La Chiesa e la stregoneria - ilrazionalista.it
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J. Français<br />
<strong>La</strong> <strong>Chiesa</strong> e <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> ( 1910)<br />
Compendio storico<br />
Segu<strong>it</strong>o dai documenti ufficiali, testi principali e<br />
da un processo ined<strong>it</strong>o
Traduzione di Franco Virzo (2008)<br />
Non dobbiamo mettere sul conto del<strong>la</strong> pietà nessuno di<br />
quei crimini atroci commessi e che si commettono ancora in<br />
nome suo…<br />
… Sul piano pratico, lo spir<strong>it</strong>o di dominazione<br />
ecclesiastico…, sul piano intellettuale, lo spir<strong>it</strong>o di<br />
dominazione dogmatico… non bisogna confondere questi<br />
fenomeni con quelli del<strong>la</strong> v<strong>it</strong>a interiore.<br />
W. James, L’Esperienza religiosa,<br />
Questo libro è usc<strong>it</strong>o dallo stesso pensiero de “<strong>La</strong> <strong>Chiesa</strong> e<br />
<strong>la</strong> scienza”, si è ispirato agli stessi metodi rivest<strong>it</strong>i del<strong>la</strong><br />
medesima sincer<strong>it</strong>à.<br />
L’argomento era partico<strong>la</strong>rmente difficile e l’autore sa<br />
molto bene quello che gli mancava per trattarlo come<br />
avrebbe voluto. Sarebbe dovuto essere storico, teologo,<br />
giurista e medico al contempo. <strong>La</strong> grande <strong>stregoneria</strong>, <strong>la</strong><br />
<strong>stregoneria</strong> epidemica descr<strong>it</strong>ta in queste pagine, rientra<br />
nel campo del<strong>la</strong> patologia mentale. Da questo punto di<br />
vista, <strong>la</strong> storia di questo male strano è una miniera<br />
inesauribile ed ancora sfruttata pochissimo. Per restare,<br />
però, sul piano di quest’opera, ci si è dovuto attenere ai<br />
rapporti, troppo poco conosciuti dagli storici ufficiali, tra <strong>la</strong><br />
<strong>Chiesa</strong> e <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>: <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> si è <strong>la</strong>sciata imporre dal<br />
popolo superstizioni che aveva prima condannato, poi le ha<br />
imposte a sua volta alle menti illuminate e, per questo
motivo, ha moltiplicato durante tre secoli, in tutta l’Europa,<br />
supplizi e roghi. Diciamo <strong>Chiesa</strong>, sebbene siamo stati<br />
rimproverati, da più parti, di non dire semplicemente:<br />
gerarchia o clero. I fedeli, in effetti, nutrivano, qui come<br />
nel<strong>la</strong> lotta contro <strong>la</strong> scienza, gli stessi sentimenti del clero,<br />
anzi, è da loro che il clero li aveva attinti originariamente.<br />
Non sembra che si possa separare l’uno dall’altro,<br />
sennonché il popolo era meno illuminato e cosciente.<br />
Si tratterà qui so<strong>la</strong>mente di Stregoneria e non di<br />
possessioni, che esigerebbero uno studio speciale. I teologi<br />
hanno saggiamente distinto le due cose e <strong>la</strong> psichiatria ha<br />
avuto talvolta il torto di confonderle. Sono due forme<br />
patologiche distinte, tra le quali <strong>la</strong> licantropia, in cui <strong>la</strong><br />
personal<strong>it</strong>à è già fortemente alterata, serve da transizione.<br />
<strong>La</strong> storia del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> appare così come uno degli<br />
episodi più significativi del<strong>la</strong> lotta antiscientifica intrapresa<br />
dal<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>. Nul<strong>la</strong> potrebbe spiegare meglio l’affermazione<br />
di Spencer, che potrebbe agevolmente essere estesa dal<strong>la</strong><br />
medicina al<strong>la</strong> scienza intera: “Essa si è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a contro il<br />
prete e malgrado il prete”.<br />
………..<br />
***********************************************+<br />
Nota del traduttore<br />
Le note a piè di pagina sono quelle del testo francese, i t<strong>it</strong>oli delle opere<br />
c<strong>it</strong>ate ed i nomi dei personaggi non sono stati in genere tradotti e le<br />
abbreviazioni sono riportate come nel testo originale. Sono state inoltre<br />
tra<strong>la</strong>sciate alcune parole incomplete o incomprensibili nel testo<br />
originale.
Primo periodo<br />
Dogma del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>-superstizione<br />
Tolleranza del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong><br />
(Dalle origini al XIII secolo)<br />
Cap<strong>it</strong>olo Primo<br />
Il diavolo ed i cristiani dei primi secoli- Magia e <strong>stregoneria</strong><br />
nel Medio Evo- Apparizione del Sabba- <strong>La</strong> <strong>Chiesa</strong> rigetta <strong>la</strong><br />
realtà del<strong>la</strong> magia e del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>- <strong>La</strong> superstizione<br />
popo<strong>la</strong>re guadagna incessantemente terreno -<br />
Arretramento del<strong>la</strong> teologia scientifica davanti all’opinione<br />
popo<strong>la</strong>re.<br />
I<br />
I demoni sono vecchi quanto l’uman<strong>it</strong>à. Per scoprirne le<br />
origini, bisogna risalire fino all’animismo prim<strong>it</strong>ivo, fino al<br />
tempo in cui l’uomo, proiettando <strong>la</strong> sua anima infantile<br />
dietro i fenomeni e gli esseri del<strong>la</strong> natura, scopriva in tutto<br />
quello che lo circondava un’intelligenza ed una volontà, uno<br />
spir<strong>it</strong>o, infine, analogo al suo. Buoni o cattivi, amici o<br />
nemici, l’albero, <strong>la</strong> roccia, <strong>la</strong> sorgente, <strong>la</strong> nuvo<strong>la</strong>, <strong>la</strong>
tempesta erano esseri animati con i quali conveniva<br />
conciliarsi, che non bisognava soprattutto irr<strong>it</strong>are né<br />
rivoltare contro di sé. Così pensa il selvaggio nostro<br />
contemporaneo, così pensava il selvaggio nostro antenato.<br />
Le visioni dei loro sogni, l’immagine dei loro morti che gli<br />
comparivano nel sonno, aggiungevano ancora una categoria<br />
di potenze nascoste a quelle che si rive<strong>la</strong>vano durante il<br />
giorno. Già dal<strong>la</strong> seconda età del<strong>la</strong> pietra, l’uomo sapeva<br />
che i morti non sono morti completamente e che gli<br />
occorrono, per <strong>la</strong> v<strong>it</strong>a nell’aldilà, come in questa, vest<strong>it</strong>i,<br />
armi e cibo.<br />
L’Eg<strong>it</strong>to, dove il periodo preistorico e quello storico<br />
continuano senza iato, conservò fedelmente le credenze<br />
che si r<strong>it</strong>rovano nelle più antiche epoche del<strong>la</strong> storia, sparse<br />
attraverso tutto l’Oriente.<br />
Le diverse religioni, soppiantandosi, precisarono il ruolo<br />
degli Spir<strong>it</strong>i in rapporto agli uomini. Per ogni nuova<br />
religione, gli dei del<strong>la</strong> religione vinta divennero nemici,<br />
demoni, come lo furono più tardi, per i primi cristiani, le<br />
divin<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> Grecia e di Roma. Il Mazdeismo [o<br />
Zoroastrismo, ndt], personificando in Ahriman [o Angra<br />
Mainyu, ndt] le potenze del male, il superbo m<strong>it</strong>o del<strong>la</strong><br />
caduta degli angeli ribelli contro Jahvè, conferì a queste<br />
credenze le espressioni intellettuali più vigorose.<br />
Nei primi secoli del cristianesimo, come i pagani<br />
ammettevano senza difficoltà i miracoli di Mosè o di Gesù, i<br />
cristiani non dub<strong>it</strong>avano per nul<strong>la</strong> del<strong>la</strong> realtà degli dei<br />
dell’Olimpo: li identificavano con i demoni. Questi<br />
risiedevano negli idoli e, quando si esumava qualche opera<br />
d’arte antica, il primo pensiero era quello d’espellerne il<br />
demonio. Senza di che, questi poteva gettare intorno a sé<br />
fiamme infernali, come <strong>la</strong> statuetta di bronzo dissotterrata
dai religiosi di San Benedetto 1 , o molto peggio ancora: si<br />
raccontò che Paolo II era stato strango<strong>la</strong>to dai demoni del<strong>la</strong><br />
sua collezione di gemme 2 . E’ per affamare i demoni che i<br />
sacrifici erano proscr<strong>it</strong>ti, per torturarli che erano<br />
esorcizzati 3 .<br />
Quelli si vendicavano in mille modi. Mostrandosi ai cristiani,<br />
soprattutto ai monaci, per tentarli. Il diavolo non aveva<br />
ancora l’aspetto orrendo che gli sarà confer<strong>it</strong>o nel Medio<br />
Evo. <strong>La</strong> sua più brutta sembianza è quel<strong>la</strong> di un piccolo<br />
etiope: nugoli di bambini nudi e neri si abbattono talvolta<br />
tra i religiosi nel mezzo del<strong>la</strong> funzione 4 . Più spesso, però, è<br />
una bel<strong>la</strong> donna che penetra nel<strong>la</strong> loro cel<strong>la</strong> e svanisce,<br />
mentre questi <strong>la</strong> stringono tra le braccia 5 . Fin nel<strong>la</strong> bara, il<br />
diavolo persegu<strong>it</strong>a il peccatore, lo tortura, lo brucia, lo fa<br />
gridare dal dolore. Per questa ragione ci si fa seppellire<br />
nelle chiese, vicino agli altari ed al resto dei martiri 6 .<br />
Questo, però, divenne una nuova colpa: “NIL JUVAT IMO<br />
GRAVAT TVMVLIS HAERERE PIORVM. 7 ” Lo stesso fuoco<br />
infernale vi consuma il peccatore, i demoni lo <strong>la</strong>cerano e lo<br />
trascinano fuori per i piedi 8 . A mano a mano che si procede,<br />
l’intervento del demonio nel<strong>la</strong> v<strong>it</strong>a diventa ossessivo ed<br />
esasperato. Ad una religiosa basta mangiare una foglia di<br />
1 Sulp. Sévèr. Dial. II, 14 ; III, 6 ; V<strong>it</strong>a B. Marini, § 24. – S. Greg.<br />
Magn., Dial. L. II. C. X<br />
2 Muntz, Les arts à <strong>la</strong> Cour des papes, I parte, p. 151.<br />
3 Minut. Felix. Octavius, c XXVII<br />
4 Rufin. Hist. Monach., c. XXIX, De Macario Alexandrino.<br />
5Rufin. Hist. Monach., c I e 15, ecc.<br />
6Greg. Turon. V<strong>it</strong>ae Patr., c. XVI, §2 – S. Hieron., Adversus Vigil., inizio<br />
– Le B<strong>la</strong>nt, Inscript. chreét. de <strong>la</strong> Gaulle, n° 293, 353, ecc.<br />
7 Iscrizione trovata nel cim<strong>it</strong>ero di Saint-<strong>La</strong>urent-hors-les-murs- De<br />
Rossi. Bollet. di arch. Chr., 1864, p.34.<br />
8S. Greg. Mag. Dial. L. IV, § 51, 52, 53. – Cf. Le B<strong>la</strong>nt. Les premiers<br />
chrétiens et le démon, dans les actes de l’Accademia dei Lincei, 1888,<br />
vol. III, p. I.
<strong>la</strong>ttuga senza fare il segno del<strong>la</strong> croce perché un demone<br />
nascosto sotto <strong>la</strong> foglia s’impadronisca del<strong>la</strong> poveretta 9 .<br />
Gli innumerevoli geni benevoli che i barbari portano con sé<br />
non perdono nul<strong>la</strong> del<strong>la</strong> loro realtà con <strong>la</strong> conversione dei<br />
loro protetti. Anche di quest’altri <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> ne fa dei<br />
demoni, ma sono demoni che il popolo riverisce e che fa<br />
piacere avere al proprio servizio. Come l’addetto di quel<br />
cavaliere conosciuto da Césaire d’Heisterbach che andava in<br />
Arabia a cercare del <strong>la</strong>tte di leonessa per <strong>la</strong> moglie ma<strong>la</strong>ta 10<br />
di questi, e quell’altro che, al dire di Froissart, riportava ogni<br />
notte al signore di Corasse le notizie dal mondo intero 11 .<br />
In tutto e per tutto, l’uomo del Medio Evo è a stretto<br />
contatto col demonio. Lo trova nel campo, nel<strong>la</strong> chiesa, nel<br />
letto. A quest’ultimo ruolo il diavolo si mostra più attaccato<br />
e più fedele. Durante i trenta ed i quarant’anni, è il migliore<br />
mar<strong>it</strong>o, <strong>la</strong> migliore moglie. Soprattutto monaci e religiose,<br />
durante tutto il Medio Evo, conoscevano queste unioni<br />
misteriose. Si crea per loro un nuovo cap<strong>it</strong>olo del<strong>la</strong> morale<br />
ed il dir<strong>it</strong>to canonico se ne preoccupa senza sosta 12 . Satana<br />
9 S. Greg. Magn., Dial. I, §4.<br />
10 Ces. Heisterb., Dial., Dist. III, 26<br />
11 Froissart, III, 26<br />
12 Thom. Cantiprat. Bonum universale, II, 55. – Alv. Pe<strong>la</strong>g. De P<strong>la</strong>nctu<br />
Ecces., II, a. 44, n° 102. – S. Tomm., Summ. I, q. 51, art. 3, ad. 6, ecc.<br />
Non è privo d’interesse estrarre dai “demoniografi”[démonographes] <strong>la</strong><br />
teologia diabolica, come si trova fino al XVII secolo. Sotto Satana, 72<br />
principi, secondo Wier, riassumendo i teologi del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>,<br />
comandano a 7.405.900 diavoli. Possono “formare un corpo con aria o<br />
altri elementi”, secondo Boguet. Spesso appaiono sotto forma di<br />
un’ombra, talvolta di un angelo conso<strong>la</strong>tore, ma generalmente sotto<br />
l’aspetto di un uomo, di un caprone, di un asino, di una pecora. Un<br />
vecchio d’Alest, vicino Montmorillon, riconosceva il diavolo Abiron,<br />
secondo il rapporto di De <strong>La</strong>nce, sotto forma di una grossa mosca. Per<br />
alcune streghe del<strong>la</strong> Franche-Comté, era un ratto dal ventre bianco, un<br />
gatto o un cane nero (Archivi Haute-Saône b. 5045 e 5057) E’ come<br />
incubo o succube che conveniva di più scorgere il diavolo; era una
endeva molti altri servizi oltre a quello dell’amore. Ai<br />
poveracci prometteva e dava qualche ricchezza: agli<br />
ambiziosi, onori, ai vinti dal<strong>la</strong> v<strong>it</strong>a, una vendetta. In tutto<br />
questo, però, il suo scopo è sempre <strong>la</strong> perdizione eterna<br />
degli uomini e meglio valgono ancora le sue persecuzioni.<br />
Sotto quest’aspetto è il tiranno ed il despota del Medio Evo.<br />
“bellissima signora” che “inv<strong>it</strong>ava nel suo letto il giovanotto bello e<br />
perfetto di Harcota, nei pressi del<strong>la</strong> c<strong>it</strong>tà d’Aberdonia, e prendeva dal suo<br />
corpo tutto ciò che desiderava” (De <strong>La</strong>ncre, p. 375). Le streghe di<br />
Valenciennes, 1616 a 1621 l’hanno visto con i tratti di un giovanotto<br />
seducente. (Louise, De <strong>la</strong> sorc. Et de <strong>la</strong> justice crim. à Valenciennes,<br />
p.31). Per il curato Gaufridi, è vest<strong>it</strong>o « come un finanziere ». Jeanne<br />
Pothière (posseduta), lo prende per un confessore, e si <strong>la</strong>scia abusare “a<br />
conti fatti quattrocentotrentaquattro volte”.(De<strong>la</strong>croix, p. 80). Il tentatore<br />
sceglie abilmente <strong>la</strong> sua ora: si mostra nel<strong>la</strong> sol<strong>it</strong>udine, al momento di<br />
miseria più profonda, di disperazione o di passione. Il suo primo sforzo è<br />
d’ottenere una rinuncia a Dio, uno scambio di promesse ed un patto<br />
firmato. Allora marchia con il proprio segno (sigillum diaboli) il suo<br />
protetto. <strong>La</strong> marca (punto anestetico) era il più delle volte al<strong>la</strong> spal<strong>la</strong><br />
sinistra, di sol<strong>it</strong>o invisibile; non ne usciva sangue, quando vi s’infi<strong>la</strong>va<br />
un ago. A Biarr<strong>it</strong>z, <strong>la</strong> marca era sull’occhio e rassomigliava ad un<br />
piccolo rospo. Le streghe erano in preda solo all’ossessione, che<br />
bisognava distinguere dal<strong>la</strong> possessione, vane teorie basate su<br />
un’osservazione molto giusta. I bambini possono nascere stregoni e<br />
diventarlo dall’infanzia. Bambini di 10, di 8, anche di 5 anni, si<br />
pretendono in re<strong>la</strong>zione col diavolo. Generalmente si dicono iniziati dai<br />
loro gen<strong>it</strong>ori. Già da quell’età le bambine offrono il proprio corpo al<br />
diavolo. In compenso questi dava spesso manciate d’oro. Al risveglio,<br />
però, l’oro era trasformato in foglie secche. A Valenciennes (1619), il<br />
diavolo Poussé fi<strong>la</strong>va il lino con l’arco<strong>la</strong>io del<strong>la</strong> sua amante Margher<strong>it</strong>e.<br />
Satana prometteva spesso ai suoi fedeli burro, uova, <strong>la</strong>tte. (Horts,<br />
Démonomagie, p. 253). Gli piaceva fare ai mar<strong>it</strong>i il cattivo scherzo di<br />
accarezzarne le mogli in barba a loro e nei loro letti. François Bos, di<br />
Gueille, in Auvergne, bruciato nel 1606, raccontava un’impresa del<br />
genere.(Reg. du Parlem. De Paris, 1606). <strong>La</strong> cosa più triste è che queste<br />
unioni erano feconde e che Satana popolò così il mondo dei suoi bastardi<br />
(i criminali nati ante l<strong>it</strong>teram). San Tommaso spiega che, prima succube,<br />
rubava lo sperma che utilizzava poi come incubo! Alle sue amanti, però,
Sofferenze, disgrazie, dal<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia o dal<strong>la</strong> rovina<br />
all’ossessione ed al<strong>la</strong> possessione, sono di sua competenza<br />
e, <strong>la</strong> maggior parte delle volte, opera sua. Presenti<br />
dappertutto, conoscendo tutto, con potenza quasi assoluta,<br />
i demoni si aggirano in una fol<strong>la</strong> immensa intorno all’uomo<br />
per tormentarlo senza sosta. Quindicimi<strong>la</strong> assediano il letto<br />
di morte di un monaco di Hemmerode; sono più numerosi<br />
delle foglie del<strong>la</strong> foresta al capezzale di una badessa di<br />
benedettini 13 . Il beato Reichelm li vede più f<strong>it</strong>ti di una<br />
pioggia fine 14 .<br />
In condizioni così unicamente favorevoli, <strong>la</strong> magia, vecchia<br />
quanto <strong>la</strong> civilizzazione e così profondamente connaturata<br />
all’uomo, come non avrebbe potuto prendere uno s<strong>la</strong>ncio<br />
inaud<strong>it</strong>o? Invece, però, d’essere r<strong>it</strong>uale e religiosa come<br />
nell’antich<strong>it</strong>à, divenne un’opera dell’Inferno. Le due forme<br />
parallele che rivestì, <strong>la</strong> forma dotta, o scienze occulte, e <strong>la</strong><br />
l’infernale partner non dava alcun piacere. Ha il corpo ghiacciato, esse<br />
concordano nell’assicurare che hanno provato l’impressione di un<br />
ghiacciolo.<br />
Demoni di un’altra sorte sono quelli delle miniere e delle ricchezze.<br />
Nascosti nei giacimenti metalliferi, provocano i crolli, le cadute, i vapori<br />
malefici e proiettano in aria i <strong>la</strong>voratori sotterranei (De <strong>La</strong>nce, 388,389)-<br />
Per una crudeltà analoga, il diavolo brutalizza e frusta spesso i suoi<br />
adepti. Ne hanno il corpo “straziato e muti<strong>la</strong>to”. E’ in questo stato che si<br />
trova, nel<strong>la</strong> sua cel<strong>la</strong>, Michel, il mago di Moulins, che fu bruciato vivo<br />
per aver un diavolo in una fia<strong>la</strong> (1623) (De<strong>la</strong>croix, Sorcellerie au XVII<br />
siècle, p. 73 e seg.).<br />
13 Ces. Heist. Dial. Dist. IV, XI, 17, XII, 5.<br />
14 B. Richalmi. Lib. De Insid. Doemon (Pez, Thesaur. Anecd., I, II, 376)-<br />
Si nota <strong>la</strong> strada percorsa dal<strong>la</strong> credenza dei primi secoli. I demoni erano<br />
allora materiali (Origene, Contra Cels. I, 6; - Aug. De Civ<strong>it</strong>. Dei, XXI,<br />
10) e così poco chiaroveggenti che non hanno potuto scoprire <strong>la</strong><br />
vergin<strong>it</strong>à di Maria semplicemente perché aveva uno sposo legale (Ignat.<br />
Ephès., 19; Orig., In Luc. Homil., VII; Basil., Homil. In s. Christi<br />
generat., 3, ecc.)
forma popo<strong>la</strong>re, o <strong>stregoneria</strong>, furono ugualmente<br />
maledette.<br />
Divinazione sotto le sue molteplici forme, incantesimi,<br />
sortilegi e affascino, malefici, malie, metamorfosi, del<strong>it</strong>ti<br />
demoniaci passano da Roma nel Medio Evo 15 . Lo stesso per<br />
le imprese del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>. <strong>La</strong> prima apparizione del sabba<br />
nei testi, lo mostra come una festa notturna di Diana 16 . A<br />
Diana si aggiungono talvolta Minerva e, più tardi, una<br />
Bizazia ed un’Abundia, o Dame Habonde, L’Holda teutonica<br />
nel suo ruolo benefico. Il corteo notturno cresce sempre di<br />
più. Si par<strong>la</strong> tanto delle <strong>la</strong>mie o mascœ, che vo<strong>la</strong>no di notte<br />
giocando brutti tiri, mentre Jean de Meung dichiara che<br />
formano un terzo del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione 17 . Non sono, però,<br />
ancora criminali, sono le “bonnes femmes” 18 (donne o tizie).<br />
Fino a metà del XIV secolo, e questo è fondamentale, <strong>la</strong><br />
magia è una colpa individuale, e non una colpa sociale. E’<br />
15 Per Roma, vedi art. Magia di M. Hubert, nel Dict. Di Daremberg e<br />
Saglio e <strong>la</strong> ricca bibliografia di Lea, Inquis<strong>it</strong>ion, III, p. 469 e seg.<br />
16 Nel Canone Episcopi; vedi testo fine volume<br />
17 Johan. Saresber. Polyc. II,17 – J. de Meung, Rom. de <strong>la</strong> Rose v. 18624<br />
18 J. De Voragine. S. Germ. Le « bonnes femmes » vi sono descr<strong>it</strong>te<br />
come facenti le faccende domestiche di notte. – Acta Sanctor., 5 luglio, p<br />
287.
un peccato, non è ancora un crimine. <strong>La</strong> <strong>Chiesa</strong> non ha<br />
ancora acquis<strong>it</strong>o l’autor<strong>it</strong>à che permetterà a Giovanni XXII<br />
d’assimi<strong>la</strong>re <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> all’eresia, e poi gettare i<br />
colpevoli nelle fiamme dei roghi. Insegna ancora che le<br />
imprese delle streghe sono solo illusioni, condanna come<br />
empi chi le creda reali. 19<br />
19 Vedi il Canone Episcopi. – Il Sabba è <strong>la</strong> cerimonia r<strong>it</strong>uale diabolica. Ci<br />
si va su di una scopa, o semplicemente portati da un rospo o da un<br />
diavolo. L’assemblea si tiene nel<strong>la</strong> radura, nelle <strong>la</strong>nde, nelle caverne,<br />
talvolta addir<strong>it</strong>tura nelle chiese o nel pa<strong>la</strong>zzo dei giudici o ancora sui tetti<br />
(Les Gravissous d’Authoison, Haute-Saône). Il numero degli astanti<br />
varia. Nel <strong>La</strong>bourd, arriva a 12.000: preti, borghesi, popolino, donne e<br />
bambini. C’era generalmente un appello prima d’ogni altra cerimonia.<br />
(Cfr. Arch. Haute-Saône, B. 5049) . Uno degli spettatori fa <strong>la</strong> cucina per<br />
il banchetto, così Georges Grandjourné di Demangevelle (1629- cfr.<br />
arch, Haute-Saône, B. 5048,5058). Durante tutto il tempo Satana<br />
presiede in forma di caprone, talvolta in forma vacca nera, di gatto o<br />
anche di un tronco di cipresso. E’ sotto <strong>la</strong> forma di caprone che riceveva<br />
il bacio ignobile di cui par<strong>la</strong>no senza sosta i “demoniografi”. <strong>La</strong> regina<br />
del Sabba era <strong>la</strong> prima. Cosicché, <strong>la</strong> bel<strong>la</strong> J. Detsail, bruciata a Bayonne<br />
nel 1609 e a chi il boia, che l’amava, chiedeva un bacio di perdono, lo<br />
respinse “non volendo, dice De <strong>La</strong>nce, profanare <strong>la</strong> sua bel<strong>la</strong> bocca che<br />
aveva costume d’essere incol<strong>la</strong>ta al sedere di Satana” Lo stesso De<br />
<strong>La</strong>nce ha dato in versi un programma che riassume tutti i Sabba:<br />
Bal<strong>la</strong>re indecentemente<br />
Gozzovigliare schifosamente<br />
Accoppiarsi diabolicamente<br />
Sodomizzare esecrabilmente<br />
Bestemmiare scandalosamente<br />
Vendicarsi insidiosamente<br />
Le immagini di lussuria abbondavano soprattutto nei Sabba meridionali.<br />
Nel XVII secolo, quasi tutti i magistrati ammettevano <strong>la</strong> realtà del<br />
Sabba. Anche il bibliofilo Jacob e Michelet vi hanno creduto, ma per<br />
loro, è l’orgia, l’orgia dei servi in rivolta. Eppure Wier aveva già notato<br />
che è impossibile ammettere le ammissioni di vecchie storpie che<br />
pretendevano passare, per andare al Sabba, attraverso buchi di topi. Dei<br />
bambini chiusi in delle chiese pretendevano di andarsene di giorno,<br />
durante le funzioni, al Sabba (D’Autun, loc. c<strong>it</strong>., p.777). Si r<strong>it</strong>rovavano
II<br />
perfettamente vive le v<strong>it</strong>time che le streghe dichiaravano di aver ucciso<br />
nell’assemblea notturna, e Spée riporta (Cautio criminalis, p. 292) che<br />
ad Ingolstadt, al momento in cui i condannati erano ai piedi del rogo, si<br />
videro accorrere seicento pretesi morti che venivano a protestare<br />
dell’innocenza degli pseudo-assassini. In un convento del<strong>la</strong> Germania un<br />
religioso pretende di frequentare il Sabba durante <strong>la</strong> funzione. Viene,<br />
però, notato nel<strong>la</strong> sua stal<strong>la</strong>? E’ un demonio, dice, che ve lo sost<strong>it</strong>uisce.<br />
(D’Autun, loc. c<strong>it</strong>. Disc. XIII, p. 775). Un giudice di Firenze fa legare al<br />
letto una strega. Punture, botte, bruciature, nul<strong>la</strong> <strong>la</strong> strappa dal sonno<br />
letargico e una volta sveglia racconta il Sabba da cui r<strong>it</strong>orna<br />
(GianBattista Porta, Magia Naturalis, II, XXVI). Abbiamo già c<strong>it</strong>ato<br />
l’esperienza di Gassendi. E’ facile concludere che il Sabba era<br />
un’allucinazione inerente al male di <strong>stregoneria</strong>. Era basata su un piano<br />
uniforme grazie alle suggestioni ambientali. Semplice cavalcata in un<br />
primo tempo, usc<strong>it</strong>a dalle leggende m<strong>it</strong>ologiche e da certi r<strong>it</strong>i pagani, i<br />
festini sono aggiunti quando <strong>la</strong> miseria e <strong>la</strong> fame danno alle immagini<br />
gustative un’importanza primordiale. Le cerimonie del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong><br />
v’introducono per opposizione l’offerta ed il bacio: il disordine mentale<br />
specifico spiega <strong>la</strong> violenza delle immagini sessuali in tutti questi<br />
racconti.
Piacque a Dio che essa [<strong>La</strong> <strong>Chiesa</strong>, ndt] si attenesse al buon<br />
senso dei suoi canonisti e che, sotto <strong>la</strong> pressione delle<br />
superstizioni popo<strong>la</strong>ri non trasformasse in dogma quello<br />
che aveva rigettato in primo momento come eresia!<br />
<strong>La</strong> magia è pun<strong>it</strong>a nel VIII secolo solo con un’ammenda 20 ,<br />
nell’impero di Carlomagno, con l’incarcerazione del<br />
colpevole fino ad emendamento 21 . <strong>La</strong> <strong>Chiesa</strong> vi aggiunge<br />
una pen<strong>it</strong>enza molto variabile secondo tempi e luoghi 22 .<br />
<strong>La</strong> ragione di questa tolleranza risiede nel dogma, che restò<br />
dogma quasi fino al XIV secolo, e che divenne allora eresia,<br />
che i fenomeni magici non sono reali. Dal 563, il primo<br />
concilio di Braga, nel<strong>la</strong> provincia di Minho, in Portogallo,<br />
decretava nel canone VIII: “Anatema per chiunque crede<br />
che il diavolo, perché ha fatto alcune cose nel mondo, può<br />
anche produrre da sé il tuono ed i fulmini, le tempeste e <strong>la</strong><br />
sicc<strong>it</strong>à”. Con ciò stesso era condannata <strong>la</strong> credenza ai poteri<br />
degli stregoni sugli elementi 23 . Il celebre canone Episcopi<br />
ingiunge ai preti d’insegnare ai propri parrocchiani che i<br />
misteri diabolici, specialmente il sabba, “accadono soltanto<br />
nel<strong>la</strong> mente e chiunque crede il contrario è un infedele e<br />
pagano 24 ”. Tal era anche l’insegnamento d’Agobard, come<br />
vedremo 25 . Il dogma era quindi pienamente stabil<strong>it</strong>o tra i<br />
cristiani istru<strong>it</strong>i. Non fu, però, mai accettato dal popolo, che<br />
finalmente lo rovesciò e fece proc<strong>la</strong>mare al suo posto il<br />
dogma contrario.<br />
20 Concil. German. I (Baluz. I, 104-5). – Conc. Leptin., ann. 743 (Baluz.,<br />
ibid).<br />
21 Cap<strong>it</strong>. II, an. 806, c. 25<br />
22 Buchard, Decr. X, 8, XIX, 5 etc. – Libell. De remed. Pecc., c. ) –<br />
Baluz, I, 1285<br />
23 Vedi in Documenti al<strong>la</strong> fine del volume<br />
24 Idem<br />
25 Idem
Nei secoli XI e XII, <strong>la</strong> magia è molto diffusa tra il clero 26 .<br />
Gerbert d’Auril<strong>la</strong>c, rinomato negromante finì col supremo<br />
pontificato [papa Silvestro II, ndt] ed un arcivescovo di<br />
Besançon va a caccia d’eretici con l’aiuto d’ecclesiastici<br />
negromanti. Poppo, arcivescovo di Tréves, verso 1030, è<br />
stregato da calzature confezionate per lui da una religiosa;<br />
divenne perdutamente innamorato di lei e, dopo di lui,<br />
tutto il suo clero che si ripassa le scarpe maledette. Si<br />
accontenta d’esigere maggiore sever<strong>it</strong>à nel<strong>la</strong> rego<strong>la</strong> delle<br />
religiose 27 . In Ungheria, le streghe sono semplicemente<br />
assimi<strong>la</strong>te alle prost<strong>it</strong>ute. In questo momento, quindi, le<br />
antiche leggi romane contro <strong>la</strong> magia sono cadute quasi<br />
completamente in disuso. Cominciano così, invece, le<br />
esecuzioni popo<strong>la</strong>ri, i linciaggi, che moltiplicandosi<br />
diventeranno <strong>la</strong> pena legale. Il popolo del<strong>la</strong> provincia di<br />
Lione s’impossessa un giorno di tre uomini ed una donna<br />
che condanna al<strong>la</strong> <strong>la</strong>pidazione. Li presenta come sbucati<br />
dal<strong>la</strong> regione immaginaria chiamata Magonia, da dove gli<br />
stregoni evocano le tempeste e <strong>la</strong> grandine. L’arcivescovo<br />
Agobard dovette discutere a lungo per liberarli 28 .<br />
Nel XIII secolo, <strong>la</strong> corrente popo<strong>la</strong>re è diventata<br />
sufficientemente potente per poter cominciare ad istruire il<br />
26 Atton Vercell. Cap<strong>it</strong>., c.48- Il monopolio delle canonizzazioni di santi<br />
fu riservato al<strong>la</strong> Santa Sede da Alessandro III, nel 1181, perché i monaci<br />
abusavano del<strong>la</strong> magia per darsi al popolo come taumaturghi. Essendo,<br />
in effetti, l’abate di Saint-Gristan part<strong>it</strong>o per l’Inghilterra, il priore<br />
ubriaco aveva colp<strong>it</strong>o col suo coltello due monaci. Questi si vendicarono<br />
picchiandolo a sangue, tanto che ne morì. Ora, i monaci “per magia”<br />
indussero il popolo a venerarlo come un santo, fino al giorno in cui il<br />
vescovo Arnoul de Lisieux, li denunciò al papa. (Baronius, Annal., aan<br />
1181, n° 6-10). Fu in quest’occasione che Alessandro prese <strong>la</strong> misura<br />
indicata.<br />
27 Gest. Trevir. Arcchiep., c. 19.<br />
28 S. Asgobardi Lib. De Grandine, c. I, 2, 15,16
processo degli stregoni e metterli a morte 29 . Da questo<br />
momento, l’altra corrente, quel<strong>la</strong> dei dotti, comincia a<br />
perdere terreno. Nel Midi, L’Inquisizione istruisce simili<br />
processi già dal 1274 e 1275.<br />
Secondo Periodo<br />
29 <strong>La</strong> tolleranza del XIII secolo per <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> si rive<strong>la</strong> da molti fatti<br />
che, messi a confronto con le prime persecuzioni, mostrano<br />
adeguatamente <strong>la</strong> lotta delle due correnti. L’Inquisizione era al<strong>la</strong> testa<br />
del movimento d’intolleranza che trionfò nel secolo seguente. Molti<br />
vescovi se <strong>la</strong>sciano trasportare alle misure di rigore e questa nov<strong>it</strong>à, di<br />
cui non si supponevano ancora le tragiche conseguenze, apparve<br />
dapprima un’occasione eccellente per i burloni di mettere a segno<br />
qualche buona farsa… che non finì sempre così bene come nell’aneddoto<br />
che segue.<br />
Al tempo in cui Jacques de Lorraine era vescovo di Metz (1236-1260)<br />
una ragazza d’eccellente famiglia, si prese una violenta passione per lui.<br />
Ricorse ai metodi c<strong>la</strong>ssici degli amanti infelici e si fece fabbricare un<br />
filtro da un “buono stregone e negromante” del vil<strong>la</strong>ggio il cui mestiere<br />
era di vendere filtri. Il serv<strong>it</strong>ore episcopale che aveva incaricato di<br />
versare il liquore magico, era anche lui, come ogni buon <strong>la</strong>cché di<br />
vescovo, al<strong>la</strong> ricerca di successi amorosi. Del filtro, fece due parti e<br />
riservò <strong>la</strong> migliore al<strong>la</strong> donna che desiderava.<br />
Non sembra che il filtro abbia prodotto gli effetti attesi. Ne ricavò,<br />
tuttavia, imprevisti: l’affare trapelò ed il vescovo fece arrestare il suo<br />
serv<strong>it</strong>ore e l’innamorata Caterina. Furono entrambi condannati a morte<br />
per complic<strong>it</strong>à con i negromanti. I pretesi negromanti, però, fecero<br />
opportunamente constatare al vescovo che non avevano dato a Caterina<br />
altro che un vino inebriante il cui unico maleficio era di produrre<br />
“grand’ubriachezza”. Allora “ vi furono molte e grandi risate a danno dei<br />
giudici per aver creduto troppo al<strong>la</strong> leggera a stregoni, magia e<br />
negromanti di sorta.”. – J. Bourbon, Chroniques, lois, etc., de <strong>la</strong><br />
Lorraine au Moyen Age, p. 7.
Nasc<strong>it</strong>a del dogma del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>-realtà<br />
Assimi<strong>la</strong>zione all’eresia<br />
Stato sporadico: Processi iso<strong>la</strong>ti<br />
(XIV secolo)<br />
Cap<strong>it</strong>olo II<br />
I – Il crimine di <strong>stregoneria</strong>. – Trionfo del<strong>la</strong> superstizione. –<br />
Diventa dogma. – I grandi processi del XIV secolo- Processi<br />
pol<strong>it</strong>ici: Guichard de Troyes, Enguerraud de Marigny, ecc. –<br />
Processi teologici: Pierre d’Apone, Petro d’Ascoli, ecc. –<br />
Giovanni XXII assimi<strong>la</strong> <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> all’eresia. – <strong>La</strong> sua<br />
influenza nefasta- Marion d’Estalé ed altri condannati.<br />
II- Il male del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>. – <strong>La</strong> sua eziologia: miseria,<br />
guerre, pesti, ecc. – Perversioni sessuali- Ecc<strong>it</strong>anti artificiali-<br />
Le marche. – Innocenza delle v<strong>it</strong>time.<br />
I<br />
Il XIV secolo ha un ruolo cap<strong>it</strong>ale nel<strong>la</strong> storia delle<br />
repressioni del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>. Esso ha visto, soprattutto<br />
sotto l’influenza di Giovanni XXII, <strong>la</strong> trasformazione del<strong>la</strong><br />
superstizione popo<strong>la</strong>re condannata fino a quel momento, in<br />
un vero dogma, imposto ben presto con <strong>la</strong> forza agli ultimi<br />
scettici. Da questo momento non si predicherà più al<br />
popolo che gli stregoni sono ciar<strong>la</strong>tani, ma al contrario che<br />
sono criminali legati a Satana da un patto e giustiziabili con<br />
gli stessi supplizi dell’eresia.<br />
Attraverso i predicatori e gli aneddotisti, il pensiero<br />
popo<strong>la</strong>re si apre un cammino attraverso <strong>la</strong> teologia.<br />
Tommaso di Chantimpré dimostra che è ortodosso credere<br />
all’origine magica delle tempeste, meno di due secoli dopo
che Buchard prescriveva una pen<strong>it</strong>enza a chi avesse creduto<br />
al potere dei maghi del<strong>la</strong> piaggia 30 [tempestaires]. Cesaire<br />
d’Heisterbach è pieno di racconti in cui è implicata <strong>la</strong> realtà<br />
dei fenomeni di <strong>stregoneria</strong>. Le due scuole erano in lotta<br />
durante il XIII secolo. A datare dall’inizio del XIV secolo,<br />
però, le teorie del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>re vincono e sono<br />
ufficialmente esposte da papa Giovanni XXII.<br />
30 Thom. Cat., Bon. Univ. II, 56 – Burch., Décret, XIX, 5 – Lo stregone,<br />
dal punto di vista, ….logico [paro<strong>la</strong> incompleta nel testo], è il delegato<br />
di Satana; ha ricevuto in delega quasi tutti i suoi poteri, tanto più elevati<br />
quanto più ha a che fare con un diavolo s<strong>it</strong>uato più in alto nel<strong>la</strong><br />
gerarchia. Può diventare invisibile come il suo padrone, comprendere e<br />
par<strong>la</strong>re anche lingue a lui sconosciute. <strong>La</strong> moglie di Henri Cha<strong>la</strong>nde,<br />
perciò, conoscendo solo il dialetto, nel<strong>la</strong> Svizzera Romanda, nel 1615,<br />
risponde in tedesco al giudice che l’interroga e così bene che questi non<br />
osa perseguir<strong>la</strong>. (D. <strong>La</strong> dame, Etud. Chrét., Ginevra ,1892). Talvolta<br />
anche gli stregoni diventano invulnerabili (anestesia), privilegio più<br />
comune tuttavia nei posseduti. Uno stregone di un rango superiore può<br />
danneggiare un altro stregone. L’inquis<strong>it</strong>ore Sprenger c<strong>it</strong>a una vecchia<br />
strega che ne fece morire un’altra per salvare un vescovo. Gli stregoni, in<br />
compenso, possono associarsi. Possono anche inviare diavoli ad altri.<br />
Marie Carlier, di Préseau, invia i suoi, in forma di moscerini, nel corpo<br />
di una ragazzina. (Louise, Sorcellerie à Valenciene, p. 19). E’ in un<br />
frutto, una noce, una castagna, che i diavoli sono inviati più<br />
frequentemente. Con ciò <strong>la</strong> possessione è legata al<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>. Appena<br />
si era in presenza di un posseduto, si cercava da quale stregone gli<br />
venivano i demoni e le accuse fatte da questi durante l’esorcismo<br />
valevano come prova, poiché il diavolo si presumeva allora che fosse<br />
costretto a dire <strong>la</strong> ver<strong>it</strong>à. Ciò è valso al<strong>la</strong> storia tanti famosi supplizi<br />
legati ad affari di possessione: quello d’Urbain Grandier, di Thomas<br />
Boul<strong>la</strong>y, di Gaufridi, ecc. Altre volte gli stregoni si accontentano<br />
d’inviare diavoletti schiamazzanti nelle case. Nel 1612, <strong>la</strong> casa di Fr.<br />
Perreaud, a Macon, è così invasa e poco più tardi quel<strong>la</strong> di M. Favre<br />
primo presidente di Chambéry. Lo spir<strong>it</strong>o par<strong>la</strong>va, raccontava i suoi<br />
viaggi, cantava canzoni “profane e <strong>la</strong>scive” denunciava tesori nascosti.<br />
M. Favre inviò al<strong>la</strong> forca il suo valletto, sospettato di <strong>stregoneria</strong>. (Fr.<br />
Perraud, Tra<strong>it</strong>é de <strong>la</strong> démonol. Et l’Antidémon de Mascon, in-12,<br />
Ginevra, 1657, p. 3, 28). Al<strong>la</strong> stessa maniera, Philibert Lernau, curato di<br />
Brasé, fu bruciato il 17 aprile 1624, ad Autun, per aver alloggiato un
Da qui s’apre l’era atroce dei roghi di <strong>stregoneria</strong>. I processi<br />
con quest’imputazione sono numerosi già nel XIV secolo,<br />
alcuni celebri ancora oggi 31 .<br />
“I primi anni del XIV secolo, dice Michelet, non sono altro<br />
che un lungo processo… Le accuse vennero in quant<strong>it</strong>à,<br />
diavolo presso il signore di Brandon. (Ibid). Gli stregoni possono<br />
trasformarsi in animali: gatti (Vivarais, Jura, ecc.), lupi soprattutto. Per<br />
qualche medico del XVII secolo, come Sennert, Nynauld, è soltanto<br />
un’illusione. (J: de Neynauld, De <strong>la</strong> lycantropie Parigi, Rousset, 1615).<br />
Magistrati e teologi ammettono, però, che Satana ricopre gli stregoni di<br />
sembianze esterne di lupo molto realistiche. <strong>La</strong> Jura, <strong>la</strong> <strong>La</strong>bourd, furono<br />
rattristate dal<strong>la</strong> licantropia. Non soltanto gli stregoni attentano al<strong>la</strong> v<strong>it</strong>a<br />
umana travest<strong>it</strong>i da lupi, ma, in ogni maniera, danneggiano gli uomini.<br />
Fabbricano nubi di grandine che sferzano l’acqua del mare, abbattono le<br />
fontane, “pisciano nei buchi”, per par<strong>la</strong>re come l’accademico di Jouy.<br />
Ricevono dal diavolo polveri per distruggere le piante. Nel 1644, <strong>la</strong><br />
Borgogna era terrorizzata dai temporali malefici (J. D’Autun, Incrédul<strong>it</strong>é<br />
ignor., préface). C<strong>la</strong>ude Oudot, bruciato a Vesoul, nel 1626, ammette di<br />
aver causato simili temporali. (Arch. Haute-Saône, B. 5051). Gli stregoni<br />
disseccano le vacche, infettano le fontane, fanno morire il bestiame,<br />
stregano con un soffio, con uno sguardo, con una paro<strong>la</strong>. Anne Marie,<br />
bruciata a Rouen, il 16 settembre 1635, uccideva con le sole parole.<br />
(Reg. Parl. De R., 1635). Un palpeggiamento basta per produrre una<br />
ma<strong>la</strong>ttia, paralizzare un arto. Si aveva una paura terribile del contatto con<br />
gente sospetta. Jeanne Joly infligge a Jacques Prévotet, curato di<br />
Cromare, grandi “dolori al fondo schiena” ed alle reni, nel 1611. (arch.<br />
Haute-Saône, B.5040) Françoise Trenillet, de Corbenay, è condannata al<br />
fuoco nel 1608, per aver attaccato un male al<strong>la</strong> mammel<strong>la</strong> ad una vicina,<br />
….. (Ibid., B. %048). Spesso è con un regalo, una leccornia, un pezzo di<br />
pane che lo stregone <strong>la</strong>ncia un sortilegio. Reciprocamente, gli stregoni<br />
possono togliere il malocchio. Sicché Estevère Audebert, bruciato a<br />
Bordeaux, nel 1619, riesce a far macinare “con forza” un mulino al quale<br />
da sette settimane un sortilegio impediva di girare. (Reg. Parl. Bord.,<br />
1619).<br />
Come posatori di spilli, gli stregoni erano il terrore dei giovani sposi. Al<br />
contrario, non so<strong>la</strong>mente sapevano togliere, ma anche fare incantesimi<br />
d’amore.
