III LICEO_compiti vacanze 2012 - Istituto Sant'Alberto Magno
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Liceo Scientifico S.<br />
Alberto <strong>III</strong> <strong>LICEO</strong> <strong>Magno</strong><br />
COMPITI PER LE VACANZE ESTIVE<br />
Anno scolastico 2011-<strong>2012</strong><br />
Prof.ssa Miselli<br />
ITALIANO<br />
Lettura di Orlano Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino<br />
Lettura a scelta tra Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes e Rinascimento Privato<br />
di Maria Bellonci<br />
Obiettivi:<br />
• Potenziare le capacità di lettura di un testo sapendo cogliere, per ogni capitolo, le tematiche, il punto<br />
di vista dell’autore, l’uso del linguaggio specifico e le novità del romanzo.<br />
• Potenziare le capacità di analisi e sintesi.<br />
Attività per entrambe le letture:<br />
• Mentre leggi l'opera individua in ogni capitolo (presentazione dell’Orlando Furioso compresa),<br />
sottolineandole sul testo, per poi trascriverle, le parole chiave che ritieni necessarie per<br />
comprendere appieno ciò che stai leggendo. Dopo averle individuate e trascritte giustificane la<br />
scelta in una spiegazione per iscritto.<br />
TALI TESTI E LE ATTIVITA’ SVOLTE SARANNO OGGETTO DI VERIFICA NELLE FASI<br />
INIZIALI DELL’ANNO SCOLASTICO.<br />
A scelta:<br />
Via Palestro, 6 – 40123 Bologna Tel. 051 582202 Fax 051 3391060 e-mail:<br />
segreteria@istitutosalbertomagno.it
Liceo Scientifico S.<br />
Alberto <strong>Magno</strong><br />
Un libro a scelta dalla seguente lista (non devi averlo già letto):<br />
Allende, La casa degli spiriti<br />
Arslan, La masseria delle allodole<br />
Szpilman, Il pianista<br />
Baricco, Novecento<br />
Bernanos, Diario di un curato di campagna<br />
Bradbury, Cronache Marziane<br />
Dickens, Le due città<br />
Dickens, Tempi difficili<br />
Dostoevskij, Le notti bianche<br />
Dumas, Il conte di Montecristo<br />
Fogazzaro, Malombra<br />
George Eliot, Il mulino sulla Floss<br />
Nafisi, Leggere Lolita a Teheran<br />
Guccini, Appennino di sangue<br />
Hemingway, Per chi suona la campana<br />
Hobb, L’apprendista assassino<br />
J. Whyte, La pietra del cielo<br />
M Rigoni Stern, Il sergente nella neve<br />
Un libro a tua scelta.<br />
Mark Haddon, Lo strano caso del cane<br />
ucciso a mezzanotte<br />
Marquez, Cronaca di una morte annunciata<br />
Martel Yann, Vita di pi<br />
Pratolini, Cronache di poveri amanti<br />
Scott, Ivanoe<br />
Silone, Fontamara<br />
Stevenson, L’isola del tesoro<br />
Stoker, Dracula<br />
Tabucchi, Sostiene Pereira<br />
Hornby, Non buttiamoci giù<br />
Singer, La famiglia Moskat<br />
Steinbeck, Furore<br />
Andric, Il ponte sulla Drina<br />
Verga, Storia di una capinera<br />
Zafon, L’ombra del vento<br />
Zola, Il paradiso delle signore<br />
Zola, Il sogno<br />
Puoi chiedere consiglio ad amici, parenti, conoscenti, sconosciuti... è bello parlare di lettura e<br />
consigliarsi reciprocamente libri da leggere! Entra in libreria, nel reparto del tuo genere<br />
preferito, o in un reparto nuovo che per una qualche ragione ti incuriosisce, poi sfoglia, leggi,<br />
guarda... fatti incuriosire da alcuni libri; poi fermati, sedendo sulle poltroncine che ci sono qua<br />
e là, e inizia la lettura.... lì, in libreria, e infine scegli quale libro ti accompagnerà nelle<br />
settimane successive.<br />
L’importante e che la scelta ultima sia tua.<br />
Leggi poi il libro e fatti un’idea. Ha confermato le tue aspettative? Oppure no? Lo consiglieresti<br />
a qualcuno? A Chi? Perché?<br />
Il tempo per leggere,<br />
come il tempo per amare,<br />
dilata il tempo per vivere.<br />
(Daniel Pennac)<br />
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Alberto <strong>Magno</strong><br />
