L'INDUSTRIA CALZATURIERA ITALIANA – Preconsuntivo ... - Micam
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L’INDUSTRIA <strong>CALZATURIERA</strong> <strong>ITALIANA</strong> <strong>–</strong> <strong>Preconsuntivo</strong> 2011<br />
*(I dati relativi all’andamento di produzione, prezzi e ordini sono stati elaborati sulla base dei risultati dell’indagine<br />
campionaria svolta presso gli Associati).<br />
Introduzione<br />
Il 2011 si può ritenere nel complesso un anno positivo per il settore calzaturiero,<br />
soprattutto considerando il peggioramento del quadro macroeconomico verificatosi nella<br />
seconda parte dell’anno. I dati di preconsuntivo confermano una prevalenza di segni<br />
positivi grazie soprattutto al traino dell’export, cui è destinato l’80% della produzione<br />
nazionale, che ha bilanciato le difficoltà del mercato interno, da alcuni anni in fase di<br />
stagnazione e che ha registrato nel 2011 un’ulteriore contrazione degli acquisti delle<br />
famiglie.<br />
Le vendite estero, che nel 2010, all’indomani della recessione mondiale, avevano ripreso<br />
vigore, hanno seguitato a crescere, chiudendo anche il 2011 con un incremento a doppia<br />
cifra in termini nominali nonostante il rallentamento che, iniziato in estate, si è reso<br />
evidente nell’ultimo trimestre. In tutte le aree di sbocco sono stati superati i livelli prerecessivi<br />
di tre anni addietro; uniche eccezioni i mercati dell’Est Europa e CSI <strong>–</strong> i cui livelli<br />
attuali, nonostante la vigorosa ripresa del biennio 2010/2011, risultano ancora inferiori del<br />
15% rispetto a quelli 2008 <strong>–</strong> e il Nord America, che ha però completato il recupero in<br />
valore.<br />
L’anno è stato peraltro caratterizzato da pesanti rincari sul fronte delle materie prime<br />
(soprattutto nella prima metà) e da sempre più diffusi problemi di liquidità delle aziende,<br />
derivanti sia dai ritardi o mancati pagamenti dei clienti, sia dalla stretta del credito<br />
proveniente dalle banche.<br />
In questo scenario le imprese sono comunque riuscite a consolidare il loro posizionamento<br />
di mercato e mantenere buoni livelli di produzione ed efficienza.<br />
L’andamento generalmente favorevole della congiuntura ha avuto anche effetti positivi sui<br />
livelli occupazionali che, dopo anni di ridimensionamenti, hanno registrato un lieve ma<br />
significativo recupero pur in presenza di processi di ristrutturazione.<br />
L’apertura del nuovo anno, invece, non sembra consentire grandi slanci di ottimismo:<br />
raccolta ordini e attese sulla domanda sono orientati alla stagnazione, e gli imprenditori<br />
intervistati si caratterizzano per un generale pessimismo legato soprattutto all’incertezza<br />
degli scenari. I prossimi mesi ci diranno se questi segnali sfavorevoli saranno stati<br />
prodromi di un’inversione negativa del ciclo, o solo una oscillazione congiunturale di breve<br />
periodo.<br />
Vediamo ora nel dettaglio le singole variabili.<br />
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Produzione e prezzi<br />
Dopo il +2,3% in quantità conseguito nel 2010, anche il consuntivo 2011 si chiude,<br />
grazie alla dinamica della domanda internazionale, con un segno positivo nella<br />
produzione di calzature. La consueta rilevazione campionaria condotta tra gli Associati<br />
ANCI ha evidenziato un incremento dei volumi realizzati attorno al +2,4%, che<br />
porterebbe la produzione made in Italy a 207,4 milioni di paia, quasi 5 milioni in più<br />
rispetto all’anno precedente.<br />
Ben il 58% dei rispondenti ha segnalato una crescita rispetto al 2010, che per il 21,6%<br />
dei casi si è rivelata superiore al +10%. In circa il 22% delle imprese la produzione è<br />
risultata stabile sui livelli 2010.<br />
Accanto a queste realtà, il 20% del campione non è ancora uscito dai morsi della crisi e<br />
ha denunciato una riduzione dei volumi, con un 4% di aziende che hanno chiuso l’anno<br />
con flessioni superiori al -10%.<br />
La dinamica dei prezzi è rimasta in buona parte contenuta, per riuscire a guadagnare o<br />
conservare posizioni sui mercati senza frustrare la ripresa: +2,2% sul mercato Italia e<br />
+2,5% sui mercati esteri tra le imprese del campione.<br />
Saggi di prezzo sempre moderati, attorno al +2%, sono attesi anche per il primo<br />
semestre del 2012.<br />
Combinando le dinamiche di quantità e di prezzo si può stimare una crescita in valore<br />
della produzione nazionale per il 2011 pari al +4,8%. Applicata ai valori assoluti, tale<br />
percentuale porterebbe l’output a 7,08 miliardi di euro.<br />
I primi segnali del 2012 sembrano purtroppo raffreddare facili entusiasmi. L’andamento<br />
degli ordinativi nell’ultimo trimestre 2011 e il deterioramento generale del contesto<br />
economico gettano diverse ombre sulla congiuntura di questo avvio d’anno: l’incertezza<br />
degli scenari ha indotto una quota non trascurabile (42%) degli imprenditori interpellati a<br />
prevedere una contrazione nei volumi produttivi nel primo semestre. Esattamente una<br />