<strong>stregoneria</strong> soprattutto. Quest’ultima era combinata con<br />
tutte, ne cost<strong>it</strong>uiva l’attrazione e l’orrore 32 ”.<br />
Sotto Filippo III, già verso <strong>la</strong> fine del secolo precedente, <strong>la</strong><br />
Corte di Francia si era commossa per uno di quei processi<br />
enormi e misteriosi, in cui si par<strong>la</strong>va di veleno e di cattiva<br />
sorte e nel quale furono compromessi, con due beghine<br />
delle Fiandre, Pierre de Benais, vescovo di Bayeux, e suo<br />
cugino, Pierre de <strong>la</strong> Broce, consigliere e favor<strong>it</strong>o del re.<br />
Questi fu impiccato ed il vescovo dovette fuggire 33 .<br />
“Furono, tuttavia, nota M.A. Rigault, soprattutto gli ultimi<br />
anni di Filippo IV ed il regno di Luigi X che sconvolsero<br />
queste inchieste mostruose in cui si trovavano immischiate<br />
con altri “crimini enormi”. Volta per volta, in quindici anni,<br />
si vide, a fianco dei grandi processi di Saisset, di Boniface e<br />
del Temple, quelli d’Arnauld de Villeneuve, di Guichard de<br />
Troyes, di Merguer<strong>it</strong>e Porete, di Pierre de <strong>La</strong>tilly,<br />
D’Enguerraud de Marigny, l’affare del cardinale François<br />
Caietani, nipote di Bonifacio VIII, quello di Mahaut d’Artois<br />
ed altri ancora. Era, tra tutte le epoche del Medio Evo, un<br />
tempo di sortilegi e di negromanzia 34 .<br />
31 Qui ancora teologi ed inquis<strong>it</strong>ori hanno il primato, mentre <strong>la</strong> giustizia<br />
civile segue mollemente. Cosicché in Lorena, sotto il regno di Raoul<br />
(1329-1346), è decretato che “chi farà magia, sortilegio, fatture,<br />
pronostici d’uccelli o si vanterà d’aver cavalcato di notte con Diana o<br />
con altra vecchia che si dice maga, sarà band<strong>it</strong>o e pagherà dieci libre<br />
tornesi”. (Bourbon, Chroniques, etc., de <strong>la</strong> Lorraine, p.19) E’ ancora una<br />
pena clemente. Più tardi, al contrario, quando gli animi saranno p<strong>la</strong>smati<br />
dal<strong>la</strong> nuova dottrina teologica, i tribunali civili continueranno ad<br />
obbedire all’impulso e compiranno essi stessi l’opera persecutrice.<br />
32 Michelet, Histoire de France, lib. V. cap. 5.<br />
33 J. De Grulle, Bull. de <strong>la</strong> Soc. De l’Hist. De Fr., 1844, p.87-100-<br />
Léopold Delisle, Cartu<strong>la</strong>ire normand, n° 927.<br />
34 A. Rigault, Le procès de Guichard, évêque de Troyes (1308-1313),<br />
Parigi, Picard, 1896, p. II.
Nel 1299 si svolse a Parigi il processo d’Arnaud de<br />
Villeneuve, un uomo che le ricerche di Pe<strong>la</strong>yo ci mostrano<br />
come uno delle più grandi menti del suo tempo.<br />
Naturalmente tra le accuse mosse r<strong>it</strong>roviamo il sortilegio:<br />
gli si rimproverava di aver in tal modo provocato <strong>la</strong> morte di<br />
Benedetto XI. 35 Arnaud corse a rifugiarsi da Federico di<br />
Sicilia e morì durante il viaggio.<br />
Nel 1308, Guichard de Troyes è persegu<strong>it</strong>ato, per denuncia<br />
di un giovane prete, erem<strong>it</strong>a a Saint-F<strong>la</strong>v<strong>it</strong>, Regnault de<br />
<strong>La</strong>ngres, una sorta di visionario che sembra essere stato<br />
pilotato da due specialisti di queste accuse complicate e<br />
temibili, Noffo Dei, l’accusatore dei Temp<strong>la</strong>ri, ed il famoso<br />
Nogaret. Guichard aveva fatto un sortilegio al<strong>la</strong> regina<br />
Giovanna, senza pregiudizio dei suoi altri “crimini enormi”,<br />
alchimia, falsa moneta, patto diabolico, ecc. di cui il minore<br />
non era d’essere figlio di neton (incubo) 36 . Dopo cinque anni<br />
di prigione, quest’uomo che aveva avuto una fortuna<br />
singo<strong>la</strong>re, aveva goduto del favore di due regine e, figlio di<br />
contadini, si era fatto posto nel<strong>la</strong> corte, gli fu assegnato da<br />
Clemente V <strong>la</strong> sede di Diakovar, in Bosnia, paese a metà<br />
selvaggio e quasi infedele. Il vecchio morì sub<strong>it</strong>o dopo.<br />
Pierre de <strong>La</strong>tilly, cancelliere e vescovo di Châlons, fu<br />
accusato, nel 1315, di aver procurato <strong>la</strong> morte di Filippo il<br />
bello e di Louis le Hutin. Fu imprigionato ed un tribunale<br />
ecclesiastico dovette pronunciarsi sul suo caso 37 .<br />
35 Mss Bibl. Nat. fonds <strong>la</strong>tin n° 4270, fol. 12, 50, 51, 61. – Hist. l<strong>it</strong>t. Fr.<br />
XXVIII, 35- Pe<strong>la</strong>yo, Heterodoxos Españoles, l. 450, 461, 475. 590-I,<br />
726-7, 772. – Lea, Inquis., III, 52.<br />
36 A. Rigaud, op. c<strong>it</strong>.- Neton (lu<strong>it</strong>on, nu<strong>it</strong>on), deriva, secondo L<strong>it</strong>tré da<br />
lutin (folletto). Secondo Gaston Paris, bisognerebbe legare questa paro<strong>la</strong><br />
a neptunus.<br />
37 Contin. Guill. Nagiac, in Histor. De Fr., XX, 609,615
Il 30 aprile dello stesso anno, Enguerrand de Marigny fu<br />
impiccato: sua moglie e sua cognata avevano, in effetti,<br />
fabbricato immagini di cera destinate a sbarazzarle dei<br />
nemici, il re ed i reali. Con suo fratello, arcivescovo di Sens,<br />
lo stesso Enguerrand aveva ord<strong>it</strong>o l’odioso processo di<br />
Guichard de Troyes. I suoi metodi si r<strong>it</strong>orcevano contro di<br />
lui 38 .<br />
Era ancora un tentativo di sortilegio su due cardinali, il re ed<br />
il conte di Po<strong>it</strong>iers che era rinfacciato, nel 1316, al cardinale<br />
François Caietani 39 . Nel 1317, Mahault, contessa d’Artois e<br />
di Borgogna, era accusata di malefici del<strong>it</strong>tuosi. Aveva<br />
composto un filtro, si diceva, per riconciliare <strong>la</strong> figlia,<br />
Jeanne, detenuta a Dourda, con il genero Philippe, ed un<br />
altro per avvelenare Louis X 40 .<br />
Tutti questi processi sono caratterizzati dal loro sfondo<br />
pol<strong>it</strong>ico. <strong>La</strong> magia non vi rappresenta che un’accusa,<br />
ricavata dal<strong>la</strong> credenza popo<strong>la</strong>re, e abilmente sfruttata dai<br />
pol<strong>it</strong>ici feroci di quel tempo. Buon mezzo per rendere più<br />
facile <strong>la</strong> condanna di un nemico. In un mondo differente, si<br />
procedeva allora in maniera analoga. Invece di accoppiare<br />
<strong>la</strong> magia alle accuse pol<strong>it</strong>iche, era accoppiata all’accusa<br />
d’eresia. In tal modo s’incamminava verso l’assimi<strong>la</strong>zione<br />
pura e semplice all’eresia, come sarà realizzata da Giovanni<br />
XXII. Una delle accuse portate contro Bernard Délicieux fu<br />
d’aver attentato, con artifici magici, al<strong>la</strong> v<strong>it</strong>a di Benedetto<br />
XI. <strong>La</strong> magia è una delle imputazioni invocate contro Pierre<br />
d’Apone e Cecco d’Ascoli. Pierre d’Apone era diventato<br />
illustre con le sue conoscenze in campo medico e<br />
soprattutto con i suoi scr<strong>it</strong>ti d’astrologia. Il suo Conciliator<br />
38 Jean de Saint-victor, Histor. De Frr. , XXI, 660.<br />
39 Bibl. Nat., C<strong>la</strong>irambault, ° 487, p. 427.<br />
40 M. de Godefroy-Ménilg<strong>la</strong>ise, in Mém. Soc. Antiq. De France, XXVIII,<br />
182.
Differentiarum scr<strong>it</strong>to nel 1303, ebbe molteplici edizioni.<br />
Spiegava i grandi fatti storici con l’influenza degli astri e<br />
poneva una legge secondo <strong>la</strong> quale monarchia e religioni si<br />
rinnovavano ogni 960 anni, con <strong>la</strong> congiunzione di Saturno e<br />
Giove nel<strong>la</strong> testa dell’Ariete. Aveva una gran fortuna:<br />
circostanza questa aggravante. L’Inquisizione non mancò <strong>la</strong><br />
cuccagna. Egli, però, morì prima del<strong>la</strong> fine del processo, nel<br />
1316. Il Medio Evo esaltò <strong>la</strong> sua gloria al<strong>la</strong> guisa di<br />
Salomone e d’Ermete.<br />
Cecco d’Ascoli spingendo ancora più lontano <strong>la</strong> scienza<br />
astrologica, non <strong>la</strong>sciava alcun segreto del presente o<br />
dell’avvenire senza permearlo con <strong>la</strong> scienza degli astri. Le<br />
sue predizioni lo resero illustre. Aprì un corso a Bologna e vi<br />
spiegò, tra l’altro, l’oroscopo di Gesù. Ogni dettaglio del<br />
racconto evangelico era una conseguenza rigorosa del<strong>la</strong><br />
posizione delle costel<strong>la</strong>zioni. <strong>La</strong> crocifissione, per esempio,<br />
non poteva essere ev<strong>it</strong>ata, poiché <strong>la</strong> Bi<strong>la</strong>ncia era a 10°.<br />
Il 16 dicembre 1324, dovette abiurare. In caso di ricaduta,<br />
diventava quindi re<strong>la</strong>pso. Orbene, riprese ad insegnare a<br />
Firenze, vi mise in circo<strong>la</strong>zione le sue opere condannate, vi<br />
pubblicò il poema filosofico l’Acerba, nuova esposizione<br />
delle sue dottrine. Arrestato nel 1327, fu abbandonato al<br />
braccio seco<strong>la</strong>re e immediatamente condotto al supplizio 41 .<br />
Il pontificato di Giovanni XXII fu decisivo per il trionfo del<strong>la</strong><br />
scuo<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>re. Dotto teologo, molto infatuato del<strong>la</strong> sua<br />
teologia al punto da sostenere più tardi contro tutti e fino ai<br />
suoi ultimi giorni un’eresia radicale sul<strong>la</strong> visione beatifica,<br />
non ammetteva il dubbio sul<strong>la</strong> realtà dei prodigi del<strong>la</strong> magia<br />
ed intraprese contro questa una lotta senza quartiere. Le<br />
sue bolle lo mostrano affetto di quello che noi<br />
chiameremmo oggi mania di persecuzione. Si dichiara<br />
41 Lea, Hist. De l’Inquis., III p. 532 e seguenti.
attorniato da nemici che attentano al<strong>la</strong> sua v<strong>it</strong>a<br />
confezionando figurine di cera, inviandogli il diavolo<br />
rinchiuso dentro degli anelli, circondandolo con incantesimi<br />
e sortilegi. Dall’inizio del suo pontificato, fa mettere al<strong>la</strong><br />
tortura e giustiziare un chirurgo-barbiere e diversi chierici<br />
del Sacro Pa<strong>la</strong>zzo, per attentati di questa sorta. Pure<br />
Gérard, vescovo di Cahors, è persegu<strong>it</strong>ato e bruciato 42 . Nel<br />
1318, Robert Arrufati de Mauvoisin, arcivescovo d’Aix, è a<br />
sua volta accusato di magia. Giovanni lo fa persegu<strong>it</strong>are,<br />
scartando espressamente tutte le garanzie di giustizia<br />
imposte dal dir<strong>it</strong>to. “Solum Deum habendo prœ oculis“,<br />
aggiunge. E’ già <strong>la</strong> procedura ex informata conscientia che è<br />
l’obbrobrio del dir<strong>it</strong>to canonico moderno. E’ provato che<br />
Robert ha consacrato ore e giorni allo studio delle arti<br />
matematiche, ma nega qualsiasi pratica illec<strong>it</strong>a. Ciò<br />
nonostante viene “dimissionato” 43 . Con numerose bolle,<br />
Giovanni XXII anatematizza i maghi, denuncia i loro misfatti,<br />
stimo<strong>la</strong> contro di loro gli inquis<strong>it</strong>ori e conferma così <strong>la</strong><br />
credenza nel<strong>la</strong> realtà delle forze magiche 44 . C’era là, come<br />
ha detto giustamente Léa, <strong>la</strong> migliore propaganda per <strong>la</strong><br />
magia 45 .<br />
Cosicché, i processi di magia si moltiplicano. Nel 1323, è<br />
l’affare di Château-<strong>La</strong>ndon, riportato da Girare de Frachet.<br />
Erano stati trovati, a Château-<strong>La</strong>ndon, nascosti ad una certa<br />
profond<strong>it</strong>à, un gatto nero e diversi incantesimi. L’inchiesta<br />
appurò che, r<strong>it</strong>irati, e sottomessi a certe cerimonie<br />
magiche 46 questi preziosi oggetti costringevano il demone<br />
Bérich a rive<strong>la</strong>re il nome di un <strong>la</strong>dro di cui era stato v<strong>it</strong>tima<br />
42 Gallia Christiana, t. I, col. 140<br />
43 Biblioteca d’Aix, Recuil de pièces manuscr<strong>it</strong>es sur <strong>la</strong> Provence, n°<br />
540, pièce 16.<br />
44<br />
MAGNUM BULL ROM. I, 256.<br />
45 Lea, Hist. De L’Inquis., III, p. 549
l’abate cistercense di Sarcelles. I <strong>la</strong>ici incriminati furono<br />
bruciati, gli ecclesiastici messi in prigione a v<strong>it</strong>a 47 .<br />
<strong>La</strong> persecuzione contro <strong>la</strong> magia è, a questa data, diffusa<br />
nell’Europa intera. <strong>La</strong> stessa Ir<strong>la</strong>nda l’inaugura dal 1325<br />
nell’affare del<strong>la</strong> signora Alice Kyteler. Accusata di magia da<br />
eredi scontenti, sfuggì al rogo solo scappando in Inghilterra.<br />
Ma una delle sue donne, al<strong>la</strong> quale <strong>la</strong> frusta del vescovo<br />
Ledrède cavò le confessioni più straordinarie, e numerosi<br />
presunti complici, non ebbero <strong>la</strong> stesso vantaggio 48 . In<br />
questo stesso anno, un gran processo di sortilegio si<br />
svolgeva in Inghilterra con vent’otto accusati. Nel 1326,<br />
importante affare simile in Francia. Per aver “stregato” il re<br />
Carlo IV il Bello, si bruciano gli accusati, ad eccezione del<br />
nipote di Giovanni XXII, Pierre de Vic 49 .<br />
Nel 1366, il Concilio di Chartres ordina di scomunicare ogni<br />
domenica al<strong>la</strong> messa i maghi. Con misure simili, <strong>la</strong> credenza<br />
al<strong>la</strong> realtà del<strong>la</strong> loro disfatta si è così bene ancorata che<br />
adesso si fa a gara a chi, del Par<strong>la</strong>mento o dell’Inquisizione,<br />
conoscerà crimini simili. <strong>La</strong> lotta tra le due ist<strong>it</strong>uzioni<br />
parimenti ombrose si circoscrive intorno a quest’oggetto. Si<br />
può vedere all’opera <strong>la</strong> procedura singo<strong>la</strong>re nell’affare di<br />
Marion l’Estalée, ragazza dal<strong>la</strong> folle v<strong>it</strong>a. Grazie a torture e<br />
questioni ripetute, Marion confessa di aver fatto gettare il<br />
malocchio da una vecchia strega, Margot de <strong>la</strong> Barre, ad un<br />
vecchio amante, Hainsselin P<strong>la</strong>niche, che l’aveva <strong>la</strong>sciata e<br />
si era sposato. L’una e l’altra furono bruciate vive<br />
nell’agosto 1380 50 . Lo stesso anno, il tribunale dell’abbazia<br />
46 Tra l’altro, un uomo doveva tenersi nel cerchio magico, mun<strong>it</strong>o di una<br />
“supposta” fatta con i resti dell’animale.<br />
47 Uill. Nangiac. Contin., ann. 1323. (Histor. De Fr., XXI, 60)<br />
48 Wright’s, Dame Alice Kyteler, Camden Society, 1843.<br />
49 Vaissette, IV, Pr. 173.<br />
50 Registro criminale di Châtelet di Parigi, I, 362 e seg.
di Saint-Chaffre, nel Ve<strong>la</strong>y, condannava al<strong>la</strong> stessa pena una<br />
vecchia vagabonda, Jeannette Revergarde, che vendeva un<br />
filtro al signore di Budget per ristabilire <strong>la</strong> pace a casa sua. Il<br />
signore ne morì ed ebbe una pace sul<strong>la</strong> quale non<br />
contava 51 .<br />
Questi pochi esempi bastano a stabilire che nel XIV secolo<br />
magia e <strong>stregoneria</strong> sono diventati crimini sociali, che sono<br />
persegu<strong>it</strong>i nel<strong>la</strong> società civile come nel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> e che, con<br />
gli sforzi di questa, magia e <strong>stregoneria</strong> sono ormai potenze<br />
reali sebbene maledette. L’eresia dei secoli precedenti<br />
muta in dogma imposto, dogma in nome del quale i secoli<br />
seguenti verseranno tanto sangue innocente 52<br />
II<br />
51 Lea, Hist. De l’Inq., III p. 560<br />
52 Una delle ultime manifestazioni del<strong>la</strong> vecchia scuo<strong>la</strong>, quel<strong>la</strong> del buon<br />
senso, avvenne al sinodo di <strong>La</strong>ngres, nel 1404. Il cardinale di Bourbon<br />
inv<strong>it</strong>ava i parrocchiani a non prestare fede alle pratiche magiche. Questo<br />
barlume di ragione era senza dubbio dovuto a due recenti affari<br />
provocati dal<strong>la</strong> follia di Carlo VI. Due erem<strong>it</strong>i agostiniani si erano fatti<br />
forti, nel 1397, di guarire il re, v<strong>it</strong>tima, dicevano, dei maghi. Ben pagati,<br />
ben trattati, gozzovigliarono fino al giorno che decisero di accusare<br />
Louis d’Orleans, fratello del re. Si scoprì così <strong>la</strong> loro impostura: squartati<br />
e decap<strong>it</strong>ati. Qualche anno dopo, nel 1403, un prete che aveva tre<br />
demoni al suo servizio, intraprese, con qualche altro confratello di<br />
<strong>stregoneria</strong>, <strong>la</strong> guarigione del re con mezzi così stravaganti che si diffidò;<br />
ammisero <strong>la</strong> loro soperchieria e furono tutti bruciati (24 marzo 1404) –<br />
Cf. Lea, Hist. De l’Inq. III, p. 562.<br />
Nel XV secolo, non c’è più che qualche medico e qualche giurista che<br />
osa difendere <strong>la</strong> vecchia opinione, aspettando le menti libere che <strong>la</strong><br />
faranno rivivere nel XVI secolo. Nel clero, non ha altri rappresentati che<br />
i Carmi di Bologna, persegu<strong>it</strong>ati nel 1473, da Sisto IV, per aver<br />
insegnato che non era eretico interrogare il demonio, e Bernardo di<br />
Como, che professava le stesse idee sempre che non fosse questione<br />
d’ottenere da Satana i favori illec<strong>it</strong>i di una donna.
L’innocenza delle streghe è oggigiorno fuori dubbio e penso<br />
che non è necessario dimostrare che i maghi erano assai<br />
incapaci di compiere i guasti che gli si addossavano.<br />
Alcuni, senza dubbio, spinti dalle passioni umane, potettero<br />
spingersi fino al crimine, ma è evidente che furono crimini<br />
di dir<strong>it</strong>to comune e non crimini realmente magici.<br />
Da questo non scaturisce, però, che il fenomeno del<strong>la</strong><br />
<strong>stregoneria</strong> sia semplice e di facile analisi. Vi concorsero<br />
simultaneamente numerosi ed eterogenei elementi, più o<br />
meno chiaramente individuabili.<br />
Se si pensa al<strong>la</strong> condizione del popolo nel Medio Evo, <strong>la</strong><br />
povertà e talvolta <strong>la</strong> miseria profonda in cui viveva, mentre<br />
riusciva a far produrre al<strong>la</strong> terra soltanto un po’ di sega<strong>la</strong><br />
per il pane scuro, rovinato dalle imposte e più ancora dalle<br />
guerre incessanti, frequentemente decimato da terribili<br />
epidemie, pesti che portavano via gli ab<strong>it</strong>anti di un intero<br />
vil<strong>la</strong>ggio, v<strong>it</strong>tima di un’igiene deprecabile, d’assenza di cure<br />
mediche, <strong>la</strong> medicina essendo sospetta, proscr<strong>it</strong>ta, riservata<br />
agli Ebrei, che erano accusati d’avvelenare le fonti, v<strong>it</strong>time<br />
ancora del<strong>la</strong> propria religione superstiziosa e materiale,<br />
pervasa dal carattere diabolico e di sogni infernali, si<br />
comprenderà allora che si sia sviluppato uno stato nervoso<br />
speciale, terreno di cultura meraviglioso per alcuni disturbi<br />
mentali. Va considerato che in alcune delle “moral<strong>it</strong>à” del<br />
Medio Evo, bisogna indubbiamente riconoscere <strong>la</strong> sifilide,<br />
epidemica allora, poiché al<strong>la</strong> sua prima apparizione, poi<br />
ambientata e resa domestica, diventando così endemica. 53<br />
Ora, si conoscono le re<strong>la</strong>zioni dell’ered<strong>it</strong>à sifil<strong>it</strong>ica e dei<br />
diversi accidenti legati all’isteria. E’ in questo gruppo,<br />
eterogeneo ed impreciso, provvisoriamente etichettato<br />
come isteria, nell’attesa di meglio, che devono essere<br />
53 V. Dupouy, Le Moyen.Age medical, Parigi, 1895.
catalogati i fenomeni morbosi del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>. Tali sono<br />
gli stati di trance, durante i quali lo stregone in catalessi, ma<br />
soprattutto <strong>la</strong> strega, dato che <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>, essendo di<br />
natura isterica, era più diffusa tra le donne, spaventava le<br />
menti ingenue con questa sembianza mortale e, molto più<br />
ancora con i racconti che faceva al risveglio delle prodezze<br />
che aveva compiuto nell’intervallo e dei prodigi di cui era<br />
stato testimone: trasporti a distanza, incontro di persone<br />
conosciute, metamorfosi in animali, del<strong>it</strong>ti, incontri<br />
amorosi, intervista con Satana. Gli innumerevoli racconti di<br />
letteratura popo<strong>la</strong>re ambiente non avevano altro<br />
fondamento e c’era qui una suggestione sufficiente per<br />
immaginazioni ma<strong>la</strong>te. Il “contagio” dei disturbi del<strong>la</strong> mente<br />
non è meno certo. Si conoscono molti casi in cui l’isteria di<br />
un soggetto unico ha provocato vere epidemie d’attacchi e<br />
convulsioni. Conventi e monasteri furono frequentemente i<br />
punti di partenza di queste strane epidemie ed il loro stato<br />
morale ne fu certamente in parte responsabile. All’epoca<br />
più splendente del Medio Evo, nel XIII secolo, si vedono gli<br />
uomini più pii e degni di fede, dichiarare che “i conventi<br />
rassomigliano a dei lupanari e che prendere il velo equivale<br />
a fare <strong>la</strong> donna pubblica” e paragonare i monasteri a<br />
Sodoma. I seco<strong>la</strong>ri dell’epoca non erano meno corrotti solo<br />
perché si accontentavano generalmente di una concubina 54 .<br />
I costumi dei <strong>la</strong>ici erano conformi. L’ortodossia delle<br />
credenze importava molto di più dell’onestà del<strong>la</strong> v<strong>it</strong>a.<br />
54 Nic. Clemang., De Ruina Eccles., XIX e seg. – S. Bonav., Libell.<br />
Apol., quest. I – Alvaro Pe<strong>la</strong>g. De P<strong>la</strong>nctu Eccls., II, VII. – Rével di S.<br />
Brigida- Lettere di S. Caterina da Siena.- Rével. di S. Ildegarda. – Per il<br />
secolo precedente: S. Bernarrdo: Serm. De Convers., 19, 20; Serm. 77 in<br />
Cant ; De consid., III, 4, 5. Poth. Prűm. De Statu dom. Dei, I.I. – Petr.<br />
Cantor., Verb. Abbrev., 57, 59. – Honoris III (Marténe, Coll. Ampl., I ,<br />
1149.1151). Ecc. – Cf. Lea, Hist. Of Celibacy.
<strong>La</strong> depravazione dei crociati di Giovanni Senza-Paura<br />
[Giovanni I duca di Borgogna, ndt] scandalizzarono gli stessi<br />
Turchi. Le re<strong>la</strong>zioni sessuali passavano dai piaceri più<br />
disordinati all’incesto 55 . Nel XV secolo, Ænéas Sylvius, Il<br />
futuro papa [Pio II, ntd], che non era un pudibondo, - il suo<br />
romanzo Lucrezia ed Eurialo è <strong>la</strong> descrizione cruda<br />
dell’amore fisico, - si spaventava del<strong>la</strong> depravazione dei<br />
suoi contemporanei, che gli sembravano attirare l’invasione<br />
e <strong>la</strong> v<strong>it</strong>toria dei Turchi 56 come punizione. Questi disordini<br />
avevano sicuramente ripercussioni sullo stato mentale e<br />
fisico di tutti.<br />
L’eziologia del male delle streghe sarebbe incompleta, se<br />
non tenessimo conto degli accessi provocati artificialmente.<br />
Si sa che il pane grosso<strong>la</strong>no forn<strong>it</strong>o dal<strong>la</strong> sega<strong>la</strong> o l’avena, -<br />
ed era quello di cui viveva ancora il popolo ad un’epoca<br />
re<strong>la</strong>tivamente recente, - fermenta molto spesso, e produce<br />
una sorta d’ubriachezza che, alimentata ad ogni pasto,<br />
finisce per rovinare i nervi. Ci fu, però, un’altra specie<br />
d’allucinazioni volontarie che il mondo delle streghe amava<br />
provocare, senza conoscerne il meccanismo. Tra questi,<br />
alcuni unguenti misteriosi avevano un ruolo immenso. Ce<br />
ne si frizionava per andare al Sabba. Ora, J-B. Porta, Cardan,<br />
Jean Wier ce ne hanno <strong>la</strong>sciato delle ricette. Sono tutte a<br />
base di stupefacenti: papavero, oppio, acon<strong>it</strong>o, giusquiamo,<br />
cicuta, stramonio 57 . Quest’ultima soprattutto è ben<br />
conosciuta per i deliri e le allucinazioni che produce.<br />
Talvolta i narcotici si prendevano sotto forma di pillo<strong>la</strong>,<br />
55 <strong>La</strong> frequenza delle re<strong>la</strong>zioni incestuose si spiega con <strong>la</strong> promiscu<strong>it</strong>à in<br />
cui si viveva: un solo letto per tutta <strong>la</strong> famiglia ed i suoi osp<strong>it</strong>i. - Per i<br />
fatti c<strong>it</strong>ati vedi: Religieux de Saint Denis, Hist de Charles VI, XVI, 10;<br />
XXXV, 8- Alvar. Pe<strong>la</strong>g., loc. c<strong>it</strong>., II, I, II.<br />
56 Op. Ined. – Cf. Acad. D. Lincci, 1883, p. 558 e seg.<br />
57 G-B. Porta, Magiæ Naturalis, lib. XX, Napoli, 1589
come successe al pastore di Gassendi 58 . Dagli effetti di<br />
queste droghe su di un organismo normale, si può dedurre<br />
quello che doveva provocare su nervi debil<strong>it</strong>ati da tutte le<br />
cause che abbiamo esposto. Il male delle streghe era così il<br />
risultato fatale di uno stato sociale difettoso.<br />
Per le conoscenze che abbiamo attualmente acquis<strong>it</strong>o nel<br />
campo del<strong>la</strong> patologia mentale, sappiamo che, senza<br />
dubbio, le perversioni sessuali ebbero anche <strong>la</strong> loro parte<br />
d’influenza. Quante volte ed in quale misura, non si saprà<br />
mai. Quando, tuttavia, si vede nei processi di <strong>stregoneria</strong>, il<br />
numero incredibile di cause in cui si tratta di bambini fatti a<br />
pezzi, di cadaveri squartati, di festini infami, è impossibile<br />
non confrontarli con i casi oggi c<strong>la</strong>ssici di sadismo, di<br />
necrofilia o di necrofagia d’origine sessuale. <strong>La</strong> stragrande<br />
maggioranza delle ammissioni di questo genere estorte alle<br />
streghe, erano verosimilmente il prodotto del<strong>la</strong> loro<br />
immaginazione.<br />
Per diventare, tuttavia, l’ossessione universale, occorre che<br />
in qualche caso almeno abbiano avuto un fondamento<br />
reale. Quello che abbiamo detto dei disordini nervosi del<br />
Medio Evo, rende verosimile anche che le perversioni<br />
sessuali vi si siano riscontrate abbastanza di frequente.<br />
Come termine di paragone, ci si può riferire al<strong>la</strong> storia<br />
troppo conosciuta del Marchese di Sade, al caso famoso del<br />
sergente Bertrand, e dei necrofili di Versailles e di Saint-<br />
Amand 59 .<br />
58 Lettres juives, t. I. lettre 20. Gassendi volendo disingannare un pastore<br />
che affermava di frequentare il sabba, ricevette da costui una pillo<strong>la</strong> che<br />
fece sparire, mentre l’altro assorbiva <strong>la</strong> sua. Il pastore preso da delirio si<br />
mise a conversare con i demoni e, al risveglio, raccontò minuziosamente<br />
al filosofo, che non lo aveva <strong>la</strong>sciato, il sabba da cui r<strong>it</strong>ornava.<br />
59 Articolo di Brierre de Boismont nel<strong>la</strong> Gazette médicale de Paris, 1849,<br />
p. 555 et seg. – V. Testi e documenti al<strong>la</strong> fine del volume- Bodin,<br />
Démonom., fol, 93, riporta, secondo un allievo d’Antonin Rondelet, che
<strong>La</strong> <strong>stregoneria</strong> non ebbe, però, in qualche punto, una base<br />
reale? <strong>La</strong> bacchetta magica che le apparteneva una volta in<br />
proprio, è stata recentemente r<strong>it</strong>irata in nome del<strong>la</strong> scienza.<br />
Le divinazioni, i fatti di chiaroveggenza, i fenomeni<br />
dell’occultismo così discussi oggi, non hanno avuto un<br />
grande spazio nel<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>? Non avranno un giorno il<br />
loro posto nel<strong>la</strong> scienza, sotto qualche altra forma, simile in<br />
questo all’alchimia e l’astronomia, scienze molto onorevoli?<br />
E’ un problema più facile da porre che da risolvere.<br />
Bisognava, però, almeno porlo.<br />
In ogni caso sia, il sintomo più chiaro del male di<br />
<strong>stregoneria</strong> consisteva nei segni distintivi. Quando il medico<br />
aveva scoperto il marchio sul corpo di un’accusata, questa<br />
era considerata consapevole e infallibilmente condannata.<br />
Tali segni distintivi si scoprivano attraverso l’insensibil<strong>it</strong>à di<br />
certe regioni del corpo. Si pensava che Satana avesse<br />
apposto lì <strong>la</strong> sua "griffe" per marchiarne i fedeli.<br />
S’incontrano ancora spesso oggi queste regioni anestetiche:<br />
sono le stimmate isteriche 60 .<br />
Delle povere sbandate, delle infelici squilibrate, delle<br />
ma<strong>la</strong>te in una paro<strong>la</strong>, tali sono quelle per le quali vedremo<br />
innalzarsi tanti orribili roghi. Sebbene in parte responsabile<br />
del loro delirio, <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> le sterminerà nel<strong>la</strong> maniera più<br />
atroce. Le persegu<strong>it</strong>erà fino a che il XVIII secolo farà<br />
vacil<strong>la</strong>re <strong>la</strong> sua potenza. E tuttavia è essa che, con <strong>la</strong><br />
barbarie del X secolo in via d’organizzazione, ha preso in<br />
il celebre medico, spiò egli stesso, nel cim<strong>it</strong>ero di Montpellier, un<br />
necrofago, uno “stregone”, dice, e lo vide sedersi su di un cadavere di<br />
donna.<br />
60 Le stimmate sono studiate in tutte le opere sull’isteria. Vedi in special<br />
modo: P<strong>it</strong>re, Leçon clinique sur l’hystérie, Paris, Doin, 1891, t. I, p. 56 e<br />
seguenti e le figure. – Da notare l’ered<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>, spesso<br />
constatata (Bodin, Rémy, ecc.)
prest<strong>it</strong>o dal popolo le sue superstizioni più enormi, dopo<br />
averle in primo momento combattute; è essa che, a forza di<br />
tr<strong>it</strong>urare, nel crogiolo teologico, le credenze grosso<strong>la</strong>ne<br />
del<strong>la</strong> fol<strong>la</strong>, n’estrae una dottrina ed un dogma che impone<br />
con i roghi. Grazie ad essa, i liberi pensatori per i quali il<br />
potere delle streghe non era altro che impostura e follia,<br />
devono tacere e scomparire, contentissimi se non hanno<br />
pure da condividere il supplizio delle disgraziate. Ai mali<br />
spaventosi che pesano sul Medio Evo, <strong>La</strong> <strong>Chiesa</strong> aggiunge il<br />
più atroce, quel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> che, secondo Nico<strong>la</strong> II, ha orrore<br />
del sangue 61 .<br />
Cap<strong>it</strong>olo III<br />
<strong>La</strong> magia<br />
Le Arti maledette- Persecuzioni contro gli alchimisti –<br />
Variazioni dell’ortodossia sull’astrologia – Supplizio di Pietro<br />
d’Apone, Cecco d’Ascoli, ecc. – Il processo di Gilles de Rais –<br />
Giovanna d’Arco.<br />
Le innumerevoli pratiche magiche, - un iniziato del XV<br />
secolo che divenne più tardi illustre nelle leggende popo<strong>la</strong>ri,<br />
Don Enrique d’Aragon, n’annovera più di quaranta- sono<br />
state raggruppate in sette categorie principali. Il vecchio<br />
61 Penso che non sia necessario dimostrare che il supplizio dei<br />
condannati, sebbene <strong>la</strong>sciato al braccio seco<strong>la</strong>re, è nondimeno opera<br />
dell’Inquisizione ecclesiastica. Gli Inquis<strong>it</strong>ori non avevano nessuna<br />
difficoltà a riconoscerlo, e c’è voluta tutta l’ignoranza ostentata nel XIX<br />
secolo dagli storici ortodossi del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> per affermare il contrario. -<br />
Vedi i testi degli Inquis<strong>it</strong>ori in: Lea, Storia dell’Inq., I, p. 602 2 603.- Se<br />
il potere seco<strong>la</strong>re mostrava di resistere, <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> interveniva sub<strong>it</strong>o per<br />
castigarlo a sua volta.- Lea, loc. c<strong>it</strong>., p. 606 e seg.<br />
Sul Sabba, vedi: Bourneville et Teinturier, Le Sabbat des sorcières, in-8<br />
(Bibl. Diabolique), Parigi.
numero sacro del<strong>la</strong> caba<strong>la</strong> ebrea che serviva a censire le<br />
operazioni divine, i sacramenti per esempio, doveva essere<br />
anche quello delle operazioni diaboliche, poiché il diavolo si<br />
sforzava in ogni cosa di mimare Dio. Vi furono quindi Sette<br />
arti maledette.<br />
L’alchimia era una di queste. Assemb<strong>la</strong>ggio abbastanza<br />
caotico di dati razionali, elementi filosofici e sogni mistici,<br />
l’alchimia tutto sommato compiva in segreto un’opera<br />
seria. Da questa proviene <strong>la</strong> chimica moderna. Come<br />
credere, però, che l’alchimista, che s’immaginava di tenere<br />
il segreto delle trasmutazioni misteriose e di crearsi tesori<br />
con i metalli più vili, come credere che gli era stato<br />
confer<strong>it</strong>o un potere così prezioso da altri che Satana? Gli<br />
alchimisti furono frequentemente persegu<strong>it</strong>ati a questo<br />
t<strong>it</strong>olo per il reato di magia.<br />
In quanto all’astrologia, l’opinione varia molto dal XIII al XV<br />
secolo. Catalogata in un primo momento tra le arti liberali,<br />
fu liberamente e così universalmente praticata, nel XIV e XV<br />
secolo, che papi e cardinali avevano spesso, come i re ed i<br />
principi, i loro astrologi personali. L’astrologo ed il suo<br />
astro<strong>la</strong>bio erano consultati per i più piccoli atti del<strong>la</strong><br />
giornata. Secondo Savonaro<strong>la</strong>, <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> stessa si governava<br />
con gli astri. L’erud<strong>it</strong>o cardinale d’Ailly non es<strong>it</strong>ava a<br />
studiare l’astrologia e a diffonder<strong>la</strong> 62 . Contestualmente,<br />
però, un’altra corrente d’idee si manifestava già e finì per<br />
trionfare più tardi con l’insieme delle opinioni di S.<br />
62 Il cardinale d’Ailly è famoso soprattutto per le sue prediche, di cui una<br />
fu singo<strong>la</strong>rmente felice. Con i suoi calcoli astronomici, annunciava che<br />
nel 1789, il mondo avrebbe sub<strong>it</strong>o grandi sconvolgimenti. Aveva anche<br />
annunciato che il concilio di Costanza avrebbe condotto al<strong>la</strong> fine del<strong>la</strong><br />
religione e che al Grande Scisma sarebbe succeduto l’Anticristo. In<br />
questo però aveva visto meno giusto. V. Lea, Inquis<strong>it</strong>ion, III, p. 530 e<br />
536.
Tommaso: l’astrologia, includendo il fatalismo, doveva<br />
essere condannata dal<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>. Da qui le tragiche<br />
avventure di Pietro d’Apone e di Cecco d’Ascoli. Verso lo<br />
stesso periodo, erano presi severi provvedimenti contro<br />
altri accusati più oscuri: il signore d’Ulmet aveva tentato, si<br />
diceva, di sbarazzarsi di sua moglie con mezzi magici. I<br />
maghi che aveva consultato furono bruciati 63 . Guichard,<br />
vescovo di Troyes fu persegu<strong>it</strong>ato a più riprese per aver<br />
fatto morire allo stesso modo <strong>la</strong> regina Bianca di Navarra 64 .<br />
Con un’accusa dello stesso genere si riuscì a rovinare<br />
Enguerrand de Marigny, che, onnipotente sotto Filippo il<br />
Bello, era stato coinvolto, come si sa, nel processo dei<br />
Temp<strong>la</strong>ri. Fu impiccato il 30 aprile 1315 ed i suoi complici<br />
impiccati o bruciati.<br />
Nel XV secolo, l’opinione di condanna del<strong>la</strong> magia stava<br />
trionfando dappertutto. Era un’arma così comoda! Un’arma<br />
a profusione. I pol<strong>it</strong>ici e gli ambiziosi non mancarono di<br />
farne uso, non più dei potenti che cercavano una vendetta<br />
o <strong>la</strong> cui avarizia bramava il patrimonio altrui.<br />
Uno dei più illustri processi di magia del XV secolo, e anche<br />
di tutti i tempi, è quello di Gilles de Rais. Più degli altri<br />
ancora, è stato alterato in mille modi da quelli che ne hanno<br />
par<strong>la</strong>to, dal<strong>la</strong> tradizione popo<strong>la</strong>re, che ha fin<strong>it</strong>o per<br />
confonderne l’eroe con Barbablù, e dagli scr<strong>it</strong>tori del secolo<br />
successivo. Gli atti del processo sono stati pubblicati<br />
soltanto nel 1886. Nessun documento potrebbe meglio<br />
mettere sotto i nostri occhi, se non spiegarci, dato che<br />
questi stati d’animo sono così lontani da noi che non ci sono<br />
completamente spiegabili, lo straordinario miscuglio di<br />
nobili sentimenti e d’infamie, di fede mistica e di<br />
63 Contin. Guill. Nanagiac., anno 1308.<br />
64 A. Rigault, Le Procès de Guichard, evêque de Troyes, Parigi , 1896
superstizioni grosso<strong>la</strong>ne, di virtù e vizi, che poteva<br />
racchiudere in sé l’anima di un uomo del quindicesimo<br />
secolo. Personaggio eccezionale per il potente rilievo dei<br />
suoi tratti, Gilles de Rais è solo il più rappresentativo, il più<br />
significativo campione del<strong>la</strong> massa incalco<strong>la</strong>bile di<br />
sconosciuti, di personal<strong>it</strong>à cancel<strong>la</strong>te che furono i suoi<br />
contemporanei e che ne condivisero le credenze, sebbene<br />
con minore energia 65 .<br />
Nato nel 1404, sui confini del<strong>la</strong> Bretagna e dell’Anjou, dal<strong>la</strong><br />
stirpe dei Montmorency, pronipote di Du Guesclin, Gilles de<br />
Rais era il primo barone di Bretagna e, quando a sedici anni<br />
ebbe sposato Caterina de Thouars, divenne uno dei più<br />
potenti signori di Francia. Ricevuto a braccia aperte dal<strong>la</strong><br />
corte di Carlo VII, si legò a Giovanna d’Arco e combatté a<br />
suo fianco da Orleans fino a Parigi. Alle festiv<strong>it</strong>à del<strong>la</strong><br />
consacrazione, fu nominato maresciallo di Francia, ad<br />
appena venticinque anni d’età. Con questa straordinaria<br />
“garçonne” [maschietta, ndt], per utilizzare l’espressione di<br />
Huysmans, assisteva a tutti i pii sermoni, alle messe e<br />
s’inginocchiava al<strong>la</strong> mensa eucaristica.<br />
Di più, erud<strong>it</strong>o e curioso, possedeva una biblioteca ricercata<br />
e trovava gioia nel leggere il <strong>la</strong>tino elegante. Infatuato<br />
d’arte, sognava di letteratura “tenebrosa [ténébrante ] e<br />
remota”, andava pazzo per <strong>la</strong> musica, collezionava le belle<br />
rilegature, le miniature, gli smalti. Incastonava lui stesso<br />
con smalti artistici <strong>la</strong> copertina del suo messale. Con ciò, era<br />
un carattere indomabile e sfrenato, che aveva da sempre<br />
conosciuto l’autor<strong>it</strong>à soltanto per sottrarvisi. Ad undici anni,<br />
perse il padre e non obbedì poi a suo nonno.<br />
65 Bossard et Maulde, Gilles de Rais, d<strong>it</strong> Barbe-bleue, Parigi, 1886- Cf.<br />
J-K. Huysmans, Là bas – Jean Chatier, Hist. De Charles VI, ann. 1440.