Al rientro a scuola racconterai ai compagni e al professore la storia della tua scelta e del tuo<br />
“incontro” con questo libro.<br />
SCRITTURA (LAVORO DA SVOLGERE AL COMPUTER)<br />
- Elabora un’analisi del testo a scelta tra quelle proposte alle pagine 607-610 di Rosa<br />
fresca aulentissima.<br />
- Sviluppa un saggio breve su un argomento a scelta tra quelli proposti di seguito. Segui<br />
tutte le indicazioni sullo svolgimento del saggio breve (ricorda la suddivisione in<br />
paragrafi).<br />
CONSEGNE<br />
Sviluppa l’argomento scelto in forma di “saggio breve” utilizzando i documenti e i dati che lo corredano e facendo<br />
riferimento alle tue conoscenze ed esperienze di studio.<br />
Interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e svolgi su questa base la tua trattazione. Dai al tuo saggio un titolo<br />
coerente e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e<br />
documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).<br />
Per attualizzare l'argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi<br />
di rilievo).<br />
Non superare le quattro colonne di metà di foglio protocollo.<br />
ARGOMENTO<br />
La scuola multietnica: l’inizio dell’integrazione<br />
DOCUMENTI<br />
1.<br />
Dichiarazione universale dei diritti umani<br />
(New York, 10 dicembre 1948)<br />
Articolo 1<br />
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza<br />
e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.<br />
Articolo 2<br />
1. Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza<br />
distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di<br />
altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.<br />
• 2. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o<br />
internazionale del Paese o del territorio cui una persona appartiene, sia che tale territorio sia indipendente, o<br />
sottoposto ad amministrazione fiduciaria, o non autonomo, o soggetto a qualsiasi altra limitazione di<br />
sovranità.<br />
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Alberto <strong>Magno</strong><br />
2.<br />
Nato a Bologna un minuto dopo la mezzanotte del 31 dicembre, figlio di una coppia cinese che vive in Emilia da tre<br />
anni, Xiao Shi diventa punta neppure tanto nascosta di un fenomeno in crescita lenta ma costante, (piccolo) simbolo<br />
dell’Italia che verrà, e avrà sempre più occhi a mandorla e pelle scura. I bambini stranieri nati in Italia sono in<br />
continuo aumento […]. Tocca a Massimo Livi Bacci, 62 anni, uno dei più noti demografi italiani, fare il punto su un<br />
paese che cambia sempre più velocemente. Professore, davvero si può parlare della società italiana come di una<br />
società interrazziale? “Il numero dei bambini nati da stranieri è ancora relativamente piccolo ma è destinato ad<br />
aumentare parallelamente all’aumento dello stock degli immigrati che oggi supera il milione e mezzo, e che cresce<br />
al ritmo di 60-70 mila unità all’anno. Una crescita destinata a continuare nel prossimo decennio”. Quali sono le etnie<br />
che stanno maggiormente caratterizzando la nostra società? “L’Italia attrae immigrazione da una molteplicità di<br />
paesi, contrariamente ad altre nazioni europee dove spesso dominano alcune limitate provenienze. Marocco,<br />
Albania, Filippine, paesi della ex Jugoslavia, Cina, Senegal, Sri Lanka, Romania, Polonia sono i principali paesi di<br />
origine, con una grande varietà di caratteristiche religiose, economiche, etniche”. Le conseguenze della nostra<br />
progressiva multietnicità? “Renderà, alla lunga, il processo di inserimento e di acculturazione degli immigrati più<br />
facile, anche se occorre guidarlo con una varietà di strumenti… le istituzioni-scuola, gli enti locali, le<br />
