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Tav. A - Relazione - Caprarica di Lecce

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In<strong>di</strong>ce<br />

1. Premessa pag. 3<br />

2. Cenni storici “ 7<br />

3. Obiettivi e criteri <strong>di</strong> impostazione “ 13<br />

4. Analisi dell’evoluzione e<strong>di</strong>lizia ed urbanistica “ 15<br />

5. Inquadramento territoriale “ 18<br />

6. Ricognizione dello stato fisico – giuri<strong>di</strong>co del territorio comunale;<br />

Stato <strong>di</strong> attuazione del vigente P.R.G. “ 20<br />

7. Struttura urbana e residue capacità inse<strong>di</strong>ative “ 21<br />

7.1 Settore residenziale “ 21<br />

7.2 Settore produttivo “ 23<br />

7.3 Superfici a standard – urbanizzazione secondaria “ 24<br />

7.4 Superfici per attrezzature e servizi <strong>di</strong> interesse generale (Zone F) “ 27<br />

8. Le previsioni strutturali “ 28<br />

8.1. Fabbisogni pregressi ed emergenti “ 28<br />

8.1.1 Premessa “ 28<br />

8.1.2 Andamento demografico “ 29<br />

8.1.3 Analisi della situazione residenziale “ 32<br />

8.1.3.1 Inse<strong>di</strong>amenti residenziali “ 32<br />

8.1.3.2 Situazione abitativa al 1991 “ 33<br />

8.1.3.3 Situazione abitativa al 2001 “ 33<br />

8.1.4 Interventi <strong>di</strong> recupero preve<strong>di</strong>bili “ 34<br />

8.1.5 Consistenza del patrimonio e<strong>di</strong>lizio “ 35<br />

8.1.6 Calcolo del fabbisogno e<strong>di</strong>lizio “ 36<br />

8.3. In<strong>di</strong>viduazione degli inse<strong>di</strong>amenti storici puntuali presenti sul<br />

territorio da sottoporre a tutela “ 38<br />

8.4. Le <strong>di</strong>rettrici localizzative delle aree per la nuova e<strong>di</strong>ficazione da<br />

sottoporre a pianificazione urbanistica esecutiva “ 42<br />

8.5. La realtà socio – economica della comune per ambiti territoriali e settori<br />

economici. “ 43<br />

8.6. Sud<strong>di</strong>visione del territorio in TU e TnU con in<strong>di</strong>cazione al TU della<br />

definizione <strong>di</strong> “territorio costruito” “ 48<br />

8.7. PUTT/P Articolazione del territorio in ATE e ATD “ 50<br />

8.7.1 PUTT/P – Art. 5.05 – Comma 1.1 – Perimetrazione dei ambiti territoriali<br />

“estesi” e “<strong>di</strong>stinti” “ 50<br />

8.8 PAI - Assetto idraulico e geomorfologico “ 52<br />

8.9. PTCP “ 53<br />

1


8.9.1 Politiche della salubrità “ 56<br />

8.9.1.1 Regimazione delle acque superficiali “ 56<br />

8.9.1.2 Pericolosità nei confronti degli allagamenti “ 57<br />

8.9.1.3 Percolazione delle acque negli acquiferi “ 57<br />

8.9.1.4 Vulnerabilità degli acquiferi “ 57<br />

8.9.1.5 Processo <strong>di</strong> salinizzazione delle falde – fasce <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a “ 59<br />

8.9.1.6 Disposizioni relative alla razionalizzazone del ciclo dei rifiuti “ 61<br />

8.9.2 Politiche della <strong>di</strong>ffusione della naturalità “ 62<br />

8.9.3 Energie rinnovabili “ 64<br />

8.9.4 Infrastrutture sociali “ 65<br />

8.9.5 Politiche della mobilità “ 65<br />

8.9.5.1 Mobilità su gomma “ 65<br />

8.9.5.2 Itinerari narrativi “ 66<br />

8.9.6 Politiche <strong>di</strong> valorizzazione e politiche delle attività produttive “ 67<br />

8.9.7 Politiche territoriali per il tempo libero ed il turismo “ 68<br />

9. Le previsioni programmatiche “ 69<br />

9.1. Descrizione delle previsioni inse<strong>di</strong>ative “ 69<br />

9.2. Descrizione inse<strong>di</strong>amenti produttivi “ 71<br />

9.2.1 Zone artigianali e commerciali “ 71<br />

9.2.2 Zona alberghiera “ 72<br />

9.3. Attività produttive primarie. Il paesaggio agricolo “ 73<br />

9.4. Gli standard ( US) “ 75<br />

9.5. Attrezzature ed impianti <strong>di</strong> interesse generale. Zone F “ 76<br />

2


1. Premessa<br />

Il Comune <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> è stato uno degli ultimi comuni della<br />

Regione Puglia a dotarsi <strong>di</strong> uno strumento urbanistico, sia per vicissitu<strong>di</strong>ni<br />

inerenti la vivacità politico-amministrativa dei propri citta<strong>di</strong>ni, sia per cause<br />

inerenti interpretazioni giuri<strong>di</strong>co-legali sull’iter <strong>di</strong> approvazione del PRG che<br />

non hanno retto alla prova dei giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> merito.<br />

L’iter <strong>di</strong> approvazione è qui succintamente riportato.<br />

Il Piano Regolatore Generale <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> è stato adottato<br />

con delibera consiliare n. 44 del 22.09.1994 ai sensi dell’art. 16 della legge<br />

regionale 56/80 e con nota del 28.03.1995, il suddetto P.R.G. corredato da<br />

tutti i previsti allegati, è stato trasmesso alla Regione Puglia per<br />

l’approvazione;<br />

La Regione Puglia lo ha acquisito agli atti in data 29.03.1995.<br />

Era il periodo nel quale il Governo Italiano attraverso una serie <strong>di</strong><br />

decreti legge, emessi ogni 60 giorni, (il primo è il n. 551 del 27.04.1994)<br />

reiterava alcune norme che davano la possibilità ai Comuni <strong>di</strong> avvalersi del<br />

silenzio-assenso che valeva dopo la decorrenza dei 180 giorni termine<br />

massimo entro cui la Regione doveva esprimersi obbligatoriamente sul<br />

Progetto <strong>di</strong> P.R.G.<br />

Il Comune <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, avvalendosi del D.L. n. 400 del<br />

20.09.1995, con atto consiliare n. 38 del 27.10.1995, <strong>di</strong>chiarava approvato il<br />

P.R.G. per la decorrenza del termine <strong>di</strong> 180 giorni previsti dal suddetto<br />

decreto legge per la formazione del silenzio-assenso.<br />

Il CO.RE.CO. <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, nella seduta del 16.11.1995, annullava la<br />

suddetta deliberazione per la mancata decorrenza del termine <strong>di</strong> 180 giorni<br />

necessario per la formazione del silenzio-assenso in quanto la vali<strong>di</strong>tà<br />

costituzionale del decreto legge (60 giorni) non avrebbe mai fatto decorrere<br />

per intero i 180 giorni previsti per la formazione del silenzio-assenso.<br />

Il Comune <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> fece ricorso al TAR contro la<br />

decisione del CO.RE.CO. <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>.<br />

3


Il T.A.R. Puglia 2^ sezione <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, con or<strong>di</strong>nanza n. 209 del 13-<br />

16.02.1996, rigettava l’istanza cautelare proposta dall’Amministrazione<br />

Comunale <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> avverso l’annullamento, da parte del<br />

CORECO <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, della delibera <strong>di</strong> C.C. n. 38/95.<br />

Il Comune <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, decise <strong>di</strong> ricorrere in appello al<br />

Consiglio <strong>di</strong> Stato per la riforma della succitata or<strong>di</strong>nanza del T.A.R. n. 209.<br />

Il Consiglio <strong>di</strong> Stato, con or<strong>di</strong>nanza n. 1208 del 27.09.1996, respinse il<br />

suddetto ricorso per l’annullamento dell’or<strong>di</strong>nanza del T.A.R. Puglia n.<br />

209/96.<br />

Nel frattempo l’Assessorato all’Urbanistica della Regione Puglia<br />

nominava il Comitato Urbanistico Ristretto atto con il quale si dava inizio<br />

all’iter approvativo del PRG da parte della Regione Puglia.<br />

Il C.U.R. ha tenuto numerose sedute per l’istruttoria del P.R.G. <strong>di</strong><br />

<strong>Caprarica</strong>, con molte battute <strong>di</strong> arresto in quanto durante l’iter <strong>di</strong> esame sono<br />

pervenuti alla Regione Puglia ricorsi alla autorità giu<strong>di</strong>ziaria e denunce<br />

relative alla bontà del P.R.G.<br />

L’art. 49 comma 18 della legge 449 del 27.12.1997, (legge finanziaria<br />

1998), il cui testo si riporta: “Sono considerati vali<strong>di</strong> gli strumenti urbanistici<br />

già intesi approvati a seguito dell’applicazione, da parte degli Enti che li<br />

hanno adottati, delle procedure <strong>di</strong> silenzio-assenso previste dai decreti legge<br />

27.09.1994 n. 551, 25.11.1994 n. 649, 26.01.1995 n. 24, 27.03.1995 n. 88,<br />

26.05.1995 n. 193, 26.07.1995 n. 310, 20.09.1995 n. 400, 25.11.1995 n. 498,<br />

24.01.1996 n. 30, 25.03.1996 n. 154, 25.05.1996 n. 285, 22.07.1996 n. 388,<br />

24.09.1996 n. 495, i cui effetti sono fatti salvi ai sensi dell’art. n. 2 comma 61<br />

della legge 23.12.1996 n. 662. Ai fini della presente <strong>di</strong>sposizione, il termine <strong>di</strong><br />

180 giorni previsto per la formazione del silenzio-assenso, non maturato nel<br />

periodo <strong>di</strong> vigenza del singolo decreto legge, si intende raggiunto nel periodo<br />

<strong>di</strong> vigenza dei successivi decreti legge” consente al Comune <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Lecce</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarare vigente il P.R.G. con delibera <strong>di</strong> C.C. n. 7/98 e n. 13/98;<br />

Le suddette delibere vengono trasmesse alla Regione Puglia con nota<br />

del 11.03.1998 prot. n. 1391 provvedendo contestualmente alla pubblicazione<br />

4


dell’avviso <strong>di</strong> approvazione del P.R.G. all’Albo Pretorio del Comune nonchè<br />

sul B.U.R.P. n. 32 del 2.04.1998.<br />

Inizia così l’attività e<strong>di</strong>lizia in <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, ferma da molteplici<br />

anni per la mancanza <strong>di</strong> qualsivoglia strumentazione urbanistica.<br />

Il 18.11.2000 la Corte Costituzionale, su ricorso proposto dalle Regioni<br />

Piemonte e Veneto, con sentenza n. 507, <strong>di</strong>chiara l’illegittimità costituzionale<br />

dell’art. 49 comma 18 della legge 449/97 per violazione dell’art. 117 della<br />

Costituzione.<br />

Per effetto della suddetta sentenza il Comune <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> si<br />

ritrova sprovvisto nuovamente <strong>di</strong> qualsivoglia strumento urbanistico vigente,<br />

con un P.R.G. meramente adottato, avendo, com’è noto, le pronunce della<br />

Corte costituzionale portata generale ed esplicando effetti retroattivi che<br />

travolgono ogni atto prodotto in base alle norme <strong>di</strong>chiarate incostituzionali.<br />

Sulla vicenda viene chiesto, con delibera <strong>di</strong> G.C. n. 1/2001, un parere<br />

legale all’Avv. Sen. Giovanni Pellegrino, con stu<strong>di</strong>o in <strong>Lecce</strong>, al fine <strong>di</strong><br />

ricercare le soluzioni ai problemi urbanistici intervenuti con la pronunciata<br />

illegittimità costituzionale <strong>di</strong> cui all’art. 49 comma 18 della legge 449 del<br />

27.12.1997.<br />

Intanto vengono revocate le delibere <strong>di</strong> C.C. n. 7/98 e 13/98 con le<br />

quali si era <strong>di</strong>chiarata la vigenza del P.R.G. in virtù della norma contenuta<br />

nella legge finanziaria 1998 <strong>di</strong>chiarata successivamente anticostituzionale<br />

dalla Consulta ed il P.R.G. viene rimesso nuovamente alla Regione Puglia<br />

affinchè sia completata l’istruttoria urbanistica a suo tempo interrotta.<br />

Il parere dell’Avv. Sen. Giovanni Pellegrino in<strong>di</strong>vidua una soluzione alla<br />

vicenda urbanistica del Comune <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> affinchè non si blocchi<br />

l’attività e<strong>di</strong>lizia privata sulla scorta <strong>di</strong> una interpretazione <strong>di</strong> alcune norme<br />

legislative ancora vigenti (art. 4 della legge n. 10/77 ed art. 4 della legge<br />

291/71)<br />

Su sollecitazone dell’Amm.ne Com.le viene nuovamente nominato il<br />

Comitato Ristretto del C.U.R. per il completamento dell’istruttoria del PRG.<br />

5


Il Comitato Ristretto si è riunito a fine Febbraio 2001, all’inizio <strong>di</strong> Aprile<br />

2001 e nel mese <strong>di</strong> Giugno 2001.<br />

Finalmente, con delibera della Giunta Regionale n. 1444 del<br />

8.08.2002, il PRG <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> viene approvato con con<strong>di</strong>zioni,<br />

mo<strong>di</strong>ficazioni e prescrizioni contenute nella relazione del Comitato Ristretto<br />

del 21.03.2002 e delle quali il Comune <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, ha preso atto in<br />

"toto" con delibera <strong>di</strong> C.C. n. 57 del 20.11.2002.<br />

La Regione Puglia, con deliberazione della Giunta Comunale n. 179<br />

del 21.03.2003 pubblicata sul B.U.R.P. n. 41 del 16.04.2003, ha approvato<br />

definitivamente il Piano Regolatore Generale <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> che come<br />

anzi evidenziato ha avuto una lunghissima gestazione con ripetuti cambi dei<br />

tecnici redattori.<br />

La lunga fase <strong>di</strong> redazione, l’evoluzione normativa, le prescrizioni<br />

regionali hanno reso il PRG superato nel momento stesso in cui veniva<br />

approvato.<br />

Il mutato quadro normativo nell’ambito della pianificazione territoriale,<br />

si fa riferimento alla nuova legge urbanistica regionale - L.R. 20/2001 -, al<br />

Piano urbanistico territoriale per il Paesaggio - PUTT/P -, al Piano <strong>di</strong> Assetto<br />

Idrogeologico - PAI -, al Piano Regionale attività estrattive - PRAE -, al<br />

Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale - PTCP -, hanno spinto<br />

l’Ammnistrazione Comunale a dotarsi <strong>di</strong> uno strumento <strong>di</strong> tutela e sviluppo del<br />

territorio adeguato ai tempi.<br />

Gli atti propedeutici alla elaborazione del PUG sono stati i seguenti:<br />

- con delibera G.C. n° 109 del 31/08/2004 è stato conferito, all’Ing. Clau<strong>di</strong>o<br />

Conversano, incarico per la redazione del Piano Urbanistico Generale;<br />

- con delibera n. 8 dell’27.05.05 il C.C. ha adottato il D.P.P.<br />

Sono state attivate delle fasi <strong>di</strong> ascolto della citta<strong>di</strong>nanza con pubbliche<br />

assemblee che si sono tenute in data 28.04.05, 27.04.06 (con la partecipazione<br />

dell’Assessore regionale Dott. Angela Barbanente) e 11.04.07 con la<br />

partecipazione dell’Arch. Massimo Evangelista dell’Amm. Prov.le anche per<br />

6


illustrare le previsioni del PTCP relativamente al territorio del Comune <strong>di</strong><br />

<strong>Caprarica</strong>.<br />

2. Cenni storici<br />

Nella fitta rete inse<strong>di</strong>ativa salentina, l’abitato <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> si è sviluppato<br />

all’incrocio <strong>di</strong> due <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> connessione territoriale che oggi hanno perso<br />

importanza, ma che in altre epoche storiche erano le congiungenti <strong>di</strong> polarità<br />

nevralgiche: l’asse costa-entroterra che, attraversando l’intera penisola,<br />

collegava i porti <strong>di</strong> Roca Vecchia e Porto Cesareo e l’asse che, congiungendo<br />

<strong>Lecce</strong> a Cavallino, proseguiva in <strong>di</strong>rezione sud - est verso Maglie.<br />

È chiaro quin<strong>di</strong> che lo sviluppo <strong>di</strong> questo piccolo centro è fortemente legato<br />

alla <strong>di</strong>versa fortuna dei poli <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, Cavallino e Roca e della vicina Soleto.<br />

Non a caso il nome compare per la prima volta in alcuni documenti del sec.<br />

XI, relativi al dominio Normanno ed all’inse<strong>di</strong>amento nel Contado <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> <strong>di</strong><br />

Goffredo d’Altavilla, Re <strong>di</strong> Sicilia.<br />

Il periodo storico è caratterizzato dal nuovo assetto territoriale e produttivo<br />

introdotto dai Normanni; un assetto che mo<strong>di</strong>fica completamente<br />

l’amministrazione della dominazione bizantina in Terra d'Otranto, e che porta<br />

<strong>Lecce</strong>, sotto l’impulso del re Tancre<strong>di</strong>, a ruolo <strong>di</strong> centro principale del Salento,<br />

capitale della Contea, a scapito <strong>di</strong> Otranto.<br />

Il risultato della generale ripresa delle strutture produttive agricole, ottenute<br />

attraverso la sottrazione alla “Foresta <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>” <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> ettari<br />

“inselvatichiti” a seguito del collasso della capillare organizzazione produttiva<br />

e amministrativa romana basata sulla centuriazione, è la rinascita del<br />

desertum che Plinio, nel V sec., delineava da Soleto in poi nel territorio<br />

salentino.<br />

<strong>Caprarica</strong> quin<strong>di</strong>, proprio strappando territorio alla grande “Foresta <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>”,<br />

in contrada “Bosci” (molto probabilmente contrazione <strong>di</strong> “Bosc(h)i”, toponimo<br />

che testimonia la presenza <strong>di</strong> questa grande foresta) intorno all’XI-XII sec.<br />

d.C., prende una sua fisionomia ben definita, sia dal punto <strong>di</strong> vista<br />

toponomastico che urbano.<br />

7


Il ruolo del paese è quello <strong>di</strong> emporium, con un’economia basata<br />

esclusivamente sull’allevamento e sull’agricoltura.<br />

Tuttavia il sito <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> è molto probabilmente oggetto <strong>di</strong> frequentazioni fin<br />

dall’età del bronzo (3.500-3.000 a.C.), poi proseguite in epoca messapica,<br />

pre-romana e romana.<br />

Testimonianza <strong>di</strong> questa continuità <strong>di</strong> frequentazioni sono riscontrabili nel<br />

vicino sito <strong>di</strong> “Ussano”, posto tra Cavallino e <strong>Caprarica</strong> (oggi appartenente al<br />

territorio <strong>di</strong> Cavallino), dove, oltre ad un particolare menhir a forma<br />

ottagonale, sono stati rinvenuti i resti <strong>di</strong> un villaggio autonomo molto florido <strong>di</strong><br />

epoca pre-romana (a giu<strong>di</strong>care dai resti <strong>di</strong> numerose tombe, alcune d’epoca<br />

messapica) e <strong>di</strong> un’imponente villa patrizia <strong>di</strong> epoca romana.<br />

Del resto in epoca messapica <strong>Caprarica</strong> si trova al centro <strong>di</strong> un’area<br />

caratterizzata dagli importanti inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> Roca, Soleto e, soprattutto, <strong>di</strong><br />

Cavallino.<br />

<strong>Caprarica</strong> raggiunge una, seppur contenuta, <strong>di</strong>mensione “urbana” con<br />

l’avvento della dominazione Normanna, ovvero con il rafforzamento dei centri<br />

<strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> e Soleto.<br />

A conferma <strong>di</strong> quanto detto, la prima struttura fortificata <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong>, risale<br />

molto probabilmente al XII sec., quando i Normanni, conti <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, e,<br />

soprattutto, Tancre<strong>di</strong> d’Altavilla, incentivano ed incoraggiano al massimo lo<br />

sviluppo dell’e<strong>di</strong>lizia a scopo <strong>di</strong>fensivo e religioso.<br />

Il ruolo <strong>di</strong> emporium, dovuto alla produzione e trasformazione prima <strong>di</strong> prodotti<br />

agricoli e all’allevamento del bestiame è testimoniato dalla presenza <strong>di</strong> frantoi<br />

scavati nella roccia, mulini ed altre strutture funzionali ai processi produttivi<br />

che, “assorbiti” dalla toponomastica, stabiliscono relazioni molto forti tra la<br />

realtà del territorio e la realtà produttiva.<br />

Il livello demografico oscilla sensibilmente in relazione alle vicende politiche<br />

delle Contee <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> e Soleto; una rilevante crisi si verifica in corrispondenza<br />

delle scorrerie della soldataglia <strong>di</strong> Guglielmo, detto “Il Malo”, il quale è inviato<br />

dal padre, il re Ruggiero, a combattere ed asse<strong>di</strong>are in <strong>Lecce</strong> il suo<br />

consanguineo Roberto.<br />

8


Se però, come risulta dai documenti, nel 1274, molti abitanti <strong>di</strong> Ussano<br />

abbandonano il loro casale perché perseguitati dalle prepotenze del loro<br />

barone Simone de Bellovidere per rifugiarsi a <strong>Caprarica</strong>, è chiaro che ormai<br />

quest’ultimo (amministrato dai Bonsecolo) è considerato come un casale<br />

sicuro e ben organizzato, anche in un periodo travagliato come quello della<br />

dominazione sveva.<br />

Il secolo successivo vedrà il casale <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> consolidarsi nonostante il<br />

<strong>di</strong>fficile periodo storico caratterizzato dalle continue guerre tra angioini e<br />

aragonesi per il controllo della Contea <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>; il nome del casale, infatti,<br />

compare regolarmente nei documenti dell’epoca che censiscono e registrano i<br />

centri attivi.<br />

Nel XV sec., al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> un improvviso calo demografico dovuto ad un’epidemia<br />

<strong>di</strong> peste nel 1429, <strong>Caprarica</strong> risente positivamente del governo degli Enghien,<br />

i quali oltre ad ammodernare le strutture amministrative e produttive,<br />

allargano gli orizzonti commerciali della Contea.<br />

Il quadro storico della contea <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, verso la metà del XV secolo, registra,<br />

infatti, un forte incremento degli scambi commerciali, non più relegati<br />

nell'ambito del proprio <strong>di</strong>stretto-contea, ma aperti ai mercanti <strong>di</strong> Firenze, <strong>di</strong><br />

Genova, e soprattutto <strong>di</strong> Venezia, le cui famiglie spesso si stabiliscono nei<br />

territori salentini, cambiando e innovando il tessuto sociale e culturale.<br />

Proprio allo stanziamento <strong>di</strong> comunità venete nella Provincia <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> si<br />

associa la costruzione, in questo periodo, <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse chiese de<strong>di</strong>cate a San<br />

Marco, una <strong>di</strong> queste anche a <strong>Caprarica</strong>, dove, al protettore <strong>di</strong> Venezia, è<br />

intitolata la fiera più importante per la commercializzazione dei capi <strong>di</strong><br />

bestiame e dei prodotti agricoli.<br />

La fine del secolo è segnata dall’invasione turca ad opera dell’esercito <strong>di</strong><br />

Acmet Pascià.<br />

L’azione dell’armata turca non tocca probabilmente in maniera <strong>di</strong>retta il casale<br />

<strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong>, ma, la <strong>di</strong>struzione e il conseguente spopolamento <strong>di</strong> Roca e <strong>di</strong><br />

altri casali vicini, è senza dubbio la causa del balzo demografico <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong><br />

9


che passa dai 29 “fuochi” del 1447 ai 40 “fuochi” del 1480, nonostante le<br />

numerose incursioni <strong>di</strong> pirati e le continue epidemie.<br />

L’accresciuta forza bellica dell’impero turco e la <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> forza della<br />

presa <strong>di</strong> Otranto, danno l’impulso ad un vasto programma <strong>di</strong> rinnovamento<br />

urbano in <strong>di</strong>versi centri della Contea.<br />

Gli aragonesi tra la fine del XV e l’inizio del XVI sec. danno, infatti, il via ad un<br />

rinnovamento e potenziamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse fortificazioni in tutta la Provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Lecce</strong>.<br />

A <strong>Caprarica</strong> la vecchia torre normanna viene inglobata in un vero e proprio<br />

castello a cui si “addossano” le nuove <strong>di</strong>more dei nobili locali e <strong>di</strong> quelli<br />

inse<strong>di</strong>atisi a seguito dei crescenti rapporti commerciali.<br />

Sotto l’impulso del Concilio Tridentino, al frenetico rinnovamento <strong>di</strong><br />

fortificazioni e palazzi, si affianca anche un rinnovamento e sviluppo<br />

dell’architettura religiosa.<br />

Nella Contea <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> e in tutto il Salento, nel XVI sec., si assiste ad un<br />

vertiginoso aumento degli scambi commerciali e delle produzioni agricole.<br />

A sancire e rafforzare questa ripresa economica, Carlo V, con privilegio del<br />

1539, <strong>di</strong>chiara <strong>Lecce</strong> “Caput Apuliae”, dandole giuris<strong>di</strong>zione anche sull’intera<br />

provincia <strong>di</strong> Bari e su parte della Basilicata, giuris<strong>di</strong>zione ristretta,<br />

successivamente, alla sola Terra d’Otranto.<br />

Attratti molto probabilmente dai ricchi mercati della Contea, gli Adorno,<br />

famiglia patrizia e dogale genovese, si stanziano in Terra d’Otranto,<br />

<strong>di</strong>venendo baroni <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> ed altri feu<strong>di</strong>.<br />

Solo un secolo dopo gli Adorno venderanno il feudo <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> ad un’altra<br />

famiglia <strong>di</strong> mercanti genovesi, i Giustiniani.<br />

Le cause <strong>di</strong> questa ven<strong>di</strong>ta sono da ricercarsi nella grave crisi economica che,<br />

in questa fase storica, interessa la Contea <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>.<br />

Il casale <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, tra la fine del XVII e l'inizio XVIII sec., è infatti<br />

pienamente coinvolto in una situazione economica <strong>di</strong> estrema debolezza,<br />

causata dal salasso delle tasse che i re <strong>di</strong> Napoli impongono alle popolazioni<br />

del regno; il segno <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>fficile situazione è il sensibile calo demografico: si<br />

10


passa infatti dai 111 “fuochi” (666-777 abitanti) del 1595 agli 82 “fuochi” del<br />

1669.<br />

La crisi economica è così pesante che la popolazione non è più in grado <strong>di</strong><br />

sod<strong>di</strong>sfare alle continue richieste pecuniarie del Regno il quale, a sua volta,<br />

versa nella medesima situazione <strong>di</strong> crisi, alla fine del XVII sec., tanto che il re<br />

<strong>di</strong> Napoli non è più in grado <strong>di</strong> pagare nemmeno il soldo (dei soldati).<br />

Nel Salento, un quinto della popolazione, è prostrata dalla prepotenza<br />

signorile, avvilita dalla povertà, dal dolore, dalla sofferenza e schiacciata da<br />

ogni sorta <strong>di</strong> angherie; tutto questo è mirabilmente descritto e sintetizzato dal<br />

grande e geniale sociologo ed economista della seconda metà del settecento,<br />

Giuseppe Maria Galanti, il quale, nella sua veste ufficiale <strong>di</strong> Visitatore<br />

Generale, ebbe a re<strong>di</strong>gere una relazione ufficiale a Re Fer<strong>di</strong>nando IV sulla<br />

Terra d'Otranto il 24 aprile 1791.<br />

La relazione ufficiale del Galanti è un vero e proprio atto <strong>di</strong> "denuncia" degli<br />

abusi posti in essere dal sistema feudale definito senza mezzi termini<br />

"mostruoso".<br />

Nonostante la grande riforma operata dal re Carlo III, con l’imposizione del<br />

nuovo catasto onciario, la re<strong>di</strong>stribuzione della pressione fiscale anche su<br />

clero e nobiltà e l’ispezione operata dal Galanti per conoscere la reale<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> vita dei sud<strong>di</strong>ti, la situazione nel Regno <strong>di</strong> Napoli e nella contea<br />

<strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, per il popolo, è <strong>di</strong> totale in<strong>di</strong>genza.<br />

L’Università <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong>, nel XVIII secolo, si trova nella miseria più totale; le<br />

campagne sono abbandonate perché esiste uno stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusa precarietà;<br />

nel catasto onciario del 1744, infatti, si legge che molti abitanti del casale<br />

sono “… <strong>di</strong> mal salute ed inabili a fatiga <strong>di</strong> campagna…”.<br />

Le naturali conseguenze <strong>di</strong> questa situazione sociale ed economica<br />

fortemente deteriorata è il continuo verificarsi <strong>di</strong> rivolte popolari in tutto il<br />

meri<strong>di</strong>one, il rafforzarsi del brigantaggio e l’abbandono delle campagne<br />

<strong>di</strong>venute insicure.<br />

Anche <strong>Caprarica</strong> risente <strong>di</strong> questo malcontento generale che serpeggia e si<br />

intravede già nel XVIII secolo, quando l’Università e comuni citta<strong>di</strong>ni,<br />

11


cominciano a fare delle interpellanze o ad instaurare veri e propri processi<br />

contro il locale barone o marchese <strong>di</strong> turno cercando <strong>di</strong> riven<strong>di</strong>care i propri<br />

legittimi <strong>di</strong>ritti.<br />

Sarà solo agli inizi del XIX sec. che, con le leggi napoleoniche, il sistema<br />

feudale subirà una decisiva spallata.<br />

Con le suddette leggi abbiamo il primo tentativo <strong>di</strong> aggregazione <strong>di</strong> un<br />

territorio, con una sede comunale centrale.<br />

Dal 1806 e almeno fino al 1814 il Comune <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> fa parte del<br />

"Consorzio tra Comuni" autogestito, formato dai casali <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong>, Castrì<br />

Francone e Castrì Guarino; nel casale <strong>di</strong> Castrì Francone viene in<strong>di</strong>viduata<br />

stabilmente la Centrale del "Seggio...delle sedute Decurionali", dove si<br />

riuniscono i rappresentati decurioni <strong>di</strong> tutti i Comuni consorziati, per <strong>di</strong>scutere<br />

argomenti <strong>di</strong> particolare rilevanza.<br />

Le nuove leggi <strong>di</strong> carattere amministrativo ma anche igienico-sanitario, danno<br />

il via alla trasformazione dei centri urbani; anche <strong>Caprarica</strong> registra la<br />

costruzione <strong>di</strong> nuove strade e del cimitero (1881).<br />

Il XIX sec. segna per <strong>Caprarica</strong> il lento inizio <strong>di</strong> una ripresa economica e<br />

demografica, così quello che era un “Casale” sarà <strong>di</strong>chiarato “Comune”<br />

nell’Italia unita.<br />

Il De Giorgi, che ha annotato la popolazione del Salento sulla base dei<br />

Censimenti ufficiali, afferma che <strong>Caprarica</strong>, all’indomani dell’Unità d’Italia, nel<br />

1861, ha una popolazione complessiva <strong>di</strong> 1149 abitanti; <strong>di</strong>eci anni dopo, nel<br />

1871 ha una popolazione complessiva <strong>di</strong> 1176 abitanti, e annota la presenza<br />

nel suo territorio <strong>di</strong> ben 12 frantoi.<br />

Quando l'Ar<strong>di</strong>ti effettua nel 1879 il suo lavoro (“Corografia fisica e storica della<br />

Provincia <strong>di</strong> Terra d’Otranto”), egli afferma che <strong>Caprarica</strong>, conta 1272 abitanti,<br />

possiede 5 mulini, ha un numero complessivo <strong>di</strong> 268 case.<br />

A conferma che <strong>Caprarica</strong>, nel XIX sec., è in una fase <strong>di</strong> forte ascesa non<br />

solo demografica, ma anche economica e sociale, è la conferma del ruolo <strong>di</strong><br />

Comune nonostante non raggiunga i 1500 abitanti.<br />

12


A giustificazione <strong>di</strong> questa ascesa sociale l’Ar<strong>di</strong>ti ci fa sapere che: “…è ben<br />

fornita <strong>di</strong> nuove strade per Martano-Maglie-Otranto, Cavallino-<strong>Lecce</strong>, Castrì-<br />

Vernole, ed in progetto per Galugnano-ferrovia ...”. Ed ancora, il DE GIORGI<br />

(Op. cit., p. 128) afferma che nel 1881 <strong>Caprarica</strong> ha una popolazione<br />

complessiva <strong>di</strong> 1248 abitanti segno, evidente, <strong>di</strong> un lento ma progressivo<br />

aumento del livello demografico.<br />

La lenta crescita economica e demografica continuerà fino alla soglia degli<br />

anni ’90 del secolo successivo.<br />

<strong>Caprarica</strong> arriva quin<strong>di</strong> al ‘900 mantenendo la sua forma compatta, pressoché<br />

quadrangolare, riunita attorno al castello ed alle architetture religiose.<br />

Sarà nella seconda metà del ‘900 che l’abitato comincerà ad abbandonare la<br />

forma compatta espandendosi in maniera lineare lungo la Strada Provinciale<br />

n. 27 per Cavallino e lungo la Strada Provinciale n. 28 per Martano.<br />

In una seconda fase l’urbanizzazione segue uno sviluppo ra<strong>di</strong>ale secondo le<br />

<strong>di</strong>verse <strong>di</strong>rettrici che, dal nucleo originario, si <strong>di</strong>partono in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Castrì,<br />

Galugnano, Cavallino e Martignano.<br />

L’abitato intasa lo spazio tra le strade provinciali <strong>di</strong>rette verso i paesi del<br />

circondario, invadendo l’uliveto ed arrivando a lambire le vecchie masserie e<br />

le chiese “extra moenia”, un tempo ben al <strong>di</strong> fuori dell’area urbanizzata.<br />

3. Obiettivi e criteri <strong>di</strong> impostazione<br />

Con delibera <strong>di</strong> C.C. n. 8 del 27.05.2005 è stato adottato il D.P.P. nel quale<br />

oltre alle in<strong>di</strong>cazioni relative al <strong>di</strong>mensionamento del PUG è stato evidenziato,<br />

con rappresentazione grafica, il contesto territoriale <strong>di</strong> area vasta nel quale è<br />

inserito il comune con le principali infrastrutture che lo interessano.<br />

Sono stati riportati gli “ambiti estesi e <strong>di</strong>stinti” del PUTT/P cioè il sistema delle<br />

invarianti che rappresentano l’insieme dei valori espressione dell’integrità<br />

fisica e dell’identità ambientale, storica e culturale del territorio e <strong>di</strong> struttura<br />

portante della sua infrastrutturazione.<br />

A partire da tale quadro conoscitivo che ha posto in particolare rilievo la<br />

“componente strutturale” del piano sono stati definiti alcuni punti che la nuova<br />

13


strumentazione si propone <strong>di</strong> risolvere con l’obiettivo <strong>di</strong> definire un’ipotesi si<br />

me<strong>di</strong>o-lungo periodo <strong>di</strong> sviluppo del comune.<br />

1) Viabilità e no<strong>di</strong> urbani<br />

Miglioramento generale delle viabilità con eliminazione dei no<strong>di</strong> che<br />

intralciano il traffico; presa d’atto della tangenziale esterna <strong>di</strong> iniziativa<br />

dell’Amm.ne Prov.le, in fase <strong>di</strong> approvazione, che collega la S.P. per<br />

Galugnano alla S.P. per <strong>Lecce</strong>.<br />

2) Riassetto urbano complessivo<br />

Va riammagliato l’attuale tessuto e<strong>di</strong>ficato, tenendo nella dovuta<br />

considerazione le zone <strong>di</strong> espansione previste nel vigente Prg, che risente<br />

dei tagli operati in sede regionale.<br />

Quanto sopra salvaguardando i <strong>di</strong>ritti acquisiti con l’intento <strong>di</strong> conferire un<br />

<strong>di</strong>segno armonico al paese.<br />

3) Spazi pubblici<br />

Va completato il sistema <strong>di</strong> servizi che costituisca un elemento basilare <strong>di</strong><br />

un’armonica organizzazione residenziale.<br />

Un buon misurato e ben <strong>di</strong>stribuito sistema <strong>di</strong> aree a verde attrezzato e<br />

parcheggi, oltre che <strong>di</strong> attrezzature per l’istruzione e <strong>di</strong> interesse comune,<br />

costituiscono il presupposto per una migliore “qualità della vita”.<br />

Il <strong>di</strong>mensionamento delle aree per i servizi pubblici verrà effettuato<br />

quantitativamente in funzione del D.M. 1444/68 ma va fatta una verifica<br />

preliminare sulla “qualità” degli stessi e sulle effettive necessità dei citta<strong>di</strong>ni<br />

anche in considerazione della evoluzione dei bisogni che si è verificata dal<br />

’68 ad oggi.<br />

Non solo quin<strong>di</strong> una adeguata quantità, ma soprattutto una attenta qualità dei<br />

servizi che possa anche incentivare lo sviluppo economico del paese.<br />

4) Nucleo antico<br />

Recupero e valorizzazione del nucleo antico esistente e degli e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong><br />

particolare pregio posti anche nelle imme<strong>di</strong>ate vicinanze dello stesso.<br />

5) Attività produttive<br />

14


Sostenere e promuovere le attività produttive con particolare attenzione al<br />

rior<strong>di</strong>no ed al rilancio dell’attività e<strong>di</strong>lizia, attraverso norme che sostengano la<br />

riqualificazione e la valorizzazione dell’esistente avendo come obbiettivo<br />

prioritario quello <strong>di</strong> coniugare sviluppo, ambiente e legalità.<br />

Anche le attività commerciali (intese anch’esse come attività produttive) e<br />

l’artigianato <strong>di</strong> servizio andranno omologate all’interno dell’abitato secondo i<br />

criteri suggeriti dall’art. 51 della L.R. 56/80 circa la creazione <strong>di</strong> aree “miste”<br />

che favoriscono uno sviluppo organico del tessuto e<strong>di</strong>lizio.<br />

La presentazione <strong>di</strong> due osservazioni, redatte da tecnici locali, ha fatto<br />

seguito alla pubblicazione del D.P.P.<br />

Tali osservazioni fanno riferimento alla necessità <strong>di</strong> una <strong>di</strong>versa e più<br />

omogenea regolamentazione delle zone agricole e delle zone B1 e B3, con<br />

particolare riferimento per queste ultime, agli allineamenti stradali ed alle<br />

sopraelevazioni.<br />

Durante le fasi <strong>di</strong> ascolto della citta<strong>di</strong>nanza nelle assemblee pubbliche tenute,<br />

come anzi in<strong>di</strong>cato, in data 28.04.05, 27.04.06 (con la partecipazione<br />

dell’Assessore regionale Dott. Angela Barbanente) e 11.04.07 con la<br />

partecipazione dell’Arch. Massimo Evangelista dell’Amm. Prov.le è tra l’altro<br />

emersa l’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> valorizzare le potenzialità turistiche in relazione alla<br />

felice posizione geografica ed alle caratteristiche del paese e <strong>di</strong> valutare il<br />

rapporto con la vicina sede universitaria <strong>di</strong> Cavallino.<br />

4. Analisi dell’evoluzione e<strong>di</strong>lizia ed urbanistica<br />

Il riferimento più antico ed atten<strong>di</strong>bile al quale può farsi riferimento per<br />

evidenziare l’evoluzione e<strong>di</strong>lizia ed urbanistica <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> è la carta dell’IGM<br />

del 1948 qui <strong>di</strong> seguito riprodotta (Fig. 1).<br />

15


Fig. 1 - IGM 1948<br />

Le strade principali, <strong>di</strong> collegamento con i paesi limitrofi, risultano già ben<br />

evidenziate secondo un palese or<strong>di</strong>ne gerarchico; <strong>di</strong> rilievo prioritario appare,<br />

anche per il suo andamento volutamente rettilineo, la <strong>Lecce</strong>, Cavallino,<br />