Era al tempo stesso un energico ed un raffinato. Da qui<br />
forse le sue atroc<strong>it</strong>à e depravazioni. Fu tuttavia anche una<br />
v<strong>it</strong>tima, e non è questa <strong>la</strong> causa minore dei suoi crimini.<br />
Verso il 1432, <strong>la</strong> Bretagna, l’Anjou, il Po<strong>it</strong>ou, rilevarono con<br />
orrore improvvisamente <strong>la</strong> scomparsa consecutiva ed<br />
inspiegabile di numerosi bambini. Il panico popo<strong>la</strong>re<br />
moltiplicava a dismisura i racconti di simili rapimenti. Le<br />
inchieste non rive<strong>la</strong>rono nul<strong>la</strong>. Il male continuava e <strong>la</strong> ver<strong>it</strong>à<br />
non si <strong>la</strong>sciò individuare se non molto tempo dopo. <strong>La</strong> voce<br />
pubblica finì con l’accusare apertamente Gilles de Rais: era<br />
lui, si diceva, che faceva rapire da suoi uomini bambini e<br />
bambine, per soddisfare le sue basse passioni, e che, poi,<br />
sgozzava per utilizzare nelle sue pratiche magiche. Nel<br />
mistero del suo castello di Tiffauges, Gilles, in effetti,<br />
perseguiva il segreto dell’elisir universale che doveva dargli<br />
una conoscenza, una ricchezza ed un potere senza lim<strong>it</strong>i.<br />
Vendeva i suoi beni per provvedere alle esigenze di una<br />
banda di “maghi” che dovevano ottenere questi preziosi<br />
privilegi.<br />
A costoro occorreva sangue di bambini: Gilles ne trovò. Gli<br />
inganni di questi ciar<strong>la</strong>tani sono, nel dettaglio, così puerili,<br />
così grosso<strong>la</strong>ni, che non ci si spiega come un uomo del suo<br />
calibro vi si sia <strong>la</strong>sciato prendere. Proprio da qui il processo<br />
del maresciallo ci apre sul suo secolo degli spiragli<br />
insospettabili. Finalmente, dopo molte difficoltà, il<br />
maresciallo fu arrestato nel settembre 1440, accusato<br />
d’eresia ed altri crimini. A dire il vero, le prove mancavano<br />
di precisione nell’atto d’accusa. Il 15 ottobre, però, si ebbe<br />
un colpo di scena. Il fiero ed altezzoso maresciallo, a<br />
ginocchio, in <strong>la</strong>crime, supplicò che si r<strong>it</strong>irasse <strong>la</strong> scomunica<br />
contro di lui, chiese perdono dei suoi insulti, e confessò i<br />
crimini che gli erano addossati. Il 21, al momento di entrare
nel<strong>la</strong> temibile camera di tortura, con voce sorda e soffocata<br />
dai singhiozzi, racconta i suoi rapimenti e stupri, rec<strong>it</strong>a <strong>la</strong><br />
lunga l<strong>it</strong>ania dei suoi crimini. I giudici non possono credere<br />
alle sue confessioni, poiché non riescono ad immaginare<br />
alcun movente sufficiente a dei tali orrori. Fanno ve<strong>la</strong>re il<br />
crocefisso. Poi, terminato il racconto delle strane orge<br />
perpetrate, Gilles si prosterna gridando: “O Dio, mio<br />
redentore, ti chiedo misericordia e perdono!”. L’indomani<br />
avvenne uno spettacolo ancora più straordinario. Nel suo<br />
pentimento e rimorso, Gilles fece leggere al pubblico<br />
terrificato l’ignominiosa lista delle sue confessioni, chiese<br />
perdono ai gen<strong>it</strong>ori delle sue v<strong>it</strong>time, numerosi<br />
nell’aud<strong>it</strong>orio, poi alzandosi, esortò tutti ad educare i figli<br />
nel<strong>la</strong> virtù, poiché, diceva, è <strong>la</strong> gioventù srego<strong>la</strong>ta che lo<br />
conduceva al patibolo. E di nuovo gemendo, a ginocchio,<br />
rec<strong>la</strong>mava d’essere riconciliato con <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>. Condannato<br />
ad essere impiccato e bruciato, volle esortare, morendo con<br />
loro, i suoi complici e cooperare al<strong>la</strong> loro salvezza. Per sua<br />
richiesta, il clero ed il popolo di Nantes fecero una<br />
processione solenne per fargli avere una fede ardente e <strong>la</strong><br />
suprema salvezza. Salì sugli scanni del patibolo con gioia,<br />
salutando <strong>la</strong> morte con fiducia infin<strong>it</strong>a. Le dame del<strong>la</strong> sua<br />
famiglia ne strapparono il corpo dal rogo per fargli funerali<br />
solenni 66 .<br />
In quest’uomo s’unirono energie che ci confondono. E',<br />
però, facile districare in lui <strong>la</strong> conclusione delle correnti<br />
intellettuali che abbiamo analizzato in precedenza. Nel<strong>la</strong><br />
66 Quale fu esattamente <strong>la</strong> colpevolezza di Gilles de Rais, è impossibile<br />
da stabilire con precisione. “Un mistero impenetrabile pesa ancora sul<strong>la</strong><br />
ver<strong>it</strong>à” (Lea, Inquis., III, 585) Il popolo ha legato questa storia al<strong>la</strong><br />
leggenda più vecchia di Barbablù. <strong>La</strong> stirpe de Rais si spense nel 1502.<br />
<strong>La</strong> baronia de Rais fu assegnata poi ai Gondi ed il nome divenne di<br />
nuovo celebre con il cardinale di Retz.
sua ingenu<strong>it</strong>à di v<strong>it</strong>tima, aveva soprattutto <strong>la</strong> fede: quel<strong>la</strong><br />
predicata dal clero del suo secolo, nel<strong>la</strong> realtà delle poteri<br />
magici. Tale credenza contribuì al suo smarrimento tanto<br />
quanto i suoi vizi, e forse anche di più a giudicare dai fatti<br />
dimostrati.<br />
E’ <strong>la</strong> stessa credenza che fece del<strong>la</strong> Pulzel<strong>la</strong>, di cui era stato<br />
l’eroico compagno, una v<strong>it</strong>tima non meno tragica di lui. Non<br />
è perché Cauchon era vescovo che questo crimine ricade<br />
sul<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>. E’ perché lo stato di cose, delle credenze e<br />
delle anime, che fatalmente conducevano Giovanna verso<br />
<strong>la</strong> sua orribile fine, era opera del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>. Diffondendo ed<br />
imponendo <strong>la</strong> sua credenza nelle opere diaboliche,<br />
p<strong>la</strong>smando le anime, creando loro un mondo allucinatorio<br />
in cui si muovevano e regnavano gli spir<strong>it</strong>i infernali, <strong>la</strong><br />
<strong>Chiesa</strong>, da molto tempo, con le sue mani, pezzo dopo pezzo<br />
erigeva il rogo al quale Cauchon non ebbe più che da<br />
appiccare <strong>la</strong> fiamma. Di tutte le streghe, fol<strong>la</strong> senza numero<br />
e troppo dimenticata, <strong>la</strong> Pulzel<strong>la</strong> è solo <strong>la</strong> più illustre. Non<br />
c’è da stupirsi se uno storico del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>, J. Baissac, le<br />
dedica il suo libro. “A Giovanna <strong>la</strong> Pulzel<strong>la</strong>, erronea<br />
indovina, ido<strong>la</strong>tra, invocatrice di diavoli, b<strong>la</strong>sfema di Dio e<br />
dei suoi santi e sante, scismatica e che smarrì molte volte<br />
nel<strong>la</strong> fede Gesù Cristo 67 ”. Ecco quello che dice uno storico<br />
tedesco: “Quest’essere sublime, dice Geoges Conrad Horst,<br />
quest’eroina meravigliosa in un fragile involucro di donna è<br />
stata incontestabilmente <strong>la</strong> più celebre di tutte le streghe<br />
67 Passaggio estratto dal<strong>la</strong> lettera scr<strong>it</strong>ta in nome del re Errico VI, ai<br />
vescovi, duchi, conti, ed altri nobili, ed ai comuni del regno di Francia,<br />
sei giorni dopo l’esecuzione del mercoledì 30 maggio 1431, e tradotta in<br />
lingua dell’epoca. E’ <strong>la</strong> dedica dell’opera cap<strong>it</strong>ale, in lingua francese,<br />
sul<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>, opera che, con l’ammirevole Histoire de<br />
l’Inquis<strong>it</strong>ion di Lea, ci ha serv<strong>it</strong>o costantemente in questo <strong>la</strong>voro. -<br />
J.Paissac, Le Grands jours de <strong>la</strong> Sorcellerie, Parigi, Klicksieck, 1890.
che sono state bruciate. Da una v<strong>it</strong>a piena del meglio che<br />
termina sul rogo, non ne ricaverà altro vantaggio che <strong>la</strong><br />
gloria di figurare eternamente, tra gli immortali del suo<br />
sesso, molto al di sopra delle migliaia d’altri del<strong>la</strong> miserabile<br />
accozzaglia comune che morì del<strong>la</strong> stessa morte. A<br />
quest’essere strano, così elevato, nel quale <strong>la</strong> bellezza e <strong>la</strong><br />
dign<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> donna hanno avuto <strong>la</strong> più alta espressione,<br />
ogni donna, in ogni paese, dovrebbe, ed a ragione, ogni<br />
anno dedicare una festa. 68 ”E’ da questo punto di vista che<br />
bisogna giudicare <strong>la</strong> storia di Giovanna. Chiunque ha scr<strong>it</strong>to<br />
di lei trascurando gli altri processi di magia e <strong>stregoneria</strong> si<br />
è condannato a fare opera vana. Non ha cap<strong>it</strong>o nul<strong>la</strong><br />
dell’anima del XV secolo nel quale le superstizioni<br />
diaboliche avevano il primo posto 69<br />
68 G-C. Horst. Dœmonomagie oder Geschichte des G<strong>la</strong>ubens an<br />
Zauberei, Francoforte, 1818, t. I, p. 130, c<strong>it</strong>ato da J. Baissac, p. 1.<br />
69 Bisogna vedere come le menti più colte dell’epoca, gli umanisti più<br />
ard<strong>it</strong>i sono colmi di superstizioni grosso<strong>la</strong>ne. Macchiavelli crede, come<br />
Cellini, nell’influenza degli astri sui destini umani. (Discorsi, I, 56) “ Ci<br />
sono, dice Guichardin, esseri eterei che s’intrattengono con gli uomini;<br />
lo so per esperienza” (Ricordi pol<strong>it</strong>ici, CCXII). I filosofi ammettono che<br />
questi stessi spir<strong>it</strong>i si manifestano con i paesaggi ed i sogni. (Ficini,<br />
Theol. P<strong>la</strong>ton. De Import. Anim. Duodevig. Libr., Parigi, 1559-<br />
Macchiavelli, Stor. Fior., IV e VIII- Poggi, Facetiae, fol.174- Pol<strong>it</strong>ine,<br />
Conj. Pact. Commerat., apud Roscoe, Léon X- Piero Valeriano, De<br />
Infelic<strong>it</strong>. L<strong>it</strong>erat.- Ranke, Rœm. Paepsie, I, 247)-<br />
“Ne' Le derisioni di Petrarca (Epist. Senil., III, i) dice Gebhardt, né <strong>la</strong><br />
cr<strong>it</strong>ica sensata dei due Vil<strong>la</strong>ni(III, I; X, 39; XI, “; XII, 4), né il libro di<br />
Pico del<strong>la</strong> Mirando<strong>la</strong>, Contro gli astrologi, guarirono i Medici stessi<br />
dal<strong>la</strong> loro credul<strong>it</strong>à”. Gebhardt, Rabeleis, p. 66-67- Pico del<strong>la</strong> Mirando<strong>la</strong>,<br />
d’altra parte, credeva fermamente nel<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> ed al<strong>la</strong> magia. E’ lui<br />
che ha raccolto e volgarizzato <strong>la</strong> storia di due preti che vivevano in<br />
concubinaggio con Satana. Vedi nell’autobiografia di Benvenuto Cellini,<br />
il singo<strong>la</strong>re racconto di un’evocazione magica al<strong>la</strong> quale se diede nel<br />
Colosseo in compagnia di un prete, di un amico e del giovane Agnolino<br />
Gaddi che mischiò qualche buffoneria al demonismo. V<strong>it</strong>a di B: Cellini,<br />
ed<strong>it</strong>. Di Mi<strong>la</strong>no, 1806, I, 223.
<strong>La</strong> <strong>stregoneria</strong><br />
Cap<strong>it</strong>olo IV<br />
Il XV secolo<br />
I – Prima del<strong>la</strong> Bol<strong>la</strong> Summis desiderantes – Incertezza dei<br />
giudici all’inizio del secolo- <strong>La</strong> <strong>stregoneria</strong> diventa<br />
epidemica- Origine del male – Le prime regioni raggiunte- I<br />
primi processi collettivi- Processo di Guil<strong>la</strong>me Edeline – <strong>La</strong><br />
<strong>stregoneria</strong> (<strong>La</strong> Vaudoisie ) d’Arras<br />
II – <strong>La</strong> Bol<strong>la</strong> – Nasc<strong>it</strong>a dell’epidemia di <strong>stregoneria</strong> sotto<br />
l’influenza del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>- Il “canto di guerra dell’Inferno” –<br />
Occasione- Analisi – Influenza – Il Malleus Maleficarum.<br />
III – Dopo <strong>la</strong> Bol<strong>la</strong> – Gli stregoni del Tirolo e <strong>la</strong> miseria-<br />
Henri Inst<strong>it</strong>or, inquis<strong>it</strong>ore- Le streghe del<strong>la</strong> Lombardia-<br />
Numero immenso di v<strong>it</strong>time – Il male e <strong>la</strong> persecuzione si<br />
estendono all’Italia intera- Ruolo nefasto dei papi.<br />
<strong>La</strong> teoria che considera le operazioni magiche o di<br />
<strong>stregoneria</strong> come reali e come crimine assimi<strong>la</strong>bile<br />
all’eresia, è fondata all’inizio del XV secolo. A servirsene,<br />
però, c’è ancora es<strong>it</strong>azione. Lo spir<strong>it</strong>o d’indipendenza del<br />
Par<strong>la</strong>mento di Parigi si spinge fino ad assolvere, nel 1460, il<br />
curato Yves Fabins, accusato d’aver battezzato e<br />
comunicato un rospo, l’animale caro agli stregoni, mentre a<br />
Soissons è bruciata viva una strega sua complice. 70 Par<strong>la</strong>ndo<br />
di questi casi eccezionali di tolleranza, si è potuto affermare<br />
70 Jacques du Clerc, Mémoires, IV, 33
che nel XV secolo, “il diavolo perdeva terreno” e ricordare<br />
che è anche il tempo in cui Corneille Agrippa osava scrivere<br />
pensando ad un quadro di Lucas de Leyde, che “l’inventore<br />
del<strong>la</strong> cappa con cappuccio [gagoule] è stato il diavolo, dal<br />
quale gli altri monaci e fratelli l’hanno ricevuta come<br />
ered<strong>it</strong>à.” 71<br />
Le disuguaglianze di trattamento, di cui parliamo sono<br />
dovute al fatto che le teorie del sabba non avevano ancora<br />
preso consistenza ed al fatto che <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> non era<br />
ancora epidemica. Si sa che il contagio terribile dei disturbi<br />
mentali li trasforma facilmente in epidemia. Ora, non<br />
c’erano ancora che casi iso<strong>la</strong>ti ed indipendenti.<br />
E’ il XV secolo che vide nascere <strong>la</strong> grand’epidemia, che vide<br />
raggrupparsi e sistematizzarsi i disordini nervosi che<br />
abbiamo analizzato. Dove? In quale paese? Alcuni scr<strong>it</strong>tori<br />
stranieri si sono divert<strong>it</strong>i a add<strong>it</strong>are <strong>la</strong> Francia e le sue<br />
province meridionali. 72<br />
Ecco un nazionalismo davvero imprevisto. Altri, meno<br />
strettamente sciovinisti, convengono che <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>, in<br />
Germania, si ricollega direttamente alle vecchie feste<br />
teutoniche del<strong>la</strong> santa Walpurgis 73 . In ogni modo, è<br />
accertata nel XV secolo, stabilmente insediata in punti<br />
molto diversi 74 .<br />
71 C. Agrippa, De incertt. Et van<strong>it</strong>. Scientiar., c. 25<br />
72 D L. Meyer, Die Periode der Hexenprocesse; J. Scheltema,<br />
Geschiedemis der Heksenprocessen… Haarlem, 1828<br />
73 Th. Wright, Narrative of sorcery; J. Grimm, K. Simrock, Handbuck<br />
der Deutschen Mythol.<br />
74 Già dal 1353, a Tolosa, un processo par<strong>la</strong> di danze di streghe, il<br />
giurista Bartolo (m. 1357), aveva condannato una strega votata al<br />
diavolo, ma non senza stupore su questo nuovo caso. A Berna, Pierre de<br />
Berne, nello stesso periodo circa, aveva già bruciato un gran numero di<br />
stregoni.
A Roma è bruciato, nel 1424, Funicel<strong>la</strong>, per aver stregato<br />
svariate persone. In Svizzera, Pietro di Berna aveva visto <strong>la</strong><br />
setta cost<strong>it</strong>uirsi, con a capo un certo Scavi, poi col suo<br />
discepolo Poppo, poi con Stœdeli. Nel 1453, <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong><br />
esplode in forma epidemica, in Normandia. L’anno<br />
precedente, una strega giudicata a Provins, dichiarava<br />
ancora che in Francia ed in Borgogna c’erano in tutto non<br />
più di sessanta streghe. Nel<strong>la</strong> Franche-Comté, il male colpi<br />
nello stesso anno 1453. <strong>La</strong> Germania vede, già dal 1456,<br />
bruciare streghe affiliate al<strong>la</strong> setta, - vale a dire affette dal<br />
male epidemico- a Heidelberg, e nel 1456, a Colonia, dove<br />
le poveracce avevano provocato una ge<strong>la</strong>ta distruttrice. Per<br />
Bodin, <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> di <strong>stregoneria</strong> era in Spagna, a Toledo, da<br />
moltissimo tempo. E queste non sono altro che “indicazioni<br />
sparse su tutto un insieme di fatti che non attirarono mai<br />
l’attenzione pubblica o non furono registrati dagli storici. 75<br />
Gli scr<strong>it</strong>tori del<strong>la</strong> Lorena hanno conservato il ricordo di<br />
parecchi processi che avevano fatto scalpore e preludevano<br />
alle terribili esecuzioni dei secoli successivi.<br />
Nel 1408, “ ci fu una gran rovina di donne che, si diceva,<br />
avessero rapporti e b<strong>la</strong>ndizie con un certo gentiluomo che<br />
aveva un castello nelle Vôges ed era chiamato Romaric<br />
Bertrand… Con scienza negromantica e stregonesca aveva<br />
messo a mal part<strong>it</strong>o molte ragazze e donne”. Fu così che in<br />
una so<strong>la</strong> notte, da mezzanotte alle due, “aveva avuto gioiosi<br />
amori e rapporti con donne che furono nel buon numero di<br />
diciotto”. Compiva queste prodezze con l’aiuto di filtri<br />
amorosi ed è senza dubbio per ricordarle che il diavolo fu<br />
talvolta chiamato Signor Bertrand dagli stregoni. 76<br />
75 Lea, Inquis<strong>it</strong>ion, III, 537<br />
76 J. Bourbon, Chroniques, etc., p. 33- I soprannomi più frequenti di<br />
Satana nei suoi incontri amorosi erano: Verdelet, Jolibois, Perrin, Nanel,<br />
Saute-Buisson.
A Senones fu giustiziato nel 1428 una certa Idate, moglie di<br />
Colin Paternostre du Mesnil. Questa era accusata di<br />
<strong>stregoneria</strong> (triage) e divinazione (génocherie) [cf. nota piè<br />
di pagina, ndt]. Si fece venire per l’occasione un inquis<strong>it</strong>ore<br />
da Metz 77 .<br />
I più noti affari contemporanei sono: il processo di<br />
Guil<strong>la</strong>ume Edeline e quello degli stregoni d’Arras.<br />
Guil<strong>la</strong>me Edeline, dottore in teologia, monaco benedettino<br />
dell’abbazia di Lure, <strong>la</strong>sciò un giorno il suo r<strong>it</strong>iro per pregare<br />
<strong>la</strong> fals<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>, l’inan<strong>it</strong>à delle pratiche magiche e<br />
<strong>la</strong> pietà per gli stregoni. Dimostrava che il sabba non era<br />
altro che una favo<strong>la</strong> accred<strong>it</strong>ata dall’ignoranza. <strong>La</strong> sua<br />
eloquenza fu coinvolgente e le fu dovuta in gran parte <strong>la</strong><br />
tolleranza re<strong>la</strong>tiva dell’inizio del XV secolo.<br />
Guil<strong>la</strong>ume Edeline, conosciuto da allora con il nome di<br />
Guil<strong>la</strong>ume di Lure, arrivò così fin nel Po<strong>it</strong>ou e <strong>la</strong> sua<br />
immensa reputazione lo fece nominare professore di<br />
teologia a Po<strong>it</strong>iers. Era nel medesimo tempo priore di Saint-<br />
Germain-en-<strong>La</strong>ye. <strong>La</strong> disgrazia volle, però, che fosse anche<br />
lui accusato di <strong>stregoneria</strong>, denunciato simultaneamente al<br />
vescovo di Po<strong>it</strong>iers, Pierre de Combont ed al vescovo<br />
d’Evreux, Guil<strong>la</strong>ume de Floques. Fu aperta una doppia<br />
istruttoria e Edeline finì per confessare, nel<strong>la</strong> cappel<strong>la</strong> del<br />
77 A. Fournier Une épidémie de sorcellerie en Lorraine aux XVI et XVIIe<br />
siècle, Nancy, 1891, p. 7 – M. Fournier aggiunge questa nota filologica:<br />
“Deriva dal basso <strong>la</strong>tino striga, stregone". Genocherie, da gynosco,<br />
contrazione di gyronosco, conoscere l’avvenire con monete e bacchette.<br />
Ai giorni nostri lo stregone è chiamato “genot”. Quindici anni dopo, un<br />
affare di <strong>stregoneria</strong> fece grande scandalo a Nancy. Un prete, Louis<br />
Monzon, mise incinta una ragazza, Guil<strong>la</strong>umette <strong>La</strong>ncon. Per tirarsi<br />
d’imbarazzo, accusa “il Signor Diavolo d’aver rovinato <strong>la</strong> ragazza” in<br />
segu<strong>it</strong>o ad un sortilegio fatto da un certo Michel Adam, anche lui uomo<br />
di chiesa. Michel e Guil<strong>la</strong>umette, sono arrestati, ma protestano<br />
vigorosamente che il diavolo non c’entra niente nell’affare e l’accusatore<br />
spaventato prende <strong>la</strong> fuga.
vescovo d’Evreux, i seguenti misfatti: da anni frequentava il<br />
sabba, vi andava a cavallo ad un manico di scopa, vi adorava<br />
il diavolo sotto forma di un ariete nero, o di un caprone, o<br />
di un uomo, vi aveva rinnegato <strong>la</strong> fede e aveva come<br />
complice una signora cavallerizza. Per contratto<br />
sinal<strong>la</strong>gmatico, si era impegnato a predicare <strong>la</strong> van<strong>it</strong>à del<strong>la</strong><br />
<strong>stregoneria</strong> e con una manovra satanica l’aveva dichiarata<br />
pura illusione dell’immaginazione. Ecco le ammissioni alle<br />
quali, in un’epoca simile, si poteva indurre una bel<strong>la</strong> e<br />
nobile intelligenza.<br />
Di conseguenza, il 12 dicembre 1453, Edeline fu<br />
condannato dalle autor<strong>it</strong>à d’Evreux al<strong>la</strong> prigione perpetua,<br />
in catene ed a pane ed acqua. Davanti al<strong>la</strong> fol<strong>la</strong> accorsa, il<br />
condannato fu esposto, con il capo coperto da una m<strong>it</strong>ra.<br />
L’inquis<strong>it</strong>ore ricordò le sue bril<strong>la</strong>nti campagne contro i<br />
processi di <strong>stregoneria</strong> ed egli rivendicò l’enorm<strong>it</strong>à del suo<br />
crimine. <strong>La</strong> voce spezzata dai singhiozzi, Guil<strong>la</strong>ume chiese<br />
perdono a Dio, al vescovo, al<strong>la</strong> giustizia, si raccomandò alle<br />
preghiere degli assistenti e fu condotto, incatenato nel<strong>la</strong><br />
segreta dal<strong>la</strong> quale non doveva mai più uscire. Un mattino<br />
fu trovato morto, in ginocchio, in atteggiamento di<br />
preghiera 78 .<br />
78 Petri Mamoris, F<strong>la</strong>gellum Hœrelicorum, in-8, 1621 ( senza luogo). E’<br />
l’opera di un contemporaneo d’Edeline- Bodin. Démonomanie,<br />
prefazione, p.3; Refut. De Wier, fol. 219. Bodin fra gli altri dettagli par<strong>la</strong><br />
del<strong>la</strong> “sua confessione che si trova ancora nei registri di Po<strong>it</strong>iers, come<br />
so da Salvert, presidente di Po<strong>it</strong>iers”. Jacquier, F<strong>la</strong>gellum Hœrelicorum,<br />
8°, Francoforte, 1581. Jacquier ha conosciuto Edeline al tempo del<strong>la</strong> sua<br />
prosper<strong>it</strong>à.- Enguerrand de Monstrelet, Chroniques, in-8°, Parigi, - Pierre<br />
Mattayer, 1595, t. III, p.63.- Jules Garinet, Histoire de <strong>la</strong> magie en<br />
France depuis le commencement de <strong>la</strong> monarchie jusqu’à nos jours, in-<br />
8°, Parigi, Fouloy, 1818.- Bull. de <strong>la</strong> Soc. Des Antiquaires de l’Ouest,<br />
1856, I trim., articolo di M. Bonsergent, bibl. di Po<strong>it</strong>iers- Masson Saint-<br />
Amand, Essais historiques et anecdotiques sur l’ancien comté d’Evreux,<br />
p. 208 e 209- A, Déy, Hist. De <strong>la</strong> Sorcellerie au Comté de Bourgogne,
Si accusavano le sue prediche d’aver accresciuto il numero<br />
di stregoni impedendo ai giudici di punirli. Post hoc ergo<br />
propter hoc. Si vede, almeno, che l’epidemia continuava le<br />
devastazioni.<br />
Qualche anno più tardi cominciava il gran processo d’Arras.<br />
Fu avviato Nel<strong>la</strong> Champagne, a <strong>La</strong>ngres, dove nel 1459,<br />
durante lo svolgimento del cap<strong>it</strong>olo generale dei<br />
domenicani, fu bruciato un erem<strong>it</strong>a accusato di <strong>stregoneria</strong>,<br />
Robinet de Vaux. Robinet sotto torture, come succede in<br />
casi simili, aveva denunciato i suoi complici, tra gli altri<br />
Deniselle, di Douai, “una ragazza di folle v<strong>it</strong>a”, e Jean <strong>la</strong><br />
V<strong>it</strong>te, d’Arras. Come aveva conosciuto quelli che Robinet<br />
accusava? Se pur li conosceva, non arrivò ad indicarli solo<br />
dietro suggerimento dell’inquis<strong>it</strong>ore d’Arras, Pierre le<br />
Brousart, presente al cap<strong>it</strong>olo d’ordine? In ogni caso questi,<br />
al rientro fece arrestare Deniselle e ricercare Jean-<strong>la</strong>-V<strong>it</strong>te.<br />
Era un artista, un cervello un po’ stupido, p<strong>it</strong>tore e poeta di<br />
mestiere, poeta mistico, che componeva bal<strong>la</strong>te per <strong>la</strong><br />
Vergine. Era chiamato l’Abate di poco senno 79 . In prigione, si<br />
8°, Vesoul, 1861, p. 79- Cfr. Del Rio, Disquis,p. 784- A<strong>la</strong>in Chaartier,<br />
Hist. De Charles VII, ann 1453.<br />
79 Jean Frenoye, dice Jean <strong>la</strong> V<strong>it</strong>te, un pio troviero, si scopriva, al<strong>la</strong> fine<br />
dei detti e bal<strong>la</strong>te, esc<strong>la</strong>mando: “ Non ne dispiaccia al mio padrone!”.<br />
Tale padrone fu individuato nel diavolo. Il canonico ortodosso Jean<br />
Molinet stigmatizzò così <strong>la</strong> sua esecuzione:<br />
Ho visto grande <strong>stregoneria</strong> (vauderie)<br />
Pullu<strong>la</strong>re in Arras<br />
Gente carica di fantasticherie<br />
Essere bruciate per giudizio,<br />
Per trent’anni, poi quest’affare<br />
il par<strong>la</strong>mento decretò<br />
che a torto o a ragione<br />
A morte li portò.
tagliò <strong>la</strong> lingua, per ev<strong>it</strong>are d’essere spinto al<strong>la</strong> confessione.<br />
Sapeva tuttavia scrivere e non poté ev<strong>it</strong>are <strong>la</strong> questione.<br />
Allora si decise e furono ammissioni straordinarie. Clero,<br />
nobiltà, gente del popolo, dappertutto denunciava complici,<br />
tutta Arras sembrava doverci passare. Jean de <strong>la</strong> V<strong>it</strong>te non<br />
<strong>la</strong> finiva più di confessare. <strong>La</strong> cosa doveva essere molto<br />
imbarazzante. Si dovettero fermare le sue rive<strong>la</strong>zioni.<br />
Gettavano il discred<strong>it</strong>o sull’affare e nessuno, al di fuori<br />
d’Arras, ci credeva più. Si procedette nondimeno al<strong>la</strong> prima<br />
infornata di v<strong>it</strong>time il 10 maggio 1460. In mezzo delle<br />
fiamme, i poveracci protestavano <strong>la</strong> loro innocenza e<br />
l’Abate di poco senno morì gridando: Jesus autem transiens<br />
per medium illorum. Si fermò ad ibat. Il miracolo sul quale<br />
contava <strong>la</strong> sua fede ingenua, non avvenne.<br />
Si procedette ad una seconda serie d’arresti, questa volta<br />
tra gli ab<strong>it</strong>anti più ricchi e più considerati. Durante una<br />
seconda esecuzione, il 7 luglio, i disgraziati morirono<br />
gridando che le confessioni gli erano state estorte con <strong>la</strong><br />
tortura e protestando <strong>la</strong> loro innocenza. Gli arresti<br />
continuarono. I più ricchi erano i più minacciati. Panico e<br />
terrore regnavano in c<strong>it</strong>tà. Fino ad ottobre, Arras fu in<br />
preda agli inquis<strong>it</strong>ori. Fu una crisi terribile per il commercio<br />
e l’industria. Il malcontento pubblico fu tale che si dovette<br />
fermare ogni nuova azione giudiziaria. Dei quattro ultimi<br />
condannati, uno fu bruciato, dopo aver dichiarato nulle le<br />
confessioni che gli erano state estorte sotto tortura, un<br />
altro fu condannato a venti anni di prigione, a pane ed<br />
acqua, gli ultimi due ne vennero fuori con forti ammende. Il<br />
Dinaux, Trouvères du Nord de <strong>la</strong> France, in-8°, Paris 1843, t. III, p. 309-<br />
Cfr. Nationale Mss, Bibl. roi, in-f Z 1365 . Invectives contre <strong>la</strong> secte de<br />
Vauderie.- Gilles Cartier, decano di Cambral, Sportu<strong>la</strong> fragmentorum,<br />
in-4, gothique, Bruxelles, 1479
esto degli accusati fu rimesso in libertà a condizione di<br />
pagare le spese del<strong>la</strong> carcerazione e di processo, o<br />
<strong>la</strong>sciando parte ei loro averi.<br />
L’affare non era terminato. Le <strong>la</strong>mentele delle v<strong>it</strong>time<br />
finirono per essere ascoltate dal Par<strong>la</strong>mento di Parigi. Fu<br />
ordinata un’inchiesta. Jacques du Boys, dottore in dir<strong>it</strong>to,<br />
decano del cap<strong>it</strong>olo, istigatore d’ogni processo, vedendo<br />
avvicinarsi <strong>la</strong> data del<strong>la</strong> comparizione, fu preso da pazzia. Il<br />
verdetto del Par<strong>la</strong>mento fu emesso soltanto trent’anni<br />
dopo, riabil<strong>it</strong>ando i condannati e annul<strong>la</strong>ndo il<br />
procedimento 80 . Era un po’ tardi. E altri grandi processi<br />
attiravano l’attenzione pubblica. A questa data, in effetti, si<br />
era verificato un avvenimento cap<strong>it</strong>ale: <strong>la</strong> pubblicazione<br />
del<strong>la</strong> famosa Bol<strong>la</strong> Summis desiderantes.<br />
(traduzione Franco Virzo, 2008)<br />
II<br />
Il ruolo rivest<strong>it</strong>o del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> in ciascun processo, lo<br />
vedremo in un cap<strong>it</strong>olo speciale. Una responsabil<strong>it</strong>à più<br />
grave e d’ordine superiore ci ferma qui.<br />
L’adozione del<strong>la</strong> teoria popo<strong>la</strong>re sul<strong>la</strong> realtà degli effetti di<br />
<strong>stregoneria</strong>, aveva avuto <strong>la</strong> conseguenza fatale di fare<br />
un’eccellente propaganda agli stregoni leg<strong>it</strong>timando nello<br />
stesso tempo i supplizi più crudeli.<br />
S’inaugura quindi <strong>la</strong> persecuzione. Oggi, però, sappiamo<br />
qual è il risultato delle persecuzioni: ovvero quello di<br />
80 Jacques de Clercq, Memoires, IV – Mathieu de Coussy, Chroniques,<br />
129 – Martène, Ampl. Collect., V, 501- Du Verger, <strong>La</strong> Vauderie dans les<br />
etats de Philippe-le-bon, Arras, 1885- Biblioth. Roy. De Bruxelles,<br />
MSS, na 2296 – Les Inquis., III, 520.
consolidare i persegu<strong>it</strong>ati nel<strong>la</strong> loro credenza e di<br />
moltiplicarne il numero in maniera illim<strong>it</strong>ata.<br />
Si consideri, in oltre, che <strong>la</strong> base fisiologica del male di<br />
<strong>stregoneria</strong> era cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da disturbi mentali e si<br />
comprenderà che disordini di questo genere, il cui contagio<br />
è ben conosciuto dagli alienisti, dovevano prendere da qui<br />
uno sviluppo preoccupante. Non è tutto, però. A questi<br />
deboli mentali, <strong>la</strong> cui predisposizione s’incrementa con le<br />
miserie e le sofferenze del<strong>la</strong> guerra dei Cento anni, i<br />
processi per <strong>stregoneria</strong> apportavano una suggestione<br />
multip<strong>la</strong> e ossessiva. Su ordine dei sinodi, dei vescovi, dei<br />
papi, si ripeteva nelle chiese, davanti al popolo riun<strong>it</strong>o, in<br />
alcune diocesi ogni domenica, le minacce contro ogni specie<br />
di magia e di <strong>stregoneria</strong>. Nelle inchieste e nei<br />
procedimenti, gli inquis<strong>it</strong>ori, sullo stesso argomento,<br />
facevano par<strong>la</strong>re davanti al<strong>la</strong> fol<strong>la</strong> un predicatore da loro<br />
scelto. Per atterrire l’immaginazione del popolo, gli si<br />
ricordavano i misfatti ed i supplizi dei principali colpevoli<br />
degli anni precedenti e di paesi lontani. Si creava tutta una<br />
letteratura con <strong>la</strong> quale erano accuratamente trasmessi i<br />
racconti c<strong>la</strong>ssici. Si creava in questo modo una vera<br />
ossessione per le menti.<br />
Di fronte ad un’accusa di <strong>stregoneria</strong>, si scongiuravano i<br />
sospettati di confessare i loro misfatti. Si formò presto una<br />
lista tipo di crimini, un questionario stereotipo, se oso dire,<br />
che era infl<strong>it</strong>to ad ogni accusato. Poi veniva <strong>la</strong> tortura. I<br />
malcap<strong>it</strong>ati erano messi sotto pressione con nuove accuse,<br />
gli si ripeteva con insistenza <strong>la</strong> lista dei crimini che doveva<br />
aver commesso. E queste scene si ripetevano, si<br />
moltiplicavano, durante lunghi mesi. Nel frattempo c’era<br />
l’oscur<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> galera, <strong>la</strong> sol<strong>it</strong>udine ed il silenzio, cose<br />
terribili per immaginazioni ma<strong>la</strong>te. Era il regime estenuante
dei prigionieri. Caratteri solidi, e più di un esempio lo<br />
dimostra, non resistevano a simile trattamento. Che ne<br />
doveva allora essere per le povere donne v<strong>it</strong>time del<strong>la</strong><br />
suspicione popo<strong>la</strong>re? Nul<strong>la</strong> rive<strong>la</strong> quanto gli interrogatori<br />
raccolti dai cancellieri. <strong>La</strong> sfortunata lotta innanz<strong>it</strong>utto<br />
contro le imputazioni degli accusatori. Giura <strong>la</strong> sua<br />
innocenza. E’ condotta nel<strong>la</strong> camera di tortura. Incapace di<br />
resistere al dolore, non prova più a negare. Non ha fatto<br />
incantesimi, sortilegi, frequentato i sabba? Sì. Non ha visto<br />
nelle assemblee notturne volti a lei noti? Sì. Altrettante basi<br />
per nuove persecuzioni. <strong>La</strong> tortura cessa. Alcuni giorni<br />
dopo, nuovo interrogatorio, nuovi dinieghi. Nuove torture,<br />
però, e nuove ammissioni.<br />
L’interrogatorio ined<strong>it</strong>o di Susanna Gaudry, di cui si<br />
troveranno degli estratti al<strong>la</strong> fine di questo volume, è tipico<br />
al riguardo. <strong>La</strong> povera donna, secondo gli atti del processo,<br />
è affetta da “sord<strong>it</strong>à”, è “mezza cieca”, ha <strong>la</strong> memoria così<br />
debole che non ricorda <strong>la</strong> sua età. E’ evidentemente una<br />
degenerata. Essa nega dapprima. Non ha ud<strong>it</strong>o nul<strong>la</strong>, visto<br />
nul<strong>la</strong> distintamente. E’ facilmente comprensibile visto<br />
l’ebetaggine dei suoi sensi. Si ricorre al<strong>la</strong> tortura: non lesina<br />
più sulle ammissioni. Un mese dopo, r<strong>it</strong>orna sul<strong>la</strong> prima<br />
confessione. <strong>La</strong> tortura! Prima nega, ma sub<strong>it</strong>o dopo “tirata<br />
sul<strong>la</strong> questione”, vale a dire sul tavolo di tortura, fa nuove<br />
confessioni. Si capisce allora che dir<strong>it</strong>to si avesse<br />
d’infliggerle fortemente prima <strong>la</strong> forza e poi il rogo.<br />
Nel<strong>la</strong> maggior parte dei processi verbali, è facile fare<br />
constatazioni analoghe.<br />
I dibattimenti del processo, prolungati per mesi, e per mesi<br />
occupanti l’opinione pubblica, il supplizio stesso dei<br />
condannati poi, con le solenn<strong>it</strong>à da cui era avvolto ed i
commenti di cui era inev<strong>it</strong>abilmente l’oggetto, tutto questo<br />
cost<strong>it</strong>uiva ancora una nuova suggestione.<br />
In un vil<strong>la</strong>ggio del XV secolo, iso<strong>la</strong>to dal<strong>la</strong> v<strong>it</strong>a esterna,<br />
abbandonato alle proprie impressioni, al<strong>la</strong> reazione dei<br />
terrori superstiziosi di ciascuno dei suoi ab<strong>it</strong>anti, si finiva col<br />
non aver più un cervello sano e si vide più di una volta,<br />
come nei secoli seguenti, interi vil<strong>la</strong>ggi affetti dal male di<br />
<strong>stregoneria</strong>.<br />
Si creò e si diffuse in tal modo l’epidemia attraverso<br />
l’Europa. <strong>La</strong> principale causa del<strong>la</strong> sua nasc<strong>it</strong>a risiede nei<br />
procedimenti barbari utilizzati prima contro le streghe<br />
dall’epoca precedente. Il male irreparabile era stato<br />
d’assimi<strong>la</strong>re <strong>la</strong> magia all’eresia, dopo che l’Inquisizione<br />
trattava già l’eresia con <strong>la</strong> maniera forte.<br />
Si vedono le due tappe del<strong>la</strong> responsabil<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> nei<br />
sanguinosi processi che terrorizzeranno i secoli. <strong>La</strong> prima,<br />
soprattutto teorica, è di aver ceduto al<strong>la</strong> corrente popo<strong>la</strong>re,<br />
che teneva dal paganesimo <strong>la</strong> credenza al<strong>la</strong> magia. <strong>La</strong><br />
seconda, in amb<strong>it</strong>o pratico, è d’aver esaltato le<br />
immaginazioni, col supplizio di maghi e stregoni, e creato di<br />
sana pianta, in un ambiente predisposto, L’Epidemia degli<br />
stregoni.<br />
Ognuna delle misure di rigore, ciascun atto pubblico,<br />
destinato a guarire il male, non ha avuto altro effetto se<br />
non quello d’esasperarlo. Le bolle di Giovanni XXII sono<br />
l’origine primaria dell’epidemia 81 . <strong>La</strong> famosa bol<strong>la</strong><br />
d’Innocenzo VIII del 1484, ha tuttavia ampliato il male in<br />
proporzioni inaud<strong>it</strong>e. Con essa, ha inizio un’epoca, un’epoca<br />
di sangue e di vergogna. Uno storico protestante a potuto<br />
81 Vedi in Documenti
dire di questa bol<strong>la</strong> che era “il canto di guerra<br />
dell’Inferno! 82 ” talmente le conseguenze ne furono terribili.<br />
Questa fu provocata dal<strong>la</strong> consistente espansione avuta<br />
dall’epidemia nell’Alta Germania, nel<strong>la</strong> diocesi di Magonza,<br />
Colonia, Treviri, Salisburgo e Brema. Due inquis<strong>it</strong>ori,<br />
dell’ordine di San Domenico avevano intrapreso delle<br />
persecuzioni. Si formò, tuttavia, sub<strong>it</strong>o un’opposizione,<br />
poiché chierici e <strong>la</strong>ici negarono agli inquis<strong>it</strong>ori il dir<strong>it</strong>to al<strong>la</strong><br />
giurisdizione delle cause di <strong>stregoneria</strong>. Per spezzare<br />
quest’opposizione il papa Innocenzo VII emise, il 9<br />
dicembre 1484, quel<strong>la</strong> bol<strong>la</strong> di sinistra memoria che<br />
comincia con le due parole: Summis desiderantes… Con<br />
questo documento ufficiale, conferma <strong>la</strong> realtà dei crimini<br />
di <strong>stregoneria</strong>, in ogni variante: incubo e succubo,<br />
incantesimi e sortilegi, steril<strong>it</strong>à trasmessa dagli uomini al<strong>la</strong><br />
natura, produzione di ma<strong>la</strong>ttie, epidemie ed epizoozie e<br />
“diversi altri crimini abominevoli”. Poi conferisce ai due<br />
inquis<strong>it</strong>ori ogni potere per persegu<strong>it</strong>are, nell’Alta Germania,<br />
imprigionare e punire i colpevoli, di qualsiasi condizione.<br />
Chiunque si opporrà in qualche modo al loro ufficio, sarà<br />
scomunicato e colp<strong>it</strong>o da pene ancora più terribili.<br />
L’effetto di questa bol<strong>la</strong> fu considerevole. L’imperatore<br />
Massimiliano prese i due Inquis<strong>it</strong>ori sotto <strong>la</strong> sua protezione<br />
(6 novembre 1486) e l’Univers<strong>it</strong>à di Colonia li esortò “ a<br />
proseguire con zelo il loro comp<strong>it</strong>o”.<br />
Questi due inquis<strong>it</strong>ori erano Henri Inst<strong>it</strong>or e Jacob Sprenger,<br />
tristemente celebri per il loro famoso Malleus Maleficarum,<br />
stampato a Colonia, due anni dopo <strong>la</strong> bol<strong>la</strong> 83 e che fu da<br />
allora consultato con lo stesso rispetto di un libro ispirato.<br />
Era lo sviluppo del<strong>la</strong> dottrina d’Innocenzo VIII, arricch<strong>it</strong>o da<br />
82 Schwager, Hexenprocesse, c<strong>it</strong>ato da Baissac, loc. c<strong>it</strong>., p. 11<br />
83 H. Inst<strong>it</strong>or e Jacob Spreng., Malleus Maleficarum, in-4°, Colonia,<br />
1486.
una molt<strong>it</strong>udine d’aneddoti straordinari destinati a<br />
dimostrare <strong>la</strong> teoria. Nelle edizioni posteriori, nuovi<br />
racconti furono aggiunti, riun<strong>it</strong>i nel<strong>la</strong> Fourmilière di Jean<br />
Nider 84 . Si vede in questi racconti come, per esempio, si<br />
produce <strong>la</strong> grandine e <strong>la</strong> pioggia. Niente di più semplice:<br />
fare un piccolo buco, versarvi dell’acqua, rimestare<br />
pronunciando il nome dei vil<strong>la</strong>ggi o delle navi sulle quali si<br />
deve scatenare <strong>la</strong> tempesta. Sprenger ha conosciuto una<br />
vecchia donna che, con questo semplice procedimento,<br />
aveva distrutto ventotto leghe di terra molto fertile. In<br />
mancanza d’acqua, <strong>la</strong> strega usava un liquido “più lurido”<br />
ma non meno efficace. Spencer lo ha ancora visto. Ha visto<br />
anche molte altre cose. Ha visto giovanotti bruscamente<br />
spogliati di un organo che generalmente i sortilegi si<br />
accontentavano di “legare”. “Passando con <strong>la</strong> mano, dice,<br />
non si percepiva nemmeno un’asper<strong>it</strong>à”. Niente di<br />
stupefacente in questo: le streghe collezionavano questi<br />
ninnoli. “N’ammassavano fino a venti o trenta, afferma<br />
Nider, in nidi o scrigni” e sa che alcuni, per rientrare in<br />
possesso dei loro beni, hanno dovuto arrampicarsi sugli<br />
alberi e scegliere tra <strong>la</strong> collezione nel nido meraviglioso,<br />
quello che gli apparteneva.<br />
Ecco un campione di questo libro cap<strong>it</strong>ale. S’incrementò<br />
sempre, ad ogni edizione, di scr<strong>it</strong>ti contro <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> e<br />
finì per formarne una voluminosa raccolta. Il numero delle<br />
sue edizioni è <strong>la</strong> prova del<strong>la</strong> straordinaria influenza che<br />
ebbe sulle menti. Con il Malleus, l’orda dei persecutori si<br />
scatenò.<br />
III<br />
84 Formicarium Joannis Nideri suevi, aggiunto in appendice al Malleus<br />
nell’edizione di Francoforte, 1588.
