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Untitled - Vesuvioweb

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TRE<br />

PASSEGGIATE AL VESUVIO<br />

HE' DP 3 E 21 GIUGNO E 27 SETTEMBRE 1858<br />

OVVERO<br />

ossenazioni sulla eruzione vesuyiana<br />

del detto anno e sulla influenza sua<br />

yerso gli esseri organ izzal i<br />

PEL DOTIORE<br />

GIUSEPPE MARIA CARUSI<br />

ED1ZIONE SECONDA<br />

CORRETJA DAI.L'AUTORE, ED ACCRESCICTA BELLA STORIA DBLLA ERPZIONB<br />

VESUYIANA DAL 1855 A XCTXO SETTEMBRE DEL 1858<br />

IN NAPOLI<br />

DALLA STAMPERIA DEL VAGLIO<br />

1858<br />

Mugghia il Vesuvio, c col suo mugghio svela<br />

Arcaai di natura a chi gl* intcnde.<br />

THE GETTY RESEARCH INSTITUTE LIBRARY<br />

Halsted VanderPoel Campanian Collection


c<br />

THE GETTY RESEARCH<br />

INSTITUTE LIBRARY


INDICE<br />

DELLE MATERIE CONTENDTE IN QUESTA MEMORIA<br />

Prefazione<br />

OggettodelF opera a ivi<br />

Storiadellaeruzionevesuviana del 1855. . . a 4<br />

del 1856. li<br />

del 1857. . . 13<br />

dell858. . . 17<br />

Fenomeni meteorici dipendenti da cotale eruzione. 22<br />

CAPO I . Prime passeggiata o 25<br />

Descrizione della lava vesuviana e de' fenomeni che offriva<br />

nella notte del 3 a 4 giugno 1858 m<br />

CAPO II. Minerali a 30<br />

Descrizione di essi t ivi<br />

CAPO III. Vegetabili 32<br />

Considerazione suirazione vesuviana verso i vegetabili. ivi<br />

Generazione di nuove piante e presso al Vesuvio ed in ri-<br />

mote contrade dopo i grandi incendii di tal vulcano. 33<br />

Influenze vesuviane sull' oidium Tuckeri . . 34<br />

Considerazioni suH'origine e natura foll'oidium Tuckeri. 36<br />

Si cerca sapere, se il calorico, gli acidi, o il fumo, svolti<br />

dalla lava vesuviana , apportavano giovamento<br />

all' oidium<br />

Tuckeri 38<br />

Fuoco . . ivi<br />

Acidi . . . o 39<br />

Fumo . . . 40<br />

proficuo e piu economico del solfo contro a cotal ....., criptogama<br />

42<br />

II fumo giova all'oidio, e per6 si propone come rirnedio piu<br />

1


t<br />

IV<br />

CAPO IV. Insetti<br />

IN DICE<br />

....... Storia del concorso d' insetti su di alcuni furaajuoli vesu-<br />

43<br />

viani ivi<br />

Osservazioni su tal concorso d' nsetti , e se ne cerca la<br />

cagione<br />

CAPO V. Considerazioni sulle attrazioni elettriche , . 47<br />

Attrazioni elettriche di animali verso altri animali. ivi<br />

Attrazione de'corpi idioelettrici verso gli animali . 52<br />

Influenza della elettricitaalmosfericasiigli animali e su'cor-<br />

pi rudi 53<br />

Sviluppo<br />

del fluido elettrico dalla combustione . 55<br />

CAPO VI. Applicazione delle precedenti dottrine . a 57<br />

Si da la spiegazione<br />

l.del sollevamento della lava vesuviana, controle leg-<br />

gi di gravita, verso i tronchi degli alberi . ivi<br />

2. del concorso degl' insetti su'fumajuoli vesuviani. 58<br />

3. della generazione di nuove piante ne'luoghi de* vasti<br />

incendii ....... 62<br />

CAPO VII. ConcMusione 63<br />

APPENDICE, Descrizione del Real Osservatorio mtfeorologico vesu-<br />

viano 65<br />

45


PREFAZIONE<br />

Rilegger giova di natura il libro.<br />

II Vesuvio e fonte inesausta , anzi ricrescente , d' imponderabilf,<br />

che agiscono da presso e di lontaoo su lulto, massime sugli esseri<br />

organizzati. I fatti , cbe additano cotale azione su questi ullimf,<br />

son costanti, continui ; e pure sommi naturalist!, chepoteano fame<br />

utili applicazioni, mentre li vedeano etoccavano con raano, li la-<br />

sciavaoo sfuggire. II che di quanto danno e stato per la umanita e<br />

per la scienza , ognuno da per<br />

se lo intende. Frattanto i fisici ia<br />

tutte parti del mondo indvilito , merce peculiar! congegni, destano,<br />

anzi, direi, creano, a lor talento, e calorico e luce e fluid! elettrico<br />

e magnetico, e li applicano a svariati bisogni scientiflci, sopraltutto<br />

fisiologici e medici. E perche apprezzare solo i vantaggi , che som-<br />

ministrano tali imponderabili , svolti da congegni fatti dall' uomo,e<br />

trascurar quelli, die sorgono dall' apparecchio uscito dalle mani del-<br />

I'ETERNO, che forse sarebbero piii proficui ?Di siffatti corpi incoer-<br />

cibili, ch'io direi artificial!, molte qualita son ben conte ed applicate;<br />

e quantealtre, e forse piii utili, non ne offrirebbero i naturalise ve-<br />

nissero argutamente sludiati presso alia loro sorgente? Imperocche


2 PrEFAZIONE<br />

generalmente si conosce che I' aria vesuvfana ad alcuni vegelabili<br />

ed animali e proficua, ad altri e nociva, ma io che modo giova-<br />

tiva o micidiale s'ignora ; poicM non si sa di quali e quanti impon-<br />

derabili essa 6 gravida, a quali fasi quelii vanno soggetti, e come o-<br />

perano su gli esseri organizzati. I geologi ed i fisici, che grandemente<br />

onorano questa terra, hanno raccolti immensi material! in<br />

falto di minerali e meteore vesuviane, che di molto arricchiscono<br />

la scienza; e per6 oramai a'fisiologi converrebbe innalzar con sif-<br />

fatti material! quel grande edificio, onde derivi 1'utile, cui I'urna-<br />

nita anela. Quindi uopo sarebbe d'intraprendere una serie non in-<br />

terrotta di osservazioni e di sperimenti circa il modo di agire<br />

de'fluidi indicati su'vegetabili e su gli animali si neilo stato sano<br />

come morboso, ed indagar fino a che grado la vita degli uni e degli<br />

altri sotto quelle influenze possa prosperare od annichilirsi. Cotali<br />

investigazioni sarebbero sommamenteiraportanti, perche darebbero<br />

la spiegazione a tanti fenomeni , che sinora sono problematic!' , ed<br />

offrono una dolorosa lacuna alia scienza. In tal carriera s' incontrano<br />

molti ostacoli , e vero , ma non sempre insormontabili , che colla<br />

pazienza e col forte volere, purche e (attibile all' uomo , tutto si<br />

vinee. E per6, animate da questa fiducia , mi spinsi in cotali ricer-<br />

che, la cui merce, m' ingegnai di risolvere quatlro problemi di taJ<br />

natura; val quanto dire: 1. perche sigenerano nuove piante nel luo-<br />

go de* vasli incendii ? 2. perche concorrono gV insetli su qualche fu-<br />

majuolo vesuviano? 3. perche sollevasi la lava vesuviana, conlro \c,<br />

leggidi gravita, verso i Ironchi degli alberi ? (4. perche guariscono le<br />

vili infelte d'oidium Tuckeri solto le influenze vesuvianet E la pre~<br />

sente Memoria versa sulla soluzione di questi quattro problemi. Ma,<br />

se in ci6 ho raggiunto lo scopo, 1' ignore; 1'ho tentato. E per6 invito<br />

i dotti naturalist! a ripetere tali indagini, affinche eglino , dotati<br />

d'alli lumi, avessero indulgenza a'miei difetti, e, faceudo novelle<br />

scoverte , ripianassero la discorsa lacuna , qual richieJe I' umanita<br />

e la scienza; e cosi eglino aggiungeranno queila meta die a me<br />

non e riuscito di poter toccare.


PREFAZIONB O<br />

Intanto, per schiarimento di ci6 che in prosieguo mi far6 a svilup-<br />

pare, non sara superfluo dar qui in succinto al lettore la Storia dello<br />

eruzioni vesuviane dal 1835 fin oggi 27 settembre 1858. Lo prego<br />

per6, se egli fosse vago di meglio versarsi in tal materia.di svolge-<br />

re i libri de'ch. professori Guarini , Palmieri , Scacchi (1), e Gui-<br />

scardi (2), che doltaraente e di proposito di ci6 sonosi occupati.<br />

1 primi trein commessioue, nomiaata dall'Accademia delle Scien-<br />

ze, scrissero la Memoria sull'incendio vesuviano del 1855, e il Gui-<br />

scardi continu6 tal lavoro , cominciando dove quelli aveano termi-<br />

nate, e flnl a' 2 di gennajo del 1858. Da tal dl fin oggi ne proseguo<br />

10 la narrazione. Dichiaro intanto che in tutta siffatta istoria, perche<br />

era impossibile in ogni istante e luogo trovarmi io presente alle sva-<br />

riate ed ammirabili scene vesuviane, ho consullate le indicate dotte<br />

Opere,<br />

e mi son valuto delle notizie circostanziate delle veridiche<br />

guide vesuviane. E per6 in appresso sovente a tempo e luogo<br />

ter6, ed a chi e dovuto far6 meritevol lode. Quindi<br />

zioni di loro unendo le mie vengo all'assunto.<br />

li ci-<br />

alle osserva-<br />

Chiunque visila di frequente la vetta del Vesuvio, la ritrova d' or-<br />

dinario di forma nuova e sempre dissimile, perche<br />

i crateri di tal<br />

vulcano vanno di continuo soggetli a metamorfosi merce le lente<br />

eruzioni , che svolgonsi nel loro grembo. Tali eruzioni fan si che<br />

quelli si slruggano a vicenda , e sempre o quasi sempre avviene<br />

che uno sorga a discapilo degli altri , poiche li colma , guasta, an-<br />

nulla , e solo grandcggia su tutti , pari all' astro maggiore, che,<br />

quando appare , rende languide e disgombra le minute stelle. Di<br />

fatti nel dl 19 dicembre del 1855 tra' due minori crateri , austra-<br />

le e boreale , del 1850 nacque il gran cratere, che rose e distrusse<br />

11 tramezzo che li dividea ; talche gli avvanzi de' sepimenti tra<br />

gli uni e 1'altro rassembravano un V, congiunto da una partealla<br />

punta di Pompei, dall'altra alle pareti de'suddetti crateri. Le la-<br />

(1) Mtmoria sitllo Incendio Vesuviano del 1855.<br />

(2) Notizie del Vesufio ne'volumi I, 2, 3 e 4 del Giornale il Giamt. Vlco.


4 PBEFAZIONE<br />

ve, che sgorgarono nel teste mentovalo gran cratere e nell' au-<br />

strale suddetto , colmarono ed agguagliarono entrambi ad un<br />

confine. E, di rimando, le lave di tutti due versandosi nell' indicate<br />

cratere boreale, sempre inattivo, lo empirono, ne superanmo ogni<br />

barriera , e fluirono nel cratere del 1855. Cosi 1' uno struggendo<br />

1'altro danno 1'idea del tempo, in cui, al dir del Venosino, trudilur<br />

dies die. Or siccome siffatte metamorfosi son prodotte da eruzioni ,<br />

cosl e duopo daroe la breve storia per quest' ultimo periodo di 45<br />

tnesi.<br />

1855) Sul Vesuvio nel dl 14 dicembre 1854 apparvero<br />

tali feno-<br />

meni, che posson dksi precursori dell'eruzione del 1855. Di vero<br />

verso le otto di sera del suddetto di sul gran COHO, presso la punta del<br />

Palo, il suolo sprofondossi , e si aprl una voragine quasi circolare<br />

del diametro visivo di circa 80 metri : nel fondo d'essa le materie<br />

ignite brillavan di nolle ; e ne'suoi orli si schiusero diverse fendi-<br />

ture(l). In siffatto avvenimento manc6 1'acqua ne' pozzi<br />

di Re-<br />

sina ; ma esplosioni, straordinario fumo , ed altri fenomeni soliti<br />

ad avverarsi in simili rincontri non sursero in campo. Cosl il vul-<br />

cano si conlinu6 fino al 1 maggio 1855 : in tal dl cangi6 di re-<br />

pente scena ; arse nel suo, grembo ; e mugghio piii Gate , e '1<br />

mugghio , rompendo il silenzio della notte , rintrono in Resina<br />

e ne' dintorni. Allora in fondo alia suddetta voragine si vide-<br />

ro ribollire le materie fuse , apparve in copia il fumo , avve-<br />

raronsi esplosioni lievi, ma valevoli a scagliar fuori del crate-<br />

re brani di lava , che rotolavan poi sul pendio del monte. Questo<br />

si scosse, e squarci6 in piu punti il suo fianco occidentale , don-<br />

de eruttava fumo. Tali fenomeni si tacquero per poco , poiehe<br />

tutto a un tratto in cotal fianco a tre quarti di altezza del cono<br />

schiusesi novella bocca , la quale sgorgo turbini impetuosi di fumo<br />

e liquido acceso ,<br />

ma silenzioso. Quest' ultimo costeggio e coperse<br />

(1) GUISCARDI al Prof. ScACCHl , Lettera del S gennajo 18^5, accoropagnata da<br />

una tavola bene espressa.


in gran partite lave del 1847 , giunse quasi al piano delf Atrio del<br />

Gavallo, ove soffermossi : si serb6 vivido fino a sera , ed alhnentato<br />

ognor piu dalla sua sorgente si divise in rami. Schiusa la prima ,<br />

s'aprirono altre bocche piii giuso ed alia stessa direzione. Esse per6<br />

spalancaroosi fragorosamente, e vibrarono fumo e sassi, ed eruppero<br />

gran torrente infocate , che travolgea frantumi di vecchie scorie ,<br />

lapilli e sabbia ivi esistenti, e poi preeipito giu nell'Atrio del Cavallo.<br />

Quivi pur si vers6 la lava, che scaturl dagli screpoli surti al lato oc-<br />

(identule , e frammischiossi ali'altra del lato opposto. In ciascuna<br />

apertura ergevasi un cono , merc6 i frantumi di lava sospinti dal-<br />

I'eruzioni ed ivi caduti ed aecuroulati. 1 coni superrori raggruppati<br />

a petto degli altri eruppero piii sassi , e ripetevano lo sprazzo a lie-<br />

vissimi intervalli; i projetti con piu veemenza scagliatt impiegava-<br />

no cinque minuti a cadere; e per6 giugnevano all'altezza appros-<br />

siraativa di centoventi metri. H gruppo poi de' coni inferior! esplo-<br />

deva piii fragorosameute , ma i projetti erano lanciati a meno al-<br />

tezza du'primi. Inoltre la lava che ne usciva , qual fiamma briltava,<br />

e, giunta nell' Atrio del Gavallo, per curva via si diresse verso i<br />

bafai di Somma , ed incenerendo gli alberi che scontrava, verso le<br />

selte di sera si butlo uel Fosso della Vetrana e da questo in quello<br />

di Faraone. Quivi tutto e sepolto- ed ha cangiato aspetto ; iraperoc-<br />

che la lava del 1785 e il masso di Leudtofiro , che ivi scendeva a<br />

picco , sono scomparsi. La lava intanlo contmu6 il suo viaggio or<br />

piu Of mno lentamente sino a sera del 5 di tal mese , e nella<br />

sussecutiva notte sofifermossi presso Sansebastiano e Massa di Som-<br />

ma. Nel mattino del di 6 I'iDcendio si raccese piu forte e violen-<br />

to , e verso gran lava ne'Fossi della Vetrana e di Faraone, ma si<br />

mostrava sempre piu crescente , infocata , e scorrevole ; talche la<br />

indurila del di innanli , liquefatta di nuovo , riprese il suo carumi-<br />

no ; laonde nel di 7 involse il ponte ed alcur>e case de' villaggi<br />

di Massa e Sansebastiano, es'immise neH'alveo artiOciale per le<br />

acque, che scendono dal Fosso di Faraone. Quivi traripato, pro-<br />

grediva, e nel di 8 invase parte del Camposanto,<br />

e nel dl 11 si ar-


est6 a mezzo miglio lontano da Cercola. AHro torreote serge-<br />

va verso le otto di mattino del dl 9 ; da esso emanava si denso fu-<br />

roo che so ne eeclissava il sole; talche quest'astro maggiore poleasi<br />

ben Dsare : siftatlo torrente divert! dagli altri , e si diresse ad<br />

Apicella. Esso sulle prime era rapido, poscia rallent6 il corso, ma<br />

verso sera del giorno 10 racquist6 vigore , e nel di seguente si<br />

volse a Sangiorgio a Cremano ;<br />

scorse celere anzi che no ne'giorni<br />

susseculivi , e nel dl 16 fe sosta presso la Cappella di Nocerino.<br />

Siffatto ramo e lungo un miglio e tre quarli , ed e poco piu 1'al-<br />

tro diretto a Cercola.<br />

Per ventisette giorni le materie fuse continuarono a sgorgare<br />

dall' aperture del lato boreale del gran couo. Esse ptT6 nou sempre<br />

vedevansi di lontano, perche ora , involte di fumo, percorrevano<br />

angusti letti, ed ora iofiltravansi per sotto le scorie e lave indurite.<br />

Due rami per6 che eruppero nel dl 7 richiamano J'attenzione;<br />

laoude e duopo fame peculiar motto. L'uno sgorg6 dal gruppo<br />

de' coni inferior], e nella sua foga fe dileguare due altri coni sotto-<br />

stanti, non separossi dalle lave nell' Atrio del Gavallo, e s'impetri<br />

presentando una superflcie scura , tortuosa, e bizzarramente ber-<br />

noccoluta. L'altro torrente surse da'coni superiori, giunse nel sot-<br />

toposto piano, e si diresse su le lave del 1850. Dal mentuvato gior-<br />

no in poi, nebbia, fumo, lave e coni caduchi e rinascenti facevano<br />

di continuo cambiare aspelto al Vesuvio. Del pari nel Fosso della<br />

Vetrana le metamorfosi erano straordinarie ed istantanee. Di fatti<br />

crepature , crollameuli di scorie , rivi e Cumi di fuoco , ras-<br />

solamento e liquefazione di lave si succedevano con tale rapidita<br />

che e impossibile descriverli. Notevole e per6 che le lave nel Fus-<br />

so della Vetrana erano involte di scorie arsicce e scricchiolan-<br />

ti fino al di 17 ; ma da questo al giorno 19 portavano a galla mol-<br />

tissime pietre di grossa mole, tondeggianti e nericce. Esse , prive<br />

di scorie, non cigolavano come le precedent!. Intanto il torr^nte<br />

crebbe di volume, progredi, raggiunse le lave del 1785, leinvolse<br />

in gran paite, e seppelli gli ulliiui ruderi della Cappella della Ve-


trana (1). Dal di 19 in poi altre lave sursero, e quali fermaronsi<br />

Del ripetuto Fosso, e quali si avanzarono, come gia dissi, in due<br />

rami, 1'uno verso Cercola, 1'altro verso Sangiorgio a Cremano.<br />

6 notevolissimo che in tale eruzione furonoin ciascun giorno due<br />

incremeuti periodic! costanti, 1'uno mattutino, I'ultro vespertino, col-<br />

1'intervailo di circa dodici ore, e col ritardo di qualche ora al gior-<br />

no. Questo fenomeno ha grande analogia con 1* interno movimenlo<br />

periodico del nostro pianeta, paragouabile alle maree; il che puo<br />

dare qualche ragione de'tremuoti. Simiglianti incrementi periodic!<br />

si avverarono nella eruzione del 1779, come attesta Hamilton (2),<br />

ed in quest' anno 1858 pur si son visti cotali incrementi, almeno<br />

ne' primi giorni, quando la lava era piu copiosa.<br />

Di tal memoranda eruzione sard pur pruficuo dare qui in breve la<br />

storia meteorologica , geologica emineralogica.<br />

Laonde anzi tratto e<br />

succintamente dir6 che all maggio 1855 un fumo si denso involvea<br />

montediSomma eVesuvio, cheapena lasciavanetrasparirel'ardente<br />

lava; questa per6 verso sera apparve in tutta sua grandezza, che<br />

quello si dilegud. A tal fenomeno accoppiossi 1' ecclissi lunare, che<br />

accrebbe solennila ed imponenza alia natura. II magnetismo ter-<br />

restre fu assai patente , poiche nell'apparecchio<br />

di variazione di<br />

Lamont osservossi la procella magnetica precedere di due giorni<br />

1'eruzione in disamina, e 1' accompagn6, ma non con egual ? ivezza,<br />

fino al periodo di sua declinazione. Egualmente la els Itrinla atmo-<br />

sferica fu sensibile , perocche si mostro in genere superiore alia<br />

media del luogo , la quale e di 55 circa ; ne vi manc6 un esempio<br />

di antagonismo eleltrico. La pressione atmosferica avea corrispondenza<br />

colle fasi dell' incendio , che 1'altezza del barometro si man*<br />

tenne sempre al di sotto della media del luogo , la quale e di circa<br />

710.m Del pari la temperalura atmosferiea senll gli effetti di tale<br />

(1) Questa Cappella era dedicala alia VERGINE , e vanlava una urigine aolirliissini<br />

