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Sviluppi della vigilanza finanziaria europea: il ... - Queste Istituzioni

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queste istituzioni n. 156-157 gennaio-giugno 2010<br />

<strong>Sv<strong>il</strong>uppi</strong> <strong>della</strong> <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong> <strong>finanziaria</strong> <strong>europea</strong>: <strong>il</strong> rapporto de Larosière<br />

In un precedente articolo (La <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong><br />

bancaria <strong>europea</strong>: problemi<br />

e prospettive; n. 152 di “queste istituzioni”)<br />

sottolineavo come l’aggravarsi<br />

<strong>della</strong> crisi <strong>finanziaria</strong> in reazione<br />

al dissesto Lehman aveva messo in<br />

evidenza fattori di debolezza e lacune<br />

nei meccanismi comunitari <strong>della</strong> regolamentazione<br />

bancaria e <strong>finanziaria</strong>.<br />

Due punti apparivano degni di menzione:<br />

<strong>il</strong> primo la tenuta di alcuni<br />

principi base del mercato unico bancario,<br />

<strong>il</strong> secondo la debolezza insita<br />

nei Comitati di terzo livello previsti<br />

dalla riforma Lamfalussy dell’architettura<br />

<strong>finanziaria</strong> <strong>europea</strong>.<br />

Quanto al primo punto, alcuni episodi,<br />

(principalmente <strong>il</strong> dissesto delle<br />

banche islandesi – cfr. infra par. 4.)<br />

hanno posto in discussione <strong>il</strong> riconoscimento<br />

reciproco delle regole e<br />

quindi implicitamente la qualità <strong>della</strong><br />

supervisione. In generale, lo scambio<br />

di informazioni e la collaborazione fra<br />

_____________________<br />

L’autore è avvocato internazionalista e membro del Comitato di Bas<strong>il</strong>ea<br />

di Giuseppe Godano<br />

i supervisori, anche nell’ambito dei<br />

collegi delle autorità di <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong>, si<br />

sono rivelati tutt’altro che ottimali: la<br />

confidenza reciproca fra autorità nei<br />

rapporti b<strong>il</strong>aterali (cfr. caso Fortis, in<br />

Bas<strong>il</strong>ea 2009) è stata sostanzialmente<br />

erosa.<br />

Il secondo punto riflette un difetto di<br />

origine <strong>della</strong> procedura Lamfalussy: le<br />

regole dei Comitati di terzo livello<br />

previste dalla procedura, anche se ora<br />

possono essere assunte a maggioranza<br />

superando la regola dell’unanimità,<br />

sono semplici linee guida, prive di effetti<br />

giuridici vincolanti; esse non impegnano<br />

formalmente gli Stati<br />

membri, né le autorità nazionali di <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong>,<br />

salvo la loro applicazione su<br />

base volontaria.<br />

Le proposte del Rapporto<br />

Nell’autunno del 2008 la Commissione<br />

<strong>europea</strong> ha affidato a un gruppo<br />

di esperti, presieduto da Jacques de<br />

17


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Larosière <strong>il</strong> mandato di esplorare possib<strong>il</strong>i<br />

soluzioni, anche eventualmente di<br />

natura sopranazionale, atte a superare<br />

le conseguenze <strong>della</strong> crisi e a migliorare<br />

i meccanismi <strong>della</strong> supervisione. Il Comitato<br />

de Larosière ha rassegnato i suoi<br />

lavori alla fine di febbraio 2009. Il rapporto<br />

de Larosière ha innanzitutto effettuato<br />

una diagnosi <strong>della</strong> crisi<br />

<strong>finanziaria</strong>, individuando aspetti problematici<br />

sia per quanto riguarda le regole<br />

destinate ad assicurare la stab<strong>il</strong>ità <strong>finanziaria</strong><br />

e la protezione dei destinatari dei<br />

servizi finanziari, sia la supervisione, cioè<br />

<strong>il</strong> processo che deve assicurare che le regole<br />

siano effettivamente applicate e gli<br />

standard rispettati. Regole e supervisione<br />

sono interdipendenti: in ambedue<br />

sono richiesti standard elevati. Il rapporto<br />

ha inoltre preso atto <strong>della</strong> cooperazione<br />

insufficiente mostrata dalle<br />

singole autorità nazionali specialmente<br />

nella trattazione di casi di emergenza.<br />

In estrema sintesi, <strong>il</strong> Rapporto de Larosière<br />

ha proposto due modifiche fondamentali.<br />

Da un lato si è preoccupato<br />

degli aspetti macroeconomici e macroprudenziali<br />

<strong>della</strong> crisi, sostenendo, sulla<br />

scorta di orientamenti ormai acquisiti<br />

(cfr. Geneva Report del gennaio 2009), <strong>il</strong><br />

principio che non è sufficiente la <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong><br />

