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La Girobussola (livello 1)

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<strong>La</strong> <strong>Girobussola</strong><br />

Chi non ha giocato almeno una volta, da bambino, con una trottola. Il gioco più bello<br />

era quello di farla stare in piedi anche dopo averle fatto scendere un gradino, oppure<br />

dopo averle dato una spinta.<br />

In quei momenti, inconsapevolmente, giocavamo con un principio di fisica che<br />

prende il nome di “ Inerzia Giroscopica” . Ma cosa significa? Quando la trottola ruota<br />

velocemente intorno al suo asse, acquista una particolare proprietà, quella di<br />

mantenere l’asse di rotazione rivolto sempre in una medesima direzione, nonostante<br />

le spinte e i gradini da scendere. In fisica, un corpo che ruota ad alta velocità intorno<br />

al suo asse è chiamato “ giroscopio” . L’inerzia giroscopica è la caratteristica propria<br />

di un giroscopio che è quella di mantenere il suo asse di rotazione rivolto sempre<br />

verso un punto dello spazio inerziale (una stella) e di potersi orientare liberamente.<br />

Questa è la stessa proprietà utilizzata nelle armi balistiche per aumentarne la<br />

precisione e la gittata, e si ottiene mediante una scarificazione a spirale della canna<br />

di fuoco.<br />

Il giroscopio, però, ha anche altre proprietà che vengono sfruttate per la<br />

realizzazione della girobussola. <strong>La</strong> principale tra queste è quella di non rispondere<br />

alla meccanica comune quando si applica una forza in punto dell’asse di rotazione.<br />

Consideriamo un giroscopio in rapida rotazione e tracciamo il vettore che<br />

rappresenta la sua rotazione e lo chiamiamo IΩ.<br />

Tale vettore deve essere tracciato in modo che un osservatore disposto con i piedi<br />

sul punto di applicazione possa vedere la rotazione del giroscopio in senso<br />

antiorario. Applichiamo un peso p sull’asse del giroscopio. Questa forza determina<br />

una coppia che, se il giroscopio fosse fermo, farebbe abbattere il suo asse nel<br />

piano verticale. Questo movimento è rappresentabile mediante un vettore tracciato<br />

in modo da vedere la rotazione in senso antiorario, che prende il nome di " Vettore<br />

Coppia C".


Sperimentalmente, però, ci si è resi conto che il giroscopio risponde alla forza p con<br />

una rotazione dell’asse su un piano ad esso perpendicolare, cioè cercherà di<br />

raggiungere il vettore coppia C.<br />

Questo movimento è chiamato “ Precessione libera” .<br />

Una cosa simile succede se invece di una forza, si applica una rotazione. In questo<br />

caso, infatti, applicando una rotazione antioraria all’asse Z del giroscopio, vedremo<br />

nascere un movimento precessionario, definito "Precessione forzata", che porta<br />

l'asse del girostato a sovrapporsi al vettore ω.<br />

Otteniamo lo stesso risultato anche se applichiamo la rotazione all’asse X. Questo,<br />

ci porta a concludere, che l'asse del giroscopio tende sempre a sovrapporsi al<br />

vettore che rappresenta la rotazione perturbatrice (Teoria della sovrapposizione<br />

delle velocità).<br />

Pertanto se si potesse sottoporre il giroscopio ad una rotazione tale che il relativo<br />

vettore fosse allineato perfettamente con la linea meridiana NORD-SUD, si<br />

potrebbero creare i presupposti per trasformare la nostra "trottola" in uno strumento


direzionale! In realtà questa rotazione esiste già ed è determinata dalla rotazione<br />

terrestre. Ecco come nasce.<br />

Il nostro pianeta ruota intorno al suo asse in senso antiorario. Tale rotazione può<br />

essere rappresentata mediante un vettore ρ rivolto verso il polo nord ed il cui punto<br />

di applicazione è il centro della terra. Ipotizzando un osservatore posto nell'emisfero<br />

nord ad una latitudine Φ, il suo piano orizzontale è soggetto alla stessa rotazione<br />

che, per comodità, scomponiamo in due vettori: una componente rivolta verso lo<br />

