Untitled - Vesuvioweb
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TRE<br />
PASSEGGIATE AL VESUVIO<br />
HE' DP 3 E 21 GIUGNO E 27 SETTEMBRE 1858<br />
OVVERO<br />
ossenazioni sulla eruzione vesuyiana<br />
del detto anno e sulla influenza sua<br />
yerso gli esseri organ izzal i<br />
PEL DOTIORE<br />
GIUSEPPE MARIA CARUSI<br />
ED1ZIONE SECONDA<br />
CORRETJA DAI.L'AUTORE, ED ACCRESCICTA BELLA STORIA DBLLA ERPZIONB<br />
VESUYIANA DAL 1855 A XCTXO SETTEMBRE DEL 1858<br />
IN NAPOLI<br />
DALLA STAMPERIA DEL VAGLIO<br />
1858<br />
Mugghia il Vesuvio, c col suo mugghio svela<br />
Arcaai di natura a chi gl* intcnde.<br />
THE GETTY RESEARCH INSTITUTE LIBRARY<br />
Halsted VanderPoel Campanian Collection
c<br />
THE GETTY RESEARCH<br />
INSTITUTE LIBRARY
INDICE<br />
DELLE MATERIE CONTENDTE IN QUESTA MEMORIA<br />
Prefazione<br />
OggettodelF opera a ivi<br />
Storiadellaeruzionevesuviana del 1855. . . a 4<br />
del 1856. li<br />
del 1857. . . 13<br />
dell858. . . 17<br />
Fenomeni meteorici dipendenti da cotale eruzione. 22<br />
CAPO I . Prime passeggiata o 25<br />
Descrizione della lava vesuviana e de' fenomeni che offriva<br />
nella notte del 3 a 4 giugno 1858 m<br />
CAPO II. Minerali a 30<br />
Descrizione di essi t ivi<br />
CAPO III. Vegetabili 32<br />
Considerazione suirazione vesuviana verso i vegetabili. ivi<br />
Generazione di nuove piante e presso al Vesuvio ed in ri-<br />
mote contrade dopo i grandi incendii di tal vulcano. 33<br />
Influenze vesuviane sull' oidium Tuckeri . . 34<br />
Considerazioni suH'origine e natura foll'oidium Tuckeri. 36<br />
Si cerca sapere, se il calorico, gli acidi, o il fumo, svolti<br />
dalla lava vesuviana , apportavano giovamento<br />
all' oidium<br />
Tuckeri 38<br />
Fuoco . . ivi<br />
Acidi . . . o 39<br />
Fumo . . . 40<br />
proficuo e piu economico del solfo contro a cotal ....., criptogama<br />
42<br />
II fumo giova all'oidio, e per6 si propone come rirnedio piu<br />
1
t<br />
IV<br />
CAPO IV. Insetti<br />
IN DICE<br />
....... Storia del concorso d' insetti su di alcuni furaajuoli vesu-<br />
43<br />
viani ivi<br />
Osservazioni su tal concorso d' nsetti , e se ne cerca la<br />
cagione<br />
CAPO V. Considerazioni sulle attrazioni elettriche , . 47<br />
Attrazioni elettriche di animali verso altri animali. ivi<br />
Attrazione de'corpi idioelettrici verso gli animali . 52<br />
Influenza della elettricitaalmosfericasiigli animali e su'cor-<br />
pi rudi 53<br />
Sviluppo<br />
del fluido elettrico dalla combustione . 55<br />
CAPO VI. Applicazione delle precedenti dottrine . a 57<br />
Si da la spiegazione<br />
l.del sollevamento della lava vesuviana, controle leg-<br />
gi di gravita, verso i tronchi degli alberi . ivi<br />
2. del concorso degl' insetti su'fumajuoli vesuviani. 58<br />
3. della generazione di nuove piante ne'luoghi de* vasti<br />
incendii ....... 62<br />
CAPO VII. ConcMusione 63<br />
APPENDICE, Descrizione del Real Osservatorio mtfeorologico vesu-<br />
viano 65<br />
45
PREFAZIONE<br />
Rilegger giova di natura il libro.<br />
II Vesuvio e fonte inesausta , anzi ricrescente , d' imponderabilf,<br />
che agiscono da presso e di lontaoo su lulto, massime sugli esseri<br />
organizzati. I fatti , cbe additano cotale azione su questi ullimf,<br />
son costanti, continui ; e pure sommi naturalist!, chepoteano fame<br />
utili applicazioni, mentre li vedeano etoccavano con raano, li la-<br />
sciavaoo sfuggire. II che di quanto danno e stato per la umanita e<br />
per la scienza , ognuno da per<br />
se lo intende. Frattanto i fisici ia<br />
tutte parti del mondo indvilito , merce peculiar! congegni, destano,<br />
anzi, direi, creano, a lor talento, e calorico e luce e fluid! elettrico<br />
e magnetico, e li applicano a svariati bisogni scientiflci, sopraltutto<br />
fisiologici e medici. E perche apprezzare solo i vantaggi , che som-<br />
ministrano tali imponderabili , svolti da congegni fatti dall' uomo,e<br />
trascurar quelli, die sorgono dall' apparecchio uscito dalle mani del-<br />
I'ETERNO, che forse sarebbero piii proficui ?Di siffatti corpi incoer-<br />
cibili, ch'io direi artificial!, molte qualita son ben conte ed applicate;<br />
e quantealtre, e forse piii utili, non ne offrirebbero i naturalise ve-<br />
nissero argutamente sludiati presso alia loro sorgente? Imperocche
2 PrEFAZIONE<br />
generalmente si conosce che I' aria vesuvfana ad alcuni vegelabili<br />
ed animali e proficua, ad altri e nociva, ma io che modo giova-<br />
tiva o micidiale s'ignora ; poicM non si sa di quali e quanti impon-<br />
derabili essa 6 gravida, a quali fasi quelii vanno soggetti, e come o-<br />
perano su gli esseri organizzati. I geologi ed i fisici, che grandemente<br />
onorano questa terra, hanno raccolti immensi material! in<br />
falto di minerali e meteore vesuviane, che di molto arricchiscono<br />
la scienza; e per6 oramai a'fisiologi converrebbe innalzar con sif-<br />
fatti material! quel grande edificio, onde derivi 1'utile, cui I'urna-<br />
nita anela. Quindi uopo sarebbe d'intraprendere una serie non in-<br />
terrotta di osservazioni e di sperimenti circa il modo di agire<br />
de'fluidi indicati su'vegetabili e su gli animali si neilo stato sano<br />
come morboso, ed indagar fino a che grado la vita degli uni e degli<br />
altri sotto quelle influenze possa prosperare od annichilirsi. Cotali<br />
investigazioni sarebbero sommamenteiraportanti, perche darebbero<br />
la spiegazione a tanti fenomeni , che sinora sono problematic!' , ed<br />
offrono una dolorosa lacuna alia scienza. In tal carriera s' incontrano<br />
molti ostacoli , e vero , ma non sempre insormontabili , che colla<br />
pazienza e col forte volere, purche e (attibile all' uomo , tutto si<br />
vinee. E per6, animate da questa fiducia , mi spinsi in cotali ricer-<br />
che, la cui merce, m' ingegnai di risolvere quatlro problemi di taJ<br />
natura; val quanto dire: 1. perche sigenerano nuove piante nel luo-<br />
go de* vasli incendii ? 2. perche concorrono gV insetli su qualche fu-<br />
majuolo vesuviano? 3. perche sollevasi la lava vesuviana, conlro \c,<br />
leggidi gravita, verso i Ironchi degli alberi ? (4. perche guariscono le<br />
vili infelte d'oidium Tuckeri solto le influenze vesuvianet E la pre~<br />
sente Memoria versa sulla soluzione di questi quattro problemi. Ma,<br />
se in ci6 ho raggiunto lo scopo, 1' ignore; 1'ho tentato. E per6 invito<br />
i dotti naturalist! a ripetere tali indagini, affinche eglino , dotati<br />
d'alli lumi, avessero indulgenza a'miei difetti, e, faceudo novelle<br />
scoverte , ripianassero la discorsa lacuna , qual richieJe I' umanita<br />
e la scienza; e cosi eglino aggiungeranno queila meta die a me<br />
non e riuscito di poter toccare.
PREFAZIONB O<br />
Intanto, per schiarimento di ci6 che in prosieguo mi far6 a svilup-<br />
pare, non sara superfluo dar qui in succinto al lettore la Storia dello<br />
eruzioni vesuviane dal 1835 fin oggi 27 settembre 1858. Lo prego<br />
per6, se egli fosse vago di meglio versarsi in tal materia.di svolge-<br />
re i libri de'ch. professori Guarini , Palmieri , Scacchi (1), e Gui-<br />
scardi (2), che doltaraente e di proposito di ci6 sonosi occupati.<br />
1 primi trein commessioue, nomiaata dall'Accademia delle Scien-<br />
ze, scrissero la Memoria sull'incendio vesuviano del 1855, e il Gui-<br />
scardi continu6 tal lavoro , cominciando dove quelli aveano termi-<br />
nate, e flnl a' 2 di gennajo del 1858. Da tal dl fin oggi ne proseguo<br />
10 la narrazione. Dichiaro intanto che in tutta siffatta istoria, perche<br />
era impossibile in ogni istante e luogo trovarmi io presente alle sva-<br />
riate ed ammirabili scene vesuviane, ho consullate le indicate dotte<br />
Opere,<br />
e mi son valuto delle notizie circostanziate delle veridiche<br />
guide vesuviane. E per6 in appresso sovente a tempo e luogo<br />
ter6, ed a chi e dovuto far6 meritevol lode. Quindi<br />
zioni di loro unendo le mie vengo all'assunto.<br />
li ci-<br />
alle osserva-<br />
Chiunque visila di frequente la vetta del Vesuvio, la ritrova d' or-<br />
dinario di forma nuova e sempre dissimile, perche<br />
i crateri di tal<br />
vulcano vanno di continuo soggetli a metamorfosi merce le lente<br />
eruzioni , che svolgonsi nel loro grembo. Tali eruzioni fan si che<br />
quelli si slruggano a vicenda , e sempre o quasi sempre avviene<br />
che uno sorga a discapilo degli altri , poiche li colma , guasta, an-<br />
nulla , e solo grandcggia su tutti , pari all' astro maggiore, che,<br />
quando appare , rende languide e disgombra le minute stelle. Di<br />
fatti nel dl 19 dicembre del 1855 tra' due minori crateri , austra-<br />
le e boreale , del 1850 nacque il gran cratere, che rose e distrusse<br />
11 tramezzo che li dividea ; talche gli avvanzi de' sepimenti tra<br />
gli uni e 1'altro rassembravano un V, congiunto da una partealla<br />
punta di Pompei, dall'altra alle pareti de'suddetti crateri. Le la-<br />
(1) Mtmoria sitllo Incendio Vesuviano del 1855.<br />
(2) Notizie del Vesufio ne'volumi I, 2, 3 e 4 del Giornale il Giamt. Vlco.
4 PBEFAZIONE<br />
ve, che sgorgarono nel teste mentovalo gran cratere e nell' au-<br />
strale suddetto , colmarono ed agguagliarono entrambi ad un<br />
confine. E, di rimando, le lave di tutti due versandosi nell' indicate<br />
cratere boreale, sempre inattivo, lo empirono, ne superanmo ogni<br />
barriera , e fluirono nel cratere del 1855. Cosi 1' uno struggendo<br />
1'altro danno 1'idea del tempo, in cui, al dir del Venosino, trudilur<br />
dies die. Or siccome siffatte metamorfosi son prodotte da eruzioni ,<br />
cosl e duopo daroe la breve storia per quest' ultimo periodo di 45<br />
tnesi.<br />
1855) Sul Vesuvio nel dl 14 dicembre 1854 apparvero<br />
tali feno-<br />
meni, che posson dksi precursori dell'eruzione del 1855. Di vero<br />
verso le otto di sera del suddetto di sul gran COHO, presso la punta del<br />
Palo, il suolo sprofondossi , e si aprl una voragine quasi circolare<br />
del diametro visivo di circa 80 metri : nel fondo d'essa le materie<br />
ignite brillavan di nolle ; e ne'suoi orli si schiusero diverse fendi-<br />
ture(l). In siffatto avvenimento manc6 1'acqua ne' pozzi<br />
di Re-<br />
sina ; ma esplosioni, straordinario fumo , ed altri fenomeni soliti<br />
ad avverarsi in simili rincontri non sursero in campo. Cosl il vul-<br />
cano si conlinu6 fino al 1 maggio 1855 : in tal dl cangi6 di re-<br />
pente scena ; arse nel suo, grembo ; e mugghio piii Gate , e '1<br />
mugghio , rompendo il silenzio della notte , rintrono in Resina<br />
e ne' dintorni. Allora in fondo alia suddetta voragine si vide-<br />
ro ribollire le materie fuse , apparve in copia il fumo , avve-<br />
raronsi esplosioni lievi, ma valevoli a scagliar fuori del crate-<br />
re brani di lava , che rotolavan poi sul pendio del monte. Questo<br />
si scosse, e squarci6 in piu punti il suo fianco occidentale , don-<br />
de eruttava fumo. Tali fenomeni si tacquero per poco , poiehe<br />
tutto a un tratto in cotal fianco a tre quarti di altezza del cono<br />
schiusesi novella bocca , la quale sgorgo turbini impetuosi di fumo<br />
e liquido acceso ,<br />
ma silenzioso. Quest' ultimo costeggio e coperse<br />
(1) GUISCARDI al Prof. ScACCHl , Lettera del S gennajo 18^5, accoropagnata da<br />
una tavola bene espressa.
in gran partite lave del 1847 , giunse quasi al piano delf Atrio del<br />
Gavallo, ove soffermossi : si serb6 vivido fino a sera , ed alhnentato<br />
ognor piu dalla sua sorgente si divise in rami. Schiusa la prima ,<br />
s'aprirono altre bocche piii giuso ed alia stessa direzione. Esse per6<br />
spalancaroosi fragorosamente, e vibrarono fumo e sassi, ed eruppero<br />
gran torrente infocate , che travolgea frantumi di vecchie scorie ,<br />
lapilli e sabbia ivi esistenti, e poi preeipito giu nell'Atrio del Cavallo.<br />
Quivi pur si vers6 la lava, che scaturl dagli screpoli surti al lato oc-<br />
(identule , e frammischiossi ali'altra del lato opposto. In ciascuna<br />
apertura ergevasi un cono , merc6 i frantumi di lava sospinti dal-<br />
I'eruzioni ed ivi caduti ed aecuroulati. 1 coni superrori raggruppati<br />
a petto degli altri eruppero piii sassi , e ripetevano lo sprazzo a lie-<br />
vissimi intervalli; i projetti con piu veemenza scagliatt impiegava-<br />
no cinque minuti a cadere; e per6 giugnevano all'altezza appros-<br />
siraativa di centoventi metri. H gruppo poi de' coni inferior! esplo-<br />
deva piii fragorosameute , ma i projetti erano lanciati a meno al-<br />
tezza du'primi. Inoltre la lava che ne usciva , qual fiamma briltava,<br />
e, giunta nell' Atrio del Gavallo, per curva via si diresse verso i<br />
bafai di Somma , ed incenerendo gli alberi che scontrava, verso le<br />
selte di sera si butlo uel Fosso della Vetrana e da questo in quello<br />
di Faraone. Quivi tutto e sepolto- ed ha cangiato aspetto ; iraperoc-<br />
che la lava del 1785 e il masso di Leudtofiro , che ivi scendeva a<br />
picco , sono scomparsi. La lava intanlo contmu6 il suo viaggio or<br />
piu Of mno lentamente sino a sera del 5 di tal mese , e nella<br />
sussecutiva notte sofifermossi presso Sansebastiano e Massa di Som-<br />
ma. Nel mattino del di 6 I'iDcendio si raccese piu forte e violen-<br />
to , e verso gran lava ne'Fossi della Vetrana e di Faraone, ma si<br />
mostrava sempre piu crescente , infocata , e scorrevole ; talche la<br />
indurila del di innanli , liquefatta di nuovo , riprese il suo carumi-<br />
no ; laonde nel di 7 involse il ponte ed alcur>e case de' villaggi<br />
di Massa e Sansebastiano, es'immise neH'alveo artiOciale per le<br />
acque, che scendono dal Fosso di Faraone. Quivi traripato, pro-<br />
grediva, e nel di 8 invase parte del Camposanto,<br />
e nel dl 11 si ar-
est6 a mezzo miglio lontano da Cercola. AHro torreote serge-<br />
va verso le otto di mattino del dl 9 ; da esso emanava si denso fu-<br />
roo che so ne eeclissava il sole; talche quest'astro maggiore poleasi<br />
ben Dsare : siftatlo torrente divert! dagli altri , e si diresse ad<br />
Apicella. Esso sulle prime era rapido, poscia rallent6 il corso, ma<br />
verso sera del giorno 10 racquist6 vigore , e nel di seguente si<br />
volse a Sangiorgio a Cremano ;<br />
scorse celere anzi che no ne'giorni<br />
susseculivi , e nel dl 16 fe sosta presso la Cappella di Nocerino.<br />
Siffatto ramo e lungo un miglio e tre quarli , ed e poco piu 1'al-<br />
tro diretto a Cercola.<br />
Per ventisette giorni le materie fuse continuarono a sgorgare<br />
dall' aperture del lato boreale del gran couo. Esse ptT6 nou sempre<br />
vedevansi di lontano, perche ora , involte di fumo, percorrevano<br />
angusti letti, ed ora iofiltravansi per sotto le scorie e lave indurite.<br />
Due rami per6 che eruppero nel dl 7 richiamano J'attenzione;<br />
laoude e duopo fame peculiar motto. L'uno sgorg6 dal gruppo<br />
de' coni inferior], e nella sua foga fe dileguare due altri coni sotto-<br />
stanti, non separossi dalle lave nell' Atrio del Gavallo, e s'impetri<br />
presentando una superflcie scura , tortuosa, e bizzarramente ber-<br />
noccoluta. L'altro torrente surse da'coni superiori, giunse nel sot-<br />
toposto piano, e si diresse su le lave del 1850. Dal mentuvato gior-<br />
no in poi, nebbia, fumo, lave e coni caduchi e rinascenti facevano<br />
di continuo cambiare aspelto al Vesuvio. Del pari nel Fosso della<br />
Vetrana le metamorfosi erano straordinarie ed istantanee. Di fatti<br />
crepature , crollameuli di scorie , rivi e Cumi di fuoco , ras-<br />
solamento e liquefazione di lave si succedevano con tale rapidita<br />
che e impossibile descriverli. Notevole e per6 che le lave nel Fus-<br />
so della Vetrana erano involte di scorie arsicce e scricchiolan-<br />
ti fino al di 17 ; ma da questo al giorno 19 portavano a galla mol-<br />
tissime pietre di grossa mole, tondeggianti e nericce. Esse , prive<br />
di scorie, non cigolavano come le precedent!. Intanto il torr^nte<br />
crebbe di volume, progredi, raggiunse le lave del 1785, leinvolse<br />
in gran paite, e seppelli gli ulliiui ruderi della Cappella della Ve-
trana (1). Dal di 19 in poi altre lave sursero, e quali fermaronsi<br />
Del ripetuto Fosso, e quali si avanzarono, come gia dissi, in due<br />
rami, 1'uno verso Cercola, 1'altro verso Sangiorgio a Cremano.<br />
6 notevolissimo che in tale eruzione furonoin ciascun giorno due<br />
incremeuti periodic! costanti, 1'uno mattutino, I'ultro vespertino, col-<br />
1'intervailo di circa dodici ore, e col ritardo di qualche ora al gior-<br />
no. Questo fenomeno ha grande analogia con 1* interno movimenlo<br />
periodico del nostro pianeta, paragouabile alle maree; il che puo<br />
dare qualche ragione de'tremuoti. Simiglianti incrementi periodic!<br />
si avverarono nella eruzione del 1779, come attesta Hamilton (2),<br />
ed in quest' anno 1858 pur si son visti cotali incrementi, almeno<br />
ne' primi giorni, quando la lava era piu copiosa.<br />
Di tal memoranda eruzione sard pur pruficuo dare qui in breve la<br />
storia meteorologica , geologica emineralogica.<br />
Laonde anzi tratto e<br />
succintamente dir6 che all maggio 1855 un fumo si denso involvea<br />
montediSomma eVesuvio, cheapena lasciavanetrasparirel'ardente<br />
lava; questa per6 verso sera apparve in tutta sua grandezza, che<br />
quello si dilegud. A tal fenomeno accoppiossi 1' ecclissi lunare, che<br />
accrebbe solennila ed imponenza alia natura. II magnetismo ter-<br />
restre fu assai patente , poiche nell'apparecchio<br />
di variazione di<br />
Lamont osservossi la procella magnetica precedere di due giorni<br />
1'eruzione in disamina, e 1' accompagn6, ma non con egual ? ivezza,<br />
fino al periodo di sua declinazione. Egualmente la els Itrinla atmo-<br />
sferica fu sensibile , perocche si mostro in genere superiore alia<br />
media del luogo , la quale e di 55 circa ; ne vi manc6 un esempio<br />
di antagonismo eleltrico. La pressione atmosferica avea corrispondenza<br />
colle fasi dell' incendio , che 1'altezza del barometro si man*<br />
tenne sempre al di sotto della media del luogo , la quale e di circa<br />
710.m Del pari la temperalura atmosferiea senll gli effetti di tale<br />
(1) Questa Cappella era dedicala alia VERGINE , e vanlava una urigine aolirliissini<br />
e pero dicevasi Veterana, e poi corrottameute Vetraoa.<br />
(2) Tiamaz.filos. V. 1.<br />
i
8 PKEPAZIONB<br />
incendioressa si elev6, ma la sua elevazione fu varia gecondo la gran-<br />
dezza e la lontananza della eruzione e delle lave. Di quest'ultime la<br />
temperalura appressavasi a' gradi 700, poiche rammolliva, ma non<br />
fondeva i fili di rame , di argento ed anco di ferro (I). Scosse di<br />
tremuoti piii o meno sentile accompagnarono e precedettero sif-<br />
fatta eruzione. Pochissima cenere cadde solo nella notte del 2 a<br />
3 maggio, ed era sensibilmente eleltrica, raa non fu accompagnata<br />
seguita da forti temporal! ; scarso , ma del par! elettrico fu il<br />
fumo ; manc6 il pino, e mancarono le folgori spontanee, che furon<br />
viste guizzare nel fumo di altre eruzioui. De' fumajuoli , quali da-<br />
vano vapore aqueo, e quali per nulla ne offrivano : gli uni distin-<br />
guevansi degli allri , merce il termoigrometro,<br />
la distillazione ed<br />
1 miscugli frigorifici ; soprattutto mostravano la lor natura ne' tem-<br />
pi ntbbiosi od umidi , poiche i primi spandevano denso fumo, ed<br />
i secondi non mutavano aspetto. Ed e notevole che , a dati eguali,<br />
1'acqua caduta su' fumajuoli di diversa altivita, isemispenti fumi-<br />
gavano mollo , mentre i pienamente attivi non accrescevan fumo.<br />
II che poleva dipendere o dalla elevata temperatura , o da una pe-<br />
culiore virtu delle lave incandescent! e fuse di ritenere 1'acqua per<br />
isprigionarla col loro raffreddamento (2). Inoltre alcuni fumajuuli<br />
davano odore di acido solforoso , altri di acido cloroidrico, e tal-<br />
volta d'entrambi. Notisi che 1'acido cloroidrico colla brina o colle<br />
nubi ritornava a raostrarsi su' fumajuoli , ove era scomparso , e<br />
qimi ricomparivano le sublimazioni gialle e bianche, cioe de' clo-<br />
ruri ferrico e sodico. La lemperatura de' fumajuoli attivi. era va-<br />
ria , ed in genere ondeggiava dalla fusione dello zinco a quella<br />
dell' argento. In fine lincendio , di che e parola, successe ad un<br />
aprile freddo e piovoso ; ma non puo dirsi nulla di preciso<br />
, se<br />
questo fatto abbia attinenza con tale conflngrazione. Evvi pero<br />
probabilita che la pioggia vi contribuisca, poiche nel verno,qual ci<br />
(1) Mcmoria fit. sulf incendio vesuv., pag. 78.<br />
(2) Memoria cit, sutt*taccJio ftsut', t pag. 102,
PBEFAZIOMB 9<br />
addita la storia vesuviana , sono state le eruzioni piii numerose e<br />
gugliarde a petto di quelle di altre stagioni , ed esimii scrittori ri-<br />
cordarono che i piii vasti incendii di tal vulcano furon precorsi da<br />
diuturno e dirotto cader di acque.<br />
La lava variava di velocila, merce la sua consistenza e I' inclina-<br />
zione del luogo , onde scendea ; di fatti al 1 maggio 1855 per UQ<br />
pendio di 36 gradi percorreva 121 raetri a minuto (1) , mentre in<br />
egual tempo per allro piano incliuato a 15 gradi<br />
trascorrea meno<br />
della meta dello spazio suddetto. Essa irioltre lungo il dorso del<br />
gran cono vesuviano in ciascun lalo dell'alveo, onde fluiva, si rap-<br />
prese a tavoloui. Questi presentavano la superficie increspa-<br />
ta da profondi e stretti solchi mirabilmente regolari. Le lave poi<br />
impetrite<br />
nell' Atrio del Cavallo o erano invoke di scorie sea-<br />
bre, od offrivano la superficie mammellonare e rugosa , come cin-<br />
te irregolarmente di grosse funi. Altre lave mostravansi rico-<br />
verte di grandi masse ritondate , e queste , rotte , manifestava-<br />
no strati concentrici, compatti,<br />
e tramezzati da altri strati sco-<br />
riacei. In line pur fu vista qualche lava sabbiosa , che nel raf-<br />
freddarsi si divise in minuti frammenti, come di arena. La tessi-<br />
tura e compattezza delle grandi masse di lave era varia per fre-<br />
quenza , forma e grandezza delle interne cellette. Sieno di questa<br />
o di quella natura le lave , che sgorgavano da' crepacci in rispon-<br />
denza tra loro contemporaneamente , offrivano la stessa strutlura;<br />
e pero e a ritenere che partissero da un centro, ed a filoni digitati<br />
s' infiltrassero nelle suddetle fenditure. Da ultimo molte delle disa-<br />
minate lave , dopo lunghi mesi da che eran surte, in piii punti au-<br />
mentarono di temperature, e divennero incandescenti ; il che al<br />
cerlo dipendea o da novelle chimiche combinazioni o da forza di<br />
cristallizzazione o da entrambe. Simil fenomeno fu osservato dal<br />
Serao sulle lave del 1737 , ed egli ad un di presso ne di& la sud-<br />
(i) Memoria cit. , p, 79.
