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FONDI&SICAV<br />
CONOSCERE PER INVESTIRE AL MEGLIO Anno 3 - Numero 16 - Gennaio 2010<br />
Investire in un futuro ancora bambino<br />
Hi-tech, energia pul<strong>it</strong>a<br />
e biotech nei portafogli<br />
Obbligazionari convertibili<br />
Discesa all’inferno<br />
e r<strong>it</strong>orno alla grande<br />
Consensus Europa<br />
Fa capolino<br />
un moderato<br />
ottimismo
Modulo o fensivo<br />
Con il 31 dicembre 2009 non è fin<strong>it</strong>o solo l'anno, ma<br />
un intero decennio. Dieci anni non semplici, che<br />
hanno visto molti cambiamenti, molte innovazioni,<br />
molte difficoltá. Anni di alti e bassi o meglio, per usare un<br />
termine finanziario, volatili. Però invece di tirare le somme,<br />
come tutti gli anni, con giornali e televisioni che ci propongono<br />
i sol<strong>it</strong>i servizi su ciò che è successo (insieme a quelli<br />
sulle diete post feste...), vorrei proporre un esercizio diverso<br />
e provare a guardare avanti. Guardare al futuro e cercare di<br />
capire cosa vorremmo, cosa potrebbe succedere, come l'avanzare<br />
della tecnologia e del progresso potrebbero cambiare<br />
le nostre v<strong>it</strong>e e quelle delle generazioni future.<br />
Un segnale di questo nostro modo di vedere le cose lo<br />
diamo già in questo numero di Fondi&Sicav: invece delle<br />
sol<strong>it</strong>e pagine e pagine di classifiche dei migliori e peggiori<br />
dell'anno, abbiamo dedicato il pezzo di copertina a "investire<br />
nel futuro". Hi tech, agribusiness, energia pul<strong>it</strong>a, biotecnologie,<br />
persino un articolo su come sfruttare a livello<br />
Nel pieno della crisi c’era chi sosteneva che il cap<strong>it</strong>alismo<br />
era fin<strong>it</strong>o, che il 2008 e 2009 erano stati<br />
per il mondo occidentale ciò che la caduta del muro<br />
ha rappresentato per i comunismo. Come si è visto, il cap<strong>it</strong>alismo<br />
è rimasto in piedi, sia pure con l’aiuto degli odiati<br />
stati che con la deregulation dovevano avere solo il ruolo<br />
di muti testimoni, di notai di decisioni prese sui mercati.<br />
Ma se il cap<strong>it</strong>alismo è ancora in piedi, se il sistema economico<br />
attuale ha ancora qualcosa da dire e da esprimere,<br />
siamo ben lontani dal potere affermare che tutto va bene.<br />
L’attuale sistema economico è vivo, ma ha bisogno di forti<br />
cure, deve non ripetere errori clamorosi e costruire profonde<br />
riforme. Il guadagno deve ancora essere<br />
il motore del mondo, che piaccia o non piaccia,<br />
ma non può più essere un guadagno<br />
senza regole, senza prospettive, senza progetti<br />
a lungo termine. Scelte tecnologiche di<br />
fondo legate al rispetto dell’ambiente, l’incremento<br />
della capac<strong>it</strong>à di produrre cibo per<br />
i miliardi di persone che si stanno affacciando<br />
al benessere, la cura di malattie conside-<br />
rate incurabili, il miglioramento complessi-<br />
EDITORIALE<br />
di investimenti il continuo<br />
invecchiamento della popolazione<br />
(purtroppo nel vecchio<br />
mondo il futuro è anche<br />
questo).<br />
Cambiamo l'approccio:<br />
basta giocare in difesa, fare GIUSEPPE RICCARDI<br />
catenaccio e seguire (spesso in r<strong>it</strong>ardo e/o col timing sbagliato)<br />
i saliscendi delle borse, usiamo un modulo offensivo.<br />
Proviamo a investire consapevoli dei cambiamenti nel<br />
lungo termine che crediamo siano possibili. Questo è il<br />
buon propos<strong>it</strong>o per il futuro: cercare di non darvi letture<br />
e analisi scontate. Provare a darvi strumenti semplici, chiari,<br />
comprensibili per aiutarvi nel mondo degli investimenti.<br />
Soprattutto, come mi ha sugger<strong>it</strong>o di recente una persona<br />
per me molto importante, continuare a darveli e a<br />
fare crescere Fondi&Sicav con la stessa passione con cui<br />
cerco di far crescere il mio "cucciolo". Buon anno.<br />
Il cap<strong>it</strong>alismo del futuro<br />
vo della qual<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a sono sfide sostanziali, sulle quali<br />
si deciderà il futuro del mondo. Solamente se si saprà vincere<br />
queste part<strong>it</strong>e si potrà dire che il cap<strong>it</strong>alismo ha ev<strong>it</strong>ato<br />
il suo muro di Berlino.<br />
E il ruolo delle singole persone, dei risparmiatori, che altro<br />
non sono che c<strong>it</strong>tadini con qualche piccolo cap<strong>it</strong>ale da<br />
fare fruttare, è enorme. Non solamente dovranno essere capaci<br />
di controllare meglio le él<strong>it</strong>e al potere, ma dovranno soprattutto<br />
convogliare i loro cap<strong>it</strong>ali verso le scelte più giuste,<br />
che ci permetteranno di sopravvivere e di avere un ruolo<br />
ancora di un certo peso a livello planetario. Se si intende<br />
il cap<strong>it</strong>alismo come una corsa di tutti contro tutti, infatti,<br />
siamo destinati a perdere contro paesi molto<br />
più dinamici di noi, molto più convenienti<br />
di noi. Se per cap<strong>it</strong>alismo si intende la capac<strong>it</strong>à<br />
di sviluppare e fare marciare idee innovative,<br />
forse qualcosa il mondo occidentale<br />
è ancora in grado di darlo. Ed è proprio<br />
per dare un piccolissimo contributo a costruire<br />
questo futuro, che Fondi&Sicav questo<br />
mese ha cercato di spiegare che cosa<br />
ALESSANDRO SECCIANI può fare ciascuno di noi.<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 3
6<br />
16<br />
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
FONDI&SICAV Gennaio 2010<br />
Alessandro Foti di FinecoBank:<br />
«Lasciamo i vecchi schemi»<br />
Nuovo scudo<br />
Pronti a scattare<br />
di nuovo<br />
Il calo dei Pf<br />
Puo darsi<br />
che sia un bene<br />
Portafogli<br />
Cresce il rischio,<br />
ma con prudenza<br />
GENNAIO N°16<br />
SOMMARIO<br />
Investire sul futuro<br />
QUATTRO ASSI<br />
PER LA NUOVA<br />
“ECOLOMIA”<br />
4 FONDI&SICAV/ Gennaio 2010<br />
S O M M<br />
I portafogli<br />
di Mc Gestioni<br />
Nel corso del 2009 le asset class più pericolose per gli invest<strong>it</strong>ori hanno dato i risultati<br />
migliori. Fra queste, azioni dei paesi emergenti, materie prime e corporate bond. Per il<br />
2010 si pensa che continuerà il trend favorevole, anche se i problemi dell’intero sistema<br />
economico globale non sono certo passati. Per di più l’incremento dei defic<strong>it</strong> degli stati<br />
farà sentire probabilmente il suo peso<br />
Secondo l’amministratore delegato della prima banca diretta <strong>it</strong>aliana con<br />
oltre 875 mila clienti, con i tassi bassi i rendimenti garant<strong>it</strong>i dai Bot<br />
comporteranno r<strong>it</strong>orni prossimi allo zero e sarà necessario superare i vecchi<br />
schemi. È questo un fattore che dovrebbe sostenere la domanda di asset class<br />
alternative alle obbligazioni e agli strumenti di liquid<strong>it</strong>à anche da parte di<br />
invest<strong>it</strong>ori con uno scarso appet<strong>it</strong>o per il rischio. «Ecco, questo passaggio<br />
rappresenterà la vera occasione della v<strong>it</strong>a per il mondo della promozione»<br />
44<br />
Il calo dei<br />
professionisti<br />
NON È DETTO<br />
CHE SIA<br />
UN MALE<br />
La maggior parte delle reti r<strong>it</strong>iene che i pericoli sulle borse siano ancora<br />
forti, anche se la ripresa è abbastanza chiara. La vera paura è perdere<br />
opportun<strong>it</strong>à. Di conseguenza quasi tutti i professionisti consigliano alla<br />
clientela di incrementare il rischio, mantenendo però un forte livello di<br />
prudenza. I Pac, con il vantaggio di mediare i prezzi, sono considerati lo<br />
strumento ideale, ma alcune società hanno preparato prodotti costru<strong>it</strong>i<br />
in funzione di una fase di grande volatil<strong>it</strong>à<br />
Energie alternative, biotecnologie, agroalimentare<br />
e arcipelago high-tech sono<br />
sempre più interconnessi e rappresentano<br />
la risposta ineludibile alle sfide del XXI<br />
secolo. Un poker sul quale puntano i gestori<br />
in questo momento. Non solamente questi<br />
comparti riusciranno a coniugare sviluppo<br />
ed ecologia, ma potranno creare davvero<br />
valore aggiunto grazie a una combinazione<br />
esplosiva fatta di scars<strong>it</strong>à di petrolio e<br />
necess<strong>it</strong>à di ridurre le emissioni inquinanti,<br />
insieme all’aumento demografico e al<br />
conseguente incremento del fabbisogno<br />
alimentare complessivo<br />
40<br />
Intervista<br />
A COLLOQUIO CON<br />
ALESSANDRO FOTI<br />
DI FINECOBANK<br />
Il numero di professionisti attivi è sceso da 34.030 un<strong>it</strong>à nel 2004 a<br />
23.748, ma più che di una crisi del settore si tratta dell’eliminazione delle<br />
posizioni più marginali, che con i problemi dei mercati hanno visto calare<br />
ulteriormente i loro margini. Hanno contribu<strong>it</strong>o anche le difficoltà a<br />
superare l’esame di ammissione all’albo e la scarsa propensione delle reti a<br />
investire sui neof<strong>it</strong>i. Ma oggi qualcosa si sta muovendo e alcune società<br />
hanno elaborato programmi ad hoc per fare entrare i giovani, che<br />
comunque non accorrono così numerosi<br />
52<br />
Strategie<br />
a cavallo della crisi<br />
AVANTI, MA<br />
CON GIUDIZIO
A R I O<br />
Dopo le pesanti perd<strong>it</strong>e accumulate nel 2008, questi prodotti<br />
hanno vissuto un intenso 2009 sulla cresta dell’onda e in alcuni<br />
casi hanno ottenuto rendimenti superiori al 50% in un anno.<br />
Nei mesi bui della crisi economico-finanziaria sono stati forse la<br />
categoria più penalizzata e pochissimi credevano che ci sarebbe<br />
stato in breve tempo un recupero così vigoroso. Secondo diversi<br />
gestori era però possibile comprendere che la volatil<strong>it</strong>à<br />
dell’azione confrontata con quella dell’opzione sul medesimo<br />
t<strong>it</strong>olo inclusa nel bond si trovava su livelli storicamente bassi<br />
Nella graduatoria dei primi 100 money manager europei<br />
prevalgono di gran lunga i professionisti che operano sull’equ<strong>it</strong>y.<br />
Fra i pochi che si muovono nei bond la maggior parte si dedica agli<br />
emerging market. Ai primi due posti in classifica Vincent Durel e<br />
Ronald Slattery, ambedue di Fidel<strong>it</strong>y. Si sono comportati bene gli<br />
<strong>it</strong>aliani, con Luigi Degrada di Fideuram al terzo posto e Walter<br />
Rossini di Aletti Gestielle con rating AAA<br />
I due paesi stanno acquisendo un ruolo da leader tra le economie a più<br />
rapida cresc<strong>it</strong>a. Gli esperti assegnano loro un ruolo determinante per lo<br />
sviluppo mondiale nel prossimo futuro e gli outlook delle più importanti<br />
case di gestione prevedono prospettive interessanti dal punto di vista dei<br />
rendimenti finanziari. Non mancano però le differenze fra le due aree: il<br />
gigante asiatico ha una cresc<strong>it</strong>a industriale travolgente, mentre quello<br />
sudamericano è uno dei più grandi esportatori di materie prime. Ecco<br />
una breve rassegna dei fondi a gestione passiva quotati su Borsa <strong>it</strong>aliana<br />
e dedicati a questi due mercati.<br />
3 Ed<strong>it</strong>oriale<br />
Nonostante i grandi problemi, l’Eurozona e gli altri<br />
paesi dell’Ue si sono comportati abbastanza bene nel<br />
corso di un anno che ha visto scenari catastrofici.<br />
Oggi parlare di ripresa consolidata è forse eccessivo,<br />
ma non mancano gli ottimisti, anche se i problemi da<br />
risolvere sono ancora molti. Per il prossimo anno la<br />
cautela è d’obbligo, ma complessivamente si respira<br />
un diffuso clima di fiducia, nonostante la Grecia e<br />
altre economie pesantemente in difficoltà<br />
12 Notizie in breve<br />
GENNAIO N°16<br />
SOMMARIO<br />
Obbligazionari<br />
convertibli<br />
IL RITORNO<br />
DALLA PAURA<br />
Classifiche gestori<br />
LA RIVINCITA<br />
DEGLI AZIONARI<br />
Etf Brasile e Cina<br />
EMERGERE<br />
INSIEME<br />
Consensus sull’Europa<br />
LA CORSA<br />
DEL VECCHIO<br />
CONTINENTE<br />
84 My Life, My style<br />
60<br />
68<br />
72<br />
76<br />
Rubriche<br />
FONDI&SICAV/ Gennaio 2010 5
I PORTAFOGLI DI MC GESTIONI<br />
Un anno di DJ Eurostoxx<br />
Un anno di S&P500<br />
6 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
Premiato il rischio<br />
Analizzando brevemente quanto<br />
è successo nel 2009, l’anno<br />
passato può senza dubbio definirsi<br />
entusiasmante e altamente remunerativo<br />
per le asset class ad alto rischio,<br />
tra cui spiccano non solo i t<strong>it</strong>oli azionari<br />
dei paesi emergenti e alcune commod<strong>it</strong>y,<br />
ma anche le obbligazioni societarie a<br />
elevata garanzia, high yield ed emerging.<br />
Ricordiamo tuttavia che l’anno era<br />
part<strong>it</strong>o con un forte ribasso sui merca-<br />
Nel corso del 2009 le<br />
asset class più pericolose<br />
per gli invest<strong>it</strong>ori hanno<br />
dato i risultati migliori.<br />
Fra queste, azioni dei<br />
paesi emergenti, materie<br />
prime e corporate bond.<br />
Per il 2010 si pensa che<br />
continuerà il trend<br />
favorevole, anche se i<br />
problemi dell’intero<br />
sistema economico<br />
globale non sono certo<br />
passati. Per di più<br />
l’incremento dei defic<strong>it</strong><br />
degli stati farà sentire<br />
probabilmente il suo peso<br />
ti azionari, sulla scia della forte crisi di<br />
fiducia che aveva colp<strong>it</strong>o il sistema finanziario<br />
americano e sulla spinta recessiva<br />
che era già alle porte.<br />
L’intervento delle autor<strong>it</strong>à monetarie<br />
tram<strong>it</strong>e pol<strong>it</strong>iche non convenzionali,<br />
di concerto con gli stimoli fiscali<br />
varati dai governi, ha aiutato le economie<br />
sviluppate ad alleggerire gli effetti<br />
della crisi e a ristabilire parzialmente<br />
la fiducia tra invest<strong>it</strong>ori e addetti ai<br />
lavori che era venuta progressivamente<br />
a mancare.<br />
Queste manovre hanno consent<strong>it</strong>o<br />
ai mercati azionari delle aree sviluppate<br />
di guadagnare oltre il 20% nel corso<br />
del 2009, mentre un discorso diffe-<br />
rente mer<strong>it</strong>ano le aree emergenti che,<br />
a partire dai Bric, hanno invece dato<br />
guadagni ben superiori al 70%.<br />
Che cosa ci aspetta quindi a fronte<br />
di questi eccessi nei prossimi mesi?<br />
Le incertezze rimangono, specialmente<br />
a livello economico e sul mercato<br />
del lavoro, che resta il comparto<br />
più penalizzato: il taglio dei costi<br />
delle imprese si è riversato proprio sul<br />
personale.<br />
L’economia Usa continuerà a rivestire<br />
il ruolo più importante su scala<br />
globale, nonostante tale valenza si stia<br />
progressivamente riducendo, considerando<br />
anche l’andamento e la forte<br />
domanda proveniente dalle economie<br />
emergenti.<br />
Di contro, i defic<strong>it</strong> pubblici rimarranno<br />
molto elevati proprio a causa<br />
degli ingenti stimoli fiscali: si stima<br />
infatti che la cresc<strong>it</strong>a del defic<strong>it</strong><br />
aumenterà sui paesi dell’area Ocse nel<br />
2008 dal 3,5% sul Pil nominale a oltre<br />
l’8% nel 2009 e 2010. Questa s<strong>it</strong>uazione<br />
potrebbe spingere i tassi d’interesse<br />
al rialzo ed è questo il primo<br />
spunto operativo per l’inizio dell’anno.<br />
In termini di asset allocation rimaniamo<br />
favorevoli alle azioni con un leggero<br />
sovrappeso, mentre sul comparto<br />
obbligazionario saranno da ev<strong>it</strong>are<br />
almeno nel breve periodo i t<strong>it</strong>oli<br />
monetari e le scadenze di lungo termine.<br />
L’appet<strong>it</strong>o per il rischio non è<br />
diminu<strong>it</strong>o sui mercati, quindi manterremo<br />
in portafoglio obbligazioni corporate<br />
e high yield. ■
Dodici prodotti per attaccare<br />
La visione dinamica<br />
Scomme sa su la fiducia<br />
Il portafoglio si rivolge a un invest<strong>it</strong>ore<br />
dal profilo di rischio medio-alto:<br />
l’obiettivo è la cresc<strong>it</strong>a del cap<strong>it</strong>ale<br />
in un orizzonte temporale di medio<br />
periodo. L’esposizione è pari al 75%<br />
sul comparto azionario puro e al 25%<br />
tra t<strong>it</strong>oli obbligazionari e monetari.<br />
La struttura di portafoglio non<br />
muta rispetto alla fine del 2009, continuando<br />
a diversificare l’investimento<br />
sia in termini geografici sia settoriali.<br />
Sulla componente azionaria, tra le<br />
aree geografiche rimaniamo neutrali<br />
sui mercati sviluppati. Le forze relative<br />
mostrano un leggero rallentamento dell’area<br />
europea e la strategia sarà di alleggerire<br />
tatticamente la posizione.<br />
View maggiormente favorevole, con relativo<br />
sovrappeso, per i t<strong>it</strong>oli americani.<br />
La fine del 2009 ha visto una rotazione,<br />
in termini di stile, dalle large alle<br />
small cap, che potrebbe indicare una r<strong>it</strong>rovata<br />
fiducia degli invest<strong>it</strong>ori nella ripresa<br />
della congiuntura. Il parziale miglioramento<br />
del mercato dell’occupazione<br />
e dell’economia in generale e possibili<br />
ristrutturazioni industriali dovute a<br />
una struttura ancora favorevole dei tassi<br />
d’interesse influiscono pos<strong>it</strong>ivamente<br />
sulle medie-piccole cap<strong>it</strong>alizzazioni. In<br />
tal senso lo slancio delle materie prime,<br />
avvenuto nello stesso periodo, rappre-<br />
Investment Tipo Macroarea Area Stile Peso<br />
Janus Us All Cap Growth A Usd Acc Usd Azionario America Nord America Growth 9<br />
Mc Fdf America Acc Eur Azionario America Nord America Blend 12<br />
Aberdeen Asian Smaller Companies Us Acc. Azionario Asia Pacifico Small Cap 5<br />
Parvest Australia Aud Aud Azionario Asia Australia Stile generico 6<br />
Templeton Bric Fund A Acc Usd Azionario Emergenti Globale Stile generico 8<br />
Blackrock Euro Markets Fund Acc Azionario Europa Globale Blend 16<br />
Mc Fdf Megatrend Wide Eur Azionario Mondiale Globale Blend 8<br />
Etf Powershare Nasdaq 100 European Tracker Azionario Settoriale Information technology Stile generico 7<br />
Invesco Energy Fund A Acc Azionario Settoriale Energy Stile generico 4<br />
Generali Am Euro Liquid<strong>it</strong>y Acc Eur Monetario Euro Areagenerica Stile generico 3<br />
Parvest Euro Medium Term Bond Eur Obbligazionario Diversificati Europa Stile generico 15<br />
Etf Lyxor Euromts 7-10y Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L euro 7<br />
senta un altro esempio: gli invest<strong>it</strong>ori<br />
scommettono più sulla ripresa di fiducia<br />
piuttosto che sull’effettivo miglioramento<br />
dei fondamentali. R<strong>it</strong>eniamo che<br />
sia da mantenere il sottopeso sulla componente<br />
asiatica; da mon<strong>it</strong>orare in<br />
un’ottica d’inserimento il listino giapponese.<br />
Il piano varato dal governo cinese<br />
sulla riforma del sistema san<strong>it</strong>ario potrebbe<br />
generare grossi flussi finanziari<br />
intra-area, specialmente a favore del<br />
comparto farmaceutico ed healthscience<br />
giapponese. Al momento la preferenza<br />
è per il listino australiano caratteriz-<br />
Come suddividere i pesi<br />
Parvest Euro Medium<br />
Term Bond Eur<br />
Generali Am Euro<br />
Liquid<strong>it</strong>y Acc Eur<br />
Invesco Energy<br />
Fund A Acc<br />
Etf Powershare<br />
Nasdaq 100<br />
European Tracker<br />
Etf Lyxor Euromts 7-10y Eur<br />
3%<br />
4%<br />
15%<br />
7%<br />
Mc Fdf Megatrend<br />
Wide Eur<br />
8%<br />
zato dalla presenza di imprese che operano<br />
sulle commod<strong>it</strong>y e nel real estate,<br />
ovvero quei settori caratterizzati da un<br />
buon momentum tecnico.<br />
Tra le aree emergenti la view rimane<br />
favorevole sull’America, Brasile in primis,<br />
che viene prefer<strong>it</strong>a all’Asia, dove si punta<br />
sulla Cina. Rimaniamo a benchmark<br />
sulla parte europea, dove si continua a<br />
preferire la Russia, mentre si mantiene<br />
alta l’attenzione sul listino turco: l’atteso<br />
accordo con il Fmi e il recente upgrade<br />
di F<strong>it</strong>ch ha reso ottimisti gli invest<strong>it</strong>ori<br />
su quest’ultimo comparto. ■<br />
7%<br />
16%<br />
9%<br />
Janus Us All Cap Growth A Usd Acc Usd<br />
12%<br />
8%<br />
5%<br />
6%<br />
Blackrock Euro Markets Fund Acc<br />
Mc Fdf America Acc Eur<br />
Aberdeen Asian<br />
Smaller Companies<br />
Us Acc.<br />
Parvest Australia<br />
Aud Aud<br />
Templeton Bric<br />
Fund A Acc Usd<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 7
I PORTAFOGLI<br />
DI MC GESTIONI<br />
Come suddividere i pesi<br />
Etf Lyxor Euromts 3-5 Y Master Un<strong>it</strong> Eur<br />
Etf Lyxor Euromts 7-10y Eur<br />
Parvest Global<br />
Inflation-linked<br />
Bond Eur<br />
Mc Fdf Global<br />
Bond Eur<br />
6%<br />
12%<br />
8%<br />
Pictet Eur Government Bonds Eur<br />
8 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
Il portafoglio si rivolge a un invest<strong>it</strong>ore<br />
dal profilo di rischio medio-alto:<br />
l’obiettivo è la cresc<strong>it</strong>a del cap<strong>it</strong>ale<br />
in un orizzonte temporale di medio<br />
periodo. L’esposizione è pari al 48%<br />
sul comparto azionario, al 48% sul<br />
comparto obbligazionario e al 4% sul<br />
comparto flessibile.<br />
È opinione diffusa che la ripresa arriverà<br />
prima negli Usa che nellarea euro,<br />
così come gli analisti indicano che<br />
sarà la Fed a ridurre lo stimolo monetario<br />
e ad alzare i tassi d’interesse prima<br />
della Bce: saranno infatti i differenziali<br />
a determinare i movimenti sulle valute.<br />
5%<br />
Templeton Global Bond Fund Euro Hedged Acc Eur<br />
La visione moderata<br />
12%<br />
5%<br />
Dodici prodotti per ogni scenario<br />
E la ripresa va<br />
4%<br />
12%<br />
6%<br />
La ripresa economica è dunque in<br />
corso e continuerà nei prossimi mesi.<br />
Le notizie pos<strong>it</strong>ive arrivano infatti proprio<br />
dagli Stati Un<strong>it</strong>i, specialmente nel<br />
comparto manifatturiero, con l’indice<br />
Ism di dicembre che è arrivato a 55.9<br />
contro 54,3 delle attese e un mercato<br />
del lavoro che nello stesso periodo ha<br />
raggiunto il 10% di disoccupazione, un<br />
livello che rimane il più alto degli ultimi<br />
26 anni, ma che è risultato inferiore<br />
alle attese. Questo livello sembra<br />
tuttavia destinato a ridursi nei prossimi<br />
mesi. I leading indicator, uno dei<br />
principali indicatori sullo stato dell’e-<br />
Morgan Stanley Sicav American Franchise Fund A $ Acc Usd<br />
14%<br />
8%<br />
8%<br />
Vontobel Fund - Us Value Equ<strong>it</strong><br />
Blackrock Continental<br />
European Flexible<br />
Fund Acc Eur<br />
Mc Fdf Europa Eur<br />
Templeton Bric Fund A Acc Usd<br />
Mc Fdf Flex Medium Volatil<strong>it</strong>y Eur<br />
conomia, sono anch’essi in progressivo<br />
miglioramento. Tutte queste considerazioni<br />
hanno portato il biglietto verde<br />
a un marcato apprezzamento nei confronti<br />
dell’euro: a livello operativo può<br />
dunque essere premiante adottare la<br />
scopertura del rischio cambio. Da mon<strong>it</strong>orare<br />
sul fronte valutario anche la<br />
s<strong>it</strong>uazione sul deb<strong>it</strong>o di Spagna e Grecia:<br />
se le tensioni dovessero aumentare,<br />
il flight to qual<strong>it</strong>y degli invest<strong>it</strong>ori<br />
sarebbe quasi inev<strong>it</strong>abile.<br />
Si stima che la cresc<strong>it</strong>a media<br />
mondiale del Pil per il 2010 sia del<br />
3,5% con tutti i principali paesi in terr<strong>it</strong>orio<br />
pos<strong>it</strong>ivo e con quelli emergenti<br />
che avranno il ruolo di trainare l’economia<br />
mondiale. La view rimane estremamente<br />
pos<strong>it</strong>iva su questo comparto.<br />
Un altro settore che potrebbe risultare<br />
molto interessante, almeno in<br />
un’ottica di diversificazione di portafoglio,<br />
è quello delle tecnologie. La tecnologia<br />
è stata considerata nei mesi<br />
scorsi, per le forti generazioni di cassa,<br />
un settore storicamente difensivo. Oggi<br />
a queste considerazioni si aggiungono<br />
le fusioni e acquisizioni che hanno<br />
dato beneficio all’industria e l’esposizione<br />
ai mercati internazionali, in particolare<br />
a quelli emergenti, che hanno<br />
dato segnali di ampia tenuta. ■<br />
Investment Tipo Macroarea Area Stile Peso<br />
Morgan Stanley Sicav American Franchise Fund A $ Acc Usd Azionario America Nord America Blend 12<br />
Vontobel Fund - Us Value Equ<strong>it</strong>y Acc Azionario America Nord America Blend 8<br />
Blackrock Continental European Flexible Fund Acc Eur Azionario Europa Europa ex Uk Blend 8<br />
Mc Fdf Europa Eur Azionario Europa Globale Blend 14<br />
Templeton Bric Fund A Acc Usd Azionario Emergenti Globale Stile generico 6<br />
Mc Fdf Flex Medium Volatil<strong>it</strong>y Eur Flessibile Mondiale Area generica Stile generico 4<br />
Templeton Global Bond Fund Euro Hedged Acc Eur Obbligazionario Diversificati Globale Stile generico 5<br />
Pictet Eur Government Bonds Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L Euro 5<br />
Mc Fdf Global Bond Eur Obbligazionario Governativo Globale Stile generico 12<br />
Parvest Global Inflation-Linked Bond Eur Obbligazionario Inflation linked Area generica Stile generico 6<br />
Etf Lyxor Euromts 7-10y Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L euro 8<br />
Etf Lyxor Euromts 3-5 Y Master Un<strong>it</strong> Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L euro 12
I PORTAFOGLI<br />
DI MC GESTIONI<br />
Dodici prodotti per difendersi<br />
Investment Tipo Macroarea Area Stile Peso<br />
Morgan Stanley Sicav American Franchise Fund A $ Acc Usd Azionario America Nord America Blend 7<br />
Invesco Pan European Structured Equ<strong>it</strong>y Fund A Acc Eur Azionario Europa Globale Blend 6<br />
Mc Fdf Megatrend Wide Eur Azionario Mondiale Globale Blend 12<br />
Mc Fdf Flex Low Volatil<strong>it</strong>y Eur Flessibile Mondiale Area generica Stile generico 10<br />
Generali Am Euro Bond Acc Eur Obbligazionario Diversificati Europa Stile generico 7<br />
Templeton Global Bond Fund Euro Hedged Acc Eur Obbligazionario Diversificati Globale Stile generico 8<br />
Etf Lyxor Euromts 7-10y Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L euro 10<br />
Etf Jpmorgan Gbi Emu 1-3y Eur Obbligazionario Governativo Europa Short term euro 6<br />
Parvest Global Inflation-Linked Bond Eur Obbligazionario Inflation linked Area generica Stile generico 10<br />
Mc Fdf Global Bond Eur Obbligazionario Governativo Globale Stile generico 10<br />
Etf Lyxor Euromts 3-5 Y Master Un<strong>it</strong> Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L euro 14<br />
Pictet Eur Government Bonds Eur Obbligazionario Governativo Europa M/L euro 8<br />
Come suddividere i pesi<br />
Etf Lyxor Euromts 3-5 Y<br />
Master Un<strong>it</strong> Eur<br />
Pictet Eur Government Bonds Eur<br />
14%<br />
10 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
La visione prudente<br />
Preoccupano consumi e lavoro<br />
Il portafoglio si rivolge a un invest<strong>it</strong>ore<br />
dal profilo di rischio mediobasso:<br />
l’obiettivo è la cresc<strong>it</strong>a del<br />
cap<strong>it</strong>ale in un orizzonte temporale almeno<br />
superiore all’anno e l’esposizione<br />
è pari al 65% sull’obbligazionario e al<br />
10% su fondi flessibili con il rimanente<br />
25% sul comparto azionario.<br />
Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco<br />
con scadenza dieci anni prosegue<br />
la fase di lenta discesa che può tradursi<br />
in un sostanziale aumento del clima<br />
di fiducia tra gli addetti ai lavori. Gli<br />
8%<br />
altri strumenti a spread, quali emissioni<br />
societarie Ig e high yield, nonostante il<br />
rally del 2009 e i rendimenti a doppia cifra<br />
con un ridotto livello di volatil<strong>it</strong>à,<br />
hanno ancora carry pos<strong>it</strong>ivi importanti e<br />
dovrebbero continuare a ben performare<br />
almeno per i prossimi mesi.<br />
L’inflazione dovrebbe riprendersi a<br />
breve, anche se, per tutto il nuovo anno,<br />
l’inflazione di base rimarrà sotto controllo.<br />
Le cause sono le stesse indicate<br />
nei report precedenti: alto livello di disoccupazione,<br />
che sia in Eurozona sia in<br />
Morgan Stanley Sicav American Franchise Fund A $ Acc Usd<br />
7%<br />
Invesco Pan European Structured<br />
6%<br />
Equ<strong>it</strong>y Fund A Acc Eur<br />
12%<br />
Mc Fdf Megatrend<br />
Wide Eur<br />
Mc Fdf Global<br />
Bond Eur 10%<br />
10% Mc Fdf Flex Low<br />
Volatil<strong>it</strong>y Eur<br />
Parvest Global 10%<br />
4%<br />
Inflation-linked<br />
Bond Eur<br />
6%<br />
5%<br />
8%<br />
Generali Am Euro Bond Acc Eur<br />
Templeton Global Bond<br />
Etf Jpmorgan Gbi<br />
Fund Euro Hedged Acc Eur<br />
Emu 1-3y Eur<br />
Etf Lyxor Euromts 7-10y Eur<br />
Usa ha raggiunto a novembre il 10% (in<br />
Usa lo stesso dato è stato confermato a<br />
dicembre), i consumi in sofferenza e domanda<br />
interna che rimane debole.<br />
Proprio la domanda interna dovrebbe<br />
invece sostenere le economie dei paesi<br />
emergenti; l’altra grande differenza tra<br />
i paesi sviluppati ed emergenti è data<br />
dalla sostenibil<strong>it</strong>à del deb<strong>it</strong>o pubblico. Le<br />
pol<strong>it</strong>iche fiscali adottate su tutti da Fed<br />
e Bce porteranno a un inev<strong>it</strong>abile aumento<br />
dello stock di deb<strong>it</strong>o per le aree<br />
sviluppate, mentre per quelle emergenti<br />
potremmo assistere a una leggera contrazione<br />
che premierà le emissioni stesse<br />
di deb<strong>it</strong>o.<br />
La fine delle pol<strong>it</strong>iche non convenzionali<br />
e accomodanti, quanto meno<br />
nella forma di forti acquisti di proprie<br />
emissioni per ottenere una riduzione dei<br />
tassi d’interesse sulle scadenze oiù lunghe,<br />
dovrebbe arrivare presto. Operativamente<br />
il portafoglio obbligazionario<br />
rimane a benchmark in termini di duration<br />
per una componente prevalente,<br />
mentre sul restante 25% puntiamo nel<br />
breve periodo sulle obbligazioni dei<br />
paesi emergenti e high yield. ■
NOTIZIE IN BREVE<br />
12 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
Giappone<br />
Luci e ombre<br />
P are cosa certa, almeno secondo gli esperti, che il<br />
Giappone sia ufficialmente usc<strong>it</strong>o dalla recessione<br />
accusata nel secondo trimestre del 2009. Altrettanto certo<br />
è che la cresc<strong>it</strong>a dell’economia tra luglio e settembre si<br />
è fermata allo 0,3%, rispetto all’1,2% ipotizzato dal governo<br />
di Tokyo. La variazione annua non si è spinta oltre<br />
l’1,3%, rispetto alle aspettative più ottimistiche che la fissavano<br />
al 4,8%. Per quanto riguarda le misure di stimolo,<br />
l’ultimo piano è dotato di 55 mila milioni di euro, ma<br />
questo fatto comporterà un ulteriore peggioramento del<br />
ratio deb<strong>it</strong>o/Pil (le ultime stime lo posizionano al 200%).<br />
Infine, coloro che dub<strong>it</strong>ano della ripresa reale del paese<br />
mettono l’accento sull’enorme problema derivante dalla<br />
dinamica demografica e sulle ripercussioni dirette sulle<br />
spese destinate al welfare state e sulla capac<strong>it</strong>à e potenzial<strong>it</strong>à<br />
di consumo degli ab<strong>it</strong>anti. Il Giappone è il primo di<br />
Bilancio di fine decennio<br />
Mai così male<br />
L o<br />
Standard and Poor’s 500 ha chiuso il decennio con<br />
una perd<strong>it</strong>a del 23,08%, ma ha concluso il 2009 sui<br />
livelli più alti degli ultimi 14 mesi. Il Dow Jones è retrocesso<br />
del 7,9%, con cinque anni ribassisti su dieci (il peggiore<br />
è stato il 2008, con un calo del 34%). L’EuroStoxx ha<br />
perso il 39%, causato soprattutto dal -44% del 2008. Nel<br />
panorama degli indici dei paesi dell’euro, il migliore è stato<br />
l’Ibex della borsa di Madrid<br />
in cresc<strong>it</strong>a del 2,56%.<br />
Negli Usa non c’è stato<br />
decennio peggiore da quando<br />
sono disponibili statistiche affidabili<br />
(200 anni). Anche i<br />
tanto temuti anni della Grande<br />
depressione sono stati migliori.<br />
La penalizzazione per<br />
gli invest<strong>it</strong>ori e per coloro che<br />
hanno puntato sui fondi pensione<br />
più aggressivi è stata<br />
una lunga serie di paesi industrializzati che devono fare i<br />
conti con una piramide demografica invert<strong>it</strong>a.<br />
Nonostante ciò, le aspettative continuano a essere<br />
forti da parte di coloro che credono nei corsi e ricorsi storici<br />
delle borse (ciò che era venduto a caro prezzo ed è<br />
sprofondato su livelli minimi dovrà, prima o poi, tornare<br />
sui massimi storici). Gli ottimisti sostengono che il Giappone<br />
si sia ormai lasciato alle spalle gli ostacoli del passato,<br />
che la ripresa dell’economia mondiale tornerà presto<br />
a produrre, come ha sempre fatto, benefici per l’economia<br />
nipponica, che questa volta le prospettive delineate<br />
dal cambio alla guida pol<strong>it</strong>ica del paese sono serie e<br />
che la borsa nipponica si trova su livelli sacrificati se la si<br />
valuta nell’ottica di una prospettiva di lungo termine. In<br />
altre parole, che, nonostante i tanti dubbi correlati all’investimento<br />
in azioni del paese del Sol levante, questa volta<br />
può davvero valere la pena destinarvi una quota del<br />
proprio portafoglio.<br />
molto pesante. Il fatto che le azioni sperimentassero una<br />
sopravvalutazione fin dagli anni novanta e che si siano verificati<br />
due rovesci profondi in meno di dieci anni, ci deve<br />
fare riflettere sui pericoli ins<strong>it</strong>i nella confusione e negli errori<br />
di valutazione, che si trasformano in cattivi consiglieri<br />
di breve termine e strategie errate nel lungo termine.<br />
Sul versante europeo, i tassi di interesse bassi hanno<br />
trasformato il mattone in un investimento speculativo a<br />
rischio contenuto, trascinando l’occupazione del settore.<br />
Sulla scia del r<strong>it</strong>mo impresso dal mercato immobiliare e<br />
dal cred<strong>it</strong>o facile, le banche hanno abbassato la guardia<br />
sulla valutazione della qual<strong>it</strong>à dei beneficiari, consentendo<br />
a due economie quasi marginali (Irlanda e Spagna) di<br />
diventare i nuovi miracoli trainanti. In un altro paese, l’Islanda,<br />
la frenata del mercato ha provocato, tra il 2008 e<br />
il 2009, uno dei collassi più intensi e rapidi della storia. Si<br />
è trattato di un’altra bolla, e per l’ennesima volta è stato<br />
più comodo non leggere i numerosi segnali tangibili: l’indeb<strong>it</strong>amento<br />
eccessivo in primis.