e pero dicevasi Veterana, e poi corrottameute Vetraoa.<br />

(2) Tiamaz.filos. V. 1.<br />

i


8 PKEPAZIONB<br />

incendioressa si elev6, ma la sua elevazione fu varia gecondo la gran-<br />

dezza e la lontananza della eruzione e delle lave. Di quest'ultime la<br />

temperalura appressavasi a' gradi 700, poiche rammolliva, ma non<br />

fondeva i fili di rame , di argento ed anco di ferro (I). Scosse di<br />

tremuoti piii o meno sentile accompagnarono e precedettero sif-<br />

fatta eruzione. Pochissima cenere cadde solo nella notte del 2 a<br />

3 maggio, ed era sensibilmente eleltrica, raa non fu accompagnata<br />

seguita da forti temporal! ; scarso , ma del par! elettrico fu il<br />

fumo ; manc6 il pino, e mancarono le folgori spontanee, che furon<br />

viste guizzare nel fumo di altre eruzioui. De' fumajuoli , quali da-<br />

vano vapore aqueo, e quali per nulla ne offrivano : gli uni distin-<br />

guevansi degli allri , merce il termoigrometro,<br />

la distillazione ed<br />

1 miscugli frigorifici ; soprattutto mostravano la lor natura ne' tem-<br />

pi ntbbiosi od umidi , poiche i primi spandevano denso fumo, ed<br />

i secondi non mutavano aspetto. Ed e notevole che , a dati eguali,<br />

1'acqua caduta su' fumajuoli di diversa altivita, isemispenti fumi-<br />

gavano mollo , mentre i pienamente attivi non accrescevan fumo.<br />

II che poleva dipendere o dalla elevata temperatura , o da una pe-<br />

culiore virtu delle lave incandescent! e fuse di ritenere 1'acqua per<br />

isprigionarla col loro raffreddamento (2). Inoltre alcuni fumajuuli<br />

davano odore di acido solforoso , altri di acido cloroidrico, e tal-<br />

volta d'entrambi. Notisi che 1'acido cloroidrico colla brina o colle<br />

nubi ritornava a raostrarsi su' fumajuoli , ove era scomparso , e<br />

qimi ricomparivano le sublimazioni gialle e bianche, cioe de' clo-<br />

ruri ferrico e sodico. La lemperatura de' fumajuoli attivi. era va-<br />

ria , ed in genere ondeggiava dalla fusione dello zinco a quella<br />

dell' argento. In fine lincendio , di che e parola, successe ad un<br />

aprile freddo e piovoso ; ma non puo dirsi nulla di preciso<br />

, se<br />

questo fatto abbia attinenza con tale conflngrazione. Evvi pero<br />

probabilita che la pioggia vi contribuisca, poiche nel verno,qual ci<br />

(1) Mcmoria fit. sulf incendio vesuv., pag. 78.<br />

(2) Memoria cit, sutt*taccJio ftsut', t pag. 102,


PBEFAZIOMB 9<br />

addita la storia vesuviana , sono state le eruzioni piii numerose e<br />

gugliarde a petto di quelle di altre stagioni , ed esimii scrittori ri-<br />

cordarono che i piii vasti incendii di tal vulcano furon precorsi da<br />

diuturno e dirotto cader di acque.<br />

La lava variava di velocila, merce la sua consistenza e I' inclina-<br />

zione del luogo , onde scendea ; di fatti al 1 maggio 1855 per UQ<br />

pendio di 36 gradi percorreva 121 raetri a minuto (1) , mentre in<br />

egual tempo per allro piano incliuato a 15 gradi<br />

trascorrea meno<br />

della meta dello spazio suddetto. Essa irioltre lungo il dorso del<br />

gran cono vesuviano in ciascun lalo dell'alveo, onde fluiva, si rap-<br />

prese a tavoloui. Questi presentavano la superficie increspa-<br />

ta da profondi e stretti solchi mirabilmente regolari. Le lave poi<br />

impetrite<br />

nell' Atrio del Cavallo o erano invoke di scorie sea-<br />

bre, od offrivano la superficie mammellonare e rugosa , come cin-<br />

te irregolarmente di grosse funi. Altre lave mostravansi rico-<br />

verte di grandi masse ritondate , e queste , rotte , manifestava-<br />

no strati concentrici, compatti,<br />

e tramezzati da altri strati sco-<br />

riacei. In line pur fu vista qualche lava sabbiosa , che nel raf-<br />

freddarsi si divise in minuti frammenti, come di arena. La tessi-<br />

tura e compattezza delle grandi masse di lave era varia per fre-<br />

quenza , forma e grandezza delle interne cellette. Sieno di questa<br />

o di quella natura le lave , che sgorgavano da' crepacci in rispon-<br />

denza tra loro contemporaneamente , offrivano la stessa strutlura;<br />

e pero e a ritenere che partissero da un centro, ed a filoni digitati<br />

s' infiltrassero nelle suddetle fenditure. Da ultimo molte delle disa-<br />

minate lave , dopo lunghi mesi da che eran surte, in piii punti au-<br />

mentarono di temperature, e divennero incandescenti ; il che al<br />

cerlo dipendea o da novelle chimiche combinazioni o da forza di<br />

cristallizzazione o da entrambe. Simil fenomeno fu osservato dal<br />

Serao sulle lave del 1737 , ed egli ad un di presso ne di& la sud-<br />

(i) Memoria cit. , p, 79.


iO PREIMZIONB<br />

delta spiegaziona(l), che e stata ritenuta da'recenti naturalist! (2).<br />

Nelle rocce scontraronsi cristalli di leucite , e sulle lave a pie<br />

del cono si raccolsero projetti di forma quasi sferica.Essi al 1 raag-<br />

gio 1855 furono eruttati, ed offrivano un nocciolo di antica roccia,<br />

ed un involucre di recente lava. Nocciolo ed involucro ora tra loro<br />

distinti da una linea di separazione, ed ora eran confusi insieme. Si-<br />

mili projetti presso al Vesuvio furonpure raccolti daHamilton (3) e<br />

da Breislak (4) nel 1779. Di cotale involucro la faccia interna, che<br />

s'applicava al nucleo, era tubercolosa t nera, splendida, quasi in-<br />

vernicfata, e della natura delle recenti lave , mentre i nuclei reve-<br />

Javano la interna composizione mineralogica del gran cono [vesu-<br />

viano. Essi mostravansi] di svariata natura ; imperoeche alcuni era-<br />

no di lave antiehe contenenti cristalli di augite ,<br />

di leucite e tal-<br />

volta dioliviria; altri offrivano 1'apparenza di lave scoriacee con<br />

cellette tapezzate di minutissimi cristalli bianchi indifinibili , e di<br />

laminucee di mica ; quali eran formate di rooce porfiriche bian-<br />

che composte di leucite e di augite, o di leucite , feldispato vitreo<br />

ed augite; e quali in fine erano di rocce granitoidee cristalline; il<br />

cui impastoorapresentava peridoto bianchiccio con pirossene e mica<br />

a grana fina , ed ora pirossene e mica a grossa grana, ovvero piros-<br />

sene, olivina e mica a grossa grana (5).<br />

Da diversi coni sviluppavasi acido solforoso, e talvolta solforico ,<br />

ed acido cloroidrico ; e notisi che, ove questo abbondava , quello<br />

scemava, e per 1'opposto. L' acido carbonico pur si svolse nelle mo-<br />

fete presso alle falde del vulcano nel finire dell'incendio. II soltb<br />

su' fumojuoli del gran cono e sulle lave tra Sansebastiano e Massa di<br />

Somma continue a deposilarsi anco dopo cessata la eruzione. Esso<br />

era cristallizzato unitamente al gesso ed al sale ammoniaco. JE1 ri-<br />

(1) Istoria delFincendio del Veswio accadulo nel maggwdel 1737, pag. 118 dd-<br />

Tedizione del 1778.<br />

(2) Mem. cit. suit 1<br />

incendio resiie., pag Ii7.<br />

(3) Campi phlegraei, a Paris, i'an septieme, pag. 115.<br />

(4) Voyag, phisiq. et lytholog. dans la Campanie. Paris, 1801, torn. 1, pag. 25&<br />

(5) Mem. cit sull*incendio tcsuc., pag. 156 e seg.


PBEFA7IONB |1<br />

levante che da siffatti fumajuoli non emanavasi acido solforoso n&<br />

idrogene solforato. La tnelaconisa (ossido di rame polveroso )<br />

si rin-<br />

venne tra le materie esalate dalle lave del Fosso della Vetrana. L'o-<br />

Jigisto di svariato aspetto ed abbondevole si mostr6 in diversi luo-<br />

ghi. Per6 nella lava sul pcndio del grande e piii di alcunt piccoli<br />

coni fu raccollo un minerale , credulo oligisto (1). Tal minerale of-<br />

friva crislalli ottaedrici attraversati da laminette , e dalle recenti<br />

analibi di Rammelsberg risulta che e una combinazione di magnesia<br />

e sesquiossido di ferro (2).<br />

De' clortiri di ferro il sesquicloruro fu assai frequente; ad esso<br />

da'geologi attribuivasi il color giallo delle scorie presso a' fumajuoli;<br />

tal colore credevasi dal volgo dipenderedal solfo , ma recenti os-<br />

servaziooi e sperimenti han dimostrato che proviene dall' azione<br />

prolungata dell' acido solforico sulle lave. II protocloruro di manga-<br />

nese e M cloruro di magnesia pur vi si scontrarono; il primo per6<br />

M'drvfisi in picciola quantita in alcune croste saline di color bianche,<br />

formale esclusivamente di cloruri alcalini. II cloruro di sodio fu<br />

frequenlissimo e su' coni e sulle lave : pressoche<br />

fu lo stesso il<br />

cloruro potassico : il cloruro ammooico si rinvenne sulle lave vicino<br />

a Sansebastiano e Mussa di Somma. L' aftalosa { sol fa to di potassa )<br />

si offri in picciola quantity cristallizzata Cnamente e frammista a<br />

cristalli di oligisto. Pur si trov6 nelle scorie de' piccoli coni la piro-<br />

tecnite ( solfato di soda anidro ) e ia mirabilite ( solfato di soda<br />

idrato,), non che 1' epsomite (solfato di magnesia). Scarsa fu la cia-<br />

uosa ( solfato idrato di rame ) , ma piu abbondante la teuorite ( os-<br />

sido di rame) ; e scarso pur fu il gtsso ( solfato di calce idrato )<br />

e la<br />

karslenite (solfato di calce anidro). La cianocroma (solfato di po-<br />

e rame<br />

tassa e rame idrato ) e la picromeride ( solfato di magnesia<br />

idralo), discoverte nelle soluzioni delle croste saline azzurre (3),deb-<br />

bon considerarsi prodolli dcll'arte, anzi che del vulcano. L'allume e<br />

1'allumogene ( solfalo di allumina idrato ) si rinvenne spesso unito<br />

(1) Mtm.fH.sah'ififaiJioetsue.'. p:>g. 1"^ e seg.<br />

(2j Poggendorff' Annal. Bd. ClV.pag.542.<br />

(3) Mem. tit., pag. li.


12 PBEFAZIONB<br />

alia coquimbite ( solfato di sesquiossido di ferro idrato }. La cotuu-<br />

nia ( cloruro di piombo )<br />

si trov6 in abboadanza ,<br />

ma dopo tempo,<br />

neJ 1857, unita alia tenorite sulle lave della Vetrana, ove dur6 mol-<br />

to tempo un fumajuolo. In abbondanza del pari sulle lave e sulle<br />

scorie di altri fumajuoli si generarono cristallini aghiformi di color<br />

verde, che stimaronsi di atacamite.<br />

Da ultimo non sara superfluo ricordare che, la massa della lava di<br />

siffatta eruzione del 1855 approssimativamente calcolata, ascese a<br />

diciassetle milioni di metri cubici. Le lerre boscose ecoltivate, da<br />

tali lave ricoperte, furono circa dugento moggia , e il danno ap-<br />

prossimativo monto a trentacinquemila ducati.<br />

1856.) In dicembre del 1855 sul gran com) vesuviano esistevano<br />

due crateri ed una yoragine; que'furou figli della eruzione del 1850,<br />

equesta nacque in dicerobre del 1854 (l).lprimi<br />

miravarisi su due<br />

inontagnole coniche, elevate e rkongiunte tra IOTO, menlre la seconda<br />

sprofondava sull' altopiano del suddetto gran cono. Nel traraezzo di<br />

colali crateri in dicembre del 1835 si aperse altra cavita, che s'in-<br />

grandl scrollando non solo il mentovato sepirnento, ma altresi il fianco<br />

occidental delle accenoate eouiche montagnole.Talche a' 10 giugno<br />

1856 vedevausi i Ire crateri in linen, e un po' discoslo scontravasi la<br />

ripetuta voragine.<br />

In tal dl il cratere boreale offriva nel suo fondo<br />

materie ignite e fumo , e questo roteando facea credere quasi pro-<br />

venisse da fiamme accese. A* 2 agosto il cratere di mezzo elevo nel<br />

suo centro un eono , ehe erompea bizzarramente e lave e scorie, e<br />

queste sue strane scene in prosieguo furono pur viste da Napoli.<br />

A' 28 novembre ambi i crateri in disumhia ofl'rivano ii loro fondo<br />

involto di rocce fuse , e manco Y acqua ne'pozzi circonvicini ; il che<br />

si reput6 foriero di prossima eruzione. Di falti a' 19 dicembre 1856<br />

oei cratere mediano surse un cono , alto an 14 metri, che vomitava<br />

pastosa lava , e tratto trutto esplodea ; alia sua base di qua , di la<br />

(1) Guiscardi, o. c. nel fasc. 1 del G.iamb.Fico, e nella Lettera a Scacchi del<br />

na)o 1855.


PBEFAZIONB 43<br />

schiusero due forami , ed ivi pur si aprl altro crepaccio<br />

tra mezzo-<br />

dl ed oriente, che del pari sgorg6 lava. II cratere boreale fumiga-<br />

va, e produsse abbondante vapore aqueo, che involvea il gran cono<br />

ecolmava i crater! iuvolandoli alia vista. Ma non pertanto il Guiscar-<br />

ili arditamente scese nel cratere boreale del 1850, e quivi osserv6 che<br />

il suddelto denso fumo era sospinto in alto e disperso dalla elevati<br />

temperatura; poiclie il cono interno mostravasi in piena attivita, e di<br />

frequente eruttava brani di lava. Egli del pari in tal dl nolo che<br />

il cratere meridionale era nell'interno in piii punti vivamente rosso,<br />

merce 1'innesto del cloruro ferrico co'clorurialcalini. Leparetide*<br />

crateridel 1850 vedevansi degradate, poiche incessantemente rose,<br />

disfstte ed ingiallite da* caldi vapori e dagli acidi (1).<br />

1857 ) Nel dl 10 giugno del 1857 il Vesuvio non piii offriva<br />

il cratere del 1854, ne gli altri ; poiche erano scomparsi , ed uno<br />

strato di lava gl' involvea tutti. Un miscro avvanzo di setto de' cra-<br />

teri del 1850 esisteva , ed offriva un taglio quasi a picco de' letti<br />

di tufo, indinali un 40 circa verso il solo cratere australe, e dal<br />

Danco del gran cono sgorgava torrente infocato, che dirigevasi ad<br />

oriente. II cono medio svolvea nembi d'aqueo vapore, e di frequen-<br />

te esplodea. Acido solforoso sviluppavasi dalle pareti de' crateri, e<br />

debole odore di clorido idrico avvertivasi presso a' coni eruttanti e<br />

presso alle recenti lave, che non presentavano alcun fumajuolo. Le su-<br />

blimazioni, che ivi scontravansi, erano di cloruro ferrico con cloruri<br />

alcalini e di cloruro sodico; e 1' acido borico a qualche distanza pur<br />

\i fu visto (2). La lava , che verso Ottajano dirigevasi a' 23 luglio<br />

1857, soffermossi verso la base del cono, ed involvea parte delle la-<br />

ve del 1850. Essa mancava di scorie, era nericcia, splendida e pres-<br />

soche smaltoidea alia frattura ;<br />

abbondava di cristal lini di leucite ,<br />

somigliavain fine a quo 11 'ul lima cheapparve nel la eruzione del 1855.<br />

Un torrente di lava a' 17 del suddetto luglio schiuse della base del<br />

cono centrale , infiltrossi sotto le scorie precedenti, le sollev6 , si<br />

(1) 0. e 1. cit. nel Giamb.<br />

(2) 0. c. nel Vol.11, del Giamb. Vico, fasc. 3.


14 POBPAZIONE<br />

volse alia Punta del Palo, ingombro V altopfano del cono, irruppe<br />

nella voragine del 1854, la colm6 esi diressesul Banco dirimpetto<br />

alia Capitale : progredia lentamente , si divise poscia in piii rami,<br />

die del pari con lentezza discesero giii alle falde del cono. Questo<br />

cangiava aspetto , poiche quelle correnti ne riempivano le vallee,<br />

e formavano nuove prominenze, A' 10 settembre 1857 la voragine<br />

era ristretta , ed abbassate vedevansi le scoriejequali su I'orlo del-<br />

la voragine stessa in un punto mostravansi arrovesciate, quasi fosse-<br />

ro state percosse da esplosione. Tali lave, simili alle suddescritte,<br />

erano setolose e senza scorie, e, come a quelle, vedevansi infrante e<br />

raddrizzate. DC' due coni, 1'unodi bizzarra forma poco o nulla fumi-<br />

gava, 1'altro energicamente gittava copioso fumo, e con fracasso in-<br />

female scagliava frantumi ardenti di lava.E ricordevole che il fumo<br />

da questo emesso,prendeva sovente forma di corona, menlre la tem-<br />

peratura erabassa, e tranquilla 1'atmosfera (1). E notisi altresl che<br />

la falda del cratere centrale fatta di scorie presentava il pendio di<br />

circa 45, mentre una falda superstite del cratere bore;>le del 1850<br />

offriva 1' inclinazione di 35, ed era composla di lapilli e sabbia.<br />

Le emission! gassose e le sublimazioni in cotali eruzioni ftirono<br />

svariate e molte. Di fatti presso le recenti lave sull* altopiano del<br />

cratere spiccava 1' odore del solfldo idrico,e su di esse tralto tralto<br />

scontravansi aghetti disolfo , surti forse dalle ardenti lave cheflui-<br />

rono sul solfo sublimato giacente sotto le scorie. Sulle fenditure<br />

di siffalte lave vedevansi croste emisferiche vuote e tubercoletti di<br />

color citrino. Esse, come risulta dalle analisi del Guiscardi,scioglie-<br />

vansi in parte nelP acqua,e colle reazioni offrivanocloruri,fluoruri,<br />

solfati , ed anco ferro, calce, e magnesia; qucsta pero era assai<br />

scarsa. Quindi emerge cbe le suddette croste, oltre il solfato calci-<br />

co , che e insolubile, contenevano ancora cloruro calcico e ferrico ;<br />

forse anco cloruro magnesico e solfato magnesico e ferrico. II cloru-<br />

ro sodico so: tutte le fenditure delle lave vedevasi in abbondanza ,<br />

(1) Guiscardi, o. e I. c.


PRBFAZIONB 1.,<br />

mentre I' acido solforoso era scarso. Inoltre su le lave fluent! fu<br />

raccolto un arnione che, rotto, era vuoto, di color d' argilla e fatto<br />

a strati. Attraeva 1' umido atmosferico e divenne dopo tempo di<br />

color vario, giallo, canarino, verdognolo. Analizzato , die reazioni<br />

di cloruri, di potassa, di soda, di ferro, di rame ; solfati e calce rea-<br />

girono debolmente, e per I' opposto in abbondanza mostrossi il<br />

cloruro sodico; poiche il periodo<br />

r.ente caratterizzato dal clorido idrico (1).<br />

attivo del vulcano vienc abitual-<br />

Ne'di sussecutivi al teste accennato 10 setternbre altre lave sur-<br />

sero dalla base del cono, e si versarono parte su quelle del cratere<br />

australe , e parte si diressero alia Punta del Palo, ricolmarono la<br />

voragine del 1854, e scorsero oltre la meta del cono di rincontro a<br />

Napoli. Nel 25 di tal roese il picciol<br />

cono era in attivita: abbattuto<br />

il suo vertice, erorapea per due bocche fragorosamente<br />

e di conti-<br />

ntin, avventando brani accesi e fulgidi di lava , da scmbrar razzi<br />

volanli in combuslione, mentre piccioli torrenti infocati tra setten-<br />

trione ed oriente scorreaao sul pendio del cono. Molto vapore ema-<br />

navasi dal cono centrale , che avea screpolato il suo vertice ed<br />

esplodea frammenli di lava. Con una gagliarda esplosione rovino<br />

parte della sua cima, e sgorgo liquido ardente, che soffermossi sul<br />

suo fianco dividendosi in due rami. Tal lava , pan alle summento-<br />

vate, era sceyra discorie. Ed e notevole che siffatte esplosioni non<br />

eran punto isocrone a quelle dell' altro cono ; notevole e del pari la<br />

luce, c he contemporanea e non sussecutiva alia esplosione,mostra-<br />

vasi di rosso violetto pallido, da somigliare a quella de' cloruri po-<br />

sti al cannello su la perla di sal di fosforo e di ossido di rame. De'<br />

due suddescritti coni adunque<br />

or 1' uno era silenzioso e 1' altro at-<br />

tivo, or tutto il contrario avveravasi. Intanto la lava dall' orlo del<br />

cr.itere in trenta rainuti giugneva ncil' Atrio del Gavallo , e quindi<br />

a poco spegnevasi, mentre al 1, ottobre altre correnti accese sur-<br />

seroe si arrestarono sul pendio del cono. Di lontano una lucebril-<br />

lantissima continua ed ittitante vedevasi sul ciglione del cono cen-<br />

(i) Guiscaidij o, e 1. c.