microprudenziale di una banca,<br />

poiché esistono dei fattori di rischio di<br />

carattere generale che sfuggono ai<br />

controlli <strong>della</strong> singola autorità e possono<br />

essere gestiti solo a livello aggregato.<br />

Il rischio sistemico, spesso<br />

globale, nasce da un’esposizione comune<br />

di molte istituzioni finanziarie<br />

agli stessi fattori di rischio che, sopportab<strong>il</strong>i<br />

a livello di singolo interme-<br />

18<br />

diario, sono amplificati e divengono<br />

ingestib<strong>il</strong>i a livello globale. Per affrontare<br />

queste problematiche, <strong>il</strong> Rapporto<br />

ha proposto la creazione di un<br />

comitato per la stab<strong>il</strong>ità <strong>finanziaria</strong>,<br />

sotto l’egida del sistema europeo delle<br />

Banche centrali, col mandato di riuscire<br />

ad anticipare i possib<strong>il</strong>i elementi<br />

di crisi nel funzionamento dei mercati<br />

e degli intermediari e di suggerire attraverso<br />

apposite raccomandazioni i<br />

rimedi più appropriati.<br />

Dall’altro <strong>il</strong> Rapporto si è reso conto<br />

delle limitazioni insite nella struttura<br />

dei comitati di terzo livello voluta da<br />

Lamfalussy, in particolare la natura<br />

volontaria e non obbligatoria <strong>della</strong><br />

cooperazione e delle relative decisioni<br />

assunte dai Comitati. Per superare<br />

tale inconveniente, ha proposto che i<br />

tre comitati attualmente esistenti, rispettivamente<br />

per le banche, le assicurazioni<br />

e i valori mob<strong>il</strong>iari (CEBS,<br />

CEIOPS e CESR) assurgano al rango di<br />

vere e proprie Authorities, secondo <strong>il</strong><br />

modello delle Agenzie europee.<br />

Il Rapporto de Larosière interpreta<br />

peraltro queste proposte come un<br />

punto di partenza, in qualche modo<br />

preconizzando anche, in un futuro più<br />

remoto, la possib<strong>il</strong>ità di addivenire a<br />

due sole autorità a livello europeo,<br />

l’una incaricata <strong>della</strong> stab<strong>il</strong>ità, l’altra<br />

<strong>della</strong> trasparenza (secondo <strong>il</strong> modello<br />

già vigente in alcuni Paesi europei).<br />

Propone, infine, uno stretto coordinamento<br />

fra questi nuovi enti a livello<br />

europeo e i loro contraltari a livello<br />

globale (G20, Financial Stab<strong>il</strong>ity<br />

Board, Comitato di Bas<strong>il</strong>ea).


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Il recepimento <strong>della</strong> Commissione<br />