amministrazioni comunali.” Qual è, per lei, lo strumento più importante? “La scuola: è essenziale per rendere, a<br />
pieno titolo, cittadini italiani i nati da stranieri”<br />
(M. Imarisio, Il Paese del 2000 sarà una società-mosaico. Corriere della Sera, 3 gennaio 2000)<br />
3.<br />
Rimane da segnalare, nell’ambito dell’ideologia multietnica, la confusione o l’elusione di altri problemi. Per<br />
esempio come conciliare l’istruzione di Stato e il diritto dell’Immigrato a conservare la memoria delle proprie<br />
origini? Risponde Gian Enrico Rusconi: “Possiamo ipotizzare sezioni islamiche nella scuola pubblica, o scuole<br />
islamiche pienamente riconosciute, con precisi accordi e concordati, secondo i modelli delle comunità ebraiche. Ma<br />
l’esperienza ebraica è molto speciale, perché gli ebrei sono dentro alla storia nazionale…”. Di più, riguardo ai<br />
rapporti fra diverse religioni malgrado le rinunce ufficiali a far proseliti: “Il volontarismo cristiano scopre di colpo<br />
che<br />
la logica del multiculturalismo è quella del politeismo…”. Non avendo approfondito né affrontato simili questioni e<br />
altre ancora, che cosa rimane di molte dispute sulla multietnicità? Molto spesso prevale il contrasto primario fra<br />
xenofobie da suburbi turbolenti e suggestioni o abbagli da folklore. Ossia, come riassume il sociologo Umberto<br />
Melotti, fra visioni da incubo come nel film Blade Runner e scenari fiduciosi da United Colors of Benetton.”<br />
(A. Ronchey, Società multietnica, suggestioni e abbagli. Corriere della Sera, 9 giugno 2000)<br />
4.<br />
“In quel ginepraio etico, culturale e giuridico che è l’incontro con l’Islam, dobbiamo essere grati alle madri di<br />
Samone, circondario di Ivrea, che hanno dato l’ostracismo a un’insegnante velata, la signora Fatima, marocchina: ci<br />
sono passi indietro che chiariscono il cammino più di tanti passi avanti. Dobbiamo essere grati perché l’intolleranza,<br />
specie se espressa con tanta ingenua spontaneità (“il velo spaventa i nostri bambini”) è più indicativa e pedagogica<br />
della tolleranza. Ci dice che cosa non fare, ci insegna che cosa non dire, articola il meccanismo oscuro e afasico<br />
dell’ansia collettiva che ci opprime, lo trasforma in atti e in linguaggio. E rinsalda la convinzione che la tolleranza,<br />
per quanto vaghe e faticose siano le sue strade, è l’unico antidoto al veleno<br />
quotidiano della paura. […] Un’insegnante islamica che indossa il velo (e non insegna l’Islam, anzi è lì per<br />
frequentare un corso di aggiornamento che la renderà più italiana) non è scandalosa né inopportuna. E’ solamente<br />
“nuova”, e come tale ci chiede la fatica, ma anche la vitalità, del confronto. […] Proprio per questo anche la minuta<br />
prassi quotidiana diventa vitale non solo per la questione del rispetto dei diritti delle persone qui e ora, ma<br />
soprattutto per impostare il futuro.<br />
[…] E’ sperabile che un velo non venga confuso con lo stendardo di un nemico invasore”.<br />
(M. Serra, Lezione di tolleranza. La Repubblica, 25 marzo 2004)<br />
5.<br />
“Le previsioni demografiche dell’immediato futuro ridisegnano radicalmente il volto dell’Europa a seguito della<br />
reciproca influenza di due fattori: da una parte, il crollo delle nascite e l’allungamento della vita media nel Vecchio<br />
Continente che determineranno, nel 2020, la diminuzione della popolazione attiva di circa otto milioni di unità;<br />
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Alberto <strong>Magno</strong><br />
dall’altra parte, l’aumento della popolazione dei paesi dell’Africa settentrionale – in settantuno dei quali il 40% della<br />
popolazione ha meno di quarant’anni – e la conseguente pressione migratoria da questi esercitata sul continente<br />