46 PnBF&ZIONK<br />

trale ; la quale era prodolta dalla ricrescente materia infocata, ehe<br />

cola incessantemente recavasi. Siffatti fenomeni furon precursor!<br />

della dislruzione di cotal cono, che avverossi alle otto pomerMiane<br />

del 20 ottobre. Nel di innanti a questo il fumo , che di la eraana-<br />

va , prendeva la forma di corona. II cono pria si scosse oriazontal-<br />

mente, poscia una scossa assai violenta lo fe scomparire scagliando<br />

in aria frantumi di esso e di lava, che, ricaduti sail' alto piano del<br />

conoardenti, fluivano alquanto. Seesso sprofondd ovvero fu sbal-<br />

zato in aria, non e facile a determinarsi : il fatto e che scomparve,<br />

e tale scomparsa fu accorapagnata da si gagliarda esplosione , che<br />

rintron6 in Portici e nelle altre terre circonvicine ;<br />

ed uua vora-<br />

gine conica profonda si apri, ove quello esisteva.Nel d!21 novem-<br />

bre il cono nato sulle ruine dell'altro suddescritto si alzava un 15<br />

metri , e presentava la cima divisa in due bocche, donde lanciava<br />

con rombo e violenza frantumi e masse ardenti di lava. Le quali,<br />

fluitesull' alto piano, si elevarono in modo di agguagliare la Pun-<br />

ta del Palo ; e, dopo il 23 novembre, la sorpassorono. Ma questo<br />

rigoglioso ingrandimento rest6 fiaccato ; poiche<br />

a' 12 dicembre<br />

1857 verso le dieci e mezzo del mattino scro!16 con fragore orribile<br />

e rimbombo , e ne eruppero tre velocissime lave : 1* una sur-<br />

se dalla base del cono boreale , 1' altra apparve presso<br />

le bocche<br />

del 1850, e la terza su le lave del 1848 fluendo taglio il sentiero ,<br />

che mena all' Atrio del Cavailo. Le due ultime sgorgarono da<br />

un crepaccio , che si estese dalla vetta alia base del cono centrale.<br />

A' 2 gennajo 1858 sul lato occidentale tal crepaccio gagliardemente<br />

eruttava vapore roteante, e tratto tratto esplodeva qualche fram-<br />

mento di lava. 11 cono boreale pur esalava vapore, e. vapore aqueo<br />

altresi frammisto ad acido cloroidrico sviluppavasi<br />

topiano. Da tal dl sino a' 23 maggio del volgente<br />

da tutto i'al-<br />

anno il Ve-<br />

suvio nulla di straordinario ha offerto ; per6 la sua bocca de' 19 di-<br />

cembre 1855 e slata piu o meno sempre in attivita. E per6 qui<br />

cadra inacconcionotare,oltre a'suddetti,alcuniaitrifeaocaeui che


PRFFAZIONE 17<br />

esso nel giro di un trenta mesi di sua mal comprossa ira ha mani-<br />

festato. A I che procedo.<br />

1838)Cotal vulcano nell'indicata cruzione de'19 dicembre 1835<br />

prima fumo, lapillo e cenere emand, poi divenne ignivomo, ed ia fi-<br />

ne , scorsi pochi mesi, mbstr6 fuoco pur da uno de' grandi crateri<br />

del 1850. D'allora in poi i fumajuoli del gran cono furon di ricre-<br />

scente temperatura , deltero assai sublimazioni e fluidi aerifunni ,<br />

cd annunziavano cosi una novella conflagrazione. Inoltre il gran<br />

cratere ora sgorgava frequenti e picciole lave , che s'indurivano a<br />

pie del cono, ed ora offriva fuoco, che a brevi intervalli parea spe-<br />

gnersi e raccendersi. Intanto in ottobre e novembre del 1837 so-<br />

vente erompea lave, spesso ton6 , e rutnoreggiava si straiiamente<br />

da somigliare il rombo del tremuoto. E questo di fatti si avvero;<br />

poiche verso le undici pomeridiane<br />

del di 18 ottobre del sudletlo<br />

anno la terra, prima insensoondulatorio,poi sussultorio, fortemente<br />

tremo. E tale scossa fu sensibilissima in varie contrade del reguo<br />

soprattutto in Colle del Molise, ove allora io mi era di passjggio.<br />

A'12 dicembre ultimo, come teste accennai, il Vesuvio eruppe grau<br />

lava , che tosto cagli6, ed a'16 di tal mese vi fu 1'orribile tremuoto<br />

di Basilicata. Ed e notevole, che in tal frangente il sismografo elet-<br />

tromagnetico del Palmieri segnava spessissimo scosse di tremuo-<br />

to, di cui alcune erano isocrone alle piii forti di Basilicata , ed altra<br />

mostravansi puraraente locali. II chepotea considerarsi come prelu-<br />

dio della eruzione in atto. Poiche i suddescritti rumori si tacquero,<br />

sul Vesuvio apparve densissimo fumo ; questo sgombro , ricom-<br />

parvero le detonazioni,e si videro spinte io aria materie accese; tali<br />

fenomeni erano costanti e ricrescenti fino al 24 maggio or de-<br />

corso. In tal di alle 10 e mezzo pomeridiane s' avvero una s.cos-ia<br />

di tremuoto prima ondulatoria poi sussuitoria , che fu susseculivd<br />

per due giorni a straordinaria scarsezza di elettricita atmosfericii ;<br />

iutanto il monte pria di frequente forte detono , e poi verso le die-<br />

ci del mattino del dl seguente sgorgo poca lava dalla ripetutu Locca<br />

del 19 dicembre 1833. Altra gogliarda scossa di tremuoto, scguata


$S PRIF.12JOKE<br />

dal sismografo, vi fu oil' alba del d) 27. In quell' alto il cono nel<br />

lato occidentale ollre la raeta si apri, e poco dopo pur si spacco,<br />

ma piii ampiamente, alia parte settentrionale presso le bocche del<br />

18S5. La prima di siffatte fenditure sgorg6 poco lava, che si rap-<br />

prese nell' Atrio del Cavallo; la seconda n' eraise assai di piu, che,<br />

percorrendo 1' Atrio suddetto, verso sera toccava 1' estremita del<br />

colle de* Canteroni, e nel di seguente si divise in due rami. L' uno<br />

di quest! percorse ilFosso dellaVetrana e diFaraone calcando le la-<br />

ve del 1855; 1'altro ramo si volse al lato opposto del menlovato col-<br />

le. Nelle quattro del mattino del di 28 maggio poco su del Piano<br />

delle Ginestre, disposti in linea, molti punti fumigarono, ma non<br />

guari dopo tal linea si apri, egorgogli6 una lava assai liquida, cha<br />

immantinente si raise a fluire. Quando ad un tratto e furao e la-<br />

va cessarono, e tal crepaccio si chiuse. Esso per6 nelle ore pomeri-<br />

diane si riaperse,ed eman6 raolta e silenziosa lava, che si diresse al<br />

Piano delle Ginestre ed al Fosso grande. Nel mattino del 30 maggio<br />

tal eruzione continuava ad esser placida e tranquilla, ma di repents<br />

cangi6 modo; poiche con veemenza frantumi di lava furono sbiilzati<br />

in aria, orribfli rumori s'intesero, e visursero come d'incanto tre lar-<br />

ghi coni, iquali eruppero lava e rumoreggiarono fino a sera. Le altre<br />

bocche offriron simili scene, ed il gran cono, quasi applaudeodo e<br />

facendo eco all' oprato,rintronava assai forte dall'aIto.Essoper6 pur<br />

si apri nel lato orientale , ove i suoi fumajuoli eran di alta tempe-<br />

ratura e davano molte sublimazioni. Quivi cinque aperture avvera-<br />

ronsi, ma in silenzio, nel di 30 maggio teste mentovato. Esse er,ut-<br />

tavaoo tranquilla lava, che si divise in due rami,i quali a rilento pro-<br />

gredivano ; 1'uno si butto nel Fosso della Vetrana, 1'altro nel Fosso<br />

grande. II picciol cratere, surto al lato meridionale, era del pariin<br />

movimento,elasua lava,ricongiunta aquella della sottostante fen-<br />

ditura in tal di dischiusa, scese nelPiano delle Ginestre, ed attravers6<br />

la vecchia via dell'Eremo. Ed ecco da selte bocche ordinatamente<br />

dispostc da settentrione a mezzodi si vomitava liquido fuoco , che<br />

offriva di notte spettacolo stupendo e straordinario. Ed e rilevante


PRFFAZIONE 19<br />

die dal di 27 a 31 maggio , in cui 1'eruzione fu nel maggior au-<br />

menlo, di su, di giu e d' inlorno al gran cono si sohiusero molte allre<br />

bocche, di cui pero cinque spiccavano a preferenza per alcune loro<br />

particolari propriela; per lo che sara proficuo riandare su di esse e<br />

fame motto di proposito.affinchese ne abbia chiara idea. Al che pro-<br />

cedendo ripeto che nel di 27 del suddetto raese sul cono Cutrello si<br />

opri la prima di siffatte bocche , la quale si tenne nuda, non si a-<br />

dorn6 punto di scorie o com' , e fumigo per piii giorni sublimando<br />

sal comune. La seconda manifestossi nel di 28 poco su 1' Atrio del<br />

Cavallo nel lato boroale : essa nel giorno 29 presento quattro coni<br />

acuminati , visse fino al di 31, e poi ced6 funzioni e vita ad altra<br />

bocca maggiore , che fu la quinla, e che nello stesso teste menlo-<br />

vato giorno poco di sotto le surse. La lerza del pad apparve nel<br />

di 28 al lato orientale del cono: essa per tre di di6 lava; poi fu-<br />

migo soltanto. Egualmente nel di 28, ma tra mezzodi ed occidente,<br />

si disserro sul Piano delle Ginestre la quarla , che vomitd poca la-<br />

va e si chiuse ; indi un po' piii giii si riapri nel dl segueute , el<br />

in venti minuli produsse quattro coni. La quinta in fine , come<br />

poc'anzi dissi, nacque nel di 31 nell' Alrio del Cavallo , e si forni<br />

di tre coni. Questa e la precedente, come di sopra notai, eruppero<br />

piii laVe , che riversarono in luoghi opposti. Imperocche la quarla<br />

diresse il suo torrenle nel Fosso grande , e lo colmo in gran parte,<br />

mentre che la cjuinla V arrovescio nel Fosso della Vetrana e di Fa-<br />

raonp. Nel 1 giugno I' altopiano del gran cono , ove fu il cratere<br />

del 1850, si sprofondo per un dugento palmi. Intanto al lato op-<br />

posto le lave progredivano ; quella della Vetrana pass6<br />

nel Fos-<br />

so di Faraone ; 1' altra del Piano delfe Ginestre trascorse rapi-<br />

damente il Fosso grande , giunse al rio del Solfanello, e si divise<br />

in due rami ; 1'uno taglio la strada rotabile dell' Osservatorio nel<br />

silo del Pino e fe sosta , ma nelle due antimeridiane, rianimato,<br />

progredi: 1'allro ramo, danneggiindo i colti circonvicini, flui sulle<br />

vecchie lave ivi esistenti. Dal di 2 a 4- lali ignei torrenti si avan-<br />

zarono assai di piu , crebbero di mole e di atlivita; lalch'2 uno di


VfiCFAZIO.VB<br />

essi ingombrava oltre a 310 passi della suddetta straJa rotubite;<br />

1'altro, inollrandosi, si volse alia Cappella di S. Vito. In tal di 4<br />

del pari la lava verso Ottajano era animata, e rapida anzi che no<br />

fluiva, ma circa le due antimeridiane sosto presso la via che mena<br />

a Torre Annunziata. In tutta nolle del di 5 la eruzione fu copiosa<br />

e viva: pero la lava del Fosso grande crebbe e fluiva assai liquida,<br />

mentre 1'altra del Fosso di Faraone seemo di volume e soffermossi.<br />

Ifilanlo alle due pomeridiane di tal di il torrenle ignito forte ri-<br />

bolliva nel Piano delle Gineslre , e nel di 6 alie cinque del maltino,<br />

tutlo ingombro di enormi e difformi massi , dilag6 vasto spazio di<br />

terra, econ una larghezza diun quarto di miglio involse le lave pre<br />

cedenli, le sorpasso, e si divise in tre rami.L'uno verso orientedan-<br />

neggio varie terre coltivate , e si volt6 alia suddetta Cappella di S.<br />

Vito; 1'altro di mezzo ingombr6 vie piii la strada rotabile; e'l terzo<br />

arrovesciato ad oriente tocc6 la estremka del Fosso grande. In<br />

questo sempre piii il liquido ribollente ed animato si accrebbe, in<br />

modo che verso le tre antimeridiane del di 7 offriva 1'altezza di un<br />

centocinquanta palmi , e piego verso Resina. In tal direzione con-<br />

tinuo Gno alle tre antimeridiane del di 9 , percorrendo un tre<br />

quarti di miglio ; allora si scisse in piu rami ; ed uno di questi vol-<br />

gendo a sinistra si riverso nel Fosso grande.<br />

La lava intanto del-<br />

1'Atrio del Cavallo corse per la Vetrana, e die un ramo, che all'una<br />

di sera sul colle de'Canteroni si congiunse alPaltro del Piano delle<br />

Ginestre, e con esso ingombr6 vie piii<br />

la vecchia via dell'Eremo.<br />

Siffatta lava cosi,piii o meno attiva, si mantenne senza alcun che di<br />

notevole Gno alle due autimeridiane del di 12 ; mentre 1' altra , che<br />

scaturiva nel Fosso grande, in cotal giorno sirese siesuberante da<br />

ricolmarsiffutta valleaingran parte. Un suo ramo spiccossi a destra,<br />

e ricalco le ormedella lava, che nel 179i distrusse Torre del Greco,<br />

ma non molto scorse e si arresl6. Nelle ore serotine del di 13 nella<br />

Vetrana la lava ribolliva , e quella del Fosso grande si accrebbe in<br />

guisa che pareggi6 in altezza il colle de'Tironi;<br />

liquida , scorse e desolo i circonvicini colti, e poi<br />

si mantenne assai<br />

fe sosta alle 5 del


PREFAZIONB<br />

dl 15. ID cotal giorno,s\ neH'Atriocome ne) Piano ripetuti, a grado a<br />

grado comincio a scemare e spegnersi la eruzione, e il gran cratere<br />

erutloglobidi fumoframmisliacenere. Ilche facea sperare che 1'in-<br />

ceadio fosse Quito, come cotali fenomeni in srraili rincontri I'avea-<br />

BO altre volte annunciate. Non fu cosl; peichfc dal mattino fino a<br />

sera del di 16 le bocche del Piano delle Ginestre eruppero novella<br />

lava, e questa fu in roovimento ,<br />

erebbe e dur6 fino al mattino del<br />

dl 17, percorrendo un quarto di miglio. Nell'Atrio verso le due del<br />

mattino di tal giorno da un crepaccio surse un igneo torrente, che<br />

seorse sulle lave spente de'Canteroni e si rapprese. Neldi-lSsal<br />

Piano delle Ginestre riapparve la lava , che si scinse in ratni, i<br />

quali dopo breve tratlo s'impetrirono.<br />

Cosl il Vesuvio si continu6<br />

fiuo al 21 giHgno. Da tal giorno ad oggi, 27 settembre , le sue eru-<br />

zioni piii o meno vivaci pur continuano e centinueranno ancora.rna<br />

nulla di straordinario hanno offerto-. Le lave, ora sgorgate dalle<br />

bocche dell'Atrio del Cavallo ed ora da quella del Piano delle G4-<br />

uestre , non molto dilungandosi, sonosi rapprese. Ed e nolevole<br />

che esse fluirono e fluiscoao abbondevoli , ma sempre liquide,<br />

silenziose e senza odore ^notevole e altresi che tal vulcano non mai<br />

ha dato si lungamente- un' ardita eruzione nella base del suo co-<br />

no; e per6 tal fatto& unico nella storia vesu^iana. Notevole e in fine<br />

che oramai nel Piano delle Gineslre un gran masso di lava e scorLe<br />

impiastra e coverchia la bocca , onde emana illiquido infocato; e<br />

pero questo ognorpiu rinascente al.disotto di qiwlto<br />

si fa strada or<br />

per un luogo or per un altro. Nella stessa guisa , per frenare una<br />

emorragia,se si applichi suite ferita una larga compressa, il sangue<br />

yibollendo spiccia da varii punti di sotto a quella. Quindi in atto<br />

difficilmente si pu6 determinare il sito , donde tal liquido arden-<br />

te sgorga; poich6 i rapporti di localila son del tutto cangiali.<br />

Piu sotto dir6 i particolari geologici, mnieralogiei e meteorolo-<br />

gici di questa straordinaria eruzione , e sol qui tocchero di volo al-<br />

cuni fenomeni, che pajonmi degni di nota.E per6 giova indicare che<br />

in siffatto incendio vesuviano le scosse di tremuoto sono state si


2- PBEPAZIONK<br />

frequent!, che il sismografo in ogni di ne ha segnato due o tre alme-<br />

no.La eletlricitaja pressioue, e la temperatura atmosferiche intutto<br />

lian mostrato le stesse fasi , che nella eruzione del 1855 ; per lo chQ<br />

inutile equi ripelere quel che su ci6 di sopra si edetto. Per 1'opposto<br />

i fumajuoli delle lave in quest' anno, e per mole e per durata e per<br />

temperatura, tion posson punto compararsi aquelli del 1855, che son<br />

piccioli, non troppo ardenti, e fuggevoli. Per6 nel Fosso grande ev-<br />

vene uno , che forma eccezione ; poiche e pienamente altivo , e di<br />

nelle sue sublimazioni, ollre ad altri roinerali, tenorite e cotunnia.<br />

Tal fumojuolo e simile a quello dellu Vetrana, che nel 1855 dur6<br />

irolto , e sublim6 del pori cotunnia e tenorite. Inoltre nella nolle<br />

de' 3 a 4 giugno ultimo nolai sulla lava quattro luci diverse ; la<br />

lugubre rosso, la gialla,<br />

la violetta e la bianca. Esse mostravansi in<br />

quattro diversi punti ; di vero tulta la lava , e del Fosso grande e<br />

della Vetrana in genere, era di color rosso fosco , ma piu scuro in<br />

quesla che in quello , e nelP uno e nell' altra somigliava a carboni<br />

accesi , od a pezzi di ferro o di altro mt tallo incandescent!, che of-<br />

fronsi piu rossi e vivaci nelle fenditure anzi che nella superficie. La<br />

luce gialla brillantissima rassemhrava a quella, che ne' fuochi artifi-<br />

ziali risulla da cloralo di polassa solfo e carbonato di soda : essa<br />

\edevasi in una cascata del Fosso grande ; e quivi , ma moUo piu<br />

giu , sorgea la luce violelta , che , pari a quella<br />

clorato di potassa e solfo ,<br />

di solfato di rame<br />

vivatnente brilluva, ove oramai scontrasi<br />

la tenorite. In fine la luce bianca , preceduta da denso fumo del pari<br />

bianco, che direi fosforico, spiccava nel Fosso di Faraone. Le tinte<br />

di siffalte luci variavano d f<br />

intensila : ch6 ora erano assai vivaci, ed<br />

ora rendevansi pallide e spegnevansi. II the dipendea<br />

al certo dalla<br />

continue decomposizioneericomposiziorie.o combustione, degli sva-<br />

Tiali elemenli della lava. La quale, nell' Atrio del cavallo enel Fosso<br />

della Vetrana e di Faraone ,<br />

offrivasi di colore rosso livido, mentre<br />

quella del Fosso grande era piu vivida e brillante. La prima infil-<br />

travasi sotto le scorie, e sollevando le porlava a gallaf<br />

la seconda le<br />

involvea, ingombrava, c inGne le ricacoiava sul suo dorso , quasi la


PREFA1IONB<br />

avesse prima ingojate e poi vomitate. Tal fenomeno importante di-<br />

pendea forse dalla temperatura , che , maggiore in questa lava , la<br />

rendea piu liquida e fulgida a fronte dell' altra ?<br />

Svariate meteore contemporanee a cotale eruzione si sono awe-<br />

rate in vicine e lontane contrade; e perocche forse vi avranno atte-<br />

nenze , stimo non snperfluo fame motto, accennandone per6 le piu<br />

Botevoli.Ed anzi tratto dir6 che a'7 giugno ultimo in Belvedere di<br />

Calabria citeriore scoppi6 un uragano accompagnalada molti fulrni-<br />

ui, che uccisero Ire uomini nelle loro case (1). In Potenza a' 13 giu-<br />

gno suddetto verso le selte del mattino vi fu tremuoto prima sus-<br />

sultorio poscia ondulalorio, che dur6 olto second! (2). Nello stesso<br />

dl in Sala del Principato citeriore alle cinque pomeridiane apparve<br />

un tifone iracondo, che devast6 raolli campi,e travolse a subisso piu<br />

ease e persone (3). Egualmente nel mentovato di verso le qualtro<br />

di sera inPizzoli del secondo Abruzzo surse una spaventevole bufe-<br />

ra desolatrice, accompagnata da fulmjni (4). Nel dl 23 del ripetuto<br />

giugno verso le due di sera in piu contrade del Sannio eruppe un<br />

temporale gravido di grandine e fulmini, apportatore<br />

25<br />

di non lieve<br />

danno a' colli e vigneti.Nel giorno seguente qui verso le undid del<br />

matlino I'aere si chiuse , e resesi talmente muto di luce, che im-<br />

pediva di leggere, ed orrida procella ruin6 non solo su questo pae-<br />

se, ma ben anche ne' dintorni del Vesuvio. Quivi il grappo dell'ac-<br />

quaimpetuosocaddee fluisullesemispente lave, e cigolandosi sciol-<br />

se in foschi vapori ed atterri i circonviciniabitatori;poiche costoro<br />

credeano che novelle bocche vesuviane si fossero schiuse per ingo-<br />

jarseli ; disperata paura s' impadroni de' loro cuori, Cnche la verita<br />

mostrossi, e loro ridon6 la perduta calma (5).<br />

Risulta adunque da quesli fatti, che il Yesuvio dal 1855 fin oggi<br />

(1) Giornale uff. di Napoli de' 13 giugno 1838.<br />

(2) Giornale cit. dc'17 giugno 1858.<br />

(3) Giornale cit. de'14 giugno 1858.<br />

(4) Giornale, c. de' 14 giugno.<br />

(5) Giorn. cit. de' 25 giugno 1858.


24 PilEFAZIONH<br />

state piu o mono in attivila ; e pcr6 , premesse<br />

tali notfzie stdfri-<br />

che , discendo a' particolari della eruzione in atto , cominciando<br />

dalla mia prima passeggiata.<br />

Napolil.ottobre 1858.


CAPO I,<br />

PRIMA* PASSEGGIATA.<br />

Nel di 3 giugno ultimo, verso le cinque del la sera, mossi di qui,<br />

e, merce un vagone della ferrovia, quindi a poco giuosi in Portici.<br />

Era il giorno del Corpus Domini, gioroo solenne e festeggiato per<br />

tutto il mondo cattolico ; e per6 quivi osservavansi per la maggiore<br />

strada avanzi d'are e d'altre sacre pompe, che secondo il pio costu-<br />

me in tal di si prnticano, come perenoe Irionfo del Cristo su gli<br />

scellerati figli dell'eresia e delTempieta. Molta gcntc da'paesi li-<br />

raitrofl eravi accorsa, ed era roirabile vedere una fila non interrotta<br />

di curiosi d' ugni eta , scsso e condijione ire e tornare per la via<br />

che mena al Vesuvio. Tal gente , goduta la suddetta festivita reli-<br />

giosa , recavasi a cootemplare la imponente e straordinaria festivitci<br />

naluralc dell' ignivomo monte. Ognuno serbava gran<br />

dccenza nel<br />

veslire e nell' incedere, ed un iodicibile ordine osservavasi in tutto,<br />

quasi si fosse gito a sciogliere un voto in qualche Santuario. De' fe-<br />

nomeni solenni naturali e tale la forza, che scuote la mcnte, con-<br />

centra i sensi, e colma il cuore d'orrorsacro, poiche<br />

s'adora in essi<br />

la Mano crealric e, che tutto regge e governa. logolfato in tali ri-<br />

flessioni, mi diressi alia ignivoma sorgente ; ma non a pena giunsi<br />

al sito del Pino^ ove la strada dell' Osservatorio era attraversata da<br />

uu ramo della lava del Fosso grande, che mi si offerse alia vista<br />

uno spettacolo inatteso , colmanclomi di meraviglia e stuporc. Piu<br />

migliaja d' uomini eran quivi accolti ; sembrava una fiera , ma


20 THE PASSEGGIATE<br />

silenzlosa , ma taciturna : tutti erano immersi nella contemplaztoae<br />

di quell' enorme liquido rappreso e quasi spento , ma che non ces-<br />

sava di esser imponente, pari a balena o ad altro mostro immane,<br />

che morto spaventa ancora. Ognuno facea le sue osservazioni, econ<br />

voce sommessa le comunicava ad altri ; talche sentivasi un sordo<br />

sordo ,<br />

ma non interrotto suono di svariate favelle; poiche, v'eran<br />

alemanni , inglesi , francesi , americani ed altrettali ; e pero , se<br />

il Ghibellin fuggiasco vi fusse stato presente , avrebbe ripeluto :<br />

Tutti converigonqui d'ognipaese.Gia ilsole piegava al tramonto,<br />

e sanguigni vapori, enlro ed intorno, rifrangendone i raggi,facevan<br />

sembrar il suo disco dell'usato assai maggiorejil che accresceva im-<br />

ponenza alia Natura. Intanto, osservato tutto e soddisfatto, cercai gir<br />

oltre , e perche tal lava offrivami alta ed orfibil barriera, deviai, e,<br />

per la traccia aperta nel podere del d'Auria e per discosesi viottoli<br />

, raggiuusi di nuovo la strada rotabile. Gia le ombre<br />

inerpicandomi<br />

cadevano da' monti , e la notte rapendo forma e colori alle cose reo-<br />

devasi ognor piu Gtta, quando quasi di repente il bujo si ruppe ver<br />

su 1'Atrio del cavallo e'l Piano delle Ginestre; poiche quivi dalle<br />

spalaocate ignivome bocche ribollendo sgorgava novella lava , che<br />

riversarasi nel Fosso della Vetrana e nel Fosso grander questo,<br />

presso la flessuosa strada rotabile dell'Osservatorio , sprofoudava in<br />

piii punti quasi a picco, e quivi all' osservatore offriva uno spetta-<br />

colo indescrivibile. La in vero vedevasi il redivivo lorrente scorrer<br />

lento, ma con voracila infernale j imperocche, strisciando sul dorso<br />

delle lave antecedent} , or qua or la dalle rive contro le leggi di<br />

gravita si sollevava , ed addentando ed incenerendo olberi annosi<br />

ed erbe, ad un trallo tutto ingojava ; ingojava<br />

altresl tutto ei6 che<br />

incontrava, soprattutto le vecchie scorie, che venivan poi rigettate,<br />

ed indi da nuove on.de ringojate; talche presentava I'immagifl'e<br />

della Rapina, dal Monti personiGcata, che tutto inghiotle<br />

Con si gran frctta, che talor la strozza<br />

Tutto nol cape, e '1 vome, e vomitato<br />

Lo ricaccia nell'epa e lo ritnpozza.


