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L'ombra di Gladio - La Nuova Alabarda

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che è latitante all’estero” 79 . Altri frequentatori erano il principe Alliata <strong>di</strong> Monreale, coinvolto in <strong>di</strong>versi episo<strong>di</strong> della strategia della<br />

tensione e Michele Papa, l’agente Z del Sismi, del quale il giu<strong>di</strong>ce Carlo Palermo scrisse che era “l’ambasciatore” segreto degli<br />

interessi <strong>di</strong> Gheddafi in Italia e farebbe parte <strong>di</strong> quel misterioso Parlamento mon<strong>di</strong>ale per la sicurezza e la pace (al quale si vanta <strong>di</strong><br />

appartenere Marco Pirina), Parlamento il cui nome fu fatto in collegamento ad un traffico <strong>di</strong> barre d’uranio <strong>di</strong> cui si parlò nell’estate<br />

del ‘99.<br />

A Trieste Sinagra è intervenuto spesso in <strong>di</strong>versi convegni sui temi del “bilinguismo” e delle “foibe”, esternando in senso<br />

nostalgico ed irredentista. Ecco alcune citazioni dai suoi interventi.<br />

“Lo stato italiano ci è nemico; lo stato italiano riven<strong>di</strong>ca un <strong>di</strong>ritto storico su regioni che sono italiane anche se provvisoriamente<br />

non lo sono; non mi interessa come finisce questo processo (l’inchiesta Pititto sulle “foibe”, n.d.r.) e non credo che sia importante che<br />

assassini della peggior specie e una zoccola come Avjanka Margitic, amante <strong>di</strong> Piskulic, vengano a sporcare le carceri dello stato<br />

italiano; dovrà tornare un governo duce nel senso <strong>di</strong> guidare” (10/9/97).<br />

“Sì sono nazionalista; l’irredentismo non è un delitto perché bisogna recuperare regioni e terre che sono state italianissime;<br />

questo parlamento va chiuso; bisogna nutrire il più profondo <strong>di</strong>sprezzo per questo stato; bisogna avvertire vergogna <strong>di</strong> appartenervi”<br />

(4/2/98).<br />

Infine in una conferenza indetta da Fascismo e Libertà (25/4/00), dopo avere salutato come “camerati” gli astanti, ha sostenuto<br />

che il fascismo in Italia, dopo essere nato per coniugare giustizia sociale e sentimento nazionale è cessato per sconfitta militare e non<br />

per verifica economica e che il problema del fascismo in Italia è che “è durato troppo poco”; e che la “rimozione degli effetti dei<br />

genoci<strong>di</strong> passati dovrebbe consistere nel restituire (Slovenia e Croazia, n.d.r.) agli esuli le proprietà confiscate, restituire la verità<br />

storica, consentire ai sopravvissuti <strong>di</strong> tornare nelle loro italianissime terre”.<br />

Dopo questo lungo excursus sui denuncianti, torniamo alla storia dell’inchiesta sulle foibe.<br />

Sul quoti<strong>di</strong>ano triestino “Il Piccolo” del 24/11/95 viene data la notizia che l’inchiesta sulle foibe è affidata ad un magistrato <strong>di</strong><br />

Roma: “Pititto ha sulla propria scrivania il fascicolo relativo al dramma delle foibe solo da poche settimane. Lo ha ere<strong>di</strong>tato dal<br />

collega Gianfrancesco Mantelli, trasferitosi al Ministero. E, per stu<strong>di</strong>are come far procedere l’indagine Pititto ha incontrato nei giorni<br />

scorsi l’avvocato Sinagra: tra l’altro il magistrato ha già annunciato <strong>di</strong> voler acquisire alcuni memoriali e <strong>di</strong> voler ascoltare padre<br />

Rocchi, uno dei personaggi più noti fra gli esuli”. Nello stesso articolo troviamo anche un’altra affermazione <strong>di</strong> Pititto: “Il problema<br />

che mi trovo ora ad affrontare è tradurre un fatto storico in un fatto giu<strong>di</strong>ziario”. Ma è “solo da poche settimane” che ha sulla scrivania<br />

il fascicolo relativo alle foibe e già ha tratto le proprie conclusioni in merito? Non ha ancora sentito alcun testimone (<strong>di</strong>fatti nello<br />

stesso articolo si riferisce che ha invitato “chiunque abbia ricor<strong>di</strong> precisi” a farsi avanti) e già ha capito tutta la “trage<strong>di</strong>a delle foibe”,<br />

fatti sui quali neanche gli storici più seri sono ancora riusciti a fare chiarezza?<br />

LA DENUNCIA DI FABBRI CONTRO “BORO”.<br />

Ed è proprio richiamandosi all’invito <strong>di</strong> Pititto che Fabbri inviò alle tre procure <strong>di</strong> Gorizia, Roma e Trieste una lettera (datata<br />

