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Bollettino Tec 032010_Bollettino ICF

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SOMMARIO<br />

Convegno: Latte crudo<br />

ripartiamo da zero...<br />

tra sicurezza e profitto<br />

A cura del Dott. Giuseppe De Lucia<br />

Rimozim il nuovo prodotto<br />

contro il biofilm<br />

A cura del Dott. Giuseppe De Lucia<br />

Sanificazione dei distributori<br />

del latte crudo: esperienze<br />

di campo.<br />

A cura del Dott. Giuseppe De Lucia<br />

Contaminazione microbiologica<br />

dell’aria<br />

A cura della Dott.ssa Maifreni<br />

Ricercatrice dell’Università<br />

degli Studi di Udine<br />

Clean il prodotto disinfettante<br />

degli ambienti negli<br />

allevamenti di suini<br />

A cura di Fabiano Effretti<br />

1<br />

1<br />

2<br />

8<br />

14<br />

17<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

<strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico<br />

ED0428U/02<br />

Kg 25<br />

Contenuto netto:<br />

mecc. predeterminato<br />

PER USO INDUSTRIALE<br />

DETERGENTE ALCALINO LIQUIDO<br />

Per il lavaggio dei pastorizzatori a piastre.<br />

blu one n.f.<br />

CONCENTRAZIONI D’USO BLU ONE N.F. contiene: sodio<br />

In soluzione acquosa 1-4%.<br />

idrossido, sequestranti (EDTA,<br />

agroalimentare<br />

BIODEGRADABILITÀ<br />

fosfonati).<br />

Contiene tensioattivi biode grada<br />

bili al 90% (art. 2-4 L. 26/4/83<br />

n. 136).<br />

AVVERTENZE: Provoca gravi ustioni. Conservare fuori<br />

dalla portata dei bambini. In caso di contatto con gli occhi,<br />

lavare immediatamente ed abbondantemente con acqua e<br />

consultare il medico. In caso di contatto con la pelle lavarsi<br />

immediatamente ed abbondantemente con acqua. Usare<br />

indumenti protettivi e guanti adatti e proteggersi gli occhi/la<br />

faccia. In caso di incidente o di malessere consultare<br />

UN 1824<br />

immediatamente il medico (se possibile, mostrargli l’etichetta).<br />

FOCUS<br />

FOCUS<br />

CORROSIVO<br />

OFFICINA DI PRODUZIONE PMC AUT. MINISTERO DELLA SALUTE<br />

Via G.B. Benzoni, 50 - 26020 Palazzo Pignano (CR)<br />

Tel. +39 0373 982024 - Fax +39 0373 982025<br />

www.icfsrl.com - info@icfsrl.it<br />

Convegno: Latte crudo ripartiamo da zero...tra<br />

sicurezza e profitto<br />

Il 20 gennaio 2010 la <strong>ICF</strong> Srl in collaborazione con l’associazione<br />

allevatori di Brescia e la Società Bevilatte ha<br />

organizzato un convegno sul latte crudo.<br />

In questo contesto, momento fondamentale d’incontro<br />

tra gli operatori dell’industria alimentare, enti di controllo<br />

ed aziende che operano nel settore dell’igiene e<br />

sicurezza alimentare, è risultato di fondamentale<br />

importanza l’intervento del servizio veterinario della<br />

ASL di Montichiari sulla normativa che regola la produzione<br />

e la vendita del latte crudo con decisivi pareri<br />

chiarificatori.<br />

La Società Bevilatte nella persona del Dr. Fausto Cavalli<br />

ha invece espressamente indicato le problematiche igieniche<br />

nella produzione del latte crudo ponendo molta<br />

attenzione alla correlazione tra la qualità igienica del<br />

latte e la ricaduta economica sull’allevatore.<br />

La <strong>ICF</strong> Srl ha esposto al convegno il lavoro di ricerca<br />

sulla problematica della contaminazione del latte crudo<br />

Listeria monocytogenes dalla mungitura al distributore<br />

e le soluzioni di sanificazione adottate da <strong>ICF</strong> al fine di<br />

eliminare questo problema.<br />

Gli atti del convegno sono disponibili sul sito della <strong>ICF</strong><br />

<br />

LATTE CRUDO,<br />

RIPARTIAMO<br />

DA ZERO...<br />

tra sicurezza<br />

e profitto<br />

Organizzato da<br />

<strong>ICF</strong> Srl<br />

Bevilatte<br />

APL ASSOCIAZIONE PRODUTTORI LATTE PIANURA PADANA


RIMOZIM il nuovo prodotto<br />

contro il biofilm<br />

A cura del<br />

Dott. Giuseppe De Lucia<br />

2<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

La <strong>ICF</strong> Srl grazie alle presenza di una ricerca e sviluppo<br />

all’avanguardia ha realizzato un nuovo prodotto denominanto<br />

Rimozim in grado di degradare il biofilm microbico da ogni<br />

superficie.<br />

A fini di meglio comprendere l’importanza del problema biofilm<br />

nell’industria alimentare riteniamo corretto chiarire alcuni punti.<br />

Cos’è un biofilm microbico? Un biofilm è una comunità strutturata di cellule (es.batteriche)<br />