<strong>europea</strong><br />

La Commissione <strong>europea</strong> ha sottoposto<br />

<strong>il</strong> rapporto de Larosière, secondo<br />

una prassi ormai consueta, alla consultazione<br />

di tutti gli operatori interessati<br />

e successivamente, anche sulla base<br />

delle osservazioni ricevute, ha emesso<br />

una Comunicazione (27 maggio<br />

2009) nella quale ha fatto proprie la<br />

maggior parte delle proposte contenute<br />

nel rapporto. Nel mese di giugno<br />

2009 prima <strong>il</strong> Consiglio Ecofin e successivamente<br />

<strong>il</strong> Consiglio europeo<br />

hanno dato mandato alla Commissione<br />

di tradurre i principi espressi nel<br />

rapporto de Larosière e nella Comunicazione<br />

in precisi dettati legislativi.<br />

La Commissione ha pubblicato una<br />

serie di documenti (settembre 2009)<br />

che compendiano i relativi testi legislativi,<br />

avviando quindi i negoziati<br />

presso <strong>il</strong> Consiglio <strong>il</strong> quale, nel corso<br />

di due riunioni (rispettivamente <strong>il</strong> 20<br />

ottobre e <strong>il</strong> 2 dicembre 2009) ha trovato<br />

una posizione comune. I testi legislativi<br />

saranno adottati a conclusione<br />

<strong>della</strong> procedura di co-decisione col<br />

Parlamento europeo: è previsto che le<br />

nuove strutture siano costituite nel<br />

corso del 2010 per essere operative dal<br />

1° gennaio 2011. Da osservare a questo<br />

riguardo che i redattori del rapporto<br />

de Larosière avevano indicato<br />

una data più lontana nel tempo<br />

(2012) per <strong>il</strong> recepimento completo<br />

delle loro proposte: sotto la spinta<br />

<strong>della</strong> crisi <strong>finanziaria</strong> la Commissione<br />

ha inteso invece anticipare i tempi.<br />

I testi <strong>della</strong> Commissione approvati<br />

dal Consiglio confermano le proposte<br />

del rapporto de Larosière sulla natura<br />

e le funzioni sia del Comitato per <strong>il</strong><br />

rischio sistemico sia del sistema europeo<br />

<strong>della</strong> supervisione <strong>finanziaria</strong>.<br />

Il Comitato per <strong>il</strong> rischio sistemico<br />

La composizione e le funzioni del<br />

Comitato per <strong>il</strong> rischio sistemico sono<br />

oggetto di una bozza di regolamento<br />

del Consiglio (documento<br />

COM/2009/499 <strong>della</strong> Commissione<br />

pubblicato <strong>il</strong> 23 settembre 2009).<br />

Il Consiglio generale (General Board)<br />

è l’organo decisionale del Comitato. I<br />

membri del Consiglio, ai sensi dell’art.<br />

6, sono <strong>il</strong> Presidente e <strong>il</strong> Vice presidente<br />

<strong>della</strong> BCE, i Governatori delle<br />

Banche centrali nazionali, un rappresentante<br />

<strong>della</strong> Commissione <strong>europea</strong><br />

e i Presidenti delle tre Authorities incaricate<br />

<strong>della</strong> <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong> microprudenziale<br />

(v. infra). In più, ma senza diritto<br />

di voto, un rappresentante ad alto livello<br />

delle singole autorità di <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong><br />

nazionali e <strong>il</strong> Presidente del Comitato<br />

economico e finanziario (CEF) di cui<br />

all’art. 134 del Trattato UE.<br />

Dato <strong>il</strong> numero considerevole dei<br />

componenti del Consiglio generale<br />

(61 persone) è stato previsto un organismo<br />

più ag<strong>il</strong>e, una sorta di Comitato<br />

esecutivo (Steering Committee)<br />

che coadiuva <strong>il</strong> Consiglio generale<br />

nell’espletamento delle sue funzioni. I<br />

componenti dello steering committee<br />

sono <strong>il</strong> Presidente e <strong>il</strong> Vice presidente<br />

del Consiglio generale, i Presidenti<br />

delle tre authorities, <strong>il</strong> Presidente del<br />

CEF, <strong>il</strong> rappresentante <strong>della</strong> Commis-<br />

19


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sione e, a rotazione, cinque membri<br />

del Consiglio generale che siano<br />

anche membri del Consiglio generale<br />

<strong>della</strong> BCE.<br />

Il Presidente del Comitato verrà<br />

eletto fra i membri del Consiglio generale<br />

che siano anche membri del<br />

Consiglio generale <strong>della</strong> BCE (anche<br />

se non sarà necessariamente <strong>il</strong> Presidente<br />

stesso <strong>della</strong> BCE come invece<br />

era stato suggerito dal rapporto de<br />

Larosière) per un periodo di cinque<br />

anni rinnovab<strong>il</strong>e; <strong>il</strong> Presidente ha<br />

come di consueto la rappresentanza<br />

esterna del Comitato.<br />

I forti legami dell’istituendo Comitato<br />

con la BCE sono testimoniati comunque<br />

dalla circostanza che sarà la<br />

BCE stessa a fornire <strong>il</strong> segretariato,<br />

come stab<strong>il</strong>ito da una specifica proposta<br />

di decisione del Consiglio UE<br />

(COM/2009/500) che verrà assunta<br />

invocando per la prima volta l’art.<br />

127/6 del Trattato, che affida alla BCE<br />

specifici compiti nell’area <strong>della</strong> <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong><br />

prudenziale.<br />

La missione del Comitato è <strong>il</strong>lustrata<br />

in termini molto generali nell’art. 1<br />

<strong>della</strong> bozza di regolamento: <strong>il</strong> Comitato<br />

è responsab<strong>il</strong>e <strong>della</strong> sorveglianza<br />

macroprudenziale sul sistema finanziario,<br />

al fine di prevenire o mitigare<br />

rischi sistemici. Nel secondo paragrafo<br />

sono <strong>il</strong>lustrati più specificamente<br />

i compiti attribuiti al<br />

Comitato: individuare, raccogliere e<br />

analizzare le informazioni necessarie;<br />

identificare e dare una scala di priorità<br />

ai rischi sistemici; emettere segnalazioni<br />

precoci (early warning) e raccomandazioni<br />

al fine di trovare i rimedi<br />

20<br />

più appropriati; monitorare le fasi<br />

successive <strong>della</strong> procedura. Vengono<br />

menzionati poi, ma la citazione appare<br />

pleonastica, la cooperazione col<br />

sistema europeo di <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong> <strong>finanziaria</strong><br />