Nuovi prodotti/1<br />
Che affare i danni!<br />
È arrivato<br />
in Italia il fondo Eskatos<br />
fund I promosso da Eskatos cap<strong>it</strong>al<br />
management-Ecm, general partner<br />
di Eskatos sicav sif e specializzata nelle<br />
insurance linked secur<strong>it</strong>y. Eskatos<br />
fund I, fondo di investimento lussemburghese<br />
lanciato il 9 aprile 2008 e autorizzato<br />
da Banca d’Italia al collocamento<br />
nel nostro paese presso gli invest<strong>it</strong>ori<br />
ist<strong>it</strong>uzionali e professionali con<br />
esclusione delle persone fisiche, investe<br />
esclusivamente in insurance linked secur<strong>it</strong>y (Ils),<br />
strumenti con i quali vengono trasfer<strong>it</strong>i al mercato dei cap<strong>it</strong>ali<br />
rischi assicurativi, che si caratterizzano nel settore<br />
danni per essere ad alto impatto e a bassa frequenza, come<br />
uragani, terremoti, attentati terroristici, etc. Nel settore<br />
v<strong>it</strong>a, invece, i rischi si riferiscono soprattutto alla<br />
longev<strong>it</strong>à e alla mortal<strong>it</strong>à. Le Ils sono caratterizzate da<br />
un’alta decorrelazione rispetto alle tradizionali variabilI<br />
economico-finanziarie. Un portafoglio di Ils composto da<br />
un elevato numero di rischi assicurativi gode anche della<br />
Nuovi prodotti/2<br />
Investire in microfinanza<br />
È ai<br />
nastri di partenza Commun<strong>it</strong>y investing fund, sicav<br />
Uc<strong>it</strong>s III multi-comparto di dir<strong>it</strong>to lussemburghese,<br />
armonizzata Ue e rivolta agli invest<strong>it</strong>ori sia ist<strong>it</strong>uzionali<br />
sia privati, che ha una filosofia di investimento innovativa<br />
non solo nelle sue componenti finanziarie, ma anche<br />
nelle final<strong>it</strong>à sociali. È infatti l’unica sicav a investire fino<br />
al 40% dei suoi asset in Mivs, veicoli di investimento in<br />
micro finanza, ed è la prima ad avere come ethical advisor<br />
un’associazione laica di dir<strong>it</strong>to pontificio, Car<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica.<br />
Commun<strong>it</strong>y investing fund non investe in società<br />
quotate o strumenti della finanza tradizionale, ma ha come<br />
unico cr<strong>it</strong>erio di selezione l’investimento in progetti di<br />
micro finanza ponendosi obiettivi non speculativi. Il fondo<br />
propone innanz<strong>it</strong>utto un’importante nov<strong>it</strong>à strutturale:<br />
il comparto Dialogue, primo fondo in Italia che, sfruttando<br />
tutte le opportun<strong>it</strong>à normative a livello europeo, investe<br />
fino al 40% dei suoi asset in Mivs, mentre il restante<br />
60% è ripart<strong>it</strong>o in obbligazioni internazionali emesse da<br />
ist<strong>it</strong>uzioni sovrannazionali con un rating AAA. Il comparto,<br />
che si prefigge un alto impatto sociale e un «giusto r<strong>it</strong>orno»,<br />
ha un basso profilo di rischio e un obiettivo di rendimento<br />
in linea con l’investimento obbligazionario.<br />
decorrelazione tra le sue stesse componenti,<br />
in quanto gli asset, di cui si<br />
compone il portafoglio, sono associati<br />
a eventi tra loro indipendenti.<br />
Eskatos cap<strong>it</strong>al management è una<br />
società specializzata nel mercato delle insurance linked<br />
secur<strong>it</strong>y, strumenti alternativi alla riassicurazione tradizionale<br />
per la copertura dei rischi assicurativi sia del comparto<br />
danni sia di quello v<strong>it</strong>a. Eskatos cap<strong>it</strong>al management<br />
è il managing general partner di Eskatos sicav sif,<br />
un umbrella fund con sede in Lussemburgo che comprende<br />
Eskatos fund I, primo e per il momento unico comparto<br />
attivo della sicav. Ecm si avvale dei servizi di advisory<br />
di Katarsis cap<strong>it</strong>al advisors, società di consulenza con sede<br />
a Lugano.<br />
Commun<strong>it</strong>y investing fund, per rispondere alle final<strong>it</strong>à<br />
etiche e sociali che si propone, non prevede retrocessioni<br />
ai distributori, né commissioni di performance e di<br />
sottoscrizione per i clienti, ma solo management fee pari<br />
allo 0,95%, di cui lo 0,20% è destinato all’ethical advisor<br />
Car<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>ica e lo 0,75% ad Arc asset management,<br />
società di gestione della sicav.<br />
«La visione alla base del nostro<br />
progetto», dichiara Maria Bietolini,<br />
marketing manager del fondo,<br />
«è un inv<strong>it</strong>o ad andare oltre la logica<br />
della beneficenza, in un’ottica<br />
di do ut des che possa avere un impatto<br />
a lungo termine. È un approccio<br />
in forte cresc<strong>it</strong>a a livello<br />
europeo, che crediamo risponda a<br />
una domanda profondamente sent<strong>it</strong>a<br />
anche dal mercato <strong>it</strong>aliano». Il<br />
prodotto arriva a comprendere le<br />
migliori realtà di microfinanza<br />
operanti in Africa, in Asia, in Sud<br />
America e in Europa.<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 13
NOTIZIE IN BREVE<br />
I numeri di dicembre<br />
RACCOLTA NETTA<br />
14 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
Beni di lusso<br />
Previsto un buon 2010<br />
Nel complesso, i risultati del terzo trimestre 2009 nel<br />
settore del lusso hanno superato, oppure sono stati<br />
in linea con le aspettative del mercato. Se da una parte le<br />
sorprese pos<strong>it</strong>ive sono derivate perlopiù dal successo del<br />
taglio dei costi, dall’altra però bisogna notare che le vend<strong>it</strong>e<br />
sono migliorate in modo sequenziale per la maggior<br />
parte delle società. «Con i primi segnali di ripresa già percettibili,<br />
il migliorato sentiment al consumo, la ripresa dei<br />
mercati finanziari, la graduale fine del periodo di de-stoccaggio<br />
e la cresc<strong>it</strong>a del Pil che è r<strong>it</strong>ornata in terr<strong>it</strong>orio pos<strong>it</strong>ivo<br />
nei mercati sviluppati, prevediamo che a livello globale<br />
per il mercato dei beni di lusso la cresc<strong>it</strong>a sarà solida<br />
nel 2010», afferma l’ufficio studi di Créd<strong>it</strong> suisse. «Le no-<br />
Raccolta fondi<br />
Fine d’anno in rosa<br />
B uon<br />
fine d’anno per i fondi comuni <strong>it</strong>aliani: secondo<br />
i dati forn<strong>it</strong>i da Assogestioni, a dicembre il bilancio<br />
tra sottoscrizioni e riscatti si è chiuso in pos<strong>it</strong>ivo con 1,6<br />
miliardi di euro, anche se il bilancio totale del 2009 si è<br />
chiuso in negativo, con una perd<strong>it</strong>a complessiva di oltre<br />
2,9 miliardi di euro. Alla fine del 2009 il patrimonio inve-<br />
Dic-09<br />
mln. euro<br />
Nov-09<br />
mln. euro<br />
Da inizio anno<br />
mln. euro<br />
AZIONARI 347 38 2.955<br />
BILANCIATI 281 124 -661<br />
OBBLIGAZIONARI 1.091 1.366 273<br />
FONDI DI LIQUIDITÀ -1.143 -634 -889<br />
FLESSIBILI 1.040 425 856<br />
FONDI HEDGE -17 -52 -5.491<br />
FONDI APERTI 1.701 1.354 3.036<br />
FONDI RISERVATI -85 -34 -503<br />
FONDI HEDGE -17 -52 -5.491<br />
FONDI DI DIRITTO ITALIANO -1.347 -369 -12.857<br />
Gruppi <strong>it</strong>aliani -1.360 -475 -12.668<br />
Gruppi esteri 13 106 -189<br />
FONDI DI DIRITTO ESTERO 2.946 1.637 9.899<br />
Gruppi <strong>it</strong>aliani 2.404 1.136 8.087<br />
Gruppi esteri 542 500 1.813<br />
GRUPPI ITALIANI 1.045 661 -4.581<br />
GRUPPI ESTERI 555 606 1.624<br />
TOTALE 1.599 1.267 -2.957<br />
Fonte: Assogestioni<br />
stre stime si basano sull’elevata correlazione in<br />
passato tra le vend<strong>it</strong>e di beni di lusso e la cresc<strong>it</strong>a<br />
del Pil. Il mercato dei beni di lusso sta crescendo<br />
di circa il doppio rispetto al Pil mondiale. Noi<br />
prevediamo che le vend<strong>it</strong>e di beni di lusso a livello<br />
globale aumenteranno di circa l’8%, di cui solo<br />
un terzo sarà generato dai mercati sviluppati».<br />
E proprio sulla cresc<strong>it</strong>a dei mercati emergenti si basa<br />
l’ottimismo su questo settore. «Crediamo che i mercati<br />
emergenti continueranno a rappresentare il grosso delle<br />
vend<strong>it</strong>e di beni di lusso nei prossimi anni», continua Créd<strong>it</strong><br />
suisse. «Il rapido aumento del Pil pro-cap<strong>it</strong>e porterà alla nasc<strong>it</strong>a<br />
di una nuova clientela di base. Dall’esperienza giapponese<br />
e dallo sviluppo delle vend<strong>it</strong>e dei beni di lusso a Hong<br />
Kong, Corea e nelle economie locali cinesi selezionate come<br />
Shanghai, stimiamo che l’acquisto di beni di consumo partirà<br />
da un minimo di circa 7 mila dollari a testa. L’aumento<br />
della ricchezza va di pari passo con la rapida urbanizzazione<br />
e porta a cambiamenti del comportamento sociale: ciò<br />
favorisce il diffondersi del consumo di beni di lusso nella<br />
classe media. Di conseguenza, prevediamo che le vend<strong>it</strong>e di<br />
beni di lusso in Asia, escluso il Giappone, vedranno una cresc<strong>it</strong>a<br />
continua a doppia cifra nei prossimi anni».<br />
st<strong>it</strong>o in fondi si è assestato a quota 430 miliardi di euro.<br />
Con quasi 1,1 miliardi di euro raccolti nel corso del mese,<br />
i fondi obbligazionari hanno offerto al settore il contributo<br />
più consistente. La raccolta calcolata sull’intero anno<br />
è stata pari a 273 milioni di euro. Il patrimonio della<br />
categoria, in cresc<strong>it</strong>a, con i suoi 161,7 miliardi, continua a<br />
rappresentare più di un terzo degli asset del settore.<br />
A dicembre è stata consistente anche la raccolta<br />
messa a segno dai prodotti flessibili, che per il terzo mese<br />
consecutivo hanno chiuso in pos<strong>it</strong>ivo, con flussi pari a<br />
oltre un miliardo di euro. Il risultato di raccolta da inizio<br />
anno è stato pos<strong>it</strong>ivo per 856 milioni di euro, mentre il<br />
patrimonio, che si colloca oltre la cifra di 57,3 miliardi di<br />
euro, vale il 13,3% degli asset complessivi. Infine i fondi<br />
azionari, che hanno fatto registrare sottoscrizioni nette<br />
per 347 milioni nel corso del mese. Con quasi 3 miliardi<br />
di euro questi prodotti hanno messo a segno il dato di<br />
raccolta più consistente dell’anno. I prodotti legati alle<br />
borse rappresentano oggi il 21% degli asset (oltre 90,1<br />
miliardi di euro) invest<strong>it</strong>i in fondi comuni. Negativi i fondi<br />
di liquid<strong>it</strong>à: per la categoria le perd<strong>it</strong>e si sono attestate<br />
a oltre 1,1 milioni di euro, con un bilancio dall’inizio<br />
dell’anno in rosso per 889 milioni di euro.
INVESTIRE NEL FUTURO<br />
LE SPERANZE DI CAMBIAMENTO<br />
Quattro assi<br />
per la nuova<br />
“ecolomia”<br />
di Gloria Valdonio<br />
16 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
Siamo figli della tecnologia. Di chi saremo<br />
padri? A questa domanda, cui era<br />
dedicato il convegno di apertura del<br />
Futur show 3000 che si è tenuto nel<br />
2009 a Bologna, potremmo rispondere<br />
che siamo i padri di una nuova “ecolomia”,<br />
che non è un pasticcio gramma-<br />
ticale, ma un termine che definisce<br />
una nuova economia in senso ecologico,<br />
cioè rispettosa dell’ambiente e delle<br />
risorse del nostro pianeta. Un’economia<br />
del futuro che, secondo il noto<br />
economista Roger Bootle, fatta giustizia<br />
delle chimere finanziarie, sarà fon-<br />
data sul fattore umano, sul cap<strong>it</strong>ale intellettuale<br />
e, soprattutto, sull’innovazione.<br />
Dando per certa questa previsione,<br />
possiamo quindi affermare che lo<br />
sviluppo del pianeta dipenderà in sostanza<br />
dalla capac<strong>it</strong>à che avrà il sistema<br />
economico globale di realizzare<br />
Energie alternative, biotecnologie, agro-alimentare e arcipelago high-tech sono sempre<br />
più interconnessi e rappresentano la risposta ineludibile alle sfide del XXI secolo. Un<br />
poker sul quale puntano i gestori in questo momento. Non solamente questi comparti<br />
riusciranno a coniugare sviluppo ed ecologia, ma potranno creare davvero valore<br />
aggiunto grazie a una combinazione esplosiva fatta di scars<strong>it</strong>à di petrolio e necess<strong>it</strong>à di<br />
ridurre le emissioni inquinanti, insieme all’aumento demografico e al conseguente<br />
incremento del fabbisogno alimentare complessivo
questa trasformazione, riconoscendo<br />
che ogni sviluppo non può escludere<br />
l’ecosistema che lo contiene.<br />
Ma qual è la miccia che sta per scatenare<br />
questa catarsi economica? Una<br />
combinazione esplosiva fatta di scars<strong>it</strong>à<br />
di petrolio e necess<strong>it</strong>à di ridurre le<br />
emissioni inquinanti attraverso lo<br />
sfruttamento di fonti alternative e rinnovabili,<br />
insieme all’aumento demografico<br />
e al conseguente incremento<br />
del fabbisogno alimentare complessivo.<br />
L’allungamento della v<strong>it</strong>a e la maggiore<br />
disponibil<strong>it</strong>à di spesa dei paesi<br />
emergenti poi stimoleranno la domanda<br />
e la ricerca di nuovi consumi alimentari,<br />
ma anche la domanda di nuove<br />
e più efficaci terapie, che oggi sono<br />
appannaggio dell’industria biotecnologica<br />
con la sua punta di diamante rap-<br />
presentata dalla biogenetica e dalla<br />
molecola personalizzata.<br />
«I progressi della tecnologia e un livello<br />
più elevato di comprensione su come<br />
la genetica influenza la salute hanno<br />
aperto un nuovo orizzonte fornendo<br />
quelle risposte che l’industria farmaceutica,<br />
con la sua incapac<strong>it</strong>à di<br />
sviluppare farmaci innovativi, non ha<br />
saputo dare», spiega a Fondi&Sicav<br />
Pier Furno, senior fund manager di<br />
Nemesis Am. Quanto all’industria high-tech<br />
propriamente detta, secondo<br />
gli esperti è da sempre il detonatore<br />
della cresc<strong>it</strong>a produttiva ed è logico<br />
supporre che continuerà a svolgere un<br />
ruolo fondamentale nello sviluppo futuro<br />
al servizio delle industrie agroalimentare<br />
e biotech.<br />
Secondo il Worldwatch inst<strong>it</strong>ute,<br />
oggi ci sono le condizioni per guidare<br />
l’economia globale verso un percorso<br />
sostenibile, attraverso una trasformazione<br />
economica radicale, la più<br />
profonda tra quelle avvenute nell’ultimo<br />
secolo. E proprio le energie alternative<br />
e i settori collegati rappresentano<br />
una risposta ineludibile alle sfide<br />
energetiche del nostro secolo, che sono<br />
alla base del cambiamento che stiamo<br />
vivendo. Ma, e questo dato è il più<br />
incerto, saprà l’economia guidare i<br />
mercati finanziari e premiare questi<br />
settori, e non il contrario, come, secondo<br />
alcuni osservatori, avviene oggi?<br />
Secondo le stime non ci sarà altra scelta.<br />
Il fabbisogno energetico globale<br />
dovrebbe infatti aumentare del 50%<br />
entro il 2030. Ma sarà sempre più difficile<br />
per le energie fossili soddisfare<br />
questa domanda. Secondo l’Agenzia<br />
internazionale dell’energia, i due terzi<br />
delle riserve mondiali (circa 800 campi)<br />
hanno violato la loro produzione<br />
pick, che dovrebbe diminuire quindi del<br />
7% all’anno, cioè due volte più velocemente<br />
del previsto.<br />
I paesi produttori, che detengono il<br />
90% delle riserve scoperte, hanno no-<br />
tevolmente ridotto i loro investimenti,<br />
insieme allo sfruttamento dei giacimenti<br />
non convenzionali (sabbie b<strong>it</strong>uminose),<br />
che sono molto inquinanti. A<br />
segu<strong>it</strong>o di ciò, la riduzione dei paesi importatori<br />
dalla dipendenza dalle energie<br />
fossili e la necess<strong>it</strong>à, sanc<strong>it</strong>a anche<br />
dal presidente americano Obama, di diminuire<br />
le emissioni di CO2, ulteriormente<br />
incoraggiata dai prezzi del petrolio,<br />
dovrebbero favorire un cambio<br />
di rotta verso le nuove fonti di energia.<br />
La lotta contro il riscaldamento<br />
globale e l’inquinamento ha ora un supporto<br />
pol<strong>it</strong>ico solido e, come si è visto al<br />
vertice di Copenaghen, il problema è<br />
diventato universale. Sulla carta la Cina<br />
prevede di ridurre addir<strong>it</strong>tura del 40-<br />
45% le sue emissioni di CO2 entro il<br />
2020 e stanzierà 454 miliardi di dollari<br />
per raggiungere questo obiettivo. Ma<br />
questa, per molti, è fantascienza. Molto<br />
reale è invece quanto hanno previsto<br />
l’America recentemente e la Commissione<br />
europea ancora il 23 gennaio<br />
2008, cioè di utilizzare il 20% di energie<br />
alternative entro il 2020.<br />
In questo quadro è probabile che le<br />
nuove sfide, che necess<strong>it</strong>ano di colossali<br />
investimenti, possano fornire di<br />
qui a qualche anno r<strong>it</strong>orni di grande<br />
importanza. E’ possibile che chi entra<br />
oggi in questi campi possa trovarsi in<br />
una posizione simile a coloro che puntarono<br />
sull’It negli anni ’70. Ecco quindi<br />
come è possibile muoversi e quali gli<br />
scenari più probabili nei prossimi decenni.<br />
■<br />
INVESTIRE<br />
IN CINA<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 17
INVESTIRE NEL FUTURO<br />
L’ HIGH-TECH<br />
Pronto a<br />
macinare utili<br />
18 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
Due le ragioni principali per<br />
scommettere sull’high-tech, e<br />
più in particolare sulla webtech,<br />
la tecnologia legata alla rete. In<br />
primo luogo il settore, se è vero che ha<br />
corso tanto nel 2009, secondo gli operatori<br />
non è ancora sopravvalutato.<br />
Anzi. Inoltre, se il 2010 confermerà la<br />
ripresa già cominciata nel 2009 per<br />
l’intera industria high-tech, cioè quel-<br />
It convergence, v<strong>it</strong>ualization e cloud computing sono i nuovi<br />
filoni di un settore oggi più articolato e in grado di offrire<br />
nuovi spunti di investimento. Ma non mancano altri comparti<br />
estremamente promettenti, specie se la crisi economica verrà<br />
defin<strong>it</strong>ivamente superata. Il profilo di rischio poi si abbassa<br />
grazie a un’intensa stagione di ristrutturazioni e turn around<br />
da parte delle maggiori aziende mondiali<br />
la che codifica la tecnologia e permette<br />
di rendere l’innovazione disponibile<br />
e applicabile, è opinione condivisa che<br />
questa dovrà correre più del mercato. Il<br />
giudizio di Roberto Cappelletto, ordinario<br />
di finanza aziendale presso l’Univers<strong>it</strong>à<br />
di Udine e presidente della società<br />
di rating Phedro consulting, è un<br />
secco outperform nel lungo periodo.<br />
«Prevedo una ripresa del settore, che<br />
dovrebbe tradursi in un aumento degli<br />
utili e dei prezzi dei t<strong>it</strong>oli appartenenti<br />
soprattutto al comparto internet»,<br />
spiega Cappelletto. «I servizi It, cioè<br />
l’insieme delle tecnologie che consentono<br />
di elaborare e comunicare l’informazione<br />
attraverso mezzi dig<strong>it</strong>ali, r<strong>it</strong>engo<br />
siano addir<strong>it</strong>tura sottovalutati,
INVESTIRE<br />
I primi 50 fondi hi-tech sulla base delle performance a un anno Fonte: www.fondionline.<strong>it</strong> IN CINA<br />
Società Fondo Valuta<br />
Ultima<br />
quota.<br />
Perf.<br />
1 anno<br />
Perf.<br />
3 anni<br />
Perf.<br />
5 anni<br />
Ubs (Lux) Equ<strong>it</strong>y Fund Sa Asian Technology P Acc. Usd 58,801 88,7194 -0,7921 54,2031<br />
Alliancebernstein (Luxembourg) Sa Asian Technology Portfolio I Eur 11,780 63,3842 --- ---<br />
Alliancebernstein (Luxembourg) Sa Asian Technology Portfolio A Eur 10,560 62,2120 --- ---<br />
Asian Technology Fund Asian Technology H Usd 11,709 61,9454 -13,7391 42,7083<br />
Asian Technology Fund Asian Technology A Usd 10,504 60,8416 -15,7355 25,8207<br />
It Asset Management It Technology Global Cap. 1 Eur 508,430 53,8366 -26,0562 -3,6791<br />
It Asset Management It Technology Global Cap. 2 Eur 485,510 52,9358 -27,3450 -6,5320<br />
Bnp Paribas Asset Management Sa Global Technology Inst. Usd 72508,040 52,3291 -19,8932 4,4894<br />
Bnp Paribas Asset Management Sa Global Technology Privilege Usd 618,520 51,9705 -21,9710 2,8723<br />
Axa World Funds Sicav Framlington Global Technology F Cap. Usd 74,063 51,8850 --- ---<br />
Ing (L) Invest Sicav New Technology Leaders I Cap. Eur 5839,700 51,5762 --- ---<br />
Mfs Sicav Technology I1 Usd 99,700 51,5627 -4,2660 ---<br />
Bnp Paribas Asset Management Sa Global Technology Classic/Cap. Usd 62,120 50,9232 -23,5352 -0,2088<br />
Axa World Funds Sicav Framlington Global Technology A Cap. Eur 92,750 50,0566 --- ---<br />
Axa World Funds Sicav Framlington Global Technology A Cap. Usd 72,049 49,8992 --- ---<br />
Seligman Global Horizon Funds Global Technology A Acc. Usd 15,718 49,8123 -2,2553 29,3438<br />
Bnp Paribas Asset Management Sa Global Technology L Usd 58,320 49,8073 -25,2308 -3,8734<br />
Ing (L) Invest Sicav New Technology Leaders P Cap. Eur 32,420 49,6768 -4,5066 16,4930<br />
Ing (L) Invest Sicav New Technology Leaders P Dist. Eur 129,670 49,6653 -4,4929 16,4840<br />
Mfs Sicav Technology A1 Usd 3,589 49,5205 -7,7736 ---<br />
Axa World Funds Sicav Framlington Global Technology E Cap. Eur 91,390 49,3301 --- ---<br />
Ing (L) Invest Sicav New Technology Leaders X Cap. Eur 31,030 49,0394 -5,7984 13,7463<br />
Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Europe Technology B Acc. Eur 9,470 48,6656 --- ---<br />
Mfs Sicav Technology B1 Usd 3,331 48,5252 -9,6144 ---<br />
Seligman Global Horizon Funds Global Technology B Acc. Usd 13,876 48,2820 -5,1926 23,0710<br />
Mfs Sicav Technology C1 Usd 3,303 48,2741 -9,8106 ---<br />
Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Europe Technology A Dist. Eur 7,680 47,6257 -13,5423 21,5514<br />
Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Europe Technology A Acc. Eur 11,800 47,5000 -13,6164 ---<br />
Ubs (Lux) Equ<strong>it</strong>y Fund Sa Global Multi Tech P Acc. Usd 106,125 46,9836 -11,1559 1,3806<br />
Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Global Technology I Acc. Eur 10,140 46,9565 --- ---<br />
Fidel<strong>it</strong>y Funds Sicav Global Technology A Dist. Eur 5,722 46,7179 -7,2309 17,3984<br />
Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Europe Technology D Acc. Eur 4,180 46,1538 -16,2325 15,4696<br />
Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Global Technology A Acc. Eur 4,110 45,7447 2,2388 20,8824<br />
Fidel<strong>it</strong>y Funds Sicav Global Technology E Acc. Eur 5,868 45,6441 -9,3045 13,1290<br />
Henderson Global Investors Ltd Global Technology I2 Usd 21,190 45,6357 --- ---<br />
Henderson Global Investors Ltd Global Technology I1 Usd 21,140 45,2921 --- ---<br />
Mediolanum International Funds -Top Managers Funds Ltd Global Tech Alpha L - A Eur 1,436 45,0505 -14,3709 5,9779<br />
Henderson Global Investors Ltd Global Technology A1 Usd 20,850 44,6912 --- ---<br />
Henderson Global Investors Ltd Global Technology A2 Usd 20,850 44,6912 --- ---<br />
Mediolanum International Funds -Top Managers Funds Ltd Global Tech Alpha S - A Eur 4,416 44,3137 -15,6608 3,3466<br />
Henderson Global Investors Ltd Global Technology X2 Usd 20,260 43,7899 --- ---<br />
Eurizon Cap<strong>it</strong>al Sa Easyfund Equ<strong>it</strong>y High Tech Ih Eur 58,380 43,7223 -14,0333 -2,2602<br />
Eurizon Cap<strong>it</strong>al Sa Easyfund Equ<strong>it</strong>y High Tech Rh Eur 57,520 43,6205 -14,2261 -2,5250<br />
Lombard Odier Darier Hentsch Invest Sicav Technology I Acc. Usd 9,351 43,5174 --- ---<br />
Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Us Technology C Acc. Usd 6,676 43,3235 --- ---<br />
Franklin Templeton Investment Funds Sicav Franklin Technology A Acc. Eur 4,140 43,2526 3,5000 ---<br />
Blackrock Global Funds Sicav Bgf World Technology A2 Cap. Eur 7,980 42,5000 -16,8750 -7,3171<br />
Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Us Technology A Acc. Usd 7,582 42,1683 -14,8486 ---<br />
Franklin Templeton Investment Funds Sicav Franklin Technology N Acc. Eur 3,710 42,1456 0,8152 13,8037<br />
Franklin Templeton Investment Funds Sicav Franklin Technology A Acc. Usd 4,146 42,1055 4,1281 18,5710<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 19
INVESTIRE NEL FUTURO<br />
L’ HIGH-TECH<br />
20 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
nonostante nel 2009 l’Msci world It<br />
abbia registrato la migliore performance<br />
di settore (sia in euro sia in dollari)<br />
su base annua, con l’unica eccezione<br />
dell’Msci world materials. Negative<br />
sono solo le prospettive legate ad<br />
hardware, flat tv, fotocamere dig<strong>it</strong>ali e<br />
lettori mp3».<br />
ANCORA POTENZIALE DI SVILUPPO<br />
E conferma James McLellan, responsabile<br />
di Ubs equ<strong>it</strong>y fund global multi<br />
tech: «Anche dopo le ottime performance<br />
del 2009, a livello mondiale il<br />
settore ha ancora potenziale, soprattutto<br />
per un motivo: molte aziende<br />
hanno tratto lezioni importanti dalla<br />
bolla speculativa del 2000 e sono oggi<br />
più scaltre e flessibili, dopo avere affidato<br />
parte del processo produttivo a<br />
terzi, oppure off-shore». In virtù di<br />
questa reazione attiva alla s<strong>it</strong>uazione<br />
di mercato, il settore nel suo complesso<br />
si è dimostrato molto resistente rispetto<br />
all’indebolimento della domanda<br />
dell’ultimo biennio recessivo. E<br />
sembra ora pronto ad approf<strong>it</strong>tare della<br />
fase attuale che si annuncia molto<br />
intensa, grazie alle innovazioni nei dig<strong>it</strong>al-media<br />
combinate con quelle riguardanti<br />
le network infrastructure in<br />
grado di generare un gran potenziale<br />
di nuovi mercati e nuovi prodotti.<br />
«Questa tendenza è nota come It convergence<br />
e se ne vedono esempi nella<br />
v<strong>it</strong>a quotidiana: fra questi la possibil<strong>it</strong>à<br />
di utilizzare il cellulare come un sistema<br />
di navigazione Gps, la comparsa di<br />
libri dig<strong>it</strong>ali, il cloud-computing, i blog<br />
e le commun<strong>it</strong>y online», spiega McLellan.<br />
«Dato questo trend e visto che la<br />
gestione di questo tipo di imprese e la<br />
loro capac<strong>it</strong>à di reperire cap<strong>it</strong>ali è migliore<br />
rispetto al passato, r<strong>it</strong>eniamo<br />
che il settore sia molto interessante in<br />
un’ottica di investimento».<br />
Ad aggiungere slancio all’arcipelago<br />
high-tech concorre l’emergere di<br />
sottosettori in tumultuosa espansione.<br />
«Per esempio l’intero settore mobile,<br />
cioè mobile internet, mobile workplace<br />
e network connettiv<strong>it</strong>à», sostiene<br />
Thomas Sorensen, gestore di Nordea 1<br />
climate and environment fund. «Ma<br />
sono interessanti anche settori molto<br />
innovativi, come la virtualization e il<br />
cloud computing». La virtualization<br />
(con le sue tre declinazioni: hardware,<br />
storage e software virtualization), cioè<br />
il processo che permette di presentare<br />
in modo innovativo e differente un<br />
gruppo logico o sottoinsieme di risorse<br />
disponibili, offrendo benefici superiori<br />
a quelli usufruibili dalla semplice configurazione<br />
originale, e il cloud computing,<br />
cioè l’insieme di tecnologie<br />
informatiche che permettono l’utilizzo<br />
di risorse hardware o software distribu<strong>it</strong>e<br />
in remoto, sono in assoluto i temi<br />
più gettonati. «Il cloud computing è<br />
un tema interessante a lungo termine,<br />
perché riguarda direttamente la necess<strong>it</strong>à<br />
di una maggiore larghezza di<br />
banda di comunicazione, capac<strong>it</strong>à di<br />
storage e software per la gestione delle<br />
informazioni», conferma Pier Furno,<br />
senior fund manager di Nemesis Am.<br />
NON SOLO STORIE EMOZIONANTI<br />
Per Mc Lellan i temi più allettanti dell’It<br />
includono le tecnologie più efficienti<br />
dal punto di vista dei consumi,<br />
come i Led per l’illuminazione e le batterie<br />
per auto elettriche, nonché la<br />
convergenza dei dig<strong>it</strong>al-media con<br />
smart-phone, net-book e Tv dig<strong>it</strong>ale.<br />
«Tuttavia», aggiunge Mc Lellan, «un<br />
buon investimento nel settore non<br />
sempre deve essere supportato da storie<br />
emozionanti che riguardano nuove<br />
tecnologie: spesso si trovano opportun<strong>it</strong>à<br />
di investimento interessanti in società<br />
che sono state trascurate o sono
INVESTIRE<br />
Gli altri fondi hi-tech sulla base delle performance a un anno Fonte: www.fondionline.<strong>it</strong> IN CINA<br />
Società Fondo Valuta<br />
Ultima<br />
quota.<br />
Perf.<br />
1 anno<br />
Perf.<br />
3 anni<br />
Perf.<br />
5 anni<br />
Lombard Odier Darier Hentsch Invest Sicav Technology P Acc. Usd 9,124 41,9836 -18,3562 4,0056<br />
Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Us Technology A Dist. Usd 3,833 41,9396 -14,8595 -5,0241<br />
Blackrock Global Funds Sicav Bgf World Technology E2 Cap. Eur 7,710 41,7279 -18,1529 -9,6131<br />
Blackrock Global Funds Sicav Bgf World Technology A2 Cap. Usd 7,979 41,6475 -16,9463 -7,4046<br />
Aberdeen Global Sicav Technology D Acc. Gbp 2,021 41,5774 --- ---<br />
Alliancebernstein (Luxembourg) Sa Acm International Technology I Usd 87,495 41,4034 -13,0435 4,8986<br />
Groupama Asset Management Sa Actions Techno Monde I Cap. Eur 879,750 41,0828 -11,2404 ---<br />
Blackrock Global Funds Sicav Bgf World Technology E2 Cap. Usd 7,714 41,0794 -18,1397 -9,6023<br />
Jpmorgan Funds Sicav Jf Pacific Technology B Acc. Usd 6,195 40,9443 --- ---<br />
Franklin Templeton Investment Funds Sicav Franklin Technology N Acc. Usd 3,721 40,9425 1,8596 14,0867<br />
Jpmorgan Funds Sicav Jpmf Us Technology D Acc. Usd 1,024 40,7956 -17,7723 -9,9698<br />
Eurizon Cap<strong>it</strong>al Sa Easyfund Equ<strong>it</strong>y High Tech Z Eur 49,900 40,5634 --- ---<br />
Blackrock Global Funds Sicav Bgf World Technology B2 Cap. Usd 7,289 40,4329 -19,3813 -11,8408<br />
Alliancebernstein (Luxembourg) Sa Acm International Technology A Usd 78,022 40,2834 -15,1135 0,7685<br />
Aberdeen Global Sicav Technology A Acc. Usd 2,008 40,1627 -10,6357 13,1277<br />
Jpmorgan Funds Sicav Jf Pacific Technology A Dist. Usd 7,108 40,0058 0,5904 50,6180<br />
Jpmorgan Funds Sicav Jf Pacific Technology A Acc. Usd 10,906 39,9401 0,4881 50,3899<br />
Blackrock Global Funds Sicav Bgf World Technology C2 Cap. Usd 7,178 39,9022 -20,0059 -12,9497<br />
Fortis L Fund Equ<strong>it</strong>y Technology World I Eur 283,750 39,8265 --- ---<br />
Groupama Asset Management Sa Actions Techno Monde N Cap. Eur 423,060 39,6791 -13,9160 ---<br />
Aberdeen Global Sicav Technology B Acc. Usd 1,821 38,7349 -13,3564 7,6559<br />
Ing (L) Invest Sicav Computer Technologies I Cap. Usd 466,167 38,7264 -6,9245 ---<br />
Jpmorgan Funds Sicav Jf Pacific Technology D Acc. Usd 9,568 38,6520 -2,3502 43,1716<br />
Eurizon Cap<strong>it</strong>al Sa Easyfund Equ<strong>it</strong>y High Tech I Eur 48,610 38,6480 -15,6369 -1,5793<br />
Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Global Technology I Acc. Usd 2,941 38,5382 0,4621 26,2805<br />
Eurizon Cap<strong>it</strong>al Sa Easyfund Equ<strong>it</strong>y High Tech R Eur 48,440 38,5187 -15,8151 -1,7643<br />
Fortis L Fund Equ<strong>it</strong>y Technology World Classic/Cap. Eur 277,920 38,5029 -12,8258 5,0340<br />
Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Global Technology A Acc. Usd 2,704 37,5859 -2,5428 20,0156<br />
Fortis L Fund Equ<strong>it</strong>y Technology World P Eur 135,260 37,4733 --- ---<br />
Ing (L) Invest Sicav Computer Technologies P Cap. Usd 447,610 37,0775 -9,8885 4,8460<br />
Ing (L) Invest Sicav Computer Technologies P Dist. Usd 2169,990 36,8573 -10,0229 4,6823<br />
Ing (L) Invest Sicav Computer Technologies X Cap. Usd 427,624 36,5561 -11,2450 2,2410<br />
Raiffeisen Cap<strong>it</strong>al Management Azionario Tecnologia V Eur 70,430 35,6510 -20,8207 1,1780<br />
Vontobel Fund Sicav Global Trend Clean Technology B Eur 145,410 33,1837 --- ---<br />
Vontobel Fund Sicav Global Trend Clean Technology C Eur 144,240 32,4032 --- ---<br />
Fortis L Fund Equ<strong>it</strong>y Technology Euro Classic/Cap. Eur 20,980 31,7839 -35,0263 -19,8931<br />
Dexia Equ<strong>it</strong>ies Belgium European Telecommunications & Technologies Cap. Eur 115,600 28,6589 --- ---<br />
Selector Management Fund W&R Science & Technology A2 Eur 907,040 28,3923 -9,2751 ---<br />
Selector Management Fund W&R Science & Technology A1 Eur 892,010 27,6945 -10,7454 ---<br />
Mediolanum International Funds - Challenge Funds Ltd Technology Equ<strong>it</strong>y L - A Eur 1,885 26,9360 -15,7354 -1,0499<br />
Mediolanum International Funds - Challenge Funds Ltd Technology Equ<strong>it</strong>y S - A Eur 4,651 26,2144 -17,0797 -3,6661<br />
Eurizon Cap<strong>it</strong>al Sgr Spa Eurizon Azioni Tecnologie Avanzate Eur 3,765 24,5864 -17,3617 -7,0370<br />
Optima Spa Sgr Optima Tecnologia Eur 2,583 22,4751 -16,1908 -4,5455<br />
Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Intech Us Risk Managed Core I Acc. Eur 8,180 16,5242 --- ---<br />
Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Intech Us Risk Managed Core A Acc. Eur 13,420 16,0900 -21,1052 -6,2849<br />
Bnp Paribas Asset Management Sa Technologies Eur 58,190 15,8471 -38,3581 -30,9071<br />
Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Intech Global Risk Managed Core I Acc. Eur 8,820 14,2487 --- ---<br />
Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Intech Us Risk Managed Core I Acc. Usd 10,300 10,2931 -23,9500 -4,6487<br />
Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Intech Us Risk Managed Core A Acc. Usd 9,951 9,7350 -25,0853 -6,9596<br />
Janus Cap<strong>it</strong>al Funds Plc Intech Global Risk Managed Core I Acc. Usd 6,627 7,8798 --- ---<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 21
INVESTIRE NEL FUTURO<br />
L’ HIGH-TECH<br />
22 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
in s<strong>it</strong>uazioni di turn-around e ristrutturazione».<br />
Pier Furno spiega come<br />
molte delle grandi aziende tecnologiche<br />
presentino oggi bilanci molto solidi<br />
caratterizzati da un alto livello di liquid<strong>it</strong>à<br />
che rende il profilo di rischio<br />
settoriale molto più basso rispetto al<br />
passato. «Noi non pensiamo che la valutazione<br />
del settore si sia allungata,<br />
rispetto agli standard storici», racconta<br />
Furno, «tuttavia diversi nomi presentano<br />
valutazioni interessanti sia su<br />
base assoluta sia relativa. Le società di<br />
software, in particolare, sono attraenti<br />
grazie alla loro capac<strong>it</strong>à di generare<br />
liquid<strong>it</strong>à e alle loro fonti di redd<strong>it</strong>o relativamente<br />
affidabili. R<strong>it</strong>eniamo inoltre<br />
che storage e apparecchiature di<br />
comunicazione abbiano ottime prospettive<br />
a lungo termine a causa dell’incremento<br />
della domanda che riguarda<br />
la larghezza di banda per la comunicazione».<br />
BENE I SETTORI PIÙ MATURI<br />
Non sono affatto da trascurare quindi<br />
i settori più tradizionali e maturi dell’arcipelago<br />
high-tech. Secondo Johan<br />
Van Der Biest, senior asset manager di<br />
Dexia asset management, la fine della<br />
recessione porterà, infatti, a una ripresa<br />
della spesa nei comparti dell’hardware<br />
e del software già nel 2010,<br />
sia dal lato privato sia da parte del<br />
mondo ist<strong>it</strong>uzionale. Produttori di<br />
software, cuffie e personal computer<br />
dovrebbero quindi beneficiarne. «Due<br />
fattori importanti che potrebbero influenzare<br />
la domanda di tutto il settore»,<br />
afferma Pier Furno, «sono il miglioramento<br />
della s<strong>it</strong>uazione economica e<br />
i cicli di aggiornamento di Windows 7.<br />
I primi segnali sono pos<strong>it</strong>ivi: Windows<br />
7 è stata ben accolta, fattore che potrebbe<br />
indicare un ciclo di aggiornamento<br />
più robusto, rispetto a quello visto<br />
con la tanto cr<strong>it</strong>icata Windows Vista».<br />
La ripresa economica dovrebbe<br />
favorire inoltre i semiconduttori, a<br />
causa dell’incremento della domanda e<br />
della carenza, o rifornimento lim<strong>it</strong>ato,<br />
di alcuni componenti, con il potere di<br />
pricing delle aziende in rapida ascesa.<br />
Società di semiconduttori e semiconductor<br />
equipment dovrebbero quindi<br />
beneficiarne.<br />
Ma che cosa aspettarsi da questo<br />
investimento? Va premesso che i confini<br />
dell’high-tech sono frastagliatissimi<br />
e insidiosi. Il profilo rischio/rendimento<br />
delle aziende di tecnologia,<br />
spiegano gli operatori, è molto vario<br />
con i campioni dell’hardware maggiormente<br />
esposti alla ciclic<strong>it</strong>à dei flussi di<br />
entrate e le software house, caratterizzate<br />
al contrario da flussi di redd<strong>it</strong>o<br />
costante a causa della vend<strong>it</strong>a di licenze<br />
che garantiscono quindi un rischio<br />
minore. Nel complesso, prendendo il<br />
Nasdaq come stella polare del settore<br />
high-tech, si nota che il P/e è stato circa<br />
25 fino agli inizi del 2008, per scendere<br />
a 14 alla fine del 2008 e risalire a<br />
25 a fine 2009. «È importante essere<br />
consapevoli del fatto che è molto pericoloso<br />
trarre conclusioni da questo<br />
dato», sostiene Van Der Biest. «Tutto<br />
l’high-tech è infatti rischioso per definizione.<br />
Reagisce molto presto e violentemente<br />
a ogni variazione delle<br />
tendenze di fondo dell’economia. Le<br />
aziende It, poi, sono anche campioni di<br />
ristrutturazioni, perché hanno accumulato<br />
molta esperienza dalla passata<br />
bolla tecnologica e ciò significa anche<br />
che le società possono cambiare molto<br />
bruscamente attiv<strong>it</strong>à, luoghi di produzione,<br />
e destinare improvvisamente<br />
linee di produzione in outsourcing».<br />
«Inoltre», continua Van Der Biest,<br />
«il settore cambia così rapidamente,<br />
che le storie di successo di oggi possono<br />
rivelarsi flop di domani e viceversa.<br />
Così come alcune tecnologie possono<br />
scomparire o essere dominanti, allo<br />
stesso modo le quote di mercato possono<br />
variare in un tempo molto breve.