18/12/95) avente come oggetto “reato <strong>di</strong> genoci<strong>di</strong>o e strage in danno della popolazione dei territori ceduti della Venezia Giulia e<br />

Dalmazia; segnalazione <strong>di</strong> testi; identificazione e cattura dei responsabili; accordo italo sloveno ed implicazioni interne ed<br />

internazionali”.<br />

Vale la pena <strong>di</strong> soffermarsi su quanto scritto da Fabbri in questa occasione, sia perché riprende e chiarisce cose che abbiamo già<br />

visto, sia perché sugli argomenti qui sviscerati egli tornerà anche successivamente. Anticipiamo qui che a volte i contenuti delle<br />

<strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> Fabbri ci sono sembrati (a noi profani) quasi <strong>di</strong>ffamatori, e precisiamo subito che riportiamo il suo scritto per dovere<br />

<strong>di</strong> cronaca, ma naturalmente ce ne <strong>di</strong>ssociamo.<br />

Fabbri esor<strong>di</strong>sce <strong>di</strong>cendo che in relazione all’appello lanciato da Pititto agli eventuali testimoni ha “ragione <strong>di</strong> credere che il<br />

magistrato <strong>di</strong> Roma possa essere deliberatamente depistato dagli aventi causa per motivi personali ovvero per una malintesa ragion <strong>di</strong><br />

stato”. Quin<strong>di</strong> egli decide <strong>di</strong> sollecitare l’intervento della magistratura “al fine <strong>di</strong> ripristinare verità e giustizia”; ed afferma che quanto<br />

da lui scritto è redatto “sulla base <strong>di</strong> informative confidenziali da me artatamente raccolte in circostanze fortuite”.<br />

< L’inchiesta <strong>di</strong> Roma parte da una denuncia dell’avv. Sinagra, professore universitario, piduista, già <strong>di</strong>fensore <strong>di</strong> Licio Gelli.<br />

Detto avvocato ha <strong>di</strong>versi recapiti e possiede uno stu<strong>di</strong>o presso un non meglio identificato “Istituto Internazionale <strong>di</strong> Alti Stu<strong>di</strong><br />

Giuri<strong>di</strong>ci Economici per lo sviluppo” con sede a Gorizia. Non è dato sapere quale sia l’attività svolta da detto Istituto né le fonti <strong>di</strong><br />

finanziamento 80 . Giova far presente, peraltro, che il testo dell’infame trattato <strong>di</strong> Osimo era stato segretamente concertato con le<br />

autorità slovene da tale dott. Carbone, funzionario del Ministero dell’Industria, nonché piduista e privo <strong>di</strong> qualsiasi titolo formale che<br />

lo legittimasse a trattare.<br />

L’inquietante presenza della Loggia massonica in queste vicende dalle implicazioni internazionali, per ora, resta solo adombrata,<br />

ma sarà opportuno nel prosieguo tenere presente tale fattore anche in relazione al ruolo che i servizi segreti sembrano avere svolto a<br />

margine della presente inchiesta.<br />

Aggiungo per completezza che gli atti parlamentari sulla P2 hanno sempre evidenziato ricadute economiche occulte a mezzo <strong>di</strong><br />

loschi affari ogniqualvolta la P2 sia riuscita a pilotare segretamente accor<strong>di</strong> internazionali. A tal proposito ritengo necessario<br />

identificare e sottoporre ad indagine l’attività <strong>di</strong> import-export che farebbe occultamente capo all’inquisito principale, citta<strong>di</strong>no<br />

sloveno (ve<strong>di</strong> in seguito) il quale avrebbe allacciato rapporti privilegiati con i servizi segreti italiani >.<br />

A questo punto saltano agli occhi alcune cose. Innanzitutto la conoscenza che Fabbri vanta in merito agli occulti maneggi della<br />

loggia P2 nella firma del trattato <strong>di</strong> Osimo: ammesso che un tanto sia vero, come fa lui ad esserne a conoscenza? Inoltre Fabbri fa<br />

riferimento ad un “inquisito principale”, che poi scopriremo essere Pregelj: ma sulla stampa non si sono fatti nomi <strong>di</strong> alcun<br />

“inquisito”, tanto meno “Boro”, visto che (come abbiamo visto) la denuncia <strong>di</strong> Sinagra riguardava i fatti <strong>di</strong> Pisino del settembre ‘43,<br />

ed aveva come “inquisito” Ivan Motika; un’altra denuncia verrà successivamente presentata dall’avvocato Schwarzemberg, ma<br />

79 In “Trame atlantiche”, cit.<br />

80 Non cre<strong>di</strong>amo del resto che quell’istituto sia tenuto a rendere conto a Fabbri della propria attività e delle fonti <strong>di</strong> finanziamento.<br />

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