racchiuse in una matrice polimerica autoprodotta ed adesa ad una<br />

superficie inerte o vivente .<br />

Quando si forma un biofilm<br />

biologico?<br />

Dove si forma un biofilm<br />

microbico?<br />

Perchè si forma un biofilm<br />

microbico?<br />

Da cosa è costituito un biofilm<br />

microbico?<br />

L’approccio classico alla<br />

rimozione del biofilm<br />

Il biofilm si può formare su superfici non correttamente sanificate in<br />

cui i microrganismi sopravvissuti sono in grado di colonizzare le<br />

superfici e sviluppare il fenomeno del biofilm.<br />

biofilm si può formare su superfici che per la loro struttura sono<br />

difficilmente sanificabili o sulle superfici le cui procedure di<br />

sanificazione sono inefficienti. Tra le superfici più critiche ricordiamo<br />

taglieri, ceppi e nel caso di impianti nelle curve ed in prossimità di<br />

valvole, connessioni ecc.<br />

Il biofilm si può formare per l'inefficacia delle procedure di<br />

sanificazioni delle superfici.<br />

Nel biofilm possiamo distinguere due parti:<br />

1- EPS (Extracellular Polymeric Substances) costituiti da polimeri<br />

degli acidi uronici, proteine e sali. Costituiscono tra il 50-70% in<br />

peso del biofilm;<br />

2- Microrganismi rappresentano dal 30-50% in peso del biofilm<br />

L’inefficienza delle normali procedure di sanificazione nei confronti<br />

del biofilm è<br />

direttamente connessa con la difficile azione degli agenti<br />

antimicrobici nella matrice EPS.<br />

La presenza dell’EPS agisce nei confronti degli agenti antimicrobici<br />

con due diverse modalità:<br />

1- resistenza alla diffusione del principio attivo disinfettante;<br />

2- neutralizzazione parziale del principio disinfettante.<br />

1- procedura di sanificazione straordinaria in cui si utilizzano<br />

Cloroattivi o Acido peracetico in elevate concentrazioni e per tempi<br />

prolungati.<br />

2- i tempi e le concentrazioni degli agenti disinfettanti vengono<br />

stabiliti in funzione dell’età , della specie microbica del biofilm e del<br />

materiale su cui esso si è sviluppato.<br />

3- obiettivo di questi trattamenti è distruggere i soli batteri<br />

contenuti nel biofilm


...segue Rimozim il nuovo<br />

prodotto contro il biofilm<br />

Limiti all’approccio classico di<br />

rimozione del biofilm<br />

Nuovo approccio alla<br />

rimozione del biofilm<br />

3<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

Alleghiamo alcuni esempi di “distruzione ” di biofilm con metodi<br />

classici trovati in bibliografia ed i relativi limiti rilevati da questi<br />

metodi.<br />

Resistenza all’azione del disinfettante di biofilm di listeria<br />

monocytogenes di diverse età, prodotti su differenti materiali<br />

trattati con una soluzione di 200 ppm di Ipoclorito di Sodio per un<br />

tempo di contatto di 1 minuto<br />

Nel grafico N°1 biofilm su due diversi materiali di età compresa 1-<br />

20 giorni dimostrano diversa resistenza all'azione del disinfettante.<br />

Più precisamente biofilm più vecchi dimostrano maggiore resistenza<br />

al disinfettante rispetto a biofilm più giovani . In entrambi i casi<br />

l'azione del disinfettante non è in grado di eliminare i<br />

microrganismi presenti nel biofilm.<br />

-USO DI CONCENTRAZIONI ELEVATE DI PRODOTTO<br />

DISINFETTANTE PER TEMPI PROLUNGATI<br />

-CORROSIVITA’ DELLE SOLUZIONI DI DISINFETTANTI UTILIZZATI<br />

PER LA RIMOZIONE DEI BIOFILM<br />

-DIFFICILE ELIMINAZIONE DELLA CARICA MICROBICA PRESENTE<br />

NEL BIOFILM<br />

-DIFFICILE O NULLA CAPACITA' DI ELIMINARE L ‘EPS DAL BIOFILM<br />

- FACILE RICOLONIZZAZIONE DEL EPS E RIFORMAZIONE DEL<br />

BIOFILM IN TEMPI PIU’ RAPIDI<br />

- Distruggere la matrice EPS e rimuovere i microrganismi in<br />

esso presenti<br />

- Approccio non microbiologico ma ingegneristico<br />

Rimozione biofilm tramite<br />

attacco enzimatico alle<br />

componenti del EPS<br />

Strategia<br />

di azione del<br />

RIMOZIM


...segue Rimozim il nuovo<br />

prodotto contro il biofilm<br />

4<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

Al fine di testare l’efficacia del prodotto la <strong>ICF</strong> Srl ha incaricato la<br />

DR.ssa Marino e la Dr.ssa Maifreni l’Università di Udine di testare il<br />

Rimozim su biofilm di vari microrganismi in condizione statiche<br />

(biofilm su taglieri) che dinamiche (biofilm all’interno di tubi).<br />

RIMOZIM è stato testato presso l'Università degli Studi di Udine su<br />

biofilm di Listeria monocytogenes e Staphylococcus aureus. I biofilm<br />

sono stati formati per una settimana in condizioni statiche su<br />

micropiastre in polistirene e trattati con il pool enzimatico alle concentrazioni<br />

dell'1 e 2% alle temperature di 25 e 37 °C per tempi di<br />

contatto compresi tra 15 e 50 minuti. I risultati hanno dimostrato<br />

una estrema efficacia del pool enzimatico nella rimozione dei biofilm<br />

formati dalle due specie microbiche.