I primi fatti memorabili si svolsero nel Tirolo. Già nel 1485,<br />
<strong>la</strong> bol<strong>la</strong> d’Innocenzo VIII vi fu pubblicata e lo sterminio<br />
cominciò. Il vescovo di Brixen e l’arciduca Sigismondo<br />
diedero pieni poteri a Henri Ist<strong>it</strong>or ed il 14 ottobre il<br />
tribunale inquis<strong>it</strong>orio si mise all’opera. Dopo un mese, però,<br />
gli arresti erano stati talmente numerosi che il vescovo<br />
aveva avuto paura di una sommossa popo<strong>la</strong>re. Tentò di<br />
fermare l’inquis<strong>it</strong>ore e le sue procedure giudiziarie.<br />
Inutilmente, d’altra parte, dato che parecchi mesi dopo, se<br />
ne <strong>la</strong>mentava ancora nei seguenti termini: “Questo monaco<br />
mi è di grande imbarazzo nel<strong>la</strong> diocesi…L’età mi sembra<br />
averlo ridotto del tutto allo stato infantile”. Gli arresti si<br />
moltiplicavano, sempre con lo sbocco tragico ab<strong>it</strong>uale. Il<br />
rimbambimento dell’inquis<strong>it</strong>ore Inst<strong>it</strong>or favorì <strong>la</strong> tragedia di<br />
cui <strong>la</strong> stessa corte di Sigismondo fu teatro. Un intrigo ord<strong>it</strong>o<br />
contro l’arciduchessa Caterina di Sassonia si sforzò di<br />
persuadere l’arciduca che sua moglie voleva avvelenarlo.<br />
Piazzarono una miserabile in un forno, in cui rivestiva il<br />
ruolo del diavolo rive<strong>la</strong>tore e questa denunciò una<br />
molt<strong>it</strong>udine di persone che furono torturate. Denunciò <strong>la</strong><br />
stessa Caterina di Sassonia. Il vescovo fece prova di gran<br />
giudizio riuscendo ad ottenere <strong>la</strong> partenza d’Inst<strong>it</strong>or, che<br />
andò a continuare le sue imprese in Germania e divenne poi<br />
professore di teologia a Salisburgo.<br />
Sigismondo, messo in ag<strong>it</strong>azione dagli scompigli coniugali<br />
che gli aveva rive<strong>la</strong>to il monaco, ne fece non di meno<br />
continuare i processi dal tribunale che aveva organizzato<br />
Inst<strong>it</strong>or. <strong>La</strong> tortura ed il rogo continuarono i loro disastri. Le<br />
confessioni degli sventurati ci mostrano che l’origine del<br />
male era per lo più dovuta al<strong>la</strong> miseria. Julienne Winckler<br />
(1492) si siede nel<strong>la</strong> luppoliera, estenuata dal<strong>la</strong> stanchezza
e dal<strong>la</strong> fame. Suo mar<strong>it</strong>o è morto, non è più in grado di<br />
sfamare i figli, gambe e braccia non le permettono più di<br />
guadagnarsi da vivere. A questo punto le appare Satana e le<br />
rega<strong>la</strong> delle carni che non nutrono. Anna Misler piange<br />
davanti al<strong>la</strong> sua porta, all’imbrunire. Anche lei ha perduto il<br />
mar<strong>it</strong>o. Suo figlio è un cattivo soggetto che ha rovinato <strong>la</strong><br />
povera vedova. Satana s’avvicina, le riempie d’oro le mani<br />
tese, ma l’oro svanisce, quando questa rientra a casa. E’<br />
ancora <strong>la</strong> miseria che fa aderire a Satana Anna Oberharder,<br />
Catherine Hasebrieder, schiacciata dai deb<strong>it</strong>i, Catherine<br />
Moser, condannata al<strong>la</strong> più miserevole esistenza, <strong>la</strong><br />
Mesmerin di Sanct Christanz, che si disperava durante <strong>la</strong><br />
notte perchè non poteva nutrire i suoi bambini in tenera<br />
età. A tutte queste sventurate, il diavolo serve splendidi<br />
banchetti in cui <strong>la</strong> carne è di poca sostanza ed il vino non<br />
disseta. L’immaginazione trasporta le poveracce sulle<br />
montagne dirupate del Tirolo, in qualche <strong>la</strong>nda, in qualche<br />
prateria, dove assistono al sabba. Vi affluiscono perché si<br />
mangia. Il banchetto è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da animali rubati ai<br />
proprietari, ma accuratamente rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i l’indomani mattina.<br />
Talvolta sono dei bambini ad essere serv<strong>it</strong>i arrosto. Le madri<br />
li r<strong>it</strong>rovano il giorno dopo e non dub<strong>it</strong>ano di nul<strong>la</strong>, ma questi<br />
non tardano a morire e gli iniziati sanno perché. Oltre<br />
all’assassinio satanico, si praticava anche l’arte delle<br />
tempeste e delle grandinate 85 .<br />
E’ facile cogliere in questi racconti l’allucinazione da cui<br />
provenivano le confessioni dei miserabili. L’allucinazione,<br />
però, conduceva allora al supplizio.<br />
Dal Tirolo, <strong>la</strong> persecuzione passò in Lombardia e l’alta Italia<br />
tutta. Per dire che non mancava nul<strong>la</strong> a quello che Stendhal<br />
85 L. Rapp. Die Hexenprocesse und ihre Gegner aus Tirol.<br />
-Fr. Sinnacher, Gesch. Der Kirche von Sâben und Brixen<br />
- J. Baissac, ouv, c<strong>it</strong>é p. 20 e seg.
chiamò “<strong>la</strong> meno imperfetta incarnazione del diavolo”,<br />
Alessandro VI, con una bol<strong>la</strong> speciale, decise il massacro 86 .<br />
Gli stessi misfatti che Innocenzo VIII attribuiva agli stregoni,<br />
gli sono imputati da Alessandro VI che incarica l’inquis<strong>it</strong>ore<br />
Angelo da Verona “di ricercare diligentemente, punire e<br />
castigare” chiunque si dedichi al<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>. I supplizi<br />
cominciarono. Bartolomeo Spina riporta che furono<br />
bruciate più di mille streghe in un anno in Lombardia e ciò<br />
per venticinque anni. Giulio II, con un breve, volle ancora<br />
spronare lo zelo degli inquis<strong>it</strong>ori ed ordinò loro di estirpare<br />
il male “col ferro e col fuoco”. Verona, Cremona, Brescia,<br />
Bergamo, Bologna, furono successivamente decimate.<br />
Leone X stimolò <strong>la</strong> persecuzione con una nuova bol<strong>la</strong>, in<br />
data 15 febbraio 1521 87 . Adriano VI, il 29 luglio 1523,<br />
Clemente VII, il 18 gennaio 1524, presero misure analoghe.<br />
Nel<strong>la</strong> so<strong>la</strong> contea di Burbia, nei pressi di Como, 41 donne<br />
furono bruciate. Il totale delle v<strong>it</strong>time è impossibile da<br />
determinare. Secondo le cifre di Bartolomeo da Spina,<br />
scr<strong>it</strong>tore di demonologia contemporaneo, per <strong>la</strong> Lombardia<br />
bisognerebbe contarne più di venticinquemi<strong>la</strong> 88 . L’Italia<br />
intera fu invasa verso l’inizio del XVI secolo. Il male<br />
prendeva proporzioni paurose. Nel 1510, furono bruciate<br />
settanta donne ed altrettanti uomini a Brescia. Nel 1514,<br />
trecento a Como, nel 1518, settanta streghe nel<strong>la</strong><br />
Valcamonica mentre un quarto del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione fu<br />
accusato e sospettato. Queste poche indicazioni<br />
frammentarie che ci sono pervenute non sono altro che<br />
segnali che possono guidare <strong>la</strong> nostra valutazione,<br />
insufficienti, però, per un’esatta statistica. Qui, come<br />
86 <strong>La</strong> bol<strong>la</strong> Cum acceperimus, vedi al<strong>la</strong> fine del volume<br />
87 Vedi in documenti<br />
88 Bart. De Spina, O. P., Questio de Strygibus, 1523 e In Ponzinibium de<br />
<strong>La</strong>mis Apologia.
altrove, non si saprà verosimilmente mai il numero di<br />
sventurati che perirono 89 .<br />
Gli orribili crimini del XV secolo non sono pur tuttavia<br />
ancora che un preludio.<br />
Inizi del XVI secolo<br />
Cap<strong>it</strong>olo V<br />
I – Tentativi di resistenza – Venezia, sommosse popo<strong>la</strong>ri<br />
- Cornelius Agrippa.<br />
II – Apparizioni e Spir<strong>it</strong>i da commedia – Hans Jetzer ed i<br />
domenicani di Berna- L’immaco<strong>la</strong>ta Concezione- Apparizioni<br />
simu<strong>la</strong>te- Processo e supplizio dei domenicani – I<br />
cordiglieri d’Orleans e lo spir<strong>it</strong>o del<strong>la</strong> moglie del prevosto<br />
[<strong>la</strong> Prévôte, ndt] – Loro condanna.<br />
III - <strong>La</strong> <strong>stregoneria</strong> in Spagna – Il curato di Bargota ed i<br />
suoi viaggi aerei- Come protegge il papa contro un mar<strong>it</strong>o<br />
trad<strong>it</strong>o- Il dottor Torralba.<br />
89 Archivi di Venezia, Misti. Concil., X, vol. 44. p. 7.<br />
Lea, Inquis., III, 546. – Baissac, p. 40<br />
I
Naturalmente una procedura di questa sorta non poteva<br />
instaurarsi senza generare tentativi di resistenza. Il più<br />
vigoroso venne dal<strong>la</strong> repubblica di Venezia.<br />
Venezia aveva leggi contro <strong>la</strong> magia e le faceva applicare dai<br />
suoi magistrati. Talvolta permetteva all’Inquisizione<br />
d’intervenire, ma ne subordinava il permesso al<strong>la</strong> sua<br />
pol<strong>it</strong>ica nei confronti dei papi 90 .<br />
Quando l’epidemia dei primi anni del XVI secolo, con <strong>la</strong><br />
persecuzione degli inquis<strong>it</strong>ori, si fu aggravata con una<br />
rapid<strong>it</strong>à spaventosa, il terr<strong>it</strong>orio di Venezia, specialmente<br />
Bergamo e Brescia, soffrì del<strong>la</strong> repressione in maniera<br />
partico<strong>la</strong>re. Leone X aveva designato queste regioni ai rigori<br />
inquis<strong>it</strong>oriali. Per compiacergli, si andò oltre le sue<br />
intenzioni, mettendo in atto una sever<strong>it</strong>à tale che il popolo<br />
se ne <strong>la</strong>gnò e che finalmente <strong>la</strong> repubblica di Venezia si<br />
rifiutò di <strong>la</strong>sciar eseguire le sentenze degli inquis<strong>it</strong>ori. Il<br />
Consiglio dei Dieci era spaventato dal numero d’esecuzioni<br />
e da quello più minaccioso ancora degli arresti e degli<br />
accusati. R<strong>it</strong>enendo che “i <strong>la</strong>ici non hanno alcuna facoltà in<br />
simile materia, l’unica cosa che devono fare è obbedire ed<br />
eseguire 91 ” , Leone X, il 15 febbraio 1521, <strong>la</strong>nciò<br />
fulmineamente <strong>la</strong> bol<strong>la</strong> Honestis, nel<strong>la</strong> quale ordinò agli<br />
inquis<strong>it</strong>ori di colpire con pene e censure canoniche, il<br />
Senato, il Doge e le altre autor<strong>it</strong>à veneziane “se si rifiutano<br />
d’eseguire prontamente, senza revisioni ed esami” le<br />
sentenze da loro pronunciate. Da qui si vede quanto<br />
infondati sono gli apologisti nel pretendere che <strong>la</strong><br />
responsabil<strong>it</strong>à delle misure di rigore e dei supplizi ricada sul<br />
90 Con il suo Concordato dell’agosto 1289, con Nico<strong>la</strong> IV, <strong>la</strong> repubblica<br />
di Venezia aveva ammesso l’Inquisizione sul suo terr<strong>it</strong>orio soltanto a<br />
certe condizioni.- V. Fleury, Hist. Eccl. all’anno 1289<br />
91 <strong>La</strong> lotta contro il <strong>la</strong>icismo non data quindi da oggi.
“braccio seco<strong>la</strong>re. 92 ” D’altra parte, il senato di Venezia non<br />
si turbò per questa misura. Si accontentò d’e<strong>la</strong>borare un<br />
rego<strong>la</strong>mento procedurale e serbò l’ultima paro<strong>la</strong>.<br />
Le popo<strong>la</strong>zioni delle campagne, però, non avevano un<br />
Consiglio dei Dieci a difenderle. Spesso, ma senza successo,<br />
provarono a ribel<strong>la</strong>rsi. Abbiamo visto il malcontento del<br />
popolo d’Arras durante il gran processo del secolo<br />
precedente, quello delle popo<strong>la</strong>zioni lombarde, le<br />
<strong>la</strong>mentele del<strong>la</strong> gente di Brescia e d’altri terr<strong>it</strong>ori del<strong>la</strong><br />
repubblica veneziana.<br />
Nel 1517, gli ab<strong>it</strong>anti del<strong>la</strong> Valle dell’Oglio si sollevarono e<br />
fu necessario un intervento del senato di Venezia per<br />
pacificarli. Fatti del genere, che potrebbero essere rilevati in<br />
quant<strong>it</strong>à, sono partico<strong>la</strong>rmente significativi. Provano fino<br />
all’evidenza che il ruolo delle credenze popo<strong>la</strong>ri non è stato<br />
quello che gli apologisti ufficiali vogliono far credere. Il<br />
popolo si è accontentato di passare ai teologi le sue<br />
superstizioni. E’ tuttavia falso che l’Inquisizione abbia<br />
sempre ag<strong>it</strong>o contro maghi e stregoni sotto <strong>la</strong> spinta<br />
dell’opinione popo<strong>la</strong>re: fu invece spesso contro di questa.<br />
L’opinione, che era stata l’artefice di quei crimini, era<br />
diventata un’opinione d’intellettuali e dogmatici: quel<strong>la</strong> dei<br />
teologi.<br />
A tener loro testa, non si vede allora altri che un Cornelius<br />
Agrippa. Questi ebbe fama di sollevarsi contro i processi di<br />
<strong>stregoneria</strong> e di prendere <strong>la</strong> difesa delle v<strong>it</strong>time sventurate,<br />
prima ancora degli Jean Wier, Balthazar Bekker, Freidrich de<br />
Spée, Agrippa di Nettesheim. Aveva visto all’opera<br />
l’Inquisizione nel nord d’Italia ed aveva tracciato un quadro<br />
deciso dei suoi abusi: le regole procedurali continuamente<br />
infrante e trascurate volutamente, le confessioni incoscienti<br />
92 Vedi documento al<strong>la</strong> fine del volume.
estorte con <strong>la</strong> tortura, con supplizi terminanti con il rogo<br />
per i poveri e commutati in pene pecuniarie per i ricchi,<br />
talvolta in canone annuo imposto alle sventurate per non<br />
essere di nuovo trascinate davanti all’Inquisizione, <strong>la</strong><br />
confisca dei beni di cui l’Inquis<strong>it</strong>ore prende <strong>la</strong> sua parte, <strong>la</strong><br />
nota d’infamia infl<strong>it</strong>ta ad ogni accusato e sospettato e<br />
riscattata solo con donazioni in denaro 93 .<br />
Come avvocato del<strong>la</strong> c<strong>it</strong>tà di Metz ed amministratore<br />
municipale, nel 1529, ebbe a difendere contro l’inquis<strong>it</strong>ore<br />
Nico<strong>la</strong>s Savin una povera campagno<strong>la</strong> accusata di<br />
<strong>stregoneria</strong>. Non c’era il minimo indizio di prove. L’unica<br />
accusa era che <strong>la</strong> madre di questa donna era stata bruciata<br />
come strega. L’inquis<strong>it</strong>ore pretendeva che i figli di streghe<br />
fossero generalmente figli d’incubi e consacrati al demonio<br />
dal<strong>la</strong> nasc<strong>it</strong>a. Tal era <strong>la</strong> dottrina del Malleus sul quale<br />
fondava <strong>la</strong> sua teoria. Agrippa si offrì di difendere <strong>la</strong><br />
sventurata: fu scacciato dal<strong>la</strong> sa<strong>la</strong>. In quanto all’accusata, fu<br />
crudelmente torturata, affamata in prigione, il mar<strong>it</strong>o non<br />
poté ottenere di seguire il processo, per paura che<br />
interponesse appello. Fortunatamente per lei, l’ufficiale<br />
Jean Léonard, che col<strong>la</strong>borava con Nico<strong>la</strong>s Savin, cadde<br />
gravemente ma<strong>la</strong>to, fu preso da rimorsi e prima di morire<br />
attestò <strong>la</strong> sua fiducia nell’innocenza dell’accusata. Il<br />
Cap<strong>it</strong>olo fu colp<strong>it</strong>o e, malgrado Savin, che rec<strong>la</strong>mava di<br />
nuovo il rogo, accordò ad Agrippa <strong>la</strong> grazia del<strong>la</strong> povera<br />
donna. L’Inquisizione, però, non si dette per vinta. Agrippa<br />
dovette dimettersi e fuggire. Nuove persecuzioni furono<br />
basate sulle confessioni dell’accusata, i processi ripresero in<br />
massa, tanto che al<strong>la</strong> fine, prof<strong>it</strong>tando del malcontento<br />
generale, il curato di Sa<strong>it</strong>e-Croix, Roger Brennon, intraprese<br />
93 C. Agrippa, De van<strong>it</strong>at scientiarum, c. 96, de arte inquis<strong>it</strong>orum- E’<br />
noto che Agrippa è l’Her Trippa del Pantagruel (I. III. C. 25)
<strong>la</strong> lotta contro l’Inquisizione e con <strong>la</strong> sua energia ostinata<br />
riuscì a far riaprire le prigioni 94 .<br />
II<br />
A fianco a queste resistenze rilevanti, il XVI secolo offre<br />
processi di carattere non meno rive<strong>la</strong>nte.<br />
Durante l’oscuro XV secolo, le cause di magia e di<br />
<strong>stregoneria</strong> hanno esse stesse una fisionomia oscura e<br />
crudele, talvolta fino all’atroc<strong>it</strong>à. Il XVI secolo, che fu in<br />
primo luogo l’epoca del<strong>la</strong> vend<strong>it</strong>a in grande delle<br />
indulgenze e delle querelle di monaci, mesco<strong>la</strong> ai processi di<br />
<strong>stregoneria</strong> un elemento di furberia e traffici pecuniari<br />
molto curiosi da discernere.<br />
Chi furono gli ingannatori e chi le v<strong>it</strong>time nel processo dei<br />
domenicani di Berna (1507-1509) è difficile da dire, anche<br />
oggi che gli Atti sono stati pubblicati. In ogni caso, è<br />
soprattutto al<strong>la</strong> gran lotta che sostenne l’ordine<br />
domenicano contro il dogma dell’Immaco<strong>la</strong>ta Concezione<br />
che si collega questo strano affare, e non è l’episodio meno<br />
singo<strong>la</strong>re nel<strong>la</strong> storia incoerente di questo dogma. E’ noto<br />
come, usc<strong>it</strong>o dal<strong>la</strong> pietà popo<strong>la</strong>re e a lungo rigettato dal<strong>la</strong><br />
teologia dotta, il nuovo dogma si propagasse rapidamente<br />
nel XIV secolo, nonostante l’opposizione dei Tommaso<br />
d’Aquino, dei Bonaventura, e dei Richard de Saint-Victor 95 .<br />
Adottato dai Francescani, fu rigettato dai Domenicani, in<br />
conform<strong>it</strong>à con S. Tommaso. Fu allora guerra senza<br />
quartiere tra i due ordini, che si contendevano il favore dei<br />
papi, le cattedre al<strong>la</strong> Sorbona, le decisioni dei Concili,<br />
ciascuno per il proprio articolo di fede. Da entrambe le<br />
94 Corn. Agrippa, De Occulta Philosophie, I, 40; III, 35; Epist. II, 38 a<br />
40, 59; D Vani. Scientar., loc. c<strong>it</strong>.<br />
95 Vedi Herzog, <strong>La</strong> Sainte Vierge dans l’histoire, Parigi. 1908
parti, i predicatori s’insultavano e si trattavano<br />
reciprocamente d’eretici.<br />
Ora, verso l’inizio del XV secolo, sostenuti dal<strong>la</strong> credenza<br />
popo<strong>la</strong>re, i francescani avevano vinto e il dogma aveva<br />
invaso quasi tutta <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, eccezion fatta per l’ordine di<br />
Domenico, naturalmente. Ci si trovò nell’alternativa<br />
d’abbandonare S. Tommaso o di susc<strong>it</strong>are miracoli per<br />
appoggiare <strong>la</strong> sua dottrina.<br />
In questa s<strong>it</strong>uazione avvennero i fatti di Berna 96 .<br />
Nell’agosto 1506, un giovane sarto di Zurzach, Hans Jetzer,<br />
si presenta come novizio al convento dei domenicani di<br />
Berna. “<strong>La</strong>ycus idiota, nul<strong>la</strong>s l<strong>it</strong>teras sciens, mecanicus<br />
natus”, così lo dipingono gli atti del processo. Il suo passato<br />
non era molto limpido, i suoi costumi nemmeno, non più<br />
del suo equilibrio mentale. Visionario e nello stesso tempo<br />
simu<strong>la</strong>tore, fin dall’entrata in convento, ha di notte <strong>la</strong><br />
visione di un fantasma, e di giorno crisi estatiche, catalessi,<br />
trance ipnotiche. Le prime visioni di Hans Jetzer furono di<br />
uno “Spir<strong>it</strong>o” dall’aspetto bizzarro, con il naso penzoloni,<br />
come se fosse stato reciso, e brulicante d’animali<br />
vermiformi che si divertivano ad alzare e far ricadere il<br />
coperchio del<strong>la</strong> brocca. Si prega per abbreviare a<br />
quest’essere soprannaturale il purgatorio e, l’11 marzo<br />
96 De quator Hoeresiarchis in civ<strong>it</strong>ate Bernensi nuper combustis, A..<br />
1509. (Re<strong>la</strong>zione contemporanea stampata a Strasburgo ed attribu<strong>it</strong>a a<br />
Thomas Murner). Tr<strong>it</strong>hemius, Chron. Hirsang., ann. 1509- Sebast.<br />
Brandt., in Pauli <strong>La</strong>ngii, Chrom. C<strong>it</strong>ic., anno 1509- Chrom. Di<br />
C<strong>la</strong>ssenberger, anno, 1501, 1506, 1509. Gariby, Compendio Historial de<br />
Espaua, XX, 13 – Lea, Inquis. III, 604 seg.- Baissac, Grands jours de <strong>la</strong><br />
Sorcellerie, p 44- Rettig, Archiv des Historischen Vereins von Bern,<br />
1884-86 –Abbé Paulus, Ein Instizmord an vier Dominikanerns<br />
berganen, Francfort, 1897. – Rod Steck, Die Akten des<br />
Jetzerprozesses…Basilea, 1904- - reuss, Le Procès des Dominicains de<br />
Berne, Parigi, 1905 (Estratto del<strong>la</strong> Rev. De L’Hist. Des Relig.).
1507, quegli scompare annunciando visioni ancora più<br />
importanti.<br />
In effetti, nel<strong>la</strong> notte del 24 al 25 marzo, <strong>la</strong> Vergine vis<strong>it</strong>a<br />
Jetzer, r<strong>it</strong>orna molte volte durante le notti seguenti e lo<br />
marca con le stimmate. Di giorno, Jetzer cade in trance,<br />
riproduce le scene del<strong>la</strong> Passione davanti al pubblico, a<br />
beneficio del convento. <strong>La</strong> sua popo<strong>la</strong>r<strong>it</strong>à è considerevole e<br />
raggiunge il colmo, quando viene esposta un’ostia tinta di<br />
sangue portata dal<strong>la</strong> Vergine 97 , e soprattutto quando, il 24<br />
giugno 1507, durante <strong>la</strong> notte, Jetzer fu trasportato dagli<br />
angeli del coro del<strong>la</strong> chiesa sull’altare del<strong>la</strong> Vergine. Là,<br />
sente l’effige di Maria dichiarare che è stata concep<strong>it</strong>a nel<br />
peccato, che i fratelli minori sostenendo il contrario<br />
ingannano le menti, e sub<strong>it</strong>o degli occhi <strong>la</strong>sciano co<strong>la</strong>re<br />
<strong>la</strong>crime di sangue dall’immagine. Grand’affluenza di<br />
bernesi, il 25 mattina. Si constatano le <strong>la</strong>crime di sangue sul<br />
viso del<strong>la</strong> Vergine. <strong>La</strong> gente istru<strong>it</strong>a, però, comincia ad avere<br />
dubbi. Il Provinciale dell’Ordine apre un’inchiesta, il vescovo<br />
di Losanna n’apre un’altra e s’irr<strong>it</strong>a per le reticenze dei<br />
monaci. Da quel giorno si ripete che “ tutto ciò accade a<br />
causa dell’Immaco<strong>la</strong>ta Concezione”.<br />
Non si trova però niente di riprovevole. Segue una leggera<br />
calma. Poi, nel<strong>la</strong> notte del 12 al 13 settembre, <strong>la</strong> Vergine<br />
appare sul pulp<strong>it</strong>o, con i capelli “gialli” sparsi, una corona<br />
sul<strong>la</strong> testa, un cande<strong>la</strong>bro in mano, con cui benedice i<br />
presenti. Il priore ed il suo vicario hanno visto Jetzer salire<br />
sul pulp<strong>it</strong>o. Si precip<strong>it</strong>ano nelle tenebre. Trovano dietro<br />
97 Le ostie sanguinanti sono un prodigio frequente nel Medio Evo. Si<br />
avrebbe torto di vedervi sempre delle allucinazioni o dei raggiri. Il<br />
Microcossus prodigiosus trasforma il pane in una vera poltiglia<br />
sanguinolenta. V. Continuat. Rob. De Monte in Chronic., Sigebert<br />
Gembl., all’anno 1182..
l’organo i capelli gialli e <strong>la</strong> corona, e vedono Jetzer scendere<br />
verso l’altare e lì f<strong>la</strong>gel<strong>la</strong>rsi con una catena di ferro.<br />
Sono tuttavia inviati a Roma gli attestati firmati e<br />
controfirmati di tutti questi prodigi, eccetto l’ultimo. Jetzer<br />
affermava che provenivano tutti da Dio salvo <strong>la</strong> commedia<br />
del 13 settembre.<br />
Il Consiglio di Berna, però, ed il vescovo di Losanna, meno<br />
creduli, aprirono un’inchiesta approfond<strong>it</strong>a (2 ottobre).<br />
Negli interrogatori che seguono, l’atteggiamento di Jetzer<br />
varia continuamente. Cause c<strong>la</strong>morose ci hanno dimostrato<br />
di recente <strong>la</strong> stessa inconsistenza nelle testimonianze di<br />
qualche grande isterico. Prima nega che <strong>la</strong> Vergine gli abbia<br />
par<strong>la</strong>to del suo concepimento, poi riporta<br />
abbondantemente i colloqui in cui lei gli ha dichiarato “<strong>la</strong><br />
sua nasc<strong>it</strong>a nel peccato originale”, poi afferma fortemente<br />
che sono i Domenicani che, nonostante le loro convinzioni<br />
intime, l’hanno costretto a negare <strong>la</strong> Concezione<br />
Immaco<strong>la</strong>ta. E Jetzer c<strong>it</strong>a i santi Bonaventura, Anselmo,<br />
Alessandro di Hales, etc. etc. per dimostrare <strong>la</strong> sua<br />
personale opinione. Molto sapiente per un idiota <strong>la</strong>ycus ed<br />
uomo meccanico, che nessuno si sarebbe incaricato<br />
d’imbeccare. Accanto a ciò, le accuse contro i suoi vecchi<br />
confratelli scendono dalle <strong>la</strong>bbra di Jetzer f<strong>it</strong>te come<br />
grandine: l’hanno persegu<strong>it</strong>ato per le sue opinioni<br />
“immaco<strong>la</strong>tiste”, hanno tentato di avvelenarlo, di<br />
denunciarlo al papa, hanno personificato loro stessi <strong>la</strong><br />
Vergine per ingannarlo.<br />
Di fronte a queste accuse, il vescovo di Losanna rinvia Jetzer<br />
al Magistrato di Berna. Jetzer continua ad accusare, mentre<br />
i domenicani gridano al<strong>la</strong> calunnia. <strong>La</strong> fol<strong>la</strong>, però, ce l’ha con<br />
i miracolisti e li suppone capaci di tutto. Allora Jetzer<br />
dichiara che gli hanno messo il veleno in un’ostia e indica il
fratello che gli ha impresso le stimmate. Quattro dign<strong>it</strong>ari<br />
del convento sono arrestati e messi sotto chiave. Poi<br />
pretende sve<strong>la</strong>re i trucchi di cui si sono serv<strong>it</strong>i per<br />
ingannarlo: uno dei fratelli faceva il ventriloquo, ma lui, dal<br />
primo giorno, aveva smascherato <strong>la</strong> fantasmagoria. L’affare<br />
si complica sempre di più. <strong>La</strong> repubblica di Berna chiede al<br />
papa di rinviare a giudizio gli accusati.<br />
Con un suo breve, Giulio II nominò giudici il vescovo di<br />
Losanna, quello di Sion ed il Provinciale dei domenicani. Il 7<br />
agosto 1508, cominciò il nuovo processo. Jetzer rinnovò le<br />
accuse, i padri ribadirono <strong>la</strong> loro innocenza, ma sotto<br />
tortura, come sempre, confessarono, ammettendo tutto<br />
quello che si voleva: avvelenamento, ido<strong>la</strong>tria, eresia,<br />
sacrilegio, apostasia, rinuncia a Dio, patto satanico,<br />
<strong>stregoneria</strong> e sortilegio. Sono loro ad aver rec<strong>it</strong>ato il ruolo<br />
del<strong>la</strong> Vergine, quello degli angeli, che hanno rap<strong>it</strong>o Jetzer,<br />
ecc. Poi r<strong>it</strong>rattano ogni ammissione e si appel<strong>la</strong>no al papa<br />
meglio informato. Una frase del priore descrive<br />
meravigliosamente <strong>la</strong> psicologia degli accusati dinanzi al<br />
tavolo di tortura: “ Ah! Che dire? Se taccio, è <strong>la</strong> tortura, se<br />
parlo è <strong>la</strong> menzogna”. Avrebbero potuto esprimersi in<br />
questo modo le innumerevoli v<strong>it</strong>time dei processi di<br />
<strong>stregoneria</strong>.<br />
Giulio II ist<strong>it</strong>uisce un nuovo tribunale soltanto il 1° marzo<br />
1509. I vescovi di Sion e di Losanna ne fanno ancora parte.<br />
Non si vedono più difensori, pochissimi i testimoni, assente<br />
<strong>la</strong> tortura ed una precip<strong>it</strong>azione singo<strong>la</strong>re. Sembra che un<br />
accordo segreto sia intervenuto per abbandonare gli<br />
accusati al<strong>la</strong> loro sorte interrompendo allo stesso tempo le<br />
ricerche. In fondo, si voleva soffocare l’affare ed i quattro<br />
sventurati prigionieri dovevano servire da capro espiatorio.<br />
In venti giorni, il processo è terminato; il 23 maggio, i padri
sono condannati e bruciati il 31, sul<strong>la</strong> Schwellwnmatte, nei<br />
pressi di Berna.<br />
Hans Jetzer fu portato in giro per <strong>la</strong> c<strong>it</strong>tà, con una m<strong>it</strong>ra di<br />
carta sul<strong>la</strong> testa, poi, mentre si deliberava sul<strong>la</strong> sua sorte,<br />
egli risolse <strong>la</strong> questione evadendo. <strong>La</strong> cosa dovette essergli<br />
facile, poiché il Consiglio di Berna, felice di essersene<br />
sbarazzato, si rifiutò di riacciuffarlo. Non si sa cosa divenne<br />
poi.<br />
In questo famoso affare, Hans Jetzer fu un incosciente di cui<br />
i monaci sfruttarono l’isteria per lottare contro i<br />
Francescani e l’Immaco<strong>la</strong>ta Concezione? Fu al contrario un<br />
simu<strong>la</strong>tore abile e loro degli ingenui? Senza dubbio, né<br />
l’uno, né l’altro. I domenicani avevano già scoperto <strong>la</strong><br />
parrucca gial<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Vergine, quando facevano ancora una<br />
forte campagna per i miracoli di Jetzer: l’interesse teologico<br />
dell’Ordine e l’interesse pecuniario del convento s’univano<br />
a meraviglia in quell’occorrenza. Resta comunque il fatto<br />
che Jetzer fu uno di quegli spostati malefici che non si osa<br />
r<strong>it</strong>enere pienamente responsabili ed ai quali gli annali<br />
giudiziari cominciano ad ab<strong>it</strong>uarci.<br />
Vi sono tuttavia ancora molti punti oscuri e non si saprà<br />
senza dubbio mai quello che l’autor<strong>it</strong>à ecclesiastica cercava<br />
di nascondere. Il Provinciale dell’Ordine, siccome si par<strong>la</strong>va<br />
di persegu<strong>it</strong>arlo a sua volta, morì qualche giorno dopo il<br />
supplizio dei suoi quattro monaci e corse voce che si era<br />
avvelenato. Venti anni dopo, quando Berna aderì al<strong>la</strong><br />
riforma, i domenicani fornirono al protestantesimo<br />
nascente alcuni dei più ardenti prosel<strong>it</strong>i 98 .<br />
98 I quattro domenicani condannati erano i quattro personaggi principali<br />
del convento: Jean Vater, Etienne Bolshurt, François Ulschi, Henri<br />
Steinegger.
Mentre i domenicani di Berna perdevano prestigio a<br />
vantaggio dei rivali, ad Orléans i Cordiglieri ordivano<br />
apparizioni con uno scopo meno onorevole 99 .<br />
Il prevosto François de Saint-Mesmin, nel 1532, aveva fatto<br />
sotterrare sua moglie Louise de Mareau nel<strong>la</strong> chiesa dei<br />
cordiglieri, di cui questa era una benefattrice. I monaci<br />
trovarono, però, che non erano stati sufficientemente<br />
pagati con i sei scudi che gli erano stati dati e, soprattutto,<br />
ricevettero <strong>la</strong> defunta soltanto malvolentieri, perché le<br />
rimproveravano tendenze al protestantesimo. In un<br />
solenne sermone, Jean Colimant, Provinciale dei cordiglieri<br />
“disse e pubblicò che <strong>la</strong> moglie del prevosto era dannata”,<br />
dato che il suo spir<strong>it</strong>o era comparso per rive<strong>la</strong>rlo. Il mar<strong>it</strong>o<br />
intenta sub<strong>it</strong>o una causa per diffamazione, accusando i<br />
religiosi d’aver “supposto uno spir<strong>it</strong>o” soltanto per<br />
denigrare <strong>la</strong> defunta. Questi replicarono con un memoriale<br />
al re, che lo spir<strong>it</strong>o era fin troppo reale, che esso “ag<strong>it</strong>ava i<br />
fratelli del convento in maniera tale che non potevano<br />
restare in sicurezza” nel<strong>la</strong> loro dimora. Lo spir<strong>it</strong>o non era<br />
altro che quello del<strong>la</strong> moglie del prevosto [<strong>la</strong> Prévôte] e per<br />
liberarsene, richiedevano l’esumazione. Lo spir<strong>it</strong>o battente<br />
si manifestava in un angolo del dorm<strong>it</strong>orio degli allievi,<br />
secondo le stesse modal<strong>it</strong>à dei tavolini par<strong>la</strong>nti moderni.<br />
Confessava di essere stato dannato dal<strong>la</strong> sua civetteria e<br />
negligenza nel<strong>la</strong> devozione al<strong>la</strong> Vergine ed ai Santi.<br />
Il re ordinò quindi un’inchiesta e si cominciò con<br />
l’imprigionare il Provinciale e parecchi religiosi. Il prevosto<br />
pretendeva che il ruolo dello Spir<strong>it</strong>o fosse stato tenuto da<br />
un novizio, fra Alicourt. <strong>La</strong> commissione delegata dal gran<br />
cancelliere di Francia, cardinale legato ed arcivescovo di<br />
99 Jean Wier, Histoires disputes, etc.Bibliot. Bourneville, Parigi, 1885,<br />
II, p. 140.
Sens, si trasferì ad Orléans, e cominciò le indagini il 24<br />
marzo 1534. Fin dal primo confronto, sono arrestati e messi<br />
in cel<strong>la</strong> dodici religiosi. Il primo aprile seguente, su proposta<br />
dei religiosi di dimostrare <strong>la</strong> realtà dello spir<strong>it</strong>o, <strong>la</strong><br />
commissione comincia col far “coricare su di un giaciglio”<br />
fra Alicourt, sotto buona scorta, e si fa invocare lo spir<strong>it</strong>o<br />
nel<strong>la</strong> forma ab<strong>it</strong>uale. Si riprende l’esperienza l’indomani,<br />
poi l’8 aprile. Tuttavia, mai “ fu ud<strong>it</strong>o o visto qualcosa”. Si<br />
ebbe poi <strong>la</strong> sfi<strong>la</strong>ta dei testimoni nel corso del quale fra<br />
Alicourt spiegò come, dal<strong>la</strong> cima del<strong>la</strong> cappel<strong>la</strong>, con un<br />
angolo che sporgeva nel dorm<strong>it</strong>orio, faceva lo spir<strong>it</strong>o<br />
battente. Il procuratore del re, Jean Bertorial, chiedeva per i<br />
dodici responsabili pene diverse, adeguate al<strong>la</strong> loro età e<br />
colpevolezza, di cui il rogo per i sette più compromessi e tre<br />
anni di prigione per i giovani novizi “ con riguardo al<strong>la</strong> loro<br />
giovane età”.<br />
Finalmente il consiglio di stato condannò i dodici cordiglieri<br />
a fare pubblica onorevole ammenda per il loro inganno ed<br />
al bando perpetuo. In quanto al<strong>la</strong> fondazione Saint-Mesmin,<br />
passò ai domenicani 100 . Era <strong>la</strong> loro rivinc<strong>it</strong>a sull’affare di<br />
Berna 101 .<br />
III<br />
Queste tragicommedie non devono farci perdere di vista i<br />
processi di <strong>stregoneria</strong> propriamente detti.<br />
100 Lengket-Dufresnoy, Recuil de Dissetations anc, et nouvelles sur les<br />
appar<strong>it</strong>ions, etc., I, p. 93- Baissac, Sorcellerie, p. 52.<br />
101 I condannati erano il Provinciale Jean Colimant, Pierre Darras,<br />
Rol<strong>la</strong>nd Bressin, Pierre Brossier, Jeha Multrois, Phelippes Querronier,<br />
Estienne Crochet, Guil<strong>la</strong>me Falleau, Leguay, Froment, Desnoues,<br />
Corner, religiosi e novizi : Nico<strong>la</strong>s Massier, Jehan Pet<strong>it</strong> et Pierre<br />
Alicourt.