ZENIT (ρ"); mentre la seconda rivolta verso il cardine NORD del piano meridiano<br />

(ρ'). Queste due rotazioni angolari dovute alla rotazione terrestre, sono quelle che<br />

rappresentano, rispettivamente, il movimento apparente in azimut degli astri (il piano<br />

ruota in senso antiorario intorno all’asse Zenit-Nadir) ed il movimento apparente in<br />

altezza degli astri (il piano ruota in senso orario intorno all’asse Nord-Sud).<br />

Dunque, se vincoliamo il giroscopio al piano orizzontale, in pratica non facciamo<br />

altro che rendere inattiva la rotazione in azimut (ossia la componente ρ") e quindi il<br />

giroscopio orienterà il suo asse con un movimento precessionario lungo la linea<br />

meridiana sovrapponendosi alla componente ρ' della rotazione terrestre (Bussola di<br />

Foucault).<br />

Purtroppo una soluzione simile è impossibile sulle navi a causa dei movimenti di<br />

rollìo, beccheggio e imbardata (movimenti di piattaforma). E' possibile però, ricreare<br />

il piano orizzontale sospendendo il giroscopio e applicandovi una zavorra. In questo<br />

modo, durante le rotazioni del piano meridiano, il giroscopio è assoggettato ai due<br />

vettori della rotazione terrestre e ad un terzo vettore che nasce a causa della<br />

zavorra. Questa, infatti, determina una coppia ogni qualvolta l'asse del giroscopio si


allontana dal piano orizzontale facendolo precessionare sulla linea meridiana<br />

NORD-SUD.<br />

Adesso la nostra trottola è diventata una bussola giroscopica. Ma per poter essere<br />

utilizzata a bordo delle navi, è necessario che l'allineamento avvenga in tempi<br />

relativamente brevi. Infatti, se non ci fossero gli attriti, l'asse del girostato non si<br />

allineerebbe mai percorrendo un'ellisse definita "Ellisse teorica". E' necessario,<br />

quindi, creare un sistema di smorzamento delle oscillazioni tali da consentire un<br />

allineamento iniziale rapido ed un sicuro mantenimento dello stesso.<br />

Per ovviare a quest'ultimo inconveniente, due brevetti diventano i sistemi di<br />

smorzamento per antonomasia: SPERRY e MICROTECNICA. Entrambi assolvono<br />

allo stesso compito utilizzando tecniche diverse. Il primo mediante un sistema di<br />

vaschette comunicanti denominato "Balistico a Mercurio", il secondo attraverso l'uso<br />

di un truogolo ad olio.<br />

Finalmente, adesso, la nostra girobussola è completa. Non resta che arricchirla di<br />

tutti quegli accessori necessari per renderla uno strumento direzionale della<br />

navigazione moderna.<br />

Determinazione dell'errore<br />

Al fine di tenere sotto controllo l'errore residuo della girobussola, si deve effettuare<br />

un semplice calcolo:<br />

1. Determinare l'istante del sorgere e calcolare l'azimut vero del sole;<br />

2. Misurare al medesimo istante l'azimut vero del sole (lembo superiore) mediante<br />

un apparecchio azimutale posto sulla ripetitrice dell'aletta (o in controplancia);<br />

3. Eseguire la sottrazione Azv - Azo per ottenere l'errore εg della girobussola;<br />

4. Essendo nota la relazione Pv = Pgb +εg , si può controllare anche la bussola<br />

magnetica eseguendo:<br />

5. (1) Pv = Pgb +εg (2) Vm = Pv - Pbussola (3) δ = Vm - d<br />

Tutti calcoli vengono riportati su un quaderno. <strong>La</strong> deviazione bussola così ottenuta<br />

va confrontata con quella tabellata redatta dal compensatore (tabella delle<br />

deviazioni). Se il valore non corrisponde, è necessario verificare l'errore per diverse<br />

"prore".

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