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Intervista a Fulvio Briano Minuto - Piccardo alle ... - Auser Liguria

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<strong>Intervista</strong> a <strong>Fulvio</strong> <strong>Briano</strong><br />

<strong>Minuto</strong> - <strong>Piccardo</strong> <strong>alle</strong> pagine 23-24<br />

Interventi di Rossello, Tortarolo, Calabria da pagina 4 a pagina 8<br />

Editoria, non solo giganti<br />

Zinola - <strong>Minuto</strong> <strong>alle</strong> pagine 21-22<br />

Astengo - Tagliavini - Castelli<br />

da pagina 9 a pagina 13<br />

Periodico d’informazione del volontariato e dei centri <strong>Auser</strong> della provincia di Savona Numero verde “Filo d’Argento” 800.995.988<br />

Poste italiane- Spedizione in abbonamento postale – D.L. 352/2003 (conv. In L. 27.02.2004 nr. 46) Art. 1,comma 2,DCB/Savona nr. 2/ 2012


L’editoriale<br />

Quest’anno ricorre il 67° anniversario delle celebrazioni<br />

del giorno della Liberazione e doverosamente abbiamo<br />

voluto dedicarvi diverse pagine del nostro giornale, non<br />

solo per onorare chi a dato la vita per la libertà<br />

permettendo che in Italia si instaurasse un sistema<br />

democratico ma anche per fare una riflessione sul<br />

significato che, ancora oggi, ha questa data nella<br />

società contemporanea italiana. A parte il valore<br />

assoluto della parola “libertà”, per noi italiani è<br />

impossibile dissociare questa parola dalla Resistenza,<br />

perché è con quella guerra di liberazione e con il<br />

contributo degli <strong>alle</strong>ati che siamo riusciti a liberarci dal<br />

fascismo e dal nazismo. Voglio ricordare che in tutti<br />

questi anni non sono mancati i tentativi da parte di<br />

pseudo politicanti, storici e scrittori di revisionare o di<br />

cancellare la portata storica di questo evento del popolo<br />

italiano. Se non fosse stato per la tenace e continua<br />

testimonianza dei protagonisti della lotta di liberazione<br />

che in ogni momento e con ogni mezzo, sino ad oggi,<br />

l’hanno difesa e hanno contrastato tutti i tentativi di<br />

delegittimazione, forse la data del 25 aprile avrebbe un<br />

significato diverso.<br />

Oggi, ricordando questo giorno, viene spontaneo porsi<br />

alcune domande. Quando fra pochissimi anni tutti i<br />

protagonisti e fautori di questo evento saranno<br />

scomparsi, siamo certi che ci sarà ancora chi saprà<br />

tenere alta la bandiera della Resistenza?<br />

Riuscirà l’Anpi (Associazione nazionale partigiani<br />

italiani) a continuare a portare avanti i valori scaturiti<br />

dalla Lotta di liberazione?<br />

Le nuove generazioni che si sono succedute da 1945<br />

ad oggi hanno saputo raccogliere e preservare quei<br />

valori?<br />

Sono interrogativi che mi lasciano alquanto perplesso e<br />

preoccupato.<br />

Non sarà facile darsi una spiegazione e tanto meno<br />

suggerimenti ma vorrei affrontare l’argomento perché è<br />

necessario che questa data rimanga per sempre<br />

impressa nella mente degli italiani e continui a<br />

rappresentare una tappa importantissima dei 150 anni<br />

della nostra storia.<br />

Sono convinto che non basteranno certamente i libri di<br />

scuola su cui studieranno i nostri ragazzi a tramandare<br />

quei valori fondamentali per la nostra libertà e<br />

democrazia, perché l’esperienza ci ha insegnato che,<br />

purtroppo, anche in quella direzione si è tentato di<br />

sottovalutare o stravolgere gli eventi e, se non si<br />

troveranno degli strumenti nuovi, tipo fondazioni o<br />

associazioni culturali, che continuino a perpetrare e<br />

tenere vivo lo spirito resistenziale, il pericolo di una sua<br />

caduta in un ricordo di secondo piano o nell’oblio<br />

sussiste.<br />

Però esiste anche un’altra possibilità che potrebbe<br />

aiutare a tramandare quel breve ma intenso e esaltante<br />

periodo storico <strong>alle</strong> nuove generazioni.<br />

E’ un compito che dovrebbero raccogliere tutti coloro<br />

che negli anni 43/45 per età non hanno potuto essere<br />

protagonisti ma che da bimbi hanno vissuto<br />

25 APRILE OGGI ... E DOMANI?<br />

TOMASO MINUTO<br />

2<br />

direttamente quel periodo e che sono cresciuti con quei<br />

valori e quegli ideali che potrebbero benissimo<br />

tramandare <strong>alle</strong> nuove generazioni. È una sfida che noi<br />

dell’<strong>Auser</strong> nell’anno dell’invecchiamento attivo e della<br />

solidarietà tra generazioni raccogliamo e ci impegniamo<br />

di portare avanti per garantire un futuro agli ideali della<br />

Resistenza e per questo il 25 aprile saremo presenti<br />

alla grande festa della Liberazione organizzata dall’Anpi<br />

che si terrà, a Savona, sulla fortezza del Priamar.<br />

E’ una nuova avventura che gli anziani dell’<strong>Auser</strong><br />

saranno felici di intraprendere con i nostri ragazzi per<br />

continuare l’opera di chi ci ha preceduti.<br />

Sommario<br />

Editoriale - <strong>Minuto</strong><br />

Pag. 2<br />

<strong>Auser</strong>: raccolta fondi - Scarrone Pag. 3<br />

1° maggio “Oggi”- Rossello Pag. 4<br />

1° maggio “Ieri”- Tortarolo Pag. 5- 6<br />

1° maggio “Tanti anni fa” - Calabria Pag. 7-8<br />

Camminare insieme - Scarrone Pag. 8<br />

25 aprile: l’intervento - Astengo Pag. 9<br />

25 aprile: il partigiano -Tagliavini Pag. 10-11<br />

25 aprile: il quartiere - Castelli Pag. 12-13<br />

<strong>Intervista</strong> a Rossi - Parodi - <strong>Minuto</strong> Pag. 14 - 15<br />

Turismo - Moretti Pag. 15<br />

Ricordi - Parodi Pag. 16<br />

<strong>Intervista</strong> a UgoTrucco - Sortino Pag. 17-18<br />

Sindacato Cgil Sanità - Veirana Pag. 19<br />

Caaf Cgil - Ranzato Pag. 19<br />

Notizie dai centri - Vado - Ombra Pag. 20<br />

Editoria - Zinola Pag. 21-22<br />

Storia di <strong>Auser</strong>savonanotizie - <strong>Minuto</strong> Pag. 22<br />

<strong>Intervista</strong> a <strong>Briano</strong> - <strong>Minuto</strong>- <strong>Piccardo</strong> Pag, 23-24<br />

Transilvania - Moggio Pag. 25<br />

Riflessione - Tissone Pag. 26<br />

Ginnastica per la mente Pag. 27


Campagna raccolta fondi 2012<br />

Nelle piazze d’Italia con la pasta della solidarietà e l’impegno del 5xmille<br />

AUSER CHIAMA: SOLIDARIETÀ RISPONDE<br />

A fianco di “Libera Terra” per sostiene la battaglia contro le mafie<br />

Il 5 maggio appuntamento con il gazebo dell’<strong>Auser</strong> in via Paleocapa<br />

La crisi economica sta lasciando in Europa, ma<br />

soprattutto in Italia, tracce pesantissime: tagli agli Enti<br />

Locali, azzeramento di alcuni fondi nazionali (non<br />

autosufficienza, affitti), aumento della condizione di<br />

povertà e di bisogno delle persone anziane.<br />

L’<strong>Auser</strong>, come associazione di volontariato, ha una<br />

vocazione specifica: l’invecchiamento attivo e il<br />

sostegno pubblico al volontariato organizzato degli<br />

anziani. Una vocazione aperta al dialogo<br />

intergenerazionale, a una nuova visione di vecchiaia<br />

che ispiri una riorganizzazione complessiva della<br />

società. Operiamo in tanti settori del volontariato e della<br />

socializzazione, in tante attività che sono per noi una<br />

ricchezza, sono la condizione e l’applicazione pratica<br />

della solidarietà, raccogliendo le spinte e i bisogni della<br />

comunità locale.<br />

Per compiere in modo efficace la nostra missione sono<br />

necessarie molte risorse economiche, oltre a molte<br />

risorse umane costituite dai volontari, donne e uomini,<br />

che donano un po’ del loro tempo, della loro<br />

disponibilità, della loro intelligenza per aiutare gli altri.<br />

La nostra associazione vive anche attraverso il<br />

tesseramento: aumentare il numero dei soci significa<br />

alimentare la fidelizzazione e l’orgoglio di appartenenza<br />

alla nostra casa. Un altro modo per sostenere l’<strong>Auser</strong> è<br />

quello di devolvere il 5 per mille alla nostra<br />

associazione. Con una semplice firma, senza nessun<br />

costo, si possono sostenere le attività del Filo<br />

d'Argento, il telefono amico degli anziani, che si<br />

configura in servizi di domiciliarità leggera quali:<br />

compagnia domiciliare e telefonica; aiuto per il disbrigo<br />

di pratiche; consegna di piccola spesa e/o farmaci;<br />

ILEANA SCARRONE *<br />

3<br />

accompagnamento per servizi, per visite, per<br />

passeggiate; servizi di trasporto socio assistenziale;<br />

animazione presso Residenze Sanitarie Assistenziali;<br />

servizi infermieristici presso ambulatori. Nel 2011,<br />

grazie ai fondi del 5 per mille destinati ad <strong>Auser</strong>, è stato<br />

possibile in Regione <strong>Liguria</strong> acquistare 5 auto da<br />

impiegare nel trasporto e nell’accompagnamento degli<br />

anziani soli ultrasettantenni e richiedenti servizi di<br />

mobilità per soddisfare esigenze quotidiane e sociali di<br />

base.<br />

L’iniziativa che costituisce un elemento fondamentale è<br />

la “Raccolta fondi nazionale”, con la quale la nostra<br />

associazione si da un’immagine e una visibilità<br />

all’esterno. Anche quest’anno saremo presenti, il 5 e 6<br />

maggio, nelle piazze d’Italia con “la pasta dell’<strong>Auser</strong>”,<br />

l’appuntamento con la solidarietà a sostegno del Filo<br />

d’argento e dei tanti servizi a favore degli anziani soli. I<br />

volontari dell’<strong>Auser</strong> offriranno, a fronte di un contributo<br />

minimo, gli spaghetti biologici frutto del Progetto Libera<br />

Terra che, grazie alla legge 109 del ’96, restituisce alla<br />

collettività beni confiscati <strong>alle</strong> mafie con l’obiettivo di<br />

sviluppare un circuito economico legale e virtuoso. La<br />

pasta dell’<strong>Auser</strong> è buona due volte perché unisce il<br />

sapore della solidarietà a quello dell’impegno per la<br />

legalità e la giustizia.<br />

A Savona saremo presenti in Corso Italia angolo Via<br />

Paleocapa sabato 5 maggio d<strong>alle</strong> ore 10,00 <strong>alle</strong> 19,00<br />

per raccogliere la solidarietà dei cittadini savonesi che<br />

sono ovviamente invitati a visitare il nostro gazebo e ad<br />

“acquistare” gli spaghetti dell’<strong>Auser</strong> buoni “il doppio”.<br />

*Presidente <strong>Auser</strong> Savona


Primo maggio: oggi<br />

Savona: il corteo dei lavoratori in lotta durante lo sciopero del primo marzo 2012<br />

TROPPI LICENZIAMENTI IN QUESTO DIFFICILE PRIMO MAGGIO<br />

Un altro primo maggio difficile! La nostra provincia<br />

continua ad essere colpita da una crisi pesante. Il 1°<br />

marzo scorso, abbiamo proclamato uno sciopero<br />

unitario dell’industria della provincia di Savona. Quel<br />

giorno sono scesi in piazza circa 3000 tra lavoratrici e<br />

lavoratori per chiedere <strong>alle</strong> istituzioni di farsi carico del<br />