Sfortunatamente, anche per quest’epoca non abbiamo che<br />
documenti frammentari, su qualche caso straordinario che<br />
ha partico<strong>la</strong>rmente colp<strong>it</strong>o i contemporanei.<br />
Tal è, in Spagna, il processo del Dottor Torralba e sua sorel<strong>la</strong><br />
Madeleine de <strong>la</strong> Croix.<br />
Fin dagli inizi del XV secolo, l’epidemia di <strong>stregoneria</strong> aveva<br />
invaso <strong>la</strong> Spagna e vi si diffondeva sempre di più, quanto<br />
più si applicavano rigorosamente le prescrizioni pontificali.<br />
Fu così che nel 1507, l’Inquisizione di Ca<strong>la</strong>horra fece<br />
bruciare come streghe più di trenta povere donne. Cinque<br />
anni dopo, il popolo era ancora così rivoltato dalle crudeltà<br />
commesse che, alle Cortès de Monzon, in Aragona, chiese al<br />
re Ferdinando V di lim<strong>it</strong>are <strong>la</strong> competenza degli inquis<strong>it</strong>ori<br />
ai casi rubricati dal<strong>la</strong> bol<strong>la</strong> Super illius specu<strong>la</strong> di Giovanni<br />
XXII. Che ci si attenesse ai crimini già assai stravaganti<br />
denunciati da Giovanni XXII, questo solo chiedeva!<br />
I rapidi progressi dell’epidemia sono rilevanti nell’affare<br />
delle Jurginas del<strong>la</strong> Navarra. Nel 1527, due ragazzine<br />
d’Estel<strong>la</strong> arrivarono ad accusarsi di <strong>stregoneria</strong> e<br />
denunciarono numerose affiliate al<strong>la</strong> setta che esse<br />
chiamavano le Jurginas. Le riconoscevano con certezza con<br />
l’occhio sinistro, ma non si sa esattamente a quale segno. Il<br />
tribunale reale s’incaricò delle indagini. Si andò da vil<strong>la</strong>ggio<br />
in vil<strong>la</strong>ggio, furono fatte defi<strong>la</strong>re davanti a ciascuna delle<br />
ragazzine le persone sospette e, fatto notevole, successe<br />
che tutte quelle che indicarono le due ragazzine ammisero,<br />
in effetti, d’essere streghe. Fecero del sabba <strong>la</strong> descrizione<br />
c<strong>la</strong>ssica. <strong>La</strong> loro colpevolezza, vale a dire il disordine del loro<br />
stato mentale, era quindi pienamente accertato. Il<br />
commissario del Consiglio reale, però, si accontentò di<br />
condannarne una cinquantina al<strong>la</strong> prigione dopo aver fatto<br />
loro amministrare duecento colpi di frusta. Dovettero
essere contente di non aver a che fare con un Henri<br />
Inst<strong>it</strong>or! 102<br />
Il contagio, tuttavia, continuò e le repressioni anche. Carlo<br />
V, nel 1527, organizzò missioni con cui i monaci dovevano<br />
“illuminare le popo<strong>la</strong>zioni”. Bel<strong>la</strong> battuta! I monaci<br />
predicando <strong>la</strong> realtà e <strong>la</strong> natura demoniaca dei malefici e<br />
altre imprese degli stregoni, non potevano che aggravare il<br />
male. Ed è quello che avvenne.<br />
Nel 1536, a Saragoza, vi fu, tra l’altro, un’esecuzione di<br />
streghe. <strong>La</strong> cosa c’è nota perchè l’inquisizione violò in<br />
quell’occasione i suoi stessi principi cost<strong>it</strong>utivi e che il<br />
Consiglio del<strong>la</strong> Suprema ne prof<strong>it</strong>tò per ricordare con una<br />
circo<strong>la</strong>re l’osservanza delle formal<strong>it</strong>à giuridiche 103 . In un<br />
altro documento dello stesso anno, il Consiglio ordina il<br />
rinvio a giudizio ordinario di qualsiasi causa nel<strong>la</strong> quale il<br />
patto diabolico non sia stato provato. Sfortunatamente, il<br />
caso non si presentò mai, poiché <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> per gli<br />
inquis<strong>it</strong>ori includeva sempre un patto implic<strong>it</strong>o.<br />
Al di fuori di questi processi collettivi, di cui <strong>la</strong> maggior<br />
parte dimenticata, sebbene fossero stati sanguinosi, <strong>la</strong><br />
102 Prudencio Sandoval, Historia de <strong>la</strong> vida y hechos del emperador<br />
Carlos V, I. 6, §16.- Llorente, Histoire cr<strong>it</strong>ique de l’Inquis<strong>it</strong>ion<br />
d’Espagne, II, 15. – Sandoval racconta quest’aneddoto un po’ forte :<br />
un’accusata, per dimostrare il suo potere, dopo essersi cosparsa<br />
dell’unguento diabolico, discese dall’alto di una torre, a testa in giù,<br />
lungo il muro, poi prese il volo nel cielo, davanti ad una fol<strong>la</strong> radunata e<br />
scomparve all’orizzonte. Dei pastori l’incontrarono due giorni dopo a tre<br />
miglia dal<strong>la</strong> c<strong>it</strong>tà: il diavolo aveva rifiutato di portar<strong>la</strong> oltre.<br />
103 Nell’affare di Saragozza, <strong>la</strong> maggioranza del tribunale chiedeva <strong>la</strong><br />
morte; ma c’era un minoranza che si accontentava del<strong>la</strong> prigione<br />
perpetua. In case simili, le Cost<strong>it</strong>uzioni volevano che il Grande<br />
Inquis<strong>it</strong>ore decidesse in mer<strong>it</strong>o. A Saragoza, tuttavia, <strong>la</strong> maggioranza<br />
passò oltre, da cui i rec<strong>la</strong>mi degli altri giudici del Grande Inquis<strong>it</strong>ore, che<br />
teneva alle sue prerogative- Llorente, Inquis<strong>it</strong>ion d’Espagne, II, 15
Spagna ebbe all’epoca processi individuali diventati poi<br />
celebri.<br />
Ci fu per primo quello del curato di Borgata, poi di Viana,<br />
nel<strong>la</strong> diocesi di Ca<strong>la</strong>horra. Poteva a suo piacimento<br />
trasferirsi con un batter d’occhio in un paese molto lontano,<br />
senza che ci si accorgesse del<strong>la</strong> sua assenza. In tal modo<br />
aveva potuto seguire dall’alto dei cieli le guerre di<br />
Ferdinando e di Carlo V e annunciare le v<strong>it</strong>torie spagnole di<br />
Viana e Logos il giorno stesso che erano state conquistate. I<br />
moderni potrebbero vedere qui un bel caso di telepatia,<br />
poiché, a quanto si dice, i corrieri nei loro rapporti non<br />
smentirono mai le affermazioni del curato. Grazie a tal<br />
privilegio demoniaco, questi poté un giorno ingannare il<br />
demonio, salvare <strong>la</strong> v<strong>it</strong>a al papa ed ottenere un’assoluzione<br />
plenaria che lo metteva al riparo dall’Inquisizione. Il papa in<br />
effetti, Alessandro VI o Giulio II, non si sa, aveva preso<br />
l’ab<strong>it</strong>udine d’usurpare i dir<strong>it</strong>ti di un mar<strong>it</strong>o che prese molto<br />
male <strong>la</strong> cosa e ordì l’assassinio del suo rivale. Rallegrato, il<br />
diavolo lo confidò al curato di Borgata che con l’inganno si<br />
fece trasportare a Roma, con il pretesto di dare un'occhiata,<br />
ma in realtà per avvertire il pontefice. Appena a terra, il<br />
prete spagnolo corse dal papa, gli raccontò tutto, n’ottenne<br />
in compenso l’assoluzione da ogni accusa e riprese sub<strong>it</strong>o <strong>la</strong><br />
strada per Borgata. Il papa non andò all’appuntamento ed<br />
ebbe salva <strong>la</strong> v<strong>it</strong>a; il curato, arrestato dagli inquis<strong>it</strong>ori<br />
argomentò dell’assoluzione pontificale e conservò <strong>la</strong> libertà.<br />
Meno abile, l’illustre dottor Torralba non seppe premunirsi<br />
di così utili sostegni. Nato a Cuenca, verso <strong>la</strong> fine del XV<br />
secolo, era venuto a Roma all’età d’undici anni, in qual<strong>it</strong>à di<br />
paggio del cardinale Sederini e vi aveva studiato medicina<br />
con il dottor Cipion. Nel<strong>la</strong> società dei medici, che era già<br />
accusata di materialismo, perse i suoi sentimenti religiosi
senza tuttavia farlo trasparire, poiché conservò i favori del<br />
suo protettore.<br />
Tra gli altri amici, Torralba frequentava a Roma un<br />
domenicano, fra Pietro, che aveva a suo servizio uno spir<strong>it</strong>o,<br />
uno buono però, di nome Ezechiele. Potente e<br />
disinteressato, Ezechiele era molto cortese, ma molto<br />
indipendente. Torralba volle fare <strong>la</strong> sua conoscenza e il loro<br />
primo approccio fu un incantesimo reciproco. Ezechiele si<br />
mostrò sotto l’aspetto di un grazioso efebo dai capelli<br />
biondi, vest<strong>it</strong>o con un ab<strong>it</strong>o color carne e dichiarò al<br />
medico: “ Sarò tuo fino a che vivrai, ti seguirò dovunque<br />
vorrai”. Da quel giorno, Ezechiele divenne il compagno<br />
fedele che si mostrò ogni volta che Torralba lo chiamava, lo<br />
accompagnava nelle chiese, gli dava buoni consigli e lo<br />
trasportava in paesi lontani. Indubbiamente era uno spir<strong>it</strong>o<br />
buono!<br />
Per prima cosa trasportò in Spagna Torralba che desiderava<br />
rivedere il suo paese (1502). Nel 1503, però, Torralba era<br />
già di r<strong>it</strong>orno in Italia e diventava celebre nell’alto clero<br />
romano per <strong>la</strong> sua scienza medica. Ezechiele gli svelò le<br />
proprietà delle piante e lo riprendeva quando faceva pagare<br />
troppo caro i suoi consulti, per <strong>la</strong> buona ragione che non<br />
doveva far pagare che il suo <strong>la</strong>voro e non le rive<strong>la</strong>zioni del<br />
suo spir<strong>it</strong>o intimo. Durante il soggiorno a Roma, Torralba<br />
studiò inoltre <strong>la</strong> chiromanzia. Poi r<strong>it</strong>ornò in Spagna nel 1510<br />
e visse al<strong>la</strong> corte di Ferdiando, frequentò il cardinale<br />
Ximenes, al quale annunciò un giorno prima dei corrieri<br />
del<strong>la</strong> disfatta e <strong>la</strong> morte di Garcia di Toledo, figlio del duca<br />
d’Alba e battuto dai mori. Predisse ancora a Ximenes che<br />
sarebbe diventato re, ma Ezechiele rifiutò sempre di farsi<br />
vedere dal cardinale. Un’altra predizione d’Ezechiele fu<br />
quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> fine tragica del cardinale Petrucci di Siena,
strango<strong>la</strong>to nel<strong>la</strong> prigione per aver attentato al<strong>la</strong> v<strong>it</strong>a di<br />
Leone x, nel giugno 1517. In segu<strong>it</strong>o al<strong>la</strong> stessa congiura, il<br />
cardinale Sederini fu degradato con due altri membri del<br />
Sacro Collegio.<br />
Nel 1513, nuovo viaggio di Torralba a Roma e r<strong>it</strong>orno in<br />
Spagna verso il 1516, anno in cui il Cardinale Bernardin de<br />
Carvajal fa ricorso ai saperi dell’illustre medico per<br />
sorvegliare una casa ab<strong>it</strong>ata dal fantasma di un uomo<br />
assassinato e sepolto nei sotterranei. Nel 1517, Torralba è a<br />
Roma, nel 1519, si r<strong>it</strong>rova in Spagna in compagnia di un<br />
fratello del gran priore dell’ordine di San Giovanni, in<br />
Castiglia, il quale si avvale di una formu<strong>la</strong> magica per<br />
vincere al gioco forti somme, ma sa com’esser d’aiuto al<strong>la</strong><br />
formu<strong>la</strong>. Nel 1520, r<strong>it</strong>orno a Roma, per via aerea. Torralba<br />
vi dimora fino al 1525, epoca in cui, di r<strong>it</strong>orno in Spagna, è<br />
addetto al servizio dell’infante Eleonora che sposò poi<br />
François I.<br />
All'incirca a questo momento cap<strong>it</strong>ò l’avventura famosa che<br />
portò al colmo <strong>la</strong> reputazione di Torralba ed immortalò<br />
Cervantes 104 . Dal<strong>la</strong> sua finestra, <strong>la</strong> sera del 5 maggio 1527,<br />
Torralba contemp<strong>la</strong>va il cielo stel<strong>la</strong>to, quando Ezechiele gli<br />
apparve e gli annunciò che l’indomani Roma sarebbe stata<br />
presa e saccheggiata dall’eserc<strong>it</strong>o di Carlo V. Il dottore<br />
desiderò contemp<strong>la</strong>re questo spettacolo e si <strong>la</strong>sciò<br />
trasportare su un bastone nodoso che, in un’ora, lo depose<br />
a Torre di Nona, vale a dire davanti ad una delle torri del<br />
muro di cinta dove il papa rinchiudeva dei prigionieri.<br />
Suonava mezzanotte al<strong>la</strong> campana di Castel Sant’Angelo. I<br />
due viaggiatori attesero l’alba e Torralba vide con i suoi<br />
occhi l’assalto, <strong>la</strong> morte del duca di Borbone, <strong>la</strong> fuga di<br />
Clemente VI verso <strong>la</strong> tomba d’Adriano e l’orribile macello<br />
104 Don Quichotte, II parte, cap. XLI
segu<strong>it</strong>o dalle orge selvagge dei vinc<strong>it</strong>ori. In un’ora e mezzo,<br />
Torralba fu di r<strong>it</strong>orno a Val<strong>la</strong>dolid e pubblicò<br />
immediatamente <strong>la</strong> notizia imprevista del sacco di Roma<br />
con tutti i dettagli che furono ufficialmente confermati più<br />
tardi. Un simile explo<strong>it</strong> sarebbe bastato a renderlo illustre.<br />
Il popolo però gridava al<strong>la</strong> magia e l’Inquisizione si<br />
preoccupava. Una denuncia venne a puntino. Proveniva,<br />
ovviamente, da un amico e deb<strong>it</strong>ore di Torrealba, l’uomo<br />
dal<strong>la</strong> martinga<strong>la</strong> magica, Don Diego di Zugniga. Di passaggio<br />
a Cuenca, nel 1528, Torralba vi fu arrestato ed il suo<br />
processo cominciò. Confessò le sue re<strong>la</strong>zioni con Ezechiele,<br />
ma si rifiutò di vedervi uno spir<strong>it</strong>o cattivo, fino a che <strong>la</strong><br />
tortura gli fece confessare tutto quello che si voleva. Nel<br />
1529, il processo si aggravò di un’accusa d’eresia. Un<br />
secondo amico denunciò l’accusato per le opinioni<br />
eterodosse del<strong>la</strong> sua gioventù sul<strong>la</strong> divin<strong>it</strong>à di Gesù Cristo e<br />
l’immortal<strong>it</strong>à dell’anima. In pochi giorni, furono ottenute<br />
nuove ammissioni. Si voleva che Torralba rinunciasse a<br />
qualsiasi rapporto con Ezechiele. Come fare, però? Lo<br />
spir<strong>it</strong>o gli compariva suo malgrado fin nel<strong>la</strong> prigione. Si volle<br />
conoscere allora il grado d’ortodossia d’Ezechiele: questi<br />
disapprovò Lutero ed Erasmo. D’altra parte, le alte re<strong>la</strong>zioni<br />
di Torralba, in special modo l’intercessione dell’ammiraglio<br />
di Castiglia, Don Federico Enriquez, erano una buona<br />
raccomandazione. Il 6 marzo 1531 105 , fu condannato al<strong>la</strong><br />
prigione ed al porto del san-ben<strong>it</strong>o.<br />
Fu condannato a morte dall’Inquisizione e ucciso il 6 maggio<br />
1531? E’ più probabile che fu messo poi in libertà 106 .<br />
Il processo di Madeleine de <strong>la</strong> Croix non ebbe una risonanza<br />
minore di quello dell’illustre dottore.<br />
105 Louis Viardot l’afferma secondo Pellicier, in una nota del<strong>la</strong> sua<br />
traduzione. (Don Quichotte, II. 41)<br />
106 Llorente, loc. c<strong>it</strong>.
Nata nel 1487, da una famiglia povera, ad Agui<strong>la</strong>r de <strong>la</strong><br />
Frontiera, fin dall’infanzia passava per una santa e dall’età<br />
di dodici anni faceva miracoli. Nel 1504, entrò nelle religiose<br />
di San Francesco nel convento di Santa Elisabetta di<br />
Cordova e poi ne divenne badessa. <strong>La</strong> Spagna intera <strong>la</strong><br />
venerava, il suo nome era conosciuto in tutta <strong>la</strong> comun<strong>it</strong>à<br />
cristiana. Il cardinale di Siviglia, don Manrique, era in<br />
corrispondenza con lei e <strong>la</strong> chiamava sua carissima figlia . Il<br />
cardinale Francisco de Quignones, generale dei francescani,<br />
fece il viaggio da Roma per veder<strong>la</strong> e par<strong>la</strong>re con lei. Il<br />
nunzio, Jean de Reggio, venne da Cordova con lo stesso<br />
scopo. L’imperatrice, <strong>la</strong> moglie di Carlo V, le inviò, insieme<br />
al suo r<strong>it</strong>ratto il berretto e <strong>la</strong> camicia del futuro Filippo II,<br />
pregando<strong>la</strong> di benedirli. I predicatori celebravano <strong>la</strong> sua<br />
sant<strong>it</strong>à e gli inquis<strong>it</strong>ori <strong>la</strong> veneravano. D’intelligenza pratica<br />
meravigliosa, era consultata da ogni parte, ed il “suo<br />
convento- secondo i contemporanei- rassomigliava ad una<br />
cancelleria”. Non si contavano più le sue predizioni, tutte<br />
verificate: come <strong>la</strong> prigionia di François I ed il suo<br />
matrimonio con Léonora del Portogallo. Era addir<strong>it</strong>tura<br />
entrata, ancora vivente, nell’agiografia. <strong>La</strong> saggezza delle<br />
nazioni c’insegna che era troppo presto.<br />
In effetti, tre volte eletta al<strong>la</strong> carica di badessa, al<strong>la</strong> quarta<br />
elezione vide formarsi una congiura contro di lei. Ci si era<br />
accorti che viveva di pane ed acqua, mentre si affermava<br />
dappertutto che non aveva altro cibo che <strong>la</strong> comunione<br />
quotidiana. Non fu rieletta. Cosicché, da quel giorno, non<br />
versò più al convento le immense offerte che riceveva dal<br />
mondo intero. Che ne fece? S’ignora. Senza dubbio non<br />
n’abusò, poiché allora l’accusa ce lo avrebbe certamente<br />
fatto sapere. Possiamo vedere da qui i piccoli rancori<br />
femminili operare nel convento. Studiando <strong>la</strong> storia delle
grandi possessioni, vedremo un giorno che <strong>la</strong> maggior parte<br />
ha avuto un punto di partenza simile. In quel momento,<br />
però, <strong>la</strong> possessione non era ancora epidemica, come<br />
diventerà poi, al<strong>la</strong> stregua del male delle streghe.<br />
L’effetto delle torture morali di Madeleine fu so<strong>la</strong>mente<br />
una grave ma<strong>la</strong>ttia durante <strong>la</strong> quale, consumata dal<strong>la</strong><br />
febbre, arrivò a chiedersi se, come si diceva intorno a lei,<br />
non era il diavolo piuttosto che Dio che aveva guidato il suo<br />
destino. Spaventata e depressa, si mise a tremare con tutte<br />
le membra, quando il suo confessore volle dispor<strong>la</strong> agli<br />
ultimi sacramenti. Non si dub<strong>it</strong>ò più che Satana fosse in lei;<br />
si cominciarono gli esorcismi e si cavarono dal<strong>la</strong> poveraccia<br />
delirante tutte le ammissioni che si desideravano. Dall’età<br />
di cinque anni apparteneva anima e corpo al demonio, che<br />
le compariva con l’aspetto del Cristo crocefisso, che faceva<br />
attraverso di lei miracoli, le procurava estasi, le aveva<br />
impresso le stigmate, <strong>la</strong> trasportava dappertutto senza che<br />
ci si accorgesse del<strong>la</strong> sua assenza… Aveva sempre creduto<br />
che fosse Gesù, che i suoi favori straordinari, visioni, estasi,<br />
<strong>la</strong>crime, ubiqu<strong>it</strong>à, miracoli, venissero d Dio. Adesso, però,<br />
non dub<strong>it</strong>ava più d’essere stata <strong>la</strong> v<strong>it</strong>tima di Satana.<br />
Fintantoché gli altri avevano creduto al<strong>la</strong> sua sant<strong>it</strong>à,<br />
Madeleine ci aveva creduto pure lei, ma dal giorno che<br />
dub<strong>it</strong>arono, lei cominciò a dub<strong>it</strong>are. Come nota<br />
giudiziosamente J. Baissac, non c’è niente nel<strong>la</strong> sua v<strong>it</strong>a che<br />
differisca da quel<strong>la</strong> di numerosi altri santi. Sfortunatamente<br />
per lei, il delirio del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia e l’odio delle sue compagne<br />
ne frantumarono bruscamente <strong>la</strong> reputazione. Ebbe un bel<br />
r<strong>it</strong>rattare le sue confessioni, dopo l’accesso e appena ebbe<br />
un po’ mangiato e ripreso forza: assil<strong>la</strong>ta di nuovo dalle<br />
altre religiose e sotto l’effetto inev<strong>it</strong>abile degli esorcismi,<br />
ripeté le sue confessioni, mentre le religiose nascoste vicino
a lei, l’ascoltavano per poterne testimoniare ufficialmente.<br />
Fu costretta a firmare le deposizioni e sub<strong>it</strong>o l’Inquisizione<br />
ne iniziò il processo. Fu condannata, dopo una cerimonia di<br />
pubblica umiliazione, al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>usura perpetua in un convento<br />
fuori c<strong>it</strong>tà 107 .<br />
Ci si chiede curiosamente cosa sarebbe successo con santa<br />
Teresa se, al<strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> sua v<strong>it</strong>a, simili persecuzioni si<br />
fossero abbattute su di lei. I teologi che non hanno né<br />
abbastanza ammirazione per l’una di queste donne, né<br />
abbastanza disprezzo per l’altra, si rendono conto che tra le<br />
due non c’è che un accesso di febbre e persecuzioni<br />
femminili?<br />
Cap<strong>it</strong>olo VI<br />
In Francia<br />
(XVI e XVII secolo )<br />
I – Influenza nefasta del concordato di François I – Supplizio<br />
di Berquin e di Trois-Echelles- Processi diversi a Parigi.<br />
II – A Bordeaux: come il Par<strong>la</strong>mento dimostra <strong>la</strong> propria<br />
fede. – Po<strong>it</strong>iers: il sabba di Po<strong>it</strong>iers- Maine. – Touraine: il<br />
medico Pigray- Limousin: supplizio del curato Aupet<strong>it</strong>. –<br />
Anjou: il lupo mannaro Jacques Rollet.<br />
I<br />
Quale ne sia <strong>la</strong> causa, un fatto è certo: sotto Carlo VII e Luigi<br />
XII, ci furono pochissimi processi di <strong>stregoneria</strong> in Francia,<br />
mentre in Germania le più orribili crudeltà continuavano ad<br />
essere commesse, per applicazione del<strong>la</strong> bol<strong>la</strong> d’Innocenzo<br />
107 Llorente, Inquis<strong>it</strong>ion d’Espagne, II, p. 104.- Calmeil, De <strong>la</strong> folie, I, p.<br />
252- Baissac, Sorcellerie, p. 84.
VIII. L’inizio del XV secolo s’era già fatto notare da noi [in<br />
Francia, ndt] per una tolleranza re<strong>la</strong>tiva, di cui Guil<strong>la</strong>ume<br />
Edeline era stato una delle cause principali e di cui fu anche<br />
<strong>la</strong> v<strong>it</strong>tima. All’inizio del XVI secolo, <strong>la</strong> distensione,<br />
cominciata con <strong>la</strong> Pragmatica Sanzione di Bourges[emessa<br />
da Carlo VII di Francia il 7 luglio 1438, ndt], finì con il<br />
Concordato di François I. Durante tutto questo periodo, le<br />
Bolle contro <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> furono senz’influenza<br />
sull’opinione francese.<br />
Con François I ed il suo Concordato, i processi ripresero e<br />
questa volta per terminare soltanto al<strong>la</strong> fine del XVIII<br />
secolo 108 . Bisogna, però ev<strong>it</strong>are le esagerazioni stravaganti<br />
108 Ecco il quadro che traccia Bouguet del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> all’inizio del<br />
XVII secolo nei diversi paesi dell’Europa: “Li vediamo tutti pullu<strong>la</strong>nti di<br />
questa sciagurata e dannata teppaglia. <strong>La</strong> Germania non pensa quasi ad<br />
altro che a metterli al rogo, <strong>la</strong> Svizzera ne spoglia molti vil<strong>la</strong>ggi, <strong>la</strong><br />
Lorena fa vedere agli stranieri mille e mille pali ai quali li lega…<strong>La</strong><br />
Savoia (dato che c’invia ogni giorno un’infin<strong>it</strong>à di persone possedute dai<br />
demoni, che essendo congiurati, dicono che sono stati messi nei corpi di<br />
questa povera gente da stregoni), pretende che i principali che abbiamo<br />
fatto bruciare qui in Borgogna, n’erano originariamente usc<strong>it</strong>i. Quale<br />
giudizio daremo, tuttavia, del<strong>la</strong> Francia?… Gli stregoni avanzano<br />
dappertutto a migliaia, si moltiplicano in terra come i bruchi nei nostri<br />
giardini”. Boguet, Discours ses Sorc., Lyon, 1602, prefaz.<br />
Lo spavento nel quale si viveva è stato descr<strong>it</strong>to dal primo traduttore di<br />
Spée: “Per non essere sospettato, si prestava attenzione al<strong>la</strong> maniera di<br />
tenere il rosario, di prendere l’acqua benedetta, di dire <strong>la</strong> messa, giacché<br />
tutte queste cose potevano diventare indizi. Alcuni preti non osavano più<br />
dire <strong>la</strong> messa, o <strong>la</strong> dicevano solo di nascosto con <strong>la</strong> chiesa chiusa”. J.B.<br />
de Velledor, Doubte VIII, p. 15.<br />
Ci si recava in massa al<strong>la</strong> tomba di San C<strong>la</strong>udio, si andava ad<br />
inginocchiarsi davanti al sudario di Besançon, per guarire dagli attentati<br />
diabolici. Boguet vide così, in un solo giorno, 45 persone di un vil<strong>la</strong>ggio<br />
di Savoia, l’Habergement, prosternarsi davanti al<strong>la</strong> tomba di San<br />
C<strong>la</strong>udio. – D. P. Beno<strong>it</strong>, Hist. De Saint C<strong>la</strong>ude, II, 562. – De<strong>la</strong>croix,<br />
Sorcellerie au XVII siècle, Parigi, 1894, p. 18.- Allo stesso scopo, il<br />
Concistoro di Ginevra decise preghiere pubbliche, il 15 ottobre 1607.
di qualche storico straniero, di cui abbiamo già indicato <strong>la</strong><br />
puerile tattica. Scheltema arriva addir<strong>it</strong>tura ad avanzare <strong>la</strong><br />
cifra di centomi<strong>la</strong> esecuzioni sotto François I e trecentomi<strong>la</strong><br />
sotto Francçois II, Carlo IX ed Enrico III. Tutto ciò muti<strong>la</strong>ndo i<br />
testi e per il piacere di dichiarare che il male di <strong>stregoneria</strong><br />
era d’origine francese.<br />
Cerchiamo di vedere come stanno le cose.<br />
A Parigi, il 17 aprile 1529, fu condannato ad essere bruciato<br />
vivo Louis de Berquin, che aveva denunciato il direttore<br />
del<strong>la</strong> Sorbona, Nico<strong>la</strong>s Beda, per le sue opinioni luterane e<br />
perché si era rifiutato di fare onorevole ammenda. A<br />
quest’accusa si aggiunse il suo coinvolgimento nelle orge<br />
Verso <strong>la</strong> metà del secolo, un giurista normanno scoprì <strong>la</strong> legge di<br />
ripartizione geografica dei posseduti e degli stregoni che erano dovuti ad<br />
una lettera fatale, <strong>la</strong> L iniziale: Lussemburgo, Lorena, Liegi, <strong>La</strong>pponia,<br />
L<strong>it</strong>uania, Livonia, <strong>La</strong>bourd, <strong>La</strong>on, Loudun, Louviers, ecc. – Du Pastis-<br />
Hérembert, Extra<strong>it</strong> des singu<strong>la</strong>r<strong>it</strong>és de <strong>la</strong> prov. De Normandie, mss. del<strong>la</strong><br />
Biblioteca di Rouen.- De<strong>la</strong>croix, loc. c<strong>it</strong>., p. 33.<br />
<strong>La</strong> maggior parte dei medici nel XVII secolo crede ancora nel<strong>la</strong><br />
<strong>stregoneria</strong>: P<strong>la</strong>nters (1602) descrive una follia demoniaca speciale,<br />
Sennert (1572-1657) ammette i viaggi aerei degli affetti da demono<strong>la</strong>tria,<br />
Willis (1621-1675) spiega che il corpo può essere occupato da spir<strong>it</strong>i. <strong>La</strong><br />
maggior parte dei magistrati non pensa diversamente: De Thou crede al<strong>la</strong><br />
magia (Hist. Univ. IV). Nico<strong>la</strong>s, consigliere del par<strong>la</strong>mento del<strong>la</strong> Franca<br />
Contea, che combatté strenuamente <strong>la</strong> tortura, credeva nondimeno al<strong>la</strong><br />
<strong>stregoneria</strong>. (Nico<strong>la</strong>s, Si <strong>la</strong> sorcellerie est un moyen sûr à vérifier les<br />
crimes secrets, p. 153). I giudici temevano molto per loro stessi. Il Loyer<br />
fece del tutto per rassicurarli. Durante il processo di Gaufridi, che era<br />
accusato di rientrare dal sabba dal caminetto, si udì all’improvviso un<br />
rumore sordo da lì, poi apparve un uomo nero e tutti scapparono: era uno<br />
spazzacamino. (Papon, Hist. Gén. De <strong>la</strong> Provence, IV, 430). I par<strong>la</strong>menti<br />
sono trascinati dal movimento generale, quello di Bordeaux, quello di<br />
Lorena, quello di Dôle e quello di Tolosa moltiplicano le ecatombe.<br />
Quello di Normandia indirizza al re energiche proteste perché questi<br />
aveva fatto cessare una sentenza di morte emessa nel 1670 a Carentan<br />
contro 34 stregoni.
degli stregoni. Il suo supplizio avvenne il 22 aprile, in piazza<br />
di Grève.<br />
Si s<strong>it</strong>ua nel 1572 l’affare di Trois-Echelles, di Le Mans.<br />
Questi “vedendosi convinto, dice Bodin, di parecchi atti<br />
impossibili al<strong>la</strong> potenza umana, confessò che tutto ciò si<br />
realizzava con <strong>la</strong> potenza di Satana 109 ”. Carlo IX lo fece<br />
chiamare e gli promise di salvargli <strong>la</strong> v<strong>it</strong>a se avesse<br />
denunciato i suoi complici. Cosa che fece. Dichiarò innanzi<br />
tutto che c’erano più di centomi<strong>la</strong> stregoni nel regno, - cifra<br />
sul<strong>la</strong> quale le stime di cui abbiamo par<strong>la</strong>to hanno avuto il<br />
torto di basarsi- e ne nominò molti “sui quali fu trovato il<br />
marchio”. Furono però sospese le azioni giudiziarie per<br />
timore dello scandalo e forse anche per scetticismo.<br />
Alcuni anni dopo, però, si cominciò a colpire. Ripreso e<br />
giudicato, Trois-Echelles fu giustiziato verso il 1574,<br />
secondo Bodin. In quel momento, il contagio regnava a<br />
Parigi con <strong>la</strong> paura che portava sempre con sé. Nello stesso<br />
anno, un cieco è condannato come stregone e impiccato<br />
dopo aver denunciato un gran numero di complici. Nello<br />
stesso anno ancora fu decap<strong>it</strong>ato un gentiluomo, trovato<br />
con un’immagine di cera trapassata da spilli 110 addosso.<br />
Par<strong>la</strong>ndo di quegli anni, Bodin dice: “Quando si<br />
persegu<strong>it</strong>arono gli stregoni in Francia” e riporta numerose<br />
esecuzioni contemporanee 111 .<br />
Nel 1577, il par<strong>la</strong>mento di Parigi, <strong>la</strong> cui pratica era<br />
singo<strong>la</strong>rmente cambiata negli anni precedenti, ebbe a<br />
confermare il giudizio del balivo di Saint-Christophe-les-<br />
Senlis, contro Barbe Doré. Questa aveva confessato “ di<br />
aver fatto morire tre uomini gettando un po’ di polvere in<br />
una carta nel posto in cui dovevano passare”. Sapeva<br />
109 Démon., fol. 166 b. (liv. IV, ch. I)<br />
110 Bodn, Dèmon., fol. 116 b. (liv. II, ch. 8)<br />
111 Démon, fol. 92 (t. II, ch. 5)
inoltre guarire i malefici applicando un piccione sullo<br />
stomaco. Il giudizio fu confermato e <strong>la</strong> strega fu bruciata<br />
viva 112 .<br />
E’ l’anno successivo, il 1578, in cui si celebrò il processo di<br />
Jeanne Hervilliers al quale Bodin assistette e che gli “diede<br />
occasione di mettere mano al<strong>la</strong> penna per chiarire<br />
l’argomento stregoni. 113 ” Sta qui l’importanza di questo<br />
processo che, d’altronde, rassomiglia a tutti gli altri. Ha<br />
avuto, però, l’effetto fondamentale di permetterci di<br />
misurare le devastazioni del teologismo in una mente così<br />
notevole come quel<strong>la</strong> di Bodin, precursore di Montesquieu.<br />
Serviva il suo libro per cogliere sul fatto <strong>la</strong> va<strong>la</strong>nga di sciocca<br />
superstizione sotto <strong>la</strong> quale era stato un tempo sepolto il<br />
senso comune. Fu quello l’ultimo misfatto di coloro che<br />
avevano già creato il dogma del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> e poi fatto<br />
nascere l’epidemia mentale che i loro trattamenti crudeli e<br />
le loro prediche assurde avevano in segu<strong>it</strong>o diffuso<br />
dappertutto; fu il loro ultimo misfatto quello di viziare le<br />
menti con teorie insensate e di fare così continuare con <strong>la</strong><br />
giustizia civile l’opera di barbarie che l’Inquisizione carente<br />
non poteva più proseguire da so<strong>la</strong> 114 .<br />
Jeanne Hervilliers era nata a Verberie, nei pressi di<br />
Compiègnes. Senza inchiesta né tortura, si accusava da so<strong>la</strong><br />
112 Bodin, Démon., fol. 115 (liv. II, ch. 8)<br />
113 Bodin, Prefazione, p. I.<br />
114 Jean Bodin, De <strong>la</strong> Démonomanie des sorciers, in-4 ; Parigi, da<br />
Jacques du Pays, 1580. – L’opera è dedicata a Mons. Chestofle de Thou,<br />
primo presidente nel Par<strong>la</strong>mento e consigliere del Re. Contiene quattro<br />
libri in cui Bodin, con grand’erudizione, al<strong>la</strong> maniera del tempo, espone i<br />
misfatti degli stregoni, incantesimi, malefici, tempeste, licantropia,<br />
succubi, ecc, con molti esempi tratti dall’antich<strong>it</strong>à, dagli scr<strong>it</strong>tori di<br />
demonologia anteriori e dai processi contemporanei. Non c’è assurd<strong>it</strong>à<br />
che Bodin non ammetta e, per i suoi contradd<strong>it</strong>tori, come Jeaq Wier,<br />
chiede niente di meno che il rogo.
di un’infin<strong>it</strong>à di misfatti. Promessa al diavolo da sua madre<br />
sin dal<strong>la</strong> nasc<strong>it</strong>a, affermava che gli era stata presentata<br />
all’età di dodici anni e che, da quel giorno fino a<br />
cinquant’anni o giù di lì, lo aveva tenuto per amante. Si<br />
presentava a lei con speroni, stivali, <strong>la</strong> spada di fianco,<br />
<strong>la</strong>sciava il cavallo al<strong>la</strong> porta e s’infi<strong>la</strong>va nel suo letto senza<br />
addir<strong>it</strong>tura che il mar<strong>it</strong>o di Jeanne se ne rendesse conto.<br />
Oltre a questo crimine teologico, dichiarava di aver fatto<br />
morire con i suoi sortilegi segreti numerose persone o<br />
animali.<br />
Era insomma una malinconica in preda al delirio d’autodenuncia.<br />
I giudici, tuttavia, scoprirono che era già stata<br />
frustata trent’anni prima per crimine di <strong>stregoneria</strong>, che sua<br />
madre era stata condannata al rogo dal giudice Senlis, per<br />
una ragione analoga. Nessuno dub<strong>it</strong>ò che mer<strong>it</strong>asse <strong>la</strong><br />
morte, e <strong>la</strong> maggioranza fu perché fosse bruciata viva. <strong>La</strong><br />
condanna fu esegu<strong>it</strong>a il 30 aprile 1578, da C<strong>la</strong>ude Defay,<br />
procuratore del re a Ribemont.<br />
<strong>La</strong> condotta di Jeanne Hervilliers dopo <strong>la</strong> sua condanna e<br />
prima del supplizio è certamente di natura tale da<br />
illuminare sul suo disturbo mentale. Rifiutò di ricorrere in<br />
appello, di r<strong>it</strong>rattare alcunché, e per di più si caricò di nuove<br />
accuse e si mise a descrivere il sabba che aveva<br />
frequentato. Sembrava che avesse fretta di finirne con <strong>la</strong><br />
v<strong>it</strong>a e Bodin ricorda a tal propos<strong>it</strong>o diverse condannate che<br />
avevano manifestato sentimenti simili.<br />
Una condanna dello stesso genere è confermata dal<br />
par<strong>la</strong>mento il 5 marzo 1597: il curato di Saint-Pierre-de-<br />
<strong>La</strong>mpes, nel<strong>la</strong> diocesi di Bourges, è condannato ad essere<br />
impiccato e bruciato, per crimine di <strong>stregoneria</strong> 115 .<br />
115 Baissac, Stregoneria, p. 391.
Il XVII secolo vide svolgersi a Parigi più di un famoso<br />
processo di <strong>stregoneria</strong> in cui si mesco<strong>la</strong>rono gli intrighi<br />
pol<strong>it</strong>ici in proporzioni varie.<br />
<strong>La</strong> marescial<strong>la</strong> d’Ancre bruciata in piazza di Grève nel 1617,<br />
si dava a pratiche magiche. “Era accusata e fu riconosciuta<br />
colpevole d’essersi serv<strong>it</strong>a d’immagini di cera che<br />
conservava in alcune bare, d’aver fatto venire dei pretesi<br />
stregoni religiosi, detti Ambrosiani 116 , da Nancy per aiutar<strong>la</strong><br />
nell’ob<strong>la</strong>zione di un gallo che faceva di notte nel<strong>la</strong> chiesa<br />
degli Agostiniani ed in quel<strong>la</strong> di Saint-Sulpice, ecc. 117 ”<br />
116 Gli Ambrosiani erano venuti a Nancy verso 1595, chiamati dal<br />
cardinale Charles, figlio del duca Carlo III. Molto reumatico o gottoso, il<br />
cardinale non poteva muoversi dal<strong>la</strong> sua lettiera ed i medici l’avevano<br />
abbandonato. Si credé stregato. Fu allora che fece venire dall’Italia i frati<br />
Ambrosiani “molto abili ad esorcizzare”. Ne restò nondimeno<br />
immobilizzato fino al<strong>la</strong> morte (24 nov. 1607). – A. Fournier, Epid. De<br />
Sorcell. En Lorraine, p. 27.<br />
117 Frédéric De<strong>la</strong>croix, Les procès de sorcellerie au XVIIe siècle, Parigi,<br />
Nouvelle Revue, 1904, p. 24.<br />
Una « Mazarinata » del 1649, rappresenta Mazarin stesso come mago.<br />
Condannati a morte, per sortilegio, in Italia, « clima odioso e ripugnante<br />
per <strong>la</strong> società » che non produce più che « tirannia, usurpazione,<br />
sorprese, b<strong>la</strong>sfemia e brigantaggi, segu<strong>it</strong>i da magia, <strong>stregoneria</strong>,<br />
predizioni, e sortilegi », tre maghi prima d’andare al supplizio<br />
dichiararono che uno dei loro complici era Mazarin « e che il demonio<br />
gli aveva confer<strong>it</strong>o molte cose artificiose…che avevano fatto insieme un<br />
giuramento solenne davanti al becco infernale, ecc… ».<br />
Nel 1674, il primo presidente <strong>La</strong>moignon è a sua volta in pericolo: un<br />
certo Séjournant chiede al<strong>la</strong> Chappe<strong>la</strong>in di aiutar<strong>la</strong> a fare un patto per<br />
sbarazzarsi di un magistrato ingombrante- De<strong>la</strong>coix, Sorc. Au XVII<br />
siècle p. 174 – H. R. Drazor (Champenois), Histoire tragique des trois<br />
magiciens qui ont accusé à <strong>la</strong> mort Mazarin, en Italie, Parigi, François<br />
Musnier, 1649.<br />
<strong>La</strong> storia di Bel-Amour è del 1679. Il marchese di Feuquières ed il<br />
maresciallo di Lussenburgo, curiosi di cose occulte, desideravano<br />
assistere al sabba. Avevano ricevuto da un soldato, Bosse, detto Bel-<br />
Amou run biglietto che senza dubbio doveva servire da bigl<strong>it</strong>to<br />
d’ingresso. Questo, segnato con 4 croci, portava scr<strong>it</strong>to : « C.P.C. <strong>la</strong>
Si s<strong>it</strong>uano nel 1691 le Avventure diaboliche di Braccio di<br />
ferro ed i suoi complici che commossero fortemente i<br />
giuristi del tempo. Dei pastori di Pacy-en-Brie erano<br />
accusati d’aver fatto morire il bestiame con i loro sortilegi. I<br />
due maggiori colpevoli, Brioule e <strong>La</strong>vaux, furono condannati<br />
ad essere impiccati, poi bruciati, mentre un terzo, Etienne<br />
Nocque fu condannato soltanto al<strong>la</strong> galera. Tutti e tre<br />
fecero appello ed il Par<strong>la</strong>mento dovette pronunciarsi. Nel<br />
frattempo, Nocque restava nelle prigioni del<strong>la</strong> Tornelle. Il<br />
signore di Pacy aveva i cavalli stregati e cercava di far<br />
par<strong>la</strong>re Nocque. Gli fece dare come compagno un altro<br />
detenuto, Béatrice, al quale aveva dato soldi e fatto sperare<br />
in uno sconto di pena se avesse carp<strong>it</strong>o il segreto dei<br />
pastori. Béatrice parlò di Sabba e <strong>stregoneria</strong>, offrì a<br />
Nocque del pane bianco, del<strong>la</strong> carne e del buon vino che<br />
pretendeva aver avuto dal suo diavolo. Il vino rese Etienne<br />
Nocque loquace e tradì il segreto: solo Braccio di Ferro,<br />
pastore dei dintorni di Sens, poteva togliere il sortilegio.<br />
Nocque scrisse addir<strong>it</strong>tura a suo figlio di andare a trovare<br />
Braccio di Ferro e di non <strong>la</strong>sciarlo se non dopo che il<br />
sortilegio fosse stato tolto. Al risveglio, Nocque, furioso per<br />
essere stato ingannato in quel modo, mentre era ubriaco, si<br />
gettò su Béatrice, e lo strangolò quasi.<br />
persona…F.P.C.A. l’assemblea segreta » -F. Ravaisson, Archives de <strong>la</strong><br />
Bastille, V, 219, 262 ; VI, 124- Bel-Amour fu giustiziato il 10 marzo<br />
1679.<br />
All’inizio del XVII secolo, il par<strong>la</strong>mento di Parigi ammetteva ancora il<br />
crimine di manifestazione di succubo. Nel 1606, confermò una condanna<br />
a morte emessa dal giudice del<strong>la</strong> Guiolle, in Auvergne, contro una donna<br />
anziana accusata di commercio carnale col demonio, nonostante <strong>la</strong> sua<br />
rasistenza e <strong>la</strong> presenza di suo mar<strong>it</strong>o accanto a lei. <strong>La</strong> seduta era<br />
presieduta da due magistrati illustri : Antonio Séguier ed Edouard Molé.<br />
Séguier era stato già tra i giudici del<strong>la</strong> marescial<strong>la</strong> d’Ancre.