...segue Rimozim il nuovo<br />

prodotto contro il biofilm<br />

Studi di rimozione di biofilm<br />

prodotto in regime dinamico<br />

con Rimozim<br />

dall'Univerisità degli studi di<br />

Udine<br />

Il CDC Reactor:<br />

è l’apparecchio utilizzato<br />

dall’Università di Udine per<br />

produrre biofilm in regime<br />

dinamico su vari materiali.<br />

Quando deve essere usato<br />

Rimozim<br />

Come deve essere usato<br />

Rimozim<br />

5<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

I risultati ottenuti dimostrano che il Rimozim è in grado di<br />

degradare un biofilm di una settimana di Listeria Monocytogenes in<br />

15 minuti e 30 minuti di staphylococcus aureus a 25°C.<br />

I biofilm prodotti sulle superfici in cui il liquido o il contaminante<br />

rimane immobile risultano essere molto meno resistenti agli agenti<br />

disinfettanti dei biofilm prodotti con liquidi contaminanti in<br />

movimento. Nel caso di biofilm prodotti con liquido o sostanza<br />

contaminante immobile si parla di biofilm statico nel caso contrario<br />

si parla di biofilm dinamico. Un esempio di biofilm statico è quello<br />

che si può produrre su un tagliere invece un esempio di dinamico è<br />

quello che si può rilevare entro un tubo. Di fondamentale<br />

importanza lo studio dell'effetto di Rimozim su questa tipologia di<br />

biofilm al fine di valutare le possibili applicazione nell'industria<br />

alimentare (lattiero-casearia e bevande ) nei trattamenti di<br />

disinfezione degli impianti.<br />

I risultati delle prove condotte su biofilm dinamici di 48 ore di<br />

listeria monocytogenes e staphylococcus aureus utilizzando<br />

rimozim a 25 °C al 1% per un tempo di contatto di 30 minuti sono<br />

riassunti nella tabella seguente.<br />

I valori ottenuti dimostrano una riduzione dei microrganismi<br />

presenti 2-3 Log ampiamente confermando la difficoltà nella<br />

rimozione del biofilm dinamico.<br />

Tale risultati confermano che per il biofilm dinamico sia essenziale<br />

porre dopo la fase di trattamento enzimatico la successiva fase di<br />

disinfezione con tempi e concentrazioni opportuni.<br />

Sanificazione straordinaria<br />

sospetto o accertata presenza di biofilm in impianti o Superfici<br />

Sanificazione periodica<br />

TEFLON ®<br />

STAINLESS STEEL 304<br />

Staphylococcus aureus 2,14±0,34 2,69±0,59<br />

Listeria monocytogenes 1,93±0,17 2,48±0,33<br />

Data are expressed as attached cella log 10 reductions<br />

trattamento periodico con Rimozim consente di rinforzare<br />

l’efficacia delle procedure di Sanificazione giornaliera riducendo il<br />

rischio del biofilm<br />

Utilizzare soluzione di Rimozim dopo il trattamento di detersione e<br />

risciacquo e prima della disinfezione oppure a termine della<br />

normale sanificazione


Sanificazione straordinaria di<br />

un tagliere con sospetto di<br />

biofilm<br />

Superfice del tagliere dopo<br />

detersione e trattamento con<br />

Rimozim<br />

Superfice del tagliere dopo<br />

detersione e trattamento con<br />

Rimozim<br />

e successiva sanitizzazione<br />

con acido peracetico<br />

Sanificazione straordinaria di<br />

un distributore di latte crudo<br />

con sospetta<br />

presenza di biofilm<br />

6<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

CMT Enterobatteriacae<br />

CMT Enterobatteriacae<br />

CMT Enterobatteriacae<br />

Risultati delle piastre condotte su un distributore latte crudo<br />

sottoposto ad una sanificazione con Detergente alcalino e<br />

successiva disinfezione con prodotto cloroattivo.<br />

Le piastre rilevano la possibile presenza di biofilm esteso sulle<br />

superfici della pompa del distributore.<br />

CMT Enterobatteriacae


Sanificazione straordinaria di<br />

un tagliere con sospetto di<br />

biofilm<br />

7<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

Utilizzo di Rimozim al 1% per un tempo di contatto di 15 minuti tra<br />

la fase di detersione e quella di disinfezione. I risultati sono qui di<br />

seguito evidenziati.<br />

CMT Enterobatteriacae


Sanificazione dei distributori<br />

del latte crudo:<br />

esperienze di campo<br />

A cura del<br />

Dott. Giuseppe De Lucia<br />

Che cosa è la<br />

Listeria Monocytogenes<br />

8<br />

Perchè si trova<br />

nel latte crudo<br />

Dati epidemiologici sulla contaminazione<br />

di listeria monocytogenes<br />

su insilati e latte<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

Nel luglio 2009 un allevatore ha incaricato la <strong>ICF</strong> Srl di verificare la<br />

