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6 - Nicola Saba

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COSA FARO’ DA GRANDE<br />

indice<br />

Lea Bullo<br />

Mi viene da sorridere, alla mia età, ad interrogarmi su cosa<br />

farò da grande. Preferisco piuttosto parlare di che cosa, da giovane,<br />

pensavo avrei potuto far da grande! Prima cosa avrei voluto<br />

continuare gli studi, e questo non mi è stato possibile: frequentavo<br />

le elementari che già cominciai a lavorare. Di mattina andavo a<br />

scuola e al pomeriggio prestavo servizio presso una stireria, facevo<br />

“l’incollarina”.<br />

Finite le elementari, andai a fare la sarta, anche questo un<br />

mestiere che non avevo scelto io, ma mia mamma, dovevo crescere<br />

bene e sapere tenere l’ago in mano, così mi diceva.<br />

Io non ho mai sognato nulla, neanche questo mi era concesso,<br />

ma qualche sogno nel cassetto ce l’avevo; per esempio avrei voluto<br />

fare la commessa in qualche esercizio commerciale. E ci sono anche<br />

riuscita per un certo periodo, quando fui assunta in un negozio di<br />

specialità veneziane a San Marco. Mi piaceva veramente il contatto<br />

con il pubblico. In quel periodo, eravamo in guerra, i clienti erano<br />

in maggioranza tedeschi presenti a Venezia come turisti, ho dovuto<br />

cimentarmi con la lingua teutonica, imparare le parole necessarie<br />

per comunicare con gli avventori e capire cosa volevano per<br />

accontentarli. Purtroppo la guerra continuò mietendo vittime e<br />

procurando miseria: in negozio c’era sempre meno da lavorare e<br />

così mi licenziarono.<br />

Trovai impiego presso una fabbrica. Eravamo in tante ragazze,<br />

quasi tutte a pensare melanconicamente ai nostri amori lontani in<br />

pericolo di vita sotto le armi. Ma ahimè non si poteva dire neanche<br />

una parola perché c’era il “padrone” che attraverso le fessure della<br />

parete ci spiava, e poi irrompeva nel laboratorio additando chi<br />

aveva scoperto a parlare e lo multava. Appeso alla parete vi era<br />

un ciondolo di cartone, potevi alzarti per andare al gabinetto solo<br />

quando segnava libero, altrimenti ti beccavi una multa.<br />

In questo clima di oppressione si andava avanti, confezionando<br />

maglioni e calzini per i militari, oltre a biancheria intima per<br />

uomo e donna. La guerra incalzava sempre più, gli alleati<br />

raggiungevano le città vicine, il padrone doveva salvare le<br />

macchine e così un po’ alla volta fummo tutte licenziate, io fui una<br />

delle ultime a uscire di scena.<br />

I sogni rimanevano sempre soffocati dentro di me. Mi<br />

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