percentuale doppia rispetto a coloro (20,3%) che hanno indicato una riduzione con<br />
riferimento all’intero 2011.<br />
Per il 22% delle imprese rispondenti, invece, i livelli produttivi aumenteranno<br />
ulteriormente, mentre il 36% del campione prevede stabilità. Sebbene il peggioramento<br />
dello scenario congiunturale sia tangibile, 3 imprese su 5 indicano quindi di non avere<br />
subito al momento nessuna flessione rispetto a un anno addietro.<br />
In media, pur con le cautele legate al processo di stima, l’andamento dei volumi nel<br />
primo semestre dovrebbe quindi registrare una diminuzione contenuta in 1 punto<br />
percentuale.<br />
Grazie al trend favorevole dell’output, il tasso medio di utilizzo degli impianti a<br />
consuntivo 2011 ha registrato un ulteriore incremento rispetto alla situazione di<br />
dicembre 2010, salendo all’84%, con il consolidamento di processi di efficienza e<br />
ristrutturazione. La percentuale di sfruttamento della capacità produttiva attesa per il<br />
primo semestre 2012 è dell’82%, in leggero ribasso.<br />
2
Interscambio commerciale<br />
Nel periodo gennaio-novembre 2011, l’export ha fatto segnare un aumento tendenziale<br />
del +13% in valore, con un +4,4% in quantità. In totale sono stati esportati 214,5 milioni<br />
di paia di calzature (9 milioni in più rispetto all’analogo periodo del 2010) per un valore di<br />
6.923 milioni di euro, comprendendo come sempre tali cifre sia la vendita all’estero di<br />
produzione realizzata in Italia che le operazioni di pura commercializzazione.<br />
Il prezzo medio è cresciuto dell’8,2%, attestandosi a 32,28 euro al paio.<br />
Il raffronto con tre anni addietro, ovvero coi primi 11 mesi 2008, all’avvio della grave crisi<br />
economica internazionale, evidenzia come i livelli 2011 risultino superiori del 6,3% in<br />
valore (e del 2,2% in volume).<br />
L’anno, dunque, ha visto il pieno recupero dei livelli pre-crisi, ma è stato caratterizzato<br />
da due velocità: dagli incrementi del 15,2% e 18,2% in valore dei primi due trimestri si è<br />
scesi al +10,5% nel terzo, aumento poi ridottosi ulteriormente al +7,1% (accompagnato<br />
da un calo del 5,8% in termini di quantità) nel bimestre ottobre-novembre.<br />
Il rallentamento, oltre che a ragioni congiunturali legate all’innegabile peggioramento<br />
dello scenario sperimentato nella seconda metà dell’anno, ha anche una motivazione<br />
statistica, data dal raffronto con mesi 2010 particolarmente dinamici che rendono più<br />
difficile il conseguimento di percentuali considerevoli.<br />
Nonostante ciò, dopo il +13,7% del 2010, anche il 2011 si chiuderà con un recupero in<br />
valore a doppia cifra. Un risultato di rilievo, che premia gli sforzi di reazione delle<br />
aziende alla crisi attraverso strategie di riposizionamento sul mercato, ristrutturazione e<br />
riorganizzazione interna.<br />
Il dettaglio delle esportazioni per voce merceologica denota segni positivi in tutti i<br />
comparti, con la sola eccezione delle pantofole (-7,3% in valore e -3,6% in volume). Tra<br />
le calzature con tomaio in pelle <strong>–</strong> che costituiscono oltre l’80% del fatturato export e che<br />
evidenziano un incremento complessivo del 12,5% in valore <strong>–</strong> in crescita le scarpe da<br />
passeggio per uomo (+19,4% in valore) e donna (+13,5%), le calzature che ricoprono la<br />
caviglia (scarponcini e stivali, +13%) e, con saggi più contenuti, le scarpe di sicurezza<br />
con puntale protettivo (+6,5%), ferme però in quantità sui livelli 2010. Le calzature da<br />
passeggio per bambino, malgrado un aumento in valore del 4,3%, presentano una<br />
flessione in volume (-6,1%), così come la tipologia “sandali” (-4,6%).<br />
Nel comparto sintetico (+17,2% in valore), il secondo per importanza dopo la pelle, tutte<br />
le voci merceologiche registrano incrementi.<br />
L’analisi per Paese mostra aumenti non trascurabili in valore nei primi tre mercati<br />
(Francia +11,6%, Germania +8,8%, USA +14%), che in termini di quantità, col passare<br />
dei mesi, sono divenuti invece modesti (+2,4%, +1,9% e +2,8% rispettivamente).<br />
Decisamente premianti i risultati in Russia (+20% in valore e +15,2% in volume). Segni<br />
negativi affiorano per Spagna, Austria e Regno Unito (quest’ultimo malgrado un +4,4%<br />
in valore). Notevolmente dinamici invece i flussi verso il Far East: Giappone +20,1% in<br />
valore, Hong Kong +47% e Cina +85%.<br />
3
L’aggregato “Cina + Hong Kong”, considerato a livello statistico ancora separatamente,<br />
è divenuto il nostro 9° mercato di sbocco, con un valore più che raddoppiato negli ultimi<br />
3 anni.<br />
In termini di macroaree geografiche, inferiore alla media l’export verso l’Unione Europea<br />
(+7,9% in valore e +2,3% in volume), cui sono dirette 3 calzature italiane su 4 vendute<br />
all’estero; è proseguito il recupero, non ancora completato, dei livelli pre-recessivi nei<br />
Paesi dell’Est Europa e CSI (+20% nel complesso, con Ucraina +27% e Kazakistan<br />