iO PREIMZIONB<br />
delta spiegaziona(l), che e stata ritenuta da'recenti naturalist! (2).<br />
Nelle rocce scontraronsi cristalli di leucite , e sulle lave a pie<br />
del cono si raccolsero projetti di forma quasi sferica.Essi al 1 raag-<br />
gio 1855 furono eruttati, ed offrivano un nocciolo di antica roccia,<br />
ed un involucre di recente lava. Nocciolo ed involucro ora tra loro<br />
distinti da una linea di separazione, ed ora eran confusi insieme. Si-<br />
mili projetti presso al Vesuvio furonpure raccolti daHamilton (3) e<br />
da Breislak (4) nel 1779. Di cotale involucro la faccia interna, che<br />
s'applicava al nucleo, era tubercolosa t nera, splendida, quasi in-<br />
vernicfata, e della natura delle recenti lave , mentre i nuclei reve-<br />
Javano la interna composizione mineralogica del gran cono [vesu-<br />
viano. Essi mostravansi] di svariata natura ; imperoeche alcuni era-<br />
no di lave antiehe contenenti cristalli di augite ,<br />
di leucite e tal-<br />
volta dioliviria; altri offrivano 1'apparenza di lave scoriacee con<br />
cellette tapezzate di minutissimi cristalli bianchi indifinibili , e di<br />
laminucee di mica ; quali eran formate di rooce porfiriche bian-<br />
che composte di leucite e di augite, o di leucite , feldispato vitreo<br />
ed augite; e quali in fine erano di rocce granitoidee cristalline; il<br />
cui impastoorapresentava peridoto bianchiccio con pirossene e mica<br />
a grana fina , ed ora pirossene e mica a grossa grana, ovvero piros-<br />
sene, olivina e mica a grossa grana (5).<br />
Da diversi coni sviluppavasi acido solforoso, e talvolta solforico ,<br />
ed acido cloroidrico ; e notisi che, ove questo abbondava , quello<br />
scemava, e per 1'opposto. L' acido carbonico pur si svolse nelle mo-<br />
fete presso alle falde del vulcano nel finire dell'incendio. II soltb<br />
su' fumojuoli del gran cono e sulle lave tra Sansebastiano e Massa di<br />
Somma continue a deposilarsi anco dopo cessata la eruzione. Esso<br />
era cristallizzato unitamente al gesso ed al sale ammoniaco. JE1 ri-<br />
(1) Istoria delFincendio del Veswio accadulo nel maggwdel 1737, pag. 118 dd-<br />
Tedizione del 1778.<br />
(2) Mem. cit. suit 1<br />
incendio resiie., pag Ii7.<br />
(3) Campi phlegraei, a Paris, i'an septieme, pag. 115.<br />
(4) Voyag, phisiq. et lytholog. dans la Campanie. Paris, 1801, torn. 1, pag. 25&<br />
(5) Mem. cit sull*incendio tcsuc., pag. 156 e seg.
PBEFA7IONB |1<br />
levante che da siffatti fumajuoli non emanavasi acido solforoso n&<br />
idrogene solforato. La tnelaconisa (ossido di rame polveroso )<br />
si rin-<br />
venne tra le materie esalate dalle lave del Fosso della Vetrana. L'o-<br />
Jigisto di svariato aspetto ed abbondevole si mostr6 in diversi luo-<br />
ghi. Per6 nella lava sul pcndio del grande e piii di alcunt piccoli<br />
coni fu raccollo un minerale , credulo oligisto (1). Tal minerale of-<br />
friva crislalli ottaedrici attraversati da laminette , e dalle recenti<br />
analibi di Rammelsberg risulta che e una combinazione di magnesia<br />
e sesquiossido di ferro (2).<br />
De' clortiri di ferro il sesquicloruro fu assai frequente; ad esso<br />
da'geologi attribuivasi il color giallo delle scorie presso a' fumajuoli;<br />
tal colore credevasi dal volgo dipenderedal solfo , ma recenti os-<br />
servaziooi e sperimenti han dimostrato che proviene dall' azione<br />
prolungata dell' acido solforico sulle lave. II protocloruro di manga-<br />
nese e M cloruro di magnesia pur vi si scontrarono; il primo per6<br />
M'drvfisi in picciola quantita in alcune croste saline di color bianche,<br />
formale esclusivamente di cloruri alcalini. II cloruro di sodio fu<br />
frequenlissimo e su' coni e sulle lave : pressoche<br />
fu lo stesso il<br />
cloruro potassico : il cloruro ammooico si rinvenne sulle lave vicino<br />
a Sansebastiano e Mussa di Somma. L' aftalosa { sol fa to di potassa )<br />
si offri in picciola quantity cristallizzata Cnamente e frammista a<br />
cristalli di oligisto. Pur si trov6 nelle scorie de' piccoli coni la piro-<br />
tecnite ( solfato di soda anidro ) e ia mirabilite ( solfato di soda<br />
idrato,), non che 1' epsomite (solfato di magnesia). Scarsa fu la cia-<br />
uosa ( solfato idrato di rame ) , ma piu abbondante la teuorite ( os-<br />
sido di rame) ; e scarso pur fu il gtsso ( solfato di calce idrato )<br />
e la<br />
karslenite (solfato di calce anidro). La cianocroma (solfato di po-<br />
e rame<br />
tassa e rame idrato ) e la picromeride ( solfato di magnesia<br />
idralo), discoverte nelle soluzioni delle croste saline azzurre (3),deb-<br />
bon considerarsi prodolli dcll'arte, anzi che del vulcano. L'allume e<br />
1'allumogene ( solfalo di allumina idrato ) si rinvenne spesso unito<br />
(1) Mtm.fH.sah'ififaiJioetsue.'. p:>g. 1"^ e seg.<br />
(2j Poggendorff' Annal. Bd. ClV.pag.542.<br />
(3) Mem. tit., pag. li.
12 PBEFAZIONB<br />
alia coquimbite ( solfato di sesquiossido di ferro idrato }. La cotuu-<br />
nia ( cloruro di piombo )<br />
si trov6 in abboadanza ,<br />
ma dopo tempo,<br />
neJ 1857, unita alia tenorite sulle lave della Vetrana, ove dur6 mol-<br />
to tempo un fumajuolo. In abbondanza del pari sulle lave e sulle<br />
scorie di altri fumajuoli si generarono cristallini aghiformi di color<br />
verde, che stimaronsi di atacamite.<br />
Da ultimo non sara superfluo ricordare che, la massa della lava di<br />
siffatta eruzione del 1855 approssimativamente calcolata, ascese a<br />
diciassetle milioni di metri cubici. Le lerre boscose ecoltivate, da<br />
tali lave ricoperte, furono circa dugento moggia , e il danno ap-<br />
prossimativo monto a trentacinquemila ducati.<br />
1856.) In dicembre del 1855 sul gran com) vesuviano esistevano<br />
due crateri ed una yoragine; que'furou figli della eruzione del 1850,<br />
equesta nacque in dicerobre del 1854 (l).lprimi<br />
miravarisi su due<br />
inontagnole coniche, elevate e rkongiunte tra IOTO, menlre la seconda<br />
sprofondava sull' altopiano del suddetto gran cono. Nel traraezzo di<br />
colali crateri in dicembre del 1835 si aperse altra cavita, che s'in-<br />
grandl scrollando non solo il mentovato sepirnento, ma altresi il fianco<br />
occidental delle accenoate eouiche montagnole.Talche a' 10 giugno<br />
1856 vedevausi i Ire crateri in linen, e un po' discoslo scontravasi la<br />
ripetuta voragine.<br />
In tal dl il cratere boreale offriva nel suo fondo<br />
materie ignite e fumo , e questo roteando facea credere quasi pro-<br />
venisse da fiamme accese. A* 2 agosto il cratere di mezzo elevo nel<br />
suo centro un eono , ehe erompea bizzarramente e lave e scorie, e<br />
queste sue strane scene in prosieguo furono pur viste da Napoli.<br />
A' 28 novembre ambi i crateri in disumhia ofl'rivano ii loro fondo<br />
involto di rocce fuse , e manco Y acqua ne'pozzi circonvicini ; il che<br />
si reput6 foriero di prossima eruzione. Di falti a' 19 dicembre 1856<br />
oei cratere mediano surse un cono , alto an 14 metri, che vomitava<br />
pastosa lava , e tratto trutto esplodea ; alia sua base di qua , di la<br />
(1) Guiscardi, o. c. nel fasc. 1 del G.iamb.Fico, e nella Lettera a Scacchi del<br />
na)o 1855.
PBEFAZIONB 43<br />
schiusero due forami , ed ivi pur si aprl altro crepaccio<br />
tra mezzo-<br />
dl ed oriente, che del pari sgorg6 lava. II cratere boreale fumiga-<br />
va, e produsse abbondante vapore aqueo, che involvea il gran cono<br />
ecolmava i crater! iuvolandoli alia vista. Ma non pertanto il Guiscar-<br />
ili arditamente scese nel cratere boreale del 1850, e quivi osserv6 che<br />
il suddelto denso fumo era sospinto in alto e disperso dalla elevati<br />
temperatura; poiclie il cono interno mostravasi in piena attivita, e di<br />
frequente eruttava brani di lava. Egli del pari in tal dl nolo che<br />
il cratere meridionale era nell'interno in piii punti vivamente rosso,<br />
merce 1'innesto del cloruro ferrico co'clorurialcalini. Leparetide*<br />
crateridel 1850 vedevansi degradate, poiche incessantemente rose,<br />
disfstte ed ingiallite da* caldi vapori e dagli acidi (1).<br />
1857 ) Nel dl 10 giugno del 1857 il Vesuvio non piii offriva<br />
il cratere del 1854, ne gli altri ; poiche erano scomparsi , ed uno<br />
strato di lava gl' involvea tutti. Un miscro avvanzo di setto de' cra-<br />
teri del 1850 esisteva , ed offriva un taglio quasi a picco de' letti<br />
di tufo, indinali un 40 circa verso il solo cratere australe, e dal<br />
Danco del gran cono sgorgava torrente infocato, che dirigevasi ad<br />
oriente. II cono medio svolvea nembi d'aqueo vapore, e di frequen-<br />
te esplodea. Acido solforoso sviluppavasi dalle pareti de' crateri, e<br />
debole odore di clorido idrico avvertivasi presso a' coni eruttanti e<br />
presso alle recenti lave, che non presentavano alcun fumajuolo. Le su-<br />
blimazioni, che ivi scontravansi, erano di cloruro ferrico con cloruri<br />
alcalini e di cloruro sodico; e 1' acido borico a qualche distanza pur<br />
\i fu visto (2). La lava , che verso Ottajano dirigevasi a' 23 luglio<br />
1857, soffermossi verso la base del cono, ed involvea parte delle la-<br />
ve del 1850. Essa mancava di scorie, era nericcia, splendida e pres-<br />
soche smaltoidea alia frattura ;<br />
abbondava di cristal lini di leucite ,<br />
somigliavain fine a quo 11 'ul lima cheapparve nel la eruzione del 1855.<br />
Un torrente di lava a' 17 del suddetto luglio schiuse della base del<br />
cono centrale , infiltrossi sotto le scorie precedenti, le sollev6 , si<br />
(1) 0. e 1. cit. nel Giamb.<br />
(2) 0. c. nel Vol.11, del Giamb. Vico, fasc. 3.
14 POBPAZIONE<br />
volse alia Punta del Palo, ingombro V altopfano del cono, irruppe<br />
nella voragine del 1854, la colm6 esi diressesul Banco dirimpetto<br />
alia Capitale : progredia lentamente , si divise poscia in piii rami,<br />
die del pari con lentezza discesero giii alle falde del cono. Questo<br />
cangiava aspetto , poiche quelle correnti ne riempivano le vallee,<br />
e formavano nuove prominenze, A' 10 settembre 1857 la voragine<br />
era ristretta , ed abbassate vedevansi le scoriejequali su I'orlo del-<br />
la voragine stessa in un punto mostravansi arrovesciate, quasi fosse-<br />
ro state percosse da esplosione. Tali lave, simili alle suddescritte,<br />
erano setolose e senza scorie, e, come a quelle, vedevansi infrante e<br />
raddrizzate. DC' due coni, 1'unodi bizzarra forma poco o nulla fumi-<br />
gava, 1'altro energicamente gittava copioso fumo, e con fracasso in-<br />
female scagliava frantumi ardenti di lava.E ricordevole che il fumo<br />
da questo emesso,prendeva sovente forma di corona, menlre la tem-<br />
peratura erabassa, e tranquilla 1'atmosfera (1). E notisi altresl che<br />
la falda del cratere centrale fatta di scorie presentava il pendio di<br />
circa 45, mentre una falda superstite del cratere bore;>le del 1850<br />
offriva 1' inclinazione di 35, ed era composla di lapilli e sabbia.<br />
Le emission! gassose e le sublimazioni in cotali eruzioni ftirono<br />
svariate e molte. Di fatti presso le recenti lave sull* altopiano del<br />
cratere spiccava 1' odore del solfldo idrico,e su di esse tralto tralto<br />
scontravansi aghetti disolfo , surti forse dalle ardenti lave cheflui-<br />
rono sul solfo sublimato giacente sotto le scorie. Sulle fenditure<br />
di siffalte lave vedevansi croste emisferiche vuote e tubercoletti di<br />
color citrino. Esse, come risulta dalle analisi del Guiscardi,scioglie-<br />
vansi in parte nelP acqua,e colle reazioni offrivanocloruri,fluoruri,<br />
solfati , ed anco ferro, calce, e magnesia; qucsta pero era assai<br />
scarsa. Quindi emerge cbe le suddette croste, oltre il solfato calci-<br />
co , che e insolubile, contenevano ancora cloruro calcico e ferrico ;<br />
forse anco cloruro magnesico e solfato magnesico e ferrico. II cloru-<br />
ro sodico so: tutte le fenditure delle lave vedevasi in abbondanza ,<br />
(1) Guiscardi, o. e I. c.
PRBFAZIONB 1.,<br />
mentre I' acido solforoso era scarso. Inoltre su le lave fluent! fu<br />
raccolto un arnione che, rotto, era vuoto, di color d' argilla e fatto<br />
a strati. Attraeva 1' umido atmosferico e divenne dopo tempo di<br />
color vario, giallo, canarino, verdognolo. Analizzato , die reazioni<br />
di cloruri, di potassa, di soda, di ferro, di rame ; solfati e calce rea-<br />
girono debolmente, e per I' opposto in abbondanza mostrossi il<br />
cloruro sodico; poiche il periodo<br />
r.ente caratterizzato dal clorido idrico (1).<br />
attivo del vulcano vienc abitual-<br />
Ne'di sussecutivi al teste accennato 10 setternbre altre lave sur-<br />
sero dalla base del cono, e si versarono parte su quelle del cratere<br />
australe , e parte si diressero alia Punta del Palo, ricolmarono la<br />
voragine del 1854, e scorsero oltre la meta del cono di rincontro a<br />
Napoli. Nel 25 di tal roese il picciol<br />
cono era in attivita: abbattuto<br />
il suo vertice, erorapea per due bocche fragorosamente<br />
e di conti-<br />
ntin, avventando brani accesi e fulgidi di lava , da scmbrar razzi<br />
volanli in combuslione, mentre piccioli torrenti infocati tra setten-<br />
trione ed oriente scorreaao sul pendio del cono. Molto vapore ema-<br />
navasi dal cono centrale , che avea screpolato il suo vertice ed<br />
esplodea frammenli di lava. Con una gagliarda esplosione rovino<br />
parte della sua cima, e sgorgo liquido ardente, che soffermossi sul<br />
suo fianco dividendosi in due rami. Tal lava , pan alle summento-<br />
vate, era sceyra discorie. Ed e notevole che siffatte esplosioni non<br />
eran punto isocrone a quelle dell' altro cono ; notevole e del pari la<br />
luce, c he contemporanea e non sussecutiva alia esplosione,mostra-<br />
vasi di rosso violetto pallido, da somigliare a quella de' cloruri po-<br />
sti al cannello su la perla di sal di fosforo e di ossido di rame. De'<br />
due suddescritti coni adunque<br />
or 1' uno era silenzioso e 1' altro at-<br />
tivo, or tutto il contrario avveravasi. Intanto la lava dall' orlo del<br />
cr.itere in trenta rainuti giugneva ncil' Atrio del Gavallo , e quindi<br />
a poco spegnevasi, mentre al 1, ottobre altre correnti accese sur-<br />
seroe si arrestarono sul pendio del cono. Di lontano una lucebril-<br />
lantissima continua ed ittitante vedevasi sul ciglione del cono cen-<br />
(i) Guiscaidij o, e 1. c.
