PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE ... - Provincia di Rieti
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<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong><br />
<strong>PIANO</strong> <strong>TERRITORIALE</strong><br />
<strong>PROVINCIALE</strong> GENERALE<br />
DI RIETI<br />
Norme integrate con le controdeduzioni<br />
Ottobre 2005
Amministrazione <strong>Provincia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong><br />
Presidente: dott. Fabio Melilli<br />
Assessorato Assetto del Territorio<br />
Assessore: arch. Roberto Giocon<strong>di</strong><br />
PROVINCIA DI RIETI<br />
Piano Territoriale <strong>Provincia</strong>le Generale<br />
Settore III – Assetto del Territorio<br />
Ufficio <strong>di</strong> Piano<br />
Dirigente – dott. Daniele Mitolo<br />
Staff- arch. Antonella Proietti, arch. Letizia Sergola,<br />
arch. Tonino Cicconetti, arch. Lucia Braconi<br />
Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Architettura e Urbanistica per l’Ingegneria<br />
Comitato Scientifico:<br />
prof. Sergio Caldaretti, prof. Carlo Cellamare (coor<strong>di</strong>namento scientifico ed operativo), prof. Enzo<br />
Scandurra (responsabile scientifico)<br />
Gruppo <strong>di</strong> lavoro:<br />
ing. Giovanni Attili, prof. Sergio Caldaretti, arch. Giordana Castelli, prof. Carlo Cellamare, ing. Alessia<br />
Ferretti, prof. Enzo Scandurra<br />
Elaborazioni grafiche:<br />
arch. Michele Valente e arch. Gianluca Caramignoli (coor<strong>di</strong>namento), arch. Fabrizia Caprara, arch.<br />
Fiamma Chiavarini, arch. Maria Elena Corrado, arch. Paolo Pagannone, ing. Emiliano Proietti Pannunzi<br />
Schema <strong>di</strong> Piano Territoriale <strong>Provincia</strong>le Generale<br />
Amministrazione <strong>Provincia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong><br />
Presidente: dott. Giosuè Calabrese<br />
Assessorato Assetto del Territorio<br />
Assessore: Mario Perilli<br />
Settore VI – Tutela Ambientale e Valorizzazione del Territorio<br />
Ufficio <strong>di</strong> Piano<br />
Dirigente – Responsabile scientifico: arch. Pasquale Zangara<br />
arch. Valentina Bizzarri<br />
1
INDICE<br />
CARATTERI ED ARTICOLAZIONE DELL’APPARATO NORMATIVO<br />
Un progetto normativo aperto per il territorio reatino<br />
I criteri normativi seguiti per il Piano Territoriale <strong>Provincia</strong>le Generale<br />
Articolazione dell’apparato normativo del Piano Territoriale <strong>Provincia</strong>le Generale<br />
TITOLO I<br />
ASSUNTI E PRINCÌPI<br />
CAPO I<br />
Territorio e società inse<strong>di</strong>ata<br />
Art. 1 Territorio<br />
Art. 2 Identità territoriale<br />
Art. 3 Caratteri <strong>di</strong>stintivi dell’identità reatina: un contesto rurale<br />
Art. 4 Caratteri <strong>di</strong>stintivi dell’identità reatina: l’ambiente<br />
Art. 5 Sviluppo locale e autodeterminazione<br />
Art. 6 Coevoluzione e pianificazione<br />
Art. 7 Conservazione e innovazione<br />
CAPO II<br />
Relazioni e reti<br />
Art. 8 Sistemi territoriali<br />
Art. 9 Relazionalità e spazio geografico<br />
Art. 10 Reti sociali<br />
Art. 11 Relazioni territoriali e mobilità<br />
Art. 12 Comunicazione relazionale<br />
CAPO III<br />
Società, istituzioni e pianificazione<br />
Art. 13 Istituzione, immaginario e alienazione sociale<br />
Art. 14 Progetto <strong>di</strong> territorio e immaginario sociale<br />
Art. 15 Principio <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà<br />
Art. 16 Il Piano Territoriale <strong>Provincia</strong>le Generale<br />
Art. 17 La Programmazione negoziata<br />
TITOLO II<br />
POLITICHE E STRATEGIE<br />
Art. 18 Obiettivi generali e politiche del territorio<br />
Art. 19 Ruolo programmatico della <strong>Provincia</strong><br />
Art. 20 Pianificazione del territorio e strumenti <strong>di</strong> programmazione negoziata<br />
Art. 21 Politiche per la produzione ambientale<br />
Art. 22 Strategie per l’ambiente. I “Quadri <strong>di</strong> riferimento generale”<br />
Art. 23 Quadro <strong>di</strong> riferimento ambientale<br />
Art. 24 Politiche relative ai caratteri dell’inse<strong>di</strong>amento<br />
Art. 25 Politiche per lo sviluppo produttivo. I sistemi produttivi locali<br />
Art. 26 Sistemi produttivi locali per la valorizzazione delle risorse agricole e zootecniche<br />
Art. 27 Sistemi produttivi locali per la valorizzazione economica del patrimonio ambientale a fini fruitivi e<br />
turistici<br />
Art. 28 Sistemi produttivi locali per la valorizzazione delle capacità manifatturiere<br />
Art. 29 I servizi superiori e le reti <strong>di</strong> servizi locali<br />
Art. 30 Politiche per la mobilità<br />
Art. 31 Politiche <strong>di</strong> comunicazione<br />
2
TITOLO III<br />
ORGANIZZAZIONE DEL PROCESSO<br />
Art. 32 Caratteri del processo <strong>di</strong> pianificazione<br />
Art. 33 Progetto <strong>di</strong> comunicazione<br />
Art. 34 I Progetti <strong>di</strong> territorio<br />
Art. 35 Criteri ed in<strong>di</strong>catori per l’inse<strong>di</strong>amento rurale<br />
Art. 36 L’Ufficio <strong>di</strong> piano<br />
Art. 37 Coor<strong>di</strong>namento tra pianificazione provinciale e pianificazione locale<br />
Art. 38 Coor<strong>di</strong>namento tra pianificazione provinciale e pianificazione settoriale ed, in particolare, ambientale<br />
Art. 39 Accesso ai finanziamenti. Costituzione del “Centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento per le politiche <strong>di</strong> sostegno”<br />
Art. 40 Costituzione del “Coor<strong>di</strong>namento per le iniziative volte allo sviluppo produttivo locale”<br />
Art. 41 Interventi <strong>di</strong> processo per l’accessibilità e la mobilità<br />
Allegato alle NORME<br />
I PROGETTI DI TERRITORIO<br />
Progetto Sabina. “Una nuova prospettiva per l’olio della Sabina”<br />
Progetto Velino. “Per la costruzione <strong>di</strong> una rete ecologica provinciale”<br />
Progetto Piana Reatina e Valle Santa. “Per una qualità dell’abitare”<br />
Progetto Terminillo e Monti Reatini. “Per una nuova cultura della montagna”<br />
Progetto Turano. “Per un <strong>di</strong>verso sviluppo delle valli interne”<br />
Progetto Salto-Cicolano. “Un patrimonio ambientale, produttivo e culturale da valorizzare”<br />
Progetto Amatriciano. “Una prospettiva <strong>di</strong> integrazione del patrimonio ambientale, produttivo e culturale da<br />
sviluppare”<br />
Inventario dei beni puntuali della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong><br />
3
CARATTERI ED ARTICOLAZIONE DELL’APPARATO NORMATIVO<br />
Un progetto normativo aperto per il territorio reatino<br />
Prima della formazione dello Stato moderno la costruzione <strong>di</strong> uno statuto locale - dell’insieme cioè delle regole,<br />
consuetu<strong>di</strong>ni, comportamenti ritenuti necessari e sufficienti per regolare la vita pubblica e privata e l’uso delle<br />
risorse ambientali nei <strong>di</strong>versi territori locali - rappresentava la co<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> un patrimonio <strong>di</strong> consuetu<strong>di</strong>ni e <strong>di</strong><br />
valori con<strong>di</strong>visi, saldamente ancorate ad una memoria tramandata dalla tra<strong>di</strong>zione. Quei valori erano espressione<br />
<strong>di</strong> un orizzonte morale, <strong>di</strong> un sapere pratico, e <strong>di</strong> una cultura, (intesa in senso antropologico) profondamente<br />
ancorati alla realtà fisica e sociale del territorio, che in generale costituivano uno sfondo con<strong>di</strong>viso, un terreno<br />
comune su cui poggiava la stessa vita della comunità.<br />
In essi convergevano infatti modelli culturali, immaginario territoriale e urbano, norme morali, capacità tecniche,<br />
artistiche ed espressive, conoscenze scientifiche e saperi pratici, messi a punto nel tempo, che riprendevano o<br />
rielaboravano antiche consuetu<strong>di</strong>ni riaffermate nella quoti<strong>di</strong>anità dell’uso tramite comportamenti lungamente<br />
sperimentati, frutto <strong>di</strong> scelte, <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ficazioni, <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni locali tramandate <strong>di</strong> generazione in generazione.<br />
Questo patrimonio rappresentava in un certo senso ciò che fondava la comunità come tale, ciò che la teneva<br />
insieme permettendo ai suoi membri <strong>di</strong> riconoscersi in un quadro cognitivo e normativo comune. Poiché<br />
molteplici ed eterogenee erano le forme del governo locale esistevano una estrema varietà e molteplicità <strong>di</strong> norme<br />
statutarie aderenti alle <strong>di</strong>verse e variegate situazioni locali.<br />
Con il passaggio della Modernità e la nascita dello Stato moderno quest’insieme <strong>di</strong> statuti, co<strong>di</strong>ci, pratiche che<br />
<strong>di</strong>sciplinavano le <strong>di</strong>verse forme d’uso dei territori locali viene sostanzialmente abolita. Agli statuti che<br />
traducevano in norma quelle consuetu<strong>di</strong>ni ormai ra<strong>di</strong>cate da secoli, attraverso le quali veniva regolato<br />
organicamente ogni aspetto della vita locale, si sostituisce il principio della legge generale, il regolamento,<br />
applicato omogeneamente nelle singole realtà locali. Secondo la logica dello stato moderno l’infinita varietà delle<br />
situazioni co<strong>di</strong>ficate a livello locale viene ridotta ad un unico regime amministrativo, ad un unico linguaggio<br />
politico. All’idea <strong>di</strong> uniformità viene sacrificata l’originalità e l’aderenza con le <strong>di</strong>verse situazioni territoriali.<br />
L’affermarsi <strong>di</strong> una burocrazia stabile, centralizzata fa si che l’amministrazione locale <strong>di</strong>venti espressione <strong>di</strong> un<br />
unico potere statuale.<br />
Oggi nel momento in cui sembra riproporsi in termini nuovi la questione del locale acquista urgenza la necessità<br />
<strong>di</strong> ripensare in una chiave ine<strong>di</strong>ta la stessa rielaborazione <strong>di</strong> un progetto normativo più aderente e rispettoso delle<br />
<strong>di</strong>verse specificità dei <strong>di</strong>versi quadri ambientali e territoriali. Questa complessiva rielaborazione non può tuttavia<br />
essere affrontata utilizzando categorie desunte dal passato.<br />
Nel momento in cui, infatti, l’appartenenza ad un luogo <strong>di</strong> una comunità non si determina più nell’ambito <strong>di</strong><br />
orizzonti statici, ma soprattutto non può più fare riferimento su sistemi <strong>di</strong> significato comune, socialmente<br />
accre<strong>di</strong>tati e tramandati dalla memoria della tra<strong>di</strong>zione, la costruzione <strong>di</strong> un progetto normativo assume un<br />
carattere molto più problematico.<br />
Poiché non esistono strutture stabili, fissate una volta per tutte su cui poter trovare garanzia <strong>di</strong> rassicurazione e <strong>di</strong><br />
stabilità, né tantomeno é possibile in<strong>di</strong>viduare “permanenze”, “invarianti”, “tipi territoriali”, da desumere<br />
“scientificamente”, seguendo metodologie universalmente riconosciute, o leggi valide per tutti da stabilire a<br />
priori, occorre immaginare forme nuove <strong>di</strong> costruzione normativa, che possono scaturire solo dall’apertura <strong>di</strong><br />
nuovi terreni d’incontro, nell’orizzonte della relazione e del <strong>di</strong>scorso .<br />
Se nel passato, come abbiamo osservato, i quadri <strong>di</strong> riferimento su cui fondare le scelte collettive erano<br />
tramandati dalla memoria e rappresentavano in un certo senso, seppur nell’orizzonte <strong>di</strong> una continua<br />
reinterpretazione, qualcosa <strong>di</strong> dato che si ra<strong>di</strong>cava profondamente nell’esperienza <strong>di</strong> un passato<br />
comunitariamente con<strong>di</strong>viso, oggi i quadri <strong>di</strong> riferimento debbono scaturire da un processo <strong>di</strong> elaborazione<br />
continua, anche per evitare la pericolosa tendenza ad assumere “nostalgicamente” stereotipi dal passato stesso.<br />
La produzione normativa, allora, non potendo fondarsi su valori determinati in maniera immanente, deve<br />
<strong>di</strong>ventare l’esito <strong>di</strong> un “progetto <strong>di</strong>namico” <strong>di</strong> ridefinizione continua, emergente dall’interazione che si costituisce<br />
fra <strong>di</strong>versi soggetti. Un progetto in cui l’elaborazione <strong>di</strong> un comune quadro <strong>di</strong> riferimenti <strong>di</strong>venta in larga misura<br />
un’opera <strong>di</strong> invenzione, l’esito più <strong>di</strong> un fare insieme che <strong>di</strong> un sapere insieme. La costruzione <strong>di</strong> un apparato<br />
normativo deve essere intesa dunque come una ricerca rispetto a valori che via via emergono e vengono presi a<br />
riferimento nella <strong>di</strong>alettica sociale, rispetto a cui in<strong>di</strong>viduare responsabilmente opzioni <strong>di</strong> fondo e scelte<br />
operative. In sintesi, la definizione <strong>di</strong> norme deve assumere i connotati <strong>di</strong> una con<strong>di</strong>zione aperta <strong>di</strong> autoriflessività permanente, con<br />
gli inevitabili momenti <strong>di</strong> salto pur in una continua ricostruzione creativa.<br />
4
Il carattere adattivo dell’apparato normativo produce continui e specifici “momenti <strong>di</strong> formalizzazione” (secondo le<br />
procedure in vigore al momento), che costituiscono per la società l’istituzione con<strong>di</strong>visa <strong>di</strong> specifiche regole.<br />
Questi eventi non possono che essere stabiliti dall’interno del processo, e comunque rappresentano punti<br />
provvisori <strong>di</strong> arrivo certo da raggiungere, attraverso una paziente opera <strong>di</strong> costruzione, da <strong>di</strong>fendere con<br />
determinazione, a cui però essere consapevoli <strong>di</strong> non potersi arrestare. Essi rappresentano un evento importante,<br />
ma fragile e che può, deve continuamente essere messo in <strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> fronte all’emergere <strong>di</strong> nuove situazioni,<br />
<strong>di</strong>nanzi allo stesso ampliamento delle conoscenze.<br />
Questo non significa retrocedere <strong>di</strong>etro le linee della razionalità caso per caso, verso soluzioni empiriche<br />
suggerite da preferenze puramente arbitrarie e opportunistiche, ma vuol <strong>di</strong>re lavorare in un orizzonte <strong>di</strong>alogico e<br />
relazionale affinchè si possa - sulla base <strong>di</strong> nuovi territori con<strong>di</strong>visi, <strong>di</strong> appartenenze modellate sulle forme<br />
dell’agire e del sentire e sui relativi contenuti <strong>di</strong> senso che <strong>di</strong> volta in volta si con<strong>di</strong>vidono con gli altri - stabilire<br />
che “cosa ci sta a cuore”, elaborare collettivamente ine<strong>di</strong>ti co<strong>di</strong>ci simbolici, avviare nuovi progetti collettivi <strong>di</strong><br />
reinterpretazione delle <strong>di</strong>verse specificità locali.<br />
Per riassumere: la norma è istituzionalizzazione, e come tale tende ad estraniarsi dalla realtà; essa è tanto<br />
in<strong>di</strong>spensabile quanto potenzialmente autoritaria. E allora è necessario mettere a punto procedure in grado <strong>di</strong><br />
tenere vivo il corpus normativo rispetto alla <strong>di</strong>namica sociale. Qui sta l’essenza della concezione processuale:<br />
l’obiettivo da raggiungere non è una norma, ma la sua relatività. La questione è dunque <strong>di</strong> per sé contrad<strong>di</strong>ttoria,<br />
così come il rapporto tra in<strong>di</strong>viduo e collettività.<br />
Ora, è certamente vero che si devono realizzare procedure specifiche <strong>di</strong> formalizzazione, passaggi “istituzionali”<br />
che stabiliscano la vali<strong>di</strong>tà delle regole: la continuità della strategia, la processualità del piano trova<br />
inevitabilmente dei momenti singolari, in cui la società assume su <strong>di</strong> sè le scelte e le loro conseguenze operative. Ci si<br />
trova sempre in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> questo tipo: un soggetto pubblico, cui la legge affida il compito <strong>di</strong> produrre un<br />
piano, deve giungere ad un prodotto, ad un “documento” (possiamo chiamarlo così, in linea del tutto generale) che<br />
deve ottenere l’approvazione da parte dell’organo istituzionale preposto a questo. Questo documento, anche nella<br />
sua veste formale, costituisce un apparato normativo, e viene elaborato facendo uso <strong>di</strong> specifici strumenti <strong>di</strong><br />
trasmissione dell’informazione; una volta approvato formalmente, quell’apparato entra a far parte del sistema<br />
normativo <strong>di</strong> autogestione della collettività rappresentata.<br />
Il piano, e dunque anche il PTPG provinciale, rappresenta certamente uno dei più significativi momenti <strong>di</strong><br />
formalizzazione cui si è fatto ora riferimento. Certo, non è l’unico possibile: il problema della costruzione della<br />
norma non si può affrontare esclusivamente con un piano, o con una sequenza <strong>di</strong> piani. Come in realtà accade<br />
normalmente, esistono altre forme normative, che comunque devono essere concepite come esiti specifici <strong>di</strong><br />
un’attività permanente <strong>di</strong> costruzione del territorio, in cui <strong>di</strong>verse strutture sono coinvolte sinergicamente in un<br />
gioco costruttivo e cooperativo.<br />
I criteri normativi seguiti per il Piano Territoriale <strong>Provincia</strong>le Generale<br />
Una delle questioni più delicate è forse costituita dalla scelta dei caratteri normativi del piano, del modo cioè con cui<br />
le norme del piano vengono prodotte e del “tipo” <strong>di</strong> norme che si confeziona. Tali modalità influiscono sulla<br />
capacità <strong>di</strong> essere “accettate” socialmente (il che non significa che tutti gli in<strong>di</strong>vidui le con<strong>di</strong>vidano, ma che tutti<br />
ne riconoscono la natura <strong>di</strong> autoregolazione sociale), <strong>di</strong> definire (sia pure in termini “provvisori”) punti <strong>di</strong><br />
partenza, linee su cui procedere, regole per mantenere viva la <strong>di</strong>alettica nel tempo, criteri operativi per<br />
approfon<strong>di</strong>re, possibilità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficare quanto già stabilito.<br />
Di fatto, il territorio reatino è già sottoposto ad un complesso <strong>di</strong> norme, prodotte da altri Soggetti e dalla<br />
<strong>Provincia</strong> stessa; il PTPG non “cade nel vuoto”, ma si colloca in una <strong>di</strong>namica normativa concreta, e con questa<br />
deve <strong>di</strong>alogare. Sono attive norme <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa natura, e con molteplici connotati giuri<strong>di</strong>ci. Ognuna <strong>di</strong> esse agisce in<br />
modo specifico sui soggetti cui è in<strong>di</strong>rizzata, ognuna definisce un particolare rapporto tra chi la produce e chi vi è<br />
sottoposto.<br />
Pur nella loro varietà (che ha determinato un ampio <strong>di</strong>battito in sede giuri<strong>di</strong>ca, del tutto irrisolto), le norme<br />
territoriali possono essere articolate secondo due gran<strong>di</strong> categorie:<br />
- le norme cogenti (“prescrizioni conformative”). Queste a loro volta si possono <strong>di</strong>stinguere in:<br />
- norme prescrittive, cioè norme che regolano i comportamenti dei soggetti in<strong>di</strong>viduali (i “privati”) in modo<br />
imme<strong>di</strong>atamente vincolante;<br />
- norme <strong>di</strong>rettive, che si rivolgono esclusivamente ad altri Soggetti pubblici, per regolarne l’attività normativa sul<br />
territorio.<br />
5
- le norme <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo, che non obbligano nessun soggetto pubblico o privato, non esercitano alcuna “cogenza”<br />
rispetto al loro comportamento, ma si riferiscono piuttosto ad una sfera <strong>di</strong>alettica ed etica: presumono cioè la<br />
coerenza e congruenza ad esse nell’elaborazione da parte dei soggetti delle loro strategie e delle loro azioni.<br />
Il PTPG è considerato, sia in riferimento alla legge urbanistica del ‘42, sia dalla 142/90 che lo ha “rinver<strong>di</strong>to”, un<br />
piano <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo. Ma la sua fisionomia normativa <strong>di</strong>pende, in concreto, da due specifiche con<strong>di</strong>zioni. La prima è<br />
legata alla legislazione urbanistica regionale, a come cioè le <strong>di</strong>verse regioni concepiscono il PTPG provinciale e lo<br />
collocano nella propria struttura normativa; nel nostro caso, ci si deve riferire alla L.R. 38/99. La seconda<br />
con<strong>di</strong>zione è legata alle applicazioni possibili dei <strong>di</strong>versi <strong>di</strong>spositivi statali e regionali concernenti sia il<br />
decentramento amministrativo che la programmazione settoriale (per il Lazio si deve fare riferimento, ad<br />
esempio, alla 14/99). Di interesse, in particolare, è il ruolo che il PTPG provinciale può assumere nei settori<br />
della protezione della natura, della tutela e valorizzazione ambientale, della <strong>di</strong>fesa del suolo, della salvaguar<strong>di</strong>a e<br />
dell’utilizzo ottimale delle acque, della tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici (a questo proposito,<br />
si deve far riferimento anche al recente D. Leg.vo <strong>di</strong> attuazione della L. 137/2002 recante il “Co<strong>di</strong>ce dei beni<br />
culturali e del paesaggio”); ciò in riferimento anche agli in<strong>di</strong>rizzi ed agli strumenti operativi definiti a livello<br />
sovranazionale.<br />
Questa complessa con<strong>di</strong>zione legislativa rende il PTPG “aperto”, in pratica, ad ogni sperimentazione normativa,<br />
soprattutto nei casi (e quello <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong> è uno <strong>di</strong> essi) in cui la Regione non ha ancora varato una legge che definisca<br />
la collocazione del PTPG provinciale nella propria politica <strong>di</strong> gestione del territorio. Certo, l’eventuale “cogenza<br />
normativa” dovrà magari avere un chiaro riferimento alle questioni della tutela ambientale, ma questo riferimento<br />
è così pervasivo che tutto, alla fine, appare possibile normare con questa modalità.<br />
D’altronde, lo stesso carattere processuale che si è riconosciuto alla produzione normativa mantiene aperta ogni<br />
possibilità <strong>di</strong> scelta circa il tipo <strong>di</strong> norme da produrre . Non ha senso una gerarchia <strong>di</strong> accettabilità del tipo <strong>di</strong> norme, se la<br />
scelta avviene nell’ambito <strong>di</strong> un processo democratico, si produce da esso. In queste con<strong>di</strong>zioni, una norma<br />
cogente ha la stessa pregnanza <strong>di</strong> una norma <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo. Il problema è che questo “processo democratico”,<br />
soprattutto in ambito provinciale (e certo non solo a <strong>Rieti</strong>), è appena avviato, e non sono ancora definite le regole<br />
per la sua gestione e autogestione. Così, la <strong>di</strong>alettica sociale sulle questioni più importanti del territorio reatino ha<br />
raggiunto una certa soli<strong>di</strong>tà solo per alcune <strong>di</strong> esse (ad esempio il Terminillo o la Sabina), per altre l’attivazione<br />
