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Untitled - Altervista

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~ Discesa mortale ~<br />

«Ce ne andremo così come siamo arrivati», dissi, «con un intervallo<br />

di cinque minuti uno dall’altro. Io scenderò per primo».<br />

«Non preoccuparti. Ho lasciato la macchina nel parcheggio sotterraneo.<br />

Possiamo scendere con l’ascensore assieme», replicò.<br />

Usando i guanti di pelle, premette il bottone per chiamare l’ascensore.<br />

Una luce blu apparve attraverso la superficie trasparente. Potevo<br />

sentire il rumore dell’ascensore idraulico che saliva verso di noi, dalle<br />

viscere dell’edificio, a una velocità di 6 piani al secondo. Mi rivolsi alla<br />

“Fonte”: «Quando ci rivedremo?».<br />

Accompagnate dal suono del campanello, le porte dell’ascensore si<br />

aprirono, mossi un passo per entrare. «Attento!!», urlò lui, afferrandomi<br />

per un braccio e tirandomi indietro.<br />

Osservando l’interno dell’ascensore, notai uno spettacolo agghiacciante…<br />

non c’era il pavimento, avrei incontrato una morte certa oltre<br />

230 metri più giù, se “la Fonte” non avesse avuto la prontezza di riflessi<br />

di allontanarmi dall’abisso. Tremavo tutto, sentivo brividi freddi<br />

corrermi su e giù lungo la spina dorsale in rapida successione.<br />

«Il pavimento!», dissi quasi sottovoce, «dov’è il pavimento?».<br />

«Dobbiamo andarcene da qua!», disse “la Fonte, «qualcuno ha eluso<br />

i sistemi di sicurezza, ti stavano aspettando!».<br />

«Ascolta», continuò, «non prendere gli ascensori, non sono sicuri.<br />

Scendi dalle scale e chiama la polizia. Quando sarà arrivata, approfitterò<br />

di quel momento per prendere un ascensore e raggiungere il parcheggio<br />

sotterraneo. Vai! Ora!!».<br />

Scendevo i gradini due alla volta, volavo giù per le scale appoggiando<br />

la mano al muro, elettrizzato dall’adrenalina, andando a velocità da<br />

record. Sentivo il cuore battere contro la scatola toracica e chiedere più<br />

ossigeno. Arrivato a uno dei piani bassi, sentii la voce straniera di un<br />

addetto alla sorveglianza che stava salendo le scale verso di me.<br />

«Herr… Mister… Sir… tutto bene? Cosa è successo? Sono stato avvertito<br />

che c’era un problema al secondo piano. Qualcuno ha bloccato manualmente<br />

l’ascensore, e questo lo si può fare solo in casi di emergenza».<br />

L’afferrai per l’avambraccio e dissi, respirando profondamente tra<br />

una parola e l’altra: «Potrebbe chiamare la polizia il prima possibile?».<br />

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