCA<br />

euro, tra gli operatori del settore iniziano<br />

già a circolare le prime cifre. Ovviamente<br />

influenzate dal successo straordinario<br />

della terza edizione, che ha<br />

fatto rientrare 95 miliardi di euro. In<br />

virtù di questo precedente storico e<br />

stando alle prime dichiarazioni raccolte<br />

tra i big del settore, si può affermare<br />

che questa nuova finestra potrebbe<br />

portare all’emersione di circa 30 miliardi<br />

di euro. «In realtà», sottolinea il<br />

direttore commerciale di Finanza &<br />

futuro banca, Armando Escalona,<br />

«mi attendo rientri anche superiori,<br />

intorno ai 40 miliardi, mentre per la<br />

nostra rete prevedo una fetta di mercato<br />

vicina a 90 milioni di euro».<br />

Per dare maggiore consistenza alla<br />

sua previsione, il manager rammenta i<br />

commenti che inaugurarono lo scudo<br />

ter. «Solo quattro mesi fa il rimpatrio di<br />

60-70 miliardi sembrava un miraggio.<br />

Invece la contabil<strong>it</strong>à a consuntivo dello<br />

scudo ha superato perfino il più ottimistico<br />

degli obiettivi. Per questo motivo<br />

per la nuova sanatoria mi attendo numeri<br />

importanti, tenuto conto dei tempi<br />

ristretti previsti nello scudo ter e del<br />

forte incremento dei flussi avvenuti negli<br />

ultimi giorni della prima finestra».


Anche le posizioni più complesse potranno così<br />

usufruire della nuova opportun<strong>it</strong>à. Le soluzioni<br />

proposte alla clientela vanno dal depos<strong>it</strong>o in conto<br />

corrente in attesa di elaborare una strategia di<br />

investimento, alla creazione di prodotti ad hoc<br />

Secondo gli operatori, infatti, la<br />

decisione presa dal governo è stata<br />

quanto mai attesa, visto che nelle ultime<br />

ore della sanatoria molti r<strong>it</strong>ardatari<br />

si sono accalcati presso le filiali bancarie<br />

e gli uffici dei promotori per aderire<br />

in extremis all’operazione. Del<br />

resto, sempre secondo gli intermediari,<br />

la lista dei proprietari di beni all’estero<br />

interessati all’adesione che<br />

rischiava di rimanere esclusa dalla<br />

chiusura dei termini, era ancora lunga.<br />

«L’allungamento del termine ma<br />

soprattutto il nuovo scudo», sottolinea<br />

Pietro Giuliani, presidente di<br />

tutte le società operative del gruppo<br />

Azimut, «permetterà di affrontare e<br />

scudare anche le posizioni più complesse<br />

che richiedono tempi molto lunghi».<br />

Il manager rammenta che, quasi<br />

sottotraccia, due settimane prima<br />

della proroga decisa dal consiglio dei<br />

ministri, l’Agenzia delle entrate con la<br />

circolare 50/E aveva già concesso un<br />

extra time fino al 31 dicembre 2010 per<br />

quanti erano oggettivamente impossibil<strong>it</strong>ati<br />

a perfezionare le operazioni di<br />

emersione legate allo scudo fiscale.<br />

«Il termine lungo», chiarisce Marcello<br />

Koob, responsabile marketing &<br />

comunicazione di Hypo Tirol Bank Italia,<br />

«ha consent<strong>it</strong>o a molti clienti aderenti<br />

allo scudo, ma in possesso di strumenti<br />

non immediatamente trasferibili<br />

o liquidabili, di attendere la scadenza<br />

o il rimborso dello strumento<br />

d’investimento senza incorrere nel rischio<br />

di pesanti sanzioni». L’extra time<br />

ha comportato dunque per i <strong>consulenti</strong><br />

solamente il mantenimento di alcune<br />

pratiche aperte fino al rimborso o<br />

alla liquidazione dell’attiv<strong>it</strong>à finanziaria<br />

immobilizzata, momento in cui<br />

sarà possibile redarre la dichiarazione<br />

riservata defin<strong>it</strong>iva. «In questo periodo,<br />

rimarrà in carico al consulente»,<br />

sottolinea Koob, «l’obbligo morale di<br />

mon<strong>it</strong>orare gli strumenti immobilizzati<br />

nell’interesse del cliente».<br />

«La circolare 50/E», sottolineano da<br />

Mps, «ha introdotto un elemento di<br />

forte nov<strong>it</strong>à nella gestione delle pratiche<br />

di adesione allo scudo-ter. Con l’allungamento<br />

dei termini utili per la finalizzazione<br />

dei rimpatri, in presenza<br />

delle cosiddette cause ostative, di fatto<br />

vengono agevolati gli adempimenti<br />

per i rimpatri più complessi». A segu<strong>it</strong>o<br />

di questa nov<strong>it</strong>à specificano, tutta-<br />

PROMOTORI&CONSULENTI<br />

PIETRO GIULIANI, PRESIDENTE E AMMINISTRATORE DELEGATO DI AZIMUT<br />

via, da Siena «non cambia la consulenza<br />

specialistica erogata dai nostri gestori<br />

della relazione che, coadiuvati dal<br />

supporto di una struttura dedicata di<br />

specialisti dislocati sul terr<strong>it</strong>orio, assistono<br />

la clientela in tutte le fasi e gli<br />

adempimenti necessari al rimpatrio».<br />

Nello specifico, infatti, il cliente, anche<br />

dopo la presentazione della dichiarazione<br />

riservata e il pagamento dell’imposta<br />

nei termini previsti, potrà naturalmente<br />

continuare ad avvalersi della<br />

consulenza dei gestori per la finalizzazione<br />

delle operazioni di rimpatrio.<br />

«Operazioni», conferma Escalona,<br />

«che vengono ormai avviate con una<br />

certa disinvoltura dai nostri <strong>consulenti</strong>».<br />

Anche se il manager di Finanza &<br />

futuro banca avrebbe prefer<strong>it</strong>o venire<br />

a conoscenza delle nuove scadenze con<br />

un maggiore anticipo, in modo da predisporre<br />

in maniera più coordinata le<br />

Gennaio 2010 49


PROMOTORI&CONSULENTI<br />

Nuovo scudo fiscale<br />

50 Gennaio 2010<br />

risorse, ev<strong>it</strong>ando gli assembramenti<br />

delle ultime ore, accoglie la decisione<br />

presa dal governo con un certo entusiasmo.<br />

«Il nostro valore aggiunto»,<br />

spiega Escalona, «è rappresentato dalla<br />

grande esperienza e dalle risorse invest<strong>it</strong>e<br />

sulla formazione durante lo<br />

scudo ter. Tenuto conto che tutte le<br />

pratiche aperte hanno significato lo<br />

studio di casistiche le più variegate<br />

possibile e abbiamo cercato di proporre<br />

a ogni cliente la migliore soluzione<br />

in relazione alle specifiche esigenze,<br />

ormai i nostri <strong>consulenti</strong> sono assolutamente<br />

padroni dell’argomento e non<br />

saranno costretti ad affrontare altre<br />

sessioni di formazione in aula».<br />

Riguardo all’offerta<br />

degli<br />

strumenti d’inve-<br />

stimento per allettare chi vuole fare<br />

rientrare i cap<strong>it</strong>ali approf<strong>it</strong>tando di<br />

La raccolta delle reti<br />

Quanti soldi da Tremonti!<br />

Gruppo Intesa Sanpaolo: 10 miliardi (stimati) - Banca Fideuram: 7 mila pratiche<br />

e 3,5 miliardi (stimati)<br />

UniCred<strong>it</strong>: 4,5 miliardi<br />

Banca Generali: 2,1 miliardi e 4 mila pratiche (1.500 clienti nuovi)<br />

Mps: al 15 dicembre, oltre 4.150 clienti, dei quali oltre il 27% è rappresentato<br />

da nuova clientela. Peraltro, in considerazione sia della scarsa collaborazione<br />

degli ist<strong>it</strong>uti esteri sia della possibil<strong>it</strong>à, in presenza di cause ostative, di<br />

finalizzare i rimpatri entro il 31 dicembre, non è possibile allo stato effettuare<br />

una stima puntuale dei flussi previsionali. Si parla comunque di oltre 2<br />

miliardi.<br />

Banca Euromobiliare + Credem: 1,75 miliardi<br />

Azimut: oltre un miliardo<br />

Deutsche Bank: 2 miliardi<br />

Finanza & Futuro Banca: 310 milioni (650 pratiche)<br />

Banco Popolare: 2,4 miliardi<br />

Bnp Paribas: 2 miliardi<br />

Ubi: 2 miliardi<br />

Hypo Tirol Bank Italia: 200 pratiche e 60-80 milioni di euro (stimati)<br />

quest’ultima opportun<strong>it</strong>à<br />

(visto i<br />

precedenti, i termini<br />

vanno presi con il<br />

beneficio dell’inventario),<br />

mentre<br />

Escalona r<strong>it</strong>iene che «almeno in principio<br />

sia consigliabile fare confluire i cap<strong>it</strong>ali<br />

sui conti correnti, per poi, con calma,<br />

affrontare il tema della loro complessiva<br />

allocazione che potrà riguardare<br />

prodotti di risparmio gest<strong>it</strong>o, index<br />

e un<strong>it</strong> linked disegnate ad hoc,<br />

Mps prevede soluzioni che consentano<br />

al cliente il recupero, in tutto o in parte,<br />

dell’aliquota versata come imposta<br />

straordinaria. Oltre a soluzioni dedicate<br />

nel comparto assicurativo, la piattaforma<br />

di offerta prevede, in un’ottica<br />

di forte personalizzazione, obbligazioni<br />

e gestioni patrimoniali (queste ultime<br />

con pricing ad hoc). «I cap<strong>it</strong>ali scudati»,<br />

conclude Koob, «sono destinati<br />

equamente a gestioni patrimoniali di<br />

Hypo Tirol Bank Italia e a depos<strong>it</strong>i t<strong>it</strong>oli.<br />

Una componente non trascurabile è<br />

rientrata in forma di liquid<strong>it</strong>à e ancora<br />

giace, temporaneamente, su conti correnti».<br />


PROMOTORI&CONSULENTI<br />

Strategie a cavallo della crisi La maggior parte delle reti r<strong>it</strong>iene che i pericoli<br />

sulle borse siano ancora forti, anche se la ripresa è<br />

abbastanza chiara. La vera paura è perdere<br />

opportun<strong>it</strong>à. Di conseguenza quasi tutti i<br />

professionisti consigliano alla clientela di<br />

52 Gennaio 2010<br />

Avanti,<br />

ma con giudizio<br />

di Massimiliano D’Amico<br />

Tra borse in altalena, rimbalzi appena<br />

accennati e scivoloni solo<br />

paventati, sembra crescere in<br />

maniera graduale tra gli invest<strong>it</strong>ori il livello<br />

di fiducia, mentre, simmetricamente,<br />

appare in fase calante, dopo i<br />

picchi toccati nei mesi più duri della crisi<br />

e l’esplosione del panic selling, l’avversione<br />

al rischio. A riprova di ciò, gli<br />

ultimi dati rilevati da Assoreti indicano<br />

un trend costante di cresc<strong>it</strong>a della raccolta<br />

netta delle reti di promozione finanziaria,<br />

che negli ultimi due mesi del<br />

2009 hanno segnato flussi pos<strong>it</strong>ivi in<br />

cresc<strong>it</strong>a di oltre il 40% rispetto ai mesi<br />

precedenti. Osservando questo scenario,<br />

possiamo affermare defin<strong>it</strong>ivamente<br />

che è davvero fin<strong>it</strong>o il lungo inverno<br />

sui mercati finanziari?<br />

«Le informazioni attualmente a disposizione»,<br />

sottolinea Vincenzo De<br />

Rosa, direttore generale di Mps Banca<br />

personale, «inducono a credere che il<br />

peggio sia passato ma che, come dimostra<br />

tra l’altro la s<strong>it</strong>uazione di Spagna e<br />

Grecia,non ci si può ancora considerare<br />

completamente fuori dal tunnel». Il<br />

manager r<strong>it</strong>iene in pratica che nei prossimi<br />

mesi i mercati saranno caratterizzati<br />

da un trend neutro, frutto di oscillazioni<br />

in un senso e nell’altro. Dello<br />

stesso parere Armando Escalona, direttore<br />

commerciale di Finanza & futuro<br />

banca, secondo cui anche nel 2011<br />

continuerà il clima di massima allerta<br />

sulle borse. «La ripresa dei mercati finanziari<br />

in corso da diversi mesi», sottolinea<br />

Escalona, «non deve generare<br />

facili entusiasmi. La s<strong>it</strong>uazione infatti<br />

non è ancora fluida e il livello di cautela<br />

e attenzione deve rimanere elevato».<br />

In ogni caso, osservando i dati pubblicati<br />

da Assoreti, è evidente ormai<br />

che da alcuni mesi la ripartizione tra i<br />

vari comparti vede sempre più premiata<br />

la componente del risparmio gest<strong>it</strong>o,<br />

che da inizio anno ha raggiunto<br />

flussi complessivi pari a 8,44 miliardi<br />

contro l’amministrato fermo a 4,40 miliardi.<br />

Un trend di cresc<strong>it</strong>a ormai consolidato<br />

che spingerebbe ad affermare<br />

che le reti siano defin<strong>it</strong>ivamente tornate<br />

sul loro storico core business. Un<br />

passaggio fondamentale che rinnova<br />

prepotentemente le strategie di determinazione<br />

dell’asset allocation che da<br />

sempre fanno parte del bagaglio del<br />

consulente e partono da due concetti<br />

basilari nell’amb<strong>it</strong>o della pianificazione<br />

finanziaria come la conoscenza del<br />

cliente e quella del mercato.<br />

«Le reti hanno sempre retto bene<br />

durante queste crisi», chiarisce Stefano<br />

Bisi, responsabile promozione finanziaria<br />

di Credem e Banca Euromobiliare,<br />

«e spesso le hanno sfruttate<br />

per acquisire nuova clientela». Malgrado<br />

si sia trattato dunque di una s<strong>it</strong>uazione<br />

più delicata di altre in passato,<br />

alla lunga la presenza costante del promotore<br />

presso il cliente ha pagato e i<br />

segnali di questi mesi lo stanno confermando.<br />

«Affermare che la crisi è fin<strong>it</strong>a


incrementare il rischio, mantenendo però un forte<br />

livello di prudenza. I Pac, con il vantaggio di<br />

mediare i prezzi, sono considerati lo strumento<br />

ideale, ma alcune società hanno preparato prodotti<br />

costru<strong>it</strong>i in funzione di una fase di grande volatil<strong>it</strong>à<br />

e che questo trend durerà a lungo»,<br />

sottolinea Bisi, «non è facile, perché i<br />

mercati ci hanno ab<strong>it</strong>uato a mutamenti<br />

molto più repentini rispetto ai cicli<br />

del passato. Da qualche mese, tuttavia,<br />

era prevedibile un r<strong>it</strong>orno importante,<br />

nel breve, da parte delle reti sul gest<strong>it</strong>o».<br />

Nonostante il mercato faccia registrare<br />

ancora un po’ di resistenza e le<br />

performance dell’equ<strong>it</strong>y siano ripart<strong>it</strong>e<br />

ormai da marzo, chi non è rientrato, secondo<br />

il manager, ha perso e sta perdendo<br />

opportun<strong>it</strong>à interessanti. «Certo<br />

la crisi è stata dura, ma», prosegue<br />

Bisi, «laddove abbiamo operato dando<br />

segu<strong>it</strong>o alle indicazioni del nostro servizio<br />

di consulenza forn<strong>it</strong>o con il supporto<br />

di Finanza advisory desk (Fad)<br />

constatiamo un approccio più equili-<br />

brato agli investimenti che facil<strong>it</strong>a il r<strong>it</strong>orno<br />