grave problema occupazionale della nostra provincia e<br />

per chiedere al Governo di convocare un vertice per<br />

affrontare il problema della crisi industriale in provincia<br />

di Savona. Dall’inizio dell’anno la Ocv di Vado Ligure ha<br />

annunciato la chiusura, la Fac di Albisola Superiore e la<br />

Giuntini di Vado sono a rischio liquidazione; la cartiera<br />

di Murialdo e la Centrale del latte di Savona sono a<br />

rischio chiusura…. L’elenco potrebbe proseguire ancora<br />

a lungo, la sintesi è che ci sono lavoratori, molti anche<br />

anziani, che perdono il lavoro e ci sono molti giovani<br />

che hanno sempre meno la possibilità di trovarne uno.<br />

Nel frattempo, la discussione fra governo e parti sociali<br />

sulla riforma del mercato del lavoro si è chiusa senza<br />

che sia stato trovato un accordo fra le parti.<br />

La Cgil ha deciso di proclamare un pacchetto di 16 ore<br />

di sciopero per protestare contro una proposta che<br />

abbiamo definito squilibrata, perché modifica l’articolo<br />

18 in maniera tale da introdurre la libertà di<br />

licenziamento. Potrebbe essere semplice, a questo<br />

punto del ragionamento, concludere rilevando<br />

l’inadeguatezza della nostra classe politica e<br />

l’inefficienza delle Istituzioni. E invece, mai come oggi<br />

abbiamo bisogno di risposte da parte delle Istituzioni e<br />

dei partiti che compongono l’arco parlamentare. Intanto,<br />

come testimonia la situazione savonese, abbiamo<br />

bisogno di lavoro, perché senza questo serve poco<br />

discutere di regole del mercato del lavoro. Abbiamo<br />

bisogno di politiche industriali; abbiamo bisogno di<br />

FRANCESCO ROSSELLO*<br />

4<br />

investimenti (a partire dallo sblocco degli investimenti<br />

per le oltre 300 opere che aspettano di partire in Italia);<br />

abbiamo bisogno di meccanismi partecipativi che<br />

davvero coinvolgano le persone nei processi decisionali<br />

ma che, al tempo stesso, prevedano un termine ed una<br />

decisione. Poi serve un quadro normativo adeguato ai<br />

tempi.<br />

Spesso parliamo di difendere i nostri diritti. E’ giusto<br />

continuare a farlo con determinazione. Però il<br />

quadro di regole nelle quali ci muoviamo non è<br />

adeguato. Le 46 forme contrattuali esistenti mettono i<br />

giovani nelle condizioni di vivere una condizione di<br />

precariato costante; moltissimi lavoratori sono esclusi<br />

dall’attuale sistema di ammortizzatori sociali; la riforma<br />

delle pensioni mette in conflitto le generazioni togliendo<br />

ai pensionati (che vedono perdere il potere d’acquisto<br />

della propria pensione), agli anziani lavoratori (ai quali<br />

vengono cambiate e peggiorate le condizioni per<br />

andare in pensione) e ai giovani lavoratori (per i quali<br />

non si costruisce una prospettiva previdenziale). In<br />

questo quadro il ruolo del Sindacato e della CGIL è<br />

doppiamente complicato, perché siamo di fronte a<br />

provvedimenti che assolutamente non vanno bene ma,<br />

al tempo stesso, abbiamo l’esigenza che venga<br />

riformato il sistema, non essendo sufficiente difendere<br />

ciò che è rimasto. Per questo sarà una Primavera di<br />

lotta che non dovrà essere fine a se stessa, ma<br />

attraverso la quale dovremo essere capaci di<br />

condizionare la discussione parlamentare che si farà<br />

sulla riforma del mercato del lavoro e perché dobbiamo<br />

costruire rapidamente delle risposte <strong>alle</strong> tante vertenze<br />

territoriali ancora senza soluzione.<br />

Per questo, mai come quest’anno, abbiamo bisogno di<br />

augurarci buon primo maggio.<br />

*Segretario Camera del Lavoro di Savona


Primo maggio: ieri<br />

5<br />

Savona primo<br />

maggio 1962:<br />

piazza Diaz<br />

gremita di<br />

manifestanti<br />

(foto archivio<br />

Cgil – Savona)<br />

COME ERAVAMO E COME VORREMMO TORNARE A ESSERE<br />

Il corteo del primo Maggio a Savona, anni cinquanta,<br />

sessanta. Le belle bandiere. Il lungo corteo. Il senso di<br />

<strong>alle</strong>gria, di forza tranquilla. Primavera, sole (molto<br />

spesso), speranze e progetti intrecciati e uniti assieme.<br />

La nostalgia: mi ripenso bambino, con mio padre.<br />

Le sue convinzioni e le sue idee lì, in mezzo a tanti,<br />

sembravano più forti e motivate; mi davano sicurezza e<br />

fiducia. La Savona operaia e industriale mostrava la<br />

sua compattezza; riuniva i lavoratori di tante fabbriche;<br />

la spina dorsale della città (il porto e le grandi industrie)<br />

era in evidenza per tutti, con l’orgoglio degli operai e la<br />

loro dignità.<br />

Savona non è più una città industriale; è ancora in una<br />

fase di transizione, in cerca di identità. Le vicende della<br />

nostra città e quelle nazionali sembrano par<strong>alle</strong>le e le<br />

analisi si incrociano e si intersecano. Per Savona con<br />

alcune aggravanti: l’età media della popolazione è<br />

molto elevata, la scelta del turismo e del terziario come<br />

integratori o sostituti dell’industria non è stata per ora<br />

convincente e definitiva, infatti si riparla di<br />

reindustrializzazione; il che in una fase di crisi come<br />

questa è una speranza di difficile attuazione.<br />

Ritrovarsi oggi al corteo del primo Maggio può<br />

richiamare quei vecchi ricordi; può far scattare una<br />

molla di tipo identitario; non solo “come eravamo”, ma<br />

anche “come vorremmo tornare ad essere”; ma tutti (o<br />

quasi) sappiamo che non è possibile.<br />

Riflettendo più a fondo ci si accorge di non essere<br />

nostalgici perché si vuole tornare ad allora, ma di<br />

essere nostalgici del fatto che allora c’erano una logica<br />

ed una razionalità, un senso morale e di comune<br />

appartenenza che oggi sono quasi svaniti.<br />

In sostanza, non è che si vorrebbe ricreare il lavoro<br />

come era un tempo, ma è l’etica del lavoro, il sistema<br />

sociale costruito attorno al lavoro che si vorrebbe<br />

ritrovare. La nostalgia è la sensazione di una<br />

mancanza, di un vuoto, è l’espressione dell’odierno<br />

SERGIO TORTAROLO*<br />

individualismo e quindi, paradossalmente, la festa e il<br />

corteo accentuano oggi le sensazioni di solitudine e<br />

precarietà dei lavoratori.<br />

In quegli anni il lavoro produceva idee che si<br />

riflettevano sulla domanda sociale; i lavoratori<br />

chiedevano con i loro partiti e le loro associazioni la<br />

scuola per tutti, un sistema sanitario efficiente, un ruolo<br />

giusto ed equilibrato nella società per le donne.<br />

Su questo gli anni cinquanta e sessanta hanno prodotto<br />

risultati significativi (basta pensare, per fare un<br />

esempio, alla legge che ha introdotto la scuola media<br />

unificata e obbligatoria quale positiva spinta sociale ha<br />

impresso alla società italiana).<br />

Ecco ciò di cui si ha nostalgia: il lavoro che produce<br />

idee, che innesta processi di uguaglianza, di nuove<br />

opportunità. Vorremmo oggi i lavoratori e le loro<br />

organizzazioni non chiusi sulla difensiva, ma capaci di<br />

“dare le carte”, produrre le coordinate di un nuovo stato<br />

sociale.<br />

Diciamolo in modo ancora più esplicito: in quegli anni<br />

un certo modo di essere del lavoro produceva i semi di<br />

una egemonia culturale; nella battaglia sui diritti e sulle<br />

riforme si arrivava con la forza delle idee e del progetto.<br />

E’ per questo motivo che quei cortei erano così pieni di<br />

futuro e di volontà. E’ proprio ciò che oggi manca.<br />

Si badi bene, nessuno può seriamente pensare che in<br />

quegli anni si stava meglio di oggi: non è vero; le<br />

condizioni economiche e sociali erano ancora molto più<br />

arretrate e quindi la nostalgia non è davvero la voglia di<br />

tornare indietro. Al contrario.<br />

Ripartiamo da Savona; cosa significa non avere più un<br />

tessuto industriale solido, per capirci, la mancanza di<br />

una Scarpa e Magnano a Villapiana?<br />

Con cosa è stata sostituita?<br />

Con la frammentazione, la dispersione grigia, anonima,<br />

indifferenziata di oggi.<br />

(segue a pagina 6)


Primo maggio: ieri<br />

(da pagina 5)<br />

Si dice: è la transizione; ma verso dove? Chi porta un<br />

pensiero forte e “lungo” di progetto? In questi mesi di<br />

governo “tecnico” si ripropone ancora una volta il ruolo<br />

nazionale di responsabilità e capacità di sacrificio dei<br />

lavoratori; sempre per l’interesse comune, quello che<br />

viene prima e sopra ogni altro interesse. E, come al<br />

solito, gli altri ceti sociali stanno a guardare, con i loro<br />

veti fastidiosi e corporativi. Ma verso cosa sono<br />

indirizzati questi sacrifici e questa funzione dirigente? E’<br />

inutile negarlo: oggi le carte le dà l’ideologia liberista,<br />

che può far leva sul ruolo e la responsabilità dei<br />

lavoratori dipendenti; è una ideologia che è stata<br />

mortificata brutalmente dai precedenti berlusconiani<br />

(liberisti da operetta), ma oggi viene percepita come un<br />

insidioso sollievo, un male necessario dopo la<br />

precedente disperazione.<br />

Quante volte abbiamo sentito dire: pur di liberarci di<br />

Berlusconi, va bene qualunque cosa. Oggi siamo al<br />

dunque. La sinistra si ritrova così incerta e divisa; ha<br />

davanti una grande occasione, come qualcuno<br />

ipotizza? O rischia di essere travolta e scompaginata in<br />

questa fase così contorta e contraddittoria? Deve<br />

saltare il fosso, dicono molti illustri commentatori, e<br />

passare poi a riscuotere in termini di consenso sociale;<br />

deve cioè far proprie le trasformazioni nel diritto del<br />

lavoro, nel welfare, perché, si dice, sono “sue”<br />

elaborazioni e progetti; deve, cioè, convincersi di ciò<br />

che ha prodotto e pensato in termini di futuro.<br />

Tuttavia, a volte, queste sirene (“il liberismo è di<br />

sinistra”) non convincono affatto; bisogna, si dice,<br />

aumentare le opportunità, la “buona flessibilità”, la<br />

concorrenza, il merito, lo spirito d’impresa; ma il senso<br />

più vivo e profondo della sinistra non è mai stato quello<br />

di spingere esclusivamente il pedale dell’individualismo,<br />

ma, al contrario, quello di valorizzare ciò che è<br />

uguaglianza, pari opportunità, risorse comuni,<br />

solidarietà, ruolo dello Stato.<br />

E’ proprio la attuale debolezza di analisi che rende la<br />

sinistra permeabile a facili ricette, a semplicismi che<br />

hanno l’effetto, in uno stato profondamente squilibrato<br />

come il nostro, di dividere e confondere.<br />

Non volete essere, si dice, come le altre nazioni<br />

avanzate dell’Europa?; sì certo, ottima idea; però, a<br />

partire dal senso dello stato dei cittadini, dal loro<br />

rispetto per le leggi e la moralità pubblica; vorremmo<br />

sapere che tutti pagano onestamente le tasse;<br />

vorremmo avere una classe imprenditoriale di alto<br />

livello; partecipare ad uno sforzo comune, ma non in<br />

modo unilaterale, senza sbocchi.<br />

Questa Europa ci piace; purtroppo però paghiamo un<br />

modo di essere dell’Italia lontano da questi livelli, un<br />

paese che si è (non dimentichiamolo mai) consegnato<br />

volontariamente e maggioritariamente alla destra<br />

incolta, populista e demagogica per quasi venti anni e<br />

che forse è pronta a ricaderci.<br />

Sono tempi di scelte difficili. Affrontiamo la sfida dei<br />

prossimi anni in cui il sistema politico e sociale italiano<br />

sarà profondamente mutato, in condizioni di<br />

emergenza, con una classe dirigente incerta e poco<br />

autorevole, con la questione morale che dilaga<br />

ovunque. Il vero colpo di reni lo può dare solo una<br />

nuova leva di giovani impegnati in politica, seriamente<br />

6<br />

Anni settanta: manifestazione sindacale a Roma<br />

da sin. Marcozzi, Apa, Ventura ,Pinotti, Viazzi<br />

(Foto archivio Cgil-Savona)<br />

preparati e competenti, capaci di governare il nuovo di<br />

cui si ha bisogno, ma nell’ottica dell’equilibrio e della<br />

giustizia sociale.<br />

Se ripenso a quei cortei forse è proprio questa la<br />

differenza più pericolosa: manca quella spinta di giovani<br />

che allora chiedevano con forza lavoro, cultura,<br />

istruzione, diritti, ma non ognuno per sé ma sempre per<br />

tutta la società.<br />

In questa Savona invecchiata, stanca e, forse,<br />

soddisfatta e satolla, dare la parola ai giovani è davvero<br />

la priorità. Ma se si ricorda che nemmeno l’otto<br />

percento dei cittadini ha fiducia nella politica si capirà<br />

che è davvero una scommessa rischiosa e inquietante,<br />

un passaggio obbligato e difficile assieme.<br />

L’antipolitica è oggi forte e crescente: ma al fondo<br />

dell’antipolitica muore la democrazia.<br />

*Già sindaco di Savona


Primo maggio: tanti anni fa<br />

UNA VITA ALL’ILVA DI SAVONA<br />

Lo stabilimento Ilva con le sue ciminiere in un’immagine anteguerra<br />

Dai racconti di mio suocero Olivieri Giuseppe,<br />

“u Grisciu”, così chiamato perché giovanissimo aveva i<br />

cappelli quasi bianchi, che quando era in vita ci parlava<br />

della sua esperienza come lavoratore del<br />

“Serpentaggio” dell’Ilva, un lavoro duro e pericoloso, e<br />

delle lotte sindacali per difendere i posti di lavoro. Ho<br />

ricostruito i fatti con l’aiuto di mia moglie che, ancora<br />

bambina o ragazzina, ha vissuto le vicende della<br />

fabbrica dove suo padre, come tanti altri, fu<br />

protagonista delle lotte sindacali per salvare questa<br />

grande fabbrica nata nel 1861 da un’idea del<br />

francese,Giuseppe Tardy, dopo poco tempo affiancato<br />

da Stefano Benech. Solo in seguito fu acciaieria Ilva.<br />

Mio suocero entrò in fabbrica a 16 anni, nel 1919, dopo<br />

35 anni gli fu data una targa con medaglia d’oro in<br />

ricordo dei suoi tanti anni di servizio, ma non bastò. Ci<br />

vollero 44 per raggiungere l’età della pensione. Mia<br />

moglie conserva ancora la targa. Lui lavorava al<br />

serpentaggio, “ai treni”, così venivano anche chiamati;<br />

in questi reparti veniva fatto il ferro a forma tonda. Il<br />

lavoro consisteva nel prendere, con un paio di pinze<br />

adatte, il tondino rovente, quando usciva dai rulli e<br />

infilarlo sotto un altro rullo che continuava la<br />

lavorazione.<br />

Ancora dopo tanti anni a mio suocero veniva il<br />

“magone” a ricordare un suo compagno di lavoro, che<br />

era di posto non lontano da lui, il quale per una<br />

disattenzione fu trafitto dal tondino rovente e<br />

nonostante i soccorsi non si salvò. All’epoca<br />

dell’incidente stette due giorni senza andare al lavoro,<br />

voleva abbandonarlo, ma poi i colleghi lo convinsero a<br />

tornare.<br />

Diceva sempre che era una grande fabbrica, l’impianto<br />

di Savona dava lavoro a 5000 dipendenti e con l’indotto<br />

forse anche 7000, si può tranquillamente dire che il<br />

ANGELO CALABRIA<br />

7<br />

volume di salari che veniva spesa in città, dava quindi<br />

lavoro anche a commercianti, artigiani e professionisti,<br />

era certamente la colonna portante dell’economia<br />

savonese. Purtroppo già nel 1948-49 si intravedevano i<br />

primi segni della volontà dell’azienda di sfoltire il<br />

personale. Offrivano una cifra di 250-300 mila lire agli<br />

operai addetti alla siderurgia disposti ad andarsene.<br />

Dopo la guerra, ai “treni”, vennero istituiti i cottimi,<br />

dando la possibilità di guadagnare di più, il lavoro era in<br />

tre turni di otto ore compresa la notte. Sempre nel 1948<br />

iniziò a livello nazionale a farsi strada l’idea di un piano<br />

per la riorganizzazione della siderurgia. L’impianto di<br />

Savona era sorpassato e una parte danneggiato dalla<br />

guerra: non fu mai riparato. Nel 1949 iniziarono le lotte<br />

sindacali per difendere la fabbrica dalla chiusura, ma la<br />

direzione cominciò a tagliare i posti mandando una<br />

parte di operai allo Scii di Cornigliano, una parte, i più<br />

anziani, all’Ilva di Novi Ligure e tra questi anche mio<br />

suocero. Per altri avevano istituito corsi di 5 mesi di<br />

aggiornamento, ma finiti i corsi nessuno è più rientrato<br />

in fabbrica, fu data loro una liquidazione come fine<br />

rapporto. Tutti questi operai dovettero arrangiarsi,<br />

cercando lavoro come manovali in edilizia, in piccole<br />

aziende, i più fortunati trovarono un posto al Porto di<br />

Savona. Nel ‘50 si arrivò a fare ben 6 mesi di sciopero e<br />

l’occupazione della fabbrica per salvare lo stabilimento.<br />

Tutta la città diede aiuto agli operai; artigiani,<br />

commercianti e professionisti ed altri si resero ben<br />

presto conto che la perdita di 5000 posti lavoro e,<br />

quindi, altrettanti salari avrebbe avuto un impatto<br />

devastante su tutte le attività della città. In effetti tutti<br />

diedero un aiuto materiale agli operai in sciopero e<br />

senza salario.<br />

Tutte queste lotte non salvarono la siderurgia a Savona,<br />

(segue a pagina 8)


Primo maggio: tanti anni fa<br />

(da pagina 7)<br />

ma salvarono la fabbrica dalla chiusura, rimasero 1600<br />

dipendenti che furono divisi tra i reparti della<br />

meccanica, carpenteria e della fonderia.<br />

LA FIGLIA DU “GRISCIU”:<br />

QUANDO VIDI MIO PADRE IN FABBRICA<br />

Emilia, l’Ilva ha inciso anche sulla tua vita.<br />

All’epoca eri una ragazzina. Cosa ricordi di quel<br />

periodo?<br />

“La cosa che mi è rimasta nella mente è quando ci<br />

permisero di andare vedere lavorare i nostri genitori<br />

dentro i reparti. Vidi mio padre in canottiera, in quel<br />

reparto dove c’era un caldo esagerato, un fumo<br />

indicibile e un rumore assordante; tutto quel tondino di<br />

ferro rosso, incandescente, che viaggiava da una parte<br />

all’altra e lui che, velocemente, doveva prenderlo al<br />

volo con le pinze e rimetterlo sotto altri rulli. Capii in<br />

quel momento perché aveva delle cicatrici di bruciature<br />

sul corpo. Quello spettacolo, per una ragazzina,<br />

sembrava veramente l’inferno. Quando uscii mi misi a<br />

piangere dopo aver visto in che condizioni mio padre si<br />

guadagnava il salario. Mia madre mi consolò dicendo<br />

che era così per tanti.<br />

Un altro brutto ricordo è il periodo del lungo sciopero: 6<br />

mesi senza salario. Mia madre che faceva miracoli per<br />

avere tutti i giorni qualcosa da mangiare per portare in<br />

fabbrica a mio padre e per noi, che qualche volta ci<br />

siamo fermati a mangiare con lui.”<br />

Hai solo brutti ricordi?<br />

“Un ricordo bello invece è di quando ero bambina: l’Ilva,<br />

per il giorno dell’Epifania, faceva una festa per i figli dei<br />

dipendenti. Il ritrovo era al cinema teatro Reposi a<br />

Savona la domenica mattina. Subito veniva proiettato<br />

un film per bambini e, alla fine, venivano distribuiti<br />

giocattoli a tutti i presenti. Sono stati i giocattoli più belli<br />

e forse gli unici che ho avuto in quel periodo del<br />

dopoguerra.”<br />

Emilia Olivieri con il papà Giuseppe, “U Grisciu”,<br />

e la mamma Maria nei primi anni ‘40<br />

8<br />

<strong>Auser</strong> e Gruppo Escursionisti Savonesi<br />

CAMMINARE INSIEME<br />

Collaborazione tra associazioni per consentire<br />

ai senior di percorrere sentieri sicuri<br />

Monumento alla Resistenza: Quiliano - Rocce bianche<br />

SILVIO SCARRONE<br />

Da questa primavera si concretizza la collaborazione<br />

tra il Ges (Gruppo Escursionisti Savonesi) e l’<strong>Auser</strong> per<br />

stimolare gli anziani all’attività fisica.<br />

L’attività fisica è uno dei capisaldi per un<br />

invecchiamento attivo che coniughi impegno e<br />

divertimento.<br />

Scoprire o ri-scoprire il nostro territorio, spesso<br />

misconosciuto anche ai suoi residenti, offre<br />

sicuramente numerose e splendide occasioni.<br />

Il Ges mette a disposizione degli anziani alcuni<br />

accompagnatori escursionisti con esperienza e voglia<br />

di coinvolgere anche i più “sedentari” in questa nuova<br />

attività.<br />

Il programma, studiato in modo da essere accessibile a<br />

tutti, ha realizzato una prima escursione <strong>alle</strong> “Rocce<br />

Bianche” lungo l’Alta via dei monti liguri attraversando<br />

la splendida faggeta del Monte Alto.<br />

La passeggiata si è snodata però sempre su un<br />

percorso pianeggiante.<br />

La durata dell’escursione è stata di circa di tre ore.<br />

La cadenza delle escursioni sarà quindicinale in<br />

giornate infrasettimanali (di massima il mercoledì) e si<br />

svolgeranno d<strong>alle</strong> ore 14 circa <strong>alle</strong> ore 18,30 circa.<br />