e <strong>il</strong> coordinamento con <strong>il</strong> Fondo<br />

monetario e col Financial Stab<strong>il</strong>ity<br />

Board per la materia macroprudenziale.<br />

Funzioni e poteri del Comitato<br />

L’art. 15 del documento COM/499 regola<br />

la materia dello scambio di informazioni<br />

stab<strong>il</strong>endo, come auspicato<br />

dal rapporto de Larosière, <strong>il</strong> principio<br />

dell’obbligatorietà di tale scambio fra<br />

<strong>il</strong> Comitato per <strong>il</strong> rischio sistemico da<br />

un lato e <strong>il</strong> sistema europeo per la supervisione<br />

<strong>finanziaria</strong> dall’altro, rispettando<br />

nella materia un materiality<br />

test, in omaggio al principio di proporzionalità.<br />

Se in generale è previsto<br />

che la richiesta di informazioni si riferisca<br />

a dati in forma aggregata, è<br />

possib<strong>il</strong>e anche che la richiesta concerna<br />

dati individuali di singoli intermediari,<br />

innovando così rispetto alla<br />

situazione attuale, in cui lo scambio di<br />

informazioni singole, pur se possib<strong>il</strong>e<br />

in base alla legislazione comunitaria,<br />

può essere legittimamente rifiutato da<br />

parte di un’autorità di <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong> nazionale.<br />

La funzione più importante del Comitato<br />

è probab<strong>il</strong>mente quella di<br />

emettere avvertimenti (early warning)<br />

che identificano i potenziali squ<strong>il</strong>ibri<br />

nel sistema finanziario suscettib<strong>il</strong>i di<br />

aggravare <strong>il</strong> rischio sistemico e successive<br />

raccomandazioni con l’indica-


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zione dei rimedi più appropriati alle<br />

circostanze. In tale ottica, ai sensi<br />

dell’art. 16 <strong>della</strong> proposta di regolamento,<br />

gli avvertimenti e le raccomandazioni<br />

possono essere di natura<br />

generale o più specifica e possono<br />

avere come destinatari sia la Comunità<br />

nel suo complesso, sia uno o più<br />

Stati membri sia una o più delle authorities<br />

europee o delle singole autorità<br />

nazionali. Le raccomandazioni<br />

devono contenere una data di scadenza<br />

per le risposte di policy.<br />

Il Comitato non ha poteri decisionali<br />

autonomi e non può imporre alcuna<br />

misura a carico dei singoli Stati o<br />

delle autorità nazionali: è stato concepito<br />

infatti come un organo che si<br />

basa sulla reputazione dei suoi componenti<br />

e che influenza le azioni dei<br />

policy maker e dei supervisori con la<br />

sua autorità morale.<br />

In realtà <strong>il</strong> rapporto de Larosière, in<br />

una sua raccomandazione, aveva previsto<br />

anche delle sanzioni in caso di<br />

giudizio di inadeguatezza delle risposte<br />

alle raccomandazioni del Comitato,<br />

ma la proposta di regolamento<br />

<strong>della</strong> Commissione non lo ha seguito<br />

su questo punto. Tuttavia, se pure le<br />

raccomandazioni del Comitato non<br />

sono vincolanti, i destinatari di esse<br />

non possono rimanere indifferenti nei<br />

confronti di un rischio che è stato<br />

identificato e devono reagire, in base<br />

al principio ormai consolidato “act or<br />

explain”: se un destinatario non è<br />

d’accordo, deve comunque spiegare le<br />

ragioni del suo operato (art. 17).<br />

Un’interessante fattispecie è contemplata<br />

dall’art. 18, che concerne la pub-<br />

blicità delle delibere del Comitato in<br />

tema di avvertimenti e raccomandazioni.<br />

Qui si fronteggiavano due esigenze<br />

contrastanti: da un lato la<br />

necessità di adottare rimedi quanto<br />

più possib<strong>il</strong>e tempestivi, dall’altro <strong>il</strong><br />

rischio di creare con la pubblicità reazioni<br />

sfavorevoli del mercato. Si è<br />

concluso che le deliberazioni in materia<br />

sono rese pubbliche solo se a favore<br />

<strong>della</strong> pubblicità si formi una<br />

maggioranza dei due terzi del Comitato.<br />

I supervisori finanziari<br />

Il secondo p<strong>il</strong>astro <strong>della</strong> nuova costruzione<br />

comunitaria è costituito dal sistema<br />

europeo dei supervisori<br />

finanziari.<br />

Si esaminano in dettaglio le proposte<br />

<strong>della</strong> Commissione, prendendo come<br />

base <strong>il</strong> documento COM/2009/501<br />

che si occupa dell’EBA (European Banking<br />

Authority), che subentra all’attuale<br />

CEBS; due ulteriori documenti<br />

(COM/2009/502 e COM/2009/503) si<br />

occupano rispettivamente dell’EIOPA<br />

(European Insurance and Occupation<br />

Pensions Authority) e dell’ESMA (European<br />

Security and Markets Authority),<br />

che subentrano rispettivamente<br />

al CEIOP e al CESR.<br />

La struttura di governance e <strong>il</strong> potere<br />

delle tre authorities sono sostanzialmente<br />

i medesimi: le authorities si differenziano<br />

esclusivamente per le<br />

peculiarità dei settori che rappresentano:<br />

in più l’ESMA, oltre che di intermediari,<br />

si occupa di mercati, come<br />

del resto <strong>il</strong> CESR a cui subentra, e ha<br />

21


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inoltre poteri regolamentari diretti<br />