a prodotti gest<strong>it</strong>i».<br />

«Le reti», conferma De Rosa, «non si<br />

sono mai allontanate dal loro core business,<br />

ma le vicende finanziarie hanno<br />

obbligato i <strong>consulenti</strong> a consigliare<br />

riassetti finanziari verso componenti<br />

meno volatili o rischiose come quelle<br />

dell’amministrato obbligazionario». In<br />

pratica, secondo diversi manager, stiamo<br />

vivendo una fase di riavvicinamento<br />

al mondo gest<strong>it</strong>o, che si caratterizza,<br />

secondo De Rosa, «per il fatto che l’inserimento<br />

di componenti ad alta volatil<strong>it</strong>à<br />

nei portafogli dei clienti ha luogo<br />

prevalentemente attraverso l’utilizzo<br />

di strumenti prudenti quali i Pac».<br />

In questo senso, secondo il direttore<br />

generale di Mps Banca personale, «ci<br />

sono elementi che fanno intravedere<br />

un ulteriore miglioramento della<br />

s<strong>it</strong>uazione complessiva, grazie anche<br />

ai benefici effetti connessi allo scudo<br />

fiscale».<br />

E su quest’ultimo punto concorda<br />

Escalona. «Senza dubbio l’impatto dello<br />

scudo fiscale sugli ultimi dati di raccolta<br />

è stato decisivo». In ogni caso anche<br />

il manager di Deutsche Bank sottolinea<br />

l’apporto determinante sulle<br />

performance dei promotori di alcuni<br />

strumenti d’investimento particolari<br />

come i piani di accumulo. «Questa tipologia<br />

di investimento ha dimostrato<br />

durante i mesi più difficili della crisi di<br />

essere in grado di affrontare le oscillazioni,<br />

anche violente, degli indici perché<br />

i vari ingressi sono scaglionati nel<br />

tempo, il che ha portato il prezzo di carico<br />

a un valore mediato nel tempo. Gli<br />

invest<strong>it</strong>ori che non si sono fatti trascinare<br />

dall’onda dell’emotiv<strong>it</strong>à e hanno<br />

effettuato acquisti continui a prezzi<br />

sempre più bassi, ora sono in grado di<br />

PROMOTORI&CONSULENTI<br />

raccogliere i frutti del sistema automatico<br />

di versamento. A patto, ovviamente,<br />

che il Pac scelto sia un prodotto valido<br />

ed efficiente».<br />

Secondo gli esperti, dunque, la s<strong>it</strong>uazione<br />

di incertezza che dovrebbe regnare<br />

ancora per diversi mesi sui mercati<br />

potrebbe favorire ancora di più i<br />

prodotti di accumulation. Per questo<br />

motivo anche quest’anno Finanza &<br />

futuro riproporrà React w<strong>it</strong>h us, il piano<br />

studiato per affrontare le fasi difficili<br />

dei mercati mediante l’utilizzo di<br />

prodotti e servizi ad hoc. Oltre che sui<br />

classici piani di accumulo, Finanza &<br />

futuro farà grande affidamento sulle<br />

forme di risparmio a cap<strong>it</strong>ale protetto<br />

o garant<strong>it</strong>o e sulle soluzioni previdenziali.<br />

Su queste ultime, in particolare, la<br />

rete di Deutsche Bank sta investendo<br />

molte risorse. «La busta arancione che<br />

l’Inps invierà nei prossimi mesi a circa<br />

1,5 milioni di <strong>it</strong>aliani rappresenterà»,<br />

sottolinea Escalona, «un vero e proprio<br />

momento della ver<strong>it</strong>à. Finalmente quei<br />

lavoratori dipendenti e autonomi che<br />

rientrano nel puro sistema contributivo<br />

avranno la possibil<strong>it</strong>à di conoscere il<br />

rendiconto delle somme accumulate e<br />

delle posizioni pensionistiche matura-<br />

VINCENZO DE ROSA, DIRETTORE GENERALE DI MPS BANCA PERSONALE<br />

Gennaio 2010 53


PROMOTORI&CONSULENTI<br />

Strategie a cavallo della crisi<br />

54 Gennaio 2010<br />

te. Un’iniziativa improntata alla trasparenza<br />

che dovrebbe rendere più<br />

consapevoli le persone, soprattutto i<br />

giovani, sul proprio futuro previdenziale<br />

e dare slancio a forme più evolute<br />

di previdenza complementare. Non si<br />

può trascurare infatti che l’Inps sarà in<br />

grado di corrispondere a questi contribuenti<br />

non più del 40% dell’ultima retribuzione<br />

contro il 70-80% attuale».<br />

Nel 2010 sono pronte a partire in maniera<br />

più decisa all’interno dei portafogli<br />

dei clienti, dunque, le strategie<br />

di long term care e di mortgage insurance.<br />

Tornando alle più classiche tecniche<br />

di asset allocation, Deutsche Bank<br />

prevede nei prossimi mesi di aumentare<br />

nei portafogli dei clienti l’esposizione<br />

verso la liquid<strong>it</strong>à, per salvaguardare<br />

la buona performance fin qui realizzata,<br />

mentre rimarrà invariata la percentuale<br />

invest<strong>it</strong>a (circa il 16%) sia sui mercati<br />

sviluppati sia su quelli emergenti.<br />

La crisi determinata dall’indeb<strong>it</strong>amento<br />

di Dubai non dovrebbe, infatti, secondo<br />

gli esperti, avere un particolare<br />

impatto sulle economie, in particolare<br />

su quelle emergenti che godono di forti<br />

ragioni cicliche e strutturali come<br />

quelle asiatiche e latino americane. Caso<br />

diverso, invece, per le obbligazioni<br />

governative e corporate che verranno<br />

sottopesate nei portafogli a causa dell’aumento<br />

del rischio paese e del probabile<br />

peggioramento dei tassi di insolvenza.<br />

La parola d’ordine da seguire secondo<br />

Bisi è, invece, diversificazione,<br />

quindi fondi e sicav ma anche Etf. Ma<br />

soprattutto selezione di gestori in grado<br />

di generare alfa e di cogliere le opportun<strong>it</strong>à<br />

in un contesto ancora volatile.<br />

«In linea generale, vista l’incertezza<br />

dei mercati», conferma Pietro Giuliani,<br />

presidente di tutte le società operative<br />

del gruppo Azimut, «può essere<br />

utile investire in fondi che sfruttano le<br />

opportun<strong>it</strong>à gestionali della normativa<br />

Uc<strong>it</strong>s III. Fondi quindi che sono decorrelati<br />

dall’andamento dei mercati,<br />

in grado di essere reattivi nei momenti<br />

di rialzo e di attutire le fasi di ribasso».<br />

In ogni caso, sulla base dei diversi<br />

obiettivi di investimento, Azimut afferma<br />

di avere creato per i clienti asset allocation<br />

che siano in grado di rispondere<br />

alle loro esigenze.<br />

«È difficile generalizzare», conferma<br />

Bisi, «ma, provando a fare alcuni<br />

esempi, per i profili di rischio basso<br />

tanto tasso variabile e un po’ di corporate.<br />

Per un profilo moderato prevedia-<br />

mo un’aggiunta di azionario e deb<strong>it</strong>o<br />

high yield. Per i profili più dinamici,<br />

una base di deb<strong>it</strong>o, sia high yield sia<br />

emergente al fianco dei mercati azionari,<br />

anche qui con una quota di emergente».<br />

In ogni caso le tipologie di<br />

investimento sono ormai infin<strong>it</strong>e,<br />

tanto da potere accontentare chi ha<br />

cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o un patrimonio consistente,<br />

ma anche chi ha a disposizione solo<br />

qualche migliaio di euro. «In termini<br />

geografici abbiamo sull’azionario un<br />

approccio eurocentrico», chiarisce Bisi,<br />

«ma a chi può consigliamo investimenti<br />

sui mercati emergenti. La nostra<br />

attenzione è focalizzata sulla selezione<br />

dei singoli gestori/asset manager,<br />

in quanto si tratta di mercati molto<br />

complessi e il fai-da-te è da sconsigliare».<br />

Dal punto di vista settoriale i promotori<br />

del Credem stanno privilegiando<br />

i settori industriali, materiali di<br />

base e telefonici. Sottopesati, invece, i<br />

settori bancario e farmaceutico.<br />

Preferisce non sbilanciarsi invece<br />

De Rosa. «Non penso esista un portafoglio<br />

ideale per tutti i clienti, mentre esiste<br />

un portafoglio adatto alle esigenze<br />

e alla propensione al rischio di ogni<br />

singolo cliente. Le tipologie di investimento<br />

sono ormai così numerose e diversificate<br />

da potere soddisfare chi ha<br />

da parte un patrimonio consistente,<br />

ma anche chi ha a disposizione solo<br />

qualche migliaio di euro». ■


PROMOTORI&CONSULENTI<br />

Notizie in breve<br />

56 Gennaio 2010<br />

CREDEM<br />

In due al posto di Sarcià<br />

Dopo l’addio di Carmelo Sarcià, destinato a nuovi<br />

ruoli manageriali in Finanza & futuro banca, il<br />

Credem ha rivisto l’organigramma del management<br />

della rete promotori. La struttura prevede ora, infatti,<br />

due direzioni: una commerciale, affidata a Duccio Marconi,<br />

e una organizzativa, delegata ad Andrea Farnè.<br />

Ambedue rispondono al responsabile della promozione<br />

finanziaria a livello di gruppo Stefano Bisi.<br />

In particolare Marconi,<br />

in qual<strong>it</strong>à di<br />

responsabile commerciale<br />

della promozione<br />

finanziaria, guiderà<br />

i coordinatori terr<strong>it</strong>oriali<br />

Giorgio<br />

Garofalo per il nord,<br />

Sergio Benassi per il<br />

centro-nord, Paolo<br />

Cecconello per il centro-sud<br />

e Marco Ferrari<br />

per il sud. Marconi avrà l’obiettivo di proseguire il progetto<br />

di cresc<strong>it</strong>a della promozione finanziaria estraendo<br />

valore dagli importanti investimenti effettuati sul canale<br />

negli ultimi anni e valorizzando ulteriormente il modello<br />

di business basatosull’integrazione<br />

della rete<br />

con le filiali della<br />

banca.<br />

Il responsabiledell’organizzazione<br />

Andrea<br />

Farnè, invece, si<br />

occuperà del<br />

coordinamento<br />

ANDREA FARNÈ,<br />

NUOVO DIRETTORE ORGANIZZATIVO<br />

DUCCIO MARCONI,<br />

NUOVO DIRETTORE COMMERCIALE<br />

degli uffici di supporto amministrativo, logistico e commerciale<br />

(Loris Berto) e comunicazione, formazione e marketing<br />

per la rete dei promotori (Massimo Marconi). Farnè<br />

avrà, in particolare, l’obiettivo di ottimizzare i processi e sviluppare<br />

ulteriormente le sinergie con le strutture della<br />

banca.<br />

Comunque non finisce qui il giro di poltrone in casa Credem.<br />

Roberto Maugeri è il nuovo direttore marketing e<br />

business development di Banca Euromobiliare, guidata<br />

dall’amministratore delegato Ferdinando Rebecchi. Maugeri<br />

avrà l’obiettivo di supportare lo sviluppo commerciale<br />

dell’attiv<strong>it</strong>à di Banca Euromobiliare.<br />

Il manager vanta un’importante esperienza in Fineco<br />

dove ricopriva la carica di responsabile comunicazione<br />

trade della rete dei promotori finanziari e nel Credem<br />

dove era approdato in qual<strong>it</strong>à di responsabile della<br />

comunicazione e del marketing in segu<strong>it</strong>o alla nomina<br />

di Carmelo Sarcià come vice direttore commerciale<br />

della rete di promozione. Maugeri, 37 anni, laureato<br />

in economia con un master in scienze della comunicazione,<br />

ha segu<strong>it</strong>o importanti iniziative nel settore,<br />

con particolare riferimento a modelli innovativi di<br />

distribuzione. ■


PROMOTORI&CONSULENTI<br />

Notizie in breve<br />

58 Gennaio 2010<br />

Il 4 dicembre scorso è scaduto il termine<br />

per la presentazione delle<br />

osservazioni relative al regolamento<br />

sulla figura professionale del consulente<br />

finanziario indipendente. Nafop,<br />

l’Associazione <strong>it</strong>aliana dei <strong>consulenti</strong><br />

finanziari indipendenti e delle società<br />

di consulenza guidata da Cesare<br />

Armellini, si dichiara soddisfatta del<br />

lavoro sin qui svolto e ribadisce le<br />

osservazioni presentate alla Consob.<br />

Considerazioni che ruotano princi-<br />

BANCA MEDIOLANUM<br />

Nuovi arrivi<br />

Prosegue per Banca Mediolanum il processo di espansione<br />

della propria rete distributiva. Vanno a rafforzare<br />

il team guidato dal banking group manager Giovanni<br />

Marchetta Giangiacomo Schiaffino e GianPaolo<br />

Alparone, che lasciano Banca Intesa e vanno a operare in<br />

Sardegna e Piemonte, e Romano Paolo Paolini, che saluta<br />

Banca Patrimoni Sella &c. e agirà in Campania.<br />

Inoltre sono arrivati Andrea Sette che, dopo avere maturato<br />

una considerevole esperienza in FinecoBank e in Xelion,<br />

entra nella struttura laziale di Mediolanum private banking e<br />

Luca Griggio, proveniente da Toro assicurazioni, dove ha operato<br />

per oltre un ventennio, che lascia il ruolo di agente generale<br />

per entrare nella struttura veneta di Banca Mediolanum.<br />

DEUTSCHE BANK<br />

Arriva V<strong>it</strong>toria<br />

ÈLudovico V<strong>it</strong>toria il nuovo responsabile del business<br />

banking, canale del private & business banking (rete degli<br />

sportelli) di Deutsche Bank in Italia. Il manager proviene<br />

da una lunga esperienza nel gruppo Bnl-Bnp Paribas dove ha<br />

ricoperto,sia in Italia sia all’estero,<br />

incarichi manageriali<br />

di crescente responsabil<strong>it</strong>à<br />

dal 1990 al 2009. Nel suo<br />

nuovo incarico a Deutsche<br />

Bank,V<strong>it</strong>toria riporta direttamente<br />

a Roberto Mancone,<br />

responsabile della rete degli<br />

sportelli del gruppo in Italia.<br />

NAFOP<br />

Così vogliamo il regolamento<br />

palmente intorno a quattro concetti<br />

chiave basati sul principio di tracciabil<strong>it</strong>à<br />

del processo di consulenza, sulla<br />

possibil<strong>it</strong>à per il consulente di personalizzare<br />

i tempi, sulle modal<strong>it</strong>à e i luoghi<br />

in cui prestare la consulenza e sull’impianto<br />

sanzionatorio.<br />

Nel dettaglio, riguardo a quest’ultimo<br />

punto, Nafop suggerisce un impianto<br />

sanzionatorio maggiormente articolato<br />

nell’individuazione dei comportamenti<br />

perseguibili. Attualmente nel<br />

CESARE ARMELLINI.<br />

PRESIDENTE DI NAFOP<br />

RETE MONTEPASCHI<br />

Barbieri al vertice<br />

quadro regolamentare, secondo l’Associazione<br />

guidata da Armellini, mancano<br />

sia il concetto di grav<strong>it</strong>à del danno, sia<br />

quello di dolo e ne deriva il rischio di radiazione<br />

per puri errori materiali. «Poiché<br />

nessun intermediario finanziario rischia<br />

la cessazione dell’attiv<strong>it</strong>à per un simile<br />

errore, è opportuno che l’organismo<br />

deputato alla tenuta dell’albo»,sottolinea<br />

Armellini,«sia forn<strong>it</strong>o non solo di<br />

sanzioni graduabili, ma anche di un sistema<br />

di valutazione delle violazioni».<br />

Dal 1° gennaio<br />

2010<br />

Giancarlo<br />

Barbieri è il nuovo<br />

responsabile della<br />

rete Montepaschi<br />

che attualmente<br />

conta 2.500 filiali<br />

distribu<strong>it</strong>e su 11<br />

aree in tutto il terr<strong>it</strong>orio nazionale. Il manager subentra a<br />

Claudio Pieri, che ha lasciato l’incarico per raggiunti lim<strong>it</strong>i di<br />

età. Entrato nel gruppo di Rocca Salimbeni nel 1992, Barbieri<br />

ha ricoperto numerosi incarichi sia nella rete filiali, sia alla<br />

direzione generale e, dopo avere guidato il progetto customer<br />

relationship management e defin<strong>it</strong>o l’applicazione dei<br />

modelli di servizio della banca, dal 2002 al 2006 ha diretto il<br />

servizio marketing retail per poi assumere, nel giugno dello<br />

stesso anno, la responsabil<strong>it</strong>à della direzione commercial<br />

banking distribution network di Mps.<br />

CONSOB<br />

Meno sanzioni ai promotori<br />

Scende il numero di provvedimenti presi dalla Consob<br />

nei confronti di intermediari e promotori finanziari.<br />

Nel 2009 le sanzioni adottate nei confronti dei professionisti<br />

sono state infatti 74, contro le 93 del 2008. Nel dettaglio<br />

la commissione guidata da Lamberto Cardia ha irrogato<br />

43 radiazioni dall’albo, 25 sospensioni, oltre a una sanzione<br />

pecuniaria e cinque richiami scr<strong>it</strong>ti.


OBBLIGAZIONARI CONVERTIBILI<br />

UNA CATEGORIA SULLE MONTAGNE RUSSE<br />

Il r<strong>it</strong>orno<br />

dalla paura<br />

di Rocki Gialanella<br />

60 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

Nel momento peggiore della<br />

crisi economico-finanziaria, la<br />

caduta dei listini e il conseguente<br />

scarso livello di appeal offerto<br />

dalla possibil<strong>it</strong>à di trasformarli in azioni,<br />

ha trasformato le obbligazioni convertibili<br />

in bond “normali”. Questo scenario<br />

ha fatto sì che la categoria dei<br />

fondi obbligazionari specializzati in<br />

convertible bond sia stata la più castigata<br />

dell’intero comparto obbligazionario,<br />

con perd<strong>it</strong>e medie superiori al<br />

27% nel triennio 2005-2008 e vicine al<br />

21% nel biennio 2007-2008. Nel 2008,<br />

i fondi che investono in bond convertibili<br />

sono stati penalizzati dalla neces-<br />

s<strong>it</strong>à delle grandi banche e degli hedge<br />

fund, che sono i principali invest<strong>it</strong>ori in<br />

questo tipo di bond, di ridurre il proprio<br />

indeb<strong>it</strong>amento. Le vend<strong>it</strong>e massicce<br />

hanno trascinato tutti i convertible<br />

bond fund in una spirale ribassista che<br />

ha pun<strong>it</strong>o soprattutto le strategie di<br />

arb<strong>it</strong>raggio sui bond convertibili.<br />

Dopo le pesanti perd<strong>it</strong>e accumulate nel 2008, questi prodotti hanno vissuto un intenso<br />

2009 sulla cresta dell’onda e in alcuni casi hanno ottenuto rendimenti superiori al<br />

50% in un anno. Nei mesi bui della crisi economico-finanziaria sono stati forse il<br />

settore più penalizzato e pochissimi credevano che ci sarebbe stato in breve tempo un<br />

recupero così vigoroso. Secondo diversi gestori era però possibile comprendere che la<br />

volatil<strong>it</strong>à delle azioni confrontata con quella delle opzioni sul medesimo t<strong>it</strong>olo incluse<br />

nel bond si trovava su livelli storicamente bassi


L’invest<strong>it</strong>ore ha assist<strong>it</strong>o inerme al<br />

crollo dei listini e alla dissoluzione della<br />

possibil<strong>it</strong>à di trasformare il bond in<br />

azioni al prezzo prefissato. Dopo il passaggio<br />

dell’uragano che ha devastato<br />

le performance di singole obbligazioni<br />

e fondi, il comparto è stato in grado di<br />

risorgere dalle macerie e offrire buone<br />

opportun<strong>it</strong>à a chi ha r<strong>it</strong>enuto opportuno<br />

accollarsi un rischio superiore a<br />

quello che permea in media gli investimenti<br />

obbligazionari. Col senno di poi,<br />

hanno avuto ragione i gestori che sostenevano<br />

la presenza nel comparto di<br />

un buon binomio rischio/rendimento.<br />

Inoltre, a detta di questi gestori, mettendo<br />

a confronto la volatil<strong>it</strong>à dei t<strong>it</strong>oli<br />

azionari con la volatil<strong>it</strong>à dell’opzione<br />

sul medesimo t<strong>it</strong>olo inclusa nel bond,<br />

si notava che la volatil<strong>it</strong>à dei convertibili<br />

si trovava su livelli storicamente<br />

bassi e offriva una qual<strong>it</strong>à media<br />

del cred<strong>it</strong>o superiore a quella dell’indice<br />

Itraxx dei corporate bond. Il key<br />

factor per ottenere risultati potenzialmente<br />

pos<strong>it</strong>ivi da questi strumenti si è<br />

basato nell’individuazione di t<strong>it</strong>oli ca-<br />

Fondi obbligazionari specializzati sui bond convertibili<br />

Fondo Società Valuta<br />

paci di recuperare parte del terreno<br />

perduto e risollevare le sorti dell’opzione<br />

di conversione.<br />

Le performance registrate da questi<br />

fondi nel 2009 evidenziano rendimenti<br />

a due cifre che si posizionano all’interno<br />

di un range molto ampio: si<br />

passa da guadagni sui 12 mesi di poco<br />

superiori al 13% per gli strumenti che<br />

occupano le ultime posizioni della classifica,<br />

a incrementi superiori al 50%<br />

per i migliori fondi. A dominare la categoria<br />

sulla base delle performance a un<br />

anno sono i gestori del gruppo Ubs: infatti<br />

ai primi due posti si trovano rispettivamente<br />

Global convertible<br />

bonds YA e Global convertible bonds<br />

XA di Ubs (Lux) inst<strong>it</strong>utional fund e al<br />

terzo posto Convert global P cap. hedged<br />

di Ubs (Lux) bond sicav, tutti con<br />

rendimenti superiori al 50%. Un po’<br />

staccati, ma ben al di sopra del 30%<br />

Europe convertible I cap. di Dexia<br />

bonds e Jpm global convertibles (eur)<br />

X acc. di Jp Morgan funds sicav.<br />

La maggior parte degli strumenti<br />

proposti dall’industria del risparmio<br />

% a<br />

1 anno<br />

% a<br />

3 anni<br />

% a<br />

5 anni<br />

INVESTIRE<br />

IN CINA<br />

Commissione<br />

annua di gestione<br />

Global Convertible Bonds Ya Ubs (Lux) Inst<strong>it</strong>utional Fund Sa Chf 54,35 9,75<br />

Global Convertible Bonds Xa Ubs (Lux) Inst<strong>it</strong>utional Fund Sa Eur 50,73 8,10<br />

Convert Global P Cap. Hedged Ubs (Lux) Bond Sicav Eur 50,40 1,64 1,80%<br />

Europe Convertible I Cap. Dexia Bonds Eur 37,58 -19,95 -8,02 0,50%<br />

Jpm Global Convertibles (Eur) X Acc. Jpmorgan Funds Sicav Eur 32,48 0,81<br />

Anima Convertibile Acc. Anima Sgrpa Eur 27,74 3,90 13,90 1,20%<br />

Convert Europe B Cap. Cred<strong>it</strong> Suisse Bond Fund (Lux) Sa Eur 26,98 -0,74 21,96 1,20%<br />

Bonds Europe Convertible Fc Sgam Fund Sicav Eur 22,69 1,00%<br />

M&G Global Convertible C Acc. M&G Global Convertible C Acc. Eur 20,35 0,75%<br />

