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Nel Castello Romitorio - Castello Romitorio Wines

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S T I L E D I V I T A<br />

AC ASTELLO ROMITORIO, un’imponente<br />

fortezza trecentesca che domina il panorama come un<br />

regale sparviero, da qualunque parte si provenga, si arriva<br />

ben disposti da chilometri e chilometri di campagna<br />

incantata. Sandro Chia vi è arrivato per la prima volta all’inizio<br />

degli anni 80 chiamato da Giorgio Franchetti, amico, grande<br />

amante e collezionista d’arte, all’epoca proprietario del bel maniero.<br />

“Giorgio amava moltissimo cercare le case e assegnarle agli<br />

amici. L’aveva fatto con Cy Twombly e con altri artisti. Era un<br />

modo per dire come li vedeva e dove, idealmente, li avrebbe voluti<br />

collocare”, racconta Sandro. “Mi aveva telefonato un giorno<br />

d’estate, caldissimo, per dirmi che dovevo vedere <strong>Romitorio</strong>. A<br />

quei tempi vivevo a New York, stavo lavorando a un ciclo di affreschi<br />

per un ristorante italiano che si chiamava Il Palio, e soffrivo<br />

per la calura. In tutta fretta, ho preso un aereo per Roma. A<br />

mezzogiorno del giorno seguente ero a <strong>Romitorio</strong>, alle 15 era già<br />

mio”. Sandro è nato a Firenze, ma le radici toscane non gli sono<br />

state di grande aiuto, almeno all’inizio nell’avventura di<br />

<strong>Romitorio</strong>. C’è ancora molta ruggine tra Firenze e Siena, retaggi<br />

lontani, medievali, mai del tutto sopiti. Chiamato al Palio di Siena,<br />

alla tradizionale cena con le maestranze delle contrade, fu invitato<br />

a dipingere il celeberrimo “cencio”, il dipinto del Palio. Saputo<br />

che era nato nella città del giglio, l’entusiasmo si raffreddò immediatamente.<br />

Solo qualche anno più tardi, dopo aver superato la<br />

iniziale diffidenza dei senesi, gli fu conferita la committenza. Il<br />

<strong>Romitorio</strong> era un luogo di eremiti: di loro raccontano le leggende,<br />

le storie che ancora circolano nelle campagne. “Questo spirito<br />

pervade ancora il territorio, mi ha dato indicazioni su come pro-<br />

cedere ed è stato per me una guida”, continua l’artista. La proprietà<br />

era abbandonata, c’erano molti lavori da fare, a cominciare<br />

dal tetto. La ristrutturazione è stata volutamente poco invasiva.<br />

“L’edificio con la sua forza era il dominus, non volevo alterarne la<br />

struttura. Mi sono limitato a rendere confortevole e vivibile<br />

<strong>Romitorio</strong>, portando acqua, luce, riscaldamento”. Non sono stati<br />

chiamati architetti, i lavori sono stati eseguiti magistralmente da<br />

artigiani locali. <strong>Nel</strong>la ristrutturazione sono stati utilizzati materiali<br />

di recupero, con un profondo rispetto per il luogo e la sua storia.<br />

“Forse, anche con un po’ di paura”, dice. “Mi sono avvicinato con<br />

grande umiltà; volevo un luogo dove poter vivere e dipingere in<br />

modo semplice”. La forte personalità di <strong>Romitorio</strong> ha vinto anche<br />

per quanto concerne il giardino. “Marella (Marella Caracciolo,<br />

moglie di Sandro) ha provato a piantare rose e altri fiori per addolcirne<br />

la natura ma questi, puntualmente, non superavano la<br />

stagione, alla fine si è arresa”, continua. Quello di Montalcino è<br />

un territorio particolare, di grande cultura manuale dove il genius<br />

loci continua a esprimersi nel lavoro artigianale e agricolo. “Il vino<br />

fa parte di questa grande tradizione, è un’opera stagionale,<br />

dove insieme alla natura e al clima partecipa l’uomo, con comprensione<br />

e governo. È un rapporto particolare un po’ alchemico,<br />

che impone un negoziato continuo tra il passato, rappresentato<br />

dalla cultura della tradizione, e il futuro rappresentato dal progetto<br />

che si vuole realizzare. A <strong>Romitorio</strong> mi sono sentito parte di<br />

una catena che è iniziata prima di me e che continuerà nel futuro,<br />

e questo mi ha dato equilibrio e felicità”. I riconoscimenti ottenuti<br />

dai vini di <strong>Romitorio</strong> attestano che Sandro ha capito ed è stato<br />

compreso dai più severi esperti del settore.<br />

Il viale di cipressi che porta a <strong>Romitorio</strong> ha l’età di Filippo, figlio primogenito di Sandro Chia, che partecipa alla gestione dell’azienda vinicola.<br />

Sotto, la cantina di <strong>Castello</strong> <strong>Romitorio</strong>, realizzata dall’artista, sulla quale svetta il calco del Porcellino di Firenze,<br />

simbolo portafortuna e omaggio al re dei luoghi, il cinghiale che domina incontrastato nei boschi di lecci. Sullo sfondo, i vigneti.<br />

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