Ora, ricevuta <strong>la</strong> lettera, Braccio di Ferro tolse per prima cosa<br />
il sortilegio fatto da Nocque sui cavalli. Nello stesso tempo,<br />
Etienne Nocque moriva in maniera sub<strong>it</strong>anea in prigione,<br />
“con strane convulsioni e senza voler sentir par<strong>la</strong>re di Dio o<br />
di confessione”. A questa notizia Braccio di Ferro si rifiutò di<br />
togliere un altro sortilegio gettato su delle pecore dai figli di<br />
Hocque. Temeva per loro <strong>la</strong> stessa sorte del padre. Da qui<br />
una denuncia contro Braccio di Ferro e nuovi arresti.<br />
Il processo seguì il suo corso. Il 18 dicembre 1691 fu<br />
confermata <strong>la</strong> sentenza che condannava Brioule e <strong>La</strong>vaux<br />
ad essere impiccati e bruciati. I figli di Nocque, due figli ed<br />
una figlia furono arrestati come pure Braccio di Ferro e due<br />
complici, Jardin e Pet<strong>it</strong>-Pierre, anche loro pastori. I figli<br />
furono messi al bando, i pastori impiccati e bruciati. 118<br />
Di tutti i processi dell’epoca, tuttavia, il più famoso è di gran<br />
lunga l’Affare dei Veleni.<br />
<strong>La</strong> corte e <strong>la</strong> c<strong>it</strong>tà appresero con stupore, il 23 gennaio<br />
1680, l’arresto per crimini di magia di parecchi dei più<br />
grandi personaggi del regno.<br />
I nomi delle più illustri famiglie si mischiavano in<br />
quest’affare misterioso a quelli del<strong>la</strong> Voisin, de’ <strong>La</strong> Bosse,<br />
del<strong>la</strong> Vigoureux. Effettivamente, le deposizioni dei<br />
testimoni rive<strong>la</strong>rono ai giudici istruttori dettagli singo<strong>la</strong>ri. <strong>La</strong><br />
Filâtre, indovina, dichiarò che <strong>la</strong> Simon, del<strong>la</strong> sua stessa<br />
professione, rimasta incinta, l’aveva chiamata per<br />
consacrare al demonio il figlio che portava. <strong>La</strong> Filâtre aveva<br />
quindi tracciato un cerchio magico al cui bordo aveva<br />
partor<strong>it</strong>o <strong>la</strong> Simon e appena il piccolo era apparso, il padre,<br />
il signor <strong>La</strong>coudray, e <strong>la</strong> madre avevano rinunciato per lui al<br />
battesimo e al SS Sacramento 119 . <strong>La</strong> ragazza Joly dichiarava<br />
118 De <strong>La</strong> marre, Tra<strong>it</strong>é de <strong>la</strong> police, Parigi, Brunet, 1722, 4 in-f, I, 563. –<br />
Brillon, Dict. des Arrêts, al<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> Sortilège.<br />
119 Mss. Bibl. Corps Légis<strong>la</strong>tif, B. 105, 377.
di aver sciolto dall’incantesimo una donna <strong>La</strong> Mothe per<br />
mezzo di un “cuore punto e boll<strong>it</strong>o in un recipiente<br />
nuovo 120 ”. Fu bruciata in piazza di Grève, il 19 dicembre<br />
1681.<br />
Una vera follia d’incantesimi passionali aveva invaso le<br />
menti. “<strong>La</strong> contessa di Soissons e <strong>la</strong> Sig.ra di Montespan<br />
ricevevano filtri per il re…<strong>La</strong> Voisin aveva promesso al<strong>la</strong><br />
Sig.ra di Baucé, moglie del siniscalco di Rennes, un acido per<br />
farsi amare ed avere denaro. Questa pretendeva d’aver<br />
ricevuto da Guilbourg oli consacrati che rendevano<br />
amorose le <strong>la</strong>bbra che n’erano impregnate… Françoise<br />
Fi<strong>la</strong>ste, avventuriera, … “né ragazza, né donna”, … riconosce<br />
d’aver consacrato delle bisce per l’amore” 121 . Il sortilegio<br />
era più che mai fiorente 122 . Si utilizzavano soprattutto le<br />
120 Ibid.<br />
121 De<strong>la</strong>croix, Sorcellerie au XVIIe s., p. 186<br />
122 Il sortilegio, frequente fin dal Medio Evo (cfr. E. Falgairolle, Un<br />
envoûtement en Gévaudan en l’année 1347) era ancora <strong>la</strong>rgamente<br />
praticato nel XVII secolo. “ Erboristi, quali Des<strong>la</strong>uriers, Paris, Pet<strong>it</strong>,<br />
avevano <strong>la</strong> special<strong>it</strong>à dei rospi per scoprire tesori, malefici e sortilegi. <strong>La</strong><br />
maga <strong>La</strong> Brosse e suo figlio, giovane soldato, per un maleficio mortale,<br />
danno colpi di punta di coltello ad un rospo che tengono in mano, mentre<br />
gli fanno ingoiare veleno.<br />
Lesage custodiva a casa sua una figura di cera per far morire e su di lei<br />
faceva congiure per <strong>la</strong> morte del re.<br />
Un decreto del 20 febbraio 1682 condanna Jean Mail<strong>la</strong>rd, revisore dei<br />
conti a Parigi, come complice dello stregone Barenton e del fattucchiere<br />
Pinon, ad essere decap<strong>it</strong>ato”. De<strong>la</strong>croix, Sorcellerie au XVIIe siècle, p.<br />
205.<br />
L’autore ricorda un affare di sortilegio datato 1619 e che finì con <strong>la</strong><br />
condanna al<strong>la</strong> frusta del<strong>la</strong> principale accusata. Una notte, il guardiano del<br />
cim<strong>it</strong>ero di Saint-Germain-des-Près aveva sorpreso tre vecchie donne<br />
che deponevano in una fossa pezzi di carne sanguinante. Sono tre streghe<br />
che seppelliscono “un cuore di pecora pieno di chiodi, bordato da listelli<br />
a forma di mezza croce e con moltissime lunghe spille dentro”. E’ un<br />
maleficio per arrecar danno a qualcuno che ha fatto loro del male. –<br />
Processo verbale del crimine di tre streghe, Parigi, Silvestre Moreau,
Messe Nere… “Si sistema una pietra d’altare o un semplice<br />
materasso sopra una tavo<strong>la</strong> o due sedie illuminate da ceri di<br />
sol<strong>it</strong>o neri. <strong>La</strong> donna, nuda con <strong>la</strong> gonna rialzata, si stende<br />
come <strong>la</strong> v<strong>it</strong>tima di un sacrificio, pronta ad ogni compiacenza<br />
e ad ogni onta.<br />
Il prete, con indosso gli ab<strong>it</strong>i sacerdotali, posa su di lei il<br />
calice e dà inizio alle profanazioni. Consacra il pane ed il<br />
vino con parole orribili. Un bacio osceno sost<strong>it</strong>uisce quello<br />
che il prete usa dare all’altare, bacio segu<strong>it</strong>o talvolta da<br />
possessione completa. In alcune messe si dà <strong>la</strong> comunione<br />
delle due specie, confuse nel più odioso miscuglio che <strong>la</strong><br />
dissolutezza abbia mai immaginato. All’immondo si unisce<br />
<strong>la</strong> feroc<strong>it</strong>à: sacrifici di bambini completano <strong>la</strong> festa, e non<br />
siamo più nel campo del sogno.<br />
<strong>La</strong> celebrazione delle messe sul ventre con il loro<br />
cerimoniale ed il personale, le formule ed i crimini di cui<br />
erano il pretesto o <strong>la</strong> causa, è attestata in documenti<br />
autentici e da una massa di testimoni e d’accusati <strong>la</strong> cui<br />
verac<strong>it</strong>à non può essere messa in dubbio… L’uso di queste<br />
messe era così diffuso che le donne che non volevano farsi<br />
conoscere né sottomettersi a simili impudicizie, trovavano<br />
creature compiacenti per sost<strong>it</strong>uirle…Roma e <strong>la</strong> Grecia, al<br />
parossismo del<strong>la</strong> loro decadenza morale, non hanno<br />
inventato niente di simile.<br />
Questo culto abominevole aveva creato una sorta<br />
d’industria. Mastro Jean, portiere dei Quinze-Vingts [storico<br />
ospedale per 300 ciechi fondato a Parigi da San Luigi, ndt],<br />
prestava <strong>la</strong> sua camera ed ornamenti. L’abate Olivier aveva<br />
innalzato un altare speciale dal<strong>la</strong> Gouin, indovina, “ che<br />
teneva un luogo malfamato verso i Quinze-Vingts”…<br />
Deschault aveva comprato una pietra d’altare di cui si<br />
1619- F. De<strong>la</strong>croix, Sorcellerie au XVII s., p. 206
serviva l’abate Tournee. A carico di quest’ultimo si rilevano<br />
parecchie messe dette sopra una ragazzina di quattordici<br />
anni, che aveva sedotto e deflorato, ed altre in una cantina,<br />
sul ventre del<strong>la</strong> sua domestica 123 . Accusato di sortilegi e<br />
d’avvelenamenti, Tournet fu condannato al<strong>la</strong> pena<br />
cap<strong>it</strong>ale 124 .<br />
L’abate Guibourg è stato inizialmente sollec<strong>it</strong>ato da Leroy,<br />
governatore dei paggi del<strong>la</strong> picco<strong>la</strong> scuderia, “dei<br />
<strong>la</strong>voratori” del<strong>la</strong> sig.ra di Montespan. Dice messa a Mesnil,<br />
nei pressi di Montlhéry, poi a Saint-Denis, poi a Parigi, da<br />
Voisin, sopra una donna “che gli è stato sempre detto<br />
essere Mme de Montespan”. Riconosce di Aver sgozzato tre<br />
bambini. D’altronde, i massacri di bambini per congiure<br />
demoniache erano allora così diffusi che seminavano il<br />
terrore a Parigi e portarono disordini nel 1676 125 .<br />
E’ doloroso pensare, con questi odiosi racconti, che <strong>la</strong><br />
teologia demoniaca, tal come l’abbiamo visto svilupparsi,<br />
era applicata qui con tutto il suo rigore. E’ per aver creduto<br />
con i teologi che le congiure ed altre pratiche di <strong>stregoneria</strong><br />
hanno un effetto reale che tanti miserabili furono spinti a<br />
simili crimini.<br />
<strong>La</strong> messa nera è <strong>la</strong> conclusione fatale del dogma di Satana.<br />
Se ci si può aspettare tutto da lui, ci saranno sempre degli<br />
spostati e dei miserabili per tentare a questo scopo i più<br />
123 Numerosi preti presero parte a queste imprese odiose: Rebours,<br />
associato del<strong>la</strong> Duval, Bobie, prete di Saint-<strong>La</strong>urent, Gérard, prete di<br />
San<strong>it</strong>-Sauveur, Dubousquier, Despan, Lemperrier, Deshayes, Gilles<br />
Davot, confessore del mar<strong>it</strong>o del<strong>la</strong> Voisin, Mariette, gen<strong>it</strong>ore di M. de<br />
Mesme e vecchio precettore, Meignan, che sgozzò due bambini, ecc.,<br />
senza contare l’abate Guibourg, il più tristemente noto a tutti.<br />
124 F. De<strong>la</strong>croix , Sorcellerie au XVIIe s. p. 191 e seg.<br />
125 De<strong>la</strong>croix, loc. c<strong>it</strong>. – Funck-Brentano, Le drame des Poison, Parigi,<br />
106, p.95 e seg. Vedi nel<strong>la</strong> stessa pagina, in note indicazioni delle fonti<br />
manoscr<strong>it</strong>te.
grandi del<strong>it</strong>ti. Le epoche ed i paesi di fede non hanno mai<br />
mancato di farne <strong>la</strong> prova.<br />
II<br />
In provincia, numerosi processi furono celebrati durante il<br />
XVI secolo e generalmente con maggior crudeltà che a<br />
Parigi. <strong>La</strong> lotta tra cattolici e protestanti non fece altro che<br />
rendere più aspra ed accan<strong>it</strong>a <strong>la</strong> lotta contro <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong><br />
e diffondere con ciò stesso l’epidemia. Era a chi avesse<br />
affermato <strong>la</strong> propria fede innalzando roghi.<br />
“Bèze non era ben informato, dichiarava Florimont de<br />
Raimond, consigliere del Par<strong>la</strong>mento di Bordeaux, quando<br />
dal suo seggio tacciava poco tempo fa il nostro par<strong>la</strong>mento<br />
d’incredul<strong>it</strong>à e di poca fede, perché, diceva, - e questo lo<br />
tengo da un uomo d’onore che l’udì- che non osavamo<br />
condannare gli stregoni a morte: i nostri registri<br />
testimoniano il contrario, i decreti celebri che ho raccolto,<br />
che potranno forse un giorno venire al<strong>la</strong> luce,<br />
dimostreranno che non c’è par<strong>la</strong>mento in Francia in cui essi<br />
sono trattati in maniera più severa del nostro. 126 ”<br />
E per confermare <strong>la</strong> profonda fede del suo par<strong>la</strong>mento:<br />
“Tutti quelli che hanno <strong>la</strong>sciato qualche traccia del tempo<br />
che l’anticristo deve venire, scrivono che <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> sarà<br />
allora diffusa dappertutto. E’ mai stata tanto in voga che in<br />
questo sventurato secolo qui? Gli sgabelli del nostro<br />
par<strong>la</strong>mento ne sono tutti anner<strong>it</strong>i, non ce ne sono<br />
abbastanza per sentirli. Le nostre portinerie ne traboccano<br />
e non passa giorno che i giudizi non ne siano insanguinati, e<br />
che non r<strong>it</strong>orniamo tristi nelle nostre case, spaventati dalle<br />
cose odiose che confessano. Il diavolo, poi, è così buon<br />
126 Florimont de Raimond, L’Anti.Christ et l’Anti-Papesse, p. 40-41
maestro che non ne possiamo mandare un così gran<br />
numero al fuoco che non ne rinascano di nuovo altri dalle<br />
loro ceneri. 127 ”<br />
Questa rival<strong>it</strong>à nello sterminio spiega le esecuzioni simili<br />
emesse dai protestanti. Pertanto, dopo <strong>la</strong> peste del 1542,<br />
sono bruciate a Ginevra cinquantotto streghe colpevoli<br />
d’aver generato l’epidemia. Era stato organizzato per<br />
giudicarle un tribunale che era <strong>la</strong> copia fedele di quelli<br />
dell’Inquisizione.<br />
R<strong>it</strong>orniamo alle diverse province francesi. A Po<strong>it</strong>iers, nel<br />
1654, il presidente Salvert e d’Avanton fecero giustiziare tre<br />
stregoni ed una strega, Anthoine Tornire, che si rial<strong>la</strong>cciava<br />
ad una vecchia setta di <strong>stregoneria</strong> locale con una<br />
tradizione molto partico<strong>la</strong>re di sabba. “Il presidente Salvert,<br />
riporta Bodin, mi disse inoltre che si trovò in vecchi registri,<br />
che cento anni prima, erano stati condannati degli stregoni,<br />
per casi simili e simili confessioni e nello stesso luogo del<strong>la</strong><br />
Croce portata per il processo. 128 ” Nel loro sabba, “ il<br />
caprone si consumava al fuoco”, dice Bodin 129 . Secondo un<br />
altro testimone: “Erano costretti a trovarsi almeno tre volte<br />
l’anno al sacrificio del caprone, che bruciava davanti a<br />
loro 130 .“E del<strong>la</strong> cenere ciascuno ne prendeva per far morire<br />
il bue o <strong>la</strong> vacca del proprio nemico… da sotterrare sotto <strong>la</strong><br />
soglia delle stalle, ovili e case 131 ”. Due di questi sventurati si<br />
pentirono, aggiunge Bodin, due morirono ostinati.<br />
Verso <strong>la</strong> stessa epoca, ci fu un gran processo nel Maine, di<br />
cui Bodin par<strong>la</strong> come di una cosa “notoria”. “C’erano non<br />
127 Florimond de Raimond, loc. c<strong>it</strong>.<br />
128 Bodin, Démon., fol. 86 b. (II, 4) ; fol. 113 (II, 8)<br />
129 Stesso passaggio<br />
130 P. Jude Sarclier, L’Antidémon historial, Colonia, 1633<br />
131 Bodin, Démon., loc. c<strong>it</strong>.
meno di trenta stregoni che si accusavano l’un l’altro per<br />
invidia reciproca”.<br />
Gli fu applicato il supplizio ab<strong>it</strong>uale 132 .<br />
<strong>La</strong> Touraine vide condanne simili nel 1559. Qui, però, si<br />
trovò un uomo di scienze per salvare i quattordici<br />
condannati. Il par<strong>la</strong>mento di Parigi si riuniva a Tours ed<br />
incaricò quattro medici, tra cui Pigray, chirurgo di Henri IV e<br />
di Luigi XIII, di esaminarli. “Non vi riconoscemmo, dice<br />
Pigray, che povera gente stupida, gli uni che non si<br />
preoccupavano affatto di morire, gli altri che lo<br />
desideravano. Il nostro avviso fu di dar loro piuttosto<br />
dell’elleboro”. <strong>La</strong> Corte ebbe quindi il buon senso di<br />
assolverli.<br />
Non si fece purtroppo prova dello stesso buon senso nel<br />
celebre processo del curato Aupet<strong>it</strong>, nel 1598, nel Limousin.<br />
Era un prete di una cinquantina d’anni, curato di Pageas<br />
(Haute-Vienne). <strong>La</strong> voce pubblica l’accusava di <strong>stregoneria</strong>:<br />
teneva il sabba, vi presidiava, vi celebrava <strong>la</strong> messa nera.<br />
Ricusò inutilmente <strong>la</strong> giurisdizione civile, chiedendo<br />
d’essere rinviato davanti al tribunale ecclesiastico<br />
[official<strong>it</strong>é, organismo del<strong>la</strong> curia diocesana, soppresso nel<br />
1790 dall’Assemblea cost<strong>it</strong>uente francese, ndt]. I giudici<br />
presidiali [sorta di giudici di cassazione dell’Ancien Regime<br />
francese, ndt] riconobbero <strong>la</strong> loro competenza e<br />
procedettero all’interrogatorio. Aupet<strong>it</strong>, quando gli fu<br />
par<strong>la</strong>to di sabba e di <strong>stregoneria</strong>, dichiarò che non sapeva<br />
cosa volesse dire. Ciò nonostante, fu condannato ad essere<br />
bruciato vivo dopo l’applicazione del<strong>la</strong> tortura.<br />
Durante <strong>la</strong> tortura, che precedette immediatamente il rogo,<br />
il povero prete si <strong>la</strong>sciò andare alle più stravaganti<br />
confessioni. Vi si possono rilevare tracce evidenti di follia.<br />
132 Bodin, Démon., fol. 85 (II, 4).
“Sono stato, diceva, al sabba sulle <strong>la</strong>nde di Mathegoutte e<br />
nel Puy-de-Dôme, vi ho visto il diavolo sotto forma di una<br />
pecora mezza bianca e mezza nera, dava il segnale<br />
condensando una nube in cui si rifletteva l’ombra di una<br />
pecora… Mi ha insegnato a dire <strong>la</strong> messa in suo onore…<br />
Quando provavo a concentrarmi per officiare degnamente,<br />
svo<strong>la</strong>zzava davanti ai miei occhi in forma di farfal<strong>la</strong> e mi<br />
confondeva l’intendimento…Ho il potere di bloccare le<br />
ruote, di far cessare le emorragie e di farmi amare dalle<br />
ragazze, di guarire i frenetici, di far perire i frutti, gli uomini,<br />
le donne ed i bambini. Quando volevo guarire i ma<strong>la</strong>ti, il<br />
diavolo mi si presentava sotto forma di mosca di gran<br />
taglia…” Tra tutti questi sintomi predominano in maniera<br />
singo<strong>la</strong>re le zoopsie: visioni di pecore, di farfalle e di mosche<br />
gigantesche. Ecco un altro sintomo altrettanto curioso: il<br />
diavolo gli aveva chiesto dapprima un d<strong>it</strong>o, poi il corpo, poi<br />
l’anima, e quel d<strong>it</strong>o fu ormai colp<strong>it</strong>o da paralisi. <strong>La</strong><br />
suggestione porta al<strong>la</strong> paralisi? <strong>La</strong> paralisi suggestiona<br />
l’intervento diabolico? E’ difficile deciderne. Sul rogo,<br />
Aupet<strong>it</strong> confermò le sue confessioni e morì senza alcun<br />
dubbio persuaso dei propri crimini 133 .<br />
De <strong>La</strong>nce, al quale dobbiamo il racconto del processo<br />
d’Aupet<strong>it</strong>, ci ha conservato <strong>la</strong> storia di un altro affare<br />
contemporaneo che ha avuto una gran risonanza<br />
nell’Anjou. Era una causa di “licantropia”, <strong>la</strong> prima che<br />
133 Pierre de <strong>La</strong>ncre, consigliere del Par<strong>la</strong>mento di Bordeaux, Tableau de<br />
l’inconstance de mauvais anges et démons, in-4, Parigi, 1613. –<br />
L’incrédul<strong>it</strong>é et mécréance su sortilège pleinement convaincue, in-4,<br />
Parigi, 1622.<br />
De <strong>La</strong>ncre che fu un grand’erud<strong>it</strong>o e gran giurista e che era una mente<br />
abbastanza libera da dare una spiegazione razionale dei fossili, era<br />
nondimeno persuaso del<strong>la</strong> colpevolezza degli stregoni e condivideva su<br />
di loro tutti i pregiudizi del<strong>la</strong> teologia.
incontriamo e che ci porta così alle grandi allucinazioni<br />
deliranti [lycanthropiques, ndt] che studieremo più in là.<br />
Symphorien Damon, arciere delle guardie del gran prevosto<br />
d’Angers, incontrò, sul<strong>la</strong> sua strada, il 4 agosto 1598, un<br />
uomo coricato per terra, con capelli lunghi e “lo sguardo<br />
cattivo”, il quale prese sub<strong>it</strong>o <strong>la</strong> fuga attraverso le ginestre.<br />
Ora, arrivando al vil<strong>la</strong>ggio vicino, Damon apprese che un<br />
ragazzino era stato divorato dai lupi. Quasi sub<strong>it</strong>o ne furono<br />
riportati i resti del cadavere sopra una carretta ed a questa<br />
era legato un uomo dai capelli incolti, le unghie lunghe due<br />
d<strong>it</strong>a, “le mani insanguinate ed il viso spaventoso”. I resti del<br />
ragazzino erano stati strappati dalle zampe di due lupi,<br />
mentre un terzo si gettava nel campo vicino. Correndo in<br />
questo campo, era stato trovato l’uomo dai lunghi capelli e<br />
gli era stato chiesto che cosa faceva: “Non un granché!” E<br />
siccome gli era stato chiesto ancora chi aveva mangiato il<br />
ragazzino, aveva risposto che era stato lui, un fratello e suo<br />
cugino. Ecco cos’erano i tre lupi, uomini trasformati in<br />
bestie, lupi mannari.<br />
Il povero pazzo, di nome Jacques Rollet fu quindi arrestato.<br />
Damon riconobbe facilmente l’essere singo<strong>la</strong>re che aveva<br />
incontrato il mattino. <strong>La</strong> carne del ragazzino era “tr<strong>it</strong>urata e<br />
<strong>la</strong>cerata come con denti o unghie di bestie”. Rollet, tuttavia,<br />
non r<strong>it</strong>ornò sulle sue dichiarazioni. Dichiarò addir<strong>it</strong>tura<br />
d’aver mangiato o fer<strong>it</strong>o una quant<strong>it</strong>à d’altri bambini.<br />
Mendicava di vil<strong>la</strong>ggio in vil<strong>la</strong>ggio, con suo fratello ed il<br />
cugino, e grazie ad un unguento speciale si trasformava<br />
spesso in lupo. Fu quindi gettato in prigione <strong>la</strong> sera stessa, a<br />
Cande. Aveva “ il ventre grande, teso e durissimo; <strong>la</strong> sera<br />
bevve un secchio d’acqua e poi non ha più voluto bere”.<br />
Trasfer<strong>it</strong>o al<strong>la</strong> prigione d’Angers il 7 agosto, Rollet spiegò<br />
come aveva fatto per divorare il ragazzino. Aveva morso
prima al basso ventre. Confrontato però col cadavere, non<br />
lo riconobbe. “Interrogato su chi gli avesse insegnato a<br />
trasformarsi in lupo, rispose che non ne sapeva niente, se<br />
non che era stato scomunicato con sentenza di scomunica”.<br />
Meglio ancora di questa risposta, l’interrogatorio del giorno<br />
8 ci mostrerà l’incoerenza del suo pensiero.<br />
“Cospargendovi con quest’unguento diventavate lupo?”<br />
- No, ero lupo quando ho divorato il ragazzino Corner.<br />
- Eravate lupo quando siete stato arrestato?<br />
- Ero lupo<br />
- Eravate vest<strong>it</strong>o da lupo?<br />
- Ero vest<strong>it</strong>o come adesso.<br />
- Piedi e mani vi diventavano zampe di lupo?<br />
- Sì<br />
- <strong>La</strong> testa vi diventava di lupo?<br />
- Lo ignoro… Avevo <strong>la</strong> testa come oggi”<br />
Nonostante queste contraddizioni insulse, Jacques Rollet fu<br />
condannato a morte. Con l’appello del suo avvocato, però,<br />
il par<strong>la</strong>mento di Parigi annullò <strong>la</strong> sentenza e l’inviò per due<br />
anni all’ospedale di Saint-Germai-des-Près per “risanare <strong>la</strong><br />
mente”. Vi fu qui una gran prova di saggezza 134 .<br />
134 De <strong>La</strong>ncre, L’incrédul<strong>it</strong>é et mécréance, p. 785 e seg.<br />
-Cfr Calmeil, De <strong>la</strong> Folie, I, 342
Cap<strong>it</strong>olo XV<br />
Il ruolo del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong><br />
Teologi del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>- Il Malleus – Del Rio- Torreb<strong>la</strong>nca,<br />
ecc…<br />
Giurisprudenza e procedura- Tribunali ecclesiastici- Capi<br />
d’imputazione- Innocenzo IV riporta in auge <strong>la</strong> tortura<br />
(1252) – Le sue molteplici forme- <strong>La</strong> tortura “continua” degli<br />
inquis<strong>it</strong>ori- <strong>La</strong> prigione – I testimoni – Ricerca del segno - <strong>La</strong><br />
confessione forzata- Null<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> r<strong>it</strong>rattazione – Supplizi –<br />
Responsabil<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>- Arretramento dei teologi<br />
davanti medici e giuristi. Agrippa – Jean Wier- Spée – <strong>La</strong><br />
teologia attuale.<br />
Il ruolo del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> nell’evoluzione del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> è stato<br />
molteplice e vario. Se tuttavia ci si pone dal punto di vista<br />
delle credenze, si possono distinguere due grandi fasi. Nel<strong>la</strong><br />
prima, fino al XIV secolo, in maniera generale, <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> non<br />
crede al<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> e condanna con l’accusa di<br />
superstizione quelli che vi credono. Combatte con tutte le<br />
sue forze l’ignoranza popo<strong>la</strong>re per <strong>la</strong> quale, invece, il potere<br />
degli stregoni era fuori dubbio. Ordina ai preti d’istruire <strong>la</strong><br />
fol<strong>la</strong> su quest’argomento e di proc<strong>la</strong>mare durante <strong>la</strong> predica<br />
che i pretesi explo<strong>it</strong> degli stregoni sono semplicemente
l’opera d’immaginazioni ma<strong>la</strong>te, di cui il diavolo si prende<br />
gioco e che si diverte ad ingannare.<br />
A datare da quest’epoca, separata dal<strong>la</strong> precedente da un<br />
periodo di transizione che abbiamo studiato, <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong><br />
prende in contropiede il suo insegnamento antecedente.<br />
Crede al<strong>la</strong> realtà del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> e condanna con l’accusa<br />
d’empietà quelli che non ci credono.<br />
Combatte con tutte le sue forze gli spir<strong>it</strong>i illuminati per i<br />
quali il potere degli stregoni è chimerico. Ordina ai preti<br />
d’insegnare al popolo che gli explo<strong>it</strong> di <strong>stregoneria</strong> sono fin<br />
troppo reali e che sarebbe empio attribuirli ad<br />
immaginazioni ma<strong>la</strong>te.<br />
In queste opposte credenze risiede il movente<br />
d’atteggiamenti opposti. Fino al XIV secolo, <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> tratta<br />
<strong>la</strong> magia e <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> con re<strong>la</strong>tiva tolleranza. Nei<br />
numerosi Pen<strong>it</strong>enzieri del Medio Evo, le pen<strong>it</strong>enze indicate<br />
per questo duplice peccato, che è ancora soltanto un<br />
peccato di superstizione, sono molto varie ma senza<br />
nessuna grav<strong>it</strong>à speciale.<br />
Dal XIV secolo in poi, <strong>la</strong> pena diventa terribile: è <strong>la</strong> morte,<br />
perché <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> è assimi<strong>la</strong>ta all’eresia, sono i<br />
raffinamenti del<strong>la</strong> tortura, perché è il più grande dei crimini,<br />
un patto con il demonio.<br />
E’ a quel momento che si cost<strong>it</strong>uisce <strong>la</strong> teologia demoniaca<br />
da cui uscirà una giurisprudenza impietosa. I giuristi del<strong>la</strong><br />
<strong>stregoneria</strong> nel XVII secolo non sono che <strong>la</strong> moneta dei<br />
teologi del XV e del XVI.<br />
Compi<strong>la</strong>re <strong>la</strong> lista degli specialisti del demonio che hanno<br />
scr<strong>it</strong>to interi libri sul<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>, sarebbe molto lungo e<br />
noioso. Non essendo teologi a metà, utilizzavano il metodo<br />
teologico per eccellenza che consiste nel non innovare nul<strong>la</strong>
ma di ridirsi noiosamente sempre le stesse cose gli uni con<br />
gli altri.<br />
Il punto di partenza di questa letteratura, il colpetto che<br />
mise tutto in moto, fu <strong>la</strong> Bol<strong>la</strong> del 1484. L’inquis<strong>it</strong>ore<br />
Jacques Sprenger [1436-1494, ndt], dopo le sue prime<br />
campagne di sterminio, riunì il risultato delle sue feroci<br />
esperienze in un corpo di dottrine da cui gli esperti di<br />
demonologia successivi non hanno smesso d’attingere a<br />
piene mani: Il Malleus Maleficarum, pubblicato a Colonia<br />
nel 1489, cinque anni dopo <strong>la</strong> Bol<strong>la</strong> Summis desiderantes. Le<br />
riedizioni di questo libro nefasto furono molteplici e<br />
servirono da manuale a numerose generazioni d’inquis<strong>it</strong>ori.<br />
Fu esso a creare <strong>la</strong> dottrina inquis<strong>it</strong>oria, basata sul<strong>la</strong> più<br />
sciocca superstizione ed orientata verso le più violente<br />
misure. Soltanto un monaco, ed un monaco teologo, poteva<br />
sistematizzare in quel modo le più vaste aberrazioni<br />
dell’immaginazione popo<strong>la</strong>re e, senza il minimo scrupolo<br />
d’uman<strong>it</strong>à, partire da lì per infliggere <strong>la</strong> tortura e l’ultimo<br />
supplizio. Non si può dire quanto l’opera di Sprenger sia<br />
stata cap<strong>it</strong>ale nel<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>: ha forn<strong>it</strong>o ai<br />
teologi il punto d’appoggio nel<strong>la</strong> realtà che essi sono<br />
generalmente poco adatti a scoprire. Gli altri hanno segu<strong>it</strong>o<br />
come le pecore di Panurge.<br />
I domenicani invocarono il Malleus al<strong>la</strong> stessa stregua di un<br />
libro ispirato. I documenti attestano che tutti gli argomenti<br />
che gli inquis<strong>it</strong>ori traevano da questo libro facevano fede e<br />
non erano discutibili. Al solo fine di spiegarlo o mostrarne le<br />
applicazioni essi vi aggiunsero, nelle edizioni successive,<br />
nuovi opuscoli, come il Foumilier di Jean Nider, che da<br />
allora non n’è stato più separato.<br />
Qualche anno dopo, poiché il dotto giurista Ponzinibio si<br />
ergeva contro le dottrine del Malleus e <strong>la</strong> pena di morte
applicata ad un crimine immaginario, ancora un<br />
domenicano, il Maestro del sacro Pa<strong>la</strong>zzo Bartolomeo di<br />
Spina, pubblicò sub<strong>it</strong>o un libro per difendere il principio<br />
attaccato dal giureconsulto.<br />
Non contento di chiedere <strong>la</strong> pena di morte per gli stregoni,<br />
e questo con l’autor<strong>it</strong>à legata al<strong>la</strong> sua funzione, si ergeva<br />
contro Ponzinibio e lo segna<strong>la</strong>va alle persecuzioni degli<br />
inquis<strong>it</strong>ori 135 . Sessant’anni dopo, Jacquier non pensa<br />
diversamente 136 . Michaelis, anch’egli inquis<strong>it</strong>ore dell’ordine<br />
di San Domenico, s’incarica di raccogliere tutte le storie<br />
diaboliche che circo<strong>la</strong>no nel suo tempo e ne compone una<br />
stravagante Pneumalogie che in quanto a sciocchezze cede<br />
il passo solo all’Histoire admirable nel<strong>la</strong> quale racconta <strong>la</strong><br />
possessione di Madeleine de Mandoul e le sue mene<br />
infernali contro il curato Gaufridi 137 .<br />
<strong>La</strong> teoria dello sterminio imp<strong>la</strong>cabile, però, non era il fatto<br />
soltanto degli inquis<strong>it</strong>ori, né il proprio di un ordine religioso.<br />
A fianco dei domenicani specialisti in demonologia, i Gesu<strong>it</strong>i<br />
sono bril<strong>la</strong>ntemente rappresentati dal celebre Del Rio. Era<br />
uno spir<strong>it</strong>o distinto, un vecchio consigliere del par<strong>la</strong>mento<br />
di Brabant entrato in religione nel mezzo di una bril<strong>la</strong>nte<br />
carriera mondana. Pur non avendo <strong>la</strong> triste gloria di<br />
Sprenger che fondò <strong>la</strong> scienza del<strong>la</strong> demonologia, egli ha<br />
quel<strong>la</strong> d’aver costru<strong>it</strong>o per questa scienza un vero<br />
Sommario 138 . E’ il tipo più compiuto di specialisti singo<strong>la</strong>ri di<br />
135 B. de Spina (B. de l’Epine, B. de Lépine), O. P. Quœstio de Strygibus<br />
et in Ponzinibium de <strong>La</strong>miis Apologia, 1523<br />
136 Jacquerius, F<strong>la</strong>gellum hœreticorum, in-8, Francoforte, 1581<br />
137 Michaelis, Pneumalogie ou Discours sur les Espr<strong>it</strong>, in-4, 1587 ; 2°<br />
ed<strong>it</strong>.. al<strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> Histoire Admirable…, Parigi, 1613<br />
138 Del Rio, S. J., Disquis<strong>it</strong>ionum Magicarum libri sex, in-4, Louvain,<br />
1599; Magonza, 1624,. Duchesse ne ha dato un sunto in francese. Del<br />
Rio, tra molte altre cose, c’informa che il demonio raccomandava<br />
soprattutto ai suoi scherani di non ascoltare i gesu<strong>it</strong>i: Caveret interim
cui “ si affermerebbe che hanno vissuto nel<strong>la</strong> più grande<br />
intim<strong>it</strong>à col diavolo e che questi gli ha rive<strong>la</strong>to tutti i suoi<br />
segreti. Ne conoscono le ab<strong>it</strong>udini, il potere, le<br />
comunicazioni con gli uomini, gli artifici e le leggi del suo<br />
potere. Descrivono le mostruos<strong>it</strong>à del sabba, raccontano i<br />
crimini degli stregoni, indicano le procedure da seguire, le<br />
pene da applicare, e fanno, persegu<strong>it</strong>andoli, il racconto<br />
dettagliato di una massa di processi di <strong>stregoneria</strong>, fondati<br />
quasi sempre sulle stesse accuse. 139 ”<br />
All’incirca nel medesimo tempo, un altro teologo, Padre<br />
Casmann, attacca lo stesso argomento da un <strong>la</strong>to più<br />
partico<strong>la</strong>re. In una monografia impeccabile, fa il censimento<br />
minuzioso dei diavoli noti, con descrizione, proprietà,<br />
potenza, ecc 140 .<br />
Credo che sia <strong>la</strong> prima statistica del regno infernale.<br />
Conoscere i diavoli era tuttavia poco se non si sapeva<br />
metterli in fuga. Certo, c’erano gli esorcismi, ma riuscivano<br />
male. Bisognava aggiungervi altri mezzi meno anodini:<br />
bruciare zolfo e materie puzzolenti, ma soprattutto gettare<br />
nel fuoco un biglietto con il nome del diavolo o meglio<br />
ancora il suo r<strong>it</strong>ratto. Quest’ultimo mezzo era sovrano,<br />
come c’informa Padre Mengo, in un libro interamente<br />
consacrato al<strong>la</strong> farmacopea diabolica 141 .<br />
D’altra parte, tra tutti questi bizzarri trattati, r<strong>it</strong>orna<br />
continuamente un’idea familiare, quel<strong>la</strong> che esprimeva<br />
senza mezzi termini, nel 1578, il minimo Pierre Nodé:<br />
etiam atque etiam ne jesu<strong>it</strong>as adiret unquam, alioquin gravissimas eum<br />
pœnas daturum Lib. VI, cap. II, Sect. 3 – Un altro gesu<strong>it</strong>a<br />
contemporaneo, P. Leyman, faceva testo e del Rio lo c<strong>it</strong>a spesso.<br />
139 De<strong>la</strong>croix, Procès de Sorcellerie, p. 48<br />
140 Othonis Casmanni Angelogrphia, in-8, Francoforte, 1597<br />
141 R. P. F. H. Mengo, F<strong>la</strong>gellum dœmonum, exorcismos terribiles,<br />
potentissimos, efficaces…complectens, in-8, Venetiis, Guerrœa, 1602
“Tagliate, diceva ai signori ed ai magistrati, recidete il filo<br />
dell’abominevole v<strong>it</strong>a di questa gente che sapete che ci<br />
riempiono e ci opprimono con tanti sventurati disastri, che<br />
cadono su di noi più f<strong>it</strong>ti del<strong>la</strong> grandine…Aspettate che<br />
leghino vostra moglie…che vi uccidano i figli appena usc<strong>it</strong>i<br />
dal ventre del<strong>la</strong> madre? R<strong>it</strong>arderete fino a che vi avvelenino<br />
cibo o bevanda, che facciano cadere <strong>la</strong> grandine sui vostri<br />
frutti e vi fulminino i castelli, che vi portino <strong>la</strong> morte del<br />
gregge, che curvino <strong>la</strong> schiena dei vostri serv<strong>it</strong>ori e serve<br />
con un’infin<strong>it</strong>à di torsioni angosciose e mantengono in duro<br />
<strong>la</strong>nguore i vostri poveri fattori e <strong>la</strong>voratori, o che loro stessi,<br />
possibile, essendo imbevuti di malizia, scaglino contro di<br />
voi, i loro maestri nel loro furore, e mille stregonerie e<br />
veleni? 142 ”<br />
Nel corso del XVII secolo, l'andamento di questa letteratura<br />
non fu per niente interrotto. Nel 1609, Jean Filesac, dottore<br />
al<strong>la</strong> Sorbona, che calco<strong>la</strong>va in milioni gli stregoni in Francia,<br />
si <strong>la</strong>mentava che quest’immenso numero fosse dovuto<br />
giustamente al<strong>la</strong> loro impun<strong>it</strong>à 143 .<br />
Un po’ più tardi, nel 1623, Don Francisco Torreb<strong>la</strong>nca<br />
pubblicava <strong>la</strong> sua magistrale Demonologia, opera che<br />
attesta, un<strong>it</strong>amente ad un gran talento di composizione,<br />
conoscenze universali in materia di magia e di <strong>stregoneria</strong>.<br />
<strong>La</strong> teologia, <strong>la</strong> giurisprudenza, <strong>la</strong> “fisica” del soggetto, sono<br />
esposte in maniera super<strong>la</strong>tiva. Fu quel<strong>la</strong> certamente una<br />
142 Pierre Nodé, Déc<strong>la</strong>mation contre l’erreur exécrable des maleficiers,<br />
sorciers, etc. Parigi, Du Carroy, 1587, in-8, p. 4 – Queste veementi<br />
esortazioni erano tutto sommato meno abili del ragionamento del<br />
Consigliere del Par<strong>la</strong>mento, Le Loyer, Discours des spectres ou vision<br />
set appar<strong>it</strong>ions des espr<strong>it</strong>s, in-4, Parigi, Buon, 1608. Gli stregoni, diceva,<br />
non possono nul<strong>la</strong> contro i giudici e i loro incantesimi non agiscono<br />
contro i magistrati. Che fortuna!<br />
143 J. Filesac, De ido<strong>la</strong>tria magica, Parigi, 1609. –Cfr. Merlin, Repertoire<br />
al<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> Sortilège e Baissac, Sorcellerie, p. 315.