Euro Convertible Bonds E Acc. Generali Investments Sicav Eur 20,05 1,30%<br />

Global Convertible Bond Classic/Dist. Caam Funds Sicav Eur 19,65 -8,42 14,04 1,20%<br />

M&G Global Convertibles A Acc. M&G International Investments Ltd Eur 19,46 1,50%<br />

Global Convertibles A Aviva Investors Sicav Usd 19,51 1,20%<br />

Dws Invest Convertibles Lc Dws Invest Sicav Eur 18,72 2,33 22,92 1,20%<br />

Jpm Global Convertibles (Usd) A Acc. Jpmorgan Fleming Investment Funds Sicav Usd 17,63 -7,66 13,66 1,25%<br />

Convertibile Arancio P Dist. Ing Direct Sicav Eur 13,72<br />

Global Convertible Bond I Morgan Stanley Investment Funds Sicav Usd 13,06 -10,64 1,61 0,60%<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 61


OBBLIGAZIONARI CONVERTIBILI<br />

UNA CATEGORIA SULLE MONTAGNE RUSSE<br />

62 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

gest<strong>it</strong>o riesce a mantenersi in terr<strong>it</strong>orio<br />

pos<strong>it</strong>ivo anche sui 36 e 60 mesi, segno<br />

che la categoria, nonostante alcuni<br />

anni molto penalizzanti per i bond<br />

convertibili, è riusc<strong>it</strong>a a preservare l’investimento<br />

dei sottoscr<strong>it</strong>tori che vi<br />

hanno destinato una quota del proprio<br />

portafoglio senza un approccio puramente<br />

speculativo. Anche se a determinare<br />

le performance pos<strong>it</strong>ive sul<br />

lungo periodo è stato soprattutto l’andamento<br />

del 2009, che ha permesso di<br />

recuperare le pesanti perd<strong>it</strong>e accumulate<br />

nel corso della crisi<br />

Una pecca evidente del comparto<br />

resta l’alto costo delle commissioni di<br />

gestione, che si discostano dal Ter dei<br />

fondi obbligazionari e oscillano all’interno<br />

di un range sensibilmente più vicino<br />

a quello che caratterizza gli strumenti<br />

azionari.<br />

LE CARATTERISTICHE<br />

Le convertibili sono obbligazioni corporate<br />

che forniscono al possessore<br />

l’opzione, ma non l’obbligo, di convertire<br />

il bond in uno specifico numero di<br />

azioni della stessa società em<strong>it</strong>tente a<br />

un determinato prezzo. La conversione<br />

può avvenire di sol<strong>it</strong>o in qualunque<br />

momento della durata del bond.<br />

Le convertibili hanno caratteristiche<br />

simili sia alle obbligazioni sia alle<br />

azioni. Come per le obbligazioni, il valore<br />

della convertibile dipende dal tasso<br />

di interesse attuale e atteso e dalla<br />

solid<strong>it</strong>à finanziaria dell’em<strong>it</strong>tente. Tuttavia,<br />

il valore di questo strumento dipende<br />

anche da altri fattori, tra cui il<br />

prezzo dell’azione della società em<strong>it</strong>tente,<br />

la volatil<strong>it</strong>à di tale prezzo e la<br />

durata residua del bond. Di conseguenza,<br />

le obbligazioni convertibili<br />

differiscono notevolmente da normali<br />

obbligazioni e azioni e la loro performance<br />

non può essere replicata investendo<br />

semplicemente in una loro<br />

combinazione.<br />

Il vantaggio delle obbligazioni<br />

convertibili sta nel fatto che offrono<br />

le potenzial<strong>it</strong>à di rialzo delle azioni e<br />

la protezione dal rischio di ribasso che<br />

è tipica delle obbligazioni, consentendo<br />

in tal modo di realizzare rendimenti<br />

risk-adjusted che superano significativamente<br />

entrambe le asset class.<br />

In un periodo di volatil<strong>it</strong>à dei mercati,<br />

le obbligazioni convertibili offrono<br />

un’interessante opportun<strong>it</strong>à rispetto<br />

al puro investimento azionario od<br />

obbligazionario.<br />

Considerando che le convertibili<br />

hanno le caratteristiche sia dei bond<br />

sia delle azioni, sono soggette alle<br />

oscillazioni del prezzo dell’azione della<br />

società em<strong>it</strong>tente. Il modo in cui una<br />

convertibile reagisce al mutare del<br />

prezzo dell’azione determina le caratteristiche<br />

di rischio e i rendimenti che<br />

possono essere raggiunti. Se il valore di<br />

una convertibile subisce minime oscillazioni<br />

rispetto movimenti del prezzo<br />

dell’azione, le sue caratteristiche sono<br />

simili alle obbligazioni e produce rendimenti<br />

tipici dei bond. Se invece il valore<br />

della convertibile riflette quasi<br />

pienamente i movimenti del prezzo<br />

dell’azione (sia verso l’alto, sia verso il<br />

basso), le sue caratteristiche sono simili<br />

alle azioni e produce lo stesso rischio/rendimento<br />

dell’equ<strong>it</strong>y. ■


Spinti Spinti da da le le<br />

nuove nuove<br />

emi emi sioni sioni<br />

Per i gestori di fondi obbligazionari<br />

convertibili il 2009 sarà<br />

un anno da ricordare a lungo.<br />

La categoria era considerata praticamente<br />

morta nei primi mesi del 2009 e<br />

aveva le peggiori caratteristiche dei<br />

corporate bond e delle azioni, le due<br />

categorie certamente più penalizzate<br />

nel pieno della crisi. Poi, in segu<strong>it</strong>o ai<br />

recuperi dei mercati, la resurrezione,<br />

dovuta anche alla capac<strong>it</strong>à di alcuni<br />

money manager di mantenere i nervi<br />

saldi nei periodi più difficili. Fondi&Sicav<br />

ha intervistato due dei gestori più<br />

significativi di questo comparto: Tom<br />

Willis, Aviva investors convertibles<br />

fund manager, ed Elisabetta Villa, gestore<br />

del fondo Anima convertibile.<br />

Quale processo segu<strong>it</strong>e nel selezionare<br />

le società in cui investire?<br />

Willis. «Seguiamo un processo ben collaudato<br />

che utilizziamo da oltre sette<br />

anni. Fondamentalmente, sondiamo<br />

l’universo dei bond convertibili alla ricerca<br />

di qual<strong>it</strong>à che r<strong>it</strong>eniamo interessanti<br />

per questa asset class. Ciò ci permette<br />

di concentrarci solo su quelle società<br />

che rispettano cr<strong>it</strong>eri predefin<strong>it</strong>i<br />

per la struttura di investimento. Una<br />

volta che abbiamo ristretto il nostro<br />

universo di t<strong>it</strong>oli convertibili, conduciamo<br />

stress test e procediamo con l’analisi<br />

dell’orizzonte temporale su ciascun<br />

t<strong>it</strong>olo, in modo da poterci concentrare<br />

su quelle idee che hanno il migliore potenziale<br />

di rendimento per un dato li-<br />

OBBLIGAZIONARI CONVERTIBILI/2<br />

INTERVISTA PARALLELA<br />

L’entrata sul mercato di nuovi<br />

bond con la clausola di<br />

conversione, secondo i gestori, ha<br />

dato impulso al settore in un<br />

momento cruciale. Determinanti<br />

sono state anche la ripresa dei<br />

mercati azionari a partire da<br />

marzo e la capac<strong>it</strong>à di scegliere le<br />

aziende più interessanti in tutto il<br />

mondo, in un momento in cui il<br />

rischio era molto alto. Discrete<br />

prospettive anche per il 2010,<br />

anche se tutti pensano che le<br />

performance dell’anno passato<br />

siano irripetibili<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 63


OBBLIGAZIONARI CONVERTIBILI/2<br />

INTERVISTA PARALLELA<br />

64 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

vello di rischio. In segu<strong>it</strong>o, esaminiamo<br />

i fondamentali delle obbligazioni e<br />

delle azioni sottostanti la società selezionata<br />

per stabilire se la convertibile<br />

sia appropriata per l’investimento».<br />

Villa. «La metodologia di investimento<br />

prevede un approccio di tipo bottomup:<br />

il primo oggetto di analisi è la singola<br />

azienda e le attiv<strong>it</strong>à finanziarie a<br />

essa collegate. Il bagaglio dei cr<strong>it</strong>eri di<br />

valutazione si compone di strumenti<br />

sia qual<strong>it</strong>ativi sia quant<strong>it</strong>ativi: competenza<br />

e motivazione del management,<br />

efficienza di un modello di business,<br />

posizionamento compet<strong>it</strong>ivo, discounted<br />

cash flow, multipli di mercato, valore<br />

di un marchio, ecc. ».<br />

Come valutate la s<strong>it</strong>uazione del mercato<br />

europeo delle obbligazioni convertibili?<br />

Willis. «Il mercato europeo delle obbligazioni<br />

convertibili è notevolmente<br />

migliorato nel 2009, dato il considerevole<br />

numero di nuove emissioni. Per la<br />

maggior parte dell’anno, abbiamo avuto<br />

una posizione underweight sul Vecchio<br />

continente, perché la mancanza di<br />

domanda ha compromesso la liquid<strong>it</strong>à<br />

e reso le obbligazioni care, ma l’emissione<br />

di nuovi t<strong>it</strong>oli per 42 miliardi di<br />

dollari a fine anno ha migliorato considerevolmente<br />

le prospettive di scambio<br />

ELISABETTA VILLA, GESTORE DEL FONDO ANIMA CONVERTIBILE<br />

ed è di buon auspicio per l’area nel<br />

prossimo futuro».<br />

Villa. «Le convertibili europee hanno<br />

avuto un anno tra i migliori degli ultimi<br />

10: del resto le valutazioni al 1°<br />

gennaio 2009 erano tra le più basse<br />

mai viste (s<strong>it</strong>uazione che è durata fino<br />

a marzo), per cui il mercato è part<strong>it</strong>o da<br />

livelli di ampia sottovalutazione. Poi<br />

una serie di nuove emissioni (ce ne sono<br />

state più di 60 in tutto l’anno) ha<br />

contribu<strong>it</strong>o a ricostruire uno stock che<br />

si stava assottigliando (secondo alcuni<br />

solo 14 mesi fa il mercato delle convertibili<br />

era destinato a chiudere...). Infine<br />

il recupero sui mercati azionari e cred<strong>it</strong>izi<br />

e il parziale r<strong>it</strong>orno della propensione<br />

da parte degli invest<strong>it</strong>ori a investire<br />

su attiv<strong>it</strong>à rischiose hanno fatto sì che<br />

vecchie e nuove emissioni riprendessero<br />

a trattare a livelli più consoni al mercato<br />

europeo, attirando nuovi cap<strong>it</strong>ali.<br />

Quindi a inizio 2010 direi che il mercato<br />

è forte, nei fondamentali e nella base<br />

di invest<strong>it</strong>ori, ma sarà molto difficile<br />

replicare la performance del 2009. Una<br />

nota di cautela deriva dal fatto che le<br />

sfide per le aziende, sia sul fronte macroeconomico<br />

sia su quello delle ristrutturazioni<br />

interne, appaiono molto<br />

grandi e che le valutazioni sul mercato<br />

non sono più convenienti come un anno<br />

fa».<br />

Quali scelte hanno consent<strong>it</strong>o al fondo<br />

che lei gestisce di ottenere buone<br />

performance negli ultimi 12 mesi?<br />

Willis. «La performance dell’ultimo anno<br />

è stata guidata da una serie di fattori.<br />

Le transazioni orientate dal cred<strong>it</strong>o<br />

sono state di particolare supporto<br />

nei primi mesi del 2009 dal momento<br />

che l’asset class ha registrato un rimbalzo<br />

rispetto a livelli piuttosto bassi.<br />

Inoltre, molte aziende hanno emesso<br />

nuovi t<strong>it</strong>oli convertibili a condizioni<br />

molto interessanti. Abbiamo accumulato<br />

posizioni in alcuni di essi e la<br />

performance del fondo ne ha chiaramente<br />

beneficiato. Infine, man mano<br />

che il rimbalzo di mercato continuava,<br />

siamo riusc<strong>it</strong>i a diversificare l’investimento<br />

in società più sensibili sul fronte<br />

delle azioni e siamo riusc<strong>it</strong>i ad agganciare<br />

il rally dei mercati azionari. I<br />

settori tecnologico, industriale e minerario<br />

hanno tutti contribu<strong>it</strong>o alla<br />

performance».<br />

Villa. «Nella prima parte dell’anno con<br />

la discesa del mercato azionario e la<br />

scars<strong>it</strong>à di emissioni di convertibili sul<br />

mercato primario, abbiamo optato da<br />

un lato per un incremento nelle posizioni<br />

in convertibili che avevamo in<br />

portafoglio e dall’altro per l’investimento<br />

in t<strong>it</strong>oli obbligazionari corporate<br />

che presentavano un rendimento at


OBBLIGAZIONARI CONVERTIBILI/2<br />

INTERVISTA PARALLELA<br />

66 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

teso molto alto e incorporavano aspettative<br />

decisamente negative. Nello<br />

specifico abbiamo invest<strong>it</strong>o anche in<br />

t<strong>it</strong>oli subordinati bancari (T1 e preferred<br />

convertible) i cui livelli di valutazione<br />

incorporavano la quasi certezza<br />

di nazionalizzazione della maggior parte<br />

degli enti. I t<strong>it</strong>oli convertibili esistenti<br />

sul mercato, oltre a essere più scarsi<br />

come numeros<strong>it</strong>à rispetto ai t<strong>it</strong>oli societari<br />

dello stesso em<strong>it</strong>tente, presentavano<br />

un delta alquanto basso e un rischio<br />

più elevato delle equivalenti<br />

emissioni corporate».<br />

Qual è l’asset allocation del fondo in<br />

termini di paesi e aree geografiche?<br />

E in termini di settori?<br />

Willis. «Al momento abbiamo invest<strong>it</strong>o<br />

il 47% circa negli Stati Un<strong>it</strong>i, il 28% in<br />

Europa e il restante in Asia e nelle altre<br />

aree geografiche. Questo fatto dovrebbe<br />

mettere in relazione una posizione<br />

in leggero underweight sull’Europa a<br />

una corrispondente posizione overweight<br />

sull’Asia. Questa allocation è stata<br />

leggermente modificata quest’anno,<br />

dal momento che abbiamo aumentato<br />

la nostra esposizione sull’Europa sulla<br />

base dei fondamentali in miglioramento<br />

del mercato delle convertibili. In termini<br />

di settori, le nostre posizioni più<br />

rimarchevoli sono overweight in beni di<br />

consumo non ciclici (healthcare) e It<br />

(tecnologia), con un sostanziale underweight<br />

nei finanziari».<br />

TOM WILLIS, AVIVA INVESTORS<br />

CONVERTIBLES FUND MANAGER<br />

Villa. «All’interno del portafoglio delle<br />

obbligazioni convertibili abbiamo un<br />

maggior peso sul Giappone (36% del<br />

portafoglio convertibile) che notoriamente<br />

presenta un mercato con maggiori<br />

emissioni di t<strong>it</strong>oli convertibili; seguono<br />

gli Usa (25% del portafoglio<br />

convertibile) e il restante in Europa.<br />

Settorialmente la tecnologia nel portafoglio<br />

delle convertibili pesa per il<br />

37%, segu<strong>it</strong>a da finanziari, consumer<br />

service (entrambi intorno al 25%) e industriali<br />

(8%).<br />

Quali variabili potrebbero influenzare<br />

il mercato delle obbligazioni convertibili<br />

nel 2010?<br />

Willis. «Il fattore che influenzerà maggiormente<br />

l’asset class sarà sicuramente<br />

l’incertezza dei mercati. Le convertibili<br />

stanno già offrendo un discreto valore<br />

rispetto alla media storica: per il<br />

2010 ci aspettiamo quindi un tono generalmente<br />

pos<strong>it</strong>ivo. I principali punti che<br />

prendiamo in considerazione sono i livelli<br />

generali dei mercati azionari, verso i<br />

quali abbiamo al momento una disposizione<br />

discretamente pos<strong>it</strong>iva, e i livelli<br />

dei cred<strong>it</strong> spread, dei quali siamo un po’<br />

più preoccupati dato il livello delle emissioni<br />

obbligazionarie dell’ultimo anno e i<br />

già stretti livelli di spread. Un altro fatto-<br />

re che potrà influenzare il mercato delle<br />

obbligazioni convertibili nel 2010 è dato<br />

dalle nuove emissioni, che ci aspettiamo<br />

numerose, soprattutto se i tassi di interesse<br />

inizieranno a salire».<br />

Villa. «Per il 2010 occorrerà prestare<br />

attenzione a diversi fattori. In primo<br />

luogo più rimane stabile la dinamica<br />

del mercato azionario, più cap<strong>it</strong>ali dovrebbero<br />

essere attratti e ciò sol<strong>it</strong>amente<br />

va a beneficio sia delle azioni sia<br />

degli strumenti a esse collegati; in secondo<br />

luogo sul mercato primario, se<br />

gli spread sui corporate bond restano<br />

ampi, c’è un incentivo per le piccole e<br />

medie compagnie a utilizzare le convertibili<br />

come mezzo di finanziamento,<br />

perché abbassano i costi rispetto ai<br />

bond normali, data la componente opzionale.<br />

Terzo la disponibil<strong>it</strong>à di leverage<br />

per gli hedge fund: se torna il leverage,<br />

gli hedge fund possono incrementare<br />

i propri investimenti nelle<br />

convertibili, fornendo liquid<strong>it</strong>à al mercato<br />

e incrementando l’interesse nelle<br />

nuove emissioni. Infine l’attiv<strong>it</strong>à di<br />

M&a: le convertibili in alcuni casi sono<br />

un buon modo per scommettere su<br />

un’acquisizione, in quanto hanno clausole<br />

di compensazione che possono<br />

fruttare molto più che il semplice movimento<br />

delle azioni». ■


CLASSIFICHE GESTORI<br />

LE VALUTAZIONI DI CITYWIRE<br />

La rivinc<strong>it</strong>a<br />

degli azionari<br />

di Boris Secciani<br />

Nella graduatoria dei primi 100<br />

money manager europei<br />

prevalgono di gran lunga i<br />

professionisti che operano<br />

sull’equ<strong>it</strong>y. Fra i pochi che si<br />

muovono nei bond la maggior<br />

parte si dedica agli emerging<br />

market. Ai primi due posti in<br />

classifica Vincent Durel e Ronald<br />

Slattery, ambedue di Fidel<strong>it</strong>y. Si<br />

sono comportati bene gli <strong>it</strong>aliani,<br />

con Luigi Degrada di Fideuram al<br />

terzo posto e Walter Rossini di<br />

Aletti Gestielle con rating AAA<br />

68 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

Èil francese Vincent Durel, responsabile<br />

del fondo France A<br />

eur di Fidel<strong>it</strong>y, il nuovo leader<br />

della classifica dei gestori elaborata alla<br />

fine del 2009 da C<strong>it</strong>ywire. Questo<br />

money manager per 35 mesi in tre anni<br />

è riusc<strong>it</strong>o a sovraperformare il suo<br />

benchmark di riferimento e in certi casi<br />

in misura molto forte. Nel corso del<br />

2009, per esempio, con una performance<br />

complessiva del 28,12% è stato<br />

ottenuto un risultato migliore, rispetto<br />

all’indice di riferimento, di oltre il 4%.<br />

Durel lavora a Fidel<strong>it</strong>y dal 2004 e dal 1°<br />

gennaio 2007 gestisce il fondo France<br />

A eur. Il suo stile di gestione è bottom<br />

up e l’impegno costante è posto nel<br />

cercare storie di cresc<strong>it</strong>a non ancora<br />

correttamente valutate dal mercato.<br />

Ancora di Fidel<strong>it</strong>y è il secondo classificato<br />

nella graduatoria di C<strong>it</strong>ywire: si<br />

tratta di Ronald Slattery, che gestisce<br />

il prodotto azionario specializzato Japan<br />

advantage A Jpy e che ha ottenuto<br />

una performance pos<strong>it</strong>iva rispetto al<br />

benchmark di riferimento per 34 mesi<br />

su tre anni. Ha cominciato a lavorare<br />

presso la sede di Tokyo di Fidel<strong>it</strong>y nel<br />

1999, nel 2003 è diventato direttore<br />

della ricerca e dal 2007 è portfolio manager<br />

per l’area giapponese. A completamento<br />

dell’ottimo successo di squadra<br />

di Fidel<strong>it</strong>y, c’è anche l’undicesima<br />

posizione di Allan Liu, gestore del fondo<br />

equ<strong>it</strong>y South east Asia A, che ha<br />

realizzato 36 mesi di performance pos<strong>it</strong>ive<br />

rispetto al benchmark e ha ottenuto<br />

anch’esso una tripla A da C<strong>it</strong>ywire.