+42% i mercati principali dopo la Russia). Bene l’America settentrionale (+15,6%) e<br />
molto confortanti, come anticipato, le performance in Estremo Oriente (+40% in valore<br />
nell’insieme). Crescita del 12% in Medio Oriente ma con un calo del 3% in quantità,<br />
nonostante i buoni risultati negli Emirati Arabi.<br />
Relativamente all’import, i dati ISTAT mostrano per i primi 11 mesi una lieve crescita in<br />
volume, +1,4%, con un +10,2% in valore per l’aumento del prezzo medio unitario (salito<br />
a 11,31 euro, +8,7%), che resta però ancora molto lontano da quello dell’export.<br />
Sono entrati in Italia oltre 335 milioni di paia (4,6 milioni in più del 2010), per un valore di<br />
circa 3,8 miliardi di euro; sono 123 milioni di paia, +1,9%, le scarpe con tomaio in pelle.<br />
In calo in quantità la Cina (-7,2%, pur con un +4% in valore), da cui provengono 2<br />
calzature su 5 in entrata in Italia; diminuzione “bilanciata” dall’incremento significativo dei<br />
flussi in ingresso dal resto del mondo (+8,9%, con un +11,5% per la Romania, al<br />
secondo posto tra i fornitori, un +40% per i Paesi Bassi e sensibili aumenti per altri<br />
membri UE, come Francia e Spagna).<br />
Marcate contrazioni, sia in volume che in valore, hanno interessato i flussi in ingresso<br />
dai Paesi dell’Africa del Nord (Tunisia -8,8% in quantità) e America Centro-Meridionale<br />
(con flessioni superiori al 30% per il Brasile).<br />
Va ricordato che il 2011 è stato l’anno in cui sono scaduti (il 31 marzo) i dazi<br />
antidumping istituiti dall’Europa sulle importazioni di calzature in pelle da Cina e<br />
Vietnam.<br />
I dati Eurostat disponibili, relativi anch’essi ai primi 11 mesi dell’anno, evidenziano una<br />
riduzione complessiva del -12,4% dell’import europeo dai due Paesi delle voci in pelle<br />
interessate (Cina -5,6% e Vietnam -22,5%). Contrazioni si sono registrate, oltre che nel<br />
primo trimestre (quando cioè i dazi erano in vigore), anche negli 8 mesi successivi alla<br />
scadenza (Cina -1,7% in volume e Vietnam -25,1%).<br />
Un andamento confermato anche dalle cifre ISTAT relative alla sola Italia, che mostrano<br />
per tali tipologie una flessione dell’import dai due Paesi del 6,9% in quantità rispetto al<br />
periodo gennaio-novembre 2010.<br />
Il saldo attivo del settore in valore si è attestato, nei primi 11 mesi, a 3,13 miliardi di<br />
euro, con un +16,5%: è proseguito dunque il trend di crescita che aveva caratterizzato il<br />
2010, dopo un biennio di arretramenti.<br />
4
Il calzaturiero ha confermato ancora una volta il proprio contributo positivo alla bilancia<br />
commerciale nazionale, che ha chiuso il 2011 con un deficit di 24,3 miliardi di euro.<br />
Uno sguardo infine ai dati Eurostat permette di analizzare le dinamiche comunitarie:<br />
analogamente a quanto verificatosi in Italia, l’andamento dei flussi 2011 della UE27 con i<br />
Paesi terzi è risultato in crescita sia in uscita che, con variazioni percentuali<br />
decisamente più contenute, in entrata.<br />
L’export di calzature dei 27 Paesi membri verso i mercati extra-UE ha fatto segnare, nei<br />
primi 11 mesi, un recupero del 21,4% in valore (e del 13,9% in volume), con prezzi in<br />
aumento del 6,6%. Le importazioni nell’Unione sono invece cresciute del 2% circa, sia in<br />
valore che quantità.<br />
Ordini e consumi interni<br />
La rilevazione condotta sul campione di Associati inerente il portafoglio ordini degli ultimi<br />
3 mesi dell’anno (effettuata non scomputando i riordini) mette in luce l’inversione<br />
negativa registrata nella seconda metà del 2011 e conferma le previsioni poco favorevoli<br />
sull’andamento della produzione per questo inizio 2012.<br />
Il portafoglio ordini fa segnare infatti una riduzione complessiva dell’1,8% in quantità<br />
rispetto al trimestre ottobre/dicembre 2010, con una contrazione ancora più marcata<br />
(attorno al -3,8%) per il mercato interno.<br />
Tra i mercati esteri, la raccolta in Germania risulta positiva, ma con saggi di crescita<br />
limitati (+0,9%). Ugualmente modesta, ma comunque incoraggiante, si è rivelata la<br />
crescita del portafoglio dalla Russia (+1,9%). Più debole è stata invece la raccolta dagli<br />
altri Paesi UE (-0,4%), dagli USA (-1,7%) e, soprattutto, dal Giappone (-2,9%).<br />
Sostanzialmente invariata la dinamica per la categoria residuale “Altri Paesi” (-0,1%).<br />
Il carnet, cioè il periodo di produzione assicurato dagli ordini in portafoglio, risulta in<br />
media di poco inferiore ai 3 mesi di lavorazione, mostrando una contrazione rispetto alle<br />
ultime rilevazioni (nelle quali superava i 3 mesi di lavoro).<br />
Le previsioni sugli ordinativi relative al primo semestre del 2012 <strong>–</strong> pur da valutare con<br />
cautela a seguito della loro natura campionaria <strong>–</strong> riflettono i timori indotti dal quadro<br />
macroeconomico generale. Minoritarie le indicazioni di crescita; unica certezza risulta<br />