AL VESLV10 27<br />

Tal torrente sullc prime pigramente fluiva; poscia,rianimato, creb-<br />

be di volume e celerita;scorrea flessuoso, e rimcnava in fin fuori le<br />

digerite scorie, che quali squamegl'involvevano il dorso, e scricchio-<br />

lavano negli urti vicendevoli; per lo che al suono, al corso flessuoso<br />

ed alia flgura dava allo spettatore quasi 1'idead'un orribile gran scr~<br />

pe a sonaglio: il suo colore , in genere, era lugubre rosso, ma nel<br />

mezzo d'una cascata mostravasi d'oro brillanlissimo, difficile a de-<br />

scriversi con parole, e poco piii giuso spiccava di un bel violetto. In-<br />

tanto , proseguendo il cammino , oltrepassai 1' Osservatorio , e mi<br />

soflermai sulla piu eminente gibbosita de' Canteroni. Guardai, ed al<br />

mio attonito sguardo si offerser cose , che la piu esaltata e poetica<br />

fantasia non potra giammai concepire. Tutto quel promontorio ve-<br />

devasi cerchiato da due fiunai ardenti , che scaturivan da sette spa-<br />

lancate bocche ; e queste da settentrione a mczzodi erario ordinata-<br />

rncnte disposle , ed enaanavano al cielo denso ed acceso vapore , il<br />

quale nelle alte aeree regioni roteando aggruppavasi, rendevasi im-<br />

ponente, e t' ispirava tal sacro orrore, che la mente rimaneva atter-<br />

rita , quasi \i scorgesse<br />

. . quel Dio che in suo furor cammina<br />

Per mezzo a* sette candelabri ardenti.<br />

siflatto spettacolo rendevasi ognor piu maestoso , e ti scuotevo,<br />

se per poco fisavi le innumerevoli fiaccole de' curiosi , che pari a<br />

lucciole tempestavano il monte; ma ti sorprendevano assai piu quel<br />

sordo scricchiolar delle scorie e quella luce orribilmente vermiglia,<br />

che, dalle bocche ardenli emanandosi,<br />

Rorapca la notte e la rendea piu truce*<br />

Meraviglialo cosi , per contemplare piu da presso que'fenomeni na-<br />

turali, mi diressi al Fosso della Yetrana, e brancicone, su per le<br />

scorie e caldi macigni della non bene spenla lava del di innanzi, mi<br />

avvicinai all'ardente liquido , il quale placidamente scorrea; puzzo<br />

e rumor non dava, tranue il cigolio delle scorie ; gli acidi solforoso,


28 THE PASSEGGIATE<br />

cloroidrico e simili , che offcndon 1'olfatto e'l respiro, solili a sri-<br />

Jupparsi nelle altre eruzioni vesuviane, in questa non apparvero, almeno<br />

nel sito ove m' era. La fluidita della lava, il nessun suo odore<br />

e la placidezza onde sgorgava, richiamaron lamia attenzione; poi-<br />

che non mai ho visto tali tre feoomeni cosl uniti nelle altre eruzio-<br />

ni, che dal 1840 fin oggi per raia istruzione mi e piaciuto oaservar<br />

da vieino. E mentre mi flssavo su tali cose, ecco il torrente ingros-<br />

sare, il calorico raggwnte a quella distanza mi si rendeva insoffri-<br />

bile, e la temperature sotto a' miei pie accres'oevasi ; talche da que-<br />

gli screpoli parveroi quasi uscisser le parole del Venosino , Incedis<br />

per ignes suppositos cineri doloso. Allor mi scossi: un brivido mi<br />

assalse tutte le fibre , onde rapido mi trassi da quel luogo periglio-<br />

so , e non indarno. Iroperocehe , dilungatomi appena un dieci<br />

passi, mi volsi indietro e vidi , cheov'io roi stava, elevavasi un<br />

cono di fumo bianco ognor piit crescente e Otto; nel cui fondo ap-<br />

parve una luce pur bianea, quasi fosforica , che del pari crescente<br />

degenero.tanlosto in rivo di fuoco. Questo dipartivasi dal gran tor-<br />

rente, di gia gonOo , e facevasi strada di sotlo le scorie da me cal-<br />

cate : tal rivo, pel pendio.che guarda il cennato Osservatorio, scor-<br />

rea rapido anzi che no, e mi piacque non poco considerarlo. Innu-<br />

merevoli pipistrelli mi sorvolavano intorno, e sulla lava; ed in que-<br />

sta qualcuno, siavi attratto, siavi spontaneamente di molto appres-<br />

sato, ne rimase spento. Meco era il cortese, il giovialissirao signor<br />

Bullot, che col suo schioppo tiro a dug di tali chirotteri, e gli ucci-<br />

se. lo li raccolsi, e vidi die Kunoerail molosso del.Cestoni (Dyso-<br />

pes Cestonii, Bonap.) (1;, 1'altro 1'orecchiardo manciuolo (Plecotus<br />

Jtrevimanus , Bonap. ). E rileva , che quesle atre figliuole di Me-<br />

neo raoslravansi piii concitate dell' ordinario , ma in tutto serba-<br />

(1) Questo mammifero alato fu discoverto nel 1825 in Pisa dal prof.Savi; prima di tale<br />

scoverta, credevasi slraniero all'Europa. Poscia fu rinvenuto in Romagna dal ch. Bona-<br />

parte, ed io Tho raccolto nel Sannio e sul Vesuvio, e forse vive in altre contrade del Na~<br />

politano.


AL VESL'VIO 29<br />

vano il loro andamento, che COD tintc raflaellesche dal cantor di<br />

Bassville fu espresso :<br />

Ir le vedi c redire, e far carole<br />

Sul capo al viandanle e sopra al lago,<br />

Finche non riede a saettarle il sole.<br />

Nella contcmplazione di si svariate e brillanti scene deH'impO"<br />

nente teatro della Natara, il tempo trascorse , e le stelle nel firraa-<br />

mento a poco a poco rendevansi languide e sparivano. Gift 1'alba<br />

colle resale dita schiudeva il giorno, e tutto cio che prima era con-<br />

fuso ID un caosse oscuro cominciavasi a rischiarare , ed ogni ente<br />

terreno, quasi chiamato a novella esistenza, sviluppavasi dalla roassa<br />

comune e prendeva la sua forma. Innumerevoli uccelli , di loutano<br />

garrendo, salutavano gli albori. Intanto il giorno<br />

maestoso e solenna<br />

si avanzava ed empiva di il magniflcenza create : la luce rischiara-<br />

va i campi e'l cielo , e , gittando di se 1'asci immensi su' liquid!<br />

piani del mare, li rendeva specchi abbaglianti , mentre il sole colla<br />

sua faccia tremola ed amabile, sollevandosi a grado agradoapparia,<br />

ed iadorava le ridenti vetle di Posillipo.<br />

Racquistate le cose, merce la luce solare, forma e colore , allor<br />

mi diedi ad invesligare i mineral! della novella lava , ed a notar le<br />

iofluenze vulcanic-lie su gli esseri organizzati , fissando 1'attenzione<br />

soprattutto sulla generazione di rruove piante dopo i vasti incendii,<br />

sull' uidium Tuheri , e sugl'insetti. E sicconae sussecutivamente ho<br />

riptHuto siffatte ricerche per altre due volte , di cui quella di 1'al-<br />

tr'ieri fu 1' ultima, cosi , rannodandole e foudendole in una , le<br />

presented con ordine. Comincer6 adunque da* mineral , passer6<br />

poscia avegetabili , indi agli animali, in fine m'intratterro alquanto<br />

sull' Osservalorio meteorologico vesuviano, perche e una delle tante<br />

opere mirabili e solenni che gloriosamenle onoreranno in eterno la<br />

memoria del provvido e sapieote noslro SOVRANO.


30 TBE PASSEGGUTE<br />

CAPO II.<br />

MINERALI.<br />

Percorrendo il gran dorso del Vesuvio , raolte e svariate per<br />

forma e grandezza osservavansi le fenditure, donde di recente erup-<br />

pe la gran lava. Di esse alcune mostravansi nude , aKre involle di<br />

scorie,e quale era spentae quale dava lampi di vita, poiche tuttavia<br />

erompea lavae materie aeriformi: se ne scontravano intorno a quin-<br />

dici , ma cinque erano piu notevoli , di cui teste sopra feci par-<br />

ticolare menzione. Ed anzi tutto quella al cono Cutrello spiccava<br />

per la gran copia di sal comune , di che era soprasparsa ; 1' altra<br />

rairavasi tra occidente e settentrione poco su 1' Atrio del Gavallo ;<br />

la terza giacea sul lato occidentale del cono; la quarta poco di sopra<br />

al Piano delle Ginestre offriva due aperture; la quinta in finevede-<br />

vasi verso illato settentrionale del suddetto cono. Tutte piu o meno<br />

sgorgavan lave, e queste commiste insieme e fuse, formavano i due<br />

suddescrilti grandi torrenti infocati : 1' uno di essi traeva origine<br />

dalle fenditure settentrionali del ripetuto cono, di color rosso fosco<br />

irrompea nell'Atrio delCavallo,lo colmava dalle falde dellaPunta del<br />

Nasone fin quasi alia Crocella.vi scorreva.direi, subdolamente sotto<br />

le scorie , perche permettea su queste passeggiare , e poi ribollendo<br />

versavasi nel Fosso della Vetrana e di Faraone. Quivi giunta , ser-<br />

bava ancoraquell'andar sub^olo, poiche , come accennai poc'anzi,<br />

un rivo di tal torrente infiltravasi tra le scorie da me calcate con<br />

grande mio rischio. L'altro torrente sboccava dalle aperture a pie<br />

del cono tra raezzodi ed occidente , attraversava la vecchia via da<br />

Resina all'Eremo, e buttavasi nel Fosso grande. L' orrorosa vallea<br />

di questo ne e riraasa colma, e con essa sepolti i ricchi depositi di<br />

calcaree raagnesifere, matrici dell'idocrasia , della sodalite, del<br />

granato e di altri mineral!, onde traeva profitto la scienza e 11 lusso.<br />

Ma non pertanlo giova sperare , che le novelle lave sien sorgenti


AL VESCVIO 31<br />

di tesori di gran lunga superior! a quelli tesl& rapiti. Ease presso<br />

alia loro sorgente erao omogenee, pastose, Glanti, chiuse, ma a misu-<br />

ra che se ne discostavano, rendevansi sptignose, concamerate, in fi-<br />

Ee addivenivano scoriacee. E per6 quelle lave , che piii lentamente<br />

si affreddarono, raostravansi piii compatte, forse perche 1'attrazio-<br />

ne molfcolare non fu interrotta dalla rapida dispersione del ca-<br />

lorico. I prodotti di cotali emanazioni vulcaniche erauo varii ed ab-<br />

bondevoli: di fatli sparsamente osservavansi sal comune, cloruri e<br />

solfati di rame, ferro oligisto , e, nelle lave, cristalli di leucite, di<br />

pirossene, tenorite , cotunnia ed altri minerali, che si avverarono<br />

nella eruzione del 1855. Nel di 30 maggio la bocca de' 19 dicem-<br />

bre 1855 versd sabbia nera commista a cloruri e solfati di ferro e<br />

di allumina ,<br />

ed a grossi cristalli di leucite. Molte delle accennate<br />

fenditure emanavan sostanze aeriformi ; e quali sperdevansi nel-<br />

1'atraosfera, e quali restavan li presso , code eran surte. RHeva<br />

che il couo dalla fenditura al suo pie non dava piu furao , ma molto<br />

ne cacciava dalle duebocche superiori; inoltre in queste ed in quella<br />

le sublimazioni di solfato di potassa e di combinazioni plumbee e<br />

rameiche eran simili.Quindi par che una ne era la sorgente, ed eravi<br />

comunicazione tra loro. Se ci6 fosse, come e assai probabile, age-<br />

volmente si spiegherebbe, perchfc il fumo in disaraina esciva solo dal-<br />

1' aperture superne; le quali formavano i fumajuoli di quella, nella<br />

stessa guisa che in un camino il fuoco acceso manda il fumo non dal<br />

focolare, si bene dalla ciminiera. E merce siffalte sublimazioni presso<br />

alle fenditure suddette le scorie a preferenza miravansi involte di<br />

fiorilure e croste gialle, che, tranne il cloruro ferrico che e delique-<br />

scente , eran falte di sostanze insolubili nell' acqua ; e per6 con a-<br />

nalisi chimiche ben ponderate se ne scovriva la natura. Di fatti tali<br />

sublimazioni presentavano ossido di rame , solfato di potassa , clo-<br />

ruri di rame e di piombo. Inoltre sulla lava rappresa del Fosso gran-<br />

de in luoghi sinuosi scontrai alcun che di cloruro ammonico : in<br />

tai dintorni vedevansi piante crocifere; onde dalla loro decompo-<br />

sizione e sviluppo d'azoto e d'idrogene forse surse quel sale. lu-


32 TUB PASSEGGIATE<br />

oltre le lave fluenti, col fumo, che svolvevano, non davati puntoodore<br />

d'acidocloroidrico. Intanto tal fumo,raccolto e con appropriato appa-<br />

recchio reso liquido , presentava cloruri alcalini. E notisi , che in<br />

genere i fumajuoli inquestaa fronte di que'd'altreeruzioni<br />

sono stati<br />

scarsi e di breve durata. Alcuni di essi, ove le lave erano rapprese,<br />

emanavario un po'di acido solforoso, e lieve odor d'i-Jrogene solforato<br />

spiccavasi da' fumajuoli occidentali. In One ben lungi dalla sorgente<br />

su la lava indurita accosto a' punti tuttavia furm'ganti svolvevasi<br />

1' acido carbonico; esso discovrivasi merce 1'acqua di calce posta<br />

11 vicino in yaso di vetro, e le sottili croste in essa formate , fer-<br />

veano cogli acidi. In genere e a dirsi , in questa eruzione scarsissi-<br />

mo e stato lo sviluppo di gassi, e la lava fluiva si placida e tran-<br />

quilla da semfirar raetallo fuso che sgorghi da gran crogiuolo.<br />

CAPO III.<br />

VEGETABILI.<br />

II fuoco vulcanico, pari ad ogni altro fuoco, divora , consume, e<br />

fa dileguare ogni traccia di organizzazione e di vita , ovunque ha<br />

impero; ma la Mano Creatrice , che trasse dal nulla 1'Universo e<br />

tulto regge e governa , fe si che , raentre la vampa edace uccide e<br />

scompone gli esseri organizzati , non vale a distruggere gli elemen-<br />

li, onde quelli possan riprodursi , nutrirsi e ricomparire<br />

sul tealro<br />

del mondo. Quindi sul Vesuvio diverse criptogame , distrutte dal<br />

torrente infocato , appariscono di nuovo su quelle abbrouzate la-<br />

ve ; lo slereocaulon vesuvianwn , il mnium hygrotnetricum ed al-<br />

trettali ne danno ineluttabile prova. E quest'ultimo pur fu visto sor-<br />

gere in ciuffetti rigogliosi ne' crepacci de' fumajuoli umidi e caldi ;<br />

per modo che iltermomelro visegnava f 75 R. (l).Tali criptogame<br />

(1) O.G. COSTA, Alii della R.Accademia delle Sf/Vfl.Tol.IV E qui e a notare,che<br />

nel calorico vesuviano vi e forse altro imponderabile.che, mentre modilica ed arresta fino<br />

ad u a certo punlo 1'azione struggitrire e dissolvenlc di quello, difende la vita, Di fatti, a


At fESOVIO 33<br />

hanno stanza sul Vest) vio, vi periscono e rinascono. Qucsta loro rigene-<br />

razione sorprende, e vero;ma!a maraviglia cresce.osservando, die,<br />

dopo violente eruzioni,in quelle contrade vulcaniche sorgon piante,<br />

che vivono in lontane regioni.eper naturanonpotrebbero allignarvi.<br />

Cosi la medicago marina, che e propria delle arene bagnate dal ma-<br />

re, vi si vede germogliare : del pari vi vegeta Yadianthum odorwn,<br />

che, secco, odora di vainiglia : esso e raro nel nostro regno, poichfe<br />

non esiste,come attesta il professor Tenore.che sul Gargano (1). E-<br />

gualmente or vi si scontra, la presso all'Eremo, qualche pianta del-<br />

1'amaranto aspighe verdi, tipico (amaranlhus chlorostachys, Lafr.),<br />

il quale, sccondo assicura il lodato professor Tenore, non cresce cho<br />

ne'campi coltivali di Puglia(2).Di fatti non prima di queste ultimo<br />

mie escursioni cola ne ho rinvenuto e semi e piante; ne fu piu fe-<br />

lice il sig. Pasquali, giacche nella sua Flora Vesuviana non ne fa<br />

motto (3).Tal amaranlo richiam6 la mia attenzione,che esso omai<br />

e ovvio nelle contrade del Sannio presso al Frento, mentre priraa<br />

del 1785 non esisteva punto. In quell' anno vi fu grande eruzione<br />

vesuviana con ptno, ed effondimento di cenere per quasi tutto il Re-<br />

gno ; tal cenere copiosamente<br />

calde nel territorio sannitico mas-<br />

sime ne'campi frentani , e dopo siffatta piova cinerea apparve il<br />

ripetuto amaranlo , ne e piu scomparso. Questo fatto , degno di<br />

nota , e regislrato nella Flora Frenlana di mio padre , opera<br />

tuttora inedita , ma che di breve daro in luce. Donde il Vesuvio<br />

nel 1785 attinse i semi di cotal pianta , e rimescolandoli colla sua<br />

cenere gli sparpagli6 nel Sannio? ed in quest' anno , onde ha ri-<br />

preso quei semi e gli ha riversati sul suo dorso? Quale attrazio-<br />

dati eguali,il cennato mnium preso e posto alia stessa umidita e temperatura dif 77 R.pres-<br />

soadunfuocodi vegetabili,resta abbrustolito.Del pari il dromius quadrillumv^yi gradi<br />

K. sotto le scorie vesuviane vive ilare e vispo, mentre a tal temperatura non regge e mnore<br />

tosto, se e messo in una boccia aperta, da potervi giocar 1'aria, appresso ad un fuoco di<br />

vegetabili.<br />

(1) Ragguag. di alcune pcregrinaz. ec. Nap. 1832.<br />

(2) Flora napoliiana.<br />

(3) V. Eserc. Accad. degli Aspir. Nat.. Vol. II. Part. II.<br />

3


34 THE PASSFGPIATE<br />

ne ha pe' semi ? Queste tre dimande emergon da'suddelti fatti, e<br />

sc ne attende risposta. E inollre risaputo, che dopo grand! incen-<br />

dii sorgon nuove piante > di cui la gcnerazione e problematjca.<br />

JBtirdac ne parla diffusamente , esprimendosi : Molte osservazio-<br />

ni si raggruppano per istabilire, che dopo vasli inceiidii apparisco-<br />

no innumerevoli vegetabili , che per<br />

lo innanzi non esistevano in<br />

quelle contrade (1). Di falti dopo i considerevoli inceuclii, in Lon-<br />

dra surse Yerysimum lalifolium (2); in Koenysberg il blilum capi-<br />

tatum (3); in Copenaghen il senecio yiscosus(k); nell' America set-<br />

tentrionale nacquero i pioppi,ove si bruciarono i pini (5),e sirnili.<br />

II sullodato professore di Koenysberg ravvicina la generazione di<br />

tali piante a quella degl'infusorii, e la fa dipendere dal concorso<br />

de'qualtro elemenli aristotelici, che, per quantita sito ed allre cir-<br />

costanze peculiari, svariano i loro effetti; e per6 egli dice, che i<br />

prodotti<br />

della combustione variano secondo la natura del suolo e<br />

delle sostanze combustibili sparse sulla sua supcrflcie, dando luogo<br />

allo sviluppo di piante different]' (6). Tale spiegazione di un feno-<br />

meno si importante e molto ingegnosa, ma non cessa di esser gra-<br />

tuita, e pero soggetta a non poche osservazioni. Intanto, senza ve-<br />

nire a queste, trovo una spiegazione ne' falti stessi, come di breve<br />

si vedra. Quindi, riteriendo questi e lasciando quella , emerge in-<br />

contrastabilmente, che dopo le grandi couflagrazioni, siano vulca-<br />

niche, siano di vegetabili, sorgon piante che prima non esistevano<br />

in que'contorni.<br />

Oidium Tuekeri, Bak. Nella eruzione vesuviana del 1855 vi-<br />

dero altri (7) , e vidi anch' io, che le viti infette da tal criptogama<br />

(1) fhysiol. Cap. II. Heterogfoie protttmatique, pag. M.<br />

(2) MomrEK in TRE^IR^NVS, Biologia, Tom. II. pag. 363.<br />

(3) BURDM, 1. c.<br />

(8) FBORIEP, Notixen, Tom. V, pag. 53.<br />

(4) FRANKLIN in FRORIEP, o. c. Tom. VII. p. 193.<br />

(6) O. c 1. c.<br />

(7) E proficuo Irascriver qui le seguenti parole della sullodala Commessiouc : La<br />

vile ebbe da prima i pampini macchiati ed arsi dagli acidi : non i grappoletti che si


nelle adjncenze del Yesuvio, tocche da' vopori di quella cotifl.igra-<br />

zimir, nc trasscro ginvamcnto<br />

55<br />

; poiche in esse colal merbo si sof-<br />

ferm6, si tacque, ed alcune piii esposte a siffalto ogente guarirono<br />

del tutto ; nella eruzione del corrente anno si e verificato altrettan-<br />

to. Ma questo benefico effetto del fumo vesuviano e rimasto ccclis-<br />

sato, anzi, direi, dislrutto dall'acqua, che, nelle alte regioni almo-<br />

sferiche impregnata de'gassi, ma&ime solforoso e cloroidrico, svolU<br />

in tali eruzioni, cade in pioggia caustica su' vegetabili e li brucia.<br />

Chi per6 ben esamina le cose, tosto distingue gli effetli del fumo e<br />

dell'acqua di cui si parla; quello difende e guarisce le viti, questa<br />

le distrugge; di fatli tutte le viti piu esposte al fumo, ed andate<br />

immuni dalla caustica pioggia, mostransi guarite e rigogliose. Or<br />

s'interroga, e gius.tamente<br />

: siffatte emanazioni vulcaniche come<br />

agiscono nel debellar cotal morbo? Finche , rispondo,<br />

la natura di<br />

questo e problematical , non si potra dare tiua plausibile spiegazio-<br />

ne dell'azione di quelle. Consi.di-ranilo pero, cbe esso da diversi anni<br />

si e difl'ibo gradatamente per tutti i vigncti d'Europa e li desola<br />

annichilendone e corrompendone tosto foglie e frutta , ed attacca<br />

altresi tutte le piante contigue alle viti infette (1), pare che sia d'in-<br />

dole contagiosa e dissolutiva. Ma la criptogama, onde tal malattia<br />

s'appalesa, e cagione od effetto? I Naluralisti su cio, come e noto,<br />

trovarono in fiore , ma quelli, che gia erana sfioriti, crebbero verdi e netti dalla terribile<br />

critt 'gama, scbbene alia tine di 1' luglio oidium non manc6 anch'esso ad affacciarsi.<br />