I primi cinquanta gestori selezionati da C<strong>it</strong>ywire<br />

Gestore<br />

C<strong>it</strong>ywire<br />

rating<br />

Società di gestione Fondi gest<strong>it</strong>i<br />

Numero mesi sopra<br />

il benchmark<br />

Vincent Durel AAA Fidel<strong>it</strong>y Fidel<strong>it</strong>y Funds - France A Eur 35 Equ<strong>it</strong>y France<br />

Ronald Slattery AAA Fidel<strong>it</strong>y Fidel<strong>it</strong>y Funds - Japan Advantage A Jpy 34 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />

Fond<strong>it</strong>alia Equ<strong>it</strong>y Italy<br />

36<br />

Equ<strong>it</strong>y Italy<br />

Luigi Degrada AAA Fideuram Investimenti<br />

Sanpaolo Invest Equ<strong>it</strong>y Italy Fund<br />

36<br />

Equ<strong>it</strong>y Italy<br />

Imi - Italy<br />

36<br />

Equ<strong>it</strong>y Italy<br />

Thomas Dobell AAA M&G M&G Recovery A Inc 36 Equ<strong>it</strong>y UK<br />

Jane Henderson AAA Standard Chartered Threadneedle (Lux)-Us Equ<strong>it</strong>ies Au 36 Equ<strong>it</strong>y North America<br />

Duilio R. Ramallo AAA Robeco Asset Management Robeco Us Premium Equ<strong>it</strong>ies D Usd 36 Equ<strong>it</strong>y North America<br />

Edouard Carmignac AAA Carmignac Gestion Carmignac Investissement A 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Robert Levy AAA Natixis Oakmark Us Large Cap Value Fd R/A(Usd) 36 Equ<strong>it</strong>y North America<br />

Michael Mangan AAA Natixis Oakmark Us Large Cap Value Fd R/A(Usd) 36 Equ<strong>it</strong>y North America<br />

Tadao Minaguchi AAA Morgan Stanley Morgan Stanley Japanese Equ<strong>it</strong>y Advantage A Jpy 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />

Stephen Harker AAA Societe Generale Asset Management Sgam Fund Equ<strong>it</strong>ies Japan Corealpha Ac 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />

Neil Edwards AAA Societe Generale Asset Management Sgam Fund Equ<strong>it</strong>ies Japan Corealpha Ac 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />

Tycho Van Wijk AAA Ing Investment Management Ing (L) Invest Global Opportun<strong>it</strong>ies P Cap 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Allan Liu AAA Fidel<strong>it</strong>y Fidel<strong>it</strong>y Funds - South East Asia A Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Asia Pacific Ex Japan<br />

Alice Gaskell AAA Blackrock Bgf Euro-Markets Fund A2 Eur 36 Equ<strong>it</strong>y EuroZone<br />

Walter Rossini AAA Aletti Gestielle Gestielle East Europe A 36 Equ<strong>it</strong>y Emerging Mkts Europe<br />

Frédéric Plisson AA Financiere De L'echiquier Echiquier Major 36 Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Nigel Bolton AA Blackrock<br />

Bgf European Fund A2 Eur<br />

Bgf European Focus Fund A2 Eur<br />

30<br />

30<br />

Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

INVESTIRE<br />

IN CINA<br />

Tom Mermagen AA Banque Syz Oyster Japan Opportun<strong>it</strong>ies Yen 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />

Steven Morant AA Banque Syz Oyster Japan Opportun<strong>it</strong>ies Yen 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />

Ian Wright AA Banque Syz Oyster Japan Opportun<strong>it</strong>ies Yen 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />

Richard Phillips AA Banque Syz Oyster Japan Opportun<strong>it</strong>ies Yen 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />

Paul Chesson AA Invesco Asset Management Invesco Japanese Equ<strong>it</strong>y Core A 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />

Lars Schickentanz AA Monte Paschi Asset Management<br />

Ducato Geo Europa A<br />

Ducato Geo Globale A<br />

33<br />

21<br />

Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Thomas Perkins AA Janus International Perkins Us Strategic Value A Usd Acc 36 Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />

Jeffrey Kautz AA Janus International Perkins Us Strategic Value A Usd Acc 36 Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />

Stuart O'gorman AA Henderson New Star Henderson Hf Global Technology A2 Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Sector Information Tech<br />

Settimio Stigliano AA Arca<br />

Optima Azionario Italia<br />

Arca Azioni Italia<br />

36<br />

36<br />

Equ<strong>it</strong>y Italy<br />

Equ<strong>it</strong>y Italy<br />

Jaap Van Der Hart AA Robeco Asset Management Robeco Emerging Stars Equ<strong>it</strong>ies D Eur 36 Equ<strong>it</strong>y Emerging Mkts Global<br />

Jenny Jones AA Schroders<br />

Steven Gorham AA Mfs International<br />

Schroder Isf Us Smaller Companies A Acc<br />

Schroder Isf Us Small & Mid-Cap Equ<strong>it</strong>y A Acc<br />

Mfs Meridian Funds Global Value A1 Usd<br />

Mfs Meridian Funds Us Value A1 Usd<br />

36<br />

36<br />

27<br />

36<br />

Settore<br />

Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />

Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />

Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Equ<strong>it</strong>y North America<br />

Moni Sternbach AA Gartmore Investment Ltd Gartmore Sicav Pan European Smaller Cos Eur A 36 Equ<strong>it</strong>y Europe Sm&Mid Cap<br />

Mary-Thérèse Barton AA Pictet & Cie Pf(Lux)-Global Emerging Debt-P Cap 36 Bond Emerging Markets Global<br />

Pierre Nebout AA Edmond De Rothschild Asset Management Tricolore Rendement C 36 Equ<strong>it</strong>y France<br />

Tom Callan AA Blackrock Bgf Us Small & Midcap Opportun<strong>it</strong>ies Fund A2 Usd 30 Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />

Jp Scandalios AA Franklin Templeton Franklin Technology A Acc Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Sector Information Tech<br />

Igor De Maack AA Dnca Finance Centifolia C 35 Equ<strong>it</strong>y France<br />

Sebastien Buch AA Union Investment Uni21. Jahrhundert -Net- 35 Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Edwin Lugo AA Franklin Templeton<br />

Franklin European Growth A Acc<br />

Franklin European Small-Mid Cap Growth A Acc Eur<br />

35<br />

36<br />

Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Equ<strong>it</strong>y Europe Sm&Mid Cap<br />

Cécile Daudet-Bahar AA Bnp Paribas Parvest Turkey C Eur 36 Equ<strong>it</strong>y Emerging Mkts Europe<br />

Philip Parker AA Aviva Investors Aviva Investors Pan European Equ<strong>it</strong>y A 36 Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Jean-Charles Mériaux AA Dnca Finance Centifolia C 36 Equ<strong>it</strong>y France<br />

Patrick Kolb AA Cred<strong>it</strong> Suisse Asset Management Cred<strong>it</strong> Suisse Equ<strong>it</strong>y (Lux) Global Secur<strong>it</strong>y B 33 Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Simon Lue-Fong AA Pictet & Cie<br />

Pf(Lux)-Emerging Local Currency Debt-P Cap<br />

Pf(Lux)-Global Emerging Currencies-P Cap<br />

Pf(Lux)-Global Emerging Debt-P Cap<br />

36<br />

36<br />

36<br />

Bond Emerging Markets Global<br />

Bond Emerging Markets Global<br />

Bond Emerging Markets Global<br />

Emanuele Pignatelli AA Pkb Privatbank Planetarium Fund Riverfield Equ<strong>it</strong>ies 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Bill Sung AA Natixis Absolute Asia Am Pacific Rim Equ<strong>it</strong>ies Fd R/A(Usd) 36 Equ<strong>it</strong>y Asia Pacific Ex Japan<br />

Felix Meier AA Cred<strong>it</strong> Suisse Asset Management Cred<strong>it</strong> Suisse Equ<strong>it</strong>y (Lux) Small&Mid Cap Germany B 36 Equ<strong>it</strong>y German Sm&Mid Cap<br />

Kent Shepherd AA Franklin Templeton Franklin Us Equ<strong>it</strong>y A Acc Usd 36 Equ<strong>it</strong>y North America<br />

Marco Ravagli AA Dws Investments Dws Invest Global Equ<strong>it</strong>ies 130/30 Lc 30 Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Philippe Lecoq A Edmond De Rothschild Asset Management<br />

Saint-Honore Europe Synergie A<br />

Europe Rendement C<br />

Edmond De Rothschild Europe Value A<br />

36<br />

36<br />

36<br />

Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Equ<strong>it</strong>y Europe


I secondi cinquanta gestori selezionati da C<strong>it</strong>ywire<br />

Gestore<br />

C<strong>it</strong>ywire<br />

rating<br />

Società di gestione Fondi gest<strong>it</strong>i<br />

Numero mesi sopra<br />

il benchmark<br />

Simon Haines A Threadneedle Investments<br />

Threadneedle Uk Accelerando C1<br />

Threadneedle Uk Mid 250<br />

9<br />

36<br />

Equ<strong>it</strong>y Uk<br />

Equ<strong>it</strong>y Uk Sm&Mid Cap<br />

Claus Vorm A Nordea<br />

Nordea 1 - Global Core Equ<strong>it</strong>y Fund Bp Eur<br />

Nordea 1 - Global Stable Equ<strong>it</strong>y Bp Eur<br />

32<br />

32<br />

Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Jan Berg A Cred<strong>it</strong> Suisse Asset Management Cred<strong>it</strong> Suisse Equ<strong>it</strong>y (Lux) Small&Mid Cap Europe B 34 Equ<strong>it</strong>y Europe Sm&Mid Cap<br />

Ron Sachs A Janus International Janus Us Twenty A Usd Acc 36 Equ<strong>it</strong>y North America<br />

Dennis Stattman A Blackrock Bgf Global Dynamic Equ<strong>it</strong>y Fund A2 Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Thomas Schüssler A Dws Investments Dws Invest Global Value Lc 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Andrew Porter A Standard Chartered Threadneedle (Lux)-Japanese Equ<strong>it</strong>ies Aj 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />

Bob Hodgson A Blackrock Bgf World Healthscience Fund A2 Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Sector Pharma&Health<br />

Andrea Nascè A Walter Scott & Partners Lim<strong>it</strong>ed Globersel Equ<strong>it</strong>y 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Agne Z<strong>it</strong>kute A Pictet & Cie Pf(Lux)-Eastern Europe-P Cap 36 Equ<strong>it</strong>y Emerging Mkts Europe<br />

Barry Dargan A Mfs International<br />

Mfs Meridian Funds European Growth A1 Eur<br />

Mfs Meridian Funds Global Growth A1 Usd<br />

36<br />

36<br />

Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Hans Van De Weg A Ing Investment Management Ing (L) Invest Europe Opportun<strong>it</strong>ies P Cap 35 Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Klaus Kaldemorgen A Dws Investments<br />

Dws Akkumula<br />

Dws Vermoegensbildungsfonds I (Lux)<br />

36<br />

36<br />

Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Scott Glasser A Legg Mason<br />

Legg Mason Clearbridge Us Lrg Cap Gth A Dis A Usd<br />

Legg Mason Clearbridge Us Appreciation A Dis A Usd<br />

32<br />

32<br />

Equ<strong>it</strong>y North America<br />

Equ<strong>it</strong>y North America<br />

Arthur Hoffmann A Bank Sarasin & Cie Ag Sarasin Oekosar Equ<strong>it</strong>y - Global A 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Grégoire Scheiff A Dnca Finance Centifolia Europe C 36 Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Charles Mcquacker A Standard Chartered<br />

Threadneedle (Lux)-Pan European Equ<strong>it</strong>ies Ae<br />

Globersel Equ<strong>it</strong>y<br />

36<br />

36<br />

Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Hans Hölzl A Union Investment Uniasiapacific A 36 Equ<strong>it</strong>y Asia Pacific Ex Japan<br />

John Remmert A Franklin Templeton Franklin Global Growth A Acc 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />

R<strong>it</strong>a Dhut A Aviva Investors Aviva Investors European Value Equ<strong>it</strong>y A 36 Equ<strong>it</strong>y Europe Ex Uk<br />

Bruce Stout A Aberdeen Asset Management Aberdeen Global - World Equ<strong>it</strong>y A Acc 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Stefan Moeckel A Newton Investment Management Westlb Mellon Compass Euro Small Cap Equ<strong>it</strong>y C Eur 36 Equ<strong>it</strong>y Eurozone Sm&Mid Cap<br />

R. Brendt Stallings A Societe Generale Asset Management Sgam Fund Equ<strong>it</strong>ies Us Mid Cap Growth Ac 36 Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />

Gary Motyl A Franklin Templeton Franklin Templeton Global Growth & Value A Acc Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Isabelle De Gavoty A Axa Investment Managers Axa Wf Framlington Europe Small Cap Ac 34 Equ<strong>it</strong>y Europe Sm&Mid Cap<br />

Claude Tiramani A Bnp Paribas Parvest Emerging Markets Europe C 36 Equ<strong>it</strong>y Emerging Mkts Europe<br />

Joseph Tse A Fidel<strong>it</strong>y Fidel<strong>it</strong>y Funds - Asian Special S<strong>it</strong>s A 36 Equ<strong>it</strong>y Asia Pacific Ex Japan<br />

Claus Nielsen A Nordea Nordea 1 - Central & Eastern European Equ<strong>it</strong>y Bp Eu 33 Equ<strong>it</strong>y Emerging Mkts Europe<br />

Andrew Russell A Gartmore Investment Ltd Gartmore Sicav Global Bond Usd D2 36 Bond Global<br />

Guido Crivellaro A Bim Intermobilare Sgr<br />

Symphonia Azionario Italia<br />

Bim Azionario Italia<br />

Synergia Azionario Italia<br />

Bim Azionario Small Cap Italia<br />

36<br />

36<br />

36<br />

20<br />

Settore<br />

Equ<strong>it</strong>y Italy<br />

Equ<strong>it</strong>y Italy<br />

Equ<strong>it</strong>y Italy<br />

Equ<strong>it</strong>y Italy Sm&Mid Cap<br />

David Mannheim A Mfs International Mfs Meridian Funds Global Equ<strong>it</strong>y A1 Eur 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Samuel Isaly A Orbimed Eaton Vance Emerald Worldwide Health Sci M2 Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Sector Pharma&Health<br />

Eric Plantier A Bnp Paribas Parvest Euro Bond C 36 Bond Eur<br />

Francesca Di Cesare A Aletti Gestielle Gestielle Emerging Markets Bond A 36 Bond Emerging Markets Global<br />

Marc Craquelin A Financiere De L'echiquier Echiquier Selection 30 Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Dirk-Jan Verzuu A Ing Investment Management<br />

Ing (L) Invest Europe Growth P Cap<br />

Ing (L) Invest Global Opportun<strong>it</strong>ies P Cap<br />

36<br />

36<br />

Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Equ<strong>it</strong>y Global<br />

John P. Mullman A Jennison Associates Llc Wip Mid Cap Growth Fund A Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />

Jason M. Swiatek A Jennison Associates Llc Wip Mid Cap Growth Fund A Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />

Richard Parower A Seligman Investments Seligman Global Horizon Global Technology A 36 Equ<strong>it</strong>y Sector Information Tech<br />

Ben Stanton A Schroders Schroder Isf Global Energy A Acc 36 Equ<strong>it</strong>y Sector Natural Resource<br />

John Coyle A Schroders Schroder Isf Global Energy A Acc 36 Equ<strong>it</strong>y Sector Natural Resource<br />

Kunihiko Sugio A Morgan Stanley<br />

Popso Investment Fd Sicav - Japanese Equ<strong>it</strong>y<br />

Morgan Stanley Japanese Value Equ<strong>it</strong>y A Jpy<br />

36<br />

36<br />

Equ<strong>it</strong>y Japan + Equ<strong>it</strong>y Japan<br />

Tim Stevenson A Henderson New Star Henderson Hf Pan European Equ<strong>it</strong>y A2 36 Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Rod Wright A Pioneer Investments Pioneer Funds Us Mid Cap Value E Nd Eur 36 Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />

Jordan Cvetanovski A Carmignac Gestion<br />

Carmignac Portfolio Grande Europe A<br />

Carmignac Euro - Entrepreneurs<br />

36<br />

36<br />

Equ<strong>it</strong>y Europe<br />

Equ<strong>it</strong>y Europe Sm&Mid Cap<br />

Raymond Chan A Cred<strong>it</strong> Agricole Asset Management Caam Funds Asian Growth C C (Usd) 36 Equ<strong>it</strong>y Asia Pacific Ex Japan<br />

Harry Talbot Rice A Sarasin<br />

Guy Monson A Sarasin<br />

Sarasin Equisar - Global A<br />

Sarasin Equisar - Iiid (Eur)<br />

Sarasin Equisar - Global A<br />

Sarasin Equisar - Iiid (Eur)<br />

36<br />

36<br />

36<br />

36<br />

Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Equ<strong>it</strong>y Global<br />

Claudia Calich A Invesco Asset Management Invesco Emerging Local Currencies Debt A 35 Bond Emerging Markets Global<br />

Stephen Burlingame A Societe Generale Asset Management Sgam Fund Equ<strong>it</strong>ies Us Concentrated Core Ac 36 Equ<strong>it</strong>y North America


