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Giornalino1__4 - Waterpolo Development World

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Parola di Mister<br />

di Bruno Cufino<br />

La gestione delle sconfitte<br />

Nello sport come nella vita la sconfitta, se gestita<br />

bene, può aiutare a crescere e a migliorare<br />

6<br />

Sapevamo, prima dell’inizio<br />

di questo campionato, che<br />

la cavalcata trionfale dello<br />

scorso anno che ha portato<br />

la Payton in serie A/2 andava<br />

dimenticata, perché questa<br />

stagione sarebbe stata<br />

decisamente più sofferta.<br />

Inesorabilmente, i fatti<br />

stanno confermando le previsioni.<br />

Ma, come ho avuto<br />

modo di dire fin dall’inizio,<br />

la chiarezza dell’obiettivo<br />

stagionale, ovvero la perma-<br />

nenza nella categoria, deve darci forza e serenità. Ben altra sarebbe la situazione<br />

se, con voli pindarici e con grande ed ingiustificata illusione, ci saremmo<br />

posti un obiettivo diverso.<br />

Nello sport, come nella vita, la sconfitta fa parte del gioco, e, anche se non<br />

viene mai digerita bene, quando si hanno piedi a terra e determinazione, aiuta<br />

a crescere, a migliorare e, infine, a vincere.<br />

Come vanno affrontate?<br />

Le sconfitte vanno sempre analizzate e razionalizzate, e mai affrontate sull’onda<br />

dell’emotività.<br />

Per fare un esempio pratico basta pensare come un medico interviene su un<br />

paziente che ha dei sintomi tali che gli impediscono di svolgere una vita regolare.<br />

Prima di intervenire sul piano farmacologico o chirurgico per risolvere il<br />

problema, necessita di una diagnosi che evidenzi cosa non funziona (fegato,<br />

cuire reni etc etc...). Dalle analisi cliniche riesce ad individuare cosa non funziona<br />

nell’organismo del paziente e, di conseguenza interviene con adeguata<br />

terapia.<br />

Nella pallanuoto è uguale. Paragoniamo la sconfitta al malessere del paziente.<br />

Ciò che in medicina corrisponde alle analisi cliniche, qui è l’analisi delle varie<br />

fasi del gioco, difensive e d’attacco, situazione per situazione e nel loro insieme<br />

( superiorità numerica, contropiede, centroboa etc...) . Dallo studio delle costanti,<br />

ovvero di quelle situazioni che tendono a ripetersi, si riesce a fotografare<br />

il comportamento di una squadra, i suoi difetti ed anche le sue qualità. Una<br />

volta evidenziate, si interviene per migliorare, correggere, modificare.<br />

Uno strumento utilissimo per far ciò sono i video delle partite, che noi allenatori<br />

guardiamo e riguardiamo, e che riproponiamo, poi, agli atleti perché com-<br />

Parola di Mister<br />

di Bruno Cufino<br />

La gestione delle sconfitte<br />

prendano dove c’è l’errore e in che maniera bisogna intervenire. Sia in medicina<br />

che nello sport è determinante che pazienti e atleti siano disponibili, rispettivamente,<br />

sia all’accettazione dello stato malattia che all’ammissione dell’erro-<br />

re, sia alla volontà di guarire che alla determinazione a migliorare.<br />

In entrambi i casi<br />

l’impegno è di natura<br />

psicologica e fisica. In<br />

entrambi i casi medici<br />

ed allenatori devono<br />

mettere in campo le<br />

loro qualità motivazionali<br />

e la capacità di<br />

sdrammatizzare, e<br />

questo non già per<br />

pura tattica psicologica,<br />

ma per la reale<br />

consapevolezza, che<br />

Le sconfitte vanno analizzate e razionalizzate, mai affrontate devono entrambi<br />

sull’onda dell’emotività<br />

possedere, che il percorso<br />

da seguire deve necessariamente essere un percorso razionale.<br />

Tornando alla Payton<br />

Abbiamo analizzato e studiato i nostri problemi di gioco, le nostre debolezze<br />

difensive, le nostre lacune d’attacco. Abbiamo evidenziato le nostre carenze,<br />

che sono individuali, collettive ed anche di natura psicologica, e ci stiamo lavorando.<br />

C’è una cosa che è dalla nostra parte e non mi stancherò di ripeterlo:<br />

siamo un gruppo molto giovane, e, come tale, inesperto. Significa che quasi<br />

tutti gli atleti della nostra squadra stanno affrontando situazioni nuove o, comunque,<br />

alle quali non sono abituati. Anche la crescita della loro esperienza<br />

contribuirà, oltre che il lavoro tecnico specifico, a colmare delle lacune, e, come<br />

detto altre volte, il tempo ci darà ragione.<br />

Ma una cosa è importante e ci tengo a sottolinearlo. Il contributo dell’ambiente,<br />

per la crescita degli atleti sul piano individuale e di squadra è, spesso, determinate.<br />

Aspettative eccessive sono devastanti nella stessa misura dell’eccessivo<br />

pessimismo. Non tutti sono campioni, non tutti sono brocchi; non va né esaltato<br />

né mortificato nessuno. Fuoriclasse, allo stato delle cose, non ce ne sono e<br />

nessuno dei nostri atleti va trattato come tale, pena il suo impoverimento mentale.<br />

Significherebbe rovinargli non la carriera sportiva, ma la sua vita futura.<br />

Restiamo coi piedi a terra.<br />

Come sempre forza Payton,<br />

Bruno Cufino<br />

7

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