essere la dinamica meno penalizzante attesa sui mercati esteri rispetto al mercato<br />
domestico.<br />
Relativamente all’evoluzione degli ordini da oltre confine, la maggioranza assoluta dei<br />
rispondenti (66%) prevede non vi saranno variazioni di rilievo; la restante parte del<br />
campione si divide abbastanza equamente tra pessimisti (19%) e chi si attende che la<br />
prima parte dell’anno sarà caratterizzata da un consolidamento della raccolta (15%).<br />
Con riferimento al mercato Italia, invece, se il 57% delle imprese prevede stabilità, ben il<br />
36% degli interpellati è pessimista e solo il 7% si aspetta un incremento degli ordinativi.<br />
Indicazioni in linea con i dati 2011 sui consumi nazionali, che mostrano, per il quarto<br />
anno consecutivo, un trend negativo.<br />
5
Gli acquisti delle famiglie italiane sono scesi del 2% in volume rispetto al 2010, con un<br />
netto peggioramento nel secondo semestre (-3%). In termini di spesa si registra un<br />
incremento marginale (+0,8%) dovuto a un aumento dei prezzi medi pari al 2,8%.<br />
Donna (-3% in quantità) e bambini/ragazzi (-4%) i comparti che presentano, assieme<br />
alla pantofoleria (-3,3%, ma in aumento in valore), arretramenti nei consumi; in leggera<br />
crescita gli acquisti destinati alla clientela maschile (+1%, nonostante un calo dell’1,8%<br />
per le scarpe classiche stringate) e il segmento delle “sportive e sneakers” (+0,7%).<br />
I negozi specializzati risultano il canale più penalizzato (-5,2% nell’ultimo trimestre<br />
dell’anno, secondo i dati preliminari forniti da Sita Ricerca).<br />
In tema di distribuzione, va segnalato come, benché la maggioranza degli imprenditori<br />
interpellati (oltre il 60%) consideri ininfluente la recente liberalizzazione degli orari di<br />
apertura dei punti vendita sui consumi di calzature in Italia, una quota comunque non<br />
irrilevante (31,1%) ritenga possa avere ricadute positive, come pure (per il 27% dei<br />
rispondenti) un impatto favorevole sull’evoluzione e riorganizzazione del dettaglio<br />
specializzato.<br />
Occupazione<br />
Se il numero di imprese attive ha subìto nel 2011 un’ulteriore contrazione, scendendo a<br />
5.606 (198 calzaturifici in meno rispetto ai 5.804 di dicembre 2010, pari al -3,4%), le cifre<br />
riferite alla forza lavoro registrano invece, dopo anni di continue erosioni, un saldo<br />
positivo nel numero di occupati rispetto alla situazione a consuntivo 2010.<br />
Il numero di addetti nei calzaturifici è passato infatti da 80.153 a 80.925 (+772 unità, pari<br />
al +1,0%). Un recupero certamente parziale (i livelli attuali sono ancora inferiori del 2,4%<br />
rispetto a quelli del 2009) ma comunque incoraggiante.<br />
Un dato che trova conferma anche nei risultati della rilevazione campionaria condotta da<br />
ANCI tra gli Associati: il 74% degli intervistati ha dichiarato, con riferimento al 2°<br />
semestre 2011, una sostanziale stabilità nei livelli occupazionali rispetto all’anno<br />
precedente; il 15% ha denunciato invece un calo nella forza lavoro impiegata.<br />
Le attese concernenti la prima parte dell’anno in corso paiono ancora orientate alla<br />
stabilità: malgrado salga al 19% la quota di coloro che prevedono una riduzione dei livelli<br />
occupazionali, gli imprenditori che ritengono che non interverranno variazioni di sorta<br />
costituiscono una netta maggioranza del campione (77%).<br />
La tendenza generale settoriale, alla luce dei dati esposti, risulta dunque quella di un<br />
lento concentramento in realtà imprenditoriali più grandi.<br />
Un quadro ancor più favorevole per l’andamento occupazionale si evidenzia allargando il<br />
campo di osservazione anche alle altre componenti della filiera.<br />
Se infatti si considerano, assieme ai produttori di calzature, anche i produttori di<br />
componentistica per calzature (cioè l’intera voce Ateco “CB152”) i saldi rispetto a<br />
dicembre 2010 risultano pari, rispettivamente, a +1.532 addetti (+1,5%) e -240 aziende<br />
attive (-2,0%). Gli addetti del comparto sono passati da 99.188 a 100.720.<br />
I dati di Infocamere consentono inoltre un’analisi territoriale. Relativamente alla forza<br />
lavoro impiegata, tra le 7 principali regioni calzaturiere risultano in crescita: Marche<br />
6
(+992 addetti, pari al +3,3%, tra calzaturifici e aziende produttrici di parti), Veneto (+765<br />
addetti, +4,9%), Toscana (+421 addetti, +2,2%), Lombardia (+179 addetti, +2,4%),<br />
Campania (+26 addetti, +0,3%). Marche e Lombardia sono le uniche regioni in crescita<br />
anche rispetto al numero di addetti di fine 2009 (+309 e +280 addetti rispettivamente su<br />
dicembre 2009); per le altre, invece, l’aumento del 2011 rappresenta un recupero solo<br />
parziale rispetto ai livelli di fine 2009.<br />
Risultano in calo: Emilia Romagna (-323 addetti sul 2010, -5,7%) e Puglia (-321, -3,8%).<br />
Infine, considerando l’intera filiera pelle (ovvero calzaturifici + componentistica +<br />
concerie + pelletterie), nel 2011 il numero di occupati è risultato in aumento di 6.411<br />