sulle società di rating.<br />

Le funzioni attuali dei Comitati restano<br />

e vengono potenziate: si tratta<br />

del coordinamento delle autorità nazionali<br />

responsab<strong>il</strong>i per la trasposizione<br />

<strong>della</strong> disciplina comunitaria<br />

negli ordinamenti nazionali e per<br />

l’esercizio pratico <strong>della</strong> <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong>, in<br />

modo da promuovere parità di condizioni<br />

concorrenziali all’interno<br />

dell’Unione. Ma vengono attribuite<br />

anche nuove e importanti funzioni.<br />

Innanzitutto <strong>il</strong> rango di agenzie attribuito<br />

alle authorities consente loro<br />

di superare gli attuali limiti legati<br />

all’inquadramento economico e normativo<br />

del personale e al trattamento<br />

fiscale che divengono quelli applicati<br />

alle istituzioni europee. E’ possib<strong>il</strong>e<br />

che per <strong>il</strong> funzionamento delle authorities<br />

vengano previsti finanziamenti<br />

a carico del b<strong>il</strong>ancio<br />

comunitario oppure a carico degli<br />

enti vig<strong>il</strong>ati.<br />

In secondo luogo, le authorities devono<br />

mirare alla creazione di un manuale<br />

di regole (cosiddetto rule book)<br />

comunitario, per eliminare l’attuale<br />

diversità nell’attuazione e nell’interpretazione<br />

delle regole: regole comuni<br />

sulla carta, ma che ogni autorità nazionale<br />

adatta alla propria realtà istituzionale<br />

e alla diversità nelle prassi.<br />

A regime dovranno essere eliminate<br />

tutte le differenze nella trasposizione<br />

negli ordinamenti nazionali <strong>della</strong> legislazione<br />

comunitaria derivanti da<br />

eccezioni, deroghe, aggiunte (cosiddetto<br />

gold plating), ambiguità ecc. A<br />

tal fine le authorities (art. 7 <strong>della</strong> bozza<br />

22<br />

di regolamento) sono incaricate di<br />

elaborare regole standard in materie<br />

tecniche o specialistiche: l’esempio più<br />

tipico è dato dalle segnalazioni statistiche<br />

(reporting), ma si può pensare a<br />

tutte le aree in cui si sostanzia l’attività<br />

di <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong> compendiata nel secondo<br />

p<strong>il</strong>astro dell’accordo di Bas<strong>il</strong>ea.<br />

La Commissione deve avallare questi<br />

standard e può, con parere motivato,<br />

respingerli in tutto o in parte ma, allorché<br />

si pronuncia favorevolmente, li<br />

trasfonde in regolamenti del Consiglio<br />

che saranno direttamente applicati<br />

e contribuiranno a creare <strong>il</strong> level<br />

playing field per gli intermediari finanziari,<br />

in qualsiasi Paese <strong>della</strong> Comunità<br />

si trovino a operare.<br />

In terzo luogo, nell’ipotesi che permangano<br />

contrasti fra le singole autorità<br />

coinvolte nella gestione di un<br />

gruppo bancario multinazionale, è<br />

ipotizzato un meccanismo obbligatorio<br />

di soluzione delle vertenze (art.<br />

11), al termine del quale tutte le parti<br />

interessate devono sottostare alle decisioni<br />

dell’authority di settore. E’ previsto<br />

anche che, in presenza di<br />

mancata ottemperanza da parte di<br />

un’autorità nazionale alle decisioni<br />

dell’authority, quest’ultima possa direttamente<br />

rivolgersi all’intermediario<br />

finanziario per imporne l’osservanza<br />

(art.11.4). In sostanza, <strong>il</strong> meccanismo<br />

dovrebbe garantire <strong>il</strong> raggiungimento<br />

di una decisione nei casi in cui, essendo<br />

richieste cooperazione o decisioni<br />

congiunte, <strong>il</strong> dissenso delle<br />

autorità porta a una situazione di<br />

stallo.