Per informazioni dettagliate e per il programma<br />

invitiamo a contattare il 340.7875178 oppure il numero<br />

Verde <strong>Auser</strong> 800.995.988.<br />

Per ulteriori informazioni circa le proposte di gite ed<br />

escursioni più impegnative si può anche prendere<br />

visione del sito Web: gruppoescursionistisavonesi.it


XXV Aprile: l’intervento<br />

Ricordiamo il 25 Aprile, punto di arrivo della lunga storia<br />

dell'antifascismo.<br />

Sono trascorsi 67 anni da quel giorno, ma l’importanza<br />

non solo storica di questa ricorrenza si è accresciuta di<br />

anno in anno ed è sempre più importante rammentarla,<br />

soprattutto al riguardo delle giovani generazioni che non<br />

possono ignorare le loro radici, l’origine della libertà di<br />

cui godono ancora adesso, non restando indifferenti ai<br />

tentativi di annacquarne o distorcerne il significato.<br />

Il 25 Aprile è stato il giorno del riscatto della dignità<br />

nazionale, della cancellazione dell'onta del tradimento,<br />

della sollevazione popolare contro l'invasione straniera<br />

e la sopraffazione imposta da una dittatura che aveva<br />

cacciato l'Italia nel baratro della guerra, della<br />

distruzione, del massacro degli innocenti.<br />

Questo è stato, e sarà, il significato profondo del 25<br />

Aprile.<br />

Dedichiamo queste poche parole <strong>alle</strong> forze politiche<br />

antifasciste, a coloro che sacrificarono tutto per salire in<br />

montagna, o furono deportati nei lager nazisti per aver<br />

testimoniato la propria fede in un diverso avvenire, con<br />

quegli scioperi operai che costituirono l'elemento<br />

decisivo per il risveglio delle coscienze intorpidite dai 20<br />

anni di dittatura.<br />

Noi esaltiamo la Liberazione, difendendola da ogni idea<br />

di distorsione dei valori che essa rappresenta; da ogni<br />

tipo di “revisionismo storico”, da tutte le aggressioni che<br />

vengono portate alla Costituzione, cercando di<br />

manometterne i pilastri fondanti: i diritti dei lavoratori e<br />

del lavoro. Il rapporto tra la Resistenza e il lavoro ha<br />

visto il suo frutto più importante nell'articolo 1 della<br />

Costituzione. Laddove si parla di “Repubblica fondata<br />

sul lavoro”. Basta andare a rileggersi il dibattito che, alla<br />

Costituente, portò alla formulazione di quell'articolo per<br />

capire l'importanza fondamentale che il tema del lavoro<br />

aveva avuto nell'antifascismo e nell'idea di ricostruzione<br />

dell'Italia d<strong>alle</strong> macerie della guerra.<br />

D'altro canto ci pensarono gli stessi operai delle<br />

FRANCO ASTENGO*<br />

9<br />

25 APRILE,<br />

LA DATA PIÚ<br />

IMPORTANTE<br />

DELLA NOSTRA<br />

STORIA<br />

fabbriche, difendendo, negli ultimi giorni di guerra, i<br />

macchinari che i tedeschi intendevano portare via. La<br />

difesa di quei macchinari in tante fabbriche a Genova, a<br />

Milano, a Torino ed anche a Savona (un episodio molto<br />

importante sotto quest’aspetto accadde alla Scarpa e<br />

Magnano) consentì di riprendere subito la produzione,<br />

di riavviare il riscatto, anche economico, della nuova<br />

Italia.<br />

Non possiamo però dimenticare di chiedere: il rispetto<br />

dell'articolo 11, con il ripudio della guerra; il diritto a una<br />

salute universale, gratuita, pubblica; Il diritto a una<br />

scuola pubblica efficiente e veramente formativa; la<br />

prevalenza dell'interesse pubblico nell'economia, con la<br />

gestione dei servizi pubblici essenziali e dei settori<br />

strategici esercitata nel nome dell'interesse generale.<br />

Savona fornì un contributo fondamentale perché si<br />

arrivasse al traguardo risolutivo della Liberazione,<br />

grazie al sacrificio dei suoi martiri, all'impegno costante<br />

delle forze politiche antifasciste, a coloro che<br />

sacrificarono tutto per salire in montagna, o furono<br />

deportati nei lager nazisti per aver testimoniato la<br />

propria fede in un diverso avvenire.<br />

Savona fu tra le città liberate direttamente dai partigiani,<br />

una Città fiera della medaglia d'oro al valor militare<br />

acquisita nella Lotta di Liberazione, che ricorda con<br />

orgoglio i suoi martiri.<br />

Per noi il 25 Aprile è ricordare la storia, considerando<br />

quella data come la pagina più bella, scritta grazie al<br />

sacrificio dei migliori di quella generazione che ha<br />

saputo ricostruire l'Italia. Una generazione di cui, nella<br />

modestia della nostra realtà, vorremmo essere degni,<br />

pensando alla Resistenza come al momento più alto nel<br />

quale le masse popolari seppero costruire la Storia del<br />

nostro Paese.<br />

*Storico e politologo


XXV Aprile: il partigiano<br />

Un giovanissimo savonese nelle file dei garibaldini, comunista, dirigente sindacale<br />

“JENA”: QUANDO A 15 ANNI ENTRAI NELLA RESISTENZA<br />

L’eredità dei compagni Quirico e Pastorino trucidati dai nazifascisti sprone nella lotta di Liberazione.<br />

L’adesione al Pci, la militanza politica, l’impegno contro le discriminazioni sul lavoro<br />

Nelle tante occasioni che mi sono state offerte di<br />

parlare ai giovani, ho sempre indicato loro che la lotta<br />

per la dignità dell’uomo, per la sua libertà, per la sua<br />

affermazione va vissuta ogni giorno, con la coscienza di<br />

dare un contributo per un mondo migliore, dove Libertà<br />

e Democrazia siano gli ideali che l’uomo deve<br />

perseguire sempre”.<br />

Con queste parole, Narciso Vignola (classe 1928, nome<br />

di battaglia “Jena”) conclude il sintetico racconto della<br />

sua storia da partigiano, raccolta e trascritta da Gianni<br />

Toscani per la Magma Edizioni, nel febbraio del 2006.<br />

Per ragioni di spazio è impossibile riportare le tante<br />

vicende che Narciso ha dovuto affrontare durante la<br />

sua permanenza in montagna. Sono molto interessanti,<br />

per comprenderne il valore ne consigliamo la lettura.<br />

I motivi di una scelta<br />

Ogni volta che capita di ascoltare dalla viva voce, o di<br />

leggere testimonianze di un protagonista della<br />

Resistenza viene spontaneo domandarsi quale spirito<br />

spinse e quanto coraggio ebbero tanti giovani a fare<br />

una scelta impegnativa come quella di affrontare la<br />

guerra da partigiano. Una curiosità che deriva, anche,<br />

dal paragone che si pone facendo un confronto tra la<br />

cultura dei nostri giorni e quella di allora. Intendo dire<br />

tra quella nella quale prevalevano i valori etici della vita<br />

e quella dei valori materiali che prevalgono attualmente<br />

come: l’individualismo, l’egoismo, il protagonismo, la<br />

supremazia dell’avere sull’essere. E’ una domanda che<br />

richiede una risposta complessa, lecita, se si vuole<br />

rendere giustizia a ciò che ha espresso il periodo<br />

storico che ci ha lasciato una testimonianza come la<br />

Costituzione Italiana.<br />

Credo sia opportuno, quindi, mantenere vivo lo spirito<br />

che ha guidato uomini come Narciso Vignola. Mi<br />

sembra, anzi, doveroso promuovere un rinnovato<br />

impegno per una Resistenza moderna che ha di fronte<br />

nuovi nemici da combattere come: l’indifferenza,<br />

l’opportunismo l’arrivismo, disvalori imperanti in questa<br />

società.<br />

D<strong>alle</strong> parole ai fatti<br />

A onor del vero, per Narciso, come per tanti altri<br />

giovanissimi nati durante il ventennio, non si trattò di<br />

una scelta puramente ideologica. Almeno inizialmente.<br />

Vivere, come fecero tanti giovani, sotto la minaccia di<br />

rappresaglie, in condizioni di vita difficili durante i quali<br />

mancavano persino generi di prima necessità, i continui<br />

pericoli dovuti ai bombardamenti, tutto ciò generava un<br />

giustificato sentimento di ribellione che, a sua volta,<br />

stimolava solidarietà.<br />

Erano i presupposti dai quali nasceva una comune<br />

volontà di porre fine ad una guerra tanto devastante<br />

quanto ingiusta.<br />

CLAUDIO TAGLIAVINI<br />

10<br />

Per difendere un compagno di lavoro,<br />

maltrattato dal capoturno, venne<br />

licenziato dalla Balbontin. Il partigiano<br />

Rebagliati, presidente della Compagnia<br />

portuale, lo fece assumere in porto<br />

A sn. Bruno Pastorino e a dx. Narciso Vignola<br />

Molti italiani furono assimilati da tale sentimento,<br />

spesso accompagnato da circostanze temporali<br />

convergenti. Il caso di Narciso ebbe inizio durante le<br />

lunghe discussioni politiche fra ragazzi, fatte alla<br />

chetichella, nella piazza del vecchio ospedale San<br />

Paolo. Un quarantenne, Giacomo Robotti, comunista,<br />

operaio dell’Ilva e antifascista militante, ne intuì la<br />

carica emotiva e avvicinò alcuni di loro.<br />

Il momento di scegliere<br />

Quell’incontro sarà determinante per tre di loro. Il 23<br />

dicembre del 1943, Narciso Vignola, Bruno Pastorino,<br />

Eddie Quirico, sono convocati per un primo incarico. Si<br />

tratta di portare del materiale di propaganda. Ne<br />

seguono altri, fino a quando giunge il momento nel<br />

quale ricevono l’ordine di trovarsi alla stazione per<br />

essere inviati in montagna presso i distaccamenti loro<br />

assegnati.<br />

I genitori sono all’oscuro di tutto. Eddie Quirico, in<br />

ritardo all’appuntamento, viene fermato da una ronda<br />

fascista proprio davanti all’ingresso. Nel tentativo di<br />

sfuggire alla cattura viene falciato dai colpi sparati da<br />

un milite. Bruno Pastorino verrà catturato dai nazisti il<br />

28 agosto del 1944 mentre sta svolgendo il servizio di<br />

guardia sul ponte di Monesiglio. Legato ad un palo sulla<br />

piazza del paese viene torturato orrendamente.<br />

(segue a pagina 11)


XXV Aprile: il partigiano<br />

da pagina 10)<br />

Nonostante tutto, non riusciranno ad avere informazioni<br />

sui suoi compagni. Lo finiscono facendolo precipitare in<br />

fondo ad un dirupo. Ambedue non potranno vedere il<br />

loro Paese liberato. Per Narciso, quell’appuntamento, fu<br />

l’inizio di un lungo periodo dedicato alla dura lotta per<br />

raggiungere l’agoniata libertà. Sarà una vita tormentata<br />

che lo accompagnerà sino al giorno della Liberazione.<br />

Giorno dopo giorno vivrà tra le necessità di spostarsi da<br />

un nascondiglio all’altro, sottrarsi <strong>alle</strong> incursioni dei<br />

nazisti, dei S. Marco, della Monterosa<br />

Dal proteggersi d<strong>alle</strong> frequenti imboscate alla necessità<br />

di procurarsi il cibo per vincere la fame, di attaccare il<br />

nemico per procurare le armi all’organizzazione.<br />

Vicissitudini che rimarranno impresse, per sempre, a<br />

chi potrà ritornare a casa dopo la Liberazione. Durante<br />

la permanenza nei distaccamenti, non c’è solo da<br />

combattere, si trova il tempo anche per leggere e<br />

discutere i temi della politica con i più anziani. Narciso,<br />

il 1 aprile del 1944, aderisce al Pci. Da allora,<br />

nonostante i cambiamenti, la sua lotta in difesa dei<br />

lavoratori sarà continua.<br />

Narciso Vignola non è solo il partigiano “Jena”<br />

Conosco Narciso da quando ero bambino. Nonostante i<br />

pochi anni di differenza, lui, era già un uomo. Aveva <strong>alle</strong><br />

sp<strong>alle</strong> la tragica esperienza di guerra, vissuta da<br />

partigiano, in montagna. Lo ricordo nel dopoguerra.<br />

Frequentava Villapiana, via Gozo di allora, dove<br />

abitava una bella ragazza. Veniva a trovarla quasi ogni<br />

giorno. Allora, non potevo immaginare che si trattasse<br />

del partigiano “Jena”. Solo più tardi lo conobbi come<br />

tale. Quei due innamorati, in seguito, si sposarono per<br />

condividere tutta la vita. Un particolare che, assieme al<br />

suo impegno costante, conferma due aspetti<br />

fondamentali della sua esistenza: la fedeltà e la<br />

coerenza.<br />

Alla fine della lotta di Liberazione deve affrontare, come<br />

la maggior parte degli italiani, il periodo della rinascita,<br />

ovviamente problematico. Si tratta di riprendere a vivere<br />

affrontando gli ostacoli più immediati: la fame, il lavoro<br />

e la ricostruzione di tutto ciò che si è perso con la<br />

guerra. Narciso, dopo un primo momento di incertezza,<br />

nel quale si adatta ad ogni soluzione, viene assunto nel<br />

1947, <strong>alle</strong> Fonderie Balbontin in qualità di operaio.<br />

Racconta così, quell’esperienza, nel suo libro: “vita<br />

grama, polvere, caldo soffocante, gas provocato d<strong>alle</strong><br />

caldaie di ghisa, si usciva irriconoscibili dai reparti, tanta<br />

era la polvere nera che si appiccicava ai corpi sudati e<br />

che ricopriva tutto, muro e macchinari”.<br />

Era venuto il momento di riprendere la lotta.<br />

Conquistata la libertà ora bisognava battersi per la<br />

democrazia. In quella fabbrica ha i primi contatti con il<br />

sindacato, entra a far parte della Commissione Interna.<br />

Le cose però si complicano quando, per difendere un<br />

compagno di lavoro maltrattato dal capoturno, in un<br />

periodo nel quale le tutele sindacali sono pressoché<br />

inesistenti, viene licenziato. Sarà un altro partigiano ad<br />

aiutarlo. Giovanni Rebagliati, presidente della<br />

Compagnia portuale, che lo farà assumere. Nel 1979 è<br />

chiamato a dirigere il sindacato dei lavoratori portuali<br />

ma per il suo temperamento focoso, accumula sette<br />

arresti. Tutti dovuti ad iniziative intraprese per la difesa<br />

del lavoro e della pace. Un curioso episodio lo vede<br />

11<br />

Tessera di riconoscimento Distaccamento “Biondo”<br />

coinvolto nell’accusa di avere lanciato un oggetto contro<br />

le forze dell’ordine. Naturalmente, si rivelerà tutto falso.<br />

Narciso Vignola, non ha mai smesso di lottare. Ancora<br />

oggi, pur essendo in pensione, impegna parte delle sue<br />

giornate presso la sede della Cgil di Via Acqui e fa<br />

parte del direttivo dell’Anpi savonese.<br />

Buon XXV aprile, Narciso!<br />

PARTIGIA<br />

Dove siete, partigia di tutte le valli,<br />

Tarzan, Riccio, Sparviero, Saetta, Ulisse?<br />

Molti dormono in tombe decorose,<br />

quelli che restano hanno i capelli bianchi<br />

e raccontano ai figli dei figli come,<br />

al tempo remoto delle certezze,<br />

hanno rotto l'assedio dei tedeschi<br />

là dove adesso sale la seggiovia.<br />

Alcuni comprano e vendono terreni,<br />

altri rosicchiano la pensione dell'Inps<br />

o si raggrinzano negli enti locali.<br />

In piedi, vecchi: per noi non c'e' congedo.<br />

Ritroviamoci. Ritorniamo in montagna,<br />

lenti, ansanti, con le ginocchia legate,<br />

con molti inverni nel filo della schiena.<br />

Il pendio del sentiero ci sarà duro,<br />

ci sarà duro il giaciglio, duro il pane.<br />

Ci guarderemo senza riconoscerci,<br />

diffidenti l'uno dell'altro, queruli, ombrosi.<br />

Come allora, staremo di sentinella<br />

perché nell'alba non ci sorprenda il nemico.<br />

Quale nemico? Ognuno e' nemico di ognuno,<br />

spaccato ognuno dalla sua propria frontiera,<br />

la mano destra nemica della sinistra.<br />

In piedi, vecchi, nemici di voi stessi:<br />

La nostra guerra non e' mai finita.<br />

Primo Levi


XXV Aprile:il quartiere<br />

VILLAPIANA OPERAIA, SOVVERSIVA, COMUNISTA<br />

La nuova realizzazione edilizia al posto della storica fabbrica Scarpa & Magnano<br />