Mem.cit. suWinccn. Vesuv. p. 123. Se V oidium comparve alia fine di luglio 1835,<br />

allora era cessata la lava vesuviana, e pero il fumo, non piu emanandosi su le viti presso<br />

all' Osservatorio, il morbo riprendevai suoi diritti su queste.E qui e proficuo notare rhe<br />

it fumo vesuviano nel 1855 ed hi quest'anno 1858 non era di soli vapori aquei'ed acidi,<br />

come all'ordinario, bensi veniva frammisto a moltissimo fumo vegetabile, mercele innu-<br />

merevoli piante , che inceneriva la lava.<br />

(1) Ho visto costantemente. che VoidiumTufkerisi diffonde dalle viti infclte alle piante<br />

contigue , ma quelle che piu ne riseiitono il tristo effelto souo: il persico (amygdalus<br />

persica, L. il<br />

), melo<br />

(pyrus ma/as, il L.), cotogno (pyrus cydonia, L.) f il convolvolo<br />

(convolvulus septum, L. ), il pomidoro (solatium lycopersicum, L. ),<br />

e simili. So che<br />

molti<br />

Criptogamisti credono rhe 1' oidio della vitc non possa diffondcrsi a piante di di-<br />

verso genere: rispetto lealtrui opinion! , ma dalle mie osservazioni microscopiche com-<br />

parative , che su cio di breve daro in luce, risultera a pieno, che 1* oidio in disamina<br />

non solo passa dalla vite alle mentovate piaute, ma bensi a molte altre ancora.


THE PASSEGGIATE<br />

non son d'accordo; poiche chi e per questo, chi per quell' avviso.<br />

lo, scnza abbracciar alcuna opinione, espo/ro solo le mie osscrva-<br />

zioni cd alcuni fatti d'analogia su tal proposilo. Quando la vile<br />

6 invasa dalla ripeltita criptogama , foglie, serraenti, flori, frulti,<br />

di che e adorna , rendunsi luridi e vizzi; 1'uva per6 precocemente<br />

matura , ed acquista un sapore spiccatamente zuccherino; la sapa<br />

eil vino falti con tal uva son piii dolci di quelli provenienti d.ill'uva<br />

sana della stessa specie. Pere e mele guaste dal vermicello, larva di<br />

tortrice (carpocapsa pomonana, Treil. ), s'avvizzisconoe malurano<br />

anzi tempo , e son piii dolci delle frutle sane dello slesso albero.<br />

Alcuni aGdi irivadono le piante leguminose , e sopraltutto la fava ;<br />

di questa e foglia e stelo smagriscono, e s' involvono di piccole escre-<br />

scenze, che segregano una sostanza zuccherina, alimento alle larve<br />

de'suddetli emilleri. Inoltre alcune tentredini depongono le uova<br />

nelle nascenli prugne, che poi crescon mostruose e deformi, e per<br />

una bizzarra somiglianza al bue sono denominate vaccarelle dal vol-<br />

go, e dall' Alighieri appellansi bozzacchioni (1). E notisi , che tal<br />

frutto cosi tralignato e dolciastro , mentre contemporaneamen-<br />

te la prugna acerba dello stesso albero e acida e lazza. Natura<br />

provvida forse addolci quello, perche la larva di tal imenollere sen<br />

cibasse , e fosse alimento analogo alia sua struttura ; come gli al-<br />

tri animali, che per lo piii nella loro infanzia ban d' uopo di ci-<br />

Li zuccherini. Ed ecco gli effetti degli afidi, delle tortrfci, e delle<br />

tentredini sulla fava e sulle frutta indicate son molto analoghia quo'<br />

delle viti invase dalla ripetuta criptogama. D'altronde Pacaro (aca-<br />

'wse#Mfcmws,Lw.)desta le pustole psoriche; dalla penetrativa (pit-<br />

lex penetrans, Lin.} vien cagionata la tigna delle ugne (2); diverse<br />

specie di cinipi producon le svariale galle; un gorgoglioue (gymnae-<br />

iron antirrhini ) suscita un rigonfiamento quasi cordiforme nel<br />

caule fa]Y antirrhinum purpureum (3); altro gorgoglione (mecinus<br />

(t)<br />

Ma la pioggia conlinua convcrle<br />

lu bozzacchioni le susinc vcre.<br />

(2) Josnpu FRANK, Pra.reot univ, med. praec. de tinea ung. cans.<br />

(3) Quesla galla , prodotta da cotal curculionite, non c nolato da chicchessia, altneno


AL VF.SUVK) 37<br />

circulates, Mars. ) cagiona i bitorzoli sul tronco e rami del!' olivo.<br />

Da questi fatti emerge che per puntura d'insetli e deposito delle<br />

loro uova si negli animali e si ne' vegetabili sorgono escrescenze co-<br />

stanti ed invariabili. Inoltre alcune criptogame appajono ove lan-<br />

gue la vita , e 1'organizzazione espresso ascomporsi; cosl piaghe<br />

cd ulceri neglette d v<br />

uom vivente sono spesso invase da muffa ver-<br />

de (1) : io ia vidi aggredire e gambee piedi<br />

d'uomo affetto da can-<br />

greiia secca ; e la vidi altresi sull'addome d'un longtcorne (dorca-<br />

dion fuliginalor, Caslel. ) posto in una boccia : del pari diversi fun-<br />

ghi nascon sopra alberi viventi ; cosl degli agarici, il quercino e il<br />

botulino (a. quercinus, a. belulinus, Lin.) di frequente veggonsi<br />

sulla quercia e sulla betula; cosi de'boleli Yigniarius sorge e ve*<br />

geta sul pero , e'l ver&icolor su' tronchi annosi di diversi alberi; al-<br />

trettanto e a dirsi dell' hydnum parasiticum e simili. E qui<br />

non sara<br />

frustraneo notare, come a pieno si sa dagli entomologhi, che tutli<br />

gl'indicati funghi hanno i Loro costanti entorai, che non determine<br />

per non Iroppo dipartirmi dal inia proposilo; e per6 toli insetli<br />

producon que' kinghi, ovver ne son prodotli? Se argutamente s'in-<br />

lerpogasse la natura, si scorgerebbe forse, che molte di siffatte crip-<br />

togarae nascono non gia, come dicesi, da decora posizione e da spori<br />

o gongili, i bene vanteranno una origine non dissimile a quella delle<br />

gnlle, e forse non dissimile anco sara. 1' origine<br />

deH'oidiMm Tuckeri.<br />

D\ fatti negli anni trascorsi ripeteroho i Giornali essersi gia sco-<br />

^erto che alcuni emilteri de'generi tettigoni e psille eran quelli, che<br />

producevan la ripetuta<br />

irifermita della vite. Test6 si & notato che<br />

gli afidi, gia di genere affine a'mentovati insetti, aggredendo le<br />

piante leguminose,<br />

le rendon vizze e destan\ i escrescenze e secre-<br />

zioni zuccherine, e siccome tali fenomeni son simili a qnelli del ri-<br />

detto oidio, cosl sara probabile che questo sia del pari prodolto da<br />

entomi. Su cio non ho osservazioni dirette; e circa un lustro che intra-<br />

pcr quel die mi sappia , e pero altrovc nc diro i particolari. Qui solo acceaao il generc<br />

dcll'insetto, e la pianla uve alberga.<br />

(1) BURUAC, o. c Cap. II. Heterog, limit.


38 THE PASSEGGIATR<br />

|jrcsi una serie d'investigazioni di tal nalura, e forse avrcbbero me-<br />

nalo a laudevole scopo, ma furono interrolte da cagioni, che e bello<br />

tacere. lotanlo non sura stato superfluo d'aver in ci6 addotto al-<br />

cuni argomenti di analugia, che nella storia naturale soltunlo apron<br />

la via allo scoprimento del vero. Laonde da questi stessi argomenti<br />

risullache Yoidium Tuckeri debba ritenersi come effetlo di morbo<br />

conlagicso e dissolulivo , restando tuttavia problematico, se pro-<br />

venga da insetli. Ci6 premesso, vuolsi conoscere, come le emana-<br />

zioni vulcaniche valgono a debellar tal morbo, se in forza del calo-<br />

rico, o degli acitli, o del fumo, lor precipui element). Per darne<br />

una spiegazione uopo 6 passarli in disamina.<br />

L'oidium Tuckeri , aH'origine al corso e'd al One , come si c vi-<br />

sto di sopra, rnos'ra grande analogia colle fcbbri pestilenziali dell'uo-<br />

mo; e forse tali iufermita non sono di natura dissimile, benche ap-<br />

partenenti a specie differentis^ime. E peio giusto<br />

e il tenere che i<br />

rimedii per le une siano pur valevoli per le altre. Quindi m'in-<br />

combe 1'obbligo d' esaminar siffalti espedienli,<br />

e anzi tutto dir6 del<br />

Fuoco. In ogni tempo si e riposta la cagione delle pestilenze nel-<br />

1'aria, onde si e cercata con isvariati mczzi di rettilicarla. A (anto<br />

scopo Ippocrateedaltriproficuamente adopraronoil fuoco nella peste<br />

d'Atene (1) ; con egual successoin simili rincontri si uso posterior-<br />

(1) La cagione, che allora sospinse Ippocrale a medicar gli Ateniesi, e memoranda, e<br />

dovrcbbe esser d' esempio a coloro, che vantano amore alia lor patria; poiche in questo<br />

ci voglion fattie non parole. Nel secolo di Periclc, verso gli anni 404 avanti G. C.<br />

nelle rontrade di oriente fuvvi orrihil guerra, che si tacque per poco, afrinche acquislasse<br />

piii forza; talche , rinnovellate le ostilita nell' Attica , sangue cittadino ingrassavane le<br />

glebe ; disagi, penuria e. fame, atroci figli dell* esecrabil nimisla , i spiegarono loro artigli<br />

di morte, onde in Atene. si accese la<br />

peste, che divampo in Egitlo, in Libia ed in Per-<br />

sia. Quivi allora il re Artaserse, per soccorrere i suoi sudditi, mietuti da tal morbo, invito<br />

in Coo il divin Vecchio, offrendogli sommi onori e ricchezze; ma quegli dignilosamente<br />

tulto ricuso dicendo, che era suo dovere medicare, non gia i nemici, si bcne i suoi cittadi-<br />

ni;e pero abncgando se stesso si slanrio in Atene , ove opro prodigii coll'arte sua divina.<br />

(Tnucro. de bello peloponensi, PLUTARCH. De Iside et Oj//-///e.).iVlerilan qui csser tra-<br />

gcritle le parole di Barlh61emy, che ripele cosi 1al falto mcmorando : il ( Arlaserse) fit<br />

vainement briller a ses ycux 1' eclat de 1'or et dcs dignil^s; le grand Hommc repondit<br />

uu grand Roi qu'l n* avail ni besoins ni desirs, ct qu'il se devait aux Grecs plutbt, qu'a


AL VKSLVIO 30<br />

mente , ed assicurasi altrcsi die allontana le febbri conlagiose (1) c<br />

previerie il lifo (2); ma per6 non mancano esempii, che mostrano la<br />

sun inulilita ; di falti nella pesle di Marsiglia , qual<br />

Papon e Lernct, il fuoco per tre di acce&o in quelle<br />

si atlcsta da<br />

strade vi accrcb-<br />

be la moria (3). Or se il fuoco, secondo le leggi fisiche, non giovd<br />

che rinnovellando I' aria col rarefarla, e se questa cosl rinnovata non<br />

sompre frena e sgombra i motbi contagiosi, ne segue che i medesimi<br />

debbon trarre origine da tult' altra cagioue che dalf aria infelta ;<br />

poiche se cosl non fosse, a dale cause dovrebbero seguir semprc<br />

gli stessi effetti. Altrettanto e a dirsi inlopno aH'oidio; poiche que-<br />

sto ne'colli aprichi e nella piu calda ed asciulta stagione estiva si e<br />

visto aggredire rigogliosi vigneli forse con egual ferocia come ne'<br />

luoghi umidi e settenlrion.-ili. Inoltre il calorico o raggiante svolto<br />

dal fuoco, o combinato all'acqua, npport6 grave danno alle viti; 1'uno<br />

avvizziva pampjniegrappi, I'allro neaccrescea la dissoluiioneorgani-<br />

caj poiche la criptogama s'ingig.mtia e tultodistruggea. Fra gli altri<br />

slraninmediicontroa cotalmorbosi annoverapurquesto,.eil vMipra-<br />

ticare col risultato suddetto. D'altronde se mai 1' oidio vcnisse pro-<br />

dottoda inselli, il fuoco varrtbbe a distruggerli, applicato per6 non<br />

gia a grandi distanze beosi a contalto immediate o mediato , ma<br />

in questo modo le viti ne avrebbero gran nocuraento , come dissi ,<br />

puidie e risaputo che iJ corpo ignito presso a' veg^tabili col suo ca-<br />

lorico li penetra, disorganizza e brucia. Quindi , se le viti inferme<br />

d' oidio solto le influeuze vesuviane si son risanate,<br />

no ricevuto da tutt'altro che dal fuoco.<br />

il rimedio 1'han-<br />

Acidi. Nello stesso intcnto di correggere odrpurar 1'aria da tempi<br />

rimoti&simi sono stati usati i vapow acidi. Di fatti Ulisse, distrulti<br />

i Proci, per disinfettar la sua reggia chiese alia vecchia Euclea zolfo<br />

leurs enncmis ...pour purifier Pair, il fit allumer des fcux daas !cs rues d'Athcnes . Vo-<br />

yagf de jcunc Anacharsis cnGrece, Paris 1832. Siecle de Pbrides. Sect. 111. p. 130.<br />

(1) JOSEPH FSJXK, o. c.ik Pcste, euro, LV.<br />

(2) LIKD, su le J?eb. e su le Infez. pag 1(57.<br />

(3) Visseel. di risposla alia dimanda sulia natura del/a Peslc ec.


40 THE PASS EGG UTR<br />

c fuoco, dicendo:<br />

Qias Sis/02;, 7-p^t, xaxw axos, olo-e 51<br />

Poscia I'lppocrate olandese per rettiflcar 1'aria commenda i suffu-<br />

inigii degli acidi, nitrico, muriatico ed acetico ; imperocche cosi si<br />

csprime : Ab aere acri putrefaciente ; hunc emendando accenso ni-<br />

tro, pulvere pyrio, vapore aceli, sale prunis insperso (2). Indi Guy-<br />

ton-Morveau e Smith si usurparono il vanto di tale scoverla (3), ed<br />

oggidl siffatti agenti chimici sono in uso da per tutto. Per6 gli aci-<br />

di", massime solforoso e cloroidrico, che pur di continue ed in copia<br />

svolve il Vesuvio, offendono i polmoni,<br />

se nelP usarli non si ha cou-<br />

venevole precauzione ; offendono allresi i vegetabili coll' alterarne<br />

colore ed organismo ; soprattutlo li bruciano quando , coramisti a'<br />

vapori acquosi dell' aria, discendono in rugiada od in pioggia su di<br />

cssi. Quindi , le viti inferme del male in disamina, daglt<br />

acidi non<br />

ritraggono alcun giovamento.<br />

Famo. Questo usasi del pari da tempi remotissimi per corregger<br />

1'aria inquinata, e pero nelle stanze, ove son malati di morbo epi-<br />

demico o contagioso , bruciansi zucchero , resine, erbe aromatiche<br />

e simili , per elevarne il fumo , che vale ad involvere , nascondere<br />

ed anco distruggere que' principii , che infettan 1'aria istessa , e cosi<br />


AL VE^VIO 41<br />

Liod crede chenel fumo siavi una virlii anticonlagiosa (1); dello slesso<br />

avvrso i- G. Frank; in Lituania gli Ebrei, dice egli, di ratio vanno<br />

incontro a mail conlagiosi, pen-lie i loro tugurii sono affumigati(2).<br />

II fumo inoltre abbonda di carbone , e questo arresta il corso a di-<br />

versi morbi dissolutivi ; di fatli e proOcuo nella col&ra (3) , gio-<br />

va applicandolo sulla cangrena (4) , sulla carie (5) e sull' antra-<br />

ce (6), e preserve la came e le frutta dalla putredine (7). Laonde<br />

la criptogama in esame , acchiudendo in se un principio eviden-<br />

It-menle conlagioso e dissolutivo, dovrebbe esser domatii, come di<br />

!' I li e, dal fumo : le allrui osservazioni e mie , avvalorate da spe-<br />

rimcnti direlli e rcplicati , m' inducono a non dubitarne. Ed in-<br />

vero molti abilatori di Roseto in Gupitanata ban costume di far<br />

vistosi pergolati di aglianaco su' loro tetti ; nelle slanze' sot-<br />

lostanli per usi domestic! tuttodi accendon fuochi di legne, e fra-<br />

scbe, e pero non poco fumo si emana, che, a traverse de'fumajuoli<br />

cd embrici , passa ed ingorobra vile ed uva, e quella e questa si son<br />

viste ogni anno preservate da tal criplogama ; la quale<br />

rea strage dell' altre viti pur d' aglianaco, contigue<br />

iutanto fa-<br />

a cotali abita-<br />

zioni,ma non esposte al fumo. Altrettanto osservava 1'erudito dot-<br />

tor Palomba in Torre del Greco su molte viti rimaste illese da siffat-<br />

to ir,orbo,perche di cootinuo involle dal fumo di unforno(S). E I'a-<br />

cido carbonico , che preserva la arne dalla pulrcdine , e clic<br />

d'ordinario rade la terra , non potrebbe esser quello che di<br />

(1) O. e 1. c. pag. 168.<br />

(2)U. cl.c.<br />

(3) A. M. CJRUSI, Memoria sul morbo-colera del J837.<br />

(4) VIDAL, Path, extern, cang.<br />

(5) 6'. COOPER., Dizion. Chir.<br />

(6) ODIER, Man. di Medicina Prallca.<br />

(7) In molti paesi del regno si ba costume di porre al fumo prostiulti ed altri salami, c<br />

(|iicsli COM ben si rojiservano per lunghi anni. Ho visto altrcsl in molte case di villici,<br />

ove spesso in una stanza s'ar.cemlc il fuoco c si dorme ,<br />

1' uva le<br />

pi:rc<br />

c le melc in<br />

parle<br />

affumigate conscrvarsi fresche e bene lino al novcllo autunno. Inollrc un pezzo di came<br />

I osto ncll' acido carbonico non agevolmcnle si corrompe.<br />

v8 y Le Ut'e si possono salvare ec. Mcmoria ; p. 41.