<strong>Caprarica</strong>, Martano, Otranto (S.P. 27, 28), in tempi recenti potenziata,<br />

costruita per un collegamento veloce tra <strong>Lecce</strong> e Otranto; i collegamenti con<br />

Galugnano, Castrì e Calimera appaiono realizzati, probabilmente anche a<br />

causa dell’orografia dei terreni, sul se<strong>di</strong>me <strong>di</strong> antichi percorsi dall’andamento<br />

irregolare (tale impianto stradale risale comunque quantomeno al 1879,<br />

secondo la testimonianza dell’Ar<strong>di</strong>ti anzi riportata).<br />

L’impianto viario attuale rispecchia il reticolo già presente nel 1948; la novità<br />

introdotta negli anni 90 è rappresentata dalla tangenziale sita a nord-est che,<br />

ad evidenziare quanto anzi detto, consente alla <strong>Lecce</strong> – Otranto <strong>di</strong> evitare<br />

l’attraversamento dell’abitato <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> e <strong>di</strong> favorire lo scorrimento veloce<br />

su tale importante asse (Fig. 2).<br />

16


Fig. 2 – Tangenziale esistente e <strong>di</strong> progetto<br />

Una ulteriore bretella <strong>di</strong> collegamento periferico, tuttavia marginale per<br />

Cprarica, è inserita nel piano triennale delle opere pubbliche della Provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Lecce</strong> e serve, per chi proviene da <strong>Lecce</strong>, Cavallino e Lizzanello, a<br />

raggiungere la S.P. 140 per Galugnano e, attraverso lo svincolo ivi presente,<br />

la <strong>Lecce</strong> – Maglie – S. Maria <strong>di</strong> Leuca.<br />

L’abitato, nel 1948, risultava adagiato, linearmente, sue del lati della <strong>Lecce</strong> –<br />

Otranto ed, anularmente intorno al Castello, anch’esso aggettante ad est<br />

sullo stesso tronco viario.<br />

Gli abitanti <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> si era inse<strong>di</strong>ati sulla parte più alta del terreno,<br />

probabilmente per evitare pericoli <strong>di</strong> natura idrogeologica recentemente<br />

evidenziati dal PAI.<br />

17


La realizzazione della tangenziale ha in tempi recenti incentivato<br />

un’espansione tra l’antico abitato e tale nuovo tronco stradale sia con<br />

inse<strong>di</strong>amenti residenziali, sia, in maniera considerevole, con inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong><br />

carattere produttivo (zone per inse<strong>di</strong>amenti artigianali e per piccola industria).<br />

La modernità dell’inse<strong>di</strong>amento residenziale è evidenziata dalla regolarità<br />

dell’impianto stradale e conseguentemente da isole e<strong>di</strong>ficatorie altrettanto<br />

regolari <strong>di</strong> forma rettangolare.<br />

L’abitato <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> che nel 1948 era costituito dall’attuale Centro Storico e<br />

dagli e<strong>di</strong>fici siti sulla <strong>Lecce</strong> – Otranto, ha fatto registrare nell’ultimo<br />

sessantennio, un’espansione piuttosto regolare e pressocchè ra<strong>di</strong>ale intorno<br />

al centro storico, salvo che in <strong>di</strong>rezione Martano-Otranto in cui solo<br />

recentemente, con la presentazione <strong>di</strong> un P.d.L. si va, seppur parzialmente,<br />

colmando tale anomalia.<br />

Intorno al Castello, ad ovest dello stesso si erano inse<strong>di</strong>ati i nobili ed i<br />

commercianti, in <strong>di</strong>more signorili atte anche a <strong>di</strong>mostrare il loro status sociale.<br />

L’inse<strong>di</strong>amento antico, dettagliatamente rappresentato nelle tavole <strong>di</strong> Piano,<br />

ha conservato i suoi caratteri architettonici per come si sono stratificati nel<br />

tempo, prevalentemente con e<strong>di</strong>fici ad un solo piano, la cui continuità è<br />

tuttavia sgradevolmente interrotta da qualche e<strong>di</strong>ficio moderno.<br />

A <strong>di</strong>fferenza dei centri <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni il centro storico (la cui<br />

consistenza è rapportata alle <strong>di</strong>mensioni complessive dell’abitato e che è<br />

raccolto in appena cinque strade) è abitato e si riscontrano pochi episo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

e<strong>di</strong>fici non utilizzati.<br />

La regolarità del reticolo stradale rende evidenti le espansioni residenziali del<br />

periodo posto-bellico.<br />

5. Inquadramento Territoriale<br />

<strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> conta 2.805 abitanti al censimento del 2001 ed ha una<br />

superficie <strong>di</strong> 10,82 chilometri quadrati per una densità abitativa <strong>di</strong> 260,0<br />

abitanti per chilometro quadrato; <strong>di</strong>sta 12 km. da <strong>Lecce</strong> e circa altrettanti dal<br />

mare Adriatico (San Foca).<br />

18


Il territorio del comune risulta compreso tra i 43 e i 101 metri sul livello del<br />

mare; l'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a circa 58 metri.<br />

Confina con i comuni <strong>di</strong> San Donato <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, Sternatia, Martignano,<br />

Calimera, Castrì, Lizzanello, Cavallino.<br />

L’agro ha forma grossolanamente romboidale con, al centro, l’abitato; ad est<br />

una piccola zona suburbana dell’abitato <strong>di</strong> Castrì si trova nel territorio <strong>di</strong><br />

<strong>Caprarica</strong> e, per questo, sono in corso contatti tra le amministrazioni dei due<br />

comuni per pervenire, attraverso una compensazione <strong>di</strong> territorio, ad una<br />

regolarizzazione dei confini.<br />

Stessa procedura è in corso con il Comune <strong>di</strong> Calimera, poiché il <strong>di</strong>segno dei<br />

confini, stabilito all’atto della nascita dei comuni, non corrisponde per la sua<br />

irregolarità alle moderne esigenze <strong>di</strong> gestione dei rispettivi territori anche per<br />

intervenute infrastrutturazioni ( nuova viabilità provinciale) che ne comportano<br />

la revisione.<br />

L’agro è sostanzialmente piano e risulta fortemente caratterizzato dalla Serra<br />

che delimita il confine con Galugnano (frazione <strong>di</strong> San Donato); qui il terreno<br />

sale ripidamente da circa 50 mt. a 101 mt.; trattasi <strong>di</strong> una formazione rocciosa<br />

alla cui base in passato è stata coltivata una cava, oggi abbandonata, atta<br />

proprio all’estrazione <strong>di</strong> inerti rocciosi.<br />

L’Amministrazione comunale nel corso dei tempi si è sempre posto il<br />

problema della salvaguar<strong>di</strong>a e della valorizzazione della Serra tant’è, che già<br />

10 anni fa con i finanziamenti europei – POP –, ha realizzato il<br />

rimboschimento <strong>di</strong> parte del costone e successivamente, nell’ambito <strong>di</strong><br />

programmi regionali tesi a prevenire fenomeni <strong>di</strong> desertificazione, in<br />

collaborazione con l’Università <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, ha elaborato un Progetto preliminare<br />

teso sempre al rimboschimento della serra.<br />

L’agro è prevalentemente coltivato ad ulivo; <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> è definita<br />

“Città dell’olio” poiché nei secoli sul proprio territorio si sono andate affinando<br />

le tecniche <strong>di</strong> coltivazione e <strong>di</strong> produzione dell’olio che costituisce una delle<br />

principali risorse economiche locali sia <strong>di</strong>rettamente (produzione e<br />

commercializzazione dell’”oro giallo”, sia come incentivo alla qualità della<br />

19


istorazione e dell’immagine <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> sul mercato turistico, come<br />

espliciteremo più avanti.<br />

6. Ricognizione dello stato fisico - giuri<strong>di</strong>co del territorio comunale;<br />

Stato <strong>di</strong> attuazione del vigente P.R.G.<br />

In Premessa abbiamo descritto il travagliato iter <strong>di</strong> approvazione del<br />

vigente PRG del Comune <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> approvato dalla Regione<br />

Puglia con delibera <strong>di</strong> Giunta n. 179 del 21.03.2003, pubblicata sul B.U.R.P.<br />

n. 41 del 16.04.2003.<br />

Al PRG ad oggi è stata data attuazione, oltre che con permessi <strong>di</strong> costruire<br />

(concessioni), attraverso gli strumenti esecutivi qui <strong>di</strong> seguito elencati:<br />

Piano per Inse<strong>di</strong>amenti Produttivi - PIP<br />

- adottato con delibera <strong>di</strong> C.C. n. 15 del 06.06.2003 e approvato con delibera C.C. n. 29 del<br />

22.08.2003 e variato senza incidere nei parametri urbanistici con delibera <strong>di</strong> C.C. n. 9 del<br />

17.02.2004, n. 16 del 23.04.2004 e n. 20 del 27.06.2006<br />

Piano <strong>di</strong> Lottizzazione Comparto C1<br />

- adottato con delibera <strong>di</strong> C.C. n. 19 del 18.05.2007<br />

Piano <strong>di</strong> Lottizzazione Comparto C2<br />

- adottato con delibera <strong>di</strong> C.C. n. 42 del 21.12.2006<br />

Risultano approvate inoltre le seguenti varianti:<br />

Variante al PRG per in<strong>di</strong>viduazione nuove aree produttive ai sensi dell’art. 2 del DPR<br />

447/98<br />

- adottato il DPP con Delibera <strong>di</strong> C.C. n. 33 del 20.11.2006 il cui progetto definitivo è stato<br />

adottato il 27.09.2007 con delibera <strong>di</strong> C.C. n. 68 del 25.09.07<br />

e le seguenti varianti puntuali:<br />

Realizzazione <strong>di</strong> una “Casa protetta per anziani e <strong>di</strong>sabili”<br />

- Approvata con delibera <strong>di</strong> G.R. n. 362 del 27.03.2007 e presa d’atto delle prescrizioni ivi<br />

contenute con deliberazione <strong>di</strong> C.C. n. 15 del 20.04.2007.<br />

Art. 5 D.P.R. 447/98 e D.Lgs. 112/98<br />

20


- Realizzazione <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento produttivo in variante allo strumento urbanistico. Ditta Delle<br />

Donne Giovanni Vincenzo S.r.l.<br />

Approvazione con delibera C.C. n. 21 del 22.07.2003.<br />

Lo stato <strong>di</strong> attuazione del vigente strumento urbanistico, relativamente agli<br />

inse<strong>di</strong>amenti residenziali, è piuttosto avanzato e per quanto, come <strong>di</strong>remo più<br />

<strong>di</strong>ffusamente in seguito, la maggior parte delle superfici e<strong>di</strong>ficabili sia<br />

classificata “B” <strong>di</strong> completamento urbano, la stessa risulta quasi<br />

completamente satura, come appare evidente dal rilievo<br />

aerofotogrammetrico.<br />

Per due dei tre comparti <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> espansione urbana previsti dal vigente<br />

PRG sono in corso <strong>di</strong> approvazione gli strumenti attuativi.<br />

La zona per inse<strong>di</strong>amenti produttivi ha evidenziato da subito il suo<br />

sotto<strong>di</strong>mensionamento rispetto alle necessità emerse tra gli operatori ciò che<br />

ha spinto l’Amm.ne Com.le ad operare una serie <strong>di</strong> varianti, su in<strong>di</strong>cate, per<br />

sod<strong>di</strong>sfarne le richieste.<br />

7. Struttura urbana e residue capacità inse<strong>di</strong>ative<br />

7.1 Settore residenziale<br />

Il Comune <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> ha un abitato che, rispetto al centro<br />

antico, si sviluppa lungo tre <strong>di</strong>rettrici cioè verso Galugnano, Cavallino e Castrì<br />

mentre risultano inse<strong>di</strong>amenti del tipo lineare lungo la <strong>di</strong>rettrice per Martano.<br />

Le previsioni del PRG tendono a regolarizzare lo sviluppo inse<strong>di</strong>ativo<br />

anche in questa <strong>di</strong>rezione con la previsione <strong>di</strong> zone residenziali sul lato destro<br />

e con inse<strong>di</strong>amenti per attività produttive sul lato sinistro.<br />

Una lettura della tavola relativa agli “ambiti <strong>di</strong>stinti” del Putt/P<br />

evidenzia, come anzi detto, come l’inse<strong>di</strong>amento antico sia sorto nella zona<br />

più alta della piana in cui si adagia <strong>Caprarica</strong>, tra due “cigli <strong>di</strong> scarpata”, che<br />

segnalano in verità modesti <strong>di</strong>slivelli e <strong>di</strong> cui l’ e<strong>di</strong>ficato ha ri<strong>di</strong>mensionato la<br />

possibilità <strong>di</strong> “lettura” sui luoghi.<br />

Per quanto l’origine sia antica, per le alterne vicissitu<strong>di</strong>ni storiche che<br />

l’ha visto protagonista, il moderno abitato <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> si va<br />

21


conformando solo a partire dal 700-800 e fa segnare un notevole incremento<br />

abitativo dopo la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

conferma.<br />

L’età dell’e<strong>di</strong>ficato e la conformazione della struttura urbana ne danno<br />

Quando l'Ar<strong>di</strong>ti effettua nel 1879 il suo lavoro (“Corografia fisica e storica<br />

della Provincia <strong>di</strong> Terra d’Otranto”), egli afferma che <strong>Caprarica</strong>, conta 1272<br />

abitanti, possiede 5 mulini, 12 frantoi ed ha un numero complessivo <strong>di</strong> 268<br />

case.<br />

L’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> affollamento che si ricava da questi dati, <strong>di</strong> circa 4,5 ab/casa<br />

è conforme alla me<strong>di</strong>a dell’epoca.<br />

Per avere una idea dell’evoluzione dell’abitato in riferimento ai dati<br />

censuari della popolazione si riporta la seguente tavola sinottica:<br />

Fig. 3 – Dati storici censuari della popolazione<br />

<strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> ha un modesto centro antico, proporzionato alle<br />

<strong>di</strong>mensioni del comune, che si sviluppa su parte <strong>di</strong> via IV novembre, via<br />

Roma, via per Martano, via Matteotti, e via Santa Maria.<br />

22


Il PUG, per non rinviare a successiva pianificazione esecutiva, come<br />

prevalentemente è stato fatto sino ad oggi, anche in considerazione della<br />

consistenza del centro antico, ha preferito “censire” tutti gli immobili da<br />

tutelare, ne ha rappresentato i prospetti e dettato una vincolante normativa <strong>di</strong><br />

dettaglio.<br />

Anularmente al Centro Antico si sviluppa tutto l’e<strong>di</strong>ficato <strong>di</strong> impianto<br />

recente, zone “B” <strong>di</strong> completamento e<strong>di</strong>lizio con in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> fabbricabilità<br />

fon<strong>di</strong>aria contenuti, con isolati <strong>di</strong> forma pressocchè esclusivamente<br />

rettangolare delimitati da assi viari ortogonali senza alcun or<strong>di</strong>ne gerarchico<br />

per <strong>di</strong>mensione e lunghezza.<br />

Considerato che la prima strumentazione urbanistica <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> è il<br />

vigente PRG, approvato solo nel 2003, non vi sono zone <strong>di</strong> espansione<br />

e<strong>di</strong>lizia se non quelle previste dallo stesso PRG; sono tre i comparti <strong>di</strong><br />

espansione con Ift estremamente contenuti ( due comparti con Ift pari a 0.84<br />

mc/mq con strumenti esecutivi in corso <strong>di</strong> approvazione) mentre il terzo ha un<br />

Ift <strong>di</strong> 0.30 mc/mq.<br />

Le residue capacità inse<strong>di</strong>ative sono limitate, come appare dal rilievo<br />

aerofotogrammetrico, a relitti <strong>di</strong> superfici in zona “B” la cui entità risulta<br />

peraltro <strong>di</strong>fficile da quantizzare in considerazione del rispetto delle <strong>di</strong>stanze<br />

dal costruito esistente e dalle frammentazione delle proprietà<br />

E’ stato fatto un puntuale censimento delle aree e<strong>di</strong>ficabili <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />

significative insieme ai comparti <strong>di</strong> espansione che il PUG sostanzialmente<br />

conferma sia pur adattando le perimetrazioni all’attuale stato dei luoghi.<br />

7.2 Settore produttivo<br />

Il vigente PRG pianificava 2 aree per inse<strong>di</strong>amenti artigianali, l’una a<br />

ridosso <strong>di</strong> via Santi Cutrini, zona D1, laddove prendeva atto <strong>di</strong> attività esistenti<br />

e ne consentiva il completamento con permesso <strong>di</strong> costruire <strong>di</strong>retto trattandosi<br />

<strong>di</strong> zona già urbanizzata, e l’altra, zona D2, a ridosso della tangenziale, per i<br />

nuovi inse<strong>di</strong>amenti della superficie <strong>di</strong> circa 4 ha.<br />

23


Quest’ultima è stata oggetto <strong>di</strong> Piano Particolareggiato, attualmente in<br />

fase <strong>di</strong> avanzata attuazione.<br />

Come meglio <strong>di</strong>remo in seguito la <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> tale area si è<br />

<strong>di</strong>mostrata fortemente sotto<strong>di</strong>mensionata alla luce delle richieste fatte<br />

pervenire dagli operatori locali.<br />

Proprio a tal fine è attualmente è in corso <strong>di</strong> approvazione una variante,<br />

secondo le procedure dell’art. 2 del D.P.R. 447/98, per ampliare le aree PIP,<br />

per sod<strong>di</strong>sfare le inevase esigenze degli artigiani.<br />

Il PRG prendeva atto inoltre dell’esistenza <strong>di</strong> una modesta zona posta ai<br />

margini del territorio comunale, nei pressi <strong>di</strong> Calimera, tipizzata coma zona<br />

D5, nella quale erano già presenti attività artigianali; <strong>di</strong> tale area era previsto il<br />

recupero senza consentire ulteriori inse<strong>di</strong>amenti, me<strong>di</strong>ante Piano <strong>di</strong> Recupero<br />

(PR) ad iniziativa pubblica ai sensi della legge n° 47/85.<br />

Infine il PRG tipizzava una zona D3 come zona commerciale, per<br />

attività terziarie e <strong>di</strong>rezionali ed una zona D4 come zona artigianale <strong>di</strong><br />

espansione destinata alla promozione e la commercializzazione dei prodotti<br />

artigianali; entrambe risultano inattuate probabilmente perché non rispondenti<br />

ad effettiva attuale esigenza dell’economia locale.<br />

Il PUG prende atto dello stato <strong>di</strong> pianificazione esecutiva delle aree<br />

produttive, <strong>di</strong> quanto si è <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> scarso interesse alla concreta<br />

attuazione e, come vedremo in seguito, si fa carico <strong>di</strong> rispondere ad una<br />

potenziale ipotesi <strong>di</strong> sviluppo del territorio attraverso la previsione <strong>di</strong> un’area<br />

produttiva <strong>di</strong> tipo turistico-alberghiero.<br />

7.3 Superfici a standard – urbanizzazione secondaria<br />

<strong>Caprarica</strong> pur in assenza <strong>di</strong> strumentazione urbanistica ha avuto la<br />

capacità <strong>di</strong> dotarsi <strong>di</strong> superfici a standard in misura adeguata.<br />