Così sicuramente era e così è ancora conosciuta anche<br />

se oggi questi attributi si sono attenuati perché i tempi<br />

non sono più gli stessi, le fabbriche di allora non<br />

esistono più, le generazioni si succedono e cambiano.<br />

Gli anziani però così la ricordano e così la amano<br />

ancora. È facile infatti voler bene a questo quartiere di<br />

Savona, almeno per me che da 50 anni ci vivo, che nel<br />

suo centro di piazza Brennero ho frequentato otto anni<br />

di “Industriali”, che mio padre è stato nel dopo guerra<br />

operaio alla Scarpa e Magnano, che è il quartiere della<br />

gioventù di mia moglie. E’ facile voler bene a Villapiana<br />

rimasta quartiere di amici con tanti ricordi, di gente<br />

semplice e cordiale nei negozi di traffico limitato a due<br />

strade, di scuole storiche, con un trascorso di artigiani e<br />

industrie, di lotte operaie e solidarietà. Facile, semplice<br />

e naturale costituire perciò, venti anni fa, con Marina<br />

Barlacchi un centro di incontro nei locali della seconda<br />

Circoscrizione e dargli la forma di circolo ”Voglia di<br />

vivere” con lo scopo di promuovere attività sociali rivolte<br />

alla terza età. In pochi anni di incontri del mercoledì<br />

pomeriggio abbiamo raccolto più di 200 adesioni. Venti<br />

anni fa: sono pochi ma Villapiana è cambiata. Allora era<br />

impossibile non pensarla operaia, sovversiva,<br />

comunista. Non potevamo non saperlo o dimenticarlo e<br />

molte sono state le iniziative e i pomeriggi dedicati agli<br />

operai, agli artigiani, <strong>alle</strong> fabbriche, ai commercianti,<br />

<strong>alle</strong> scuole. Questo è stato il contesto”storico” nel quale<br />

è nato il primo libro sul quartiere dell’ottobre 1997, e poi<br />

il tentativo di un percorso botanico nei giardini di via<br />

Trincee, i cartelli del “GiroVillapiana” e il secondo libro;<br />

ma prima ancora le serate pubbliche in fabbrica, le<br />

visite nelle scuole e i percorsi della memoria, i<br />

mercoledì dedicati al ricordo della Liberazione. Non<br />

potevamo, non si poteva fare diversamente: Villapiana<br />

operaia, sovversiva, comunista lo esigeva! Lo<br />

chiedevano i suoi abitanti, lo ricordava la storia con le<br />

lapidi sparse nel quartiere, lo dimostravano le sentenze<br />

del Tribunale Fascista degli anni ’30, lo esigeva il<br />

ricordo di Andrea Aglietto, Libero Briganti, Angelo Gin<br />

Bevilacqua, Elia Sola. Ma, se questi sono i più<br />

GIORGIO CASTELLI<br />

12<br />

conosciuti, Villapiana ne annovera molti altri, tutti<br />

antifascisti della prima ora, di origini modeste, lavoratori<br />

d<strong>alle</strong> braccia robuste e dall’acuto, determinato pensiero.<br />

Ne cito alcuni tratti dai documenti ufficiali del Casellario<br />

Politico Centrale e d<strong>alle</strong> sentenze del Tribunale<br />

Speciale per la difesa dello Stato, già sapendo che altri,<br />

uguali a loro per impegno e rischio, mancano.<br />

Mi scuso con le loro famiglie e gli amici.<br />

Bazzino Francesco, (via Piave 12/7) facchino.<br />

Comunista - 3 anni di confino<br />

Sentenza del 13/8/ 1934<br />

Botta Armando, (via Maria Solari 12/5) verniciatore<br />

Sovversivo – 12 anni di carcere<br />

Sentenza del 20/4/1935<br />

Dughetti Giovanni, (via S. Lorenzo 9/3) scaricatore<br />

Comunista – 5 anni di carcere<br />

Sentenza del 15/6/1934<br />

Moresco Valentino, (via Corridoni 3/9) manovale<br />

Comunista – 4 anni di carcere<br />

Sentenza del 3/6/1938<br />

Ottolia Giulio (via Milano 15/7) meccanico<br />

Comunista – 2 anni di carcere<br />

Sentenza del 22/3/1935<br />

Pescarmona Ernesto (via Trincee 2/11) calzolaio<br />

Sovversivo – 6 mesi di carcere<br />

Sentenza del 24/7/1926<br />

Comunista – 4 anni di carcere<br />

Sentenza 20/3/1935<br />

Rosati Giulio, (via Torino 11/6) operaio<br />

Comunista – 4 anni di carcere<br />

Sentenza 20/3/1935<br />

Bergamaco Vittoria Aglietto (via Alessandria 1/14)<br />

Sovversiva. Confessa di aver recapitato, per incarico<br />

del marito Andrea, alcuni volantini a Pastore Francesco<br />

e a Toscano Pietro. Per questo il 13/8/1934 viene<br />

condannata ad 1 anno e 6 mesi di confino<br />

Aglietto Giovanni, figlio, impiegato in Ferrania<br />

Sovversivo – 3 anni di carcere<br />

Sentenza 15/6/1934<br />

(Segue a pagina 13)


XXV Aprile: il quartiere<br />

1939: lo stabilimento Scarpa&Magnano di via Fiume<br />

(da pagina 12)<br />

Oltre questi me ne vengono in mente altri che, come<br />

Andrea Aglietto, sindaco di Savona dopo la<br />

Liberazione, non si sono fermati dopo l’impegno<br />

rischioso dell’antifascismo e hanno continuato<br />

considerando il 25 Aprile non una data di arrivo ma<br />

l’inizio di una attività pubblica e sociale nella città e nel<br />

quartiere. Penso a Mignati, Badarello, Levratto, Baeli,<br />

Vanna Artioli, Olga Roncallo e ancora Murialdo,<br />

Sguerso, Marzocchi, Debenedetti, Vignola, Botto e altri<br />

che sfuggono alla memoria ma che meriterebbero di<br />

essere in queste righe menzionati.<br />

Da allora, tutti gli anni, per ricordarli e ringraziarli, il<br />

quartiere si raccoglie la sera del 24 aprile in una grande<br />

fiaccolata che, partendo da via Verdi di fronte alla Sms<br />

Macchinisti e Fuochisti, converge, con in testa il<br />

Sindaco, in piazza Martiri per tornare indietro nel tempo<br />

a quella Liberazione per la quale tutti da allora, senza<br />

distinzione politica e sociale, siamo debitori della libertà,<br />

della democrazia, della Costituzione.<br />

PROGRAMMA CENTRO DI VIA ZARA<br />

Mercoledì 4 Socializzazione<br />

Aprile ore 15,30<br />

Mercoledì 11 Cinque Terre e roseto di Nervi nelle<br />

Aprile ore 15,30 immagini di Franco Chiara<br />

Mercoledì 18<br />

Aprile ore 15,30<br />

Mercoledì<br />

25 Aprile<br />

Mercoledì 2<br />

Maggio ore 15,30<br />

Mercoledì 9<br />

Maggio ore 15,30<br />

Mercoledì 16<br />

Maggio<br />

Mercoledì 23<br />

Maggio ore 15,30<br />

Mercoledì 30<br />

Maggio ore 15,30<br />

“XXV Aprile 1945-XXV Aprile 2012:<br />

ricordiamo con scritti e<br />

testimonianze l’antifascismo di<br />

Angelo “Gin” Bevilacqua<br />

L’<strong>Auser</strong> (presente nel pomeriggio con<br />

il proprio gazebo) invita i soci a<br />

partecipare alla manifestazione<br />

pomeridiana dell’Anpi sul Priamar<br />

Socializzazione<br />

“L’Ungheria a 360 gradi:storia<br />

cultura e tradizioni”<br />

Immagini e presentazione di Irene<br />

Sinkò<br />

“Visitiamo la casa di Suor<br />

Giuseppa Rossello”<br />

Accompagnati da Silvia Bottaro<br />

Socializzazione<br />

“Estate con l’<strong>Auser</strong>”<br />

Programmi estivi con l’associazione<br />

13<br />

ORA E SEMPRE RESISTENZA<br />

Kesserling: processato nel 1947 per crimini di guerra<br />

(Fosse Ardeatine, Marzabotto e altre orrende stragi di<br />

innocenti) Albert Kesserling, comandante in capo delle<br />

forze armate di occupazione tedesche in Italia, fu<br />

condannato a morte. La condanna fu commutata nel<br />

carcere a vita. Ma già nel 1952, in considerazione delle<br />

sue “gravissime” condizioni di salute, egli fu messo in<br />

libertà. Tornato in patria fu accolto come un eroe e un<br />

trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi, di cui per altri<br />

otto anni fu attivo sostenitore. Pochi giorni dopo il suo<br />

rientro a casa Kesserling ebbe l’impudenza di<br />

dichiarare pubblicamente che non aveva proprio nulla<br />

da rimproverarsi, ma che, anzi, gli italiani dovevano<br />

essergli grati per il suo comportamento durante i<br />

diciotto mesi di occupazione, tanto che avrebbero fatto<br />

bene ad erigergli un monumento.<br />

A tale affermazione rispose Piero Calamandrei, con<br />

una famosa epigrafe(recante la data del 4 dicembre<br />

1952, ottavo anniversario del sacrificio di Duccio<br />

Galimberti) dettata per una lapide “ad ignominia”<br />

collocata nell’atrio del Palazzo Comunale di Cuneo in<br />

segno di imperitura protesta per l’avvenuta<br />

scarcerazione del criminale nazista.<br />

L’epigrafe afferma:<br />

Lo avrai<br />

camerata Kesserling<br />

il monumento che pretendi da noi italiani<br />

ma con che pietra si costituirà<br />

a deciderlo tocca a noi<br />

non coi sassi affumicati<br />

dei borghi inermi e straziati dal tuo sterminio<br />

non colla terra dei cimiteri<br />

dove i nostri compagni giovinetti<br />

riposano in serenità.<br />

Non colla neve inviolata delle montagne<br />

che per due inverni ti sfidarono<br />

non colla primavera di queste valli<br />

che ti videro fuggire.<br />

Ma soltanto col silenzio dei torturati<br />

più duro di ogni macigno<br />

soltanto con la roccia di questo patto<br />

giurato tra uomini liberi<br />

che volontari si adunarono<br />

per dignità e non per odio<br />

decisi a riscattare<br />

la vergogna e il terrore del mondo.<br />

Su queste strade se vorrai tornare<br />

ai nostri posti ci ritroverai<br />

morti e vivi collo stesso impegno<br />

popolo serrato intorno al monumento<br />

che si chiama<br />

ora e sempre<br />

RESISTENZA.


<strong>Intervista</strong><br />

Il coordinatore della Lega Coop Savona fa il punto sulle conseguenze della crisi economica<br />

ROSSI: “MANTENERE I SERVIZI E TUTELARE I LAVORATORI”<br />

L’impegno della cooperazione per garantire i soci e i posti di lavoro e per mantenere il proprio ruolo<br />

La crisi mette a dura prova anche il settore<br />

cooperativo quale la situazione nel savonese?<br />

“La crisi che stiamo attraversando mette in difficoltà<br />

tutto il sistema socio economico del Paese e di<br />

conseguenza la tenuta istituzionale stessa. Il mondo<br />

della cooperazione non è certo esente da queste<br />

difficoltà, anzi ne risente in toto.<br />

Ci sono comunque due aspetti che distinguono e, in<br />

qualche misura, preservano la cooperazione: primo le<br />

coop sono fatte da soci, disposti a tutto prima di<br />

arrendersi, essi non demordono e difendono il proprio<br />

posto di lavoro con ogni mezzo. In secondo luogo non<br />

bisogna dimenticare che gli utili vanno a riserva e<br />

creano fondi: un vero e proprio “serbatoio” utile per<br />

migliorare l’accesso al credito, <strong>alle</strong> varie forme di<br />

investimento e, soprattutto, per pagare gli stipendi<br />

prima di ricorrere alla cassa integrazione. Non è<br />

sempre vero che alla base delle crisi aziendali ci siano<br />

incapacità dirigenziali ma, certo, il percorso che molti<br />

lavoratori dipendenti e cooperative vorrebbero<br />

intraprendere per riorganizzare il lavoro, nel momento<br />

in cui le aziende chiudono, è diverso, ha tempi e modi<br />

non sempre condivisi ed è difficile .“<br />

Quale la situazione occupazionale?<br />

“Per quanto concerne la situazione occupazionale<br />

bisogna osservare, innanzi tutto, che il settore della<br />

cooperazione rappresenta l’8 % del pil savonese, metà<br />

circa delle cooperative aderisce alla Federazione<br />

Generale delle Cooperative ma la maggior parte di<br />

quelle savonesi, aderisce alla Lega Coop. Il raggio<br />

delle attività è amplissimo, andando infatti dal grande<br />

consumo (pensiamo ai giganti Coop e Conad), al<br />

settore sociale (il Faggio, Cooperarci) logistica e<br />

produzione lavoro. Si coprono quindi davvero tutti i<br />

settori occupazionali compresi alcuni di nicchia<br />

specialmente nel comparto agricolo.”<br />

La grande distribuzione invade Savona. Quali le<br />

ripercussioni sul commercio in città?<br />

“Il peso dell’allargarsi della grande distribuzione in<br />

Savona avrà certamente ripercussioni soprattutto per<br />

quanto concerne riqualificazione ed innovazione delle<br />

caratteristiche dell’odierno panorama commerciale della<br />

città. In linea di massima la grande distribuzione<br />

prevede non tanto degli stravolgimenti, ma<br />

l’accorpamento di piccole licenze, così come previsto<br />

per l’attuale operazione Conad. Bisogna inoltre notare<br />

come oggi non sia più possibile mantenere una<br />

programmazione ed un ordinamento del commercio<br />

gestiti a livello comunale; le prospettive devono<br />

ampliarsi.<br />

Un altro aspetto da tener presente è quello<br />

dell’espansione del terziario a scapito degli altri<br />

comparti; sta infatti calando l’equilibrio tra i vari settori<br />

TOMASO MINUTO - CARMEN PARODI<br />

14<br />

Mattia Rossi coordinatore Legacoop Savona<br />

economici, in quanto, soprattutto nel secondo, manca il<br />

potenziamento necessario al mantenimento dei posti di<br />

lavoro, che purtroppo vanno, al contrario, erodendosi.”<br />

Le cooperative sociali e il terzo settore sono uno<br />

dei punti cardine del nostro welfare. Quali<br />

cambiamenti ha portato la crisi economica a fronte<br />

del costante aumento del numero di anziani nella<br />

nostra provincia?<br />

“Certo la condizione degli anziani nella nostra città, che<br />

detiene il primato della vecchiaia, risente fortemente<br />

della crisi dilagante. La nostra società diventa di giorno<br />

in giorno più vulnerabile perchè sempre più vecchia. Gli<br />

anziani hanno crescente bisogno di assistenza in forme<br />

che sono sempre state erogate con la contribuzione<br />

pubblica, attualmente in fortissimo ridimensionamento.<br />

È di conseguenza d’obbligo riorganizzare il sistema<br />

delle cooperative sociali le cui attività, consolidatesi nel<br />

tempo in stretta collaborazione col pubblico, non<br />

possono venir meno alla loro mission, sia per la<br />

responsabilità per quanto concerne i posti di lavoro<br />

sia per il ruolo assunto verso la società.<br />

È necessario perciò erogare in modo diverso i servizi,<br />

limando soprattutto i costi, senza snaturarli nella<br />

sostanza. Si profila anche la sperimentazione del<br />

servizio privato, per quanto impopolare.<br />

Bisogna anche ricorrere ad una selezione sempre più<br />

accurata, onde evitare possibili spiacevoli abusi.<br />

Quali i rapporti tra volontariato e cooperative<br />

I rapporti tra volontariato e cooperazione sono stati da<br />

sempre e tradizionalmente buoni, di positiva<br />

collaborazione ed auspichiamo possano diventare<br />

sempre più complementari.<br />

(Segue a pagina 15)