delle più potenti macchine da guerra scagliate contro degli<br />
innocenti 144 .<br />
Uno dei più ardenti inquis<strong>it</strong>ori del<strong>la</strong> Franche-Comté, Jean<br />
Des Loix, provinciale dei domenicani dei Paesi Bassi, diede<br />
anch’egli prova di una vera scienza giuridica. Il suo principio<br />
fondamentale era che “l’inquis<strong>it</strong>ore deve essere irremovibile<br />
per se stesso e formidabile per quello che l’attacca, che non<br />
è altro che il diavolo, che ceca di diventare padrone dei suoi<br />
miserabili stregoni. 145 ” Dal<strong>la</strong> convinzione che costoro<br />
intraprendessero un corpo a corpo con il diavolo stesso,<br />
nasceva l’inspiegabile crudeltà di tutti gli inquis<strong>it</strong>ori. Pierre<br />
Symard, che successe a Des Loix, nel 1649, come inquis<strong>it</strong>ore<br />
di Besançon e che non gli fu per niente da meno<br />
nell’accanimento nel persegu<strong>it</strong>are gli stregoni 146 , ci ha<br />
<strong>la</strong>sciato una prova dell’influenza enorme che eserc<strong>it</strong>avano i<br />
teorici del<strong>la</strong> teologia demoniaca sul<strong>la</strong> repressione<br />
inquis<strong>it</strong>oria: un trattato manoscr<strong>it</strong>to sugli stregoni di cui è<br />
l’autore, è solo un’im<strong>it</strong>azione di quello di Torreb<strong>la</strong>nca 147 .<br />
L’Incrédul<strong>it</strong>é savante del cappuccino Jacques d’Autun è uno<br />
dei libri più curiosi sul<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> del XVII 148 . Incredul<strong>it</strong>à<br />
144 D. F. Torreb<strong>la</strong>nca, Dœmonologia, sive de Magia libri quatuor,<br />
Magonza, 1623.<br />
145 Des Loix, Speculum Inquis<strong>it</strong>ionis Bisuntinae, Dôle, Binard, 1628-<br />
L’inquis<strong>it</strong>eur de <strong>la</strong> Foi, Lyon, Po<strong>it</strong>eret, 1634.<br />
146 Nei registri del comune di Besançon si trova una lettera indirizzata da<br />
lui stesso ai magistrati del<strong>la</strong> c<strong>it</strong>tà per <strong>la</strong>mentare l’insufficienza di prigioni<br />
e chiederne insistentemente di più vaste.<br />
147 De<strong>la</strong>croiz, Sorcellerie, p. 63. – Symard morì verso il 1680 priore dei<br />
domenicani di Poligny. Tra le altre v<strong>it</strong>time, condannò <strong>la</strong> moglie del boia.<br />
Il mar<strong>it</strong>o chiese una dispensa ed ebbe come risposta queste parole scr<strong>it</strong>te<br />
a margine del<strong>la</strong> richiesta: “Autorizzato a farsi sost<strong>it</strong>uire”. – Dey, loc. c<strong>it</strong>.,<br />
p. 46.<br />
148 J. D’Autun, L’incrédul<strong>it</strong>é savante et <strong>la</strong> crédul<strong>it</strong>é ignorante au sujet<br />
des magicien et des sorciers, in-4, Lyon, 1671. Dedicato a MM. del<br />
Par<strong>la</strong>mento de Dijon
sapiente che vuole confondere, è l’opinione di quelli che<br />
credono che “i sortilegi sono chimere, le assemblee<br />
notturne illusioni ed i malefici mali immaginari”.<br />
<strong>La</strong> posizione di J. d’Autun è ancora quel<strong>la</strong> dei teologi<br />
odierni. Dominati dal passato, non possono e non potranno<br />
mai, senza illogic<strong>it</strong>à, rigettare <strong>la</strong> credenza nel<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>.<br />
Da questa teologia è nata <strong>la</strong> giurisprudenza applicata agli<br />
stregoni. “Non c’è crimine tanto contrario a Dio quanto il<br />
sortilegio”, dirà ancora nel 1670 il Par<strong>la</strong>mento di Rouen<br />
nel<strong>la</strong> sua rimostranza al re. Tribunali seco<strong>la</strong>ri e tribunali<br />
episcopali, perciò, persegu<strong>it</strong>ano <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> con uguale<br />
trasporto. Fin dal 1374, l’inquis<strong>it</strong>ore di Francia persegu<strong>it</strong>a<br />
stregoni senza che se ne discuta <strong>la</strong> competenza. Nel 1409,<br />
nel 1418, l’inquis<strong>it</strong>ore del<strong>la</strong> Provenza è incaricato di<br />
sterminare “maghi e congiurati”. Nel 1437, poi nel 1445,<br />
Eugenio IV spinge gli inquis<strong>it</strong>ori a raddoppiare l’attiv<strong>it</strong>à<br />
contro <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>. Nel 1451, Nico<strong>la</strong>s V aumenta i<br />
privilegi di Hugues le Noir, inquis<strong>it</strong>ore di Francia,<br />
accordandogli <strong>la</strong> competenza su questi stessi crimini, con o<br />
senza odore d’eresia. I vescovi contendevano talvolta<br />
all’Inquisizione il dir<strong>it</strong>to di perseguire gli stregoni, ma in<br />
generale, secondo le Clementine, le due potenze rivali<br />
dovevano cooperare per l’applicazione del<strong>la</strong> tortura e <strong>la</strong><br />
sentenza finale 149 . Per di più sappiamo che in Francia, nel XV<br />
secolo, il Par<strong>la</strong>mento era arrivato a far riconoscere <strong>la</strong><br />
propria competenza nei processi di <strong>stregoneria</strong>: con questa<br />
trip<strong>la</strong> giurisdizione molto abile, chi avrebbe potuto<br />
sfuggire? D’altronde, il Par<strong>la</strong>mento mostrò in generale una<br />
sana ragione che esasperava gli inquis<strong>it</strong>ori. Questi<br />
s’irr<strong>it</strong>avano di vedere prosciolti degli sventurati che <strong>la</strong> sana<br />
ortodossia attendeva con impazienza come v<strong>it</strong>time.<br />
149 Lea, Inquis<strong>it</strong>ion, III,512
“L’usanza di Francia deve essere rigettata per<br />
quest’imputazione. Ci conformiamo all’usanza del<strong>la</strong><br />
<strong>Chiesa</strong>. 150 ” In Germania, confl<strong>it</strong>ti di questo genere erano<br />
perenni. In tal modo, nel 1674, un giudice di Tan<strong>la</strong>ch, in una<br />
richiesta al duca di Gotha, si rammarica vivamente delle<br />
violenze e delle usurpazioni del clero nei confronti dei dir<strong>it</strong>ti<br />
del<strong>la</strong> giustizia ordinaria 151 . <strong>La</strong> giustizia ordinaria non ha,<br />
d’altra parte, mai molto contato nei riguardi del<strong>la</strong><br />
superstizione.<br />
Si crearono talvolta tribunali eccezionali, come per Urbain<br />
Grandier o per gli accusati dell’Affare dei Veleni.<br />
Con tutti questi tribunali, i forn<strong>it</strong>ori di pire avevano buon<br />
gioco. Le accuse nascevano con una facil<strong>it</strong>à quasi così<br />
sconcertante come quel<strong>la</strong> con cui erano accolte. Il diavolo<br />
era dappertutto e con lui lo stregone. “ Che un’epizoozia<br />
arrivi a colpire, diceva Frédéric Spée, che un temporale<br />
distrugga un raccolto, che un medico con capisca nul<strong>la</strong> di<br />
una ma<strong>la</strong>ttia o che una ma<strong>la</strong>ttia resista al medico, che una<br />
disgrazia, qualunque essa sia, succeda all’improvviso, c’è lì<br />
sotto qualche diavolo. <strong>La</strong> gente è furiosa, non sta più in sé:<br />
il clero fa coro 152 ”. Si ordinava frequentemente di<br />
150 Spec. Inquis. Bisunt, p. 141-2.<br />
151 Soldan-Heppe, loc. c<strong>it</strong>.., p. 331<br />
152 Spée, Cautio criminalis.<br />
Molto spesso le epidemie così numerose nel Medio Evo come nel XVI e<br />
XVII secolo furono il pretesto di accuse assurde. “Si accusano, dice<br />
<strong>La</strong>llemand, preti, uomini, donne, di diffondere il germe del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia. Si<br />
pretende che ungono le porte, le serrature, per mezzo di sostanze<br />
pericolose, che seminano nelle strade stracci e oggetti infettati in<br />
precedenza.”. (L’autore fornisce qui alle masse di quest’epoca una<br />
spiegazione che suppone idee scientifiche più moderne. <strong>La</strong> ver<strong>it</strong>à è che<br />
s’incriminavano gli unguenti e polveri diaboliche che abbiamo così di<br />
frequente attribu<strong>it</strong>o agli stregoni per l’immaginazione di teologi e<br />
giuristi.). “Nessuno si trova al riparo dai sospetti e spesso raggiungono i<br />
funzionari che curano <strong>la</strong> salute pubblica. A Ginevra (1530), le v<strong>it</strong>time
denunciare i sospetti, con pena di scomunica. E’ quello che<br />
fece l’inquis<strong>it</strong>ore del<strong>la</strong> Franche-Comté, nel 1659. Allora si<br />
videro gen<strong>it</strong>ori denunciarsi a vicenda, figli di dieci o dodici<br />
anni testimoniare contro i gen<strong>it</strong>ori. Nel 1662, nel<br />
Wurtemberg, un ragazzino di dieci anni dice ad un<br />
compagno: “Mia nonna può produrre topi, bruchi e pulci”.<br />
E’ sub<strong>it</strong>o aperta un’inchiesta. <strong>La</strong> povera vecchia fugge nei<br />
boschi e qualche giorno dopo n’è rinvenuto il cadavere<br />
mezzo sbranato dai lupi 153 . Tre testimoni che depongono tre<br />
fatti diversi, diceva Bodin “questi tre testimoni senza<br />
sono l’ospedaliero, un ecclesiastico ed altri serv<strong>it</strong>ori dell’ospedale degli<br />
appestati.<br />
“A Mi<strong>la</strong>no (1630) le esecuzioni diventano numerose. Il re di Spagna,<br />
duca del Mi<strong>la</strong>nese, promette ricompense a quelli che denunciano gli<br />
untori[in <strong>it</strong>aliano nel testo].<br />
“I condannati si vedono sottomessi ai più spaventosi supplizi: tenaglie<br />
rosse di fuoco mordono <strong>la</strong> carne palp<strong>it</strong>ante, <strong>la</strong> mano destra è tagliata. Si<br />
rade al suolo <strong>la</strong> dimora di chi è dichiarato colpevole. A Mi<strong>la</strong>no, al posto<br />
dove sorgeva <strong>la</strong> casa del barbiere G. Giacomo Mora, si erge una Colona<br />
Infame [in <strong>it</strong>aliano nel testo].<br />
“Costantemente gli accusati revocano le confessioni estorte con <strong>la</strong> forza<br />
e protestano <strong>la</strong> loro innocenza al momento stesso di subire l’ultimo<br />
supplizio”. – L. <strong>La</strong>llemand, Les ma<strong>la</strong>dies épidémiques en Europe, du<br />
XVI au XIX siècle, nel<strong>la</strong> Revue des Q. Hist., 1908, p. 464.- Cfr. Processo<br />
originale degli untori nel<strong>la</strong> peste del MDCXXX, in-8, Mi<strong>la</strong>no, 1839. – J.<br />
Ripamondi, De Peste quœ fu<strong>it</strong>…, in-4, Mi<strong>la</strong>no 1641. – In Slesia,<br />
numerose persone accusate di questo crimine furono bruciate nel 1606..<br />
<strong>La</strong>mbert, Geschichte der Seuchen.. in-8, Wiesbaden, 1890, p. 12<br />
A Cahors, nel 1533, “ furono individuati e scovati gli affumicatori del<strong>la</strong><br />
peste, i quali…attaccavano <strong>la</strong> peste alle case, ungendo le chiusure delle<br />
porte, ecc.” Louis Greil, Le Livre de main des du Pouget (1522-1598),<br />
Cahors, 1897, p. 11. – Nel 1659, a Besançon, in segu<strong>it</strong>o ad un’epidemia,<br />
uno dei notabili di Besançon fu condannato al fuoco dall’inquis<strong>it</strong>ore.<br />
Questi si appellò a Roma e fu dichiarato innocente. “Più di duecento<br />
persone, dice il gesu<strong>it</strong>a Prost, che erano state bruciate su simili indizi,<br />
non era colpevoli di più.” Prost., Hist. De Besançon.<br />
153 Pfaff, Z. fűr d. Culturgeschichte, an. 1856, p. 351
icusazione e qualche altra supposizione, bastano per<br />
emettere sentenza di morte” 154 .<br />
<strong>La</strong> <strong>stregoneria</strong> era un crimine occulto e di difficile prova, agli<br />
inquis<strong>it</strong>ori bastava congetturare il corpo del reato. Il<br />
Sant’Uffizio stesso rimproverava loro gli eccessi in cui <strong>la</strong><br />
procedura d’eccezione li trascinava. Il 4 settembre 1657,<br />
dichiarava a quello del<strong>la</strong> Borgogna “spesso gli inquis<strong>it</strong>ori<br />
avevano commesso vessazioni ingiuste, indagini,<br />
carcerazioni ed altre cattive procedure, tanto negli<br />
interrogatori ed istruzioni quanto nel<strong>la</strong> questione del<strong>la</strong><br />
tortura” 155 .<br />
<strong>La</strong> <strong>stregoneria</strong> era r<strong>it</strong>enuta ered<strong>it</strong>aria: c’era lì un primo<br />
indizio. Il cambiamento di domicilio, anche se può sembrare<br />
singo<strong>la</strong>re, ne cost<strong>it</strong>uiva un secondo, “poiché, dice Bodin,<br />
succede normalmente che le streghe si spostano da un<br />
posto ed un vil<strong>la</strong>ggio all’altro”. E’ <strong>la</strong> mania del<strong>la</strong> fuga<br />
conosciuta dagli alienisti moderni. Turbarsi davanti al<br />
giudice, era altrettanto grave. Lienhard, di Stumm, nel<br />
Tirolo, dopo <strong>la</strong> morte del<strong>la</strong> madre, poiché il patrigno era<br />
troppo brutale, <strong>la</strong>sciò <strong>la</strong> casa e se n’andò a custodire le<br />
greggi da vil<strong>la</strong>ggio in vil<strong>la</strong>ggio. Incappato nei gendarmi, si<br />
turbò; arrestato, si turbò di nuovo davanti ai giudici. Era<br />
appunto scoppiato un temporale il giorno prima e ne fu<br />
accusato lui. Messo sotto pressione dalle domande, finì per<br />
confessare che era stregone, che un giorno aveva<br />
incontrato un cacciatore nero che non poteva essere che il<br />
diavolo e che gli aveva insegnato a fare temporali ed anche<br />
topi. Il ragazzo fu messo sotto tortura ed il 13 dicembre<br />
1679 fu issato sul rogo, fu decap<strong>it</strong>ato, il suo piccolo corpo<br />
bruciato e le ceneri maledette gettate nel fiume 156 .<br />
154 Demon., IV, 2<br />
155 De<strong>la</strong>croix, loc. c<strong>it</strong>., p. 249<br />
156 L. Rapp, Die Hexempr. Ans Tyrol, p. 25-28
Sospetto, secondo Del Rio, anche chi denunciava con<br />
troppo zelo gli altri stregoni: era un mezzo per sviare i<br />
sospetti. Sospettato era, chi trascurava i doveri religiosi,<br />
sospettato chi vi si mostrava troppo assiduo. “Chiunque<br />
rec<strong>it</strong>ava il paternostro con troppa devozione, prendeva<br />
troppo spesso l’acqua benedetta, era troppo assiduo alle<br />
funzioni, dice Fréderic de Spée, diventava sospetto di<br />
<strong>stregoneria</strong>”. L’attaccamento ad un cane, ad un gatto, che<br />
potevano essere diavoli dissimu<strong>la</strong>ti, fornirono molto spesso<br />
i capi d’accusa. L’ultimo vescovo di Mersebourg, Michel<br />
Helding, soprannominato Sidonius, mente fine e<br />
predicatore di talento, dovette fuggire dal<strong>la</strong> sua c<strong>it</strong>tà<br />
episcopale e rifugiarsi a Vienna, persegu<strong>it</strong>ato dall’accusa<br />
d’essere in commercio col diavolo nel<strong>la</strong> persona del suo<br />
gatto 157 .<br />
Altri indizi: l’ab<strong>it</strong>udine di tenere gli occhi fissi a terra<br />
durante l’interrogatorio, una cattiva fisionomia, l’ab<strong>it</strong>udine<br />
di giurare e bestemmiare, <strong>la</strong> finta di cacciare <strong>la</strong>crime senza<br />
poter piangere, l’assenza di una croce o di una parte di<br />
croce al<strong>la</strong> corona del rosario, il fatto di farsi chiamare strega<br />
o genaulche o hiryge, [ strega, ndt] ecc. senza perseguire il<br />
calunniatore, stravaganze o sconvenienze, <strong>la</strong> negligenza nel<br />
denunciare gli eretici. <strong>La</strong> voce pubblica, <strong>la</strong> confessione<br />
dell’accusato o di un complice, <strong>la</strong> minaccia di sortilegio<br />
segu<strong>it</strong>a da effetto, il possesso su di sé o in casa di polveri<br />
grasse non ab<strong>it</strong>uali, le menzogne e modifiche agli<br />
interrogatori, <strong>la</strong> fuga prima o durante l’indagine e il<br />
marchio, erano c<strong>la</strong>ssificati tra gli indizi più gravi o<br />
prim’ordine. Uno di questi, un<strong>it</strong>o ad un degli altri, bastava al<br />
magistrato per ordinare <strong>la</strong> messa sotto tortura.<br />
157 Morì nel 1561. – Hauber, Biblioth. magica - C’è bisogno di ricordare<br />
il cane d’Agrippa?
<strong>La</strong> tortura venuta dal dir<strong>it</strong>to romano e proib<strong>it</strong>a dal<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong><br />
fino al XII secolo, fu rimessa in auge da Innocenzo IV, che,<br />
nel 1252, n’approvò l’uso in caso di scoperta d’eresia 158 . Gli<br />
inquis<strong>it</strong>ori, però, non potevano applicar<strong>la</strong> autonomamente.<br />
Nel 1258 Alessandro IV glielo permise, a condizione di<br />
assolversi l’uno l’altro e di dispensarsi dalle “irrego<strong>la</strong>r<strong>it</strong>à”<br />
intercorse 159 . E’ noto l’elogio che faceva del<strong>la</strong> tortura<br />
l’inquis<strong>it</strong>ore Bernard Gui, come mezzo per estorcere le<br />
confessioni ad accusati e testimoni 160 .<br />
Fu <strong>la</strong> gran leva dei processi di <strong>stregoneria</strong>. “Senza di questa,<br />
dice Soltan, non sarebbe stato possibile individuare quelle<br />
masse di streghe, senza di essa, i processi di <strong>stregoneria</strong><br />
non avrebbero mai avuto posto nel<strong>la</strong> storia dell’uman<strong>it</strong>à” 161 .<br />
“Sventurata <strong>la</strong> povera donna, scrive l’autore del Cautio<br />
criminalis, Fréderic de Spée, che ha messo piede nel<strong>la</strong><br />
camera di tortura, non ne uscirà che dopo aver detto tutto<br />
quello che si voleva farle dire. Una volta sotto tortura, è<br />
spacciata, non può scappare, deve morire. Spesso mi sono<br />
detto che se il mondo intero non era fatto di stregoni era<br />
perché il mondo intero non era passato attraverso di quel<strong>la</strong>.<br />
<strong>La</strong> cosa è talmente vera, che molto recentemente<br />
l’inquis<strong>it</strong>ore di un gran principe osava dichiarare che se il<br />
papa fosse caduto tra le sue mani e avesse sub<strong>it</strong>o <strong>la</strong> tortura,<br />
lo avrebbe costretto a confessare d’essere stregone.” 162<br />
Dato che <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> era un “crimine d’eccezione” gli<br />
accusati erano sottoposti a quel<strong>la</strong> che si chiamava in Francia<br />
<strong>la</strong> questione straordinaria. Si doveva prima di tutto cavargli<br />
<strong>la</strong> confessione del<strong>la</strong> loro colpa, questione preparatoria, poi<br />
158 Bol<strong>la</strong> Ad extirpanda, §6<br />
159 Bol<strong>la</strong>, Ut Negotium e Bol<strong>la</strong> Ne inquis<strong>it</strong>ionis<br />
160 Practica, p. IV, V.<br />
161 Soldan-Heppe, loc. c<strong>it</strong>., p. 356<br />
162 C<strong>it</strong>ato da Baissac, Sorcellerie, p. 52
il nome dei complici, questione defin<strong>it</strong>iva. Davanti ai diversi<br />
par<strong>la</strong>menti, <strong>la</strong> forma del<strong>la</strong> questione non era <strong>la</strong> stessa.<br />
Quello di Parigi non ammetteva che l’acqua- servendosi di<br />
un corno, si versavano 8 pinte [4,55 l. circa, ndt] d’acqua<br />
nel<strong>la</strong> bocca dell’accusato- e gli stivaletti -si stringevano le<br />
gambe in una pergamena o tra due tavole di legno che<br />
venivano strette violentemente mediante arnesi di ferro.<br />
Altrove, vi si aggiungevano le manette; a Besançon si<br />
utilizzava di preferenza <strong>la</strong> strappata. Ad Avignone avevano<br />
importato da Roma una tortura partico<strong>la</strong>rmente atroce: <strong>la</strong><br />
veglia. Era una sorta d’impa<strong>la</strong>mento dell’accusato in una<br />
specie di forno riscaldato da bracieri.<br />
Da nessuna parte, però, si era costretti ad attenersi a<br />
queste forme di tortura, sempre perché <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> era<br />
un crimine d’eccezione. S’immaginavano i supplizi più<br />
inaud<strong>it</strong>i. Le tenaglie e <strong>la</strong> morsa sono d’utilizzo frequente.<br />
Anna Schmeck, nel 1652, è attanagliata per mezzo di<br />
krebbs. Soldan-Heppe c<strong>it</strong>a una donna che, in Vestfalia,<br />
subisce venti volte questa tortura e ogni sequenza durava<br />
da tre a quattro ore. A Baden-Baden, un’altra sventurata,<br />
nel 1628, è attanagliata dodici volte e <strong>la</strong>sciata cinquantadue<br />
ore sul banco di tortura 163 . “In O<strong>la</strong>nda, dopo aver sub<strong>it</strong>o le<br />
tenaglie ventiquattro volte, un’accusata fu esposta a vespe<br />
e topi ed ebbe brandelli di carne strappati fino alle ossa. Il<br />
boia non potendone più chiese di riposarsi, il borgomastro<br />
lo sost<strong>it</strong>uì.<br />
“Jacques Cornil e suo figlio, orribilmente torturati per molti<br />
giorni, sono messi nove volte nel<strong>la</strong> morsa, poi, sui loro corpi<br />
vengono bruciate quattro misure di liquido infiammabile.<br />
Sotto i loro piedi sono sistemati carboni ardenti, tanto che<br />
<strong>la</strong> pianta se ne stacca; uno resta sei giorni senza mangiare,<br />
163 Soldan-Heppe, loc. c<strong>it</strong>. I, 357.
dopo di che gli si dà un’aringa sa<strong>la</strong>ta e gli s’impedisce di<br />
bere. Sono portati topi che gli si mettono sul petto nudo,<br />
dopo averli stuzzicati ed ecc<strong>it</strong>ati, poi è circondato da vespe<br />
ed api. Sono aggiunti altri supplizi rivoltanti indescrivibili. 164 ”<br />
Talvolta si versava sul corpo dello zolfo fuso o si fissavano i<br />
piedi sopra di un fuoco acceso. Un giudice di Münster<br />
faceva slogare le braccia, altri facevano spezzare le<br />
gambe 165 . Altre volte, si utilizzava un col<strong>la</strong>re mun<strong>it</strong>o di<br />
chiodi all’interno. “<strong>La</strong> regina delle streghe”, Arnoulette<br />
Desfrasnes, il 21 marzo 1663, fu “condannata al<strong>la</strong> questione<br />
del col<strong>la</strong>re per ventiquattro ore. 166 ”<br />
L’eculeo era di frequente utilizzo. Una ragazzina di tredici<br />
anni, nel 1647, Marie Carlier, vi restò parecchie ore.<br />
Giacomo I d’Inghilterra immaginò di conficcare punte di<br />
legno e spille sotto le unghie. Un’invenzione ancora più<br />
felice, secondo quanto dice Binsfeld, gran vicario di Trèves,<br />
era venuta dall’Italia: consisteva nel mantenere il paziente<br />
nell’insonnia tram<strong>it</strong>e <strong>la</strong> presenza d’aguzzini che si davano il<br />
cambio e lo svegliavano con grandi colpi in testa 167 .<br />
Leggi e canoni impedivano di re<strong>it</strong>erare <strong>la</strong> tortura.<br />
L’inquis<strong>it</strong>ore Sprenger immaginò, però, una distinzione che<br />
farebbe invidia agli ultimi casisti: “Quod si nec sic (al<strong>la</strong> prima<br />
tortura) poter<strong>it</strong> ad ver<strong>it</strong>atem induci, tunc pro seconda aut<br />
termia die quœsionanda ad continuandum tormenta, non<br />
ad <strong>it</strong>erandum. 168 ” Le torture che venivano dopo <strong>la</strong> prima<br />
n’erano <strong>la</strong> continuazione e non <strong>la</strong> ripetizione!<br />
164 Diefenbach, loc. c<strong>it</strong>., 159 – De<strong>la</strong>croix, loc. c<strong>it</strong>., 276<br />
165 Wachter, Hist. De <strong>la</strong> Sorcell. Dans <strong>la</strong> princip. De Munster, c<strong>it</strong>ato da<br />
De<strong>la</strong>croix, loc. c<strong>it</strong>., p. 280 – Soldan-Heppe, loc. c<strong>it</strong>., I, 352<br />
166 De<strong>la</strong>croix, loc. c<strong>it</strong>., p. 281<br />
167 Ibid. p. 285<br />
168 Malleus Malefic., p. 3, q.19
<strong>La</strong> continuazione fu ripetuta fino a cinquantasei volte per<br />
una strega nominata Holf, c<strong>it</strong>ata da Schengral 169 .<br />
<strong>La</strong> prigione è già essa stessa una tortura. Nel<strong>la</strong> gattabuia<br />
senza luce, l’umid<strong>it</strong>à, il freddo, i ratti, i pidocchi e gli<br />
escrementi sost<strong>it</strong>uivano il carnefice. Se <strong>la</strong> prigioniera era<br />
giovane, bisognava aggiungere a questi terrori quello dei<br />
carcerieri. Wier ne c<strong>it</strong>a alcune che furono messe incinte più<br />
volte in tal modo. Rémy par<strong>la</strong> di una ragazzina che fu<br />
trovata mezza morta un mattino nel<strong>la</strong> sua cel<strong>la</strong>: fu<br />
dichiarato che era stata v<strong>it</strong>tima di Satana. I carnefici,<br />
secondo <strong>la</strong> testimonianza di Fr. De Spée, non si privavano di<br />
simili attentati 170 . Per cercare il segno, si doveva procedere<br />
prima ad una depi<strong>la</strong>zione completa. “Pili ex omni parte<br />
corporis abradantur” diceva il Malleus 171 . Era, aggiunge, il<br />
momento dei tentativi più criminali 172 .<br />
Molto spesso le accusate soccombevano al<strong>la</strong> tortura. E’<br />
quello che successe il 22 agosto 1668 al<strong>la</strong> moglie di Paul<br />
Mopen, a Watingen, nel ducato di Sassonia Meinengen. Il<br />
processo verbale dichiarò che “era stato il diavolo ad aver<br />
torto il collo” al<strong>la</strong> povera donna 173 . Frequenti erano pure i<br />
suicidi, si capisce. Per Bodin, è “il diavolo che le aiuta a<br />
morire” ed è <strong>la</strong> ragione per <strong>la</strong> quale non bisognava mai<br />
<strong>la</strong>sciare soli i prigionieri 174 . Una donna di Thann, Anna<br />
Morgin, condannata nel 1641, ricevette dal diavolo un<br />
coltello con cui si sferrò due colpi al<strong>la</strong> go<strong>la</strong>. Perse<br />
169 Schnegraf, Hist. De <strong>la</strong> civilisation en Allemagne, p. 706<br />
170 De Velledor, pseudonimo di Bouvot, medico del<strong>la</strong> Franche-Comté,<br />
Advis aux criminalistes sur les abus qui se glissent dans les procès de<br />
sorcellerie… (Traduzione del<strong>la</strong> Cautio criminalis de Spée) Lyon, prost,<br />
1660, p. 129, 243, 244. – Cfr. Déy, loc. c<strong>it</strong>. p. 83 e seg.<br />
171 P.3, q. 15<br />
172 Loc. c<strong>it</strong>.<br />
173 Rotteck et Welcker, Staatslexikon, t. VII, p. 4, art. De Bopps.<br />
174 Demonom., IV, 5
conoscenza ed il carnefice, credendo<strong>la</strong> morta, <strong>la</strong> portò sul<br />
rogo. All’improvviso gridò: “Gesù! Maria!” Fu portata mezza<br />
bruciata in gattabuia. Affermava di esser risusc<strong>it</strong>ata, con<br />
l’intervento del<strong>la</strong> Vergine, a sfuggire al<strong>la</strong> dannazione. Fu<br />
bruciata in segu<strong>it</strong>o solo dopo averle tagliato <strong>la</strong> testa 175 .<br />
Crimine d’eccezione, <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> esigeva soltanto <strong>la</strong><br />
testimonianza di un solo testimone. Una miserabile, sotto<br />
tortura, costretta a nominare i suoi complici e le persone<br />
che aveva riconosciuto al sabba, rive<strong>la</strong>va i nomi dei suoi<br />
nemici, o talvolta di tutti quelli che le venivano in mente.<br />
Ogni messa sotto inchiesta produceva nuovi processi e<br />
finalmente ci si spiega che intere popo<strong>la</strong>zioni siano state<br />
coinvolte in quelle tremende persecuzioni.<br />
Tutti i testimoni erano ammessi qualunque ne fosse l'età e<br />
<strong>la</strong> morale. Bouvot, il medico di Besançon che tradusse <strong>la</strong><br />
Cautio criminalis di Spée, riporta un fatto successo “poco<br />
tempo fa in una c<strong>it</strong>tà abbastanza notevole del<strong>la</strong> Franche-<br />
Comté”. Due piccoli mendicanti, un ragazzino di dodici anni,<br />
una ragazzina di dieci, conv<strong>it</strong>i con minacce e promesse,<br />
fecero condannare <strong>la</strong> propria madre. In segu<strong>it</strong>o,<br />
dichiararono d’aver<strong>la</strong> falsamente accusata per avere del<br />
pane. “Ci facevano capire, dicevano, che a meno di dire <strong>la</strong><br />
ver<strong>it</strong>à, cap<strong>it</strong>e bene quale, non saremmo mai usc<strong>it</strong>i dal<strong>la</strong><br />
miseria nel<strong>la</strong> quale eravamo, ma che dicendo<strong>la</strong>, avremmo<br />
avuto pane a sazietà. 176 ”<br />
Per avvalorare le deposizioni dei testimoni si ricerca il<br />
marchio. L’accusato è svest<strong>it</strong>o, rivest<strong>it</strong>o con una camicia<br />
nuova, nel<strong>la</strong> quale Satana non avrà potuto mettere in atto<br />
qualche trabocchetto, e dopo aver passato il rasoio o <strong>la</strong><br />
cande<strong>la</strong>, se ne rovistano le carni con un ago. Era questa una<br />
175 Reuss, Sorcellerie en Alsace, p. 116<br />
176 De Velledor, Advis aux criminalistes, Advis préliminaire
icerca cap<strong>it</strong>ale in ogni processo. Appena era trovata una<br />
p<strong>la</strong>cca anestetizzata da cui l’ago non tirava sangue o nel<strong>la</strong><br />
quale alcun dolore era percep<strong>it</strong>o, <strong>la</strong> prova era ottenuta.<br />
Quando fu vis<strong>it</strong>ata <strong>la</strong> Chaillotte di Saint-Georges, al<br />
tribunale [bail<strong>la</strong>ge, ndt] di Vesoul, nel 1624, fu trovata<br />
marchiata “nei muscoli dei glutei dal <strong>la</strong>to destro, nel quale<br />
marchio è penetrato uno spillo del<strong>la</strong> lunghezza di quattro<br />
d<strong>it</strong>a e del r<strong>it</strong>ratto che è a margine; una volta penetrato<br />
interamente il detto spillo, non è stato possibile asportarlo<br />
in alcun modo ed è restato ancora così com’è nei glutei,<br />
senza che <strong>la</strong> convenuta in giudizio abbia mostrato alcun<br />
segno di dolore. 177 ”<br />
Un prete del clero d’Avranches, al tempo di Huet, fu messo<br />
al<strong>la</strong> stessa ignominiosa prova. “Il signore di G<strong>la</strong>tigny,<br />
luogotenente criminale, l’ha fatto spogliare nudo e gli ha<br />
fatto conficcare degli aghi in tutte le parti del corpo. 178 ”<br />
Spesso, d’altra parte, l’insensibil<strong>it</strong>à era attribu<strong>it</strong>a<br />
gratu<strong>it</strong>amente al<strong>la</strong> v<strong>it</strong>tima. C<strong>la</strong>ude Pellot, primo presidente<br />
del par<strong>la</strong>mento di Normandia, in una lettera à Colbert par<strong>la</strong><br />
di un contadino normanno che “ ha fortemente avvert<strong>it</strong>o <strong>la</strong><br />
puntura… il cancelliere non vi ha badato ed ha scr<strong>it</strong>to quello<br />
che ha voluto. 179 ”<br />
Quello che bisognava ottenere di buon grado o di forza, era<br />
<strong>la</strong> confessione. Era d’uso comune che, su semplice<br />
ammissione di <strong>stregoneria</strong>, senza d’altra parte aver fatto<br />
alcun male, un accusato doveva essere condannato. Per<br />
ottenere questa confessione, tutti i mezzi erano buoni. Un<br />
avvocato di Saint-C<strong>la</strong>ude frequentava le prigioni e<br />
raccoglieva le confidenze degli accusati sotto forma<br />
177 Archivi dipart. Haute-Saône, B. 5056 - De<strong>la</strong>croix, loc. c<strong>it</strong>., p. 258.<br />
178 Foucault, intendente del<strong>la</strong> général<strong>it</strong>é di Caen, Mémoires, c<strong>it</strong>ato da<br />
De<strong>la</strong>croix, loc. c<strong>it</strong>. p. 259<br />
179 Bibl. Nat., C<strong>la</strong>irambault. Lettera del 10 luglio 1670.
amichevole, poi andava a testimoniare contro di loro. <strong>La</strong><br />
Facoltà di Strasbourg dichiarò lec<strong>it</strong>a tale pratica, quando fu<br />
consultata per un caso analogo 180 . Astuzia, inganno,<br />
minacce, violenza, tutto era lec<strong>it</strong>o contro un accusato<br />
“d’eccezione”. Par<strong>la</strong>ndo di stratagemmi menzogneri, Bodin<br />
dichiara: “Tutto ciò è lec<strong>it</strong>o per dir<strong>it</strong>to divino ed umano 181 ”.<br />
Da parte sua, Boguet aggiunge: “Abbiamo sperimentato che<br />
il rigore costringe il più delle volte gli stregoni a addivenire a<br />
confessione, anche se sono giovani 182 ”. Se l’accusato si<br />
rifiutava di confessare, era d’altronde cattivo segno: il<br />
demonio l’aveva dotato del fascino di tac<strong>it</strong>urn<strong>it</strong>à.<br />
Talvolta, usc<strong>it</strong>o dal<strong>la</strong> tortura, l’accusato r<strong>it</strong>rattava le<br />
confessioni. Non soltanto <strong>la</strong> r<strong>it</strong>rattazione non era valida, ma<br />
addir<strong>it</strong>tura era passibile di nuova pena. Una delle quattro<br />
streghe che erano condotte al rogo a Vézelise, nel 1604,<br />
r<strong>it</strong>ornò sulle sue confessioni. Per punir<strong>la</strong> d’aver voluto<br />
ingannare <strong>la</strong> giustizia, le fu trapassata <strong>la</strong> lingua con un ferro<br />
rovente 183 .<br />
<strong>La</strong> morte è <strong>la</strong> pena per gli stregoni. Il più delle volte, sono<br />
strango<strong>la</strong>ti, impiccati, o, per esempio in Germania,<br />
decap<strong>it</strong>ati, prima d’essere bruciati. Numerosi sono anche<br />
quelli che sono bruciati vivi. Anche qui l’età importa poco.<br />
180 Soldan-Heppe, loc. c<strong>it</strong>., I, 330<br />
181 Démon., IV, in fine. [sic]<br />
182 Instruct. pour un juge, art. I<br />
183 Dumont, Justice criminelle de Lorraine et de Bar, II, 54.- Alle volte<br />
l’anestesia o anche l’eccesso di dolore rendevano, sembra, gli stregoni<br />
insensibili al<strong>la</strong> tortura. E’ quello che attesta Nic. Aymeric,<br />
grand’inquis<strong>it</strong>ore d’Aragon, nel “Directoire des inquis<strong>it</strong>eurs ; Pegna, il<br />
suo commentatore, Director. Inquis., 1578, p. 481, 483- - Et. Taboureau,<br />
libro 4, riporta che i carcerieri “applicavano ricette assideranti” agli<br />
accusati. Hipp. de Marsiliis, professore di dir<strong>it</strong>to a Bologna, nel 1524,<br />
dice, nel<strong>la</strong> sua Pratique criminelle, li vedevo spesso addormentati in<br />
mezzo ai tormenti. Secondo l’articolo 7dell’accusa, Giovanna d’Arco<br />
avrebbe portato del<strong>la</strong> mandragora a scopo analogo.