2 TCE PASSEGGIATB<br />

fende dall' oidio in tutto o in parte le viti prostrate al suolo?<br />

Liebig gueriva le piaote inferme col porre intorno al lor pedale e<br />

su le radici la polve di carbone (1). Laonde, ammaestrato da qucsti<br />

fatti, sottoposi all'azione del fump le viti infette di cotal male, e rie<br />

vidi mirabili effelti ; poiche ne ottenni proota guarigione. Quasi<br />

egual risultato m'ebbi dalla polvere di carbone apposta sull'uva e<br />

foglie cosl inferme; forse a questo corpo, che e sostegno e vita de'<br />

vegetabili , dcbbesene la guarigione suddetya. Per lo ch", soslituen-<br />

do al &olfo il fumo, merce un facile apparecchio da me escogitato (2),<br />

vi sarebbe non poca economia ed utilita nel debellar il morbo di che<br />

e parola. Da altra parte gli antichi conservavano e maluravano al<br />

fumo il vino, come s* apprende da' naturalist! e da' poeti di qne'tem-<br />

pi ; di fatti Columella diceva : vina fumo celerius vetuslescunt ; ejus<br />

tenare praecocem maluritatcm trahunt (3) : e Tibullo cantava:<br />

Nunc mibi fumo sum veteris proferle Falernum<br />

Consulis, ... (4).<br />

(1) Principii Foadamentali deHa Chimica Agraria^<br />

(2)Le vigne in Baselice, mia palria, son portate alia latina, cioe basse e disfanli<br />

dall'altra sol quatlro palmi.Cio poslo, nel 1855 praticaii cennati esperimenti nel seguen-<br />

te tnodo. Con un lenzuolo copersi contemporaneamente quattro viti infelte d'o/aVb,poscia<br />

accesi poche frasche e<br />

stoppia<br />

in un fornelloda caffe,e, merce un tubo di cartonea foggva<br />

quasi d'Smbulo, ne raccolsi il fumo, e lo diressi tra le viti al di sotto del suddetto lon-<br />

zuolo. Ripetei tale operazione prima in ogui giorno , poscia in t>gni due o tre , finche il<br />

inorbo dileguossi. Quest' apparecchio, come ben rilevasi, fu provvisorio, a solo oggctlo di<br />

fare csperimenli. Esso p


AL VBSCVIO 43<br />

E cosl il fumo allontana i contagi dall'uomo, arresta e vince la dis-<br />

soluzione organica, e preserva da' morbi 1'uva e'l vino. Ed ecco co-<br />

me i fatli deil'antichita si ranoodano cogli odierni , e forse un di<br />

meiieranno a laudevole scopo. Quindi conchiudo le viti inferme<br />

d'oidio nolle adjacenze del Vcsuvio sottoposte a quegli eflluvii , se<br />

son guerite, tal guerigione si e ottenuta non dal calorico, non dagli<br />

acidi,<br />

si beue dal fumo.<br />

CAPO IV.<br />

INSETTI,<br />

II prof. 0. G. Costa nel 1826 sulla vetta del gran cono vesuviano<br />

sconlro varie specie vive di a/bdit,di carabicini e di brachelitri,e li<br />

i uiuinlu di la abitatori come di altri luoghi (l).Dello stesso avviso e<br />

il s-uo GglioJ'eg. A. Costa, che del pari frugando trovo su quell'alto-<br />

pianovufcanicosoIoentomiviventi(2).Frattantoingiugno<br />

del 1856 il<br />

prof.Palmieri con un suo rapporto al sig. Presidente dellalstruzione<br />

pubblica fenotoche in alcuni fumajuolideirallopianosuddelto erano<br />

innumerevoli scheletri di enlomi, e ne richiamo 1'attenzione de'na-<br />

Hic dies, anno redeunte,festus<br />

Corticem astrictam pice demovebit<br />

Amphoraefumum bibere institutes<br />

Console Tullo.<br />

Ed UvioiO : Fumea eina.<br />

Carm. lib. 111. Od. VIII.<br />

Fast. 5.<br />

(1) Fauna fesuviana, negli Alii della R. Accad. delle Scienze Vol. IV.<br />

(2) Ossen'azioni toologiche ec. nella Mem. cit. Sullo incen. yes. p.!2i. II lodato<br />

A.Costa in il maggio!855mentre Vesuvio forte erompea cola recossi piu<br />

Sale e noto, come<br />

il notai anch'io undi con lui iasieme, che tutti gl'insetli piu<br />

o meno il sfuggivano pe-<br />

nclrativo calorico dcll'ardenle lava. Egli inoltre rirordo che non solo i suddetli coteotleri t<br />

IM.I altres'i alruni tisanari vivon vispi ed ilari presso a'fumajuoli vesuviani , perche trail-<br />

ijuilli inquilini di quellc rontrade. A scanso di ogni equivoco , egli dice, non e superfluo<br />

avverlire rhe le podurelle. son quivi comparsc aon per cffelto dell* atliiale eruzione<br />

bensi son ospiti di quellc arene piu o meno anlichi, e furse per la lor picciolezza , nuu<br />

prccedentemente avvertiti. i Op. c. 1. c. p. 127*


44 TiiB PASSKGGI ATE<br />

luralisli (1).A talc anuunzio il lodalo A. Costa si reco allora sul Ve-<br />

suvio, ripete le osservazioni del Palraieri e raccolse le spoglie di 34<br />

specie diverse di eritomi , tutti pero de'dintorni di Napoli. Egli di<br />

colal fatto da spiegazione dicendo: agl'insetti, casual mente vagando<br />

persu quella cima, virinvengono una temperatura, per ragione del-<br />

Taltezza, men calda di quella che lasciano nella sottoposta pianura,<br />

attirati dal calore maggiore accorrono gli uni dopo gli altri in quells<br />

fumaruole, nellequalijinvestiti da'vaporiassai caldi, rimangono vit-<br />

lime(2). Risulta adunque da siffaltc asservazioni che gl'insetti sog-<br />

giornano sul Vesuvio come in ogni allro luogo, e solo per casualila<br />

vanno a spirare in que' fumajuoli ; n& tra essi e il vulcano deesi<br />

ammettere alcuaa relazione. Ora e osservazione popolare costan-<br />

te da tempo remotissimo, che, quando il Vesuvio e presso ad erom-<br />

pcre in cooflagrazione, sulle sue falde e sul cono accorrono innurae-<br />

revoli coccindle (coccinella 7 punclata; c. 22 punclata )<br />

e crisomele<br />

(Hnapopoli):ycrb son certo che in tal rincontro npn solo i suddelli<br />

entomi, mamolti a'tri ancor v'accorrono,, i quali\ perche sfornitide'<br />

vaghicolori metallici de'm,cntavatico/ea//ert, son,forse sfuggili .all'oc-<br />

chio del volgo. Cotal fenrfmeno, che spiccatissimo precedfe alia eni-<br />

zjone del 1855. ed a quella in atto, e fu ben notato dal Palmieri (3),<br />

viene del tulto eventuate riguardato dal Costa (i). Or le opinioni<br />

sono opf otste e il fatto e impcu'tante , ed esige che- se ne indaghi la<br />

tagione. A tanto scopo , per quel che ho potuto , mi sono inge-<br />

gnato ; e pero in questo e nel piecedente iiitfendio vesuviano del<br />

1855 ho molliplicato le ricerche di tal natura; quinJi con tutta pou-<br />

derazione ho visto e sludiulo come gl'insetti vanno ne' fumajuoli , e<br />

quali feDomeni presentano prima di rimanervi o spent! od ingojali,<br />

e spero di poter dare qualche ragione del fatto , e volger la mente<br />

dt-gli osservatori a nuovo campa d'investigazioni<br />

(1) Giornalc uffimle di Napoli 23 g'ugno 1856.<br />

; queste ripetute<br />

(2) Ossen-az. sugPinsetti che riiuengonsi morli sulle fumarolc del Vesuvio , nel<br />

(liornale il Giamb. Vico, Vol. 1. lasc. I.<br />

(3) Qsservaz. sugP insflli, ec. nel c. Giamb. Vico, vol. I. fasc. I.<br />

(4) Qsscrv. zoofog. nclla Mcmoria cit. suit' incendio vesuv. pag .125.


AL Vi-.hl.ViO 45<br />

c modiflcatc potranoo un di menare al sospirato scopo. Esporr6 in-<br />

tanto le mie osservazioni.<br />

Su 1* allopiano del cono son divers! fumajuoli, tra'quali evvcne<br />

unocuigl'insetti parchecon piu predilezione si dirignno.Ivi adunque<br />

accorrono non per volonta, ma vi sonsospinti; difalti, comestor-<br />

diti aleggianu, guatano, libransi snl'ali, poi girano, spingonsi,<br />

rinculauo, cercano sfuggire, ma Gnalmente quasi da una forza ir-<br />

rtsislibile son risospinli nell'ignivoma bocca, e quale ne e ingoja-<br />

to , e quale sull'orlo cadcne spetito. Ed iovero ivi veggonsi innu><br />

merevoli schelelri di entomi di tutti o quasi tutti gli Ordini e Fa-<br />

miglie; onde 6 inutile noverarli partitamente; per lo die accenno<br />

solo d'avervi sconlrato, tra'GoIeotteri, due cicindele, Y hybrida e<br />

la sinuala, il dromivs quadrillum, Yharpalus griseus,<br />

il malachius<br />

viridis, il dasylcs coeruleus, Yanobium oblongum, Veuchlora vitis,<br />

la celonia melallica, il rhynchilhes bacchus ec. ec. ; Ira'Dermatteri<br />

vedevasi la forpcula auricularia e la bipunclata ecc. ; tra gli Ortol-<br />

teri scorgevasi la locusla viridissima, Yaccanl/ius pellmens ecc.;<br />

tra'Nevrotteri miravasi un myrmileon ed un hemerobium non bene<br />

deGnibili; tra gli Emitteri ben ravvisavansi il phytocoris nemora-<br />

lis, il ph. slrialus, il penlatoma griseum, la cicada orni ecc. ecc.<br />

Tra gl'Imenotleri, 1' ichneumon fusorius, il crabro cephaloles, la<br />

cerceris arenaria, la bembex roslrata, la scolia interrupta,<br />

il bom-<br />

bus terreslris, Vapis mellifica ecc. ecc.; tra'Lepidotteri, la pieris<br />

brassicae, la limenilis Camilla, la nymphalis iris, la plusia gamma<br />

ecc. ; tra'Ditteri, I'asilus crabroniformis, I'usia aenea, il syr-<br />

phus mulabilis, ed altrettali. E ben s'intende che le spoglie di Go-<br />

leolteri, perche piii dure e resistenli alia pulrefazione ed al tempo,<br />

vi son in quantita maggiore di quelle degli altri Ordini d'insetti,<br />

che in genere hanno ali e scheletro delicati , e per5<br />

facili ad alto-<br />

rarsi, decomporsi e disparire. Laonde, se grimenolteri, i Ditleri,<br />

i LopWotteri e simili non si studiino, quando sono per esser inghiot-<br />

titi da' fumajuoli, o su Porlo di questi non si raccolgano , a pena vi<br />

cadon morli, veggonsi tosto abbrustolire ,<br />

alterarc in modo da non


6 TIM: PASSEGGIATB<br />

riconoscersi che con difflcolta o per nulla. Quindi clii ama Tare in-<br />

vcstiga/.ioni di cotal nalura, e d* uopo cola si rechi ed attenda, fiu-<br />

di6 gli si present! propizia I'oceasione. Ho eseguito siffatte ricerche<br />

intunio alle ore meridiane, e gl' insetti che a ci6 piii si prestarono,<br />

furono il dromio, la locusta, il mirmilione, la bembice, la scolin,<br />

Tape, il bomboja ninfale, la plusia, 1'asillo, eil sirfo summentuvati.<br />

Essi reggevano piu al vulo prima di esser morti o tranghiotliti dal<br />

vulcano; eperd m'offersero piu tempo ad osservare il loro andamento<br />

c meditare su'fenomeni suddescritti. fe preflcuo notare che presso<br />

a'fumajuoli a prima giunta sembrava che gli entomi v'accorressero<br />

da tutte parti, ma tosto m'avvidi che uel di 4 giugno v'cran diretti<br />

da orieute , e da mezzodl nel 21 di tal mese. Perlustrando inoltre<br />

il gran dorso del roonte in piu siti , rinvenni e sopra e sotto le sco-<br />

rie molti degPindicati insetti; che anzi, ne vidi diversi volare, e,<br />

quasi stanch! del loro viaggio, cadermi innanli a* piedi. E non po-<br />

trebbe essere che il Vesuvio per essi sia sfcanza non permanente,<br />

si bene transitoria? Gonverrebbe perci6 studiare se i suddetti ca-<br />

rabicini ed altri insetti , che pur di frequente 11 si trovano, vi<br />

si riproducono, ovver sonvi tratti, e non vi soggiornano ohe di pas-<br />

saggio. E d'uopo altresi, prima di lasciare quest' argornento, far<br />

qualche osservazione su pochi de' suddetti articolalL II rhynchites<br />

bacchus e la cicindela hybrida non esisloa ne'diutorni di Napoli ;<br />

poiche i solerti entomologhi sig. Costa e Beck non raai ve 1'hanno<br />

riiivenuto, ne io in tali ricerche sono stato di loro piu fortunato:<br />

colalijnsetti pero son frequentissimi in varie contrade del Sannio;<br />

1 uno rattrovasi ne' vigneti, Taltra suite rive del Frento : altrettanto<br />

sarebbe a dirsi di non pochi altri entomi. Inoltre siffalta cicindela<br />

scavasi il coviglio nella sabbia semiumida , ove verso il tramonto<br />

del sole va a rannicchiarsi. Quivi 1'ho cacciata, e.sempre o quasi<br />

sempre era in compagnia della ripetuta bembex. Questi due insetti<br />

son solitarii; or come avviene, che si uniscono, e formano contuber-<br />

nio? la cicindela va nel detto coviglio per depredar le larve della<br />

bembex, ovvero questa vi e tratta dall'odor di rosa che da quella


AL, VBstVIO 47<br />

emano? v'e simpatia tra loro, come tra la cornacchia e'l Colombo,<br />

che convivono insieme sulle dirute torri ? Comunque sia, egli 6 certo<br />

che trovansi riuniti : come riuniti per lo piii convivono la cerceris<br />

arenaria e'l dromius quadrillum: sarebbe intanto curioso ed im-<br />

portante studiare ed indagare la causa di cotal eterogenea societa.<br />

Ma, lasciando questa digressione e tornando al proposito, per quale<br />

scopo tali quattro insetti innormalmente tra loro socievoii da Ion-<br />

lane contrade rauovono o vanno pur riuniti ne' fumajuoli vesuviani?<br />

per quale scopo altresl vi si recano tanti altri inselti svariati e dis-<br />

simili per natura e costumi? Ivi non sono foglie, Oori, frutti, legno,<br />

carni, e simili, in modo che ciascuno vi trovasse 1'alimento analogo<br />

alia sua natura : non evvi<br />

La greca panacea, I'egizia manna,<br />

che scrvisse a tulti i bisogni di lor vita, si nello stuto sano come<br />

morboso; ne vi posson essere tratli dall'impulso di riprodursi , o<br />

di assicurarvi la prole, poich& non e qucllo il luogo di alimento e<br />

di nozze; arizi, contro 1'istinto, che li avverte di conservar s6 e la<br />

specie , vi vanno ad inconlrar la morte. E pero, se per essi manca<br />

lo scopo, co-nsiderando il modo onde vi si conducono f e a conchiu-<br />

dere che una forza estranea al lor volere ve li sospinge. E quale 6<br />

questa forza? L'udra piii giu chi al mio dire prende diletto.<br />

CAPO V.<br />

CONSIDERAZION: SULLE ATTRAZIONI ELETTRICIIE.<br />

E risaputo che i rcttili spirano dagli occhi una forza magnetic,!<br />

a danno di piccioli animali. Ed in vero Le Yaillant vide DeU'Africa<br />

fl re de'serpenti (boa constrictor) uccidere col guardo un falcinello,<br />

che, con grida strepito e dibattimenli d'ali, cercava indarno scam-


48 TRB PASSEGGIATE<br />

par dalla morte(l). E qui<br />

cade in acconcio accennar la storia del ba-<br />

silisco , che forse non e lutta favolosa quanto credesi. Ogni favola<br />

ha il fondo istoiico, doe, parte da un futto; ma questo, quando 6<br />

straordinario, da nel maraviglioso, richiama maggior attenzione,<br />

sen parla di frequente, e ripetendosi e passando di bocca in bocca<br />

umana, ognun v'aggiugne, toglie, modiflca qualche cosa, in guisa<br />

che si rende mostruoso, irriconoscibile, e cade nel ridicolo. Gosi 6<br />

succeduto al basilisco: e per6, lasciando le strane e bizzarre formo<br />

che gli danno gli scrittori antichi, e rilenendone il solo fatto, con-<br />

viensi da tulti che e un gran serpe, il quale trucida col guardo ;<br />

per lo che tra le canzoni tradizionali e popolari<br />

mincia :<br />

Occhio di basilisco fjihninante<br />

Che uccide col girar della pupilla.<br />

evvene una che co-<br />

D'altra parte la parola basilisco tragge evidentemente origine d.il<br />

greco /focvXsu? , che indica re. Egli e dunque chiaro che il re de'<br />

serpenli e quello che uccide col guardo, eil re de' serpenti appunto<br />

col guardo fe cader morlo un falcinello , come attesta il lodato Le<br />

Vaillant. Tal fatto non 6 solo;<br />

dagli antichi : e non potrebbe esser che eglino<br />

altri simili al certo furono osservati<br />

chiamasscr basilisco<br />

cotal serpe, perch6 dotato di siffatlo potere formidabile esovrano (2)?<br />

(1) Viaggio nelF inlerno dclf Africa. II Boa in tutle le contrade, ove rallrovasi , c<br />

slato denominate da'nalurali o Re o Imperalore. Di fatto fu detto constrictor rex scr-<br />

pcntum (LAVRENTI, specimen medicum, p. 236) ;<br />

in Giava chiamasi La manJa, cioe<br />

re de'<br />

serpenli ;al Messico appellasi Xazat/ieua,c\oe. imperatore Serpent imperial,<br />

1' Empereur (S6ba, Mus. 2. Tab. 77). La nature 1'cn a fait Roi par<br />

la supcrioiite<br />

des<br />

dons , qu' elle lui a prodiguds. LAC^PEDE , Hist. Nat. des serpens. 'Tom. II. p. 340-<br />

Questo esimio naturalista lo chiama Le Decin.<br />

(2) Nelle sacre carte, Salmo 90, e scritto: super aspidem cl basiliscumambulalis.<br />

Con tali dizioni Uavide indicava due serpenti terribili e dissimili, checolla difesa di Dio<br />

si possono impuncmente calpeslare. Nell' Asia , sedc di tutli i formidabili animal! , evvi<br />

1' aspide vero dcgli antichi o di Cleopatra (aspis Cleopalrae, LAVRF.NT.) , ed evvi il<br />

boa. E questo dagli Ebrei non polea esscr denominate basilisco, cioe re , come 1' hanno<br />

appellato altri popoli. V. la Nola precedente.


AL YESUVIO 49<br />

Quihdi non sarebbe meglio dar questo nome a tal colubro, anzi chc<br />

ad alcuni iguanidei ? Che che ne sia, certo e che uon solo il re de'<br />

serpenti, ma molti allri rettili, e forse tutti, posscggon la prodigiosa<br />

forza di attrarre e trucidar col guardo. II che e notissimo a tutti<br />

quei che son usi a conlemplar attentamente, senza prevenzione al-<br />

cuna, i fenomeni di natura. Basta andar nelle foreste, e ovunque<br />

son rettili, per convincersi del fatto. E per6 ho visto piii Gate e co-<br />

lubri e vipere col loro sguardo attirare piccioli uccelli, rospi, rane,<br />

ed ingojarseli ; raerce tal forza altresi ho visto lucertole e ramarri<br />

fermar e cacciarsi nell'epa grilli acridei e simili. L'istinto , quella<br />

forza arcana, che tende a conservar 1'individuo, ne'suddetti uccelli,<br />

batrachi ed insetti, non vale a sotlrarli dall'ingorda gola de' rettili,<br />

quaudo quesli, direi, gli hanno affascinati. Essi si avveggon del pe-<br />

ricolo, eorestauo stupidi, immoti,o, secondo lor natura, strepitano,<br />

gridano, cercan fuggire, ma indarno; poiche altra forza supcriore a<br />

quella dell'istinto gli afferra, e sospinge nella vorace bocca del lor ne-<br />

mico. La qual cosa da me ripetutamente osservata, 1'espressi cosl<br />

altrove :<br />

. Del<br />

Qual colubro affrican, che in alto mira<br />

D'un arbore posarsi un vago augello,<br />

Con quel vigor magnetico, cbe spira<br />

Dal livido suo ciglio acceso e fello,<br />

Se'l fissa, il tragge, e invan que' grids e gira,<br />

L'ali battendo in questo ramo e in quello;<br />

Pur vinto alliu nell'ampia e ingorda gola<br />

fero a suo malgrado e da se vola (1).<br />

Tale e la forza magnetica de' rettili. Altri pero considerano di-<br />

versamente questo fatto ; e, senza negarlo, crtdono che 1'uccello od<br />

altro piccolo animale vedendosi in preda del rettile, ne riraane at-<br />

tonito, vbrrebbe e non sa sfuggire il pericolo , e pero ne perisce di<br />

timore. Cosi credono, ma credere ed ignorare non e lostesso? Nella<br />

scienza de'fatti si debbono addurre JFatti e non credenze:per lo che,<br />

rispettaqdo le altruiopinioni, mipiace qui addurre fatti assai triviali.<br />

(1) V. Amori del Nervi Poema didascalico.


50 rur PASSEGGUTB<br />

Notissimo e 1'antagonismo del sorcio c della passera pel gatto e pel<br />

serpe: taleantipatia einnata.potente, invincibile.Or quando<br />

il sorcio<br />

o la passera s'avveggon essereinsidiati dal gatlo, gridano e fuggono;<br />

talche questo per chiapparlie d'uopo che salti e gl'incala; ne evvi<br />

esempio che quei sien raorti prima d'esser afferrati; anzi essi di-<br />

baltonsi e guaiscon per buona pezza tra gli artigli del lor nemico ,<br />

ehe talvolta per barbaro diletto vi si trastulla,gli strazia e ne pro-<br />

lunga di moltol'agonia. Per 1'opposto il serpe immoto fisa la preda,<br />

arrossagli occhijquali emnnano una luce, che direi elettrica, spalan-<br />

ca la bocca, eil sorcio o la passera gridaodo e dibattendosi v'entra suo<br />

malgrado,e d'ordinario vi cade morto (1).I1 cheviene riferraato da<br />

sperimeriti comparativi, diretti, e facili a replicarsi da chicchessia. Di<br />

vero in un'ampia stanza, priva interamente di mobili, posi un gatto<br />

giovine ed agile, poscia gli gettai a dieci palmi distanti una passera<br />

adulta, forte e si irosa che col becco m'esco^ in piu. punti le dita.<br />

La passera vo!6 in alto, eil gatto, ad onta de'suoi salti straordina-<br />

rii, non pote chiapparla. Replicai gli sperimenti con altri uccelli, e<br />

simile ne fu il risultato. Per 1'opposto , tolsi il gatto, e vi sostituii<br />

UD grosso coluber viperinus; gli slanciai innanti alia stessa guisa e<br />

distanza la cennata passera , e questa non piu si mosse, rest6 estati-<br />

ca, eil rettile con progressione quasi insensibile se le avvicinava. E,<br />

giuntovi alia distanza di due palmi , si rende piu flessuoso, rincula,<br />

puntella lacoda,accorciala corda dei suoi archi orizzontali, e facen-<br />

do di se levaditerzo genere,qual fulmine, si scagliasulla preda e, 1'af-<br />

ferra per una punta d'ala.L'uccellosidibatteva alquanto; ma il colu-<br />

bro spalanco la bocca, eil meschino solo entrovvi senza piu strepitare<br />

o guaire;mentre ebbe per qualche tempo fuor di quelle ingorde raa-<br />

scelle la sua testa. Reiterate volte cou colubri dissimili ed altri uccelli<br />

(1) Perche riescano questi sperimenti , e d' uopo che il<br />

serpe si educhi in modo che<br />

,<br />

non li creda un suo nemico, staudo insieme in una stanza. Rileva inoltre notare il modo<br />

onde la preda c tracannata dal rettile : il quale disserra la bocca, e quella, quando<br />

ne e<br />

alia distanza di tre o qnattro pollici, viene altratta come il ferro dalla calamita, ed e, non<br />

gia deglutila , si bene, direi , aspirata ; perocche la ingorda gola<br />

e le mascelle del rettile<br />

stesso si spalanoano , e non eseguon punfrj movimento visibile di deglutizione.