europeo. […] occorre, in tal senso, ipotizzare l’idea di un’ “Europa casa comune” piuttosto che di un’ “Europa<br />
fortezza”. L’Europa può farlo partendo dalle sue stesse contraddizioni: terra di straordinaria vitalità, culla delle più<br />
grandi civiltà del passato, luogo di nascita, sulle sponde del Mediterraneo, della filosofia e della scienza, dell’arte e<br />
delle religioni monoteiste (da cui i successivi apporti dell’Umanesimo, del Rinascimento, dell’Illuminismo), ma<br />
anche artefice di eventi di inaudita violenza: dallo sterminio perpetrato dai conquistadores europei nei confronti<br />
delle antiche civiltà azteche, degli Inca e degli altri popoli amerindi fino al genocidio degli ebrei.<br />
Una storia complessa, quella del continente europeo, ma che non può dimenticare la sua natura di luogo di incontri e<br />
di scambi – per quanto spesso difficili, tormentati e violenti – tra diversi modi di vita, di credenze, di idee, di<br />
opinioni, di esperienze. Se la storia del nostro Paese e dell’intero continente europeo è, quindi, sia pure in forma<br />
contraddittoria e spesso conflittuale, una storia ricca di legami, di intrecci multi e interculturali, tale consapevolezza<br />
può rappresentare la premessa indispensabile per la costruzione di atteggiamenti e comportamenti concretamente<br />
tesi ad opporsi alle ricorrenti tentazioni del riemergere di modelli di integrità e di purezza del proprio gruppo di<br />
appartenenza etnica, utilizzati in funzione di opposizione e di chiusura rispetto a tutti coloro che si trovano, oggi, a<br />
vivere l’esperienza della migrazione. […] Come passare allora da una società multiculturale, caratterizzata dalla<br />
presenza di una crescente pluralità di etnie, lingue e culture tra loro separate, incomunicabili e talora ostili, a una<br />
società interculturale, caratterizzata dalla produttiva interazione e integrazione di differenze in cui, di volta in volta,<br />
le varie culture siano in grado di “prestare” e di “ricevere”, di “dare” e di “prendere” gli elementi più creativi e vitali<br />
della propria specificità? Se l’interculturalità consiste nella disponibilità a uscire dai confini della propria cultura per<br />
entrare nei territori di altre culture e apprendere a vedere, a conoscere e a interpretare la realtà secondo schemi e<br />
sistemi simbolici differenziati e molteplici, essa rinvia necessariamente a un processo pedagogico, finalizzato al<br />
perseguimento di un importante e ambizioso traguardo formativo: quello della costruzione e dello sviluppo di un<br />
pensiero aperto e flessibile,problematico e antidogmatico. […] Tale progetto formativo trova nella scuola un vero e<br />
proprio laboratorio di ricerca e di sperimentazione delle diversità, dove poter sviluppare – attraverso la concreta<br />
pratica scolastica – la cultura e la logica dello scambio, del confronto e del dialogo tra le mille differenze che<br />
arricchiscono la vita della scuola. […] E’ a scuola che gli alunni imparano dalla pluralità di tali differenze che<br />
scambio significa interazione e non adattamento e sottomissione di un individuo a un altro; imparano che lo scambio<br />
presuppone la capacità di mettersi in gioco e che il gioco, per poter funzionare, deve darsi delle regole, che sono<br />
regole di democrazia e di rispetto reciproco. […]<br />
(Democrazia) che si alimenta di pluralità e di antagonismi che non vanno soppressi o negati bensì inseriti<br />
dialetticamente in un libero, ricco e differenziato confronto di idee, di esperienze, di modi di vivere e di pensare.<br />
Perché questo avvenga la scuola deve sapersi dare una più flessibile articolazione dell’impianto strutturale e<br />