ancora è debole. E, al contempo, non è ancora chiaro che tipo <strong>di</strong> rapporto debba instaurarsi tra la <strong>Provincia</strong>, che<br />
è l’istituzione <strong>di</strong> riferimento per il PTPG, e i soggetti sociali che con lei partecipano a questo processo.<br />
In sintesi: non c’è ancora chiarezza sulle modalità con cui affrontare e risolvere le questioni territoriali (deficit<br />
progettuale), e non c’è chiarezza sulle modalità con cui organizzare il confronto sociale su queste questioni<br />
(deficit processuale). Una situazione come questa è del tutto normale: la società contemporanea si muove in<br />
modo caotico e incerto; i consolidati riferimenti politico-istituzionali (lo stato, i partiti, i meccanismi <strong>di</strong> delega) si<br />
sfaldano, e note ed ine<strong>di</strong>te forme <strong>di</strong> aggregazione e <strong>di</strong> relazione sembrano prendere il sopravvento; il concetto <strong>di</strong><br />
democrazia si sclerotizza <strong>di</strong>etro agli infiniti abusi lessicali; la struttura normativa, che lo statuto della modernità<br />
pose come base costitutiva dell’”or<strong>di</strong>ne e del progresso”, cresce in quantità <strong>di</strong> pari passo con una <strong>di</strong>ffusa<br />
sensazione (e riprova) <strong>di</strong> inefficacia, <strong>di</strong> inutilità; la <strong>Provincia</strong> si trova, in questo contesto, a dover assolvere ad un<br />
compito cui non è stata abituata: quello <strong>di</strong> produrre norme, anche attraverso il PTPG.<br />
La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong> ha deciso <strong>di</strong> produrle, queste norme, ed ha avviato quel processo dal quale devono scaturire,<br />
nel quale il PTPG è un primo momento <strong>di</strong> espressione. Avendo deciso questo, la <strong>Provincia</strong> in realtà non ha solo<br />
deciso <strong>di</strong> produrre delle norme, si è anche obbligata a farlo, perché un piano è sempre, comunque, un costrutto<br />
normativo, perché definisce le regole del gioco sociale cui attenersi, come in<strong>di</strong>vidui e come soggetti plurali.<br />
Non ci sono, nelle norme del PTPG, norme cogenti <strong>di</strong> carattere prescrittivo, volte cioè a con<strong>di</strong>zionare <strong>di</strong>rettamente il<br />
comportamento <strong>di</strong> singoli in<strong>di</strong>vidui. Non esistono neanche norme <strong>di</strong> carattere <strong>di</strong>rettivo, che obbligano cioè altri<br />
soggetti pubblici, ed in primo luogo i Comuni, a fare o non fare, a seguire determinate “regole quantitative” o a<br />
far rispettare, attraverso gli strumenti locali, specifiche norme ai privati. Il principio <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà impone che<br />
l’ingerenza “coercitiva” della <strong>Provincia</strong> rispetto ai Comuni si limiti ai casi in cui vengono coinvolti “interessi<br />
superiori a livello provinciale”, come ad esempio per la questione della tutela ambientale. Per decidere su una<br />
restrizione ad un comportamento è necessaria la più ampia capacità e possibilità <strong>di</strong> intervento nella decisione da<br />
parte <strong>di</strong> chi potrebbe esserne soggetto; la più ampia capacità e possibilità <strong>di</strong> svolgere una <strong>di</strong>alettica anche<br />
conflittuale; la più ampia capacità e possibilità <strong>di</strong> assumere e far circolare informazione. Le attuali con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
vitalità <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>alettica a livello provinciale, cui abbiamo accennato, non rendono sostenibili forme normative<br />
<strong>di</strong> questo tipo. Tutto l’impianto normativo del PTPG è volto proprio a favorire il consolidarsi <strong>di</strong> queste<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>alettiche.<br />
D’altronde, un “interesse superiore” particolarmente pregnante come quello ambientale ha dato luogo ad una<br />
proliferazione <strong>di</strong> apparati normativi coercitivi a livello sia centrale che regionale, che appare incongruo voler<br />
ulteriormente ampliare senza prima aver svolto una <strong>di</strong>ffusa opera <strong>di</strong> riflessione e revisione critica <strong>di</strong><br />
6
quest’esperienza, che si è calata sul territorio provinciale senza, appunto, essere supportata da una adeguata<br />
<strong>di</strong>alettica decisionale.<br />
Ma esistono altre norme cogenti, anche se <strong>di</strong> carattere “particolare”: si tratta delle <strong>di</strong>rettive che la <strong>Provincia</strong> dà,<br />
soprattutto a se stessa, con l’obiettivo <strong>di</strong> rendere reale, concreto, il processo <strong>di</strong> pianificazione e gestione del<br />
territorio. E’ così ogni volta che si legge: “La <strong>Provincia</strong> promuove..., favorisce..., stimola..., è tenuta a....,<br />
costituisce...”; la <strong>Provincia</strong> si <strong>di</strong>chiara responsabile <strong>di</strong> eventi concreti, il cui reale svolgersi <strong>di</strong>pende dalla sua<br />
capacità <strong>di</strong> iniziativa. Questa sua assunzione <strong>di</strong> responsabilità “politica” corrisponde al mandato <strong>di</strong> delega, lo<br />
sostanzia perché rende possibile, per il delegante, verificare quanto la <strong>Provincia</strong> ha <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> dover fare o <strong>di</strong><br />
voler fare. Dichiarazione che non è programma elettorale, ma “norma scritta”, esplicita e chiara.<br />
3. Articolazione dell’apparato normativo del Piano Territoriale <strong>Provincia</strong>le Generale<br />
L’articolazione dell’apparato normativo è <strong>di</strong>rettamente conseguente agli in<strong>di</strong>rizzi assunti dalla <strong>Provincia</strong> sui<br />
caratteri normativi del piano. Essa si desume cioè dal considerare il PTPG come una con<strong>di</strong>zione iniziale in un<br />
percorso <strong>di</strong>verso ed incerto, che rende necessario fissare, per quanto oggi possibile rispetto alla <strong>di</strong>alettica che si è<br />
instaurata nel territorio, le “regole del gioco”. L’apparato normativo è sud<strong>di</strong>viso quin<strong>di</strong> in quattro parti: Assunti e<br />
princìpi, Politiche e strategie, Norme <strong>di</strong> processo, Progetti <strong>di</strong> territorio.<br />
La prima sezione, Assunti e princìpi, definisce gli orientamenti <strong>di</strong> base che la <strong>Provincia</strong> assume come propri in<br />
quanto e per come sono emersi da questa prima fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>alettica sociale, <strong>di</strong> incontro e confronto. Per essi la<br />
<strong>Provincia</strong>, rispondendo ai suoi doveri istituzionali, chiede adesione, rispetto, volontà e capacità <strong>di</strong> iniziativa per<br />
una loro sempre più chiara formulazione, reimmettendoli nel circuito <strong>di</strong>alettico che si è avviato. Chiede, ma si<br />
può <strong>di</strong>re: esige. Come per i princìpi della Costituzione: ogni citta<strong>di</strong>no è tenuto a comportarsi in modo congruente<br />
con essi. Certo, la <strong>Provincia</strong> non ha capacità legislativa, e il confronto con la Costituzione non può che essere<br />
metaforico; il PTPG può avere cogenza solo in riferimento a questioni “strettamente” territoriali (e non c’è<br />
chiarezza neanche su questo), su questioni <strong>di</strong> principio può esigere, non obbligare: nessun in<strong>di</strong>viduo potrà essere<br />
“punito” per un mancato rispetto <strong>di</strong> uno dei princìpi del PTPG, ma la con<strong>di</strong>visione sociale <strong>di</strong> questi princìpi può<br />
spingere l’in<strong>di</strong>viduo a non tra<strong>di</strong>rli anche se non c’è nessuna punizione.<br />
Un “principio” può derivare semplicemente dall’assumere un particolare modo <strong>di</strong> intendere un termine, <strong>di</strong> dare<br />
senso ad una locuzione, soprattutto a quelle più usate ed abusate, come territorio, ambiente, sostenibilità. Può<br />
sostanziare una posizione netta e chiara rispetto ad alcune questioni etiche o politiche. Può definire<br />
“atteggiamenti” che sostanziano l’approccio processuale e orientano i suoi risvolti operativi. Può proporre<br />
l’insieme <strong>di</strong> queste ipotesi.<br />
Un secondo ambito normativo è costituito dalle Politiche e strategie. Questa sezione trova sostanza dalle <strong>di</strong>verse<br />
linee d’azione che sono finora maturate attraverso il <strong>di</strong>battito e l’esperienza operativa della <strong>Provincia</strong> nei <strong>di</strong>versi<br />
campi in cui si è impegnata. Queste linee richiedono scelte politiche e strategiche <strong>di</strong> lungo respiro, rivolte cioè ad<br />
un orizzonte temporale aperto: qui la <strong>Provincia</strong> definisce i suoi temi centrali, i suoi riferimenti sociali e territoriali<br />
prioritari (aspetti politici); pone la sua visione <strong>di</strong> percorso, la sua pesatura delle risorse cui far riferimento (aspetti<br />
strategici). Stabilisce quin<strong>di</strong> le modalità del rapporto <strong>di</strong>namico tra pianificazione del territorio e realtà sociale,<br />
economica, culturale.<br />
La terza sezione è relativa all’Organizzazione del processo, che tende a definire attraverso quali modalità operative si<br />
attua il processo <strong>di</strong> pianificazione. Ci si riferisce quin<strong>di</strong> sia alla costituzione <strong>di</strong> specifiche occasioni concrete <strong>di</strong><br />
coor<strong>di</strong>namento, <strong>di</strong> confronto, <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito, <strong>di</strong> elaborazione, <strong>di</strong> iniziativa, sia alla definizione <strong>di</strong> criteri da porre alla<br />
base delle valutazioni relative a specifici interventi o azioni amministrative.<br />
L’ultima sezione, in forma <strong>di</strong> Allegato, presenta le strategie e le linee guida dei Progetti <strong>di</strong> territorio. Ogni progetto è<br />
relativo ad uno specifico ambito territoriale. I Progetti <strong>di</strong> territorio rappresentano una delle modalità<br />
fondamentali con cui si esplica il processo <strong>di</strong> pianificazione; dunque essi costituiscono, al contempo, una sezione<br />
dell’apparato normativo del Piano provinciale ed una in<strong>di</strong>cazione operativa su uno specifico ambito.<br />
I sette ambiti definiti, che interessano l’intero territorio provinciale, sono:<br />
Amatriciano<br />
Velino<br />
Terminillo e Monti Reatini<br />
Piana Reatina e Valle Santa<br />
Salto-Cicolano<br />
Turano<br />
Sabina (articolata in tre sub-ambiti: Passo Corese e valle del Tevere, Valle del Farfa, Poggio Mirteto e Bassa<br />
Sabina).<br />
7
Ogni Progetto <strong>di</strong> territorio si articola secondo le seguenti voci: Interpretazioni dei mutamenti territoriali,<br />
Caratterizzazioni ambientali, Criticità ambientali ed in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> altri strumenti, Obiettivi e criteri progettuali,<br />
Organizzazione del processo progettuale, Linee <strong>di</strong> azione progettuale, Approfon<strong>di</strong>menti a sostegno del progetto,<br />
In<strong>di</strong>cazione e criteri progettuali per la pianificazione locale.<br />
8
TITOLO I<br />
ASSUNTI E PRINCIPI<br />
CAPO I<br />
TERRITORIO E SOCIETA’ INSEDIATA<br />
Art. 1 Territorio<br />
Il concetto <strong>di</strong> territorio può essere espresso attraverso tre punti <strong>di</strong> vista complementari.<br />
Un primo approccio considera il territorio come l’esito <strong>di</strong> lunga durata <strong>di</strong> processi sociali, culturali, economici e<br />
tecnologici, <strong>di</strong> conflitti e <strong>di</strong> cambiamenti. Il territorio riflette la storia degli in<strong>di</strong>vidui liberi e delle loro comunità, è<br />
dunque:<br />
- l’espressione dell’appropriazione culturale <strong>di</strong> una società inse<strong>di</strong>ata, anche non organizzata comunitariamente;<br />
- è patrimonio <strong>di</strong> risorse in grado <strong>di</strong> sostenere la società locale;<br />
- è produzione dell’azione collettiva organizzata;<br />
- è stratificazione <strong>di</strong> significati sociali immaginari.<br />
A questo primo senso, che nasce dalle relazioni che aggregati sociali consolidano con specifici luoghi, se ne<br />
affianca un secondo, relativo ai princìpi organizzativi che l’aggregato sociale definisce per sé e dunque per il suo<br />
spazio fisico, in termini <strong>di</strong> istituzioni, regole e norme. Nell’era moderna, il concetto <strong>di</strong> territorio viene associato a<br />
quello <strong>di</strong> Stato, del quale definisce l’ambito <strong>di</strong> giuris<strong>di</strong>zione. Per estensione, territorio è inteso comunemente ogni<br />
ambito <strong>di</strong> competenza normativa <strong>di</strong> un Ente territoriale.<br />
Dall’associazione <strong>di</strong> questi due processi storici, dalle modalità cioé con cui una società tende a definire regole<br />
organizzative e gestionali per il proprio spazio identitario e <strong>di</strong> relazione, emerge un terzo significato attribuibile al<br />
termine. Esso è relativo alle <strong>di</strong>sponibilità ed alle modalità <strong>di</strong> utilizzazione e <strong>di</strong>stribuzione delle sue risorse, in<br />
relazione alle domande ed alle necessità che emergono dalla comunità locale per garantire il proprio sviluppo, per<br />
rinsaldare la propria coesione, per rafforzare le relazioni con l’esterno.<br />
Art. 2 Identità territoriale<br />
L’identità <strong>di</strong> un territorio (che si può definire Territorialità), è il modo in cui le comunità inse<strong>di</strong>ate si<br />
autorappresentano attraverso le regole <strong>di</strong> convivenza, i mo<strong>di</strong> d’uso del territorio, ecc. Essa è dunque<br />
essenzialmente un fatto sociale, poichè riguarda le peculiarità del rapporto tra i singoli in<strong>di</strong>vidui, in quanto<br />
componenti <strong>di</strong> una comunità, ed il territorio considerato nelle potenzialità delle sue risorse, per come si sono<br />
consolidate nel tempo (milieu). I caratteri costitutivi dell’identità territoriale si rileggono anche attraverso le<br />
peculiari modalità <strong>di</strong> rapporto tra forme inse<strong>di</strong>ative e risorse locali.<br />
Pur se i caratteri <strong>di</strong> identità si mo<strong>di</strong>ficano, obiettivo costitutivo per la <strong>Provincia</strong> è favorire la permanenza della<br />
loro riconoscibilità e l’adesione critica da parte della società inse<strong>di</strong>ata.<br />
Art. 3 Caratteri <strong>di</strong>stintivi dell’identità territoriale reatina: un contesto rurale<br />
Il carattere rurale del inse<strong>di</strong>amento reatino costituisce un elemento caratteristico della sua identità territoriale.<br />
Il territorio rurale reatino costituisce l’esito <strong>di</strong> una <strong>di</strong>namica culturale, sociale, economica che ha determinato e<br />
determina tuttora modalità inse<strong>di</strong>ative <strong>di</strong>versificate, solo parzialmente legate ai processi <strong>di</strong> uso e trasformazione<br />
delle risorse della terra. L’ambiente rurale è in continua mo<strong>di</strong>ficazione, anche in relazione all’avvento <strong>di</strong> nuovi<br />
modelli sociali, e non ha più lo stesso senso che aveva in un passato neanche troppo lontano; ma le modalità <strong>di</strong><br />
organizzazione dei rapporti sociali si basano ancora in modo prevalente su un modello rurale. Tale carattere<br />
rimane un tratto costitutivo della cultura locale, anche se si presenta in forme <strong>di</strong>verse: la struttura sociale ed<br />
economica del mondo agricolo, pur culturalmente <strong>di</strong>ffusa, è fortemente <strong>di</strong>fferenziata nei <strong>di</strong>versi luoghi<br />
dell’arcipelago reatino; in molti <strong>di</strong> questi l’attività agricola ha un ruolo <strong>di</strong> mera sussistenza, in altri l’inse<strong>di</strong>amento<br />
rurale esogeno tende a mo<strong>di</strong>ficare in profon<strong>di</strong>tà il senso dei luoghi e i caratteri della società inse<strong>di</strong>ata, creando a<br />
volte tensioni profonde.<br />
Obiettivo primario è favorire, in questa <strong>di</strong>namica, la conservazione <strong>di</strong> questo peculiare carattere <strong>di</strong> appartenenza.<br />
Ciò comporta mettere in atto processi <strong>di</strong> interazione sociale che consentano una continua verifica dei modelli<br />
culturali emergenti e la proposizione <strong>di</strong> strategie ed azioni specifiche.<br />
9
Art. 4 Caratteri <strong>di</strong>stintivi dell’identità reatina: l’ambiente<br />
Ulteriore carattere costitutivo dell’identità territoriale reatina sta nella specificità del rapporto tra società e risorse<br />
ambientali.<br />
L’identità ambientale della provincia reatina, lungi da essere l’espressione <strong>di</strong> una presunta naturalità, costituisce<br />
l’esito concreto e tangibile <strong>di</strong> un processo evolutivo <strong>di</strong>namico <strong>di</strong> interazione tra uomo e ambiente. L’unicità <strong>di</strong><br />
questo contesto ha preso forma in un processo <strong>di</strong> continua reinterpretazione e mutamento che ha avuto luogo<br />
nel tempo e che ha visto impegnate, in un continuo lavoro <strong>di</strong> appropriazione e <strong>di</strong> interpretazione delle con<strong>di</strong>zioni<br />
naturali dei siti, le <strong>di</strong>verse società che si sono succedute in questo territorio. In questo processo interattivo<br />
l’ambiente non é mai stato inteso come una variabile in<strong>di</strong>pendente, scissa dalle componenti economiche, sociali e<br />
culturali, ma si é sempre configurato come il risultato <strong>di</strong> un processo sinergico <strong>di</strong> produzione che <strong>di</strong>versi fattori<br />
hanno contribuito a determinare. Questo processo <strong>di</strong> produzione ha messo in gioco il coinvolgimento <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi<br />
soggetti sociali.<br />
Poiché l’identità ambientale è il prodotto <strong>di</strong> una storia <strong>di</strong> relazioni coevolutive tra l’uomo e l’ambiente il carattere<br />
specifico del territorio reatino non può essere semplicemente conservato, non è cristallizzabile in una definizione<br />
sempre valida ma deve essere il frutto <strong>di</strong> una ridefinizione continua. La conservazione, seppur è importante<br />
perché garantisce il mantenimento della complessità assunta nel tempo dal sistema ambientale e quin<strong>di</strong> offre i<br />
presupposti per una nuova rigenerazione, da sola non è sufficiente a produrre identità se non è legata ad un<br />
tessuto <strong>di</strong> relazioni economico, culturali, sociali, capaci <strong>di</strong> produrre nuova territorialità.<br />
Art. 5 Sviluppo locale e autodeterminazione<br />
Obiettivo dell’azione dei <strong>di</strong>versi soggetti che producono territorio e costruiscono socialità è lo sviluppo locale,<br />
inteso come appropriazione culturale del territorio, organizzazione <strong>di</strong> processi interattivi <strong>di</strong> progettazione<br />
autonoma, autodeterminazione delle modalità <strong>di</strong> sviluppo.<br />
Sviluppo locale è quin<strong>di</strong> anche costruzione <strong>di</strong> reti sociali e produttive in grado <strong>di</strong> auto organizzarsi rispetto ai<br />
sistemi territoriali locali e <strong>di</strong> relazionarsi criticamente ed in autonomia alle “reti lunghe” e alle reti globali.<br />
Art. 6 Coevoluzione e pianificazione<br />
Il territorio, il paesaggio, l’ambiente mutano costantemente, evolvendo per interazione tra comunità <strong>di</strong> esseri<br />
viventi e habitat nel quale esse vivono. I comportamenti e le attività delle comunità umane, quin<strong>di</strong>, interagiscono<br />
con le altre comunità biotiche e coi loro habitat, dando luogo a un processo evolutivo che fa parte del processo<br />
evolutivo più generale.<br />
Il PTPG della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong> riconosce pertanto che la pianificazione, come qualsiasi altra attività umana, fa<br />
parte <strong>di</strong> un processo evolutivo generale che riguarda insieme uomo e ambiente; essa quin<strong>di</strong> non si occupa <strong>di</strong> un<br />
oggetto (l’ambiente fisico) separato dal soggetto <strong>di</strong> conoscenza (l’uomo), ma è a sua volta un processo in costante<br />
co-evoluzione con l’ambiente <strong>di</strong> cui fa parte, proprio come il processo mentale umano, il processo sociale e il<br />
processo ecologico.<br />
L’interazione evolutiva tra comunità e ambiente è riconosciuta come basilare per il conseguimento dell’obiettivo<br />
primario del Piano Territoriale <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento: contribuire alla costruzione <strong>di</strong> un’identità provinciale non<br />
fondata esclusivamente sull’appartenenza territoriale, bensì sulle relazioni tra entità <strong>di</strong>fferenti, in cui le identità<br />
specifiche si costituiscono e si definiscono per reciprocità, in cui cioè il sé non può esistere senza l’altro e<br />
viceversa.<br />
Art. 7 Conservazione e innovazione<br />
Tutti gli interventi che riguardano il territorio devono rispettare requisiti e caratteri <strong>di</strong> conservazione, <strong>di</strong><br />
rigenerazione e <strong>di</strong> innovazione. La conservazione è vitale se significa salvaguar<strong>di</strong>a e tutela, se non <strong>di</strong>venta<br />
dogmatica, stereotipa e rigida. L’innovazione è finalizzata alla trasformazione del territorio in modo da migliorare<br />
i rapporti <strong>di</strong> convivenza degli in<strong>di</strong>vidui, delle comunità e i rapporti tra questi e l’ambiente fisico e biologico.<br />
10
CAPO II<br />
RELAZIONI E RETI<br />
Art. 8 Sistemi territoriali<br />
I sistemi territoriali sono essenzialmente una costruzione mentale, mappe che hanno corrispondenza prima<br />
ancora che in una realtà esistente, in una realtà progettuale. Essi sono immagini mentali <strong>di</strong> reti sociali da<br />
costruire. Al concetto <strong>di</strong> sistema territoriale si fa riferimento nei Progetti <strong>di</strong> territorio (Art. 31 e Allegato alle Norme).<br />
Art. 9 Relazionalità dello spazio geografico<br />
Per svolgere una funzione <strong>di</strong> relazionamento tra entità <strong>di</strong>fferenti, il territorio deve costituire una struttura <strong>di</strong><br />
connessione aperta a ogni forma <strong>di</strong> costruzione simbolica e immaginaria, senza preclusioni <strong>di</strong> sorta e senza fissare<br />
un significato simbolico unico e precostituito, ma anzi offrendosi come luogo <strong>di</strong> incontro tra <strong>di</strong>fferenti<br />
‘immaginari territoriali’.<br />
La <strong>Provincia</strong> riconosce pertanto che attribuire a uno spazio geografico un significato simbolico-concettuale<br />
determinato a priori nega alla ra<strong>di</strong>ce la possibilità che il territorio svolga una funzione <strong>di</strong> ‘struttura che connette’<br />
tutti i suoi membri. Ciò vale in particolare in quei contesti che hanno assunto immagini stereotipe in conseguenza<br />
ad approcci “funzionali” (come, ad esempio: il Terminillo - lo sci; i laghi del Salto e del Turano - l’energia; la<br />
piana reatina - agricoltura intensiva).<br />