correlazione tra la presenza della Listeria monocytogenes nel latte<br />

crudo campionato nei distributori del latte e le procedura di<br />

sanificazione delle superfici, attrezzature ed ambienti utilizzate.<br />

STEPS DI ANALISI DEL PROBLEMA<br />

Che cosa è la Listeria Monocytogenes<br />

Perché si ritrova nel latte crudo<br />

Le procedure d’igiene animali, ambientali e<br />

di produzione perché non hanno funzionato<br />

Come risolvere il problema<br />

Questo batterio è molto diffuso nell'ambiente. I principali habitat<br />

sono il suolo, l’acqua, il fango ed il foraggio. Listeria<br />

monocytogenes si trova anche negli animali domestici e selvatici<br />

(mammiferi, uccelli e probabilmente anche alcune specie di pesci e<br />

molluschi), e nelle persone.<br />

Per essere un batterio non sporigeno, resiste abbastanza bene agli<br />

effetti deleteri del congelamento, essiccamento e del calore<br />

Contaminazione da<br />

Listeria<br />

Monocytogenes<br />

Contaminazione<br />

prima della mungitura<br />

Contaminazione dalla<br />

mungitura alla distribuzione<br />

Aria Terreno<br />

Latte<br />

contaminato<br />

In Danimarca sono stati esaminati 75 campioni di insilati di cui 15%<br />

sono risultati positivi Alla Listeria Monocytogenes.<br />

Nel latte crudo direttamente dai capezzoli di una mucca con mastite<br />

si è verificata la presenza del Microrganismo patogeno (in un solo<br />

dei capezzoli!).<br />

In uno studio effettuato nei Paesi bassi il 10% di tutti gli animali<br />

esaminati risultavano contaminati dal microrganismo.<br />

La presenza riguardava anche gli operatori addetti alla produzione<br />

del latte (zoonosi).


...segue:sanificazione<br />

dei distributori del latte crudo:<br />

esperienze di campo<br />

9<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

Dai dati mostrati si evince che gli insilati e quindi l’animale una volta<br />

ammalato può portare la produzione di latte contaminato dal<br />

microrganismo già all’atto della mungitura.<br />

L’operazione di mungitura ha comunque delle criticità che possono<br />

determinare la ricontaminazione del latte come evidenziano le<br />

figure in particolar modo per quanto riguarda la contaminazione<br />

ambientale.<br />

Listeria pavimento<br />

e tettarelle<br />

La Listeria monocytogenes è un microrganismo facilmente rilevabile<br />

nell’aria e sulle superfici e di conseguenza per la stessa origine può<br />

contaminare il latte nella fase di mungitura per la sua presenza sui<br />

pavimenti, sifoni e tettarelle dei locali mungitura e sale latte. Per tal<br />

ragione la <strong>ICF</strong> ha effettuato tamponi ambientali per la ricerca di<br />

Listeria monocytogenes e spp.<br />

I risultati dei tamponi rivelano la presenza di Listeria<br />

monocytogenes e di Listeria spp sia sul pavimento che sui sifoni<br />

della sala di mungitura e della sale latte


...segue, sanificazione<br />

dei distributori del latte crudo,<br />

Contaminazione<br />

impianto di mungitura<br />

10<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

Al fine di evitare la contaminazione del latte, l’impianto di<br />

mungitura deve essere sottoposto ad una procedura di sanificazione<br />

di grande efficacia . Per valutare la bontà della procedura di<br />

sanificazione si sono effettuati test microbiologici e chimici sulle<br />

superfici dell’impianto.<br />

I risultati ottenuti dimostrano la presenza della Listeria spp sulle<br />

tettarelle congiunta all’individuazione di punti critici di sanificazione<br />

nell’impianto di mungitura tra cui le copri tettarelle ed il collettore<br />

tettarelle.<br />

I dati i nostro possesso fino a questo punto dimostrano che la<br />

presenza di Listeria sia legata a due possibili cause:<br />

1– animale malato o portatore sano;