001_042_Layout 1 16/07/10 15:35 Pagina 23<br />

Poteri e organi delle authorities<br />

Poteri più penetranti in capo alle authorities,<br />

con decisioni direttamente<br />

applicab<strong>il</strong>i agli intermediari finanziari<br />

nel caso di inazione delle autorità nazionali,<br />

sono previsti anche dall’art.<br />

10, che regola i casi di situazioni di<br />

emergenza, che potenzialmente mettano<br />

a repentaglio l’ordinato funzionamento<br />

e l’integrità del sistema<br />

finanziario nel mercato unico.<br />

Le decisioni assunte dalle authorities<br />

per far fronte a situazioni di emergenza<br />

(art. 10) o a seguito di una procedura<br />

di risoluzione delle<br />

controversie (art.11) sono sottoposte<br />

a una clausola di salvaguardia, in base<br />

alla quale uno Stato membro può decidere<br />

di non ottemperare a una decisione<br />

dell’authority, qualora questa si<br />

rifletta sulla responsab<strong>il</strong>ità fiscale<br />

(abbia in pratica conseguenze sul b<strong>il</strong>ancio<br />

dello Stato membro). Alla fine<br />

sarà <strong>il</strong> Consiglio UE ad avere l’ultima<br />

parola.<br />

Gli organi di ciascuna authorities sono<br />

<strong>il</strong> Consiglio dei supervisori (Board of<br />

Supervisors), <strong>il</strong> Comitato di gestione<br />

(Management Board), <strong>il</strong> Presidente e <strong>il</strong><br />

Direttore esecutivo. Il Consiglio dei<br />

supervisori è l’organo decisionale<br />

dell’authority: di esso fanno parte <strong>il</strong><br />

Presidente, i responsab<strong>il</strong>i delle singole<br />

autorità nazionali, un rappresentante<br />

<strong>della</strong> Commissione, un rappresentante<br />

del CERS, un rappresentante per<br />

ciascuna delle altre due authorities; ma<br />

solo i responsab<strong>il</strong>i delle autorità nazionali<br />

hanno diritto di voto.<br />

Il Comitato di gestione, che coadiuva<br />

<strong>il</strong> Consiglio dei supervisori e, in particolare,<br />

è destinato a occuparsi del<br />

programma dei lavori, delle regole di<br />

procedura e dell’adozione del b<strong>il</strong>ancio,<br />

è un organismo più snello, composto<br />

di solo sei membri: <strong>il</strong> Presidente del<br />

Board, <strong>il</strong> rappresentante <strong>della</strong> Commissione<br />