Art. 10 Reti sociali<br />
Le reti sociali sono reti <strong>di</strong> soggetti in<strong>di</strong>viduali e collettivi, pubblici e privati, locali e non. Sono lo strumento<br />
concettuale ed operativo per il governo del territorio, cioé l’insieme dei rapporti società-territorio alle <strong>di</strong>verse<br />
scale geografiche che il fenomeno urbano può assumere.<br />
Le reti sociali si organizzano ed auto-organizzano a tutte le scale geografiche. Essi operano in certe circostanze e<br />
rispetto a certi fini come veri e propri attori collettivi della trasformazione.<br />
A tali reti la <strong>Provincia</strong> fa esplicito riferimento nel definire le proprie politiche e strategie (Titolo II) e i relativi<br />
processi attuativi, tra cui i Progetti <strong>di</strong> territorio (Allegato alle Norme).<br />
Art. 11 Relazioni territoriali e mobilità<br />
I tempi e gli spazi della mobilità sono tempi e spazi della vita <strong>di</strong> ogni abitante e come tali devono considerarsi<br />
parte integrante <strong>di</strong> essa. Di conseguenza essi devono raggiungere sod<strong>di</strong>sfacenti livelli <strong>di</strong> qualità in considerazione:<br />
- della durata del tempo <strong>di</strong> spostamento;<br />
- del comfort dei <strong>di</strong>versi mezzi <strong>di</strong> trasporto;<br />
- della sicurezza in termini <strong>di</strong> rischi per la salute nello spostamento;<br />
- della certezza sui tempi e le modalità <strong>di</strong> arrivo;<br />
- della funzionalità delle attrezzature <strong>di</strong> servizio;<br />
- della bellezza degli spazi <strong>di</strong> sosta, <strong>di</strong> scambio intermodale, delle se<strong>di</strong> viarie e ferroviarie;<br />
- della capacità delle infrastrutture <strong>di</strong> permettere il go<strong>di</strong>mento del paesaggio.<br />
La <strong>Provincia</strong> migliora la qualità dei tempi e degli spazi della mobilità anche attraverso specifici stu<strong>di</strong>, strumenti e<br />
politiche che considerino la mobilità e le sue infrastrutture come espressione delle relazioni esistenti all’interno<br />
del territorio provinciale e tra questo ed altri territori. Tali relazioni sono da considerarsi connesse alle<br />
caratteristiche territoriali, considerate principalmente sotto il profilo delle dotazioni infrastrutturali, delle<br />
specificità ambientali, dei pesi inse<strong>di</strong>ativi, delle centralità funzionali e simboliche esistenti sul territorio.<br />
La <strong>Provincia</strong> incoraggia ed organizza la partecipazione degli abitanti e delle reti sociali alla gestione degli spazi,<br />
delle attrezzature e dei servizi per la mobilità. Tale partecipazione viene sostenuta da un’adeguata informazione<br />
sui problemi della mobilità a cura della <strong>Provincia</strong>, anche attraverso le politiche ed il processo <strong>di</strong> comunicazione<br />
(Artt. 31 e 33). La <strong>Provincia</strong>, inoltre, per i trasporti collettivi e pubblici, costruisce forme <strong>di</strong> partecipazione<br />
11
economica e gestionale anche organizzando confronti perio<strong>di</strong>ci tra gestori del servizio ed abitanti organizzati in<br />
associazione e non.<br />
Art. 12 Comunicazione relazionale<br />
1. Il concetto <strong>di</strong> ‘comunicazione’ a cui fa riferimento il PTPG della provincia <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong> non coincide con la<br />
trasmissione <strong>di</strong> informazioni da un emittente a uno o più riceventi, volta a persuadere questi ultimi circa un<br />
‘significato’ preesistente rispetto all’interazione comunicativa, bensì con il processo con cui si stabiliscono legami fra<br />
entità <strong>di</strong>fferenti, nel corso del quale il significato si genera dall’interazione tra emittente e ricevente.<br />
2. Gli atti comunicativi relazionali che si producono nel corso del processo <strong>di</strong> comunicazione connesso al processo <strong>di</strong><br />
pianificazione provinciale equivalgono allo stabilirsi <strong>di</strong> un legame tra soggetti e tra soggetti e ambiente.<br />
CAPO III<br />
SOCIETA’, ISTITUZIONI E PIANIFICAZIONE<br />
Art. 13 Istituzione, immaginario e alienazione sociale<br />
L’istituzione è un reticolo simbolico, sancito socialmente, nel quale si combinano in proposizioni e in relazioni<br />
variabili una componente funzionale e una componente immaginaria.<br />
L’alienazione è l’autonomizzazione e la dominazione del momento immaginario entro l’istituzione, che comporta<br />
l’autonomizzazione e la dominazione dell’istituzione rispetto alla società.<br />
Le istituzioni (non solo quelle politiche) si costituiscono in ogni contesto sociale-storico ed appartengono alle<br />
modalità <strong>di</strong> organizzazione <strong>di</strong> una società. L’alienazione dell’istituzione rispetto alla società costituisce un nodo<br />
problematico fondamentale dell’attuale fase sociale e storica.<br />
Le stesse istituzioni politiche ed amministrative, e tra queste anche l’Amministrazione <strong>Provincia</strong>le, non riescono<br />
ad operare significativamente al <strong>di</strong> fuori ed in<strong>di</strong>pendentemente da un’elaborazione collettiva <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> società<br />
e <strong>di</strong> territorio, da una <strong>di</strong>ffusa capacità <strong>di</strong> progettazione delle reti sociali locali, da un’appropriazione culturale del<br />
territorio come mezzo <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> società, componente fondamentale dell’identità locale, patrimonio<br />
collettivo costitutivo della vita e dell’immaginario sociale.<br />
Art. 14 Progetto <strong>di</strong> territorio e immaginario sociale<br />
Obiettivo fondamentale e criterio <strong>di</strong> riferimento del governo del territorio da parte <strong>di</strong> tutti i soggetti implicati è il<br />
mantenimento <strong>di</strong> un canale aperto e attivo tra “società istituita” e “società istituente”, capace <strong>di</strong> rapportare<br />
l’azione con il “magma dei significati sociali”.<br />
Ciò significa che obiettivo fondamentale e criterio <strong>di</strong> riferimento del governo del territorio è il progetto <strong>di</strong><br />
territorio, ovvero l’attivazione <strong>di</strong> processi costruttivi <strong>di</strong> senso, l’organizzazione continua <strong>di</strong> contesti interattivi <strong>di</strong><br />
progettazione, comunicazione e azione, lo sviluppo <strong>di</strong> progettualità <strong>di</strong>ffusa.<br />
Il progetto <strong>di</strong> territorio, che implicitamente è anche progetto <strong>di</strong> relazioni sociali, è modalità fondamentale <strong>di</strong><br />
produzione <strong>di</strong> territorio, <strong>di</strong> appropriazione fisica e culturale, <strong>di</strong> costituzione <strong>di</strong> significati sociali , nonché <strong>di</strong><br />
sviluppo <strong>di</strong> nuove soggettualità sociali.<br />
Art. 15 Principio <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà<br />
La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong> assume, nell’ambito del processo <strong>di</strong> pianificazione, il principio <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà, ed accetta in<br />
questo senso le determinazioni dell’Unione Europea.<br />
Secondo quanto stabilito dall’Unione Europea, il principio <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà è volto a garantire che le decisioni<br />
prese siano quanto più possibile vicine al citta<strong>di</strong>no, verificando costantemente che l’azione da intraprendere a<br />
livello comunitario sia giustificata rispetto alle possibilità offerte a livello nazionale, regionale, locale.<br />
Concretamente, per le questioni che non sono <strong>di</strong> sua esclusiva competenza, l’Unione interviene soltanto se la<br />
propria azione è da considerarsi più efficace rispetto ad un’azione intrapresa a livello nazionale, regionale o<br />
locale. Il principio <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà è strettamente legato ai principi <strong>di</strong> proporzionalità e <strong>di</strong> necessità, secondo cui<br />
12
l’azione dell’Unione non può andare al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> quanto è necessario per il conseguimento degli obiettivi del<br />
trattato.<br />
Il Consiglio europeo <strong>di</strong> E<strong>di</strong>mburgo del <strong>di</strong>cembre 1992 ha stabilito gli elementi fondamentali della nozione <strong>di</strong><br />
sussi<strong>di</strong>arietà nonché le linee <strong>di</strong>rettrici per l’interpretazione dell’articolo 3B che accoglie la sussi<strong>di</strong>arietà nel trattato<br />
dell’Unione europea. Le conclusioni del Consiglio sono contenute in un protocollo relativo al principio <strong>di</strong><br />
sussi<strong>di</strong>arietà, allegato al trattato istitutivo della Comunità europea dopo l’entrata in vigore del trattato <strong>di</strong><br />
Amsterdam:<br />
“Il protocollo sull’applicazione dei principi <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà e <strong>di</strong> proporzionalità co<strong>di</strong>ficherà gli orientamenti<br />
definiti dal Consiglio europeo <strong>di</strong> E<strong>di</strong>mburgo e attribuirà loro un valore normativo. Gli Stati membri potranno<br />
così formalizzare i seguenti aspetti relativi alla sussi<strong>di</strong>arietà:<br />
- la sussi<strong>di</strong>arietà è un concetto <strong>di</strong>namico che consente <strong>di</strong> variare il livello al quale è più opportuno agire in<br />
funzione delle circostanze;<br />
- ogni proposta <strong>di</strong> atto legislativo sarà corredata <strong>di</strong> una <strong>di</strong>chiarazione sul suo impatto in termini <strong>di</strong> applicazione<br />
del principio <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà;<br />
- la forma dell’azione comunitaria dovrà essere quanto meno possibile vincolante, compatibilmente con un<br />
sod<strong>di</strong>sfacente conseguimento dell’obiettivo voluto (a parità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni, andranno preferite le <strong>di</strong>rettive ai<br />
regolamenti);<br />
- il principio <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà non rimette in questione le competenze conferite alla Comunità dal trattato, quali<br />
interpretate dalla Corte <strong>di</strong> giustizia.”<br />
La con<strong>di</strong>zione principale per avviare un’azione comunitaria è chiaramente enunciata all’articolo 3B, secondo<br />
comma, del trattato che istituisce la Comunità europea: “gli obiettivi dell’azione prevista non possono essere<br />
sufficientemente realizzati dagli Stati membri e possono dunque, a motivo delle <strong>di</strong>mensioni o degli effetti<br />
dell’azione in questione, essere realizzati meglio a livello comunitario”. Il protocollo propone tre principi guida<br />
in base ai quali valutare se è sod<strong>di</strong>sfatta la suddetta con<strong>di</strong>zione:<br />
- “il problema in esame presenta aspetti transnazionali che non possono essere <strong>di</strong>sciplinati in maniera<br />
sod<strong>di</strong>sfacente dagli Stati membri;<br />
- l’azione dei soli Stati membri o la mancanza <strong>di</strong> un’azione comunitaria contravverrebbe alle prescrizioni del<br />
trattato;<br />
- l’azione a livello comunitario produrrebbe evidenti vantaggi.”<br />
Art. 16 Il Piano Territoriale <strong>Provincia</strong>le Generale<br />
Il PTPG non viene inteso alla stregua <strong>di</strong> uno “strumento tecnico”, mera proposizione <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni e norme in<br />
grado <strong>di</strong> prefigurare un futuro, ma piuttosto come momento <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> interazione sociale, che sia in<br />
grado <strong>di</strong> definire e stimolare politiche, strategie, modalità <strong>di</strong> accordo tra soggetti, azioni concertate, e loro criteri<br />
<strong>di</strong> gestione.<br />
Nei rapporti con gli strumenti <strong>di</strong> programmazione e pianificazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso livello e contenuto tematico, il<br />
PTPG provinciale agisce secondo il principio <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà, per come espresso all’Art. 15.<br />
Art. 17 La Programmazione negoziata e i “programmi complessi”<br />
Per Programmazione negoziata si intende il complesso <strong>di</strong> scelte che Amministrazioni e soggetti sociali, in concorso<br />
tra loro, assumono in modo congruente agli obiettivi ed alle in<strong>di</strong>cazioni poste dall’Unione Europea o dallo Stato<br />
italiano. Tali scelte devono essere effettuate seguendo specifiche procedure interattive (a volte definite<br />
“concertative”), come con<strong>di</strong>zione per l’erogazione <strong>di</strong> finanziamenti ed altre modalità <strong>di</strong> sostegno, o per<br />
l’attuabilità <strong>di</strong> specifiche azioni od opere.<br />
In particolare, l’Unione Europea elabora con cadenza poliennale la sua politica <strong>di</strong> programmazione economicofinanziaria,<br />
in<strong>di</strong>viduando anche l’entità e i canali <strong>di</strong> erogazione <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> sostegno per ambiti territoriali o<br />
contesti economici considerati “critici”.<br />
Lo Stato italiano ha definito una serie <strong>di</strong> forme negoziate d’intervento, con <strong>di</strong>versi obiettivi, aree <strong>di</strong> applicabilità,<br />
risorse finanziarie, soggetti coinvolti, referenti istituzionali (ad esempio, Accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> programma, Contratti d’area,<br />
Patti territoriali) .<br />
La Programmazione negoziata si esplica quin<strong>di</strong> attraverso specifici “strumenti”, ognuno dei quali è caratterizzato<br />
da una specifica procedura attuativa. Queste procedure d’intervento possono produrre effetti anche potenti sulle<br />
<strong>di</strong>namiche inse<strong>di</strong>ative e sui caratteri ambientali.<br />
13
Con la <strong>di</strong>citura “programmi complessi” si fa riferimento a tutti gli strumenti <strong>di</strong> intervento sul territorio e la città, resi<br />
<strong>di</strong>sponibili da numerosi atti legislativi dello stato, che non si inquadrano nella strumentazione canonica prevista<br />
dalla attuale legge urbanistica (ad esempio: Programmi integrati d’intervento – PII, programmi <strong>di</strong> recupero<br />
urbano – PRU, programmi <strong>di</strong> riqualificazione urbana – PRiU, contratti <strong>di</strong> quartiere – CdQ, Progammi <strong>di</strong><br />
riqualificazione urbana e <strong>di</strong> sviluppo sostenibile del territorio – PRUSST). Anche per questi strumenti sono<br />
definite specifiche procedure attuative; ed anche in questi casi l’incidenza sulle trasformazioni inse<strong>di</strong>ative ed<br />
ambientali può essere notevole.<br />
14
TITOLO II<br />
POLITICHE E STRATEGIE<br />
Art. 18 Obiettivi generali e politiche del territorio<br />
Con riferimento agli “Assunti e principi” (Titolo I delle presenti norme) che ne danno il senso e ne chiariscono i<br />
concetti, il PTPG della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong> in<strong>di</strong>vidua alcuni obiettivi generali, definiti sulla base dell’ampia<br />
<strong>di</strong>scussione ed interazione sviluppate nel processo <strong>di</strong> pianificazione.<br />
Tali obiettivi generali, più ampiamente illustrati in Relazione, sono qui riassunti.<br />
- “Costruire” un’identità provinciale , non basata esclusivamente sull’appartenenza territoriale, e pertanto parziale, ma<br />
da intendere soprattutto come un progetto e non una proprietà acquisita una volta per sempre. L’identità<br />
provinciale non può essere ricercata nella omologazione delle <strong>di</strong>fferenze che esistono tra le <strong>di</strong>verse aree, ma<br />
semmai nella loro esaltazione in un modello federativo, che trova compiutezza in un sistema <strong>di</strong> relazioni interne<br />
ed esterne. L’identità provinciale si basa sulla rielaborazione <strong>di</strong> un <strong>di</strong>verso modo <strong>di</strong> vedere e pensare il territorio,<br />
su una sua riappropriazione culturale.<br />
- Fare sviluppo e società locale, nella convinzione che lo sviluppo non è solo un fatto economico, ma anzi, o<br />
soprattutto, un fenomeno culturale e sociale. Tale sviluppo non può che fondarsi sulle risorse e sulle sapienze<br />
locali, controbilanciando la <strong>di</strong>mensione globale, rispetto alla quale armonizzarsi piuttosto che opporsi. Tale<br />
sviluppo non può essere costruito se non attraverso l’iniziativa ed il contestuale rafforzarsi della società locale.<br />
- Pensare lo sviluppo a partire dai caratteri ambientali . L’ambiente, che trova nel reatino elevate caratteristiche <strong>di</strong> qualità,<br />
non può essere trattato in termini puramente vincolistici e riduzionisti, né in termini <strong>di</strong> semplice compatibilità ad<br />
uno sviluppo che comunque non è sostenibile, ma deve orientare le stesse scelte territoriali e le prospettive <strong>di</strong><br />
sviluppo, ne deve essere l’elemento <strong>di</strong> forza.<br />
- Creare progettualità <strong>di</strong>ffusa, creatività e capacità impren<strong>di</strong>toriale . Occorre cioè lavorare a fondo per ricostituire un<br />
tessuto connettivo, una rete <strong>di</strong> soggetti sociali, un’alleanza non strumentale fra abitanti e produttori. Questo<br />
significa tra l’altro attivare reti locali, sviluppare contesti <strong>di</strong> interazione progettuale, sostenere iniziative e forme <strong>di</strong><br />
autonomia locale, promuovere associazioni e impren<strong>di</strong>torialità (nelle sue <strong>di</strong>verse forme), sempre in rapporto<br />
stretto con i caratteri dell’ambiente e del territorio reatini.<br />
- Saper(e) fare il cambiamento, che in un certo senso riassume tutti i precedenti. Ciò significa ripensare al presente<br />
l’intreccio tra sapere e innovazione, tra produzione e ambiente, tra culture locali e reti globali. Questo significa, in<br />
particolare, mo<strong>di</strong> innovativi <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> pianificazione che interagiscano attivamente con le reti dei soggetti<br />
locali.<br />
Tali obiettivi costituiscono il riferimento principale per le politiche, che ne sviluppano i contenuti con<br />
riferimento ad ambiti tematici o territoriali, e che sono illustrate nel presente Titolo delle norme, ed in generale<br />
per le azioni che interessano il territorio reatino.<br />
Art. 19 Ruolo programmatico della <strong>Provincia</strong><br />
La <strong>Provincia</strong> esplica le competenze in materia <strong>di</strong> pianificazione territoriale conferitele dalle leggi nazionali e<br />
regionali attraverso decisioni ed azioni che devono comunque essere aderenti alle presenti norme.<br />
Tale ruolo comporta scelte politiche ed amministrative <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa natura atte a governare, secondo il principio <strong>di</strong><br />
sussi<strong>di</strong>arietà, le <strong>di</strong>namiche territoriali dell’ambito provinciale, e viene esplicato attraverso la più stretta interazione<br />
tra la <strong>Provincia</strong>, gli altri soggetti istituzionali ed i soggetti che a vario titolo esprimono le istanze della collettività<br />
locale.<br />
Art. 20 Pianificazione del territorio, strumenti <strong>di</strong> programmazione negoziata e “programmi complessi”<br />
Nell’esprimere la sua politica territoriale, la <strong>Provincia</strong> considera strategico uno stretto rapporto tra pianificazione<br />
del territorio e strumenti <strong>di</strong> programmazione e <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong> origine comunitaria e nazionale (strumenti <strong>di</strong><br />
programmazione negoziata e strumenti complessi; si veda l’Art. 17). Ciò allo scopo <strong>di</strong> ricondurre ad un quadro<br />
unitario <strong>di</strong> intenti, <strong>di</strong> processi e <strong>di</strong> azioni, le <strong>di</strong>verse opportunità d’intervento sul territorio che si presentano nel<br />
tempo. Tale scopo trova connessioni con l’attivazione e lo sviluppo processuale delle politiche territoriali e dei<br />
Progetti <strong>di</strong> territorio.<br />
Nell’impostare per quanto <strong>di</strong> sua competenza le attività connesse agli strumenti <strong>di</strong> programmazione, la <strong>Provincia</strong><br />
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agisce comunque nel rispetto delle presenti norme.<br />
La <strong>Provincia</strong> si adopera per rimuovere ogni <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> comunicazione tra i <strong>di</strong>versi contesti programmatici e tra<br />
questi ed il processo <strong>di</strong> piano che si va configurando. A tale scopo, definisce due obiettivi operativi<br />
complementari:<br />
- le procedure (anche <strong>di</strong> tipo amministrativo) seguite per definire specifici programmi d’intervento (come, ad<br />
esempio quelli connessi alle politiche <strong>di</strong> sostegno UE) devono essere concepite e operate in stretta relazione con<br />
il processo <strong>di</strong> pianificazione territoriale;<br />
- l’interazione tra soggetti e l’interazione tra <strong>di</strong>versi momenti dell’attività programmatica provinciale devono<br />
procedere <strong>di</strong> pari passo ed essere strettamente connesse in un percorso unico.<br />
Nello stabilire la più stretta relazione tra processo <strong>di</strong> pianificazione territoriale e strumenti <strong>di</strong> programmazione, la<br />
<strong>Provincia</strong> si impegna:<br />
- a dare forza contrattuale alle proprie istanze progettuali nei rapporti con le istituzioni esogene (Regione, Stato,<br />
UE); ciò allo scopo <strong>di</strong> invertire un verso del processo decisionale che oggi vede gli orientamenti UE influenzare<br />
drasticamente le politiche locali, attraverso il meccanismo della offerta con<strong>di</strong>zionata <strong>di</strong> finanziamenti; obiettivo<br />
strategico è dare alla società reatina, attraverso la sua capacità <strong>di</strong> autodeterminazione, la possibilità <strong>di</strong> incidere<br />
sulla definizione stessa delle politiche comunitarie, e più in generale delle politiche <strong>di</strong> sostegno;<br />
- ad evitare ogni possibile conflittualità tra procedure <strong>di</strong> pianificazione or<strong>di</strong>naria e procedure <strong>di</strong> intervento<br />
conseguenti agli strumenti <strong>di</strong> programmazione, favorendo l’integrazione sinergica tra tutti i <strong>di</strong>versi strumenti<br />
utilizzabili; obiettivo strategico è <strong>di</strong> rafforzare la capacità d’intervento degli strumenti <strong>di</strong> pianificazione in un<br />
quadro <strong>di</strong> operatività che utilizzi a pieno le potenzialità d’intervento sul territorio e sulla città fornite dalla<br />
normativa vigente.<br />
Art. 21 Politiche per la produzione ambientale<br />
La <strong>Provincia</strong> riconosce che ogni attività umana ha ripercussioni sul mondo bio-fisico circostante e ne é a sua<br />
volta con<strong>di</strong>zionata. E’ necessario guidare il processo <strong>di</strong> interrelazione tra uomo e ambiente in maniera tale da<br />
perseguire un equilibrato e armonioso sviluppo sostenibile che sod<strong>di</strong>sfi le esigenze attuali senza compromettere<br />