Gli invest<strong>it</strong>ori dovrebbero quindi essere<br />
ben consapevoli di queste caratteristiche,<br />
quando investono nell’high-tech.<br />
E, a causa della natura complessa<br />
del settore, dovrebbero anche essere<br />
inv<strong>it</strong>ati ad acquistare un portafoglio<br />
ben diversificato di t<strong>it</strong>oli tecnologici,<br />
piuttosto che concentrarsi solo su una<br />
ristretta rosa di aziende».<br />
E conferma James McLellan: «Così<br />
come per tutti gli altri settori azionari,<br />
il rischio maggiore è legato al fatto di<br />
investire in un singolo comparto, ev<strong>it</strong>ando<br />
di diversificare su più fronti.<br />
Inoltre, soprattutto per moltissime<br />
aziende tech, è particolarmente difficile<br />
formulare previsioni sugli utili. Per<br />
questo motivo il nostro fondo Ubs<br />
(Lux) global multi tech fund, diversamente<br />
da altri fondi simili, non investe<br />
esclusivamente in t<strong>it</strong>oli appartenenti<br />
al settore It, ma punta anche sul medical<br />
tech, il green tech, l’industrial tech<br />
e l’aerospace tech».<br />
RISCHI DIVERSI<br />
Anche Sanjay Jhaveri, portfolio manager<br />
di Analyst global equ<strong>it</strong>y, si concentra<br />
sul mondo It, spiegando come<br />
ogni comparto offra un profilo di rischio<br />
differente. «Per esempio», dice<br />
Jhaveri, «i semiconduttori hanno un<br />
profilo di rischio/rendimento molto alto,<br />
mentre i servizi It hanno un basso<br />
profilo e quindi offrono minori opportun<strong>it</strong>à<br />
di rendimento rispetto al 2009».<br />
Ma quanto destinare allora al settore?<br />
«Dipende naturalmente dalla propensione<br />
al rischio dell’invest<strong>it</strong>ore», risponde<br />
Sorensen. «Ma visto che cre-<br />
diamo in una sovraperformance nel<br />
2010 (anche se non allo stesso livello<br />
del 2009), consigliamo con decisione<br />
di sovrappesare il settore: nel nostro<br />
Global equ<strong>it</strong>y portfolio, per esempio,<br />
l’high-tech occupa l’11,65% dell’investimento<br />
complessivo».<br />
Per Jhaveri una quota del 5-10%<br />
del portafoglio rappresenta un buon<br />
inizio: «Consigliamo di ruotare gli investimenti<br />
in aziende di tecnologia difensive<br />
come il software e i servizi It».<br />
Ma quali sono le stelle del firmamento<br />
high-tech? Tante. Tra le più gettonate<br />
nel comparto software e servizi, viene<br />
indicata Accenture; nella sicurezza, la<br />
McAfee. E ancora, RedHat nell’area dei<br />
software opensource; SuccessFactors e<br />
Salesforce nei software as a service,<br />
cioè la gestione di un’applicazione web<br />
che viene messa a disposizione dei<br />
propri clienti via internet; e la Vmware<br />
nell’esplosivo campo della virtualizzazione.<br />
All’interno del più maturo<br />
comparto della tecnologia hardware,<br />
vengono segnalate Equinix, Brocade,<br />
F5 Networks; nel ciclo di sost<strong>it</strong>uzione,<br />
invece, Dell; negli smartphones, Qualcomm<br />
e Apple. Infine, all’interno dell’industria<br />
dei semiconduttori, Infineon<br />
e Asml; tra i componenti Dram e Micron<br />
technology. ■<br />
INVESTIRE<br />
IN CINA<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 23
INVESTIRE NEL FUTURO<br />
LE BIOTECH<br />
Il Dna<br />
degli utili<br />
24 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
che le imprese biotecnologiche<br />
saranno re-<br />
«Pensiamo<br />
sponsabili di quasi il 50%<br />
delle innovazioni nel medio e lungo<br />
periodo. Inoltre, a differenza dei prodotti<br />
farmaceutici tradizionali, quelli<br />
biotech non subiranno la stessa erosione<br />
rapida alla fine del ciclo di v<strong>it</strong>a<br />
dei brevetti. R<strong>it</strong>eniamo ragionevole,<br />
quindi, un incremento delle vend<strong>it</strong>e<br />
annuo di settore del 15-20%». Anche<br />
se non tutti i gestori prevedono perfor-<br />
mance così importanti, come quelle<br />
formulate da Michael Sjöström, gestore<br />
del fondo Pf(Lux) biotech, l’opinione<br />
generale è che il settore rappresenti<br />
la sostanza del futuro (non solo<br />
economico) del pianeta.<br />
Per gli operatori questo settore sarà il motore dell’innovazione nei prossimi anni, grazie<br />
ad alcuni temi come la mappatura genetica e lo sviluppo dei prodotti Ogm. Ma anche la<br />
biotecnologia bianca, legata alla cresc<strong>it</strong>a dell’industria, piace agli invest<strong>it</strong>ori, nonostante<br />
il comparto nel complesso sia giudicato caro. E c’è chi teme che ci si trovi di fronte a<br />
una nuova bolla speculativa, anche perché finora di prof<strong>it</strong>ti se ne sono visti pochi
I fondi biotech sulla base delle performance a un anno Fonte: www.fondionline.<strong>it</strong><br />
Società Fondo Valuta<br />
Ultima<br />
quota.<br />
Perf.<br />
1 anno<br />
Perf.<br />
3 anni<br />
INVESTIRE<br />
IN CINA<br />
Dexia Equ<strong>it</strong>ies L Sicav Biotechnology C Cap. Usd 96,790 34,9178 --- ---<br />
Dexia Equ<strong>it</strong>ies L Sicav Biotechnology N Cap. Usd 73,560 34,3807 --- ---<br />
Ubs (Lux) Equ<strong>it</strong>y Fund Sa Biotech P Acc. Usd 117,979 10,9315 2,7243 10,9515<br />
Novara Aquilone Sicav Pharmatech Equ<strong>it</strong>y R Eur 45,430 6,0953 -20,6186 -3,1343<br />
Franklin Templeton Investment Funds Sicav Franklin Biotechnology Discovery I Acc. Usd 8,676 4,5822 -5,9518 8,7216<br />
Ing (L) Invest Sicav Biotechnology I Cap. Usd 3010,251 4,3060 --- ---<br />
Nordea 1 Sicav Biotech Ha Eur 6,600 4,1009 --- ---<br />
Franklin Templeton Investment Funds Sicav Franklin Biotechnology Discovery A Acc. Usd 6,188 3,7742 -8,6165 3,2638<br />
Ing (L) Invest Sicav Biotechnology P Cap. Usd 712,230 3,1699 -25,4166 -1,3944<br />
Ing (L) Invest Sicav Biotechnology P Dist. Usd 3519,352 3,1696 -25,4163 -1,3933<br />
Franklin Templeton Investment Funds Sicav Franklin Biotechnology Discovery N Acc. Usd 5,707 2,9634 -10,6764 -0,4768<br />
Ing (L) Invest Sicav Biotechnology X Cap. Usd 681,296 2,7226 -26,4436 -3,7112<br />
Nordea 1 Sicav Biotech Bi Usd 7,003 1,4896 --- ---<br />
Nordea 1 Sicav Biotech Bi Eur 7,000 1,4493 --- ---<br />
Nordea 1 Sicav Biotech Bp Eur 6,910 0,8759 -16,7470 ---<br />
Nordea 1 Sicav Biotech Bp Usd 6,906 0,8431 -16,7982 5,3469<br />
Nordea 1 Sicav Biotech E Usd 6,613 -0,0366 -18,6770 ---<br />
Fortis L Fund Equ<strong>it</strong>y Biotechnology World Classic/Cap. Eur 352,550 -0,1501 -22,4466 -3,5748<br />
Nordea 1 Sicav Biotech E Eur 6,610 -0,1511 -18,6962 ---<br />
Cred<strong>it</strong> Suisse Equ<strong>it</strong>y Fund (Lux) Sa Global Biotech B Cap. Usd 46,307 -0,7300 -17,4556 -5,2228<br />
Swiss & Global Asset Management Biotech C Eur 97,940 -1,8539 --- ---<br />
Swiss & Global Asset Management Biotech C Usd 65,953 -2,4098 --- ---<br />
Swiss & Global Asset Management Biotech B Eur 96,350 -2,6768 --- ---<br />
Swiss & Global Asset Management Biotech B Usd 64,936 -3,1882 --- ---<br />
Swiss & Global Asset Management Biotech E Eur 94,990 -3,3967 --- ---<br />
Swiss & Global Asset Management Biotech E Usd 64,077 -3,8562 --- ---<br />
Pictet Funds (Lux) Biotech Hp Cap. Eur 216,830 -4,1889 -5,3764 20,8303<br />
Pictet Funds (Lux) Biotech Hp Cap. Eur 216,830 -4,1889 -5,4012 ---<br />
Pictet Funds (Lux) Biotech Hr Eur 205,470 -4,8574 -7,3625 ---<br />
Pictet Funds (Lux) Biotech Hr Eur 205,470 -4,8574 -7,3416 17,1236<br />
Pictet Funds (Lux) Biotech I Eur 210,600 -8,0108 -9,6874 ---<br />
Pictet Funds (Lux) Biotech I Eur 210,600 -8,0108 -8,9809 ---<br />
Pictet Funds (Lux) Biotech I Usd 211,575 -8,5190 -9,2207 ---<br />
Pictet Funds (Lux) Biotech P Cap. Usd 198,021 -9,2876 -11,4748 ---<br />
Pictet Funds (Lux) Biotech I Usd 211,575 -9,6272 -8,5995 23,8870<br />
Pictet Funds (Lux) Biotech R Usd 187,645 -9,9159 -13,3115 ---<br />
Pictet Funds (Lux) Biotech P Cap. Usd 198,021 -10,3865 -10,8766 19,2504<br />
Perf.<br />
5 anni<br />
Pictet Funds (Lux) Biotech R Usd 187,645 -11,0072 -12,7309 15,5781<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 25
INVESTIRE NEL FUTURO<br />
LE BIOTECH<br />
26 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
In altre parole il biotech, cioè l’integrazione<br />
di organismi, cellule, loro<br />
parti o analoghi molecolari nei processi<br />
industriali per la produzione di beni<br />
e di servizi, è già il motore dell’innovazione.<br />
«Per di più manifesta una cresc<strong>it</strong>a<br />
autonoma rispetto allo sviluppo<br />
economico», spiega James McLellan,<br />
responsabile del fondo Ubs equ<strong>it</strong>y fund<br />
biotech. «La domanda di prodotti<br />
health care innovativi, per esempio,<br />
aumenterà indipendentemente dal ciclo<br />
economico a causa del fabbisogno<br />
medico della società, dell’invecchiamento<br />
della popolazione e della domanda<br />
dei mercati emergenti».<br />
McLellan spiega anche a Fondi&Sicav<br />
che esigenze mediche non soddisfatte<br />
per il trattamento efficace di<br />
malattie diffuse come l’Alzheimer, il<br />
cancro, le malattie rare ered<strong>it</strong>arie, insieme<br />
alla fase di consolidamento del<br />
settore attraverso operazioni di m&a,<br />
rappresentano il vero carburante del<br />
settore. Per Jérôme Pfund, chief executive<br />
officer di State street global alliance,<br />
l’incremento annuo del biotech<br />
sarà addir<strong>it</strong>tura del 20-25%. «Il rendimento<br />
atteso dovrebbe riflettere la<br />
prevista cresc<strong>it</strong>a degli utili, che è appunto<br />
pari al 20-25% per i prossimi tre<br />
anni. Inoltre, la volatil<strong>it</strong>à, fino a qualche<br />
anno fa superiore a quella dell’indice<br />
S&P500, è notevolmente diminu<strong>it</strong>a<br />
e sarà in futuro sicuramente inferiore<br />
a quella sperimentata nel biennio<br />
1999-2000».<br />
AI MINIMI STORICI<br />
Tommaso Federici, gestore di Banca<br />
Ifigest, sottolinea come l’intero settore<br />
san<strong>it</strong>ario sia a sconto rispetto ad altri.<br />
«A dicembre 2009 il comparto farmaceutico<br />
negli Stati Un<strong>it</strong>i, per esempio,<br />
era a uno sconto del 15% sull’S&P, cioè<br />
ai minimi storici. Dato l’attuale basso<br />
livello di valutazione, r<strong>it</strong>eniamo che gli<br />
invest<strong>it</strong>ori possano attendersi nel medio-lungo<br />
termine prestazioni in linea<br />
con le vend<strong>it</strong>e e la cresc<strong>it</strong>a degli utili,<br />
che stimiamo pari al 15-20% all’anno».<br />
E aggiunge Roberto Cappelletto: «Il<br />
settore delle biotecnologie richiede<br />
elevati investimenti che non sempre<br />
riescono a produrre i risultati economici<br />
attesi: basti pensare che negli ultimi<br />
cinque anni gli utili dell’indice Nasdaq<br />
biotechnology sono sempre stati negativi.<br />
Tuttavia il trend è stato pos<strong>it</strong>ivo sul<br />
fatturato e ora il risultato di bilancio di<br />
settore ha raggiunto il pareggio. Quindi,<br />
le aspettative sono di utili in aumento<br />
al punto che le biotecnologie<br />
hanno sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o le società informatiche<br />
nel portafoglio dei t<strong>it</strong>oli tecnologici<br />
quotati al Nasdaq».<br />
Delle 1.300 aziende biotecnologiche<br />
che operano negli Usa pochissime<br />
sono in attivo. Nonostante ciò, i prezzi
delle azioni sono in cresc<strong>it</strong>a, come ai<br />
tempi della bolla speculativa della Net<br />
economy, dove i corsi azionari crebbero<br />
per tutti gli anni novanta per poi<br />
sgonfiarsi e tornare ai prezzi del decennio<br />
precedente. «Questo settore<br />
negli ultimi dieci anni ha registrato<br />
una performance superiore a quella dei<br />
mercati in generale nel lungo termine»,<br />
afferma Nathalie Flury, gestore del<br />
Julius Baer biotech fund di Swiss &<br />
global asset management. «Per quanto<br />
riguarda il futuro, molte società farmaceutiche<br />
perderanno l’esclusiva dei<br />
loro brevetti entro la metà del 2013 e<br />
saranno costrette ad acquistare (a un<br />
sovrapprezzo) o a creare partnership<br />
con società del settore delle biotecnologie<br />
per essere in grado di affrontare<br />
i loro problemi di sviluppo dei prodotti.<br />
A ciò si aggiunge il piano di incentivi<br />
all’investimento della Cina (circa<br />
125 miliardi di dollari di investimenti,<br />
cui aggiungere le spese per il settore<br />
farmaceutico nei prossimi quattro anni)<br />
e la nov<strong>it</strong>à rappresentata dalla domanda<br />
della popolazione asiatica di<br />
farmaci moderni. Pertanto, sono convinta<br />
che il settore delle biotecnologie,<br />
grazie al suo legame con l’innovazione<br />
e la specializzazione, sovraperformerà<br />
i mercati nei prossimi anni». Rudi Van<br />
den Eynde, senior asset manager di<br />
Dexia asset management, fa notare<br />
che la recente riforma san<strong>it</strong>aria degli<br />
Stati Un<strong>it</strong>i è stata pos<strong>it</strong>iva per il settore<br />
biotech; e ciò grazie al periodo di<br />
dodici anni di esclusiva negoziato per<br />
tutti i nuovi farmaci approvati nel<br />
mercato statun<strong>it</strong>ense.<br />
TRE FILONI PRINCIPALI<br />
L’aspetto forse più interessante del<br />
settore è che il valore si distribuisce su<br />
tutte le applicazioni biotecnologiche,<br />
che sono numerose. Tre comunque sono<br />
i filoni principali: la red biotechnology,<br />
alla quale appartengono le tecnologie<br />
di ingegneria genetica per la cu-<br />
Golden Age di Lombard Odier funds<br />
Il futuro è inve chiare<br />
L a<br />
variabile demografica, caratterizzata dal continuo<br />
aumento della popolazione mondiale e,<br />
soprattutto, da una rapida cresc<strong>it</strong>a degli ultrasessantenni,<br />
giocherà un ruolo sempre maggiore nel<br />
nostro futuro, portando con sé ovvie implicazioni<br />
anche a livello economico-finanziario. Le aspettative<br />
medie di v<strong>it</strong>a sono in cresc<strong>it</strong>a, le nasc<strong>it</strong>e in diminuzione,<br />
non solo nei paesi sviluppati, e quindi il<br />
rapporto tra la popolazione potenzialmente attiva e<br />
quella anziana sta andando verso un deciso peggioramento.<br />
Nel giro dei prossimi trent’anni ci si aspetta<br />
di avere un pensionato ogni cinque lavoratori,<br />
contro il rapporto uno a 10 rimasto abbastanza stabile<br />
nei decenni passati. Se è vero che a livello globale<br />
le nasc<strong>it</strong>e sono dimezzate, passando da cinque<br />
nuovi nati per donna del 1950 ai 2,5 attuali, si può<br />
ben comprendere quale potrà essere l’impatto di<br />
questo fenomeno nel medio periodo, non solo per le<br />
economie occidentali, dove per esempio in Italia e<br />
Giappone si hanno già s<strong>it</strong>uazioni di cresc<strong>it</strong>a zero, ma<br />
anche per i paesi meno sviluppati.<br />
Alla luce di questi dati, risulta quindi chiaro il continuo<br />
aumento della spesa per piani san<strong>it</strong>ari e pensionistici,<br />
che nei paesi sviluppati è passata dal<br />
3,5% del Pil nel 1970 all’attuale 6,5%. Parallelamente<br />
all’aumento dell’età, infatti, assistiamo a un<br />
deciso miglioramento delle disponibil<strong>it</strong>à finanziarie<br />
degli ultrasessantenni, del loro tenore di v<strong>it</strong>a e<br />
delle ab<strong>it</strong>udini riguardanti la propria salute. Negli<br />
Stati Un<strong>it</strong>i, per esempio, la ricchezza media di un<br />
anziano è doppia rispetto a venti anni fa e ciò<br />
implica una maggiore capac<strong>it</strong>à di spesa in amb<strong>it</strong>o<br />
san<strong>it</strong>ario.<br />
Questa introduzione demografica era necessaria per<br />
spiegare perché, all’interno di un settore diversificato<br />
come l’healthcare, il fondo Golden age di Lom-<br />
ra di patologie; la wh<strong>it</strong>e biotechnology,<br />
che si occupa dei processi biotecnologici<br />
di interesse industriale, come la<br />
cost<strong>it</strong>uzione di microrganismi in grado<br />
di produrre sostanze chimiche; la<br />
green biotechnology, ovvero le tecnologie<br />
applicate ai processi agricoli, tra<br />
le quali rientrano gli Ogm, cioè la modificazione<br />
di organismi per renderli in<br />
grado di crescere in determinate condizioni<br />
ambientali o nutrizionali. Per<br />
bard Odier funds si concentri su tematiche fortemente<br />
legate all’invecchiamento della popolazione.<br />
Se è vero che dal 1990 l’indice Msci healthcare ha<br />
guadagnato il 339% contro il 109% dell’indice<br />
Msci, va anche detto che non tutte le società hanno<br />
beneficiato in egual modo di questa cresc<strong>it</strong>a. Inoltre,<br />
le case farmaceutiche più focalizzate su patologie<br />
dovute all’età potranno avere maggiori opportun<strong>it</strong>à<br />
di guadagno, con una volatil<strong>it</strong>à inferiore a<br />
quella del settore complessivamente considerato.<br />
«L’obiettivo del fondo non è però speculare sul successo<br />
di specifiche cure per alcune malattie, ma di<br />
approf<strong>it</strong>tare delle opportun<strong>it</strong>à di medio-lungo periodo<br />
offerte da una tendenza ormai ben defin<strong>it</strong>a»,<br />
afferma Alessandro Fonzi, responsabile clientela<br />
ist<strong>it</strong>uzionale in Italia di Lombard Odier. «Di conseguenza,<br />
il team di gestione di Golden age, coadiuvato<br />
dal supporto di un com<strong>it</strong>ato scientifico di<br />
esperti, ha individuato circa 300 società che operano<br />
nel biopharma, nelle tecnologie mediche e nei<br />
servizi per la salute in amb<strong>it</strong>i quali la cura del diabete<br />
e dell’Alzheimer, ma anche, ad esempio, nella<br />
realizzazione di protesi all’anca. Dal 1990 a oggi, il<br />
rendimento di questi t<strong>it</strong>oli è stato del 2.500% e<br />
questo risultato incredibile dimostra le potenzial<strong>it</strong>à<br />
di questi investimenti. Parlando di Golden age, il focus<br />
è su società europee e americane, con un portafoglio<br />
molto concentrato, tra i 40 e 70 t<strong>it</strong>oli, che<br />
dimostra il forte convincimento dei gestori sulle<br />
azioni selezionate». A livello di investimenti, il gestore<br />
può tenere una quota di liquid<strong>it</strong>à massima pari<br />
al 15%, così da potere eventualmente sfruttare<br />
rapidamente fattori che potrebbero influenzare<br />
l’andamento di un t<strong>it</strong>olo, quali ad esempio la pubblicazione<br />
dei risultati di ricerche su farmaci promettenti.<br />
gli esperti c’è del valore in ciascuna di<br />
queste componenti. «Ma noi non suddividiamo<br />
il biotech in sottosettori e<br />
preferiamo investire con un approccio<br />
bottom up», avverte Thomas Sorensen<br />
di Nordea 1 climate and environment<br />
fund. «In generale preferiamo le aziende<br />
che stanno per entrare in un nuovo<br />
ciclo del prodotto, vale a dire a 12-24<br />
mesi dalla partenza. Una scelta che riduce<br />
al minimo il rischio clinico e fi-<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 27
INVESTIRE NEL FUTURO<br />
LE BIOTECH<br />
28 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
nanziario, pur lasciando spazio al rialzo».<br />
Per Roberto Cappelletto invece la<br />
vera sfida delle biotecnologie è la<br />
mappatura genetica personalizzata<br />
con le sue applicazioni in campo medico-diagnostico.<br />
«Ci sono inoltre<br />
aspettative interessanti per i prodotti<br />
biotech industriali basati sulla trasformazione<br />
di processi chimici in processi<br />
biologici, come la produzione di carburanti<br />
da biomasse», continua Cappelletto.<br />
Lo strumento principale di cui si<br />
avvalgono le biotecnologie è quindi<br />
l’ingegneria genetica, cioè il clonaggio<br />
di specifiche sequenze di Dna di un organismo<br />
e le relative analisi che permettono<br />
di costruire genoteche o utilizzare<br />
vettori di espressione in modo<br />
da controllare l’attiv<strong>it</strong>à trascrizionale<br />
di una data proteina d’interesse, per fini<br />
di ricerca o produttivi. Proprio in<br />
questo campo sono attesi progressi<br />
molto importanti nei prossimi anni: «Ci<br />
sono più di 800 prodotti attualmente<br />
in fase sperimentazione clinica», dice<br />
Mc Lellan, «e questo dato fa prevedere<br />
un elevato potenziale di cresc<strong>it</strong>a degli<br />
utili del settore». Per sgomberare il<br />
campo da equivoci, le biotecnologie<br />
non si avvalgono della clonazione somatica,<br />
che copia un organismo a partire<br />
da cellule somatiche e che è una<br />
manipolazione del sistema riproduttivo,<br />
senza scopi di utilizzo per fini biotecnologici.<br />
ELEVATE BARRIERE ALL’INGRESSO<br />
«Le biotech continueranno a sviluppare<br />
farmaci innovativi, che possono aiutare<br />
a controllare o curare malattie attualmente<br />
incurabili», spiega Sorensen.<br />
«Si tratta di prodotti di natura biologica<br />
alquanto difficili da produrre e il<br />
settore quindi presenta elevate barriere<br />
all’ingresso». Va detto inoltre che<br />
sempre di più la diagnostica e la medicina<br />
saranno basate sulla mappatura<br />
genetica personalizzata. La necess<strong>it</strong>à<br />
nei paesi industrializzati di ridurre i costi<br />
dei servizi san<strong>it</strong>ari stimolerà l’industria<br />
farmacologica a creare prodotti a<br />
bersaglio, cioè trattamenti riferibili alla<br />
genetica di ogni persona, cercando di<br />
ridurre la spesa diretta a medicine e terapie<br />
inefficaci, mettendo sotto pressione<br />
proprio le imprese d’avanguardia<br />
che sviluppano molecole mirate. Le applicazioni<br />
più importanti sono l’oncologia,<br />
le malattie metaboliche, la virologia<br />
e la diagnostica molecolare preventiva.<br />
Per Romain Pasche, head global<br />
equ<strong>it</strong>y research di Vontobel, le aree<br />
più promettenti sono l’Rna (acido ribonucleico)<br />
e le terapie con anticorpi che<br />
possono essere usati per curare specifiche<br />
malattie in modo più efficace rispetto<br />
ai farmaci attuali. «Un esempio è<br />
rappresentato dal Telapravir vertex per<br />
la cura dell’epat<strong>it</strong>e C», spiega Pasche.<br />
«Bisogna però fare molta attenzione<br />
alla selezione dei t<strong>it</strong>oli che compongono<br />
questi settori», spiega Tommaso<br />
Federici, «perché, essendo le valutazioni<br />
basate tutte sul potenziale, è molto<br />
più difficile effettuare una valutazione<br />
d’azienda con i metodi classici. Il mio<br />
suggerimento è puntare sulle società<br />
più grandi del settore come Amgen e<br />
Solarworld. Quanto? Dipende ovviamente<br />
dall’orizzonte temporale e dalla<br />
propensione al rischio dell’invest<strong>it</strong>ore.<br />
Nelle nostre posizioni azionarie, questa<br />
componente, che chiamerei growth,<br />
rappresenta un quinto delle posizioni».<br />
Secondo Van den Eynde, le biotech<br />
hanno superato i mercati azionari per<br />
molti anni di fila, ma la culla delle innovazioni<br />
è gli Stati Un<strong>it</strong>i e la debolezza<br />
del dollaro non ha favor<strong>it</strong>o gli invest<strong>it</strong>ori:<br />
«Ai livelli attuali del dollaro r<strong>it</strong>engo<br />
che questa industria sia un po’<br />
sottovalutata e troppo sensibile al rapporto<br />
euro/dollaro». Per James McLellan,<br />
infine, nonostante alcune aziende<br />
siano già abbastanza mature, la maggior<br />
parte è ancora in fase di sviluppo<br />
e molte di esse devono ancora generare<br />
ricavi e raggiungere la redd<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à<br />
ottimale. Che cosa scegliere allora? «Le<br />
large cap che, salvo alcune eccezioni,<br />
sono generalmente sottovalutate»,<br />
conclude McLellan. ■
INVESTIRE NEL FUTURO<br />
L’ENERGIA ALTERNATIVA<br />
Alla ricerca<br />
della pulizia<br />
30 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
Èil motore di quella che l’economista<br />
Jeremy Rifkin definisce<br />
la terza rivoluzione industriale,<br />
che si combatterà a colpi di reti<br />
intelligenti e celle di combustione<br />
L’età del petrolio è ormai al<br />
tramonto e il reperimento di nuove<br />
fonti energetiche rinnovabili e a<br />
basso impatto ambientale<br />
rappresenta una necess<strong>it</strong>à. Tra<br />
tutte le possibil<strong>it</strong>à, il geotermico e<br />
i componenti smart grid sono i<br />
favor<strong>it</strong>i dagli analisti. Ma le basse<br />
barriere all’ingresso e le<br />
valutazioni elevate sono al<br />
momento un freno ai rendimenti<br />
personali alimentate da vento, sole e<br />
calore della terra. Una rivoluzione ormai<br />
alle porte, visto che, per la prima<br />
volta nella storia, il tema dei cambiamenti<br />
climatici è in testa all’agenda<br />
pol<strong>it</strong>ica mondiale. Così come la regolamentazione<br />
riguardante le tipologie di<br />
energia pul<strong>it</strong>a e le sovvenzioni governative,<br />
che si stanno moltiplicando nei<br />
cinque continenti. Allo stesso tempo, il<br />
costo delle energie rinnovabili continua<br />
a diminuire, rendendole sempre<br />
più compet<strong>it</strong>ive e aumentandone così<br />
la penetrazione. In altre parole, nel<br />
breve, e in maniera crescente, i benefici<br />
della spesa per il cosiddetto green<br />
stimulus a livello mondiale andranno a<br />
vantaggio delle imprese del settore.<br />
Facile prevedere a questo punto<br />
che sia proprio la new energy il settore<br />
sul quale scommettono tutti, anche<br />
se, avvertono i gestori, è estremamen-<br />
te costoso. «Il driver più importante del<br />
settore nel corso degli ultimi anni è<br />
stato la normativa dei governi», conferma<br />
Sandy Christie, gestore del Natural<br />
resources team di BlackRock.<br />
«Gli stati hanno infatti abbracciato la<br />
questione del cambiamento climatico<br />
e agiscono per ridurre la loro impronta<br />
ecologica diventando i veri promotori<br />
della ricerca sull’energia pul<strong>it</strong>a, rinnovabile<br />
e sull’efficienza energetica». Il<br />
primo beneficiario delle normative<br />
ambientali, aggiunge Christie, è stato<br />
il settore del vento, risorsa abbondante<br />
e terreno fertile per lo sviluppo di<br />
numerosi player.<br />
PER ORA SOPRATTUTTO EUROPA<br />
«I mercati trainanti dell’energia alternativa<br />
sono stati finora soprattutto i<br />
mercati europei: oggi la Germania rappresenta<br />
infatti quasi la metà del mer-
I fondi energie rinnovabili sulla base delle performance a un anno Fonte: www.fondionline.<strong>it</strong><br />
Società Fondo Valuta<br />
Ultima<br />
quota.<br />
Perf.<br />
1 anno<br />
Perf.<br />
3 anni<br />
Swiss & Global Asset Management Sam Smart Energy C Eur 20,5600 70,764 37,525 96,935<br />
Swiss & Global Asset Management Sam Smart Energy B Eur 20,5800 69,104 33,377 87,603<br />
Swiss & Global Asset Management Sam Smart Energy E Eur 20,1200 67,947 30,819 —-<br />
Swiss & Global Asset Management Energy Trans<strong>it</strong>ion B Eur 145,6800 47,092 —- —-<br />
Swiss & Global Asset Management Energy Trans<strong>it</strong>ion B Usd 114,9900 46,787 —- —-<br />
Swiss & Global Asset Management Energy Trans<strong>it</strong>ion E Eur 144,4600 46,052 —- —-<br />
Swiss & Global Asset Management Energy Trans<strong>it</strong>ion E Usd 114,0070 45,714 —- —-<br />
Swiss & Global Asset Management Sam Sustainable Climate C Eur 92,6300 40,690 —- —-<br />
Swiss & Global Asset Management Sam Sustainable Climate B Eur 90,3300 39,377 —- —-<br />
Swiss & Global Asset Management Sam Sustainable Climate E Eur 93,0400 38,329 —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Clean Energy I Usd 62,7660 35,315 —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Clean Energy I Eur 62,6000 35,234 —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Clean Energy I Eur 62,6000 35,234 —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Clean Energy P Cap. Usd 61,3810 34,182 —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Clean Energy R Usd 60,2420 33,234 —- —-<br />
Vontobel Fund Sicav Global Trend Clean Technology B Eur 145,4100 33,184 —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Clean Energy R Eur 60,0900 33,178 —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Clean Energy R Eur 60,0900 33,178 —- —-<br />
Vontobel Fund Sicav Global Trend Clean Technology C Eur 144,2400 32,403 —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Clean Energy I Usd 62,7660 32,272 —- —-<br />
Schroder International Selection Fund Sicav Global Climate Change Equ<strong>it</strong>y C Acc. Hedged Eur 8,1900 31,250 —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Clean Energy P Cap. Usd 61,3810 31,165 —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Clean Energy R Usd 60,2420 30,238 —- —-<br />
Schroder International Selection Fund Sicav Global Climate Change Equ<strong>it</strong>y A Acc. Hedged Eur 8,0600 30,210 —- —-<br />
Schroder International Selection Fund Sicav Global Climate Change Equ<strong>it</strong>y A1 Acc. Hedged Eur 8,0000 29,870 —- —-<br />
Schroder International Selection Fund Sicav Global Climate Change Equ<strong>it</strong>y B Acc. Hedged Eur 7,9600 29,642 —- —-<br />
Nordea 1 Sicav Climate And Environment Equ<strong>it</strong>y Bi Eur 8,4500 28,615 —- —-<br />
Schroder International Selection Fund Sicav Global Climate Change Equ<strong>it</strong>y C Acc. Usd 6,2500 28,546 —- —-<br />
Schroder International Selection Fund Sicav Global Climate Change Equ<strong>it</strong>y A Acc. Usd 6,1520 27,692 —- —-<br />
Nordea 1 Sicav Climate And Environment Equ<strong>it</strong>y Bp Eur 8,3100 27,650 —- —-<br />
Schroder International Selection Fund Sicav Global Climate Change Equ<strong>it</strong>y A1 Acc. Usd 6,0890 27,162 —- —-<br />
Nordea 1 Sicav Climate And Environment Equ<strong>it</strong>y E Eur 8,2300 27,006 —- —-<br />
Oyster Sicav Global Warming Eur 99,8300 24,461 —- —-<br />
Oyster Sicav Global Warming No Load Eur Eur 96,6700 23,809 —- —-<br />
Caam Funds Sicav Clean Planet Classic S/Cap. Eur 87,5100 23,532 —- —-<br />
Cred<strong>it</strong> Suisse Equ<strong>it</strong>y Fund (Lux) Sa Future Energy R Cap. Chf 5,8630 20,131 -8,462 —-<br />
Cred<strong>it</strong> Suisse Equ<strong>it</strong>y Fund (Lux) Sa Future Energy B Cap. Eur 8,7000 19,835 -13,087 —-<br />
Dws Invest Sicav Dws Invest Climate Change Lc Eur 63,8600 19,588 —- —-<br />
Dws Invest Sicav Dws Invest Climate Change Nc Eur 62,5500 18,668 —- —-<br />
Hsbc Global Investment Funds Sicav Climate Change Ac Usd 4,5200 15,897 —- —-<br />
Hsbc Global Investment Funds Sicav Climate Change Ec Usd 4,4700 15,206 —- —-<br />
Ing (L) Invest Sicav Climate Focus P Cap. Eur 170,0200 13,688 —- —-<br />
Ing (L) Invest Sicav Climate Focus X Cap. Eur 168,4000 13,134 —- —-<br />
Cred<strong>it</strong> Suisse Equ<strong>it</strong>y Fund (Lux) Sa Future Energy R Usd 5,2280 12,705 —- —-<br />
Blackrock Global Funds Sicav Bgf New Energy A2 Cap. Usd 6,3900 12,090 -17,141 36,703<br />
Blackrock Global Funds Sicav Bgf New Energy E2 Cap. Eur 6,1200 12,088 -18,400 33,333<br />
Blackrock Global Funds Sicav Bgf New Energy E2 Cap. Usd 6,1240 11,606 -18,320 33,398<br />
Blackrock Global Funds Sicav Bgf New Energy C2 Cap. Eur 5,7700 11,175 —- —-<br />
Blackrock Global Funds Sicav Bgf New Energy B2 Cap. Usd 5,8930 10,972 -19,509 30,090<br />
Perf.<br />
5 anni<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 31
INVESTIRE NEL FUTURO<br />
L’ENERGIA ALTERNATIVA<br />
32 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
cato solare fotovoltaico globale», spiega<br />
Roberto Cominotto, gestore del Julius<br />
Baer energy trans<strong>it</strong>ion fund. «Ma<br />
a partire dal 2010, e in particolare negli<br />
anni successivi, la cresc<strong>it</strong>a sarà trainata<br />
da Cina, Stati Un<strong>it</strong>i, India e altri<br />
paesi». Per Simon Webber, fund manager<br />
di Sisf global climate change<br />
equ<strong>it</strong>y di Schroders, siamo solo all’inizio<br />
di una transizione multidecennale<br />
volta a trasformare le nostre infrastrutture<br />
energetiche. Ma per Webber<br />
sono gli Stati Un<strong>it</strong>i il motore della diffusione<br />
di energia pul<strong>it</strong>a e lo saranno<br />
anche nei prossimi dieci anni. «L’impegno<br />
della nuova amministrazione Usa,<br />
responsabile del 23% delle emissioni<br />
mondiali di Co2 nell’atmosfera», ricorda<br />
il gestore, «è infatti ridurre del 17%<br />
le emissioni inquinanti entro il 2020,<br />
del 30% nel 2025 e del 42% nel 2030».<br />
Le previsioni formulate si traducono<br />
in investimenti che si sposteranno<br />
progressivamente dagli impianti a<br />
combustibili fossili verso eolico, solare,<br />
geotermico e nucleare. Ma non solo.<br />
Gli obiettivi in materia di cambiamenti<br />
climatici richiederanno anche ingenti<br />
investimenti in tecnologie per la realizzazione<br />
di automobili elettriche efficienti<br />
e di altri prodotti ad alta efficienza<br />
energetica. Secondo Caroline<br />
Slama, analista di Carmignac gestion<br />
equ<strong>it</strong>y, negli ultimi cinque anni, il P/e<br />
del settore energie alternative si è evoluto<br />
da un minimo di 18 volte a un<br />
massimo di 200 volte con una media a<br />
50 volte. «Lo scorso anno», spiega Slama,<br />
«il P/e minimo era pari a 18, il<br />
massimo era 43 e la media 27, valore<br />
più ragionevole, ma ancora costoso».<br />
Per Jan Peterhans, responsabile del<br />
fondo Ubs (Lux) equ<strong>it</strong>y sicav climate,<br />
solare ed eolico, i segmenti più importanti<br />
delle fonti rinnovabili, sono prezzati<br />
al di sotto delle valutazioni medie<br />
storiche: 13 volte gli utili stimati per il<br />
2010 le imprese del settore solare, 16<br />
volte gli utili 2010 le società manifat-<br />
turiere delle turbine a vento. «Le società<br />
specializzate nel solare e nell’eolico»,<br />
spiega Peterhans, «sono tipicamente<br />
imprese ad alta intens<strong>it</strong>à di cap<strong>it</strong>ale<br />
e con elevata leva. R<strong>it</strong>eniamo<br />
che, da qui in avanti, i finanziamenti ai<br />
s<strong>it</strong>i per solare ed eolico miglioreranno,<br />
spronando ulteriormente la cresc<strong>it</strong>a<br />
del settore».<br />
Vale quindi la pena investire? Per<br />
gli esperti, sì. Basti riflettere su alcuni<br />
dati. Nei prossimi anni la supremazia<br />
degli idrocarburi come fonti energetiche<br />
è destinata a scomparire: se oggi il<br />
62% della produzione di energia mondiale<br />
proviene dal petrolio e dal gas naturale,<br />
alla fine di questo secolo la quota<br />
scenderà al 50%, mentre il restante<br />
50% sarà forn<strong>it</strong>o da fonti alternative,<br />
alcune rinnovabili e altre no (nucleare e<br />
carbone, ma anche energia eolica, solare<br />
e geotermica) generando peraltro<br />
non pochi problemi di tipo ambientale<br />
(si pensi, per esempio, allo smaltimento<br />
delle scorie nucleari e alla messa in<br />
sicurezza delle centrali), o di tipo economico,<br />
come per esempio l’alto costo<br />
di produzione di alcune energie verdi o<br />
l’impennata dei prezzi dei cereali causata<br />
dall’aumento della domanda di<br />
biofuel. «I mercati delle fonti di energia<br />
alternativa come quella solare, eolica e<br />
geotermica cresceranno molto rapidamente<br />
nei prossimi decenni fino a diventare<br />
le nostre fonti di energia più<br />
importanti tra 30 o 40 anni», spiega<br />
Cominotto. Ma anche le prospettive<br />
per i prossimi dodici mesi sono molto<br />
favorevoli. «Il 2009», continua Cominotto,<br />
«è stato un anno molto difficile<br />
per le energie alternative, soprattutto<br />
per la mancanza di progetti di project<br />
finance. Ma la s<strong>it</strong>uazione cambierà<br />
senz’altro già da quest’anno».<br />
L’INIZIO DELLA TRANSIZIONE<br />
Luciano Diana, gestore del fondo Pf<br />
(Lux) clean energy, scompone l’energia<br />
pul<strong>it</strong>a in tre componenti principali:<br />
l’energia a zero emissioni di anidride<br />
carbonica (eolica, solare, idroelettrica,<br />
geotermica), l’energia a basse<br />
emissioni (gas naturale, biomassa) e<br />
l’efficienza energetica (smart grid o reti<br />
intelligenti, illuminazione efficiente,<br />
vetture elettriche). «Noi crediamo»,<br />
spiega Diana, «che il settore così defin<strong>it</strong>o,<br />
e nel suo complesso, continuerà a<br />
crescere più del resto dell’economia<br />
mondiale, perché siamo solo agli inizi<br />
di questa importante transizione energetica.<br />
Giusto in questi giorni i gover
ni mondiali stanno discutendo come si<br />
potrebbero dimezzare le emissioni di<br />
anidride carbonica entro il 2050, un<br />
obiettivo altamente ambizioso. Per<br />
raggiungerlo, in molti paesi la penetrazione<br />
di energia rinnovabile nonidroelettrica<br />
dovrà aumentare dall’1-<br />
2% attuale fino a livelli superiori al<br />
20%. Per questo motivo ci aspettiamo<br />
una cresc<strong>it</strong>a del settore eolico del 15-<br />
20% su base annua e una cresc<strong>it</strong>a del<br />
settore solare, date le sue ridotte dimensioni<br />
attuali, che sarà addir<strong>it</strong>tura<br />
del 30%».<br />
La vera sfida del settore è comunque<br />
rappresentata dalla par<strong>it</strong>à. «Ci<br />
aspettiamo una solida cresc<strong>it</strong>a dei ricavi<br />
nei prossimi 5-10 anni, ma soprattutto<br />
che in un prossimo futuro queste<br />
tecnologie stiano in equilibrio anche<br />
senza sovvenzioni», spiegano Yasmina<br />
Barin e Marco Vanotti, gestori del fondo<br />
Oyster global warming. «Una volta<br />
raggiunta la grid par<strong>it</strong>y, cioè l’insieme<br />
di condizioni economiche caratterizzate<br />
dalla coincidenza del costo del kwh<br />
fotovoltaico o eolico con il costo del<br />
kwh prodotto da fonti convenzionali<br />
per tutte le categorie di utenti e per<br />
tutte le fasce orarie, il potenziale di<br />
cresc<strong>it</strong>a del settore diventerà enorme».<br />
Ma bisogna fare dei distinguo. Per Caroline<br />
Slama, l’eolico negli Stati Un<strong>it</strong>i è<br />
già compet<strong>it</strong>ivo con le energie convenzionali<br />
nella produzione di energia<br />
elettrica. Per le infrastrutture di terra,<br />
infatti, il costo di produzione è di circa<br />
4-6 centesimi/kWh, che è in linea con il<br />
carbone (4-10 cent/kWh) o con il gas<br />
(4-8 cent/kWh). «In confronto», afferma<br />
Slama, «il solare ha accumulato circa<br />
cinque anni di r<strong>it</strong>ardo a causa di un<br />
eccesso di capac<strong>it</strong>à che porta a una potenziale<br />
diminuzione della redd<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à.<br />
In questo contesto, ogni investimento<br />
in energie alternative deve essere<br />
estremamente selettivo». E conferma<br />
Peterhans: «Il solare ha maggiore potenziale<br />
di sviluppo, ma la tecnologia<br />
eolica (specialmente quella di terra) è<br />
già compet<strong>it</strong>iva in termini di prezzo, rispetto<br />
all’energia da combustibili fossili<br />
tradizionali, e perciò viene tenuta in<br />
considerazione anche per molti progetti<br />
di larga scala. Vediamo potenziale<br />
anche nel segmento dell’energia geotermica,<br />
grazie alla sua capac<strong>it</strong>à di produrre<br />
elettric<strong>it</strong>à locale a costi compet<strong>it</strong>ivi».<br />
Secondo Cominotto, invece, «il<br />
2010 sarà l’anno in cui in alcuni mercati,<br />
tra cui alcune regioni <strong>it</strong>aliane e la<br />
California, l’energia solare diventerà<br />
compet<strong>it</strong>iva in termini di costo rispetto<br />
all’energia elettrica tradizionale».<br />
ECCESSO DI OFFERTA PER IL SOLARE<br />
Ma le luminose prospettive del settore<br />
non garantiscono da sole performance<br />
pos<strong>it</strong>ive per i t<strong>it</strong>oli del comparto. Sfortunatamente<br />
l’industria solare presenta<br />
barriere tecnologiche di ingresso<br />
molto basse e, secondo gli operatori,<br />
presenterà sempre un eccesso di offerta<br />
strutturale. «Questo settore, inoltre,<br />
presenta un coefficiente di rischio/rendimento<br />
elevato», aggiunge Christie.<br />
«Per questo noi privilegiamo le società<br />
con i costi più bassi del settore, cioè<br />
quelle che distribuiscono apparecchiature<br />
di produzione». Julius Baer energy<br />
trans<strong>it</strong>ion ha invest<strong>it</strong>o ben il 65% del<br />
portafoglio in società collegate all’efficienza<br />
energetica, cioè società che<br />
progettano, costruiscono, mantengono<br />
e forniscono la rete elettrica. «Le reti<br />
elettriche sono vecchie, inefficienti e<br />
non sono progettate per integrare le<br />
fonti di energia alternative», spiega<br />
Cominotto. «Inoltre, gli impianti eolici<br />