curricolare […] indispensabile per opporsi a un’impostazione monoculturale, dogmatica e omologante per certi versi<br />
ancora presente negli attuali programmi di insegnamento.<br />
(Franca Pinto Minerva, L’intercultura, Laterza, 2002)<br />
6.<br />
“La mia lingua era il berbero e non capivo come si potesse utilizzare un altro dialetto per comunicare. Come tutti i<br />
bambini, pensavo che la mia lingua fosse universale. Avevo l’impressione di essere diventata, da un giorno all’altro,<br />
sordomuta, gettata e dimenticata dai miei genitori in una città in cui tutti mi volgevano le spalle e dove nessuno mi<br />
guardava, mi parlava. Forse ero trasparente, invisibile, forse il colore scuro della mia pelle mi faceva confondere con<br />
gli alberi.<br />
Passavo ore e ore accanto a un albero.<br />
Nessuno mi parlava…<br />
Spesso dormivo con il dizionario di francese sotto il cuscino. Ero persuasa che le parole di notte lo avrebbero<br />
attraversato per venire a sistemarsi in caselle predisposte per metterle in ordine. Le parole avrebbero così lasciato le<br />
pagine e sarebbero venute a stamparsi nella mia testa. Sarei diventata sapiente quel giorno in cui, nel libro, non ci<br />
fossero state che pagine bianche.<br />
(T.B. Jelloun, A occhi bassi; riportato in: D. Demetrio – G. Favaro, Bambini stranieri a scuola, La Nuova Italia,<br />
1997)<br />
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ARGOMENTO<br />
Social Network, Internet, New Media.<br />
DOCUMENTI<br />
Liceo Scientifico S.<br />
Alberto <strong>Magno</strong><br />
«Immagino che qualcuno potrebbe dire: “Perché non mi lasciate da solo? Non voglio far parte della vostra Internet,<br />
della vostra civiltà tecnologica, o della vostra società in rete! Voglio solo vivere la mia vita!” Bene, se questa è la<br />
vostra posizione, ho delle brutte notizie per voi. Se non vi occuperete delle reti, in ogni caso saranno le reti ad<br />
occuparsi di voi.<br />
Se avete intenzione di vivere nella società, in questa epoca e in questo posto, dovrete fare i conti con la società in<br />
rete.<br />
Perché viviamo nella Galassia Internet.»<br />
M. CASTELLS¸ Galassia Internet, trad. it., Milano 2007<br />
«C’è una mutazione in atto ed ha a che fare con la componente “partecipativa” che passa attraverso i media. Quelli<br />
nuovi caratterizzati dai linguaggi dell’interattività, da dinamiche immersive e grammatiche connettive. [...] Questa<br />
mutazione sta mettendo in discussione i rapporti consolidati tra produzione e consumo, con ricadute quindi sulle<br />
forme e i linguaggi dell’abitare il nostro tempo. Questo processo incide infatti non solo sulle produzioni culturali,<br />
ma anche sulle forme della politica, sulle dinamiche di mercato, sui processi educativi, ecc. [...] D’altra parte la<br />
crescita esponenziale di adesione al social network ha consentito di sperimentare le forme partecipative attorno a<br />
condivisione di informazioni e pratiche di intrattenimento, moltiplicando ed innovando le occasioni di produzione e<br />
riproduzione del capitale sociale.»<br />
G. BOCCIA ARTIERI, Le culture partecipative dei media. Una introduzione a Henry Jenkins,<br />
Prefazione a H. JENKINS, Fan, Blogger e Videogamers. L’emergere delle culture partecipative nell’era digitale,<br />
Milano 2008<br />
«Ciò che conosciamo, il modo in cui conosciamo, quello che pensiamo del mondo e il modo in cui riusciamo a<br />
immaginarlo sono cruciali per la libertà individuale e la partecipazione politica. Il fatto che oggi così tanta gente<br />
possa parlare, e che si stia raggruppando in reti di citazione reciproca, come la blogosfera, fa sì che per ogni<br />
individuo sia più facile farsi ascoltare ed entrare in una vera conversazione pubblica. Al contempo, sulla Rete ci<br />