e quattro membri del Consiglio<br />

dei supervisori scelti a<br />

rotazione.<br />

A differenza dei presidenti dei Comitati<br />

di livello 3, <strong>il</strong> presidente dell’authority<br />

ha un incarico a tempo pieno,<br />

incompatib<strong>il</strong>e quindi col mantenimento<br />

di cariche nelle autorità nazionali;<br />

altrettanto è previsto per <strong>il</strong><br />

direttore esecutivo che è incaricato<br />

<strong>della</strong> gestione quotidiana dell’authority.<br />

Entrambi saranno scelti sulla<br />

base di una selezione aperta al pubblico<br />

che terrà conto <strong>della</strong> loro esperienza<br />

e capacità professionale.<br />

E’ previsto altresì un comitato congiunto<br />

di rappresentanti delle tre authorities<br />

per la trattazione di<br />

tematiche comuni ai tre settori dell’intermediazione<br />

<strong>finanziaria</strong>, che raccoglie<br />

così anche l’eredità dell’attuale<br />

Comitato per i conglomerati finanziari.<br />

Una Commissione per <strong>il</strong> riesame<br />

(board of appeal), anch’essa composta<br />

da rappresentanti designati dalle tre<br />

authorities a valere su una lista di personalità<br />

predisposta dalla Commissione,<br />

dovrà occuparsi dei ricorsi<br />

contro le decisioni prese dall’authority<br />

in materia di applicazione coerente<br />

delle regole comunitarie, situazioni di<br />

emergenza e composizione di controversie.<br />

23


001_042_Layout 1 16/07/10 15:35 Pagina 24<br />

Non bisogna dimenticare infine che,<br />

mentre le tre authorities costituiscono<br />

la parte più innovativa del progetto<br />

comunitario, <strong>il</strong> sistema europeo dei supervisori<br />

finanziari è concepito come<br />

una costruzione complessa, nella quale<br />

hanno un’importante voce sia le singole<br />

autorità nazionali (indipendentemente<br />

quindi dalla loro partecipazione<br />

all’authority di settore), sia la Commissione,<br />

che è presente nei vari Consigli<br />

e provvista di penetranti poteri.<br />

Alcune criticità dello schema<br />

Lo schema de Larosière, fin qui <strong>il</strong>lustrato<br />

degli aspetti più significativi, è<br />

stato criticato da alcuni commentatori<br />

come un esperimento troppo timido<br />

che non muove i passi necessari<br />

verso un’autorità realmente sopranazionale.<br />

In realtà esso costituisce, probab<strong>il</strong>mente,<br />

<strong>il</strong> traguardo massimo che<br />

si potesse raggiungere al momento,<br />

senza dover ricorrere al lungo e faticoso<br />

iter <strong>della</strong> revisione dei Trattati.<br />

In effetti, nel trasfondere in dettami<br />

legislativi <strong>il</strong> rapporto de Larosière, la<br />

Commissione si è trovata di fronte a<br />

un d<strong>il</strong>emma: da un lato, assicurare<br />

una riforma efficace in grado di superare<br />

gli inconvenienti messi in luce<br />

dalla crisi <strong>finanziaria</strong>; dall’altro, rispettare<br />

la coerenza col diritto comunitario<br />

attuale, senza essere costretta<br />

a proporre una revisione del Trattato.<br />

La via di una riforma del Trattato sarebbe<br />

stata obbligata nell’ipotesi <strong>della</strong><br />

costituzione di un’autorità di <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong><br />

unica, sia incardinata nella<br />

banca centrale <strong>europea</strong>, sia invece co-<br />

24<br />

stituita ex novo senza riferimento a<br />

strutture esistenti. Le difficoltà politiche<br />

derivanti dalla necessità di superare<br />

lo scoglio dell’unanimità e i<br />

tempi comunque lunghi hanno comportato<br />

la scelta di una via di compromesso:<br />

un sistema europeo di<br />

<strong>vig<strong>il</strong>anza</strong> <strong>finanziaria</strong> in cui l’aspetto<br />

sopranazionale viene valorizzato, lasciando<br />

peraltro impregiudicato <strong>il</strong><br />

mantenimento delle competenze a livello<br />

nazionale in omaggio ai principi<br />

di sussidiarietà e proporzionalità richiamati<br />

nell’art. 5 del Trattato. Il<br />

compromesso è palese anche nella<br />

scelta <strong>della</strong> base giuridica per i nuovi<br />

comitati: l’art. 114 del Trattato, tradizionalmente<br />

invocato nel campo del<br />

ravvicinamento delle legislazioni<br />

sulla base delle nuove funzioni miranti<br />

alla creazione di un rule-book di<br />

valenza esclusivamente comunitaria.<br />

Ma si tratta di un escamotage per<br />

evitare appunto un processo di revisione<br />

del Trattato che sarebbe scattato<br />

in presenza di un’authority<br />

veramente dotata di poteri sopranazionali.<br />

Un processo di revisione che,<br />

per ora, sembra politicamente improponib<strong>il</strong>e.<br />

Un ulteriore aspetto di criticità si rinviene<br />

nei rapporti delle istituende authorities<br />

con la Commissione da un<br />

lato e con le autorità governative<br />

dall’altro. Il rischio di un ruolo subalterno<br />

nei confronti sia dell’una che<br />

delle altre è concreto.<br />

La presenza <strong>della</strong> Commissione in<br />

tutti gli organi decisionali delle authorities<br />

e in molti importanti snodi<br />

delle procedure (ad es. la fissazione


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dello stato di emergenza ex art. 10<br />