...segue, sanificazione<br />

dei distributori del latte crudo,<br />

Contaminazione<br />

impianto di mungitura<br />

Contaminazione<br />

del distributore latte<br />

dall’azienda agricola<br />

al punto vendita<br />

11<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

2– ricontaminazione ambientale del latte in fase di mungitura<br />

Al fine di comprendere il peso epidemiologico di tale non conformità<br />

si è effettuato una ricerca bibliografica sulle positività rilevate di<br />

Listeria monocytogenes al serbatoio del latte con i seguenti risultati.<br />

In uno studio scozzese sono state monitorate 260 Fattorie<br />

controllando la presenza di Listeria Monocytogenes i risultati sono<br />

stati i seguenti:<br />

1-N°25 aziende risultate positive;<br />

2-N°7 aziende sono risultate positive per 3 o più Volte;<br />

3- Carica del latte compresa tra 1


...segue, sanificazione<br />

dei distributori del latte crudo,<br />

dall’azienda agricola<br />

al punto vendita<br />

Azione N°1<br />

Contaminazione<br />

primaria del latte<br />

12<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

Non ultima considerazione è la contaminazione del latte al punto di<br />

vendita.<br />

I distributori al punto vendita sono inseriti in box chiusi in cui<br />

l’assenza di una corretta sanificazione dei pavimenti e delle superfici<br />

può tranquillamente generare una ricontaminazione del latte da<br />

Listeria monocytogenes.o da altri microrganismi patogeni.<br />

Esaminate le cause di contaminazione del latte crudo è necessario a<br />

questo porre in essere tutte una serie di AZIONI necessarie per<br />

portare in conformità il latte.<br />

Verificare la presenza di animali ammalati o portatori sani di Listeriosi<br />

e procedere con le relative procedure veterinarie al fine di evitare<br />

l’estensione della contaminazione e la produzione di latte<br />

contaminato<br />

Verificare la qualità dei mangimi e le condizioni di stoccaggio.<br />

Utilizzo dei prodotti premungitura o predipping (Premilk foam) e post<br />

mungitura o postdipping (Puppis o Film Care).<br />

Al fine di verificare il livello igienico dei capezzoli delle vacche, dopo<br />

il trattamento di predipping si sono effettuati tamponi per la ricerca<br />

di Listeria monocytogens sulle superfici dei capezzoli di parte della<br />

mandria dopo il predipping con i seguenti risultati


....segue, Azione N°1<br />

Contaminazione<br />

primaria del latte<br />

13<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

L’assenza di Listeria in tutti gli animali esaminati conferma la bontà<br />

del trattamento di pre e post diping attuato.


Azione N°2<br />

Contaminazione sala latte e<br />

mungitura<br />

14<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

Al fine di rimuovere la Listeria dalle superfici e dalle tettarelle si<br />

è operato utilizzando un prodotto schiumogeno con frequenza<br />

giornaliera nella sala latte e mungitura con idoneo impianto<br />

schiuma.<br />

Procedura di sanificazione giornaliera Pavimenti e Tettarelle attuata<br />

- Rimozione dei residui con getto d’acqua<br />

- Detersione e sanitizzazione con soluzione di Prodotto<br />

schiumogeno Super Foam Chlor al 3% per un tempo di<br />

contatto 5 minuti<br />

- risciacquo con acqua.<br />

Dopo circa 1 mese dall’applicazione della procedura si sono<br />

effettuati tamponi per la ricerca di Listeria monocytogenes in sala<br />

latte e mungitura sulle tettarelle, pavimenti con i seguenti risultati.<br />

I dati microbiologici confermano la bontà del trattamento di<br />

sanificazione e l’eliminazione del microrganismo patogeno dalla sala<br />

latte e mungitura e di conseguenza ogni possibile ricontaminazione<br />

latte.


Azione N°3<br />

Contaminazione del latte dal<br />

distributore al punto vendita<br />

15<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

Data la complessità della procedura di sanificazione si è deciso di<br />

predisporre un trattamento di sanificazione periodico con il prodotto<br />

Rimozim contro il biofilm dinamico.<br />

La procedura applicata al distributore del latte è stata la seguente.<br />

1- porre acqua tiepida nel serbatoio del latte del distributore;<br />

2- far circolare almeno 5 minuti e scaricare;<br />

3- porre nel serbatoio del latte del distributore una soluzione<br />

al 5% del prodotto Blu one NF alla temperatura compresa<br />

tra 40-50°C;<br />

4- lasciarla agire almeno 10 minuti;<br />

5- scaricare la soluzione e risciacquare con acqua per almeno<br />

5 minuti;<br />

6- porre una soluzione di Rimozim al 1% per un tempo di<br />

contatto di 15 minuti<br />

7- scaricare la soluzione e risciacquare con acqua per almeno<br />

5 minuti<br />

8- porre una soluzione del prodotto disinfettante Super Farm<br />

al 5% (50 ml ogni litro di acqua)e lasciarla girare almeno<br />

15 minuti,<br />

9- scaricare la soluzione e risciacquare con acqua per almeno<br />

5 minuti.<br />

Al fine di verificare la bontà del processo di sanificazione si sono<br />

ripetuti i test microbiologici con i seguenti risultati.<br />

Il trattamento di sanificazione rinforzato con l’utilizzo del prodotto<br />

Rimozim ha determinato un risultato igienico di piena conformità.<br />

Al fine di chiudere i lavori sul latte crudo si è effettuato un<br />

campionamento microbiologico del latte al fine di verificare<br />

l’assenza di Listeria monocytogenes e Listeria spp ed i risultati<br />

confermano la bontà del lavoro effettuato.