e a energia solare spesso sono ubicati<br />
in aree remote come i deserti, lontano<br />
dalla rete elettrica. Per questo motivo<br />
la rete elettrica diventerà probabilmente<br />
l’area di investimento principale<br />
nei prossimi vent’anni».<br />
A farla da padroni sono le smart<br />
grid, le reti intelligenti che in futuro<br />
consentiranno l’invio di informazioni<br />
agli elettrodomestici che potranno autoprogrammarsi<br />
in base alla disponibil<strong>it</strong>à<br />
e al prezzo dell’energia, entrando<br />
in funzione nelle ore non di picco dei<br />
consumi e a minore costo, ev<strong>it</strong>ando<br />
che il contatore si stacchi per sovraccarico<br />
e bilanciando automaticamente<br />
il consumo senza compromettere la<br />
corretta esecuzione dei cicli. «Ibridi e<br />
veicoli esclusivamente elettrici», conclude<br />
Thomas Sorensen del Nordea 1<br />
climate and environment fund, «subiranno<br />
una forte accelerazione. Quella<br />
delle automobili elettriche diventerà<br />
un’industria significativa nel corso dei<br />
prossimi cinque anni, con ricadute interessanti<br />
tra i produttori di batterie,<br />
come la francese Saft». ■<br />
INVESTIRE<br />
IN CINA<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 33
INVESTIRE NEL FUTURO<br />
L’AGRIBUSINESS<br />
Il seme<br />
del prof<strong>it</strong>to<br />
34 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
Sono molti gli argomenti a sostegno<br />
della tesi di un incremento<br />
dei prezzi nel lungolunghissimo<br />
periodo nel settore agricolo<br />
e, di conseguenza, dell’opportun<strong>it</strong>à<br />
di pianificare investimenti strategici<br />
nell'agribusiness, cioè la galassia<br />
che contiene tutte le attiv<strong>it</strong>à agricole,<br />
nonché le attiv<strong>it</strong>à a valle e a monte,<br />
ovvero quelle che forniscono i mezzi<br />
produttivi e che lavorano i prodotti<br />
agroalimentari. Ma per convincere i<br />
gestori, in fondo, è sufficiente incrociare<br />
l’andamento dei consumi di granaglie<br />
(sia per uso alimentare sia soprattutto<br />
per uso mangimistico), in costante<br />
aumento, soprattutto nelle aree<br />
emergenti, con il volume delle aree<br />
coltivate, che al contrario sono in inesorabile<br />
e progressiva diminuzione a<br />
causa dei cambiamenti climatici e, in<br />
parte, dell’urbanizzazione.<br />
Cresc<strong>it</strong>a demografica, nuovi consumi alimentari, carenza di<br />
terre da coltivare e cambiamenti climatici sono gli elementi<br />
che favoriranno la domanda nell’agroalimentare nel corso<br />
dei prossimi decenni. Il settore seed appare come uno dei<br />
più promettenti, ma non mancano le opportun<strong>it</strong>à offerte da<br />
diversi altri comparti. Ma l’elemento speculativo è ancora<br />
forte e per l’invest<strong>it</strong>ore occorrono nervi saldi<br />
Per tutte queste ragioni il fatturato,<br />
e così gli utili, delle aziende agro è<br />
previsto in cresc<strong>it</strong>a per molti e molti<br />
anni. «Il trend pos<strong>it</strong>ivo dovrebbe essere<br />
sostenuto soprattutto dalla maggiore<br />
richiesta di energie rinnovabili, dalla<br />
domanda proveniente dai paesi<br />
emergenti e dalla cresc<strong>it</strong>a del prezzo<br />
delle commod<strong>it</strong>y», afferma Sreej<strong>it</strong>h<br />
Banerji, portfolio manager di Vontobel<br />
fund global trend future resources.<br />
«L’agroalimentare presenta quindi ottime<br />
prospettive nel lungo termine,<br />
sulla scia dello squilibrio strutturale<br />
tra domanda e offerta, derivante principalmente<br />
dalla cresc<strong>it</strong>a della popolazione<br />
mondiale, dai nuovi modelli di<br />
consumi e dal cambiamento climatico<br />
rifer<strong>it</strong>o alla raccolta». E aggiunge Davide<br />
Di Chio, gestore azionario di Bipiemme<br />
gestioni: «La necess<strong>it</strong>à di incrementare<br />
il rendimento e la resa delle<br />
terre si accompagna a una maggiore<br />
domanda di prodotti nutrienti, semi
INVESTIRE<br />
IN CINA<br />
I fondi agribusiness sulla base delle performance a un anno Fonte: www.fondionline.<strong>it</strong><br />
ogm e prodotti chimici per il settore<br />
agro. I fondamentali di lungo periodo<br />
per il settore sono molto favorevoli: la<br />
cresc<strong>it</strong>a della popolazione e il cambiamento<br />
demografico fanno aumentare<br />
la domanda, mentre la disponibil<strong>it</strong>à<br />
vincolata di terreni agricoli e le influenze<br />
climatiche mettono pressione<br />
al ribasso sull’offerta. In tal modo l’equilibrio<br />
tra forn<strong>it</strong>ura e domanda è favorevole<br />
e questo dato si combina con<br />
le valutazioni ancora interessanti dei<br />
t<strong>it</strong>oli azionari. R<strong>it</strong>engo, comunque, che<br />
occorra essere molto più selettivi, rispetto<br />
al precedente commod<strong>it</strong>y cycle,<br />
e che oggi sia ancora più importante di<br />
prima scegliere le società più interessanti<br />
dal punto di vista dei fondamentali<br />
e della valutazione».<br />
IN 9 MILIARDI NEL 2050<br />
Dirk Kubisch, product specialist equ<strong>it</strong>ies<br />
di Swiss & global asset management,<br />
è impegnato da tempo a defini-<br />
Società Fondo Valuta<br />
re con maggiore precisione l’incremento<br />
demografico e la conseguente<br />
cresc<strong>it</strong>a della domanda nel settore.<br />
«Sappiamo che nel 2050 la popolazione<br />
mondiale ammonterà approssimativamente<br />
a 9 miliardi e che, a partire da<br />
oggi, vi saranno ogni anno circa 60 milioni<br />
di persone in più da nutrire. Inoltre,<br />
molte economie emergenti mostrano<br />
prospettive di cresc<strong>it</strong>a molto<br />
maggiori rispetto a quelle dei paesi più<br />
industrializzati». Nei paesi emergenti<br />
dell’Asia, per esempio, il Fondo monetario<br />
internazionale prevede una cresc<strong>it</strong>a<br />
reale del Pil del 6,8% nel 2010,<br />
mentre sarà solo dell’1,3% nelle nazioni<br />
industrializzate. «Oltre alla cresc<strong>it</strong>a<br />
della popolazione e all’urbanizzazione»,<br />
continua Kubisch, «è probabile<br />
che il più diffuso benessere nei paesi<br />
emergenti rappresenti un importante<br />
fattore di spinta della domanda di materie<br />
prime agricole nel lungo termine.<br />
Con il crescere dei redd<strong>it</strong>i nelle econo-<br />
Ultima<br />
quota.<br />
mie emergenti, infatti, aumenteranno i<br />
soldi da destinare ai generi alimentari.<br />
E una maggiore prosper<strong>it</strong>à sol<strong>it</strong>amente<br />
comporta un cambiamento sostanziale<br />
nelle ab<strong>it</strong>udini alimentari: per<br />
esempio, si mangia più carne». Tutto<br />
ciò a sua volta comporta un incremento<br />
significativo della domanda di cereali<br />
per il bestiame, il che implica l’esigenza<br />
di sviluppare metodi più efficienti<br />
di coltivazione allo scopo di soddisfare<br />
la crescente domanda di materie<br />
prime agricole. In sintesi, i nuovi<br />
equilibri demografici catalizzeranno<br />
investimenti lungo l’intera catena<br />
Perf.<br />
1 anno<br />
Perf.<br />
3 anni<br />
Dws Invest Sicav Dws Invest Global Agribusiness Lc Eur 102,350 57,9719 0,3996 —-<br />
Dws Invest Sicav Dws Invest Global Agribusiness Nc Eur 100,360 56,8125 -1,4516 —-<br />
Allianz Global Investors Fund Allianz Rcm Global Agricultural Trends It Eur 898,840 52,2219 —- —-<br />
Swiss & Global Asset Management Agriculture B Usd 49,185 50,5349 —- —-<br />
Swiss & Global Asset Management Agriculture B Eur 77,200 50,5167 —- —-<br />
Swiss & Global Asset Management Agriculture E Eur 76,330 49,4030 —- —-<br />
Swiss & Global Asset Management Agriculture E Usd 48,599 49,3261 —- —-<br />
Caam Funds Sicav Global Agriculture Classic S/Cap. Usd 56,190 46,8252 —- —-<br />
Financière De L’echiquier Sa Agressor Eur 1010,340 45,1867 -19,3309 7,6995<br />
Db Platinum Db Platinum Agriculture Euro R1c - A Eur 73,410 5,0365 —- —-<br />
Bnp Paribas Asset Management Sa Parvest Agriculture Classic/Cap. Eur 92,920 1,4410 —- —-<br />
Bnp Paribas Asset Management Sa Parvest Agriculture L Cap. Eur 73,950 0,8868 —- —-<br />
Bnp Paribas Asset Management Sa Parvest Agriculture (Usd) I Cap. Usd 52185,190 -3,4607 —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Agriculture R Eur 126,350 —- —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Agriculture I Eur 127,550 —- —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Agriculture P Cap. Eur 126,890 —- —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Agriculture P Cap. Eur 126,890 —- —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Agriculture P Dist. Eur 126,890 —- —- —-<br />
Pictet Funds (Lux) Agriculture R Eur 126,350 —- —- —-<br />
Perf.<br />
5 anni<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 35
INVESTIRE NEL FUTURO<br />
L’AGRIBUSINESS<br />
36 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
agroalimentare, come per esempio le<br />
attiv<strong>it</strong>à di ricerca e sviluppo per ottenere<br />
varietà di piante a più alta resa,<br />
nuovi fertilizzanti, sistemi d’irrigazione<br />
più efficienti e tecniche di lavorazione<br />
più efficaci.<br />
In altre parole, si prospetta una<br />
specie di eldorado per le società operanti<br />
nel settore. E anche la geometria<br />
degli indici di borsa offre un importante<br />
sostegno alla tesi che vuole il comparto<br />
in forte e costante accelerazione.<br />
«Il settore ha sottoperformato il mercato<br />
nel 2009 e molte aziende continuano<br />
a offrire valutazioni interessanti»,<br />
spiega Thomas Sorensen, gestore<br />
del Nordea 1 climate and environment<br />
fund, «mentre i fondamentali di lungo<br />
termine delle aziende e le tematiche<br />
attinenti al settore sono più che favorevoli».<br />
E aggiunge Di Chio: «Se è vero<br />
che il settore agroalimentare ha spazio<br />
per crescere, è bene ricordare anche<br />
che si tratta di un settore volatile, terreno<br />
di elezione dell’investimento speculativo,<br />
che comporta rischi molto<br />
elevati». Un rapporto rischio/rendimento<br />
alto, in quanto, spiega Koen<br />
Bosque, fund manager di Dexia asset<br />
management, le scorte sono soggette<br />
alla spinta dei prezzi del petrolio e sensibili<br />
ai mutamenti climatici.<br />
«I prezzi delle soft-commod<strong>it</strong>y, nel<br />
breve termine, hanno una notevole influenza<br />
su ampi segmenti dell’agribusiness<br />
e ciò può portare a una maggiore<br />
volatil<strong>it</strong>à dell’intero settore», conferma<br />
James McLellan, responsabile di<br />
Ubs agribusiness certificate. Per Roberto<br />
Cappelletto, professore di finanza<br />
aziendale presso l’univers<strong>it</strong>à di Udine,<br />
le migliori aspettative di cresc<strong>it</strong>a<br />
riguardano i settori legati alla produzione<br />
di etanolo/biodiesel e gli agrichemical,<br />
mentre per Thomas Sorensen<br />
sono soprattutto due i temi interessanti:<br />
i fertilizzanti azotati, dove la domanda<br />
sta iniziando a riprendersi dopo<br />
un periodo di debolezza, e il setto-<br />
re meno ciclico delle sementi. «Ci<br />
aspettiamo un incremento della domanda<br />
e dei prezzi nel 2010 con conseguente<br />
miglioramento dei margini<br />
dei principali player», dice Sorensen.<br />
«Un elevato livello di innovazione continua<br />
a essere il fattore decisivo per<br />
guadagnare quote di mercato. Ed è per<br />
questo motivo che una cresc<strong>it</strong>a strutturale<br />
è prevista soprattutto per le<br />
seed technology, cioè le tecnologie legate<br />
alle sementi, geneticamente modificate<br />
e non».<br />
CICLICI E DIFENSIVI<br />
Ma qual è esattamente il P/e di settore<br />
e quale la sua evoluzione? «In generale<br />
il comparto presenta una varietà<br />
di società molto ampia», spiega Dirk<br />
Kubisch. «Da un lato abbiamo settori<br />
più ciclici, come i fertilizzanti, le macchine<br />
da costruzione e le macchine<br />
agricole. Dall’altro, vi sono comparti<br />
più difensivi, come gli alimenti e le<br />
carni sotto vuoto. Sol<strong>it</strong>amente più il<br />
settore è ciclico, più elevata è la volatil<strong>it</strong>à<br />
del rapporto P/e, e viceversa. Poiché<br />
nel 2009 le società cicliche hanno<br />
recuperato molto, oggi queste mostrano<br />
in termini relativi una cresc<strong>it</strong>a del<br />
P/e maggiore rispetto alle industrie di<br />
base». Un esempio è la Potash corp.<br />
(fertilizzanti), che presenta un’espansione<br />
del P/e 2010 molto più elevata rispetto,<br />
per esempio, a quella del gruppo<br />
Danone. Occorre però tenere presente<br />
che i t<strong>it</strong>oli ciclici hanno sofferto<br />
molto di più nella fase di contrazione<br />
dei mercati, mostrando di conseguenza<br />
P/e inferiori rispetto alle industrie di<br />
base, allorché il mercato ha toccato il<br />
fondo. «Le valutazioni variano molto a<br />
causa della diversa natura delle imprese<br />
che operano all’interno del settore»,<br />
spiega McLellan. «Per esempio Monsanto,<br />
la società leader nello sviluppo<br />
di sementi, ha prezzato nel 2009 circa<br />
25 volte gli utili attesi, mentre Dean<br />
foods, il colosso americano di latticini,<br />
è quotato 10 volte. Il P/e aggregato è<br />
aumentato in virtù del recupero dei<br />
mercati azionari e di ricavi (e quindi<br />
utili) ancora poco significavi, tuttavia<br />
crediamo che le valutazioni siano ragionevoli<br />
e in molti casi molto attraenti<br />
su un orizzonte di lungo termine».<br />
Detto ciò, bisogna anche sottolineare<br />
che l’agribusiness mantiene ancora<br />
un peso lim<strong>it</strong>ato negli indici. Per<br />
esempio, negli Usa fertilizzanti e agrochimica<br />
rappresentano solo lo 0,50%<br />
dell’indice S&P500. Includendo anche<br />
società chimiche diversificate, come<br />
Dow e Dupont, che tuttavia non sono<br />
esclusivamente esposte al settore<br />
agro, il peso del settore arriva solo<br />
all’1%. Analogamente in Europa il<br />
comparto rappresenta circa lo 0,6%<br />
escludendo Basf e Bayer. «Considerando<br />
la rischios<strong>it</strong>à del settore, r<strong>it</strong>eniamo<br />
ragionevole che in un portafoglio l’agribusiness<br />
possa avere un peso almeno<br />
doppio rispetto all’indice di riferimento»,<br />
conclude Di Chio. ■
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
FONDI&SICAV Gennaio 2010<br />
Alessandro Foti di FinecoBank:<br />
«Lasciamo i vecchi schemi»<br />
Nuovo scudo<br />
Pronti a scattare<br />
di nuovo<br />
Il calo dei Pf<br />
Puo darsi<br />
che sia un bene<br />
Portafogli<br />
Cresce il rischio,<br />
ma con prudenza
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
A colloquio con Alessandro Foti<br />
di FinecoBank<br />
40 Gennaio 2010<br />
di Massimiliano D’Amico<br />
Confermato approccio multibrand,<br />
innovazione tecnologica<br />
e, soprattutto, consulenza indipendente:<br />
su questi tre pilastri focalizzerà<br />
la propria attenzione nel 2010<br />
FinecoBank, la prima banca diretta<br />
<strong>it</strong>aliana con oltre 875 mila clienti e una<br />
rete di 2.500 promotori finanziari.<br />
Dopo avere dimostrato di sapere fronteggiare<br />
uno dei periodi più difficili<br />
dell’economia globale, si affacciano<br />
all’orizzonte nuovi obiettivi da realizzare:<br />
Alessandro Foti, amministratore<br />
delegato, traccia le linee guida per il<br />
nuovo anno e spiega il progetto Advice,<br />
lanciato il 15 dicembre scorso.<br />
Poco più di un anno fa, proprio di questi<br />
tempi, il mercato finanziario sembrava<br />
sull’orlo del tracollo, anche se poi<br />
per fortuna la s<strong>it</strong>uazione è migliorata.<br />
Con quale bilancio FinecoBank ha chiuso<br />
un anno così particolare?<br />
«Malgrado le difficili condizioni dell’economia<br />
globale e l’instabil<strong>it</strong>à dei mercati,<br />
FinecoBank è riusc<strong>it</strong>a a migliorare<br />
la sua efficacia operativa, ad accrescere<br />
la rete di <strong>consulenti</strong> e manager, nonché<br />
ad acquisire nuovi clienti: siamo<br />
infatti a quota 875 mila. Tutti fattori<br />
che hanno concorso a fare aumentare<br />
in maniera significativa la raccolta netta<br />
che ha raggiunto 1,01 miliardi, con<br />
un patrimonio pari a 32 miliardi di eu-<br />
Secondo l’amministratore delegato della prima banca<br />
diretta <strong>it</strong>aliana con oltre 875 mila clienti, con i tassi<br />
bassi i rendimenti garant<strong>it</strong>i dai Bot comporteranno<br />
r<strong>it</strong>orni prossimi allo zero e sarà necessario superare i<br />
vecchi schemi. È questo un fattore che dovrebbe<br />
«Capaci Non «Capaci solo di locali gestire<br />
una fase nuova»<br />
ro. Un risultato molto confortante, tenuto<br />
conto che, parallelamente al rally<br />
borsistico iniziato dai minimi dello<br />
scorso marzo, è migliorata sensibilmente<br />
non solo la quant<strong>it</strong>à degli asset<br />
in gestione ma anche la qual<strong>it</strong>à. Dopo<br />
mesi dominati dal risparmio amministrato,<br />
infatti, i clienti sono tornati in<br />
maniera decisa sugli strumenti d’investimento<br />
meno conservativi. Per rendersi<br />
conto del deciso cambio di rotta,<br />
basta osservare i dati: il lento ma inesorabile<br />
declino dei prodotti del comparto<br />
amministrato avvenuto negli ultimi<br />
mesi ha portato alla fine del 2009 i<br />
flussi derivanti dal comparto del risparmio<br />
gest<strong>it</strong>o vicini al 90% della raccolta<br />
totale. Ancora una volta, dunque,<br />
i <strong>consulenti</strong> hanno dimostrato di sapere<br />
svolgere con professional<strong>it</strong>à il loro<br />
lavoro, specie nella fase di asset allocation,<br />
un’att<strong>it</strong>udine che conferma la va-
sostenere la domanda di asset class alternative alle<br />
obbligazioni e agli strumenti di liquid<strong>it</strong>à anche da<br />
parte di invest<strong>it</strong>ori con uno scarso appet<strong>it</strong>o per il<br />
rischio. «Ecco, questo passaggio rappresenterà la vera<br />
occasione della v<strong>it</strong>a per il mondo della promozione»<br />
lid<strong>it</strong>à dell’intero sistema reti. Non va<br />
dimenticato, infatti, che, anticipando<br />
le fasi più dure della crisi, i professionisti,<br />
scansando molte delle cr<strong>it</strong>iche che<br />
spesso piovono loro addosso, hanno dimostrato<br />
in pieno il loro approccio consulenziale<br />
e hanno prefer<strong>it</strong>o difendere<br />
gli invest<strong>it</strong>ori facendoli uscire sui massimi,<br />
piuttosto che abbandonarli su<br />
posizioni più rischiose anche se più remunerative<br />
per il loro portafoglio. In<br />
quei mesi FinecoBank ha dimostrato,<br />
con i fatti, di sapere fronteggiare una<br />
fase cr<strong>it</strong>ica e dunque ha tutte le carte<br />
in regola per ben gestire anche i percorsi<br />
futuri».<br />
Anche gli effetti dello scudo fiscale, ovviamente,<br />
hanno inciso su questi pos<strong>it</strong>ivi<br />
risultati di raccolta. È possibile tracciare<br />
un primo bilancio?<br />
«Come le altre grandi banche e reti di<br />
intermediazione, negli scorsi mesi anche<br />
Finecobank ha mobil<strong>it</strong>ato i propri<br />
promotori finanziari, <strong>consulenti</strong> fiscali<br />
e società fiduciarie per cercare di intercettare<br />
una fetta consistente dei patrimoni<br />
rimpatriati. La concorrenza tra<br />
gli operatori del settore, basata sulla<br />
qual<strong>it</strong>à e sulla completezza del servizio,<br />
ha visto infatti in prima linea FinecoBank<br />
che, grazie ai suoi professionisti,<br />
è stata in grado di rispondere ai casi<br />
più complessi. Per questo motivo, a<br />
distanza di circa quattro mesi, possiamo<br />
dirci più che soddisfatti e gli investimenti<br />
effettuati, specie nella formazione<br />
dei <strong>consulenti</strong>, sono stati ampiamente<br />
ripagati. In linea generale si può<br />
affermare infatti che lo scudo fiscaleter<br />
ha riscosso un notevole successo, in<br />
considerazione della struttura del<br />
provvedimento e dello scenario economico<br />
in cui ci troviamo».<br />
Qual è il suo parere e che cosa si attende,<br />
invece, dallo scudo quater?<br />
«Quella del governo è stata una sorta<br />
di scelta obbligata. Gli ultimi giorni di<br />
valid<strong>it</strong>à dello scudo fiscale hanno fatto<br />
registrare, come era prevedibile visti i<br />
tempi ristretti, un forte incremento dei<br />
flussi con molti r<strong>it</strong>ardatari che si sono<br />
ammassati presso le filiali bancarie e<br />
gli uffici dei promotori per aderire in<br />
extremis all’operazione. Un fenomeno,<br />
aggravato da alcune difficoltà e rallentamenti<br />
operativi, che ha ovviamente<br />
inciso sulla decisione del governo di<br />
riaprire la sanatoria. In ogni caso, al di<br />
là dei risultati raggiunti grazie allo scudo,<br />
è mia convinzione che questo<br />
straordinario volano per il mondo della<br />
promozione non rappresenti, come<br />
qualcuno ha sostenuto, una sorta di<br />
occasione della v<strong>it</strong>a. Una rete di promotori,<br />
come ogni altra azienda, secondo<br />
la mia opinione, è prima di tutto<br />
una passione coltivata nel tempo, giorno<br />
per giorno, e solo da una profonda<br />
passione possono crearsi storie di successo.<br />
Lo scudo rappresenta, pertanto,<br />
un importante fenomeno che non deve<br />
tuttavia mettere in secondo piano il<br />
delicato lavoro quotidiano svolto dai<br />
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
<strong>consulenti</strong> che in maniera costante<br />
contribuiscono a costruire con la rete e<br />
i clienti quel tessuto di fiducia necessario<br />
per raggiungere gli obiettivi di interesse<br />
comune. La grande nov<strong>it</strong>à, e un<br />
fattore di sicura cresc<strong>it</strong>a del mondo<br />
della promozione, rispetto al passato<br />
semmai è un’altra.<br />
Che cosa intende?<br />
«Stiamo vivendo una fase storica di<br />
tassi prossimi allo zero. Le banche centrali,<br />
con differenti accenti, hanno in<br />
pratica fatto intendere che questi resteranno<br />
bassi ancora a lungo. In prati-<br />
THE NEW BANK<br />
ca il tradizionale invest<strong>it</strong>ore <strong>it</strong>aliano,<br />
da sempre poco propenso al rischio,<br />
non dovrebbe mostrarsi molto ottimista,<br />
visto che i rendimenti garant<strong>it</strong>i dai<br />
Bot comporteranno r<strong>it</strong>orni prossimi allo<br />
zero. Per riuscire a ottenere risultati<br />
pos<strong>it</strong>ivi in un tale scenario non sembra<br />
infatti più consigliabile continuare a<br />
seguire i vecchi schemi, perché, operando<br />
in questo modo, si rischia di regalare<br />
unicamente commissioni senza<br />
ottenere nulla in cambio. Un fattore<br />
che dovrebbe per forza di cose sostenere<br />
la domanda di asset class alternative<br />
alle obbligazioni e agli strumenti di<br />
Gennaio 2010 41
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
A colloquio con Alessandro Foti<br />
di FinecoBank<br />
42 Gennaio 2010<br />
liquid<strong>it</strong>à anche da parte di invest<strong>it</strong>ori<br />
con uno scarso appet<strong>it</strong>o per il rischio.<br />
Ecco, questa fase rappresenterà, secondo<br />
la mia opinione, la vera occasione<br />
della v<strong>it</strong>a per il mondo della promozione.<br />
Senza trascurare, inoltre, che gli <strong>it</strong>aliani<br />
detengono a livello globale il<br />
quarto stock di risparmio. Nei prossimi<br />
mesi, dunque, mi attendo una maggiore<br />
central<strong>it</strong>à della fase dell’asset allocation<br />
che rappresenterà ancora di più<br />
un passaggio decisivo della consulenza<br />
finanziaria: ripartire con maggiore razional<strong>it</strong>à<br />
i propri investimenti risulterà<br />
determinante per garantire ai clienti<br />
una composizione del portafoglio in<br />
sintonia con le mutate condizioni dei<br />
mercati, le loro ambizioni di performance<br />
e la loro capac<strong>it</strong>à di tollerare il<br />
rischio.Tutti fattori che premieranno la<br />
scelta vincente di Fineco di puntare in<br />
maniera defin<strong>it</strong>iva sul multibrand».<br />
La vostra struttura sta portando avanti<br />
un modello di business basato da<br />
tempo sull’offerta multibrand. C’è tuttavia<br />
chi sostiene che nel mercato <strong>it</strong>aliano<br />
molte sim intraprendano questa<br />
scelta solo per motivi di marketing.<br />
Qual è il suo parere a riguardo?<br />
«È innegabile che nel mercato <strong>it</strong>aliano<br />
i prodotti di terzi rappresentano solo<br />
una minima parte del patrimonio collocato<br />
dai promotori e molte società,<br />
che in vetrina sistemano astutamente<br />
tutti i migliori strumenti, in realtà<br />
spingono i prodotti con le comm<strong>it</strong>ment<br />
più alte. In Fineco, al contrario, affinché<br />
un promotore possa operare in<br />
piena autonomia e discrezional<strong>it</strong>à e il<br />
multibrand non rappresenti solo una<br />
scelta di facciata, trovano il loro fondamento<br />
due condizioni fondamentali.<br />
La prima è di avere alle spalle una so-<br />
cietà efficiente, in grado di proporre<br />
senza disequilibri commissionali una<br />
vasta gamma di prodotti concorrenziali<br />
e insieme decorrelati fra loro, offrendo<br />
realmente al promotore e al cliente<br />
sempre valide e reali opportun<strong>it</strong>à e alternative.<br />
In secondo luogo nella nostra<br />
azienda i <strong>consulenti</strong> possono presentarsi<br />
dinnanzi ai propri interlocutori<br />
senza temere di essere stressati da<br />
pol<strong>it</strong>iche commerciali invadenti».<br />
La piattaforma di Fineco è generalmente<br />
riconosciuta come la più efficiente<br />
sul mercato. Non c’è il rischio tuttavia<br />
che i vostri promotori vengano in un<br />
certo senso scavalcati dal trading faida-te?<br />
«I dati dimostrano in maniera indiscutibile<br />
che fare a meno della consulenza<br />
del promotore può portare conseguenze<br />
davvero dolorose e soprattutto costose.<br />
Tuttavia non amo la dicotomia<br />
investimento fai-da-te-risparmio gest<strong>it</strong>o,<br />
ma propendo per una condivisio-<br />
ne delle due anime. Nonostante l’opinione<br />
comunemente contraria, la formula<br />
fai-da-te non sempre è da scartare,<br />
soprattutto nell’era web 2.0, in cui i<br />
dati viaggiano velocemente e le informazioni<br />
sono alla portata di tutti. Per<br />
questo motivo FinecoBank punta sui<br />
portafogli personalizzati, e quindi sulla<br />
consulenza, ma non trascura l’importante<br />
canale del trading. Mentre<br />
nel primo caso si tratta di gestioni ovviamente<br />
più evolute e il rapporto con<br />
il consulente è diretto e costante, il trading<br />
presuppone un invest<strong>it</strong>ore che<br />
sceglie di entrare direttamente sui<br />
mercati finanziari con una buona cultura<br />
finanziaria, una certa propensione<br />
al rischio e tempo libero. Osservando<br />
i dati in nostro possesso posso affermare,<br />
tuttavia, che il trading non cannibalizza<br />
l’opera dei nostri promotori,<br />
visto che anche l’invest<strong>it</strong>ore più indipendente<br />
e audace destina all’attiv<strong>it</strong>à<br />
di trading non più del 20% del proprio<br />
portafoglio, mentre il restante conti-
nua a rimanere saldamente sotto la<br />
gestione del consulente».<br />
Abbiamo già parlato di multibrand. Su<br />
quale altro progetto punterà Finecobank<br />
nel 2010?<br />
«Senza dubbio punteremo molto sul<br />
contratto di consulenza a parcella. Si<br />
tratta non solo di una scelta industriale,<br />
ma di una richiesta che arriva direttamente<br />
e in maniera vigorosa dal<br />
mercato. È innegabile, infatti, che gli<br />
invest<strong>it</strong>ori, più attenti e informati rispetto<br />
al passato sulle proprie scelte di<br />
investimento, sono da tempo alla ricerca<br />
di figure in grado di fornire loro una<br />
consulenza il più possibile obiettiva e<br />
specialistica, che può arrivare solo da<br />
soggetti privi di confl<strong>it</strong>ti di interesse.<br />
R<strong>it</strong>engo che l’era dei costi occulti e della<br />
scarsa trasparenza, grazie soprattutto<br />
alla crisi che ha svelato l’evidente depauperamento<br />
dei cap<strong>it</strong>ali in gestione,<br />
sia giunta finalmente al capolinea. Il<br />
nostro modello di riferimento, ovviamente,<br />
è quello anglosassone, dove<br />
molte strutture attive nell’intermediazione<br />
hanno aggiunto il servizio di consulenza<br />
finanziaria a parcella nell’offerta<br />
alla propria clientela».<br />
Come è strutturato il contratto di consulenza<br />
proposto da Finecobank?<br />
«La nuova proposta, Fineco advice, che<br />
è stata ufficialmente lanciata il 15 dicembre<br />
scorso, prevede la pianificazione<br />
personalizzata degli investimenti<br />
rispetto agli obiettivi del cliente e il<br />
mon<strong>it</strong>oraggio costante del rischio di<br />
portafoglio. Il nuovo progetto ruota attorno<br />
a due principi cardine. In primis,<br />
FinecoBank praticherà ai clienti un pricing<br />
chiaro e trasparente, direttamente<br />
collegato agli obiettivi di investi-<br />
mento, pertanto costante nel tempo e<br />
indipendente dal costo dei singoli strumenti<br />
finanziari. Il vantaggio di questa<br />
proposta è la totale assenza di confl<strong>it</strong>to<br />
di interesse rispetto alla scelta dei<br />
fondi che il consulente propone al<br />
cliente e che vengono inser<strong>it</strong>i in portafoglio.<br />
Gli obiettivi di investimento<br />
previsti da tale servizio sono tre e variano<br />
a seconda della propensione al<br />
rischio del cliente. Vanno, infatti, dalla<br />
conservazione del cap<strong>it</strong>ale (rischio basso),<br />
che prevede una commissione dello<br />
0,45%, alla stabil<strong>it</strong>à (rischio moderato),<br />
con una spesa dell’ 1,15%, alla rivalutazione<br />
(rischio medio-alto) con un<br />
costo dell’ 1,70%. Inoltre la famiglia degli<br />
strumenti finanziari esaminati si allargherà<br />
dai tradizionali fondi e sicav<br />
anche agli Etf, ai certificati e ai t<strong>it</strong>oli di<br />
stato. Il secondo pilastro di Fineco advice<br />
riguarda le commissioni di retrocessione.<br />
Fineco ha previsto la rest<strong>it</strong>uzione<br />
al cliente delle commissioni ricevute<br />
dalle case di investimento sotto forma<br />
di sconto rispetto alle commissioni<br />
pagate per la consulenza. Un altro dei<br />
punti di forza all’interno della consulenza<br />
è il servizio di web collaboration,<br />
che consente di automatizzare il<br />
servizio di erogazione e tracciatura della<br />
consulenza, eliminando completamente<br />
la modulistica cartacea, tram<strong>it</strong>e<br />
l’invio automatico della proposta di<br />
consulenza al cliente, attraverso il s<strong>it</strong>o.<br />
Il cliente potrà accettare in tutto o in<br />
parte la proposta del consulente con<br />
un semplice click».<br />
Quali altre strategie avete messo in<br />
campo per rafforzare la rete dei promotori?<br />
«Innanz<strong>it</strong>utto, sempre nel 2009, è<br />
stata portata a termine con successo<br />
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
la fusione per incorporazione di Uni-<br />
Cred<strong>it</strong> Xelion banca in FinecoBank.<br />
Un’operazione che, grazie al rafforzamento<br />
dei presidi commerciali e al<br />
miglioramento degli standard qual<strong>it</strong>ativi<br />
del servizio offerto alla clientela,<br />
punta a consolidare ulteriormente il<br />
ruolo di Fineco quale polo di riferimento<br />
in Italia di tutte le attiv<strong>it</strong>à di gestione<br />
dei cap<strong>it</strong>ali. In linea generale, malgrado<br />
i nostri obiettivi sembrino umili,<br />
specie se confrontati con quelli dei<br />
compet<strong>it</strong>or, noi punteremo con decisione<br />
a migliorare ancora di più l’approccio<br />
con il cliente e in questo senso<br />
disponiamo di tutti i mezzi necessari<br />
per offrirgli una reale consulenza<br />
senza confl<strong>it</strong>ti di interesse. Per quanto<br />
riguarda il reclutamento di promotori<br />
e manager, che lo scorso anno ha visto<br />
l’ingresso di 119 professionisti, Fineco-<br />
Bank, che non punta a crescere in<br />
maniera strutturale attraverso l’apporto<br />
dei portafogli, conta di ripetere<br />
e migliorare, sempre che ci siano le<br />
condizioni di mercato, lo stesso risultato<br />
del 2009. In linea generale mi<br />
preme sottolineare che ci guardiamo<br />
bene dal partecipare alle lotte a furor<br />
di benef<strong>it</strong> per accaparrarci i professionisti<br />
delle reti concorrenti».<br />
Puntate, dunque, sui giovani professionisti?<br />
«Circa due anni fa è part<strong>it</strong>o il Progetto<br />
giovani, che prevede percorsi formativi<br />
per i nuovi talenti da avviare alla professione<br />
di promotore. Da inizio anno,<br />
sono stati reclutati 70 giovani neolaureati,<br />
inser<strong>it</strong>i in un percorso di formazione<br />
on the job, di cui 30 sono già<br />
entrati a fare parte della rete di promotori,<br />
mentre gli altri sono in fase di<br />
completamento del percorso». ■<br />
Gennaio 2010 43
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
Il calo dei professionisti Il numero di operatori attivi è sceso da 34.030 un<strong>it</strong>à nel<br />
2004 a 23.748, ma più che di una crisi del settore si<br />
tratta dell’eliminazione delle posizioni più marginali,<br />
che con i problemi dei mercati hanno visto calare<br />
ulteriormente i loro margini. Hanno contribu<strong>it</strong>o anche<br />
44 Gennaio 2010<br />
Non è detto che sia un male<br />
di Massimiliano D’Amico<br />
Tra borse in altalena e rimbalzi,<br />
mentre nel corso dell’ultimo<br />
quinquennio i promotori finanziari<br />
si sono incamminati sempre più<br />
verso un percorso di miglioramento<br />
della propria professional<strong>it</strong>à, maggiormente<br />
improntata alla consulenza, e<br />
hanno assist<strong>it</strong>o al contempo alla cresc<strong>it</strong>a<br />
quant<strong>it</strong>ativa e qual<strong>it</strong>ativa della gamma<br />
dei prodotti in distribuzione, potendo<br />
fare affidamento inoltre su supporti<br />
tecnologici sempre più avanzati,il<br />
loro mondo si trova ad affrontare una<br />
crisi senza precedenti. Malgrado quello<br />
dei promotori rappresenti il canale distributivo<br />
più compet<strong>it</strong>ivo, specie se<br />
confrontato con il mondo bancario, il<br />
settore sta vivendo da alcuni mesi un<br />
lento ma inesorabile percorso di riduzione<br />
dei professionisti. Negli ultimi<br />
anni, infatti, il numero di promotori finanziari<br />
attivi è sceso da 34.030 un<strong>it</strong>à<br />
nel 2004 a 23.748 dell’ultimo mese dell’anno<br />
2009 (dati Assoreti). Quasi 11 mila<br />
promotori, dunque, hanno cambiato<br />
amb<strong>it</strong>o lavorativo, qualifica, e dunque<br />
professione. Come spiegare questa fase<br />
di riflusso?<br />
«Non direi che si tratta di una fase<br />
di crisi», sottolinea Vincenzo De Rosa,<br />
direttore generale di Mps Banca personale,<br />
«bensì di una fase di riqualificazione<br />
in cui coloro che svolgevano l’attiv<strong>it</strong>à<br />
di promotore finanziario in via<br />
molto residuale hanno cap<strong>it</strong>o che i costi<br />
legati al mantenimento del semplice<br />
codice non è più produttivo». Dello<br />
stesso parere Saverio Scelzo, presiden-<br />
te e amministratore delegato di Copernico<br />
sim, secondo cui stiamo assistendo<br />
a un processo di consolidamento<br />
dell’intero settore della distribuzione,<br />
che inev<strong>it</strong>abilmente ha ripercussioni<br />
sui propri dipendenti. A riprova di ciò il<br />
presidente della sim friulana si affida a<br />
statistiche inequivocabili: se nel 2004<br />
oltre l’80% dei promotori finanziari lavorava<br />
per le prime 15 società, nel 2008<br />
questa percentuale era sal<strong>it</strong>a fino a<br />
sfiorare il 90 %. Inoltre le società di distribuzione<br />
sono principalmente di<br />
emanazione bancaria: nel 2000 il numero<br />
di queste società era pari a quasi<br />
il 53 % del totale, percentuale che è cre-<br />
sciuta in modo costante fino a raggiungere<br />
quasi il 77 % nel 2008, mentre<br />
l’incidenza del loro patrimonio sul totale<br />
è rimasto pressoché stabile, intorno<br />
al 60 %. Meno risoluta, invece, l’opinione<br />
del presidente di Südtirol Bank,<br />
Peter Mayr, secondo cui il dato in flessione<br />
del numero dei professionisti va<br />
letto con una certa flessibil<strong>it</strong>à. «È noto»,<br />
spiega Mayr, «che il numero dei<br />
promotori iscr<strong>it</strong>ti all’albo non corrisponde<br />
al numero di coloro che svolgono<br />
attivamente la professione. Infatti,<br />
all’interno delle reti ci sono sempre<br />
state posizioni dormienti e credo che<br />
nel frattempo sia le sim sia le banche
le difficoltà a superare l’esame di ammissione all’albo e<br />
la scarsa propensione delle reti a investire sui neof<strong>it</strong>i.<br />
Ma oggi qualcosa si sta muovendo e alcune società<br />
hanno elaborato programmi ad hoc per fare entrare i<br />
giovani, che comunque non accorrono così numerosi<br />
abbiano fatto un po’ di chiarezza al loro<br />
interno, stralciando dal loro organico<br />
quelle posizioni che esprimevano<br />
solo un numero». D’altra parte non si<br />
può neppure escludere che un po’ di<br />
spinta al ribasso della professione sia<br />
da mettere in relazione, secondo il presidente<br />
di Südtirol Bank, «al fuoco incrociato<br />
al quale la finanza mondiale è<br />
stata sottoposta negli ultimi tempi. Se<br />
è così, passerà presto».<br />
In realtà questa fase di difficoltà<br />
sembra avere radici più lontane, visto<br />
che il numero degli aspiranti promotori<br />
è da tempo in caduta libera. Un fenomeno<br />
che potremmo definire come<br />
una vera e propria crisi di vocazioni. A<br />
confermare questa tesi sono ancora<br />
una volta i freddi numeri. Se nelle tre<br />
sessioni all’esame per l’idone<strong>it</strong>à alla<br />
professione di promotore svoltesi in<br />
tutto il 2009 si sono presentati 3.301<br />
aspiranti (i promossi sono stati 378) nel<br />
2008 e nel 2007 questa cifra era addir<strong>it</strong>tura<br />
tre volte superiore. A fronte di uno<br />
scenario sicuramente in evoluzione e in<br />
una fase di consolidamento della professione,<br />
il calo dei nuovi iscr<strong>it</strong>ti all’albo,<br />
seppure fisiologico, non fa altro che<br />
evidenziare altri due inev<strong>it</strong>abili questioni<br />
che da tempo sono sul tavolo del<br />
mondo della promozione: l’aumento<br />
costante dell’età media dei promotori<br />
(oggi è di 45-50 anni) e il delicato tema<br />
del passaggio generazionale. Due fattori<br />
che, associati alle strategie delle reti,<br />
che a prima vista sembrano poco disposte,<br />
tranne qualche rara eccezione,a<br />
investire sui promotori junior, danno<br />
v<strong>it</strong>a a un vero e proprio circolo vizioso.<br />
Un fenomeno preoccupante che l’Anasf,<br />
da tempo, cerca di combattere facendo<br />
opera di prosel<strong>it</strong>ismo all’interno<br />
delle univers<strong>it</strong>à. L’obiettivo, ovviamente,è<br />
scovare giovani di talento da avviare<br />
alla professione. Negli ultimi mesi<br />
l’associazione guidata da Elio Conti Nibali<br />
ha addir<strong>it</strong>tura intensificato gli incontri<br />
fissati presso i maggiori atenei<br />
<strong>it</strong>aliani allo scopo di fornire informazioni<br />
sulla figura professionale del promotore,<br />
sulle prospettive di sviluppo e<br />
sulle competenze richieste agli aspiranti<br />
professionisti che intendono iscriversi<br />
all’albo. Ma la più rappresentativa<br />
associazione di categoria dei promotori<br />
non è la sola a muoversi su questo<br />
fronte; anche alcune reti cercano di affrontare<br />
questo problema prima che<br />
diventi una vera e propria emergenza.<br />
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
«L’età media dei nostri promotori»,<br />
chiarisce De Rosa, «è di circa 40 anni e<br />
quindi decisamente inferiore alla media<br />
nazionale. Quello del ricambio generazionale<br />
è comunque un problema<br />
da affrontare. Oggi intraprendere questa<br />
attiv<strong>it</strong>à con successo è complicato e<br />
complesso, tanto quanto la scelta di diventare<br />
avvocato o commercialista: i<br />
frutti si iniziano a cogliere dopo anni di<br />
tirocinio. Né la professione di promotore<br />