(da pagina 14)<br />

Proprio di fronte all’attuale preoccupante calo<br />

dell’impegno finanziario pubblico a favore delle parti più<br />

deboli, il rapporto tra volontariato e cooperazione dovrà<br />

farsi sempre più collaborativo onde mantenere i servizi<br />

erogati sugli standar storicamente raggiunti tanto a<br />

livello di qualità quanto di quantità.<br />

Altro aspetto della collaborazione tra volontariato e<br />

cooperazione dovrà riguardare un impegno comune<br />

affinché si possa fare scudo sempre più efficace contro<br />

le parti spurie che, da un lato e dall’altro, possono<br />

turbare e “sporcare” l’immagine e le attività tanto della<br />

cooperazione quanto del volontariato.<br />

Mi auguro un futuro sempre più ricco di collaborazione<br />

con l’<strong>Auser</strong> e con le associazioni di volontariato che<br />

seriamente operano a favore dei cittadini onde<br />

programmare attività sempre più qualificate e<br />

qualificanti soprattutto per fronteggiare gli aspetti truffa<br />

perpetrati da organizzazioni poco serie. La Lega Coop<br />

di Savona sta lavorando con la Camera di Commercio<br />

all’ideazione di un marchio di qualità per le Cooperative.<br />

Perché non pensare a qualcosa del genere anche per<br />

le associazioni di volontariato, fatto salvo naturalmente<br />

lo stretto contatto con Cesavo e Terzo Settore?”<br />

Chi Chi è<br />

è<br />

Mattia Rossi, 35 anni, residente a Carcare, è dal<br />

maggio 2008 il coordinatore provinciale della<br />

Legacoop di Savona. Già vicesindaco Ds di Carcare<br />

15<br />

Turismo<br />

Le proposte <strong>Auser</strong> il 2012<br />

GRAZZANO VISCONTI, PERCORSO<br />

MANZONIANO, MELODRAMMA,<br />

SOGGIORNI E TOUR<br />

Grazzano Visconti il borgo medievale<br />

ENNIO MORETTI<br />

Ogni anno la nostra Associazione propone una serie di<br />

gite di un giorno, due gite per assistere all’opera lirica,<br />

un viaggio in Scozia dal 7 al 14 luglio, un soggiorno in<br />

montagna a Campitello di Fassa dal 28 agosto al 9<br />

settembre e, “dulcis in fundo”, il gran tour dell’Andalusia<br />

La prima delle due gite di una giornata è il 17 maggio a<br />

Grazzano Visconti con visita del borgo medioevale<br />

pranzo in ristorante e viaggio in pullman gran turismo.<br />

La seconda seguirà il percorso manzoniano con visita<br />

alla città di Lecco e Varenna, pranzo in ristorante e<br />

sempre viaggio con pullman. La quota di partecipazione<br />

per ogni giornata è di 65,00 euro comprensiva di<br />

viaggio e pranzo in ristorante. La prenotazione è<br />

obbligatoria sino ad esaurimento posti.<br />

Per quanto riguarda il melodramma gli appuntamenti<br />

sono: il 28/29 giugno con“Aida” all’arena di Verona e<br />

il 20/21 luglio con “Tosca” a Torre del Lago Puccini.<br />

Passiamo ai viaggi: il gran tour della Scozia avrà<br />

inizio il 7 luglio con partenza da Savona e riviere, volo<br />

aereo da Milano, mezza pensione in hotel 3 e 4 stelle.<br />

Durante il viaggio è garantita la presenza di un<br />

accompagnatore che affiancherà le guide locali.<br />

La quota di partecipazione è di 1.450,00 euro tasse<br />

aeroportuali incluse. (Supplemento singola 230 euro)<br />

La prenotazione è obbligatoria entro il 5 maggio 2012.<br />

Per quanto riguarda il soggiorno in montagna, a<br />

Campitello di Fassa presso l’hotel Sella Ronda, la<br />

quota, comprensiva di viaggio e pensione completa, è<br />

di euro 830,00 per 13 giorni (eventuale camera singola<br />

aggiungere 150,00 euro) la partenza è fissata per il 28<br />

agosto. Anche in questo caso la prenotazione è<br />

obbligatoria.<br />

Il ricco programma di quest’anno si concluderà, a fine<br />

settembre, con il gran tour dell’Andalusia del quale<br />

daremo informazioni dettagliate in seguito.<br />

Per tutte le iniziative informazioni telefonando al<br />

numero verde <strong>Auser</strong> 800.995.988 oppure a Ennio<br />

Moretti al 338.234.3982.


C’era una volta...frammenti di vita<br />

A colloquio con gli anziani nelle case di riposo<br />

RICORDI DI PERSONE E STORIE VISSUTE TANTI ANNI FA<br />

L’incontro con Antonio Boggiano Pico: esperienza ancora viva nella mente della signora Dina<br />

Le visite settimanali <strong>alle</strong> case di<br />

riposo offrono la possibilità di<br />

entrare in contatto con persone<br />

avanti negli anni, ma desiderose<br />

di vivere, anzi, spesso di rivivere<br />

quanto è stato nella loro vita. I<br />

loro racconti si snodano<br />

piacevolmente commossi, vivi,<br />

ricchi di particolari, di<br />

osservazioni argute, ma<br />

soprattutto pieni di desiderio di<br />

continuare a vivere, anche solo<br />

attraverso i ricordi...<br />

“In una caldissima giornata del<br />

giugno 1930, circa 5000 dipendenti<br />

dell’industria tessile Cucirini, ebbero<br />

la grande gioia di partecipare ad un<br />

viaggio-premio a Roma -racconta la<br />

signora Bernardina Ganduglia-<br />

avevo solo quindici anni e la mia<br />

gioia era venata da un filo<br />

d’orgoglio: grande onore per una<br />

ragazzina, vissuta in orfanotrofio,<br />

partecipare a questo viaggio nella<br />

capitale che ci avrebbe permesso<br />

anche di visitare i palazzi del<br />

potere!- La commozione incrina un<br />

poco la voce di Bernardina, anzi<br />

Dina, che pare rivivere quei lontani<br />

momenti e la narrazione riprende-<br />

Fummo accompagnati in Piazza<br />

Venezia: una folla oceanica la<br />

gremiva; tutti i volti, accaldati,<br />

sudati, ma fieri, erano rivolti verso<br />

un balcone: improvvisamente un<br />

boato scosse la folla, ed io,<br />

malgrado fossi quasi sommersa a<br />

causa della mia esigua statura, vidi<br />

un’imponente figura, vestita di nero,<br />

sul cui petto baluginava ai raggi del<br />

sole qualcosa di metallico. Il duce si<br />

affacciava per salutare! Un nuovo<br />

fremito di orgoglio mi percorse! La<br />

voce stentorea, dal tono altissimo<br />

iniziò:”Italiani! - e giù un nuovo<br />

boato si alzò dalla piazza - una<br />

pausa e poi - Fa molto caldo!!<br />

Andate pure a casa!” E il possente<br />

duce rientrò. Questo il ricordo più<br />

vivo della giornata “storica” della<br />

Cucirini, che mi diede, però, la<br />

possibilità di incontrare un’altra<br />

persona, solo intravista, peraltro,<br />

durante la nostra visita a Palazzo<br />

CARMEN PARODI<br />

Antonio Boggiano Pico<br />

Testimonianza raccolta in<br />

una delle visite settimanali<br />

presso la Casa di Riposo<br />

“Villa Rosa” a Noli.<br />

Le attività, dei nostri<br />

volontari, spaziano dalla<br />

tombola, alla manualità:<br />

ceramica musica, disegno,<br />

découpage, letture, racconti<br />

autobiografici e soprattutto,<br />

chiacchiere.<br />

Tutto finalizzato a mantenere<br />

le facoltà di memoria, di<br />

partecipazione e di critica,<br />

evitando l’isolamento di<br />

persone, spesso lontane dai<br />

famigliari, inclini alla<br />

malinconia e, talvolta, restii<br />

alla comunicazione.<br />

Madama, che, come seppi a<br />

distanza di tempo, rappresentava<br />

un comportamento, una levatura<br />

morale molto diversa...Antonio<br />

Boggiano Pico, un ligure, nato a<br />

Savona, la mia provincia.”<br />

A distanza di tempo, la signora Dina<br />

ebbe la curiosità di scoprire chi<br />

fosse quel signore, così elegante,<br />

discreto, che tanto l’aveva colpita<br />

quel lontano giorno. E la scoperta fu<br />

veramente “grandiosa”.<br />

Il savonese, nato nel 1873,<br />

formatosi e laureatosi a Roma,<br />

dove iniziò anche la carriera di<br />

16<br />

docente universitario presso<br />

l’Ateneo Pontificio, si dedicò anche<br />

alla vita politica: ebbe infatti una<br />

brillante carriera da amministratore<br />

provinciale a Genova, fino ad<br />

essere eletto deputato nelle liste del<br />

Partito Popolare.<br />

Tenne sempre un atteggiamento<br />

coerentemente ostile al fascismo,<br />

rifiutando sdegnosamente i ripetuti<br />

inviti da parte di Mussolini ad<br />

entrare nel Partito Nazionale<br />

Fascista, nonostante le<br />

intimidazioni e le aggressioni (ne fu<br />

vittima anche la moglie) fino al ritiro<br />

sull’Aventino, che segnerà la fine<br />

della sua vita parlamentare.<br />

Continuerà la sua fervente attività di<br />

avvocato che lo vide per lunghi anni<br />

attivamente impegnato anche a<br />

fianco di don Orione, nella meritoria<br />

attività a sostegno dei più deboli.<br />

Nel dopoguerra fu eletto per diverse<br />

legislature senatore e arrivò a<br />

rappresentare l’Italia nel Consiglio<br />

d’Europa. Una figura, quindi molto<br />

significativa, legata alla <strong>Liguria</strong>,<br />

anzi, a Savona, dove Antonio era<br />

nato da una prestigiosa famiglia<br />

della società sabauda. La madre,<br />

Virginia Corsi, vantava tra gli<br />

ascendenti il famoso Pico della<br />

Mirandola, il cui nome fu aggiunto a<br />

quello paterno Boggiano, su precisa<br />

richiesta del giovane Antonio.<br />

L’attuale vico dei Pico ha certo la<br />

funzione di ricordare tali lontani<br />

trascorsi storici, come attestato<br />

dall’intitolazione della strada<br />

all’antica famiglia guelfa savonese ,<br />

che poteva benissimo avere legami<br />

con l’erudito umanista dalla<br />

prestigiosa memoria, del XV secolo.<br />

Festa alla casa di riposo


Sanità: l’intervista<br />

Ugo Trucco presidente dell’Ordine dei Medici di Savona<br />

“MIGLIORARE LA SANITÀ? SERVONO DECISIONI CORAGGIOSE”<br />

Ri-programmare la sanità instaurando una medicina che compenetri competenza clinica e controllo<br />

dei costi: priorità all’educazione sanitaria, alla prevenzione, alla tutela del territorio<br />

A fronte delle ristrutturazioni in atto in molti<br />

ospedali della nostra provincia i medici di medicina<br />

generale come pensano di affrontare il maggiore<br />

carico di lavoro e le difficoltà dei loro pazienti sia in<br />

caso di dimissioni sia in caso di ricovero?<br />

“Ai tagli delle giornate di degenza, di alcuni reparti e<br />

posti letto non ha corrisposto un adeguato<br />

finanziamento dei servizi territoriali per ottimizzare<br />

l’integrazione tra ospedale e territorio. La carenza di<br />

finanziamenti e di risorse economiche della Regione<br />

non permettono questo passaggio organizzativo<br />

indispensabile per dare risposte ai cittadini e una<br />

continuità assistenziale. Nonostante le difficoltà i medici<br />

di famiglia della nostra provincia hanno cercato di dare<br />

risposta consociandosi in strutture ambulatoriali aperte<br />

tutti i giorni (12 ore) compresi i festivi. Gli utenti<br />

possono trovare un medico disponibile per le esigenze<br />

urgenti senza nulla togliere al rapporto fiduciario con il<br />

medico di libera scelta. A domicilio l’Adi (assistenza<br />

domiciliare integrata) svolge già un lavoro importante e<br />

che spesso viene coadiuvato da associazioni di<br />

volontariato come la vostra, Savona Insieme,<br />

Fondazione Guido Rossi e altre che portano il loro aiuto<br />

<strong>alle</strong> fasce più fragili della cittadinanza. Questi utenti<br />

fragili sono certamente le prime vittime di un sistema a<br />

cui si sono ridotti i finanziamenti. Vittime proprio coloro<br />

a cui dovrebbero essere rivolti i servizi”.<br />

Gli studi associati possono essere parte integrante<br />

del S.S.N. e rispondere <strong>alle</strong> nuove esigenze di<br />

sanità in un territorio con così tanti anziani?<br />

“I medici della nostra provincia, a tale proposito, si sono<br />

posti in modo innovativo e hanno dimostrato grande<br />

sensibilità. I “Centri Salute” sono infatti aggregazioni di<br />

medici che, grazie ad una convenzione con l’Asl,<br />

erogano servizi come il Cup(centro unificato<br />

prenotazioni) e assistenza ambulatoriale per 12 ore al<br />

giorno compresi i festivi. Un medico, a turno, è sempre<br />

presente e, grazie alla banca dati informatica, può<br />

accedere <strong>alle</strong> cartelle cliniche inerenti i pazienti anche<br />

di altri colleghi.<br />

E’ recentissima una delibera regionale che propone, per<br />

il savonese, un progetto sperimentale di affidamento ai<br />

Centri Salute di continuità assistenziale anche interventi<br />

di tipo socio sanitario e riabilitativo a domicilio per<br />

garantire maggiormente il servizio di assistenza<br />

integrata sul territorio.<br />

A fronte di questa proposta sarà importante poter<br />

mettere in rete gli interventi dei servizi pubblici, del<br />

volontariato e dei medici di famiglia. Solo grazie alla<br />

fattiva collaborazione degli stessi si potranno<br />

ottimizzare le scarse risorse e garantire buoni servizi”.<br />

MARIA GRAZIA SORTINO<br />

17<br />

La rivista<br />

dell’Ordine dei<br />

Medici di<br />

Savona<br />

Esiste ancora il rapporto di fiducia tra pazienti<br />

anziani e medico di famiglia? Se si attraverso quali<br />

canali si sviluppa?<br />

“Il rapporto di fiducia è fondamentale e la<br />

comunicazione tra paziente e medico deve essere<br />

chiara a questo proposito ci occupiamo di deontologia e<br />

di comportamento al fine di garantire un rapporto<br />

corretto tra medici e pazienti. L’ordine dei medici e l’Asl<br />

2 savonese hanno recentemente pubblicato linee di<br />

comportamento sulle visite domiciliari per il medico di<br />

famiglia. In esse si definisce l’appropriatezza della<br />

richiesta di visita domiciliare. Le condizioni necessarie<br />

per ottenere la visita a casa sono: l’intrasportabilità del<br />

paziente (vale a dire che il trasporto crei un reale<br />

pericolo di peggioramento delle condizioni cliniche del<br />

paziente), la gravità della patologia (il medico può<br />

decidere di visitare periodicamente il paziente a casa<br />

per la gravità della malattia e instaurare un protocollo di<br />

assistenza), la decisione in scienza e coscienza del<br />

medico (la decisione di effettuare o meno la visita<br />

domiciliare resta, comunque, del medico e questi se ne<br />

assume la responsabilità), l’orario richieste visite (la<br />

visita deve essere richiesta in determinate fasce orarie),<br />

l’urgenza-emergenza (in caso di urgenza va attivato il<br />

servizio 118 e non il medico di famiglia) e la possibilità<br />

di consulenza telefonica (la consulenza telefonica<br />

rimane uno strumento integrativo importante di<br />

consultazione tra medico e paziente)”.<br />

Quali le proposte, iniziative e obiettivi l’ordine dei<br />

medici si propone per ottimizzare le scarse risorse<br />

pubbliche?<br />

(segue a pagina 18)