ED0428U/02<br />

...segue, azione N°3<br />

Contaminazione del latte dal<br />

distributore al punto vendita<br />

Contenuto netto:<br />

mecc. predeterminato Kg 25<br />

blu one n.f.<br />

CONCENTRAZIONI D’USO BLU ONE N.F. contiene: sodio<br />

In soluzione acquosa 1-4%.<br />

idrossido, sequestranti (EDTA,<br />

agroalimentare<br />

BIODEGRADABILITÀ<br />

fosfonati).<br />

Contiene tensioattivi biode grada<br />

bili al 90% (art. 2-4 L. 26/4/83<br />

n. 136).<br />

AVVERTENZE: Provoca gravi ustioni. Conservare fuori<br />

dalla portata dei bambini. In caso di contatto con gli occhi,<br />

lavare immediatamente ed abbondantemente con acqua e<br />

consultare il medico. In caso di contatto con la pelle lavarsi<br />

immediatamente ed abbondantemente con acqua. Usare<br />

indumenti protettivi e guanti adatti e proteggersi gli occhi/la<br />

faccia. In caso di incidente o di malessere consultare<br />

UN 1824<br />

immediatamente il medico (se possibile, mostrargli l’etichetta).<br />

PER USO INDUSTRIALE<br />

DETERGENTE ALCALINO LIQUIDO<br />

Per il lavaggio dei pastorizzatori a piastre.<br />

OFFICINA DI PRODUZIONE PMC AUT. MINISTERO DELLA SALUTE<br />

CORROSIVO<br />

Via G.B. Benzoni, 50 - 26020 Palazzo Pignano (CR)<br />

Tel. +39 0373 982024 - Fax +39 0373 982025<br />

www.icfsrl.com - info@icfsrl.it<br />

16<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10


Contaminazione<br />

microbiologica<br />

dell’aria<br />

A cura:<br />

Dott.ssa Maifreni Ricercatrice<br />

Dell’Università degli Studi<br />

di Udine<br />

17<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

La microflora dell’aria è variabile e transitoria. L’aria non possiede<br />

una propria microflora: i microrganismi in essa dispersi provengono<br />

dal suolo e dalle goccioline di vapore.<br />

Questo ambiente non costituisce un substrato in cui i microrganismi<br />

sono in grado di accrescersi, però, se presenti, possono persistere<br />

a lungo. Sono presenti molte forme di lieviti e muffe; altri<br />

microrganismi sono rappresentati da batteri a forma di cocchi e<br />

bastoncini.<br />

Il numero di microrganismi nell’aria è influenzato da diversi fattori<br />

quali movimenti e correnti d’aria, luce del sole, umidità, polvere.<br />

Nell’aria sono sempre presenti microrganismi ed il loro numero è<br />

direttamente proporzionale alla quantità di pulviscolo in essa<br />

sospeso. Le particelle di polvere presenti nell’aria non filtrata<br />

possono raggiungere valori intorno a 108 particelle/m3. Si tratta di<br />

batteri, muffe e lieviti; raramente nell’aria sono presenti specie<br />

patogene.<br />

L’aria “confinata” è definita come quel volume d’aria che si trova<br />

all’interno di una struttura o locale, a contatto diretto con le<br />

produzioni alimentari. E’ noto che l’aria non è fonte di<br />

microrganismi, bensì un veicolo; essa infatti non consente la<br />

crescita o la moltiplicazione della cellula microbica, ma la può<br />

trasportare, attraverso il pulviscolo atmosferico, le goccioline<br />

d’acqua o vapore, polveri o particelle di varia natura. Nell’aria<br />

confinata possono accumularsi microrganismi provenienti da oggetti<br />

e persone con cui è a contatto e fungere quindi da veicolo per<br />

trasferirli sugli alimenti che vengono lavorati in quell’ambiente.<br />

In particolare, la contaminazione aerea nei locali di un’azienda<br />

alimentare può derivare da :<br />

residui alimentari lasciati su pavimenti e superfici;<br />

apertura di porte e finestre che provocano correnti d’aria e<br />

sollevano polveri<br />

introduzione di microrganismi da parte degli operatori attraverso<br />

abbigliamento e comportamento<br />

presenza e manipolazione di materiali per confezionamento e<br />

cartonaggi<br />

presenza di infestanti come insetti volanti e striscianti, roditori<br />

Inoltre la formazione di aerosol nell’aria costituisce un altro fattore<br />

di contaminazione. Un aerosol può essere definito come una<br />

sospensione di particelle solide o liquide nell’aria o in gas e<br />

costituisce una matrice in cui possono essere presenti, e quindi<br />

trasportati, batteri, lieviti, muffe, spore batteriche e fungine.<br />

Dal punto di vista biologico, le cellule microbiche presenti nell’aria<br />

confinata sono in una condizione di stress e questo stato dipende<br />

sia dal tipo di microrganismo sia dalla fase vitale; in linea di<br />

massima le spore sono più resistenti delle cellule vegetative e i<br />

batteri Gram + più dei Gram- , a causa della differente struttura<br />

della parete cellulare.<br />

La popolazione microbica presente nell’aria confinata di un’azienda<br />

non sembra essere influenzata per specie e numero dalle variazioni<br />