AL VESCVIO 51<br />

osservai lo stesso. Idenliche in tutlo sono le osservazioni di lal gene-<br />

re fatte dal solerte dot. Beck, secondo che egli mi assicura. In tali spe<br />

rienze costantemerile ho notato, che, quanto pill & grande e sviluppato<br />

il ret tile, taoto&maggfore la sua forza magnelica di Ossare, stordire<br />

ed asOssiare 1'uccello; talch6 questo dal colubro d' Esculapio , dal<br />

crotalo, dal boa e da altro serpe immane ne vien morto. Ci6 posto,<br />

se il tiraor della morte realmente in tal rincontro stupidisse ed uc-<br />

cidesse, perche quel rosicalore o quell' uccello non muore egual-<br />

mente prima d'esser chiappato, sia dal ditagrado, sia dal rellile? Or,<br />

se la cagione fosse una, gli effetti sarebbero simili ; quindi<br />

6 a con-<br />

chiudere che siffalta morte provenga da tutt' altro che da teraa. Inol-<br />

tre, se sottoponsi un uccello od altro picciolo animale ad una pode-<br />

rosa scintilla elettrica, o galvanica scossa, vi resta stordito e talvolta<br />

roorto: un fulmine del pari cadendo a qualche distanza da un uomo<br />

o da altro animale non di rado I'ammazza, ne vi lascia sensibili alle-<br />

razioni organiche (1). In questi casi dubbio non v'e che la vita resti<br />

instantaneamente distrutta dal fluido elettrico ; ed esser non potreb-<br />

be, che tal fluido , pur emanandosi dagli occhi de' rettili , uccides-<br />

se? lo ci scorgo tutta la probabilita possibile , ne saprei pensar di-<br />

versaraente. E tal avviso vien rifermato da effetti analoghi prodotti<br />

da evidente eleltricismo di altri animali inferiori. Di fatti 1' uomo,<br />

il cavollo e simili, sono spesso abbattuti e morti dalla scossa elettri-<br />

ca del siluro (s. eleclricvs) , dell'anguilla di Surinam (gymnolus<br />

dcclricus) e di altrettali ; ma anzi lutti 6 degna di nota la torpc-<br />

dine, che pari al ginnoto fulmina a distanza i pesciolini e ne fa pa-<br />

sto, e il suo sviluppo elettrico 6 volontario, talche si lascia impune-<br />

mente loccare, quando ad essa piace ; il che e risaputo da'moderni<br />

naturalisti (2). e ben conoscevasi dagli antichi ; quindi Oppiano di<br />

, il martire dell' eletlricila, fu percosso snl capo da uua lingua di fuoco,<br />

che vitlcsi uscir dalla estremita inferiore del conduttore elettrico aguzzo elevato da luisul<br />

tcllo, e ne moriva. 11 suo cadavere non presentava alruna lesione organ ica.<br />

(2) DELLE CIIIAJE, Mem. negU Atti del R. Isiit. di Incorag. di Nap. Vol. VI.<br />

I INARJ, Scintilla ed altri fenomeni di elettriche corrcntiec. Mem. inserita nel Gior.


32 T6 I'ASSEGGI vTB<br />

cotal selacino cantava :<br />

IToXXax/ 5' rx raXa/x^g xa^a//o$ yu^gy, oVXa<br />

Tofog T-a/3 XjOuaraXXos ivifyrtu aur/xa %//>/ (1).<br />

Laonde da quanto si e detto risulta, die alcuni animali, mercS 1'e-<br />

iettricita lor propria, han virtu di attrarre , stordire ed anco ucci-<br />

dere altri animali. Inoltre certi corpi idioclctlrici , sotto peculiar!<br />

condizioni, altirano pur I'uomo. Imperocche il chiaris. Giuseppe<br />

Frank osserv6, che le raani d'una calalellica, ed ella stessa, in di-<br />

stanza ed a traverse di un muro, venivano scosse e tratte dalla pen-<br />

na, dalla ceralacca e dal succino. I movimenti, dice egli , non<br />

eran simili a'volontarii, bensl le braccia a guisa di qualunque mac-<br />

china seguivano i suddetti oggetti , come gid i corpi elettrici si at-<br />

traggono a vicenda (2). Ed e rilevante, che in tal donna la cata-<br />

lessi era in complicanza del magnetismo animale; forse queste due<br />

infermita di nalura simile non differiscono che di forma. Comun-<br />

que sia , il fatto e, che i cennati corpi idioelellrici operavano nella<br />

catalettica, come la magnete su 1'ago della bussola , che a traverso<br />

de' corpi lo altira e volge. E il succino nell' arcana sua formaziorie<br />

possedera forse eminentemenle siffatta virtu, cui si dovra la esisten-<br />

za di lanti animali in esso avviluppati.<br />

I fatti di cotal natura son<br />

ovvii , e pero il Gianni colla sua inarrivabile spontaoeita cantava :<br />

Cosi vedi talvolta in amlra gialla<br />

Raggruppate, sepolte,<br />

ed incorrolte<br />

Le d'<br />

spoglie trasparir ape o larfalla (3).<br />

Farmac.C7iim.er.. di L. DEL GROSSO, Nap. 1839 n.9 e 10 Qui nella R. Univcrsila<br />

era posto in uua vasca un ginnoto eleltrico , che veniva alimentato di rane ; le quali,<br />

mentre nuotavano nella suddelta vasoa, ne erano a distanza fulminate ad una ad una, re-<br />

stando colic cosce divaricate e palpitant!. Cosi il ginnoto le dislruggcva tulte, e sen cibava.<br />

(1) Rapidamente a sacttar la destra<br />

Va del traente, cui di man la canna<br />

Cade, c rimane intorpidito e spento.<br />

Alieutica o Pesca, liVJII. Torpedine. Vcrsione del<br />

(2) 0. c. De Calalepsi. Appendix.<br />

(3) Catiti estemporanci.


ALVESUVIO 53<br />

Quindi, da quel che sparsamente di sopra si e delto, a drilto con-<br />

chiudesi , che non solo certi aniraali, mi altresl alcuni corpi morti<br />

posseggon forza eminentemente eleltrica , la cui merc6 attraggon<br />

animali a non lievi distanze.<br />

D'altra parte feritc, piaghe,cicatrici, capi articolari, sede un di<br />

di reumalismo o gotta, son colpili da trafitture nei cambiamenti at-<br />

mosferici , e , dicesi , che tali trafilture sien prodotte da influenza<br />

eletlriche. lo, per convincermene senza piu dubitarne, feci il seguen-<br />

te esperimenlo. Lieve lieve incisi cd escoriai in piu punti 1'inviluppo<br />

cutaneo mio e quello di altri tre amici; ci sottoponemmo poscia alle<br />

correnti eleltriche e galvaniche della bottiglia e della pila; sia dis-<br />

giunti , sia in comunicazione tra noi, sentimmo sempre<br />

e con co-<br />

stanza neile parti escoriate ed incise la puntura contemporanea alle<br />

scosse , di che e parola. In grazia di tali pungimenti i podagrosi ed<br />

i reumatici presagiscono i temporal! , che ora avveransi nel luogo<br />

di lor dimora , ora in lontane contrade. Ed e notevole, che eglino<br />

hanno tali segni, quando 1'aria , che li circonda, e placida eserena.<br />

La spiegazione di siffatti fenomeni importanti lungamente e stata<br />

un problems, che pur flnalmente si e risoluto in modo positivo dal-<br />

relettrometro. Di fatti tale stromeuto , menlre e solto cielo tran-<br />

quillo e chiaro , segna tension} piu o meno forti secondo lo sviluppo<br />

ejettrico del tcmporale , che talvolta scoppia a distanze di oltre a<br />

quaranta miglia (1). Ne' cambiamenti atmosferici e nella tempesta<br />

adunque evvi gran produz:one di elettricila , che istantaneamente<br />

si diffonde e di lontano : essa involve e penetra tulti gli esseri, ma<br />

a risentirne 1'azione, tra gli animali procipuamente par sicn quelli<br />

dotati del solo sistema ganglionare , come gl' invertebrati , poscia<br />

gli altri , cui i sistemi e ganglionare e spinale han predominio sul<br />

cerebrale , qua' sono i vertebrati inferiori all 1<br />

uomo. Di vero que-<br />

st' ultimo , fornito di cert bro predominante su' nervi e spinali e gnn-<br />

g'.ionari , se e robuslo e florido di salute, non s'accorge degli squi-<br />

(1) L. PJLMIERI, Melcorologia, lez. 12. p. 141. Mem. cil. sulFIncen. eesup.<br />

p. 100.


51 Till: PASSEGGIATB<br />

librii dell' aria ; ne risente poi gli effelti negli organi magagnati<br />

con offesa ed innormalit5 o scovertura di nervi , come teste si no-<br />

tava ; li risenle altresl, se il suo trisplaochico , massirae nell'addo-<br />

rae, e di molto sviluppato ed infermo, qual<br />

e uelle isteriche e ne-<br />

gl'ipocondriaci; e per6 questi e quelle , per la esaltata sensibilita<br />

nervosa, pan a'bruti , menlre tutto e sereno e tranquillo, ban se-<br />

gni di disturbo elettrico, e presagiscono la procella. Ma, tolti que-<br />

sti casi eccezionali, la elettricita, par segua in ci6 la ragione inversa<br />

dello sviluppo e predominio del cerebro su'sisterai e spinale e gan-<br />

glionare. Di fatti allo scoppiar di un temporale o lungi<br />

o vicino<br />

prima gl' inverlebrati , poscia i vertebrati, ne danno avviso, non gia<br />

per 1' istinto, come dicesi , si bene per la enunciata azione elettrica<br />

su' loro nervi. Essi adunque olTron segrii diversi secondo la loro na-<br />

lura, e secondo che I'umido e lor proficuo o nemico; ed in vero<br />

altri di essi esulta, altri s'attrista, quale esce, e quale si rannicchia<br />

nel suo coviglio. In genere parlando, gli elrainti raettonsi in movi-<br />

roento e destano spesso fatali convulsioni agl'infanti; 1'argonauta<br />

ascdndesi in fondo al mare (1); tra gl'insetti, i campestri si ritirano<br />

e scompajono, tranne qua)cuno(2), ed i domestic! rendonsi molesti:<br />

intanto il grillo-talpa stride, gracida la rana, gracchia la curnacchia,<br />

crocida il corvo, zii la il tordo, il gatto salta e scherza, e simili. E<br />

se questo diligrado allor si prenda e stropicci sul dorso all'oscuro,<br />

da innumerevoli scintille elettriche piii dell'ordinario , e si ha cosi<br />

un elettrometro animale. Inoltre allora negli aperti campi s'odono<br />

i susurri forieri della tempesta ; poich6 mettonsi in attivitk le cor-<br />

(1) Tal cefalopede ilare voga nella gcntil sua conrhiglia, se il tempo e tranquillo; ma,<br />

all'appressarsi la procella, tosto va a rannicchiarsi in fondo al mare ; e pero dava norma<br />

agli antichi nocchieri, se doveano o no viaggiare; onde fu adoralo dagli Egizii e da'Gre-<br />

ci. V. POLI, et DELLE (.HIJJE, Testacea UtriusqueSicil.iom. III. p. 8. Aleneo.<br />

pag. 318.<br />

(2) I cebrioni tra gl' inselti posson considerarsi i soli che sieno avidi dell' acqiia per<br />

disfogare i loro lascivi amori. Di falli e Lello vedere , allor che piove , di loro piii ma-<br />

M hi ronzare intorno ad una femmina. La quale mm sortc dal suo coviglio , si bene vi si<br />

uffaccia talvolla , e per eccitare vie piu i suoi amanti lor si mostra or placida or severa ;<br />

falche, pari alle uioderne Aspasie, sembra ammacstrata in tutli gl'inganni<br />

amorosi !


AL VF.SUVIO 55<br />

renti di eleltricita opposle, spiran contrarii venti, sorge ii turbine,<br />

che avvolge paglie, semi, frantumi vegetabili, piccioli aoimali, e<br />

quali slrappa, afferra e getta, e quali roteando spinge in alto,<br />

E li disperde per le vie de' venti.<br />

i<br />

Tali fenomeni in ogni tempo sonosi notati ; e per6 sommi osserva-<br />

tori deir antichita ne hanno lasciato vive descrizioni ; e in do<br />

spicca Marone , cui non isfuggi , che , per verificarsi la pioggia ,<br />

debbon porsi in raoto di Jontano le elettricita opposte; di fatti colla<br />

sua sovranitu di dire personifica tal fenomeno importante cosl :<br />

At Boreae de parle trucis cum fulminat, el cum<br />

Eurique Zephyrique tonal domus; omnia plenis<br />

Rum nalant [ossis, alque omnis namla ponto<br />

Humida vela legit. . . . (1)<br />

ilisulla adunque dal su esposto esservi ne'temporali grande sviluppo<br />

di elettricita, che, irradiandosi in lontane contrade ove 1'aere ese-<br />

rono, agisce su tulto, massime su gli auimali inferior!, e desta no<br />

campi spesso<br />

Da ultimo la combustione non e che combinazione chimica de'<br />

il turbine.<br />

corpi, accompagnata da sviluppo di calorico e luce, o fuoco. Co tal<br />

combinazione dipende, secondo Berzelius, da neutralizzazione delle<br />

due eletlricita opposte, 1'una negative, 1'ahra positiva ; di fatti in-<br />

nestando e neutralizzando le contrarie elettricita della bottnglia di<br />

Leida, si ha la scintilla ; e il fulmine non vanta altra origine. Or<br />

ambe esse ne'vasli iucendii contemporaneamente non son rade ad<br />

osservarsi, soprattutto quando estollesi denso fumo commisto a ce-<br />

nere. SilTatto fenomeno e spiccatissimo nel bruciamento delle stop-<br />

pie ne' campi. Alfor le correnti conlrarie elettriche, direi, si toe-<br />

can anco da* piu ignari di cose Gsiche; di falli la vampa or ferve,<br />

(1) Gtorgica, lib, I, T. 370.


56 TBE PASSEGGUTE<br />

crepita e roteando si spinge in alto, ora 6 risospinta in giii, ora<br />

slanciiisi ad un lato ed era ad altro opposto ; e quando si spicca a<br />

raggi quasi fulminei ed invade lonlanissime biche , e quando con<br />

cgual celerita riede donde partiva. Intanlo 1'aria e in moviraento t<br />

odesi un fremito, un sordo susurro, eil fumo quasi rorticosamente<br />

or lambe la terra , ed ora si estolle, e seco porta paglie e lievi cor-<br />

pi, e gli sperde nelle regioni<br />

atmosferiche. Siffatti fenomeni non am-<br />

mettono altra spiegazione, che squilibrio di temperatura, urti aerei<br />

rneccanici , e sviluppo e contemporanea esistenza di elettricila op-<br />

poste. Un esempio irrefrag;ibile di cotal antagonismo eleltrico s'av-<br />

ver6 nella eruzione vesuviana del 1853 , e fu rifermato da reiterate<br />

osservazioni e direlti sperimenti da' professor! della lodata Cora-<br />

messione raerce I' elettrometro (1). Eglino allor notarono , che<br />

in lale stromento cresceva la tensione , quando il vento portava sul-<br />

1'Osservatorio , ove erano , e cenere e fumo, poiche questo e quel-<br />

la accbiuderano evidentemente la elettricita (2). E per6 , se il<br />

fumo trasporta seco in alto e pagliuzze ed altri lievi corpi, e non so-<br />

lo per impulso meccanico , ma forse anco per la elettricita che con-<br />

tiene. Quindi emerge, che nelle grandi combustioni , sieno vulcani-<br />

(he sieno di vegetabili,evvi sviluppo di opposte correnti elettriche ,<br />

e la cenere e il fumo, die se ne svolvono, sono del pari elettrici.<br />

II fluido elettrico, 1' animator del mondo, adunque, e quello, che<br />

sotto varie forme per porsi in equilibrio penetra per tutto e desta<br />

i piu sorprendenti fenomeni di riatura ; imperocche suscita il ful-<br />

mine, scuote la terra, genera I'acqua e i! vento, e promuove il tur-<br />

bine, la bufera, 1' uragano. Cagiona in oltre le varie attrazioni ( tra-<br />

sando quellc a contatto immeJiato) , che variano secondo la natura<br />

de' corpi donde parlono ; cosi la paglia e attralta dall'ambra, il ferro<br />

(1) Mem. c. sullo incen vesuv, p. 122.<br />

(2) Ecco le loro parole:<br />

L'efficacia dell'incendio (1835) sulla eletiricila fu chiarissima<br />

in tutla la sua durata de'27 giorni; talche la elettricita slessa fu<br />

seinpre superiore<br />

alia media del luogo, la quale e di 35 circa; e<br />

pero in alcuni giorni senza segni di pioggia<br />

o di temporali lontani si ebbe una tensione oltre i 90, il che accadeva, sempre che i<br />

vcnti sull'Osservatorio recavano la cenere e il fumo, o'l cielo era sereno.Mem. cit. sul-<br />

rinccn, refttf. p. 111.


AL VKSUVIO<br />

dalla magnete, 1'uccello dal serpe, ed altrettali. Laonde, riassuraen-<br />

do le esseriziali conchiusioni , da quel che di sopra sparsamente si<br />

e esposto, risulta , che la elettricita, sia che parta da aniraali o da<br />

altri corpi , sia che si sviluppi ne' temporal!<br />

57<br />

o nelle combustioni,<br />

suscita le diverse attrazioni , che spiegansi e su animali e su altri<br />

corpi a distanze piu o meno grandi.<br />

CAPO VI.<br />

APPLICAZIONI DELLE PRECEDENT! DOTTRINE.<br />

><br />

Chiaro emerge dalle esaminate dottrine che temporali , venti ,<br />

turbiui, fulmini, combustione e simili fenomeni su discussi, accora-<br />

pagnan tutti o quasi tutti 1'eruzioni vesuviane , cioe vi ha grande<br />

suluppo d' iraponderabili sopratlutto di eleltrico , come a pieno<br />

s'indica dagli stromenti fisici (1). E pero evoluzione di cotal flui-<br />

do e, quando la lava ferve e ribolle rie'visceri del raonte , e quan-<br />

do sbocca, esce ed inonda i campi. Ed e notevole, che essa ivi giunta<br />

e presso ad affreddarsi serba tultavia la sua mirabile virlii ma-<br />

gnetica , qual fu discoverta nel 1767 dal P. della Torre (2) ,<br />

ed e stata rifermata dal Melloni e da altri nel 1855 (3) ; ed in<br />

quest' anno pur 1' ho scontrata. Tal forza magnetica , sia che di-<br />

penda dall'inlima composizione della lava , sia dall' azione mole-<br />

colare , o dall'una e dall'altra , 6 certo che esiste in essa , co-<br />

me & nelle scorie, ma in queste , dubbio non v'ha , che sorga dal<br />

ferro oligisto. E questa slessa forza appunto, e non altro, pu6 dar<br />

ragione d' un fenomeno , che osservavasi, il quando torrente info-<br />

cato della notte del 3 a 4 giugno ultimo scorrea nel Fosso grande.<br />

Allor vidi, e videro altri, che tal lava liquida fluiva con corso uni-<br />

forme ed alquan*o rapido ,<br />

(1) Mem. cit. sul? incendio vesav. p. 122.<br />

ma tratto tratto or qua or la dalle rive<br />

(2) Sloria e Fenomeni del Vesuvio ; ec. Supp. pag. 38. Nap. 1768.<br />

(3) Mem. cit. sulfincend. vesuv* 1. c.


58 THE PASSEGGIATE<br />

spingeva un'onda agli alberi ivi esistenti, e questi, quasi percossi da<br />

fulmini, come Oammiferi scricchiolando divampavanp e sparivano.<br />

In siffatto fenomeno scorgevasi a chiare note 1'attrazione elettrica;<br />

poiche 1' onda infocata contro le leggi di gravita s'alzava , investiva<br />

e struggeva gli alberi , e poi ritornava onde si mosse. Ne e a dire<br />

die la lava stessa , raerce 1' elaterio de' corpi aeriformi , in ess a<br />

svolli, premuta dalle masse posteriori ed impedita<br />

dalle anteriori,<br />

ri gurgilasse in sopra , e riversasse all'una ed all'allra sponda; pe-<br />

rocche gorgogliar non vedevasi , bensi scorrea sempre con moto<br />

uniforme e costanle. L'albero di natura immobile non potendola<br />

visitare ne era fatalmente visitato; per la ragione che di due corpi<br />

elettrizzati diversamente il piii leggiero e mobile , qualunque sia la<br />

sua elettricita negativa o positiva, 6 tratto sempre dall' immobile o<br />

pesante ; cosi ferree miniere da lungi attraggono e svolvono 1'ago<br />

magnetico , e questo alia sua volta attira la limatura di ferro ; cosi<br />

la corda del cervo volante del Romas, caduta a terra ed elettrizzata<br />

posiitivamente , attraeva a distanze paglie ed altri pezzi di vege-<br />

tabili ; cosi il fulmiue, non potendo attirare 1' alte cime e il monte,<br />

ue viene altratto. Quindi armonicamente il Mantovano cantava :<br />

.... Hie flagranti<br />

Aut Atho, aut Rodopen, aut alta Ceraunia lelo<br />

Dejicit: ingeminant dustri; el densissimus imber (1).<br />

Da cotale attrazione trarra del pari origine 1'altro fenomanopiu<br />

importante,<br />

cioe il concorso d'innumerevoli insetti in alcuni fuma-<br />

juoli vesuviani. Pero 1'egr. A. Costa spiega altrimeriti tal fatto, di-<br />

cendoche gl'insetti a caso voJano su la vettadel Vesuvio, ed alletlati<br />

(1) Georg. lib. I. v. 332 11 Tasso nel Goffredo del pari cosi cantava:<br />

O pur siccome il fulmioe non cade<br />

In basso pian, ma su 1' eccelse cime.<br />

Eil Can. P. Caruso ne'suoi ben Jorniti sciolti parlando dc'mnli della Chimera si<br />

espresse :<br />

Ebbcro un di d' Acroceraunia il nome<br />

Quegl'irti monli, perche il spesso cielo<br />

Li percoteva colli sue saelle.