Dieffenbach c<strong>it</strong>a molte ragazzine e bambini di cui uno non<br />
aveva ancora cinque anni.<br />
Talvolta, le streghe furono sepolte vive. “A Valenciennes,<br />
dice F. De<strong>la</strong>croix, una ragazza di diciotto anni fu sepolta viva<br />
per <strong>stregoneria</strong>. Le grida del<strong>la</strong> sventurata erano così orribili<br />
che il carnefice stette male e chiese grazia per sé e <strong>la</strong><br />
v<strong>it</strong>tima. Il giudice ordinò di continuare.<br />
Come per i crimini più atroci, aggiunge l’autore, si vedono<br />
poveri pazzi portati al rogo sul graticcio: legati dietro una<br />
carretta, sono trascinati per le strade con <strong>la</strong> faccia per terra,<br />
nel fango, sulle pietre o nel<strong>la</strong> polvere. 184<br />
Generalmente, prima di morire, il condannato doveva fare<br />
pubblica onorevole ammenda. Era portato davanti al<strong>la</strong><br />
porta del<strong>la</strong> chiesa e a ginocchio chiedeva perdono “a Dio, al<br />
re ed al<strong>la</strong> giustizia”. I preti erano degradati dal vescovo<br />
prima di essere consegnati al braccio seco<strong>la</strong>re.<br />
Né gli inquis<strong>it</strong>ori, né i tribunali ecclesiastici pronunciavano<br />
<strong>la</strong> pena di morte, almeno in teoria. Il condannato, secondo<br />
<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>, era “consegnato al braccio seco<strong>la</strong>re”, e spesso si<br />
aggiungeva: “Deb<strong>it</strong>a animadversione puniendus”. Quello<br />
che queste ipocr<strong>it</strong>e formule significavano, ce lo diranno gli<br />
inquis<strong>it</strong>ori stessi. Bernard Gui, c<strong>it</strong>ando un inquis<strong>it</strong>ore del<br />
secolo precedente, diceva: “Lo scopo dell’inquisizione è <strong>la</strong><br />
distruzione dell’eresia. L’eresia non può essere distrutta<br />
senza che gli eretici lo siano pure, e questo si può fare in<br />
due modi: attraverso <strong>la</strong> conversione o con incenerimento<br />
carnale dopo abbandono al braccio seco<strong>la</strong>re. 185 ”<br />
Angiolo da Chiavasso diceva chiaramente: Ista<br />
animadversio est pœna ignis de consuedutine, licet de jure<br />
s<strong>it</strong> pœna mortis,e Bernardo di Como, pœna<br />
184 De<strong>la</strong>croix, Sorcellerie, p. 292<br />
185 Bern. Guidonis, Practica, p. 4.
animaddversionis est qœ evert<strong>it</strong> animam e corpore 186 .<br />
Sprenger, d’altra parte, il prototipo dei persecutori di<br />
stregoni, non es<strong>it</strong>ava a par<strong>la</strong>re delle v<strong>it</strong>time “che aveva<br />
bruciato” quas incinerari fecimus 187 . Rispondendo in<br />
qualche maniera al<strong>la</strong> dichiarazione di Nico<strong>la</strong> II, troppo bel<strong>la</strong><br />
per essere vera, “<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> ha orrore del sangue”, Gregorio<br />
IX non es<strong>it</strong>ava a proc<strong>la</strong>mare che <strong>la</strong> “Sede apostolica, quando<br />
l’Ebreo s’unisce al Madian<strong>it</strong>a, aveva l’obbligo di versare il<br />
sangue, se sembrava altrimenti non vegliare sul popolo<br />
d’Israele. 188 ” Che cosa avrebbe quindi detto due o tre secoli<br />
più tardi, dopo che <strong>la</strong> procedura del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> non cessò di<br />
diventare sempre più dura e crudele 189 ?<br />
<strong>La</strong> morte stessa non metteva al riparo dalle persecuzioni.<br />
Quando uno stregone soccombeva in prigione, si pensava<br />
che il diavolo l’avesse ucciso per sottrarlo al<strong>la</strong> giustizia e ci si<br />
accaniva sul cadavere. Anche morto e sotterrato, si poteva<br />
essere oggetto di denuncia e di un’inchiesta in buona<br />
forma. Il cadavere era riesumato, trascinato sul graticcio e<br />
solennemente bruciato. Successe addir<strong>it</strong>tura che si affiancò<br />
un condannato vivo ad un cadavere e che i due fossero<br />
bruciati insieme. Fu in partico<strong>la</strong>re <strong>la</strong> sorte di un prete,<br />
186 A. da Chiavasso (+ 1485), Summa Angelica, s.v. Hœticus,§ 16. B. di<br />
Como, Lucerna inquis<strong>it</strong>ionis, s.v. Executio, n° 4. – Léa, Inquis., I 535.<br />
187 Malleus Malefic., p. 2, q. 7, c. 2 – Niente potrebbe meglio di quello<br />
che precede far apprezzare tutto il sapore del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> di Mns<br />
Douais : “Si veramente ! <strong>La</strong> <strong>Chiesa</strong>, nei confronti degli eretici [gli<br />
stregoni gli erano assimiltati], ha sempre avuto il pensiero del<strong>la</strong> giustizia<br />
e del<strong>la</strong> car<strong>it</strong>à” Rev. des quest. histor., XXX, p. 400.<br />
188 Breve del 1234.- Ripoll. I 66.<br />
189 Giovanni XXII, questo tipo di quello che gli alienisti chiamano il<br />
persegu<strong>it</strong>ato-persecutore, ebbe gran parte nell’accrescimento di crudeltà,<br />
non soltanto con i suoi costumi generali, ma per di più col suo esempio<br />
personale. E’ noto che il 4 maggio 1317, fece scorticare vivo e trascinare<br />
al rogo Ugo Gérold, vescovo di Cahors, col pretesto d’aver cospirato<br />
contro <strong>la</strong> sua v<strong>it</strong>a di papa. – B. Guidonis, V<strong>it</strong>a J. XII
Thomas Boul<strong>la</strong>y, trascinato, il 21 agosto 1647, per le strade<br />
di Rouen con il cadavere putrefatto di Mathurin Picard,<br />
curato di Mesnil-Jourdain. Furono bruciati sul<strong>la</strong> piazza del<br />
Vecchio Mercato dove morì Giovanna d’Arco.<br />
Qualche volta <strong>la</strong> condanna fu più leggera e ci si accontentò<br />
del bando. Marie Vi<strong>la</strong>in fu, in tal modo, band<strong>it</strong>a il 5 maggio<br />
1610, dal<strong>la</strong> giustizia d’Avanne (Doubs), “al<strong>la</strong> pena del<br />
capestro, fino a che morte ne consegua 190 ”.<br />
In compenso, l’aberrazione fu spinta fino a permettere<br />
talvolta le esecuzioni popo<strong>la</strong>ri, senza inchiesta e giudizio di<br />
sorta. Il par<strong>la</strong>mento di Dôle, durante l’epidemia di<br />
Licantropia che colpì nello Jura, permise al popolo di<br />
persegu<strong>it</strong>are e colpire a colpi di mazze, forconi, ecc., i “lupi<br />
mannari” che venivano trovati nei campi e nelle vigne 191 .<br />
Una disposizione giuridica che contribuì non poco a<br />
moltiplicare le condanne, era <strong>la</strong> confisca dei beni del<br />
condannato al prof<strong>it</strong>to del signore temporale. E’<br />
l’argomento che avanza l’inquis<strong>it</strong>ore Symard, quando, nel<br />
1649, negozia con i magistrati di Besançon, incurante di<br />
<strong>la</strong>sciar riprendere i procedimenti. “Non cap<strong>it</strong>e, gli diceva,<br />
che l’ammenda facoltativa equivale al<strong>la</strong> confisca e che basta<br />
saper<strong>la</strong> applicare? 192 ” All’ammenda venivano ad<br />
aggiungersi spese d’ogni sorta, prelevate anch’esse dai beni<br />
del condannato: mantenimento e nutrimento di questi,<br />
spese di magistrati, cancellieri, notai, ecc. Trasporto di<br />
confessori, del boia, luce, corda del<strong>la</strong> forca, legna del rogo,<br />
nul<strong>la</strong> è dimenticato.<br />
Nel paese di Montbéliard, in Germania, in Lorrena, anche<br />
altrove, senza dubbio, i giudici, i ministri, il boia, si offrivano<br />
pasti copiosi, sempre a spese del condannato. L’inquis<strong>it</strong>ore<br />
190 Déy, loc. c<strong>it</strong>., p. 117<br />
191 Calmeil, De <strong>la</strong> folie, I, p. 310 e seg.<br />
192 Déy, loc. c<strong>it</strong>., p. 45.
si faceva pagare: quello di Besançon riceveva sei franchi al<br />
giorno ed altrettanto per il suo compagno; il loro cameriere<br />
riceveva le spese di trasferta. Per emettere <strong>la</strong> sentenza<br />
del<strong>la</strong> Cornu e procedere all’interrogatorio di Jean Gail<strong>la</strong>rd,<br />
ricevono 60 libbre; un’altra volta, 129 libbre per spese di<br />
rogo, 129 ancora al processo di Jean Girod 193 . Il processo di<br />
Melchiorre de <strong>la</strong> Vallée, a Nancy, costò 1157 franchi e 3<br />
gros 194 .<br />
Talvolta, di fronte ad abusi odiosi, le popo<strong>la</strong>zioni si<br />
rivoltavano. Senza, tuttavia, seri risultati. I medici ed i<br />
giuristi fecero un’opposizione più sostenuta. Certamente,<br />
tra gli uni e gli altri, <strong>la</strong> massa condivideva le superstizioni<br />
locali 195 . Molto presto, però, comparvero uomini illuminati<br />
che si eressero contro i crimini dei persecutori di streghe.<br />
Cornélius Agrippa de Nettesheim fu uno dei primi.<br />
L’abbiamo visto difendere un accusato a Metz nel 1520 col<br />
pericolo del<strong>la</strong> sua stessa v<strong>it</strong>a ed ormai costretto ad errare<br />
da c<strong>it</strong>tà in c<strong>it</strong>tà, persegu<strong>it</strong>ato dall’odio di tutti. Il suo allievo,<br />
Jean Wier, medico del duca di Zclèves, scrisse un libro<br />
immortale per confutare gli errori barbari degli Sprenger e<br />
dei Del Rio. Bodin chiese sub<strong>it</strong>o <strong>la</strong> morte per questo<br />
benefattore dell’uman<strong>it</strong>à 196 . Presto, Guil<strong>la</strong>ume de Baillou e<br />
Bonnet Théophile descrivono scientificamente alcune<br />
ma<strong>la</strong>ttie mentali. Poi vengono Ducan, Cyrano de Bergerac,<br />
Rio<strong>la</strong>n, Gabriel Naudé con <strong>la</strong> sua Apologie pour les grands<br />
hommes faussement accusés de magie, Gury Patin,<br />
193 Archivi di Gy- Tali esigenze provocarono il sollevamento degli<br />
ab<strong>it</strong>anti di Gy, nel 1680.<br />
194 De<strong>la</strong>croix, loc. c<strong>it</strong>., p. 312<br />
195 Ambroise Paré, per esempio, ammetteva tutte le balordaggini<br />
tradizionali.<br />
196 Wier, De prœstigis,Amsterdam, 160 ; Histoires, disputes, ecc. (Bibl.<br />
Bourneville)
Ferdinand Bonnot. I magistrati scendono in lizza. Bisogna<br />
conservare il ricordo delle proteste d’Augustin Nico<strong>la</strong>s,<br />
consigliere al par<strong>la</strong>mento di Besançon, e di Pellot, primo<br />
presidente del par<strong>la</strong>mento di Normandia 197 .<br />
In fine, il clero stesso si <strong>la</strong>scia talvolta commuovere.<br />
L’antagonismo innato tra domenicani e gesu<strong>it</strong>i, ebbe<br />
almeno il felice risultato di reclutare tra quest’ultimi<br />
avversari determinati del<strong>la</strong> procedura barbara contro <strong>la</strong><br />
<strong>stregoneria</strong>. Il primo grande tra loro fu Freédéric de Spée (!<br />
595-1635) 198 . Ad appena trent’anni, aveva i capelli bianchi,<br />
ed all’arcivescovo di Magonza che gliene chiedeva <strong>la</strong> causa:<br />
“E’, rispose, per aver condotto al rogo tante streghe<br />
innocenti”.<br />
I teologi amano c<strong>it</strong>are il suo libro, quando gli cap<strong>it</strong>a di<br />
par<strong>la</strong>re di <strong>stregoneria</strong>. Dimenticano di dire che Spèe<br />
dovette nascondersi sotto il velo dell’anonimato e<br />
pubblicare <strong>la</strong> sua opera in una c<strong>it</strong>tà protestante dove non<br />
era conosciuto. Il suo traduttore francese, il medico Bouvot<br />
di Besançon, fu costretto ad im<strong>it</strong>are <strong>la</strong> stessa riserva e di<br />
nascondersi sotto uno pseudonimo, F.-B. de Velledor.<br />
M. De<strong>la</strong>croix c<strong>it</strong>a altri gesu<strong>it</strong>i che si mostrarono più <strong>la</strong>rghi e<br />
più indulgenti del loro tempo: Adam Tenner (1572-1632),<br />
Busée (1547-1611), Roberti, Caussin, Maunoir (1606-1683),<br />
Pinamonti (1632-1709).<br />
Non bisogna credere che <strong>la</strong> credenza teologica se ne sia<br />
trovata modificata. Oggi [1910, ndt], il teologo cattolico<br />
ammette gli stessi poteri diabolici del suo antenato del XVI<br />
197 A. Nico<strong>la</strong>s, Si <strong>la</strong> torture est un moyen sûr à verifier les crimes secrets<br />
[Se <strong>la</strong> tortura è un mezzo sicuro per verificare i crimini segreti],<br />
Amsterdam, Wolfang, in-12, 1681.<br />
198 Cautio criminalis contra sagas, autore teologo romano, in-8, Rhintel,<br />
1631.
secolo; ammette il patto, l’incubo, il succubo, e tutti i<br />
misfatti del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> 199 .<br />
L’unico cambiamento è che, grazie al<strong>la</strong> scienza e lo spir<strong>it</strong>o<br />
moderno, ha le mani legate. Se resta il persegu<strong>it</strong>ato di<br />
Satana, non sarà più persecutore degli uomini.<br />
Testi e Documenti<br />
199 Sarebbe ingiusto non nominare qui i ministri protestanti che si<br />
unirono al movimento liberatore : Reynold Scott, Struve, Meyfart, Jean<br />
Gréve (di Buderich, vicino Clèves, Tribunal Reformatum, 1604) e<br />
soprattutto il focoso Balthasar Bekker, il cui Monde enchanté (1691) è<br />
stato tradotto dal fiammingo in tutte le lingue d’Europa.
IL Canone Episcopi.<br />
E’ il primo testo sul sabba. Non se ne conosce <strong>la</strong> data esatta, ma è<br />
anteriore al IX secolo, spesso c<strong>it</strong>ato dai canonisti e ricondotto, a torto, al<br />
Concilio d’Ancira del 314, o ancora, come Bodin e Boguet, al Concilio<br />
d’Aquileia. E’ stato raccolto in una collezione di lettere decretali, da<br />
Réginon (De Eccles. Discipl., II, 364), Buchard (Decret X,I), Ivon (Decret,<br />
XI,30), Gratin (Decret, II XVI, q. V, ch.12). – Ancira, antica cap<strong>it</strong>ale del<strong>la</strong><br />
Ga<strong>la</strong>zia, in Asia minore, oggi Angora o Angourich (Ankara, ndt), è spesso<br />
chiamata nei testi Angouri. – E’ il vescovo Buchard che ha aggiunto:<br />
“Con Erodieade” (XI s.) senza che se ne sappia il perché.<br />
Bisogna ancora aggiungere che alcune donne scellerate,<br />
cultrici di Satana, sedotte da illusioni e fantasmi del<br />
demonio, credono e professano che nottetempo, con<br />
Diana, dea pagana, (o con Erodiade), ed una
numerosissima torma di donne che cavalcano bestie,<br />
attraversano lo spazio nel<strong>la</strong> calma del<strong>la</strong> notte, ubbidendo ai<br />
suoi ordini come ad una padrona assoluta. In alcune notti<br />
sono chiamate a servir<strong>la</strong>. Se almeno fossero sole a perire<br />
nel<strong>la</strong> loro empietà! Se almeno non trascinassero numerose<br />
persone nel<strong>la</strong> morte dell’infedeltà! Un’ innumerevole<br />
molt<strong>it</strong>udine, però, tratta in inganno da questi errori, devia<br />
dal<strong>la</strong> vera fede e sprofonda negli errori pagani, supponendo<br />
che vi sia una qualche potenza divina al di fuori dell’unico<br />
Dio. Chi di noi non è fuorviato dai sogni e dormendo non<br />
vede tante cose che non ha mai visto durante <strong>la</strong> veglia? Chi<br />
può essere tanto pazzo da immaginare che il corpo prova<br />
l’effetto di quello che avviene nello spir<strong>it</strong>o soltanto?<br />
Bisogna dire molto forte che chiunque crede a tali cose ha<br />
perduto <strong>la</strong> fede e non appartiene più a Dio, ma al Diavolo”<br />
Baluz. Cap<strong>it</strong>u<strong>la</strong>r. Fragm., c. 13<br />
Cfr. Decret gratian., loc. c<strong>it</strong>.<br />
Questo testo è stato parzialmente riprodotto nei cap<strong>it</strong>o<strong>la</strong>ri di Charlesle-Chauve,<br />
nell’anno 872. (Baluz, ibid.)<br />
Il suo interesse è grandissimo. Dimostra che, in quell’epoca, il clero non<br />
ammetteva ancora <strong>la</strong> realtà dei fenomeni di <strong>stregoneria</strong>. Il dogma che<br />
doveva raggiungere il periodo più alto nel XV secolo e scomparire nel<br />
XIX, non era ancora nato nel IX secolo.<br />
E’ stato Buchard che per primo, con un controsenso, l’attribuì al concilio<br />
“Aquirensi”. Per Baluze, si tratta in realtà di un frammento di cap<strong>it</strong>o<strong>la</strong>re<br />
(Bal., De emend. Grat., II, 14), per Richter, di un estratto di un’opera del<br />
VI secolo, falsamente attribu<strong>it</strong>a a sant’Agostino. (De Spir<strong>it</strong>u et animo, c.<br />
28)<br />
L’irrealtà degli effetti del<strong>la</strong> Magia<br />
prima dogma e poi eresia
<strong>La</strong> credenza nel potere dei maghi e degli stregoni fu in un primo<br />
momento condannato dal<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>. Si trattava di un atto di grande<br />
ragionevolezza <strong>la</strong> cui origine è d’attribuire al<strong>la</strong> cultura filosofica e<br />
scientifica che i Padri traevano per di più dall’ambiente pagano nel<br />
quale erano stati cresciuti. Se questo dogma fosse stato mantenuto<br />
avrebbe ev<strong>it</strong>ato tantissimi crimini. Lo troviamo nel testo seguente:<br />
Concilio di Braga, 563:<br />
I - Dogma<br />
Sia colp<strong>it</strong>o con anatema chiunque crede che il diavolo,<br />
poiché ha fatto alcune cose nel mondo, può anche produrre<br />
da sé il tuono ed i <strong>la</strong>mpi, i temporali e <strong>la</strong> sicc<strong>it</strong>à, come<br />
insegna Priscilliano.<br />
I Concil. Bragarens. Anno 563, c. 8.<br />
(Buchard. Décret, X, 8 – Ivon. Décret, XI, 36.)<br />
Sant’Agobardo<br />
Essendo scoppiata un’epizoozia, il popolo accusava Grimoaldo, duca di<br />
Benevento, di aver fatto diffondere una polvere magica sulle montagne,<br />
i campi ed i fiumi dell’immenso terr<strong>it</strong>orio contaminato. Agobardo<br />
riporta che un gran numero di disgraziati furono arrestati e messi a<br />
morte con l’accusa d’aver partecipato ai misfatti. Aggiunge poi:<br />
Quello che è più incredibile, è che molti di questi sciagurati<br />
confessavano, in effetti, d’essere maghi. Tanti e così assurdi<br />
errori circo<strong>la</strong>no tra loro, che è probabile che i pagani, pur<br />
così creduloni, non vi avrebbero nemmeno fatto caso.<br />
Agobardi. Contar insulsam vulgi opinionem<br />
de grandine e ton<strong>it</strong>ruis liber. C. 1-2 e 15-16<br />
Verso <strong>la</strong> stessa epoca, un concilio ir<strong>la</strong>ndese, anatematizza chiunque<br />
crede al<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>. (Synod. Patricelli, c. 16, in Haddan and Stubbs, II,<br />
329). Nel 1080, Gregorio VII biasima severamente <strong>la</strong> stessa credenza<br />
(Greg. VII Regist. VII, 21) Vedi Lea, Inquis<strong>it</strong>ion, III, 501.
Giovanni di Salisbury (1181)<br />
Giovanni di Salisburgo, vescovo di Chartres, uno degli uomini più<br />
illuminati del XII secolo, crede già al<strong>la</strong> realtà dei misfatti magici, ma non<br />
ancora a quelli del sabba. A quest’epoca, c’è quasi dappertutto <strong>la</strong> stessa<br />
es<strong>it</strong>azione e <strong>la</strong> stessa incoerenza:<br />
Lo spir<strong>it</strong>o maligno, con il permesso di Dio, spinge <strong>la</strong> sua<br />
malizia fino a che taluni credano falsamente reale ed<br />
esterno ciò che patiscono in maniera immaginaria e per<br />
colpa loro. Sicché dicono che una Nocticu<strong>la</strong> (Diana) o<br />
Erodiade convoca assemblee notturne in cui si banchetta…<br />
in cui sono sacrificati e divorati bambini… Chi sarebbe tanto<br />
cieco da non vedere qui una pura illusione dei demoni? Non<br />
bisogna dimenticare che coloro ai quali accade ciò, sono<br />
povere donne o gente semplice e credulona.<br />
Joh. Saresberiens. Polycretic., II, 17<br />
Sinodo di Trevi (1310)<br />
E’ uno degli ultimi testi in cui sopravvive il vecchio dogma di distinzione<br />
e le stesse idee. Esso enumera a lungo le pratiche di magia ed impone<br />
una pen<strong>it</strong>enza di quaranta giorni a quanti vi si dedicano. Non ammette,<br />
però, <strong>la</strong> realtà del sabba:<br />
Nessuna donna pretenda cavalcare di notte con Diana o<br />
Erodiade, poiché é un’illusione del demonio.<br />
San Tommaso d’Aquino:<br />
II- Eresia
E’ uno degli ultimi testi in cui sopravvive il vecchio dogma dell’irrealtà<br />
degli effetti magici. Dopo di questo, non resta più da c<strong>it</strong>are che il<br />
Sinodo di <strong>La</strong>ngres del 1404, in cui Luigi di Borbone inv<strong>it</strong>a le sue<br />
pecorelle a non prestar fede alle imprese dei maghi:<br />
“Alcuni hanno affermato che il maleficio non è nul<strong>la</strong> e che<br />
questa credenza proviene dal<strong>la</strong> mancanza di fede, perché<br />
pretendevano che i demoni fossero soltanto immaginazioni<br />
umane. <strong>La</strong> fede cattolica, però, vuole che i demoni siano<br />
reali e possano nuocere con il loro operato ed impedire<br />
l’attiv<strong>it</strong>à materiale”.<br />
Quodlibeta, XI,10, ad 2.<br />
Si deve credere che con il permesso di Dio, i demoni<br />
possono turbare l’atmosfera, sollevare i venti, far cadere il<br />
fuoco dal cielo…Tutto ciò che può essere fatto col semplice<br />
movimento da un luogo ad un altro, gli spir<strong>it</strong>i buoni e cattivi<br />
possono farlo. Ora, i venti, le piogge e le altre perturbazioni<br />
atmosferiche possono avvenire col solo movimento dei<br />
vapori condensati. Vi basta, quindi, <strong>la</strong> potenza naturale del<br />
demonio.<br />
Expos<strong>it</strong>. In Job., c I, lect. 3, ad fin.<br />
Bisogna dire, con sant’Agostino (De Civ<strong>it</strong>. Dei, XV, 23,) che<br />
molti affermano di sapere per propria esperienza o per<br />
quanto ne dicono altri, che i Fauni e i Silvani, chiamati<br />
incubi dal volgo, sono stati spesso cattivi con le donne, e ne<br />
hanno ottenuto le gioie sessuali. Sarebbe quindi<br />
imprudente negarlo… Se tuttavia alcuni nascono dal co<strong>it</strong>o<br />
demoniaco, ciò non avviene affatto con lo sperma dei<br />
demoni né attraverso il corpo che rivestono, ma con lo<br />
sperma di un uomo al quale è serv<strong>it</strong>o da succubo il demonio<br />
che eserc<strong>it</strong>a poi il ruolo d’incubo per una donna.
Bartolomeo Spina (XVI s.)<br />
Summa Teol., P. I, q. 51, art. 3, ad 6<br />
Bartolomeo Spina era Maestro del Sacro Pa<strong>la</strong>zzo Apostolico [ Il Maestro<br />
del Sacro Pa<strong>la</strong>zzo Apostolico…si chiamerà peraltro Teologo del<strong>la</strong> Casa<br />
Pontificia - Paolo VI, Motu Proprio, 3, §4 -.28.3.1968, NDT]. Ha scr<strong>it</strong>to<br />
un libro celebre tra tutti i libri di demonologia, per aver confutato il<br />
giurista Gian Francesco Ponzinibio, che, rappresentando <strong>la</strong> dottrina del<br />
Canone Episcopi, dimostrava che era eretico credere nel<strong>la</strong> magia e nel<strong>la</strong><br />
<strong>stregoneria</strong>. Una prima confutazione era stata quel<strong>la</strong> del predecessore<br />
di Bartolomeo Spina nel<strong>la</strong> sua carica, Silvestro Mozzolino Priero. Questi<br />
dichiarava che <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> presa di mira nel Canone Episcopi era<br />
spenta e che <strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> attuale era nata soltanto nel 1484. (data<br />
del<strong>la</strong> Bol<strong>la</strong> Summis desirantes). Non è un bel ragionamento? Ecco cosa<br />
dice a sua volta Bartolomeo Spina:<br />
Si può chiamare eresia <strong>la</strong> dottrina difesa dagli inquis<strong>it</strong>ori?<br />
<strong>La</strong> dottrina con <strong>la</strong> quale giudicano i nemici del<strong>la</strong> fede? <strong>La</strong><br />
dottrina di cui teologi e canonisti illustri dimostrano<br />
l’ortodossia? Occorre che teologi e giudici e finanche gli<br />
stessi inquis<strong>it</strong>ori abiurino quest’opinione davanti<br />
all’Inquisizione?<br />
Bart. Spinei De Strigibus, p. 175<br />
E per concludere, il Maestro del S. Pa<strong>la</strong>zzo Apostolico<br />
chiede azioni giudiziarie contro Ponzinibio per forte<br />
suspicione d’eresia. <strong>La</strong> dottrina dei teologi comincia a fare<br />
v<strong>it</strong>time. Quale miglior prova che essa è diventata un<br />
dogma?<br />
D’altra parte questo dogma è quello che s’insegna ancora<br />
normalmente nel manuale di Teologia morale dei grandi<br />
seminari.
E l’irrealtà dei fenomeni di magia, dogma fino al IX secolo, è<br />
restata un’eresia… fino ai giorni nostri.<br />
<strong>La</strong> dottrina di Papa Giovanni XXII<br />
Giovanni XXII era certamente affetto da mania di persecuzione. Durante<br />
il suo pontificato, si <strong>la</strong>menta di nemici immaginari che, da vicino o da<br />
molto lontano, minacciano <strong>la</strong> sua v<strong>it</strong>a con le loro pratiche magiche. Era<br />
in preda a vere fobie. I processi intentati a questi nemici di un genere<br />
speciale hanno riemp<strong>it</strong>o il suo pontificato. Nel 1317 pertanto fa<br />
persegu<strong>it</strong>are numerosi funzionari del Sacro Pa<strong>la</strong>zzo Apostolico, i quali,<br />
come sempre d’altronde, sotto l’effetto persuasivo del<strong>la</strong> tortura,<br />
confessarono tutti i crimini che gli erano imputati e che sono enumerati<br />
nel testo qui sotto. Nel 1320, Giovanni XXII incarica gli inquis<strong>it</strong>ori<br />
d’azioni giudiziarie contro stregoni e maghi.<br />
Vi sono persone che, essendo cristiane soltanto di nome,<br />
hanno abbandonato le prime illuminazioni del<strong>la</strong> ver<strong>it</strong>à per<br />
allearsi con <strong>la</strong> morte e scendere a patti con l’Inferno.<br />
Sacrificano ai demoni e li adorano, fabbricano o si<br />
procurano immagini, anelli, fiale, specchi ed altre cose<br />
ancora, alle quali legano i demoni con <strong>la</strong> loro arte magica,<br />
strappandogli risposte, gli chiedendo aiuto per eseguire i<br />
loro malvagi disegni, impegnandosi nel<strong>la</strong> più vergognosa<br />
serv<strong>it</strong>ù per <strong>la</strong> cosa più vergognosa.<br />
Bol<strong>la</strong> Super illius specu<strong>la</strong><br />
(Magn. Bul<strong>la</strong>r. Rom. I, 205)<br />
Le pene fissate dal<strong>la</strong> bol<strong>la</strong> per i colpevoli erano le stesse applicate agli<br />
eretici, ivi compreso <strong>la</strong> confisca dei beni.<br />
Innocenzo VIII
<strong>La</strong> bol<strong>la</strong> Summis desirantes (1484)<br />
E’ uno dei documenti cap<strong>it</strong>ali del<strong>la</strong> storia del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>. Rinchiude <strong>la</strong><br />
teoria teologica dei fatti di magia e nello stesso tempo è il punto di<br />
partenza storico di un’epoca unica nel<strong>la</strong> storia. E’ ad essa che s’inspira il<br />
Malleus Maleficarum <strong>la</strong> cui influenza fu inestimabile.<br />
Dio.<br />
Innocenzo, vescovo, serv<strong>it</strong>ore dei serv<strong>it</strong>ori di<br />
Affinché ne sia conservata memoria.<br />
Scopo- Desiderando noi ardentemente, com’esige <strong>la</strong><br />
solerzia pastorale, che <strong>la</strong> fede cattolica cresca e fiorisca<br />
dappertutto più che mai, e che eresie e depravazioni siano<br />
allontanate dai fedeli, decretiamo volentieri e di nuovo<br />
concediamo le misure con le quali il pio desiderio avrà <strong>la</strong><br />
sua realizzazione e in segu<strong>it</strong>o, ogni errore essendo stato<br />
estirpato dal nostro ministero, come con il sarchio di un<br />
coltivatore premuroso, lo zelo e l’osservanza di questa<br />
stessa fede s’imprimeranno più fortemente nel cuore stesso<br />
dei fedeli.<br />
Occasione. Misfatti degli stregoni.- Ora, è recentemente<br />
giunto alle nostre orecchie, non senza gran dolore, che in<br />
alcune regioni dell'Alta Germania, come nelle province,<br />
c<strong>it</strong>tà, terre, local<strong>it</strong>à e diocesi di Magonza, Colonia, Treviri,<br />
Salisburgo, e Brema, molte persone d’entrambi i sessi,<br />
dimentichi del<strong>la</strong> propria salvezza, deviando dal<strong>la</strong> fede<br />
cattolica, si abbandonano a demoni incubi e succubi, e che,<br />
a causa dei loro incantesimi, eccessi, crimini e altre pratiche<br />
abominevoli, i parti delle donne, i prodotti delle greggi, i<br />
raccolti, l’uva dei vigneti, i frutti degli alberi, gli uomini, le
donne, le greggi, il bestiame, le diverse specie d’animali, le<br />
vigne, i prati, i frutteti, i pascoli, il grano, i frumenti e le<br />
altre produzioni del suolo periscono e muoiono; gli stessi<br />
uomini e le donne, le bestie da soma, le greggi, il bestiame,<br />
gli altri animali sono colp<strong>it</strong>i e martoriati da mali e tormenti<br />
tanto interni che esterni; gli uomini non riescono a<br />
procreare, le donne a concepire, i mar<strong>it</strong>i a compiere con le<br />
mogli gli atti coniugali e le mogli con i mar<strong>it</strong>i. Rinnegano<br />
con bocca sacrilega <strong>la</strong> stessa fede che hanno ricevuto col<br />
santo battesimo. Non temono più di commettere, sotto<br />
istigazione del nemico del genere umano, i più disparati<br />
crimini, altri eccessi e misfatti, mettendo in pericolo <strong>la</strong> loro<br />
anima, disprezzando <strong>la</strong> maestà divina e provocando<br />
scandalo nel<strong>la</strong> fol<strong>la</strong>.<br />
Inquis<strong>it</strong>ori e loro avversari- E, sebbene i nostri diletti figli<br />
Heinrich Inst<strong>it</strong>or e Jacob Sprenger, appartenenti all’ordine<br />
dei Frati Predicatori, professori di teologia, siano stati<br />
nominati, con nostre lettere apostoliche, inquis<strong>it</strong>ori del<strong>la</strong><br />
depravazione eretica, il primo nelle suddette regioni<br />
dell’Alta Germania , … il secondo in alcune zone del<strong>la</strong> valle<br />
del Reno, e sebbene lo siano ancora, nondimeno alcuni<br />
esponenti del clero e del <strong>la</strong>icato… non nominativamente e<br />
specificamente indicati, non hanno avuto timore<br />
d’affermare ostinatamente che il comp<strong>it</strong>o degli inquis<strong>it</strong>ori<br />
non vi si estende, e che pertanto, non hanno il dir<strong>it</strong>to<br />
d’eserc<strong>it</strong>are il loro ufficio nelle province, c<strong>it</strong>ate, diocesi,<br />
terre e luoghi designati, e che essi non devono essere<br />
ammessi a punire, incarcerare e castigare le suddette<br />
persone per il loro misfatti e crimini qui sopra indicati.<br />
Pertanto, nelle c<strong>it</strong>ate province, diocesi e luoghi designati,<br />
misfatti, crimini di questa natura restano impun<strong>it</strong>i, non
senza <strong>la</strong> perd<strong>it</strong>a certa delle loro anime e al prezzo del<strong>la</strong> loro<br />
salvezza eterna.<br />
Potere degli Inquis<strong>it</strong>ori- Noi quindi, per eliminare gli ostacoli<br />
con i quali l’ufficio degli inquis<strong>it</strong>ori sarebbe in qualche<br />
maniera r<strong>it</strong>ardato e temendo che <strong>la</strong> depravazione eretica e<br />
gli altri misfatti spargano veleno per <strong>la</strong> perd<strong>it</strong>a degli<br />
innocenti, vogliamo rimediarvi opportunamente e nel<strong>la</strong><br />
misura del<strong>la</strong> nostra carica, spinti soprattutto dallo zelo del<strong>la</strong><br />
fede. Temendo quindi che le province, c<strong>it</strong>tà, diocesi, terre<br />
ed altri luoghi dell’Alta Germania siano privati dei benefici<br />
dell’Inquisizione, decretiamo con <strong>la</strong> nostra autor<strong>it</strong>à<br />
apostolica e con <strong>la</strong> presente, che detti inquis<strong>it</strong>ori hanno il<br />
dir<strong>it</strong>to d’adempiere il loro ufficio, di procedere al<strong>la</strong><br />
correzione dei misfatti e crimini indicati, d’applicare <strong>la</strong><br />
prigione ed una pena, in tutto e per tutto, come se le<br />
province, c<strong>it</strong>tà, diocesi, terre, luoghi, persone e crimini,<br />
fossero specificati nel<strong>la</strong> c<strong>it</strong>ata lettera.<br />
Per maggiore sicurezza, nello stesso tempo, concediamo<br />
agli inquis<strong>it</strong>ori o ad uno di loro che prendendo con sé il<br />
nostro caro figlio Jean Gremper, chierico del<strong>la</strong> diocesi di<br />
Costanza, maestro d’arti, il proprio attuale notaio o altro<br />
notaio pubblico, che dovrà essere deputato da loro o uno di<br />
loro temporaneamente nelle province…indicate, possano<br />
adempiere al loro ufficio contro chiunque e di qualsiasi<br />
condizione e rango, e correggere, incarcerare, punire e<br />
castigare queste persone secondo i loro misfatti. Nel<strong>la</strong><br />
stessa maniera, gli concediamo di nuovo piena ed intera<br />
libertà, in tutte le chiese parrocchiali di queste province, di<br />
predicare <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> di Dio al popolo ogni volta che gli<br />
sembrerà utile ed opportuno, di fare tutte e ciascuna delle
altre cose necessarie e di eseguirle liberamente e<br />
lec<strong>it</strong>amente.<br />
Misure contro l’opposizione- Ordiniamo anche al nostro<br />
venerabile fratello vescovo di Strasburgo in persona,<br />
attraverso un altro o altri, ove, quando e quante volte lo<br />
giudicherà utile e ne sarà leg<strong>it</strong>timamente richiesto dagli<br />
inquis<strong>it</strong>ori o da uno di loro, di non permettere che, contro il<br />
tenore del<strong>la</strong> c<strong>it</strong>ata lettera e dei presenti, siano molestati da<br />
qualsivoglia autor<strong>it</strong>à o altrimenti. In quanto agli oppos<strong>it</strong>ori,<br />
recalc<strong>it</strong>ranti, contradd<strong>it</strong>tori e ribelli, qualunque essi siano,<br />
di qualsiasi rilevanza, stato, rango, grado, nobiltà,<br />
eccellenza o condizione che siano, di qualsiasi privilegio<br />
d’esenzione di cui godano, egli dovrà provvedere a calmarli<br />
con le censure e pene di scomunica, di sospensione e di<br />
divieto, e più temibili ancora, secondo il suo giudizio, e tutto<br />
ciò senza appello, ed anche secondo le procedure da<br />
seguire, ad aggravare e riaggravare le stesse sentenze, in<br />
virtù del<strong>la</strong> nostra autor<strong>it</strong>à, facendo appello se ce ne fosse<br />
bisogno al braccio seco<strong>la</strong>re, nonostante cost<strong>it</strong>uzioni e<br />
decisioni apostoliche anteriori…<br />
Che non sia permesso a nessuno di trasgredire a questa<br />
pagina del<strong>la</strong> nostra dichiarazione, estensioni di potere,<br />
concessione e mandato, o di contraddirvi con temeraria<br />
audacia. Se qualcuno pensasse di tentarlo, incorrerebbe,<br />
che ne sia consapevole, nell’indignazione di Dio onnipotente<br />
e dei beati apostoli Pietro e Paolo.<br />
Fatto a Roma, a San Pietro, nell’anno<br />
dell’Incarnazione 1484, il nove dicembre,<br />
primo anno del nostro pontificato.<br />
“Dopo una simile decisione, contestare <strong>la</strong> realtà del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong>,<br />
equivaleva a mettere in questione l’autor<strong>it</strong>à del Vicario di Cristo, venire
in aiuto a qualcuno accusato, era ostaco<strong>la</strong>re l’Inquisizione. Mun<strong>it</strong>i di<br />
questi poteri, i due inquis<strong>it</strong>ori, pieni di zelo, attraversarono il paese,<br />
<strong>la</strong>sciando dietro di loro una scia di sangue e di fuoco, inculcando nelle<br />
popo<strong>la</strong>zioni <strong>la</strong> credenza assoluta agli orrori del<strong>la</strong> <strong>stregoneria</strong> ed<br />
accendendo nei cuori un terrore spaventoso. Si vantavano di aver<br />
bruciato, nel<strong>la</strong> so<strong>la</strong> picco<strong>la</strong> c<strong>it</strong>tà di Ravenspurg, quarantotto v<strong>it</strong>time in<br />
cinque anni. 200 “ Lea, Inquis<strong>it</strong>ion, III, 540.<br />
Da notare ancora che l’interprete supremo attraverso il quale si<br />
esprimeva così disumanamente lo stupido dogmatismo teologico del<br />
XVI secolo, era singo<strong>la</strong>rmente scelto male. Era quell’Innocenzo VIII, di<br />
cui Gebhardt, che non era certo sospetto d’anticlericalismo, dice che in<br />
lui “dign<strong>it</strong>à,e pudore erano scomparsi”. E’ quello stesso Innocenzo VIII<br />
al quale è praticata una trasfusione col sangue di tre giovani ragazzi.<br />
“Questi ne morirono, dice Infessura, il medico ebreo prese <strong>la</strong> fuga ed il<br />
papa non guarì”. “Egli, però, <strong>la</strong>sciava al mondo un’interpretazione<br />
inattesa del Sin<strong>it</strong>e parvulos venire ad me e l’impressione dolorosa di un<br />
regno deturpato dal traffico delle cose sante. “ Gebhardt, Les Borgia<br />
(nel<strong>la</strong> Revue des Deux.Mondes, 15 dic. 1887, p. 906)<br />
Alessandro VI<br />
Bol<strong>la</strong> Cum acceperimus (1494) [altre fonti riportano 1501 (?), ndt]<br />
Questa Bol<strong>la</strong> aveva come scopo quello d’estendere al<strong>la</strong> Lombardia gli<br />
effetti del<strong>la</strong> Bol<strong>la</strong> di Innocenzo VIII. L’epidemia, in effetti, era passata dal<br />
Tirolo in Italia, negli ultimi anni del XV secolo e le repressioni<br />
marciarono di pari passo. <strong>La</strong> Bol<strong>la</strong> è indirizzata al domenicano Angelo da<br />
Verona, inquis<strong>it</strong>ore del<strong>la</strong> provincia e data del 1494.<br />
Avendo noi appreso che, nel<strong>la</strong> provincia di Lombardia,<br />
uomini e donne si abbandonano ad incantesimi e<br />
superstizioni diaboliche, commettono crimini infami con il<br />
loro veleno e pratiche diverse, distruggendo uomini, bestie,<br />
raccolti, diffondendo scandalosi errori, per l’adempimento<br />
del nostro dovere pastorale, abbiamo deciso di reprimere<br />
tali crimini e di fermare, per quanto a noi possibile, con<br />
l’aiuto di Dio, <strong>la</strong> propagazione di codesti scandali ed errori.<br />
200 Mall. Malefic.. p. II, q.1. c. 4.
Diamo pertanto mandato a te ed ai tuoi successori in<br />
Lombardia nei quali riponiamo con <strong>la</strong> presente e riporremo<br />
<strong>la</strong> nostra completa fiducia nel Signore, e vi ordiniamo di<br />
ricercare diligentemente, soli o nell’onesta compagnia<br />
d’associati che sceglierete, detti uomini e donne e di punirli<br />
e castigare per mezzo del<strong>la</strong> giustizia.<br />
E perché possiate compiere questa missione, con <strong>la</strong><br />
presente vi conferiamo contro di loro, pieni poteri,<br />
nonostante ogni cost<strong>it</strong>uzioni o ordine apostolico, indulto e<br />
privilegio ordinario che potrebbe essere stato promulgato<br />
anteriormente e nonostante ogni cosa contraria, qualunque<br />
essa sia.<br />
Ales. VI, Decret. T. VII, lib. V, t<strong>it</strong>. XII<br />
Un Alessandro VI dopo un Innocenzo VIII ! In questa storia tragica di<br />
persecuzione e persecutori vi sono ironie trascendenti. Nul<strong>la</strong> potrebbe<br />
far capire meglio tutta <strong>la</strong> potenza del razionalismo nel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> ed il<br />
ruolo primordiale che vi eserc<strong>it</strong>ano i concetti dogmatici: <strong>la</strong> v<strong>it</strong>a morale<br />
passa in secondo piano.<br />
Leone X (1521)<br />
Il potere seco<strong>la</strong>re costretto ad eseguire <strong>la</strong> sentenze<br />
dell’Inquisizione.<br />
Gli inquis<strong>it</strong>ori erano stati accusati di sever<strong>it</strong>à eccessiva sul terr<strong>it</strong>orio di<br />
Venezia. Il Senato di Venezia si era rifiutato di eseguire “com’era suo<br />
dovere” parecchie sentenze del tribunale inquis<strong>it</strong>orio ed aveva anche<br />
imposto al delegato pontificio di comparire davanti ad esso. Leone X,<br />
come protesta, dichiarava quindi all’inquis<strong>it</strong>ore:<br />
Premesso che è sconveniente, contrario al dir<strong>it</strong>to ed i santi<br />
canoni, lesivo del<strong>la</strong> libertà del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, che i <strong>la</strong>ici<br />
intervengano nelle cause ecclesiastiche e rifiutino di<br />
procedere ad un’esecuzione ordinata da noi, quando non è
iconosciuta loro facoltà alcuna in simile materia e che<br />
obbedire ed eseguire è l’unica cosa che devono fare … per<br />
tali motivi:<br />
Stabiliamo e decretiamo, in virtù del<strong>la</strong> nostra autor<strong>it</strong>à<br />
apostolica che, come prima delle dette lettere potevate<br />
procedere di dir<strong>it</strong>to, secondo costume o per privilegio,<br />
potrete, com’è vostro dovere, continuare a procedere<br />
contro maghi, stregoni e apostati, secondo quanto esiga <strong>la</strong><br />
natura del crimine, mandando ed ordinando che<br />
significhiate al Senato di Venezia, al Doge ed alle altre<br />
autor<strong>it</strong>à veneziane di non dover più intervenire in questo<br />
genere di cause, ma d’eseguire prontamente, senza<br />
revisione alcuna né esame dei processi fatti dai giudici<br />
ecclesiastici, le sentenze che potranno loro essere ordinate<br />
di eseguire, salvo costrizione, in caso di rifiuto, da parte dei<br />
censori del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> ed altri mezzi di dir<strong>it</strong>to pertinenti, ogni<br />
appello rigettato.<br />
Magn. Bull. Rom. I, 617.<br />
Si vede quanto era insostenibile <strong>la</strong> posizione degli apologisti che<br />
pretendevano che <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> non aveva per nul<strong>la</strong> partecipato ai supplizi.<br />
Bisognerebbe ammettere, con un ragionamento analogo, che il giudice,<br />
non è per nul<strong>la</strong> nell’applicazione del<strong>la</strong> sentenza e che non può esserne<br />
responsabile. Sarebbe certamente una scappatoia molto comoda…<br />
I PROCEDIMENTI DEGLI INQUISITORI<br />
IN ITALIA<br />
Abusi segna<strong>la</strong>ti da C. Agrippa.<br />
Cornelio Agrippa di Nettesheim, l’Her Tippa di Rabe<strong>la</strong>is (Pantagruel, 1,<br />
III, cap. 25), che aveva percorso una parte d’Europa, era stato testimone<br />
in Italia, dei procedimenti degli inquis<strong>it</strong>ori nel ducato di Mi<strong>la</strong>no. Stessa
cosa in Lorena, quando era stato sindaco di Metz. Agrippa, uno dei più<br />
eminenti scienziati del suo tempo ed uno degli spir<strong>it</strong>i più liberi dei tempi<br />
moderni, fu accusato di magia, gettato più volte in prigione, braccato da<br />
paese in paese e fatto oggetto delle leggende più ridicole.<br />
“Dopo <strong>la</strong> sua morte, Paul Jove , scrisse (2 libr. Elogior.), che fu visto un<br />
cane nero, che egli chiamava “Monsieur” uscendo dal<strong>la</strong> propria stanza,<br />
che andò a tuffarsi nel Rodano, e che da allora non fu più visto”: Bodin,<br />
Démon., p. 20. Per Bodin “Monsieur” non era altro che il diavolo in<br />
persona e Jean Wier, discepolo d’Agrippa, non fu creduto da nessuno,<br />
quando affermò il contrario. Agrippa era un grande scienziato per i suoi<br />
tempi. Insegnò <strong>la</strong> medicina in numerose c<strong>it</strong>tà e regioni e <strong>la</strong> sua influenza<br />
fu grandissima per il rinascimento degli studi medici nel XVI secolo.<br />
Aveva visto all’opera gli Inquis<strong>it</strong>ori nel Nord d’Italia ed ecco come ne<br />
par<strong>la</strong>:<br />
Arrogandosi <strong>la</strong> giurisdizione pontificia in cose che non sono affatto<br />
eretiche, colpiscono crudelissimamente povere donne del<strong>la</strong> campagna,<br />
che, accusate di malefici e sortilegi o denunciate come streghe, spesso<br />
senza alcuna decisione preventiva, sono sottomesse da loro ad atroci<br />
torture fino a che abbiano ottenuto di che condannarle con le<br />
confessioni incoscienti che hanno loro estorto. Non pensano d’agire<br />
veramente da inquis<strong>it</strong>ori e non desistono dal comp<strong>it</strong>o fino a quando <strong>la</strong><br />
sfortunata inquis<strong>it</strong>a è stata bruciata o che gli abbia fatto dei regali. In tal<br />
caso <strong>la</strong> rimandano assolta. Infatti, non è raro che l’inquis<strong>it</strong>ore commuti<br />
<strong>la</strong> pena da corporale a pecuniaria, cosa che gli crea abbondanti entrate.<br />
Da alcuni di questi disgraziati tirano un canone annuale in mancanza<br />
del quale sono di nuovo trascinati davanti all’Inquisizione. In oltre, i beni<br />
degli eretici, essendo confiscati, una buona parte spetta all’Inquis<strong>it</strong>ore.<br />
Infine <strong>la</strong> so<strong>la</strong> accusa, il solo sospetto d’eresia comportando l’infamia,<br />
non ce ne si libera se non dando moltissimo denaro all’Inquis<strong>it</strong>ore.<br />
Durante il mio soggiorno in Italia, <strong>la</strong> maggior parte degli inquis<strong>it</strong>ori del<br />
ducato di Mi<strong>la</strong>no derubavano in tal modo le donne più nobili come<br />
povere donne timorose, terrificate, da cui traevano le più grandi<br />
somme.<br />
C. Agrippa, De van<strong>it</strong>e scientiarum<br />
(c. 96, De arte inquis.)