Il PRG ha provveduto ad un <strong>di</strong>mensionamento qualitativo e quantitativo<br />

della superfici a standard esistenti ed a prevedere la loro integrazione e<br />

miglioramento attraverso le previsioni <strong>di</strong> piano.<br />

24


Il PUG nel prendere atto delle superfici a standard esistenti si propone,<br />

dopo una <strong>di</strong>samina quantitativa e qualitativa, un loro ampliamento, come<br />

illustrato successivamente.<br />

La seguente tabella, <strong>di</strong>visa per le 4 canoniche categorie <strong>di</strong> spazi<br />

pubblici - istruzione dell’obbligo, attrezzature <strong>di</strong> interesse generale, spazi<br />

pubblici attrezzati e parcheggi – <strong>di</strong> cui all’art. 3 del D.I. 1444/68, <strong>di</strong>mostra<br />

sinotticamente l’attuale consistenza delle superfici a standard:<br />

Fig. 4 – Superfici a standard esistenti<br />

25


Riassuntivamente:<br />

attrezzature scolastiche 3.64 mq./ab.<br />

spazi pubblici attrezzati e per lo sport 10.08 mq./ab.<br />

parcheggi 3.40 mq./ab.<br />

attrezzature civili e religiose 2.16 mq./ab.<br />

sommano 19.27 mq./ab.<br />

<strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, essendo un comune inferiore a 10.000 abitanti,<br />

richiede una dotazione minima <strong>di</strong> superfici a standard, secondo l’art. 4 del DI<br />

1444/68, <strong>di</strong> 12 mq./ab. con un minimo <strong>di</strong> 4 mq/ab riservati alle attrezzature<br />

scolastiche, a fronte <strong>di</strong> una situazione reale che la pone in linea con i minimi<br />

prescritti per i comuni <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni.<br />

L’unica categoria in deficit è quella relativa alle attrezzature scolastiche<br />

per le quali si provvederà in sede progettuale.<br />

7.4 Superfici per attrezzature e servizi <strong>di</strong> interesse generale (Zone F)<br />

Come riportato nella tabella seguente <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> risulta dotata <strong>di</strong><br />

circa 10.18 mq/ab <strong>di</strong> superfici a servizi <strong>di</strong> interesse generale che interessano<br />

in particolare la salvaguar<strong>di</strong>a del sistema <strong>di</strong> canalizzazione e raccolta delle<br />

acque superficiali.<br />

Fig. 5 – Superfici a servizi <strong>di</strong> interesse generale<br />

26


8. Le previsioni strutturali<br />

8.1 Fabbisogni pregressi ed emergenti<br />

8.1.1 Premessa<br />

Allo scopo <strong>di</strong> determinare i parametri inse<strong>di</strong>ativi del P.U.G. del Comune<br />

<strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> in sede <strong>di</strong> D.P.P. (adottato con delibera <strong>di</strong> C.C. n. 8 del<br />

27.05.05) si è proceduto a calcolare il fabbisogno <strong>di</strong> e<strong>di</strong>lizia residenziale e<br />

produttiva con i criteri per la formazione degli strumenti urbanistici generali<br />

approvati con Delibera G.R. del 13.11.89 n. 6320.<br />

Successivamente però l’approfon<strong>di</strong>mento della L.R. 20.01, insieme alla<br />

bozza <strong>di</strong> DRAG presentata nel novembre del 2006, hanno fatto maturare<br />

l’idea <strong>di</strong> un <strong>di</strong>mensionamento più legato ai reali fabbisogni della popolazione,<br />

non sempre colti da dati e da procedure <strong>di</strong> calcolo rigidamente statistiche.<br />

In una situazione <strong>di</strong> sostanziale stabilità del dato demografico relativo<br />

agli abitanti <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong>, circa 2.800, che nei decenni recenti ha subito delle<br />

oscillazioni sino a superare i 3000 abitanti, intorno agli anni 90, ed ha fatto<br />

registrare una successiva contrazione sino ai 2813 del censimento 2001<br />

(2805 il dato comunale), e sino ai circa 2650 attuali, ciò che conta è cogliere<br />

le necessità delle componenti deboli del tessuto sociale e offrire concrete<br />

possibilità <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfacimento delle loro esigenze abitative.<br />

27


Fig. 6 – Popolazione residente negli ultimi 15 anni<br />

Questo perché se si agisse solo in funzione del dato statistico le<br />

potenzialità e<strong>di</strong>ficatorie complessive potrebbero essere sod<strong>di</strong>sfatte, mentre<br />

potrebbero rimanere inevase istanze reali che hanno la necessità <strong>di</strong> essere<br />

sod<strong>di</strong>sfatte in modo specifico.<br />

8.1.2 Andamento demografico<br />

Per ben comprendere l’evoluzione demografica in relazione alle<br />

caratteristiche inse<strong>di</strong>ative è opportuno evidenziare l’andamento <strong>di</strong> alcuni<br />

parametri fondamentali:<br />

a) in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> affollamento; segnala la ricerca <strong>di</strong> miglioramento dell’habitat<br />

con tendenziale aumento degli spazi abitativi.<br />

28


Posto che nel dopoguerra si puntava ad un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> affollamento <strong>di</strong><br />

almeno 1 (1 abitante/stanza) e successivamente negli anni 80 <strong>di</strong> 0.75<br />

(delibera <strong>di</strong> G.R. 6920/89), e che attualmente si tende ad un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> 0.50,<br />

per <strong>Caprarica</strong> l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> affollamento risulta pari a 0.96 del 1971, a 0.75 nel<br />

1981 a 0,67 nel 1991 e nel 2001 risulta pari a 0.60; è presumibile che nel<br />

prossimo quin<strong>di</strong>cennio l’in<strong>di</strong>ce tenda, facendo una previsione cautelativa, a<br />

0.55, cioè circa due stanze per abitante per abitazione.<br />

Fig. 7 – In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> affollamento (ab/st)<br />

Tale dato è in linea con quanto si riscontra nei centri me<strong>di</strong>o-piccoli del<br />

Salento in cui, il contenuto costo dei terreni, e comunque le tra<strong>di</strong>zioni<br />

consolidatesi a partite dagli anni 60, cioè gli anni del forte sviluppo economico<br />

nazionale, portano a costruzioni ampie e, almeno nei piccoli centri, anche con<br />

giar<strong>di</strong>no retrostante.<br />

b) numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> stanze che compongono l’abitazione; il dato <strong>di</strong> cui al<br />

punto a) trova l’omologo nel dato relativo all’aumento del numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

stanze che compongono un’abitazione.<br />

Si registra infatti un numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> stanze/abitazione riferito alle<br />

abitazioni occupate pari a 3.3 nel 1971, 4.0 nel 1981, 4.4 nel 1991 e 4.71 nel<br />

2001.<br />

29


Fig. 8 – Evoluzione censuaria del rapporto Stanze/abitazione<br />

Si registra contestualmente un aumento della superficie abitabile pro<br />

capite, come evidenziato al punto a), e <strong>di</strong> converso si costruiscono case<br />

sempre più ampie (superficie me<strong>di</strong>a in <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> circa mq. 110, con un<br />

massimo in provincia che si registra a Castrignano dei Greci <strong>di</strong> circa 130<br />

mq/abit. ed un minimo a Gallipoli <strong>di</strong> circa 92 mq/abit.)<br />

c) ampiezza delle famiglie residenti; la composizione me<strong>di</strong>a del nucleo<br />

familiare che, come riportato nei Cenni storici abbiamo visto aggirarsi intorno<br />

ai 4.5 componenti/famiglia sino agli inizi del novecento, risulta <strong>di</strong> 3.13 nel<br />

1971, <strong>di</strong> 2.99 bel 1981, <strong>di</strong> 2.90 nel 1991 e <strong>di</strong> 2.68 nel 2001.<br />

30


Fig. 8 – Evoluzione andamento composizione nucleo familiare<br />

Una atten<strong>di</strong>bile ipotesi <strong>di</strong> proiezione nel quin<strong>di</strong>cennio porta tale valore a<br />

2.40 componenti/famiglia.<br />

d) nuclei familiari; i nuclei familiari aumentano <strong>di</strong> 98 unità nel periodo<br />

1971/81, <strong>di</strong> 74 unità nel periodo 1981/91 e si stabilizzano nel periodo<br />

1991/2001 pur dovendosi registrare nello stesso periodo un leggero calo<br />

demografico.<br />

Pare opportuno introdurre un ulteriore parametro per stimare le nuove<br />

coppie che si potranno formare ne prossimo quin<strong>di</strong>cennio e cioè il rapporto<br />

percentuale tra numero <strong>di</strong> abitanti e numero <strong>di</strong> nuclei familiari; si registra così<br />

una percentuale del 32.3% nel 1971 <strong>di</strong> nuclei familiari rispetto agli abitanti,<br />

percentuale che sale al 33.0% nel 1981, al 34.6% nel 1991, al 36.0% nel<br />

2001 e al 38.13% al giorno d’oggi.<br />

Seguendo tale trend <strong>di</strong> crescita, peraltro in linea con le risultanze del<br />

punto c) (si pensi alla crescita esponenziale negli ultimi anni dei single), si<br />

può ipotizzare nel quin<strong>di</strong>cennio una percentuale del 38.5% che comporta, in<br />

costanza <strong>di</strong> popolazione, circa 70 nuovi nuclei familiari.<br />

8.1.3 Analisi della situazione residenziale<br />

8.1.3.1 Inse<strong>di</strong>amenti residenziali<br />

31


La valutazione sullo stato e lo sviluppo degli inse<strong>di</strong>amenti residenziali è<br />

stato affrontato analizzando, sulla base dei dati del censimento ISTAT, la<br />

situazione abitativa al 2001 posta a confronto con quella evidenziata dai<br />

corrispondenti dati dei censimenti precedenti (1991-2001).<br />

8.1.3.2 Situazione abitativa al 1991<br />

Al censimento 1991 <strong>Caprarica</strong> contava 2.968 abitanti residenti, con un<br />

numero <strong>di</strong> stanze occupate pari a 4.419 (94.93%), mentre le stanze non<br />

occupate erano 236 (5.07%)<br />

0.67.<br />

L’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> affollamento per stanza risultava essere me<strong>di</strong>amente pari a<br />

Se si prendono in esame gli alloggi e li si raggruppa per numero <strong>di</strong><br />

stanze <strong>di</strong> cui sono costituiti (tab. 11), si nota che:<br />

- l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> affollamento per stanza varia da un massimo <strong>di</strong> 2.00<br />

abitante per stanza nelle abitazioni costituite da un solo vano, ad un massimo<br />

<strong>di</strong> 0.58 per le abitazioni <strong>di</strong> 6 o più vani, essendo inferiori all’unità nelle altre<br />

tipologie, il che tradotto in percentuali evidenzia come solo una modesta<br />

porzione <strong>di</strong> popolazione <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong> meno <strong>di</strong> una stanza per abitante;<br />

- il numero delle abitazioni occupate (996) è quasi uguale al numero <strong>di</strong><br />

nuclei famigliari ( 1025) residenti; si osserva come, rispetto al censimento del<br />

1981, è ulteriormente <strong>di</strong>minuito il fenomeno della coabitazione.<br />

8.1.3.3 Situazione abitativa al 2001<br />

Al censimento 2001 <strong>Caprarica</strong> contava 2.802 abitanti residenti, con<br />

numero <strong>di</strong> stanze occupate pari a 4.642, mentre quella delle stanze non<br />

occupate è <strong>di</strong> 623, su un totale complessivo <strong>di</strong> 5.265.<br />

L’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> affollamento me<strong>di</strong>o (abitanti/stanza), risulta pari a 0.67.<br />

Le tendenze registrate sulla base delle prime proiezione del<br />

censimento 2001), possono essere così sintetizzate:<br />

- modesta riduzione della popolazione residente (-166);<br />

- incremento delle abitazioni occupate (+21);<br />

32


- incremento delle abitazioni non occupate (+46);<br />

- sensibile riduzione delle stanze occupate (- 640);<br />

- incremento delle stanze non occupate (+154);<br />

- modestissima riduzione dei nuclei famigliari (-12);<br />

- riduzione sensibile del numero me<strong>di</strong>o componenti famiglia (-0.66).<br />

8.1.4 Interventi <strong>di</strong> recupero preve<strong>di</strong>bili<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista qualitativo è necessario in<strong>di</strong>viduare, tra la totalità<br />

delle stanze a <strong>di</strong>sposizione, quelle da sottoporre ad intervento <strong>di</strong> recupero sia<br />

per il loro stato <strong>di</strong> degrado fisico, sia perché facenti parte <strong>di</strong> unità abitative<br />

prive <strong>di</strong> impianti igienico - sanitari o dotati <strong>di</strong> impianti e servizi impropri<br />

(collocati fuori dell'abitazione), sia per la necessità <strong>di</strong> una loro<br />

riorganizzazione funzionale che consenta <strong>di</strong> adeguarle alle moderne esigenze<br />

abitative.<br />

Fra le abitazioni che hanno bisogno <strong>di</strong> questi interventi <strong>di</strong> recupero, si<br />

ritiene <strong>di</strong> dover includere tutte quelle costruite prima dei 1945.<br />

E' evidente che un intervento <strong>di</strong> recupero "puntuale" che sarà indotto,<br />

in misura crescente, dall'innalzamento progressivo del tenore <strong>di</strong> vita della<br />

popolazione, comporterà su un totale <strong>di</strong> 1013 stanze costruite prima dei 1945,<br />

una riduzione notevole delle stanze a <strong>di</strong>sposizione, riduzione imputabile sia<br />

alla realizzazione <strong>di</strong> servizi igienici propri, sia, come anzi detto, ad una<br />

riorganizzazione <strong>di</strong>stributiva delle unità abitative.<br />

Tradurre in numeri, sia pur approssimati, questa riduzione, nell'assenza<br />

<strong>di</strong> una ricognizione puntuale dell'intero patrimonio esistente costruito prima<br />

del 1945 ed attualmente occupato, è pressocchè impossibile.<br />

Si può formulare una valutazione approssimata per <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> detta<br />

riduzione col seguente metodo:<br />

- per il patrimonio e<strong>di</strong>lizio esistente costruito prima del 1919 (444 stanze) si<br />

può ipotizzare pari all’80% la riduzione conseguente ad interventi <strong>di</strong><br />

ristrutturazione. Trattasi del patrimonio e<strong>di</strong>lizio che insiste nel centro storico e<br />

limitrofo allo stesso, caratterizzato da articolate tipologie che segnano la<br />

33


stratificazione storico-e<strong>di</strong>lizia, che presuppone interventi <strong>di</strong> ristrutturazione<br />

piuttosto complessi per poter adeguare tali abitazioni ai moderni standard;<br />

- per il patrimonio e<strong>di</strong>lizio esistente costruito tra il 1919 ed il 1945 (569 stanze)<br />

si può ipotizzare pari al 50% la riduzione conseguente ad interventi <strong>di</strong><br />

ristrutturazione;<br />

- per il patrimonio e<strong>di</strong>lizio esistente costruito tra il 1945 ed il 1960 (1028<br />

stanze) si può ipotizzare pari al 15% la riduzione conseguente ad interventi <strong>di</strong><br />

ristrutturazione.<br />

8.1.5 Consistenza del patrimonio e<strong>di</strong>lizio<br />

La consistenza del patrimonio e<strong>di</strong>lizio esistente al <strong>di</strong>cembre 2000 nel<br />

comune <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> risulta essere:<br />

- stanze censite al 2001 n° 5.265<br />

- stanze costruite dal 2001 al 2007 n° 200<br />

Totale n° 5.465<br />

e<strong>di</strong>lizio risulta:<br />

Con riferimento alle abitazioni, invece, la consistenza del patrimonio<br />

- abitazioni censite al 2001 n° 1.115<br />

- abitazioni costruite dal 1991 al 2000 n° 50<br />

Totale n° 1.165<br />

Del totale delle abitazioni l’8.79% (ed il 11.83% <strong>di</strong> stanze) risulta non<br />

abitato per vari motivi con tendenza abbastanza stabile rispetto ai dati<br />

censuari del 1991 4.96% ( ed il 5.07% <strong>di</strong> stanze) e del 1981 14.34% ( ed il<br />

10.30% <strong>di</strong> stanze).<br />

Il tasso <strong>di</strong> occupazione delle abitazioni risulta nettamente più alto<br />

rispetto al dato me<strong>di</strong>o, circa il 25%, <strong>di</strong> comuni aventi caratteristiche analoghe,<br />

posizionati all’interno quin<strong>di</strong> non sulla costa, laddove tale dato è alterato dalla<br />

presenza <strong>di</strong> seconde case ad uso estivo.<br />

Circa le abitazioni non occupate si evidenzia che <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong><br />

ha 150 persone iscritte all’Aire (77 famiglie); molte <strong>di</strong> loro pur stando all’estero<br />

hanno conservato l’abitazione, magari ricevuta in ere<strong>di</strong>tà, nel paese natio e<br />

34


talvolta tendono a realizzare abitazioni, che restano momentaneamente non<br />

occupate, per i propri figli.<br />

Nel Salento è questa un’abitu<strong>di</strong>ne consolidata che non si è persa nel<br />

tempo anzi va consolidandosi; ciò porta però <strong>di</strong> conseguenza ad avere un<br />

percentuale, legata al numero <strong>di</strong> iscritti all’Aire, <strong>di</strong> abitazioni non occupate che<br />

non possono essere considerate nel patrimonio abitativo <strong>di</strong>sponibile (anche la<br />

<strong>di</strong>sponibilità ad affittare tali alloggi è pressocchè nulla per motivazioni dovute<br />

a ra<strong>di</strong>cate tra<strong>di</strong>zioni ed ad una cultura della proprietà che viene meno solo per<br />

insuperabili <strong>di</strong>fficoltà economiche).<br />

Il numero <strong>di</strong> abitazioni non occupate al 2001, che sono 98, è quasi pari<br />

al numero <strong>di</strong> famiglie 77 iscritte all’Aire, ciò che evidenzia una quasi completa<br />

utilizzazione dell’e<strong>di</strong>ficato residenziale esistente.<br />

8.1.6 Calcolo del fabbisogno e<strong>di</strong>lizio<br />

Le tendenze in atto, circa l’andamento demografico sono state illustrate<br />

al punto 6.1.2 e succintamente :<br />

a) l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> affollamento ipotizzato al 2022 è pari a 0.55 ab/st.; questo<br />

come proiezione degli andamenti registrati nei precedenti censimenti in cui<br />

l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> affollamento era <strong>di</strong> 0.96 del 1971, <strong>di</strong> 0.75 nel 1981, <strong>di</strong> 0,67 nel 1991<br />

e <strong>di</strong> 0.60 nel 2001.<br />

b) ampiezza delle famiglie residenti; la composizione me<strong>di</strong>a del nucleo<br />

familiare risulta <strong>di</strong> 3.13 nel 1971, <strong>di</strong> 2.99 bel 1981, <strong>di</strong> 2.90 nel 1991 e <strong>di</strong> 2.68<br />

nel 2001; una ipotesi atten<strong>di</strong>bile al 2022 è <strong>di</strong> 2.40 componenti/famiglia.<br />

c) numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> stanze che compongono l’abitazione; si registra un<br />

numero me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> stanze/abitazione riferito alle abitazioni occupate pari a 3.3<br />

nel 1971, 4.0 nel 1981, 4.4 nel 1991 e 4.71 nel 2001.<br />

Tale ultimo dato può essere confermato al 2022 poiché è plausibile<br />

ipotizzare che, la tendenza all’aumento del comfort abitativo attraverso<br />

l’aumento delle stanze, sia compensata dalla <strong>di</strong>minuzione dei componenti il<br />

nucleo familiare.<br />

35


Si ritiene che tale <strong>di</strong>namica demografica, in un contesto<br />

sostanzialmente stabile <strong>di</strong> popolazione residente, porti ad un fabbisogno <strong>di</strong><br />

e<strong>di</strong>lizia residenziale che può essere agevolmente assorbito dai residui lotti<br />

e<strong>di</strong>ficabili in zona “B”, dalle due lottizzazioni in corso <strong>di</strong> attuazione (Comparti<br />