AL YESUVIO 59<br />

ddla clevala teniperalufa di quc' fumnjuoli, vi restan vittima (1).<br />

Volenlieri mi uniformerei al parere di si valente entomologo , se<br />

till concorso d'entomi avvenisse d'inverno, doe quando 1'aria atmo-<br />

sferica e bassa , e non gi& nella stagione estiva , come e stata que-<br />

sta , in cui quegrinsetti,che portavansi a bruciare nelle braci vulca-<br />

niche, sfuggivano altrove i raggi solari, e ponevansi all'ombra. Inol-<br />

tre essi spingevansi, non gia in tutti i fum ijuoli , bensi soltanto in*<br />

alcuni dell'orlodel cratere. Quivi la temperature oltrepassava i 100,<br />

ed emanavasi lo sgradevole odor dell' acido solforoso , e per6 non 6<br />

presumibile, come 1'avverte anche il Palmieri (2), che essi v'accor-<br />

ressero pervolonla, si bene vi eran tratti da prepolente forza. P


CO THE IMSSEGUUTK<br />

clie il rhynchitcs bacchus , la bembcx roslrata e la cerceris arena-<br />

n'a.Queste due ultime specie A'imenolleri non so se soggiornano nelle<br />

adjacenze del Vesuvio , ma conosco con tulta certezza che le due<br />

menlovate cicindele e il rinchite non vi esistono punto , e rattro-<br />

vansi solo nel Sannio , e forse in altre contrade del regno. Or da<br />

luoghi si lontani chi li conduce sul Vesuvio? Si e gia notato, che<br />

ne' vasli incendii e ne' temporal! evvi grande sviluppo di fluido elet-<br />

trico ,<br />

che diffondesi a distanze lunghe, ed agisce massime sugli ani-<br />

mali inferiori ; per lo che non trovo inverisimile che gl' insetti sien<br />

tralti dal fluido elettrico vesuviano , nella slessa guisa che i corpi<br />

idioelellriei attiravano da lungi<br />

la cataletlica osservata dal Frank?<br />

Che che.ne sia , il fatto e che vi son tratti da una fona, la quale se<br />

iion e la magnetica sara altra che le somiglia. .Ne e del tutto fru-<br />

straneo addurre due osservazioni di simil nalura fatte da me in Ba-<br />

selice. Questa terra giace su d'un rialto presso al Frento nel San-<br />

nio ,<br />

e guarda di lonta.no tra sud-ovest la vetta del Vesuvio. Ci6 po-<br />

sto, nel di 27 luglio del 1842 vi fu eruzione vesuviana, e nelle ore<br />

meridiane si videro passar dal nord al sud-ovest mnumerevoli papi-<br />

glioni (nymphalis (m),che continuarono a mostrarsi per tre gbrni<br />

di seguito. Essi andavano apiccoJi drappellidi cinque a sei alia volta;<br />

erano storditi, talche si lasciavano agevolmente premiere; posavansi<br />

per poco su flori , cespugli e siepi , e poi quasi spinti da forza ir-<br />

resistibile levavansi a volo , eseguivano il loro viaggio. Egualmente<br />

a' 16 giugno del 1848 il Vesuvio erompea , ed osservossi, pur nelle<br />

ore meridiane , quasi una nube, che partiva da est, e roleando ed<br />

agglomerando dirigevasi del pari a sud-ovest. Non a pena mi v' ap-<br />

pressai<br />

, m'avvidi che tal nube era fatta di miriadi d'aflJi. Or si i<br />

pppiglioni come gli afidi donde venivano , ed ove andavano? forse<br />

al Vesuvio? Nulla di certo ; poiche allora guardavo<br />

cotali fenomeni<br />

non sotto quell' aspetto che oramai li contemplo. Non pertanto,<br />

considerando che nelle conflagrazioni vesuviane sia cola gran con-<br />

corso d' insetti, e che tra questi v'abbia scontrato il rhijnchites bac-<br />

rhus, le cicindele ed yllri, che 11011 esistono in qu^Ile adjacenze, e


AL VESUflO Cl<br />

probabile chc i lepidolteri c gli emilteri suddetti ivi fosser condotti.<br />

Giova intanto sperare, che i feuomcni di tal nalura , non essendo<br />

rari, si presentfno a solerti naturalisti, e che costoro approfondendo<br />

raeglio il fatto, possano darne altra spiegazione, ovvero render certa<br />

quella che ora & probabile. Probab'ile altresi e, se i verlebrali sieno<br />

pur tratti da'fumajuoli vesuviani ; poiche ad uno di questi undl il<br />

prof. Palmieri vide accorrer molte rondini , ed altra volta li presso<br />

trov6 morto, ma -intcgro , un ghiro ( myoxus glis). Quivi anch' io<br />

neldi 21 giugno ultimo rinvenni unmoscardino (myoxus muscardi-<br />

nus] del pari di recente morto e senza alcuna apparente lesione or-<br />

ganica. Siffatti rodilori vi furon condotti dall'odor delle quisquilie<br />

di commestibili recativi da'curiosi, e vi restaron morti da'gassi ir-<br />

respirabili ivi svolli , ovvero vi furono sbattuti da turbine o tratli<br />

dalla stcssa forza che vi mena gl'insetti? Gonsiderando che i! ghiro<br />

no soggiorna in que'dintorni , la probabilita e per quest' ultima<br />

cagione. E forse pur da questa<br />

derivano i fossili animali nelle rocce<br />

vesuviane , non che le frcquenti ed improvvise cadute de'curiosi<br />

nel cratere. Di fatti il Guiscardi dimostr6 con ragioni pondera-<br />

te , che nel Vcsuvio esistono due masse di rocce conchiglifere di<br />

due et& diverse , Tuna anteriore al vulcano ,<br />

1' altra posteriore ;<br />

ed in quest' ultima argutamente discoverse parecchie specie di<br />

piccioli molluschi , che , secondo egli mostra , anzi tempo furon<br />

morti dall' eruzioni (1). Or come li rattrovansi tali molluschi ?<br />

Vi furono involti co' materiali delle rocce nelle prime eruzioni sot-<br />

tomarine , ovvero attralti colle acque ed ivi deposti? Egli 6 certo<br />

che in ogni conflagrazione vesuviana, e prima e in alto, i pozzi ne'<br />

dintorui disseccauo in tutto o in parte ; il che mostra a chiare pro-<br />

ve che il Vesuvio ne assorbe I'acqua. E se questa oggidi e aspira-<br />

ta, la fu egualraente in epoche rimote (2); e per6 qual evvi impro-<br />

babilita che molluschi , echinodermi, ed altrettali con I'acqua fos-<br />

(1) Fauna Fossile Vesmiana. Napoli, 1856.<br />

(2) P. DEILA TORRE, Storia e Fenomeni del Veswio. Nap. 1755 p. 4i. Mem.<br />

cit jn//o inccn. t'ts.<br />

p. 96.


G2 TBE P ASSEGGIATE<br />

sero per roeati sotterranei la attratti, come per vie aeree or sonvi<br />

gl' insetti? Da altra parte spesso individui ruinano giu nel cratere,<br />

mentre per tutti i dati nol dovrebbero; per lo che senza ammet-<br />

tervi una forza traente non pu6 concepirsi come ci6 succeda. Cia-<br />

scun possiede una dose di elettricitci , che in tutti varia, come va-<br />

rian le fisonomie : da questa disuguaglianza elettrica e non da altra<br />

cogione dovrii forse dipendere, perche un fulmine, cadendo in mezzo<br />

a piu persone, ne uccide uno o due , e lascia le altre immuni. E<br />

non potrebbe esser altrettanto pel Vesuvio, che, sorgente inesausta<br />

di elettricismo , si attirasse que'che oppostamente ad esso son elet-<br />

trizzati? Se atlira gl' insetti , perche non pu6 attrarre gli<br />

uomini ?<br />

Evvi grande probability. Sarebbero imporlanti tali ricerche. Co-<br />

rounque sia , il fatto e che vi cadono, e tra tanti disgraziati deesi<br />

deplorare la acerba morte del prussiano dottor G. F. Delius , che ,<br />

lieto tra amici, nel di 11 maggio 1854 all'improvviso dirup6 nel<br />

cratere boreale , e vi rest6 spento (1).<br />

Circa la generazione di nuove piante dopo le grandi conflagra-<br />

zioni non vi sara. dubbio, per quel che esporr6, che dipenda da at-<br />

trazione elettrica. Di fatti nel di 4 giugno ultimo, dopo di aver os-<br />

servato diversi siti del cono vesuviano , continuai le mie ricerche;<br />

onde in luogo riposto anzi che no a pi6 del cono medesimo non<br />

lungi dalle bocche ignivome posi dispiegata su le scorie una pez-<br />

zuola bianca. La lava erompea placidamente , e placida era pur 1'a-<br />

ria ; per6 questa da correnti elettriche e da squilibrio di tempera-<br />

tura era tratto tratto agitata. Dopo mezz'ora rividi la pezzuola , e<br />

con mia grande soddisfazione vi rinvermi quel che bramavo , cioe,<br />

frammisti a pochissima cenere erano alcuni semi ben distinti del-<br />

Yamaranto a spiche verdi,e della Cent's dioica, Lin.Replicai le os-<br />

servazioni, e n'ebbi pur cosi commisti a'suddelti semi que'delpa-<br />

nicwn dactylon e del papaver somniferum. Raccolti tutti , li semi-<br />

nai e ne son surte le indicate pianle; e di queste , soprattutto del<br />

(1) Memoria cit. Sulf incen. vesuv. p. 86.


AL VEsUVIO 63<br />

ripeluto amaranto, alcune ho pur trovalo sul promontorio de f<br />

Can-<br />

teroni ne'siti meno adusli ; n pria del dl 27 settembre or decorso,<br />

come festfc dissi , ve i'ho scontrato. Or que'semi furon la menati<br />

da vento o da correnti elettriche? quello si tacea , e per6 queste li<br />

dovettero addurre , e non altrimenti. Gia abbastanza si sa, che ne*<br />

temporal! e negl'incendii la elettricita si sviluppa e spiega la sua<br />

azione in lontane contrade , ove spesso desta il turbine. Quindf,<br />

considerando che qucsto talvolta ravvolge e sbalza in riraote parli<br />

que' corpi che ha investito ; cousiderando inoltre che il furao e la<br />

cenere pur tolgon paglie e semi, che sono spesso spinti lungi, agi-<br />

tati e risospinti da impulsi meccanici dell' aria e da correnti di op-<br />

posle eleltricita , ben s'intende , come piante esistenti in un sito<br />

uasco no ove non erano ; cioe , ora presso al luogo dell' incendio ed<br />

or di lontano. Per lo che nell'eruzione del 1785 la elettricita colla<br />

cenere vesuviana reco nel Sannio il ripetuto amaranto , che forse<br />

avea rapito allaDaunia; nell'eruzione di quest' anno 1' ha ritolto<br />

dal Sannio o dalla Daunia stessa e condotto al Vesuvio; altrettanto<br />

e a dirsi di altre piante improprie a tal monte. E forse a quest*<br />

stessa cagione debbesi 1'apparizione di certi vegetabili in climi dis-<br />

adatti alia loro natura , onde vi durano un anno o due , c spari-<br />

scono.<br />

Ed ecco che la generazione di novelle piante dopo i grandi in-<br />

cendii non e piu problematica : la spiegazione da me data e la piu<br />

naturale, ch6 parte da fatti positivi.<br />

CAPO VII.<br />

CONCIHUSIOHE.<br />

E cosi , alia men trisla che ho potuto, mi lusingo<br />

di aver riso-<br />

luto il triplice problema , cioe, del sollevamento della lava verso i<br />

tronchi degli alberi ,<br />

del concorso dcgl'inselti a'fumajuoli vesuvia-


64 TRE PASSEGGIATE<br />

ni (l),e dello gencrazione di novclli vegetabili dopo i grandi incen-<br />

dii. Tutti tre questi important! fenomeai di natura riconoscono una<br />

stessa cagione, Yallrazione elellrica. Coraprendo, che tal soluzione,<br />

perche fundala su semplici osservazioni ed argomenti di analogia ,<br />

manca di quella perfezione, cui anelavo condurla ; il che debbesi<br />

attribuire non a volonta , si bene a scarsezza di tempo e mezzi , di<br />

die ho potuto disporre, e sopratlutto al difetto di quegli stromenti<br />

tisici all'uopo richiesti. Di fatti, anzi tutto conveniva far ivi escur-<br />

sioni settimanali, per precisare quali vegetabili<br />

ed insetti han sede<br />

permanente sul Vesuvio e quali sonvi transited! ; poscia, merce i<br />

siiddelti stromenti , bisognava eseguire<br />

una serie non iuterrotta di<br />

osservazioni e di sperimenti comparativi per determinare: 1 lostato<br />

elettrico, o polarita raagnetica, de'fumajuoli; 2 lo stato elettrico de-<br />

gl' insetti e de'semi prima che quelii e questi ne fosser morti od ingo-<br />

jali; 3studiare con tutta attenzione le correnti elettriche, e come e<br />

dove spiegano la loro azione;4 indagare da quali siti son altratti i<br />

semi e gl'insetti, e quali fenomeni eleltrici quivi si sviluppano; ed<br />

altrettali cose. Ma, per eseguire tutto questo,difficilmente gli attuali<br />

naagnetometri,elettrometried altri stromenti Osicisi sarebbero pre-<br />

stali , n& gli avrei potuto adoprare senza i convenevoli accessorii.<br />

Quindi , per giungere in ci6 a quella precisione<br />

che la scienza ri-<br />

chiede , vi bisognavano altri mezzi, che ad un private non son con-<br />

cessi. Giova perci6 sperare che il nostro sapienlissimo e provvido<br />

SOVRANO , come fe sorgere quasi per incanto 1'Osservalorio impor-<br />

tantissimo pel suo sublime scopo di studiare le meteore vesuviane,<br />

si degnera iielia sua iricomparabil saggezza far altrettanto per pro-<br />

muovere egualmeote lo studio delle influenze vulcaniche su gli es-<br />

(1 ) Non sara superfluo avvertire che ne'fumajuoli, ove gl'insetti son tratti, non evvi vatn-<br />

pa ; lalche non e a credere che questa gli attraesse, come avviene MepiraliJi<br />

e ad altri<br />

entomi, che accorrono al lume; che anzi , i lepidotteri si diiirni e si nolturni, pari agli<br />

allri insetti, sfuggivano, quasi per istinto, la lava ardente vesuviana, come Posservai nel<br />

1835 ed in quesl'anno, e fu notato dal COSTA. Di fatti questi dice potersi conchiude-<br />

facilmeate avvertivano e<br />

re, che fra tulti<br />

gl' insetti , i lepidotteri fosser quelii , che piii<br />

fuggivano schivando le cmanazioni calorifiche della lava fluente. Ossewazioni zoolo-<br />

giche cit. nella Mem. suW incend. resuv. p. 123.


AL VBSUVIO 65<br />

seri organizzali. A me inlanto e dolce di aver aperta la via e sparso<br />

alquanta luce su qucsto importante argomento , ed oso presagire<br />

cbe la mia soluzione del triplice problema , di che e parola , verra<br />

rifermata da reiterati sperimenti , e tal soluzione sara d' incalcola-<br />

bil vantaggio per P umanitu e per la scienza.<br />

Da ultimo conchiudendo dichiaro, che, non per vana ostcnlazio-<br />

ne, come altri potrebbe credere , mostrai le attinenze tra cose lon-<br />

tanissime , si bene le ravvicinai a solo Goe , qual altra volta prati-<br />

cai (1), di ammirare e stupire, come le leggi a primo aspetto molte<br />

esvariate, dall-' Eterno stabilite per reggere 1' universe , attenta-<br />

mente esaminate riduconsi a ben poche e semplici ! E di vero tutti<br />

i moltiplici fenomeni ed important! di sopra discussi, argutamente<br />

interrogati , risponderanno partire da una sola origine , dall'aMra-<br />

zione eleitrica. Oh come Egli e ammirabile nolle sue opere ! Quiadi<br />

Chiniam la fronte al Massimo<br />

Fattor<br />

APPENDICE<br />

REAL OSSERVATORIO METEOROLOGICO VESUYIAlfO.<br />

Perch6 di sopra tratto tratto feci onorevol menzione di tal Qs-<br />

servatorio , stimo proGcuo descriverlo a chi non 1' ha visto , ma in<br />

questa descrizione Ioccher6 sol ci6 che e importanle; poiche, se vo-<br />

lessi discendere a tutti i particolari della sua magniOca struttura e<br />

degli alti vantaggi che arreca alia scienza meteorologica, non po-<br />

trei giammai darne una idea csatta ,<br />

JVuii, ntifii si linguae centum sint, oraque centum,<br />

Ferrea vox . . . . (2)<br />

Sol basta il dire , che per tali eminenti qualila<br />

fu definito unico a)<br />

(t) G. M. CJRVSI, Comparazioni Ira le Dottrine Virgiliane , Ippocrallche c Mbdernc<br />

intorno a cose distoria nalurale: nclf Anlologia conlemp. anno 1J, vol. 11.<br />

(2) Virg. Gcor. 11.<br />

5


CO TRB P.4SSBGGMTE<br />

mondo (1). Esso vedesi grandeggiare sul promontorio del Salvatore<br />

poco a! di sopra dell' Eremo, a GiO metri sul livello del mare, quasi<br />

alia meta dell' allezza dt-1 Vesuvio. Tal edificio per ordine e muni-<br />

ficenza Sovrana fu cominciato nel 1841 , e nel 1847 fu menato a<br />

fine ; poscia si 6 perfezionato e fornilo del bisugnevole a tanto sco-<br />

po, merce le provvide cure del Direttore e del Presidente della I-<br />

struzione pubblica signori Scorza e Caporaazza, che, Cdi interpetri<br />

dell' alto voler di S. M. nostro Signore ( D. G.). con tutto zelo ed<br />

alacrila diffondono pur anco in allre branche il miglioramento<br />

scientiGco morale e religiose. Per ordine Regale altresi vi si e co-<br />

struita una strada rolabile di oltre a 5 miglia di lunghezza : essa,<br />

prima di eseguirsi, credeasi impossibile, favolosa, pe' grandi osta-<br />

coli che offriva la localita, maal voler Sovranoogni difficolta cessa;<br />

e perocotale strada e giainteramentespianataed in gran partebella-<br />

mente lastricata. Siflatto Osservatorio e maestoso, elegante,<br />

in cui<br />

materia e lavoro sono a dovizia ed armonicamente profusi ; tutto<br />

bello ed archilettonico e all'esterno.e pavimenti e scalee di marmo<br />

all'interno mostrano a prima giunta lasua non ordinaria magniflcen-<br />

za. Difatti per duedolci gradinate dall'una e dall'altra parte del can-<br />

cello dalla strada si ascende a' terrazzi , su cui estollesi a due piani<br />

cotal ediGzio. Del quale alia principal facciata e volto un verone a-<br />

dorno di plutco assai vistoso , omie per pnchi gradini vassi al telra-<br />

slilo portico, che inena al mngnifico vestibolo. In questo a dcslra ed<br />

a sinislia son belle e comode camere per uso del Direttore , e di-<br />

rimpelto all<br />

'<br />

ingresso veggonsi due usci sussecutivi ; 1' uno mette<br />

alia scala del piano superiore, 1'altro introduce in una stanza otla-<br />

gana. Qutsta ha 1' altez/a de'due piani insii j<br />

mc, contiene in mezzo<br />

I'elegaute buslo in marmo di FKRDINANDO II , ed offre intorno in-<br />

torno una scelta e ben disposta raccolta di minerali vesuviani. Nel<br />

piano superiore son due camere ed un' ampia sala con verone sul<br />

putico; in una di quelle ev\i ultra grudinola, ondc si sale alia Tor-<br />

(i) CE^AIIE CAMHI, Sloria diccnioanui.


AL VESUVIO 67<br />

re meleorologica. Si in questa come in quellc son molti c svaria-<br />

ti stromenti fisici , libri , e quant' altro e d f<br />

uopo per ogni ma-<br />

niera di ricerche speriraentali, e il noverarli sarebbe nojoso. Ne ac-<br />

cermo pero due, cioe 1' apparecchio a conduttore mobile per 1' elet-<br />

tricita atraosferica, e il sismografo elettrico-magnetico, che segna<br />

da se, assente 1'osservatore, anco le piii picciole scosse di tremuoto,e<br />

ne indica ad un tempo la durata, la direzione e la intensita. Inven-<br />

tor di siffatti apparecchi e il prof. Palmieri, che ne riscosse enco-<br />

mii dall' universale, e premio pel primo dall' Accadenaia delle Scien-<br />

ze di Lisbona. In fine un grazioso ed ameno giardino, ricinto di fer-<br />

rea rir.ghiera, conliguo a si venusto fabbricato , ne accresce ma-<br />

gnificenza e belta. Ma ogni opera e nulla o non giugne allo scopo,<br />

se sia mal diri-tta; quindi il nostro RE nell' incomparabil sua sag-<br />

gezza voile , che Direltor di si importante Osservalorio fosse il<br />

chiarissimo Melloni, onde lo invito e fe venir da Parigi ; quegli, o-<br />

norato, accolse un tanto invito, ma, non ha guari, rapito alle scien-<br />

ze, lasciava il suo nome tra gl' immortali, ed un degno suo succes-<br />

sore, il Palmieri. Per gli enunciati vantaggi e, che di coutinuo vi<br />

si recano naturalisti e dilettanti di cose naturali , e tutti vi tro-<br />

van sempre da ammirare e da apprendere. L' agevole strada fa<br />

si, che anco il volgo di curiosi si porti dappresso al teatro vesuvia-<br />

no ancoquando le sue azioni non son di rilievo; il che moslra,che<br />

lo sludio de %<br />

fenomeni i,aturali vassi nella generalila rendendo gra-<br />

dito ed importante. Lo suluppo intelleltuale delle nazioni segue le<br />

stesse fasi della vita dell' uomo ; ha infanzia, gioventu, virilita, de-<br />

ciepilezza e morte , qual ci ammaestra la storia. Un fanciullo, se<br />

gli vien tra mani un picciolo auloma, ne studia i movimenti, se ne<br />

appaga, ma poi vuol conoscere il meccanismo, e pero 1'apte e scom-<br />

pone. Cosi le popolazioni nella loro infanzia si contentano di osser-<br />

var solo i ftnomeni naluiali ; poscia , rese adulte, ne bramano in-<br />

dagar le cause. Egualmente ne' tempi andati il volgo napolitano ap-<br />

paga\asi guardar da lungi le eruzioni vesuviane , ed ora vuol cou-<br />

e da \icinoe f aperne il come ; lalche lo studio de'fcno-


68 THE PASSEGGIATB<br />

meni vulcanici non r del dominio dei soli do Hi, di cui questa terra<br />

e stata sempre ferace , ma va diffondendosi in altrc class! della so-<br />

cieta; per lo che, moltiplicandone le osservazioni , si potranno o-<br />

gnora piii discovrir nuovi fatti a vantaggio della scienza. Grazie a-<br />

dunque in eterno all'Augusto e Sapientissitno nostro MONARCA, che?<br />

voile tal Osservatorio per 1' iocremento della scienza ; il voile per<br />

lasciar un monomento eterno di gloria in questa classica terra, che<br />

sola scrbu la face del sapere, quando le onde barbariche la spegne-<br />

van da per tullo, e sperdevano il pensiero; il voile per dimostrare<br />

allo straniero, che nel suo regno sorgono , come per lo innanti, o-<br />

pere puramente originali , mooumentali, soleani ; il voile , pcrchu<br />

cio che vuolc, e al suo volcre<br />

Napoli 1. ottobre 1858.<br />

norma la virlii che in cor gli Lolle.<br />

ERRATA,<br />

A pag. \8 vers. 28 per lato mtridionale leggi lato occidentale.<br />

A p;ig.26 vers. 14 per discoscesi viotloli leg. rupinosi viottoli iner-<br />

picandomi.<br />

A png. 29 penullimo vers. per gloriosamente onoreranno leg. gloriosamente<br />

onorano ed onoreramno.<br />

A pag. 57 ver. 10 per fenomeni su discussi leg. fenomeni su di*<br />

scussi sonprodotli dal (luido elcltrico ; or essi accompagnano.

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