unità (+4,1%) e sono state 281, secondo le elaborazioni di Infocamere, le aziende che<br />
hanno cessato l’attività (-1,3%).<br />
L’incremento registrato negli indicatori occupazionali è stato accompagnato da una forte<br />
diminuzione nel ricorso agli strumenti di integrazione salariale.<br />
I dati INPS evidenziano infatti, con riferimento all’intera Filiera Pelle, un decremento<br />
complessivo pari al -35,1% delle ore di CIG autorizzate nel 2011, con un -43,1% per la<br />
componente ordinaria e un -32,8% per la Cassa Integrazione straordinaria (di cui<br />
straordinaria in senso stretto -15,3% e straordinaria in deroga -41,1%).<br />
Sono state autorizzate in totale 19,3 milioni di ore, oltre 10,4 milioni in meno rispetto al<br />
2010. Si è dunque interrotto, nel 2011, il trend di crescita che era cominciato nel 2008<br />
(+31,2%), era esploso nel 2009 (+187,5%) e si era mantenuto al +28,7% nel 2010.<br />
I valori assoluti rimangono comunque elevati: il raffronto rispetto a tre anni addietro<br />
(2008) indica ancora un +140%, nonostante la CIG ordinaria sia tornata agli stessi livelli<br />
di allora, +0,4%.<br />
L’analisi per regione sottolinea, per l’anno da poco concluso, riduzioni in tutte le aree a<br />
vocazione calzaturiera, con la sola eccezione della Lombardia (rimasta sui livelli 2010:<br />
+0,1%). La Puglia, che nei primi 6 mesi mostrava al pari della Lombardia un incremento<br />
delle richieste, fa segnare a consuntivo una lieve flessione (-2,1%), presentando i valori<br />
più elevati in termini assoluti (quasi 4,4 milioni di ore), seguita dalle Marche con 3,4<br />
milioni, che evidenziano però un arretramento del -46,8%.<br />
L’entità del calo registrato per l’Area Pelle (-35,1%) risulta superiore alla media dei<br />
settori italiani (-20,8%).<br />
Incassi e pagamenti<br />
Sul fronte finanziario il secondo semestre 2011 è stato caratterizzato dall’acuirsi delle<br />
tensioni nel ciclo incassi/pagamenti, che va a pesare sui conti economici delle imprese.<br />
Partendo dai tempi di pagamento, si nota infatti un leggero innalzamento dei termini, sia<br />
per quanto concerne i fornitori nazionali (34% degli intervistati), sia relativamente a quelli<br />
esteri (19% delle imprese).<br />
Ben più sostenuta è invece la tendenza al rialzo dei termini di incasso: per quanto<br />
riguarda i clienti italiani, il 66% delle imprese ha dovuto concedere dilazioni superiori<br />
rispetto al passato; e analogo allungamento ha riguardato i clienti esteri per il 47% delle<br />
imprese interpellate.<br />
7
La combinazione di una maggiore dilazione chiesta ai fornitori e di una maggiore<br />
dilazione concessa ai clienti evidenzia come il quadro congiunturale sia ancora lontano<br />
da condizioni premianti.<br />
La scarsa liquidità rimane una delle problematiche più stringenti per le imprese: al<br />
ritardo nei pagamenti, che talvolta sfocia in insolvenza, si sommano sul versante<br />
creditizio le difficoltà provenienti dalle banche relativamente alla concessione del credito,<br />
che avviene spesso a condizioni troppo onerose o viene addirittura rifiutata alle aziende.<br />
Conclusioni<br />
I confortanti segnali di recupero del 2010 hanno trovato conferma nel 2011, grazie a<br />
dinamiche sostenute dell’export sia sui mercati tradizionali che su quelli di nuova<br />
esplorazione. E’ proseguito il miglioramento nei livelli produttivi avviato nel 2010. L’attivo<br />
del saldo commerciale si è irrobustito significativamente. L’occupazione ha registrato,<br />
dopo anni, un incremento.<br />
Il 2011 si può pertanto archiviare come un periodo sostanzialmente positivo, che ha<br />
consentito a diverse imprese di prendere una boccata d’ossigeno e di beneficiare,<br />
almeno fino a dopo l’estate, di un contesto congiunturale favorevole.<br />
Il peggioramento dello scenario, accompagnato dal basso tenore del portafoglio ordini<br />
dei mesi recenti, ha generato un quadro di forte incertezza negli operatori, sviluppando<br />
aspettative non positive per questa prima parte del 2012.<br />
Analogamente agli altri comparti del Sistema Moda, le attese sono improntate, anche<br />
per il calzaturiero, alla prudenza. Tuttavia, fare previsioni in questa fase è estremamente<br />
complesso, anche per la fluidità che caratterizza molti mercati.<br />
Di certo il calo di fiducia delle famiglie e le ricadute sul potere d’acquisto delle recenti<br />
manovre correttive di finanza pubblica e della maggior pressione fiscale indurranno<br />
ulteriori contrazioni sui consumi nazionali. Sul fronte internazionale, la frenata delle<br />
economie europee porterà a un rallentamento della domanda nei mercati tradizionali.<br />
La crescita del settore è dunque strettamente legata alla ricerca di nuovi consumatori in<br />
nuovi mercati, all’esplorazione di opportunità emergenti laddove la domanda evidenzi<br />
dinamicità e nuove nicchie di clientela.<br />
Milano, 4 Marzo 2012<br />
8
IL 2011 IN SINTESI <strong>–</strong> stime di preconsuntivo<br />