Sanità: l’intervista<br />

(da pagina 17)<br />

Non abbiamo strumenti per interventi diretti sulle scelte<br />

delle aziende sanitarie pubbliche ne private e neppure<br />

strumenti per valutare la qualità delle cure o intervenire<br />

sui tagli ai finanziamenti. Il nostro ruolo è quello di<br />

formare, educare, facilitare le comunicazioni tra medici<br />

e istituzioni da una parte e pazienti dall’altra cercando<br />

di interpretare le istanze che ci arrivano. Alcuni esempi:<br />

abbiamo inviato una istanza alla Regione <strong>Liguria</strong> per<br />

conoscere i criteri adottati circa i tagli di alcuni servizi e<br />

stiamo lavorando coi primari ospedalieri dell’Asl 2 per<br />

raccogliere le loro proposte circa la ristrutturazione<br />

dell’azienda. Non è accettabile: “non ci sono soldi e voi<br />

non operate” la drastica riduzione delle sedute<br />

operatorie non può essere accettata perchè anche gli<br />

interventi di elezione rimandati di mesi possono<br />

compromettere la salute dei pazienti. I medici sono<br />

stretti tra l’adeguatezza clinica e le difficoltà<br />

organizzative. Se si intasa, ad esempio, il pronto<br />

soccorso e le persone stanno ore in barella perchè non<br />

si trova un letto disponibile in reparto, questo disagio<br />

non è certo attribuibile ai medici ma piuttosto alla<br />

carente organizzazione generale.<br />

Credo che il compito dell’ordine dei medici sia quello di<br />

formare sempre meglio i sanitari ad affrontare le varie<br />

fasi della sanità. Abbiamo in cantiere convegni e<br />

dibattiti per aumentare la conoscenza di tecniche di<br />

menagement aziendale con relativi stage sui costi<br />

benefici argomento sul quale i medici sono ancora<br />

carenti. Ma dobbiamo anche affrontare un tema che ci<br />

sta particolarmente a cuore: come attuare una medicina<br />

diversa, basata sulla prevenzione, sull’educazione<br />

sanitaria, sulla tutela e salubrità del territorio,<br />

prerogative necessarie e indispensabili per ridurre l’alta<br />

percentuale di malattie e, per contro, l’alto costo delle<br />

cure. L’attuale sistema sanitario sta mostrando la<br />

corda, le decisioni sembrano improvvisate, sorprende la<br />

mancanza di lungimiranza programmatica di organi<br />

politici che dovrebbero avere come primo impegno il<br />

“bene salute”. Sarebbero necessarie decisioni<br />

coraggiose, forse impopolari nell’immediato ma che<br />

potessero dare risposte a lungo termine”.<br />

Quale rapporto è possibile tra medici di famiglia e<br />

associazioni di volontariato?<br />

Le associazioni di volontariato sono importantissime<br />

soprattutto per i cittadini disabili e anziani. I medici di<br />

famiglia sono disponibili a collaborare con le iniziative e<br />

a segnalare i loro pazienti ai volontari per fare questo e<br />

per sensibilizzare ulteriormente la categoria ci<br />

impegniamo come Ordine dei medici a dare<br />

informazioni, tramite la nostra stampa, ai colleghi al fine<br />

di potenziare la collaborazione con le associazioni di<br />

volontariato come la vostra”.<br />

18<br />

Servizi e territorio<br />

Quali servizi si possono attivare a domicilio in caso di<br />

patologie invalidanti? L’Asl 2 eroga prestazioni tramite<br />

l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI)<br />

Nei casi più complessi vengono erogate prestazioni<br />

mediche, infermieristiche, riabilitative e socio<br />

assistenziali al domicilio dell'anziano, per un massimo<br />

di sei mesi continuativi.<br />

Le suddette prestazioni sono indirizzate:<br />

1) a pazienti anziani necessitanti di recupero, parziale o<br />

totale, dell'autonomia in seguito a malattie acute<br />

(fratture ossee, ictus, interventi chirurgici, ecc.)<br />

2) a pazienti affetti da malattie in fase terminale.<br />

Distretto albenganese<br />

Albenga via Trieste 54<br />

Tel. 0182 546239<br />

Distretto finalese<br />

Finale Ligure via Pineta 22<br />

Tel. 019 692724 - 019 691240<br />

Distretto delle Bormide<br />

Carcare via del Collegio 18<br />

Tel. 019 5009448 - 9442<br />

Distretto savonese<br />

Savona via Collodi 13<br />

Tel. 019 8405994 - 5294<br />

Segreteria dal lunedì al<br />

venerdì ore 9-12<br />

Segreteria dal lunedì al<br />

venerdì ore 9-12<br />

Segreteria dal lunedì al<br />

venerdì ore 9-12<br />

Segreteria dal lunedì al<br />

venerdì ore 9-12<br />

Le segnalazioni ADI possono essere formulate dal<br />

medico curante, dall'ospedale che dimette il malato, dal<br />

servizio di assistenza sociale dei Comuni o<br />

dall'interessato. È prevista la compilazione della scheda<br />

di accesso alla rete sociosanitaria per gli anziani da<br />

parte dell'interessato e del medico curante con<br />

indicazione della diagnosi. Le domande devono<br />

pervenire all'Unità Operativa assistenza anziani<br />

dell'ambito di competenza agli indirizzi sopra elencati.<br />

Gli interventi domiciliari sono effettuati in base al piano<br />

assistenziale concordato in sede di Unità Valutativa<br />

Geriatrica.<br />

COSA SONO I “CENTRI SALUTE”<br />

Sono sette i Centri che associano medici di medicina<br />

generale convenzionati con la Asl distribuiti sul territorio<br />

della provincia di Savona. Sessantuno professionisti,<br />

medici di base e non solo, che seguono 80mila<br />

persone. Un esempio che, partendo dal savonese,<br />

coinvolgerà tutta la regione.<br />

DOVE SONO<br />

Cairo Salute s.r.l. Via Berio 1 tel. 019/506181, Alassio<br />

Salute Srl Vico della Chiusetta, 15, tel: 0182 648631,<br />

Savona Omnia Medica srl.<br />

via Paleocapa 22/4 tel. 019 829999 , Pietra Ligure<br />

viale della Repubblica 10/12, Loano via Azzurri d’Italia<br />

9, Albenga Salute via Medaglie d’oro 40, Finale<br />

Salute Società Cooperativa V. Ghiglieri, 7


Sanità: sindacato Cgil<br />

LE “CASETTE” DELLA SALUTE:<br />

UN ERRORE DELLA REGIONE<br />

FULVIA VEIRANA *<br />

Quasi due anni fa la Regione <strong>Liguria</strong> affermava la<br />

necessità di potenziare l’assistenza sanitaria territoriale<br />

strutturando distretti forti che organizzassero le cure<br />

primarie, garantendo appropriatezza negli interventi e<br />

decongestionamento degli ospedali. Da allora nella<br />

nostra provincia i distretti non sono decollati, i presidi<br />

assistenziali sul territorio hanno perso personale e<br />

risorse e non è stata fatta nessuna progettazione.<br />

L’Asl2 Savonese da tempo, infatti, ha scelto di delegare<br />

molte funzioni, tradizionalmente gestite direttamente, ai<br />

cosiddetti Centri Salute, aggregazioni di medici di<br />

medicina generale che ospitano anche attività<br />

specialistiche al loro interno. Alcuni centri esistono da<br />

più di cinque anni. Mettere in rete più medici di<br />

medicina generale ha consentito di poter garantire orari<br />

più estesi di servizi propri del medico di base<br />

(certificazioni?). Purtroppo questa modalità non ha nel<br />

tempo agevolato un controllo della spesa farmaceutica,<br />

portando nel 2011 la nostra Asl ad essere la maglia<br />

nera della regione. Solo un intervento straordinario di<br />

controllo ha consentito di rientrare nella media di spesa<br />

regionale. La nuova delibera regionale,<br />

paradossalmente, parte dalla valutazione positiva di<br />

questa esperienza proponendosi di estenderla sul<br />

territorio regionale.<br />

Per noi questo significa che il servizio pubblico<br />

abbandona l’idea di organizzare, monitorare, verificare<br />

l’appropriatezza delle cure primarie, dandole<br />

progressivamente, ma totalmente, in gestione a<br />

consorzi, cooperative, associazioni di medici delegando<br />

loro anche i servizi domiciliari.<br />

Noi continuiamo a pensare che la strada per restituire<br />

dignità ai servizi territoriali sia: costituire e far<br />

funzionare i distretti. Dare vita a veri e propri centri della<br />

salute (uno ogni 30 mila abitanti) dove inserire:<br />

prevenzione, consultori, Sert, Salute mentale ed<br />

assistenza domiciliare gestita dal servizio pubblico<br />

all’interno dei quali inserire i medici di medicina<br />

generale, i pediatri di libera scelta, la guardia medica e<br />

presidi del 118. Questi centri, così strutturati, in<br />

prospettiva dovrebbero erogare servizi 24 ore su 24 e 7<br />

giorni su 7, sostituendo per i codici bianchi e verdi<br />

anche i pronto soccorso. I pazienti, così, avrebbero un<br />

punto unico d’accesso gestito direttamente dall’Asl<br />

senza dover impazzire a cercare il servizio che serve<br />

loro e il servizio pubblico potrebbe monitorare lo stato di<br />

salute dei cittadini ed organizzare efficacemente le<br />

risposte ai loro bisogni. La Regione, invece, ha scelto di<br />

far organizzare ad altri il servizio correndo il rischio di<br />

dare risposte frammentarie e non omogenee e<br />

privandosi dell’indicatore principale dello stato di salute<br />

della popolazione più fragile che ha bisogno di costanti<br />

interventi terapeutici. Noi continueremo a batterci<br />

perché Regione ed Asl ripensino ad una<br />

programmazione seria dell’attività extraospedaliera per<br />

garantire servizi e lavoro di qualità.<br />

*Segretario Funzione Pubblica Cgil Savona<br />

19<br />

Notizie utili<br />

DENUNCIA DEI REDDITI<br />

L’AIUTO DEI CAAF CGIL<br />

ROBERTA RANZATO<br />

Anche quest’anno la scadenza “tasse” coinvolge tutti gli<br />

onesti cittadini. Dopo il 20 marzo è possibile prendere<br />

l’appuntamento presso le sedi dei centri Caaf della Cgil<br />

per redigere in modo sicuro la denuncia dei redditi.<br />

I centri Caaf Cgil si possono trovare su tutto il territorio<br />

della nostra provincia, i servizi forniti sono garantiti dalla<br />

professionalità degli operatori e dalla loro esperienza.<br />

Le tariffe sono facilitate per lavoratori precari e per gli<br />

iscritti al sindacato Cgil.<br />

Che cosa fa il Caaf<br />

• dichiarazione dei redditi<br />

• dichiarazione e pagamenti Imu<br />

• cartelle esattoriali<br />

• gestione colf e badanti<br />

• dichiarazioni di successione<br />

• volture catastali<br />

• riunioni di usufrutto<br />

• certificazioni Isee<br />

• dichiarazioni red<br />

• consulenza contabile per lavoratori atipici<br />

Dove sono i principali Caaf<br />

Savona via Boito 9r -tel 019 856687 da lun. a ven. ore<br />

8,30/12,30 e 14,30/18 su appuntamento<br />

Albenga via Trieste 8- tel. 0182 50224 da lun. a ven.<br />

ore 9,00/12,00e 14,00/18,00 su appuntamento<br />

Cairo Montenotte via Bertolotti 79 g – tel 019 506260<br />

da lun. a ven. ore 9,00/12,00 e 15,00/18,00 su<br />

appuntamento<br />

Loano via Aurelia 155 tel. 019 675675 da lun. a ven.<br />

ore 9,00/12,00 e 15,00/18,00 su appuntamento<br />

Varazze via Corsali 12 tel. 019 98384<br />

Merc. e giov. 8,30- 12,30/14-17 su appuntamento<br />

Ma sono anche a: Albissola Capo e Marina,,Altare,<br />

Borghetto, Borgio,Carcare,Celle,Finale, Loano, Noli,<br />

Millesimo, Pietra, Quiliano, Stella, Spotorno e Vado.


Notizie dai Centri<br />

Le “dolci” volontarie di Vado Ligure<br />

I FORNELLI DIVENTANO CULTURA CON UNISABAZIA E AUSER<br />

Sono una delle volontarie <strong>Auser</strong> di<br />

Vado, da qualche anno tengo un<br />

corso di cucina all’Unisabazia.<br />

L’esperienza è stata oltremodo<br />

positiva: ho potuto condividere con<br />

altri la mia esperienza di cuoca, ho<br />

tramandato ricette tradizionali e ho<br />

potuto fare qualche esperimento<br />

insieme <strong>alle</strong> mie “allieve”. Ancora<br />

maggiormente gratificante è stata,<br />

da sempre, la realizzazione di<br />

rinfreschi e buffet in occasione di<br />

eventi culturali che si svolgono nel<br />

nostro Comune e che coinvolgono il<br />

gruppo di volontarie Cid-<strong>Auser</strong> al<br />

quale sono orgogliosa di<br />

appartenere.<br />

Lavoriamo insieme per preparare i<br />

cibi e farci venire le idee migliori e<br />

originali che poi realizziamo<br />

ricevendo, quasi sempre, larghi<br />

consensi.<br />

Da sola confeziono anche<br />

marmellate con i frutti del mio<br />

frutteto di Monasterolo Casotto che<br />

poi metto a disposizione per la<br />

campagna raccolta fondi dell’<strong>Auser</strong>.<br />

Le mie marmellate accompagnano<br />

la pasta di “Libera terra” rendendo<br />

maggiormente corposa la proposta<br />

dei nostri prodotti ad offerta libera.<br />

Collaboro a raccogliere fondi per la<br />

nostra associazione con impegno<br />

per garantire sempre maggiori<br />

disponibilità ad aiutare chi ne ha<br />

bisogno e ad organizzare iniziative<br />

per un invecchiamento attivo.<br />

Anch’io, facendo la volontaria, mi<br />

mantengo attiva! Come altre mie<br />

amiche oltre alla cucina,<br />

l’Unisabazia ci impegna nei turni<br />

per le iscrizioni e la gestione dei<br />

corsi e l’apertura delle varie sedi<br />

dove si tengono le lezioni.<br />

Non manca però l’assistenza diretta<br />

agli anziani: facciamo animazione<br />

nelle case di riposo Vada Sabatia di<br />

Vado e San Giuseppe di V<strong>alle</strong>ggia:<br />

siamo presenti, per accoglienza,<br />

nell’ambulatorio infermieristico<br />

Pontacolone di via Piave 222 a<br />

Vado, trasporto sociale e filo<br />

d’argento per compagnia telefonica.<br />

All’interno di queste attività, a cui io<br />

sono particolarmente affezionata,<br />

ho avuto la possibilità di conoscere<br />

tante persone, soprattutto donne<br />

GRAZIELLA OMBRA<br />

con le quali è nata una profonda<br />

amicizia. Ricordarle mi emoziona<br />

sempre. Con, alcune come la<br />

presidente Gemma Babboni,<br />

proseguo una intensa attività di<br />

collaborazione e di lavoro ma mi<br />

sono rimaste nel cuore anche altre<br />

che purtroppo non sono più tra noi,<br />

come Mariangela, con la quale<br />

avevo un profondo legame.<br />

Il mio impegno nel Cid è nato nel<br />

gennaio 2005 grazie <strong>alle</strong><br />

sollecitazioni e agli incoraggiamenti<br />

che mi sono venuti da Margherita<br />

Toso, socia fondatrice<br />

dell’associazione a Vado, alla quale<br />

vanno ancora oggi i miei sentiti<br />

ringraziamenti.<br />

Essere inserita in una associazione<br />

di volontariato dà la possibilità di<br />

aiutare gli altri ma è una<br />

soddisfazione per sé e anche una<br />

speciale occasione di incontro con<br />

le persone e di costruzione di nuovi<br />

rapporti significativi. Durante il mio<br />

periodo di volontariato ho avuto<br />

occasione di pensare e di<br />

sviluppare insieme con le altre<br />

socie molte iniziative. Mi fa piacere<br />

ricordare tra queste il 23 aprile,<br />

giorno di San Giorgio giornata della<br />

“Festa del libro e delle rose”.<br />

Questa festa, nata in Spagna<br />

all’inizi del novecento, è stata<br />

riconosciuta dell'Unesco nel 1995<br />

per sottolineare come il libro sia<br />

sempre stato un potente strumento<br />

di diffusione e di conservazione<br />

della cultura. Da cinque anni<br />

anche il Comune di Vado<br />

Ligure è entrato nell'elenco delle<br />

città che in 22 nazioni di tutto il<br />

mondo celebrano la festa dei Libri e<br />

delle rose diventando partecipe di<br />

questo importante evento. Noi, con<br />

il gruppo “Le amiche di Penelope”<br />

partecipiamo al concorso “Trame<br />

floreali” con un ricamo a tema<br />

sempre diverso. Le amiche di<br />

Penelope sono un gruppo di socie<br />

abili nel ricamo che, non solo<br />

vogliono mantenere questa<br />

tradizione, e amano mettere in<br />

mostra i loro lavori, ma sono anche<br />

disponibili ad andare in casa di<br />

riposo per non far perdere la<br />

manualità e la voglia di ricamare<br />

<strong>alle</strong> anziane ospiti.<br />

A Vado, nel Cid-<strong>Auser</strong> siamo circa<br />

150 iscritti la maggior parte donne,<br />

con qualche uomo che<br />

all’occorrenza ci da una mano.<br />

Dove siamo<br />

Ambulatorio infermieristico<br />

Via Piave 222 -Vado Ligure<br />

Aperto dal lunedì al sabato<br />

compreso d<strong>alle</strong> 9,30 <strong>alle</strong> 11<br />

Telefono 019 880465<br />

Unisabazia<br />

Via alla Costa -Vado Ligure<br />

Telefono 349 2925471


L’opinione<br />

IL FUTURO DELL’EDITORIA: NON SOLO GIGANTI<br />

E CONTRIBUTI PUBBLICI TRASPARENTI<br />

Una galassia di informazione, dal terzo settore al volontariato, dai giornali in cooperativa<br />

a quelli di idee, al web. Attenzione a non buttare via il bambino con l’acqua sporca<br />