46 PnBF&ZIONK<br />
trale ; la quale era prodolta dalla ricrescente materia infocata, ehe<br />
cola incessantemente recavasi. Siffatti fenomeni furon precursor!<br />
della dislruzione di cotal cono, che avverossi alle otto pomerMiane<br />
del 20 ottobre. Nel di innanti a questo il fumo , che di la eraana-<br />
va , prendeva la forma di corona. II cono pria si scosse oriazontal-<br />
mente, poscia una scossa assai violenta lo fe scomparire scagliando<br />
in aria frantumi di esso e di lava, che, ricaduti sail' alto piano del<br />
conoardenti, fluivano alquanto. Seesso sprofondd ovvero fu sbal-<br />
zato in aria, non e facile a determinarsi : il fatto e che scomparve,<br />
e tale scomparsa fu accorapagnata da si gagliarda esplosione , che<br />
rintron6 in Portici e nelle altre terre circonvicine ;<br />
ed uua vora-<br />
gine conica profonda si apri, ove quello esisteva.Nel d!21 novem-<br />
bre il cono nato sulle ruine dell'altro suddescritto si alzava un 15<br />
metri , e presentava la cima divisa in due bocche, donde lanciava<br />
con rombo e violenza frantumi e masse ardenti di lava. Le quali,<br />
fluitesull' alto piano, si elevarono in modo di agguagliare la Pun-<br />
ta del Palo ; e, dopo il 23 novembre, la sorpassorono. Ma questo<br />
rigoglioso ingrandimento rest6 fiaccato ; poiche<br />
a' 12 dicembre<br />
1857 verso le dieci e mezzo del mattino scro!16 con fragore orribile<br />
e rimbombo , e ne eruppero tre velocissime lave : 1* una sur-<br />
se dalla base del cono boreale , 1' altra apparve presso<br />
le bocche<br />
del 1850, e la terza su le lave del 1848 fluendo taglio il sentiero ,<br />
che mena all' Atrio del Cavailo. Le due ultime sgorgarono da<br />
un crepaccio , che si estese dalla vetta alia base del cono centrale.<br />
A' 2 gennajo 1858 sul lato occidentale tal crepaccio gagliardemente<br />
eruttava vapore roteante, e tratto tratto esplodeva qualche fram-<br />
mento di lava. 11 cono boreale pur esalava vapore, e. vapore aqueo<br />
altresi frammisto ad acido cloroidrico sviluppavasi<br />
topiano. Da tal dl sino a' 23 maggio del volgente<br />
da tutto i'al-<br />
anno il Ve-<br />
suvio nulla di straordinario ha offerto ; per6 la sua bocca de' 19 di-<br />
cembre 1855 e slata piu o meno sempre in attivita. E per6 qui<br />
cadra inacconcionotare,oltre a'suddetti,alcuniaitrifeaocaeui che
PRFFAZIONE 17<br />
esso nel giro di un trenta mesi di sua mal comprossa ira ha mani-<br />
festato. A I che procedo.<br />
1838)Cotal vulcano nell'indicata cruzione de'19 dicembre 1835<br />
prima fumo, lapillo e cenere emand, poi divenne ignivomo, ed ia fi-<br />
ne , scorsi pochi mesi, mbstr6 fuoco pur da uno de' grandi crateri<br />
del 1850. D'allora in poi i fumajuoli del gran cono furon di ricre-<br />
scente temperatura , deltero assai sublimazioni e fluidi aerifunni ,<br />
cd annunziavano cosi una novella conflagrazione. Inoltre il gran<br />
cratere ora sgorgava frequenti e picciole lave , che s'indurivano a<br />
pie del cono, ed ora offriva fuoco, che a brevi intervalli parea spe-<br />
gnersi e raccendersi. Intanto in ottobre e novembre del 1837 so-<br />
vente erompea lave, spesso ton6 , e rutnoreggiava si straiiamente<br />
da somigliare il rombo del tremuoto. E questo di fatti si avvero;<br />
poiche verso le undici pomeridiane<br />
del di 18 ottobre del sudletlo<br />
anno la terra, prima insensoondulatorio,poi sussultorio, fortemente<br />
tremo. E tale scossa fu sensibilissima in varie contrade del reguo<br />
soprattutto in Colle del Molise, ove allora io mi era di passjggio.<br />
A'12 dicembre ultimo, come teste accennai, il Vesuvio eruppe grau<br />
lava , che tosto cagli6, ed a'16 di tal mese vi fu 1'orribile tremuoto<br />
di Basilicata. Ed e notevole, che in tal frangente il sismografo elet-<br />
tromagnetico del Palmieri segnava spessissimo scosse di tremuo-<br />
to, di cui alcune erano isocrone alle piii forti di Basilicata , ed altra<br />
mostravansi puraraente locali. II chepotea considerarsi come prelu-<br />
dio della eruzione in atto. Poiche i suddescritti rumori si tacquero,<br />
sul Vesuvio apparve densissimo fumo ; questo sgombro , ricom-<br />
parvero le detonazioni,e si videro spinte io aria materie accese; tali<br />
fenomeni erano costanti e ricrescenti fino al 24 maggio or de-<br />
corso. In tal di alle 10 e mezzo pomeridiane s' avvero una s.cos-ia<br />
di tremuoto prima ondulatoria poi sussuitoria , che fu susseculivd<br />
per due giorni a straordinaria scarsezza di elettricita atmosfericii ;<br />
iutanto il monte pria di frequente forte detono , e poi verso le die-<br />
ci del mattino del dl seguente sgorgo poca lava dalla ripetutu Locca<br />
del 19 dicembre 1833. Altra gogliarda scossa di tremuoto, scguata
$S PRIF.12JOKE<br />
dal sismografo, vi fu oil' alba del d) 27. In quell' alto il cono nel<br />
lato occidentale ollre la raeta si apri, e poco dopo pur si spacco,<br />
ma piii ampiamente, alia parte settentrionale presso le bocche del<br />
18S5. La prima di siffatte fenditure sgorg6 poco lava, che si rap-<br />
prese nell' Atrio del Cavallo; la seconda n' eraise assai di piu, che,<br />
percorrendo 1' Atrio suddetto, verso sera toccava 1' estremita del<br />
colle de* Canteroni, e nel di seguente si divise in due rami. L' uno<br />
di quest! percorse ilFosso dellaVetrana e diFaraone calcando le la-<br />
ve del 1855; 1'altro ramo si volse al lato opposto del menlovato col-<br />
le. Nelle quattro del mattino del di 28 maggio poco su del Piano<br />
delle Ginestre, disposti in linea, molti punti fumigarono, ma non<br />
guari dopo tal linea si apri, egorgogli6 una lava assai liquida, cha<br />
immantinente si raise a fluire. Quando ad un tratto e furao e la-<br />
va cessarono, e tal crepaccio si chiuse. Esso per6 nelle ore pomeri-<br />
diane si riaperse,ed eman6 raolta e silenziosa lava, che si diresse al<br />
Piano delle Ginestre ed al Fosso grande. Nel mattino del 30 maggio<br />
tal eruzione continuava ad esser placida e tranquilla, ma di repents<br />
cangi6 modo; poiche con veemenza frantumi di lava furono sbiilzati<br />
in aria, orribfli rumori s'intesero, e visursero come d'incanto tre lar-<br />
ghi coni, iquali eruppero lava e rumoreggiarono fino a sera. Le altre<br />
bocche offriron simili scene, ed il gran cono, quasi applaudeodo e<br />
facendo eco all' oprato,rintronava assai forte dall'aIto.Essoper6 pur<br />
si apri nel lato orientale , ove i suoi fumajuoli eran di alta tempe-<br />
ratura e davano molte sublimazioni. Quivi cinque aperture avvera-<br />
ronsi, ma in silenzio, nel di 30 maggio teste mentovato. Esse er,ut-<br />
tavaoo tranquilla lava, che si divise in due rami,i quali a rilento pro-<br />
gredivano ; 1'uno si butto nel Fosso della Vetrana, 1'altro nel Fosso<br />
grande. II picciol cratere, surto al lato meridionale, era del pariin<br />
movimento,elasua lava,ricongiunta aquella della sottostante fen-<br />
ditura in tal di dischiusa, scese nelPiano delle Ginestre, ed attravers6<br />
la vecchia via dell'Eremo. Ed ecco da selte bocche ordinatamente<br />
dispostc da settentrione a mezzodi si vomitava liquido fuoco , che<br />
offriva di notte spettacolo stupendo e straordinario. Ed e rilevante
PRFFAZIONE 19<br />
die dal di 27 a 31 maggio , in cui 1'eruzione fu nel maggior au-<br />
menlo, di su, di giu e d' inlorno al gran cono si sohiusero molte allre<br />
bocche, di cui pero cinque spiccavano a preferenza per alcune loro<br />
particolari propriela; per lo che sara proficuo riandare su di esse e<br />
fame motto di proposito.affinchese ne abbia chiara idea. Al che pro-<br />
cedendo ripeto che nel di 27 del suddetto raese sul cono Cutrello si<br />
opri la prima di siffatte bocche , la quale si tenne nuda, non si a-<br />
dorn6 punto di scorie o com' , e fumigo per piii giorni sublimando<br />
sal comune. La seconda manifestossi nel di 28 poco su 1' Atrio del<br />
Cavallo nel lato boroale : essa nel giorno 29 presento quattro coni<br />
acuminati , visse fino al di 31, e poi ced6 funzioni e vita ad altra<br />
bocca maggiore , che fu la quinla, e che nello stesso teste menlo-<br />
vato giorno poco di sotto le surse. La lerza del pad apparve nel<br />
di 28 al lato orientale del cono: essa per tre di di6 lava; poi fu-<br />
migo soltanto. Egualmente nel di 28, ma tra mezzodi ed occidente,<br />
si disserro sul Piano delle Ginestre la quarla , che vomitd poca la-<br />
va e si chiuse ; indi un po' piii giii si riapri nel dl segueute , el<br />
in venti minuli produsse quattro coni. La quinta in fine , come<br />
poc'anzi dissi, nacque nel di 31 nell' Alrio del Cavallo , e si forni<br />
di tre coni. Questa e la precedente, come di sopra notai, eruppero<br />
piii laVe , che riversarono in luoghi opposti. Imperocche la quarla<br />
diresse il suo torrenle nel Fosso grande , e lo colmo in gran parte,<br />
mentre che la cjuinla V arrovescio nel Fosso della Vetrana e di Fa-<br />
raonp. Nel 1 giugno I' altopiano del gran cono , ove fu il cratere<br />
del 1850, si sprofondo per un dugento palmi. Intanto al lato op-<br />
posto le lave progredivano ; quella della Vetrana pass6<br />
nel Fos-<br />
so di Faraone ; 1' altra del Piano delfe Ginestre trascorse rapi-<br />
damente il Fosso grande , giunse al rio del Solfanello, e si divise<br />
in due rami ; 1'uno taglio la strada rotabile dell' Osservatorio nel<br />
silo del Pino e fe sosta , ma nelle due antimeridiane, rianimato,<br />
progredi: 1'allro ramo, danneggiindo i colti circonvicini, flui sulle<br />
vecchie lave ivi esistenti. Dal di 2 a 4- lali ignei torrenti si avan-<br />
zarono assai di piu , crebbero di mole e di atlivita; lalch'2 uno di
VfiCFAZIO.VB<br />
essi ingombrava oltre a 310 passi della suddetta straJa rotubite;<br />
1'altro, inollrandosi, si volse alia Cappella di S. Vito. In tal di 4<br />
del pari la lava verso Ottajano era animata, e rapida anzi che no<br />
fluiva, ma circa le due antimeridiane sosto presso la via che mena<br />
a Torre Annunziata. In tutta nolle del di 5 la eruzione fu copiosa<br />
e viva: pero la lava del Fosso grande crebbe e fluiva assai liquida,<br />
mentre 1'altra del Fosso di Faraone seemo di volume e soffermossi.<br />
Ifilanlo alle due pomeridiane di tal di il torrenle ignito forte ri-<br />
bolliva nel Piano delle Gineslre , e nel di 6 alie cinque del maltino,<br />
tutlo ingombro di enormi e difformi massi , dilag6 vasto spazio di<br />
terra, econ una larghezza diun quarto di miglio involse le lave pre<br />
cedenli, le sorpasso, e si divise in tre rami.L'uno verso orientedan-<br />
neggio varie terre coltivate , e si volt6 alia suddetta Cappella di S.<br />
Vito; 1'altro di mezzo ingombr6 vie piii la strada rotabile; e'l terzo<br />
arrovesciato ad oriente tocc6 la estremka del Fosso grande. In<br />
questo sempre piii il liquido ribollente ed animato si accrebbe, in<br />
modo che verso le tre antimeridiane del di 7 offriva 1'altezza di un<br />
centocinquanta palmi , e piego verso Resina. In tal direzione con-<br />
tinuo Gno alle tre antimeridiane del di 9 , percorrendo un tre<br />
quarti di miglio ; allora si scisse in piu rami ; ed uno di questi vol-<br />
gendo a sinistra si riverso nel Fosso grande.<br />
La lava intanto del-<br />
1'Atrio del Cavallo corse per la Vetrana, e die un ramo, che all'una<br />
di sera sul colle de'Canteroni si congiunse alPaltro del Piano delle<br />
Ginestre, e con esso ingombr6 vie piii<br />
la vecchia via dell'Eremo.<br />
Siffatta lava cosi,piii o meno attiva, si mantenne senza alcun che di<br />
notevole Gno alle due autimeridiane del di 12 ; mentre 1' altra , che<br />
scaturiva nel Fosso grande, in cotal giorno sirese siesuberante da<br />
ricolmarsiffutta valleaingran parte. Un suo ramo spiccossi a destra,<br />
e ricalco le ormedella lava, che nel 179i distrusse Torre del Greco,<br />
ma non molto scorse e si arresl6. Nelle ore serotine del di 13 nella<br />
Vetrana la lava ribolliva , e quella del Fosso grande si accrebbe in<br />
guisa che pareggi6 in altezza il colle de'Tironi;<br />
liquida , scorse e desolo i circonvicini colti, e poi<br />
si mantenne assai<br />
fe sosta alle 5 del
PREFAZIONB<br />
dl 15. ID cotal giorno,s\ neH'Atriocome ne) Piano ripetuti, a grado a<br />
grado comincio a scemare e spegnersi la eruzione, e il gran cratere<br />
erutloglobidi fumoframmisliacenere. Ilche facea sperare che 1'in-<br />
ceadio fosse Quito, come cotali fenomeni in srraili rincontri I'avea-<br />
BO altre volte annunciate. Non fu cosl; peichfc dal mattino fino a<br />
sera del di 16 le bocche del Piano delle Ginestre eruppero novella<br />
lava, e questa fu in roovimento ,<br />
erebbe e dur6 fino al mattino del<br />
dl 17, percorrendo un quarto di miglio. Nell'Atrio verso le due del<br />
mattino di tal giorno da un crepaccio surse un igneo torrente, che<br />
seorse sulle lave spente de'Canteroni e si rapprese. Neldi-lSsal<br />
Piano delle Ginestre riapparve la lava , che si scinse in ratni, i<br />
quali dopo breve tratlo s'impetrirono.<br />
Cosl il Vesuvio si continu6<br />
fiuo al 21 giHgno. Da tal giorno ad oggi, 27 settembre , le sue eru-<br />
zioni piii o meno vivaci pur continuano e centinueranno ancora.rna<br />
nulla di straordinario hanno offerto-. Le lave, ora sgorgate dalle<br />
bocche dell'Atrio del Cavallo ed ora da quella del Piano delle G4-<br />
uestre , non molto dilungandosi, sonosi rapprese. Ed e nolevole<br />
che esse fluirono e fluiscoao abbondevoli , ma sempre liquide,<br />
silenziose e senza odore ^notevole e altresi che tal vulcano non mai<br />
ha dato si lungamente- un' ardita eruzione nella base del suo co-<br />
no; e per6 tal fatto& unico nella storia vesu^iana. Notevole e in fine<br />
che oramai nel Piano delle Gineslre un gran masso di lava e scorLe<br />
impiastra e coverchia la bocca , onde emana illiquido infocato; e<br />
pero questo ognorpiu rinascente al.disotto di qiwlto<br />
si fa strada or<br />
per un luogo or per un altro. Nella stessa guisa , per frenare una<br />
emorragia,se si applichi suite ferita una larga compressa, il sangue<br />
yibollendo spiccia da varii punti di sotto a quella. Quindi in atto<br />
difficilmente si pu6 determinare il sito , donde tal liquido arden-<br />
te sgorga; poich6 i rapporti di localila son del tutto cangiali.<br />
Piu sotto dir6 i particolari geologici, mnieralogiei e meteorolo-<br />
gici di questa straordinaria eruzione , e sol qui tocchero di volo al-<br />
cuni fenomeni, che pajonmi degni di nota.E per6 giova indicare che<br />
in siffatto incendio vesuviano le scosse di tremuoto sono state si
2- PBEPAZIONK<br />
frequent!, che il sismografo in ogni di ne ha segnato due o tre alme-<br />
no.La eletlricitaja pressioue, e la temperatura atmosferiche intutto<br />
lian mostrato le stesse fasi , che nella eruzione del 1855 ; per lo chQ<br />
inutile equi ripelere quel che su ci6 di sopra si edetto. Per 1'opposto<br />
i fumajuoli delle lave in quest' anno, e per mole e per durata e per<br />
temperatura, tion posson punto compararsi aquelli del 1855, che son<br />
piccioli, non troppo ardenti, e fuggevoli. Per6 nel Fosso grande ev-<br />
vene uno , che forma eccezione ; poiche e pienamente altivo , e di<br />
nelle sue sublimazioni, ollre ad altri roinerali, tenorite e cotunnia.<br />
Tal fumojuolo e simile a quello dellu Vetrana, che nel 1855 dur6<br />
irolto , e sublim6 del pori cotunnia e tenorite. Inoltre nella nolle<br />
de' 3 a 4 giugno ultimo nolai sulla lava quattro luci diverse ; la<br />
lugubre rosso, la gialla,<br />
la violetta e la bianca. Esse mostravansi in<br />
quattro diversi punti ; di vero tulta la lava , e del Fosso grande e<br />
della Vetrana in genere, era di color rosso fosco , ma piu scuro in<br />
quesla che in quello , e nelP uno e nell' altra somigliava a carboni<br />
accesi , od a pezzi di ferro o di altro mt tallo incandescent!, che of-<br />
fronsi piu rossi e vivaci nelle fenditure anzi che nella superficie. La<br />
luce gialla brillantissima rassemhrava a quella, che ne' fuochi artifi-<br />
ziali risulla da cloralo di polassa solfo e carbonato di soda : essa<br />
\edevasi in una cascata del Fosso grande ; e quivi , ma moUo piu<br />
giu , sorgea la luce violelta , che , pari a quella<br />
clorato di potassa e solfo ,<br />
di solfato di rame<br />
vivatnente brilluva, ove oramai scontrasi<br />
la tenorite. In fine la luce bianca , preceduta da denso fumo del pari<br />
bianco, che direi fosforico, spiccava nel Fosso di Faraone. Le tinte<br />
di siffalte luci variavano d f<br />
intensila : ch6 ora erano assai vivaci, ed<br />
ora rendevansi pallide e spegnevansi. II the dipendea<br />
al certo dalla<br />
continue decomposizioneericomposiziorie.o combustione, degli sva-<br />
Tiali elemenli della lava. La quale, nell' Atrio del cavallo enel Fosso<br />
della Vetrana e di Faraone ,<br />
offrivasi di colore rosso livido, mentre<br />
quella del Fosso grande era piu vivida e brillante. La prima infil-<br />
travasi sotto le scorie, e sollevando le porlava a gallaf<br />
la seconda le<br />
involvea, ingombrava, c inGne le ricacoiava sul suo dorso , quasi la
PREFA1IONB<br />
avesse prima ingojate e poi vomitate. Tal fenomeno importante di-<br />
pendea forse dalla temperatura , che , maggiore in questa lava , la<br />
rendea piu liquida e fulgida a fronte dell' altra ?<br />
Svariate meteore contemporanee a cotale eruzione si sono awe-<br />
rate in vicine e lontane contrade; e perocche forse vi avranno atte-<br />
nenze , stimo non snperfluo fame motto, accennandone per6 le piu<br />
Botevoli.Ed anzi tratto dir6 che a'7 giugno ultimo in Belvedere di<br />
Calabria citeriore scoppi6 un uragano accompagnalada molti fulrni-<br />
ui, che uccisero Ire uomini nelle loro case (1). In Potenza a' 13 giu-<br />
gno suddetto verso le selte del mattino vi fu tremuoto prima sus-<br />
sultorio poscia ondulalorio, che dur6 olto second! (2). Nello stesso<br />
dl in Sala del Principato citeriore alle cinque pomeridiane apparve<br />
un tifone iracondo, che devast6 raolli campi,e travolse a subisso piu<br />
ease e persone (3). Egualmente nel mentovato di verso le qualtro<br />
di sera inPizzoli del secondo Abruzzo surse una spaventevole bufe-<br />
ra desolatrice, accompagnata da fulmjni (4). Nel dl 23 del ripetuto<br />
giugno verso le due di sera in piu contrade del Sannio eruppe un<br />
temporale gravido di grandine e fulmini, apportatore<br />
25<br />
di non lieve<br />
danno a' colli e vigneti.Nel giorno seguente qui verso le undid del<br />
matlino I'aere si chiuse , e resesi talmente muto di luce, che im-<br />
pediva di leggere, ed orrida procella ruin6 non solo su questo pae-<br />
se, ma ben anche ne' dintorni del Vesuvio. Quivi il grappo dell'ac-<br />
quaimpetuosocaddee fluisullesemispente lave, e cigolandosi sciol-<br />
se in foschi vapori ed atterri i circonviciniabitatori;poiche costoro<br />
credeano che novelle bocche vesuviane si fossero schiuse per ingo-<br />
jarseli ; disperata paura s' impadroni de' loro cuori, Cnche la verita<br />
mostrossi, e loro ridon6 la perduta calma (5).<br />
Risulta adunque da quesli fatti, che il Yesuvio dal 1855 fin oggi<br />
(1) Giornale uff. di Napoli de' 13 giugno 1838.<br />
(2) Giornale cit. dc'17 giugno 1858.<br />
(3) Giornale cit. de'14 giugno 1858.<br />
(4) Giornale, c. de' 14 giugno.<br />
(5) Giorn. cit. de' 25 giugno 1858.
24 PilEFAZIONH<br />
state piu o mono in attivila ; e pcr6 , premesse<br />
tali notfzie stdfri-<br />
che , discendo a' particolari della eruzione in atto , cominciando<br />
dalla mia prima passeggiata.<br />
Napolil.ottobre 1858.
CAPO I,<br />
PRIMA* PASSEGGIATA.<br />
Nel di 3 giugno ultimo, verso le cinque del la sera, mossi di qui,<br />
e, merce un vagone della ferrovia, quindi a poco giuosi in Portici.<br />
Era il giorno del Corpus Domini, gioroo solenne e festeggiato per<br />
tutto il mondo cattolico ; e per6 quivi osservavansi per la maggiore<br />
strada avanzi d'are e d'altre sacre pompe, che secondo il pio costu-<br />
me in tal di si prnticano, come perenoe Irionfo del Cristo su gli<br />
scellerati figli dell'eresia e delTempieta. Molta gcntc da'paesi li-<br />
raitrofl eravi accorsa, ed era roirabile vedere una fila non interrotta<br />
di curiosi d' ugni eta , scsso e condijione ire e tornare per la via<br />
che mena al Vesuvio. Tal gente , goduta la suddetta festivita reli-<br />
giosa , recavasi a cootemplare la imponente e straordinaria festivitci<br />
naluralc dell' ignivomo monte. Ognuno serbava gran<br />
dccenza nel<br />
veslire e nell' incedere, ed un iodicibile ordine osservavasi in tutto,<br />
quasi si fosse gito a sciogliere un voto in qualche Santuario. De' fe-<br />
nomeni solenni naturali e tale la forza, che scuote la mcnte, con-<br />
centra i sensi, e colma il cuore d'orrorsacro, poiche<br />
s'adora in essi<br />
la Mano crealric e, che tutto regge e governa. logolfato in tali ri-<br />
flessioni, mi diressi alia ignivoma sorgente ; ma non a pena giunsi<br />
al sito del Pino^ ove la strada dell' Osservatorio era attraversata da<br />
uu ramo della lava del Fosso grande, che mi si offerse alia vista<br />
uno spettacolo inatteso , colmanclomi di meraviglia e stuporc. Piu<br />
migliaja d' uomini eran quivi accolti ; sembrava una fiera , ma
20 THE PASSEGGIATE<br />
silenzlosa , ma taciturna : tutti erano immersi nella contemplaztoae<br />
di quell' enorme liquido rappreso e quasi spento , ma che non ces-<br />
sava di esser imponente, pari a balena o ad altro mostro immane,<br />
che morto spaventa ancora. Ognuno facea le sue osservazioni, econ<br />
voce sommessa le comunicava ad altri ; talche sentivasi un sordo<br />
sordo ,<br />
ma non interrotto suono di svariate favelle; poiche, v'eran<br />
alemanni , inglesi , francesi , americani ed altrettali ; e pero , se<br />
il Ghibellin fuggiasco vi fusse stato presente , avrebbe ripeluto :<br />
Tutti converigonqui d'ognipaese.Gia ilsole piegava al tramonto,<br />
e sanguigni vapori, enlro ed intorno, rifrangendone i raggi,facevan<br />
sembrar il suo disco dell'usato assai maggiorejil che accresceva im-<br />
ponenza alia Natura. Intanto, osservato tutto e soddisfatto, cercai gir<br />
oltre , e perche tal lava offrivami alta ed orfibil barriera, deviai, e,<br />
per la traccia aperta nel podere del d'Auria e per discosesi viottoli<br />
, raggiuusi di nuovo la strada rotabile. Gia le ombre<br />
inerpicandomi<br />
cadevano da' monti , e la notte rapendo forma e colori alle cose reo-<br />
devasi ognor piu Gtta, quando quasi di repente il bujo si ruppe ver<br />
su 1'Atrio del cavallo e'l Piano delle Ginestre; poiche quivi dalle<br />
spalaocate ignivome bocche ribollendo sgorgava novella lava , che<br />
riversarasi nel Fosso della Vetrana e nel Fosso grander questo,<br />
presso la flessuosa strada rotabile dell'Osservatorio , sprofoudava in<br />
piii punti quasi a picco, e quivi all' osservatore offriva uno spetta-<br />
colo indescrivibile. La in vero vedevasi il redivivo lorrente scorrer<br />
lento, ma con voracila infernale j imperocche, strisciando sul dorso<br />
delle lave antecedent} , or qua or la dalle rive contro le leggi di<br />
gravita si sollevava , ed addentando ed incenerendo olberi annosi<br />
ed erbe, ad un trallo tutto ingojava ; ingojava<br />
altresl tutto ei6 che<br />
incontrava, soprattutto le vecchie scorie, che venivan poi rigettate,<br />
ed indi da nuove on.de ringojate; talche presentava I'immagifl'e<br />
della Rapina, dal Monti personiGcata, che tutto inghiotle<br />
Con si gran frctta, che talor la strozza<br />
Tutto nol cape, e '1 vome, e vomitato<br />
Lo ricaccia nell'epa e lo ritnpozza.