<strong>L'INDUSTRIA</strong> <strong>CALZATURIERA</strong> <strong>ITALIANA</strong><br />
Preconsuntiv<br />
o<br />
2010 2011 Var %<br />
PRODUZIONE* Milioni di Euro 6.755,86 7.083,17 +4,8%<br />
Milioni di paia 202,5 207,4 +2,4%<br />
EXPORT Milioni di Euro 6.611,57 7.415,57 ° +12,2%<br />
(comprensivo delle riesportazioni) Milioni di paia 221,4 228,8 ° +3,4%<br />
IMPORT Milioni di Euro 3.703,26 4.076,88 ° +10,1%<br />
(comprensivo delle reimportazioni) Milioni di paia 355,0 360,9 ° +1,6%<br />
SALDO COMMERCIALE Milioni di Euro 2.908,31 3.338,69 ° +14,8%<br />
N° AZIENDE (calzaturifici) 5.804 5.606 -3,4%<br />
N° ADDETTI diretti 80.153 80.925 +1,0%<br />
Cassa Integrazione Guadagni Area Pelle<br />
- Ordinaria Milioni di ore 6,8 3,9 -43,1%<br />
- Straordinaria Milioni di ore 22,9 15,4 -32,8%<br />
- Totale Milioni di ore 29,7 19,3 -35,1%<br />
Fonte: Stime ANCI<br />
* Produzione 2011= Stime di preconsuntivo sulla base dei risultati dell'indagine a campione svolta tra gli Associati;<br />
° Export e Import: stime e proiezioni ANCI a 12 mesi sulla base dei dati ISTAT disponibili.<br />
9
I principali indicatori congiunturali dell’industria calzaturiera<br />
Andamento 2011 e previsioni I° semestre 2012<br />
∆ Valore produzione preconsuntivo 2011 +4,8%<br />
∆ Q.tà prodotte preconsuntivo 2011 +2,4%<br />
∆ Q.tà prodotte I° sem. 2012 Riduzione<br />
dinamica Prezzi interni gen-dic 2011 +2,2%<br />
dinamica Prezzi interni I° sem. 2012 Stabilità<br />
dinamica Prezzi esteri gen-dic 2011 +2,5%<br />
dinamica Prezzi esteri I° sem. 2012 Stabilità<br />
Capacità produttiva dicembre 2011 84%<br />
Capacità produttiva giugno 2012 82%<br />
Consumi delle famiglie (spesa) gen-dic 2011 +0,8%<br />
Consumi delle famiglie (q.tà) gen-dic 2011 -2,0%<br />
Esportazioni (valore) gen-novembre 2011 +13,0%<br />
Esportazioni (q.tà) gen-novembre 2011 +4,4%<br />
Importazioni (valore) gen-novembre 2011 +10,2%<br />
Importazioni (q.tà) gen-novembre 2011 +1,4%<br />
Termini di pagamento interni<br />
Lieve aumento<br />
Termini di pagamento esteri Lieve aumento<br />
Termini di incasso interni Forte aumento<br />
Termini di incasso esteri Aumento<br />
AZIENDE/ADDETTI<br />
(dicembre 2011)<br />
Calzaturifici<br />
N° aziende<br />
5.606<br />
(-198 su dic. 2010; -3,4%)<br />
N° addetti<br />
80.925<br />
(+772 su dic. 2010; +1,0%)<br />
Occupazione I° sem. 2012 Stabilità<br />
Utilizzo C.I.G. Area Pelle gen-dic 2011 -35,1%<br />
di cui:<br />
C.I.G. ordinaria<br />
C.I.G. straordinaria totale<br />
straordinaria in senso stretto<br />
straordinaria in deroga<br />
-43,1%<br />
-32,8%<br />
-15,3%<br />
-41,1%<br />
Elaborazioni e stime A.N.C.I.<br />
(I dati relativi all’andamento di produzione, prezzi e ordini sono stati elaborati sulla base dei risultati dell’indagine<br />
campionaria svolta presso gli Associati).<br />
10
EXPORT ITALIANO CALZATURE<br />
andamento nei primi 11 mesi 2011 rispetto ai primi 11 mesi 2010<br />
Analisi per materiale di tomaio<br />
Gennaio <strong>–</strong> Novembre 2011 VARIAZIONE % 11/10<br />
Materiale di<br />
Valore Quantità P.M. Valore Quantità P.M.<br />
tomaio<br />
(Milioni Euro) (000 paia) Euro<br />
PELLE/CUOIO 5.588,38 126.382 44,22 +12,5 +2,4 +9,9<br />
SINTETICO 649,21 49.178 13,20 +17,2 +8,7 +7,8<br />
PANTOFOLE 44,99 8.451 5,32 -7,3 -3,6 -3,8<br />
GOMMA 32,56 3.471 9,38 +23,7 +7,1 +15,4<br />
TESS./MAT.DIV. 608,20 27.018 22,51 +14,1 +9,0 +4,6<br />
TOTALE EXPORT 6.923,34 214.499 32,28 +13,0 +4,4 +8,2<br />
Analisi per Paese<br />
Rank<br />
in valore<br />
1) Francia<br />
2) Germania<br />
3) USA<br />
4) Svizzera<br />
5) Russia<br />
6) Regno Unito<br />
7) Spagna<br />
8) Paesi Bassi<br />
9) Belgio<br />
10) Giappone<br />
11) Austria<br />
12) Hong Kong<br />
13) Grecia<br />
14) Cina<br />
15) Polonia<br />
16) Ucraina<br />
17) Canada<br />
18) Emirati Arabi<br />
19) Rep. Ceca<br />
20) Svezia<br />
...<br />
PRINCIPALI PAESI DI DESTINAZIONE<br />
Gennaio <strong>–</strong> Novembre 2011 VARIAZIONE % 11/10<br />
Valore Quantità P.M. Valore Quantità P.M.<br />
(Milioni Euro) (000 paia) Euro<br />
1.103,48<br />
865,50<br />
636,18<br />
491,48<br />
490,96<br />
400,65<br />
283,61<br />
272,39<br />
262,49<br />
176,93<br />
170,91<br />
170,71<br />
113,17<br />
93,08<br />
92,93<br />
78,65<br />
75,75<br />
70,47<br />
63,63<br />
60,73<br />
38.910<br />
35.472<br />
11.324<br />
10.335<br />
6.398<br />
13.602<br />
11.097<br />
9.917<br />
7.491<br />
2.866<br />
5.583<br />
1.763<br />
5.965<br />
1.111<br />
3.540<br />
994<br />
2.265<br />
1.618<br />
3.136<br />
1.915<br />
28,36<br />
24,40<br />
56,18<br />
47,55<br />
76,74<br />
29,46<br />
25,56<br />
27,47<br />
35,04<br />
61,74<br />
30,61<br />
96,83<br />
18,97<br />
83,76<br />
26,25<br />
79,10<br />
33,45<br />
43,55<br />
20,29<br />
31,71<br />
+11,6<br />
+8,8<br />
+14,0<br />
+17,2<br />
+19,9<br />
+4,4<br />
-0,7<br />
+14,3<br />
+4,9<br />
+20,1<br />
-0,6<br />
+47,0<br />
-23,9<br />
+84,6<br />
+20,8<br />
+26,7<br />
+30,8<br />
+26,5<br />
+13,8<br />
+24,1<br />
+2,4<br />
+1,9<br />
+2,8<br />