climatiche esterne, ma bensì dalle operazioni che avvengono<br />

all’interno dei locali, dal passaggio e dal comportamento degli<br />

operatori.<br />

Un operatore alimentare può contribuire alla contaminazione<br />

ambientale anche quando non sta svolgendo alcuna attività propria<br />

del processo produttivo, contribuisce con la presenza fisica e


...segue, contaminazione<br />

microbiologica<br />

dell’aria<br />

18<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

l’abbigliamento.<br />

La contaminazione aerea può essere controllata, a livello<br />

preventivo, con costruzione di barriere fisiche ed impianti nelle zone<br />

di lavoro come ad esempio separazione fisica delle aree più a<br />

rischio, serramenti a tenuta, impianti di filtrazione dell’aria ed<br />

eventuale pressurizzazione.<br />

Il risanamento batteriologico dell’aria non è facile da raggiungere;<br />

tuttavia oggi , almeno nei grandi stabilimenti di produzione e<br />

lavorazione di alimenti, questa finalità viene raggiunta grazie alla<br />

climatizzazione delle sale di lavorazione che prevede appunto una<br />

filtrazione dell’aria prima della sua immissione nei locali.<br />

I filtri vanno regolarmente ispezionati e mantenuti in ottimo stato<br />

di funzionamento; filtri mal funzionanti viceversa si possono<br />

trasformare in una grave fonte di contaminazione. Solitamente<br />

questi filtri devono essere muniti di dispositivi che devono essere in<br />

grado di segnalare malfunzionamenti o manutenzione. Nei locali in<br />

cui si lavora con pressione ridotta è necessario evitare il passaggio<br />

dell’aria dall’esterno attraverso fessure. Risulta quindi molto<br />

importante esercitare un accurato controllo delle porte e pareti per<br />

evitare la presenza di fessure nonché mantenere in condizioni<br />

altamente igieniche le pareti della sala pressurizzata.<br />

Gli impianti di riscaldamento, di ventilazione e di condizionamento<br />

devono inoltre consentire una facile sanificazione, e le stesse<br />

operazioni di sanificazione e manutenzione dei filtri degli impianti di<br />

ventilazione o filtrazione devono essere eseguiti secondo specifici<br />

protocolli.<br />

Interventi che possono essere attuati per ridurre o prevenire la<br />

contaminazione ambientale riguardano l’utilizzo di radiazioni<br />

ultraviolette (UV), utilizzo di appropriati disinfettanti e, come già<br />

citato sopra, filtrazione dell’aria. I batteri sono sensibili alle<br />

radiazioni UV in quanto agiscono sui componenti cellulari<br />

soprattutto a livello di DNA; possono essere utilizzati per la<br />

sterilizzazione dell’aria di ambienti facendo però attenzione al loro<br />

utilizzo in quanto possono provocare sugli uomini e sugli animali<br />

esposti a radiazioni eccessive irritazioni delle mucose ed eritemi;<br />

hanno scarsa penetrabilità pertanto la loro azione sterilizzante è<br />

limitata all’aria e alle superfici.<br />

Dal punto di vista comportamentale per contenere la<br />

contaminazione degli alimenti ad opera dell’aria è indispensabile, in<br />

primo luogo, evitare correnti o movimenti troppo violenti nei locali<br />

dove vengono prodotti o manipolati alimenti e soprattutto<br />

l’introduzione dall’esterno dello stabilimento di aria ricca di<br />

pulviscolo.<br />

L’aria immessa nei locali pressurizzati non dovrà creare vortici; i<br />

locali di produzione e lavorazione dovrebbero essere progettati con<br />

un numero limitato di aperture in comunicazione con l’esterno<br />

proprio per evitare contaminazioni e creazione di correnti.<br />

Controllo microbiologico dell’ aria confinata:<br />

Alti livelli di contaminazione dell’aria in locali in cui vengono<br />

effettuate produzioni alimentari possono costituire un pericolo per<br />

la salubrità degli alimenti o quantomeno accorciarne la vita<br />

commerciale: si rende quindi necessario un monitoraggio periodico<br />

dei microrganismi presenti nell’ambiente. Come detto<br />

precedentemente il pulviscolo atmosferico non è un ambiente<br />

favorevole allo sviluppo microbico, anzi le cellule si trovano in<br />

condizioni di stress e ciò determina difficoltà nell’individuare metodi<br />

di analisi della contaminazione ambientale in quanto si rischia di<br />

sottostimare la popolazione batterica presente nell’aria. Le analisi


...segue, contaminazione<br />

microbiologica<br />

dell’aria<br />

19<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

microbiologiche riguardano quindi la valutazione di indici generici<br />

del grado di contaminazione; le analisi che solitamente vengono<br />

considerate riguardano la carica batterica totale, lieviti e muffe e i<br />

batteri sporigeni.<br />

L’analisi microbiologica dell’aria può essere effettuata in diversi<br />