per le generazioni future la possibilità <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare le proprie esigenze. A ciò contribuisce anche una politica <strong>di</strong><br />
rafforzamento del rapporto identitario tra società ed ambiente.<br />
La <strong>Provincia</strong> dunque adotta, nelle sue scelte programmatiche e nella sua attività, l’obiettivo <strong>di</strong> favorire la<br />
<strong>di</strong>namica <strong>di</strong> relazioni economiche, culturali, sociali, capaci <strong>di</strong> mantenere viva l’identità ambientale del territorio<br />
reatino in un quadro <strong>di</strong> sviluppo sostenibile.<br />
La realizzazione <strong>di</strong> uno sviluppo e <strong>di</strong> una produzione <strong>di</strong> ambiente sostenibile richiede anche un impegno ed<br />
un’azione collettiva. Essa non si persegue dettando dall’alto in maniera coercitiva delle possibili linee <strong>di</strong> azione,<br />
ma attraverso un più complesso lavoro <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> significati. Poiché tali significati si affermano solo<br />
ricreando un rapporto nuovo <strong>di</strong> interazione affettivo tra comunità e luoghi, essi devono <strong>di</strong>ventare l’esito <strong>di</strong><br />
un’esperienza aperta <strong>di</strong> costruzione capace <strong>di</strong> mettere in gioco una molteplicità <strong>di</strong> soggetti sociali; emergere da<br />
una attività <strong>di</strong>ffusa <strong>di</strong> autoorganizzazione, <strong>di</strong> autoregolazione e <strong>di</strong> autoespressione <strong>di</strong> una “comunità”, che non<br />
preesiste ma che si costruisce nel “fare”, attraverso il <strong>di</strong>retto coinvolgimento e l’attiva partecipazione dei <strong>di</strong>versi<br />
attori alla costruzione dell’opera.<br />
Tutto questo non può essere semplicemente prescritto attraverso un piano ma deve presupporre un’attività<br />
permanente <strong>di</strong> costruzione del territorio in cui <strong>di</strong>verse strutture possano essere coinvolte sinergicamente in un<br />
gioco costruttivo e cooperativo.<br />
La <strong>Provincia</strong> intende favorire e guidare questo processo <strong>di</strong> “costruzione collettiva” orientando gradualmente le<br />
attività umane e lo sviluppo verso forme sostenibili, promuovendo l’integrazione delle politiche ambientali con le<br />
altre politiche e riconoscendo nella partnership e nella con<strong>di</strong>visione delle responsabilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi soggetti<br />
pubblici e privati i presupposti imprescin<strong>di</strong>bili per l’avvio <strong>di</strong> questo grande cantiere <strong>di</strong> produzione ambientale.<br />
La <strong>Provincia</strong> in<strong>di</strong>vidua quin<strong>di</strong> alcuni obiettivi e linee <strong>di</strong> azione centrali per l’avvio <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> sviluppo<br />
locale sostenibile, e si adopera per aprire un processo costruttivo e relazionale <strong>di</strong> produzione ambientale, sapendo<br />
che esso potrà svilupparsi solo nel tempo attraverso il <strong>di</strong>retto coinvolgimento, su <strong>di</strong>versi piani e livelli, dei <strong>di</strong>versi<br />
soggetti locali, e attraverso una molteplicità <strong>di</strong> azioni, procedure e progetti che dovranno scaturire<br />
dall’impreve<strong>di</strong>bile creatività <strong>di</strong> tutti coloro che vorranno partecipare al suo stesso svolgimento.<br />
A tale scopo, la <strong>Provincia</strong>:<br />
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- svolge un’attività <strong>di</strong> regia e <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, favorendo l’integrazione delle <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> adesione<br />
volontaria che si costruiranno attorno agli obbiettivi e ai progetti in<strong>di</strong>viduati;<br />
- opera per costruire <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> comunicazione, <strong>di</strong> informazione e <strong>di</strong> scambio (Art. 31);<br />
- si adopera per istituire tavoli <strong>di</strong> confronto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione fra i <strong>di</strong>versi soggetti e attori;<br />
- svolge attività <strong>di</strong> supporto e <strong>di</strong> consulenza per gli operatori pubblici e privati affinché le <strong>di</strong>verse competenze,<br />
i saperi, le progettualità, le istituzioni e gli enti, le strutture educative, culturali, sociali, economiche e<br />
produttive che interagiscono sul territorio, possano lavorare sinergicamente, sfruttando anche le opportunità<br />
offerte dalle forme <strong>di</strong> finanziamento nazionali e internazionali, al fine <strong>di</strong> cooperare all’evoluzione del<br />
progetto in<strong>di</strong>viduato.<br />
Art. 22 Strategie per l’ambiente. I “Quadri <strong>di</strong> riferimento generale”<br />
La lettura della configurazione fisico - geografica e la ricostruzione evolutiva dei processi storici <strong>di</strong> interrelazione<br />
che hanno portato a determinare l’attuale identità <strong>di</strong> questo contesto consente <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i seguenti temi<br />
ambientali, rispetto ai quali si orientano le strategie e le azioni <strong>di</strong> piano per l’ambiente:<br />
- la montagna<br />
- il sistema delle acque<br />
- i paesaggi agrari.<br />
Il Piano Territoriale <strong>Provincia</strong>le Generale, al fine <strong>di</strong> consolidare il processo <strong>di</strong> interazione già avviato su questi<br />
temi, definisce per ognuno <strong>di</strong> essi i Quadri <strong>di</strong> riferimento generale, in cui vengono specificati gli in<strong>di</strong>rizzi, gli obbiettivi<br />
attorno a cui orientare le azioni e gli interventi <strong>di</strong> tutela e <strong>di</strong> progetto.<br />
Per ogni tema in<strong>di</strong>viduato il Quadro <strong>di</strong> riferimento generale, pur delineando uno sfondo comune <strong>di</strong> principi e <strong>di</strong><br />
obbiettivi da raggiungere, costituisce una sorta <strong>di</strong> contenitore aperto in cui potranno trovare spazio le idee, i<br />
progetti e le risorse che nel tempo potranno scaturire dalla creatività <strong>di</strong> tutti coloro che vorranno partecipare alla<br />
costruzione del “grande cantiere ambientale”. Obiettivo dei Quadri <strong>di</strong> riferimento non è fornire un progetto già<br />
confezionato, ma piuttosto quello <strong>di</strong> dare spazio a forme <strong>di</strong> autoorganizzazione che potranno nascere dal basso<br />
attraverso il coinvolgimento <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi attori interessati, me<strong>di</strong>ante la costituzione <strong>di</strong> forme <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> parternariato<br />
cooperativo fra <strong>di</strong>versi soggetti istituzionali, strutture pubbliche e private, associazioni, impren<strong>di</strong>tori.<br />
Questi Quadri <strong>di</strong> riferimento costituiscono quin<strong>di</strong> lo “sfondo” da cui attivare progetti integrati e sinergici, che<br />
potranno riguardare sia la tutela o la valorizzazione <strong>di</strong> particolari contesti, sia reti <strong>di</strong> iniziative riguardanti<br />
tematiche più generali e trasversali per l’intero territorio, sia azioni non <strong>di</strong>rettamente incidenti sull’assetto fisico,<br />
ecologico o funzionale, ma riguardanti invece aspetti organizzativi o informativi.<br />
I progetti, che potranno essere portati avanti da singoli e privati, potranno concretizzarsi in una sorta <strong>di</strong> contratti,<br />
(protocolli <strong>di</strong> intesa, accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> programma, patti territoriali) in cui i <strong>di</strong>versi partner potranno accordarsi e, sulla<br />
base del rispetto dei principi in<strong>di</strong>viduati dal piano, fissare più specificamente gli obbiettivi da raggiungere,<br />
definire e in<strong>di</strong>rizzare le azioni<br />
da condurre e le misure da adottare per mettere in opera gli obbiettivi prefissati.<br />
Vengono <strong>di</strong> seguito presentati i Quadri <strong>di</strong> riferimento generale per ognuno dei tre temi sopra in<strong>di</strong>cati. Tali Quadri<br />
costituiscono la cornice entro cui vengono elaborati ed avviati i Progetti <strong>di</strong> territorio; lo sviluppo dei Progetti<br />
stessi ne produrrà altresì successive revisioni.<br />
Quadro <strong>di</strong> riferimento per la montagna reatina<br />
La centralità del sistema montano<br />
La montagna assume nel contesto reatino un ruolo <strong>di</strong> grande centralità. In essa si concentra un ricco patrimonio<br />
<strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità strettamente correlato all’azione millenaria dell’uomo che ha se<strong>di</strong>mentato in questo contesto un<br />
patrimonio <strong>di</strong> segni, manufatti, <strong>di</strong> usi, espressione <strong>di</strong> una cultura e <strong>di</strong> una territorialità altamente originali. L’intero<br />
sistema montano, come mostra la presenza <strong>di</strong> un elevato numero <strong>di</strong> aree protette, costituisce un in<strong>di</strong>spensabile<br />
rifugio e habitat per molte specie animali e vegetali minacciate.<br />
L’intera dorsale, un tempo al centro <strong>di</strong> importanti flussi <strong>di</strong> transito e <strong>di</strong> interazione e <strong>di</strong> scambio, versa oggi in<br />
uno stato <strong>di</strong> degrado. L’esodo dai paesi della montagna e la crisi che investe i settori dell’economia montana<br />
hanno determinato un complessivo spopolamento che ha imme<strong>di</strong>ate conseguenze sugli assetti ambientali e le<br />
strutture del paesaggio. Il degrado e l’erosione dei suoli, l’abbandono <strong>di</strong>ffuso dei nuclei e dei manufatti<br />
strettamente legati all’attività agricolo-pastorale, della rete minuta della viabilità costituiscono i segnali <strong>di</strong> una crisi<br />
profonda: con la rottura dei rapporti che legavano saldamente la società alla natura, l’uomo alla terra, si é<br />
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spezzato quel ciclo che legava la produzione alla manutenzione delle risorse, con il rischio oggi <strong>di</strong> minare gli<br />
stessi equilibri ambientali.<br />
Una strategia per il rilancio delle aree montane<br />
La salvaguar<strong>di</strong>a delle risorse montane richiede pertanto non un intervento <strong>di</strong> “musealizzazione” o <strong>di</strong><br />
conservazione passiva <strong>di</strong> semplici pezzi <strong>di</strong> territorio, attraverso l’istituzione <strong>di</strong> singole aree protette, ma una<br />
strategia complessa capace <strong>di</strong> avviare, insieme ad una politica <strong>di</strong> attenta salvaguar<strong>di</strong>a delle risorse ambientali, un<br />
processo <strong>di</strong> riequilibro territoriale. L’attuale quadro istituzionale consente <strong>di</strong> assumere la montagna come<br />
laboratorio dove sperimentare un progetto concreto <strong>di</strong> valorizzazione e <strong>di</strong> promozione della straor<strong>di</strong>naria<br />
ricchezza umana, culturale e naturale presente in questo contesto, prevedendo azioni coor<strong>di</strong>nate in grado <strong>di</strong><br />
realizzare l’obbiettivo del riequilibrio territoriale centrato sull’uso sostenibile delle risorse naturali e territoriali.<br />
Obiettivi<br />
Finalità generale <strong>di</strong> questa strategia è ridefinire, nell’ambito <strong>di</strong> un nuovo contesto <strong>di</strong> relazioni, un più incisivo<br />
ruolo territoriale per la montagna reatina. La montagna può riacquistare un nuovo ruolo <strong>di</strong> centralità<br />
riprendendola sua antica funzione <strong>di</strong> spazio <strong>di</strong> produzione ambientale, <strong>di</strong> salubrità e <strong>di</strong> vita, ma anche<br />
reinventando la sua vocazione <strong>di</strong> luogo <strong>di</strong> interazione e <strong>di</strong> scambio. Nell’ambito del territorio dell’Italia centrale,<br />
dove sono ormai in atto generalizzati modelli e comportamenti urbani <strong>di</strong> uso del territorio, questa strategia mira a<br />
far si che la montagna, regno della “natura naturale”, degli spazi vuoti e silenti contrapposti ai densi sistemi<br />
inse<strong>di</strong>ativi urbani, proprio per il suo carattere <strong>di</strong> complementarità ma soprattutto in quanto vera e propria<br />
fabbrica <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> aria, acqua e suolo - risorse necessarie e vitali, per la sopravvivenza stessa della città -<br />
possa offrire una concreta risposta non solo al bisogno “<strong>di</strong> salute”, ma anche al desiderio <strong>di</strong> calma, <strong>di</strong> silenzio, <strong>di</strong><br />
sacralità che caratterizza l’uomo urbano contemporaneo. Anziché omologare l’ambiente montano alle <strong>di</strong>mensioni<br />
imposte dal dominio dei tempi veloci della città, questa strategia punta ad esaltare il potenziale <strong>di</strong> <strong>di</strong>versità della<br />
montagna. La montagna deve <strong>di</strong>ventare il territorio dei tempi lenti, in cui sperimentare un intimo contatto con le<br />
vette, i boschi, le acque e le sorgenti, il nuovo “santuario della natura” in cui preservare i processi ecologici che<br />
garantiscono la vitalità degli ecosistemi, il luogo dello scambio e dell’incontro fra le comunità dei <strong>di</strong>versi versanti,<br />
ma anche uno spazio in cui l’uomo possa vivere sperimentando creativamente nuove economie e culture capaci<br />
<strong>di</strong> integrarsi e <strong>di</strong> armonizzarsi con la risorsa ambiente.<br />
Per il raggiungimento <strong>di</strong> tale finalità, la <strong>Provincia</strong> favorisce interventi, azioni e progetti che operino in aderenza ai<br />
seguenti obiettivi specifici:<br />
a) Rispettare e promuovere il riconoscimento e la continuità dell’identità culturale e sociale delle comunità locali, e<br />
assicurarne le risorse vitali <strong>di</strong> base, in particolare gli inse<strong>di</strong>amenti e lo sviluppo economico compatibili con<br />
l’ambiente, favorendo la comprensione reciproca e le relazioni <strong>di</strong> collaborazione tra le <strong>di</strong>verse comunità.<br />
b) Ridurre il degrado quantitativo e qualitativo del suolo, in particolare impiegando tecniche <strong>di</strong> produzione<br />
agricola e forestale che rispettino i caratteri ecologici del suolo, anche limitando l’erosione e<br />
l’impermeabilizzazione dei suoli.<br />
c) Conservare o ristabilire la qualità naturale delle acque e dei sistemi idrici, in particolare salvaguardandone la<br />
qualità, realizzando opere idrauliche compatibili con la natura e sfruttando l’energia idrica in modo da tenere<br />
parimenti conto degli interessi della popolazione locale e dell’interesse della conservazione dell’ambiente.<br />
d) Proteggere l’ambiente naturale in modo da garantire stabilmente l’efficienza degli ecosistemi, la conservazione<br />
della flora e della fauna e dei loro habitat, la capacità rigenerativa e la continuità produttiva delle risorse<br />
naturali.<br />
e) Conservare, rafforzare e ripristinare le funzioni del bosco, in particolare quella protettiva, migliorando la<br />
resistenza degli ecosistemi forestali, in particolare attuando una silvicoltura adeguata alla natura e impedendo<br />
utilizzazioni che possano danneggiare i boschi, tenendo conto delle con<strong>di</strong>zioni economiche più <strong>di</strong>fficoltose<br />
della regione montana.<br />
f) Assicurare al contempo, nell’interesse della collettività, la produzione agro-alimentare e la gestione del paesaggio<br />
rurale, promuovendo una agricoltura economicamente valida, adeguata ai luoghi e in armonia con l’ambiente.<br />
g) Sviluppare le attività turistiche e del tempo libero in armonia con le esigenze ecologiche, ambientali e sociali.<br />
h) Sviluppare le economie locali, anche favorendo una reinterpretazione in chiave nuova degli gli usi civici <strong>di</strong> uso<br />
sociale ed economico delle risorse ambientali, attraverso la reinvenzione <strong>di</strong> economie legate al bosco, alle<br />
attività agro-pastorali, alle forme dell’artigianato locale ma anche attraverso lo sviluppo <strong>di</strong> nuove economie<br />
immateriali.<br />
i) Favorire il recupero e manutenzione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico, promuovendo, nel rispetto<br />
della specificità dei luoghi, il riuso e la reinterpretazione progettuale della trama inse<strong>di</strong>ativa storica, dei<br />
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manufatti legati all’attività agro-silvo-pastorale, del reticolo della viabilità minore, delle strutture e degli assetti<br />
fisici dei paesaggi; ciò anche attraverso la sperimentazione <strong>di</strong> tecnologie innovative.<br />
l) Incentivare programmi integrati <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> ricerca in campo naturalistico, storico, antropologico sui vari aspetti<br />
dell’ambiente fisico e sociale del territorio montano e contribuirne a socializzarne e a <strong>di</strong>ffonderne i risultati.<br />
m) Favorire le attività <strong>di</strong> formazione, cooperazione e scambio fra comunità locali, enti, istituzioni e centri <strong>di</strong> ricerca<br />
interni o esterni al contesto territoriale, al fine <strong>di</strong> accrescere, me<strong>di</strong>ante interventi <strong>di</strong> assistenza e supporto, la<br />
capacità progettuale degli operatori pubblici e privati che operano nell’ambito dello sviluppo locale montano.<br />
n) Favorire forme <strong>di</strong> produzione, <strong>di</strong>stribuzione e utilizzazione dell’energia che rispettino la natura e il paesaggio,<br />
e promuovere misure <strong>di</strong> risparmio energetico.<br />
o) Assicurare la raccolta ed il riciclaggio e il trattamento dei rifiuti in maniera adeguata alle specifiche esigenze<br />
topografiche, geologiche e climatiche dell’area montana, promuovendo anche azioni <strong>di</strong> sensibilizzazione<br />
relative all’”economia dei rifiuti”.<br />
Gli attori<br />
L’elaborazione <strong>di</strong> questa strategia complessiva e il raggiungimento <strong>di</strong> questi obbiettivi potrà avvenire solo<br />
attraverso l’applicazione <strong>di</strong> un approccio che privilegi l’integrazione dei <strong>di</strong>versi settori, il rafforzamento <strong>di</strong> forme<br />
<strong>di</strong> parternariato a tutti i livelli e il riconoscimento dell’importanza e la maggiore <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> una progettualità dal<br />
basso.<br />
La <strong>Provincia</strong> si impegna a promuovere a questo proposito la costruzione <strong>di</strong> un tavolo comune in cui i <strong>di</strong>versi<br />
soggetti si adoperino per rilanciare, in una nuova chiave ed in una nuova prospettiva, un grande progetto<br />
culturale, sociale e produttivo per tutta l’area montana e a sostenere i <strong>di</strong>versi progetti che, in congruenza con gli<br />
obbiettivi e le azioni in<strong>di</strong>viduate potranno nascere dal confronto comune.<br />
Il ruolo dei Parchi e delle Aree Protette<br />
All’interno <strong>di</strong> questa strategia complessa la <strong>Provincia</strong> affida un ruolo centrale ai Parchi e alle aree protette. Una<br />
volta inseriti al centro delle più complesse strategie <strong>di</strong> sviluppo ed in stretto rapporto con i territori limitrofi, i<br />
Parchi, lavorando in sinergia con gli altri enti istituzionali e le <strong>di</strong>verse reti <strong>di</strong> attori pubblici e privati potranno<br />
<strong>di</strong>ventare i laboratori preferenziali per mettere a punto ipotesi <strong>di</strong> nuova progettualità coevolutiva: utilizzando le<br />
risorse messe a <strong>di</strong>sposizione dalla comunità nazionale e internazionale, potranno assumere la funzione <strong>di</strong> cantieri<br />
pilota <strong>di</strong> “tutela e produzione ambientale” in cui sperimentare modalità alternative <strong>di</strong> programmazione degli<br />
interventi, <strong>di</strong> coinvolgimento e <strong>di</strong> sostegno degli operatori pubblici e privati, <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> tecnologie<br />
appropriate per portare avanti l’unicità <strong>di</strong> ogni contesto.<br />
Quadro <strong>di</strong> riferimento per Il sistema delle acque<br />
Il ruolo del sistema delle acque nei processi <strong>di</strong> configurazione dell’identità del territorio<br />
Il sistema delle acque costituisce uno degli elementi che maggiormente hanno inciso nella definizione dell’identità<br />
dei quadri <strong>di</strong> paesaggio della <strong>Provincia</strong> reatina.<br />
Il sistema delle acque ha alimentato, non solo in senso metaforico ma anche in senso fisico, ecologico e culturale,<br />
la complessa realtà reatina, stabilendo importanti connessioni fra le <strong>di</strong>verse strutture ambientali, e fungendo<br />
anche da importante canale <strong>di</strong> informazione e <strong>di</strong> scambio tra <strong>di</strong>versi ambiti economici e culturali.<br />
La struttura delle acque ha svolto prima <strong>di</strong> tutto un ruolo essenziale nella definizione della struttura<br />
geomorfologica del territorio, contribuendo sia ad in<strong>di</strong>viduare il sistema dei corridoi vallivi attraverso cui sono<br />
passate le gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> collegamento, sia a strutturare l’ampia conca dell’agro reatino, sia a modellare<br />
l’ampio bacino del Tevere su cui si affacciano i “bei paesaggi” sabini. Essa ha rappresentato, in quanto elemento<br />
ecologico <strong>di</strong> connessione tra le <strong>di</strong>verse parti del territorio, l’elemento portante della continuità ambientale del<br />
territorio reatino, ma anche la struttura vitale attorno a cui si é costruita la stessa identità provinciale.<br />
Una strategia integrata <strong>di</strong> risanamento e recupero del sistema delle acque<br />
Considerata la preziosità della risorsa acqua e l’eccezionale ruolo ecologico, storico e culturale svolto dal<br />
complesso sistema idrografico; vista l’eccessiva pressione esercitata sull’uso <strong>di</strong> questa risorsa, nonché le<br />
lacerazioni inferte al complesso sistema idrografico e agli ambienti che esso struttura da un uso non equilibrato<br />
del territorio, la <strong>Provincia</strong> intende avviare una strategia globale <strong>di</strong> risanamento delle acque, tesa in primo luogo a:<br />
- prevenire l’inquinamento delle acque <strong>di</strong> superficie, delle acque sotterranee, in particolare con un’opera <strong>di</strong><br />
prevenzione alla fonte;<br />
- ripristinare una con<strong>di</strong>zione ecologicamente sana delle acque sotterranee e <strong>di</strong> superficie naturali;<br />
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- garantire l’equilibrio tra domanda e <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> acqua me<strong>di</strong>ante un uso e una gestione più razionale delle<br />
risorse idriche.<br />
Allo stesso tempo, riconoscendo la complessità delle relazioni, non solo ecologiche ma anche fisiche e culturali<br />
che legano le <strong>di</strong>verse componenti idrografiche con l’intero paesaggistico e ambientale, intende avviare una serie<br />