+8,5<br />
+15,2<br />
-7,2<br />
-7,5<br />
+9,4<br />
+6,1<br />
+16,9<br />
-3,0<br />
+36,2<br />
-9,8<br />
+57,8<br />
+26,0<br />
+27,4<br />
+28,3<br />
+14,7<br />
+2,2<br />
+21,3<br />
+9,0<br />
+6,7<br />
+10,9<br />
+8,0<br />
+4,1<br />
+12,5<br />
+7,3<br />
+4,4<br />
-1,1<br />
+2,7<br />
+2,5<br />
+7,9<br />
-15,7<br />
+17,0<br />
-4,1<br />
-0,5<br />
+2,0<br />
+10,3<br />
+11,4<br />
+2,3<br />
TOTALE EXPORT 6.923,34 214.499 32,28 +13,0 +4,4 +8,2<br />
Fonte: Elaborazioni ANCI su dati ISTAT<br />
11
IMPORT ITALIANO CALZATURE<br />
andamento nei primi 11 mesi 2011 rispetto ai primi 11 mesi 2010<br />
Analisi per materiale di tomaio<br />
Gennaio <strong>–</strong> Novembre 2011 VARIAZIONE % 11/10<br />
Materiale di<br />
Valore Quantità P.M. Valore Quantità P.M.<br />
tomaio<br />
(Milioni Euro) (000 paia) Euro<br />
PELLE/CUOIO 2.343,54 123.246 19,02 +8,5 +1,9 +6,5<br />
SINTETICO 680,97 96.570 7,05 +13,4 -2,7 +16,5<br />
PANTOFOLE 81,75 42.678 1,92 -2,4 +6,7 -8,5<br />
GOMMA 26,95 4.060 6,64 +2,4 -12,1 +16,5<br />
TESS./MAT.DIV. 656,48 68.558 9,58 +15,8 +4,3 +11,0<br />
TOTALE IMPORT 3.789,69 335.112 11,31 +10,2 +1,4 +8,7<br />
Analisi per Paese<br />
Rank<br />
in valore<br />
1) Cina<br />
2) Romania<br />
3) Belgio<br />
4) Paesi Bassi<br />
5) Vietnam<br />
6) Francia<br />
7) Spagna<br />
8) Tunisia<br />
9) India<br />
10) Indonesia<br />
11) Bosnia Erz.<br />
12) Albania<br />
13) Bulgaria<br />
14) Germania<br />
15) Regno Unito<br />
16) Ungheria<br />
17) Brasile<br />
18) Serbia<br />
19) Cambogia<br />
20) Portogallo<br />
...<br />
PRINCIPALI PAESI DI ORIGINE<br />
Gennaio <strong>–</strong> Novembre 2011 VARIAZIONE % 11/10<br />
Valore Quantità P.M. Valore Quantità P.M.<br />
(Milioni Euro) (000 paia) Euro<br />
760,70<br />
434,49<br />
335,22<br />
271,61<br />
210,72<br />
203,99<br />
169,69<br />
151,87<br />
148,76<br />
142,10<br />
101,45<br />
97,30<br />
76,13<br />
64,94<br />
64,21<br />
51,02<br />
47,74<br />
42,10<br />
37,35<br />
35,14<br />
143.045<br />
29.616<br />
13.646<br />
9.580<br />
18.901<br />
10.076<br />
10.937<br />
11.040<br />
10.108<br />
11.212<br />
10.673<br />
9.607<br />
6.382<br />
4.585<br />
2.194<br />
1.191<br />
3.083<br />
3.081<br />
2.802<br />
1.548<br />
5,32<br />
14,67<br />
24,57<br />
28,35<br />
11,15<br />
20,25<br />
15,52<br />
13,76<br />
14,72<br />
12,67<br />
9,51<br />
10,13<br />
11,93<br />
14,16<br />
29,27<br />
42,83<br />
15,49<br />
13,67<br />
13,33<br />
22,69<br />
+4,0<br />
+20,3<br />
+4,4<br />
+33,2<br />
-4,1<br />
+29,3<br />
+22,5<br />
-2,9<br />
+2,6<br />
+0,9<br />
+4,4<br />
+17,4<br />
+26,3<br />
+16,0<br />
+8,7<br />
+20,7<br />
-37,4<br />
+6,2<br />
+75,2<br />
+55,3<br />
-7,2<br />
+11,5<br />
-5,5<br />
+40,0<br />
-0,3<br />
+66,5<br />
+24,5<br />
-8,8<br />
-1,5<br />
+3,0<br />
+8,3<br />
+17,0<br />
+16,8<br />
-1,3<br />
+3,9<br />
+20,7<br />
-33,7<br />
-9,1<br />
+59,1<br />
+61,9<br />
+12,1<br />
+7,9<br />
+10,5<br />
-4,8<br />
-3,7<br />
-22,4<br />
-1,6<br />
+6,4<br />
+4,2<br />
-2,1<br />
-3,6<br />
+0,4<br />
+8,1<br />
+17,5<br />
+4,6<br />
+0,0<br />
-5,6<br />
+16,8<br />
+10,1<br />
-4,1<br />
TOTALE IMPORT 3.789,69 335.112 11,31 +10,2 +1,4 +8,7<br />
Fonte: Elaborazioni ANCI su dati ISTAT<br />
12
SALDO COMMERCIALE SETTORE CALZATURIERO<br />
PRIMI 11 MESI 2010 PRIMI 11 MESI 2011 Variaz. % 11/10<br />
VALORE PAIA P.M. VALORE PAIA P.M. VAL QTA<br />
(Milioni Euro) (Milioni) Euro (Milioni Euro) (Milioni) Euro<br />
EXPORT 6.127,80 205,5 29,82 6.923,34 214,5 32,28 +13,0 +4,4<br />
IMPORT 3.437,71 330,5 10,40 3.789,69 335,1 11,31 +10,2 +1,4<br />
SALDO<br />
COMMERCIALE<br />
EXPORT<br />
Primi 11 mesi<br />
2.690,09 -125,0 3.133,65 -120,6<br />
Interscambio commerciale CALZATURE<br />
Andamento nei primi 11 mesi degli anni 2000-2011<br />
Valore<br />
(Milioni di Euro)<br />
Quantità<br />
(Milioni di PAIA)<br />
Prezzo medio<br />
(Euro)<br />
2000 6.130,55 336,4 18,22<br />
2001 6.772,62 330,9 20,47<br />
2002 6.385,52 303,1 21,07<br />
2003 5.988,37 282,0 21,24<br />
2004 5.783,33 261,4 22,12<br />
2005 5.684,60 231,3 24,58<br />
2006 6.049,76 228,1 26,53<br />
2007 6.464,55 230,9 28,00<br />
2008 6.515,69 209,9 31,04<br />
2009 5.373,57 178,1 30,17<br />
2010 6.127,80 205,5 29,82<br />
2011 6.923,34 214,5 32,28<br />
+16,5 +3,5<br />
Raffronto con tre anni addietro (2011 su 2008): +6,3% in valore; +2,2% in quantità; +4,0% nel prezzo medio<br />
IMPORT<br />
Primi 11 mesi<br />
Valore<br />
(Milioni di Euro)<br />
Quantità<br />
(Milioni di PAIA)<br />
Prezzo medio<br />
(Euro)<br />
2000 1.654,06 182,4 9,07<br />
2001 1.946,04 189,8 10,25<br />
2002 2.090,61 208,6 10,02<br />
2003 2.249,45 247,9 9,07<br />
2004 2.286,96 289,9 7,89<br />
2005 2.649,48 307,6 8,62<br />
2006 2.972,56 340,8 8,72<br />
2007 3.005,65 368,3 8,16<br />
2008 3.068,53 329,6 9,31<br />
2009 2.981,92 289,7 10,30<br />
2010 3.437,71 330,5 10,40<br />
2011 3.789,69 335,1 11,31<br />
Raffronto con tre anni addietro (2011 su 2008): +23,5% in valore; +1,7% in quantità; +21,5% nel prezzo medio<br />