modi:<br />

Metodo qualitativo: campionamento per sedimentazione o<br />

passivo. Consiste nel porre almeno 5 piastre Petri, contenenti il<br />

terreno nutritivo per la crescita del microrganismo, aperte in vari<br />

punti dei locali (4 agli angoli, 1 al centro del locale) ad 1 metro da<br />

terra per un intervallo di tempo da 1 a 4 ore. Trascorso questo<br />

intervallo di tempo, le piastre vengono chiuse e poste ad incubare<br />

in termostato alla temperatura ottimale per il gruppo di<br />

microrganismi che si ricercano. Non è possibile riferire il numero di<br />

colonie che si sviluppano ad un volume d’aria noto, ma il risultato<br />

esprime una valutazione qualitativa dei microrganismi che<br />

spontaneamente si depositano sulle piastre nel periodo considerato.<br />

Anche il grado di accettabilità di contaminazione può variare in base<br />

a valutazioni standard aziendali, stabiliti tenendo conto del tipo di<br />

produzione. E’ un metodo semplice che non richiede particolari<br />

attrezzature con il limite della valutazione dei risultati.<br />

Metodo quantitativo: Si tratta di un campionamento dinamico o<br />

attivo. Prevede l’utilizzo di campionatori d’aria in grado di aspirare<br />

un volume noto in un tempo prefissato e di convogliarlo su piastre<br />

contenenti terreni di coltura agarizzati. Le piastre vengono messe<br />

ad incubare alla temperatura ottimale per il gruppo di<br />

microrganismi che si ricercano; il numero di colonie che si<br />

sviluppano viene riportato ad 1 m3 di aria prelevata. Il metodo<br />

consente di rilevare un dato quantitativo della contaminazione<br />

dell’aria perché i dati sono espressi in ufc/m3 aria Non esistono<br />

limiti di legge per la carica ambientale nel settore alimentare; il<br />

responsabile dell’autocontrollo deve infatti individuare per le proprie<br />

attività lavorative limiti idonei che tengano conto di specifici<br />

parametri ambientali, nonché del tipo di prodotto e di processo.<br />

Vengono quindi proposti valori che possono essere riferiti a valori<br />

guida: per la carica batterica totale un valore accettabile può essere<br />

riferito a una contaminazione inferiore a 500 ufc/m3 di aria,<br />

mentre per lieviti e muffe il valore si riduce ad una contaminazione<br />

inferiore a 100 ufc/m3 di aria (Galli, 2005).<br />

“Microbiologia degli Alimenti” autore A. Galli Volontario (capitolo 2<br />

“La contaminazione degli alimenti” p.82), Casa Editrice Ambrosiana,<br />

2005


CLEAN<br />

il prodotto<br />

disinfettante<br />

degli ambienti negli<br />

allevamenti di suini<br />

A cura:<br />

di Fabiano Effretti<br />

20<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10<br />

Negli allevamenti di suini risulta di fondamentale importanza<br />

l’igiene dell’ambiente che influisce direttamente sulla salute dei<br />

suini e sulle conseguenti rese commerciale dell’allevamento.<br />

Tra gli agenti eziologici più importanti che vengono veicolati dall’aria<br />

e possono quindi essere presenti negli allevamenti di suini si<br />

possono elencare i seguenti microrganismi e virus:<br />

1- Escherichi coli;<br />

2- Salmonella;<br />

3- Micoplasma Pneumoniae;<br />

4– Bordetella Bronchisettica;<br />

5-Afta Epizotica;<br />

6– MVS;<br />

7– PRRS;<br />

8– Attinobacillus PleuroPneumoniae.<br />

Al fine di ridurre la contaminazione ambientale risulta di<br />

fondamentale importanza la disinfezione dell’ambiente in<br />

condizione di vuoto sanitario nelle seguenti sale:<br />

1– gestazioni;<br />

2– parto;<br />

3– svezzamenti;<br />

4– ingrassi;<br />

5– magronaggi.<br />

La <strong>ICF</strong> Srl produce il disinfettante clean in grado di agire su un<br />

numero molto elevato di agenti eziologici già alla concentrazione del<br />

0,3% (vedi tabella).<br />

Per la sanificazione ambientale negli allevamenti di suini la <strong>ICF</strong> Srl<br />

propone di utilizzare una soluzione di clean con apposito<br />

nebulizzatore che consente un uniforme dispersione del prodotto in<br />

tutto l’ambiente ed una totale disinfezione.


21<br />

Marzo 2010 <strong>Bollettino</strong> <strong>Tec</strong>nico n.1/10


22<br />

<strong>ICF</strong> srl<br />

Palazzo Pignano (CR)<br />

26020 Via G.Benzoni N°50<br />

Tel 0763982024<br />

www.icfsrl.com<br />

igienealimenti@icfsrl.it<br />

Tutti i diritti sulle informazioni contenute nel <strong>Bollettino</strong><br />

<strong>Tec</strong>nico sono di <strong>ICF</strong> Srl che ne dispone e ne autorizza le<br />

informazioni.<br />

Comunicazioni riservate ai Medici, Veterinari, Biologici,<br />

<strong>Tec</strong>nologi Alimentari e tutti i coloro che a vario titolo operano<br />

nel settore alimentare.

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