<strong>della</strong> proposta di regolamento o la<br />

mancata approvazione degli standard<br />

tecnici) è la naturale conseguenza<br />

dell’inquadramento delle authorities<br />

nella figura delle agenzie di diritto<br />

comunitario. L’influenza che probab<strong>il</strong>mente<br />

verrà esercitata dalla Commissione<br />

rischia di ridurre <strong>il</strong> grado di<br />

indipendenza delle autorità, contro i<br />

dettami riconosciuti in sede internazionale.<br />

La bozza di regolamento nulla dice<br />

sul problema dei rapporti con i comitati<br />

di secondo livello istituiti in attuazione<br />

<strong>della</strong> riforma Lamfalussy.<br />

Quest’ultima prevede infatti che <strong>il</strong><br />

potere decisionale nell’ambito dei comitati<br />

di secondo livello sia assegnato<br />

in via esclusiva ai rappresentanti dei<br />

ministeri; gli esperti tecnici che li<br />

coadiuvano non hanno diritto di<br />

voto. L’approccio che è stato scelto<br />

tiene distinte le responsab<strong>il</strong>ità tecniche<br />

da quelle politiche, trascurando<br />

la maggiore esperienza delle autorità<br />

di controllo per quanto riguarda <strong>il</strong><br />

funzionamento degli intermediari finanziari.<br />

La soluzione che viene perpetuata<br />

mantiene la frattura tra chi<br />

decide la regolamentazione e chi è<br />

chiamato ad applicarla sul campo.<br />

Un ulteriore motivo di attrito con le<br />

autorità politiche potrà derivare dal<br />

ricorso degli Stati alla clausola di salvaguardia<br />

secondo la quale (cfr. supra,<br />

par. 3b) <strong>il</strong> singolo Stato nazionale può<br />

opporsi alla decisione delle authorities<br />

qualora questa impatti sul proprio regime<br />

fiscale.<br />

Una riforma ancora da applicare<br />

Un giudizio compiuto sulla riforma<br />

de Larosiére potrà essere formulato<br />

solo dopo la sua effettiva entrata in vigore.<br />

Il Parlamento europeo ha già<br />

annunciato, in sede di commissione<br />

finanze, di voler introdurre modifiche<br />

allo schema, nel senso di rendere più<br />

efficace e più “<strong>europea</strong>” l’azione delle<br />

authorities.<br />

Decisiva si rivelerà per <strong>il</strong> successo<br />

<strong>della</strong> riforma l’evoluzione dei rapporti<br />

delle authorities con le singole autorità<br />

nazionali. Mi limito a citare due aree<br />

dove i rispettivi interessi sono potenzialmente<br />

in contrasto: <strong>il</strong> rapporto de<br />

Larosière ha soltanto sollevato i problemi,<br />

ma non indica soluzioni concrete.<br />

La prima area riguarda <strong>il</strong> principio<br />

<strong>della</strong> <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong> dell’autorità del Paese<br />

di origine. Questo principio è stato<br />

messo a dura prova durante la crisi <strong>finanziaria</strong>,<br />

in occasione del dissesto di<br />

banche islandesi che avevano succursali<br />

nel territorio del Regno Unito, ma<br />

anche in altri Paesi <strong>della</strong> Comunità<br />

(caso Kaupting, in Bas<strong>il</strong>ea 2009) e<br />

che, secondo i principi, erano sottoposte<br />

alla <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong> del Paese d’origine<br />

(cioè l’Islanda), responsab<strong>il</strong>e <strong>della</strong> solvib<strong>il</strong>ità<br />

delle succursali. Le autorità<br />

britanniche, infatti (Turner 2009),<br />

hanno proposto di non consentire, allorché<br />

la <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong> del Paese di origine<br />

non è giudicata sufficientemente valida,<br />

l’insediamento delle banche<br />

estere con succursali, ma solo con f<strong>il</strong>iazioni,<br />

cioè come banche del Paese<br />

ospitante, sottoposte a requisiti pru-<br />

25


001_042_Layout 1 16/07/10 15:35 Pagina 26<br />

denziali dell’autorità locale. E’ chiaro<br />

che <strong>il</strong> rifiuto del passaporto europeo,<br />

che si avrebbe in questi casi, minerebbe<br />

alla radice uno dei presupposti<br />

del mercato unico.<br />

La seconda area concerne la gestione<br />

delle crisi, dove le autorità nazionali<br />

giustamente pretendono di mantenere<br />

un ruolo predominante, visto che<br />

gli interventi di risanamento e salvataggio<br />

sono a carico delle pubbliche<br />

finanze dei singoli Stati. Questo almeno<br />

fino a che non si arriverà a<br />

principi condivisi per la ripartizione<br />

Note bibliografiche<br />

BASEL COMMITTEE OF BANKING SUPERVISION,<br />

Report and recommendations of the “cross-border bank<br />

resolution group, documento di consultazione,<br />

Bas<strong>il</strong>ea, settembre 2009.<br />

COMMISSIONE EUROPEA, Proposte di regolamento<br />

(COM499-503) del 23/9/2009.<br />

COMMISSIONE FINANZE ETESORO DEL SENATO,<br />

Indagine conoscitiva sugli strumenti di <strong>vig<strong>il</strong>anza</strong> <strong>europea</strong><br />

dei mercati creditizi, finanziari e assicurativi,<br />

Audizione del vice direttore generale <strong>della</strong> Banca<br />

d’Italia Giovanni Carosio, dicembre 2009.<br />

26<br />

dei costi nel caso di dissesto (burden<br />

sharing).<br />

In conclusione, <strong>il</strong> successo <strong>della</strong> riforma<br />

si giocherà sulle realizzazioni<br />

concrete, in particolare sulla capacità<br />

delle authorities di svolgere un ruolo<br />

veramente sopranazionale, assumendo<br />

e rendendo operative decisioni che riguardino<br />

i singoli intermediari, anche<br />

all’occorrenza superando i veti delle<br />

singole autorità nazionali: un compito<br />

che si presenta non semplice.<br />

GENEVA REPORT, The fundamental principles of financial<br />

regulation, Ginevra, gennaio 2009.<br />

RAPPORTO DE LAROSIÈRE, The high level group on<br />

financial supervision in the EU, Bruxelles, febbraio<br />

2009.<br />

THE TURNER REVIEW, A regulatory response to the<br />

global banking crisi, Londra, marzo 2009.<br />

BEEG IAIN, Regulation and Supervision of financial<br />

intermediaries in the EU: the aftermath of the financial<br />

crisis, in ,<br />

n. 5, 2009.

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