Fonte: Elaborazioni ANCI su dati ISTAT<br />
Nota: nell’analisi dell’interscambio commerciale sono stati utilizzati i dati ISTAT provvisori, sia per il 2011 che per gli anni<br />
precedenti, per permettere un raffronto omogeneo.<br />
13
CALZATURE<br />
CONSUMI DELLE FAMIGLIE ITALIANE<br />
GENNAIO-DICEMBRE 2011 (rispetto a Gennaio-Dicembre 2010 e 2009)<br />
SPESA CORRENTE<br />
(prezzi al dettaglio)<br />
Genn-Dic 2009<br />
Milioni di EURO<br />
Genn-Dic 2010<br />
Milioni di EURO<br />
Genn-Dic 2011<br />
Milioni di EURO<br />
Var. %<br />
‘11/’10<br />
UOMO (sneakers escluse) 1.044,71 1.014,44 1.027,75 +1,3 %<br />
DONNA (sneakers escluse) 2.574,18 2.541,39 2.536,66 -0,2 %<br />
BAMBINI/RAGAZZI 443,53 428,09 418,15 -2,3 %<br />
SPORTIVE E SNEAKERS 1.800,13 1.823,42 1.867,86 +2,4 %<br />
Pantofole/Zoccoli/Ciabatte<br />
- di cui per uomo<br />
- di cui per donna<br />
- di cui bambini/ragazzi<br />
530,05<br />
125,36<br />
348,81<br />
55,88<br />
529,90<br />
126,18<br />
347,31<br />
56,41<br />
535,89<br />
129,26<br />
348,38<br />
58,26<br />
+1,1 %<br />
+2,4 %<br />
+0,3 %<br />
+3,3 %<br />
Totale SPESA (milioni Euro) 6.392,60 6.337,24 6.386,32 +0,8 %<br />
QUANTITA'<br />
Genn-Dic 2009 Genn-Dic 2010 Genn-Dic 2011 Var. %<br />
PAIA (000) PAIA (000) PAIA (000) ‘11/’10<br />
UOMO (sneakers escluse) 15.417 14.987 15.142 +1,0 %<br />
DONNA (sneakers escluse) 48.542 47.609 46.167 -3,0 %<br />
BAMBINI/RAGAZZI 15.232 14.495 13.916 -4,0 %<br />
SPORTIVE E SNEAKERS 33.487 34.481 34.719 +0,7 %<br />
Pantofole/Zoccoli/Ciabatte<br />
- di cui per uomo<br />
- di cui per donna<br />
- di cui bambini/ragazzi<br />
47.342<br />
11.331<br />
29.479<br />
6.532<br />
46.778<br />
11.346<br />
28.912<br />
6.520<br />
45.212<br />
11.008<br />
27.824<br />
6.380<br />
-3,3 %<br />
-3,0 %<br />
-3,8 %<br />
-2,2 %<br />
Totale PAIA (000) 160.020 158.350 155.156 -2,0 %<br />
Prezzi medi al paio<br />
(al dettaglio)<br />
Genn-Dic 2009<br />
EURO<br />
Genn-Dic 2010<br />
EURO<br />
Genn-Dic 2011<br />
EURO<br />
Var. %<br />
‘11/’10<br />
UOMO (sneakers escluse) 67,76 67,69 67,87 +0,3 %<br />
DONNA (sneakers escluse) 53,03 53,38 54,95 +2,9 %<br />
BAMBINI/RAGAZZI 29,12 29,53 30,05 +1,7 %<br />
SPORTIVE E SNEAKERS 53,76 52,88 53,80 +1,7 %<br />
Pantofole/Zoccoli/Ciabatte<br />
- di cui per uomo<br />
- di cui per donna<br />
- di cui bambini/ragazzi<br />
11,20<br />
11,06<br />
11,83<br />
8,56<br />
11,33<br />
11,12<br />
12,01<br />
8,65<br />
11,85<br />
11,74<br />
12,52<br />
9,13<br />
+4,6 %<br />
+5,6 %<br />
+4,2 %<br />
+5,5 %<br />
Totale P.M. (Euro) 39,95 40,02 41,16 +2,8 %<br />
Fonte: SITA RICERCA<br />
14
CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI<br />
ORE AUTORIZZATE PER TRATTAMENTI DI INTEGRAZIONE SALARIALE<br />
a favore di operai e impiegati<br />
Situazione C.I.G. Gennaio-Dicembre 2011 rispetto a Gennaio-Dicembre 2010<br />
Settore di attività: “Pelli, cuoio e calzature”<br />
12 mesi 2010 12 mesi 2011<br />
Var %<br />
Ore<br />
Ore<br />
'11/'10<br />
C.I.G. Ordinaria 6.832.371 3.887.452 -43,1 %<br />
C.I.G. Straordinaria* 22.901.704 15.396.574 -32,8 %<br />
TOTALE<br />
di cui:<br />
29.734.075 19.284.026<br />
-35,1 %<br />
Primo trimestre<br />
7.870.129 5.496.200<br />
-30,2 %<br />
Secondo trimestre<br />
7.739.025 5.651.605<br />
-27,0 %<br />
Terzo trimestre<br />
7.509.650 3.913.651<br />
-47,9 %<br />
Quarto trimestre<br />
6.615.271 4.222.570<br />
-36,2 %<br />
* Nella CIG straordinaria sono compresi anche i trattamenti in deroga, che nel 2011 sono stati<br />
pari a 9,1 milioni di ore (-41,1%). Le ore autorizzate di CIG straordinaria in senso stretto sono<br />
state 6,3 milioni (-15,3%).<br />
Ore autorizzate per regione (ordinarie+straordinarie*)<br />
12 mesi 2010 12 mesi 2011<br />
Var %<br />
Ore<br />
Ore<br />
'11/'10<br />
Piemonte<br />
847.476<br />
366.858<br />
-56,7 %<br />
Lombardia<br />
2.862.817 2.865.895<br />
+0,1 %<br />
Veneto<br />
4.462.538 2.380.101<br />
-46,7 %<br />
Friuli V.G.<br />
33.948<br />
25.968<br />
-23,5 %<br />
Emilia Romagna<br />
2.769.480 1.266.649<br />
-54,3 %<br />
Toscana<br />
4.715.533 2.406.663<br />
-49,0 %<br />
Umbria<br />
130.736<br />
78.542<br />
-39,9 %<br />
Marche<br />
6.482.158 3.447.163<br />
-46,8 %<br />
Lazio<br />
73.524<br />
236.423 +221,6 %<br />
Abruzzo<br />
545.937<br />
178.821<br />
-67,2 %<br />
Campania<br />
2.141.097 1.524.858<br />
-28,8 %<br />
Puglia<br />
4.482.920 4.390.718<br />
-2,1 %<br />
Altre regioni<br />
185.911<br />
115.367<br />
-37,9 %<br />
TOT. Territorio Nazionale 29.734.075 19.284.026 -35,1 %<br />
Andamento anni precedenti:<br />
ITALIA TOTALE C.I.G. (ore)<br />
Gennaio/Dicembre<br />
2005 11.765.939 Var. %<br />
2006 9.163.348 -22,1 %<br />
2007 6.127.249 -33,1 %<br />
2008 8.037.146 +31,2 %<br />
2009 23.109.547 +187,5 %<br />
2010 29.734.075 +28,7 %<br />
2011 19.284.026 -35,1 %<br />
(Raffronto 2011 coi livelli 2008: +139,9%)<br />
Fonte: INPS_02/2012, elaborazioni ANCI<br />
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