L’antitutto, dalla politica <strong>alle</strong> cose di ogni giorno.<br />

E allora, dentro anche i contributi all’editoria, ai giornali,<br />

meglio tutti i media, quelli storici di carta e quelli<br />

“esplosi” negli ultimi venti anni, con il web, le testate on<br />

line, i blogger, le radiotv locali e la miriade di giornali<br />

(laici, religiosi, del mondo dell’immigrazione).Grande<br />

campagna moralizzatrice, il governo dei “prof” ai quali la<br />

politica, in crisi con i suoi partiti, delega, un po’<br />

ipocritamente, scelte difficili per poi dire che loro non le<br />

avrebbero fatte, che taglia milioni di contributi pubblici<br />

all’editoria. Con un risultato: il rischio mortale per<br />

testate di idee, per giornali come il Manifesto o altri<br />

come il ligure e genovese corriere mercantile-gazzetta<br />

del lunedì dalla vita ultracentenaria e, a suo tempo, uno<br />

dei pochi giornali della sera rimasti. Per quelle testate<br />

come questa che leggete che di contributo pubblico<br />

riceve nulla. La pubblicità, quella che rimane anche in<br />

tempi di crisi, al 90% continuano a spartirsela Rai<br />

Mediaset Sky. Cosa c’è dietro questo mondo? Qualche<br />

migliaio di persone, tecnici, grafici, giornalisti e molti<br />

volontari. C’è un mondo soprattutto nel centro nord di<br />

testate storiche, laiche e religiose, che danno lavoro a<br />

centinaia di persone. C’è una realtà di idee e di<br />

esperienze da non perdere fossero queste espresse<br />

anche da poche persone. C’è, insomma, in gioco una<br />

fetta di democrazia.<br />

Allora è bene spiegare che il sistema editoria in Italia<br />

sconta la totale assenza, equamente divisa da tutti i<br />

governi della storia repubblicana, di una legge di<br />

sistema per l’editoria; lo sviluppo delle varie forme di<br />

informazione e di comunicazione ha preso in<br />

contropiede un sistema vecchio e superato. Con il<br />

risultato che milioni di euro sono stati bruciati (caso<br />

Ciarrapico) sull’altare di contributi a pioggia e senza<br />

logica, che molti sono stati tagliati dalla crisi e che<br />

nessuno si è posto il problema, se non anche per<br />

MARCELLO ZINOLA*<br />

21<br />

l’ultima emergenza, di dare un riassetto al sistema delle<br />

contribuzioni. Semplice. I fondi dovrebbero essere<br />

divisi, come chiede la Fnsi, il sindacato dei giornalisti<br />

(Federazione nazionale della stampa) in modo<br />

trasparente e con alcuni vincoli precisi: l’applicazione<br />

dei contratti di settore (oggi oltre a quello storico di<br />

quotidiani, agenzie e periodici, ne esistono altre tre per<br />

il multimediale, la piccola e media editoria queste ultime<br />

regolamentate da due accordi specifici degli ultimi anni<br />

e uno per l’emittenza radiotv locale). La trasparenza<br />

della proprietà (per esempio: la ragionale sociale, la<br />

cooperativa, non può essere lo strumento unico di<br />

valutazione perché fatta la legge trovato l’inganno con<br />

la creazione di cooperative di comodo). La trasparenza<br />

dei rapporti commerciali tra grandi giornali e gruppi<br />

editoriali che sul piano locale, spesso, scelgono di<br />

abbinarsi in edicola a testate locali. Sfruttando le realtà<br />

locali e, al contempo, drogando il mercato della<br />

concorrenza di altre testate locali che questo sistema<br />

detto dei “panini” non hanno. Eppoi ci sono realtà come<br />

questa che leggete e decine di altre. Non ci sono<br />

giornalisti in senso stretto e professionale, oppure ci<br />

sono. Ma sono ai margini di questi aiuti anche se<br />

spesso rappresentano diffusione di copie e di idee, di<br />

informazione, preziosa. Non solo, spesso attraverso<br />

queste esperienze nascono e crescono professionisti<br />

del futuro. C’è poi, a mio avviso, anche una grande<br />

“truffa”, almeno in parte, del cosiddetto giornalismo dei<br />

cittadini. Nato soprattutto in Germania e poi diffusosi<br />

ovunque. Un esempio?<br />

Faccio un sito web di informazione, ci metto un capitale,<br />

invento il fatto che tutti scrivono, organizzo un<br />

manipolo di giovani e bravi aspiranti giornalisti, raccolgo<br />

pubblicità.<br />

Tanto o poco che sia guadagno.<br />

(segue a pagina 22 )


L’opinione<br />

(da pagina 21)<br />

E chi scrive? A tenere in piedi la bottega sono<br />

soprattutto il manipolo di persone, giovani, pagati poco<br />

e male. Idealmente grande idea, praticamente il<br />

rovescio della medaglia. Il discrimine dell’erogazione di<br />

aiuti (peraltro tagliati in modo drastico nel 2011 e 2012)<br />

dovrebbe anche tenere conto del ruolo e dividere tra<br />

quello che è comunque un mondo se non classico,<br />

comunque strutturato di informazione e cosa, per<br />

esempio, deriva dal terzo settore e dal volontariato in<br />

genere. Anche qui si potrebbe trovare una forma di<br />

accordo e di trattativa nazionale per creare un sistema<br />

di regole e di garanzie per chi vi lavora, con un costo<br />

del lavoro (piaga dolente) sopportabile per queste<br />

realtà. Uscendo dalla ipocrisia sino a oggi imperante dei<br />

giornali in “cooperativa”. Il corriere mercantile che a<br />

Genova esce in panino con La Stampa, ma è una vera<br />

coop, i suoi soci e dipendenti giornalisti strappano<br />

l’anima con i denti e ogni giorno davvero vincono una<br />

battaglia per essere in edicola. Appesi poi a questo<br />

supplizio di Tantalo dei contributi che arrivano, a piccole<br />

gocce e con tagli drastici. In Italia le realtà vere di<br />

cooperative editoriali, come Mercantile o Manifesto, non<br />

sono molte. Molti sono stati i tentativi invece (riusciti) di<br />

creare coop di comodo, durate lo spazio di una<br />

campagna elettorale o di un paio di anni, giusto per<br />

prendere contributi, creare poi un tot di disoccupati, e<br />

chiudere. Altro mondo che sta morendo quello<br />

dell’emittenza locale. Soprattutto televisivo. Ha segnato<br />

un’epoca, ha rotto un monopolio, una stagione a suo<br />

modo esaltante anche se dai contenuti e livelli di qualità<br />

altalenanti. Il digitale terrestre, le corazzate Rai<br />

Mediaset Sky, sono la mazzata finale. Resterà ben<br />

poco.<br />

E il famoso rumore delle rotative fatto “sentire”<br />

attraverso la cornetta di un vecchio telefono con la<br />

battuta “è la stampa, bellezza” resterà un must da film.<br />

E anche di un’epoca. Realtà come questa che leggete e<br />

altre tengono duro. Ma non basterà perché nessuno<br />

regala nulla. A partire dalla carta o dalla iscrizione di<br />

una testata in tribunale. Le regole sono necessarie. E la<br />

democrazia non sarebbe tale senza regole. Ma<br />

attenzione: devono essere regole,cioè valide per tutti.<br />

*giornalista de Il Secolo XIX<br />

22<br />

A proposito di piccola editoria<br />

DA BOLLETTINO A GIORNALE: STORIA DI UN<br />

PERIODICO NON SOLO ASSOCIATIVO<br />

TOMASO MINUTO*<br />

Correva l’anno 2002, l’<strong>Auser</strong> savonese era in pieno<br />

sviluppo, avevamo bisogno di uno strumento di<br />

comunicazione per far conoscere ai nostri soci, alla<br />

città e <strong>alle</strong> istituzioni le nostre attività, la nostra<br />

missione, le nostre idee e la nostra politica solidale<br />

rivolta agli anziani.<br />

Per questi validissimi motivi decidemmo di dotarci di<br />

una pubblicazione adatta allo scopo.<br />

Fu così che nacque il periodico bimestrale<br />

<strong>Auser</strong>savonanotizie. Lo stampavamo in proprio con la<br />

fotocopiatrice, la sua veste grafica lasciava molto a<br />

desiderare e la tiratura raggiungeva al massimo 150 -<br />

200 copie ed numeri annui erano 5. Una immane fatica<br />

a partire dalla stesura degli articoli scritti, quasi sempre,<br />

da autori improvvisati. Ma raggiungemmo lo scopo: far<br />

arrivare la nostra voce oltre gli addetti ai lavori e a farci<br />

conoscere meglio dalla gente. Precariamente<br />

arrivammo a metà del 2004, l’anno della svolta.<br />

L’<strong>Auser</strong> savonese aveva promosso, in collaborazione<br />

con l’Unisavona, un corso di formazione sul recupero<br />

della memoria e di scrittura creativa molto partecipato.<br />

Al suo termine un gruppo di allievi aveva deciso di<br />

mettere in pratica le nozioni apprese durante il corso.<br />

Quale occasione migliore se non impegnarli nella<br />

produzione del giornale?<br />

Infatti costituimmo una redazione e ufficializzammo la<br />

pubblicazione presso il tribunale di Savona con regolare<br />

direttore.<br />

Da quel momento la pubblicazione ha subito un<br />

radicale cambiamento, sia nella veste tipografica sia<br />

nei contenuti, l’unica cosa rimasta invariata la testata:<br />

<strong>Auser</strong>savonanotizie.<br />

Il contributo maggiore a quel cambiamento lo dobbiamo<br />

alla fattiva collaborazione di un professionista come<br />

Luciano Angelini che è riuscito, oltre cha a impostare il<br />

giornale, a formare una redazione capace di gestire al<br />

meglio la pubblicazione.<br />

Siamo una redazione di volontari che con passione si<br />

dedica alla produzione del giornale avvalendosi anche<br />

di prestigiose collaborazioni che lo rendono una<br />

pubblicazione molto apprezzata nel panorama editoriale<br />

savonese. Oggi usciamo regolarmente con sei numeri<br />

annui e alcuni speciali, una buona veste tipografica, da<br />

quest’anno stampata in tipografia, con una tiratura di<br />

1000 copie e con contenuti che spaziano dal<br />

volontariato, al sociale, all’economia, all’attualità, alla<br />

cultura e alla politica.<br />

E, notizia molto importante, non godiamo di alcun<br />

contributo statale o locale. Abbiamo, soltanto l’anno<br />

scorso, potuto partecipare ad un progetto che ci ha<br />

finanziato una parte delle spese relative al 2011.<br />

Certamente è un sacrificio stampare il giornale perché<br />

la spesa è a carico della nostra Associazione, in barba<br />

ai tanti decantati contributi dati all’editoria.<br />

*Direttore di <strong>Auser</strong>savonanotizie


<strong>Intervista</strong><br />

<strong>Fulvio</strong> <strong>Briano</strong>, sindaco uscente di Cairo, fa il punto tra presente e futuro della città<br />

“IL MIO IMPEGNO PER LAVORO, TERRITORIO E SANITÀ”<br />

Si va <strong>alle</strong> elezioni con una campagna elettorale densa di polemiche e contrasti. Il primo cittadino punta<br />

anche sull’orgoglio dei cairesi e sui risultati dei suoi cinque anni di amministrazione<br />

Tra qualche settimana (tra tormentate dimissioni e<br />

diverse collocazioni partitiche di tanti esponenti<br />

cairesi) ci saranno le elezioni nel suo Comune.<br />

Quali i punti salienti del suo programma elettorale<br />

per il secondo mandato?<br />

“Bisognerebbe parlare della debolezza della politica e<br />

dei partiti. Da questo punto di vista Cairo è uno<br />

spaccato della situazione nazionale. Sono caduti degli<br />

steccati, nel nostro Comune si presentano per la destra<br />

un candidato che ha militato 15 anni nel Pci (Felice<br />

Rota, ndr) e un ex vice sindaco, Ligorio, con un<br />

passato catto-comunista che ha avuto il cattivo gusto di<br />

rassegnare le dimissioni dalla maggioranza alla vigilia<br />

delle elezioni per potersi schierare con l’altra parte. Ma<br />

il discorso sarebbe lungo e troppe le polemiche.<br />

Noi abbiamo intenzione di mantenere coerenza e<br />

continuità. Quando sono stato eletto sindaco ero<br />

giovane e senza esperienze precedenti e il mio<br />

ingresso in comune non è stato certamente facile. Dopo<br />

la scomparsa di Chebello, nessuno mi ha passato il<br />

testimone, ho trovato casse e cassetti vuoti e mi sono<br />

stati necessari quasi due anni per capire le tante<br />

complessità di un comune come Cairo. Ho trovato<br />

inoltre una cittadinanza sfiduciata e poco partecipe. Ma<br />

in questi anni abbiamo lavorato sodo. Oggi mi<br />

ripresento con maggiore esperienza e dopo aver svolto<br />

un importante lavoro per dare ai miei concittadini<br />

dignità, fiducia e orgoglio di essere cairesi. I cittadini<br />

devono essere orgogliosi della comunità a cui<br />

appartengono in questo è stato di grande aiuto il<br />

progetto “Cairo Sarà” nato in un'ottica di scambio di<br />

idee e di condivisione tra amministratori, cittadini e<br />

territorio. L'obiettivo è di realizzare interventi concreti<br />

per disegnare la città del futuro, è un progetto che si<br />

basa su un costante monitoraggio e sulla<br />

TOMASO MINUTO - DOMINICA PICCARDO<br />

23<br />

valutazione dei risultati e che prevede incontri continui<br />

con le forze sociali presenti sul territorio”.<br />

E quali altre realizzazioni importanti durante il<br />

primo mandato?<br />

“Abbiamo aperto Palazzo di Città dove si tengono<br />

importanti iniziative culturali e di socializzazione con<br />

circa 150 eventi annuali. Siamo riusciti a lavorare bene<br />

su progetti che ci hanno consentito di accedere a fondi<br />

finalizzati per la riqualificazione urbana, la realizzazione<br />

del museo di Ferrania, il teleriscaldamento, i mercati<br />

della terra, la realizzazione della casa dell’acqua con<br />

distributori gratuiti per l’acqua (anche gassata) che ha<br />

ottenuto notevole successo, la costruzione di piste<br />

ciclabili, la presa in carico da parte del Comune della<br />

frazione di Ferrania che è passata dai proprietari privati<br />

a noi, l’installazione di potabilizzatori nelle scuole. Ma i<br />

nostri migliori risultati penso siano l’aver potuto<br />

mantenere inalterata la presenza del comune nelle<br />

frazioni con 5 scuole elementari, 6 scuole materne, 2<br />

asili nido. Mentre per i servizi sociali abbiamo realizzato<br />

la mappatura delle persone anziane che vivono da sole.<br />

Questa mappatura è stata possibile grazie all’impegno<br />

dei lavoratori cassaintegrati di Ferrania che hanno<br />

lavorato presso il comune in modo competente e<br />

propositivo. Da poco ci siamo attivati per la consegna di<br />

pasti caldi a domicilio degli anziani riscontrando però<br />

una certa difficoltà perchè spesso gli anziani vivono<br />

questi interventi come caritatevoli piuttosto che come<br />

diritto ad una vecchiaia tutelata.”<br />

Quali sono stati i problemi irrisolti rispetto <strong>alle</strong> sue<br />

“promesse” fatte nel 2007?<br />

“Uno dei problemi al quale è difficile dare adeguata<br />

risposta è la manutenzione ordinaria delle strade.<br />

(segue a pagina 24)I


<strong>Intervista</strong><br />

(da pagina 23)<br />

Abbiamo oltre 100 chilometri di strade comunali che,<br />

per le condizioni climatiche della zona, richiederebbero<br />

circa 200 mila euro di asfalti e manutenzione. Denaro<br />

che non è nelle disponibilità del comune e quindi ci si<br />

deve accontentare di interventi parziali e sporadici<br />

mentre la manutenzione ordinaria dovrebbe essere<br />

costante.<br />

Altro punto dolente è stato proprio nel servizio sociale.<br />

Bisogna sfatare una logica assistenziale con contributi<br />

economici erogati a pioggia e senza un reale progetto.<br />

Per tre anni abbiamo dovuto reintegrare i soldi dei<br />

servizi sociali. Ora non potremo più permetterlo e ad<br />

ogni contributo dovrà corrispondere un preciso<br />

programma che accompagni il cittadino ad un<br />

cambiamento rivolto all’autonomia.”<br />

Quale la situazione occupazionale a fronte di grandi<br />

aree industriali dismesse?<br />

“Il problema dell’occupazione, del lavoro, sarà la parte<br />

centrale anche della nostra campagna elettorale.<br />

Parteciperemo al bando regionale per il reinserimento<br />

lavorativo di persone svantaggiate ma il punto cruciale<br />

rimane quello della creazione di nuove imprese. Per<br />

questo lavoriamo al fine di costruire una rete tra<br />

aziende e per rendere appetibili le aree industriali<br />

dismesse.<br />

Abbiamo un piano di recupero sia edilizio sia produttivo<br />

nelle aree ex Comilog, un investimento della<br />

Comparata srl sulle aree dell’ex scatolificio Ferrania e il<br />

progetto per un insediamento di 6mila metri quadri di<br />

una ditta per la potabilizzazione dell’acqua. Tutti<br />

impianti produttivi compatibili con il territorio al quale<br />

guardiamo con attenzione.<br />

Nel nostro comune rimangono critiche le emissioni di<br />

benzene della Cokeria di Bragno anche se spesso sono<br />

nella norma di legge, peraltro l’Italiana coke rimane un<br />

importante polo occupazionale del quale abbiamo<br />

bisogno.”<br />

Grande rilevanza mediatica ha avuto la possibile<br />

ristrutturazione dell’ospedale di Cairo. Quali<br />

strumenti per ovviare ad eventuali tagli. Saranno<br />

sufficienti gli studi associati dei medici di famiglia?<br />

“La sperimentazione di “Cairo salute” ha avuto, insieme<br />

agli altri sei centri della nostra provincia, l’imprimatur<br />

dalla regione che ne ha deliberato il riconoscimento e la<br />

piena titolarità nel servizio sanitario a fronte purtroppo<br />

del malfunzionamento dei distretti socio sanitari.<br />

Per l’ospedale e il suo mantenimento con<br />

caratteristiche di “decenza” mi sono battuto<br />

strenuamente. Tanto da crearmi anche alcuni nemici. In<br />

questi giorni registriamo le tardive prese di<br />

posizione del dottor Rota, mio antagonista politico, che<br />

pur essendo direttore del distretto socio sanitario non<br />

mi pare abbia fatto, a suo tempo, una grande battaglia<br />

”dall’interno” dell’Asl per incidere<br />

sulle scelte aziendali. Del resto mi pare inopportuno che<br />

il direttore del distretto sia candidato sindaco.<br />

Per quanto riguarda l’organizzazione dell’emergenza in<br />

Val Bormida credo di essere l’unico sindaco ad essermi<br />

posto come interlocutore delle pubbliche assistenze per<br />

24<br />

valutare l’impatto sul territorio(e sull’operato dei<br />

volontari del soccorso) di un nuovo assetto della rete<br />

ospedaliera. L’assessore Montaldo semplificherebbe la<br />

vita a noi sindaci se varasse la legge regionale sulla<br />

rete dell’emergenza ligure. Legge che dovrebbe dettare<br />

procedure chiare eliminando i tanti alibi che alcuni<br />

accampano.”<br />

Qual è la situazione degli anziani e quali le<br />

prospettive per favorire l’invecchiamento attivo?<br />

Quale il rapporto con le associazioni di<br />

volontariato?<br />

“In v<strong>alle</strong> a favore degli anziani opera, nell’ambito del<br />

Progetto Invecchiamento attivo della Fondazione<br />

Carige l’associazione Anteas per il trasporto sociale, i<br />

volontari del soccorso e tante altre associazioni che<br />

coinvolgono i cittadini di tutte le età in iniziative di svago<br />

e sociali. Abbiamo ancora un sogno nel cassetto:<br />

organizzare a domicilio la possibilità di effettuare esami<br />

radiologici per pazienti che avrebbero difficoltà ad<br />

essere trasportati, abbiamo potuto vedere questo<br />

servizio a Torino e siamo stati favorevolmente colpiti<br />

d<strong>alle</strong> possibilità che offre. Come amministrazione, a<br />

favore dell’invecchiamento attivo, abbiamo rinnovato<br />

la sede di via fratelli Francia che ospita alcuni servizi<br />

sociali e “Ieri giovani” che è un importante centro di<br />

socializzazione e abbiamo organizzato, nel Palazzo di<br />

Città, diversi corsi di alfabetizzazione informatica che<br />

hanno riscosso grande successo tra i nostri cittadini dai<br />

capelli grigi che vogliono mantenersi attivi e partecipare<br />

alla vita della nostra città.”<br />

Chi è<br />

Laureato nel 1996<br />

in giurisprudenza è<br />

tutt’ora socio di uno<br />

studio legale.<br />

Sposato con<br />

Antonella dal 1999<br />

ha un figlio,<br />

Leonardo, di 9<br />

anni. Dal 2004<br />

svolge attività<br />

politica<br />

presentandosi<br />

come indipendente<br />

<strong>alle</strong> elezioni<br />

amministrative<br />

comunali. Dopo tre anni di esperienza in opposizione<br />

sui banchi del consiglio comunale, nel maggio del 2007,<br />

in seguito ad una nuova tornata elettorale, è diventato<br />

sindaco della Città di Cairo Montenotte. Oggi è anche<br />

membro dell’Assemblea Nazionale del Partito<br />

Democratico e Vice Presidente della Federazione<br />

Europea delle Città Napoleoniche .