C1 e C2 del PRG) e dalla futura attuazione del Comparto C0 (anch’esso<br />

previsto dal PRG) per in quale il PUG propone <strong>di</strong> unificare l’Ift, che il PRG<br />

in<strong>di</strong>ca in 0.30 mc/mq, a 0.84 mc/mq come gli altri due comparti, per renderlo<br />

<strong>di</strong> possibile concreta attuazione e non farlo restare una mera previsione<br />

cartacea.<br />

Il PUG conferma quin<strong>di</strong> le previsioni dell’attuale PRG, detta una nuova<br />

normativa per gli immobili del centro antico e/o che abbiano caratteristiche<br />

storico-architettoniche degne <strong>di</strong> tutela, razionalizza le zone “B”, e conserva,<br />

come anzi detto, i previsti 3 comparti <strong>di</strong> espansione.<br />

Pone poi l’attenzione sul quarto punto trattato al paragrafo 6.2.1 cioè<br />

sul numero <strong>di</strong> nuovi nuclei familiari nel quin<strong>di</strong>cennio 2007-2002: come su<br />

<strong>di</strong>mostrato viene fatta un’atten<strong>di</strong>bile ipotesi <strong>di</strong> 70 nuovi nuclei familiari.<br />

E’ a tale esigenza che il Pug si propone <strong>di</strong> dare risposta attraverso la<br />

previsione <strong>di</strong> una zona per e<strong>di</strong>lizia economica e popolare e/o convenzionata e<br />

un ulteriore piccolo comparto <strong>di</strong> espansione - Comparto 4 -:<br />

Comparto 4 mq. 10.800 Ift = 0.84 mc/mq mc. 9.072<br />

Comparto PEEP mq.19.480 Ift = 0.84 mc/mq mc. 16.363<br />

36<br />

Totale mc. 25.435<br />

mc che rappresentano il volume necessario per e<strong>di</strong>ficare 70<br />

appartamenti da circa 110 mq/cadauno.<br />

8.2. Delimitazione del Centro storico<br />

Il Centro antico, o storico che <strong>di</strong>r si voglia, rappresenta la parte che<br />

caratterizza un centro abitato, che testimonia del suo vissuto, che consente <strong>di</strong><br />

leggere il suo passato attraverso la stratificazione delle strutture e<strong>di</strong>lizie, gli<br />

elementi decorativi delle facciate, l’impianto urbano.<br />

<strong>Caprarica</strong> ha una storia ultramillenaria con tracce archeologiche<br />

antichissime ma che non ha conservato molto sotto l’aspetto e<strong>di</strong>lizio ed


urbanistico.<br />

Come impianto urbano riferito al centro antico abbiamo già evidenziato<br />

come lo stesso comprenda solo 5 vie, mentre gli e<strong>di</strong>fici, a parte il Castello<br />

Marchesale, sono prevalentemente <strong>di</strong> fattura ottocentesca e/o dei primi del<br />

novecento.<br />

Stante la limitatezza del centro antico, invece che effettuare una<br />

perimetrazione dello stesso, dettare momentanee norme <strong>di</strong> tutela, e rinviare<br />

l’utilizzazione ed il completamento ad una successiva pianificazione<br />

esecutiva, si è preferito procedere ad una completa ricognizione e<br />

rappresentazione grafica e dettare norme <strong>di</strong> attuazione tali da salvaguardarne<br />

per un verso l’unitarietà stilistica e per altro consentire <strong>di</strong> poter operare un suo<br />

completo recupero ed utilizzo.<br />

Si ritiene, confortati in questo dal parere degli organismi regionali, che,<br />

specie per situazioni <strong>di</strong> limitata grandezza e nei casi <strong>di</strong> centri molti piccoli, sia<br />

dannoso procedere con pianificazione a “cascata” che comporta sia tempi<br />

indefiniti, sia gravosi impegni economici ai quali i comuni hanno <strong>di</strong>fficoltà a far<br />

fronte.<br />

Si creano situazioni in cui si cristallizza la parte più antica del centro<br />

urbano che ha potenzialità <strong>di</strong> completamento, sia pur con le necessarie<br />

cautele, attraverso le sopraelevazioni ed il recupero dell’e<strong>di</strong>ficato in attesa <strong>di</strong><br />

pianificazioni attuative che, quasi sempre, restano sulla carta.<br />

8.3 In<strong>di</strong>viduazione degli inse<strong>di</strong>amenti storici puntuali presenti sul territorio da<br />

sottoporre a tutela in quanto ritenuti costitutivi della identità storica e culturale<br />

della comune.<br />

L’esame del territorio agricolo del comune ha evidenziato una modesta<br />

presenza <strong>di</strong> costruzioni e/o comunque <strong>di</strong> “segni” lasciati dall’opera dell’uomo e<br />

degni <strong>di</strong> essere segnalati e conservati.<br />

Alcuni manufatti, probabilmente <strong>di</strong> antica fattura, risultano<br />

profondamente mo<strong>di</strong>ficati nelle loro caratteristiche originarie così da aver<br />

perso qualsiasi connotazione originaria ed avere ormai un aspetto moderno.<br />

37


Si è proceduto così all’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> alcuni beni, non segnalati tra i<br />

“beni architettonici extraurbani” degli ambiti <strong>di</strong>stinti del Putt/P, ma in quanto<br />

elementi costitutivi della identità fisica e culturale del territorio, si ritiene<br />

debbano essere soggetti a tutela (classificate A3) e trattati alla pari degli<br />

immobili siti nel centro antico.<br />

Il delizioso Casino “Greco” costruito sulla “Serra” in a<strong>di</strong>acenza alla via per<br />

Galugnano è una elegante <strong>di</strong>mora signorile, <strong>di</strong> uso prevalentemente stagionale,<br />

che si trova in un ottimo stato <strong>di</strong> conservazione e che risulta circondata da una<br />

lussureggiante vegetazione.<br />

Fig. 9 – Casino “Greco”<br />

In a<strong>di</strong>acenza all’estremo sud dell’abitato, con accesso dalla via per<br />

Martano si trova la “Masseria Boci”; trattasi <strong>di</strong> un immobile mal conservato,<br />

sebbene ancora in buone con<strong>di</strong>zioni statiche e suscettibile <strong>di</strong> recupero.<br />

38


Fig. 10 – “Masseria Boci”<br />

Sulla via per Castrì si trova infine il “Casino Le Chiuse”, a<strong>di</strong>acente ad<br />

un boschetto <strong>di</strong> pertinenza della stessa costruzione, segnalato dal PTCP ed<br />

in<strong>di</strong>viduato dal PUG negli ambiti <strong>di</strong>stinti.<br />

39


Fig. 11 – Casino Le Chiuse<br />

Fig. 12 – Casino Le Chiuse con annesso boschetto<br />

40


Tali emergenze storico-architettoniche come da elenco sotto riportato e<br />

da in<strong>di</strong>viduazione grafica sulla tavola degli ambiti <strong>di</strong>stinti sono classificate, a<br />

norma dell’art. 3.16 del PUTT/P, come “beni architettonici extraurbani” e ne<br />

vengono applicati i relativi regimi <strong>di</strong> tutela.<br />

ELENCO DEI BENI ARCHITETTONICI EXTRAURBANI INDIVIDUATI DAL PUG<br />

E RIPORTATI NELLA TAVOLA “AMBITI DISTINTI” DEL PUTT/P<br />

1 Casino “Greco”<br />

2 Masseria “Boci”<br />

3 Casino “Le Chiuse”<br />

8.4 Le <strong>di</strong>rettrici localizzative delle aree per la nuova e<strong>di</strong>ficazione da<br />

sottoporre a pianificazione urbanistica esecutiva<br />

Il PUG conferma l’impianto urbano dettato dal vigente strumento<br />

urbanistico ridefinendo la tipizzazione delle aree attraverso la lettura dello<br />

stato dei luoghi, lo stato delle urbanizzazioni e le trasformazioni intervenute<br />

dall’approvazione del PRG ad oggi.<br />

Prende atto della prevista tangenziale a nord-ovest che collega la<br />

<strong>Lecce</strong>-Otranto con la <strong>Caprarica</strong> – Galugnano ( e conseguentemente con la<br />

<strong>Lecce</strong> – Santa Maria <strong>di</strong> Leuca) progettata dall’Amministrazione Provinciale e<br />

risolve alcuni no<strong>di</strong> viari interni, in particolare, completa alcuni tratti stradali<br />

attualmente ciechi.<br />

<strong>Caprarica</strong> ha un tessuto urbano che si sviluppa in modo uniforme<br />

intorno al centro antico salvo che in <strong>di</strong>rezione sud-ovest, tra le vie per<br />

Martano e via Roma, in cui il centro antico confina <strong>di</strong>rettamente con il terreno<br />

agricolo, terreno che risulta delimitato sul lato opposto da una zona per<br />

inse<strong>di</strong>amenti produttivi <strong>di</strong> vecchio impianto.<br />

Il PRG, in parte <strong>di</strong> tale terreno agricolo, in a<strong>di</strong>acenza al centro antico,<br />

proponeva una sistemazione residenziale e commerciale con una viabilità<br />

contorta ed angusta e comunque non idonea ad un contesto residenziale <strong>di</strong><br />

41


nuova previsione.<br />

Il PUG conferma la parte residenziale (Comparto C2) peraltro, come<br />

anzi detto, in fase attuativa, e provvede a razionalizzare la rimanente zona,<br />

nel PRG già commerciale, a servizi pubblici, da realizzarsi attraverso<br />

l’esproprio, ed in parte già “B”, con la previsione <strong>di</strong> un unico Comparto <strong>di</strong><br />

espansione residenziale – Comparto C4 – <strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni, circa<br />

10.800 mq., che consente una or<strong>di</strong>nata <strong>di</strong>sposizione viaria e l’applicazione del<br />

principio <strong>di</strong> perequazione tra le aree ricadenti nello stesso.<br />

Il nuovo Comparto PEEP tipizza la quota residua <strong>di</strong> terreno agricolo e<br />

conferisce continuità al tessuto urbano che così viene ad assumere impianto<br />

definito anche in questa porzione <strong>di</strong> territorio.<br />

Come più <strong>di</strong>ffusamente sarà trattato nel capitolo relativo al PAI le aree<br />

limitrofe a tutta la zona e<strong>di</strong>ficata sita a sud-ovest dell’abitato a partire dal<br />

prolungamento <strong>di</strong> via Roma, via Cisterna vecchia, via D’Otranto e via per<br />

Galugnano sono interessate da vincolo <strong>di</strong> ine<strong>di</strong>ficabilità in quanto aree ad alta<br />

pericolosità idraulica ed a pericolosità geomorfologica molto elevata.<br />

Tali in<strong>di</strong>cazioni del PAI rappresentano un invalicabile limite <strong>di</strong><br />

necessaria cautela alla attuale e futura espansione del paese in tale<br />

<strong>di</strong>rezione.<br />

Il PUG prevede verso nord-ovest, in a<strong>di</strong>acenza al tessuto urbano, tra<br />

questo e la tangenziale <strong>di</strong> futura realizzazione, una zona per inse<strong>di</strong>amenti<br />

turistico-alberghieri secondo gli inten<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> sviluppo dell’economia locale<br />

suggeriti dall’Amm.ne Com.le.<br />

Infine nella zona a nord-est aggettante su via Crocefisso è prevista<br />

un’area per l’e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> residenze per studenti al servizio della vicina<br />

sede universitaria <strong>di</strong> Cavallino.<br />

8.5 La realtà socio-economica del comune per ambiti territoriali e settori<br />

economici, con la in<strong>di</strong>viduazione degli in<strong>di</strong>catori da utilizzare in sede<br />

programmatoria<br />

42


La tabella sotto riportata offre un quadro sintetico delle attività<br />

economiche che interessano <strong>Caprarica</strong> e della loro evoluzione negli ultimi<br />

vent’anni.<br />

In linea con una consolidata tendenza provinciale (ma anche regionale<br />

e nazionale) risulta fortemente ri<strong>di</strong>mensionata l’occupazione in agricoltura<br />

anche se, rispetto ad altri comuni del Salento, il tasso occupazionale nel<br />

settore, nel 2001, è ancora significativo – superiore al 10% – e testimonia<br />

dell’interesse sopratutto per la olivicoltura.<br />

Non <strong>di</strong>mentichiamo che <strong>Caprarica</strong> è la “Città dell’olio” ed il dato<br />

statistico è una conferma dell’importanza <strong>di</strong> tale attività economica che ha<br />

origini e tra<strong>di</strong>zioni antiche.<br />

Il calo dell’occupazione in agricoltura, almeno per <strong>Caprarica</strong>, è da porre<br />

in relazione anche con il venir meno <strong>di</strong> colture, come il tabacco, che<br />

consentivano sino un paio <strong>di</strong> decenni fa buoni margini economici e<br />

richiedevano l’impegno <strong>di</strong> notevole forza lavoro (produzione – raccolta –<br />

essiccazione – imballaggio).<br />

La competitività del comparto agricolo passa dappertutto,<br />

inevitabilmente, anche attraverso un contenimento dei costi al quale si è<br />

costretti dalla concorrenza internazionale e quin<strong>di</strong> prioritariamente ad un<br />

contenimento dell’incidenza della manodopera sull’unità <strong>di</strong> prodotto.<br />

Una ripresa si nota nel settore manifatturiero e delle costruzioni che,<br />

dopo il calo negli anni 90, registra un incremento sia in termini percentuali sia<br />

in valore assoluto.<br />

In calo l’occupazione nel commercio ma con un incremento nel settore<br />

dei pubblici esercizi e delle attività <strong>di</strong> riparazione e quin<strong>di</strong> prevalentemente <strong>di</strong><br />

supporto al settore della mobilità e delle costruzioni.<br />

Poco significativi e comunque marginali i dati occupazionali nei settori<br />

dell’industria, dei trasporti e del cre<strong>di</strong>to.<br />

Circa la metà degli occupati – il 45% - è assorbito nella pubblica<br />

amministrazione con un dato sostanzialmente stabile e, soprattutto, nel<br />

43


settore dei servizi che fa registrare un forte incremento occupazionale,<br />

peraltro conformemente al dato nazionale.<br />

44<br />

Fig. 13<br />

La tabella successiva suggerisce un’interessante considerazione in<br />

riferimento alla crescita continua degli impren<strong>di</strong>tori, dei liberi professionisti e<br />

dei lavoratori in proprio che, complessivamente, crescono dal 13% circa del<br />

1981 al 16% del 1991 al 19% del 2001 del totale della popolazione attiva e<br />

<strong>di</strong>mostrano una positiva tendenza ad intraprendere nuove iniziative, ad<br />

investire, oltre ad una graduale ma costante mutazione della composizione<br />

sociale della classe dei “lavoratori” che si sposta progressivamente dal lavoro<br />

<strong>di</strong>pendente verso il lavoro autonomo.


45<br />

Fig. 14<br />

<strong>Caprarica</strong> ha già provveduto a dotarsi <strong>di</strong> una zona per artigianato e<br />

piccola industria in fase come anzi detto <strong>di</strong> avanzata attuazione.<br />

All’atto del bando per l’assegnazione dei lotti al Comune sono<br />

pervenute richieste per l’assegnazione <strong>di</strong> ben 42 lotti a fronte <strong>di</strong> possibilità <strong>di</strong><br />

assegnarne solo 18, come da tabella sotto riportata:<br />

Fig. 15<br />

Al fine <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare tali esigenze il comune ha provveduto a re<strong>di</strong>gere<br />

una variante, attualmente in fase <strong>di</strong> avanzata attuazione, secondo le<br />

procedure <strong>di</strong> cui all’art. 2 del DPR 447/98 con cui provvede all’ampliamento<br />

della attuale zona D2, in a<strong>di</strong>acenza, anche se dal lato opposto, della<br />

tangenziale e alla in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> una ulteriore zona, a ridosso <strong>di</strong> via<br />

Manara, destinata ad artigianato <strong>di</strong> servizio e commerciali <strong>di</strong> proprietà<br />

comunale ed in cui tali attività, in parte, già si svolgono.<br />

Ha anche provveduto all’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> una grossa attività artigianale<br />

attraverso le procedure <strong>di</strong> cui al D.P.R. 447/98, in a<strong>di</strong>acenza alla zona PIP,


per sod<strong>di</strong>sfare intervenute esigenze produttive che rivelano una certa vivacità<br />

dell’economia e consentono interessanti prospettive occupazionali.<br />

Il settore turistico-alberghiero fa registrare nelle forme non tra<strong>di</strong>zionali<br />

dell’albergo, ma come bred and breakfast e turismo rurale, delle nuove<br />

attività, connesse sotto l’aspetto occupazionale al settore dei servizi, in linea<br />

con una forte tendenza provinciale <strong>di</strong> crescita del settore.<br />

Il Salento è negli ultimi all’avanguar<strong>di</strong>a regionale per l’incremento delle<br />

attività turistico-albeghiere che cominciano ad essere localizzate non solo<br />

nelle località costiere, ma anche nelle aree site imme<strong>di</strong>atamente all’interno,<br />

così da potere ottenere ospitalità a prezzi più contenuti ed in un contesto <strong>di</strong><br />

tranquillità, qual è quello offerto dai piccoli centri come <strong>Caprarica</strong> e dal<br />

territorio agricolo.<br />

E’ in questa ottica che il PUG propone un’area per inse<strong>di</strong>amenti<br />

turistico-alberghieri della superficie <strong>di</strong> circa 4 ha, a<strong>di</strong>acente all’abitato, a nord<br />

dello stesso, in quanto <strong>Caprarica</strong> spera <strong>di</strong> potere migliorare la propria<br />

economia inserendosi in un settore in costante crescita ed avendo la<br />

possibilità <strong>di</strong> offrire l’ospitalità in un contesto originale.<br />

<strong>Caprarica</strong> è, infatti, per <strong>di</strong>mensioni e caratteristiche dell’abitato, un<br />

“borgo”, costruito intorno all’antico Castello Marchesale, adagiato in una piana<br />

<strong>di</strong> ulivi e sovrastato dalla “Serra”, con gli antichi frantoi e con una produzione<br />

<strong>di</strong> olio <strong>di</strong> alta qualità, e sito a circa 12 km dalla costa.<br />

Tali peculiarità vengono esaltate dal PTCP che con il fine <strong>di</strong> “..cogliere<br />

la ricchezza delle situazioni storiche, culturali, architettoniche, urbane e<br />

paesistiche …” ne attraversa il territorio con “l’itinerario narrativo” che collega<br />

<strong>Lecce</strong> ad Otranto e con un “sentiero narrativo” che collega <strong>Caprarica</strong> a San<br />

Cesario e Castrì.<br />

Nell’ambito della delocalizzazione delle attività <strong>di</strong> ricerca e formazione<br />

messa in atto dall’Università del Salento risulta ormai consolidata nella vicina<br />

Cavallino una sede dell’ISUFI – Istituto Superiore Universitario <strong>di</strong> Formazione<br />

Inter<strong>di</strong>sciplinare – Linea 4 Beni Culturali sita presso il suggestivo Convento<br />

dei Domenicani.<br />

46


Cavallino attraverso la frazione <strong>di</strong> Castrome<strong>di</strong>ano risulta <strong>di</strong>rettamente<br />

collegata a <strong>Lecce</strong> e della città capoluogo ha mutuato pregi e <strong>di</strong>fetti; in<br />

particolare i costi dell’e<strong>di</strong>lizia residenziale sono simili a quelli della città.<br />