è paragonabile a quella del dipendente<br />
bancario, come pure r<strong>it</strong>engono,<br />
sbagliando, molti giovani che non riescono<br />
a entrare in un’azienda cred<strong>it</strong>izia<br />
come dipendenti».<br />
Ma ribatte Mayr: «A 50 anni non va<br />
più in pensione nessuno, neppure i<br />
promotori». Per questo motivo Südtirol<br />
Bank r<strong>it</strong>iene di avere a disposizione<br />
tutto il tempo necessario per porre rimedio<br />
a un’eventuale crisi delle vocazioni.<br />
L’alto costo della formazione finanziaria<br />
in un momento non facile<br />
PETER MAYR, PRESIDENTE DI SÜDTIROL BANK<br />
Gennaio 2010 45
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
Il calo dei professionisti<br />
46 Gennaio 2010<br />
per i mercati ha inciso in maniera decisiva,<br />
tuttavia, sulle strategie di un<br />
buon numero di strutture che non<br />
hanno sviluppato adeguatamente, immettendo<br />
forze fresche, le proprie reti<br />
di vend<strong>it</strong>a. Tra le realtà dell’intermediazione<br />
che più investono, al contrario,<br />
sul fronte delle giovani promesse<br />
c’è sicuramente Finanza & futuro<br />
banca, che nel 2008 ha lanciato il progetto<br />
neof<strong>it</strong>i. «La nostra struttura»,<br />
spiega il direttore commerciale Armando<br />
Escalona, «affianca con tutor,<br />
in genere manager e promotori di<br />
grande esperienza, le giovani leve sia<br />
nel percorso formativo sia nella fase di<br />
avviamento alla professione». Inoltre<br />
Finanza & futuro prevede un contributo<br />
minimo di 500 euro mensili garant<strong>it</strong>i<br />
attraverso il raggiungimento di target<br />
trimestrali. Grazie a questo progetto,<br />
in un anno e mezzo circa la rete di<br />
Deutsche Bank ha selezionato e inser<strong>it</strong>o<br />
nelle proprie fila 100 neof<strong>it</strong>i.<br />
Anche Südtirol Bank punta sul<br />
sistema dei tutor, creando aree all’interno<br />
delle quali promotori già affermati<br />
possono trasferire nel tempo la<br />
loro esperienza ai giovani professionisti<br />
in cresc<strong>it</strong>a. «Chiamiamolo pure affi-<br />
damento professionale», chiarisce<br />
Mayr, «ma di certo un giovane promotore<br />
non può fare molta strada in una<br />
s<strong>it</strong>uazione di isolamento professionale».<br />
Inoltre la banca tirolese ha cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o<br />
una struttura di supporto interna<br />
che segue tutte le tematiche della formazione<br />
e dell’aggiornamento professionale.<br />
L’intreccio di questi due fattori<br />
dovrebbe essere determinante per realizzare<br />
un obiettivo di cresc<strong>it</strong>a equilibrata,<br />
soprattutto in tema di consulenza.<br />
In questo senso non si possono trascurare<br />
le esperienze di Banca Mediolanum<br />
e di Banca Fideuram. Mentre la<br />
prima ha inaugurato la propria Corporate<br />
univers<strong>it</strong>y, che partendo dall’analisi<br />
degli obiettivi di carriera dei propri<br />
allievi progetta il percorso di studio che<br />
svilupperanno parallelamente al piano<br />
professionale, la struttura guidata da<br />
Antonello Piancastelli, per ricercare e<br />
formare i propri banker, da alcuni mesi<br />
si sta rivolgendo direttamente al<br />
mondo accademico. L’inserimento in<br />
azienda di questi giovani di talento è<br />
supportato da un pacchetto economico<br />
associato a un programma formativo<br />
distintivo.<br />
Per aumentare le proprie risorse<br />
Copernico sim punta invece sulla solid<strong>it</strong>à<br />
societaria. «Fondata nel 2000, la<br />
nostra sim ha sperimentato una notevole<br />
stabil<strong>it</strong>à societaria che, tra le altre,<br />
ha avuto come diretta conseguenza<br />
una continua cresc<strong>it</strong>a del numero di<br />
promotori finanziari», spiega Scelzo.<br />
«Mi piace pensare a Copernico come a<br />
una società proiettata nel futuro e non<br />
prigioniera del presente: di conseguenza<br />
abbiamo predisposto, da sempre,<br />
un piano di sviluppo e formazione<br />
rivolto sia agli aspiranti promotori<br />
finanziari sia a quelli che in questa<br />
professione operano da diversi anni».<br />
In questo senso Copernico sim sta<br />
affrontando la sfida ambiziosa del turnover<br />
generazionale coniugando l’entusiasmo<br />
dei giovani con l’esperienza<br />
dei veterani. Per quanto riguarda gli<br />
aspiranti promotori, la sim friulana<br />
prevede un percorso formativo che li<br />
aiuti a superare l’esame di stato e successivamente<br />
ad affrontare le sfide<br />
della professione; dal punto di vista<br />
economico sono previsti incentivi che<br />
variano da caso a caso.<br />
Totalmente diverso, invece, l’ap-
proccio di Mps Banca personale. «Per<br />
attivare la fase di selezione sin dal<br />
principio e fare capire davvero che<br />
questa attiv<strong>it</strong>à deve essere vista come<br />
attiv<strong>it</strong>à imprend<strong>it</strong>oriale e non come<br />
fonte di redd<strong>it</strong>o per chi supera un<br />
esame meramente teorico, non prevediamo<br />
alcun sostegno economico specifico»,<br />
sottolinea De Rosa. In ogni caso<br />
reclutare giovani di talento da avviare<br />
alla professione non è così facile: quest’anno<br />
i candidati all’esame per l’iscrizione<br />
all’albo hanno pagato alcune<br />
comprensibili difficoltà legate al passaggio<br />
al nuovo esame organizzato<br />
dall’Apf. Una delle nov<strong>it</strong>à più importanti<br />
introdotte dal nuovo organismo<br />
per la tenuta dell’albo dei promotori<br />
finanziari è stata senza dubbio lo svolgimento<br />
della prova di esame, che è<br />
stata totalmente informatizzata e<br />
resa, come provano i risultati, maggiormente<br />
selettiva.<br />
Basta infatti osservare le statistiche<br />
sui candidati risultati idonei per rendersi<br />
conto della cesura con il passato.<br />
Con il nuovo sistema, che non prevede<br />
la prova orale ed è identico per tutte le<br />
regioni, per superare l’esame è neces-<br />
sario raggiungere un punteggio di 80<br />
su un massimo di 100 punti. Ebbene,<br />
dopo una prima sessione catastrofica<br />
nella quale solo il 3,1% aveva raggiunto<br />
la quota minima, sono segu<strong>it</strong>e le altre<br />
due che hanno segnato numeri più incoraggianti<br />
con il 21,7% e il 29,9% degli<br />
idonei. Cifre in cresc<strong>it</strong>a, ma certamente<br />
lontane dai range segnati negli anni<br />
scorsi che mediamente erano vicini al<br />
50-60% e in alcune regioni toccavano<br />
vette del 90%. Superare il nuovo esame<br />
per l’abil<strong>it</strong>azione alla professione sembra<br />
diventata dunque un’impresa da<br />
t<strong>it</strong>ani. Proprio per questo motivo Mps<br />
Banca personale ha in progetto di creare<br />
una task force che si focalizzi su poche<br />
un<strong>it</strong>à, ma con elevate potenzial<strong>it</strong>à,<br />
garantendo loro un supporto sino al<br />
superamento dell’esame. «Un vero e<br />
proprio tutoraggio», sottolinea De Rosa.<br />
«Direi», risponde Mayr, «che la credibil<strong>it</strong>à<br />
della categoria si fonda da<br />
sempre sulla difficoltà di accedere all’albo.<br />
Il superamento dell’esame non è<br />
mai stato un’impresa semplice e se<br />
qualcuno ora sostiene che il livello di<br />
misurazione è sproporzionato, bisognerà<br />
capire se il fenomeno è da attribuire<br />
all’esaminatore T<strong>it</strong>ano o all’esaminato<br />
Gnomo».<br />
In ogni caso per risolvere la delicata<br />
questione del turnover generazionale,<br />
seguendo l’esempio storico dei notai,<br />
anche nel mondo della promozione<br />
non è insol<strong>it</strong>o il fenomeno di gen<strong>it</strong>ori<br />
prossimi alla pensione che decidono di<br />
cedere il proprio portafoglio ai figli.<br />
«Un fenomeno», spiega De Rosa, «molto<br />
apprezzato dalla clientela e che aumenta<br />
al tempo stesso la fidelizzazione.<br />
Su questo noi abbiamo invest<strong>it</strong>o<br />
molto, creando uno strumento ad hoc<br />
come la «valorizzazione di portafo-<br />
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
glio», cioè la possibil<strong>it</strong>à per un pf di cedere<br />
il proprio portafoglio a un altro pf<br />
da lui indicato e con il quale convivere<br />
per un periodo di tre anni secondo accordi<br />
ben precisi sia da un punto di vista<br />
economico sia operativo, in cui la<br />
banca fa da garante economico».<br />
Anche Finanza & futuro propone ai<br />
suoi professionisti, sulla base del proprio<br />
mandato, percorsi personalizzati<br />
che prevedono la cessione del portafoglio<br />
a un congiunto. «Questo sistema<br />
permette al tempo stesso», sottolinea<br />
Escalona, «di non disperdere uno<br />
straordinario patrimonio umano e di<br />
esperienze e di avviare alla professione<br />
giovani che da tempo, in famiglia, sono<br />
ab<strong>it</strong>uati a respirare il clima della promozione<br />
finanziaria». Per quanto riguarda<br />
i figli d’arte, al contrario, sia Copernico<br />
sia Südtirol lo considerano un<br />
fenomeno marginale. «Anche perché»,<br />
spiega Mayr, «stiamo parlando di un<br />
rapporto fortemente fiduciario fra risparmiatore<br />
e promotore nel quale<br />
spesso il fascino del principino non<br />
eguaglia quello del re». ■<br />
SAVERIO SCELZO, AMMINISTRATORE DELEGATO E PRESIDENTE DI COPERNICO SIM<br />
Gennaio 2010 47
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
Nuovo scudo fiscale Il prolungamento dei termini della sanatoria è<br />
stato accolto con entusiasmo. Molti prevedono che<br />
possa tornare in Italia una cifra superiore a 30<br />
miliardi, con un forte incremento della già ottima<br />
raccolta da parte delle società di risparmio gest<strong>it</strong>o.<br />
48 Gennaio 2010<br />
Pronti a scattare di nuovo<br />
di Massimiliano D'Amico<br />
Non c’è due senza tre. E verrebbe<br />
da dire che non c’è nemmeno<br />
ter senza quater. Non si era<br />
infatti chiusa da neppure 24 ore la<br />
finestra dello scudo fiscale ter che il<br />
consiglio dei ministri ha dato il via<br />
libera alla nuova sanatoria che catalizzerà<br />
l’attenzione degli operatori del<br />
settore per i primi quattro mesi del<br />
2010. Nel dettaglio la finestra che va<br />
dall’entrata in vigore del decreto fino<br />
a fine febbraio prevede un’aliquota del<br />
6%, mentre fino a fine aprile si innalzerà<br />
al 7%. Abbandonata, dunque, l’imposta<br />
del 5%, si procederà con tassi più<br />
elevati per cercare di rastrellare tutte<br />
le posizioni non ancora regolarizzate.<br />
Mentre il ministro dell’economia<br />
Giulio Tremonti ha rifiutato ogni previsione<br />
e ha sottolineato che, come<br />
nello scudo-ter, registrerà a preventivo<br />
entrate per il valore simbolico di un<br />
ARMANDO ESCALONA, DIRETTORE COMMERCIALE<br />
DI FINANZA & FUTURO BANCA<br />
euro, tra gli operatori del settore iniziano<br />
già a circolare le prime cifre. Ovviamente<br />
influenzate dal successo straordinario<br />
della terza edizione, che ha<br />
fatto rientrare 95 miliardi di euro. In<br />
virtù di questo precedente storico e<br />
stando alle prime dichiarazioni raccolte<br />
tra i big del settore, si può affermare<br />
che questa nuova finestra potrebbe<br />
portare all’emersione di circa 30 miliardi<br />
di euro. «In realtà», sottolinea il<br />
direttore commerciale di Finanza &<br />
futuro banca, Armando Escalona,<br />
«mi attendo rientri anche superiori,<br />
intorno ai 40 miliardi, mentre per la<br />
nostra rete prevedo una fetta di mercato<br />
vicina a 90 milioni di euro».<br />
Per dare maggiore consistenza alla<br />
sua previsione, il manager rammenta i<br />
commenti che inaugurarono lo scudo<br />
ter. «Solo quattro mesi fa il rimpatrio di<br />
60-70 miliardi sembrava un miraggio.<br />
Invece la contabil<strong>it</strong>à a consuntivo dello<br />
scudo ha superato perfino il più ottimistico<br />
degli obiettivi. Per questo motivo<br />
per la nuova sanatoria mi attendo numeri<br />
importanti, tenuto conto dei tempi<br />
ristretti previsti nello scudo ter e del<br />
forte incremento dei flussi avvenuti negli<br />
ultimi giorni della prima finestra».
Anche le posizioni più complesse potranno così<br />
usufruire della nuova opportun<strong>it</strong>à. Le soluzioni<br />
proposte alla clientela vanno dal depos<strong>it</strong>o in conto<br />
corrente in attesa di elaborare una strategia di<br />
investimento, alla creazione di prodotti ad hoc<br />
Secondo gli operatori, infatti, la<br />
decisione presa dal governo è stata<br />
quanto mai attesa, visto che nelle ultime<br />
ore della sanatoria molti r<strong>it</strong>ardatari<br />
si sono accalcati presso le filiali bancarie<br />
e gli uffici dei promotori per aderire<br />
in extremis all’operazione. Del<br />
resto, sempre secondo gli intermediari,<br />
la lista dei proprietari di beni all’estero<br />
interessati all’adesione che<br />
rischiava di rimanere esclusa dalla<br />
chiusura dei termini, era ancora lunga.<br />
«L’allungamento del termine ma<br />
soprattutto il nuovo scudo», sottolinea<br />
Pietro Giuliani, presidente di<br />
tutte le società operative del gruppo<br />
Azimut, «permetterà di affrontare e<br />
scudare anche le posizioni più complesse<br />
che richiedono tempi molto lunghi».<br />
Il manager rammenta che, quasi<br />
sottotraccia, due settimane prima<br />
della proroga decisa dal consiglio dei<br />
ministri, l’Agenzia delle entrate con la<br />
circolare 50/E aveva già concesso un<br />
extra time fino al 31 dicembre 2010 per<br />
quanti erano oggettivamente impossibil<strong>it</strong>ati<br />
a perfezionare le operazioni di<br />
emersione legate allo scudo fiscale.<br />
«Il termine lungo», chiarisce Marcello<br />
Koob, responsabile marketing &<br />
comunicazione di Hypo Tirol Bank Italia,<br />
«ha consent<strong>it</strong>o a molti clienti aderenti<br />
allo scudo, ma in possesso di strumenti<br />
non immediatamente trasferibili<br />
o liquidabili, di attendere la scadenza<br />
o il rimborso dello strumento<br />
d’investimento senza incorrere nel rischio<br />
di pesanti sanzioni». L’extra time<br />
ha comportato dunque per i <strong>consulenti</strong><br />
solamente il mantenimento di alcune<br />
pratiche aperte fino al rimborso o<br />
alla liquidazione dell’attiv<strong>it</strong>à finanziaria<br />
immobilizzata, momento in cui<br />
sarà possibile redarre la dichiarazione<br />
riservata defin<strong>it</strong>iva. «In questo periodo,<br />
rimarrà in carico al consulente»,<br />
sottolinea Koob, «l’obbligo morale di<br />
mon<strong>it</strong>orare gli strumenti immobilizzati<br />
nell’interesse del cliente».<br />
«La circolare 50/E», sottolineano da<br />
Mps, «ha introdotto un elemento di<br />
forte nov<strong>it</strong>à nella gestione delle pratiche<br />
di adesione allo scudo-ter. Con l’allungamento<br />
dei termini utili per la finalizzazione<br />
dei rimpatri, in presenza<br />
delle cosiddette cause ostative, di fatto<br />
vengono agevolati gli adempimenti<br />
per i rimpatri più complessi». A segu<strong>it</strong>o<br />
di questa nov<strong>it</strong>à specificano, tutta-<br />
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
PIETRO GIULIANI, PRESIDENTE E AMMINISTRATORE DELEGATO DI AZIMUT<br />
via, da Siena «non cambia la consulenza<br />
specialistica erogata dai nostri gestori<br />
della relazione che, coadiuvati dal<br />
supporto di una struttura dedicata di<br />
specialisti dislocati sul terr<strong>it</strong>orio, assistono<br />
la clientela in tutte le fasi e gli<br />
adempimenti necessari al rimpatrio».<br />
Nello specifico, infatti, il cliente, anche<br />
dopo la presentazione della dichiarazione<br />
riservata e il pagamento dell’imposta<br />
nei termini previsti, potrà naturalmente<br />
continuare ad avvalersi della<br />
consulenza dei gestori per la finalizzazione<br />
delle operazioni di rimpatrio.<br />
«Operazioni», conferma Escalona,<br />
«che vengono ormai avviate con una<br />
certa disinvoltura dai nostri <strong>consulenti</strong>».<br />
Anche se il manager di Finanza &<br />
futuro banca avrebbe prefer<strong>it</strong>o venire<br />
a conoscenza delle nuove scadenze con<br />
un maggiore anticipo, in modo da predisporre<br />
in maniera più coordinata le<br />
Gennaio 2010 49
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
Nuovo scudo fiscale<br />
50 Gennaio 2010<br />
risorse, ev<strong>it</strong>ando gli assembramenti<br />
delle ultime ore, accoglie la decisione<br />
presa dal governo con un certo entusiasmo.<br />
«Il nostro valore aggiunto»,<br />
spiega Escalona, «è rappresentato dalla<br />
grande esperienza e dalle risorse invest<strong>it</strong>e<br />
sulla formazione durante lo<br />
scudo ter. Tenuto conto che tutte le<br />
pratiche aperte hanno significato lo<br />
studio di casistiche le più variegate<br />
possibile e abbiamo cercato di proporre<br />
a ogni cliente la migliore soluzione<br />
in relazione alle specifiche esigenze,<br />
ormai i nostri <strong>consulenti</strong> sono assolutamente<br />
padroni dell’argomento e non<br />
saranno costretti ad affrontare altre<br />
sessioni di formazione in aula».<br />
Riguardo all’offerta<br />
degli<br />
strumenti d’inve-<br />
stimento per allettare chi vuole fare<br />
rientrare i cap<strong>it</strong>ali approf<strong>it</strong>tando di<br />
La raccolta delle reti<br />
Quanti soldi da Tremonti!<br />
Gruppo Intesa Sanpaolo: 10 miliardi (stimati) - Banca Fideuram: 7 mila pratiche<br />
e 3,5 miliardi (stimati)<br />
UniCred<strong>it</strong>: 4,5 miliardi<br />
Banca Generali: 2,1 miliardi e 4 mila pratiche (1.500 clienti nuovi)<br />
Mps: al 15 dicembre, oltre 4.150 clienti, dei quali oltre il 27% è rappresentato<br />
da nuova clientela. Peraltro, in considerazione sia della scarsa collaborazione<br />
degli ist<strong>it</strong>uti esteri sia della possibil<strong>it</strong>à, in presenza di cause ostative, di<br />
finalizzare i rimpatri entro il 31 dicembre, non è possibile allo stato effettuare<br />
una stima puntuale dei flussi previsionali. Si parla comunque di oltre 2<br />
miliardi.<br />
Banca Euromobiliare + Credem: 1,75 miliardi<br />
Azimut: oltre un miliardo<br />
Deutsche Bank: 2 miliardi<br />
Finanza & Futuro Banca: 310 milioni (650 pratiche)<br />
Banco Popolare: 2,4 miliardi<br />
Bnp Paribas: 2 miliardi<br />
Ubi: 2 miliardi<br />
Hypo Tirol Bank Italia: 200 pratiche e 60-80 milioni di euro (stimati)<br />
quest’ultima opportun<strong>it</strong>à<br />
(visto i<br />
precedenti, i termini<br />
vanno presi con il<br />
beneficio dell’inventario),<br />
mentre<br />
Escalona r<strong>it</strong>iene che «almeno in principio<br />
sia consigliabile fare confluire i cap<strong>it</strong>ali<br />
sui conti correnti, per poi, con calma,<br />
affrontare il tema della loro complessiva<br />
allocazione che potrà riguardare<br />
prodotti di risparmio gest<strong>it</strong>o, index<br />
e un<strong>it</strong> linked disegnate ad hoc,<br />
Mps prevede soluzioni che consentano<br />
al cliente il recupero, in tutto o in parte,<br />
dell’aliquota versata come imposta<br />
straordinaria. Oltre a soluzioni dedicate<br />
nel comparto assicurativo, la piattaforma<br />
di offerta prevede, in un’ottica<br />
di forte personalizzazione, obbligazioni<br />
e gestioni patrimoniali (queste ultime<br />
con pricing ad hoc). «I cap<strong>it</strong>ali scudati»,<br />
conclude Koob, «sono destinati<br />
equamente a gestioni patrimoniali di<br />
Hypo Tirol Bank Italia e a depos<strong>it</strong>i t<strong>it</strong>oli.<br />
Una componente non trascurabile è<br />
rientrata in forma di liquid<strong>it</strong>à e ancora<br />
giace, temporaneamente, su conti correnti».<br />
■
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
Strategie a cavallo della crisi La maggior parte delle reti r<strong>it</strong>iene che i pericoli<br />
sulle borse siano ancora forti, anche se la ripresa è<br />
abbastanza chiara. La vera paura è perdere<br />
opportun<strong>it</strong>à. Di conseguenza quasi tutti i<br />
professionisti consigliano alla clientela di<br />
52 Gennaio 2010<br />
Avanti,<br />
ma con giudizio<br />
di Massimiliano D’Amico<br />
Tra borse in altalena, rimbalzi appena<br />
accennati e scivoloni solo<br />
paventati, sembra crescere in<br />
maniera graduale tra gli invest<strong>it</strong>ori il livello<br />
di fiducia, mentre, simmetricamente,<br />
appare in fase calante, dopo i<br />
picchi toccati nei mesi più duri della crisi<br />
e l’esplosione del panic selling, l’avversione<br />
al rischio. A riprova di ciò, gli<br />
ultimi dati rilevati da Assoreti indicano<br />
un trend costante di cresc<strong>it</strong>a della raccolta<br />
netta delle reti di promozione finanziaria,<br />
che negli ultimi due mesi del<br />
2009 hanno segnato flussi pos<strong>it</strong>ivi in<br />
cresc<strong>it</strong>a di oltre il 40% rispetto ai mesi<br />
precedenti. Osservando questo scenario,<br />
possiamo affermare defin<strong>it</strong>ivamente<br />
che è davvero fin<strong>it</strong>o il lungo inverno<br />
sui mercati finanziari?<br />
«Le informazioni attualmente a disposizione»,<br />
sottolinea Vincenzo De<br />
Rosa, direttore generale di Mps Banca<br />
personale, «inducono a credere che il<br />
peggio sia passato ma che, come dimostra<br />
tra l’altro la s<strong>it</strong>uazione di Spagna e<br />
Grecia,non ci si può ancora considerare<br />
completamente fuori dal tunnel». Il<br />
manager r<strong>it</strong>iene in pratica che nei prossimi<br />
mesi i mercati saranno caratterizzati<br />
da un trend neutro, frutto di oscillazioni<br />
in un senso e nell’altro. Dello<br />
stesso parere Armando Escalona, direttore<br />
commerciale di Finanza & futuro<br />
banca, secondo cui anche nel 2011<br />
continuerà il clima di massima allerta<br />
sulle borse. «La ripresa dei mercati finanziari<br />
in corso da diversi mesi», sottolinea<br />
Escalona, «non deve generare<br />
facili entusiasmi. La s<strong>it</strong>uazione infatti<br />
non è ancora fluida e il livello di cautela<br />
e attenzione deve rimanere elevato».<br />
In ogni caso, osservando i dati pubblicati<br />
da Assoreti, è evidente ormai<br />
che da alcuni mesi la ripartizione tra i<br />
vari comparti vede sempre più premiata<br />
la componente del risparmio gest<strong>it</strong>o,<br />
che da inizio anno ha raggiunto<br />
flussi complessivi pari a 8,44 miliardi<br />
contro l’amministrato fermo a 4,40 miliardi.<br />
Un trend di cresc<strong>it</strong>a ormai consolidato<br />
che spingerebbe ad affermare<br />
che le reti siano defin<strong>it</strong>ivamente tornate<br />
sul loro storico core business. Un<br />
passaggio fondamentale che rinnova<br />
prepotentemente le strategie di determinazione<br />
dell’asset allocation che da<br />
sempre fanno parte del bagaglio del<br />
consulente e partono da due concetti<br />
basilari nell’amb<strong>it</strong>o della pianificazione<br />
finanziaria come la conoscenza del<br />
cliente e quella del mercato.<br />
«Le reti hanno sempre retto bene<br />
durante queste crisi», chiarisce Stefano<br />
Bisi, responsabile promozione finanziaria<br />
di Credem e Banca Euromobiliare,<br />
«e spesso le hanno sfruttate<br />
per acquisire nuova clientela». Malgrado<br />
si sia trattato dunque di una s<strong>it</strong>uazione<br />
più delicata di altre in passato,<br />
alla lunga la presenza costante del promotore<br />
presso il cliente ha pagato e i<br />
segnali di questi mesi lo stanno confermando.<br />
«Affermare che la crisi è fin<strong>it</strong>a
incrementare il rischio, mantenendo però un forte<br />
livello di prudenza. I Pac, con il vantaggio di<br />
mediare i prezzi, sono considerati lo strumento<br />
ideale, ma alcune società hanno preparato prodotti<br />
costru<strong>it</strong>i in funzione di una fase di grande volatil<strong>it</strong>à<br />
e che questo trend durerà a lungo»,<br />
sottolinea Bisi, «non è facile, perché i<br />
mercati ci hanno ab<strong>it</strong>uato a mutamenti<br />
molto più repentini rispetto ai cicli<br />
del passato. Da qualche mese, tuttavia,<br />
era prevedibile un r<strong>it</strong>orno importante,<br />
nel breve, da parte delle reti sul gest<strong>it</strong>o».<br />
Nonostante il mercato faccia registrare<br />
ancora un po’ di resistenza e le<br />
performance dell’equ<strong>it</strong>y siano ripart<strong>it</strong>e<br />
ormai da marzo, chi non è rientrato, secondo<br />
il manager, ha perso e sta perdendo<br />
opportun<strong>it</strong>à interessanti. «Certo<br />
la crisi è stata dura, ma», prosegue<br />
Bisi, «laddove abbiamo operato dando<br />
segu<strong>it</strong>o alle indicazioni del nostro servizio<br />
di consulenza forn<strong>it</strong>o con il supporto<br />
di Finanza advisory desk (Fad)<br />
constatiamo un approccio più equili-<br />
brato agli investimenti che facil<strong>it</strong>a il r<strong>it</strong>orno<br />
a prodotti gest<strong>it</strong>i».<br />
«Le reti», conferma De Rosa, «non si<br />
sono mai allontanate dal loro core business,<br />
ma le vicende finanziarie hanno<br />
obbligato i <strong>consulenti</strong> a consigliare<br />
riassetti finanziari verso componenti<br />
meno volatili o rischiose come quelle<br />
dell’amministrato obbligazionario». In<br />
pratica, secondo diversi manager, stiamo<br />
vivendo una fase di riavvicinamento<br />
al mondo gest<strong>it</strong>o, che si caratterizza,<br />
secondo De Rosa, «per il fatto che l’inserimento<br />
di componenti ad alta volatil<strong>it</strong>à<br />
nei portafogli dei clienti ha luogo<br />
prevalentemente attraverso l’utilizzo<br />
di strumenti prudenti quali i Pac».<br />
In questo senso, secondo il direttore<br />
generale di Mps Banca personale, «ci<br />
sono elementi che fanno intravedere<br />
un ulteriore miglioramento della<br />
s<strong>it</strong>uazione complessiva, grazie anche<br />
ai benefici effetti connessi allo scudo<br />
fiscale».<br />
E su quest’ultimo punto concorda<br />
Escalona. «Senza dubbio l’impatto dello<br />
scudo fiscale sugli ultimi dati di raccolta<br />
è stato decisivo». In ogni caso anche<br />
il manager di Deutsche Bank sottolinea<br />
l’apporto determinante sulle<br />
performance dei promotori di alcuni<br />
strumenti d’investimento particolari<br />
come i piani di accumulo. «Questa tipologia<br />
di investimento ha dimostrato<br />
durante i mesi più difficili della crisi di<br />
essere in grado di affrontare le oscillazioni,<br />
anche violente, degli indici perché<br />
i vari ingressi sono scaglionati nel<br />
tempo, il che ha portato il prezzo di carico<br />
a un valore mediato nel tempo. Gli<br />
invest<strong>it</strong>ori che non si sono fatti trascinare<br />
dall’onda dell’emotiv<strong>it</strong>à e hanno<br />
effettuato acquisti continui a prezzi<br />
sempre più bassi, ora sono in grado di<br />
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
raccogliere i frutti del sistema automatico<br />
di versamento. A patto, ovviamente,<br />
che il Pac scelto sia un prodotto valido<br />
ed efficiente».<br />
Secondo gli esperti, dunque, la s<strong>it</strong>uazione<br />
di incertezza che dovrebbe regnare<br />
ancora per diversi mesi sui mercati<br />
potrebbe favorire ancora di più i<br />
prodotti di accumulation. Per questo<br />
motivo anche quest’anno Finanza &<br />
futuro riproporrà React w<strong>it</strong>h us, il piano<br />
studiato per affrontare le fasi difficili<br />
dei mercati mediante l’utilizzo di<br />
prodotti e servizi ad hoc. Oltre che sui<br />
classici piani di accumulo, Finanza &<br />
futuro farà grande affidamento sulle<br />
forme di risparmio a cap<strong>it</strong>ale protetto<br />
o garant<strong>it</strong>o e sulle soluzioni previdenziali.<br />
Su queste ultime, in particolare, la<br />
rete di Deutsche Bank sta investendo<br />
molte risorse. «La busta arancione che<br />
l’Inps invierà nei prossimi mesi a circa<br />
1,5 milioni di <strong>it</strong>aliani rappresenterà»,<br />
sottolinea Escalona, «un vero e proprio<br />
momento della ver<strong>it</strong>à. Finalmente quei<br />
lavoratori dipendenti e autonomi che<br />
rientrano nel puro sistema contributivo<br />
avranno la possibil<strong>it</strong>à di conoscere il<br />
rendiconto delle somme accumulate e<br />
delle posizioni pensionistiche matura-<br />
VINCENZO DE ROSA, DIRETTORE GENERALE DI MPS BANCA PERSONALE<br />
Gennaio 2010 53
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
Strategie a cavallo della crisi<br />
54 Gennaio 2010<br />
te. Un’iniziativa improntata alla trasparenza<br />
che dovrebbe rendere più<br />
consapevoli le persone, soprattutto i<br />
giovani, sul proprio futuro previdenziale<br />
e dare slancio a forme più evolute<br />
di previdenza complementare. Non si<br />
può trascurare infatti che l’Inps sarà in<br />
grado di corrispondere a questi contribuenti<br />
non più del 40% dell’ultima retribuzione<br />
contro il 70-80% attuale».<br />
Nel 2010 sono pronte a partire in maniera<br />
più decisa all’interno dei portafogli<br />
dei clienti, dunque, le strategie<br />
di long term care e di mortgage insurance.<br />
Tornando alle più classiche tecniche<br />
di asset allocation, Deutsche Bank<br />
prevede nei prossimi mesi di aumentare<br />
nei portafogli dei clienti l’esposizione<br />
verso la liquid<strong>it</strong>à, per salvaguardare<br />
la buona performance fin qui realizzata,<br />
mentre rimarrà invariata la percentuale<br />
invest<strong>it</strong>a (circa il 16%) sia sui mercati<br />
sviluppati sia su quelli emergenti.<br />
La crisi determinata dall’indeb<strong>it</strong>amento<br />
di Dubai non dovrebbe, infatti, secondo<br />
gli esperti, avere un particolare<br />
impatto sulle economie, in particolare<br />
su quelle emergenti che godono di forti<br />
ragioni cicliche e strutturali come<br />
quelle asiatiche e latino americane. Caso<br />
diverso, invece, per le obbligazioni<br />
governative e corporate che verranno<br />
sottopesate nei portafogli a causa dell’aumento<br />
del rischio paese e del probabile<br />
peggioramento dei tassi di insolvenza.<br />
La parola d’ordine da seguire secondo<br />
Bisi è, invece, diversificazione,<br />
quindi fondi e sicav ma anche Etf. Ma<br />
soprattutto selezione di gestori in grado<br />
di generare alfa e di cogliere le opportun<strong>it</strong>à<br />
in un contesto ancora volatile.<br />
«In linea generale, vista l’incertezza<br />
dei mercati», conferma Pietro Giuliani,<br />
presidente di tutte le società operative<br />
del gruppo Azimut, «può essere<br />
utile investire in fondi che sfruttano le<br />
opportun<strong>it</strong>à gestionali della normativa<br />
Uc<strong>it</strong>s III. Fondi quindi che sono decorrelati<br />
dall’andamento dei mercati,<br />
in grado di essere reattivi nei momenti<br />
di rialzo e di attutire le fasi di ribasso».<br />
In ogni caso, sulla base dei diversi<br />
obiettivi di investimento, Azimut afferma<br />
di avere creato per i clienti asset allocation<br />
che siano in grado di rispondere<br />
alle loro esigenze.<br />
«È difficile generalizzare», conferma<br />
Bisi, «ma, provando a fare alcuni<br />
esempi, per i profili di rischio basso<br />
tanto tasso variabile e un po’ di corporate.<br />
Per un profilo moderato prevedia-<br />
mo un’aggiunta di azionario e deb<strong>it</strong>o<br />
high yield. Per i profili più dinamici,<br />
una base di deb<strong>it</strong>o, sia high yield sia<br />
emergente al fianco dei mercati azionari,<br />
anche qui con una quota di emergente».<br />
In ogni caso le tipologie di<br />
investimento sono ormai infin<strong>it</strong>e,<br />
tanto da potere accontentare chi ha<br />
cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o un patrimonio consistente,<br />
ma anche chi ha a disposizione solo<br />
qualche migliaio di euro. «In termini<br />
geografici abbiamo sull’azionario un<br />
approccio eurocentrico», chiarisce Bisi,<br />
«ma a chi può consigliamo investimenti<br />
sui mercati emergenti. La nostra<br />
attenzione è focalizzata sulla selezione<br />
dei singoli gestori/asset manager,<br />
in quanto si tratta di mercati molto<br />
complessi e il fai-da-te è da sconsigliare».<br />
Dal punto di vista settoriale i promotori<br />
del Credem stanno privilegiando<br />
i settori industriali, materiali di<br />
base e telefonici. Sottopesati, invece, i<br />
settori bancario e farmaceutico.<br />
Preferisce non sbilanciarsi invece<br />
De Rosa. «Non penso esista un portafoglio<br />
ideale per tutti i clienti, mentre esiste<br />
un portafoglio adatto alle esigenze<br />
e alla propensione al rischio di ogni<br />
singolo cliente. Le tipologie di investimento<br />
sono ormai così numerose e diversificate<br />
da potere soddisfare chi ha<br />
da parte un patrimonio consistente,<br />
ma anche chi ha a disposizione solo<br />
qualche migliaio di euro». ■
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
Notizie in breve<br />
56 Gennaio 2010<br />
CREDEM<br />
In due al posto di Sarcià<br />
Dopo l’addio di Carmelo Sarcià, destinato a nuovi<br />
ruoli manageriali in Finanza & futuro banca, il<br />
Credem ha rivisto l’organigramma del management<br />
della rete promotori. La struttura prevede ora, infatti,<br />
due direzioni: una commerciale, affidata a Duccio Marconi,<br />
e una organizzativa, delegata ad Andrea Farnè.<br />
Ambedue rispondono al responsabile della promozione<br />
finanziaria a livello di gruppo Stefano Bisi.<br />
In particolare Marconi,<br />
in qual<strong>it</strong>à di<br />
responsabile commerciale<br />
della promozione<br />
finanziaria, guiderà<br />
i coordinatori terr<strong>it</strong>oriali<br />
Giorgio<br />
Garofalo per il nord,<br />
Sergio Benassi per il<br />
centro-nord, Paolo<br />
Cecconello per il centro-sud<br />
e Marco Ferrari<br />
per il sud. Marconi avrà l’obiettivo di proseguire il progetto<br />
di cresc<strong>it</strong>a della promozione finanziaria estraendo<br />
valore dagli importanti investimenti effettuati sul canale<br />
negli ultimi anni e valorizzando ulteriormente il modello<br />
di business basatosull’integrazione<br />
della rete<br />
con le filiali della<br />
banca.<br />
Il responsabiledell’organizzazione<br />
Andrea<br />
Farnè, invece, si<br />
occuperà del<br />
coordinamento<br />
ANDREA FARNÈ,<br />
NUOVO DIRETTORE ORGANIZZATIVO<br />
DUCCIO MARCONI,<br />
NUOVO DIRETTORE COMMERCIALE<br />
degli uffici di supporto amministrativo, logistico e commerciale<br />
(Loris Berto) e comunicazione, formazione e marketing<br />
per la rete dei promotori (Massimo Marconi). Farnè<br />
avrà, in particolare, l’obiettivo di ottimizzare i processi e sviluppare<br />
ulteriormente le sinergie con le strutture della<br />
banca.<br />
Comunque non finisce qui il giro di poltrone in casa Credem.<br />
Roberto Maugeri è il nuovo direttore marketing e<br />
business development di Banca Euromobiliare, guidata<br />
dall’amministratore delegato Ferdinando Rebecchi. Maugeri<br />
avrà l’obiettivo di supportare lo sviluppo commerciale<br />
dell’attiv<strong>it</strong>à di Banca Euromobiliare.<br />
Il manager vanta un’importante esperienza in Fineco<br />
dove ricopriva la carica di responsabile comunicazione<br />
trade della rete dei promotori finanziari e nel Credem<br />
dove era approdato in qual<strong>it</strong>à di responsabile della<br />
comunicazione e del marketing in segu<strong>it</strong>o alla nomina<br />
di Carmelo Sarcià come vice direttore commerciale<br />
della rete di promozione. Maugeri, 37 anni, laureato<br />
in economia con un master in scienze della comunicazione,<br />
ha segu<strong>it</strong>o importanti iniziative nel settore,<br />
con particolare riferimento a modelli innovativi di<br />
distribuzione. ■
PROMOTORI&CONSULENTI<br />
Notizie in breve<br />
58 Gennaio 2010<br />
Il 4 dicembre scorso è scaduto il termine<br />
per la presentazione delle<br />
osservazioni relative al regolamento<br />
sulla figura professionale del consulente<br />
finanziario indipendente. Nafop,<br />
l’Associazione <strong>it</strong>aliana dei <strong>consulenti</strong><br />
finanziari indipendenti e delle società<br />
di consulenza guidata da Cesare<br />
Armellini, si dichiara soddisfatta del<br />
lavoro sin qui svolto e ribadisce le<br />
osservazioni presentate alla Consob.<br />
Considerazioni che ruotano princi-<br />
BANCA MEDIOLANUM<br />
Nuovi arrivi<br />
Prosegue per Banca Mediolanum il processo di espansione<br />
della propria rete distributiva. Vanno a rafforzare<br />
il team guidato dal banking group manager Giovanni<br />
Marchetta Giangiacomo Schiaffino e GianPaolo<br />
Alparone, che lasciano Banca Intesa e vanno a operare in<br />
Sardegna e Piemonte, e Romano Paolo Paolini, che saluta<br />
Banca Patrimoni Sella &c. e agirà in Campania.<br />
Inoltre sono arrivati Andrea Sette che, dopo avere maturato<br />
una considerevole esperienza in FinecoBank e in Xelion,<br />
entra nella struttura laziale di Mediolanum private banking e<br />
Luca Griggio, proveniente da Toro assicurazioni, dove ha operato<br />
per oltre un ventennio, che lascia il ruolo di agente generale<br />
per entrare nella struttura veneta di Banca Mediolanum.<br />
DEUTSCHE BANK<br />
Arriva V<strong>it</strong>toria<br />
ÈLudovico V<strong>it</strong>toria il nuovo responsabile del business<br />
banking, canale del private & business banking (rete degli<br />
sportelli) di Deutsche Bank in Italia. Il manager proviene<br />
da una lunga esperienza nel gruppo Bnl-Bnp Paribas dove ha<br />
ricoperto,sia in Italia sia all’estero,<br />
incarichi manageriali<br />
di crescente responsabil<strong>it</strong>à<br />
dal 1990 al 2009. Nel suo<br />
nuovo incarico a Deutsche<br />
Bank,V<strong>it</strong>toria riporta direttamente<br />
a Roberto Mancone,<br />
responsabile della rete degli<br />
sportelli del gruppo in Italia.<br />
NAFOP<br />
Così vogliamo il regolamento<br />
palmente intorno a quattro concetti<br />
chiave basati sul principio di tracciabil<strong>it</strong>à<br />
del processo di consulenza, sulla<br />
possibil<strong>it</strong>à per il consulente di personalizzare<br />
i tempi, sulle modal<strong>it</strong>à e i luoghi<br />
in cui prestare la consulenza e sull’impianto<br />
sanzionatorio.<br />
Nel dettaglio, riguardo a quest’ultimo<br />
punto, Nafop suggerisce un impianto<br />
sanzionatorio maggiormente articolato<br />
nell’individuazione dei comportamenti<br />
perseguibili. Attualmente nel<br />
CESARE ARMELLINI.<br />
PRESIDENTE DI NAFOP<br />
RETE MONTEPASCHI<br />
Barbieri al vertice<br />
quadro regolamentare, secondo l’Associazione<br />
guidata da Armellini, mancano<br />
sia il concetto di grav<strong>it</strong>à del danno, sia<br />
quello di dolo e ne deriva il rischio di radiazione<br />
per puri errori materiali. «Poiché<br />
nessun intermediario finanziario rischia<br />
la cessazione dell’attiv<strong>it</strong>à per un simile<br />
errore, è opportuno che l’organismo<br />
deputato alla tenuta dell’albo»,sottolinea<br />
Armellini,«sia forn<strong>it</strong>o non solo di<br />
sanzioni graduabili, ma anche di un sistema<br />
di valutazione delle violazioni».<br />
Dal 1° gennaio<br />
2010<br />
Giancarlo<br />
Barbieri è il nuovo<br />
responsabile della<br />
rete Montepaschi<br />
che attualmente<br />
conta 2.500 filiali<br />
distribu<strong>it</strong>e su 11<br />
aree in tutto il terr<strong>it</strong>orio nazionale. Il manager subentra a<br />
Claudio Pieri, che ha lasciato l’incarico per raggiunti lim<strong>it</strong>i di<br />
età. Entrato nel gruppo di Rocca Salimbeni nel 1992, Barbieri<br />
ha ricoperto numerosi incarichi sia nella rete filiali, sia alla<br />
direzione generale e, dopo avere guidato il progetto customer<br />
relationship management e defin<strong>it</strong>o l’applicazione dei<br />
modelli di servizio della banca, dal 2002 al 2006 ha diretto il<br />
servizio marketing retail per poi assumere, nel giugno dello<br />
stesso anno, la responsabil<strong>it</strong>à della direzione commercial<br />
banking distribution network di Mps.<br />
CONSOB<br />
Meno sanzioni ai promotori<br />
Scende il numero di provvedimenti presi dalla Consob<br />
nei confronti di intermediari e promotori finanziari.<br />
Nel 2009 le sanzioni adottate nei confronti dei professionisti<br />
sono state infatti 74, contro le 93 del 2008. Nel dettaglio<br />
la commissione guidata da Lamberto Cardia ha irrogato<br />
43 radiazioni dall’albo, 25 sospensioni, oltre a una sanzione<br />
pecuniaria e cinque richiami scr<strong>it</strong>ti.