<strong>di</strong> azioni mirate, oltre che ad un risanamento del sistema, ad una complessiva ricomposizione e <strong>di</strong> riprogettazione<br />
ambientale degli stessi quadri <strong>di</strong> paesaggio fluviale.<br />
La <strong>Provincia</strong> in<strong>di</strong>vidua nell’istituzione del Parco fluviale del Velino l’occasione per innescare un laboratorio <strong>di</strong><br />
forte progettualità, attorno a cui mobilitare, attraverso <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> accor<strong>di</strong>, e <strong>di</strong> partnership tra enti pubblici<br />
e privati, <strong>di</strong>versi soggetti e attori sociali. In questo senso l’attivazione del Parco viene intesa come l’occasione per<br />
avviare un vero e proprio progetto integrato <strong>di</strong> territorio.<br />
Obiettivi<br />
Attraverso l’istituzione del Parco la <strong>Provincia</strong> intende avviare un complessivo progetto <strong>di</strong> riqualificazione dei<br />
sistemi ambientali intercettati dall’asta fluviale, al fine <strong>di</strong> riconnettere in un sistema continuo ed unitario le<br />
emergenze ambientali, storiche, naturali oggi tra loro separate e frantumate da uno sviluppo caotico, improprio e<br />
<strong>di</strong>somogeneo, ma anche <strong>di</strong> ricostituire le relazioni ambientali interrotte tra il fiume e le altre aree protette del<br />
territorio provinciale. Il Parco rappresenta l’opportunità per mettere in rete le forme <strong>di</strong> governo e controllo dei<br />
processi attivi del territorio, nonché lo strumento per la gestione dell’uso del suolo e dell’acqua.<br />
Per il raggiungimento <strong>di</strong> questa finalità, la <strong>Provincia</strong> favorisce interventi, azioni e progetti che operino in<br />
aderenza ai seguenti obiettivi specifici:<br />
a) Restituzione al fiume della fascia fluviale, salvaguar<strong>di</strong>a massima della sua libertà <strong>di</strong> <strong>di</strong>vagazione, riduzione al<br />
minimo delle interferenze nella <strong>di</strong>namica evolutiva del fiume e degli ecosistemi fluviali.<br />
b) Salvaguar<strong>di</strong>a delle aree sensibili e tutela integrale dei sistemi <strong>di</strong> specifico interesse naturalistico, mantenimento<br />
della continuità ecologica della fascia fluviale<br />
c) Mantenimento della qualità delle acque attraverso azione <strong>di</strong> prevenzione degli inquinamenti, riequilibrio del<br />
regime idrologico, recupero e mantenimento <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> naturalità negli scambi idrici fiume-falda,<br />
riduzione degli sprechi e delle risorse idriche.<br />
d) Recupero e valorizzazione della riconoscibilità delle strutture storiche del territorio.<br />
e) Salvaguar<strong>di</strong>a delle risorse agricole.<br />
f) Ricostituzione delle reti <strong>di</strong> connessione ecologica, attraverso cui assicurare una soluzione <strong>di</strong> continuità con le<br />
altre aree protette provinciali.<br />
g) Miglioramento della fruibilità sociale della fascia fluviale, dell’accessibilità e percorribilità delle sponde e del<br />
fiume e i ripristino degli antichi percorsi <strong>di</strong> collegamento fra aree collinari e fasce fluviali.<br />
h) Recupero e ricomposizione ambientale, interventi <strong>di</strong> ricucitura, <strong>di</strong> recupero e <strong>di</strong> riprogettazione <strong>di</strong> aree<br />
degradate.<br />
i) Miglioramento dell’assetto del territorio del bacino idrografico, in modo da ridurre i fenomeni <strong>di</strong> rischio<br />
idraulico alla fonte, ossia intervenendo in particolare sulla riforestazione e sulla riqualificazione dei boschi,<br />
sulle modalità e sulle tipologie colturali, sulle opere idraulico-forestali <strong>di</strong>ffuse.<br />
Quadro <strong>di</strong> riferimento per i paesaggi agrari<br />
Il valore ecologico, storico e culturale dei paesaggi agrari<br />
I paesaggi agrari del territorio provinciale reatino costituiscono un ambiente “costruito” e fortemente modellato<br />
dall’intervento umano. Un vero e proprio “giar<strong>di</strong>no ambientale” che rappresenta, ancora oggi, con i suoi segni<br />
minuti e i suoi paesaggi <strong>di</strong>versificati, una delle più importanti ere<strong>di</strong>tà lasciateci dalla storia: il se<strong>di</strong>mento materiale<br />
e vivente del rapporto ecologico che si é strutturato nel tempo, su una serie <strong>di</strong> correlazioni e <strong>di</strong> retroazioni<br />
evolutive tra uomo-società e ambiente.<br />
Questa seconda natura, or<strong>di</strong>nata e misurata, risultato <strong>di</strong> una produzione collettiva ha svolto nel tempo<br />
un’importantissima funzione ecologica. Il secolare intervento umano oltre a contribuire ad una importante opera<br />
<strong>di</strong> stabilizzazione dei fragili versanti calcarei, ha favorito infatti un incremento ed una <strong>di</strong>versificazione delle specie<br />
sia vegetali che animali, ma ha anche portato, attraverso la realizzazione dell’or<strong>di</strong>tura delle siepi e dei filari <strong>di</strong><br />
alberature, la tessitura dei campi e delle coltivazioni, la rete minuta e capillare della stessa viabilità pedonale, a<br />
strutturare una vera e propria rete minuta <strong>di</strong> corridoi ecologici fra i sistemi pascolativi e boscati delle cime<br />
montane e le aree umide dei sistemi <strong>di</strong> piana.<br />
Questa tessitura paesaggistica mostra i segni <strong>di</strong> un profondo degrado. L’abbandono delle economie tra<strong>di</strong>zionali,<br />
la trasformazione delle comunità rurali, l’introduzione della meccanizzazione hanno prodotto una fossilizzazione<br />
20
delle strutture <strong>di</strong> paesaggio che anche quando sembrano permanere in realtà sopravvivono al <strong>di</strong> fuori dei sistemi<br />
sociali, culturali e produttivi da cui sono state prodotte. Questa trasformazione del paesaggio sta producendo<br />
evidenti riflessi sugli stessi equilibri degli assetti ecologici e ambientali.<br />
In<strong>di</strong>rizzi e obbiettivi per una strategia <strong>di</strong> valorizzazione attiva del paesaggio<br />
Considerato l’importante valore ecologico, storico e culturale del paesaggio agrario, la <strong>Provincia</strong> intende<br />
promuovere una politica <strong>di</strong> valorizzazione attiva e <strong>di</strong> promozione dello sviluppo rurale che tuteli la qualità e<br />
l’amenità dell’ambiente (risorse naturali, bio<strong>di</strong>versità), e il patrimonio ere<strong>di</strong>tato dal passato. A tal fine intende<br />
avviare una serie <strong>di</strong> azioni per far si che la cultura dei paesaggi attorno a cui si é costruita l’immagine e l’identità<br />
del territorio rurale provinciale possa <strong>di</strong>ventare il motore stesso <strong>di</strong> un nuovo progetto <strong>di</strong> sviluppo.<br />
L’obiettivo della politica provinciale é fare del paesaggio agrario reatino un grande “giar<strong>di</strong>no ambientale” in grado<br />
<strong>di</strong> fungere da spazio <strong>di</strong> relazione, da trama ecologica <strong>di</strong> connessione fra le <strong>di</strong>verse strutture inse<strong>di</strong>ative e<br />
ambientali. La <strong>Provincia</strong> promuove quin<strong>di</strong> un approccio territoriale integrato dello sviluppo che, escludendo una<br />
visione settoriale dei problemi esistenti, opera:<br />
- per valorizzare le aree rurali attraverso la loro qualificazione globale, ovvero sociale, ambientale, economica;<br />
- per realizzare un equilibrio sostenibile tra l’attività agricola, le altre forme <strong>di</strong> sviluppo rurale e le risorse<br />
naturali dell’ambiente.<br />
Sviluppo rurale e progetti <strong>di</strong> paesaggio<br />
Per contribuire a valorizzare l’identità dei <strong>di</strong>versi paesaggi locali la <strong>Provincia</strong> non intende tuttavia agire<br />
semplicemente attraverso un atteggiamento vincolistico, che si limiti a conservare i lembi superstiti dei paesaggi<br />
storici, ma piuttosto operare per mettere in moto nuovi processi <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> ambiente che sappiano<br />
interpretare alla luce delle trame <strong>di</strong> senso espresse dalla nostra contemporaneità, le ere<strong>di</strong>tà lasciateci dalla storia.<br />
A questo proposito intende aprire nuove forme <strong>di</strong> relazione coevolutiva, favorendo il coinvolgimento e la<br />
partecipazione collettiva e mobilitando i <strong>di</strong>versi soggetti affinché si facciano protagonisti, attraverso forme <strong>di</strong><br />
associazioni cooperative, e <strong>di</strong> partenariato volontario, <strong>di</strong> nuovi progetti <strong>di</strong> territorio integrati e sinergici.<br />
I progetti in cui dovranno essere stabiliti in forma pattizia gli obiettivi, le azioni e le misure da adottare, potranno<br />
attivare percorsi culturali e produttivi innovativi, in grado <strong>di</strong> mescolare saperi e culture locali con l’uso e<br />
l’introduzione <strong>di</strong> tecnologie innovative. Essi dovranno tuttavia tutelare la qualità e l’amenità dei paesaggi locali<br />
(risorse, naturali, bio<strong>di</strong>versità e identità culturale) così che il loro sfruttamento da parte della generazione attuale<br />
non comprometta le prospettive delle generazioni future.<br />
A tal fine i progetti, in armonia con le peculiarità dei luoghi e delle comunità locali potranno procedere anche a<br />
operazioni <strong>di</strong> reinterpretazione complessiva delle antiche forme del paesaggio rurale arrivando, nel profondo<br />
rispetto delle preesistenze, a definire anche un nuovo <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> uso del suolo.<br />
I progetti dovranno promuovere forme <strong>di</strong> gestione dell’agricoltura che evitino l’inquinamento del suolo, e che<br />
perseguano uno sfruttamento razionale e sostenibile delle risorse. Essi dovranno essere corredate da abachi <strong>di</strong><br />
riferimento riguardanti:<br />
- il <strong>di</strong>segno e l’uso del suolo;<br />
- i contenuti e le metodologie <strong>di</strong> intervento per il recupero, restauro, riutilizzo delle architetture e dei manufatti<br />
del patrimonio storico;<br />
- in<strong>di</strong>cazioni per la realizzazione <strong>di</strong> nuovi interventi.<br />
Azioni<br />
Per facilitare e favorire l’attivazione dei progetti <strong>di</strong> territorio l’amministrazione intende promuovere azioni tese a:<br />
- stimolare la collaborazione tra imprese e settori <strong>di</strong>versi, rafforzando i vincoli <strong>di</strong> solidarietà tra <strong>di</strong> esse e il loro<br />
senso <strong>di</strong> appartenenza nei confronti del territorio;<br />
- coor<strong>di</strong>nare e in<strong>di</strong>rizzare sinergicamente in maniera integrata, le risorse, le politiche, i percorsi <strong>di</strong> formazione,<br />
le attività <strong>di</strong> protezione ambientale, le economie, la promozione e sviluppo della ricerca scientifica;<br />
- “coltivare” e stimolare la progettualità dal basso, la solidarietà e la creatività delle comunità rurali attraverso<br />
la creazione <strong>di</strong> reti <strong>di</strong> cooperazione, <strong>di</strong> scambio e <strong>di</strong> informazione abbinata ad una attività <strong>di</strong> assistenza<br />
tecnica, <strong>di</strong> supporto e <strong>di</strong> istruzione, formazione e informazione allo scopo <strong>di</strong> accrescere la capacità<br />
progettuale e gestionale degli operatori pubblici e privati;<br />
- costruire quadri <strong>di</strong> conoscenza comune e attivare “laboratori” <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> paesaggio in cui conservare,<br />
ma anche produrre nuovi saperi, combinare le pratiche e le tecniche tramandate <strong>di</strong> generazione in<br />
generazione, con le nuove tecnologie oggi <strong>di</strong>sponibili.<br />
21
Art. 23 Quadro <strong>di</strong> riferimento ambientale<br />
Il PTPG fornisce il quadro sintetico <strong>di</strong> riferimento ambientale, valutando e sviluppando le congruenze e le<br />
sinergie tra le in<strong>di</strong>cazioni dei <strong>di</strong>versi strumenti <strong>di</strong> pianificazione ambientale, nonché sviluppando le politiche che<br />
ne concretizzano i contenuti. Per ogni più specifica in<strong>di</strong>cazione, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti<br />
regolativi, si rimanda <strong>di</strong>rettamente ai relativi strumenti <strong>di</strong> pianificazione e alle in<strong>di</strong>cazioni ivi contenute in<br />
dettaglio. Al <strong>di</strong> là dei contenuti informativi, la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> tali in<strong>di</strong>cazioni è legata alla effettiva vigenza degli<br />
strumenti <strong>di</strong> pianificazione (piani <strong>di</strong> bacino, piani paesistici, ecc.) da cui derivano e dalla fase amministrativa<br />
dell’iter <strong>di</strong> approvazione in cui si trovano. Il continuo aggiornamento <strong>di</strong> questa strumentazione, ma anche le<br />
<strong>di</strong>sposizioni occasionali (ad esempio, interventi <strong>di</strong> bonifica sulle singole frane o segnalazione <strong>di</strong> nuovi fenomeni<br />
franosi, ecc.), comportano (come avviene per tutte le fonti informative e normative) un margine <strong>di</strong> elasticità nella<br />
considerazione delle informazioni e delle in<strong>di</strong>cazioni normative ivi contenute.<br />
Tali in<strong>di</strong>cazioni vengono ricostruite sinteticamente, nella loro complessità, nell’ambito dei Progetti <strong>di</strong> territorio, <strong>di</strong><br />
cui costituiscono con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> riferimento essenziale.<br />
Art. 24 Politiche relative ai caratteri dell’inse<strong>di</strong>amento<br />
Lo sviluppo inse<strong>di</strong>ativo, regolato nello specifico dalla pianificazione locale, deve essere fondamentalmente<br />
guidato da criteri finalizzati alla sua qualificazione, riqualificazione e adeguata integrazione con le caratteristiche<br />
del sistema ambientale e paesaggistico, anche rurale. In questo senso, il patrimonio e<strong>di</strong>lizio esistente costituisce<br />
un’enorme potenzialità.<br />
I Progetti <strong>di</strong> territorio, allegati alle presenti norme, forniscono (sia nel testo che nella cartografia) una valutazione<br />
dei caratteri inse<strong>di</strong>ativi attuali e delle problematiche esistenti, nonché le in<strong>di</strong>cazioni ed i criteri progettuali per la<br />
pianificazione locale. Tali in<strong>di</strong>cazioni e criteri progettuali sono illustrati in relazione a:<br />
- aspetti morfologici dell’organizzazione inse<strong>di</strong>ativa;<br />
- rapporto inse<strong>di</strong>amento-ambiente;<br />
- sistema inse<strong>di</strong>ativo nelle sue componenti produttiva, funzionale e dei servizi;<br />
- accessibilità e rapporto tra inse<strong>di</strong>amento e infrastrutture.<br />
Una valutazione più approfon<strong>di</strong>ta dei caratteri inse<strong>di</strong>ativi attuali è fornita nella Relazione, cui i Progetti <strong>di</strong><br />
territorio comunque rimandano.<br />
L’art. 37 delle presenti norme fornisce specifiche in<strong>di</strong>cazioni in merito al coor<strong>di</strong>namento tra pianificazione<br />
provinciale e pianificazione locale.<br />
Art. 25 Politiche per lo sviluppo produttivo. I Sistemi produttivi locali<br />
La <strong>Provincia</strong> favorisce il rafforzamento <strong>di</strong> un rapporto tra cultura locale e lavoro basato sui seguenti princìpi:<br />
- tutela della <strong>di</strong>gnità umana;<br />
- lavoro inteso come produzione sociale;<br />
- <strong>di</strong>ritto all’occupazione non precaria;<br />
- piena occupazione;<br />
- congruità <strong>di</strong> relazione tra luoghi <strong>di</strong> lavoro e spazi <strong>di</strong> vita.<br />
La <strong>Provincia</strong> assume come obiettivo strategico lo sviluppo produttivo locale, inteso come sviluppo <strong>di</strong> attività e <strong>di</strong><br />
lavoro basati sui caratteri costitutivi della cultura produttiva locale, pur se con la massima attenzione ai fenomeni<br />
<strong>di</strong> inferenza globale.<br />
La <strong>Provincia</strong> opera per la costituzione o il rafforzamento <strong>di</strong> Sistemi produttivi locali, cioé <strong>di</strong> contesti economicosociali<br />
che si caratterizzano per specifici tessuti produttivi, favorendo e stimolando l’utilizzo del patrimonio<br />
umano, culturale e <strong>di</strong> esperienza che vi si è consolidato. Riferimento primario è dato da ciò che ogni sistema può<br />
offrire come prodotto della propria storia e della propria cultura impren<strong>di</strong>toriale, e da ciò che la <strong>Provincia</strong>, intesa<br />
sia come struttura istituzionale ed amministrativa che come insieme <strong>di</strong> reti sociali, può mettere in campo per<br />
agevolare questo percorso mantenendolo aderente alle proprie scelte <strong>di</strong> fondo.<br />
Elementi costitutivi dei Sistemi produttivi locali non possono essere considerati solo le “imprese” che realizzano<br />
prodotti, ma anche tutte le attività che ne agevolano e ne favoriscono lo sviluppo, le relazioni con esterno, il<br />
ra<strong>di</strong>camento sul territorio e nella cultura locale.<br />
I Sistemi produttivi locali si conformano ed operano con l’obiettivo non solo della massima tutela dell’ambiente,<br />
ma anche della valorizzazione dei contesti culturali locali e della loro identità, rispettando ed esaltando dunque i<br />
22
caratteri del territorio, dell’inse<strong>di</strong>amento e del paesaggio che ne costituiscono l’espressione consolidata e<br />
riconosciuta dalla società inse<strong>di</strong>ata.<br />
In conseguenza a tali obiettivi <strong>di</strong> riconoscimento identitario, vengono definiti i seguenti tipi <strong>di</strong> Sistemi produttivi<br />
locali:<br />
- SPL per la valorizzazione delle risorse agricole e zootecniche. Questi sistemi fanno riferimento alle filiere produttive<br />
alimentari ed affini che interessano la coltivazione e la raccolta delle materie prime, la loro lavorazione,<br />
commercializzazione e valorizzazione culturale e <strong>di</strong> mercato; ne fanno parte le attività con forte contenuto “<strong>di</strong><br />
servizio” legate a questo tipo <strong>di</strong> filiere.<br />
- SPL per la valorizzazione economica del patrimonio ambientale a fini fruitivi e turistici . Questo sistema è rappresentato da<br />
quelle attività, manifatturiere o <strong>di</strong> servizio, che hanno come obiettivo primario la fruizione delle risorse<br />
ambientali e della cultura locale da parte della popolazione residente e <strong>di</strong> utenti esterni.<br />
- SPL per la valorizzazione delle capacità manifatturiere. Tale sistema fa riferimento alle produzioni ed alle filiere<br />
produttive, volte alla realizzazione <strong>di</strong> manufatti finiti o semilavorati, che non riguardano il settore agroalimentare;<br />
ne fanno parte le attività con forte contenuto “<strong>di</strong> servizio” legate a questo tipo <strong>di</strong> produzione.<br />
Anche in relazione agli obiettivi <strong>di</strong> tutela e rafforzamento dei caratteri identitari, le strategie <strong>di</strong> sviluppo dei<br />
Sistemi produttivi locali vanno poste sia a livello provinciale che nell’ambito dei singoli Progetti <strong>di</strong> territorio,<br />
dove particolare attenzione sarà posta alla verifica <strong>di</strong> congruenza con gli in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> sviluppo dei caratteri<br />
inse<strong>di</strong>ativi.<br />
Art. 26 Sistemi produttivi locali per la valorizzazione delle risorse agricole e zootecniche<br />
L’agricoltura non può essere intesa solo come pratica produttiva legata alle risorse della terra, ma anche come<br />
occasione per innescare attività <strong>di</strong> altro tipo, connesse a <strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> fruizione del territorio e<br />
dell’ambiente rurale.<br />
A tale scopo La <strong>Provincia</strong> si adopera, in via prioritaria, per il sostegno alle produzioni locali <strong>di</strong> qualità ed allo<br />
sviluppo <strong>di</strong> una agricoltura integrata all’ambiente.<br />
La <strong>Provincia</strong> considera anche la domanda <strong>di</strong> agricoltura , legata all’uso delle risorse agricole da parte <strong>di</strong> non residenti,<br />
come risorsa per lo sviluppo economico e per la conservazione dell’ambiente rurale, purché sia praticata secondo<br />
gli obiettivi inerenti ai caratteri <strong>di</strong>stintivi dell’identità reatina . Il citta<strong>di</strong>no non reatino che si inse<strong>di</strong>a nella campagna per<br />
l’amore che ne ha e per il desiderio <strong>di</strong> svolgere pratiche agricole che hanno profonde ra<strong>di</strong>ci nella sua cultura,<br />
favorisce infatti lo sviluppo <strong>di</strong> un ampio spettro <strong>di</strong> servizi e al contempo il mantenimento <strong>di</strong> un paesaggio<br />
consolidato.<br />
La <strong>Provincia</strong> si adopera quin<strong>di</strong> per l’attivazione <strong>di</strong> nuove occasioni economiche ed occupazionali, relative:<br />
- all’attività produttiva impren<strong>di</strong>toriale;<br />
- alle attività turistico-ricettive connesse alle risorse culturali ed ambientali che il territorio rurale offre;<br />
- alle attività <strong>di</strong> servizio legate alle produzioni agro-alimentari, ed a quelle connesse alla “domanda agricola” che<br />
emerge da soggetti inse<strong>di</strong>ati ma non residenti.<br />
La <strong>Provincia</strong> favorisce in particolare lo sviluppo <strong>di</strong> quelle attività produttive che rappresentano compiute<br />
espressioni della cultura locale e <strong>di</strong> specifici contesti territoriali. Obiettivo prioritario è <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare la<br />
produzione verso prodotti <strong>di</strong> qualità e a maggiore contenuto <strong>di</strong> valore aggiunto. Ciò comporta mettere in campo<br />
azioni volte a favorire:<br />
- la riorganizzazione fon<strong>di</strong>aria, operando però con modalità che tutelino le piccole aziende;<br />
- la cooperazione tra le aziende, attraverso le specifiche modalità e gli specifici strumenti normativi <strong>di</strong>sponibili;<br />
- lo sviluppo dell’organizzazione aziendale, favorendo la specializzazione delle colture, l’introduzione <strong>di</strong> nuove<br />
tecniche colturali e della relativa attrezzatura tecnica, la ricerca applicata, l’irrigazione, il riassetto fon<strong>di</strong>ario;<br />
- i rapporti tra le imprese e le attività <strong>di</strong> servizio, <strong>di</strong> sostegno e <strong>di</strong> orientamento;<br />
- l’utilizzo più ampio delle possibilità legate ai programmi e progetti <strong>di</strong> sostegno, comunitari e nazionali;<br />
- la costituzione <strong>di</strong> filiere che coprano l’interno arco produttivo, fino alla commercializzazione, alla <strong>di</strong>ffusione<br />
informativa, alla promozione “dell’immagine” ed alla tutela dei prodotti, anche attraverso “marchi <strong>di</strong> qualità”,<br />
denominazioni <strong>di</strong> origine, ecc..<br />
Tra le filiere produttivo/terziarie, si presta particolare attenzione alle seguenti:<br />
- filiera olearia<br />
- filiera della castagna<br />
- filiera dell’uva e del vino<br />
- filiera del tartufo<br />
- filiere della carne e lattiero-casearie<br />