Preso atto <strong>di</strong> tale realtà e, vista la breve <strong>di</strong>stanza che separa <strong>Caprarica</strong><br />

da Cavallino ed il tratto stradale comodo e rettilineo che li collega, il PUG<br />

prevede un’area per residenze e servizi per studenti sita all’ingresso <strong>di</strong><br />

<strong>Caprarica</strong> provenendo da Cavallino della superficie <strong>di</strong> circa 2 ha.<br />

Tale previsione oltre a sod<strong>di</strong>sfare un’esigenza avvertita dagli studenti,<br />

poiché quello delle residenze risulta un problema tutt’ora irrisolto per l’Ateneo<br />

salentino in continua crescita, può offrirne una soluzione a con<strong>di</strong>zioni<br />

economicamente favorevoli stante un mercato immobiliare nettamente più<br />

economico <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> e Cavallino.<br />

Contestualmente tale soluzione può contribuire a migliorare l’economia<br />

<strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> poiché l’avvio <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> inserimento <strong>di</strong> studenti all’interno<br />

del tessuto citta<strong>di</strong>no potrà dare linfa alle <strong>di</strong>namiche culturali, sociali e <strong>di</strong><br />

sviluppo dell’indotto richiesto dalla loro presenza; in particolare saranno<br />

necessari nuovi luoghi <strong>di</strong> socializzazione, <strong>di</strong> svago, <strong>di</strong> pratica sportiva, ecc.<br />

<strong>Caprarica</strong> propone uno sviluppo della propria economia ponendo le<br />

basi per cogliere appieno le occasioni che le <strong>di</strong>namiche turistiche per un verso<br />

e la sua favorevole posizione, a<strong>di</strong>acenza ad una sede universitaria, per altro<br />

le consentono.<br />

Le due aree previste dal PUG per inse<strong>di</strong>amenti turistico-albeghieri e<br />

per residenze e servizi per gli studenti universitari sono allocate entrambe a<br />

nord dell’abitato in posizione tale che, se tali scelte incontreranno il favore e<br />

l’interesse degli operatori economici, potranno essere facilmente ampliate.<br />

8.6 Sud<strong>di</strong>visione del territorio in TU e TnU con riferimento al TU della<br />

definizione <strong>di</strong> “territorio costruito”<br />

Il Comune <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> ha provveduto ai “primi adempimenti” per<br />

l’attuazione del PUTT/P secondo il <strong>di</strong>sposto dell’art. 5.05 delle N.T.A.<br />

47


Il PUG provvede a rivedere le previsioni del PUTT/P sia adeguandole<br />

alle situazioni <strong>di</strong> fatto, sia implementandole, con particolare riferimento agli<br />

“ambiti estesi” per ciò che concerne la “Serra”, e degli “ambiti <strong>di</strong>stinti” con<br />

particolare riferimento ai beni architettonici extraurbani, sia provvedendo a<br />

correggere alcune errate in<strong>di</strong>cazioni sulla scorta <strong>di</strong> idonea relazione geologica<br />

allegata alla presente relazione.<br />

Vengono poi perimetrati su cartografia catastale e su<br />

aerofotogrammetria, secondo il <strong>di</strong>sposto dell’art. 1.03, commi 5 e 6 delle<br />

N.T.A. del Putt/P, i “terrori costruiti” in riferimento alla consistenza e<br />

conformazione del tessuto e<strong>di</strong>ficato.<br />

Il comma 5 dell’art. 1.03 del PUTT così recita testualmente: “ Le norme<br />

contenute nel Piano, <strong>di</strong> cui al titolo II “ambiti territoriali estesi” ed al titolo III<br />

“ambiti territoriali <strong>di</strong>stinti” non trovano applicazione all’interno dei “territori<br />

costruiti” che vengono, in applicazione dell’art. 1 della L. 431/85 (Legge<br />

Galasso), così definiti:<br />

5.1 a) aree tipizzate dagli strumenti urbanistici vigenti come zone<br />

omogenee “A” e “B”;<br />

5.2 b) aree tipizzate dagli strumenti urbanistici vigenti come zone<br />

omogenee "C" oppure come zone "turistiche" “<strong>di</strong>rezionali” "artigianali”<br />

"industriali” "miste" se, alla data del 6 giugno 1990, incluse in strumento<br />

urbanistico esecutivo (piano particolareggiato o piano <strong>di</strong> lottizzazione)<br />

regolarmente presentato e, inoltre, le aree incluse, anche se in percentuale, in<br />

Programmi Pluriennali <strong>di</strong> Attuazione approvati alla stessa data;<br />

5.3 c) aree che, ancorché non tipizzate come zone omogenee "B"<br />

dagli strumenti urbanistici vigenti:<br />

- o ne abbiamo <strong>di</strong> fatto le caratteristiche (ai sensi del DI n.1444/1968),<br />

vengano riconosciute come regolarmente e<strong>di</strong>ficate (o con e<strong>di</strong>ficato già<br />

"sanato" ai sensi della legge n. 47/1985), e vengano perimetrate su<br />

cartografia catastale con specifica deliberazione <strong>di</strong> Consiglio Comunale;<br />

48


- o siano intercluse nell’interno del perimetro definito dalla presenza <strong>di</strong><br />

maglie regolarmente e<strong>di</strong>ficate, e vengano perimetrate su cartografia catastale<br />

con specifica deliberazione <strong>di</strong> Consiglio Comunale;<br />

Le norme contenute nel Piano non trovano applicazione all’interno dei<br />

territori <strong>di</strong>sciplinati dai Piani delle Aree <strong>di</strong> Sviluppo Industriale.<br />

La perimetrazione è stata quin<strong>di</strong> effettuata in scala <strong>di</strong> PUG (1:5.000 e<br />

1:2.000) su aerofotogrammetria sulla quale sono state riportate le<br />

zonizzazioni dello stesso PRG; la perimetrazione è stata poi riportata, come<br />

per legge, su cartografia catastale.<br />

Il piano, definiti i “terrori costruiti” e quin<strong>di</strong> la nuova perimetrazione<br />

dell’ambito urbano ed, ovviamente non urbano, determina <strong>di</strong> conseguenza i<br />

luoghi delle nuove previsioni urbanistiche in cui i piani attuativi, se compresi in<br />

ambiti soggetti a tutela dal PUTT, pur rientrando nella perimetrazione urbana,<br />

devono essere soggette a “parere paesaggistico” secondo il <strong>di</strong>sposto dell’art.<br />

5.03 delle N.T.A. dello stesso PUTT.<br />

Gli interventi e<strong>di</strong>lizi relativi, sia <strong>di</strong> natura privata che pubblica, sono<br />

oggetto <strong>di</strong> “autorizzazione paesaggistica” secondo il <strong>di</strong>sposto dell’art. 5.01<br />

come mo<strong>di</strong>ficato dall’art. 23 della L.R. 20/01 (delega dell’ “autorizzazione<br />

paesaggistica” ai comuni).<br />

8.7 Articolazione del territorio in ATE e ATD<br />

8.7.1. Putt/P Art. 5.05 – Comma 1.1 - Perimetrazione degli “AMBITI<br />

TERRITORIALI ESTESI E DISTINTI”<br />

In considerazione della cartografia <strong>di</strong> base fornita dall’Amm.ne si è<br />

proceduto alla rappresentazione ed alla verifica dei vincoli facendo riferimento<br />

ovviamente solo a quelli ai quali, nelle tavole del PUTT, il territorio <strong>di</strong><br />

<strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> è interessato.<br />

La base cartografica su cui si è operato è quella aerofotogrammetrica<br />

che conferisce una lettura imme<strong>di</strong>ata del territorio, della sua consistenza e<br />

delle sue emergenze; in tal modo risulta imme<strong>di</strong>ata la verifica delle superfici<br />

49


interessate dalle “aree <strong>di</strong> pertinenza e dalle aree annesse” dei vari beni<br />

vincolati.<br />

Ambiti estesi<br />

Il territorio <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> è interessato per circa 1/3 della<br />

superficie, sita a nord dell’agro ( art. 2.01 comma 1.3 e 1.5 delle N.T.A. del<br />

PUTT/P) da “ambiti estesi” <strong>di</strong> tipo “E” – valore normale – laddove non è<br />

<strong>di</strong>rettamente <strong>di</strong>chiarabile un significativo valore paesaggistico.<br />

La parte rimanente del territorio è interessata da “ambiti estesi” <strong>di</strong> tipo<br />

“C” – valore <strong>di</strong>stinguibile – laddove sussistano con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> presenza <strong>di</strong> un<br />

bene costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti ed il<br />

versante della serra da “ambiti estesi” <strong>di</strong> tipo “B” – valore rilevante – laddove<br />

sussistono con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> compresenza <strong>di</strong> più beni costitutivi con o senza<br />

prescrizioni vincolistiche preesistenti.<br />

La verifica <strong>di</strong> tali in<strong>di</strong>cazioni del Putt/P, ha comportato una loro<br />

conferma salvo che per la zona della serra per la quale, conformemente alle<br />

previsioni <strong>di</strong> solo rimboschimento stabilite nelle N.t.a. del Pug (zone E3), le<br />

aree già interessate da “ambiti estesi” “B” sono interessate da “ambiti estesi”<br />

<strong>di</strong> tipo “A” – valore eccezionale – laddove sussistono con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

rappresentatività <strong>di</strong> almeno un bene costitutivo <strong>di</strong> riconosciuta unicità e/o<br />

singolarità, con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti.<br />

Ambiti <strong>di</strong>stinti<br />

Gli “ambiti <strong>di</strong>stinti” sono caratterizzati nel PUTT/P da:<br />

- un sistema geomorfologico che evidenzia una serie <strong>di</strong> emergenze<br />

quali cigli <strong>di</strong> scarpata, doline, piane alluvionali, cave.<br />

- nessuna segnalazione è evidenziata per il sistema botanico-<br />

vegetazionale e per il sistema storico-culturale.<br />

Il Putt/P evidenzia per il sistema geomorfologico la presenza <strong>di</strong> due<br />

“crinali”, <strong>di</strong> tre doline e <strong>di</strong> cave le cui caratteristiche e localizzazione non<br />

corrispondono all’effettivo stato dei luoghi.<br />

50


Si è così fatto ricorso ad uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> dettaglio del territorio, effettuato<br />

dal geologo, Dott.sa Rosanna Baldassarre, allegato alla presente.<br />

Il geologo ha stu<strong>di</strong>ato i “cigli <strong>di</strong> scarpata” operandone una<br />

<strong>di</strong>fferenziazione tra “orli morfologici antropizzati o non rilevanti dal punto <strong>di</strong><br />

vista paesaggistico” e “cigli <strong>di</strong> scarpata” come definiti dal PUTT/P, e<br />

localizzandoli puntualmente.<br />

Stessa attenzione è stata posta nella perimetrazione delle “piane<br />

alluvionali” e delle cave, mentre non vi è più riscontro sui luoghi delle “doline”.<br />

Il Pug ha fatto proprio tale stu<strong>di</strong>o e ne ha riproposto le conclusioni nella<br />

tavola degli “ambiti <strong>di</strong>stinti”.<br />

Il piano ha sottoposto a tutela sotto l’aspetto urbanistico (classificati<br />

zona A3) alcune emergenze <strong>di</strong> importanza storico-architettonica siti nel<br />

territorio agricolo, in quanto elementi costitutivi della identità fisica e culturale<br />

del territorio e per tale ragione che i beni sono tutelati anche dal PUTT.<br />

Come anzi riportato il piano li in<strong>di</strong>vidua nell’ambito dei “Componenti<br />

storico-culturali” e ne definisce l’area <strong>di</strong> pertinenza e l’area annessa.<br />

Infine per ciò che concerne le “Componenti botanico-vegetazionali” è<br />

stato in<strong>di</strong>viduato e censito un boschetto a<strong>di</strong>acente al “Casino Le Chiuse”.<br />

8.8 PAI - Assetto idraulico e geomorfologico<br />

Il Piano <strong>di</strong> Bacino Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità <strong>di</strong><br />

Bacino della Puglia (PAI) è finalizzato al miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

regime idraulico e della stabilità geomorfologica necessario a ridurre gli<br />

attuali livelli <strong>di</strong> pericolosità e a consentire uno sviluppo sostenibile del<br />

territorio nel rispetto degli assetti naturali, della loro tendenza evolutiva e<br />

delle potenzialità d'uso.<br />

Il territorio <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, come più volte asserito in<br />

precedenza, presenta un andamento sostanzialmente pianeggiante ma con la<br />

presenza <strong>di</strong> una serra, che si eleva <strong>di</strong> circa 50 mt. sul territorio circostante.<br />

51


Tale situazione determina un naturale deflusso delle acque meteoriche<br />

verso il basso, cioè verso la periferia sud-ovest dell’abitato <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong><br />

laddove le geomorfologia segnala una “piana alluvionale”.<br />

Il PAI, approvato con deliberazione del Comitato Istituzionale n. 39 del<br />

30.11.2005 e pubblicato in data 30.12.2005, ha in<strong>di</strong>viduato un’area del<br />

territorio <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> interessata da “Alta probabilità <strong>di</strong> inondazione”<br />

e, parzialmente, da “Rischio molto elevato - R4”; tale area è gravata da<br />

<strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> nuova e<strong>di</strong>ficabilità; la relativa normativa vincolistica è stata riportata<br />

nelle N.T.A. del PUG.<br />

Tale vincolo, che interessa una ampia area, comporta un limite<br />

naturale alla attuale e futura espansione dell’abitato verso sud-ovest.<br />

8.9. PTCP - Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento Provinciale<br />

E’ ancora in corso <strong>di</strong> approvazione il PTCP della Provincia <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> la<br />

cui redazione comincia ad essere datata - 2001 – ed abbisognevole <strong>di</strong><br />

aggiornamenti, per quanto gli uffici provinciali abbiano proceduto ad una<br />

prima revisione datata ottobre 2006; si pensi ai Parchi <strong>di</strong> recenti istituiti<br />

(Otranto/Santa Maria <strong>di</strong> Leuca, Gallipoli, Porto Cesareo, Ugento),<br />

all’approvazione regionale del PAI (Piano <strong>di</strong> Assetto Idrogeologico), alla<br />

approvazione del PRAE (Piano Regionale delle Attività Estrattive).<br />

Nell’approccio al PTCP non si può non evidenziarne: la ricercata<br />

complessità; l’immaginifica ipotesi <strong>di</strong> ricondurre in uno schema ideale (il<br />

Salento come Parco) un territorio <strong>di</strong>verso da quello configurato nel Piano, il<br />

tentativo <strong>di</strong> prospettare soluzioni <strong>di</strong> sviluppo (ve<strong>di</strong> proprio l’area industriale <strong>di</strong><br />

Maglie-<strong>Caprarica</strong>) superate dagli eventi e dal sapore letterario più che il<br />

risultato <strong>di</strong> una attenta “lettura” dei luoghi; l’ipotesi <strong>di</strong> “<strong>di</strong>ffusione della<br />

naturalità” attraverso un percorso, <strong>di</strong> natura in<strong>di</strong>cativa o larvatamente<br />

vincolistica verso proprietà private, la cui legittimità, o quanto meno la cui<br />

reale possibilità <strong>di</strong> attuazione, resta solo un auspicio.<br />

Una notevole <strong>di</strong>fficoltà si incontra peraltro già in fase <strong>di</strong> lettura, <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

del PTCP, visto che lo stesso si presenta in una veste grafica esteticamente<br />

52


accattivante ma con i caratteri ed i grafici minuscoli, tanto da rendere <strong>di</strong>fficile<br />

la scansione visiva dei caratteri e quasi impossibile la decifrazione dei grafici.<br />

Un’ultima annotazione è rivolta alle Norme Tecniche <strong>di</strong> Attuazione la<br />

cui formulazione risulta estremamente <strong>di</strong>spersiva e, spesso, inutilmente<br />

generica così da rendere complessa l’estrapolazione delle norme che devono<br />

in<strong>di</strong>rizzare, guidare la pianificazione del territorio <strong>di</strong> ogni comune.<br />

Il PTCP infatti, come stabilito dalla Legge Regionale 20/01, assume<br />

l’efficacia <strong>di</strong> piano <strong>di</strong> settore nelle materie inerenti “la conservazione della<br />

natura, la tutela dell’ambiente, delle acque, la <strong>di</strong>fesa del suolo, la<br />

valorizzazione delle bellezze paesaggistiche” e “le proposte e le prescrizioni<br />

del Piano territoriale sono presentate sotto forma <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzi e linee guida e<br />

solo in pochi casi, per le aree <strong>di</strong> competenza del Piano si configurano come<br />

obblighi e <strong>di</strong>vieti assoluti o ipotetici, a seconda del verificarsi <strong>di</strong> determinate<br />

situazioni” (testuale dalla VAS del PTCP – pag. 15 e 16).<br />

Gli obiettivi del PTCP sono i seguenti (testuale dalle N.t.a.):<br />

“Obiettivo generale del Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento della<br />

Provincia <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> è la costruzione <strong>di</strong> un quadro <strong>di</strong> coerenze entro il quale<br />

singole Amministrazioni ed Istituzioni possano definire, eventualmente<br />

attraverso specifiche intese, le politiche per il miglioramento della qualità e<br />

delle prestazioni fisiche, sociali e culturali del territorio provinciale.<br />

Sono principi ispiratori del Piano e fondatori dell'azione pubblica per<br />

quanto riguarda la sua realizzazione un riconoscimento esteso dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong><br />

citta<strong>di</strong>nanza, del valore della partecipazione nella costruzione e gestione <strong>di</strong><br />

ogni politica territoriale, la tutela del patrimonio storico e la salvaguar<strong>di</strong>a<br />

dell'ambiente naturale.<br />

Più in particolare i principali obiettivi del Piano Territoriale <strong>di</strong><br />

Coor<strong>di</strong>namento sono quelli <strong>di</strong> uno sviluppo del benessere e dei red<strong>di</strong>ti<br />

in<strong>di</strong>viduali e collettivi, dell'espansione delle attività produttive e<br />

dell'occupazione, coerentemente alla <strong>di</strong>ffusione della naturalità, del<br />

miglioramento dell'accessibilità e della mobilità nel Salento, <strong>di</strong> un'articolazione<br />

dei mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> abitare nelle <strong>di</strong>verse situazioni concentrate e <strong>di</strong>sperse, della<br />

53


salvaguar<strong>di</strong>a e recupero dei centri antichi e <strong>di</strong> un immenso patrimonio<br />

culturale <strong>di</strong>ffuso, <strong>di</strong> uno sviluppo turistico compatibile.<br />

Questi obiettivi sono collocati entro una specifica ipotesi <strong>di</strong><br />

organizzazione spaziale ed inse<strong>di</strong>ativa, quella del Salento come parco, nella<br />

quale i due termini <strong>di</strong> concentrazione e <strong>di</strong>spersione sono assunti come<br />

compresenti ed integrati.<br />

Abitare un parco comporta l'utilizzo <strong>di</strong> nuove infrastrutture che<br />

consentano allo stesso Salento <strong>di</strong> non dover ripetere in ritardo vicende <strong>di</strong><br />

modernizzazione non adeguate e <strong>di</strong>stanti e <strong>di</strong> proporre un <strong>di</strong>verso e nuovo<br />

modello <strong>di</strong> sviluppo.<br />

L'idea che presiede alla costruzione del Piano è quella <strong>di</strong> uno sviluppo<br />

<strong>di</strong>ffuso ed equilibrato; un'idea che si oppone a quella tra<strong>di</strong>zionale dei "poli <strong>di</strong><br />

sviluppo, della concentrazione cioè <strong>di</strong> un numero limitato <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni ed affidati ad un numero ristretto <strong>di</strong> operatori, in pochi luoghi e<br />

settori.<br />

Distribuzione equilibrata degli interventi e delle risorse non vuol <strong>di</strong>re<br />

<strong>di</strong>stribuzione uniforme: all'opposto, ponendosi in continuità con le politiche già<br />

intraprese, migliorandole e rendendole sempre più rigorose, vuol <strong>di</strong>re<br />

articolazione delle politiche, dei progetti e degli interventi; ritrovare<br />

nell'articolazione, piuttosto che nella <strong>di</strong>mensione, una maggior efficienza e<br />

produttività del singolo intervento e <strong>di</strong> ogni politica.”<br />

54


Fig. 16 PTCP – Inquadramento generale<br />

Seguendo lo schema <strong>di</strong> impostazione del PTCP – Politiche del welfare,<br />

Politiche della mobilità, Politiche <strong>di</strong> valorizzazione, Politiche inse<strong>di</strong>ative –<br />

porremo via via in evidenza le problematiche che interessano il territorio <strong>di</strong><br />

<strong>Caprarica</strong>.<br />

6.9.1 Politiche della salubrità<br />

6.9.1.1 Regimazione delle acque superficiali: nonostante la<br />

presenza della serra non si riscontrano sul terreno percorsi preferenziali <strong>di</strong><br />

scorrimento delle acque superficiali da monte a valle.<br />

Le relative acque meteoriche in parte penetrano <strong>di</strong>rettamente nel<br />

sottosuolo a causa della fratturazione della roccia ed, in misura maggiore, si<br />

55


accolgono a valle, nella zona bassa, che il PAI in<strong>di</strong>vidua come zona ad alta<br />

probabilità <strong>di</strong> inondazione.<br />

IL resto del territorio <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> è prevalentemente pianeggiante e<br />

non presenta segni <strong>di</strong> canali e/o scoline; anche le doline segnalate dal<br />

PUTT/P, che avrebbero potuto essere un in<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> racolta delle acque e<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> ruscellamenti verso le stesse non sono state riscontrate sui luoghi<br />

dal geologo probabilmente a causa <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni intervenute negli scorsi<br />

decenni.<br />

8.9.1.2 Pericolosità nei confronti degli allagamenti<br />

Si rinvia al paragrafo 6.8 (PAI).<br />

8.9.1.3 Percolazione delle acque negli acquiferi<br />

Si rinvia alla relazione geologica:, pag 19, paragrafo “Caratteristiche della<br />

vulnerabilità degli acquiferi”.<br />

Si evidenzia inoltre che <strong>Caprarica</strong> ha una rete <strong>di</strong> raccolta delle acque pluviali;<br />

il recapito finale <strong>di</strong> accumulo consente lo smaltimento per assorbimento<br />

naturale nel terreno e quin<strong>di</strong> contribuisce al ricarico della falda superficiale.<br />

Le acque reflue provenienti dagli scarichi civili vengono canalizzate e<br />

conferite al depuratore consortile <strong>di</strong> Vernole.<br />

8.9.1.4 Vulnerabilità degli acquiferi<br />

Si rinvia alla relazione geologica, pag 19, paragrafo “Caratteristiche della<br />

vulnerabilità degli acquiferi” ed alla <strong>Tav</strong>. G5 “Carta geolitologica ad<br />

orientamento geotecnica” in cui vi è una rappresentazione in scala 1:25.000<br />

della “Carta della vulnerabilità degli acquiferi” sotto riportata.<br />

56


57<br />

Fig. 16<br />

Qui <strong>di</strong> seguito è riportata tavola del PTCP inerente la Permeabilità del suolo.


Fig. 17 PTCP – Permeabilità del suolo<br />

8.9.1.5 Processo <strong>di</strong> salinizzazione delle falde - fasce <strong>di</strong><br />

salvaguar<strong>di</strong>a<br />

Il territorio <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> ricade quasi totalmente nella fascia più <strong>di</strong>stante<br />

dalla costa rispetto alle tre fasce ipotizzate dal PTCP, cioè la fascia <strong>di</strong><br />

approvvigionamento idrico.<br />

58


Tale in<strong>di</strong>cazione è confermata dalla <strong>Relazione</strong> Geologica che tuttavia<br />

evidenzia, in parte del territorio, la possibilità <strong>di</strong> salinizzazione della falda<br />

profonda.<br />

Il PUG non prevede inse<strong>di</strong>amenti nella zona ad est cioè nella zona <strong>di</strong><br />

ricarica idrica; in tale area le N.T.A, vietano l’apertura <strong>di</strong> nuovi pozzi e<br />

prescrivono un monitoraggio quinquennale da parte dell’Amm.ne Com.le i cui<br />

dati vanno trasmessi all’Amm.ne Prov.le, per consentire una perio<strong>di</strong>ca verifica<br />

dell’andamento del fenomeno <strong>di</strong> intrusione delle acque marine e mettere in<br />

atto azioni tese a contrastarlo.<br />

L’attuale collocazione del territorio <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> nella “fascia <strong>di</strong> ricarica”<br />

e quin<strong>di</strong> in zona non ancora interessata da fenomeni <strong>di</strong> salinizzazione è<br />

provata dalla presenza, a<strong>di</strong>acenza della serra, <strong>di</strong> tre pozzi artesiani,<br />

puntualmente riportati sulle tavole del Piano, <strong>di</strong> proprietà dell’EAAP, <strong>di</strong><br />

emungimento <strong>di</strong> acque per uso potabile<br />

59


Fig. 18 PTCP – Fasce <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a<br />

8.9.1.6 Disposizioni relative alla razionalizzazione del ciclo dei rifiuti<br />

Si evidenziano due aspetti <strong>di</strong> tale problematica:<br />

a) il problema dello smaltimento è tutt’ora un problema irrisolto nella nostra<br />

provincia poiché risultano incomplete le procedure atte a chiudere il ciclo <strong>di</strong><br />

smaltimento e riutilizzo dei rifiuti;<br />

60


) <strong>Caprarica</strong> ha da tempo attivato una attenta politica <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata<br />

ben localizzando le isole ecologiche all’interno dell’abitato.<br />

Nell’anno 2006 ha fatto registrare la seguente situazione <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong> rifiuti<br />

soli<strong>di</strong> urbani:<br />

Rifiuti urbani non <strong>di</strong>fferenziati 923.690 t/a 79.08%<br />

“ “ “ 214.384 t/a 18.35%<br />

“ “ non pericolosi 29.871 t/a 2.57%<br />

61<br />

1167.945 t/a 100.00%<br />

La raccolta <strong>di</strong>fferenziata ha quin<strong>di</strong> dato buoni risultati se rapportata al resto<br />

della provincia, ma siamo ben lontani dagli obiettivi in<strong>di</strong>cati dalla regione, 50%<br />

<strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata; tale obiettivo, per quanto auspicabile, pare irrealistico<br />

alla luce dei risultati che sono stati sin ad oggi ottenuti.<br />

8.9.2 Politiche della <strong>di</strong>ffusione della naturalità<br />

Si è anzi fatto riferimento alla <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> normare possibili <strong>di</strong>ffusioni <strong>di</strong><br />

naturalità in aree non pubbliche poiché tale inten<strong>di</strong>mento sembra contrastare<br />

con la libertà <strong>di</strong> colture dei conta<strong>di</strong>ni.<br />

Il PUG fa proprio il senso in cui muove il PTCP :” Per politiche <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione della naturalità si intende…soprattutto un insieme <strong>di</strong> azioni tese a<br />

consentire che la naturalità, nella sua <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> forme, possa <strong>di</strong>ffondersi<br />

sino ad investire, in tempi me<strong>di</strong> e lunghi, vaste parti del territorio talentino”; il<br />

Pug, stante anche la limitata estensione del territorio <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong>, opera a<br />

livello normativo per salvaguardare la vegetazione esistente e promuoverne<br />

l’impianto <strong>di</strong> nuova.<br />

Il PTCP prevede un solo nucleo <strong>di</strong> espansione della naturalità in<br />

corrispondenza del “Giar<strong>di</strong>no Le Chiuse” che il PUG ha già provveduto a<br />

vincolare come emergenza botanico-vegetazionale ed a delimitarne la relativa<br />

area <strong>di</strong> pertinenza e area annessa.<br />

Stante la scala <strong>di</strong> rappresentazione del PTCP, che non consente la<br />

esatta in<strong>di</strong>viduazione grafica delle varie fasi <strong>di</strong> “espansione della naturalità”,<br />

si ritiene in questo caso <strong>di</strong> farle coincidere con l’area annessa che, ai fini del


Putt/P, circonda anularmente per 100 mt. l’area <strong>di</strong> pertinenza rappresentata<br />

dal boschetto e dalll’a<strong>di</strong>acente Casino “Le Chiuse”, conformemente a quanto<br />

<strong>di</strong>sposto dalle norme che consigliano in sede <strong>di</strong> formazione degli strumenti <strong>di</strong><br />

pianificazione generale <strong>di</strong> provvedere ad una puntuale definizione dei<br />

tematismi dello stesso PTCP.<br />

Fig. 19<br />

Espansione della naturalità: Giar<strong>di</strong>no e Casino Le Chiuse<br />

Come anzi detto, l’Amministrazione comunale nel corso dei tempi si è sempre<br />

posto il problema della salvaguar<strong>di</strong>a e della valorizzazione della Serra tant’è,<br />

che già 10 anni fa con i finanziamenti europei – POP –, ha realizzato il<br />

rimboschimento <strong>di</strong> parte del costone e successivamente, nell’ambito <strong>di</strong><br />

programmi regionali tesi a prevenire fenomeni <strong>di</strong> desertificazione, in<br />

collaborazione con l’Università <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong>, ha elaborato un Progetto preliminare<br />

teso sempre al rimboschimento della serra.<br />

62


Il PUG ha provveduto a vincolare come ambito esteso “A” nell’ambito del<br />

PUTT/P il versante della serra.<br />

Tale versante viene in<strong>di</strong>viduato, secondo le in<strong>di</strong>cazione del PTCP, come area<br />

<strong>di</strong> infiltrazione della naturalità, ai fini “..<strong>di</strong> un recupero ambientale..”.<br />

63<br />

Fig. 20<br />

Espansione della naturalità:Zona <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a e <strong>di</strong> interesse ambientale destinata<br />

al rimboschimento<br />

In riferimento alle matrici ambientali e percolazioni della naturalità il<br />

Pug opera soprattutto in riferimento a quanto compreso nel gruppo B –<br />

…utilizzazione dei relitti stradali, degli svincoli, dei bor<strong>di</strong> strada per la<br />

creazione <strong>di</strong> aree ver<strong>di</strong> con funzioni <strong>di</strong> connessione con la naturalità;<br />

incentivazione per la formazione <strong>di</strong> siepi, <strong>di</strong> muretti a secco, barriere vegetali,<br />

filari <strong>di</strong> alberi, allo scopo <strong>di</strong> creare ambienti <strong>di</strong> rifugio per la flora e la fauna<br />

spontanea; ecc. -.<br />

8.9.3 Energie rinnovabili<br />

Si pone il problema <strong>di</strong> normare la possibilità <strong>di</strong> installare centrali<br />

fotovoltaiche; conformemente al PTCP si ritiene che le stesse debbano<br />

essere localizzate nelle aree produttive e, per quanto concerne <strong>Caprarica</strong><br />

nell’area PIP.<br />

Si consente anche la possibilità <strong>di</strong> installare pannelli fotovoltaici e/o<br />

pannelli solari sui tetti; tuttavia per quanto sia auspicabile muoversi nella<br />

<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> utilizzare energie rinnovabili e “pulite” è necessario conciliare tale


possibilità con la salvaguar<strong>di</strong>a estetica del contesto urbano per non introdurne<br />

significative alterazioni.<br />

Gli apparecchi captanti energia andranno installati sui tetti piani delle<br />

case in modo che siano occultati da qualunque punto <strong>di</strong> vista.<br />

8.9.4 Infrastrutture sociali<br />

Il Comune <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong> risulta adeguatamente dotato <strong>di</strong> infrastrutture<br />

sociali - vedere tab. della superficie a servizi nei paragrafi successivi -.<br />

Recentemente, con una variante al vigente PRG, è stata tipizzata<br />

un’area per una casa <strong>di</strong> riposo per anziani, una struttura comprensoriale, in<br />

a<strong>di</strong>acenza alla serra.<br />

8.9.5 Politiche della mobilità<br />

8.956.1 Mobilità su gomma<br />

Le strade principali, <strong>di</strong> collegamento con i paesi limitrofi, come riportate<br />

sono secondo or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> importanza le seguenti:<br />

a) <strong>Lecce</strong>, Cavallino, <strong>Caprarica</strong>, Martano, Otranto (S.P. 27, 28), che, in<br />

tempi recenti, è stata potenziata, anche con la realizzazione della tangenziale<br />

<strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong>, sita ad est dell’abitato, che contribuisce a velocizzare il<br />

collegamento tra <strong>Lecce</strong> ed Otranto (S.P. 28);<br />

b) <strong>Caprarica</strong> – Galugnano – San Donato che, oltre a consentire<br />

l’accesso, prima dell’ingresso a Galugnano, allo svincolo per la strada a<br />

scorrimento veloce <strong>Lecce</strong> – Maglie – Santa Maria <strong>di</strong> Leuca, collega anche alla<br />

<strong>Lecce</strong> – Galatina ed ancor più avanti alla <strong>Lecce</strong> – Gallipoli (S.P. 140);<br />

c) <strong>Caprarica</strong> – Castrì – costa adriatica ( S.P. 140);<br />

d) <strong>Caprarica</strong> – San Cesario (S.P. 285)<br />

e) <strong>Caprarica</strong> – Calimera (S.P. 144)<br />

Una ulteriore bretella <strong>di</strong> collegamento, che lambisce l’abitato, è inserita nel<br />

piano triennale delle opere pubbliche della Provincia <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> e serve, per chi<br />

proviene da <strong>Lecce</strong>, Cavallino e Lizzanello, a raggiungere la S.P. 140 per<br />

64


Galugnano e, attraverso lo svincolo ivi presente, la <strong>Lecce</strong> – Maglie – S. Maria<br />

<strong>di</strong> Leuca, senza attraversare <strong>Caprarica</strong>.<br />

<strong>Caprarica</strong> ha una buona viabilità interna con alcune criticità, come<br />

qualche tratto stradale cieco e qualche snodo non funzionale ad un or<strong>di</strong>nato<br />

scorrimento del traffico, che le previsioni del PUG risolvono.<br />

<strong>Caprarica</strong> non ha linea ferroviaria.<br />

8.9.5.2 Itinerari narrativi<br />

Il PTCP ha l’obiettivo della “valorizzazione dell’enorme potenziale<br />

narrativo dei percorsi salentini.<br />

Il Salento deve poter essere attraversato da percorsi che del parco abbiano i<br />

caratteri e che consentano <strong>di</strong> cogliere la ricchezza delle situazioni storiche,<br />

culturali, architettoniche, urbane e paesistiche che fanno <strong>di</strong> questo territorio<br />

un unico grande parco”.<br />

L’immagine seguente evidenzia come <strong>Caprarica</strong> sia attraversata da un<br />

“itinerario narrativo”, forse il più suggestivo della provincia, che da <strong>Lecce</strong> porta<br />

ad Otranto, e da un “sentiero narrativo”, cioè un percorso su strada <strong>di</strong> piccola<br />

<strong>di</strong>mensione, che da Galugnano porta a Castrì ed alla costa adriatica.<br />

Rappresenta cioè il crocevia <strong>di</strong> percorsi che narrano il paesaggio<br />

salentino e consentono <strong>di</strong> coglierne le essenze ambientali più autentiche.<br />

Tale invi<strong>di</strong>abile posizione insieme alle caratteristiche proprie del piccolo<br />

centro, abbiamo sopra parlato <strong>di</strong> “borgo”, del caratteristico, anche se <strong>di</strong><br />

contenute <strong>di</strong>mensioni, centro antico con il Castello Marchesale, alla locale<br />

gastronomia legata alla produzione e consumo <strong>di</strong> olio <strong>di</strong> pregio, allo splen<strong>di</strong>do<br />

panorama che si offre dalla sommità della Serra a chi percorre la Galugnano-<br />

<strong>Caprarica</strong>, alla vicinanza a <strong>Lecce</strong> ed alla costa adriatica rivelano una<br />

potenziale attrattività turistica cui il PUG ha inteso fornire adeguate risposte.<br />

65


66<br />

Fig. 21<br />

8.9.6 Politiche <strong>di</strong> valorizzazione e politiche delle attività produttive<br />

Il PTCP in<strong>di</strong>rizza la produzione agricola verso colture <strong>di</strong> eccellenza così da<br />

migliorare il red<strong>di</strong>to dei produttori salentini.


Tra tali produzioni figura la coltura olearia; non <strong>di</strong>mentichiamo che <strong>Caprarica</strong><br />

è definita “Città dell’olio” poiché tale è la coltura <strong>di</strong> gran lunga più <strong>di</strong>ffusa sul<br />

territorio. Si può affermare che l’intero agro è un unico grande giar<strong>di</strong>no <strong>di</strong> ulivi<br />

Circa le attività produttive non agricole si rinvia al paragrafo 6.5.<br />

8.9.7 Politiche territoriali per il tempo libero ed il turismo<br />

Si pone l’attenzione su uno degli obiettivi che il PTCP si pone laddove<br />

“…in particolare prevede che tutti i manufatti rurali (muri a secco, casedde,<br />

pagghiare, e<strong>di</strong>cole votive, colonne <strong>di</strong> ingresso alle proprietà dette "li purtune”)<br />

siano tutelati. In caso <strong>di</strong> degrado i muri in pietrame a secco, sia nella funzione<br />

<strong>di</strong> opere <strong>di</strong> contenimento e terrazzamento dei versanti, sia come elementi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>visione fon<strong>di</strong>aria, dovranno essere ripristinati, anche ricorrendo ai contributi<br />

previsti dalle <strong>di</strong>rettive comunitarie e dalle leggi regionali, secondo le tecniche<br />

tra<strong>di</strong>zionali, conservando e favorendo le attrezzature agrituristiche ospitate in<br />

antiche masserie, in appartamenti e mini-appartamenti situati nei centri<br />

antichi, nei villaggi e nei campeggi turistici esistenti, in case <strong>di</strong> vacanza<br />

<strong>di</strong>sperse nella campagna.<br />

Un'offerta turistica, anche assai più consistente <strong>di</strong> quella attuale, ma<br />

che utilizzi in mo<strong>di</strong> efficienti e tali da valorizzarle le strutture e<strong>di</strong>lizie esistenti.<br />

Un'espansione dell'offerta ricettiva che non venga valutata unicamente<br />

in numero <strong>di</strong> posti letto, ma anche in termini <strong>di</strong> qualità dell'attrezzatura<br />

ricettiva e del suo contesto e sia quin<strong>di</strong> conseguenza <strong>di</strong> azioni <strong>di</strong> recupero,<br />

restauro e riqualificazione più che <strong>di</strong> nuove costruzioni, con il possibile utilizzo<br />

delle aree circostanti per una espansione <strong>di</strong> naturalità.”<br />

Tale orientamento del PTCP viene fatto proprio dal Pug che ne risulta<br />

in piena sintonia stante la volontà <strong>di</strong> pensare al centro abitato come un<br />

“borgo”, come piccolo centro, legato alle antiche tra<strong>di</strong>zioni antropologiche<br />

locali.<br />

Si pensa <strong>di</strong> poter realizzare, nella parte più antica dell’abitato, un<br />

“albergo <strong>di</strong>ffuso” con l’idea della sua valorizzazione ai fini turistici, e<br />

67


contestualmente si consente l’utilizzo per agriturismo, degli antichi e<strong>di</strong>fici<br />

presenti nell’agro.<br />

In tal modo si incentiva il recupero <strong>di</strong> tali immobili, si aumenta la<br />

ricettività turistica e si offre una prospettiva <strong>di</strong> sviluppo economico nel rispetto<br />

della salvaguar<strong>di</strong>a dell’ambiente.<br />

9. Le previsioni programmatiche<br />

9.1 Descrizione delle previsioni inse<strong>di</strong>ative<br />

residenziale.<br />

Nel paragrafo 6.1.6 è stato effettuato il <strong>di</strong>mensionamento delle settore<br />

Sono state confermate le previsioni dell’attuale strumentazione<br />

urbanistica generale con una semplificazione normativa delle zone “B” <strong>di</strong><br />

completamento urbano.<br />

Sono confermate i 3 comparti e<strong>di</strong>ficatori per nuovi inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> cui 2<br />

(Comparto 1 e 2 ) in corso <strong>di</strong> realizzazione, mentre per il Comparto 0, che nel<br />

vigente PRG ha un Ift=0.30 mc/mq, il PUG propone un Ift=0.84 mc/mq, come<br />

per gli altri due comparti, per renderlo <strong>di</strong> concreta attuazione e non farlo<br />

restare una mera previsione cartacea.<br />

Il PUG conferma quin<strong>di</strong> le previsioni dell’attuale PRG, detta una nuova<br />

normativa per gli immobili del centro antico e/o che abbiano caratteristiche<br />

storico-architettoniche degne <strong>di</strong> tutela, razionalizza le zone “B”, e conserva,<br />

come anzi detto, i previsti 3 comparti <strong>di</strong> espansione.<br />

Pone poi l’attenzione sul quarto punto trattato al paragrafo 6.2.1 cioè<br />

sul numero <strong>di</strong> nuovi nuclei familiari nel quin<strong>di</strong>cennio 2007-2002: come su<br />

<strong>di</strong>mostrato viene fatta un’atten<strong>di</strong>bile ipotesi <strong>di</strong> 70 nuovi nuclei familiari.<br />

E’ a tale esigenza che il Pug si propone <strong>di</strong> dare risposta attraverso la<br />

previsione <strong>di</strong> una zona per e<strong>di</strong>lizia economica e popolare e/o convenzionata e<br />

un ulteriore piccolo comparto <strong>di</strong> espansione - Comparto A -:<br />

Comparto A mq. 8.800 Ift = 0.84 mc/mq mc. 7.392<br />

Comparto PEEP mq.19.480 Ift = 0.84 mc/mq mc. 16.363<br />

68<br />

Totale mc. 23.755


abitazioni.<br />

cioè circa il volume necessario alla realizzazione delle ipotizzate 70<br />

Le zone a standard per tali comparti, pari a 18 mq/ab, sono così<br />

in<strong>di</strong>cativamente definite, salva <strong>di</strong>versa determinazione del Consiglio<br />

Comunale in fase attuativa:<br />

Comparto A mq. 1.638 – Scuola dell’obbligo<br />

Comparto PEEP mq. 2.952 – Parcheggi e verde pubblico attrezzato<br />

La localizzazione del Comparto A è finalizzata a completare un contesto<br />

residenziale, sito a ridosso della parte antica del paese, che con l’attuazione<br />

del Comparto 2 risulta completamente definito e ne suggerisce una razionale<br />

e compiuta viabilità.<br />

Analogamente a poca <strong>di</strong>stanza risulta allocato il comparto per e<strong>di</strong>lizia<br />

economica e popolare, anch’esso perfettamente inserito in un contesto<br />

urbanisticamente definito e finalizzato anche qui ad un completamento degli<br />

assi stradali con apertura <strong>di</strong> tronchi ciechi (ad es. prolungamento <strong>di</strong> via Piave,<br />

che collega via Roma a via per Martano).<br />

In a<strong>di</strong>acenza a via Crocefisso, nella zona nord dell’abitato, è stato localizzato<br />

un comparto <strong>di</strong> espansione e<strong>di</strong>lizia esclusivamente finalizzato a residenze per<br />

studenti universitari.<br />

E’ stato su chiarito quali sono le finalità <strong>di</strong> tale scelta; nella previsione <strong>di</strong><br />

sviluppo <strong>di</strong> un piccolo centro come <strong>Caprarica</strong> si è ipotizzata la possibilità che,<br />

considerando il rapporto <strong>di</strong> vicinanza e la facilità <strong>di</strong> comunicazione con <strong>Lecce</strong><br />

ed in particolare con Cavallino, sede universitaria, si possa offrire agli studenti<br />

l’opportunità <strong>di</strong> residenze a basso costo (rispetto a <strong>Lecce</strong> e alla stessa<br />

Cavallino), in un contesto tranquillo e <strong>di</strong> facile ed imme<strong>di</strong>ata socializzazione.<br />

Di converso la presenza degli studenti potrebbe contribuire a migliorare<br />

l’economia locale ed essere da traino a migliorare l’economia <strong>di</strong> <strong>Caprarica</strong><br />

poiché il processo <strong>di</strong> inserimento degli studenti all’interno del tessuto citta<strong>di</strong>no<br />

potrà dare linfa alle <strong>di</strong>namiche culturali, sociali e <strong>di</strong> sviluppo dell’indotto<br />

richiesto dalla loro presenza.<br />

69


La posizione del comparto infine, attualmente <strong>di</strong> modeste <strong>di</strong>mensioni,<br />

consente un suo facile ampliamento nell’ipotesi che tale destinazione possa<br />

avere successo.<br />

9.2 Descrizione degli inse<strong>di</strong>amenti produttivi<br />

9.2.1 Zone artigianali e commerciali<br />

Al punto 6.5 sono state descritte le attività produttive e l’andamento dei<br />

trend occupazionali.<br />

La tabella 17 raccoglie i dati <strong>di</strong> riferimento con i quali sono in<strong>di</strong>viduate<br />

le variazioni nei decenni 1981-1991 e 1991-2001 degli addetti nei vari rami <strong>di</strong><br />

attività.<br />

Il PUG, oltre ad aver esaminato gli elementi più significativi della realtà<br />

produttiva, facendo riferimento ai dati Istat secondo i modelli della delibera <strong>di</strong><br />

G.R. 6320/89, prende atto delle aree per attività produttive già pianificate dal<br />

comune.<br />

Infatti dopo l’approvazione del Piano per Inse<strong>di</strong>amenti Produttivi, come<br />

previsto nel PRG, il Comune ha approvato un bando, con delibera n. 120 del<br />

21.10.3003, per assegnazione lotti; alla stessa hanno fatto riscontro ben 42<br />

richieste a fronte <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> aree <strong>di</strong>sponibili pari a circa il 50% del<br />

fabbisogno.<br />

Per sod<strong>di</strong>sfare tale richieste, una volta che è stata data concreta<br />

attuazione al PIP, l’Amm.ne Com.le ha in avanzata fase <strong>di</strong> approvazione una<br />

variante secondo le procedure accelerate previste dall’art. 2 del D.P.R.<br />

447/98; il relativo D.P.P. è stato adottato con Delibera <strong>di</strong> C.C. n. 33 del<br />

20.11.2006 e dopo le Conferenze <strong>di</strong> Servizi tenutesi il 29.05.2007, il<br />

31.07.2007 ed il 18.09.2007, il progetto definitivo è stato adottato il<br />

27.09.2007 con delibera <strong>di</strong> C.C. n. 68 del 25.09.07.<br />

Il PUG fa propria la pianificazione in atto da parte dell’Amm.ne poiché<br />

muove dalla necessità <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare <strong>di</strong>mostrate esigenze da parte degli<br />

operatori.<br />

70


L’ampliamento della zona D2 consente un comodo accesso alla stessa<br />

solo dalla tangenziale evitando qualsivoglia interferenza con il contesto<br />

urbano e costituisce, insieme alla zona D2 esistente un polo produttivo che<br />

permette l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> attività rumorose e/o comunque non idonee ad<br />

essere a<strong>di</strong>acenti a zone residenziali.<br />

La localizzazione dell’intera zona D2 risulta ottimale per fumi, rumori,<br />

etc., anche se non sappiamo quanto voluta, poiché è sita a sud-est; questo in<br />

riferimento ai venti prevalenti che, nella nostra regione, sono notoriamente<br />

quelli provenienti dai quadranti settentrionali.<br />

La zona artigianale (per artigianato <strong>di</strong> servizio) e commerciale <strong>di</strong> via<br />

Manara insieme alle previsione del PUG della a<strong>di</strong>acente zona turistico-<br />

albeghiera costituisce il polo produttivo in posizione contrapposta rispetto al<br />

precedente, cioè sito a nord-ovest, anch’esso con accesso <strong>di</strong>retto dalla<br />

prevista tangenziale che collega la S.P. <strong>Lecce</strong>-Otranto con la S.P. <strong>Caprarica</strong>-<br />

Galugnano.<br />

Tale polo risulta in continuità con l’abitato trattandosi <strong>di</strong> attività<br />

produttive compatibili con la residenza.<br />

Rispetto al PRG sono state ridefinite le aree già tipizzate D3 - aree<br />

destinate a zona commerciale, per attività terziarie e <strong>di</strong>rezionali - e D4 aree<br />

destinate alla promozione e la commercializzazione dei prodotti artigianali - in<br />

quanto le relative destinazioni sono state ricomprese nelle aree produttive e/o<br />

nelle zone residenziali.<br />

9.2.2 Zona alberghiera<br />

Nel paragrafo 6.5 sono state esplicitate le motivazioni per le quali<br />

l’Amm.ne Com.le ritiene <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare il potenziale sviluppo della propria<br />

comunità anche verso il settore turistico.<br />

In sintesi ritiene <strong>di</strong> poter valorizzare:<br />

- la propria posizione geografica, pressocchè equi<strong>di</strong>stante dal mare e dal<br />

comune capoluogo ed a breve <strong>di</strong>stanza dagli stessi;<br />

71


- le caratteristiche <strong>di</strong> piccolo centro che può offrire con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ospitalità<br />

in cui la familiarità e la facilità <strong>di</strong> socializzazione possono essere elementi <strong>di</strong><br />

forte attrattività per il turista;<br />

- la tra<strong>di</strong>zione enogastronomica in cui l’olio rappresenta l’asse portante;<br />

- l’inserimento nel PTCP negli itinerari provinciali <strong>di</strong> interesse turistico.<br />

Il PUG propone una risposta articolata a tale in<strong>di</strong>rizzo dell’Amm.ne<br />

proponendo:<br />

- la possibilità <strong>di</strong> realizzare una sorta <strong>di</strong> “albergo <strong>di</strong>ffuso” nella parte antica<br />

del paese;<br />

- la possibilità <strong>di</strong> utilizzare per agriturismo gli antichi e<strong>di</strong>fici presenti<br />

nell’agro;<br />

- un’area per inse<strong>di</strong>amenti turistico-alberghieri, a<strong>di</strong>acente all’abitato.<br />

Il <strong>di</strong>mensionamento <strong>di</strong> tale area, <strong>di</strong> circa 4 ha, non può essere<br />

funzionale ad alcun dato riferito all’economia locale, ma trova giustificazione<br />

nei dati provinciali che segnalano, anche in controtendenza rispetto agli<br />

andamenti nazionali e/o regionali, un costante aumento dei flussi turistici per il<br />

Salento.<br />

La realizzazione <strong>di</strong> tale area è consentita con concessione <strong>di</strong>retta per<br />

lotti superiori a 5.000 mq. con urbanizzazioni primarie e secondarie a carico<br />

dei concessionari, in quanto tale <strong>di</strong>mensione consente la cessione <strong>di</strong> un’area<br />

significativa al comune per opere <strong>di</strong> urbanizzazione secondaria ( min 500 mq.)<br />

ed interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione tale da giustificare i relativi costi.<br />

L’Ift è contenuto nella contenuta misura stabilita per le zone <strong>di</strong> espansione,<br />

peraltro già fissato dal vigente PRG, per conservare un contesto urbanizzato<br />

conforme all’esistente e non alterare in<strong>di</strong>ci planovolumetrici con i quali si<br />

consolidato l’e<strong>di</strong>ficato.<br />

9.3 Attività produttive primarie – Il paesaggio agricolo<br />

Il territorio agricolo è la parte dell’agro non urbanizzata.<br />

Gli inse<strong>di</strong>amenti ricadenti in tali zone sono finalizzati all'uso prevalentemente<br />

agricolo e/o zootecnico delle stesse.<br />

72


Gli inse<strong>di</strong>amenti antichi esistenti in zona E, in quanto testimonianza<br />

dell'evoluzione temporale del sistema <strong>di</strong> produzione agricola e dei sistemi<br />

inse<strong>di</strong>ativi connessi, fanno parte integrante del patrimonio storico-e<strong>di</strong>lizio<br />

esistente e, come tali, sono oggetto <strong>di</strong> tutela.<br />

La relazione geologica, insieme alle rappresentazioni tematiche del PUTT,<br />

con particolare riferimento alla geomorfologia, hanno consentito <strong>di</strong> “leggere” il<br />

grado <strong>di</strong> sensibilità delle varie parti del territorio e dettare norme <strong>di</strong> tutela che<br />

ne preservino l’integrità; si tratta <strong>di</strong> conservare le componenti del paesaggio,<br />

della naturalità dei luoghi, i tratti salienti <strong>di</strong> un sistema geomorfologico e <strong>di</strong><br />

beni storico-culturali che, come ci sono pervenuti, vanno tramandati.<br />

L’intero territorio non urbanizzato è stato classificato in 3 tipologie E1, E2 ed<br />

E3.<br />

La E1 evidenzia caratteri <strong>di</strong> normale sensibilità quin<strong>di</strong> il piano consente,<br />

nell’ambito della <strong>di</strong>sciplina dettata dall’art. 51 della L.R. 56/80, interventi <strong>di</strong><br />

e<strong>di</strong>ficazione inerenti l’attività primaria, attività agrituristica, gli impianti agro-<br />

alimentari.<br />

E’ stabilito un lotto minimo <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong> 5.000 mq. e la possibilità <strong>di</strong><br />

accorpamento <strong>di</strong> aree agricole non confinanti finalizzato allo sviluppo <strong>di</strong><br />

aziende agricole.<br />

La E2 comprende le aree del territorio agricolo <strong>di</strong> interesse ambientale,<br />

caratterizzate dalla presenza <strong>di</strong> bosco, del carrubo o da prevalente<br />

produzione orticola tra<strong>di</strong>zionale (giar<strong>di</strong>ni) che si intende salvaguardare ed in<br />

cui non sono consentiti interventi e<strong>di</strong>lizi.<br />

La zona E3, zona agricola <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a e <strong>di</strong> interesse ambientale<br />

destinata al rimboschimento, comprende le aree del territorio agricolo<br />

situate lungo il pen<strong>di</strong>o del rilievo detto "serra" e interessate da iniziative<br />

finalizzate alla creazione <strong>di</strong> nuove aree boscate.<br />

Gli interventi e<strong>di</strong>lizi sono consentiti con ridotto in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> fabbricabilità<br />

fon<strong>di</strong>aria (0.01 mc/mq) solo per manufatti strettamenti necessari alla<br />

conduzione e alla sicurezza delle aree boscate.<br />

73


Il PUG legge il territorio agricolo prendendo atto della sua prevalente<br />

vocazione alla coltura dell’ulivo ed in minor ridotta <strong>di</strong> ortaggi e sottopone a<br />

tutela le parti più sensibili sposando gli in<strong>di</strong>rizzi amministrativi ormai<br />

consolidatisi negli anni circa la volontà <strong>di</strong> riforestazione del versante della<br />

“serra” che guarda <strong>Caprarica</strong>.<br />

9.4 Gli standard – urbanizzazioni secondarie<br />

Come già evidenziato al paragrafo 5.3 l’attuale dotazione <strong>di</strong> superfici a<br />

standard è la seguente:<br />

attrezzature scolastiche 3.64 mq./ab.<br />

spazi pubblici attrezzati e per lo sport 10.08 mq./ab.<br />

parcheggi 3.40 mq./ab.<br />

attrezzature civili e religiose 2.16 mq./ab.<br />

sommano 19.27 mq./ab.<br />

La situazione rientra nei minimi <strong>di</strong> legge salvo che per le attrezzature<br />

scolastiche (scuola dell’obbligo) in cui si registra un modesto deficit.<br />

Tale deficit viene superato con le superfici a servizi previste nei nuovi<br />

comparti secondo lo schema sotto riportato che consentirà la seguente<br />

dotazione:<br />

attrezzature scolastiche 4.22 mq./ab.<br />

spazi pubblici attrezzati e per lo sport 16.87 mq./ab.<br />

parcheggi 4.99 mq./ab.<br />

attrezzature civili e religiose 2.82 mq./ab.<br />

sommano 28.90 mq./ab.<br />

74


75<br />

Fig. 22<br />

L’accuratezza posta nel censimento delle superfici a servizi e la loro<br />

puntuale verifica è funzionale alla volontà <strong>di</strong> dotare <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> degli<br />

spazi necessari a esaltarne la vivibilità, a farne un comune con infrastrutture<br />

adeguate ai tempi e con un livello abitativo consono alle esigenze della<br />

modernità ed al prefigurato modello <strong>di</strong> sviluppo.<br />

Sotto l’aspetto quantitativo il comune risulta infatti ben dotato <strong>di</strong><br />

superfici a servizi; qualitativamente le relative quantità risultano ben ripartite.<br />

Il PUG, in relazione agli standard relativi ai nuovi comparti, fornisce<br />

in<strong>di</strong>cazioni, che saranno in ogni caso oggetto <strong>di</strong> verifica da parte del Consiglio<br />

comunale all’atto della loro attuazione, finalizzate ad implementare i<br />

parcheggi, ad un eventuale plesso <strong>di</strong> scuola dell’obbligo, e a spazio pubblico<br />

attrezzato.<br />

Circa le attrezzature civili sarebbe importante che il comune si dotasse<br />

<strong>di</strong> una biblioteca-emeroteca-videoteca cioè <strong>di</strong> uno spazio pubblico da far<br />

gestire a gruppi giovanili <strong>di</strong> volontariato legati alle scuole e/o da anziani per


garantire uno spazio <strong>di</strong> socializzazione, <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento culturale, <strong>di</strong><br />

comunione tra generazioni.<br />

9.5 Attrezzature ed impianti <strong>di</strong> interesse generale – Zone F<br />

Premesso che <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> non ospita attrezzature ospedaliere,<br />

ne attrezzature scolastiche per l’istruzione superiore l’attenzione è stata<br />

rivolta a dotare il comune <strong>di</strong> adeguate strutture <strong>di</strong> spazi ver<strong>di</strong> per il relax, la<br />

ricreazione e lo sport.<br />

Sono così state implementate le strutture sportive esistenti con aree<br />

che possano essere realizzate con il concorso dei privati per dotare<br />

<strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecce</strong> <strong>di</strong> sufficiente strutture in un settore, quello della cura della<br />

persona attraverso al pratica sportiva, in forte espansione.<br />

76<br />

Fig. 23<br />

La recente approvazione da parte della Regione Puglia <strong>di</strong> una variante<br />

per la realizzazione <strong>di</strong> un complesso socio-sanitario per anziani e <strong>di</strong>sabili, su<br />

proposta <strong>di</strong> privati, doterà <strong>Caprarica</strong> <strong>di</strong> una struttura a carattere


comprensoriale che ben si inquadra in un contesto provinciale rivolto a dare<br />

risposte ai bisogni <strong>di</strong> una popolazione la cui aspettativa <strong>di</strong> vita continua a<br />

crescere ed in cui, <strong>di</strong> pari passo, anche i <strong>di</strong>sabili, specie <strong>di</strong> età avanzata,<br />

continuano ad aumentare.<br />

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