sono un sacco di sciocchezze. Ma incontrare queste assurdità è positivo. Ci insegna a essere scettici, a cercare<br />
riferimenti incrociati e più in generale a trovare da soli ciò che ci serve. La ricerca di fonti differenti è un’attività<br />
molto più coinvolgente e autonoma rispetto alla ricerca della risposta da parte di un’autorità.»<br />
Y. BENKLER, Intervista del 10 maggio 2007, in omniacommunia.org<br />
«Siamo in uno stato di connessione permanente e questo è terribilmente interessante e affascinante. È una specie di<br />
riedizione del mito di Zeus Panopticon che sapeva in ogni momento dove era nel mondo, ma ha insito in sé un<br />
grande problema che cela un grave pericolo: dove inizia il nostro potere di connessione inizia il pericolo sulla nostra<br />
libertà individuale. Oggi con la tecnologia cellulare è possibile controllare chiunque, sapere con chi parla, dove si<br />
trova, come si sposta. Mi viene in mente Victor Hugo che chiamava tomba l’occhio di Dio da cui Caino il grande<br />
peccatore non poteva fuggire. Ecco questo è il grande pericolo insito nella tecnologia, quello di creare un grande<br />
occhio che seppellisca l’uomo e la sua creatività sotto il suo controllo. [...] Come Zeus disse a Narciso “guardati da<br />
te stesso!” questa frase suona bene in questa fase della storia dell’uomo.»<br />
D. DE KERCKHOVE, Alla ricerca dell’intelligenza connettiva, Intervento tenuto nel Convegno Internazionale<br />
“Professione Giornalista: Nuovi Media, Nuova Informazione” – Novembre 2001<br />
«Agli anziani le banche non sono mai piaciute un granché. Le hanno sempre guardate col cipiglio di chi pensa che<br />
invece che aumentare, in banca i risparmi si dissolvono e poi quando vai a chiederli non ci sono più. [...] È per una<br />
curiosa forma di contrappasso che ora sono proprio gli anziani, e non i loro risparmi, a finire dentro una banca,<br />
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Alberto <strong>Magno</strong><br />
archiviati come conti correnti. Si chiama “banca della memoria” ed è un sito internet [...] che archivia esperienze di<br />
vita raccontate nel formato della videointervista da donne e uomini nati prima del 1940. [...] È una sorta di<br />
“YouTube” della terza età.»<br />
A. BAJANI, «YouTube» della terza età, in “Il Sole 24 ORE”, 7 dicembre 2008<br />
«Una rivoluzione non nasce dall’introduzione di una nuova tecnologia, ma dalla conseguente adozione di nuovi<br />
comportamenti. La trasparenza radicale conterà come forza di mercato solo se riuscirà a diventare un fenomeno di<br />
massa; è necessario che un alto numero di consumatori prendano una quantità enorme di piccole decisioni basate su<br />
questo genere di informazioni. […] Grazie al socialnetworking, anche la reazione di un singolo consumatore a un<br />
prodotto si trasforma in una forza che potrebbe innescare un boicottaggio oppure avviare affari d’oro per nuove<br />
imprese. [...] I più giovani sono sempre in contatto, attraverso Internet, come non è mai accaduto prima d’ora e si<br />
scambiano informazioni affidabili, prendendosi gioco, al contempo, di quelle fonti su cui si basavano le generazioni<br />
precedenti. Non appena i consumatori – specialmente quelli delle ultime generazioni – si sentono compiaciuti o<br />
irritati per la cascata di rivelazioni che la trasparenza offre sui prodotti, diffondono istantaneamente le notizie.»<br />
Lettura dei libri II, <strong>III</strong>, IV e VI dell’Eneide<br />
D. GOLEMAN, Un brusio in rapida crescita, in Intelligenza ecologica, Milano 2009<br />
LATINO<br />
TALE TESTO SARÀ OGGETTO DI VERIFICA NELLE FASI INIZIALI DELL’ANNO<br />
SCOLASTICO.<br />
Bologna,Giugno <strong>2012</strong> l’insegnante<br />
Maria Miselli<br />
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