23
- filiere dei prodotti del bosco<br />
- filiere degli ortaggi e delle erbe aromatiche e me<strong>di</strong>cali.<br />
Il carattere tipico <strong>di</strong> “<strong>di</strong>ffusività” <strong>di</strong> questo ambito produttivo porta a definire <strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> localizzazione.<br />
Si possono porre i seguenti in<strong>di</strong>rizzi:<br />
- le attività <strong>di</strong> “produzione” delle materie prime devono privilegiare gli ambiti locali caratterizzati da un loro<br />
consolidamento nella cultura locale; altre ipotesi possono essere poste, valutando però con attenzione<br />
l’incidenza che nuovi impianti colturali possono determinare sulle <strong>di</strong>namiche identitarie dei singoli contesti;<br />
- per la localizzazione <strong>di</strong> alcune attività <strong>di</strong> filiera relative alla trasformazione, alla commercializzazione, alla<br />
<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> conoscenze, al marketing ed alle attività <strong>di</strong> tutela e valorizzazione, gli agglomerati <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong>-<br />
Cittaducale, Borgorose, Osteria Nuova e Amatrice rappresentano dei riferimenti centrali;<br />
- ulteriori localizzazioni possono riguardare le aree per le attività produttive in<strong>di</strong>cate dagli strumenti urbanistici,<br />
con particolare riferimento alle aree soggette a P.I.P., che siano collocate in contesti produttivi relativi alle<br />
singole filiere agroalimentari;<br />
- gli ambiti urbani sono volti ad ospitare quelle attività <strong>di</strong> servizio che trovano la loro più idonea collocazione in<br />
tali contesti inse<strong>di</strong>ativi;<br />
- luoghi precipui del tessuto inse<strong>di</strong>ativo rurale possono ospitare attività che trovano una loro vocazione<br />
localizzativa in contesti <strong>di</strong> facile accessibilità dai luoghi <strong>di</strong> produzione. Ciò vale in particolare per alcune attività<br />
con funzione “mista”, dove cioè la componente <strong>di</strong> servizio assume rilevanza.<br />
In prima istanza, gli ambiti e poli <strong>di</strong> riferimento per le filiere produttive sono in<strong>di</strong>cati nella Tav. 4, ma altre<br />
localizzazioni possono essere definite in relazione ad obiettivi <strong>di</strong> valorizzazione che emergano dall’interazione<br />
progettuale locale.<br />
Le strategie <strong>di</strong> sviluppo dei Sistemi produttivi locali per la valorizzazione delle risorse agricole e zootecniche sono<br />
strettamente legate alle più complessive <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> sviluppo che si riescono ad innescare nei <strong>di</strong>versi contesti<br />
provinciali; in particolare, le prospettive <strong>di</strong> sviluppo produttivo trovano un presupposto cruciale nel<br />
miglioramento degli “ambienti <strong>di</strong> vita locali” e nella loro capacità <strong>di</strong> offrire servizi specialistici. Lo sviluppo<br />
produttivo procede quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> pari passo con lo sviluppo della qualità inse<strong>di</strong>ativa, che ha anche la funzione <strong>di</strong><br />
favorire la se<strong>di</strong>mentazione in questo settore dell’attività lavorativa, in particolare nella fascia giovanile. Anche per<br />
questo, la definizione degli obiettivi e delle linee d’azione specifici, fermo restando quanto posto nel presente<br />
articolo, trova adeguata specificazione nell’ambito dei singoli Progetti <strong>di</strong> territorio (ve<strong>di</strong> l’Allegato alle Norme).<br />
Art. 27 Sistemi produttivi locali per la valorizzazione economica del patrimonio ambientale a fini<br />
fruitivi e turistici<br />
Come già in<strong>di</strong>cato (ve<strong>di</strong> Art. 21 e 22) le politiche e strategie <strong>di</strong> valorizzazione ambientale tendono anche<br />
all’obiettivo <strong>di</strong> sviluppare un’economia <strong>di</strong> produzione e servizi volta a favorire le <strong>di</strong>verse modalità <strong>di</strong> fruizione<br />
delle risorse ambientali e culturali locali da parte dei citta<strong>di</strong>ni. L’attività turistica e <strong>di</strong> fruizione ambientale è<br />
considerata dunque:<br />
- come fattore <strong>di</strong> sviluppo economico, basato sulle potenziali attrattive dei singoli contesti ambientali, sia in<br />
termini <strong>di</strong> risorse naturali e storico-culturali che <strong>di</strong> attrezzature ricettive e per il tempo libero;<br />
- come strumento per agevolare e corroborare le iniziative <strong>di</strong> tutela, salvaguar<strong>di</strong>a e valorizzazione del patrimonio<br />
ambientale (naturalistico, storico e culturale); ciò comporta considerare con particolare attenzione sia i fattori <strong>di</strong><br />
rischio derivanti dall’impatto delle attività <strong>di</strong> fruizione e turistiche sui contesti ambientali e culturali locali, sia i<br />
fattori <strong>di</strong> rischio ambientale che possono influenzare negativamente lo sviluppo turistico e fruitivo.<br />
La <strong>Provincia</strong> favorisce lo sviluppo <strong>di</strong> Sistemi produttivi locali per la valorizzazione economica del patrimonio<br />
ambientale reatino, che non facciano riferimento solo ai più consolidati “modelli culturali” che permeano la<br />
società contemporanea, ma puntino ad un’offerta integrata <strong>di</strong> risorse, con una conseguente <strong>di</strong>versificazione<br />
dell’utenza fruitiva e turistica e la possibilità <strong>di</strong> innescare virtuosi processi <strong>di</strong> “manutenzione”. Una visione<br />
d’insieme a livello provinciale delle risorse strategiche è fornita dalla Tav. 5.<br />
Le strategie e le conseguenti azioni trovano i loro presupposti nella presenza delle risorse ambientali che<br />
caratterizzano i singoli territori. In linea generale, proprio per il loro obiettivo costitutivo, le attività <strong>di</strong><br />
manutenzione e valorizzazione economica del patrimonio ambientale e culturale locale si caratterizzano per una<br />
sostanziale <strong>di</strong>ffusione territoriale; le attività <strong>di</strong> servizio per la domanda turistica e quelle basate sulla produzione<br />
immateriale trovano invece la loro collocazione in prevalenza nei centri urbani, in particolare in quelli cui si<br />
attribuisce una funzione <strong>di</strong> “snodo” per le esigenze della domanda turistica (ricettività, informazione,<br />
accompagnamento, organizzazione, ecc.) e nei centri dotati <strong>di</strong> notevole patrimonio culturale locale. La sede<br />
24
migliore per la loro definizione sono i singoli Progetti <strong>di</strong> Territorio, ai quali si rimanda per maggiori<br />
specificazioni (Allegato alle Norme).<br />
Art. 28 Sistemi produttivi locali per la valorizzazione delle capacità manifatturiere<br />
Le strategie per lo sviluppo delle attività industriali e artigianali non legate ai campi agroalimentare e ambientale<br />
<strong>di</strong> cui agli art. 26 e 27, si fondano sui seguenti obiettivi:<br />
- definire un nuovo in<strong>di</strong>rizzo unitario ed una linea d’azione strategica a livello provinciale;<br />
- rafforzare i settori produttivi che hanno seguito un processo <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione nel contesto reatino e nella<br />
cultura locale, e che offrono potenzialità <strong>di</strong> sviluppo in un contesto nazionale e internazionale;<br />
- rafforzare le attività che si basano sull’utilizzo <strong>di</strong> specifiche risorse locali, che offrono quin<strong>di</strong> la possibilità <strong>di</strong><br />
ra<strong>di</strong>camento <strong>di</strong> filiere produttive endogene come espressione <strong>di</strong> sapienze manifatturiere ra<strong>di</strong>cate nella cultura<br />
locale; si fa riferimento, a titolo esemplificativo, alla filiera del legno, all’artigianato locale ma anche alla<br />
produzione e<strong>di</strong>lizia;<br />
- rafforzare o implementare le attività artigianali che offrono occasioni <strong>di</strong> specializzazione produttiva con<br />
possibilità <strong>di</strong> inserimento nei mercati locali e sovralocali.<br />
Anche per questi SPL le strategie <strong>di</strong> sviluppo devono esplicarsi considerando le interazioni tra attività<br />
produttive, attività <strong>di</strong> servizio e accessibilità.<br />
Gli ambiti <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong> livello provinciale per tali strategie sono in<strong>di</strong>viduati anche tenendo conto degli<br />
obiettivi e delle in<strong>di</strong>cazioni progettuali del Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong> (ex<br />
Consorzio per il NI <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong>-Cittaducale).<br />
Gli obiettivi <strong>di</strong> sviluppo si esprimono attraverso le seguenti strategie:<br />
- Consolidamento, me<strong>di</strong>ante riorganizzazione ed ampliamento, dell’agglomerato <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong>-Cittaducale. Il Nucleo<br />
rappresenta una realtà produttiva consolidata nella provincia, che si basa sulle seguenti con<strong>di</strong>zioni favorevoli:<br />
- la cumulazione <strong>di</strong> esperienza e <strong>di</strong> saperi che si è stratificata nei decenni passati, e che ancora oggi si esprime<br />
attraverso alcune attività qualificate nei campi dell’elettronica, informatica e tlc, dando luogo ad un nucleo,<br />
consolidato pur se circoscritto, <strong>di</strong> cultura locale;<br />
- la presenza <strong>di</strong> un patrimonio fisso non trascurabile in termini <strong>di</strong> attrezzature e <strong>di</strong> organizzazione dello<br />
spazio inse<strong>di</strong>ativo;<br />
- la vicinanza al capoluogo che offre, relativamente al panorama provinciale, le maggiori potenzialità in<br />
termini <strong>di</strong> sostegno terziario ed amministrativo;<br />
- la buona accessibilità alla rete infrastrutturale relativa alle “gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> sviluppo” (Tav. 3).<br />
Tali potenzialità non hanno garantito però, nel recente passato, una tenuta generale delle attività,<br />
determinando una fase <strong>di</strong> “crisi”, dalla quale l’agglomerato sta oggi uscendo. Per incentivare una strategia <strong>di</strong><br />
sviluppo è in<strong>di</strong>spensabile fare maggiore affidamento su un rapporto più costruttivo tra cultura locale,<br />
formazione, attività <strong>di</strong> produzione e lavoro, nelle loro <strong>di</strong>verse espressioni.<br />
A partire da questa finalità, la <strong>Provincia</strong> si adopera per favorire il consolidamento del Sistema produttivo<br />
locale <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong>-Cittaducale. La <strong>Provincia</strong> pone, a questo scopo, una strategia volta ad abbandonare la logica<br />
del “luogo per l’industria”, e ad assumere piuttosto il criterio del “polo multifunzionale per lo sviluppo<br />
produttivo”. I settori strategici sono l’elettronica, l’informatica, le telecomunicazioni, ma anche le attività <strong>di</strong><br />
supporto e sostegno alle imprese, con particolare attenzione anche agli altri settori <strong>di</strong> attività su cui puntano<br />
gli obiettivi <strong>di</strong> sviluppo produttivo della provincia (tra cui l’agro-alimentare), in modo da favorire lo sviluppo<br />
<strong>di</strong> nuove iniziative che emergano dal tessuto sociale ed impren<strong>di</strong>toriale locale, pur senza trascurare le<br />
possibilità connesse ad interventi esterni.<br />
-Rafforzamento, ampliamento ed urbanizzazione dell’agglomerato <strong>di</strong> Borgorose, con attenzione allo sviluppo del<br />
settore elettronico, a quello delle tlc e dei servizi alle imprese, seguendo una strategia <strong>di</strong> correlazione con le aree<br />
produttive <strong>di</strong> Avezzano e <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong>-Cittaducale. Ma l’agglomerato può assumere anche una funzione <strong>di</strong> riferimento<br />
per lo sviluppo <strong>di</strong> attività collocate nelle aree artigianali dei comuni dell’area, ad esempio in termini <strong>di</strong> formazione<br />
e tutoraggio degli operatori.<br />
- Rafforzamento ed ampliamento dell’agglomerato <strong>di</strong> Passo Corese, nel comune <strong>di</strong> Fara Sabina; i settori <strong>di</strong> punta<br />
sono la logistica ed il terziario avanzato, con l’obiettivo <strong>di</strong> favorire le correlazioni con le aree produttive<br />
confinanti esterne alla provincia (area romana e area viterbese). Strategico è considerato il potenziamento<br />
dell’accessibilità, attraverso collegamenti <strong>di</strong>retti con la rete stradale primaria.<br />
- Consolidamento delle produzioni locali, in particolare artigianali, nella Bassa Sabina – valle del Tevere, con<br />
riferimento alle aree industriali/artigianali comunali. In questo ambito esiste una situazione piuttosto articolata;<br />
l’area è peraltro contigua a due dei “Comprensori produttivi” <strong>di</strong> “Civita Castellana, Gallese, Fabbrica, Nepi e<br />
25
Castel Sant’Elia” e della “Me<strong>di</strong>a valle del Tevere”. Tale contiguità è favorita anche dal complesso sistema <strong>di</strong><br />
accessibilità che caratterizza questo contesto regionale. La strategia e <strong>di</strong> favorire lo sviluppo delle relazioni già<br />
esistenti tra i <strong>di</strong>versi Comprensori. Un ruolo centrale giocano anche Passo Corese e Osteria Nuova. Le strategie<br />
<strong>di</strong> sviluppo devono puntare anche sulle convenienze localizzative che derivano dai più ampi obiettivi <strong>di</strong> sviluppo<br />
dell’area, basati sul potenziamento della produzione olearia e delle altre attività legate alle risorse agro-alimentari<br />
ed al contesto rurale, ma anche sulla specializzazione terziaria, anche turistica, favorita dalla vicinanza del<br />
contesto romano.<br />
- Consolidamento delle produzioni locali, sia <strong>di</strong> filiera che artigianali, localizzabili nelle aree industriali/artigianali<br />
comunali, che caratterizzano ulteriori ambiti della provincia (Piana reatina, Leonessa, alta Salaria e Amatrice, ecc.).<br />
Una visione d’insieme <strong>di</strong> tali strategie è riportata nella Tav 3. Ulteriori specificazioni sono comunque definite<br />
nell’ambito dei Progetti <strong>di</strong> territorio, in particolare per le attività a maggiore valenza locale (Allegato alle norme).<br />
Art. 29 I servizi superiori e le reti <strong>di</strong> servizi locali<br />
La <strong>Provincia</strong> favorisce lo sviluppo dei servizi alla produzione e dei servizi rivolti alla popolazione, in relazione ai<br />
seguenti obiettivi:<br />
- Rafforzamento dei poli terziari polifunzionali <strong>di</strong> livello provinciale in grado <strong>di</strong> garantire l’offerta <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong><br />
massimo o elevato livello.<br />
- Sviluppo <strong>di</strong> poli terziari <strong>di</strong> riferimento per le attività relative ai Sistemi produttivi locali <strong>di</strong> cui agli articoli<br />
precedenti, favorendo il consolidamento <strong>di</strong> relazioni <strong>di</strong> sinergia e complementarità.<br />
- Sviluppo <strong>di</strong> poli <strong>di</strong> servizio locale alla popolazione, connessi agli ambiti dei Progetti <strong>di</strong> territorio.<br />
- Sviluppo o rafforzamento dell’offerta <strong>di</strong> servizi in forma <strong>di</strong> “rete”, soprattutto per quegli ambiti territoriali<br />
dove la elevata <strong>di</strong>spersione inse<strong>di</strong>ativa e la bassa entità <strong>di</strong> popolazione richiede un’organizzazione <strong>di</strong> tale tipo.<br />
Particolare attenzione viene posta ai servizi <strong>di</strong> trasporto pubblico ed alla costituzione <strong>di</strong> reti telematiche utili a<br />
facilitare l’accesso alle funzioni dell’istruzione, sanitarie, culturali, informative, aggregative.<br />
Di seguito si pone un quadro <strong>di</strong> sintesi delle strategie <strong>di</strong> contesto per lo sviluppo del terziario nella provincia.<br />
- Il polo <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong> città è chiamato a consolidare il ruolo <strong>di</strong> principale centro polifunzionale <strong>di</strong> offerta.<br />
- il Nucleo <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong>-Citttaducale costituisce un riferimento primario per il potenziamento del terziario specificamente<br />
rivolto alle imprese, ma anche per una gamma <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa natura non rivolti alle imprese produttive.<br />
- Nel contesto della Sabina, in relazione alla contiguità con l’area romana ed alla concentrazione <strong>di</strong> infrastrutture<br />
viarie e ferroviarie <strong>di</strong> rilevanza interprovinciale, oltre che alla presenza <strong>di</strong> una attività produttiva <strong>di</strong> rilievo come<br />
quella olearia, si devono consolidare e rafforzare le significative funzioni <strong>di</strong> scambio intermodale<br />
(gomma/gomma e gomma/ferro) e l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> servizi rivolti alle imprese, <strong>di</strong> servizi commerciali <strong>di</strong> grande<br />
<strong>di</strong>stribuzione o comunque <strong>di</strong> rilievo sovralocale ed infine i servizi primari <strong>di</strong> natura “pubblica”. Passo Corese (uno<br />
dei tre agglomerati gestiti dal Consorzio per lo sviluppo industriale della provincia) e Osteria Nuova (<strong>di</strong> cui è<br />
previsto l’inserimento nel Consorzio stesso), strettamente connessi con l’asse della Salaria e con la bretella <strong>di</strong><br />
collegamento con l’A1, sono i principali centri <strong>di</strong> riferimento per una caratterizzazione legata alla logistica, al<br />
terziario rivolto alle imprese sia industriali che agroalimentari, al terziario <strong>di</strong> supporto ai processi <strong>di</strong><br />
valorizzazione e fruizione ambientale, alle funzioni connesse alla mobilità, alle gran<strong>di</strong> strutture commerciali sia<br />
all’ingrosso che al dettaglio (ad esempio, il centro ortofrutticolo <strong>di</strong> Passo Corese e la Fiera <strong>di</strong> Osteria Nuova, da<br />
ristrutturare e specializzare). Altri riferimenti strategici sono, soprattutto per i loro caratteri “urbani”, Poggio<br />
Mirteto e Magliano Sabina, poli a carattere più specificamente locale legati alle attività agricole della Sabina, ma<br />
anche alle localizzazioni artigianali nelle aree industriali comunali, favorite dalla vicinanza con la valle del Tevere,<br />
e dunque con i sistemi produttivi prospicienti extraprovinciali; Poggio Mirteto è chiamata a svolgere anche una<br />
importante funzione <strong>di</strong> offerta nei servizi <strong>di</strong> carattere pubblico (sanità, istruzione). Nell’ambito della Sabina si<br />
configura così un sistema <strong>di</strong> offerta terziaria in grado <strong>di</strong> garantire una sostanziale copertura delle esigenze, <strong>di</strong><br />
carattere locale ma anche <strong>di</strong> scala più ampia, che deriveranno dai processi <strong>di</strong> sviluppo economico e civile<br />
dell’ambito.<br />
- Il polo terziario <strong>di</strong> Amatrice, attualmente in fase <strong>di</strong> avvio, si correla (con Accumoli) alla vocazione agricola e<br />
zootecnica tipica, con una forte connessione con le potenzialità <strong>di</strong> fruizione turistico-ambientale, e significativi<br />
rapporti con ambiti extraprovinciali; l’auspicato sviluppo del Polo agroalimentare richiederà un certo<br />
rafforzamento <strong>di</strong> alcuni tipi <strong>di</strong> servizi che possano trovare in loco una convenienza localizzativa alternativa a<br />
quella del nucleo industriale <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong>-Cittaducale, anche in relazione al correlato obiettivo <strong>di</strong> sviluppo della<br />
fruizione turistico-culturale dell’area. Il centro si pone anche come polo <strong>di</strong> riferimento per la rete dei servizi locali<br />
alla popolazione.<br />
26
?? Il polo terziario <strong>di</strong> Borgorose è anch’esso ancora in fase <strong>di</strong> consolidamento; la presenza dell’agglomerato<br />
industriale e la facile accessibilità all’autostrada Roma-L’Aquila, con le conseguenti potenzialità <strong>di</strong> relazione<br />
con l’ambito avezzanese costituiscono i punti <strong>di</strong> forza per lo sviluppo <strong>di</strong> un’attività terziaria sia rivolta alle<br />
imprese che a carattere commerciale. D’altro canto, la collocazione marginale dell’ambito del Salto-Cicolano<br />
porta la necessità <strong>di</strong> rafforzare il suo ruolo <strong>di</strong> centro <strong>di</strong> servizi alla popolazione, per allentare il peso <strong>di</strong><br />
gravitazioni a lungo raggio che oggi i residenti dell’area devono sopportare: da questo punto <strong>di</strong> vista, va detto<br />
che i centri <strong>di</strong>sposti lungo la SS. 578 e vicini al lago del Salto si trovano comunque in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
accessibilità ai poli terziari provinciali assai precaria; qui Petrella Salto, ed in qualche misura anche Fiamignano<br />
devono poter rafforzare un’offerta in grado <strong>di</strong> coprire almeno le esigenze più quoti<strong>di</strong>ane della popolazione<br />
inse<strong>di</strong>ata. Le prospettive <strong>di</strong> sviluppo legate alle risorse ambientali (il lago ma anche le risorse agro-alimentari<br />
della montagna) possono costituire uno stimolo a sviluppare progettualità locali in grado <strong>di</strong> tendere a tale<br />
obiettivo.<br />
- Un altro caso specifico è rappresentato da Leonessa, un centro <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zioni culturali, tra<strong>di</strong>zionalmente<br />
legato all’Umbria, ma anche alla presenza del complesso del Terminillo, che si trova oggi in una <strong>di</strong>fficile<br />
con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> isolamento. Anche in questo caso il rafforzamento delle funzioni terziarie che comunque oggi<br />
offre è strettamente legato alle prospettive <strong>di</strong> sviluppo turistico e delle attività agro-silvo-pastorali connesse con<br />
le caratteristiche risorse locali.<br />
- Un ambito critico è l’area del Turano, sia per la <strong>di</strong>fficile accessibilità esterna e interna, sia per la cronica precarietà<br />
delle con<strong>di</strong>zioni economiche; qui si deve puntare, in termini strategici, a costituire una rete locale <strong>di</strong> offerta che,<br />
pur caratterizzata da centri <strong>di</strong> ridotte <strong>di</strong>mensioni, sia in grado <strong>di</strong> creare utili sinergie. Anche in questo caso tale<br />
strategia non può che legarsi strettamente agli obiettivi <strong>di</strong> sviluppo economico basati sulla valorizzazione delle<br />
risorse ambientali e agricole.<br />
- Per ogni ambito dei Progetti <strong>di</strong> territorio vengono in<strong>di</strong>viduati i poli <strong>di</strong> riferimento per la localizzazione dei<br />
servizi a livello <strong>di</strong> sistema inse<strong>di</strong>ativo, ferma restando l’ovvia necessità <strong>di</strong> non vincolare rigidamente le prospettive<br />
localizzative, <strong>di</strong> dare cioè spazio alle progettualità che si sviluppano e si concretizzano sulla base <strong>di</strong> specifici<br />