La testimonianza<br />

La mattina del 4 maggio 1917<br />

preannunciava su Noli l’arrivo di<br />

una insolita fredda temperatura<br />

inusuale per la tarda stagione<br />

primaverile. l riparato golfo veniva<br />

spazzato da un vento di greco che<br />

faceva increspare le onde del mare<br />

non promettendo nulla di buono per<br />

il resto della giornata.<br />

Già dal primo mattino molte barche<br />

si erano avventurate nella cala delle<br />

reti malgrado il barometro, affisso<br />

alla parte della locale farmacia,<br />

annunciasse l’arrivo di tempo<br />

inclemente. Ma la pesca, si sa, era<br />

ed è una delle maggiori risorse dei<br />

nolesi quindi, anche in quella grigia<br />

mattina necessitava varare.<br />

Intorno <strong>alle</strong> 9,30 molte imbarcazioni<br />

erano già arenate e il loro bottino<br />

faceva bella mostra sui variopinti<br />

carretti delle “pescelle” appostate,<br />

come al solito, lungo la passeggiata<br />

a mare. Circa un’ora dopo, al largo<br />

di Capo Noli, spuntano le sagome<br />

di tre navi: due di più piccolo<br />

tonnellaggio e l’altra più grande:<br />

puntavano a levante. Erano due<br />

incrociatori e una nave di più<br />

grande stazza, dirette a Savona. Da<br />

terra qualcuno notò il loro<br />

passaggio e la “voce” fece presto il<br />

giro del litorale destando una corale<br />

curiosità tra i presenti ma ben<br />

presto scomparvero dalla vista<br />

assecondando la ripresa de loro<br />

daffare incuranti di ciò che da li a<br />

poco sarebbe accaduto. Infatti,<br />

poco dopo “Un forte boato scuoteva<br />

l’aria attirando l’attenzione dei<br />

4 maggio 1917: la tragedia del “Transylvania”<br />

VENTIDUE VITE SALVATE DAL CORAGGIO DEI<br />

PESCATORI DI NOLI<br />

Il Transylvania stazzava 14.315 tonnellate ed era partito da Marsiglia con a bordo<br />

circa tremila persone, in gran parte soldati inglesi della Royal Navy. Circa mille<br />

furono tratti in salvo dai cacciatorpediniere e da altre navi partite dal porto di<br />

Savona. 407furono i morti.<br />

A lato la Madonnina posta a capo Noli in memoria del naufragio<br />

GIULIANO MOGGIO<br />

presenti rivolta nella direzione di<br />

Bergeggi. E’ da quelle parti che si<br />

sente giungere quel rombo seguito<br />

dall’innalzarsi di una colonna di<br />

acqua che si ergeva <strong>alle</strong> sp<strong>alle</strong><br />

dell’isolotto; cupo presagio di un<br />

possibile attacco subito d<strong>alle</strong> navi<br />

da poco passate”.(1) L’orologio<br />

della torre comunale segnava le ore<br />

11,17. Il sindaco della città e il<br />

comandante della locale stazione<br />

dei carabinieri, precipitatisi dai<br />

rispettivi uffici, si affrettarono a<br />

confermare quanto temuto dandone<br />

notizia dal terrazzamento<br />

prospiciente la spiaggia: “E’ stato<br />

silurato un trasporto militare inglese<br />

in prossimità Prodani, invito tutti voi,<br />

equipaggi dei pescatori ad attivarvi<br />

nel soccorso dei naufraghi”. I<br />

pescatori non persero tempo:<br />

quattro grandi imbarcazioni<br />

scivolarono svelte in mare. Iniziò<br />

così la faticosa traversata dei<br />

soccorritori, tra l’infuriare dei marosi<br />

e un tagliente vento di tramontana<br />

che rendeva sempre più difficile la<br />

già ardua impresa. I “nostri”, giunti<br />

sul posto, si trovarono di fronte uno<br />

scenario apocalittico: parecchi<br />

cadaveri g<strong>alle</strong>ggiavo a pelo d’acqua<br />

e molti feriti lanciavano grida di<br />

disperato aiuto. I coraggiosi<br />

pescatori, pur trovandosi in quel<br />

comprensibile marasma, muniti di<br />

solo spirito umanitario, salvarono la<br />

vita a ventidue militari inglesi e per<br />

questo grande atto di coraggio<br />

ricevettero la gratitudine del<br />

Governo Britannico che consegnò,<br />

25<br />

ad ognuno di loro, una medaglia<br />

d’argento al Valor Civile inoltre, il<br />

solenne encomio della Giunta<br />

Municipale e un personale<br />

“Attestato di Benemerenza”<br />

rilasciato dalla Regia Marina<br />

Militare. L’eroico comportamento<br />

dei pescatori fu pure omaggiato dal<br />

capitano Enrico D’Albertis, emerito<br />

cittadino di Noli, residente sul<br />

promontorio di Capo Noli, il quale<br />

“..volle dedicare ai coraggiosi<br />

pescatori una statua della Madonna<br />

che fece collocare <strong>alle</strong> falde del<br />

roccioso Capo Noli a perenne<br />

ricordo della loro valorosa impresa”.<br />

(1) Ma questa simbolica statuetta<br />

pare abbia rappresentato anche<br />

un’altro successivo evento votivo.<br />

Nella tradizione locale infatti, si<br />

narra che un tempo una giovinetta<br />

intenta a tirare la rete d<strong>alle</strong> rupi di<br />

Capo Noli sia improvvisamente<br />

caduta tra le sottostanti rocce<br />

rimanendo del tutto incolume.<br />

Questo “miracolo”, da allora a<br />

tutt’oggi, viene solennemente<br />

ricordato dal popolo dei pescatori i<br />

quali, alla prima domenica del mese<br />

di maggio, partecipano, con corteo<br />

di barche infiorate e imbandierate, a<br />

rendere omaggio alla Madonnina di<br />

Capo Noli.<br />

(1) Transylvania di Franco Rebagliati con<br />

Giuliano Moggio


L’opinione<br />

Quando i contadini tenevano a bada il terreno con i muretti a secco<br />

POSSIAMO ANCORA TUTELARE IL TERRITORIO?<br />

Incendi e alluvioni dovrebbero farci riflettere sull’importanza degli alberi, dell’agricoltura e del verde<br />

Savona ha un grande patrimonio boschivo sempre più a rischio tra incendi e cemento<br />

Troppe notti dormo poco, mi giro e<br />

mi rigiro, ma il sonno non mi<br />

agguanta mai e così comincio a<br />

pensare a svariate cose. Tra tutte<br />

una è più prepotente e mi assilla:<br />

“Perchè nessun governo , nessun<br />

comune ha mai costituito una<br />

commissione di “persone capaci”<br />

che siano in grado di coordinare<br />

interventi a favore della natura per<br />

prevenire i disastri che la<br />

riguardano? Sarebbe fondamentale<br />

preservare la parte di natura che ci<br />

è rimasta e ogni tanto ricordare<br />

quella che è stata rovinata”. Rifletto<br />

così sul taglio continuo di tanti<br />

alberi per fare spazio al cemento.<br />

Perchè, penso, i comuni non<br />

piantano un albero per ogni<br />

bambino che nasce?Un nuovo<br />

albero. Sarebbe un regalo e il gesto<br />

di affetto di una comunità verso<br />

l’infanzia, un atto nobile per<br />

garantire loro un futuro migliore. Mi<br />

amareggia pensare ai disastri<br />

dovuti <strong>alle</strong> piogge alluvionali di<br />

alcuni mesi fa che hanno<br />

duramente colpito tante zone del<br />

genovese e dello spezzino. Perchè<br />

succedono queste cose? Per i<br />

cambiamenti del clima o per altri<br />

motivi, uno su tutti la mancata<br />

prevenzione da parte dell’uomo?<br />

Credo che tutti abbiano delle colpe<br />

specialmente quando si vedono<br />

cose che non vanno per il verso<br />

giusto e si tace entrando nella<br />

schiera degli indifferenti.<br />

Dovremmo denunciare ciò che non<br />

va gridandolo a chi di dovere.<br />

Ricordo come erano puliti i boschi<br />

di una volta e i bei rigagnoli che si<br />

formavano durante le grandi<br />

piogge! Allora la Guardia Forestale<br />

forse non esisteva nemmeno, non<br />

serviva.<br />

La prevenzione e la salvaguardia<br />

del territorio la facevano i contadini.<br />

Pulivano a fondo i boschi,<br />

specialmente intorno <strong>alle</strong> case, per<br />

favorire la crescita sia degli alberi<br />

che delle piante coltivate. Si<br />

“coltivava” anche il<br />

MARIO TISSONE<br />

bosco e i grandi castani che vi<br />

crescevano hanno sfamato intere<br />

generazioni.<br />

I contadini tagliavano gli alberi<br />

secchi che avrebbero impedito la<br />

crescita di quelli nuovi, rispettavano<br />

i rigagnoli e i corsi d’acqua, senza<br />

deviarli aiutandoli a scorrere per<br />

impedire al terreno di franare.<br />

Costruivano muri a secco per<br />

arginare il terreno e trattenere la<br />

terra per coltivare. Con le colture<br />

delle fasce mantenevano la terra al<br />

suo posto. Tutto questo aiutava la<br />

natura e l’uomo nella sua<br />

sopravvivenza ma a volte non<br />

bastava. Il contadino del bricco (la<br />

collina) si spingeva nella pianura<br />

per pulire i fiumi, rimuovere i tronchi<br />

trasportati dalla corrente che<br />

avrebbero costituito una diga col<br />

conseguente straripando nelle<br />

strade verso la città.<br />

Continuo a non dormire. Nel buio<br />

vedo tutte le case nuove che giorno<br />

dopo giorno crescono sotto alte e<br />

maestose gru, colorate di giallo.<br />

Penso ancora ai terreni strappati<br />

alla natura, asfaltati e che non<br />

assorbiranno più l’acqua piovana.<br />

Penso anche a quante case sfitte ci<br />

sono a Savona: sono oltre duemila<br />

26<br />

eppure si continua a costruire, ma<br />

per farne cosa?<br />

Mi affaccio alla finestra e vedo la<br />

Madonna del Monte, e le prime<br />

colline di Vado. Vedo una grande<br />

colonna di fumo: è l’inizio di un<br />

incendio. La prima colonna del<br />

fumo sale in alto e si vedono altre<br />

colonne più in basso. Penso che ci<br />

sono diversi focolai e che non<br />

potranno dare la colpa ad un solo<br />

piromane che non potrebbe<br />

spostarsi così rapidamente tra<br />

colline distanti tra loro. E’ il primo<br />

mattino e arrivano i Canadaire e gli<br />

elicotteri che cominciano a versare<br />

acqua, acqua salata sui boschi in<br />

fiamme. A terra lavorano molti<br />

volontari della Protezione Civile e i<br />

Vigili del Fuoco. L’incendio va<br />

avanti per tre giorni e ad alimentarlo<br />

c’è un vento continuo che soffia<br />

forte, non cessa mai. Non c’è<br />

speranza che piova, il cielo è<br />

limpido. Sulle cause dell’incendio si<br />

susseguono tante ipotesi, alla fine,<br />

la più accreditata pare essere<br />

quella dei petardi lanciati vicino al<br />

bosco. Anch’io ne ho udito.<br />

Esplodevano lontano dal quartiere<br />

ma anche vicino a casa mia. Chissà<br />

perchè i genitori e gli insegnanti non<br />

spiegano a i ragazzi la pericolosità<br />

dei botti? Non spiegano loro<br />

l’importanza della prevenzione e la<br />

tutela del patrimonio naturale ma<br />

anche la sicurezza per persone e<br />

animali.<br />

Dovremmo mettercela tutta per<br />

salvare la nostra <strong>Liguria</strong>! Poca<br />

terra e tanti boschi che possiamo e<br />

dobbiamo salvare.<br />

Ma dobbiamo anche piantare tanti<br />

alberi e insegnare <strong>alle</strong> nuove<br />

generazioni l’importanza di vivere in<br />

un ambiente sicuro, verde, protetto<br />

e bello come era la nostra regione<br />

un tempo e come spero possa<br />

essere in futuro. Ma forse è solo il<br />

sogno di una notte insonne.


Ginnastica per la mente<br />

Rebus: (frase:3,8,7)<br />

Soluzione:<br />

COME SI GIOCA A SUDOKU<br />

* Alcune caselle sono già fissate, le altre vanno riempite con<br />

numeri dall'1 al 9<br />

* la tavola è suddivisa in 9 quadranti di 3x3 caselle<br />

* su ogni quadrante devono essere messi tutti e 9 i numeri,<br />

senza ripetizioni<br />

* inoltre, ogni riga orizzontale e ogni riga verticale dell'intera<br />

tavola non deve contenere ripetizioni di numeri<br />

Direttore Responsabile: Tomaso <strong>Minuto</strong><br />

Coordinamento redazionale: Dominica <strong>Piccardo</strong><br />

Hanno collaborato a questo numero<br />

Franco Astengo, Angelo Calabria, Giorgio Castelli,<br />

Tomaso <strong>Minuto</strong>, Giuliano Moggio, Ennio Moretti,<br />

Graziella Ombra, Carmen Parodi, Dominica<br />

<strong>Piccardo</strong>,Roberta Ranzato, Francesco Rossello, Ileana<br />

Scarrone, Silvio Scarrone, Maria Grazia Sortino,<br />

Claudio Tagliavini, Mario Tissone, Sergio Tortarolo,<br />

Fulvia Veirana, Marcello Zinola<br />

EDITORE<br />

AUSER PROVINCIALE SAVONA – ONLUS<br />

(Associazione per l’AUtogestione dei SERvizi e la solidarietà)<br />

Via Boito 9r- Savona tel. 019-83889226<br />

e mail: ausersv@libero.it<br />

Autorizzazione Tribunale di Savona n. 552/54<br />

Distribuzione gratuita<br />

27<br />

Aforismi sulla libertà<br />

Non vale la pena avere la libertà se questo non implica<br />

avere la libertà di sbagliare. (Gandhi)<br />

Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero<br />

senza esserlo. (Johann Wolfgang von Goethe)<br />

L'oblio è una forma di libertà. (Kahlil Gibran)<br />

Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la<br />

possa esprimere. (Voltaire)<br />

La mia libertà finisce dove comincia la vostra. (Martin<br />

Luther King)<br />

La libertà economica è la condizione necessaria della<br />

libertà politica. (Luigi Einaudi)<br />

Non sono un Libertador. I Libertadores non esistono.<br />

Sono i popoli che si liberano da sé. (Ernesto Che<br />

Guevara)<br />

Amo la libertà della stampa più in considerazione dei<br />

mali che previene che per il bene che essa fa. (Charles-<br />

Alexis de Tocqueville)<br />

Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in<br />

ogni circostanza, ma mai in ogni circostanza e in ogni<br />

epoca si potrà avere la libertà senza la lotta! (Ernesto<br />

Che Guevara)<br />

La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la<br />

gente non vorrebbe sentirsi dire. (George Orwell)<br />

Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono. (Georg<br />

Hegel)<br />

Se una libera società non può aiutare i molti che sono<br />

poveri, non dovrebbe salvare i pochi che sono ricchi.<br />

(John Fitzgerald Kennedy)

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