Al terzo posto un <strong>it</strong>aliano: Luigi<br />

Degrada, gestore di Fond<strong>it</strong>alia equ<strong>it</strong>y<br />

Italy di Fideuram, del gruppo Intesa-<br />

Sanpaolo. Si tratta di uno dei più<br />

esperti e conosciuti money manager<br />

<strong>it</strong>aliani, ormai da più di un decennio a<br />

Fideuram e con la piena responsabil<strong>it</strong>à<br />

di Fond<strong>it</strong>alia equ<strong>it</strong>y Italy dal 2002. Il<br />

suo stile di gestione è bottom up, dove<br />

vengono ricercate sia storie di cresc<strong>it</strong>a<br />

sottovalutate dal mercato, sia aziende<br />

leader con una grande solid<strong>it</strong>à finanziaria.<br />

Nel corso del 2009 è stata ottenuta<br />

una performance superiore del<br />

5% rispetto al benchmark.<br />

Anche Walter Rossini, money manager<br />

di Aletti Gestielle, già presente<br />

nella precedente classifica di C<strong>it</strong>ywire,<br />

ha preso il rating AAA; a lui è affidato<br />

il fondo Gestielle East Europe A. La<br />

convizione di questo manager è che la<br />

Russia, nell’area dove opera, sia l’economia<br />

più interessante e sostanzialmente<br />

decorrelata dal ciclo economico.<br />

Evidentemente si è trattato di una<br />

scelta vincente, viste anche le profonde<br />

difficoltà che attraversa tutta l’area<br />

su cui opera il fondo da lui gest<strong>it</strong>o. Fra<br />

gli <strong>it</strong>aliani sono presenti anche Settimio<br />

Stigliano di Arca, gestore di Optima<br />

azionario Italia, e Marco Ravagli,<br />

di Dws investment, responsabile della<br />

gestione di Dws invest global equ<strong>it</strong>ies<br />

130/30 Lc, ambedue accred<strong>it</strong>ati di un<br />

rating AA. Infine, con una sola A anche<br />

Guido Crivellaro, di Bim Intermobiliare<br />

sgr, gestore di Symphonia azionario<br />

Italia, e Francesca di Cesare, di<br />

Aletti Gestielle con il fondo Gestielle<br />

emerging markets bond A.<br />

Una delle caratteristiche delle<br />

classifiche C<strong>it</strong>ywire è di mettere a confronto<br />

gestori di azionario e di obbligazionario.<br />

In questo caso, però, a prevalere<br />

nettamente sono i money manager<br />

azionari: il primo fra i manager<br />

obbligazionari in classifica al 33° posto<br />

è infatti Mary-Thérèse Barton, di Pictet<br />

& cie., che gestisce il Pf(Lux)-Global<br />

emerging debt-P cap. La maggior<br />

parte dei gestori obbligazionari presenti<br />

in graduatoria opera comunque<br />

nell’emerging market debt.<br />

Attualmente le classifiche di<br />

C<strong>it</strong>ywire, società sorta in Gran Bretagna<br />

nel 1999 e specializzata nell’attribuire<br />

rating ai singoli gestori di fondi<br />

comuni, sono uno degli strumenti più<br />

importanti nella selezione dei money<br />

manager europei. La base della filosofia<br />

di C<strong>it</strong>ywire è che molto spesso i gestori<br />

cambiano la società per la quale ope-<br />

rano e in questo modo mon<strong>it</strong>orare un<br />

fondo che ha sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il team di gestione<br />

ha un valore molto relativo,<br />

mentre più importante è seguire il money<br />

manager che ha saputo ottenere<br />

buoni risultati ovunque abbia lavorato.<br />

L’analisi dei gestori dei fondi, realizzata<br />

con cr<strong>it</strong>eri scientifici, copre oggi oltre<br />

4.500 money manager, responsabili<br />

della gestione di oltre 6 mila fondi venduti<br />

in tutta Europa e 59 categorie Global<br />

Lipper; i money manager appartenenti<br />

a 40 di esse possono ricevere un<br />

rating da parte di C<strong>it</strong>ywire che può essere<br />

AAA per i migliori, AA per coloro<br />

che, pur essendo di eccellenza, sono su<br />

un livello un po’ inferiore, e A per il livello<br />

più basso. Comunque anche chi<br />

riceve il rating più basso va considerato<br />

un leader nel suo settore a livello europeo:<br />

infatti solo il 10% dei money<br />

manager analizzati raggiunge la singola<br />

A di rating, mentre appena l’1% arriva<br />

a ottenere AAA.<br />

L’apprezzamento del lavoro svolto<br />

da C<strong>it</strong>ywire è stato in continuo aumento,<br />

tanto che il s<strong>it</strong>o www.c<strong>it</strong>ywire.co.uk,<br />

secondo l’annuale ricerca di Pims, è risultato<br />

per quattro anni di fila, dal<br />

2005 al 2008, il prefer<strong>it</strong>o fra i financial<br />

advisor indipendenti br<strong>it</strong>annici. E, grazie<br />

a un accordo di partnership, chi<br />

vuole scoprire il rating del proprio gestore<br />

ha la possibil<strong>it</strong>à di trovare su<br />

www.fondionline.<strong>it</strong> i dati C<strong>it</strong>ywire che<br />

riguardano i money manager di fondi<br />

autorizzati in Italia. ■<br />

INVESTIRE<br />

IN CINA<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 71


ETF<br />

BRASILE E CINA<br />

Emergere<br />

insieme<br />

di Dario Palladini<br />

dariopalladini@fondionline.<strong>it</strong><br />

72 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

Il Brasile e la Cina tra i paesi emergenti<br />

stanno acquisendo nelle<br />

rispettive aree e a livello globale<br />

una posizione sempre più da leader e,<br />

dopo avere intrapreso ormai da tempo<br />

una rapida e notevolissima cresc<strong>it</strong>a<br />

economica, rivendicano un ruolo sempre<br />

più importante anche a livello<br />

pol<strong>it</strong>ico e mil<strong>it</strong>are. Se la Cina non è<br />

nuova a grandeur economiche e mili-<br />

tari (ricordiamo cos’era il paese del<br />

dragone nel basso Medioevo e non<br />

dimentichiamo che uscì dalla seconda<br />

guerra mondiale come uno dei cinque<br />

grandi vinc<strong>it</strong>ori, fatto che le permise<br />

I due paesi stanno acquisendo un ruolo da leader tra le economie a più rapida<br />

cresc<strong>it</strong>a. Gli esperti assegnano loro una funzione determinante per lo sviluppo<br />

mondiale nel prossimo futuro e gli outlook delle più importanti case di gestione<br />

prevedono prospettive interessanti dal punto di vista dei rendimenti finanziari. Non<br />

mancano però le differenze fra le due aree: il gigante asiatico ha una cresc<strong>it</strong>a<br />

industriale travolgente, mentre quello sudamericano è uno dei più grandi esportatori<br />

di materie prime. Ecco una breve rassegna dei fondi a gestione passiva quotati su<br />

Borsa <strong>it</strong>aliana e dedicati a questi due mercati.


di entrare a fare parte del Consiglio di<br />

sicurezza dell’Onu come uno dei cinque<br />

membri permanenti con dir<strong>it</strong>to di<br />

veto), il Brasile per la prima volta gode<br />

di una forza economica che gli consente<br />

di rivendicare un posto importante<br />

in seno alla comun<strong>it</strong>à internazionale.<br />

Anche a livello finanziario, le<br />

cap<strong>it</strong>alizzazioni delle borse di San<br />

Paolo e Hong Kong/Shanghai tendono<br />

ad adeguarsi al peso delle due economie<br />

a livello mondiale.<br />

Una fondamentale differenza fra i<br />

due paesi si riscontra però nei confronti<br />

delle materie prime: la Cina è uno dei<br />

principali importatori, mentre il Brasile<br />

è uno dei più importanti esportatori,<br />

elemento che lega le quotazioni delle<br />

sue società anche all’andamento dei<br />

prezzi delle materie prime.<br />

I dati macroeconomici vedono una<br />

cresc<strong>it</strong>a del Prodotto interno lordo<br />

cinese che si attesta su 8-9 punti percentuali<br />

(stima di chiusura per il 2009<br />

e previsione per il 2010), mentre il Pil<br />

brasiliano dovrebbe chiudere l’anno<br />

corrente a -0,4% e ricominciare a crescere<br />

nel 2010 con +3,8%. Per quanto<br />

riguarda l’inflazione, la Cina si<br />

stima finisca l’anno in corso sostanzialmente<br />

invariata o addir<strong>it</strong>tura in<br />

leggera deflazione (fino a -0,6%), per<br />

poi dare il via a una sorta di corsa dei<br />

prezzi che dovrebbe assestarsi, per<br />

l’anno venturo, a +2,4%. Il Brasile<br />

invece dovrebbe chiudere il 2009 con<br />

una cresc<strong>it</strong>a del costo della v<strong>it</strong>a del<br />

4,3% e il 2010 con +4,4%.<br />

Oltre ai prodotti destinati in via<br />

più generale ai paesi Bric (Brasile, Russia,<br />

India, Cina) nel complesso, sulla<br />

piattaforma di Borsa <strong>it</strong>aliana sono al<br />

momento disponibili quattro Etf dedicati<br />

al gigante asiatico e tre focalizzati<br />

sul colosso sudamericano.<br />

CINA<br />

Tra i fondi indice che offrono un’esposizione<br />

alla borsa di Hong Kong, per cominciare,<br />

troviamo l’iShares Ftse/Xinhua<br />

China 25, che segue l’andamento delle<br />

25 principali società cinesi per cap<strong>it</strong>alizzazione<br />

e liquid<strong>it</strong>à di mercato. Conforme<br />

alla normativa Uc<strong>it</strong>s III, il fondo gest<strong>it</strong>o<br />

da BlackRock advisors Uk è stato lanciato<br />

nell’ottobre del 2004 e ha raccolto sinora<br />

un patrimonio di oltre 1,1 miliardi<br />

di dollari, che, seguendo la ripartizione<br />

settoriale dell’indice, sono invest<strong>it</strong>i perlopiù<br />

nel comparto finanziario (47% circa),<br />

al quale si accoda, a grande distanza,<br />

quello delle telecomunicazioni<br />

(16,5%). L’Etf, che consente a un costo<br />

contenuto (0,7% la commissione annua<br />

di gestione, oltre alle spese di intermediazione)<br />

l’accesso a un mercato distante<br />

da noi non solo geograficamente, ha<br />

una frequenza trimestrale nel ribilanciamento<br />

del sottostante e nella distribu-<br />

zione dei dividendi. Negoziato su tutte le<br />

principali piazze europee (Francoforte,<br />

Londra, Parigi, Zurigo, Amsterdam, oltre<br />

a Milano), l’Exchange traded fund di<br />

iShares presenta un rischio di cambio per<br />

l’invest<strong>it</strong>ore <strong>it</strong>aliano, essendo il dollaro<br />

Usa la valuta di denominazione dell’indice<br />

di riferimento e l’euro la moneta di<br />

scambio sul segmento EtfPlus di Borsa<br />

<strong>it</strong>aliana. Senza considerare, poi, che la<br />

divisa di scambio dei t<strong>it</strong>oli è il dollaro di<br />

Hong Kong.<br />

Analogo al prodotto anglo-americano<br />

è l’EasyEtf Ftse Xinhua China 25<br />

(Eur), che condivide col compet<strong>it</strong>or il<br />

sottostante e, dunque, l’allocazione<br />

per settori. Anche le principali azioni in<br />

portafoglio sono le stesse per l’uno e<br />

per l’altro fondo: China mobile, China<br />

construction bank, China life insurance<br />

co. e Industrial and commercial<br />

bank of China. Le società che compongono<br />

il portafoglio appartengono<br />

alle due classiche categorie negoziate<br />

sulla borsa di Hong Kong: le H-shares<br />

e le red shares. Per ogni t<strong>it</strong>olo c’è un lim<strong>it</strong>e<br />

massimo del 10% della cap<strong>it</strong>alizzazione<br />

complessiva dell’indice. A dif-<br />

A SINISTRA: LA BORSA<br />

DI SAN PAOLO<br />

INVESTIRE<br />

IN CINA<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 73


ETF<br />

BRASILE E CINA<br />

74 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

ferenza del fondo passivo di iShares, lo<br />

strumento gest<strong>it</strong>o da Axa-Bnp Paribas<br />

è di tipo total return e cap<strong>it</strong>alizza i<br />

proventi; ha, inoltre, una commissione<br />

annua di gestione leggermente più<br />

contenuta (0,6%). In comune con lo<br />

strumento di iShares c’è però il rischio<br />

valutario, che presenta le stesse caratteristiche<br />

viste in precedenza, con il<br />

doppio passaggio dollaro di Hong<br />

Kong-dollaro Usa-euro. Il prodotto<br />

transalpino è part<strong>it</strong>o alla fine del luglio<br />

2008 e al momento è quotato sui listini<br />

francese, tedesco e <strong>it</strong>aliano.<br />

Un terzo fondo passivo costru<strong>it</strong>o<br />

sul medesimo indice di riferimento dei<br />

primi due esaminati è il db x-trackers<br />

Ftse/Xinhua China 25 Etf, anch’esso<br />

dunque focalizzato sulle blue chip<br />

cinesi quotate a Hong Kong. Armonizzato<br />

Uc<strong>it</strong>s, lo strumento messo a<br />

disposizione da Deutsche Bank ha una<br />

data di prima quotazione abbastanza<br />

recente, essendo part<strong>it</strong>o a metà 2007.<br />

Come il prodotto equivalente gest<strong>it</strong>o<br />

da EasyEtf, è un fondo a cap<strong>it</strong>alizzazione<br />

dei proventi e ha un total expense<br />

ratio dello 0,6%. Anche qui le<br />

aziende che compongono il portafoglio,<br />

selezionate e pesate secondo cr<strong>it</strong>eri<br />

di cap<strong>it</strong>alizzazione e liquid<strong>it</strong>à,<br />

hanno un cap del 10%, per garantire<br />

una sufficiente diversificazione. Quotato<br />

sulle principali borse europee,<br />

l’Etf ha un’allocazione settoriale<br />

ovviamente in linea con quelle dei<br />

compet<strong>it</strong>or, con il comparto finanziario<br />

a rappresentare quasi la metà del-<br />

l’intero sottostante, segu<strong>it</strong>o dalle telecom<br />

con poco meno del 17% del totale<br />

di portafoglio. Il fondo, che è denominato<br />

in dollari e presenta dunque un<br />

rischio valutario, ha un P/e medio di<br />

9,09.<br />

Diversa la scelta di Lyxor, che con<br />

il suo Lyxor Etf China enterprise<br />

(Hscei) punta su un benchmark alternativo<br />

(l’Hang Seng China enterprise<br />

index) e si contraddistingue per essere<br />

denominato in dollari di Hong Kong<br />

(Hkd), esponendo così il risparmiatore<br />

alla dinamica diretta del rapporto fra<br />

la valuta asiatica e l’euro, senza il passaggio<br />

intermedio attraverso la conversione<br />

in dollari Usa. Il numero dei<br />

t<strong>it</strong>oli in portafoglio (le H-shares) è superiore<br />

a quello dei prodotti concorrenti<br />

(43 contro 25) e la ripartizione<br />

settoriale vede sempre una forte preminenza<br />

del comparto bancario-assicurativo<br />

(57% circa nell’insieme). Notevolmente<br />

ridotto invece il peso delle<br />

telecomunicazioni (2,35%), a beneficio<br />

di altri comparti, come ad esempio<br />

l’energetico (13,9%). Lanciato a metà<br />

2005, lo strumento offerto da Lyxor è<br />

negoziato a Parigi, Francoforte, Milano<br />

e Madrid e ha raccolto finora un patrimonio<br />

di oltre mezzo miliardo di euro.<br />

Armonizzato Uc<strong>it</strong>s, l’Etf ha un Ter annuo<br />

dello 0,65% e distribuisce annualmente<br />

i proventi della gestione.<br />

Etf a confronto Fonte: www.fondionline.<strong>it</strong> -<br />

Etf Isin<br />

Perf. %<br />

1 mese<br />

Perf. %<br />

3 mesi<br />

Perf. %<br />

6 mesi<br />

Perf. %<br />

12 mesi<br />

Perf. %<br />

24 mesi<br />

Perf. %<br />

36 mesi<br />

Ishares Ftse/Xinhua China 25 IE00B02KXK85 -2,97 1,73 10,61 48,88 -23,59 16,37 0,7<br />

Easyetf Ftse Xinhua China 25 (Eur) FR0010636589 -3,54 Nd Nd Nd Nd Nd 0,6<br />

Db X-Trackers Ftse/Xinhua China 25 Etf LU0292109856 -3,18 1,76 14,88 49,66 -22,08 Nd 0,6<br />

Lyxor Etf China Enterprise (Hscei) FR0010204081 -3,47 2,3 12,89 44,69 -18,41 24,82 0,65<br />

Ishares Msci Brazil IE00B0M63516 1,46 15,63 33,57 126,07 -2,51 62,39 0,7<br />

Lyxor Etf Brazil (Ibovespa) FR0010408799 2,61 15,23 48,29 122,68 8,52 Nd 0,65<br />

Db X-Trackers Msci Brazil Trn Index Etf LU0292109344 1,94 15,77 43,53 127,06 0,24 Nd 0,65<br />

Nd = dato non disponibile<br />

A DESTRA: LA BORSA<br />

DI SHANGHAI<br />

Ter %


Gli andamenti delle performance<br />

(vedere tabella) dei quattro prodotti<br />

dedicati al mercato cinese sono simili<br />

e vedono un picco alla fine del 2007,<br />

cui ha fatto segu<strong>it</strong>o una discesa della<br />

durata di circa un anno. Successivamente,<br />

c’è stata una ripresa con un<br />

trend che sembra attualmente ancora<br />

in corso.<br />

BRASILE<br />

Per chi vuole puntare sul Brasile e ottenere<br />

così un’esposizione su una piazza<br />

notevolmente correlata ai prezzi<br />

delle materie prime, il mercato domestico<br />

offre tre strumenti specifici.<br />

L’iShares Msci Brazil è un fondo<br />

indice domiciliato in Irlanda e messo<br />

sul mercato nel novembre del 2005;<br />

oggi ha un patrimonio di circa 975<br />

milioni di dollari. Quotato sulle maggiori<br />

borse del Vecchio continente,<br />

l’Exchange traded fund ha un sottostante<br />

(Msci Brazil index) composto<br />

da 66 società appartenenti perlopiù ai<br />

settori materie prime (28,36%) ed<br />

energia (27,01%), che dunque cost<strong>it</strong>uiscono<br />

insieme più della metà del<br />

portafoglio di riferimento. Non indifferente<br />

neppure il peso del comparto<br />

finanziario (21,76%). Molto ridotti, di<br />

conseguenza, i pesi degli altri settori.<br />

Il fondo, che ha un costo annuo di<br />

gestione dello 0,7%, viene ribilanciato<br />

ogni tre mesi. Con la stessa frequenza<br />

distribuisce i dividendi provenienti<br />

dalla gestione.<br />

Il db x-trackers Msci Brazil Trn<br />

index Etf è, come il concorrente,<br />

denominato in dollari Usa e scambiato<br />

in euro sul mercato domestico, ma<br />

indicizzato a un benchmark di tipo<br />

total return e dunque a cap<strong>it</strong>alizzazione<br />

dei proventi. Il fondo, quotato dal<br />

giugno 2007, ha una commissione<br />

annua di gestione dello 0,65%, appena<br />

inferiore a quella del compet<strong>it</strong>or<br />

anglo-americano (0,7%). Le performance<br />

sono in linea con l’andamento<br />

dell’indice di riferimento e con quelle<br />

dell’iShares Msci Brazil: dopo il picco<br />

di metà 2008 e la vorticosa discesa<br />

fino ai minimi di dicembre 2008, i grafici<br />

evidenziano un canale ascendente<br />

tuttora in corso. Entrambi gli Etf<br />

sono armonizzati Uc<strong>it</strong>s. Come il fondo<br />

passivo di iShares, il prodotto tedesco<br />

ha un portafoglio t<strong>it</strong>oli composto da<br />

circa una settantina di azioni (gli ultimi<br />

dati specificano che sono 75), con<br />

un P/e medio di 7,85. A livello di ripartizione<br />

settoriale, energia e materie<br />

prime anche in questo caso cost<strong>it</strong>uiscono<br />

quasi il 58,8% del totale del<br />

portafoglio, secondo le ultime rilevazioni.<br />

Leggermente più ridotto il peso<br />

del comparto finanziario (15,36%).<br />

Un terzo strumento dedicato al<br />

paese sudamericano, ma indicizzato, a<br />

differenza dei due precedenti, all’indice<br />

Ibovespa, è il Lyxor Etf Brazil (Ibovespa).<br />

Dotato di un numero di componenti<br />

del tutto simile a quello dei<br />

concorrenti (65), lo strumento della<br />

società francese mira a riflettere il più<br />

possibile fedelmente l’andamento<br />

della borsa valori di San Paolo, della<br />

quale rappresenta, mediante i t<strong>it</strong>oli<br />

che detiene in portafoglio, all’incirca<br />

il 70% della cap<strong>it</strong>alizzazione totale e<br />

oltre l’80% del numero dei contratti e<br />

del controvalore scambiato. Anche nel<br />

caso dell’Etf d’oltralpe, l’allocazione<br />

per comparti vede materie prime ed<br />

energia pesare per oltre la metà del<br />

portafoglio complessivo; e ancora una<br />

volta al terzo posto viene il settore<br />

bancario-finanziario con un peso<br />

superiore al 20%. Le azioni in portafoglio<br />

sono comunque le stesse, seppure<br />

con pesi leggermente diversi. Anche<br />

l’andamento del fondo è conforme al<br />

trend dei due compet<strong>it</strong>or indicizzati<br />

all’Msci Brazil, pur evidenziando una<br />

minore volatil<strong>it</strong>à e un migliore rapporto<br />

rischio-rendimento. Inoltre, essendo<br />

il sottostante denominato in real<br />

brasiliani, l’invest<strong>it</strong>ore europeo si troverà<br />

esposto direttamente alle dinamiche<br />

del cambio euro/real, mentre<br />

nel caso dei due prodotti omologhi<br />

della concorrenza il passaggio è duplice:<br />

dalle quotazioni dei t<strong>it</strong>oli in real,<br />

alla valuta di denominazione del benchmark<br />

in dollari americani, alla divisa<br />

di scambio dei fondi indice su Borsa<br />

<strong>it</strong>aliana (l’euro). ■<br />

INVESTIRE<br />

IN CINA<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 75


CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI<br />

L’EUROPA<br />

La corsa<br />

del Vecchio<br />

continente<br />

a cura di<br />

Giuseppe Riccardi, Boris<br />

Secciani, Matteo Cicala<br />

e Alessandro Coltella<br />

76 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

che si è appena chiuso è<br />

destinato a passare negli an-<br />

L’anno<br />

nali della storia: è part<strong>it</strong>o in<br />

condizioni da tregenda con un’economia<br />

globale che perdeva milioni di posti<br />

di lavoro ogni mese, un sistema fi-<br />

nanziario sull’orlo del disastro completo<br />

e l’opinione pubblica sull’orlo del panico.<br />

Un anno dopo non si può certo dire<br />

che la crisi sia fin<strong>it</strong>a: la disoccupazione<br />

e la sottoccupazione risultano tuttora<br />

molto alte e la ripresa appare per cer-<br />

Nonostante le grandi difficoltà, l’Eurozona e gli altri paesi<br />

dell’Ue si sono comportati abbastanza bene nel corso di un<br />

anno che ha visto scenari catastrofici. Oggi parlare di ripresa<br />

consolidata è forse eccessivo, ma non mancano gli ottimisti,<br />

anche se i problemi da risolvere sono ancora molti. Per i<br />

prossimi dodici mesi la cautela è d’obbligo, ma<br />

complessivamente si respira un diffuso clima di fiducia,<br />

nonostante la Grecia e altre economie pesantemente in crisi<br />

ti versi fragile, tanto che le maggiori<br />

banche centrali del mondo sembrano<br />

tuttora molto riluttanti a fare rientrare<br />

l’enorme massa di liquid<strong>it</strong>à inser<strong>it</strong>a negli<br />

ultimi due anni nel sistema, anche se<br />

da questo punto di vista il linguaggio di<br />

Bernanke è ad esempio cambiato. Però<br />

complessivamente il sospiro di sollievo<br />

tirato dal mondo negli ultimi mesi è<br />

stato enorme. Non ha fatto eccezione<br />

l’Europa, il cui azionario ha vissuto il<br />

migliore anno dal 2003 a oggi, con un<br />

incremento del 25% (circa il 28% se<br />

consideriamo anche i dividendi reinvest<strong>it</strong>i),<br />

sovraperfomando l’azionario statun<strong>it</strong>ense,<br />

anche se di poco.<br />

Complessivamente nel corso del<br />

2009 l’Msci world ha avuto un aumento<br />

superiore al 32%, però ciò è stato<br />

dovuto in gran parte all’enorme cresc<strong>it</strong>a<br />

dell’Asia (+68%). Nonostante i dub


i sulle potenzial<strong>it</strong>à economiche dell’Europa,<br />

finora sembra che, almeno a<br />

livello di azionario, l’area continentale<br />

sia dunque inser<strong>it</strong>a a pieno t<strong>it</strong>olo nella<br />

ripresa in corso e tutto sommato anche<br />

l’economia ha fatto meno peggio del<br />

previsto. Interessante al riguardo la nota<br />

di Gary Clarke, head of european<br />

equ<strong>it</strong>ies di Schroders: «Sussurriamolo<br />

sottovoce, ma la vecchia noiosa Europa<br />

si è comportata bene nel corso della<br />

crisi economica degli ultimi anni, almeno<br />

se paragonata a Usa e Regno<br />

Un<strong>it</strong>o».<br />

Ciò nonostante, al sol<strong>it</strong>o i dubbi<br />

non mancano: da una parte si diceva<br />

per l’appunto della crisi tuttora in corso,<br />

dall’altra non si può fare a meno di<br />

ignorare i gravissimi problemi di alcuni<br />

stati cosiddetti periferici dell’Eurozona,<br />

Grecia in primis, o legati a mec-<br />

Il panel dei gestori e degli analisti<br />

Kevin Barker, equ<strong>it</strong>y strategist sull’Europa di Ubs global asset management; Giordano Beani, direttore<br />

investimenti di Bnp Paribas Am sgr; Eric Bendahan, gestore del fondo Oyster european opportun<strong>it</strong>ies;<br />

Daniele Bevacqua, direttore investimenti di Sofia sgr; Gary Clarke, head of european equ<strong>it</strong>ies di Schro-<br />

ders; Federico Corbari, amministratore delegato Superfund sgr; Francis Ellison, investment specialist di<br />

Threadneedle; Pier Furno senior fund manager di Nemesis sgr; Bernd Kiegler, fund manager del team global<br />

equ<strong>it</strong>ies di Raiffeisen cap<strong>it</strong>al management; Xavier Lagrandie, Lombard Odier fund manager of the<br />

Lodh invest Eurozone small & mid caps; Giovanni Landi partner di Anthilia; Martin Leber, senior investment<br />

strategist di Vontobel asset management; Patrick Moonen, senior strategist di Ing investment ma-<br />

nagement; Stewart Robertson, senior economist di Aviva investors; Richard Robinson, gestore Nordea 1<br />

European alpha fund; Daniele Scilingo, gestore del fondo Pf (Lux) european equ<strong>it</strong>y selection di Pictet;<br />

Team di Abs consulting, advisor di Lemanik alpha beta sigma, comparto azionario Europa; Team di advisors<br />

di Selector; Team di asset allocation di Aletti Gestielle; Team di gestione di Swiss and global asset<br />

management; Giovanni Vietti, responsabile azionario di Allianz global investors Italia sgr.<br />

canismi di cambio fisso quali i paesi<br />

baltici, sconvolti da una recessione<br />

fortissima, problemi sociali sempre<br />

più gravi e una s<strong>it</strong>uazione dei conti<br />

pubblici disastrosa.<br />

Proprio per queste ragioni non<br />

mancano le note di cautela: ad esempio<br />

per Daniele Scilingo gestore del<br />

fondo Pf(Lux) European equ<strong>it</strong>y selection<br />

di Pictet, «la grave crisi che ha col-<br />

L’azionario europeo è sottovalutato, prezzato in maniera<br />

corretta o sopravvalutato?<br />

Equ<strong>it</strong>y quasi a sconto<br />

Irisultati del nostro sondaggio appaiono<br />

per questo ques<strong>it</strong>o in qualche<br />

maniera sorprendenti. Nonostante<br />

il forte rally degli ultimi mesi, la<br />

grande maggioranza degli intervistati<br />

r<strong>it</strong>iene l’azionario europeo sostanzialmente<br />

correttamente prezzato, se si<br />

utilizza come riferimento il trailing P/e,<br />

e sottovalutato se ci si sposta su altre<br />

metriche, quali price/book value,<br />

forward P/e e premio atteso per il rischio.<br />

Interessante al propos<strong>it</strong>o la sintesi<br />

di Patrick Moonen, senior strategist<br />

di Ing investment management:<br />

«R<strong>it</strong>eniamo che nel 2010 le performance<br />

verranno spinte dalla cresc<strong>it</strong>a degli<br />

utili e non più dall’ampliamento dei<br />

P/e. Addir<strong>it</strong>tura prevediamo una ridu-<br />

p<strong>it</strong>o l’economia globale appare ormai<br />

prossima alla fine. Gli indicatori economici<br />

sembrano segnalare una ripresa<br />

robusta, che si riflette in una revisione<br />

al rialzo delle aspettative di utili e in<br />

una riduzione del premio per il rischio<br />

per tutte le asset class. Tuttavia, resta<br />

difficile valutare con certezza il vigore<br />

della ripresa nel 2010 e, soprattutto,<br />

della domanda finale». ■<br />

zione dei P/e verso la sua media di lungo<br />

periodo e r<strong>it</strong>eniamo che la nostra<br />

previsione di una cresc<strong>it</strong>a del 20% degli<br />

utili per le azioni europee rimanga<br />

valida. Il nostro target per lo Stoxx 600<br />

è 310 per la fine del 2010».<br />

A quale livello si trova l’azionario europeo?<br />

Prezzo<br />

corretto<br />

52%<br />

Sottovalutato<br />

30%<br />

Sopravvalutato 15%<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 77


CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI<br />

L’EUROPA<br />

Quali sorprese per i prof<strong>it</strong>ti del 2010?<br />

Negative<br />

20%<br />

78 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

Un parere sostanzialmente simile<br />

arriva anche da Eric Bendahan, gestore<br />

del fondo Oyster european opportun<strong>it</strong>ies:<br />

«Penso che le azioni europee<br />

siano sottovalutate di circa il 10%.<br />

Nonostante la cresc<strong>it</strong>a dei mercati<br />

azionari, r<strong>it</strong>engo che le valutazioni, a<br />

12,3 volte gli utili, siano ancora sottostimate<br />

di circa il 10%». A favorire la<br />

cresc<strong>it</strong>a, oltre all’incremento degli utili<br />

in sé, vi è anche il fatto che l’equ<strong>it</strong>y<br />

continentale appare conveniente, rispetto<br />

ad altre asset class. Ad esempio<br />

per Kevin Barker, equ<strong>it</strong>y strategist sull’Europa<br />

di Ubs global asset management,<br />

«le previsioni sugli utili, stando<br />

ai sondaggi di Ibes, sono per una cresc<strong>it</strong>a<br />

di circa il 25% per il 2010, un tasso<br />

di cresc<strong>it</strong>a superiore rispetto ad altri<br />

mercati mondiali. Nonostante ciò, le<br />

valutazioni del mercato sono sostan-<br />

zialmente a sconto, rispetto al resto<br />

del mondo. Le azioni europee risultano<br />

particolarmente interessanti, rispetto<br />

al mercato dei t<strong>it</strong>oli obbligazionari governativi,<br />

dato il livello attuale dei tassi<br />

di rendimento e dato che la ripresa<br />

degli utili dovrebbe sostenere una<br />

buona cresc<strong>it</strong>a dei dividendi per le<br />

azioni nei prossimi anni».<br />

Bernd Kiegler, fund manager del<br />

team global equ<strong>it</strong>ies di Raiffeisen cap<strong>it</strong>al<br />

management si concentra anch’esso<br />

sul basso livello dei tassi di interesse:<br />

«Se ci si basa su paragoni rispetto<br />

alle valutazioni di lungo periodo,<br />

le azioni europee appaiono alquanto<br />

economiche in questo inizio di 2010.<br />

L’azionario appare particolarmente attraente<br />

specialmente in un contesto di<br />

tassi di interesse e di rischio cred<strong>it</strong>izio<br />

corporate che si è significativamente<br />

Quali prospettive ci sono per i prof<strong>it</strong>ti del 2010?<br />

Po sibile sorpresa in pos<strong>it</strong>ivo<br />

Anche in questo caso, coerentemente<br />

con quanto espresso<br />

alla domanda precedente, un<br />

certo ottimismo sembra prevalere. Le<br />

stime sulle cresc<strong>it</strong>a degli utili in generale<br />

si collocano intorno a +20-25% e,<br />

nonostante qualche cautela, c’è chi<br />

pensa che le maggiori sorprese arrive-<br />

Pos<strong>it</strong>ive<br />

50%<br />

Né pos<strong>it</strong>ive, né negative 30%<br />

ranno al rialzo. Ad esempio Giordano<br />

Beani, direttore investimenti di Bnp<br />

Paribas Am sgr, afferma che «gli utili<br />

per azione sono previsti in cresc<strong>it</strong>a di<br />

circa il 25% nel 2010, ma, secondo i<br />

nostri analisti, vi sono possibil<strong>it</strong>à di<br />

sorprese al rialzo rispetto alle attese».<br />

Ancora più ottimista Bendahan di<br />

Oyster: «Penso che gli utili aziendali<br />

sorprenderanno in pos<strong>it</strong>ivo nel 2010:<br />

l’effetto combinato di una cresc<strong>it</strong>a del<br />

fatturato da una base molto bassa<br />

insieme al pieno impatto del taglio dei<br />

costi verrà riflesso nei margini. R<strong>it</strong>eniamo<br />

che una cresc<strong>it</strong>a degli utili sopra<br />

il 35% sia possibile nel 2010».<br />

Un tema simile viene esposto anche<br />

da Richard Robinson, gestore di<br />

Nordea 1 european alpha fund: «Ci<br />

aspettiamo che i margini societari continuino<br />

a migliorare grazie al controllo<br />

dei costi, mentre l’utilizzo della capa-<br />

abbassato». Interessante anche il parere<br />

del team di Swiss and Global asset<br />

management: «La liquid<strong>it</strong>à elevata<br />

fornisce un buon supporto. I fondi<br />

azionari europei detengono in media il<br />

7% di liquid<strong>it</strong>à. Questa quota è inferiore<br />

a quella della primavera scorsa (i<br />

massimi hanno toccato il 10%), ma<br />

corrisponde pur sempre al ragguardevole<br />

livello registrato poco prima<br />

dell‘inizio del rally cominciato nel<br />

2003 e protrattosi per diversi anni».<br />

Non tutti però condividono questo<br />

ottimismo: ad esempio per il team di<br />

Abs consulting, advisor di Lemanik<br />

alpha beta sigma–comparto azionario<br />

Europa, «il mercato appare generalmente<br />

sopravvalutato; ci sono<br />

aziende che hanno molto valore da<br />

esprimere, ma sono poche e da individuare<br />

con uno sforzo di ricerca». ■<br />

c<strong>it</strong>à dovrebbe continuare a crescere. Ci<br />

aspettiamo sorprese pos<strong>it</strong>ive in aree<br />

dove il livello di scorte è molto basso<br />

(elemento che dovrebbe aiutare ad<br />

avere un maggiore potere sui prezzi) e<br />

in aree che traggono beneficio o da<br />

vantaggi strutturali di lungo periodo,<br />

quali ad esempio l’esposizione a economie<br />

emergenti ad alta cresc<strong>it</strong>a (alcune<br />

aziende dell’auto, l’It, società minerarie<br />

e dei metalli) o da lim<strong>it</strong>azioni dell’offerta<br />

di breve periodo, quali ad<br />

esempio quelle causate dal freddo (settore<br />

energetico e le rinfuse secche)».<br />

Sul recupero di produttiv<strong>it</strong>à delle<br />

aziende punta Xavier Lagrandie, fund<br />

manager di Lodh invest Eurozone small<br />

& mid caps di Lombard Odier: «Il rialzo<br />

potenziale è compreso fra il 15% e il<br />

20%. Ci saranno sia sorprese negative sia<br />

pos<strong>it</strong>ive, ma complessivamente la leva<br />

operativa di molte aziende è tale che an-


che un leggero aumento del fatturato si<br />

tradurrà in ampi prof<strong>it</strong>ti e cash flow».<br />

Per Giovanni Vietti, responsabile<br />

azionario Allianz global investors Italia<br />

sgr, invece, qualche rischio viene<br />

dai ciclici, fra i maggiori beneficiari<br />

della ripresa di questi mesi: «Le aspettative<br />

sono elevate, soprattutto per i<br />

settori più ciclici. In quest’area ci potrebbe<br />

essere qualche delusione».<br />

Interessante il parere di Pier Furno,<br />

senior fund manager di Nemesis<br />

Am, che inv<strong>it</strong>a comunque fare attenzione<br />

e a operare una rigorosa selezione<br />

delle azioni, vista la s<strong>it</strong>uazione an-<br />

cora difficile: «R<strong>it</strong>eniamo che il 2010<br />

sarà l’anno giusto per un approccio<br />

bottom-up, dal momento che probabilmente<br />

i mercati azionari esibiranno<br />

larghe discrepanze nelle valutazioni<br />

fra diversi settori. Il grado di sorpresa<br />

delle performance dipenderà dalla natura<br />

dell’andamento dell’economia, dal<br />

momento che con gli attuali margini<br />

operativi una sorpresa pos<strong>it</strong>iva nel tasso<br />

di cresc<strong>it</strong>a avrà probabilmente un<br />

impatto abnorme sui risultati in bilancio,<br />

mentre dati deludenti sulla ripresa<br />

saranno considerati un elemento fortemente<br />

negativo, dal momento che<br />

Quali saranno nel 2010 i maggiori driver di cresc<strong>it</strong>a dei prof<strong>it</strong>ti per le<br />

aziende europee?<br />

Sopra tu to taglio dei costi<br />

ed export<br />

In questo caso le risposte sembrano<br />

seguire un trend preciso: a incidere<br />

pos<strong>it</strong>ivamente nel 2010 saranno<br />

sostanzialmente la cresc<strong>it</strong>a dell’export,<br />

soprattutto da parte di nazioni come la<br />

Germania, ab<strong>it</strong>uate a convivere con un<br />

euro forte, e il continuo contenimento<br />

dei costi. Interessante al propos<strong>it</strong>o il<br />

parere del team di asset allocation di<br />

Aletti Gestielle, che pone l’accento proprio<br />

sul taglio delle spese: «La cresc<strong>it</strong>a<br />

degli utili sarà ancora guidata dal taglio<br />

attualmente il mercato non prezza una<br />

recessione double dip».<br />

Una visione simile arriva anche da<br />

Stewart Robertson, senior economist<br />

di Aviva investors, che in più sottolinea<br />

anche i pericoli di un r<strong>it</strong>orno troppo<br />

anticipato di pol<strong>it</strong>iche monetarie<br />

restr<strong>it</strong>tive: «La principale sorpresa negativa<br />

potrebbe essere un progressivo<br />

scemare della ripresa economica nel<br />

2010. È pos<strong>it</strong>ivo il fatto che l’inflazione<br />

comunque dovrebbe rimanere bassa,<br />

elemento che non dovrebbe fornire<br />

alcuna ragione alla Bce per alzare i<br />

tassi, il che non vuole dire comunque<br />

che non lo farà».<br />

Infine cautela arriva dal team di<br />

asset allocation di Aletti Gestielle: «Le<br />

attese sono già abbastanza ottimistiche<br />

(cresc<strong>it</strong>a degli utili del 25% nel<br />

2010, rispetto al 2009) per cui è difficile<br />

che si realizzino ancora sorprese<br />

pos<strong>it</strong>ive, a meno che la ripresa economica<br />

sia più intensa del previsto, ma lo<br />

r<strong>it</strong>eniamo scarsamente probabile, dato<br />

che la disoccupazione sarà ancora in<br />

cresc<strong>it</strong>a nel 2010». ■<br />

Quali saranno i maggiori driver di cresc<strong>it</strong>a per le aziende europee?<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

50% 50% 35% 15%<br />

Taglio<br />

costi<br />

Aumento<br />

fatturato<br />

Export Aumento domanda<br />

consumatori occidentali<br />

INVESTIRE<br />

IN CINA<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 79


CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI<br />

L’EUROPA<br />

80 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

dei costi (quello effettuato nel 2009 e<br />

alcune misure in via di completamento<br />

nel 2010); parzialmente pos<strong>it</strong>ivo<br />

anche il contributo dell’export in particolare<br />

verso i paesi emergenti».<br />

Contraria invece la visione del<br />

team di advisor di Selector: «La cresc<strong>it</strong>a<br />

dei prof<strong>it</strong>ti arriverà soprattutto da<br />

incrementi di fatturato, dal momento<br />

che le potenzial<strong>it</strong>à per ulteriori tagli<br />

dei costi sono esaur<strong>it</strong>e dopo la drammatica<br />

riduzione del 2009. Centrale<br />

per mettere a segno cresc<strong>it</strong>e nel giro<br />

d’affari sarà l’incremento dell’export<br />

verso l’area asiatica, caratterizzata da<br />

un rapido sviluppo».<br />

C’è anche chi r<strong>it</strong>iene che i miglioramenti<br />

arriveranno da una molteplic<strong>it</strong>à<br />

di fattori. Ad esempio, per Martin<br />

Leber, senior investment strategist di<br />

Vontobel asset management, «tutti gli<br />

elementi c<strong>it</strong>ati contribuiranno insieme<br />

al miglioramento della s<strong>it</strong>uazione». Un<br />

parere di sintesi arriva anche da Robinson<br />

di Nordea: «Come ci si potrebbe<br />

aspettare in un anno di transizione,<br />

che fa segu<strong>it</strong>o a una significativa crisi<br />

finanziaria ed economica, r<strong>it</strong>eniamo<br />

che un significativo ammontare di cresc<strong>it</strong>a<br />

dei prof<strong>it</strong>ti nel 2010 verrà ancora<br />

da un miglioramento dei margini, o<br />

meglio da una combinazione data da<br />

un modesto miglioramento nel fattu-<br />

rato, un<strong>it</strong>o a un continuo controllo dei<br />

costi, piuttosto che a un rialzo dei<br />

margini dato da un puro e semplice<br />

taglio dei costi. La capac<strong>it</strong>à di agire sui<br />

prezzi dovrebbe crescere per molte<br />

aziende man mano che migliorano i<br />

tassi di utilizzazione degli input, fatto<br />

che dovrebbe anche migliorare il livello<br />

di produttiv<strong>it</strong>à. Inoltre ci aspettiamo<br />

che le società esposte nei confronti di<br />

mercati emergenti ad alta cresc<strong>it</strong>a (in<br />

particolare Cina, India e Brasile) beneficino<br />

di fatturati in cresc<strong>it</strong>a attraverso<br />

l’aumento delle esportazioni, mentre<br />

la domanda nei paesi occidentali<br />

dovrebbe stabilizzarsi e migliorare più<br />

lentamente».<br />

A propos<strong>it</strong>o dei consumi occidentali<br />

non tutti comunque condividono<br />

visioni pessimistiche: c’è anche chi sostiene<br />

che proprio da questi potrebbe<br />

arrivare qualche sorpresa. Per il team<br />

di Sofia sgr, «il calo degli occupati in<br />

Usa è stato il peggiore dal 1950 e questo<br />

fatto ha portato l’aumento degli<br />

interventi reflazionistici che hanno dato<br />

fiato alle riprese dei mercati finanziari.<br />

Un r<strong>it</strong>orno della struttura occupazionale<br />

a livelli meno depressi, come<br />

si intuisce dagli ultimi dati usc<strong>it</strong>i sulla<br />

cresc<strong>it</strong>a dei temporary jobs, potrebbe<br />

portare nuova domanda di beni sul<br />

mercato; questo r<strong>it</strong>eniamo che sia il<br />

driver principale, ma non si esclude<br />

anche l’export come altra variabile, se<br />

il dollaro dovesse rivalutarsi ancora».<br />

Per Francis Ellison di Threadneedle,<br />

«è probabile che l’eccesso di capac<strong>it</strong>à<br />

lim<strong>it</strong>erà l’inflazione». Infine, coerente<br />

con la propria visione pessimistica,<br />

il team di Abs, che non vede grandi<br />

margini per una cresc<strong>it</strong>a degli utili:<br />

«Non crediamo vi siano forti possibil<strong>it</strong>à<br />

di incremento dei prof<strong>it</strong>ti e le aziende<br />

tenderanno per questo 2010 a rimanere<br />

sui livelli dell’anno precedente». ■


Le difficoltà di alcuni stati europei incideranno in maniera significativa<br />

sull’andamento del mercato azionario?<br />

La Grecia non farà del male<br />

In generale le preoccupazioni derivanti<br />

da stati come la Grecia. l’Irlanda<br />

e i baltici non sembrano<br />

minare la fiducia in una ripresa complessiva<br />

dell’Europa. Alla base del<br />

ragionamento sta una semplice considerazione<br />

di dimensioni: le s<strong>it</strong>uazioni<br />

più problematiche sembrano concentrate<br />

nei paesi più piccoli, mentre il<br />

cuore dell’economia continentale,<br />

Francia e Germania, sembra in netto<br />

miglioramento e con un andamento<br />

del deb<strong>it</strong>o pubblico meno preoccupante<br />

rispetto ad altri stati del G-8. Lo<br />

scenario più comune prevede un’Europa<br />

a due veloc<strong>it</strong>à, in cui i tassi di cresc<strong>it</strong>a<br />

economica continueranno a<br />

divergere. Ad esempio per il team di<br />

advisor di Selector, «la struttura dell’economia<br />

europea continuerà a funzionare<br />

a due veloc<strong>it</strong>à: da una parte<br />

Irlanda, Spagna, Grecia e Italia, dall’altra<br />

il blocco franco-tedesco. Ma ciò<br />

non dovrebbe influenzare l’euro e<br />

quindi il risultato dell’Eurostoxx».<br />

Un’analisi simile arriva anche da<br />

Barker di Ubs global asset management:<br />

«L’ent<strong>it</strong>à delle sfide economiche<br />

di alcuni paesi dell’Eurozona, come per<br />

esempio la Grecia, non dovrebbe essere<br />

sottostimata. Tuttavia, le principali<br />

economie in Europa sono usc<strong>it</strong>e dalla<br />

recessione e la dimensione dei defic<strong>it</strong><br />

in Francia e Germania è modesta, rispetto<br />

a quella delle principali economie<br />

sviluppate. Mentre le banche centrali<br />

in Europa sono alle prese con una<br />

montagna di deb<strong>it</strong>i, ci aspettiamo tassi<br />

di cresc<strong>it</strong>a inferiori alla media nel<br />

medio termine. Neppure Giovanni<br />

Landi partner di Anthilia vede particolari<br />

pericoli: «A meno di default che incidano<br />

sull’euro, non vi dovrebbero es-<br />

Incideranno le difficoltà di alcune economie europee<br />

sui mercati azionari?<br />

Rischi immediati<br />

10%<br />

No 55%<br />

sere particolari problemi».<br />

La s<strong>it</strong>uazione non va comunque<br />

sottovalutata, soprattutto se si verificasse<br />

un fenomeno di contagio per cui<br />

le difficoltà dei piccoli paesi europei e<br />

la mancanza di fiducia nei loro confronti<br />

da parte del mercato dovessero<br />

estendersi a economie grandi e deboli<br />

come l’Italia. Rilevante al propos<strong>it</strong>o l’analisi<br />

di Furno di Nemesis: «I paesi dell’Eurozona<br />

che si trovano ad affrontare<br />

a livello individuale s<strong>it</strong>uazioni fiscali<br />

difficili, quali la Grecia e l’Irlanda, rappresentano<br />

una piccola quota del Pil<br />

complessivo dell’Europa. Però un aggravarsi<br />

della crisi o un default a livello<br />

statale in Grecia o in Irlanda potrebbe<br />

aumentare la pressione su membri dell’Eurozona<br />

di maggiori dimensioni in<br />

Sì, in caso<br />

di default<br />

35%<br />

preda a difficoltà fiscali, quali l’Italia,<br />

oltre a porre sotto pressione il sistema<br />

bancario nella regione. Una profonda<br />

recessione, o una stagnazione, lim<strong>it</strong>ate<br />

a Grecia e Irlanda, non dovrebbero avere<br />

effetti sull’azionario».<br />

Sulla stessa lunghezza d’onda anche<br />

il punto di vista di Robertson di<br />

Aviva: «La Grecia, la Spagna e l’Irlanda<br />

ovviamente stanno attraversando un<br />

periodo di difficoltà e ciò dovrebbe<br />

proseguire nel 2010. Si tratta di mercati<br />

relativamente piccoli, perciò l’azionario<br />

dell’Eurozona complessivamente<br />

non dovrebbe esserne impattato. Però i<br />

problemi e le preoccupazioni potrebbero<br />

diffondersi ad altre realtà e in quel<br />

caso la botta al sentiment del mercato<br />

potrebbe risultare pesante». ■<br />

INVESTIRE<br />

IN CINA<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 81


CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI<br />

L’EUROPA<br />

82 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

Pensa che nel 2010 la liquid<strong>it</strong>à forn<strong>it</strong>a dalla Banca centrale europea<br />

diminuirà in maniera rilevante?<br />

Una Bce prudente<br />

Anche in questo caso è emerso<br />

un trend abbastanza preciso:<br />

la maggior parte degli operatori<br />

pensa che la Bce abbia in effetti<br />

intenzione di diminuire la liquid<strong>it</strong>à sui<br />

mercati, ma che non lo farà o lo farà<br />

in maniera molto graduale, a causa<br />

della fragile s<strong>it</strong>uazione dell’economia<br />

e della bassa inflazione. Non casuale<br />

il parere di Daniele Bevacqua, direttore<br />

investimenti di Sofia sgr: «Il mercato<br />

del denaro è destinato a mantenersi<br />

poco costoso e molto liquido e<br />

ciò continuerà a spingere al rialzo l’equ<strong>it</strong>y.<br />

Se Bernanke vuole davvero<br />

mer<strong>it</strong>arsi il suo t<strong>it</strong>olo di salvatore dell’economia<br />

e la copertina di Times,<br />

pensiamo che debba fare qualche<br />

intervento per ridare slancio a M2. La<br />

liquid<strong>it</strong>à è elemento essenziale per la<br />

continuazione del trend rialzista di<br />

borsa. Anche in Europa il panorama<br />

della liquid<strong>it</strong>à e dei tassi in generale<br />

pensiamo che resterà invariato e quindi<br />

crediamo che il reflation trade continuerà<br />

ancora a lungo, nonostante le<br />

paure storiche della Bce».<br />

Quali effetti sui mercati?<br />

Rischi significativi<br />

20%<br />

Effetti lim<strong>it</strong>ati<br />

80%<br />

Nel caso in cui il processo di r<strong>it</strong>orno<br />

a una pol<strong>it</strong>ica monetaria meno di<br />

emergenza dovesse prendere corpo,<br />

sarà decisiva la rapid<strong>it</strong>à con cui i cambiamenti<br />

verranno sviluppati. Per Ellison<br />

di Threadneedle «è probabile che<br />

la la Bce ridurrà il supporto al sistema<br />

e alcuni passi in questa direzione sono<br />

già stati segnalati. Ad ogni modo, fintanto<br />

che la ex<strong>it</strong> strategy non sarà<br />

troppo veloce, portata avanti in<br />

maniera coerente a quanto fatto in<br />

altre aree quali gli Usa e sensibile agli<br />

sviluppi economici e di mercato, il<br />

mercato azionario dovrebbe continuare<br />

a prosperare. Se invece le autor<strong>it</strong>à<br />

monetarie dovessero perdere la calma<br />

e le misure di stimolo dovessero venire<br />

rimosse troppo presto, allora si<br />

rischierebbe di avere dei danni, sia alla<br />

ripresa economica sia alle borse. In un<br />

simile ambiente preferiamo azioni di<br />

società ben cap<strong>it</strong>alizzate, che operano<br />

nei mercati più vasti e più sviluppati<br />

d’Europa».<br />

Per Lagrandie di Lombard Odier<br />

sarà comunque il basso livello di inflazione<br />

a garantire la moderazione della<br />

Bce: «Man mano che la ripresa va<br />

avanti, l’ammontare di liquid<strong>it</strong>à nel sistema<br />

dovrebbe essere ridotto. Ad ogni<br />

modo, però, il relativamente alto livello<br />

di disoccupazione e il basso livello di<br />

utilizzo della capac<strong>it</strong>à lim<strong>it</strong>erà l’inflazione,<br />

dunque la necess<strong>it</strong>à di rendere<br />

più restr<strong>it</strong>tiva in maniera aggressiva la<br />

pol<strong>it</strong>ica monetaria».<br />

Leber di Vontobel sottolinea<br />

comunque che la fragil<strong>it</strong>à del sistema<br />

finanziario impone alle autor<strong>it</strong>à<br />

monetarie una certa moderazione: «Ci<br />

aspettiamo cambiamenti lim<strong>it</strong>ati nella<br />

pol<strong>it</strong>ica monetaria, fintanto che il set-<br />

Come si muoverà la Bce?<br />

Rischio di pol<strong>it</strong>iche<br />

più restr<strong>it</strong>tive<br />

20%<br />

Cambiamenti<br />

moderati<br />

e graduali<br />

80%<br />

tore dell’intermediazione finanziaria<br />

rimane malconcio (s<strong>it</strong>uazione segnalata<br />

ad esempio da bassi moltiplicatori<br />

della base monetaria). Nel 2010 i<br />

tassi di interesse a breve dovrebbero<br />

salire lievemente». Vietti di Allianz<br />

global investors vede invece la diminuzione<br />

della liquid<strong>it</strong>à e possibili conseguenze<br />

sul sistema finanziario come<br />

un’eventual<strong>it</strong>à reale: «La liquid<strong>it</strong>à forn<strong>it</strong>a<br />

dalla Bce dovrebbe diminuire in<br />

maniera rilevante, anche se graduale.<br />

Questo potrebbe avere un impatto<br />

soprattutto sulle banche». Anche<br />

Landi di Anthilia focalizza la sua<br />

attenzione sulle conseguenze che<br />

potrebbero colpire il sistema finanziario:<br />

«La diminuzione della liquid<strong>it</strong>à<br />

sarà rilevante solo nella seconda parte<br />

dell’anno. Vi è un possibile rischio di<br />

cred<strong>it</strong> crunch». ■


Quali sono i maggiori fattori di rischio nell’azionario?<br />

Un po’ di paura<br />

dai ta si<br />

Anche in questo caso è emersa<br />

una discreta varietà di risposte,<br />

anche se comunque alcuni temi<br />

dominanti si possono trovare. Essenzialmente<br />

i pericoli maggiori per<br />

l’Europa potrebbero venire da un forte<br />

e inaspettato rallentamento dell’economia,<br />

che diverrebbe ancora più grave<br />

se le autor<strong>it</strong>à monetarie, come hanno<br />

fatto in passato, sottovalutassero il<br />

problema e inasprissero la pol<strong>it</strong>ica monetaria<br />

troppo presto, con conseguenze<br />

nefaste per i prof<strong>it</strong>ti aziendali. Significativa<br />

la sintesi di Moonen di Ing investment<br />

management: «I rischi sono<br />

cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i innanz<strong>it</strong>utto da una pol<strong>it</strong>ica<br />

monetaria più restr<strong>it</strong>tiva: le banche<br />

centrali si troveranno nella difficile s<strong>it</strong>uazione<br />

di dovere ev<strong>it</strong>are di rimuovere<br />

troppo presto pol<strong>it</strong>iche monetarie<br />

espansive (sia convenzionali che non) e<br />

quindi rischiare di ricadere nella recessione,<br />

oppure di rimuoverle troppo tardi<br />

e quindi rischiare di affrontare<br />

un’impennata delle aspettative di inflazione.<br />

A ciò si aggiunga che il livello<br />

di comunicazione di queste misure deve<br />

essere molto efficace, se non si vuole<br />

sorprendere i mercati in negativo. Ad<br />

ogni modo un aumento dei tassi non<br />

comporta necessariamente un mercato<br />

azionario in calo, come testimoniato<br />

dalle pos<strong>it</strong>ive reazioni dei mercati in<br />

Australia e Norvegia, dopo che la Banca<br />

centrale ha alzato i tassi lo scorso<br />

anno. Rischi ulteriori vengono anche da<br />

una ricaduta degli indicatori macro,<br />

fatto che solleverebbe dubbi circa la<br />

sostenibil<strong>it</strong>à della ripresa. L’andamento<br />

del mercato del lavoro e dell’immobiliare<br />

e l’Ism sono tutti indicatori cr<strong>it</strong>ici<br />

da tenere sotto osservazione. Infine un<br />

altro elemento di rischio è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da<br />

possibili sorprese negative nei prof<strong>it</strong>ti».<br />

Una sintesi simile arriva anche da<br />

Federico Corbari, amministratore delegato<br />

di Superfund sgr: «I mercati globali<br />

sono stati aiutati e spinti da una<br />

pol<strong>it</strong>ica monetaria volta a sostenere la<br />

ripresa e il rischio è che gli invest<strong>it</strong>ori<br />

nell’azionario paghino scelte di pol<strong>it</strong>ica<br />

monetaria differente o una riduzione<br />

degli incentivi. In ogni caso uno sguardo<br />

alla disoccupazione è d’obbligo, in<br />

quanto proprio essa guiderà le scelte di<br />

pol<strong>it</strong>ica monetaria. Inoltre dovremo<br />

guardare molti bilanci che a marzo<br />

avranno un riflesso differente da quello<br />

delle trimestrali del 2009».<br />

Sotto questo ultimo aspetto, appare<br />

interessante anche l’opinione di<br />

Bevacqua di Sofia sgr: «Siamo vicini a<br />

un repricing delle azioni. Un Eurostoxx<br />

a 3.200/3.300 manifesta valori di borsa<br />

vicini al fair value. In questo sta il rischio<br />

equ<strong>it</strong>y del 2010: non considerare<br />

le azioni come opportun<strong>it</strong>à tattica e illudersi<br />

che siano un investimento strategico.<br />

Se invece si saprà stare sull’equ<strong>it</strong>y<br />

con flessibil<strong>it</strong>à, potremo avere da<br />

questa asset class soddisfazioni importanti<br />

anche nel 2010».<br />

Un altro problema molto sent<strong>it</strong>o è<br />

quello di possibili default, o comunque<br />

di forte deterioramento della posizione<br />

fiscale di molti paesi, europei e non. Se<br />

non manca chi vede problemi fra i paesi<br />

più in difficoltà dell’Eurozona, vi è anche<br />

chi vede potenziali pericoli arrivare<br />

dai paesi emergenti. Ad esempio per<br />

Kiegler di Raiffeisen, «i maggiori rischi<br />

per gli invest<strong>it</strong>ori nel 2010 saranno da<br />

una parte un nuovo rallentamento dell’economia<br />

dovuto a misure monetarie<br />

o fiscali avverse, e dall’altra l’aumento<br />

del rischio di default di stati, soprattutto<br />

fra i paesi emergenti». Non manca<br />

neppure chi vede all’orizzonte profilarsi<br />

difficoltà geopol<strong>it</strong>iche: per il<br />

team di advisors di Selector «uno shock<br />

ai prezzi del petrolio dovuto all’instabil<strong>it</strong>à<br />

iraniana è un altro fattore da tenere<br />

a mente, così come il fatto che governi<br />

alla canna del gas possano sviluppare<br />

nuovi regolamenti mal concep<strong>it</strong>i e nuove<br />

tasse quali la Tobin tax». Simili<br />

preoccupazioni vengono indicate anche<br />

da Beani di Bnp Paribas: «Fra i rischi va<br />

segnalato l’inasprimento della s<strong>it</strong>uazione<br />

geopol<strong>it</strong>ica in relazione alla rinnovata<br />

minaccia terroristica, qualora ciò dovesse<br />

portare ad azioni di guerra da parte<br />

degli Usa». ■<br />

Quali sono i maggiori fattori di rischio?<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

Sorprese negative Rischi Pol<strong>it</strong>iche Rallentamento<br />

nei prof<strong>it</strong>ti geopol<strong>it</strong>ici monetarie<br />

troppo restr<strong>it</strong>tive<br />

economia<br />

INVESTIRE<br />

IN CINA<br />

75% 15% 60% 75% 30%<br />

Altro<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 83


MY LIFE, MY STYLE - VIAGGI<br />

Santo Domingo,<br />

lontano dai resort<br />

Siamo a Santo Domingo, il paradigma della<br />

cartolina caraibica, fantastiche spiagge<br />

di sabbia bianca orlate da altissime palme,<br />

acqua trasparente, cieli blu. Ma la Repubblica<br />

Dominicana è anche sinonimo di resort all inclusive,<br />

globalizzazione del lusso e del divertimento<br />

da animazione programmata, tutti uguali gli uni<br />

agli altri nel mondo, e, purtroppo più spesso di<br />

quello che si vuole credere, meta ideale per il turismo<br />

sessuale.<br />

Ciò che però molti non sanno è che sull’isola<br />

esistono ancora angoli di incredibile incontaminata<br />

bellezza, dove è possibile incontrare la gente,<br />

scoprire sonnolenti villaggi sul mare, camminare<br />

nella giungla e trovare p<strong>it</strong>toresche spiagge<br />

deserte... vivere cioè un viaggio nei Caraibi ancora<br />

selvaggi.<br />

È necessario allontanarsi dalla costa sud-est,<br />

da Boca Chica e da Punta Cana; fare un po’ di<br />

strada lontano dalla cap<strong>it</strong>ale, con il suo fascino<br />

decadente, la sua storia, ma anche il suo traffico<br />

delirante o le sue zone off-lim<strong>it</strong>. Ed è necessario<br />

un minimo di capac<strong>it</strong>à di iniziativa e di adattamento.<br />

84 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

Testo e fotografie di Andrea Ferrari<br />

A nord dell’isola c’è la penisola di Samanà,<br />

una lingua di terra lunga una quarantina di chilometri<br />

che delim<strong>it</strong>a la baia di Samanà, famosa<br />

soprattutto tra le megattere, che puntualmente<br />

ogni anno, tra gennaio e marzo, decidono di svernare<br />

qui, dai freddi mari della Groenlandia e dell’Islanda:<br />

arrivano, si riposano, si corteggiano,<br />

cantano, saltano...si fanno fotografare...<br />

Las Terrenas è una buona base: un alberghetto<br />

colorato sulla spiaggia, i tanti piccoli ristoranti-palaf<strong>it</strong>ta<br />

del Pueblo de Los Pescadores<br />

(indimenticabili piatti di pescado del dia, camarones<br />

alla criolla e frutta) e una stradina di terra<br />

continuamente battuta dai tipici motoconchos,<br />

capaci di trasportare, nessuno sa come, anche<br />

quattro-cinque persone. Tutto qui è fatto sulla<br />

strada, un concertino improvvisato, la prepara-


zione dei sigari, il taglio della carne dal macellaio,<br />

il pranzo. Le bancarelle che vendono le coloratissime<br />

tele ha<strong>it</strong>iane. Tra colori, suoni e odori particolari,<br />

indimenticabili.<br />

E poi c’è il mare, fantastico. Playa Bon<strong>it</strong>a è<br />

un piccolo angolo di paradiso personale, con i<br />

tronchi di palma diroccati sulla spiaggia larga<br />

pochi metri, il tepore della soffice sabbia bianca,<br />

da condividere più con i granchi che con altri turisti,<br />

le mille sfumature diverse di verde e blu. Con<br />

una macchina a noleggio, si può girare anche<br />

l’interno della penisola, con i piccoli villaggi di legno<br />

con i bambini per la strada, sempre sorridenti,<br />

sempre pronti a mettersi in posa per una fotografia.<br />

E si possono organizzare escursioni assolutamente<br />

da non perdere, come l’usc<strong>it</strong>a in barca<br />

per osservare le balene nella baia di Samanà, o la<br />

g<strong>it</strong>a al Salto El Limòn.<br />

Vedere le balene è sempre un’emozione speciale<br />

(soprattutto quando sei con bambino di tre<br />

anni, con i suoi occhioni avidi di qualsiasi nov<strong>it</strong>à).<br />

Le balene le vedi arrivare da lontano, placide e indifferenti,<br />

le senti cantare, serene, le vedi anche<br />

saltare, se sei fortunato.<br />

A El Limòn, invece, c’è una bellissima cascata.<br />

La particolar<strong>it</strong>à è che ci si arriva a cavallo (anche<br />

chi su un cavallo non ci è mai sal<strong>it</strong>o), lungo<br />

uno scosceso sentiero che passa per la foresta,<br />

guada un paio di fiumi, si inerpica sulle colline, e<br />

poi arriva sotto la cascata... dove i ragazzini del<br />

posto si tuffano dalle rocce alte 10 metri. L’acqua<br />

è fredda e inebriante, dopo la lunga camminata<br />

nella foresta. I piccoli uccelli dei tropici volano<br />

bassi. E se ci si arriva presto, prima dei gruppi or-<br />

MY LIFE, MY STYLE - VIAGGI<br />

ganizzati dai maneggi della zona, mai comunque<br />

numerosi, c’è davvero un’atmosfera di pace incredibile,<br />

il suono della cascata come unico rumore<br />

che copre il silenzio della foresta.<br />

Un viaggio al nord della Repubblica Dominicana<br />

resta quindi difficile da dimenticare: rimangono<br />

anche i dolci ricordi di pomeriggi sonnolenti,<br />

birre ghiacciate e pale del ventilatore, le<br />

ore a rilassarsi ma anche a cercare di entrare<br />

dentro la lunga e tormentata storia di questo<br />

paese, facendosi accompagnare per esempio da<br />

Mario Vargas Llosa e la sua La festa del caprone,<br />

o dalla bravissima Julia Alvarez con Nel nome<br />

di Salomè. Insomma, un nuovo viaggio da provare<br />

a raccontare. ■<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 85


MY LIFE, MY STYLE - RISTORANTI<br />

Pier Giorgio Parini: il Bach della cucina. Le<br />

intricate arch<strong>it</strong>etture e le ricche tess<strong>it</strong>ure<br />

polifoniche che danno v<strong>it</strong>a ai capolavori<br />

del genio tedesco ricordano molto i percorsi<br />

gustativi del folletto di Torriana. Tanto intelletto,<br />

tanta matematica precisione, tanto studio<br />

approfond<strong>it</strong>o approdano a risultati apparentemente<br />

semplici, ma che nascondono un rigore<br />

matematico, una precisione e uno studio maniacale<br />

unico. I piatti di Parini sono di una compless<strong>it</strong>à<br />

costruttiva molto elevata. Prendiamo ad<br />

esempio la ricotta vegetale: quella che si scorge<br />

sotto le erbe è una ricotta verde e intensa.<br />

Ottenuta senza caglio e senza latte. Viene fatto<br />

bollire un segreto miscuglio di erbe, poi frullate,<br />

rimesse a bollire e raccolte per affioramento.<br />

Successivamente immesse in uno stampo e poste<br />

a raffreddare. La consistenza finale è quella di<br />

una ricotta. In questo caso accompagnata da<br />

schiuma di brodo di aringa e salsa all’uovo. Un<br />

processo complesso, ingegnoso, articolato che<br />

porta in sé una profonda e smisurata conoscenza<br />

del prodotto, quasi viscerale. Di ogni prodotto<br />

Parini riesce a carpire l’anima e a estrarla, per<br />

86 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

a cura di Alberto Cauzzi<br />

www.passionegourmet.com<br />

Una cena da Povero Diavolo<br />

portarla nel piatto. Così come è un concentrato<br />

di saperi e sapori l’umido di seppia, una finissima<br />

dadolata di crudo di seppia sovrastata da<br />

erbe selvatiche (erba cipollina, aneto e foglie di<br />

cipolla) e adagiata su un brodo, ancestrale, ottenuto<br />

dalla colatura di pomodori penduli rossi e<br />

pomodori gialli di una varietà quasi perduta, da<br />

sempre utilizzati in Romagna. Un tempo, ci spiegava<br />

Parini, si usava fare seccare questa varietà<br />

di pomodori per poi consumarli durante tutto<br />

l’inverno con i piatti della tradizione.<br />

Immensa anche la mazzancolla, succo di melograno,<br />

the al gelsomino. Curioso e intrigante il<br />

brodo di canocchie in cui l’elemento principale<br />

del piatto è il brodo stesso, ottenuto dall’emulsione<br />

a crudo dei crostacei. I tortellini di cozze<br />

servono solo a fare tess<strong>it</strong>ura e a condurre il gusto<br />

grazie alla nota sapido-iodata della cozza nel<br />

ripieno. Piccoli colpi di estro anche la ventresca<br />

di maialino con cavolo rosso, salsa all’anice o i<br />

tortellini di faraona con salsa al parmigiano e


caffè, decisamente più concreti ma comunque<br />

eleganti.<br />

È evidente a tutti l’estrema perfezione e matur<strong>it</strong>à<br />

di questa cucina, che tende a concentrare<br />

sempre più in spazi ristretti gli elementi, perché<br />

tanto non serve nulla di più che qualche centimetro<br />

di alimento, se quest’ultimo è centrato e persistente<br />

come in questi casi. Una piccola ulteriore<br />

nota, anche in questo caso connotante del talento<br />

e del genio del buon Parini. Probabilmente,<br />

in una prossima vis<strong>it</strong>a anche ravvicinata, non degusterete<br />

nessuno di questi piatti. Questo perché<br />

la sua vena creativa, al momento, pare inesauribile<br />

e in continuo fermento. Parini, per concludere,<br />

rilegge la sua terra e le sue tradizioni con occhi<br />

verso il futuro, usa la tecnica ma non la tecnologia.<br />

In lui risiede la vera e profonda avanguardia<br />

culinaria, fatta di sapori intensi e riconoscibili<br />

affiancati da sensazioni nuove e ined<strong>it</strong>e<br />

che intervengono sempre a propos<strong>it</strong>o nel punto<br />

LA SCHEDA<br />

il pregio: cucina di grande personal<strong>it</strong>à<br />

il difetto: difetto?<br />

Ristorante locanda del Povero Diavolo<br />

via Roma 30<br />

Torriana (RN)<br />

tel (+ 39) 0322911902<br />

www.ristorantepoverodiavolo.com<br />

MY LIFE, MY STYLE - RISTORANTI<br />

giusto. È una cucina senza alginati, addensanti,<br />

maltodestrine… è una cucina di cuore, di anima…<br />

Post scriptum. A Parini sembra tocchi la<br />

stessa sorte di Bach: non gode di particolare considerazione<br />

da parte dei contemporanei. Occorre<br />

rimediare, andate a Torriana al più presto, non<br />

es<strong>it</strong>ate.<br />

Un’ultima importante nota. La locanda del<br />

Povero Diavolo, non dimentichiamolo, non è solo<br />

la cucina di Parini. Fausto e Stefania sono due<br />

squis<strong>it</strong>i padroni di casa. Hanno saputo costruire,<br />

nel tempo, un luogo di accoglienza unico. Vi sembrerà<br />

di entrare in una casa, la vostra, tanto calda<br />

sarà l’accoglienza degli ambienti e delle persone.<br />

E non es<strong>it</strong>ate a farvi cullare dalle amorevoli<br />

attenzioni della dolce Stefania e dalla pungente<br />

ironia di Fausto cui vi consiglio di affidarvi, a<br />

occhi chiusi, per le scelte enologiche; non ve ne<br />

pentirete affatto.<br />

Evviva i Poveri diavoli, evviva! ■<br />

Numero coperti: 35<br />

Chiuso: da dopo l’Epifania a metà marzo e lunedì.<br />

Prezzi: alla carta 50 euro<br />

Menù degustazione: 55 - 80 euro<br />

Vis<strong>it</strong>ato nel mese di dicembre 2009<br />

Per maggiori informazioni vis<strong>it</strong>ate il s<strong>it</strong>o www.passionegourmet.com<br />

FONDI&SICAV/Gennaio 2010 87


MY LIFE, MY STYLE - VINO<br />

Uno Chardonnay<br />

quasi sconosciuto<br />

La prima volta con i vini di Ornella Molon<br />

è stato a Venezia. Tanti anni or sono. C’è<br />

un locale che si chiama Al Prosecco, in<br />

Campo San Giacomo all’Orio, che è esattamente<br />

quello che ci piacerebbe gestire in prima persona:<br />

piccolo banco caffetteria, vino alla mesc<strong>it</strong>a,<br />

ma anche belle etichette allo scaffale, bei<br />

piatti di tavola fredda, atmosfera rilassata e amichevole.<br />

Il locale si distende fuori, sul Campo,<br />

sotto un grande platano: un locale più grande<br />

all’esterno che dentro, in modo da configurarlo<br />

per il godimento all’aria aperta, in connubio con<br />

la c<strong>it</strong>tà e la sua gente. Ottimo. Aspettiamo i cibi.<br />

Il sole rimbalza gradevole e arzillo tra il fogliame<br />

del vecchio platano, rifrangendosi in mille<br />

direzioni contro le facciate irregolari dei palazzi<br />

e l’abside della chiesa. Scaglie verticali di<br />

rosso, bianco, azzurro arredano la piazza, che da<br />

questa angolazione è proprio bella e ariosa. La<br />

gente passa lontano, confusa, là in fondo, sul<br />

trag<strong>it</strong>to San Marco-Ferrovia/Piazzale Roma.<br />

Come sarebbe bella Venezia senza turisti. Rifletto<br />

che anche io sono un turista e che, finché<br />

continuo a venirci con obiettivi e scopi di vis<strong>it</strong>a,<br />

sono fra gli eliminabili.<br />

Buono però, questo Chardonnay! Parliamo del<br />

produttore con i proprietari del locale e si scopre<br />

che Molon è un nome molto diffuso nel Veneto,<br />

considerato un grande produttore. Confesso una<br />

ignoranza imperdonabile: in guide ed enoteche a<br />

Milano non l’avevo mai visto, beata distrazione.<br />

Decido che una vis<strong>it</strong>a alla cantina sarebbe interessante:<br />

Campodipietra di Salgareda, provincia<br />

di Treviso. La campagna veneta è uno spettacolo,<br />

per la cura con cui viene utilizzata e non so-<br />

88 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

AZIENDA AGRICOLA ORNELLA MOLON<br />

TRAVERSO, VIA RISORGIMENTO, 40<br />

31040 CAMPODIPIETRA TV<br />

a cura di Enoteca Ronchi<br />

lamente conservata (il segreto è questo, non altri…),<br />

per la ricchezza delle acque, l’unic<strong>it</strong>à delle<br />

costruzioni che conservano la classe della nobiltà<br />

veneziana anche nelle esecuzioni più semplici.<br />

L’azienda non fa eccezione: è una grande antica<br />

residenza dei dogi del XVII secolo, Villa Giustinian,<br />

un complesso impressionante. Classica la<br />

disposizione simmetrica, con un grande corpo<br />

centrale (residenza del proprietario) e due ali laterali<br />

(barchesse) più basse, ma con volumi grandi<br />

e indivisi che si allungano a delim<strong>it</strong>are il frontale<br />

del parco antistante di 3,5 ettari.<br />

I vigneti si estendono su 40 ettari lungo la<br />

pianura del fiume Piave a sud-est di Treviso. Facciamo<br />

un giro in cantina dove la signora Molon<br />

mi apre le porte della barricaia, in uno dei vecchi<br />

depos<strong>it</strong>i a lato della barchessa di sinistra. Uno<br />

spettacolo impressionante di piccole botti accatastate,<br />

aspettando che il tempo faccia maturare<br />

il vino, dove ci si sente piccoli e inadeguati nella<br />

propria voglia di bere. Mi mostra l’azienda che<br />

è grande e che fa dell’accoglienza del cliente uno<br />

dei punti forti. Non solo un punto vend<strong>it</strong>a spettacolare,<br />

nei locali di depos<strong>it</strong>o di carri e attrezzi<br />

di una volta e oggi accogliente atrio, ampio nei<br />

volumi, largo e alto, dove tutta la produzione viene<br />

bene esposta. Ma anche una vera enoteca-wine<br />

bar con cucina, per clienti-gourmand.<br />

Per filosofia dichiarata, i vini di Molon hanno<br />

la caratteristica di centrare il giusto mezzo, di<br />

avere tipic<strong>it</strong>à, intens<strong>it</strong>à e genuin<strong>it</strong>à che ci si<br />

aspetta da produzioni veraci, senza la tensione<br />

assillante di ben figurare nelle deformanti guide,<br />

seguendo furtive e occasionali mode, ma con<br />

dentro una concretezza che prende convinzione<br />

dal terr<strong>it</strong>orio di cui deve essere esponente, in cui<br />

il vino deve essere venduto e apprezzato. Forse il<br />

mercato milanese trae equivoche convinzioni e<br />

motivazioni dal rating delle guide e deve rispondere<br />

alle logiche dettate per stagione o momento<br />

di mercato. Molon invece vive nel terr<strong>it</strong>orio,<br />

vuole esserne espressione verace e concreta, esserci<br />

oggi e domani. ■


90 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />

,<br />

FONDI&SICAV<br />

CONOSCERE PER INVESTIRE AL MEGLIO Anno 3 - Numero 16 - Gennaio 2010<br />

Investire in un futuro ancora bambino<br />

Hi-tech, energia pul<strong>it</strong>a<br />

e biotech nei portafogli<br />

Obbligazionari convertibili<br />

Discesa all’inferno<br />

e r<strong>it</strong>orno alla grande<br />

Consensus Europa<br />

Fa capolino<br />

un moderato<br />

ottimismo<br />

Fondi&Sicav - Gennaio 2010<br />

numero 16 – Anno 3<br />

Direttore<br />

Giuseppe Riccardi<br />

Coordinamento redazionale e direttore<br />

responsabile<br />

Alessandro Secciani<br />

Ufficio studi<br />

Luca Brambilla, Boris Secciani<br />

Caporedattore<br />

Massimiliano D’Amico<br />

Progetto grafico e impaginazione<br />

Alfredo Rampanelli<br />

Collaboratori<br />

Stefania Basso, Alberto Cauzzi,<br />

Matteo Cicala, Davide Cimabue,<br />

Alessandro Coltella, Luigi Cossu,<br />

Andrea Ferrari, Andrea Milesio,<br />

Enoteca Ronchi, Rocki Gialanella,<br />

Dario Palladini, Gloria Valdonio.<br />

Segreteria di redazione<br />

Maria Luisa Crepaldi<br />

Redazione, amministrazione<br />

e pubblic<strong>it</strong>à<br />

Viale San Michele del Carso 1<br />

20144-Milano<br />

Tel. 02.320.62.55.67 - 02.91.70.10.30<br />

Fax 02.91.70.10.29<br />

Pubblic<strong>it</strong>à<br />

Matteo Gallizio<br />

adv@fondiesicav.<strong>it</strong><br />

Casa Ed<strong>it</strong>rice<br />

GMR srl<br />

Viale San Michele del Carso 1<br />

20144-Milano<br />

Stampa<br />

Poggi Tipol<strong>it</strong>o srl<br />

via Galileo Galilei 9/B<br />

Assago-Milano<br />

Autorizzazione n. 297 dell’8 maggio<br />

2008 del Tribunale di Milano

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