stimoli. Il riferimento ai poli dovrà quin<strong>di</strong> essere praticato nei casi <strong>di</strong> evidente “in<strong>di</strong>visibilità”, convenienza<br />
agglomerativa o congruenza rispetto alle relazioni con ambiti esterni (Tav. 3 e Progetti <strong>di</strong> territorio).<br />
Le specifiche in<strong>di</strong>cazioni strategiche <strong>di</strong> carattere tipologico e localizzativo relativi ai servizi alla produzione, ai<br />
servizi per la fruizione ambientale e turistica ed ai servizi alla popolazione con valenza sovralocale sono poste nei<br />
punti A, B e C seguenti, che articolano quin<strong>di</strong> gli in<strong>di</strong>rizzi complessivi ora posti. Ulteriori approfon<strong>di</strong>menti,<br />
relativi all’organizzazione delle strutture <strong>di</strong> servizio nei singoli ambiti in cui viene articolato il territorio<br />
provinciale, sono contenuti nei Progetti <strong>di</strong> territorio (Allegato alle Norme).<br />
A. I servizi alla produzione<br />
La definizione tipologica e la localizzazione dei servizi alle imprese non può che derivare dalla specificazione<br />
degli in<strong>di</strong>rizzi <strong>di</strong> politica industriale. La <strong>Provincia</strong> quin<strong>di</strong> si adopera per definire scelte <strong>di</strong> localizzazione <strong>di</strong> servizi<br />
all’impresa in stretta relazione con le politiche per lo sviluppo produttivo locale (Art. 25, 26, 27 e 28). Per produrre tali<br />
scelte devono essere valutati gli effetti collaterali che ipotesi <strong>di</strong> localizzazione <strong>di</strong> servizi alle imprese possono<br />
determinare sulle collettività locali, sui loro “quadri <strong>di</strong> vita”. Anche per questo non è lecito assumere<br />
acriticamente da altre esperienze modelli organizzativi e localizzativi, ma valutarne la congruenza con le istanze<br />
locali che stanno maturando e con le linee strategiche che trovano definizione a partire da queste.<br />
Si pongono, in particolare, i seguenti obiettivi.<br />
- Rafforzamento <strong>di</strong> poli terziari settoriali o multifunzionali efficaci ed efficienti, in grado <strong>di</strong> fornire un’ampia<br />
gamma <strong>di</strong> servizi specialistici e <strong>di</strong> elevato livello qualitativo a livello provinciale:<br />
- formazione manageriale, servizi tecnico-gestionali e servizi finanziari e fiscali, anche rivolti alle piccole<br />
imprese <strong>di</strong> carattere artigianale;<br />
- servizi tecnici (stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> analisi chimiche e merceologiche, stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> ingegneria, stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> mercato ecc.)<br />
- servizi <strong>di</strong> supporto all’amministrazione d’impresa (consulenza fiscale, revisione dei conti, consulenza<br />
legale);<br />
- attività <strong>di</strong> supporto per le fasi <strong>di</strong> commercializzazione, marketing, tutela dell’immagine, ecc.<br />
- Diffusione <strong>di</strong> presi<strong>di</strong> terziari nei contesti urbani locali, che siano in grado <strong>di</strong> rispondere ad esigenze <strong>di</strong> livello<br />
più basso, quoti<strong>di</strong>ane, legate in particolare alle attività artigianali.<br />
- Sviluppo <strong>di</strong> attività, anche a gestione pubblica, volte a favorire la cooperazione interaziendale a livello locale.<br />
- Sviluppo <strong>di</strong> iniziative, anche da parte dei soggetti pubblici, <strong>di</strong> sensibilizzazione e <strong>di</strong> interazione tra soggetti.<br />
- Sviluppo <strong>di</strong> attività, anche a gestione pubblica, volte a favorire la attivazione <strong>di</strong> canali <strong>di</strong> sostegno legati ai<br />
programmi comunitari e nazionali.<br />
In termini localizzativi, si danno i seguenti in<strong>di</strong>rizzi.<br />
27
- Un ambito specifico <strong>di</strong> attenzione per lo sviluppo dei servizi alle imprese riguarda l’agglomerato <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong>-<br />
Cittaducale; qui le strategie <strong>di</strong> rafforzamento definite aprono una prospettiva positiva e <strong>di</strong>namica. Il Nucleo è stato<br />
<strong>di</strong> recente <strong>di</strong>chiarato dalla Regione Lazio “Polo dell’innovazione”, e ciò rafforza l’obiettivo <strong>di</strong> costituire un Parco<br />
scientifico-tecnologico, con centri <strong>di</strong> eccellenza per l’industria e l’ambiente.<br />
- Un’esigenza particolarmente sentita riguarda la promozione <strong>di</strong> iniziative nel settore terziario per lo sviluppo<br />
della produzione agro-alimentare locale e delle altre attività connesse (art. 26). L’ambito della Sabina è <strong>di</strong> certo<br />
quello più consolidato e maturo, soprattutto (ma non solo) per la produzione olearia; la strategia <strong>di</strong><br />
consolidamento <strong>di</strong> due poli terziari a Passo Corese e ad Osteria Nuova si muove proprio nell’ottica <strong>di</strong> offrire agli<br />
impren<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> questo importante contesto produttivo qualificati servizi <strong>di</strong> assistenza e <strong>di</strong> promozione. Ma anche<br />
il contesto <strong>di</strong> Amatrice rappresenta una importante realtà locale emergente: la prossimità del polo <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong>-<br />
Cittaducale costituisce un riferimento importante per questo ambito; ma, anche in relazione al progetto del Polo<br />
agroalimentare <strong>di</strong> Amatrice, è opportuno che alcune dotazioni terziarie rivolte specificamente alla filiera agrozootecnica<br />
(peraltro correlata ai temi della valorizzazione ambientale e culturale della zona) trovino la loro sede in<br />
loco.<br />
- Borgorose rappresenta un altro importante polo <strong>di</strong> terziario da rafforzare, anche se con prospettive funzionali<br />
<strong>di</strong>verse, legate alle potenzialità sia nel campo manifatturiero che in quello delle filiere agro-zootecniche locali.<br />
B. I servizi per la fruizione ambientale e turistica<br />
Un campo <strong>di</strong> attività terziarie con caratteri specifici è rappresentato dall’offerta <strong>di</strong> servizi per la fruizione<br />
ambientale e turistica; tra questi, le <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> ricettività ed ospitalità svolgono un ruolo <strong>di</strong> rilievo, ma<br />
altrettanto cruciali sono le attività <strong>di</strong> informazione, formazione, culturali, ricreative, sportive, ecc.<br />
La <strong>Provincia</strong> favorisce lo sviluppo <strong>di</strong> tali attività che, per le loro caratteristiche, è fortemente correlato con la<br />
presenza delle risorse ambientali e culturali nei <strong>di</strong>versi contesti del territorio reatino.<br />
La <strong>Provincia</strong> favorisce altresì le attività volte alla formazione ed al sostegno degli operatori e degli addetti, sia nel<br />
campo dell’istruzione scolastica superiore ed universitaria, sia nel settore della formazione specialistica<br />
extrascolastica.<br />
In<strong>di</strong>rizzi generali per la localizzazione delle strutture terziarie <strong>di</strong> questo tipo sono:<br />
- Favorire l’attestamento nei centri urbani dei singoli ambiti dei Progetti <strong>di</strong> territorio delle funzioni <strong>di</strong> accoglienza<br />
primaria, <strong>di</strong> informazione, <strong>di</strong> organizzazione, <strong>di</strong> assistenza agli operatori, con l’obiettivo primario <strong>di</strong> valorizzare i<br />
centri storici.<br />
- Favorire l’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> funzioni con caratteri <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione territoriale, legate alla ricettività, all’ospitalità ed<br />
all’accesso alle risorse, secondo una strategia volta a valorizzare le risorse stesse nel più assoluto rispetto dei<br />
caratteri ambientali e paesaggistici. Ciò vale sia per i rapporti con il contesto rurale che per la fruizione del<br />
patrimonio naturalistico, paesaggistico e culturale.<br />
Specificazioni delle strategie ed azioni sono demandate ai Progetti <strong>di</strong> territorio (Allegato alle Norme).<br />
C. I servizi alla popolazione<br />
Rispetto alle specifiche con<strong>di</strong>zioni che caratterizzano i singoli sistemi <strong>di</strong> servizi ed alle conseguenti strategie che<br />
sono state delineate, cui si fa riferimento nei punti successivi, si evidenziano gli obiettivi <strong>di</strong> carattere generale volti<br />
a superare alcune perduranti con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> precarietà, che inevitabilmente riversano sulla famiglia un peso sociale<br />
che le strutture non riescono a gestire.<br />
- Un primo obiettivo pone il superamento delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> carenza <strong>di</strong> servizi e strutture per specifici settori<br />
sociali, che coinvolgono in modo <strong>di</strong>versificato i vari ambiti reatini, in relazione alle particolari caratteristiche e<br />
con<strong>di</strong>zioni della collettività locale.<br />
- Un secondo obiettivo riguarda lo sviluppo <strong>di</strong> bagagli informativi e <strong>di</strong> valutazioni circostanziate sulle con<strong>di</strong>zioni<br />
del tessuto sociale e sugli specifici problemi connessi alla fruizione dei servizi sociali nei <strong>di</strong>versi contesti<br />
inse<strong>di</strong>ativi.<br />
- Un terzo obiettivo riguarda il rafforzamento della struttura formativa, in particolare per quanto riguarda il<br />
rapporto con il mondo del lavoro e la stessa professionalità nel campo dei servizi sociali.<br />
- Un quarto obiettivo è volto a favorire forme <strong>di</strong> aggregazione funzionale ed amministrativa.<br />
- Un quinto obiettivo, che in realtà va al <strong>di</strong> là delle questioni relative ai servizi alla popolazione, consiste nel<br />
mettere in atto iniziative <strong>di</strong> rilievo in termini <strong>di</strong> sforzo comune, che producano forme <strong>di</strong> cooperazione avanzate<br />
tra soggetti pubblici e privati.<br />
Nei punti successivi vengono specificati obiettivi e strategie relative a specifiche categorie <strong>di</strong> servizi.<br />
28
C.1 Se<strong>di</strong> universitarie, poli per la Ricerca scientifica, centralità nel campo dell’istruzione superiore<br />
La <strong>Provincia</strong> punta, anche in questo campo, sulle specificità, identità e peculiarità produttive e culturali locali,<br />
avendo chiaro che la formazione deve rispondere ad esigenze reali ed espresse. Dunque, sia per lo sviluppo <strong>di</strong><br />
attività formative superiori ed universitarie che per la ricerca scientifica si deve incentivare la costituzione <strong>di</strong><br />
strutture che abbiano un legame con la cultura locale, in maniera tale che possa essere man mano costituito un<br />
serbatoio autonomo, con proprie specificità e formato in relazione alle peculiarità dei contesti territoriali e delle<br />
esigenze emerse.<br />
In questo senso, una particolare attenzione meritano le attività <strong>di</strong> ricerca connesse al settore primario ed<br />
all’ambiente (agricoltura e zootecnia, in riferimento ai <strong>di</strong>versi segmenti delle filiere produttive; forestazione;<br />
attività produttive ecocompatibili; suolo; acque; patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale e storico;<br />
risparmio energetico, ecc.), che vanno sviluppare sia utilizzando e potenziando le strutture già esistenti sia<br />
favorendo la realizzazione <strong>di</strong> nuove se<strong>di</strong>. La presenza nel contesto reatino <strong>di</strong> realtà particolarmente significative<br />
dal punto <strong>di</strong> vista ambientale, costituisce un’opportunità unica <strong>di</strong> integrare ricerca scientifica, educazione <strong>di</strong>ffusa,<br />
tutela dell’integrità ambientale e delle identità culturali, utilità applicativa.<br />
Ma anche nel campo industriale in senso stretto vanno favorite le iniziative volte ad incrementare la conoscenza<br />
tecnico-scientifica e <strong>di</strong> processo delle imprese, con particolare riferimento ai settori produttivi strategici ed ai<br />
relativi poli localizzativi riferiti ai Sistemi produttivi locali (art. 25, 26, 27 e 28).<br />
Per quanto riguarda la localizzazione delle funzioni, valgono i seguenti in<strong>di</strong>rizzi.<br />
- L’istruzione e la ricerca universitaria svolgono un ruolo fondamentale nella transizione verso una società<br />
sostenibile. Il polo <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong>, già sede <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong> questo tipo, è chiamato a svolgere un ruolo primario ed è da<br />
considerarsi dunque, in termini <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> sviluppo, l’unico polo universitario della provincia.<br />
- E’ <strong>di</strong>fficile porre un obiettivo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione delle attrezzature per l’istruzione superiore al <strong>di</strong> fuori dei principali<br />
centri della provincia già se<strong>di</strong> <strong>di</strong> tali servizi. Tra questi, <strong>Rieti</strong> svolge un ruolo primario per la presenza <strong>di</strong> numerosi<br />
istituti e per la loro <strong>di</strong>versificazione tipologica; altri centri <strong>di</strong> riferimento sono Poggio Mirteto e Fara Sabina.<br />
Obiettivo primario è il rafforzamento dei poli esistenti, ma vanno certamente favorite le prospettive <strong>di</strong> nuove<br />
localizzazioni, soprattutto se orientate a specifiche funzioni formative legate alla valorizzazione delle risorse<br />
locali.<br />
- I peculiari caratteri inse<strong>di</strong>ativi della provincia fanno del pendolarismo scolastico un elemento precipuo della<br />
realtà reatina, anche in termini <strong>di</strong> prospettiva; le azioni devono quin<strong>di</strong> concentrarsi da un lato sul miglioramento<br />
delle accessibilità (in relazione anche al piano per il trasporto pubblico della provincia), dall’altro sulla <strong>di</strong>ffusione<br />
<strong>di</strong> forme <strong>di</strong> comunicazione a <strong>di</strong>stanza, compresa la <strong>di</strong>dattica in rete, e <strong>di</strong> interazione tra gli istituti scolastici e tra<br />
questi ed altre istituzioni, su specifici progetti formativi e culturali.<br />
C.2 Servizi culturali e dello spettacolo<br />
Si fa qui riferimento a quei servizi che, per le loro caratteristiche e per la loro utenza potenziale, assumono una<br />
valenza non strettamente locale, anche come espressione <strong>di</strong> tratti salienti della cultura tipica <strong>di</strong> specifici contesti.<br />
Scontata la preminenza del polo reatino e l’attrazione <strong>di</strong> quello romano soprattutto sul versante meri<strong>di</strong>onale della<br />
provincia, obiettivo primario è favorire una <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> attrezzature <strong>di</strong> questo tipo nel territorio, anche in<br />
riferimento alle attuali presenze significative. La strategia <strong>di</strong> azione qui verte sul promuovere lo sviluppo <strong>di</strong> servizi<br />
culturali in stretta connessione con iniziative <strong>di</strong> respiro più ampio che riguardano la valorizzazione della cultura<br />
locale nelle sue <strong>di</strong>verse espressioni.<br />
C.3 Il sistema dei servizi sanitari<br />
La provincia reatina è articolata in cinque <strong>di</strong>stretti socio-sanitari, che fanno capo a <strong>Rieti</strong>, Poggio Mirteto, Fara in<br />
Sabina, Borgorose, Amatrice.<br />
Anche in questo caso, è arduo prospettare alternative agli attuali poli ospedalieri per quanto riguarda strutture<br />
sanitarie complesse e polifunzionali (gli ospedali sono localizzati a <strong>Rieti</strong>, dove l’Ospedale generale provinciale<br />
offre un’ampia gamma <strong>di</strong> servizi, a Magliano Sabina e ad Amatrice). Va comunque posto l’obiettivo <strong>di</strong> un<br />
rafforzamento dell’offerta nei centri <strong>di</strong>strettuali, considerato anche il ruolo che tali centri sono chiamati a<br />
svolgere in una prospettiva più ampia. E’ anche necessario agire per facilitare l’accessibilità e l’accesso degli utenti<br />
(anche con l’utilizzo <strong>di</strong> mezzi telematici, come ad esempio per il telesoccorso) oltre che, naturalmente, operare<br />
per la più ampia <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> attrezzature <strong>di</strong> servizio locale come ambulatori, farmacie, laboratori <strong>di</strong> analisi, ecc.<br />
Recenti esperienze mostrano anche la possibilità <strong>di</strong> localizzare alcune attrezzature specialistiche in contesti dotati<br />
<strong>di</strong> specifiche potenzialità “ambientali” atte al trattamento <strong>di</strong> determinate patologie.<br />
Un ruolo significativo per i servizi socio-sanitari, in particolare per l’assistenza agli anziani, ai <strong>di</strong>sabili ed alle altre<br />
“fasce deboli” della popolazione, può essere svolto dalle Comunità montane; nei loro piani <strong>di</strong> sviluppo, esiste<br />
29
una convergenza nel proporre la costituzione <strong>di</strong> un Centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento per la loro gestione, che va<br />
favorita.<br />
Art. 30 Politiche per la mobilità<br />
La <strong>Provincia</strong> persegue, come politica fondamentale per la mobilità, i seguenti obiettivi:<br />
- incentivazione del trasporto collettivo, sia a fini ecologici per la <strong>di</strong>minuzione dei carichi inquinanti, sia per il<br />
miglioramento delle relazioni sociali, considerando la mobilità come spazio/tempo privilegiato dell’incontro;<br />
- miglioramento della rete <strong>di</strong> accessibilità viaria e ferroviaria, nel più assoluto rispetto dei caratteri ambientali,<br />
paesaggistici e culturali.<br />
Nell’ambito della politica <strong>di</strong> incentivazione del trasporto collettivo, la <strong>Provincia</strong> in<strong>di</strong>vidua due fondamentali in<strong>di</strong>rizzi:<br />
1. Rilancio ed ampliamento dell’offerta <strong>di</strong> trasporto pubblico su ferro, attraverso due principali interventi:<br />
- realizzazione <strong>di</strong> una nuova linea ferroviaria Roma – <strong>Rieti</strong>; <strong>di</strong> tale collegamento dovrà essere scelto il percorso,<br />
anche attraverso un apposito stu<strong>di</strong>o che prenda in esame le <strong>di</strong>verse ipotesi <strong>di</strong> progetto esistenti,<br />
confrontandone la fattibilità tecnica, economica, gestionale, l’impatto sull’ambiente naturale e più in generale<br />
sull’assetto del territorio;<br />
- potenziamento e riqualificazione della linea FS Terni - <strong>Rieti</strong> - L’Aquila – Sulmona, anche me<strong>di</strong>ante la previsione<br />
sulla stessa sede <strong>di</strong> una linea locale con caratteristiche urbane per il tratto <strong>Rieti</strong> - Antrodoco. Di quest’ultima<br />
linea dovrà essere redatto un apposito stu<strong>di</strong>o in collaborazione con i soggetti competenti, con i comuni<br />
<strong>di</strong>rettamente interessati ed in stretto rapporto con la redazione/revisione dei relativi PRG;<br />
2. Pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> trasporto pubblico flessibili e personalizzati attraverso due principali interventi:<br />
- organizzazione, anche in relazione al Piano <strong>di</strong> bacino provinciale pre<strong>di</strong>sposto dalla <strong>Provincia</strong> in<br />
adempimento a quanto previsto dal Progetto della rete dei servizi minimi del trasporto pubblico locale del<br />
Lazio redatto dalla Regione Lazio in attuazione della L.R. 30/98, <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> servizio pubblico efficace ed<br />
efficiente; un servizio cioè in grado <strong>di</strong> offrire alla popolazione residente ed ai fruitori esterni con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
spostamento agevoli e confortevoli, pur nei limiti delle <strong>di</strong>sponibilità economiche per la sua gestione.<br />
Particolare attenzione va posta all’organizzazione dei servizi nelle aree a domanda debole, dove vanno<br />
sperimentate forme specifiche <strong>di</strong> offerta adeguate alle <strong>di</strong>fficili con<strong>di</strong>zioni;<br />
- sostegno alla realizzazione <strong>di</strong> modalità <strong>di</strong> servizio orientate a utenze specifiche (utenza scolastica, anziani,<br />
<strong>di</strong>sabili, ecc.), anche attraverso forme <strong>di</strong> gestione che coinvolgano soggetti istituzionali locali (in primo luogo<br />
le Comunità montane), anche in collaborazione con operatori privati.<br />
Per quanto riguarda la rete viaria, la <strong>Provincia</strong> persegue i seguenti obiettivi:<br />
- Rafforzamento delle seguenti gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> sviluppo:<br />
- Roma - <strong>Rieti</strong> - Ascoli Piceno - Adriatico (adeguamento e messa in sicurezza della via Salaria; realizzazione<br />
della nuova ferrovia Roma – <strong>Rieti</strong>, già citata)<br />
- Terni - <strong>Rieti</strong> - Borgorose - Avezzano (completamento del potenziamento della SS. 578 e del<br />
collegamento <strong>Rieti</strong>-Terni)<br />
- <strong>Rieti</strong> - L’Aquila (oltre a citato adeguamento della Salaria, adeguamento della SS. 17; potenziamento e<br />
riorganizzazione del servizio della line ferroviaria Orte – Terni – L’Aquila, già citato)<br />
- Potenziamento della rete <strong>di</strong> accessibilità provinciale (potenziamento dei seguenti assi principali: SS. 313, 657,<br />
314, 636, 521, 471, Turanense; potenziamento delle reti <strong>di</strong> accessibilità locale, relative agli ambiti dei Progetti <strong>di</strong><br />
territorio)<br />
- Potenziamento dei no<strong>di</strong> <strong>di</strong> interscambio (Passo Corese, Magliano Sabina, Osteria Nuova).<br />
Le in<strong>di</strong>cazioni strategiche relative al perseguimento <strong>di</strong> tali obiettivi sono riportate nella Tav. 3; per le reti <strong>di</strong><br />
accessibilità locale si rimanda anche ai Progetti <strong>di</strong> territorio (Allegato alle Norme).<br />
Art. 31 Politiche <strong>di</strong> comunicazione<br />
Il processo <strong>di</strong> comunicazione è in<strong>di</strong>pendente ma allo stesso tempo strettamente interconnesso con il processo <strong>di</strong><br />
pianificazione. Il carattere <strong>di</strong> interconnessione con il processo <strong>di</strong> piano deriva dall’obiettivo intrinseco, comune ai<br />
due processi, <strong>di</strong> favorire l’interazione relazionale fra tutti i soggetti che vi entrano a far parte. Il carattere <strong>di</strong><br />
autonomia è dato dalla possibilità che l’interazione relazionale comunicativa - comunque garantita dalla <strong>Provincia</strong><br />
- riguar<strong>di</strong> anche temi e si sviluppi tra soggetti in quel momento ‘estranei’ al processo <strong>di</strong> pianificazione coor<strong>di</strong>nato<br />
dall’Ufficio <strong>di</strong> piano.<br />
2. Il PTPG riconosce che l’interazione relazionale comunque attiva all’interno del processo <strong>di</strong> comunicazione<br />
costituisce una ‘risorsa’ per lo sviluppo del processo <strong>di</strong> pianificazione in atto. La <strong>Provincia</strong> garantisce quin<strong>di</strong> la<br />
30
partecipazione al processo <strong>di</strong> comunicazione connesso al processo <strong>di</strong> piano <strong>di</strong> tutte le forme <strong>di</strong> interazione in<br />
corso, tra tutti i soggetti che le promuovono, ferma restando la completa e reciproca autonomia tra i soggetti<br />
medesimi e le strutture provinciali.<br />
Il processo <strong>di</strong> comunicazione ha il compito principale <strong>di</strong> tradurre gli obiettivi del PTPG in un ‘mezzo <strong>di</strong><br />
comunicazione’ che corrisponda prioritariamente all’esigenza <strong>di</strong> favorire l’interazione relazionale fra tutti i<br />
soggetti che concorrono allo sviluppo ed alla tutela e valorizzazione delle risorse ambientali locali.<br />
Per favorire l’interazione relazionale il mezzo <strong>di</strong> comunicazione relativo al processo <strong>di</strong> pianificazione provinciale<br />
deve consistere in una struttura connettiva costantemente aperta, tale da consentire sempre la partecipazione attiva<br />
alla sua costruzione e allo scambio reciproco da parte <strong>di</strong> tutti i soggetti che attraverso <strong>di</strong> essa si mettono in<br />
comunicazione.<br />
Il PTPG riconosce nelle caratteristiche generali della rete <strong>di</strong> comunicazione telematica ‘globale’ (Internet) le<br />
valenze appropriate per la costruzione <strong>di</strong> un ambiente <strong>di</strong> comunicazione relazionale ‘locale’, da attivare in<br />
connessione con il processo <strong>di</strong> pianificazione provinciale.<br />
La scelta dell’Internet come mezzo <strong>di</strong> comunicazione privilegiato non esclude l’utilizzo <strong>di</strong> ogni altro mezzo <strong>di</strong><br />
comunicazione giu<strong>di</strong>cato appropriato per l’interazione <strong>di</strong> piano, ma anzi presuppone l’attivazione <strong>di</strong> tutte le<br />
sinergie utili tra <strong>di</strong>fferenti mezzi. Per ‘sinergie utili’ tra <strong>di</strong>fferenti mezzi <strong>di</strong> comunicazione si intendono tutte le<br />
sinergie volte ad esaltare le caratteristiche <strong>di</strong> complementarità tra le <strong>di</strong>verse tecnologie, con esclusione<br />
tendenziale, quin<strong>di</strong>, delle pure repliche <strong>di</strong> forme e contenuti <strong>di</strong> un mezzo in un altro.<br />
31
TITOLO III<br />
ORGANIZZAZIONE DEL PROCESSO<br />
Art. 32 Caratteri del processo <strong>di</strong> pianificazione<br />
Gli obiettivi generali e le politiche del PTPG della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Rieti</strong> sono sostanziati, in primo luogo, dalle<br />
metodologie <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> progettazione e, in particolare, dai caratteri del processo <strong>di</strong> pianificazione. Questo si<br />
fonda soprattutto sulla costituzione <strong>di</strong> contesti <strong>di</strong> interazione progettuale e sull’attivazione <strong>di</strong> processi costruttivi<br />
<strong>di</strong> elaborazione e azione partecipata, che rispondono alle esigenze <strong>di</strong> creare progettualità <strong>di</strong>ffusa, creatività e<br />
capacità impren<strong>di</strong>toriale, <strong>di</strong> costituire tessuti connettivi e reti <strong>di</strong> soggetti sociali, <strong>di</strong> sostenere iniziative e forme <strong>di</strong><br />
autonomia locale, <strong>di</strong> sviluppare relazioni.<br />
In generale questi caratteri del processo <strong>di</strong> pianificazione ne interessano tutti i livelli e momenti (politiche generali<br />
e tematiche, progetti <strong>di</strong> territorio, accesso ai finanziamenti, coor<strong>di</strong>namento tra pianificazione provinciale e<br />
pianificazione locale, ecc.), sia dell’attuazione che degli eventuali aggiornamenti e variazioni, e si concretizzano<br />
attraverso forum, tavoli <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione, gruppi <strong>di</strong> lavoro, forme articolate ed integrate <strong>di</strong> progettazione ed azione.<br />
I Progetti <strong>di</strong> territorio (<strong>di</strong> cui al successivo art. 34) costituiscono la modalità principale <strong>di</strong> attuazione del PTPG.<br />
Essi interessano l’intero territorio provinciale e forniscono anche le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> riferimento per l’elaborazione<br />
degli strumenti urbanistici comunali e dei piani pluriennali <strong>di</strong> sviluppo socio-economico delle comunità montane,<br />
così come previsto dall’art. 24 della L.R. 38/99 (<strong>di</strong> cui al successivo art. 37), nonché per la costruzione delle<br />
politiche <strong>di</strong> sostegno (<strong>di</strong> cui al successivo art. 39).<br />
Eventuali sviluppi del processo <strong>di</strong> pianificazione, relativi ad altri aspetti e tematiche (laboratori <strong>di</strong> produzione<br />
ambientale, elaborazione dei piani <strong>di</strong> parco, sviluppo produttivo locale, reti <strong>di</strong> accessibilità, ecc.), anche a carattere<br />
settoriale e <strong>di</strong> interesse dell’intero territorio provinciale, dovranno essere condotti secondo gli stessi criteri e<br />
nell’ambito <strong>di</strong> analoghe cornici interpretative e progettuali (costituite appunto dalle Politiche e strategie <strong>di</strong> cui al<br />
Titolo II delle presenti Norme e dai Progetti <strong>di</strong> territorio allegati alle presenti Norme). Nel seguito vengono fornite<br />
alcune in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> processo relative ai temi dello sviluppo produttivo locale e della mobilità (artt. 39-41).<br />
Le politiche <strong>di</strong> comunicazione, cui si riferiscono le specifiche in<strong>di</strong>cazioni relative al progetto <strong>di</strong> comunicazione<br />
(art. 33), costituiscono un’altra modalità <strong>di</strong> concretizzazione dei caratteri del processo <strong>di</strong> pianificazione<br />
precedentemente ricordati.<br />
Art. 33 Progetto <strong>di</strong> comunicazione<br />
La <strong>Provincia</strong> opera per lo sviluppo e la realizzazione del “Progetto <strong>di</strong> comunicazione”, volto a perseguire gli<br />
obiettivi definiti nell’art. 31. Di seguito sono in<strong>di</strong>cati i riferimenti per l’attivazione del Progetto, relativi<br />
all’ambiente <strong>di</strong> comunicazione, alle modalità <strong>di</strong> accesso, al rapporto tra ambiente <strong>di</strong> comunicazione e<br />
Amministrazione provinciale, al rapporto tra ambiente <strong>di</strong> comunicazione e SIT provinciale e al rapporto tra<br />
ambienti <strong>di</strong> comunicazione a livello provinciale e locale.<br />
Ambiente <strong>di</strong> comunicazione<br />
L’ambiente <strong>di</strong> comunicazione connesso al processo <strong>di</strong> pianificazione si configura come “luogo <strong>di</strong> informazione,<br />
scambio ed elaborazione” specificamente de<strong>di</strong>cato al <strong>di</strong>battito, al confronto ed alle iniziative relative alle<br />
problematiche territoriali, sia a livello provinciale che in relazione ai Progetti <strong>di</strong> territorio. nonché all’elaborazione<br />
<strong>di</strong>namica del “progetto <strong>di</strong> territorio” provinciale, in tutte le sue possibili articolazioni.<br />
L’ambiente <strong>di</strong> comunicazione trova il suo fulcro in un sito Internet curato dall’Amministrazione provinciale,<br />
presso la cui sede vengono installati uno o più server e tutti i <strong>di</strong>spositivi hardware e software necessari per ricevere e<br />
rendere <strong>di</strong>sponibili on line, nonché rielaborare e rinviare successivamente allo stesso server, tutte le espressioni<br />
progettuali relative al territorio provinciale, proposte da tutti i soggetti in<strong>di</strong>viduali e collettivi, privati e pubblici<br />
(Amministrazione provinciale compresa) che partecipano - secondo le modalità specificate in seguito (Accesso<br />
all’ambiente <strong>di</strong> comunicazione) - al processo <strong>di</strong> pianificazione.<br />
Il sito sarà strutturato in modo da permettere, tramite opportune funzioni <strong>di</strong> ricerca, l’in<strong>di</strong>viduazione e la visione<br />
<strong>di</strong> tutte le elaborazioni e rielaborazioni delle espressioni progettuali proposte dai partecipanti al processo <strong>di</strong><br />
comunicazione, nonché <strong>di</strong> ogni altro flusso <strong>di</strong> ritorno verso il sito provinciale, proveniente dai soggetti che si<br />
collegano al sito stesso.<br />
L’ambiente <strong>di</strong> comunicazione si pone come nucleo iniziale <strong>di</strong> una futura ‘rete civica’ provinciale, esso è dunque<br />
complementare alle strutture <strong>di</strong> interconnessione civica, ed alla relativa ampia gamma <strong>di</strong> servizi - compresi quelli<br />
attinenti la sfera della gestione territoriale - ai quali esse potranno essere de<strong>di</strong>cate.<br />
32
Per un’implementazione più possibile rapida dell’ambiente <strong>di</strong> comunicazione, le operazioni per la sua<br />
costituzione fisica saranno articolate in due fasi. Nella prima fase - a moderato grado <strong>di</strong> interazione - l’ambiente<br />
sarà rivolto prevalentemente agli utenti in grado <strong>di</strong> produrre espressioni progettuali con pagine web conformi allo<br />
standard HTML, (oppure documenti in formato PDF), previa realizzazione, configurazione e installazione sul<br />
server provinciale del software necessario per l’upload, nel sito, delle pagine e dei documenti stessi. Nella seconda<br />
fase - ad alto grado <strong>di</strong> interazione - l’ambiente <strong>di</strong> comunicazione sarà rivolto a tutti gli utenti in grado <strong>di</strong> utilizzare<br />
semplicemente un personal computer e la rete Internet. A questo scopo l’Amministrazione provinciale si doterà<br />
anche <strong>di</strong> un DBMS (Data-Base Management System) multime<strong>di</strong>ale e delle risorse umane e tecniche necessarie<br />
per sviluppare un applicativo del DBMS atto a permettere tutte le funzioni <strong>di</strong> scambio.<br />
L’Amministrazione provinciale privilegerà, per tutte le applicazioni relative all’ambiente <strong>di</strong> comunicazione<br />
connesso al processo <strong>di</strong> pianificazione, risorse software liberamente <strong>di</strong>sponibili (freeware), sistemi operativi<br />
compresi.<br />
Sarà cura dell’Amministrazione provinciale in<strong>di</strong>viduare e praticare le forme e i mezzi <strong>di</strong> comunicazione integrativi<br />
<strong>di</strong> quelli telematici, atti a permettere, per quanto possibile, le stesse funzioni assicurate dall’ambiente <strong>di</strong><br />
comunicazione, nonché a <strong>di</strong>ffondere la conoscenza delle possibilità offerte da quest’ultimo.<br />
Accesso all’ambiente <strong>di</strong> comunicazione<br />
L’accesso all’ambiente <strong>di</strong> comunicazione è garantito a tutti i soggetti, in<strong>di</strong>viduali e collettivi, pubblici e privati, che<br />
vogliano parteciparvi. I tipi <strong>di</strong> accesso consistono:<br />
- nella possibilità <strong>di</strong> rielaborazione e rinvio delle espressioni progettuali al server provinciale, e/o <strong>di</strong> formulazione<br />
<strong>di</strong> ogni sorta <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni, preferenze, rapporti, interessi, pareri, ecc. in merito ad esse; tale tipo <strong>di</strong> accesso è in<br />
ogni caso garantito a tutti i soggetti che si collegano al sito provinciale de<strong>di</strong>cato all’interazione relazionale sui<br />
temi territoriali;<br />
- nel collegamento (link) delle pagine espressione dei soggetti esterni all’Amministrazione provinciale - collocate<br />
fisicamente in altri server - nel server dell’ambiente <strong>di</strong> comunicazione connesso al processo <strong>di</strong> pianificazione<br />
provinciale.<br />
La <strong>Provincia</strong> promuove la partecipazione al processo <strong>di</strong> comunicazione fornendo a titolo gratuito uno spazio <strong>di</strong><br />
memoria sul proprio server agli enti, alle associazioni e alle imprese ‘sociali’ (no-profit) che facciano richiesta <strong>di</strong><br />
partecipare al processo, specificando le motivazioni e la relativa pertinenza con la natura e i temi dell’agorà<br />
virtuale territoriale.<br />
Compatibilmente con le risorse finanziarie <strong>di</strong>sponibili la quota parte <strong>di</strong> memoria sul server destinata agli enti, alle<br />
associazioni e alle imprese sociali <strong>di</strong> cui al comma precedente è progressivamente ampliata - ove necessario - in<br />
modo da sod<strong>di</strong>sfare tutte le richieste in egual misura.<br />
L’accesso all’ambiente <strong>di</strong> comunicazione è garantito a tutti i soggetti in<strong>di</strong>viduali e collettivi, pubblici e privati, che<br />
realizzino ‘in rete’ strutture <strong>di</strong> connessione orientate al confronto con altri soggetti.<br />
E’ escluso l’utilizzo <strong>di</strong> risorse umane, tecniche e finanziarie dell’Ente locale provinciale - collegamenti (links)<br />
compresi - per la <strong>di</strong>ffusione in rete dei cosiddetti “siti-vetrina”, cioè <strong>di</strong> siti contenenti esclusivamente<br />
informazioni sui promotori, senza possibilità <strong>di</strong> comunicazione interattiva.<br />
L’Amministrazione provinciale stabilisce e aggiorna i criteri, e assume le relative determinazioni, circa i requisiti<br />
minimi <strong>di</strong> interattività che i siti esterni all’Amministrazione provinciale devono possedere per l’accesso<br />
all’ambiente <strong>di</strong> comunicazione, <strong>di</strong>stinguendo i requisiti per i soggetti in<strong>di</strong>viduali da quelli per i soggetti collettivi.<br />
La <strong>Provincia</strong> riconosce e promuove le iniziative <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> ambienti <strong>di</strong> comunicazione de<strong>di</strong>cati al <strong>di</strong>battito<br />
o all’elaborazione progettuale in campo territoriale, analoghi a quello curato dall’Amministrazione provinciale, e<br />
in ogni caso inserisce nel proprio sito gli opportuni collegamenti (links) ad essi.<br />
Rapporto tra agorà virtuale territoriale e articolazioni dell’Amministrazione provinciale.<br />
Le articolazioni dell’Amministrazione provinciale sono concettualmente assimilabili a tutti gli altri soggetti che<br />
partecipano al processo, nel senso che tutte le loro elaborazioni relative all’attuazione del PTPG e comunque<br />
delle strategie <strong>di</strong> assetto territoriale - prodotte internamente o nelle varie forme <strong>di</strong> associazione della <strong>Provincia</strong><br />
con altri soggetti - confluiscono nell’ambiente <strong>di</strong> comunicazione.<br />
Una rete locale aperta verso l’esterno potrà essere utilizzata per favorire una più stretta collaborazione tra tutti gli<br />
uffici e settori della <strong>Provincia</strong> attivi in campo territoriale; dunque, lo stesso ambiente <strong>di</strong> comunicazione potrà<br />
essere utilizzato per attività <strong>di</strong> cooperazione progettuale interne all’Amministrazione, con le eventuali protezioni<br />
<strong>di</strong> alcuni documenti non ancora pubblici, per il tempo necessario a garantirne la riservatezza.<br />
In particolare, tutte le elaborazioni prodotte dall’Ufficio <strong>di</strong> piano <strong>di</strong> cui all’Art. 36, saranno generate, <strong>di</strong>ffuse e<br />
rielaborate nell’ambiente <strong>di</strong> comunicazione.<br />
Nell’ambiente <strong>di</strong> comunicazione confluiscono anche tutti i <strong>di</strong>spositivi e i patrimoni informativi, prodotti e gestiti<br />
in un qualsiasi settore dell’Amministrazione, destinati a migliorare l’uso e la fruizione delle risorse territoriali,<br />
come ad esempio l’eventuale sistema informativo sul trasporto collettivo.<br />
33
Costituzione <strong>di</strong> un SIT provinciale<br />
La <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong>spone tutte le iniziative necessarie a costituire un progetto per la realizzazione <strong>di</strong> un Sistema<br />
Informatizzato Territoriale. Il SIT dovrà correlarsi strettamente con l’ambiente <strong>di</strong> comunicazione, attraverso la<br />
<strong>di</strong>ffusione delle informazioni in esso contenute, secondo le in<strong>di</strong>cazioni progettuali poste nei capoversi precedenti.<br />
Anche in relazione all’obiettivo <strong>di</strong> costituzione del SIT, la <strong>Provincia</strong> forma e aggiorna costantemente un elenco <strong>di</strong><br />
banche dati e <strong>di</strong> sistemi informativi contenenti informazioni <strong>di</strong> tipo territoriale relative all’ambito provinciale,<br />
gestiti da enti e soggetti pubblici e privati. A tale scopo, la <strong>Provincia</strong> promuove e stipula accor<strong>di</strong> con gli enti e i<br />
soggetti, per rendere più possibile <strong>di</strong>sponibili le informazioni delle banche-dati e dei sistemi informativi, nelle<br />
forme più accessibili all’utenza non specialistica.<br />
Rapporto tra agorà virtuale territoriale e ambienti <strong>di</strong> comunicazione telematica comunali<br />
E’ garantito il collegamento tra ambiente <strong>di</strong> comunicazione provinciale <strong>di</strong> tutti gli ambienti <strong>di</strong> comunicazione<br />
telematica comunali che rispondano ai requisiti stabiliti per l’Accesso.<br />
E’ in ogni caso garantito (anche in relazione al progetto <strong>di</strong> costituzione del SIT) il collegamento all’ambiente <strong>di</strong><br />
comunicazione provinciale <strong>di</strong> tutti i patrimoni informativi comunali che riguar<strong>di</strong>no il territorio, già <strong>di</strong>sponibili on<br />
line o che si possono rendere tali a cura delle Amministrazioni comunali proprietarie. E’ inoltre assicurata la<br />
confluenza nell’agorà provinciale - sempre a cura delle Amministrazioni comunali - <strong>di</strong> tutti i servizi volti a<br />
migliorare l’uso e la fruizione delle risorse territoriali, come ad es. i servizi <strong>di</strong> chiamata e prenotazione on line dei<br />
trasporti collettivi o dei sistemi <strong>di</strong> car-sharing.<br />
Art. 34 I Progetti <strong>di</strong> territorio<br />
I progetti <strong>di</strong> territorio sono insiemi <strong>di</strong> azioni, attività ed iniziative che nel loro complesso affrontano le questioni<br />
tematiche relative agli specifici ambiti per cui sono attivati e che si sviluppano nell’ambito delle Politiche e strategie<br />
<strong>di</strong> cui al Titolo II delle presenti Norme. Tali azioni, attività ed iniziative riguardano:<br />
- la costituzione <strong>di</strong> contesti <strong>di</strong> interazione progettuale;<br />
- lo sviluppo <strong>di</strong> progettazione <strong>di</strong>ffusa;<br />
- attività produttive legate alle risorse locali, compresa l’organizzazione dell’attività <strong>di</strong> fruizione;<br />
- la realizzazione <strong>di</strong> manufatti ed, in particolare, <strong>di</strong> attrezzature <strong>di</strong> supporto alle iniziative progettate;<br />
- iniziative in campo sociale;<br />
- attività <strong>di</strong> servizio;<br />
- attività <strong>di</strong> formazione;<br />
- redazione <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> governo del territorio;<br />
- definizione <strong>di</strong> criteri progettuali ed in<strong>di</strong>catori adeguati per l’interpretazione e la valutazione delle <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong><br />
trasformazione;<br />
- costituzione <strong>di</strong> nuovi soggetti sociali ad hoc (libere associazioni, ecc.);<br />
attività <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e ricerca.<br />
Un progetto <strong>di</strong> territorio è attivabile in relazione a specifici ambiti e/o a specifiche questioni tematiche, così<br />
come emersi dai processi <strong>di</strong> pianificazione e dalle <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> trasformazione locali e globali esistenti, anche su<br />
sollecitazione <strong>di</strong> soggetti singoli o associati, istituzionali e non.<br />
Sono allegati alle presenti Norme, <strong>di</strong> cui fanno parte integrante, le Linee guida relative ai seguenti Progetti <strong>di</strong><br />
territorio, che interessano l’intero territorio provinciale:<br />
1. Sabina. “Una nuova prospettiva per l’olio della Sabina”, articolato in ulteriori tre subambiti: 1a. Passo Corese e Valle<br />
del Tevere; 1b. Poggio Mirteto e Bassa Sabina; 1c. “Valle del Farfa” (bacino idrografico del fiume Farfa)<br />
2. Velino. “Per la costruzione <strong>di</strong> una rete ecologica provinciale”. Il Progetto <strong>di</strong> territorio Velino, interessando soprattutto<br />
l’asta fluviale del fiume e la valle connessa, ha carattere trasversale ad altre linee progettuali ed, in particolare,<br />
nell’ambito della piana reatina si sovrappone ed integra il relativo Progetto <strong>di</strong> territorio<br />
3. Piana reatina e Valle Santa. “Per una qualità dell’abitare”<br />
4. Terminillo e Monti Reatini. “Per una nuova cultura della montagna”<br />
5. Turano. “Per un <strong>di</strong>verso sviluppo delle valli interne”<br />
6. Salto-Cicolano. “Un patrimonio ambientale, produttivo e culturale da valorizzare”<br />
7. Amatriciano. “Una prospettiva <strong>di</strong> integrazione del patrimonio ambientale, produttivo e culturale da sviluppare” .<br />
I perimetri dei Progetti <strong>di</strong> territorio sono puramente in<strong>di</strong>cativi e costituiscono semplice riferimento progettuale.<br />
In questo senso, sono da tenere in considerazione le in<strong>di</strong>cazioni relative ai progetti <strong>di</strong> territorio imme<strong>di</strong>atamente<br />
confinanti.<br />
34
I Progetti <strong>di</strong> territorio si sviluppano attraverso forum <strong>di</strong> soggetti, gruppi <strong>di</strong> lavoro locali, reti <strong>di</strong> progettazione<br />
variamente attivate, anche attraverso l’utilizzazione <strong>di</strong> tecnologie informatiche (Art. 33).<br />
I progetti <strong>di</strong> territorio richiedono l’impegno, la responsabilizzazione, il coinvolgimento, la capacità creativa <strong>di</strong><br />
tutti i soggetti interessati, singoli o associati, istituzionali e non. La partecipazione a tali contesti interattivi è<br />
libera. La loro composizione può essere anche intesa in forma progressiva e incrementale, in relazione alle<br />
esigenze e alle modalità <strong>di</strong> auto-organizzazione, pur mantenendone la funzionalità. E’ garantita a tutti la<br />
<strong>di</strong>sponibilità e l’accesso <strong>di</strong> eventuali strumenti <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione tecnologica utili all’interazione progettuale.<br />
La <strong>Provincia</strong> attiva e sostiene tali attività, in collaborazione con gli altri soggetti interessati, costituendo appositi<br />
gruppi <strong>di</strong> lavoro e mettendo a <strong>di</strong>sposizione, a seconda dei casi, quanto necessario (anche in termini <strong>di</strong> supporto<br />
logistico e <strong>di</strong> reti <strong>di</strong> comunicazione) per la conduzione del progetto.<br />
I Progetti <strong>di</strong> territorio si attuano e si sviluppano in forma pattizia, anche attraverso il ricorso a strumenti formali<br />
come gli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> programma e le intese istituzionali <strong>di</strong> programma, nonché attraverso l’utilizzazione degli<br />
strumenti della programmazione negoziata (patti territoriali, fon<strong>di</strong> strutturali, