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anniversari - Anpi Reggio Emilia

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50<br />

7 luglio<br />

Ovidio<br />

Franchi,<br />

19 anni, da Gavassa (RE), perito tecnico,<br />

è la vittima più giovane, fi glio di un<br />

operaio delle Offi cine Meccaniche Reggiane.<br />

Dopo la scuola di avviamento industriale,<br />

era entrato come apprendista<br />

in una piccola offi cina della zona. Nel<br />

frattempo, frequentava il biennio serale<br />

per conseguire l’attestato di disegnatore<br />

meccanico, che gli era stato appena recapitato.<br />

Colpito a morte sotto il portico del<br />

palazzo d’angolo tra Via Crispi e Via San<br />

Rocco.<br />

In piazza Cavour c’è Ovidio Franchi,<br />

gli sparano mentre sposta una staccionata<br />

di legno per far passare un’autoambulanza.<br />

Viene colpito da un proiettile<br />

all’addome. Cerca di tenersi su. Si<br />

aggrappa a una serranda. Un testimone<br />

dice: “Un altro, ferito lievemente, lo<br />

voleva aiutare, poi è arrivato uno in divisa<br />

e ha sparato a tutti e due”. Franchi<br />

è la vittima più giovane (classe 1941).<br />

CINQUANT’ANNI<br />

SENZA GIUSTIZIA<br />

Il punto dove è deceduto<br />

Emilio Reverberi<br />

6<br />

giugno-luglio 2010<br />

notiziario anpi<br />

Emilio<br />

Reverberi,<br />

39 anni, <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>, operaio tornitore,<br />

ex partigiano, lascia la moglie e due<br />

fi gli. Licenziato perché comunista, nel<br />

1951, dalle Offi cine Meccaniche Reggiane,<br />

dove era entrato all’età di 14 anni.<br />

Garibaldino nella 144a Brigata Garibaldi<br />

dislocata nella zona della Val d’Enza<br />

(commissario politico nel distaccamento<br />

“Amendola”). Nativo di Cavriago, abitava<br />

in Via Dante Zanichelli (RE), nelle<br />

case operaie oltre Crostolo. Colpito<br />

a morte sotto i portici dell’Isolato San<br />

Rocco.<br />

Emilio Reverberi, arriva al termine<br />

della galleria dell’Isolato San Rocco,<br />

davanti alla serranda del negozio di<br />

abbigliamento Zamboni. Si affaccia<br />

all’angolo per guardare in piazza Cavour<br />

(oggi Piazza Martiri del 7 luglio).<br />

Lo falcia una raffi ca di mitra. Si aggrappa<br />

alla serranda. Sulle maglie le<br />

impronte insanguinate delle sue mani.<br />

Un testimone dice: “Verso le ore 17-<br />

17.30 mi stavo portando dal palazzo di<br />

Vetro [edifi cio tra Via Crispi e Via San<br />

Rocco] verso il negozio Zamboni [...]<br />

rimasi solo davanti al bar Cavour [...]<br />

vidi però molto bene che un poliziotto,<br />

arrivato di corsa, sparò una raffi ca a<br />

bruciapelo...”.<br />

Il tiro che colpisce Afro Tondelli<br />

ANNIVERSARIO<br />

MORTI DEL<br />

7 LUGLIO 1960<br />

Afro<br />

Tondelli,<br />

36 anni il 14 luglio, di Due Maestà<br />

(RE), dipendente dell’ospedale Santa<br />

Maria Nuova, ex partigiano della 76 a<br />

Sap (nome di battaglia Bobi), lascia la<br />

moglie. È il quinto di otto fratelli, in una<br />

famiglia contadina di Gavasseto. Segretario<br />

locale dell’<strong>Anpi</strong>. Colpito a morte<br />

all’interno dei Giardini pubblici.<br />

È la quinta vittima. Ore 16.45: esce<br />

dal lavoro (Arcispedale S. Maria<br />

Nuova) con alcuni amici. Percorre<br />

Via dell’Ospedale (oggi Via Dante<br />

Alighieri) verso Via Secchi. Arriva in<br />

via Nobili a fi anco del Teatro Municipale.<br />

Sono in corso gli scontri. Deve<br />

raggiungere la parte opposta della<br />

piazza. Saluta gli amici. Aggira il<br />

teatro. Si trova all’interno dei Giardini<br />

pubblici (Parco del Popolo). Un<br />

agente di PS estrae la pistola. S’inginocchia.<br />

Prende la mira e spara su un<br />

bersaglio fermo. Tondelli viene trasportato<br />

con una Fiat 1100 nera al S.<br />

Maria Nuova. Ore 17.00 si registra il<br />

suo ingresso al pronto soccorso. Prima<br />

di spirare Tondelli dice: “Mi hanno<br />

voluto ammazzare, mi sparavano<br />

addosso come alla caccia”. (g.b.)

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