OBBLIGAZIONARI CONVERTIBILI<br />
UNA CATEGORIA SULLE MONTAGNE RUSSE<br />
Il r<strong>it</strong>orno<br />
dalla paura<br />
di Rocki Gialanella<br />
60 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
Nel momento peggiore della<br />
crisi economico-finanziaria, la<br />
caduta dei listini e il conseguente<br />
scarso livello di appeal offerto<br />
dalla possibil<strong>it</strong>à di trasformarli in azioni,<br />
ha trasformato le obbligazioni convertibili<br />
in bond “normali”. Questo scenario<br />
ha fatto sì che la categoria dei<br />
fondi obbligazionari specializzati in<br />
convertible bond sia stata la più castigata<br />
dell’intero comparto obbligazionario,<br />
con perd<strong>it</strong>e medie superiori al<br />
27% nel triennio 2005-2008 e vicine al<br />
21% nel biennio 2007-2008. Nel 2008,<br />
i fondi che investono in bond convertibili<br />
sono stati penalizzati dalla neces-<br />
s<strong>it</strong>à delle grandi banche e degli hedge<br />
fund, che sono i principali invest<strong>it</strong>ori in<br />
questo tipo di bond, di ridurre il proprio<br />
indeb<strong>it</strong>amento. Le vend<strong>it</strong>e massicce<br />
hanno trascinato tutti i convertible<br />
bond fund in una spirale ribassista che<br />
ha pun<strong>it</strong>o soprattutto le strategie di<br />
arb<strong>it</strong>raggio sui bond convertibili.<br />
Dopo le pesanti perd<strong>it</strong>e accumulate nel 2008, questi prodotti hanno vissuto un intenso<br />
2009 sulla cresta dell’onda e in alcuni casi hanno ottenuto rendimenti superiori al<br />
50% in un anno. Nei mesi bui della crisi economico-finanziaria sono stati forse il<br />
settore più penalizzato e pochissimi credevano che ci sarebbe stato in breve tempo un<br />
recupero così vigoroso. Secondo diversi gestori era però possibile comprendere che la<br />
volatil<strong>it</strong>à delle azioni confrontata con quella delle opzioni sul medesimo t<strong>it</strong>olo incluse<br />
nel bond si trovava su livelli storicamente bassi
L’invest<strong>it</strong>ore ha assist<strong>it</strong>o inerme al<br />
crollo dei listini e alla dissoluzione della<br />
possibil<strong>it</strong>à di trasformare il bond in<br />
azioni al prezzo prefissato. Dopo il passaggio<br />
dell’uragano che ha devastato<br />
le performance di singole obbligazioni<br />
e fondi, il comparto è stato in grado di<br />
risorgere dalle macerie e offrire buone<br />
opportun<strong>it</strong>à a chi ha r<strong>it</strong>enuto opportuno<br />
accollarsi un rischio superiore a<br />
quello che permea in media gli investimenti<br />
obbligazionari. Col senno di poi,<br />
hanno avuto ragione i gestori che sostenevano<br />
la presenza nel comparto di<br />
un buon binomio rischio/rendimento.<br />
Inoltre, a detta di questi gestori, mettendo<br />
a confronto la volatil<strong>it</strong>à dei t<strong>it</strong>oli<br />
azionari con la volatil<strong>it</strong>à dell’opzione<br />
sul medesimo t<strong>it</strong>olo inclusa nel bond,<br />
si notava che la volatil<strong>it</strong>à dei convertibili<br />
si trovava su livelli storicamente<br />
bassi e offriva una qual<strong>it</strong>à media<br />
del cred<strong>it</strong>o superiore a quella dell’indice<br />
Itraxx dei corporate bond. Il key<br />
factor per ottenere risultati potenzialmente<br />
pos<strong>it</strong>ivi da questi strumenti si è<br />
basato nell’individuazione di t<strong>it</strong>oli ca-<br />
Fondi obbligazionari specializzati sui bond convertibili<br />
Fondo Società Valuta<br />
paci di recuperare parte del terreno<br />
perduto e risollevare le sorti dell’opzione<br />
di conversione.<br />
Le performance registrate da questi<br />
fondi nel 2009 evidenziano rendimenti<br />
a due cifre che si posizionano all’interno<br />
di un range molto ampio: si<br />
passa da guadagni sui 12 mesi di poco<br />
superiori al 13% per gli strumenti che<br />
occupano le ultime posizioni della classifica,<br />
a incrementi superiori al 50%<br />
per i migliori fondi. A dominare la categoria<br />
sulla base delle performance a un<br />
anno sono i gestori del gruppo Ubs: infatti<br />
ai primi due posti si trovano rispettivamente<br />
Global convertible<br />
bonds YA e Global convertible bonds<br />
XA di Ubs (Lux) inst<strong>it</strong>utional fund e al<br />
terzo posto Convert global P cap. hedged<br />
di Ubs (Lux) bond sicav, tutti con<br />
rendimenti superiori al 50%. Un po’<br />
staccati, ma ben al di sopra del 30%<br />
Europe convertible I cap. di Dexia<br />
bonds e Jpm global convertibles (eur)<br />
X acc. di Jp Morgan funds sicav.<br />
La maggior parte degli strumenti<br />
proposti dall’industria del risparmio<br />
% a<br />
1 anno<br />
% a<br />
3 anni<br />
% a<br />
5 anni<br />
INVESTIRE<br />
IN CINA<br />
Commissione<br />
annua di gestione<br />
Global Convertible Bonds Ya Ubs (Lux) Inst<strong>it</strong>utional Fund Sa Chf 54,35 9,75<br />
Global Convertible Bonds Xa Ubs (Lux) Inst<strong>it</strong>utional Fund Sa Eur 50,73 8,10<br />
Convert Global P Cap. Hedged Ubs (Lux) Bond Sicav Eur 50,40 1,64 1,80%<br />
Europe Convertible I Cap. Dexia Bonds Eur 37,58 -19,95 -8,02 0,50%<br />
Jpm Global Convertibles (Eur) X Acc. Jpmorgan Funds Sicav Eur 32,48 0,81<br />
Anima Convertibile Acc. Anima Sgrpa Eur 27,74 3,90 13,90 1,20%<br />
Convert Europe B Cap. Cred<strong>it</strong> Suisse Bond Fund (Lux) Sa Eur 26,98 -0,74 21,96 1,20%<br />
Bonds Europe Convertible Fc Sgam Fund Sicav Eur 22,69 1,00%<br />
M&G Global Convertible C Acc. M&G Global Convertible C Acc. Eur 20,35 0,75%<br />
Euro Convertible Bonds E Acc. Generali Investments Sicav Eur 20,05 1,30%<br />
Global Convertible Bond Classic/Dist. Caam Funds Sicav Eur 19,65 -8,42 14,04 1,20%<br />
M&G Global Convertibles A Acc. M&G International Investments Ltd Eur 19,46 1,50%<br />
Global Convertibles A Aviva Investors Sicav Usd 19,51 1,20%<br />
Dws Invest Convertibles Lc Dws Invest Sicav Eur 18,72 2,33 22,92 1,20%<br />
Jpm Global Convertibles (Usd) A Acc. Jpmorgan Fleming Investment Funds Sicav Usd 17,63 -7,66 13,66 1,25%<br />
Convertibile Arancio P Dist. Ing Direct Sicav Eur 13,72<br />
Global Convertible Bond I Morgan Stanley Investment Funds Sicav Usd 13,06 -10,64 1,61 0,60%<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 61
OBBLIGAZIONARI CONVERTIBILI<br />
UNA CATEGORIA SULLE MONTAGNE RUSSE<br />
62 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
gest<strong>it</strong>o riesce a mantenersi in terr<strong>it</strong>orio<br />
pos<strong>it</strong>ivo anche sui 36 e 60 mesi, segno<br />
che la categoria, nonostante alcuni<br />
anni molto penalizzanti per i bond<br />
convertibili, è riusc<strong>it</strong>a a preservare l’investimento<br />
dei sottoscr<strong>it</strong>tori che vi<br />
hanno destinato una quota del proprio<br />
portafoglio senza un approccio puramente<br />
speculativo. Anche se a determinare<br />
le performance pos<strong>it</strong>ive sul<br />
lungo periodo è stato soprattutto l’andamento<br />
del 2009, che ha permesso di<br />
recuperare le pesanti perd<strong>it</strong>e accumulate<br />
nel corso della crisi<br />
Una pecca evidente del comparto<br />
resta l’alto costo delle commissioni di<br />
gestione, che si discostano dal Ter dei<br />
fondi obbligazionari e oscillano all’interno<br />
di un range sensibilmente più vicino<br />
a quello che caratterizza gli strumenti<br />
azionari.<br />
LE CARATTERISTICHE<br />
Le convertibili sono obbligazioni corporate<br />
che forniscono al possessore<br />
l’opzione, ma non l’obbligo, di convertire<br />
il bond in uno specifico numero di<br />
azioni della stessa società em<strong>it</strong>tente a<br />
un determinato prezzo. La conversione<br />
può avvenire di sol<strong>it</strong>o in qualunque<br />
momento della durata del bond.<br />
Le convertibili hanno caratteristiche<br />
simili sia alle obbligazioni sia alle<br />
azioni. Come per le obbligazioni, il valore<br />
della convertibile dipende dal tasso<br />
di interesse attuale e atteso e dalla<br />
solid<strong>it</strong>à finanziaria dell’em<strong>it</strong>tente. Tuttavia,<br />
il valore di questo strumento dipende<br />
anche da altri fattori, tra cui il<br />
prezzo dell’azione della società em<strong>it</strong>tente,<br />
la volatil<strong>it</strong>à di tale prezzo e la<br />
durata residua del bond. Di conseguenza,<br />
le obbligazioni convertibili<br />
differiscono notevolmente da normali<br />
obbligazioni e azioni e la loro performance<br />
non può essere replicata investendo<br />
semplicemente in una loro<br />
combinazione.<br />
Il vantaggio delle obbligazioni<br />
convertibili sta nel fatto che offrono<br />
le potenzial<strong>it</strong>à di rialzo delle azioni e<br />
la protezione dal rischio di ribasso che<br />
è tipica delle obbligazioni, consentendo<br />
in tal modo di realizzare rendimenti<br />
risk-adjusted che superano significativamente<br />
entrambe le asset class.<br />
In un periodo di volatil<strong>it</strong>à dei mercati,<br />
le obbligazioni convertibili offrono<br />
un’interessante opportun<strong>it</strong>à rispetto<br />
al puro investimento azionario od<br />
obbligazionario.<br />
Considerando che le convertibili<br />
hanno le caratteristiche sia dei bond<br />
sia delle azioni, sono soggette alle<br />
oscillazioni del prezzo dell’azione della<br />
società em<strong>it</strong>tente. Il modo in cui una<br />
convertibile reagisce al mutare del<br />
prezzo dell’azione determina le caratteristiche<br />
di rischio e i rendimenti che<br />
possono essere raggiunti. Se il valore di<br />
una convertibile subisce minime oscillazioni<br />
rispetto movimenti del prezzo<br />
dell’azione, le sue caratteristiche sono<br />
simili alle obbligazioni e produce rendimenti<br />
tipici dei bond. Se invece il valore<br />
della convertibile riflette quasi<br />
pienamente i movimenti del prezzo<br />
dell’azione (sia verso l’alto, sia verso il<br />
basso), le sue caratteristiche sono simili<br />
alle azioni e produce lo stesso rischio/rendimento<br />
dell’equ<strong>it</strong>y. ■
Spinti Spinti da da le le<br />
nuove nuove<br />
emi emi sioni sioni<br />
Per i gestori di fondi obbligazionari<br />
convertibili il 2009 sarà<br />
un anno da ricordare a lungo.<br />
La categoria era considerata praticamente<br />
morta nei primi mesi del 2009 e<br />
aveva le peggiori caratteristiche dei<br />
corporate bond e delle azioni, le due<br />
categorie certamente più penalizzate<br />
nel pieno della crisi. Poi, in segu<strong>it</strong>o ai<br />
recuperi dei mercati, la resurrezione,<br />
dovuta anche alla capac<strong>it</strong>à di alcuni<br />
money manager di mantenere i nervi<br />
saldi nei periodi più difficili. Fondi&Sicav<br />
ha intervistato due dei gestori più<br />
significativi di questo comparto: Tom<br />
Willis, Aviva investors convertibles<br />
fund manager, ed Elisabetta Villa, gestore<br />
del fondo Anima convertibile.<br />
Quale processo segu<strong>it</strong>e nel selezionare<br />
le società in cui investire?<br />
Willis. «Seguiamo un processo ben collaudato<br />
che utilizziamo da oltre sette<br />
anni. Fondamentalmente, sondiamo<br />
l’universo dei bond convertibili alla ricerca<br />
di qual<strong>it</strong>à che r<strong>it</strong>eniamo interessanti<br />
per questa asset class. Ciò ci permette<br />
di concentrarci solo su quelle società<br />
che rispettano cr<strong>it</strong>eri predefin<strong>it</strong>i<br />
per la struttura di investimento. Una<br />
volta che abbiamo ristretto il nostro<br />
universo di t<strong>it</strong>oli convertibili, conduciamo<br />
stress test e procediamo con l’analisi<br />
dell’orizzonte temporale su ciascun<br />
t<strong>it</strong>olo, in modo da poterci concentrare<br />
su quelle idee che hanno il migliore potenziale<br />
di rendimento per un dato li-<br />
OBBLIGAZIONARI CONVERTIBILI/2<br />
INTERVISTA PARALLELA<br />
L’entrata sul mercato di nuovi<br />
bond con la clausola di<br />
conversione, secondo i gestori, ha<br />
dato impulso al settore in un<br />
momento cruciale. Determinanti<br />
sono state anche la ripresa dei<br />
mercati azionari a partire da<br />
marzo e la capac<strong>it</strong>à di scegliere le<br />
aziende più interessanti in tutto il<br />
mondo, in un momento in cui il<br />
rischio era molto alto. Discrete<br />
prospettive anche per il 2010,<br />
anche se tutti pensano che le<br />
performance dell’anno passato<br />
siano irripetibili<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 63
OBBLIGAZIONARI CONVERTIBILI/2<br />
INTERVISTA PARALLELA<br />
64 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
vello di rischio. In segu<strong>it</strong>o, esaminiamo<br />
i fondamentali delle obbligazioni e<br />
delle azioni sottostanti la società selezionata<br />
per stabilire se la convertibile<br />
sia appropriata per l’investimento».<br />
Villa. «La metodologia di investimento<br />
prevede un approccio di tipo bottomup:<br />
il primo oggetto di analisi è la singola<br />
azienda e le attiv<strong>it</strong>à finanziarie a<br />
essa collegate. Il bagaglio dei cr<strong>it</strong>eri di<br />
valutazione si compone di strumenti<br />
sia qual<strong>it</strong>ativi sia quant<strong>it</strong>ativi: competenza<br />
e motivazione del management,<br />
efficienza di un modello di business,<br />
posizionamento compet<strong>it</strong>ivo, discounted<br />
cash flow, multipli di mercato, valore<br />
di un marchio, ecc. ».<br />
Come valutate la s<strong>it</strong>uazione del mercato<br />
europeo delle obbligazioni convertibili?<br />
Willis. «Il mercato europeo delle obbligazioni<br />
convertibili è notevolmente<br />
migliorato nel 2009, dato il considerevole<br />
numero di nuove emissioni. Per la<br />
maggior parte dell’anno, abbiamo avuto<br />
una posizione underweight sul Vecchio<br />
continente, perché la mancanza di<br />
domanda ha compromesso la liquid<strong>it</strong>à<br />
e reso le obbligazioni care, ma l’emissione<br />
di nuovi t<strong>it</strong>oli per 42 miliardi di<br />
dollari a fine anno ha migliorato considerevolmente<br />
le prospettive di scambio<br />
ELISABETTA VILLA, GESTORE DEL FONDO ANIMA CONVERTIBILE<br />
ed è di buon auspicio per l’area nel<br />
prossimo futuro».<br />
Villa. «Le convertibili europee hanno<br />
avuto un anno tra i migliori degli ultimi<br />
10: del resto le valutazioni al 1°<br />
gennaio 2009 erano tra le più basse<br />
mai viste (s<strong>it</strong>uazione che è durata fino<br />
a marzo), per cui il mercato è part<strong>it</strong>o da<br />
livelli di ampia sottovalutazione. Poi<br />
una serie di nuove emissioni (ce ne sono<br />
state più di 60 in tutto l’anno) ha<br />
contribu<strong>it</strong>o a ricostruire uno stock che<br />
si stava assottigliando (secondo alcuni<br />
solo 14 mesi fa il mercato delle convertibili<br />
era destinato a chiudere...). Infine<br />
il recupero sui mercati azionari e cred<strong>it</strong>izi<br />
e il parziale r<strong>it</strong>orno della propensione<br />
da parte degli invest<strong>it</strong>ori a investire<br />
su attiv<strong>it</strong>à rischiose hanno fatto sì che<br />
vecchie e nuove emissioni riprendessero<br />
a trattare a livelli più consoni al mercato<br />
europeo, attirando nuovi cap<strong>it</strong>ali.<br />
Quindi a inizio 2010 direi che il mercato<br />
è forte, nei fondamentali e nella base<br />
di invest<strong>it</strong>ori, ma sarà molto difficile<br />
replicare la performance del 2009. Una<br />
nota di cautela deriva dal fatto che le<br />
sfide per le aziende, sia sul fronte macroeconomico<br />
sia su quello delle ristrutturazioni<br />
interne, appaiono molto<br />
grandi e che le valutazioni sul mercato<br />
non sono più convenienti come un anno<br />
fa».<br />
Quali scelte hanno consent<strong>it</strong>o al fondo<br />
che lei gestisce di ottenere buone<br />
performance negli ultimi 12 mesi?<br />
Willis. «La performance dell’ultimo anno<br />
è stata guidata da una serie di fattori.<br />
Le transazioni orientate dal cred<strong>it</strong>o<br />
sono state di particolare supporto<br />
nei primi mesi del 2009 dal momento<br />
che l’asset class ha registrato un rimbalzo<br />
rispetto a livelli piuttosto bassi.<br />
Inoltre, molte aziende hanno emesso<br />
nuovi t<strong>it</strong>oli convertibili a condizioni<br />
molto interessanti. Abbiamo accumulato<br />
posizioni in alcuni di essi e la<br />
performance del fondo ne ha chiaramente<br />
beneficiato. Infine, man mano<br />
che il rimbalzo di mercato continuava,<br />
siamo riusc<strong>it</strong>i a diversificare l’investimento<br />
in società più sensibili sul fronte<br />
delle azioni e siamo riusc<strong>it</strong>i ad agganciare<br />
il rally dei mercati azionari. I<br />
settori tecnologico, industriale e minerario<br />
hanno tutti contribu<strong>it</strong>o alla<br />
performance».<br />
Villa. «Nella prima parte dell’anno con<br />
la discesa del mercato azionario e la<br />
scars<strong>it</strong>à di emissioni di convertibili sul<br />
mercato primario, abbiamo optato da<br />
un lato per un incremento nelle posizioni<br />
in convertibili che avevamo in<br />
portafoglio e dall’altro per l’investimento<br />
in t<strong>it</strong>oli obbligazionari corporate<br />
che presentavano un rendimento at
OBBLIGAZIONARI CONVERTIBILI/2<br />
INTERVISTA PARALLELA<br />
66 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
teso molto alto e incorporavano aspettative<br />
decisamente negative. Nello<br />
specifico abbiamo invest<strong>it</strong>o anche in<br />
t<strong>it</strong>oli subordinati bancari (T1 e preferred<br />
convertible) i cui livelli di valutazione<br />
incorporavano la quasi certezza<br />
di nazionalizzazione della maggior parte<br />
degli enti. I t<strong>it</strong>oli convertibili esistenti<br />
sul mercato, oltre a essere più scarsi<br />
come numeros<strong>it</strong>à rispetto ai t<strong>it</strong>oli societari<br />
dello stesso em<strong>it</strong>tente, presentavano<br />
un delta alquanto basso e un rischio<br />
più elevato delle equivalenti<br />
emissioni corporate».<br />
Qual è l’asset allocation del fondo in<br />
termini di paesi e aree geografiche?<br />
E in termini di settori?<br />
Willis. «Al momento abbiamo invest<strong>it</strong>o<br />
il 47% circa negli Stati Un<strong>it</strong>i, il 28% in<br />
Europa e il restante in Asia e nelle altre<br />
aree geografiche. Questo fatto dovrebbe<br />
mettere in relazione una posizione<br />
in leggero underweight sull’Europa a<br />
una corrispondente posizione overweight<br />
sull’Asia. Questa allocation è stata<br />
leggermente modificata quest’anno,<br />
dal momento che abbiamo aumentato<br />
la nostra esposizione sull’Europa sulla<br />
base dei fondamentali in miglioramento<br />
del mercato delle convertibili. In termini<br />
di settori, le nostre posizioni più<br />
rimarchevoli sono overweight in beni di<br />
consumo non ciclici (healthcare) e It<br />
(tecnologia), con un sostanziale underweight<br />
nei finanziari».<br />
TOM WILLIS, AVIVA INVESTORS<br />
CONVERTIBLES FUND MANAGER<br />
Villa. «All’interno del portafoglio delle<br />
obbligazioni convertibili abbiamo un<br />
maggior peso sul Giappone (36% del<br />
portafoglio convertibile) che notoriamente<br />
presenta un mercato con maggiori<br />
emissioni di t<strong>it</strong>oli convertibili; seguono<br />
gli Usa (25% del portafoglio<br />
convertibile) e il restante in Europa.<br />
Settorialmente la tecnologia nel portafoglio<br />
delle convertibili pesa per il<br />
37%, segu<strong>it</strong>a da finanziari, consumer<br />
service (entrambi intorno al 25%) e industriali<br />
(8%).<br />
Quali variabili potrebbero influenzare<br />
il mercato delle obbligazioni convertibili<br />
nel 2010?<br />
Willis. «Il fattore che influenzerà maggiormente<br />
l’asset class sarà sicuramente<br />
l’incertezza dei mercati. Le convertibili<br />
stanno già offrendo un discreto valore<br />
rispetto alla media storica: per il<br />
2010 ci aspettiamo quindi un tono generalmente<br />
pos<strong>it</strong>ivo. I principali punti che<br />
prendiamo in considerazione sono i livelli<br />
generali dei mercati azionari, verso i<br />
quali abbiamo al momento una disposizione<br />
discretamente pos<strong>it</strong>iva, e i livelli<br />
dei cred<strong>it</strong> spread, dei quali siamo un po’<br />
più preoccupati dato il livello delle emissioni<br />
obbligazionarie dell’ultimo anno e i<br />
già stretti livelli di spread. Un altro fatto-<br />
re che potrà influenzare il mercato delle<br />
obbligazioni convertibili nel 2010 è dato<br />
dalle nuove emissioni, che ci aspettiamo<br />
numerose, soprattutto se i tassi di interesse<br />
inizieranno a salire».<br />
Villa. «Per il 2010 occorrerà prestare<br />
attenzione a diversi fattori. In primo<br />
luogo più rimane stabile la dinamica<br />
del mercato azionario, più cap<strong>it</strong>ali dovrebbero<br />
essere attratti e ciò sol<strong>it</strong>amente<br />
va a beneficio sia delle azioni sia<br />
degli strumenti a esse collegati; in secondo<br />
luogo sul mercato primario, se<br />
gli spread sui corporate bond restano<br />
ampi, c’è un incentivo per le piccole e<br />
medie compagnie a utilizzare le convertibili<br />
come mezzo di finanziamento,<br />
perché abbassano i costi rispetto ai<br />
bond normali, data la componente opzionale.<br />
Terzo la disponibil<strong>it</strong>à di leverage<br />
per gli hedge fund: se torna il leverage,<br />
gli hedge fund possono incrementare<br />
i propri investimenti nelle<br />
convertibili, fornendo liquid<strong>it</strong>à al mercato<br />
e incrementando l’interesse nelle<br />
nuove emissioni. Infine l’attiv<strong>it</strong>à di<br />
M&a: le convertibili in alcuni casi sono<br />
un buon modo per scommettere su<br />
un’acquisizione, in quanto hanno clausole<br />
di compensazione che possono<br />
fruttare molto più che il semplice movimento<br />
delle azioni». ■
CLASSIFICHE GESTORI<br />
LE VALUTAZIONI DI CITYWIRE<br />
La rivinc<strong>it</strong>a<br />
degli azionari<br />
di Boris Secciani<br />
Nella graduatoria dei primi 100<br />
money manager europei<br />
prevalgono di gran lunga i<br />
professionisti che operano<br />
sull’equ<strong>it</strong>y. Fra i pochi che si<br />
muovono nei bond la maggior<br />
parte si dedica agli emerging<br />
market. Ai primi due posti in<br />
classifica Vincent Durel e Ronald<br />
Slattery, ambedue di Fidel<strong>it</strong>y. Si<br />
sono comportati bene gli <strong>it</strong>aliani,<br />
con Luigi Degrada di Fideuram al<br />
terzo posto e Walter Rossini di<br />
Aletti Gestielle con rating AAA<br />
68 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
Èil francese Vincent Durel, responsabile<br />
del fondo France A<br />
eur di Fidel<strong>it</strong>y, il nuovo leader<br />
della classifica dei gestori elaborata alla<br />
fine del 2009 da C<strong>it</strong>ywire. Questo<br />
money manager per 35 mesi in tre anni<br />
è riusc<strong>it</strong>o a sovraperformare il suo<br />
benchmark di riferimento e in certi casi<br />
in misura molto forte. Nel corso del<br />
2009, per esempio, con una performance<br />
complessiva del 28,12% è stato<br />
ottenuto un risultato migliore, rispetto<br />
all’indice di riferimento, di oltre il 4%.<br />
Durel lavora a Fidel<strong>it</strong>y dal 2004 e dal 1°<br />
gennaio 2007 gestisce il fondo France<br />
A eur. Il suo stile di gestione è bottom<br />
up e l’impegno costante è posto nel<br />
cercare storie di cresc<strong>it</strong>a non ancora<br />
correttamente valutate dal mercato.<br />
Ancora di Fidel<strong>it</strong>y è il secondo classificato<br />
nella graduatoria di C<strong>it</strong>ywire: si<br />
tratta di Ronald Slattery, che gestisce<br />
il prodotto azionario specializzato Japan<br />
advantage A Jpy e che ha ottenuto<br />
una performance pos<strong>it</strong>iva rispetto al<br />
benchmark di riferimento per 34 mesi<br />
su tre anni. Ha cominciato a lavorare<br />
presso la sede di Tokyo di Fidel<strong>it</strong>y nel<br />
1999, nel 2003 è diventato direttore<br />
della ricerca e dal 2007 è portfolio manager<br />
per l’area giapponese. A completamento<br />
dell’ottimo successo di squadra<br />
di Fidel<strong>it</strong>y, c’è anche l’undicesima<br />
posizione di Allan Liu, gestore del fondo<br />
equ<strong>it</strong>y South east Asia A, che ha<br />
realizzato 36 mesi di performance pos<strong>it</strong>ive<br />
rispetto al benchmark e ha ottenuto<br />
anch’esso una tripla A da C<strong>it</strong>ywire.
I primi cinquanta gestori selezionati da C<strong>it</strong>ywire<br />
Gestore<br />
C<strong>it</strong>ywire<br />
rating<br />
Società di gestione Fondi gest<strong>it</strong>i<br />
Numero mesi sopra<br />
il benchmark<br />
Vincent Durel AAA Fidel<strong>it</strong>y Fidel<strong>it</strong>y Funds - France A Eur 35 Equ<strong>it</strong>y France<br />
Ronald Slattery AAA Fidel<strong>it</strong>y Fidel<strong>it</strong>y Funds - Japan Advantage A Jpy 34 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />
Fond<strong>it</strong>alia Equ<strong>it</strong>y Italy<br />
36<br />
Equ<strong>it</strong>y Italy<br />
Luigi Degrada AAA Fideuram Investimenti<br />
Sanpaolo Invest Equ<strong>it</strong>y Italy Fund<br />
36<br />
Equ<strong>it</strong>y Italy<br />
Imi - Italy<br />
36<br />
Equ<strong>it</strong>y Italy<br />
Thomas Dobell AAA M&G M&G Recovery A Inc 36 Equ<strong>it</strong>y UK<br />
Jane Henderson AAA Standard Chartered Threadneedle (Lux)-Us Equ<strong>it</strong>ies Au 36 Equ<strong>it</strong>y North America<br />
Duilio R. Ramallo AAA Robeco Asset Management Robeco Us Premium Equ<strong>it</strong>ies D Usd 36 Equ<strong>it</strong>y North America<br />
Edouard Carmignac AAA Carmignac Gestion Carmignac Investissement A 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Robert Levy AAA Natixis Oakmark Us Large Cap Value Fd R/A(Usd) 36 Equ<strong>it</strong>y North America<br />
Michael Mangan AAA Natixis Oakmark Us Large Cap Value Fd R/A(Usd) 36 Equ<strong>it</strong>y North America<br />
Tadao Minaguchi AAA Morgan Stanley Morgan Stanley Japanese Equ<strong>it</strong>y Advantage A Jpy 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />
Stephen Harker AAA Societe Generale Asset Management Sgam Fund Equ<strong>it</strong>ies Japan Corealpha Ac 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />
Neil Edwards AAA Societe Generale Asset Management Sgam Fund Equ<strong>it</strong>ies Japan Corealpha Ac 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />
Tycho Van Wijk AAA Ing Investment Management Ing (L) Invest Global Opportun<strong>it</strong>ies P Cap 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Allan Liu AAA Fidel<strong>it</strong>y Fidel<strong>it</strong>y Funds - South East Asia A Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Asia Pacific Ex Japan<br />
Alice Gaskell AAA Blackrock Bgf Euro-Markets Fund A2 Eur 36 Equ<strong>it</strong>y EuroZone<br />
Walter Rossini AAA Aletti Gestielle Gestielle East Europe A 36 Equ<strong>it</strong>y Emerging Mkts Europe<br />
Frédéric Plisson AA Financiere De L'echiquier Echiquier Major 36 Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Nigel Bolton AA Blackrock<br />
Bgf European Fund A2 Eur<br />
Bgf European Focus Fund A2 Eur<br />
30<br />
30<br />
Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
INVESTIRE<br />
IN CINA<br />
Tom Mermagen AA Banque Syz Oyster Japan Opportun<strong>it</strong>ies Yen 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />
Steven Morant AA Banque Syz Oyster Japan Opportun<strong>it</strong>ies Yen 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />
Ian Wright AA Banque Syz Oyster Japan Opportun<strong>it</strong>ies Yen 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />
Richard Phillips AA Banque Syz Oyster Japan Opportun<strong>it</strong>ies Yen 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />
Paul Chesson AA Invesco Asset Management Invesco Japanese Equ<strong>it</strong>y Core A 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />
Lars Schickentanz AA Monte Paschi Asset Management<br />
Ducato Geo Europa A<br />
Ducato Geo Globale A<br />
33<br />
21<br />
Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Thomas Perkins AA Janus International Perkins Us Strategic Value A Usd Acc 36 Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />
Jeffrey Kautz AA Janus International Perkins Us Strategic Value A Usd Acc 36 Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />
Stuart O'gorman AA Henderson New Star Henderson Hf Global Technology A2 Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Sector Information Tech<br />
Settimio Stigliano AA Arca<br />
Optima Azionario Italia<br />
Arca Azioni Italia<br />
36<br />
36<br />
Equ<strong>it</strong>y Italy<br />
Equ<strong>it</strong>y Italy<br />
Jaap Van Der Hart AA Robeco Asset Management Robeco Emerging Stars Equ<strong>it</strong>ies D Eur 36 Equ<strong>it</strong>y Emerging Mkts Global<br />
Jenny Jones AA Schroders<br />
Steven Gorham AA Mfs International<br />
Schroder Isf Us Smaller Companies A Acc<br />
Schroder Isf Us Small & Mid-Cap Equ<strong>it</strong>y A Acc<br />
Mfs Meridian Funds Global Value A1 Usd<br />
Mfs Meridian Funds Us Value A1 Usd<br />
36<br />
36<br />
27<br />
36<br />
Settore<br />
Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />
Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />
Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Equ<strong>it</strong>y North America<br />
Moni Sternbach AA Gartmore Investment Ltd Gartmore Sicav Pan European Smaller Cos Eur A 36 Equ<strong>it</strong>y Europe Sm&Mid Cap<br />
Mary-Thérèse Barton AA Pictet & Cie Pf(Lux)-Global Emerging Debt-P Cap 36 Bond Emerging Markets Global<br />
Pierre Nebout AA Edmond De Rothschild Asset Management Tricolore Rendement C 36 Equ<strong>it</strong>y France<br />
Tom Callan AA Blackrock Bgf Us Small & Midcap Opportun<strong>it</strong>ies Fund A2 Usd 30 Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />
Jp Scandalios AA Franklin Templeton Franklin Technology A Acc Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Sector Information Tech<br />
Igor De Maack AA Dnca Finance Centifolia C 35 Equ<strong>it</strong>y France<br />
Sebastien Buch AA Union Investment Uni21. Jahrhundert -Net- 35 Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Edwin Lugo AA Franklin Templeton<br />
Franklin European Growth A Acc<br />
Franklin European Small-Mid Cap Growth A Acc Eur<br />
35<br />
36<br />
Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Equ<strong>it</strong>y Europe Sm&Mid Cap<br />
Cécile Daudet-Bahar AA Bnp Paribas Parvest Turkey C Eur 36 Equ<strong>it</strong>y Emerging Mkts Europe<br />
Philip Parker AA Aviva Investors Aviva Investors Pan European Equ<strong>it</strong>y A 36 Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Jean-Charles Mériaux AA Dnca Finance Centifolia C 36 Equ<strong>it</strong>y France<br />
Patrick Kolb AA Cred<strong>it</strong> Suisse Asset Management Cred<strong>it</strong> Suisse Equ<strong>it</strong>y (Lux) Global Secur<strong>it</strong>y B 33 Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Simon Lue-Fong AA Pictet & Cie<br />
Pf(Lux)-Emerging Local Currency Debt-P Cap<br />
Pf(Lux)-Global Emerging Currencies-P Cap<br />
Pf(Lux)-Global Emerging Debt-P Cap<br />
36<br />
36<br />
36<br />
Bond Emerging Markets Global<br />
Bond Emerging Markets Global<br />
Bond Emerging Markets Global<br />
Emanuele Pignatelli AA Pkb Privatbank Planetarium Fund Riverfield Equ<strong>it</strong>ies 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Bill Sung AA Natixis Absolute Asia Am Pacific Rim Equ<strong>it</strong>ies Fd R/A(Usd) 36 Equ<strong>it</strong>y Asia Pacific Ex Japan<br />
Felix Meier AA Cred<strong>it</strong> Suisse Asset Management Cred<strong>it</strong> Suisse Equ<strong>it</strong>y (Lux) Small&Mid Cap Germany B 36 Equ<strong>it</strong>y German Sm&Mid Cap<br />
Kent Shepherd AA Franklin Templeton Franklin Us Equ<strong>it</strong>y A Acc Usd 36 Equ<strong>it</strong>y North America<br />
Marco Ravagli AA Dws Investments Dws Invest Global Equ<strong>it</strong>ies 130/30 Lc 30 Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Philippe Lecoq A Edmond De Rothschild Asset Management<br />
Saint-Honore Europe Synergie A<br />
Europe Rendement C<br />
Edmond De Rothschild Europe Value A<br />
36<br />
36<br />
36<br />
Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Equ<strong>it</strong>y Europe
I secondi cinquanta gestori selezionati da C<strong>it</strong>ywire<br />
Gestore<br />
C<strong>it</strong>ywire<br />
rating<br />
Società di gestione Fondi gest<strong>it</strong>i<br />
Numero mesi sopra<br />
il benchmark<br />
Simon Haines A Threadneedle Investments<br />
Threadneedle Uk Accelerando C1<br />
Threadneedle Uk Mid 250<br />
9<br />
36<br />
Equ<strong>it</strong>y Uk<br />
Equ<strong>it</strong>y Uk Sm&Mid Cap<br />
Claus Vorm A Nordea<br />
Nordea 1 - Global Core Equ<strong>it</strong>y Fund Bp Eur<br />
Nordea 1 - Global Stable Equ<strong>it</strong>y Bp Eur<br />
32<br />
32<br />
Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Jan Berg A Cred<strong>it</strong> Suisse Asset Management Cred<strong>it</strong> Suisse Equ<strong>it</strong>y (Lux) Small&Mid Cap Europe B 34 Equ<strong>it</strong>y Europe Sm&Mid Cap<br />
Ron Sachs A Janus International Janus Us Twenty A Usd Acc 36 Equ<strong>it</strong>y North America<br />
Dennis Stattman A Blackrock Bgf Global Dynamic Equ<strong>it</strong>y Fund A2 Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Thomas Schüssler A Dws Investments Dws Invest Global Value Lc 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Andrew Porter A Standard Chartered Threadneedle (Lux)-Japanese Equ<strong>it</strong>ies Aj 36 Equ<strong>it</strong>y Japan<br />
Bob Hodgson A Blackrock Bgf World Healthscience Fund A2 Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Sector Pharma&Health<br />
Andrea Nascè A Walter Scott & Partners Lim<strong>it</strong>ed Globersel Equ<strong>it</strong>y 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Agne Z<strong>it</strong>kute A Pictet & Cie Pf(Lux)-Eastern Europe-P Cap 36 Equ<strong>it</strong>y Emerging Mkts Europe<br />
Barry Dargan A Mfs International<br />
Mfs Meridian Funds European Growth A1 Eur<br />
Mfs Meridian Funds Global Growth A1 Usd<br />
36<br />
36<br />
Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Hans Van De Weg A Ing Investment Management Ing (L) Invest Europe Opportun<strong>it</strong>ies P Cap 35 Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Klaus Kaldemorgen A Dws Investments<br />
Dws Akkumula<br />
Dws Vermoegensbildungsfonds I (Lux)<br />
36<br />
36<br />
Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Scott Glasser A Legg Mason<br />
Legg Mason Clearbridge Us Lrg Cap Gth A Dis A Usd<br />
Legg Mason Clearbridge Us Appreciation A Dis A Usd<br />
32<br />
32<br />
Equ<strong>it</strong>y North America<br />
Equ<strong>it</strong>y North America<br />
Arthur Hoffmann A Bank Sarasin & Cie Ag Sarasin Oekosar Equ<strong>it</strong>y - Global A 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Grégoire Scheiff A Dnca Finance Centifolia Europe C 36 Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Charles Mcquacker A Standard Chartered<br />
Threadneedle (Lux)-Pan European Equ<strong>it</strong>ies Ae<br />
Globersel Equ<strong>it</strong>y<br />
36<br />
36<br />
Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Hans Hölzl A Union Investment Uniasiapacific A 36 Equ<strong>it</strong>y Asia Pacific Ex Japan<br />
John Remmert A Franklin Templeton Franklin Global Growth A Acc 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />
R<strong>it</strong>a Dhut A Aviva Investors Aviva Investors European Value Equ<strong>it</strong>y A 36 Equ<strong>it</strong>y Europe Ex Uk<br />
Bruce Stout A Aberdeen Asset Management Aberdeen Global - World Equ<strong>it</strong>y A Acc 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Stefan Moeckel A Newton Investment Management Westlb Mellon Compass Euro Small Cap Equ<strong>it</strong>y C Eur 36 Equ<strong>it</strong>y Eurozone Sm&Mid Cap<br />
R. Brendt Stallings A Societe Generale Asset Management Sgam Fund Equ<strong>it</strong>ies Us Mid Cap Growth Ac 36 Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />
Gary Motyl A Franklin Templeton Franklin Templeton Global Growth & Value A Acc Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Isabelle De Gavoty A Axa Investment Managers Axa Wf Framlington Europe Small Cap Ac 34 Equ<strong>it</strong>y Europe Sm&Mid Cap<br />
Claude Tiramani A Bnp Paribas Parvest Emerging Markets Europe C 36 Equ<strong>it</strong>y Emerging Mkts Europe<br />
Joseph Tse A Fidel<strong>it</strong>y Fidel<strong>it</strong>y Funds - Asian Special S<strong>it</strong>s A 36 Equ<strong>it</strong>y Asia Pacific Ex Japan<br />
Claus Nielsen A Nordea Nordea 1 - Central & Eastern European Equ<strong>it</strong>y Bp Eu 33 Equ<strong>it</strong>y Emerging Mkts Europe<br />
Andrew Russell A Gartmore Investment Ltd Gartmore Sicav Global Bond Usd D2 36 Bond Global<br />
Guido Crivellaro A Bim Intermobilare Sgr<br />
Symphonia Azionario Italia<br />
Bim Azionario Italia<br />
Synergia Azionario Italia<br />
Bim Azionario Small Cap Italia<br />
36<br />
36<br />
36<br />
20<br />
Settore<br />
Equ<strong>it</strong>y Italy<br />
Equ<strong>it</strong>y Italy<br />
Equ<strong>it</strong>y Italy<br />
Equ<strong>it</strong>y Italy Sm&Mid Cap<br />
David Mannheim A Mfs International Mfs Meridian Funds Global Equ<strong>it</strong>y A1 Eur 36 Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Samuel Isaly A Orbimed Eaton Vance Emerald Worldwide Health Sci M2 Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Sector Pharma&Health<br />
Eric Plantier A Bnp Paribas Parvest Euro Bond C 36 Bond Eur<br />
Francesca Di Cesare A Aletti Gestielle Gestielle Emerging Markets Bond A 36 Bond Emerging Markets Global<br />
Marc Craquelin A Financiere De L'echiquier Echiquier Selection 30 Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Dirk-Jan Verzuu A Ing Investment Management<br />
Ing (L) Invest Europe Growth P Cap<br />
Ing (L) Invest Global Opportun<strong>it</strong>ies P Cap<br />
36<br />
36<br />
Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Equ<strong>it</strong>y Global<br />
John P. Mullman A Jennison Associates Llc Wip Mid Cap Growth Fund A Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />
Jason M. Swiatek A Jennison Associates Llc Wip Mid Cap Growth Fund A Usd 36 Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />
Richard Parower A Seligman Investments Seligman Global Horizon Global Technology A 36 Equ<strong>it</strong>y Sector Information Tech<br />
Ben Stanton A Schroders Schroder Isf Global Energy A Acc 36 Equ<strong>it</strong>y Sector Natural Resource<br />
John Coyle A Schroders Schroder Isf Global Energy A Acc 36 Equ<strong>it</strong>y Sector Natural Resource<br />
Kunihiko Sugio A Morgan Stanley<br />
Popso Investment Fd Sicav - Japanese Equ<strong>it</strong>y<br />
Morgan Stanley Japanese Value Equ<strong>it</strong>y A Jpy<br />
36<br />
36<br />
Equ<strong>it</strong>y Japan + Equ<strong>it</strong>y Japan<br />
Tim Stevenson A Henderson New Star Henderson Hf Pan European Equ<strong>it</strong>y A2 36 Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Rod Wright A Pioneer Investments Pioneer Funds Us Mid Cap Value E Nd Eur 36 Equ<strong>it</strong>y Nth America Sm&Mid Cap<br />
Jordan Cvetanovski A Carmignac Gestion<br />
Carmignac Portfolio Grande Europe A<br />
Carmignac Euro - Entrepreneurs<br />
36<br />
36<br />
Equ<strong>it</strong>y Europe<br />
Equ<strong>it</strong>y Europe Sm&Mid Cap<br />
Raymond Chan A Cred<strong>it</strong> Agricole Asset Management Caam Funds Asian Growth C C (Usd) 36 Equ<strong>it</strong>y Asia Pacific Ex Japan<br />
Harry Talbot Rice A Sarasin<br />
Guy Monson A Sarasin<br />
Sarasin Equisar - Global A<br />
Sarasin Equisar - Iiid (Eur)<br />
Sarasin Equisar - Global A<br />
Sarasin Equisar - Iiid (Eur)<br />
36<br />
36<br />
36<br />
36<br />
Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Equ<strong>it</strong>y Global<br />
Claudia Calich A Invesco Asset Management Invesco Emerging Local Currencies Debt A 35 Bond Emerging Markets Global<br />
Stephen Burlingame A Societe Generale Asset Management Sgam Fund Equ<strong>it</strong>ies Us Concentrated Core Ac 36 Equ<strong>it</strong>y North America
Al terzo posto un <strong>it</strong>aliano: Luigi<br />
Degrada, gestore di Fond<strong>it</strong>alia equ<strong>it</strong>y<br />
Italy di Fideuram, del gruppo Intesa-<br />
Sanpaolo. Si tratta di uno dei più<br />
esperti e conosciuti money manager<br />
<strong>it</strong>aliani, ormai da più di un decennio a<br />
Fideuram e con la piena responsabil<strong>it</strong>à<br />
di Fond<strong>it</strong>alia equ<strong>it</strong>y Italy dal 2002. Il<br />
suo stile di gestione è bottom up, dove<br />
vengono ricercate sia storie di cresc<strong>it</strong>a<br />
sottovalutate dal mercato, sia aziende<br />
leader con una grande solid<strong>it</strong>à finanziaria.<br />
Nel corso del 2009 è stata ottenuta<br />
una performance superiore del<br />
5% rispetto al benchmark.<br />
Anche Walter Rossini, money manager<br />
di Aletti Gestielle, già presente<br />
nella precedente classifica di C<strong>it</strong>ywire,<br />
ha preso il rating AAA; a lui è affidato<br />
il fondo Gestielle East Europe A. La<br />
convizione di questo manager è che la<br />
Russia, nell’area dove opera, sia l’economia<br />
più interessante e sostanzialmente<br />
decorrelata dal ciclo economico.<br />
Evidentemente si è trattato di una<br />
scelta vincente, viste anche le profonde<br />
difficoltà che attraversa tutta l’area<br />
su cui opera il fondo da lui gest<strong>it</strong>o. Fra<br />
gli <strong>it</strong>aliani sono presenti anche Settimio<br />
Stigliano di Arca, gestore di Optima<br />
azionario Italia, e Marco Ravagli,<br />
di Dws investment, responsabile della<br />
gestione di Dws invest global equ<strong>it</strong>ies<br />
130/30 Lc, ambedue accred<strong>it</strong>ati di un<br />
rating AA. Infine, con una sola A anche<br />
Guido Crivellaro, di Bim Intermobiliare<br />
sgr, gestore di Symphonia azionario<br />
Italia, e Francesca di Cesare, di<br />
Aletti Gestielle con il fondo Gestielle<br />
emerging markets bond A.<br />
Una delle caratteristiche delle<br />
classifiche C<strong>it</strong>ywire è di mettere a confronto<br />
gestori di azionario e di obbligazionario.<br />
In questo caso, però, a prevalere<br />
nettamente sono i money manager<br />
azionari: il primo fra i manager<br />
obbligazionari in classifica al 33° posto<br />
è infatti Mary-Thérèse Barton, di Pictet<br />
& cie., che gestisce il Pf(Lux)-Global<br />
emerging debt-P cap. La maggior<br />
parte dei gestori obbligazionari presenti<br />
in graduatoria opera comunque<br />
nell’emerging market debt.<br />
Attualmente le classifiche di<br />
C<strong>it</strong>ywire, società sorta in Gran Bretagna<br />
nel 1999 e specializzata nell’attribuire<br />
rating ai singoli gestori di fondi<br />
comuni, sono uno degli strumenti più<br />
importanti nella selezione dei money<br />
manager europei. La base della filosofia<br />
di C<strong>it</strong>ywire è che molto spesso i gestori<br />
cambiano la società per la quale ope-<br />
rano e in questo modo mon<strong>it</strong>orare un<br />
fondo che ha sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il team di gestione<br />
ha un valore molto relativo,<br />
mentre più importante è seguire il money<br />
manager che ha saputo ottenere<br />
buoni risultati ovunque abbia lavorato.<br />
L’analisi dei gestori dei fondi, realizzata<br />
con cr<strong>it</strong>eri scientifici, copre oggi oltre<br />
4.500 money manager, responsabili<br />
della gestione di oltre 6 mila fondi venduti<br />
in tutta Europa e 59 categorie Global<br />
Lipper; i money manager appartenenti<br />
a 40 di esse possono ricevere un<br />
rating da parte di C<strong>it</strong>ywire che può essere<br />
AAA per i migliori, AA per coloro<br />
che, pur essendo di eccellenza, sono su<br />
un livello un po’ inferiore, e A per il livello<br />
più basso. Comunque anche chi<br />
riceve il rating più basso va considerato<br />
un leader nel suo settore a livello europeo:<br />
infatti solo il 10% dei money<br />
manager analizzati raggiunge la singola<br />
A di rating, mentre appena l’1% arriva<br />
a ottenere AAA.<br />
L’apprezzamento del lavoro svolto<br />
da C<strong>it</strong>ywire è stato in continuo aumento,<br />
tanto che il s<strong>it</strong>o www.c<strong>it</strong>ywire.co.uk,<br />
secondo l’annuale ricerca di Pims, è risultato<br />
per quattro anni di fila, dal<br />
2005 al 2008, il prefer<strong>it</strong>o fra i financial<br />
advisor indipendenti br<strong>it</strong>annici. E, grazie<br />
a un accordo di partnership, chi<br />
vuole scoprire il rating del proprio gestore<br />
ha la possibil<strong>it</strong>à di trovare su<br />
www.fondionline.<strong>it</strong> i dati C<strong>it</strong>ywire che<br />
riguardano i money manager di fondi<br />
autorizzati in Italia. ■<br />
INVESTIRE<br />
IN CINA<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 71
ETF<br />
BRASILE E CINA<br />
Emergere<br />
insieme<br />
di Dario Palladini<br />
dariopalladini@fondionline.<strong>it</strong><br />
72 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
Il Brasile e la Cina tra i paesi emergenti<br />
stanno acquisendo nelle<br />
rispettive aree e a livello globale<br />
una posizione sempre più da leader e,<br />
dopo avere intrapreso ormai da tempo<br />
una rapida e notevolissima cresc<strong>it</strong>a<br />
economica, rivendicano un ruolo sempre<br />
più importante anche a livello<br />
pol<strong>it</strong>ico e mil<strong>it</strong>are. Se la Cina non è<br />
nuova a grandeur economiche e mili-<br />
tari (ricordiamo cos’era il paese del<br />
dragone nel basso Medioevo e non<br />
dimentichiamo che uscì dalla seconda<br />
guerra mondiale come uno dei cinque<br />
grandi vinc<strong>it</strong>ori, fatto che le permise<br />
I due paesi stanno acquisendo un ruolo da leader tra le economie a più rapida<br />
cresc<strong>it</strong>a. Gli esperti assegnano loro una funzione determinante per lo sviluppo<br />
mondiale nel prossimo futuro e gli outlook delle più importanti case di gestione<br />
prevedono prospettive interessanti dal punto di vista dei rendimenti finanziari. Non<br />
mancano però le differenze fra le due aree: il gigante asiatico ha una cresc<strong>it</strong>a<br />
industriale travolgente, mentre quello sudamericano è uno dei più grandi esportatori<br />
di materie prime. Ecco una breve rassegna dei fondi a gestione passiva quotati su<br />
Borsa <strong>it</strong>aliana e dedicati a questi due mercati.
di entrare a fare parte del Consiglio di<br />
sicurezza dell’Onu come uno dei cinque<br />
membri permanenti con dir<strong>it</strong>to di<br />
veto), il Brasile per la prima volta gode<br />
di una forza economica che gli consente<br />
di rivendicare un posto importante<br />
in seno alla comun<strong>it</strong>à internazionale.<br />
Anche a livello finanziario, le<br />
cap<strong>it</strong>alizzazioni delle borse di San<br />
Paolo e Hong Kong/Shanghai tendono<br />
ad adeguarsi al peso delle due economie<br />
a livello mondiale.<br />
Una fondamentale differenza fra i<br />
due paesi si riscontra però nei confronti<br />
delle materie prime: la Cina è uno dei<br />
principali importatori, mentre il Brasile<br />
è uno dei più importanti esportatori,<br />
elemento che lega le quotazioni delle<br />
sue società anche all’andamento dei<br />
prezzi delle materie prime.<br />
I dati macroeconomici vedono una<br />
cresc<strong>it</strong>a del Prodotto interno lordo<br />
cinese che si attesta su 8-9 punti percentuali<br />
(stima di chiusura per il 2009<br />
e previsione per il 2010), mentre il Pil<br />
brasiliano dovrebbe chiudere l’anno<br />
corrente a -0,4% e ricominciare a crescere<br />
nel 2010 con +3,8%. Per quanto<br />
riguarda l’inflazione, la Cina si<br />
stima finisca l’anno in corso sostanzialmente<br />
invariata o addir<strong>it</strong>tura in<br />
leggera deflazione (fino a -0,6%), per<br />
poi dare il via a una sorta di corsa dei<br />
prezzi che dovrebbe assestarsi, per<br />
l’anno venturo, a +2,4%. Il Brasile<br />
invece dovrebbe chiudere il 2009 con<br />
una cresc<strong>it</strong>a del costo della v<strong>it</strong>a del<br />
4,3% e il 2010 con +4,4%.<br />
Oltre ai prodotti destinati in via<br />
più generale ai paesi Bric (Brasile, Russia,<br />
India, Cina) nel complesso, sulla<br />
piattaforma di Borsa <strong>it</strong>aliana sono al<br />
momento disponibili quattro Etf dedicati<br />
al gigante asiatico e tre focalizzati<br />
sul colosso sudamericano.<br />
CINA<br />
Tra i fondi indice che offrono un’esposizione<br />
alla borsa di Hong Kong, per cominciare,<br />
troviamo l’iShares Ftse/Xinhua<br />
China 25, che segue l’andamento delle<br />
25 principali società cinesi per cap<strong>it</strong>alizzazione<br />
e liquid<strong>it</strong>à di mercato. Conforme<br />
alla normativa Uc<strong>it</strong>s III, il fondo gest<strong>it</strong>o<br />
da BlackRock advisors Uk è stato lanciato<br />
nell’ottobre del 2004 e ha raccolto sinora<br />
un patrimonio di oltre 1,1 miliardi<br />
di dollari, che, seguendo la ripartizione<br />
settoriale dell’indice, sono invest<strong>it</strong>i perlopiù<br />
nel comparto finanziario (47% circa),<br />
al quale si accoda, a grande distanza,<br />
quello delle telecomunicazioni<br />
(16,5%). L’Etf, che consente a un costo<br />
contenuto (0,7% la commissione annua<br />
di gestione, oltre alle spese di intermediazione)<br />
l’accesso a un mercato distante<br />
da noi non solo geograficamente, ha<br />
una frequenza trimestrale nel ribilanciamento<br />
del sottostante e nella distribu-<br />
zione dei dividendi. Negoziato su tutte le<br />
principali piazze europee (Francoforte,<br />
Londra, Parigi, Zurigo, Amsterdam, oltre<br />
a Milano), l’Exchange traded fund di<br />
iShares presenta un rischio di cambio per<br />
l’invest<strong>it</strong>ore <strong>it</strong>aliano, essendo il dollaro<br />
Usa la valuta di denominazione dell’indice<br />
di riferimento e l’euro la moneta di<br />
scambio sul segmento EtfPlus di Borsa<br />
<strong>it</strong>aliana. Senza considerare, poi, che la<br />
divisa di scambio dei t<strong>it</strong>oli è il dollaro di<br />
Hong Kong.<br />
Analogo al prodotto anglo-americano<br />
è l’EasyEtf Ftse Xinhua China 25<br />
(Eur), che condivide col compet<strong>it</strong>or il<br />
sottostante e, dunque, l’allocazione<br />
per settori. Anche le principali azioni in<br />
portafoglio sono le stesse per l’uno e<br />
per l’altro fondo: China mobile, China<br />
construction bank, China life insurance<br />
co. e Industrial and commercial<br />
bank of China. Le società che compongono<br />
il portafoglio appartengono<br />
alle due classiche categorie negoziate<br />
sulla borsa di Hong Kong: le H-shares<br />
e le red shares. Per ogni t<strong>it</strong>olo c’è un lim<strong>it</strong>e<br />
massimo del 10% della cap<strong>it</strong>alizzazione<br />
complessiva dell’indice. A dif-<br />
A SINISTRA: LA BORSA<br />
DI SAN PAOLO<br />
INVESTIRE<br />
IN CINA<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 73
ETF<br />
BRASILE E CINA<br />
74 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
ferenza del fondo passivo di iShares, lo<br />
strumento gest<strong>it</strong>o da Axa-Bnp Paribas<br />
è di tipo total return e cap<strong>it</strong>alizza i<br />
proventi; ha, inoltre, una commissione<br />
annua di gestione leggermente più<br />
contenuta (0,6%). In comune con lo<br />
strumento di iShares c’è però il rischio<br />
valutario, che presenta le stesse caratteristiche<br />
viste in precedenza, con il<br />
doppio passaggio dollaro di Hong<br />
Kong-dollaro Usa-euro. Il prodotto<br />
transalpino è part<strong>it</strong>o alla fine del luglio<br />
2008 e al momento è quotato sui listini<br />
francese, tedesco e <strong>it</strong>aliano.<br />
Un terzo fondo passivo costru<strong>it</strong>o<br />
sul medesimo indice di riferimento dei<br />
primi due esaminati è il db x-trackers<br />
Ftse/Xinhua China 25 Etf, anch’esso<br />
dunque focalizzato sulle blue chip<br />
cinesi quotate a Hong Kong. Armonizzato<br />
Uc<strong>it</strong>s, lo strumento messo a<br />
disposizione da Deutsche Bank ha una<br />
data di prima quotazione abbastanza<br />
recente, essendo part<strong>it</strong>o a metà 2007.<br />
Come il prodotto equivalente gest<strong>it</strong>o<br />
da EasyEtf, è un fondo a cap<strong>it</strong>alizzazione<br />
dei proventi e ha un total expense<br />
ratio dello 0,6%. Anche qui le<br />
aziende che compongono il portafoglio,<br />
selezionate e pesate secondo cr<strong>it</strong>eri<br />
di cap<strong>it</strong>alizzazione e liquid<strong>it</strong>à,<br />
hanno un cap del 10%, per garantire<br />
una sufficiente diversificazione. Quotato<br />
sulle principali borse europee,<br />
l’Etf ha un’allocazione settoriale<br />
ovviamente in linea con quelle dei<br />
compet<strong>it</strong>or, con il comparto finanziario<br />
a rappresentare quasi la metà del-<br />
l’intero sottostante, segu<strong>it</strong>o dalle telecom<br />
con poco meno del 17% del totale<br />
di portafoglio. Il fondo, che è denominato<br />
in dollari e presenta dunque un<br />
rischio valutario, ha un P/e medio di<br />
9,09.<br />
Diversa la scelta di Lyxor, che con<br />
il suo Lyxor Etf China enterprise<br />
(Hscei) punta su un benchmark alternativo<br />
(l’Hang Seng China enterprise<br />
index) e si contraddistingue per essere<br />
denominato in dollari di Hong Kong<br />
(Hkd), esponendo così il risparmiatore<br />
alla dinamica diretta del rapporto fra<br />
la valuta asiatica e l’euro, senza il passaggio<br />
intermedio attraverso la conversione<br />
in dollari Usa. Il numero dei<br />
t<strong>it</strong>oli in portafoglio (le H-shares) è superiore<br />
a quello dei prodotti concorrenti<br />
(43 contro 25) e la ripartizione<br />
settoriale vede sempre una forte preminenza<br />
del comparto bancario-assicurativo<br />
(57% circa nell’insieme). Notevolmente<br />
ridotto invece il peso delle<br />
telecomunicazioni (2,35%), a beneficio<br />
di altri comparti, come ad esempio<br />
l’energetico (13,9%). Lanciato a metà<br />
2005, lo strumento offerto da Lyxor è<br />
negoziato a Parigi, Francoforte, Milano<br />
e Madrid e ha raccolto finora un patrimonio<br />
di oltre mezzo miliardo di euro.<br />
Armonizzato Uc<strong>it</strong>s, l’Etf ha un Ter annuo<br />
dello 0,65% e distribuisce annualmente<br />
i proventi della gestione.<br />
Etf a confronto Fonte: www.fondionline.<strong>it</strong> -<br />
Etf Isin<br />
Perf. %<br />
1 mese<br />
Perf. %<br />
3 mesi<br />
Perf. %<br />
6 mesi<br />
Perf. %<br />
12 mesi<br />
Perf. %<br />
24 mesi<br />
Perf. %<br />
36 mesi<br />
Ishares Ftse/Xinhua China 25 IE00B02KXK85 -2,97 1,73 10,61 48,88 -23,59 16,37 0,7<br />
Easyetf Ftse Xinhua China 25 (Eur) FR0010636589 -3,54 Nd Nd Nd Nd Nd 0,6<br />
Db X-Trackers Ftse/Xinhua China 25 Etf LU0292109856 -3,18 1,76 14,88 49,66 -22,08 Nd 0,6<br />
Lyxor Etf China Enterprise (Hscei) FR0010204081 -3,47 2,3 12,89 44,69 -18,41 24,82 0,65<br />
Ishares Msci Brazil IE00B0M63516 1,46 15,63 33,57 126,07 -2,51 62,39 0,7<br />
Lyxor Etf Brazil (Ibovespa) FR0010408799 2,61 15,23 48,29 122,68 8,52 Nd 0,65<br />
Db X-Trackers Msci Brazil Trn Index Etf LU0292109344 1,94 15,77 43,53 127,06 0,24 Nd 0,65<br />
Nd = dato non disponibile<br />
A DESTRA: LA BORSA<br />
DI SHANGHAI<br />
Ter %
Gli andamenti delle performance<br />
(vedere tabella) dei quattro prodotti<br />
dedicati al mercato cinese sono simili<br />
e vedono un picco alla fine del 2007,<br />
cui ha fatto segu<strong>it</strong>o una discesa della<br />
durata di circa un anno. Successivamente,<br />
c’è stata una ripresa con un<br />
trend che sembra attualmente ancora<br />
in corso.<br />
BRASILE<br />
Per chi vuole puntare sul Brasile e ottenere<br />
così un’esposizione su una piazza<br />
notevolmente correlata ai prezzi<br />
delle materie prime, il mercato domestico<br />
offre tre strumenti specifici.<br />
L’iShares Msci Brazil è un fondo<br />
indice domiciliato in Irlanda e messo<br />
sul mercato nel novembre del 2005;<br />
oggi ha un patrimonio di circa 975<br />
milioni di dollari. Quotato sulle maggiori<br />
borse del Vecchio continente,<br />
l’Exchange traded fund ha un sottostante<br />
(Msci Brazil index) composto<br />
da 66 società appartenenti perlopiù ai<br />
settori materie prime (28,36%) ed<br />
energia (27,01%), che dunque cost<strong>it</strong>uiscono<br />
insieme più della metà del<br />
portafoglio di riferimento. Non indifferente<br />
neppure il peso del comparto<br />
finanziario (21,76%). Molto ridotti, di<br />
conseguenza, i pesi degli altri settori.<br />
Il fondo, che ha un costo annuo di<br />
gestione dello 0,7%, viene ribilanciato<br />
ogni tre mesi. Con la stessa frequenza<br />
distribuisce i dividendi provenienti<br />
dalla gestione.<br />
Il db x-trackers Msci Brazil Trn<br />
index Etf è, come il concorrente,<br />
denominato in dollari Usa e scambiato<br />
in euro sul mercato domestico, ma<br />
indicizzato a un benchmark di tipo<br />
total return e dunque a cap<strong>it</strong>alizzazione<br />
dei proventi. Il fondo, quotato dal<br />
giugno 2007, ha una commissione<br />
annua di gestione dello 0,65%, appena<br />
inferiore a quella del compet<strong>it</strong>or<br />
anglo-americano (0,7%). Le performance<br />
sono in linea con l’andamento<br />
dell’indice di riferimento e con quelle<br />
dell’iShares Msci Brazil: dopo il picco<br />
di metà 2008 e la vorticosa discesa<br />
fino ai minimi di dicembre 2008, i grafici<br />
evidenziano un canale ascendente<br />
tuttora in corso. Entrambi gli Etf<br />
sono armonizzati Uc<strong>it</strong>s. Come il fondo<br />
passivo di iShares, il prodotto tedesco<br />
ha un portafoglio t<strong>it</strong>oli composto da<br />
circa una settantina di azioni (gli ultimi<br />
dati specificano che sono 75), con<br />
un P/e medio di 7,85. A livello di ripartizione<br />
settoriale, energia e materie<br />
prime anche in questo caso cost<strong>it</strong>uiscono<br />
quasi il 58,8% del totale del<br />
portafoglio, secondo le ultime rilevazioni.<br />
Leggermente più ridotto il peso<br />
del comparto finanziario (15,36%).<br />
Un terzo strumento dedicato al<br />
paese sudamericano, ma indicizzato, a<br />
differenza dei due precedenti, all’indice<br />
Ibovespa, è il Lyxor Etf Brazil (Ibovespa).<br />
Dotato di un numero di componenti<br />
del tutto simile a quello dei<br />
concorrenti (65), lo strumento della<br />
società francese mira a riflettere il più<br />
possibile fedelmente l’andamento<br />
della borsa valori di San Paolo, della<br />
quale rappresenta, mediante i t<strong>it</strong>oli<br />
che detiene in portafoglio, all’incirca<br />
il 70% della cap<strong>it</strong>alizzazione totale e<br />
oltre l’80% del numero dei contratti e<br />
del controvalore scambiato. Anche nel<br />
caso dell’Etf d’oltralpe, l’allocazione<br />
per comparti vede materie prime ed<br />
energia pesare per oltre la metà del<br />
portafoglio complessivo; e ancora una<br />
volta al terzo posto viene il settore<br />
bancario-finanziario con un peso<br />
superiore al 20%. Le azioni in portafoglio<br />
sono comunque le stesse, seppure<br />
con pesi leggermente diversi. Anche<br />
l’andamento del fondo è conforme al<br />
trend dei due compet<strong>it</strong>or indicizzati<br />
all’Msci Brazil, pur evidenziando una<br />
minore volatil<strong>it</strong>à e un migliore rapporto<br />
rischio-rendimento. Inoltre, essendo<br />
il sottostante denominato in real<br />
brasiliani, l’invest<strong>it</strong>ore europeo si troverà<br />
esposto direttamente alle dinamiche<br />
del cambio euro/real, mentre<br />
nel caso dei due prodotti omologhi<br />
della concorrenza il passaggio è duplice:<br />
dalle quotazioni dei t<strong>it</strong>oli in real,<br />
alla valuta di denominazione del benchmark<br />
in dollari americani, alla divisa<br />
di scambio dei fondi indice su Borsa<br />
<strong>it</strong>aliana (l’euro). ■<br />
INVESTIRE<br />
IN CINA<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 75
CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI<br />
L’EUROPA<br />
La corsa<br />
del Vecchio<br />
continente<br />
a cura di<br />
Giuseppe Riccardi, Boris<br />
Secciani, Matteo Cicala<br />
e Alessandro Coltella<br />
76 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
che si è appena chiuso è<br />
destinato a passare negli an-<br />
L’anno<br />
nali della storia: è part<strong>it</strong>o in<br />
condizioni da tregenda con un’economia<br />
globale che perdeva milioni di posti<br />
di lavoro ogni mese, un sistema fi-<br />
nanziario sull’orlo del disastro completo<br />
e l’opinione pubblica sull’orlo del panico.<br />
Un anno dopo non si può certo dire<br />
che la crisi sia fin<strong>it</strong>a: la disoccupazione<br />
e la sottoccupazione risultano tuttora<br />
molto alte e la ripresa appare per cer-<br />
Nonostante le grandi difficoltà, l’Eurozona e gli altri paesi<br />
dell’Ue si sono comportati abbastanza bene nel corso di un<br />
anno che ha visto scenari catastrofici. Oggi parlare di ripresa<br />
consolidata è forse eccessivo, ma non mancano gli ottimisti,<br />
anche se i problemi da risolvere sono ancora molti. Per i<br />
prossimi dodici mesi la cautela è d’obbligo, ma<br />
complessivamente si respira un diffuso clima di fiducia,<br />
nonostante la Grecia e altre economie pesantemente in crisi<br />
ti versi fragile, tanto che le maggiori<br />
banche centrali del mondo sembrano<br />
tuttora molto riluttanti a fare rientrare<br />
l’enorme massa di liquid<strong>it</strong>à inser<strong>it</strong>a negli<br />
ultimi due anni nel sistema, anche se<br />
da questo punto di vista il linguaggio di<br />
Bernanke è ad esempio cambiato. Però<br />
complessivamente il sospiro di sollievo<br />
tirato dal mondo negli ultimi mesi è<br />
stato enorme. Non ha fatto eccezione<br />
l’Europa, il cui azionario ha vissuto il<br />
migliore anno dal 2003 a oggi, con un<br />
incremento del 25% (circa il 28% se<br />
consideriamo anche i dividendi reinvest<strong>it</strong>i),<br />
sovraperfomando l’azionario statun<strong>it</strong>ense,<br />
anche se di poco.<br />
Complessivamente nel corso del<br />
2009 l’Msci world ha avuto un aumento<br />
superiore al 32%, però ciò è stato<br />
dovuto in gran parte all’enorme cresc<strong>it</strong>a<br />
dell’Asia (+68%). Nonostante i dub
i sulle potenzial<strong>it</strong>à economiche dell’Europa,<br />
finora sembra che, almeno a<br />
livello di azionario, l’area continentale<br />
sia dunque inser<strong>it</strong>a a pieno t<strong>it</strong>olo nella<br />
ripresa in corso e tutto sommato anche<br />
l’economia ha fatto meno peggio del<br />
previsto. Interessante al riguardo la nota<br />
di Gary Clarke, head of european<br />
equ<strong>it</strong>ies di Schroders: «Sussurriamolo<br />
sottovoce, ma la vecchia noiosa Europa<br />
si è comportata bene nel corso della<br />
crisi economica degli ultimi anni, almeno<br />
se paragonata a Usa e Regno<br />
Un<strong>it</strong>o».<br />
Ciò nonostante, al sol<strong>it</strong>o i dubbi<br />
non mancano: da una parte si diceva<br />
per l’appunto della crisi tuttora in corso,<br />
dall’altra non si può fare a meno di<br />
ignorare i gravissimi problemi di alcuni<br />
stati cosiddetti periferici dell’Eurozona,<br />
Grecia in primis, o legati a mec-<br />
Il panel dei gestori e degli analisti<br />
Kevin Barker, equ<strong>it</strong>y strategist sull’Europa di Ubs global asset management; Giordano Beani, direttore<br />
investimenti di Bnp Paribas Am sgr; Eric Bendahan, gestore del fondo Oyster european opportun<strong>it</strong>ies;<br />
Daniele Bevacqua, direttore investimenti di Sofia sgr; Gary Clarke, head of european equ<strong>it</strong>ies di Schro-<br />
ders; Federico Corbari, amministratore delegato Superfund sgr; Francis Ellison, investment specialist di<br />
Threadneedle; Pier Furno senior fund manager di Nemesis sgr; Bernd Kiegler, fund manager del team global<br />
equ<strong>it</strong>ies di Raiffeisen cap<strong>it</strong>al management; Xavier Lagrandie, Lombard Odier fund manager of the<br />
Lodh invest Eurozone small & mid caps; Giovanni Landi partner di Anthilia; Martin Leber, senior investment<br />
strategist di Vontobel asset management; Patrick Moonen, senior strategist di Ing investment ma-<br />
nagement; Stewart Robertson, senior economist di Aviva investors; Richard Robinson, gestore Nordea 1<br />
European alpha fund; Daniele Scilingo, gestore del fondo Pf (Lux) european equ<strong>it</strong>y selection di Pictet;<br />
Team di Abs consulting, advisor di Lemanik alpha beta sigma, comparto azionario Europa; Team di advisors<br />
di Selector; Team di asset allocation di Aletti Gestielle; Team di gestione di Swiss and global asset<br />
management; Giovanni Vietti, responsabile azionario di Allianz global investors Italia sgr.<br />
canismi di cambio fisso quali i paesi<br />
baltici, sconvolti da una recessione<br />
fortissima, problemi sociali sempre<br />
più gravi e una s<strong>it</strong>uazione dei conti<br />
pubblici disastrosa.<br />
Proprio per queste ragioni non<br />
mancano le note di cautela: ad esempio<br />
per Daniele Scilingo gestore del<br />
fondo Pf(Lux) European equ<strong>it</strong>y selection<br />
di Pictet, «la grave crisi che ha col-<br />
L’azionario europeo è sottovalutato, prezzato in maniera<br />
corretta o sopravvalutato?<br />
Equ<strong>it</strong>y quasi a sconto<br />
Irisultati del nostro sondaggio appaiono<br />
per questo ques<strong>it</strong>o in qualche<br />
maniera sorprendenti. Nonostante<br />
il forte rally degli ultimi mesi, la<br />
grande maggioranza degli intervistati<br />
r<strong>it</strong>iene l’azionario europeo sostanzialmente<br />
correttamente prezzato, se si<br />
utilizza come riferimento il trailing P/e,<br />
e sottovalutato se ci si sposta su altre<br />
metriche, quali price/book value,<br />
forward P/e e premio atteso per il rischio.<br />
Interessante al propos<strong>it</strong>o la sintesi<br />
di Patrick Moonen, senior strategist<br />
di Ing investment management:<br />
«R<strong>it</strong>eniamo che nel 2010 le performance<br />
verranno spinte dalla cresc<strong>it</strong>a degli<br />
utili e non più dall’ampliamento dei<br />
P/e. Addir<strong>it</strong>tura prevediamo una ridu-<br />
p<strong>it</strong>o l’economia globale appare ormai<br />
prossima alla fine. Gli indicatori economici<br />
sembrano segnalare una ripresa<br />
robusta, che si riflette in una revisione<br />
al rialzo delle aspettative di utili e in<br />
una riduzione del premio per il rischio<br />
per tutte le asset class. Tuttavia, resta<br />
difficile valutare con certezza il vigore<br />
della ripresa nel 2010 e, soprattutto,<br />
della domanda finale». ■<br />
zione dei P/e verso la sua media di lungo<br />
periodo e r<strong>it</strong>eniamo che la nostra<br />
previsione di una cresc<strong>it</strong>a del 20% degli<br />
utili per le azioni europee rimanga<br />
valida. Il nostro target per lo Stoxx 600<br />
è 310 per la fine del 2010».<br />
A quale livello si trova l’azionario europeo?<br />
Prezzo<br />
corretto<br />
52%<br />
Sottovalutato<br />
30%<br />
Sopravvalutato 15%<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 77
CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI<br />
L’EUROPA<br />
Quali sorprese per i prof<strong>it</strong>ti del 2010?<br />
Negative<br />
20%<br />
78 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
Un parere sostanzialmente simile<br />
arriva anche da Eric Bendahan, gestore<br />
del fondo Oyster european opportun<strong>it</strong>ies:<br />
«Penso che le azioni europee<br />
siano sottovalutate di circa il 10%.<br />
Nonostante la cresc<strong>it</strong>a dei mercati<br />
azionari, r<strong>it</strong>engo che le valutazioni, a<br />
12,3 volte gli utili, siano ancora sottostimate<br />
di circa il 10%». A favorire la<br />
cresc<strong>it</strong>a, oltre all’incremento degli utili<br />
in sé, vi è anche il fatto che l’equ<strong>it</strong>y<br />
continentale appare conveniente, rispetto<br />
ad altre asset class. Ad esempio<br />
per Kevin Barker, equ<strong>it</strong>y strategist sull’Europa<br />
di Ubs global asset management,<br />
«le previsioni sugli utili, stando<br />
ai sondaggi di Ibes, sono per una cresc<strong>it</strong>a<br />
di circa il 25% per il 2010, un tasso<br />
di cresc<strong>it</strong>a superiore rispetto ad altri<br />
mercati mondiali. Nonostante ciò, le<br />
valutazioni del mercato sono sostan-<br />
zialmente a sconto, rispetto al resto<br />
del mondo. Le azioni europee risultano<br />
particolarmente interessanti, rispetto<br />
al mercato dei t<strong>it</strong>oli obbligazionari governativi,<br />
dato il livello attuale dei tassi<br />
di rendimento e dato che la ripresa<br />
degli utili dovrebbe sostenere una<br />
buona cresc<strong>it</strong>a dei dividendi per le<br />
azioni nei prossimi anni».<br />
Bernd Kiegler, fund manager del<br />
team global equ<strong>it</strong>ies di Raiffeisen cap<strong>it</strong>al<br />
management si concentra anch’esso<br />
sul basso livello dei tassi di interesse:<br />
«Se ci si basa su paragoni rispetto<br />
alle valutazioni di lungo periodo,<br />
le azioni europee appaiono alquanto<br />
economiche in questo inizio di 2010.<br />
L’azionario appare particolarmente attraente<br />
specialmente in un contesto di<br />
tassi di interesse e di rischio cred<strong>it</strong>izio<br />
corporate che si è significativamente<br />
Quali prospettive ci sono per i prof<strong>it</strong>ti del 2010?<br />
Po sibile sorpresa in pos<strong>it</strong>ivo<br />
Anche in questo caso, coerentemente<br />
con quanto espresso<br />
alla domanda precedente, un<br />
certo ottimismo sembra prevalere. Le<br />
stime sulle cresc<strong>it</strong>a degli utili in generale<br />
si collocano intorno a +20-25% e,<br />
nonostante qualche cautela, c’è chi<br />
pensa che le maggiori sorprese arrive-<br />
Pos<strong>it</strong>ive<br />
50%<br />
Né pos<strong>it</strong>ive, né negative 30%<br />
ranno al rialzo. Ad esempio Giordano<br />
Beani, direttore investimenti di Bnp<br />
Paribas Am sgr, afferma che «gli utili<br />
per azione sono previsti in cresc<strong>it</strong>a di<br />
circa il 25% nel 2010, ma, secondo i<br />
nostri analisti, vi sono possibil<strong>it</strong>à di<br />
sorprese al rialzo rispetto alle attese».<br />
Ancora più ottimista Bendahan di<br />
Oyster: «Penso che gli utili aziendali<br />
sorprenderanno in pos<strong>it</strong>ivo nel 2010:<br />
l’effetto combinato di una cresc<strong>it</strong>a del<br />
fatturato da una base molto bassa<br />
insieme al pieno impatto del taglio dei<br />
costi verrà riflesso nei margini. R<strong>it</strong>eniamo<br />
che una cresc<strong>it</strong>a degli utili sopra<br />
il 35% sia possibile nel 2010».<br />
Un tema simile viene esposto anche<br />
da Richard Robinson, gestore di<br />
Nordea 1 european alpha fund: «Ci<br />
aspettiamo che i margini societari continuino<br />
a migliorare grazie al controllo<br />
dei costi, mentre l’utilizzo della capa-<br />
abbassato». Interessante anche il parere<br />
del team di Swiss and Global asset<br />
management: «La liquid<strong>it</strong>à elevata<br />
fornisce un buon supporto. I fondi<br />
azionari europei detengono in media il<br />
7% di liquid<strong>it</strong>à. Questa quota è inferiore<br />
a quella della primavera scorsa (i<br />
massimi hanno toccato il 10%), ma<br />
corrisponde pur sempre al ragguardevole<br />
livello registrato poco prima<br />
dell‘inizio del rally cominciato nel<br />
2003 e protrattosi per diversi anni».<br />
Non tutti però condividono questo<br />
ottimismo: ad esempio per il team di<br />
Abs consulting, advisor di Lemanik<br />
alpha beta sigma–comparto azionario<br />
Europa, «il mercato appare generalmente<br />
sopravvalutato; ci sono<br />
aziende che hanno molto valore da<br />
esprimere, ma sono poche e da individuare<br />
con uno sforzo di ricerca». ■<br />
c<strong>it</strong>à dovrebbe continuare a crescere. Ci<br />
aspettiamo sorprese pos<strong>it</strong>ive in aree<br />
dove il livello di scorte è molto basso<br />
(elemento che dovrebbe aiutare ad<br />
avere un maggiore potere sui prezzi) e<br />
in aree che traggono beneficio o da<br />
vantaggi strutturali di lungo periodo,<br />
quali ad esempio l’esposizione a economie<br />
emergenti ad alta cresc<strong>it</strong>a (alcune<br />
aziende dell’auto, l’It, società minerarie<br />
e dei metalli) o da lim<strong>it</strong>azioni dell’offerta<br />
di breve periodo, quali ad<br />
esempio quelle causate dal freddo (settore<br />
energetico e le rinfuse secche)».<br />
Sul recupero di produttiv<strong>it</strong>à delle<br />
aziende punta Xavier Lagrandie, fund<br />
manager di Lodh invest Eurozone small<br />
& mid caps di Lombard Odier: «Il rialzo<br />
potenziale è compreso fra il 15% e il<br />
20%. Ci saranno sia sorprese negative sia<br />
pos<strong>it</strong>ive, ma complessivamente la leva<br />
operativa di molte aziende è tale che an-
che un leggero aumento del fatturato si<br />
tradurrà in ampi prof<strong>it</strong>ti e cash flow».<br />
Per Giovanni Vietti, responsabile<br />
azionario Allianz global investors Italia<br />
sgr, invece, qualche rischio viene<br />
dai ciclici, fra i maggiori beneficiari<br />
della ripresa di questi mesi: «Le aspettative<br />
sono elevate, soprattutto per i<br />
settori più ciclici. In quest’area ci potrebbe<br />
essere qualche delusione».<br />
Interessante il parere di Pier Furno,<br />
senior fund manager di Nemesis<br />
Am, che inv<strong>it</strong>a comunque fare attenzione<br />
e a operare una rigorosa selezione<br />
delle azioni, vista la s<strong>it</strong>uazione an-<br />
cora difficile: «R<strong>it</strong>eniamo che il 2010<br />
sarà l’anno giusto per un approccio<br />
bottom-up, dal momento che probabilmente<br />
i mercati azionari esibiranno<br />
larghe discrepanze nelle valutazioni<br />
fra diversi settori. Il grado di sorpresa<br />
delle performance dipenderà dalla natura<br />
dell’andamento dell’economia, dal<br />
momento che con gli attuali margini<br />
operativi una sorpresa pos<strong>it</strong>iva nel tasso<br />
di cresc<strong>it</strong>a avrà probabilmente un<br />
impatto abnorme sui risultati in bilancio,<br />
mentre dati deludenti sulla ripresa<br />
saranno considerati un elemento fortemente<br />
negativo, dal momento che<br />
Quali saranno nel 2010 i maggiori driver di cresc<strong>it</strong>a dei prof<strong>it</strong>ti per le<br />
aziende europee?<br />
Sopra tu to taglio dei costi<br />
ed export<br />
In questo caso le risposte sembrano<br />
seguire un trend preciso: a incidere<br />
pos<strong>it</strong>ivamente nel 2010 saranno<br />
sostanzialmente la cresc<strong>it</strong>a dell’export,<br />
soprattutto da parte di nazioni come la<br />
Germania, ab<strong>it</strong>uate a convivere con un<br />
euro forte, e il continuo contenimento<br />
dei costi. Interessante al propos<strong>it</strong>o il<br />
parere del team di asset allocation di<br />
Aletti Gestielle, che pone l’accento proprio<br />
sul taglio delle spese: «La cresc<strong>it</strong>a<br />
degli utili sarà ancora guidata dal taglio<br />
attualmente il mercato non prezza una<br />
recessione double dip».<br />
Una visione simile arriva anche da<br />
Stewart Robertson, senior economist<br />
di Aviva investors, che in più sottolinea<br />
anche i pericoli di un r<strong>it</strong>orno troppo<br />
anticipato di pol<strong>it</strong>iche monetarie<br />
restr<strong>it</strong>tive: «La principale sorpresa negativa<br />
potrebbe essere un progressivo<br />
scemare della ripresa economica nel<br />
2010. È pos<strong>it</strong>ivo il fatto che l’inflazione<br />
comunque dovrebbe rimanere bassa,<br />
elemento che non dovrebbe fornire<br />
alcuna ragione alla Bce per alzare i<br />
tassi, il che non vuole dire comunque<br />
che non lo farà».<br />
Infine cautela arriva dal team di<br />
asset allocation di Aletti Gestielle: «Le<br />
attese sono già abbastanza ottimistiche<br />
(cresc<strong>it</strong>a degli utili del 25% nel<br />
2010, rispetto al 2009) per cui è difficile<br />
che si realizzino ancora sorprese<br />
pos<strong>it</strong>ive, a meno che la ripresa economica<br />
sia più intensa del previsto, ma lo<br />
r<strong>it</strong>eniamo scarsamente probabile, dato<br />
che la disoccupazione sarà ancora in<br />
cresc<strong>it</strong>a nel 2010». ■<br />
Quali saranno i maggiori driver di cresc<strong>it</strong>a per le aziende europee?<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
50% 50% 35% 15%<br />
Taglio<br />
costi<br />
Aumento<br />
fatturato<br />
Export Aumento domanda<br />
consumatori occidentali<br />
INVESTIRE<br />
IN CINA<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 79
CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI<br />
L’EUROPA<br />
80 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
dei costi (quello effettuato nel 2009 e<br />
alcune misure in via di completamento<br />
nel 2010); parzialmente pos<strong>it</strong>ivo<br />
anche il contributo dell’export in particolare<br />
verso i paesi emergenti».<br />
Contraria invece la visione del<br />
team di advisor di Selector: «La cresc<strong>it</strong>a<br />
dei prof<strong>it</strong>ti arriverà soprattutto da<br />
incrementi di fatturato, dal momento<br />
che le potenzial<strong>it</strong>à per ulteriori tagli<br />
dei costi sono esaur<strong>it</strong>e dopo la drammatica<br />
riduzione del 2009. Centrale<br />
per mettere a segno cresc<strong>it</strong>e nel giro<br />
d’affari sarà l’incremento dell’export<br />
verso l’area asiatica, caratterizzata da<br />
un rapido sviluppo».<br />
C’è anche chi r<strong>it</strong>iene che i miglioramenti<br />
arriveranno da una molteplic<strong>it</strong>à<br />
di fattori. Ad esempio, per Martin<br />
Leber, senior investment strategist di<br />
Vontobel asset management, «tutti gli<br />
elementi c<strong>it</strong>ati contribuiranno insieme<br />
al miglioramento della s<strong>it</strong>uazione». Un<br />
parere di sintesi arriva anche da Robinson<br />
di Nordea: «Come ci si potrebbe<br />
aspettare in un anno di transizione,<br />
che fa segu<strong>it</strong>o a una significativa crisi<br />
finanziaria ed economica, r<strong>it</strong>eniamo<br />
che un significativo ammontare di cresc<strong>it</strong>a<br />
dei prof<strong>it</strong>ti nel 2010 verrà ancora<br />
da un miglioramento dei margini, o<br />
meglio da una combinazione data da<br />
un modesto miglioramento nel fattu-<br />
rato, un<strong>it</strong>o a un continuo controllo dei<br />
costi, piuttosto che a un rialzo dei<br />
margini dato da un puro e semplice<br />
taglio dei costi. La capac<strong>it</strong>à di agire sui<br />
prezzi dovrebbe crescere per molte<br />
aziende man mano che migliorano i<br />
tassi di utilizzazione degli input, fatto<br />
che dovrebbe anche migliorare il livello<br />
di produttiv<strong>it</strong>à. Inoltre ci aspettiamo<br />
che le società esposte nei confronti di<br />
mercati emergenti ad alta cresc<strong>it</strong>a (in<br />
particolare Cina, India e Brasile) beneficino<br />
di fatturati in cresc<strong>it</strong>a attraverso<br />
l’aumento delle esportazioni, mentre<br />
la domanda nei paesi occidentali<br />
dovrebbe stabilizzarsi e migliorare più<br />
lentamente».<br />
A propos<strong>it</strong>o dei consumi occidentali<br />
non tutti comunque condividono<br />
visioni pessimistiche: c’è anche chi sostiene<br />
che proprio da questi potrebbe<br />
arrivare qualche sorpresa. Per il team<br />
di Sofia sgr, «il calo degli occupati in<br />
Usa è stato il peggiore dal 1950 e questo<br />
fatto ha portato l’aumento degli<br />
interventi reflazionistici che hanno dato<br />
fiato alle riprese dei mercati finanziari.<br />
Un r<strong>it</strong>orno della struttura occupazionale<br />
a livelli meno depressi, come<br />
si intuisce dagli ultimi dati usc<strong>it</strong>i sulla<br />
cresc<strong>it</strong>a dei temporary jobs, potrebbe<br />
portare nuova domanda di beni sul<br />
mercato; questo r<strong>it</strong>eniamo che sia il<br />
driver principale, ma non si esclude<br />
anche l’export come altra variabile, se<br />
il dollaro dovesse rivalutarsi ancora».<br />
Per Francis Ellison di Threadneedle,<br />
«è probabile che l’eccesso di capac<strong>it</strong>à<br />
lim<strong>it</strong>erà l’inflazione». Infine, coerente<br />
con la propria visione pessimistica,<br />
il team di Abs, che non vede grandi<br />
margini per una cresc<strong>it</strong>a degli utili:<br />
«Non crediamo vi siano forti possibil<strong>it</strong>à<br />
di incremento dei prof<strong>it</strong>ti e le aziende<br />
tenderanno per questo 2010 a rimanere<br />
sui livelli dell’anno precedente». ■
Le difficoltà di alcuni stati europei incideranno in maniera significativa<br />
sull’andamento del mercato azionario?<br />
La Grecia non farà del male<br />
In generale le preoccupazioni derivanti<br />
da stati come la Grecia. l’Irlanda<br />
e i baltici non sembrano<br />
minare la fiducia in una ripresa complessiva<br />
dell’Europa. Alla base del<br />
ragionamento sta una semplice considerazione<br />
di dimensioni: le s<strong>it</strong>uazioni<br />
più problematiche sembrano concentrate<br />
nei paesi più piccoli, mentre il<br />
cuore dell’economia continentale,<br />
Francia e Germania, sembra in netto<br />
miglioramento e con un andamento<br />
del deb<strong>it</strong>o pubblico meno preoccupante<br />
rispetto ad altri stati del G-8. Lo<br />
scenario più comune prevede un’Europa<br />
a due veloc<strong>it</strong>à, in cui i tassi di cresc<strong>it</strong>a<br />
economica continueranno a<br />
divergere. Ad esempio per il team di<br />
advisor di Selector, «la struttura dell’economia<br />
europea continuerà a funzionare<br />
a due veloc<strong>it</strong>à: da una parte<br />
Irlanda, Spagna, Grecia e Italia, dall’altra<br />
il blocco franco-tedesco. Ma ciò<br />
non dovrebbe influenzare l’euro e<br />
quindi il risultato dell’Eurostoxx».<br />
Un’analisi simile arriva anche da<br />
Barker di Ubs global asset management:<br />
«L’ent<strong>it</strong>à delle sfide economiche<br />
di alcuni paesi dell’Eurozona, come per<br />
esempio la Grecia, non dovrebbe essere<br />
sottostimata. Tuttavia, le principali<br />
economie in Europa sono usc<strong>it</strong>e dalla<br />
recessione e la dimensione dei defic<strong>it</strong><br />
in Francia e Germania è modesta, rispetto<br />
a quella delle principali economie<br />
sviluppate. Mentre le banche centrali<br />
in Europa sono alle prese con una<br />
montagna di deb<strong>it</strong>i, ci aspettiamo tassi<br />
di cresc<strong>it</strong>a inferiori alla media nel<br />
medio termine. Neppure Giovanni<br />
Landi partner di Anthilia vede particolari<br />
pericoli: «A meno di default che incidano<br />
sull’euro, non vi dovrebbero es-<br />
Incideranno le difficoltà di alcune economie europee<br />
sui mercati azionari?<br />
Rischi immediati<br />
10%<br />
No 55%<br />
sere particolari problemi».<br />
La s<strong>it</strong>uazione non va comunque<br />
sottovalutata, soprattutto se si verificasse<br />
un fenomeno di contagio per cui<br />
le difficoltà dei piccoli paesi europei e<br />
la mancanza di fiducia nei loro confronti<br />
da parte del mercato dovessero<br />
estendersi a economie grandi e deboli<br />
come l’Italia. Rilevante al propos<strong>it</strong>o l’analisi<br />
di Furno di Nemesis: «I paesi dell’Eurozona<br />
che si trovano ad affrontare<br />
a livello individuale s<strong>it</strong>uazioni fiscali<br />
difficili, quali la Grecia e l’Irlanda, rappresentano<br />
una piccola quota del Pil<br />
complessivo dell’Europa. Però un aggravarsi<br />
della crisi o un default a livello<br />
statale in Grecia o in Irlanda potrebbe<br />
aumentare la pressione su membri dell’Eurozona<br />
di maggiori dimensioni in<br />
Sì, in caso<br />
di default<br />
35%<br />
preda a difficoltà fiscali, quali l’Italia,<br />
oltre a porre sotto pressione il sistema<br />
bancario nella regione. Una profonda<br />
recessione, o una stagnazione, lim<strong>it</strong>ate<br />
a Grecia e Irlanda, non dovrebbero avere<br />
effetti sull’azionario».<br />
Sulla stessa lunghezza d’onda anche<br />
il punto di vista di Robertson di<br />
Aviva: «La Grecia, la Spagna e l’Irlanda<br />
ovviamente stanno attraversando un<br />
periodo di difficoltà e ciò dovrebbe<br />
proseguire nel 2010. Si tratta di mercati<br />
relativamente piccoli, perciò l’azionario<br />
dell’Eurozona complessivamente<br />
non dovrebbe esserne impattato. Però i<br />
problemi e le preoccupazioni potrebbero<br />
diffondersi ad altre realtà e in quel<br />
caso la botta al sentiment del mercato<br />
potrebbe risultare pesante». ■<br />
INVESTIRE<br />
IN CINA<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 81
CONSENSUS DEGLI ANALISTI E DEI GESTORI<br />
L’EUROPA<br />
82 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
Pensa che nel 2010 la liquid<strong>it</strong>à forn<strong>it</strong>a dalla Banca centrale europea<br />
diminuirà in maniera rilevante?<br />
Una Bce prudente<br />
Anche in questo caso è emerso<br />
un trend abbastanza preciso:<br />
la maggior parte degli operatori<br />
pensa che la Bce abbia in effetti<br />
intenzione di diminuire la liquid<strong>it</strong>à sui<br />
mercati, ma che non lo farà o lo farà<br />
in maniera molto graduale, a causa<br />
della fragile s<strong>it</strong>uazione dell’economia<br />
e della bassa inflazione. Non casuale<br />
il parere di Daniele Bevacqua, direttore<br />
investimenti di Sofia sgr: «Il mercato<br />
del denaro è destinato a mantenersi<br />
poco costoso e molto liquido e<br />
ciò continuerà a spingere al rialzo l’equ<strong>it</strong>y.<br />
Se Bernanke vuole davvero<br />
mer<strong>it</strong>arsi il suo t<strong>it</strong>olo di salvatore dell’economia<br />
e la copertina di Times,<br />
pensiamo che debba fare qualche<br />
intervento per ridare slancio a M2. La<br />
liquid<strong>it</strong>à è elemento essenziale per la<br />
continuazione del trend rialzista di<br />
borsa. Anche in Europa il panorama<br />
della liquid<strong>it</strong>à e dei tassi in generale<br />
pensiamo che resterà invariato e quindi<br />
crediamo che il reflation trade continuerà<br />
ancora a lungo, nonostante le<br />
paure storiche della Bce».<br />
Quali effetti sui mercati?<br />
Rischi significativi<br />
20%<br />
Effetti lim<strong>it</strong>ati<br />
80%<br />
Nel caso in cui il processo di r<strong>it</strong>orno<br />
a una pol<strong>it</strong>ica monetaria meno di<br />
emergenza dovesse prendere corpo,<br />
sarà decisiva la rapid<strong>it</strong>à con cui i cambiamenti<br />
verranno sviluppati. Per Ellison<br />
di Threadneedle «è probabile che<br />
la la Bce ridurrà il supporto al sistema<br />
e alcuni passi in questa direzione sono<br />
già stati segnalati. Ad ogni modo, fintanto<br />
che la ex<strong>it</strong> strategy non sarà<br />
troppo veloce, portata avanti in<br />
maniera coerente a quanto fatto in<br />
altre aree quali gli Usa e sensibile agli<br />
sviluppi economici e di mercato, il<br />
mercato azionario dovrebbe continuare<br />
a prosperare. Se invece le autor<strong>it</strong>à<br />
monetarie dovessero perdere la calma<br />
e le misure di stimolo dovessero venire<br />
rimosse troppo presto, allora si<br />
rischierebbe di avere dei danni, sia alla<br />
ripresa economica sia alle borse. In un<br />
simile ambiente preferiamo azioni di<br />
società ben cap<strong>it</strong>alizzate, che operano<br />
nei mercati più vasti e più sviluppati<br />
d’Europa».<br />
Per Lagrandie di Lombard Odier<br />
sarà comunque il basso livello di inflazione<br />
a garantire la moderazione della<br />
Bce: «Man mano che la ripresa va<br />
avanti, l’ammontare di liquid<strong>it</strong>à nel sistema<br />
dovrebbe essere ridotto. Ad ogni<br />
modo, però, il relativamente alto livello<br />
di disoccupazione e il basso livello di<br />
utilizzo della capac<strong>it</strong>à lim<strong>it</strong>erà l’inflazione,<br />
dunque la necess<strong>it</strong>à di rendere<br />
più restr<strong>it</strong>tiva in maniera aggressiva la<br />
pol<strong>it</strong>ica monetaria».<br />
Leber di Vontobel sottolinea<br />
comunque che la fragil<strong>it</strong>à del sistema<br />
finanziario impone alle autor<strong>it</strong>à<br />
monetarie una certa moderazione: «Ci<br />
aspettiamo cambiamenti lim<strong>it</strong>ati nella<br />
pol<strong>it</strong>ica monetaria, fintanto che il set-<br />
Come si muoverà la Bce?<br />
Rischio di pol<strong>it</strong>iche<br />
più restr<strong>it</strong>tive<br />
20%<br />
Cambiamenti<br />
moderati<br />
e graduali<br />
80%<br />
tore dell’intermediazione finanziaria<br />
rimane malconcio (s<strong>it</strong>uazione segnalata<br />
ad esempio da bassi moltiplicatori<br />
della base monetaria). Nel 2010 i<br />
tassi di interesse a breve dovrebbero<br />
salire lievemente». Vietti di Allianz<br />
global investors vede invece la diminuzione<br />
della liquid<strong>it</strong>à e possibili conseguenze<br />
sul sistema finanziario come<br />
un’eventual<strong>it</strong>à reale: «La liquid<strong>it</strong>à forn<strong>it</strong>a<br />
dalla Bce dovrebbe diminuire in<br />
maniera rilevante, anche se graduale.<br />
Questo potrebbe avere un impatto<br />
soprattutto sulle banche». Anche<br />
Landi di Anthilia focalizza la sua<br />
attenzione sulle conseguenze che<br />
potrebbero colpire il sistema finanziario:<br />
«La diminuzione della liquid<strong>it</strong>à<br />
sarà rilevante solo nella seconda parte<br />
dell’anno. Vi è un possibile rischio di<br />
cred<strong>it</strong> crunch». ■
Quali sono i maggiori fattori di rischio nell’azionario?<br />
Un po’ di paura<br />
dai ta si<br />
Anche in questo caso è emersa<br />
una discreta varietà di risposte,<br />
anche se comunque alcuni temi<br />
dominanti si possono trovare. Essenzialmente<br />
i pericoli maggiori per<br />
l’Europa potrebbero venire da un forte<br />
e inaspettato rallentamento dell’economia,<br />
che diverrebbe ancora più grave<br />
se le autor<strong>it</strong>à monetarie, come hanno<br />
fatto in passato, sottovalutassero il<br />
problema e inasprissero la pol<strong>it</strong>ica monetaria<br />
troppo presto, con conseguenze<br />
nefaste per i prof<strong>it</strong>ti aziendali. Significativa<br />
la sintesi di Moonen di Ing investment<br />
management: «I rischi sono<br />
cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i innanz<strong>it</strong>utto da una pol<strong>it</strong>ica<br />
monetaria più restr<strong>it</strong>tiva: le banche<br />
centrali si troveranno nella difficile s<strong>it</strong>uazione<br />
di dovere ev<strong>it</strong>are di rimuovere<br />
troppo presto pol<strong>it</strong>iche monetarie<br />
espansive (sia convenzionali che non) e<br />
quindi rischiare di ricadere nella recessione,<br />
oppure di rimuoverle troppo tardi<br />
e quindi rischiare di affrontare<br />
un’impennata delle aspettative di inflazione.<br />
A ciò si aggiunga che il livello<br />
di comunicazione di queste misure deve<br />
essere molto efficace, se non si vuole<br />
sorprendere i mercati in negativo. Ad<br />
ogni modo un aumento dei tassi non<br />
comporta necessariamente un mercato<br />
azionario in calo, come testimoniato<br />
dalle pos<strong>it</strong>ive reazioni dei mercati in<br />
Australia e Norvegia, dopo che la Banca<br />
centrale ha alzato i tassi lo scorso<br />
anno. Rischi ulteriori vengono anche da<br />
una ricaduta degli indicatori macro,<br />
fatto che solleverebbe dubbi circa la<br />
sostenibil<strong>it</strong>à della ripresa. L’andamento<br />
del mercato del lavoro e dell’immobiliare<br />
e l’Ism sono tutti indicatori cr<strong>it</strong>ici<br />
da tenere sotto osservazione. Infine un<br />
altro elemento di rischio è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da<br />
possibili sorprese negative nei prof<strong>it</strong>ti».<br />
Una sintesi simile arriva anche da<br />
Federico Corbari, amministratore delegato<br />
di Superfund sgr: «I mercati globali<br />
sono stati aiutati e spinti da una<br />
pol<strong>it</strong>ica monetaria volta a sostenere la<br />
ripresa e il rischio è che gli invest<strong>it</strong>ori<br />
nell’azionario paghino scelte di pol<strong>it</strong>ica<br />
monetaria differente o una riduzione<br />
degli incentivi. In ogni caso uno sguardo<br />
alla disoccupazione è d’obbligo, in<br />
quanto proprio essa guiderà le scelte di<br />
pol<strong>it</strong>ica monetaria. Inoltre dovremo<br />
guardare molti bilanci che a marzo<br />
avranno un riflesso differente da quello<br />
delle trimestrali del 2009».<br />
Sotto questo ultimo aspetto, appare<br />
interessante anche l’opinione di<br />
Bevacqua di Sofia sgr: «Siamo vicini a<br />
un repricing delle azioni. Un Eurostoxx<br />
a 3.200/3.300 manifesta valori di borsa<br />
vicini al fair value. In questo sta il rischio<br />
equ<strong>it</strong>y del 2010: non considerare<br />
le azioni come opportun<strong>it</strong>à tattica e illudersi<br />
che siano un investimento strategico.<br />
Se invece si saprà stare sull’equ<strong>it</strong>y<br />
con flessibil<strong>it</strong>à, potremo avere da<br />
questa asset class soddisfazioni importanti<br />
anche nel 2010».<br />
Un altro problema molto sent<strong>it</strong>o è<br />
quello di possibili default, o comunque<br />
di forte deterioramento della posizione<br />
fiscale di molti paesi, europei e non. Se<br />
non manca chi vede problemi fra i paesi<br />
più in difficoltà dell’Eurozona, vi è anche<br />
chi vede potenziali pericoli arrivare<br />
dai paesi emergenti. Ad esempio per<br />
Kiegler di Raiffeisen, «i maggiori rischi<br />
per gli invest<strong>it</strong>ori nel 2010 saranno da<br />
una parte un nuovo rallentamento dell’economia<br />
dovuto a misure monetarie<br />
o fiscali avverse, e dall’altra l’aumento<br />
del rischio di default di stati, soprattutto<br />
fra i paesi emergenti». Non manca<br />
neppure chi vede all’orizzonte profilarsi<br />
difficoltà geopol<strong>it</strong>iche: per il<br />
team di advisors di Selector «uno shock<br />
ai prezzi del petrolio dovuto all’instabil<strong>it</strong>à<br />
iraniana è un altro fattore da tenere<br />
a mente, così come il fatto che governi<br />
alla canna del gas possano sviluppare<br />
nuovi regolamenti mal concep<strong>it</strong>i e nuove<br />
tasse quali la Tobin tax». Simili<br />
preoccupazioni vengono indicate anche<br />
da Beani di Bnp Paribas: «Fra i rischi va<br />
segnalato l’inasprimento della s<strong>it</strong>uazione<br />
geopol<strong>it</strong>ica in relazione alla rinnovata<br />
minaccia terroristica, qualora ciò dovesse<br />
portare ad azioni di guerra da parte<br />
degli Usa». ■<br />
Quali sono i maggiori fattori di rischio?<br />
80<br />
70<br />
60<br />
50<br />
40<br />
30<br />
20<br />
10<br />
0<br />
Sorprese negative Rischi Pol<strong>it</strong>iche Rallentamento<br />
nei prof<strong>it</strong>ti geopol<strong>it</strong>ici monetarie<br />
troppo restr<strong>it</strong>tive<br />
economia<br />
INVESTIRE<br />
IN CINA<br />
75% 15% 60% 75% 30%<br />
Altro<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 83
MY LIFE, MY STYLE - VIAGGI<br />
Santo Domingo,<br />
lontano dai resort<br />
Siamo a Santo Domingo, il paradigma della<br />
cartolina caraibica, fantastiche spiagge<br />
di sabbia bianca orlate da altissime palme,<br />
acqua trasparente, cieli blu. Ma la Repubblica<br />
Dominicana è anche sinonimo di resort all inclusive,<br />
globalizzazione del lusso e del divertimento<br />
da animazione programmata, tutti uguali gli uni<br />
agli altri nel mondo, e, purtroppo più spesso di<br />
quello che si vuole credere, meta ideale per il turismo<br />
sessuale.<br />
Ciò che però molti non sanno è che sull’isola<br />
esistono ancora angoli di incredibile incontaminata<br />
bellezza, dove è possibile incontrare la gente,<br />
scoprire sonnolenti villaggi sul mare, camminare<br />
nella giungla e trovare p<strong>it</strong>toresche spiagge<br />
deserte... vivere cioè un viaggio nei Caraibi ancora<br />
selvaggi.<br />
È necessario allontanarsi dalla costa sud-est,<br />
da Boca Chica e da Punta Cana; fare un po’ di<br />
strada lontano dalla cap<strong>it</strong>ale, con il suo fascino<br />
decadente, la sua storia, ma anche il suo traffico<br />
delirante o le sue zone off-lim<strong>it</strong>. Ed è necessario<br />
un minimo di capac<strong>it</strong>à di iniziativa e di adattamento.<br />
84 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
Testo e fotografie di Andrea Ferrari<br />
A nord dell’isola c’è la penisola di Samanà,<br />
una lingua di terra lunga una quarantina di chilometri<br />
che delim<strong>it</strong>a la baia di Samanà, famosa<br />
soprattutto tra le megattere, che puntualmente<br />
ogni anno, tra gennaio e marzo, decidono di svernare<br />
qui, dai freddi mari della Groenlandia e dell’Islanda:<br />
arrivano, si riposano, si corteggiano,<br />
cantano, saltano...si fanno fotografare...<br />
Las Terrenas è una buona base: un alberghetto<br />
colorato sulla spiaggia, i tanti piccoli ristoranti-palaf<strong>it</strong>ta<br />
del Pueblo de Los Pescadores<br />
(indimenticabili piatti di pescado del dia, camarones<br />
alla criolla e frutta) e una stradina di terra<br />
continuamente battuta dai tipici motoconchos,<br />
capaci di trasportare, nessuno sa come, anche<br />
quattro-cinque persone. Tutto qui è fatto sulla<br />
strada, un concertino improvvisato, la prepara-
zione dei sigari, il taglio della carne dal macellaio,<br />
il pranzo. Le bancarelle che vendono le coloratissime<br />
tele ha<strong>it</strong>iane. Tra colori, suoni e odori particolari,<br />
indimenticabili.<br />
E poi c’è il mare, fantastico. Playa Bon<strong>it</strong>a è<br />
un piccolo angolo di paradiso personale, con i<br />
tronchi di palma diroccati sulla spiaggia larga<br />
pochi metri, il tepore della soffice sabbia bianca,<br />
da condividere più con i granchi che con altri turisti,<br />
le mille sfumature diverse di verde e blu. Con<br />
una macchina a noleggio, si può girare anche<br />
l’interno della penisola, con i piccoli villaggi di legno<br />
con i bambini per la strada, sempre sorridenti,<br />
sempre pronti a mettersi in posa per una fotografia.<br />
E si possono organizzare escursioni assolutamente<br />
da non perdere, come l’usc<strong>it</strong>a in barca<br />
per osservare le balene nella baia di Samanà, o la<br />
g<strong>it</strong>a al Salto El Limòn.<br />
Vedere le balene è sempre un’emozione speciale<br />
(soprattutto quando sei con bambino di tre<br />
anni, con i suoi occhioni avidi di qualsiasi nov<strong>it</strong>à).<br />
Le balene le vedi arrivare da lontano, placide e indifferenti,<br />
le senti cantare, serene, le vedi anche<br />
saltare, se sei fortunato.<br />
A El Limòn, invece, c’è una bellissima cascata.<br />
La particolar<strong>it</strong>à è che ci si arriva a cavallo (anche<br />
chi su un cavallo non ci è mai sal<strong>it</strong>o), lungo<br />
uno scosceso sentiero che passa per la foresta,<br />
guada un paio di fiumi, si inerpica sulle colline, e<br />
poi arriva sotto la cascata... dove i ragazzini del<br />
posto si tuffano dalle rocce alte 10 metri. L’acqua<br />
è fredda e inebriante, dopo la lunga camminata<br />
nella foresta. I piccoli uccelli dei tropici volano<br />
bassi. E se ci si arriva presto, prima dei gruppi or-<br />
MY LIFE, MY STYLE - VIAGGI<br />
ganizzati dai maneggi della zona, mai comunque<br />
numerosi, c’è davvero un’atmosfera di pace incredibile,<br />
il suono della cascata come unico rumore<br />
che copre il silenzio della foresta.<br />
Un viaggio al nord della Repubblica Dominicana<br />
resta quindi difficile da dimenticare: rimangono<br />
anche i dolci ricordi di pomeriggi sonnolenti,<br />
birre ghiacciate e pale del ventilatore, le<br />
ore a rilassarsi ma anche a cercare di entrare<br />
dentro la lunga e tormentata storia di questo<br />
paese, facendosi accompagnare per esempio da<br />
Mario Vargas Llosa e la sua La festa del caprone,<br />
o dalla bravissima Julia Alvarez con Nel nome<br />
di Salomè. Insomma, un nuovo viaggio da provare<br />
a raccontare. ■<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 85
MY LIFE, MY STYLE - RISTORANTI<br />
Pier Giorgio Parini: il Bach della cucina. Le<br />
intricate arch<strong>it</strong>etture e le ricche tess<strong>it</strong>ure<br />
polifoniche che danno v<strong>it</strong>a ai capolavori<br />
del genio tedesco ricordano molto i percorsi<br />
gustativi del folletto di Torriana. Tanto intelletto,<br />
tanta matematica precisione, tanto studio<br />
approfond<strong>it</strong>o approdano a risultati apparentemente<br />
semplici, ma che nascondono un rigore<br />
matematico, una precisione e uno studio maniacale<br />
unico. I piatti di Parini sono di una compless<strong>it</strong>à<br />
costruttiva molto elevata. Prendiamo ad<br />
esempio la ricotta vegetale: quella che si scorge<br />
sotto le erbe è una ricotta verde e intensa.<br />
Ottenuta senza caglio e senza latte. Viene fatto<br />
bollire un segreto miscuglio di erbe, poi frullate,<br />
rimesse a bollire e raccolte per affioramento.<br />
Successivamente immesse in uno stampo e poste<br />
a raffreddare. La consistenza finale è quella di<br />
una ricotta. In questo caso accompagnata da<br />
schiuma di brodo di aringa e salsa all’uovo. Un<br />
processo complesso, ingegnoso, articolato che<br />
porta in sé una profonda e smisurata conoscenza<br />
del prodotto, quasi viscerale. Di ogni prodotto<br />
Parini riesce a carpire l’anima e a estrarla, per<br />
86 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
a cura di Alberto Cauzzi<br />
www.passionegourmet.com<br />
Una cena da Povero Diavolo<br />
portarla nel piatto. Così come è un concentrato<br />
di saperi e sapori l’umido di seppia, una finissima<br />
dadolata di crudo di seppia sovrastata da<br />
erbe selvatiche (erba cipollina, aneto e foglie di<br />
cipolla) e adagiata su un brodo, ancestrale, ottenuto<br />
dalla colatura di pomodori penduli rossi e<br />
pomodori gialli di una varietà quasi perduta, da<br />
sempre utilizzati in Romagna. Un tempo, ci spiegava<br />
Parini, si usava fare seccare questa varietà<br />
di pomodori per poi consumarli durante tutto<br />
l’inverno con i piatti della tradizione.<br />
Immensa anche la mazzancolla, succo di melograno,<br />
the al gelsomino. Curioso e intrigante il<br />
brodo di canocchie in cui l’elemento principale<br />
del piatto è il brodo stesso, ottenuto dall’emulsione<br />
a crudo dei crostacei. I tortellini di cozze<br />
servono solo a fare tess<strong>it</strong>ura e a condurre il gusto<br />
grazie alla nota sapido-iodata della cozza nel<br />
ripieno. Piccoli colpi di estro anche la ventresca<br />
di maialino con cavolo rosso, salsa all’anice o i<br />
tortellini di faraona con salsa al parmigiano e
caffè, decisamente più concreti ma comunque<br />
eleganti.<br />
È evidente a tutti l’estrema perfezione e matur<strong>it</strong>à<br />
di questa cucina, che tende a concentrare<br />
sempre più in spazi ristretti gli elementi, perché<br />
tanto non serve nulla di più che qualche centimetro<br />
di alimento, se quest’ultimo è centrato e persistente<br />
come in questi casi. Una piccola ulteriore<br />
nota, anche in questo caso connotante del talento<br />
e del genio del buon Parini. Probabilmente,<br />
in una prossima vis<strong>it</strong>a anche ravvicinata, non degusterete<br />
nessuno di questi piatti. Questo perché<br />
la sua vena creativa, al momento, pare inesauribile<br />
e in continuo fermento. Parini, per concludere,<br />
rilegge la sua terra e le sue tradizioni con occhi<br />
verso il futuro, usa la tecnica ma non la tecnologia.<br />
In lui risiede la vera e profonda avanguardia<br />
culinaria, fatta di sapori intensi e riconoscibili<br />
affiancati da sensazioni nuove e ined<strong>it</strong>e<br />
che intervengono sempre a propos<strong>it</strong>o nel punto<br />
LA SCHEDA<br />
il pregio: cucina di grande personal<strong>it</strong>à<br />
il difetto: difetto?<br />
Ristorante locanda del Povero Diavolo<br />
via Roma 30<br />
Torriana (RN)<br />
tel (+ 39) 0322911902<br />
www.ristorantepoverodiavolo.com<br />
MY LIFE, MY STYLE - RISTORANTI<br />
giusto. È una cucina senza alginati, addensanti,<br />
maltodestrine… è una cucina di cuore, di anima…<br />
Post scriptum. A Parini sembra tocchi la<br />
stessa sorte di Bach: non gode di particolare considerazione<br />
da parte dei contemporanei. Occorre<br />
rimediare, andate a Torriana al più presto, non<br />
es<strong>it</strong>ate.<br />
Un’ultima importante nota. La locanda del<br />
Povero Diavolo, non dimentichiamolo, non è solo<br />
la cucina di Parini. Fausto e Stefania sono due<br />
squis<strong>it</strong>i padroni di casa. Hanno saputo costruire,<br />
nel tempo, un luogo di accoglienza unico. Vi sembrerà<br />
di entrare in una casa, la vostra, tanto calda<br />
sarà l’accoglienza degli ambienti e delle persone.<br />
E non es<strong>it</strong>ate a farvi cullare dalle amorevoli<br />
attenzioni della dolce Stefania e dalla pungente<br />
ironia di Fausto cui vi consiglio di affidarvi, a<br />
occhi chiusi, per le scelte enologiche; non ve ne<br />
pentirete affatto.<br />
Evviva i Poveri diavoli, evviva! ■<br />
Numero coperti: 35<br />
Chiuso: da dopo l’Epifania a metà marzo e lunedì.<br />
Prezzi: alla carta 50 euro<br />
Menù degustazione: 55 - 80 euro<br />
Vis<strong>it</strong>ato nel mese di dicembre 2009<br />
Per maggiori informazioni vis<strong>it</strong>ate il s<strong>it</strong>o www.passionegourmet.com<br />
FONDI&SICAV/Gennaio 2010 87
MY LIFE, MY STYLE - VINO<br />
Uno Chardonnay<br />
quasi sconosciuto<br />
La prima volta con i vini di Ornella Molon<br />
è stato a Venezia. Tanti anni or sono. C’è<br />
un locale che si chiama Al Prosecco, in<br />
Campo San Giacomo all’Orio, che è esattamente<br />
quello che ci piacerebbe gestire in prima persona:<br />
piccolo banco caffetteria, vino alla mesc<strong>it</strong>a,<br />
ma anche belle etichette allo scaffale, bei<br />
piatti di tavola fredda, atmosfera rilassata e amichevole.<br />
Il locale si distende fuori, sul Campo,<br />
sotto un grande platano: un locale più grande<br />
all’esterno che dentro, in modo da configurarlo<br />
per il godimento all’aria aperta, in connubio con<br />
la c<strong>it</strong>tà e la sua gente. Ottimo. Aspettiamo i cibi.<br />
Il sole rimbalza gradevole e arzillo tra il fogliame<br />
del vecchio platano, rifrangendosi in mille<br />
direzioni contro le facciate irregolari dei palazzi<br />
e l’abside della chiesa. Scaglie verticali di<br />
rosso, bianco, azzurro arredano la piazza, che da<br />
questa angolazione è proprio bella e ariosa. La<br />
gente passa lontano, confusa, là in fondo, sul<br />
trag<strong>it</strong>to San Marco-Ferrovia/Piazzale Roma.<br />
Come sarebbe bella Venezia senza turisti. Rifletto<br />
che anche io sono un turista e che, finché<br />
continuo a venirci con obiettivi e scopi di vis<strong>it</strong>a,<br />
sono fra gli eliminabili.<br />
Buono però, questo Chardonnay! Parliamo del<br />
produttore con i proprietari del locale e si scopre<br />
che Molon è un nome molto diffuso nel Veneto,<br />
considerato un grande produttore. Confesso una<br />
ignoranza imperdonabile: in guide ed enoteche a<br />
Milano non l’avevo mai visto, beata distrazione.<br />
Decido che una vis<strong>it</strong>a alla cantina sarebbe interessante:<br />
Campodipietra di Salgareda, provincia<br />
di Treviso. La campagna veneta è uno spettacolo,<br />
per la cura con cui viene utilizzata e non so-<br />
88 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
AZIENDA AGRICOLA ORNELLA MOLON<br />
TRAVERSO, VIA RISORGIMENTO, 40<br />
31040 CAMPODIPIETRA TV<br />
a cura di Enoteca Ronchi<br />
lamente conservata (il segreto è questo, non altri…),<br />
per la ricchezza delle acque, l’unic<strong>it</strong>à delle<br />
costruzioni che conservano la classe della nobiltà<br />
veneziana anche nelle esecuzioni più semplici.<br />
L’azienda non fa eccezione: è una grande antica<br />
residenza dei dogi del XVII secolo, Villa Giustinian,<br />
un complesso impressionante. Classica la<br />
disposizione simmetrica, con un grande corpo<br />
centrale (residenza del proprietario) e due ali laterali<br />
(barchesse) più basse, ma con volumi grandi<br />
e indivisi che si allungano a delim<strong>it</strong>are il frontale<br />
del parco antistante di 3,5 ettari.<br />
I vigneti si estendono su 40 ettari lungo la<br />
pianura del fiume Piave a sud-est di Treviso. Facciamo<br />
un giro in cantina dove la signora Molon<br />
mi apre le porte della barricaia, in uno dei vecchi<br />
depos<strong>it</strong>i a lato della barchessa di sinistra. Uno<br />
spettacolo impressionante di piccole botti accatastate,<br />
aspettando che il tempo faccia maturare<br />
il vino, dove ci si sente piccoli e inadeguati nella<br />
propria voglia di bere. Mi mostra l’azienda che<br />
è grande e che fa dell’accoglienza del cliente uno<br />
dei punti forti. Non solo un punto vend<strong>it</strong>a spettacolare,<br />
nei locali di depos<strong>it</strong>o di carri e attrezzi<br />
di una volta e oggi accogliente atrio, ampio nei<br />
volumi, largo e alto, dove tutta la produzione viene<br />
bene esposta. Ma anche una vera enoteca-wine<br />
bar con cucina, per clienti-gourmand.<br />
Per filosofia dichiarata, i vini di Molon hanno<br />
la caratteristica di centrare il giusto mezzo, di<br />
avere tipic<strong>it</strong>à, intens<strong>it</strong>à e genuin<strong>it</strong>à che ci si<br />
aspetta da produzioni veraci, senza la tensione<br />
assillante di ben figurare nelle deformanti guide,<br />
seguendo furtive e occasionali mode, ma con<br />
dentro una concretezza che prende convinzione<br />
dal terr<strong>it</strong>orio di cui deve essere esponente, in cui<br />
il vino deve essere venduto e apprezzato. Forse il<br />
mercato milanese trae equivoche convinzioni e<br />
motivazioni dal rating delle guide e deve rispondere<br />
alle logiche dettate per stagione o momento<br />
di mercato. Molon invece vive nel terr<strong>it</strong>orio,<br />
vuole esserne espressione verace e concreta, esserci<br />
oggi e domani. ■
90 FONDI&SICAV/Gennaio 2010<br />
,<br />
FONDI&SICAV<br />
CONOSCERE PER INVESTIRE AL MEGLIO Anno 3 - Numero 16 - Gennaio 2010<br />
Investire in un futuro ancora bambino<br />
Hi-tech, energia pul<strong>it</strong>a<br />
e biotech nei portafogli<br />
Obbligazionari convertibili<br />
Discesa all’inferno<br />
e r<strong>it</strong>orno alla grande<br />
Consensus Europa<br />
Fa capolino<br />
un moderato<br />
ottimismo<br />
Fondi&Sicav - Gennaio 2010<br />
numero 16 – Anno 3<br />
Direttore<br />
Giuseppe Riccardi<br />
Coordinamento redazionale e direttore<br />
responsabile<br />
Alessandro Secciani<br />
Ufficio studi<br />
Luca Brambilla, Boris Secciani<br />
Caporedattore<br />
Massimiliano D’Amico<br />
Progetto grafico e impaginazione<br />
Alfredo Rampanelli<br />
Collaboratori<br />
Stefania Basso, Alberto Cauzzi,<br />
Matteo Cicala, Davide Cimabue,<br />
Alessandro Coltella, Luigi Cossu,<br />
Andrea Ferrari, Andrea Milesio,<br />
Enoteca Ronchi, Rocki Gialanella,<br />
Dario Palladini, Gloria Valdonio.<br />
Segreteria di redazione<br />
Maria Luisa Crepaldi<br />
Redazione, amministrazione<br />
e pubblic<strong>it</strong>à<br />
Viale San Michele del Carso 1<br />
20144-Milano<br />
Tel. 02.320.62.55.67 - 02.91.70.10.30<br />
Fax 02.91.70.10.29<br />
Pubblic<strong>it</strong>à<br />
Matteo Gallizio<br />
adv@fondiesicav.<strong>it</strong><br />
Casa Ed<strong>it</strong>rice<br />
GMR srl<br />
Viale San Michele del Carso 1<br />
20144-Milano<br />
Stampa<br />
Poggi Tipol<strong>it</strong>o srl<br />
via Galileo Galilei 9/B<br />
Assago-Milano<br />
Autorizzazione n. 297 dell’8 maggio<br />
2008 del Tribunale di Milano