AL VESLV10 27<br />
Tal torrente sullc prime pigramente fluiva; poscia,rianimato, creb-<br />
be di volume e celerita;scorrea flessuoso, e rimcnava in fin fuori le<br />
digerite scorie, che quali squamegl'involvevano il dorso, e scricchio-<br />
lavano negli urti vicendevoli; per lo che al suono, al corso flessuoso<br />
ed alia flgura dava allo spettatore quasi 1'idead'un orribile gran scr~<br />
pe a sonaglio: il suo colore , in genere, era lugubre rosso, ma nel<br />
mezzo d'una cascata mostravasi d'oro brillanlissimo, difficile a de-<br />
scriversi con parole, e poco piii giuso spiccava di un bel violetto. In-<br />
tanto , proseguendo il cammino , oltrepassai 1' Osservatorio , e mi<br />
soflermai sulla piu eminente gibbosita de' Canteroni. Guardai, ed al<br />
mio attonito sguardo si offerser cose , che la piu esaltata e poetica<br />
fantasia non potra giammai concepire. Tutto quel promontorio ve-<br />
devasi cerchiato da due fiunai ardenti , che scaturivan da sette spa-<br />
lancate bocche ; e queste da settentrione a mczzodi erario ordinata-<br />
rncnte disposle , ed enaanavano al cielo denso ed acceso vapore , il<br />
quale nelle alte aeree regioni roteando aggruppavasi, rendevasi im-<br />
ponente, e t' ispirava tal sacro orrore, che la mente rimaneva atter-<br />
rita , quasi \i scorgesse<br />
. . quel Dio che in suo furor cammina<br />
Per mezzo a* sette candelabri ardenti.<br />
siflatto spettacolo rendevasi ognor piu maestoso , e ti scuotevo,<br />
se per poco fisavi le innumerevoli fiaccole de' curiosi , che pari a<br />
lucciole tempestavano il monte; ma ti sorprendevano assai piu quel<br />
sordo scricchiolar delle scorie e quella luce orribilmente vermiglia,<br />
che, dalle bocche ardenli emanandosi,<br />
Rorapca la notte e la rendea piu truce*<br />
Meraviglialo cosi , per contemplare piu da presso que'fenomeni na-<br />
turali, mi diressi al Fosso della Yetrana, e brancicone, su per le<br />
scorie e caldi macigni della non bene spenla lava del di innanzi, mi<br />
avvicinai all'ardente liquido , il quale placidamente scorrea; puzzo<br />
e rumor non dava, tranue il cigolio delle scorie ; gli acidi solforoso,
28 THE PASSEGGIATE<br />
cloroidrico e simili , che offcndon 1'olfatto e'l respiro, solili a sri-<br />
Jupparsi nelle altre eruzioni vesuviane, in questa non apparvero, almeno<br />
nel sito ove m' era. La fluidita della lava, il nessun suo odore<br />
e la placidezza onde sgorgava, richiamaron lamia attenzione; poi-<br />
che non mai ho visto tali tre feoomeni cosl uniti nelle altre eruzio-<br />
ni, che dal 1840 fin oggi per raia istruzione mi e piaciuto oaservar<br />
da vieino. E mentre mi flssavo su tali cose, ecco il torrente ingros-<br />
sare, il calorico raggwnte a quella distanza mi si rendeva insoffri-<br />
bile, e la temperature sotto a' miei pie accres'oevasi ; talche da que-<br />
gli screpoli parveroi quasi uscisser le parole del Venosino , Incedis<br />
per ignes suppositos cineri doloso. Allor mi scossi: un brivido mi<br />
assalse tutte le fibre , onde rapido mi trassi da quel luogo periglio-<br />
so , e non indarno. Iroperocehe , dilungatomi appena un dieci<br />
passi, mi volsi indietro e vidi , cheov'io roi stava, elevavasi un<br />
cono di fumo bianco ognor piit crescente e Otto; nel cui fondo ap-<br />
parve una luce pur bianea, quasi fosforica , che del pari crescente<br />
degenero.tanlosto in rivo di fuoco. Questo dipartivasi dal gran tor-<br />
rente, di gia gonOo , e facevasi strada di sotlo le scorie da me cal-<br />
cate : tal rivo, pel pendio.che guarda il cennato Osservatorio, scor-<br />
rea rapido anzi che no, e mi piacque non poco considerarlo. Innu-<br />
merevoli pipistrelli mi sorvolavano intorno, e sulla lava; ed in que-<br />
sta qualcuno, siavi attratto, siavi spontaneamente di molto appres-<br />
sato, ne rimase spento. Meco era il cortese, il giovialissirao signor<br />
Bullot, che col suo schioppo tiro a dug di tali chirotteri, e gli ucci-<br />
se. lo li raccolsi, e vidi die Kunoerail molosso del.Cestoni (Dyso-<br />
pes Cestonii, Bonap.) (1;, 1'altro 1'orecchiardo manciuolo (Plecotus<br />
Jtrevimanus , Bonap. ). E rileva , che quesle atre figliuole di Me-<br />
neo raoslravansi piii concitate dell' ordinario , ma in tutto serba-<br />
(1) Questo mammifero alato fu discoverto nel 1825 in Pisa dal prof.Savi; prima di tale<br />
scoverta, credevasi slraniero all'Europa. Poscia fu rinvenuto in Romagna dal ch. Bona-<br />
parte, ed io Tho raccolto nel Sannio e sul Vesuvio, e forse vive in altre contrade del Na~<br />
politano.
AL VESL'VIO 29<br />
vano il loro andamento, che COD tintc raflaellesche dal cantor di<br />
Bassville fu espresso :<br />
Ir le vedi c redire, e far carole<br />
Sul capo al viandanle e sopra al lago,<br />
Finche non riede a saettarle il sole.<br />
Nella contcmplazione di si svariate e brillanti scene deH'impO"<br />
nente teatro della Natara, il tempo trascorse , e le stelle nel firraa-<br />
mento a poco a poco rendevansi languide e sparivano. Gift 1'alba<br />
colle resale dita schiudeva il giorno, e tutto cio che prima era con-<br />
fuso ID un caosse oscuro cominciavasi a rischiarare , ed ogni ente<br />
terreno, quasi chiamato a novella esistenza, sviluppavasi dalla roassa<br />
comune e prendeva la sua forma. Innumerevoli uccelli , di loutano<br />
garrendo, salutavano gli albori. Intanto il giorno<br />
maestoso e solenna<br />
si avanzava ed empiva di il magniflcenza create : la luce rischiara-<br />
va i campi e'l cielo , e , gittando di se 1'asci immensi su' liquid!<br />
piani del mare, li rendeva specchi abbaglianti , mentre il sole colla<br />
sua faccia tremola ed amabile, sollevandosi a grado agradoapparia,<br />
ed iadorava le ridenti vetle di Posillipo.<br />
Racquistate le cose, merce la luce solare, forma e colore , allor<br />
mi diedi ad invesligare i mineral! della novella lava , ed a notar le<br />
iofluenze vulcanic-lie su gli esseri organizzati , fissando 1'attenzione<br />
soprattutto sulla generazione di rruove piante dopo i vasti incendii,<br />
sull' uidium Tuheri , e sugl'insetti. E sicconae sussecutivamente ho<br />
riptHuto siffatte ricerche per altre due volte , di cui quella di 1'al-<br />
tr'ieri fu 1' ultima, cosi , rannodandole e foudendole in una , le<br />
presented con ordine. Comincer6 adunque da* mineral , passer6<br />
poscia avegetabili , indi agli animali, in fine m'intratterro alquanto<br />
sull' Osservalorio meteorologico vesuviano, perche e una delle tante<br />
opere mirabili e solenni che gloriosamenle onoreranno in eterno la<br />
memoria del provvido e sapieote noslro SOVRANO.
30 TBE PASSEGGUTE<br />
CAPO II.<br />
MINERALI.<br />
Percorrendo il gran dorso del Vesuvio , raolte e svariate per<br />
forma e grandezza osservavansi le fenditure, donde di recente erup-<br />
pe la gran lava. Di esse alcune mostravansi nude , aKre involle di<br />
scorie,e quale era spentae quale dava lampi di vita, poiche tuttavia<br />
erompea lavae materie aeriformi: se ne scontravano intorno a quin-<br />
dici , ma cinque erano piu notevoli , di cui teste sopra feci par-<br />
ticolare menzione. Ed anzi tutto quella al cono Cutrello spiccava<br />
per la gran copia di sal comune , di che era soprasparsa ; 1' altra<br />
rairavasi tra occidente e settentrione poco su 1' Atrio del Gavallo ;<br />
la terza giacea sul lato occidentale del cono; la quarta poco di sopra<br />
al Piano delle Ginestre offriva due aperture; la quinta in finevede-<br />
vasi verso illato settentrionale del suddetto cono. Tutte piu o meno<br />
sgorgavan lave, e queste commiste insieme e fuse, formavano i due<br />
suddescrilti grandi torrenti infocati : 1' uno di essi traeva origine<br />
dalle fenditure settentrionali del ripetuto cono, di color rosso fosco<br />
irrompea nell'Atrio delCavallo,lo colmava dalle falde dellaPunta del<br />
Nasone fin quasi alia Crocella.vi scorreva.direi, subdolamente sotto<br />
le scorie , perche permettea su queste passeggiare , e poi ribollendo<br />
versavasi nel Fosso della Vetrana e di Faraone. Quivi giunta , ser-<br />
bava ancoraquell'andar sub^olo, poiche , come accennai poc'anzi,<br />
un rivo di tal torrente infiltravasi tra le scorie da me calcate con<br />
grande mio rischio. L'altro torrente sboccava dalle aperture a pie<br />
del cono tra raezzodi ed occidente , attraversava la vecchia via da<br />
Resina all'Eremo, e buttavasi nel Fosso grande. L' orrorosa vallea<br />
di questo ne e riraasa colma, e con essa sepolti i ricchi depositi di<br />
calcaree raagnesifere, matrici dell'idocrasia , della sodalite, del<br />
granato e di altri mineral!, onde traeva profitto la scienza e 11 lusso.<br />
Ma non pertanlo giova sperare , che le novelle lave sien sorgenti
AL VESCVIO 31<br />
di tesori di gran lunga superior! a quelli tesl& rapiti. Ease presso<br />
alia loro sorgente erao omogenee, pastose, Glanti, chiuse, ma a misu-<br />
ra che se ne discostavano, rendevansi sptignose, concamerate, in fi-<br />
Ee addivenivano scoriacee. E per6 quelle lave , che piii lentamente<br />
si affreddarono, raostravansi piii compatte, forse perche 1'attrazio-<br />
ne molfcolare non fu interrotta dalla rapida dispersione del ca-<br />
lorico. I prodotti di cotali emanazioni vulcaniche erauo varii ed ab-<br />
bondevoli: di fatli sparsamente osservavansi sal comune, cloruri e<br />
solfati di rame, ferro oligisto , e, nelle lave, cristalli di leucite, di<br />
pirossene, tenorite , cotunnia ed altri minerali, che si avverarono<br />
nella eruzione del 1855. Nel di 30 maggio la bocca de' 19 dicem-<br />
bre 1855 versd sabbia nera commista a cloruri e solfati di ferro e<br />
di allumina ,<br />
ed a grossi cristalli di leucite. Molte delle accennate<br />
fenditure emanavan sostanze aeriformi ; e quali sperdevansi nel-<br />
1'atraosfera, e quali restavan li presso , code eran surte. RHeva<br />
che il couo dalla fenditura al suo pie non dava piu furao , ma molto<br />
ne cacciava dalle duebocche superiori; inoltre in queste ed in quella<br />
le sublimazioni di solfato di potassa e di combinazioni plumbee e<br />
rameiche eran simili.Quindi par che una ne era la sorgente, ed eravi<br />
comunicazione tra loro. Se ci6 fosse, come e assai probabile, age-<br />
volmente si spiegherebbe, perchfc il fumo in disaraina esciva solo dal-<br />
1' aperture superne; le quali formavano i fumajuoli di quella, nella<br />
stessa guisa che in un camino il fuoco acceso manda il fumo non dal<br />
focolare, si bene dalla ciminiera. E merce siffalte sublimazioni presso<br />
alle fenditure suddette le scorie a preferenza miravansi involte di<br />
fiorilure e croste gialle, che, tranne il cloruro ferrico che e delique-<br />
scente , eran falte di sostanze insolubili nell' acqua ; e per6 con a-<br />
nalisi chimiche ben ponderate se ne scovriva la natura. Di fatti tali<br />
sublimazioni presentavano ossido di rame , solfato di potassa , clo-<br />
ruri di rame e di piombo. Inoltre sulla lava rappresa del Fosso gran-<br />
de in luoghi sinuosi scontrai alcun che di cloruro ammonico : in<br />
tai dintorni vedevansi piante crocifere; onde dalla loro decompo-<br />
sizione e sviluppo d'azoto e d'idrogene forse surse quel sale. lu-
32 TUB PASSEGGIATE<br />
oltre le lave fluenti, col fumo, che svolvevano, non davati puntoodore<br />
d'acidocloroidrico. Intanto tal fumo,raccolto e con appropriato appa-<br />
recchio reso liquido , presentava cloruri alcalini. E notisi , che in<br />
genere i fumajuoli inquestaa fronte di que'd'altreeruzioni<br />
sono stati<br />
scarsi e di breve durata. Alcuni di essi, ove le lave erano rapprese,<br />
emanavario un po'di acido solforoso, e lieve odor d'i-Jrogene solforato<br />
spiccavasi da' fumajuoli occidentali. In One ben lungi dalla sorgente<br />
su la lava indurita accosto a' punti tuttavia furm'ganti svolvevasi<br />
1' acido carbonico; esso discovrivasi merce 1'acqua di calce posta<br />
11 vicino in yaso di vetro, e le sottili croste in essa formate , fer-<br />
veano cogli acidi. In genere e a dirsi , in questa eruzione scarsissi-<br />
mo e stato lo sviluppo di gassi, e la lava fluiva si placida e tran-<br />
quilla da semfirar raetallo fuso che sgorghi da gran crogiuolo.<br />
CAPO III.<br />
VEGETABILI.<br />
II fuoco vulcanico, pari ad ogni altro fuoco, divora , consume, e<br />
fa dileguare ogni traccia di organizzazione e di vita , ovunque ha<br />
impero; ma la Mano Creatrice , che trasse dal nulla 1'Universo e<br />
tulto regge e governa , fe si che , raentre la vampa edace uccide e<br />
scompone gli esseri organizzati , non vale a distruggere gli elemen-<br />
li, onde quelli possan riprodursi , nutrirsi e ricomparire<br />
sul tealro<br />
del mondo. Quindi sul Vesuvio diverse criptogame , distrutte dal<br />
torrente infocato , appariscono di nuovo su quelle abbrouzate la-<br />
ve ; lo slereocaulon vesuvianwn , il mnium hygrotnetricum ed al-<br />
trettali ne danno ineluttabile prova. E quest'ultimo pur fu visto sor-<br />
gere in ciuffetti rigogliosi ne' crepacci de' fumajuoli umidi e caldi ;<br />
per modo che iltermomelro visegnava f 75 R. (l).Tali criptogame<br />
(1) O.G. COSTA, Alii della R.Accademia delle Sf/Vfl.Tol.IV E qui e a notare,che<br />
nel calorico vesuviano vi e forse altro imponderabile.che, mentre modilica ed arresta fino<br />
ad u a certo punlo 1'azione struggitrire e dissolvenlc di quello, difende la vita, Di fatti, a
At fESOVIO 33<br />
hanno stanza sul Vest) vio, vi periscono e rinascono. Qucsta loro rigene-<br />
razione sorprende, e vero;ma!a maraviglia cresce.osservando, die,<br />
dopo violente eruzioni,in quelle contrade vulcaniche sorgon piante,<br />
che vivono in lontane regioni.eper naturanonpotrebbero allignarvi.<br />
Cosi la medicago marina, che e propria delle arene bagnate dal ma-<br />
re, vi si vede germogliare : del pari vi vegeta Yadianthum odorwn,<br />
che, secco, odora di vainiglia : esso e raro nel nostro regno, poichfe<br />
non esiste,come attesta il professor Tenore.che sul Gargano (1). E-<br />
gualmente or vi si scontra, la presso all'Eremo, qualche pianta del-<br />
1'amaranto aspighe verdi, tipico (amaranlhus chlorostachys, Lafr.),<br />
il quale, sccondo assicura il lodato professor Tenore, non cresce cho<br />
ne'campi coltivali di Puglia(2).Di fatti non prima di queste ultimo<br />
mie escursioni cola ne ho rinvenuto e semi e piante; ne fu piu fe-<br />
lice il sig. Pasquali, giacche nella sua Flora Vesuviana non ne fa<br />
motto (3).Tal amaranlo richiam6 la mia attenzione,che esso omai<br />
e ovvio nelle contrade del Sannio presso al Frento, mentre priraa<br />
del 1785 non esisteva punto. In quell' anno vi fu grande eruzione<br />
vesuviana con ptno, ed effondimento di cenere per quasi tutto il Re-<br />
gno ; tal cenere copiosamente<br />
calde nel territorio sannitico mas-<br />
sime ne'campi frentani , e dopo siffatta piova cinerea apparve il<br />
ripetuto amaranlo , ne e piu scomparso. Questo fatto , degno di<br />
nota , e regislrato nella Flora Frenlana di mio padre , opera<br />
tuttora inedita , ma che di breve daro in luce. Donde il Vesuvio<br />
nel 1785 attinse i semi di cotal pianta , e rimescolandoli colla sua<br />
cenere gli sparpagli6 nel Sannio? ed in quest' anno , onde ha ri-<br />
preso quei semi e gli ha riversati sul suo dorso? Quale attrazio-<br />
dati eguali,il cennato mnium preso e posto alia stessa umidita e temperatura dif 77 R.pres-<br />
soadunfuocodi vegetabili,resta abbrustolito.Del pari il dromius quadrillumv^yi gradi<br />
K. sotto le scorie vesuviane vive ilare e vispo, mentre a tal temperatura non regge e mnore<br />
tosto, se e messo in una boccia aperta, da potervi giocar 1'aria, appresso ad un fuoco di<br />
vegetabili.<br />
(1) Ragguag. di alcune pcregrinaz. ec. Nap. 1832.<br />
(2) Flora napoliiana.<br />
(3) V. Eserc. Accad. degli Aspir. Nat.. Vol. II. Part. II.<br />
3
34 THE PASSFGPIATE<br />
ne ha pe' semi ? Queste tre dimande emergon da'suddelti fatti, e<br />
sc ne attende risposta. E inollre risaputo, che dopo grand! incen-<br />
dii sorgon nuove piante > di cui la gcnerazione e problematjca.<br />
JBtirdac ne parla diffusamente , esprimendosi : Molte osservazio-<br />
ni si raggruppano per istabilire, che dopo vasli inceiidii apparisco-<br />
no innumerevoli vegetabili , che per<br />
lo innanzi non esistevano in<br />
quelle contrade (1). Di falti dopo i considerevoli inceuclii, in Lon-<br />
dra surse Yerysimum lalifolium (2); in Koenysberg il blilum capi-<br />
tatum (3); in Copenaghen il senecio yiscosus(k); nell' America set-<br />
tentrionale nacquero i pioppi,ove si bruciarono i pini (5),e sirnili.<br />
II sullodato professore di Koenysberg ravvicina la generazione di<br />
tali piante a quella degl'infusorii, e la fa dipendere dal concorso<br />
de'qualtro elemenli aristotelici, che, per quantita sito ed allre cir-<br />
costanze peculiari, svariano i loro effetti; e per6 egli dice, che i<br />
prodotti<br />
della combustione variano secondo la natura del suolo e<br />
delle sostanze combustibili sparse sulla sua supcrflcie, dando luogo<br />
allo sviluppo di piante different]' (6). Tale spiegazione di un feno-<br />
meno si importante e molto ingegnosa, ma non cessa di esser gra-<br />
tuita, e pero soggetta a non poche osservazioni. Intanto, senza ve-<br />
nire a queste, trovo una spiegazione ne' falti stessi, come di breve<br />
si vedra. Quindi, riteriendo questi e lasciando quella , emerge in-<br />
contrastabilmente, che dopo le grandi couflagrazioni, siano vulca-<br />
niche, siano di vegetabili, sorgon piante che prima non esistevano<br />
in que'contorni.<br />
Oidium Tuekeri, Bak. Nella eruzione vesuviana del 1855 vi-<br />
dero altri (7) , e vidi anch' io, che le viti infette da tal criptogama<br />
(1) fhysiol. Cap. II. Heterogfoie protttmatique, pag. M.<br />
(2) MomrEK in TRE^IR^NVS, Biologia, Tom. II. pag. 363.<br />
(3) BURDM, 1. c.<br />
(8) FBORIEP, Notixen, Tom. V, pag. 53.<br />
(4) FRANKLIN in FRORIEP, o. c. Tom. VII. p. 193.<br />
(6) O. c 1. c.<br />
(7) E proficuo Irascriver qui le seguenti parole della sullodala Commessiouc : La<br />
vile ebbe da prima i pampini macchiati ed arsi dagli acidi : non i grappoletti che si
nelle adjncenze del Yesuvio, tocche da' vopori di quella cotifl.igra-<br />
zimir, nc trasscro ginvamcnto<br />
55<br />
; poiche in esse colal merbo si sof-<br />
ferm6, si tacque, ed alcune piii esposte a siffalto ogente guarirono<br />
del tutto ; nella eruzione del corrente anno si e verificato altrettan-<br />
to. Ma questo benefico effetto del fumo vesuviano e rimasto ccclis-<br />
sato, anzi, direi, dislrutto dall'acqua, che, nelle alte regioni almo-<br />
sferiche impregnata de'gassi, ma&ime solforoso e cloroidrico, svolU<br />
in tali eruzioni, cade in pioggia caustica su' vegetabili e li brucia.<br />
Chi per6 ben esamina le cose, tosto distingue gli effetli del fumo e<br />
dell'acqua di cui si parla; quello difende e guarisce le viti, questa<br />
le distrugge; di fatli tutte le viti piu esposte al fumo, ed andate<br />
immuni dalla caustica pioggia, mostransi guarite e rigogliose. Or<br />
s'interroga, e gius.tamente<br />
: siffatte emanazioni vulcaniche come<br />
agiscono nel debellar cotal morbo? Finche , rispondo,<br />
la natura di<br />
questo e problematical , non si potra dare tiua plausibile spiegazio-<br />
ne dell'azione di quelle. Consi.di-ranilo pero, cbe esso da diversi anni<br />
si e difl'ibo gradatamente per tutti i vigncti d'Europa e li desola<br />
annichilendone e corrompendone tosto foglie e frutta , ed attacca<br />
altresi tutte le piante contigue alle viti infette (1), pare che sia d'in-<br />
dole contagiosa e dissolutiva. Ma la criptogama, onde tal malattia<br />
s'appalesa, e cagione od effetto? I Naluralisti su cio, come e noto,<br />
trovarono in fiore , ma quelli, che gia erana sfioriti, crebbero verdi e netti dalla terribile<br />
critt 'gama, scbbene alia tine di 1' luglio oidium non manc6 anch'esso ad affacciarsi.<br />
Mem.cit. suWinccn. Vesuv. p. 123. Se V oidium comparve alia fine di luglio 1835,<br />
allora era cessata la lava vesuviana, e pero il fumo, non piu emanandosi su le viti presso<br />
all' Osservatorio, il morbo riprendevai suoi diritti su queste.E qui e proficuo notare rhe<br />
it fumo vesuviano nel 1855 ed hi quest'anno 1858 non era di soli vapori aquei'ed acidi,<br />
come all'ordinario, bensi veniva frammisto a moltissimo fumo vegetabile, mercele innu-<br />
merevoli piante , che inceneriva la lava.<br />
(1) Ho visto costantemente. che VoidiumTufkerisi diffonde dalle viti infclte alle piante<br />
contigue , ma quelle che piu ne riseiitono il tristo effelto souo: il persico (amygdalus<br />
persica, L. il<br />
), melo<br />
(pyrus ma/as, il L.), cotogno (pyrus cydonia, L.) f il convolvolo<br />
(convolvulus septum, L. ), il pomidoro (solatium lycopersicum, L. ),<br />
e simili. So che<br />
molti<br />
Criptogamisti credono rhe 1' oidio della vitc non possa diffondcrsi a piante di di-<br />
verso genere: rispetto lealtrui opinion! , ma dalle mie osservazioni microscopiche com-<br />
parative , che su cio di breve daro in luce, risultera a pieno, che 1* oidio in disamina<br />
non solo passa dalla vite alle mentovate piaute, ma bensi a molte altre ancora.
THE PASSEGGIATE<br />
non son d'accordo; poiche chi e per questo, chi per quell' avviso.<br />
lo, scnza abbracciar alcuna opinione, espo/ro solo le mie osscrva-<br />
zioni cd alcuni fatti d'analogia su tal proposilo. Quando la vile<br />
6 invasa dalla ripeltita criptogama , foglie, serraenti, flori, frulti,<br />
di che e adorna , rendunsi luridi e vizzi; 1'uva per6 precocemente<br />
matura , ed acquista un sapore spiccatamente zuccherino; la sapa<br />
eil vino falti con tal uva son piii dolci di quelli provenienti d.ill'uva<br />
sana della stessa specie. Pere e mele guaste dal vermicello, larva di<br />
tortrice (carpocapsa pomonana, Treil. ), s'avvizzisconoe malurano<br />
anzi tempo , e son piii dolci delle frutle sane dello slesso albero.<br />
Alcuni aGdi irivadono le piante leguminose , e sopraltutto la fava ;<br />
di questa e foglia e stelo smagriscono, e s' involvono di piccole escre-<br />
scenze, che segregano una sostanza zuccherina, alimento alle larve<br />
de'suddetli emilleri. Inoltre alcune tentredini depongono le uova<br />
nelle nascenli prugne, che poi crescon mostruose e deformi, e per<br />
una bizzarra somiglianza al bue sono denominate vaccarelle dal vol-<br />
go, e dall' Alighieri appellansi bozzacchioni (1). E notisi , che tal<br />
frutto cosi tralignato e dolciastro , mentre contemporaneamen-<br />
te la prugna acerba dello stesso albero e acida e lazza. Natura<br />
provvida forse addolci quello, perche la larva di tal imenollere sen<br />
cibasse , e fosse alimento analogo alia sua struttura ; come gli al-<br />
tri animali, che per lo piii nella loro infanzia ban d' uopo di ci-<br />
Li zuccherini. Ed ecco gli effetti degli afidi, delle tortrfci, e delle<br />
tentredini sulla fava e sulle frutta indicate son molto analoghia quo'<br />
delle viti invase dalla ripetuta criptogama. D'altronde Pacaro (aca-<br />
'wse#Mfcmws,Lw.)desta le pustole psoriche; dalla penetrativa (pit-<br />
lex penetrans, Lin.} vien cagionata la tigna delle ugne (2); diverse<br />
specie di cinipi producon le svariale galle; un gorgoglioue (gymnae-<br />
iron antirrhini ) suscita un rigonfiamento quasi cordiforme nel<br />
caule fa]Y antirrhinum purpureum (3); altro gorgoglione (mecinus<br />
(t)<br />
Ma la pioggia conlinua convcrle<br />
lu bozzacchioni le susinc vcre.<br />
(2) Josnpu FRANK, Pra.reot univ, med. praec. de tinea ung. cans.<br />
(3) Quesla galla , prodotta da cotal curculionite, non c nolato da chicchessia, altneno
AL VF.SUVK) 37<br />
circulates, Mars. ) cagiona i bitorzoli sul tronco e rami del!' olivo.<br />
Da questi fatti emerge che per puntura d'insetli e deposito delle<br />
loro uova si negli animali e si ne' vegetabili sorgono escrescenze co-<br />
stanti ed invariabili. Inoltre alcune criptogame appajono ove lan-<br />
gue la vita , e 1'organizzazione espresso ascomporsi; cosl piaghe<br />
cd ulceri neglette d v<br />
uom vivente sono spesso invase da muffa ver-<br />
de (1) : io ia vidi aggredire e gambee piedi<br />
d'uomo affetto da can-<br />
greiia secca ; e la vidi altresi sull'addome d'un longtcorne (dorca-<br />
dion fuliginalor, Caslel. ) posto in una boccia : del pari diversi fun-<br />
ghi nascon sopra alberi viventi ; cosl degli agarici, il quercino e il<br />
botulino (a. quercinus, a. belulinus, Lin.) di frequente veggonsi<br />
sulla quercia e sulla betula; cosi de'boleli Yigniarius sorge e ve*<br />
geta sul pero , e'l ver&icolor su' tronchi annosi di diversi alberi; al-<br />
trettanto e a dirsi dell' hydnum parasiticum e simili. E qui<br />
non sara<br />
frustraneo notare, come a pieno si sa dagli entomologhi, che tutli<br />
gl'indicati funghi hanno i Loro costanti entorai, che non determine<br />
per non Iroppo dipartirmi dal inia proposilo; e per6 toli insetli<br />
producon que' kinghi, ovver ne son prodotli? Se argutamente s'in-<br />
lerpogasse la natura, si scorgerebbe forse, che molte di siffatte crip-<br />
togarae nascono non gia, come dicesi, da decora posizione e da spori<br />
o gongili, i bene vanteranno una origine non dissimile a quella delle<br />
gnlle, e forse non dissimile anco sara. 1' origine<br />
deH'oidiMm Tuckeri.<br />
D\ fatti negli anni trascorsi ripeteroho i Giornali essersi gia sco-<br />
^erto che alcuni emilteri de'generi tettigoni e psille eran quelli, che<br />
producevan la ripetuta<br />
irifermita della vite. Test6 si & notato che<br />
gli afidi, gia di genere affine a'mentovati insetti, aggredendo le<br />
piante leguminose,<br />
le rendon vizze e destan\ i escrescenze e secre-<br />
zioni zuccherine, e siccome tali fenomeni son simili a qnelli del ri-<br />
detto oidio, cosl sara probabile che questo sia del pari prodolto da<br />
entomi. Su cio non ho osservazioni dirette; e circa un lustro che intra-<br />
pcr quel die mi sappia , e pero altrovc nc diro i particolari. Qui solo acceaao il generc<br />
dcll'insetto, e la pianla uve alberga.<br />
(1) BURUAC, o. c Cap. II. Heterog, limit.
38 THE PASSEGGIATR<br />
|jrcsi una serie d'investigazioni di tal nalura, e forse avrcbbero me-<br />
nalo a laudevole scopo, ma furono interrolte da cagioni, che e bello<br />
tacere. lotanlo non sura stato superfluo d'aver in ci6 addotto al-<br />
cuni argomenti di analugia, che nella storia naturale soltunlo apron<br />
la via allo scoprimento del vero. Laonde da questi stessi argomenti<br />
risullache Yoidium Tuckeri debba ritenersi come effetlo di morbo<br />
conlagicso e dissolulivo , restando tuttavia problematico, se pro-<br />
venga da insetli. Ci6 premesso, vuolsi conoscere, come le emana-<br />
zioni vulcaniche valgono a debellar tal morbo, se in forza del calo-<br />
rico, o degli acitli, o del fumo, lor precipui element). Per darne<br />
una spiegazione uopo 6 passarli in disamina.<br />
L'oidium Tuckeri , aH'origine al corso e'd al One , come si c vi-<br />
sto di sopra, rnos'ra grande analogia colle fcbbri pestilenziali dell'uo-<br />
mo; e forse tali iufermita non sono di natura dissimile, benche ap-<br />
partenenti a specie differentis^ime. E peio giusto<br />
e il tenere che i<br />
rimedii per le une siano pur valevoli per le altre. Quindi m'in-<br />
combe 1'obbligo d' esaminar siffalti espedienli,<br />
e anzi tutto dir6 del<br />
Fuoco. In ogni tempo si e riposta la cagione delle pestilenze nel-<br />
1'aria, onde si e cercata con isvariati mczzi di rettilicarla. A (anto<br />
scopo Ippocrateedaltriproficuamente adopraronoil fuoco nella peste<br />
d'Atene (1) ; con egual successoin simili rincontri si uso posterior-<br />
(1) La cagione, che allora sospinse Ippocrale a medicar gli Ateniesi, e memoranda, e<br />
dovrcbbe esser d' esempio a coloro, che vantano amore alia lor patria; poiche in questo<br />
ci voglion fattie non parole. Nel secolo di Periclc, verso gli anni 404 avanti G. C.<br />
nelle rontrade di oriente fuvvi orrihil guerra, che si tacque per poco, afrinche acquislasse<br />
piii forza; talche , rinnovellate le ostilita nell' Attica , sangue cittadino ingrassavane le<br />
glebe ; disagi, penuria e. fame, atroci figli dell* esecrabil nimisla , i spiegarono loro artigli<br />
di morte, onde in Atene. si accese la<br />
peste, che divampo in Egitlo, in Libia ed in Per-<br />
sia. Quivi allora il re Artaserse, per soccorrere i suoi sudditi, mietuti da tal morbo, invito<br />
in Coo il divin Vecchio, offrendogli sommi onori e ricchezze; ma quegli dignilosamente<br />
tulto ricuso dicendo, che era suo dovere medicare, non gia i nemici, si bcne i suoi cittadi-<br />
ni;e pero abncgando se stesso si slanrio in Atene , ove opro prodigii coll'arte sua divina.<br />
(Tnucro. de bello peloponensi, PLUTARCH. De Iside et Oj//-///e.).iVlerilan qui csser tra-<br />
gcritle le parole di Barlh61emy, che ripele cosi 1al falto mcmorando : il ( Arlaserse) fit<br />
vainement briller a ses ycux 1' eclat de 1'or et dcs dignil^s; le grand Hommc repondit<br />
uu grand Roi qu'l n* avail ni besoins ni desirs, ct qu'il se devait aux Grecs plutbt, qu'a
AL VKSLVIO 30<br />
mente , ed assicurasi altrcsi die allontana le febbri conlagiose (1) c<br />
previerie il lifo (2); ma per6 non mancano esempii, che mostrano la<br />
sun inulilita ; di falti nella pesle di Marsiglia , qual<br />
Papon e Lernct, il fuoco per tre di acce&o in quelle<br />
si atlcsta da<br />
strade vi accrcb-<br />
be la moria (3). Or se il fuoco, secondo le leggi fisiche, non giovd<br />
che rinnovellando I' aria col rarefarla, e se questa cosl rinnovata non<br />
sompre frena e sgombra i motbi contagiosi, ne segue che i medesimi<br />
debbon trarre origine da tult' altra cagioue che dalf aria infelta ;<br />
poiche se cosl non fosse, a dale cause dovrebbero seguir semprc<br />
gli stessi effetti. Altrettanto e a dirsi inlopno aH'oidio; poiche que-<br />
sto ne'colli aprichi e nella piu calda ed asciulta stagione estiva si e<br />
visto aggredire rigogliosi vigneli forse con egual ferocia come ne'<br />
luoghi umidi e settenlrion.-ili. Inoltre il calorico o raggiante svolto<br />
dal fuoco, o combinato all'acqua, npport6 grave danno alle viti; 1'uno<br />
avvizziva pampjniegrappi, I'allro neaccrescea la dissoluiioneorgani-<br />
caj poiche la criptogama s'ingig.mtia e tultodistruggea. Fra gli altri<br />
slraninmediicontroa cotalmorbosi annoverapurquesto,.eil vMipra-<br />
ticare col risultato suddetto. D'altronde se mai 1' oidio vcnisse pro-<br />
dottoda inselli, il fuoco varrtbbe a distruggerli, applicato per6 non<br />
gia a grandi distanze beosi a contalto immediate o mediato , ma<br />
in questo modo le viti ne avrebbero gran nocuraento , come dissi ,<br />
puidie e risaputo che iJ corpo ignito presso a' veg^tabili col suo ca-<br />
lorico li penetra, disorganizza e brucia. Quindi , se le viti inferme<br />
d' oidio solto le influeuze vesuviane si son risanate,<br />
no ricevuto da tutt'altro che dal fuoco.<br />
il rimedio 1'han-<br />
Acidi. Nello stesso intcnto di correggere odrpurar 1'aria da tempi<br />
rimoti&simi sono stati usati i vapow acidi. Di fatti Ulisse, distrulti<br />
i Proci, per disinfettar la sua reggia chiese alia vecchia Euclea zolfo<br />
leurs enncmis ...pour purifier Pair, il fit allumer des fcux daas !cs rues d'Athcnes . Vo-<br />
yagf de jcunc Anacharsis cnGrece, Paris 1832. Siecle de Pbrides. Sect. 111. p. 130.<br />
(1) JOSEPH FSJXK, o. c.ik Pcste, euro, LV.<br />
(2) LIKD, su le J?eb. e su le Infez. pag 1(57.<br />
(3) Visseel. di risposla alia dimanda sulia natura del/a Peslc ec.
40 THE PASS EGG UTR<br />
c fuoco, dicendo:<br />
Qias Sis/02;, 7-p^t, xaxw axos, olo-e 51<br />
Poscia I'lppocrate olandese per rettiflcar 1'aria commenda i suffu-<br />
inigii degli acidi, nitrico, muriatico ed acetico ; imperocche cosi si<br />
csprime : Ab aere acri putrefaciente ; hunc emendando accenso ni-<br />
tro, pulvere pyrio, vapore aceli, sale prunis insperso (2). Indi Guy-<br />
ton-Morveau e Smith si usurparono il vanto di tale scoverla (3), ed<br />
oggidl siffatti agenti chimici sono in uso da per tutto. Per6 gli aci-<br />
di", massime solforoso e cloroidrico, che pur di continue ed in copia<br />
svolve il Vesuvio, offendono i polmoni,<br />
se nelP usarli non si ha cou-<br />
venevole precauzione ; offendono allresi i vegetabili coll' alterarne<br />
colore ed organismo ; soprattutlo li bruciano quando , coramisti a'<br />
vapori acquosi dell' aria, discendono in rugiada od in pioggia su di<br />
cssi. Quindi , le viti inferme del male in disamina, daglt<br />
acidi non<br />
ritraggono alcun giovamento.<br />
Famo. Questo usasi del pari da tempi remotissimi per corregger<br />
1'aria inquinata, e pero nelle stanze, ove son malati di morbo epi-<br />
demico o contagioso , bruciansi zucchero , resine, erbe aromatiche<br />
e simili , per elevarne il fumo , che vale ad involvere , nascondere<br />
ed anco distruggere que' principii , che infettan 1'aria istessa , e cosi<br />
AL VE^VIO 41<br />
Liod crede chenel fumo siavi una virlii anticonlagiosa (1); dello slesso<br />
avvrso i- G. Frank; in Lituania gli Ebrei, dice egli, di ratio vanno<br />
incontro a mail conlagiosi, pen-lie i loro tugurii sono affumigati(2).<br />
II fumo inoltre abbonda di carbone , e questo arresta il corso a di-<br />
versi morbi dissolutivi ; di fatli e proOcuo nella col&ra (3) , gio-<br />
va applicandolo sulla cangrena (4) , sulla carie (5) e sull' antra-<br />
ce (6), e preserve la came e le frutta dalla putredine (7). Laonde<br />
la criptogama in esame , acchiudendo in se un principio eviden-<br />
It-menle conlagioso e dissolutivo, dovrebbe esser domatii, come di<br />
!' I li e, dal fumo : le allrui osservazioni e mie , avvalorate da spe-<br />
rimcnti direlli e rcplicati , m' inducono a non dubitarne. Ed in-<br />
vero molti abilatori di Roseto in Gupitanata ban costume di far<br />
vistosi pergolati di aglianaco su' loro tetti ; nelle slanze' sot-<br />
lostanli per usi domestic! tuttodi accendon fuochi di legne, e fra-<br />
scbe, e pero non poco fumo si emana, che, a traverse de'fumajuoli<br />
cd embrici , passa ed ingorobra vile ed uva, e quella e questa si son<br />
viste ogni anno preservate da tal criplogama ; la quale<br />
rea strage dell' altre viti pur d' aglianaco, contigue<br />
iutanto fa-<br />
a cotali abita-<br />
zioni,ma non esposte al fumo. Altrettanto osservava 1'erudito dot-<br />
tor Palomba in Torre del Greco su molte viti rimaste illese da siffat-<br />
to ir,orbo,perche di cootinuo involle dal fumo di unforno(S). E I'a-<br />
cido carbonico , che preserva la arne dalla pulrcdine , e clic<br />
d'ordinario rade la terra , non potrebbe esser quello che di<br />
(1) O. e 1. c. pag. 168.<br />
(2)U. cl.c.<br />
(3) A. M. CJRUSI, Memoria sul morbo-colera del J837.<br />
(4) VIDAL, Path, extern, cang.<br />
(5) 6'. COOPER., Dizion. Chir.<br />
(6) ODIER, Man. di Medicina Prallca.<br />
(7) In molti paesi del regno si ba costume di porre al fumo prostiulti ed altri salami, c<br />
(|iicsli COM ben si rojiservano per lunghi anni. Ho visto altrcsl in molte case di villici,<br />
ove spesso in una stanza s'ar.cemlc il fuoco c si dorme ,<br />
1' uva le<br />
pi:rc<br />
c le melc in<br />
parle<br />
affumigate conscrvarsi fresche e bene lino al novcllo autunno. Inollrc un pezzo di came<br />
I osto ncll' acido carbonico non agevolmcnle si corrompe.<br />
v8 y Le Ut'e si possono salvare ec. Mcmoria ; p. 41.
2 TCE PASSEGGIATB<br />
fende dall' oidio in tutto o in parte le viti prostrate al suolo?<br />
Liebig gueriva le piaote inferme col porre intorno al lor pedale e<br />
su le radici la polve di carbone (1). Laonde, ammaestrato da qucsti<br />
fatti, sottoposi all'azione del fump le viti infette di cotal male, e rie<br />
vidi mirabili effelti ; poiche ne ottenni proota guarigione. Quasi<br />
egual risultato m'ebbi dalla polvere di carbone apposta sull'uva e<br />
foglie cosl inferme; forse a questo corpo, che e sostegno e vita de'<br />
vegetabili , dcbbesene la guarigione suddetya. Per lo ch", soslituen-<br />
do al &olfo il fumo, merce un facile apparecchio da me escogitato (2),<br />
vi sarebbe non poca economia ed utilita nel debellar il morbo di che<br />
e parola. Da altra parte gli antichi conservavano e maluravano al<br />
fumo il vino, come s* apprende da' naturalist! e da' poeti di qne'tem-<br />
pi ; di fatti Columella diceva : vina fumo celerius vetuslescunt ; ejus<br />
tenare praecocem maluritatcm trahunt (3) : e Tibullo cantava:<br />
Nunc mibi fumo sum veteris proferle Falernum<br />
Consulis, ... (4).<br />
(1) Principii Foadamentali deHa Chimica Agraria^<br />
(2)Le vigne in Baselice, mia palria, son portate alia latina, cioe basse e disfanli<br />
dall'altra sol quatlro palmi.Cio poslo, nel 1855 praticaii cennati esperimenti nel seguen-<br />
te tnodo. Con un lenzuolo copersi contemporaneamente quattro viti infelte d'o/aVb,poscia<br />
accesi poche frasche e<br />
stoppia<br />
in un fornelloda caffe,e, merce un tubo di cartonea foggva<br />
quasi d'Smbulo, ne raccolsi il fumo, e lo diressi tra le viti al di sotto del suddetto lon-<br />
zuolo. Ripetei tale operazione prima in ogui giorno , poscia in t>gni due o tre , finche il<br />
inorbo dileguossi. Quest' apparecchio, come ben rilevasi, fu provvisorio, a solo oggctlo di<br />
fare csperimenli. Esso p
AL VBSCVIO 43<br />
E cosl il fumo allontana i contagi dall'uomo, arresta e vince la dis-<br />
soluzione organica, e preserva da' morbi 1'uva e'l vino. Ed ecco co-<br />
me i fatli deil'antichita si ranoodano cogli odierni , e forse un di<br />
meiieranno a laudevole scopo. Quindi conchiudo le viti inferme<br />
d'oidio nolle adjacenze del Vcsuvio sottoposte a quegli eflluvii , se<br />
son guerite, tal guerigione si e ottenuta non dal calorico, non dagli<br />
acidi,<br />
si beue dal fumo.<br />
CAPO IV.<br />
INSETTI,<br />
II prof. 0. G. Costa nel 1826 sulla vetta del gran cono vesuviano<br />
sconlro varie specie vive di a/bdit,di carabicini e di brachelitri,e li<br />
i uiuinlu di la abitatori come di altri luoghi (l).Dello stesso avviso e<br />
il s-uo GglioJ'eg. A. Costa, che del pari frugando trovo su quell'alto-<br />
pianovufcanicosoIoentomiviventi(2).Frattantoingiugno<br />
del 1856 il<br />
prof.Palmieri con un suo rapporto al sig. Presidente dellalstruzione<br />
pubblica fenotoche in alcuni fumajuolideirallopianosuddelto erano<br />
innumerevoli scheletri di enlomi, e ne richiamo 1'attenzione de'na-<br />
Hic dies, anno redeunte,festus<br />
Corticem astrictam pice demovebit<br />
Amphoraefumum bibere institutes<br />
Console Tullo.<br />
Ed UvioiO : Fumea eina.<br />
Carm. lib. 111. Od. VIII.<br />
Fast. 5.<br />
(1) Fauna fesuviana, negli Alii della R. Accad. delle Scienze Vol. IV.<br />
(2) Ossen'azioni toologiche ec. nella Mem. cit. Sullo incen. yes. p.!2i. II lodato<br />
A.Costa in il maggio!855mentre Vesuvio forte erompea cola recossi piu<br />
Sale e noto, come<br />
il notai anch'io undi con lui iasieme, che tutti gl'insetli piu<br />
o meno il sfuggivano pe-<br />
nclrativo calorico dcll'ardenle lava. Egli inoltre rirordo che non solo i suddetli coteotleri t<br />
IM.I altres'i alruni tisanari vivon vispi ed ilari presso a'fumajuoli vesuviani , perche trail-<br />
ijuilli inquilini di quellc rontrade. A scanso di ogni equivoco , egli dice, non e superfluo<br />
avverlire rhe le podurelle. son quivi comparsc aon per cffelto dell* atliiale eruzione<br />
bensi son ospiti di quellc arene piu o meno anlichi, e furse per la lor picciolezza , nuu<br />
prccedentemente avvertiti. i Op. c. 1. c. p. 127*
44 TiiB PASSKGGI ATE<br />
luralisli (1).A talc anuunzio il lodalo A. Costa si reco allora sul Ve-<br />
suvio, ripete le osservazioni del Palraieri e raccolse le spoglie di 34<br />
specie diverse di eritomi , tutti pero de'dintorni di Napoli. Egli di<br />
colal fatto da spiegazione dicendo: agl'insetti, casual mente vagando<br />
persu quella cima, virinvengono una temperatura, per ragione del-<br />
Taltezza, men calda di quella che lasciano nella sottoposta pianura,<br />
attirati dal calore maggiore accorrono gli uni dopo gli altri in quells<br />
fumaruole, nellequalijinvestiti da'vaporiassai caldi, rimangono vit-<br />
lime(2). Risulta adunque da siffaltc asservazioni che gl'insetti sog-<br />
giornano sul Vesuvio come in ogni allro luogo, e solo per casualila<br />
vanno a spirare in que' fumajuoli ; n& tra essi e il vulcano deesi<br />
ammettere alcuaa relazione. Ora e osservazione popolare costan-<br />
te da tempo remotissimo, che, quando il Vesuvio e presso ad erom-<br />
pcre in cooflagrazione, sulle sue falde e sul cono accorrono innurae-<br />
revoli coccindle (coccinella 7 punclata; c. 22 punclata )<br />
e crisomele<br />
(Hnapopoli):ycrb son certo che in tal rincontro npn solo i suddelli<br />
entomi, mamolti a'tri ancor v'accorrono,, i quali\ perche sfornitide'<br />
vaghicolori metallici de'm,cntavatico/ea//ert, son,forse sfuggili .all'oc-<br />
chio del volgo. Cotal fenrfmeno, che spiccatissimo precedfe alia eni-<br />
zjone del 1855. ed a quella in atto, e fu ben notato dal Palmieri (3),<br />
viene del tulto eventuate riguardato dal Costa (i). Or le opinioni<br />
sono opf otste e il fatto e impcu'tante , ed esige che- se ne indaghi la<br />
tagione. A tanto scopo , per quel che ho potuto , mi sono inge-<br />
gnato ; e pero in questo e nel piecedente iiitfendio vesuviano del<br />
1855 ho molliplicato le ricerche di tal natura; quinJi con tutta pou-<br />
derazione ho visto e sludiulo come gl'insetti vanno ne' fumajuoli , e<br />
quali feDomeni presentano prima di rimanervi o spent! od ingojali,<br />
e spero di poter dare qualche ragione del fatto , e volger la mente<br />
dt-gli osservatori a nuovo campa d'investigazioni<br />
(1) Giornalc uffimle di Napoli 23 g'ugno 1856.<br />
; queste ripetute<br />
(2) Ossen-az. sugPinsetti che riiuengonsi morli sulle fumarolc del Vesuvio , nel<br />
(liornale il Giamb. Vico, Vol. 1. lasc. I.<br />
(3) Qsservaz. sugP insflli, ec. nel c. Giamb. Vico, vol. I. fasc. I.<br />
(4) Qsscrv. zoofog. nclla Mcmoria cit. suit' incendio vesuv. pag .125.
AL Vi-.hl.ViO 45<br />
c modiflcatc potranoo un di menare al sospirato scopo. Esporr6 in-<br />
tanto le mie osservazioni.<br />
Su 1* allopiano del cono son divers! fumajuoli, tra'quali evvcne<br />
unocuigl'insetti parchecon piu predilezione si dirignno.Ivi adunque<br />
accorrono non per volonta, ma vi sonsospinti; difalti, comestor-<br />
diti aleggianu, guatano, libransi snl'ali, poi girano, spingonsi,<br />
rinculauo, cercano sfuggire, ma Gnalmente quasi da una forza ir-<br />
rtsislibile son risospinli nell'ignivoma bocca, e quale ne e ingoja-<br />
to , e quale sull'orlo cadcne spetito. Ed iovero ivi veggonsi innu><br />
merevoli schelelri di entomi di tutti o quasi tutti gli Ordini e Fa-<br />
miglie; onde 6 inutile noverarli partitamente; per lo die accenno<br />
solo d'avervi sconlrato, tra'GoIeotteri, due cicindele, Y hybrida e<br />
la sinuala, il dromivs quadrillum, Yharpalus griseus,<br />
il malachius<br />
viridis, il dasylcs coeruleus, Yanobium oblongum, Veuchlora vitis,<br />
la celonia melallica, il rhynchilhes bacchus ec. ec. ; Ira'Dermatteri<br />
vedevasi la forpcula auricularia e la bipunclata ecc. ; tra gli Ortol-<br />
teri scorgevasi la locusla viridissima, Yaccanl/ius pellmens ecc.;<br />
tra'Nevrotteri miravasi un myrmileon ed un hemerobium non bene<br />
deGnibili; tra gli Emitteri ben ravvisavansi il phytocoris nemora-<br />
lis, il ph. slrialus, il penlatoma griseum, la cicada orni ecc. ecc.<br />
Tra gl'Imenotleri, 1' ichneumon fusorius, il crabro cephaloles, la<br />
cerceris arenaria, la bembex roslrata, la scolia interrupta,<br />
il bom-<br />
bus terreslris, Vapis mellifica ecc. ecc.; tra'Lepidotteri, la pieris<br />
brassicae, la limenilis Camilla, la nymphalis iris, la plusia gamma<br />
ecc. ; tra'Ditteri, I'asilus crabroniformis, I'usia aenea, il syr-<br />
phus mulabilis, ed altrettali. E ben s'intende che le spoglie di Go-<br />
leolteri, perche piii dure e resistenli alia pulrefazione ed al tempo,<br />
vi son in quantita maggiore di quelle degli altri Ordini d'insetti,<br />
che in genere hanno ali e scheletro delicati , e per5<br />
facili ad alto-<br />
rarsi, decomporsi e disparire. Laonde, se grimenolteri, i Ditleri,<br />
i LopWotteri e simili non si studiino, quando sono per esser inghiot-<br />
titi da' fumajuoli, o su Porlo di questi non si raccolgano , a pena vi<br />
cadon morli, veggonsi tosto abbrustolire ,<br />
alterarc in modo da non
6 TIM: PASSEGGIATB<br />
riconoscersi che con difflcolta o per nulla. Quindi clii ama Tare in-<br />
vcstiga/.ioni di cotal nalura, e d* uopo cola si rechi ed attenda, fiu-<br />
di6 gli si present! propizia I'oceasione. Ho eseguito siffatte ricerche<br />
intunio alle ore meridiane, e gl' insetti che a ci6 piii si prestarono,<br />
furono il dromio, la locusta, il mirmilione, la bembice, la scolin,<br />
Tape, il bomboja ninfale, la plusia, 1'asillo, eil sirfo summentuvati.<br />
Essi reggevano piu al vulo prima di esser morti o tranghiotliti dal<br />
vulcano; eperd m'offersero piu tempo ad osservare il loro andamento<br />
c meditare su'fenomeni suddescritti. fe preflcuo notare che presso<br />
a'fumajuoli a prima giunta sembrava che gli entomi v'accorressero<br />
da tutte parti, ma tosto m'avvidi che uel di 4 giugno v'cran diretti<br />
da orieute , e da mezzodl nel 21 di tal mese. Perlustrando inoltre<br />
il gran dorso del roonte in piu siti , rinvenni e sopra e sotto le sco-<br />
rie molti degPindicati insetti; che anzi, ne vidi diversi volare, e,<br />
quasi stanch! del loro viaggio, cadermi innanli a* piedi. E non po-<br />
trebbe essere che il Vesuvio per essi sia sfcanza non permanente,<br />
si bene transitoria? Gonverrebbe perci6 studiare se i suddetti ca-<br />
rabicini ed altri insetti , che pur di frequente 11 si trovano, vi<br />
si riproducono, ovver sonvi tratti, e non vi soggiornano ohe di pas-<br />
saggio. E d'uopo altresi, prima di lasciare quest' argornento, far<br />
qualche osservazione su pochi de' suddetti articolalL II rhynchites<br />
bacchus e la cicindela hybrida non esisloa ne'diutorni di Napoli ;<br />
poiche i solerti entomologhi sig. Costa e Beck non raai ve 1'hanno<br />
riiivenuto, ne io in tali ricerche sono stato di loro piu fortunato:<br />
colalijnsetti pero son frequentissimi in varie contrade del Sannio;<br />
1 uno rattrovasi ne' vigneti, Taltra suite rive del Frento : altrettanto<br />
sarebbe a dirsi di non pochi altri entomi. Inoltre siffalta cicindela<br />
scavasi il coviglio nella sabbia semiumida , ove verso il tramonto<br />
del sole va a rannicchiarsi. Quivi 1'ho cacciata, e.sempre o quasi<br />
sempre era in compagnia della ripetuta bembex. Questi due insetti<br />
son solitarii; or come avviene, che si uniscono, e formano contuber-<br />
nio? la cicindela va nel detto coviglio per depredar le larve della<br />
bembex, ovvero questa vi e tratta dall'odor di rosa che da quella
AL, VBstVIO 47<br />
emano? v'e simpatia tra loro, come tra la cornacchia e'l Colombo,<br />
che convivono insieme sulle dirute torri ? Comunque sia, egli 6 certo<br />
che trovansi riuniti : come riuniti per lo piii convivono la cerceris<br />
arenaria e'l dromius quadrillum: sarebbe intanto curioso ed im-<br />
portante studiare ed indagare la causa di cotal eterogenea societa.<br />
Ma, lasciando questa digressione e tornando al proposito, per quale<br />
scopo tali quattro insetti innormalmente tra loro socievoii da Ion-<br />
lane contrade rauovono o vanno pur riuniti ne' fumajuoli vesuviani?<br />
per quale scopo altresl vi si recano tanti altri inselti svariati e dis-<br />
simili per natura e costumi? Ivi non sono foglie, Oori, frutti, legno,<br />
carni, e simili, in modo che ciascuno vi trovasse 1'alimento analogo<br />
alia sua natura : non evvi<br />
La greca panacea, I'egizia manna,<br />
che scrvisse a tulti i bisogni di lor vita, si nello stuto sano come<br />
morboso; ne vi posson essere tratli dall'impulso di riprodursi , o<br />
di assicurarvi la prole, poich& non e qucllo il luogo di alimento e<br />
di nozze; arizi, contro 1'istinto, che li avverte di conservar s6 e la<br />
specie , vi vanno ad inconlrar la morte. E pero, se per essi manca<br />
lo scopo, co-nsiderando il modo onde vi si conducono f e a conchiu-<br />
dere che una forza estranea al lor volere ve li sospinge. E quale 6<br />
questa forza? L'udra piii giu chi al mio dire prende diletto.<br />
CAPO V.<br />
CONSIDERAZION: SULLE ATTRAZIONI ELETTRICIIE.<br />
E risaputo che i rcttili spirano dagli occhi una forza magnetic,!<br />
a danno di piccioli animali. Ed in vero Le Yaillant vide DeU'Africa<br />
fl re de'serpenti (boa constrictor) uccidere col guardo un falcinello,<br />
che, con grida strepito e dibattimenli d'ali, cercava indarno scam-
48 TRB PASSEGGIATE<br />
par dalla morte(l). E qui<br />
cade in acconcio accennar la storia del ba-<br />
silisco , che forse non e lutta favolosa quanto credesi. Ogni favola<br />
ha il fondo istoiico, doe, parte da un futto; ma questo, quando 6<br />
straordinario, da nel maraviglioso, richiama maggior attenzione,<br />
sen parla di frequente, e ripetendosi e passando di bocca in bocca<br />
umana, ognun v'aggiugne, toglie, modiflca qualche cosa, in guisa<br />
che si rende mostruoso, irriconoscibile, e cade nel ridicolo. Gosi 6<br />
succeduto al basilisco: e per6, lasciando le strane e bizzarre formo<br />
che gli danno gli scrittori antichi, e rilenendone il solo fatto, con-<br />
viensi da tulti che e un gran serpe, il quale trucida col guardo ;<br />
per lo che tra le canzoni tradizionali e popolari<br />
mincia :<br />
Occhio di basilisco fjihninante<br />
Che uccide col girar della pupilla.<br />
evvene una che co-<br />
D'altra parte la parola basilisco tragge evidentemente origine d.il<br />
greco /focvXsu? , che indica re. Egli e dunque chiaro che il re de'<br />
serpenli e quello che uccide col guardo, eil re de' serpenti appunto<br />
col guardo fe cader morlo un falcinello , come attesta il lodato Le<br />
Vaillant. Tal fatto non 6 solo;<br />
dagli antichi : e non potrebbe esser che eglino<br />
altri simili al certo furono osservati<br />
chiamasscr basilisco<br />
cotal serpe, perch6 dotato di siffatlo potere formidabile esovrano (2)?<br />
(1) Viaggio nelF inlerno dclf Africa. II Boa in tutle le contrade, ove rallrovasi , c<br />
slato denominate da'nalurali o Re o Imperalore. Di fatto fu detto constrictor rex scr-<br />
pcntum (LAVRENTI, specimen medicum, p. 236) ;<br />
in Giava chiamasi La manJa, cioe<br />
re de'<br />
serpenli ;al Messico appellasi Xazat/ieua,c\oe. imperatore Serpent imperial,<br />
1' Empereur (S6ba, Mus. 2. Tab. 77). La nature 1'cn a fait Roi par<br />
la supcrioiite<br />
des<br />
dons , qu' elle lui a prodiguds. LAC^PEDE , Hist. Nat. des serpens. 'Tom. II. p. 340-<br />
Questo esimio naturalista lo chiama Le Decin.<br />
(2) Nelle sacre carte, Salmo 90, e scritto: super aspidem cl basiliscumambulalis.<br />
Con tali dizioni Uavide indicava due serpenti terribili e dissimili, checolla difesa di Dio<br />
si possono impuncmente calpeslare. Nell' Asia , sedc di tutli i formidabili animal! , evvi<br />
1' aspide vero dcgli antichi o di Cleopatra (aspis Cleopalrae, LAVRF.NT.) , ed evvi il<br />
boa. E questo dagli Ebrei non polea esscr denominate basilisco, cioe re , come 1' hanno<br />
appellato altri popoli. V. la Nola precedente.
AL YESUVIO 49<br />
Quihdi non sarebbe meglio dar questo nome a tal colubro, anzi chc<br />
ad alcuni iguanidei ? Che che ne sia, certo e che uon solo il re de'<br />
serpenti, ma molti allri rettili, e forse tutti, posscggon la prodigiosa<br />
forza di attrarre e trucidar col guardo. II che e notissimo a tutti<br />
quei che son usi a conlemplar attentamente, senza prevenzione al-<br />
cuna, i fenomeni di natura. Basta andar nelle foreste, e ovunque<br />
son rettili, per convincersi del fatto. E per6 ho visto piii Gate e co-<br />
lubri e vipere col loro sguardo attirare piccioli uccelli, rospi, rane,<br />
ed ingojarseli ; raerce tal forza altresi ho visto lucertole e ramarri<br />
fermar e cacciarsi nell'epa grilli acridei e simili. L'istinto , quella<br />
forza arcana, che tende a conservar 1'individuo, ne'suddetti uccelli,<br />
batrachi ed insetti, non vale a sotlrarli dall'ingorda gola de' rettili,<br />
quaudo quesli, direi, gli hanno affascinati. Essi si avveggon del pe-<br />
ricolo, eorestauo stupidi, immoti,o, secondo lor natura, strepitano,<br />
gridano, cercan fuggire, ma indarno; poiche altra forza supcriore a<br />
quella dell'istinto gli afferra, e sospinge nella vorace bocca del lor ne-<br />
mico. La qual cosa da me ripetutamente osservata, 1'espressi cosl<br />
altrove :<br />
. Del<br />
Qual colubro affrican, che in alto mira<br />
D'un arbore posarsi un vago augello,<br />
Con quel vigor magnetico, cbe spira<br />
Dal livido suo ciglio acceso e fello,<br />
Se'l fissa, il tragge, e invan que' grids e gira,<br />
L'ali battendo in questo ramo e in quello;<br />
Pur vinto alliu nell'ampia e ingorda gola<br />
fero a suo malgrado e da se vola (1).<br />
Tale e la forza magnetica de' rettili. Altri pero considerano di-<br />
versamente questo fatto ; e, senza negarlo, crtdono che 1'uccello od<br />
altro piccolo animale vedendosi in preda del rettile, ne riraane at-<br />
tonito, vbrrebbe e non sa sfuggire il pericolo , e pero ne perisce di<br />
timore. Cosi credono, ma credere ed ignorare non e lostesso? Nella<br />
scienza de'fatti si debbono addurre JFatti e non credenze:per lo che,<br />
rispettaqdo le altruiopinioni, mipiace qui addurre fatti assai triviali.<br />
(1) V. Amori del Nervi Poema didascalico.
50 rur PASSEGGUTB<br />
Notissimo e 1'antagonismo del sorcio c della passera pel gatto e pel<br />
serpe: taleantipatia einnata.potente, invincibile.Or quando<br />
il sorcio<br />
o la passera s'avveggon essereinsidiati dal gatlo, gridano e fuggono;<br />
talche questo per chiapparlie d'uopo che salti e gl'incala; ne evvi<br />
esempio che quei sien raorti prima d'esser afferrati; anzi essi di-<br />
baltonsi e guaiscon per buona pezza tra gli artigli del lor nemico ,<br />
ehe talvolta per barbaro diletto vi si trastulla,gli strazia e ne pro-<br />
lunga di moltol'agonia. Per 1'opposto il serpe immoto fisa la preda,<br />
arrossagli occhijquali emnnano una luce, che direi elettrica, spalan-<br />
ca la bocca, eil sorcio o la passera gridaodo e dibattendosi v'entra suo<br />
malgrado,e d'ordinario vi cade morto (1).I1 cheviene riferraato da<br />
sperimeriti comparativi, diretti, e facili a replicarsi da chicchessia. Di<br />
vero in un'ampia stanza, priva interamente di mobili, posi un gatto<br />
giovine ed agile, poscia gli gettai a dieci palmi distanti una passera<br />
adulta, forte e si irosa che col becco m'esco^ in piu. punti le dita.<br />
La passera vo!6 in alto, eil gatto, ad onta de'suoi salti straordina-<br />
rii, non pote chiapparla. Replicai gli sperimenti con altri uccelli, e<br />
simile ne fu il risultato. Per 1'opposto , tolsi il gatto, e vi sostituii<br />
UD grosso coluber viperinus; gli slanciai innanti alia stessa guisa e<br />
distanza la cennata passera , e questa non piu si mosse, rest6 estati-<br />
ca, eil rettile con progressione quasi insensibile se le avvicinava. E,<br />
giuntovi alia distanza di due palmi , si rende piu flessuoso, rincula,<br />
puntella lacoda,accorciala corda dei suoi archi orizzontali, e facen-<br />
do di se levaditerzo genere,qual fulmine, si scagliasulla preda e, 1'af-<br />
ferra per una punta d'ala.L'uccellosidibatteva alquanto; ma il colu-<br />
bro spalanco la bocca, eil meschino solo entrovvi senza piu strepitare<br />
o guaire;mentre ebbe per qualche tempo fuor di quelle ingorde raa-<br />
scelle la sua testa. Reiterate volte cou colubri dissimili ed altri uccelli<br />
(1) Perche riescano questi sperimenti , e d' uopo che il<br />
serpe si educhi in modo che<br />
,<br />
non li creda un suo nemico, staudo insieme in una stanza. Rileva inoltre notare il modo<br />
onde la preda c tracannata dal rettile : il quale disserra la bocca, e quella, quando<br />
ne e<br />
alia distanza di tre o qnattro pollici, viene altratta come il ferro dalla calamita, ed e, non<br />
gia deglutila , si bene, direi , aspirata ; perocche la ingorda gola<br />
e le mascelle del rettile<br />
stesso si spalanoano , e non eseguon punfrj movimento visibile di deglutizione.
AL VESCVIO 51<br />
osservai lo stesso. Idenliche in tutlo sono le osservazioni di lal gene-<br />
re fatte dal solerte dot. Beck, secondo che egli mi assicura. In tali spe<br />
rienze costantemerile ho notato, che, quanto pill & grande e sviluppato<br />
il ret tile, taoto&maggfore la sua forza magnelica di Ossare, stordire<br />
ed asOssiare 1'uccello; talch6 questo dal colubro d' Esculapio , dal<br />
crotalo, dal boa e da altro serpe immane ne vien morto. Ci6 posto,<br />
se il tiraor della morte realmente in tal rincontro stupidisse ed uc-<br />
cidesse, perche quel rosicalore o quell' uccello non muore egual-<br />
mente prima d'esser chiappato, sia dal ditagrado, sia dal rellile? Or,<br />
se la cagione fosse una, gli effetti sarebbero simili ; quindi<br />
6 a con-<br />
chiudere che siffalta morte provenga da tutt' altro che da teraa. Inol-<br />
tre, se sottoponsi un uccello od altro picciolo animale ad una pode-<br />
rosa scintilla elettrica, o galvanica scossa, vi resta stordito e talvolta<br />
roorto: un fulmine del pari cadendo a qualche distanza da un uomo<br />
o da altro animale non di rado I'ammazza, ne vi lascia sensibili alle-<br />
razioni organiche (1). In questi casi dubbio non v'e che la vita resti<br />
instantaneamente distrutta dal fluido elettrico ; ed esser non potreb-<br />
be, che tal fluido , pur emanandosi dagli occhi de' rettili , uccides-<br />
se? lo ci scorgo tutta la probabilita possibile , ne saprei pensar di-<br />
versaraente. E tal avviso vien rifermato da effetti analoghi prodotti<br />
da evidente eleltricismo di altri animali inferiori. Di fatti 1' uomo,<br />
il cavollo e simili, sono spesso abbattuti e morti dalla scossa elettri-<br />
ca del siluro (s. eleclricvs) , dell'anguilla di Surinam (gymnolus<br />
dcclricus) e di altrettali ; ma anzi lutti 6 degna di nota la torpc-<br />
dine, che pari al ginnoto fulmina a distanza i pesciolini e ne fa pa-<br />
sto, e il suo sviluppo elettrico 6 volontario, talche si lascia impune-<br />
mente loccare, quando ad essa piace ; il che e risaputo da'moderni<br />
naturalisti (2). e ben conoscevasi dagli antichi ; quindi Oppiano di<br />
, il martire dell' eletlricila, fu percosso snl capo da uua lingua di fuoco,<br />
che vitlcsi uscir dalla estremita inferiore del conduttore elettrico aguzzo elevato da luisul<br />
tcllo, e ne moriva. 11 suo cadavere non presentava alruna lesione organ ica.<br />
(2) DELLE CIIIAJE, Mem. negU Atti del R. Isiit. di Incorag. di Nap. Vol. VI.<br />
I INARJ, Scintilla ed altri fenomeni di elettriche corrcntiec. Mem. inserita nel Gior.
32 T6 I'ASSEGGI vTB<br />
cotal selacino cantava :<br />
IToXXax/ 5' rx raXa/x^g xa^a//o$ yu^gy, oVXa<br />
Tofog T-a/3 XjOuaraXXos ivifyrtu aur/xa %//>/ (1).<br />
Laonde da quanto si e detto risulta, die alcuni animali, mercS 1'e-<br />
iettricita lor propria, han virtu di attrarre , stordire ed anco ucci-<br />
dere altri animali. Inoltre certi corpi idioclctlrici , sotto peculiar!<br />
condizioni, altirano pur I'uomo. Imperocche il chiaris. Giuseppe<br />
Frank osserv6, che le raani d'una calalellica, ed ella stessa, in di-<br />
stanza ed a traverse di un muro, venivano scosse e tratte dalla pen-<br />
na, dalla ceralacca e dal succino. I movimenti, dice egli , non<br />
eran simili a'volontarii, bensl le braccia a guisa di qualunque mac-<br />
china seguivano i suddetti oggetti , come gid i corpi elettrici si at-<br />
traggono a vicenda (2). Ed e rilevante, che in tal donna la cata-<br />
lessi era in complicanza del magnetismo animale; forse queste due<br />
infermita di nalura simile non differiscono che di forma. Comun-<br />
que sia , il fatto e, che i cennati corpi idioelellrici operavano nella<br />
catalettica, come la magnete su 1'ago della bussola , che a traverso<br />
de' corpi lo altira e volge. E il succino nell' arcana sua formaziorie<br />
possedera forse eminentemenle siffatta virtu, cui si dovra la esisten-<br />
za di lanti animali in esso avviluppati.<br />
I fatti di cotal natura son<br />
ovvii , e pero il Gianni colla sua inarrivabile spontaoeita cantava :<br />
Cosi vedi talvolta in amlra gialla<br />
Raggruppate, sepolte,<br />
ed incorrolte<br />
Le d'<br />
spoglie trasparir ape o larfalla (3).<br />
Farmac.C7iim.er.. di L. DEL GROSSO, Nap. 1839 n.9 e 10 Qui nella R. Univcrsila<br />
era posto in uua vasca un ginnoto eleltrico , che veniva alimentato di rane ; le quali,<br />
mentre nuotavano nella suddelta vasoa, ne erano a distanza fulminate ad una ad una, re-<br />
stando colic cosce divaricate e palpitant!. Cosi il ginnoto le dislruggcva tulte, e sen cibava.<br />
(1) Rapidamente a sacttar la destra<br />
Va del traente, cui di man la canna<br />
Cade, c rimane intorpidito e spento.<br />
Alieutica o Pesca, liVJII. Torpedine. Vcrsione del<br />
(2) 0. c. De Calalepsi. Appendix.<br />
(3) Catiti estemporanci.
ALVESUVIO 53<br />
Quindi, da quel che sparsamente di sopra si e delto, a drilto con-<br />
chiudesi , che non solo certi aniraali, mi altresl alcuni corpi morti<br />
posseggon forza eminentemente eleltrica , la cui merc6 attraggon<br />
animali a non lievi distanze.<br />
D'altra parte feritc, piaghe,cicatrici, capi articolari, sede un di<br />
di reumalismo o gotta, son colpili da trafitture nei cambiamenti at-<br />
mosferici , e , dicesi , che tali trafilture sien prodotte da influenza<br />
eletlriche. lo, per convincermene senza piu dubitarne, feci il seguen-<br />
te esperimenlo. Lieve lieve incisi cd escoriai in piu punti 1'inviluppo<br />
cutaneo mio e quello di altri tre amici; ci sottoponemmo poscia alle<br />
correnti eleltriche e galvaniche della bottiglia e della pila; sia dis-<br />
giunti , sia in comunicazione tra noi, sentimmo sempre<br />
e con co-<br />
stanza neile parti escoriate ed incise la puntura contemporanea alle<br />
scosse , di che e parola. In grazia di tali pungimenti i podagrosi ed<br />
i reumatici presagiscono i temporal! , che ora avveransi nel luogo<br />
di lor dimora , ora in lontane contrade. Ed e notevole, che eglino<br />
hanno tali segni, quando 1'aria , che li circonda, e placida eserena.<br />
La spiegazione di siffatti fenomeni importanti lungamente e stata<br />
un problems, che pur flnalmente si e risoluto in modo positivo dal-<br />
relettrometro. Di fatti tale stromeuto , menlre e solto cielo tran-<br />
quillo e chiaro , segna tension} piu o meno forti secondo lo sviluppo<br />
ejettrico del tcmporale , che talvolta scoppia a distanze di oltre a<br />
quaranta miglia (1). Ne' cambiamenti atmosferici e nella tempesta<br />
adunque evvi gran produz:one di elettricila , che istantaneamente<br />
si diffonde e di lontano : essa involve e penetra tulti gli esseri, ma<br />
a risentirne 1'azione, tra gli animali procipuamente par sicn quelli<br />
dotati del solo sistema ganglionare , come gl' invertebrati , poscia<br />
gli altri , cui i sistemi e ganglionare e spinale han predominio sul<br />
cerebrale , qua' sono i vertebrati inferiori all 1<br />
uomo. Di vero que-<br />
st' ultimo , fornito di cert bro predominante su' nervi e spinali e gnn-<br />
g'.ionari , se e robuslo e florido di salute, non s'accorge degli squi-<br />
(1) L. PJLMIERI, Melcorologia, lez. 12. p. 141. Mem. cil. sulFIncen. eesup.<br />
p. 100.
51 Till: PASSEGGIATB<br />
librii dell' aria ; ne risente poi gli effelti negli organi magagnati<br />
con offesa ed innormalit5 o scovertura di nervi , come teste si no-<br />
tava ; li risenle altresl, se il suo trisplaochico , massirae nell'addo-<br />
rae, e di molto sviluppato ed infermo, qual<br />
e uelle isteriche e ne-<br />
gl'ipocondriaci; e per6 questi e quelle , per la esaltata sensibilita<br />
nervosa, pan a'bruti , menlre tutto e sereno e tranquillo, ban se-<br />
gni di disturbo elettrico, e presagiscono la procella. Ma, tolti que-<br />
sti casi eccezionali, la elettricita, par segua in ci6 la ragione inversa<br />
dello sviluppo e predominio del cerebro su'sisterai e spinale e gan-<br />
glionare. Di fatti allo scoppiar di un temporale o lungi<br />
o vicino<br />
prima gl' inverlebrati , poscia i vertebrati, ne danno avviso, non gia<br />
per 1' istinto, come dicesi , si bene per la enunciata azione elettrica<br />
su' loro nervi. Essi adunque olTron segrii diversi secondo la loro na-<br />
lura, e secondo che I'umido e lor proficuo o nemico; ed in vero<br />
altri di essi esulta, altri s'attrista, quale esce, e quale si rannicchia<br />
nel suo coviglio. In genere parlando, gli elrainti raettonsi in movi-<br />
roento e destano spesso fatali convulsioni agl'infanti; 1'argonauta<br />
ascdndesi in fondo al mare (1); tra gl'insetti, i campestri si ritirano<br />
e scompajono, tranne qua)cuno(2), ed i domestic! rendonsi molesti:<br />
intanto il grillo-talpa stride, gracida la rana, gracchia la curnacchia,<br />
crocida il corvo, zii la il tordo, il gatto salta e scherza, e simili. E<br />
se questo diligrado allor si prenda e stropicci sul dorso all'oscuro,<br />
da innumerevoli scintille elettriche piii dell'ordinario , e si ha cosi<br />
un elettrometro animale. Inoltre allora negli aperti campi s'odono<br />
i susurri forieri della tempesta ; poich6 mettonsi in attivitk le cor-<br />
(1) Tal cefalopede ilare voga nella gcntil sua conrhiglia, se il tempo e tranquillo; ma,<br />
all'appressarsi la procella, tosto va a rannicchiarsi in fondo al mare ; e pero dava norma<br />
agli antichi nocchieri, se doveano o no viaggiare; onde fu adoralo dagli Egizii e da'Gre-<br />
ci. V. POLI, et DELLE (.HIJJE, Testacea UtriusqueSicil.iom. III. p. 8. Aleneo.<br />
pag. 318.<br />
(2) I cebrioni tra gl' inselti posson considerarsi i soli che sieno avidi dell' acqiia per<br />
disfogare i loro lascivi amori. Di falli e Lello vedere , allor che piove , di loro piii ma-<br />
M hi ronzare intorno ad una femmina. La quale mm sortc dal suo coviglio , si bene vi si<br />
uffaccia talvolla , e per eccitare vie piu i suoi amanti lor si mostra or placida or severa ;<br />
falche, pari alle uioderne Aspasie, sembra ammacstrata in tutli gl'inganni<br />
amorosi !
AL VF.SUVIO 55<br />
renti di eleltricita opposle, spiran contrarii venti, sorge ii turbine,<br />
che avvolge paglie, semi, frantumi vegetabili, piccioli aoimali, e<br />
quali slrappa, afferra e getta, e quali roteando spinge in alto,<br />
E li disperde per le vie de' venti.<br />
i<br />
Tali fenomeni in ogni tempo sonosi notati ; e per6 sommi osserva-<br />
tori deir antichita ne hanno lasciato vive descrizioni ; e in do<br />
spicca Marone , cui non isfuggi , che , per verificarsi la pioggia ,<br />
debbon porsi in raoto di Jontano le elettricita opposte; di fatti colla<br />
sua sovranitu di dire personifica tal fenomeno importante cosl :<br />
At Boreae de parle trucis cum fulminat, el cum<br />
Eurique Zephyrique tonal domus; omnia plenis<br />
Rum nalant [ossis, alque omnis namla ponto<br />
Humida vela legit. . . . (1)<br />
ilisulla adunque dal su esposto esservi ne'temporali grande sviluppo<br />
di elettricita, che, irradiandosi in lontane contrade ove 1'aere ese-<br />
rono, agisce su tulto, massime su gli auimali inferior!, e desta no<br />
campi spesso<br />
Da ultimo la combustione non e che combinazione chimica de'<br />
il turbine.<br />
corpi, accompagnata da sviluppo di calorico e luce, o fuoco. Co tal<br />
combinazione dipende, secondo Berzelius, da neutralizzazione delle<br />
due eletlricita opposte, 1'una negative, 1'ahra positiva ; di fatti in-<br />
nestando e neutralizzando le contrarie elettricita della bottnglia di<br />
Leida, si ha la scintilla ; e il fulmine non vanta altra origine. Or<br />
ambe esse ne'vasli iucendii contemporaneamente non son rade ad<br />
osservarsi, soprattutto quando estollesi denso fumo commisto a ce-<br />
nere. SilTatto fenomeno e spiccatissimo nel bruciamento delle stop-<br />
pie ne' campi. Alfor le correnti conlrarie elettriche, direi, si toe-<br />
can anco da* piu ignari di cose Gsiche; di falli la vampa or ferve,<br />
(1) Gtorgica, lib, I, T. 370.
56 TBE PASSEGGUTE<br />
crepita e roteando si spinge in alto, ora 6 risospinta in giii, ora<br />
slanciiisi ad un lato ed era ad altro opposto ; e quando si spicca a<br />
raggi quasi fulminei ed invade lonlanissime biche , e quando con<br />
cgual celerita riede donde partiva. Intanlo 1'aria e in moviraento t<br />
odesi un fremito, un sordo susurro, eil fumo quasi rorticosamente<br />
or lambe la terra , ed ora si estolle, e seco porta paglie e lievi cor-<br />
pi, e gli sperde nelle regioni<br />
atmosferiche. Siffatti fenomeni non am-<br />
mettono altra spiegazione, che squilibrio di temperatura, urti aerei<br />
rneccanici , e sviluppo e contemporanea esistenza di elettricila op-<br />
poste. Un esempio irrefrag;ibile di cotal antagonismo eleltrico s'av-<br />
ver6 nella eruzione vesuviana del 1853 , e fu rifermato da reiterate<br />
osservazioni e direlti sperimenti da' professor! della lodata Cora-<br />
messione raerce I' elettrometro (1). Eglino allor notarono , che<br />
in lale stromento cresceva la tensione , quando il vento portava sul-<br />
1'Osservatorio , ove erano , e cenere e fumo, poiche questo e quel-<br />
la accbiuderano evidentemente la elettricita (2). E per6 , se il<br />
fumo trasporta seco in alto e pagliuzze ed altri lievi corpi, e non so-<br />
lo per impulso meccanico , ma forse anco per la elettricita che con-<br />
tiene. Quindi emerge, che nelle grandi combustioni , sieno vulcani-<br />
(he sieno di vegetabili,evvi sviluppo di opposte correnti elettriche ,<br />
e la cenere e il fumo, die se ne svolvono, sono del pari elettrici.<br />
II fluido elettrico, 1' animator del mondo, adunque, e quello, che<br />
sotto varie forme per porsi in equilibrio penetra per tutto e desta<br />
i piu sorprendenti fenomeni di riatura ; imperocche suscita il ful-<br />
mine, scuote la terra, genera I'acqua e i! vento, e promuove il tur-<br />
bine, la bufera, 1' uragano. Cagiona in oltre le varie attrazioni ( tra-<br />
sando quellc a contatto immeJiato) , che variano secondo la natura<br />
de' corpi donde parlono ; cosi la paglia e attralta dall'ambra, il ferro<br />
(1) Mem. c. sullo incen vesuv, p. 122.<br />
(2) Ecco le loro parole:<br />
L'efficacia dell'incendio (1835) sulla eletiricila fu chiarissima<br />
in tutla la sua durata de'27 giorni; talche la elettricita slessa fu<br />
seinpre superiore<br />
alia media del luogo, la quale e di 35 circa; e<br />
pero in alcuni giorni senza segni di pioggia<br />
o di temporali lontani si ebbe una tensione oltre i 90, il che accadeva, sempre che i<br />
vcnti sull'Osservatorio recavano la cenere e il fumo, o'l cielo era sereno.Mem. cit. sul-<br />
rinccn, refttf. p. 111.
AL VKSUVIO<br />
dalla magnete, 1'uccello dal serpe, ed altrettali. Laonde, riassuraen-<br />
do le esseriziali conchiusioni , da quel che di sopra sparsamente si<br />
e esposto, risulta , che la elettricita, sia che parta da aniraali o da<br />
altri corpi , sia che si sviluppi ne' temporal!<br />
57<br />
o nelle combustioni,<br />
suscita le diverse attrazioni , che spiegansi e su animali e su altri<br />
corpi a distanze piu o meno grandi.<br />
CAPO VI.<br />
APPLICAZIONI DELLE PRECEDENT! DOTTRINE.<br />
><br />
Chiaro emerge dalle esaminate dottrine che temporali , venti ,<br />
turbiui, fulmini, combustione e simili fenomeni su discussi, accora-<br />
pagnan tutti o quasi tutti 1'eruzioni vesuviane , cioe vi ha grande<br />
suluppo d' iraponderabili sopratlutto di eleltrico , come a pieno<br />
s'indica dagli stromenti fisici (1). E pero evoluzione di cotal flui-<br />
do e, quando la lava ferve e ribolle rie'visceri del raonte , e quan-<br />
do sbocca, esce ed inonda i campi. Ed e notevole, che essa ivi giunta<br />
e presso ad affreddarsi serba tultavia la sua mirabile virlii ma-<br />
gnetica , qual fu discoverta nel 1767 dal P. della Torre (2) ,<br />
ed e stata rifermata dal Melloni e da altri nel 1855 (3) ; ed in<br />
quest' anno pur 1' ho scontrata. Tal forza magnetica , sia che di-<br />
penda dall'inlima composizione della lava , sia dall' azione mole-<br />
colare , o dall'una e dall'altra , 6 certo che esiste in essa , co-<br />
me & nelle scorie, ma in queste , dubbio non v'ha , che sorga dal<br />
ferro oligisto. E questa slessa forza appunto, e non altro, pu6 dar<br />
ragione d' un fenomeno , che osservavasi, il quando torrente info-<br />
cato della notte del 3 a 4 giugno ultimo scorrea nel Fosso grande.<br />
Allor vidi, e videro altri, che tal lava liquida fluiva con corso uni-<br />
forme ed alquan*o rapido ,<br />
(1) Mem. cit. sul? incendio vesav. p. 122.<br />
ma tratto tratto or qua or la dalle rive<br />
(2) Sloria e Fenomeni del Vesuvio ; ec. Supp. pag. 38. Nap. 1768.<br />
(3) Mem. cit. sulfincend. vesuv* 1. c.
58 THE PASSEGGIATE<br />
spingeva un'onda agli alberi ivi esistenti, e questi, quasi percossi da<br />
fulmini, come Oammiferi scricchiolando divampavanp e sparivano.<br />
In siffatto fenomeno scorgevasi a chiare note 1'attrazione elettrica;<br />
poiche 1' onda infocata contro le leggi di gravita s'alzava , investiva<br />
e struggeva gli alberi , e poi ritornava onde si mosse. Ne e a dire<br />
die la lava stessa , raerce 1' elaterio de' corpi aeriformi , in ess a<br />
svolli, premuta dalle masse posteriori ed impedita<br />
dalle anteriori,<br />
ri gurgilasse in sopra , e riversasse all'una ed all'allra sponda; pe-<br />
rocche gorgogliar non vedevasi , bensi scorrea sempre con moto<br />
uniforme e costanle. L'albero di natura immobile non potendola<br />
visitare ne era fatalmente visitato; per la ragione che di due corpi<br />
elettrizzati diversamente il piii leggiero e mobile , qualunque sia la<br />
sua elettricita negativa o positiva, 6 tratto sempre dall' immobile o<br />
pesante ; cosi ferree miniere da lungi attraggono e svolvono 1'ago<br />
magnetico , e questo alia sua volta attira la limatura di ferro ; cosi<br />
la corda del cervo volante del Romas, caduta a terra ed elettrizzata<br />
posiitivamente , attraeva a distanze paglie ed altri pezzi di vege-<br />
tabili ; cosi il fulmiue, non potendo attirare 1' alte cime e il monte,<br />
ue viene altratto. Quindi armonicamente il Mantovano cantava :<br />
.... Hie flagranti<br />
Aut Atho, aut Rodopen, aut alta Ceraunia lelo<br />
Dejicit: ingeminant dustri; el densissimus imber (1).<br />
Da cotale attrazione trarra del pari origine 1'altro fenomanopiu<br />
importante,<br />
cioe il concorso d'innumerevoli insetti in alcuni fuma-<br />
juoli vesuviani. Pero 1'egr. A. Costa spiega altrimeriti tal fatto, di-<br />
cendoche gl'insetti a caso voJano su la vettadel Vesuvio, ed alletlati<br />
(1) Georg. lib. I. v. 332 11 Tasso nel Goffredo del pari cosi cantava:<br />
O pur siccome il fulmioe non cade<br />
In basso pian, ma su 1' eccelse cime.<br />
Eil Can. P. Caruso ne'suoi ben Jorniti sciolti parlando dc'mnli della Chimera si<br />
espresse :<br />
Ebbcro un di d' Acroceraunia il nome<br />
Quegl'irti monli, perche il spesso cielo<br />
Li percoteva colli sue saelle.
AL YESUVIO 59<br />
ddla clevala teniperalufa di quc' fumnjuoli, vi restan vittima (1).<br />
Volenlieri mi uniformerei al parere di si valente entomologo , se<br />
till concorso d'entomi avvenisse d'inverno, doe quando 1'aria atmo-<br />
sferica e bassa , e non gi& nella stagione estiva , come e stata que-<br />
sta , in cui quegrinsetti,che portavansi a bruciare nelle braci vulca-<br />
niche, sfuggivano altrove i raggi solari, e ponevansi all'ombra. Inol-<br />
tre essi spingevansi, non gia in tutti i fum ijuoli , bensi soltanto in*<br />
alcuni dell'orlodel cratere. Quivi la temperature oltrepassava i 100,<br />
ed emanavasi lo sgradevole odor dell' acido solforoso , e per6 non 6<br />
presumibile, come 1'avverte anche il Palmieri (2), che essi v'accor-<br />
ressero pervolonla, si bene vi eran tratti da prepolente forza. P
CO THE IMSSEGUUTK<br />
clie il rhynchitcs bacchus , la bembcx roslrata e la cerceris arena-<br />
n'a.Queste due ultime specie A'imenolleri non so se soggiornano nelle<br />
adjacenze del Vesuvio , ma conosco con tulta certezza che le due<br />
menlovate cicindele e il rinchite non vi esistono punto , e rattro-<br />
vansi solo nel Sannio , e forse in altre contrade del regno. Or da<br />
luoghi si lontani chi li conduce sul Vesuvio? Si e gia notato, che<br />
ne' vasli incendii e ne' temporal! evvi grande sviluppo di fluido elet-<br />
trico ,<br />
che diffondesi a distanze lunghe, ed agisce massime sugli ani-<br />
mali inferiori ; per lo che non trovo inverisimile che gl' insetti sien<br />
tralti dal fluido elettrico vesuviano , nella slessa guisa che i corpi<br />
idioelellriei attiravano da lungi<br />
la cataletlica osservata dal Frank?<br />
Che che.ne sia , il fatto e che vi son tratti da una fona, la quale se<br />
iion e la magnetica sara altra che le somiglia. .Ne e del tutto fru-<br />
straneo addurre due osservazioni di simil nalura fatte da me in Ba-<br />
selice. Questa terra giace su d'un rialto presso al Frento nel San-<br />
nio ,<br />
e guarda di lonta.no tra sud-ovest la vetta del Vesuvio. Ci6 po-<br />
sto, nel di 27 luglio del 1842 vi fu eruzione vesuviana, e nelle ore<br />
meridiane si videro passar dal nord al sud-ovest mnumerevoli papi-<br />
glioni (nymphalis (m),che continuarono a mostrarsi per tre gbrni<br />
di seguito. Essi andavano apiccoJi drappellidi cinque a sei alia volta;<br />
erano storditi, talche si lasciavano agevolmente premiere; posavansi<br />
per poco su flori , cespugli e siepi , e poi quasi spinti da forza ir-<br />
resistibile levavansi a volo , eseguivano il loro viaggio. Egualmente<br />
a' 16 giugno del 1848 il Vesuvio erompea , ed osservossi, pur nelle<br />
ore meridiane , quasi una nube, che partiva da est, e roleando ed<br />
agglomerando dirigevasi del pari a sud-ovest. Non a pena mi v' ap-<br />
pressai<br />
, m'avvidi che tal nube era fatta di miriadi d'aflJi. Or si i<br />
pppiglioni come gli afidi donde venivano , ed ove andavano? forse<br />
al Vesuvio? Nulla di certo ; poiche allora guardavo<br />
cotali fenomeni<br />
non sotto quell' aspetto che oramai li contemplo. Non pertanto,<br />
considerando che nelle conflagrazioni vesuviane sia cola gran con-<br />
corso d' insetti, e che tra questi v'abbia scontrato il rhijnchites bac-<br />
rhus, le cicindele ed yllri, che 11011 esistono in qu^Ile adjacenze, e
AL VESUflO Cl<br />
probabile chc i lepidolteri c gli emilteri suddetti ivi fosser condotti.<br />
Giova intanto sperare, che i feuomcni di tal nalura , non essendo<br />
rari, si presentfno a solerti naturalisti, e che costoro approfondendo<br />
raeglio il fatto, possano darne altra spiegazione, ovvero render certa<br />
quella che ora & probabile. Probab'ile altresi e, se i verlebrali sieno<br />
pur tratti da'fumajuoli vesuviani ; poiche ad uno di questi undl il<br />
prof. Palmieri vide accorrer molte rondini , ed altra volta li presso<br />
trov6 morto, ma -intcgro , un ghiro ( myoxus glis). Quivi anch' io<br />
neldi 21 giugno ultimo rinvenni unmoscardino (myoxus muscardi-<br />
nus] del pari di recente morto e senza alcuna apparente lesione or-<br />
ganica. Siffatti rodilori vi furon condotti dall'odor delle quisquilie<br />
di commestibili recativi da'curiosi, e vi restaron morti da'gassi ir-<br />
respirabili ivi svolli , ovvero vi furono sbattuti da turbine o tratli<br />
dalla stcssa forza che vi mena gl'insetti? Gonsiderando che i! ghiro<br />
no soggiorna in que'dintorni , la probabilita e per quest' ultima<br />
cagione. E forse pur da questa<br />
derivano i fossili animali nelle rocce<br />
vesuviane , non che le frcquenti ed improvvise cadute de'curiosi<br />
nel cratere. Di fatti il Guiscardi dimostr6 con ragioni pondera-<br />
te , che nel Vcsuvio esistono due masse di rocce conchiglifere di<br />
due et& diverse , Tuna anteriore al vulcano ,<br />
1' altra posteriore ;<br />
ed in quest' ultima argutamente discoverse parecchie specie di<br />
piccioli molluschi , che , secondo egli mostra , anzi tempo furon<br />
morti dall' eruzioni (1). Or come li rattrovansi tali molluschi ?<br />
Vi furono involti co' materiali delle rocce nelle prime eruzioni sot-<br />
tomarine , ovvero attralti colle acque ed ivi deposti? Egli 6 certo<br />
che in ogni conflagrazione vesuviana, e prima e in alto, i pozzi ne'<br />
dintorui disseccauo in tutto o in parte ; il che mostra a chiare pro-<br />
ve che il Vesuvio ne assorbe I'acqua. E se questa oggidi e aspira-<br />
ta, la fu egualraente in epoche rimote (2); e per6 qual evvi impro-<br />
babilita che molluschi , echinodermi, ed altrettali con I'acqua fos-<br />
(1) Fauna Fossile Vesmiana. Napoli, 1856.<br />
(2) P. DEILA TORRE, Storia e Fenomeni del Veswio. Nap. 1755 p. 4i. Mem.<br />
cit jn//o inccn. t'ts.<br />
p. 96.
G2 TBE P ASSEGGIATE<br />
sero per roeati sotterranei la attratti, come per vie aeree or sonvi<br />
gl' insetti? Da altra parte spesso individui ruinano giu nel cratere,<br />
mentre per tutti i dati nol dovrebbero; per lo che senza ammet-<br />
tervi una forza traente non pu6 concepirsi come ci6 succeda. Cia-<br />
scun possiede una dose di elettricitci , che in tutti varia, come va-<br />
rian le fisonomie : da questa disuguaglianza elettrica e non da altra<br />
cogione dovrii forse dipendere, perche un fulmine, cadendo in mezzo<br />
a piu persone, ne uccide uno o due , e lascia le altre immuni. E<br />
non potrebbe esser altrettanto pel Vesuvio, che, sorgente inesausta<br />
di elettricismo , si attirasse que'che oppostamente ad esso son elet-<br />
trizzati? Se atlira gl' insetti , perche non pu6 attrarre gli<br />
uomini ?<br />
Evvi grande probability. Sarebbero imporlanti tali ricerche. Co-<br />
rounque sia , il fatto e che vi cadono, e tra tanti disgraziati deesi<br />
deplorare la acerba morte del prussiano dottor G. F. Delius , che ,<br />
lieto tra amici, nel di 11 maggio 1854 all'improvviso dirup6 nel<br />
cratere boreale , e vi rest6 spento (1).<br />
Circa la generazione di nuove piante dopo le grandi conflagra-<br />
zioni non vi sara. dubbio, per quel che esporr6, che dipenda da at-<br />
trazione elettrica. Di fatti nel di 4 giugno ultimo, dopo di aver os-<br />
servato diversi siti del cono vesuviano , continuai le mie ricerche;<br />
onde in luogo riposto anzi che no a pi6 del cono medesimo non<br />
lungi dalle bocche ignivome posi dispiegata su le scorie una pez-<br />
zuola bianca. La lava erompea placidamente , e placida era pur 1'a-<br />
ria ; per6 questa da correnti elettriche e da squilibrio di tempera-<br />
tura era tratto tratto agitata. Dopo mezz'ora rividi la pezzuola , e<br />
con mia grande soddisfazione vi rinvermi quel che bramavo , cioe,<br />
frammisti a pochissima cenere erano alcuni semi ben distinti del-<br />
Yamaranto a spiche verdi,e della Cent's dioica, Lin.Replicai le os-<br />
servazioni, e n'ebbi pur cosi commisti a'suddelti semi que'delpa-<br />
nicwn dactylon e del papaver somniferum. Raccolti tutti , li semi-<br />
nai e ne son surte le indicate pianle; e di queste , soprattutto del<br />
(1) Memoria cit. Sulf incen. vesuv. p. 86.
AL VEsUVIO 63<br />
ripeluto amaranto, alcune ho pur trovalo sul promontorio de f<br />
Can-<br />
teroni ne'siti meno adusli ; n pria del dl 27 settembre or decorso,<br />
come festfc dissi , ve i'ho scontrato. Or que'semi furon la menati<br />
da vento o da correnti elettriche? quello si tacea , e per6 queste li<br />
dovettero addurre , e non altrimenti. Gia abbastanza si sa, che ne*<br />
temporal! e negl'incendii la elettricita si sviluppa e spiega la sua<br />
azione in lontane contrade , ove spesso desta il turbine. Quindf,<br />
considerando che qucsto talvolta ravvolge e sbalza in riraote parli<br />
que' corpi che ha investito ; cousiderando inoltre che il furao e la<br />
cenere pur tolgon paglie e semi, che sono spesso spinti lungi, agi-<br />
tati e risospinti da impulsi meccanici dell' aria e da correnti di op-<br />
posle eleltricita , ben s'intende , come piante esistenti in un sito<br />
uasco no ove non erano ; cioe , ora presso al luogo dell' incendio ed<br />
or di lontano. Per lo che nell'eruzione del 1785 la elettricita colla<br />
cenere vesuviana reco nel Sannio il ripetuto amaranto , che forse<br />
avea rapito allaDaunia; nell'eruzione di quest' anno 1' ha ritolto<br />
dal Sannio o dalla Daunia stessa e condotto al Vesuvio; altrettanto<br />
e a dirsi di altre piante improprie a tal monte. E forse a quest*<br />
stessa cagione debbesi 1'apparizione di certi vegetabili in climi dis-<br />
adatti alia loro natura , onde vi durano un anno o due , c spari-<br />
scono.<br />
Ed ecco che la generazione di novelle piante dopo i grandi in-<br />
cendii non e piu problematica : la spiegazione da me data e la piu<br />
naturale, ch6 parte da fatti positivi.<br />
CAPO VII.<br />
CONCIHUSIOHE.<br />
E cosi , alia men trisla che ho potuto, mi lusingo<br />
di aver riso-<br />
luto il triplice problema , cioe, del sollevamento della lava verso i<br />
tronchi degli alberi ,<br />
del concorso dcgl'inselti a'fumajuoli vesuvia-
64 TRE PASSEGGIATE<br />
ni (l),e dello gencrazione di novclli vegetabili dopo i grandi incen-<br />
dii. Tutti tre questi important! fenomeai di natura riconoscono una<br />
stessa cagione, Yallrazione elellrica. Coraprendo, che tal soluzione,<br />
perche fundala su semplici osservazioni ed argomenti di analogia ,<br />
manca di quella perfezione, cui anelavo condurla ; il che debbesi<br />
attribuire non a volonta , si bene a scarsezza di tempo e mezzi , di<br />
die ho potuto disporre, e sopratlutto al difetto di quegli stromenti<br />
tisici all'uopo richiesti. Di fatti, anzi tutto conveniva far ivi escur-<br />
sioni settimanali, per precisare quali vegetabili<br />
ed insetti han sede<br />
permanente sul Vesuvio e quali sonvi transited! ; poscia, merce i<br />
siiddelti stromenti , bisognava eseguire<br />
una serie non iuterrotta di<br />
osservazioni e di sperimenti comparativi per determinare: 1 lostato<br />
elettrico, o polarita raagnetica, de'fumajuoli; 2 lo stato elettrico de-<br />
gl' insetti e de'semi prima che quelii e questi ne fosser morti od ingo-<br />
jali; 3studiare con tutta attenzione le correnti elettriche, e come e<br />
dove spiegano la loro azione;4 indagare da quali siti son altratti i<br />
semi e gl'insetti, e quali fenomeni eleltrici quivi si sviluppano; ed<br />
altrettali cose. Ma, per eseguire tutto questo,difficilmente gli attuali<br />
naagnetometri,elettrometried altri stromenti Osicisi sarebbero pre-<br />
stali , n& gli avrei potuto adoprare senza i convenevoli accessorii.<br />
Quindi , per giungere in ci6 a quella precisione<br />
che la scienza ri-<br />
chiede , vi bisognavano altri mezzi, che ad un private non son con-<br />
cessi. Giova perci6 sperare che il nostro sapienlissimo e provvido<br />
SOVRANO , come fe sorgere quasi per incanto 1'Osservalorio impor-<br />
tantissimo pel suo sublime scopo di studiare le meteore vesuviane,<br />
si degnera iielia sua iricomparabil saggezza far altrettanto per pro-<br />
muovere egualmeote lo studio delle influenze vulcaniche su gli es-<br />
(1 ) Non sara superfluo avvertire che ne'fumajuoli, ove gl'insetti son tratti, non evvi vatn-<br />
pa ; lalche non e a credere che questa gli attraesse, come avviene MepiraliJi<br />
e ad altri<br />
entomi, che accorrono al lume; che anzi , i lepidotteri si diiirni e si nolturni, pari agli<br />
allri insetti, sfuggivano, quasi per istinto, la lava ardente vesuviana, come Posservai nel<br />
1835 ed in quesl'anno, e fu notato dal COSTA. Di fatti questi dice potersi conchiude-<br />
facilmeate avvertivano e<br />
re, che fra tulti<br />
gl' insetti , i lepidotteri fosser quelii , che piii<br />
fuggivano schivando le cmanazioni calorifiche della lava fluente. Ossewazioni zoolo-<br />
giche cit. nella Mem. suW incend. resuv. p. 123.
AL VBSUVIO 65<br />
seri organizzali. A me inlanto e dolce di aver aperta la via e sparso<br />
alquanta luce su qucsto importante argomento , ed oso presagire<br />
cbe la mia soluzione del triplice problema , di che e parola , verra<br />
rifermata da reiterati sperimenti , e tal soluzione sara d' incalcola-<br />
bil vantaggio per P umanitu e per la scienza.<br />
Da ultimo conchiudendo dichiaro, che, non per vana ostcnlazio-<br />
ne, come altri potrebbe credere , mostrai le attinenze tra cose lon-<br />
tanissime , si bene le ravvicinai a solo Goe , qual altra volta prati-<br />
cai (1), di ammirare e stupire, come le leggi a primo aspetto molte<br />
esvariate, dall-' Eterno stabilite per reggere 1' universe , attenta-<br />
mente esaminate riduconsi a ben poche e semplici ! E di vero tutti<br />
i moltiplici fenomeni ed important! di sopra discussi, argutamente<br />
interrogati , risponderanno partire da una sola origine , dall'aMra-<br />
zione eleitrica. Oh come Egli e ammirabile nolle sue opere ! Quiadi<br />
Chiniam la fronte al Massimo<br />
Fattor<br />
APPENDICE<br />
REAL OSSERVATORIO METEOROLOGICO VESUYIAlfO.<br />
Perch6 di sopra tratto tratto feci onorevol menzione di tal Qs-<br />
servatorio , stimo proGcuo descriverlo a chi non 1' ha visto , ma in<br />
questa descrizione Ioccher6 sol ci6 che e importanle; poiche, se vo-<br />
lessi discendere a tutti i particolari della sua magniOca struttura e<br />
degli alti vantaggi che arreca alia scienza meteorologica, non po-<br />
trei giammai darne una idea csatta ,<br />
JVuii, ntifii si linguae centum sint, oraque centum,<br />
Ferrea vox . . . . (2)<br />
Sol basta il dire , che per tali eminenti qualila<br />
fu definito unico a)<br />
(t) G. M. CJRVSI, Comparazioni Ira le Dottrine Virgiliane , Ippocrallche c Mbdernc<br />
intorno a cose distoria nalurale: nclf Anlologia conlemp. anno 1J, vol. 11.<br />
(2) Virg. Gcor. 11.<br />
5
CO TRB P.4SSBGGMTE<br />
mondo (1). Esso vedesi grandeggiare sul promontorio del Salvatore<br />
poco a! di sopra dell' Eremo, a GiO metri sul livello del mare, quasi<br />
alia meta dell' allezza dt-1 Vesuvio. Tal edificio per ordine e muni-<br />
ficenza Sovrana fu cominciato nel 1841 , e nel 1847 fu menato a<br />
fine ; poscia si 6 perfezionato e fornilo del bisugnevole a tanto sco-<br />
po, merce le provvide cure del Direttore e del Presidente della I-<br />
struzione pubblica signori Scorza e Caporaazza, che, Cdi interpetri<br />
dell' alto voler di S. M. nostro Signore ( D. G.). con tutto zelo ed<br />
alacrila diffondono pur anco in allre branche il miglioramento<br />
scientiGco morale e religiose. Per ordine Regale altresi vi si e co-<br />
struita una strada rolabile di oltre a 5 miglia di lunghezza : essa,<br />
prima di eseguirsi, credeasi impossibile, favolosa, pe' grandi osta-<br />
coli che offriva la localita, maal voler Sovranoogni difficolta cessa;<br />
e perocotale strada e giainteramentespianataed in gran partebella-<br />
mente lastricata. Siflatto Osservatorio e maestoso, elegante,<br />
in cui<br />
materia e lavoro sono a dovizia ed armonicamente profusi ; tutto<br />
bello ed archilettonico e all'esterno.e pavimenti e scalee di marmo<br />
all'interno mostrano a prima giunta lasua non ordinaria magniflcen-<br />
za. Difatti per duedolci gradinate dall'una e dall'altra parte del can-<br />
cello dalla strada si ascende a' terrazzi , su cui estollesi a due piani<br />
cotal ediGzio. Del quale alia principal facciata e volto un verone a-<br />
dorno di plutco assai vistoso , omie per pnchi gradini vassi al telra-<br />
slilo portico, che inena al mngnifico vestibolo. In questo a dcslra ed<br />
a sinislia son belle e comode camere per uso del Direttore , e di-<br />
rimpelto all<br />
'<br />
ingresso veggonsi due usci sussecutivi ; 1' uno mette<br />
alia scala del piano superiore, 1'altro introduce in una stanza otla-<br />
gana. Qutsta ha 1' altez/a de'due piani insii j<br />
mc, contiene in mezzo<br />
I'elegaute buslo in marmo di FKRDINANDO II , ed offre intorno in-<br />
torno una scelta e ben disposta raccolta di minerali vesuviani. Nel<br />
piano superiore son due camere ed un' ampia sala con verone sul<br />
putico; in una di quelle ev\i ultra grudinola, ondc si sale alia Tor-<br />
(i) CE^AIIE CAMHI, Sloria diccnioanui.
AL VESUVIO 67<br />
re meleorologica. Si in questa come in quellc son molti c svaria-<br />
ti stromenti fisici , libri , e quant' altro e d f<br />
uopo per ogni ma-<br />
niera di ricerche speriraentali, e il noverarli sarebbe nojoso. Ne ac-<br />
cermo pero due, cioe 1' apparecchio a conduttore mobile per 1' elet-<br />
tricita atraosferica, e il sismografo elettrico-magnetico, che segna<br />
da se, assente 1'osservatore, anco le piii picciole scosse di tremuoto,e<br />
ne indica ad un tempo la durata, la direzione e la intensita. Inven-<br />
tor di siffatti apparecchi e il prof. Palmieri, che ne riscosse enco-<br />
mii dall' universale, e premio pel primo dall' Accadenaia delle Scien-<br />
ze di Lisbona. In fine un grazioso ed ameno giardino, ricinto di fer-<br />
rea rir.ghiera, conliguo a si venusto fabbricato , ne accresce ma-<br />
gnificenza e belta. Ma ogni opera e nulla o non giugne allo scopo,<br />
se sia mal diri-tta; quindi il nostro RE nell' incomparabil sua sag-<br />
gezza voile , che Direltor di si importante Osservalorio fosse il<br />
chiarissimo Melloni, onde lo invito e fe venir da Parigi ; quegli, o-<br />
norato, accolse un tanto invito, ma, non ha guari, rapito alle scien-<br />
ze, lasciava il suo nome tra gl' immortali, ed un degno suo succes-<br />
sore, il Palmieri. Per gli enunciati vantaggi e, che di coutinuo vi<br />
si recano naturalisti e dilettanti di cose naturali , e tutti vi tro-<br />
van sempre da ammirare e da apprendere. L' agevole strada fa<br />
si, che anco il volgo di curiosi si porti dappresso al teatro vesuvia-<br />
no ancoquando le sue azioni non son di rilievo; il che moslra,che<br />
lo sludio de %<br />
fenomeni i,aturali vassi nella generalila rendendo gra-<br />
dito ed importante. Lo suluppo intelleltuale delle nazioni segue le<br />
stesse fasi della vita dell' uomo ; ha infanzia, gioventu, virilita, de-<br />
ciepilezza e morte , qual ci ammaestra la storia. Un fanciullo, se<br />
gli vien tra mani un picciolo auloma, ne studia i movimenti, se ne<br />
appaga, ma poi vuol conoscere il meccanismo, e pero 1'apte e scom-<br />
pone. Cosi le popolazioni nella loro infanzia si contentano di osser-<br />
var solo i ftnomeni naluiali ; poscia , rese adulte, ne bramano in-<br />
dagar le cause. Egualmente ne' tempi andati il volgo napolitano ap-<br />
paga\asi guardar da lungi le eruzioni vesuviane , ed ora vuol cou-<br />
e da \icinoe f aperne il come ; lalche lo studio de'fcno-
68 THE PASSEGGIATB<br />
meni vulcanici non r del dominio dei soli do Hi, di cui questa terra<br />
e stata sempre ferace , ma va diffondendosi in altrc class! della so-<br />
cieta; per lo che, moltiplicandone le osservazioni , si potranno o-<br />
gnora piii discovrir nuovi fatti a vantaggio della scienza. Grazie a-<br />
dunque in eterno all'Augusto e Sapientissitno nostro MONARCA, che?<br />
voile tal Osservatorio per 1' iocremento della scienza ; il voile per<br />
lasciar un monomento eterno di gloria in questa classica terra, che<br />
sola scrbu la face del sapere, quando le onde barbariche la spegne-<br />
van da per tullo, e sperdevano il pensiero; il voile per dimostrare<br />
allo straniero, che nel suo regno sorgono , come per lo innanti, o-<br />
pere puramente originali , mooumentali, soleani ; il voile , pcrchu<br />
cio che vuolc, e al suo volcre<br />
Napoli 1. ottobre 1858.<br />
norma la virlii che in cor gli Lolle.<br />
ERRATA,<br />
A pag. \8 vers. 28 per lato mtridionale leggi lato occidentale.<br />
A p;ig.26 vers. 14 per discoscesi viotloli leg. rupinosi viottoli iner-<br />
picandomi.<br />
A png. 29 penullimo vers. per gloriosamente onoreranno leg. gloriosamente<br />
onorano ed onoreramno.<br />
A pag. 57 ver. 10 per fenomeni su discussi leg. fenomeni su di*<br />
scussi sonprodotli dal (luido elcltrico ; or essi accompagnano.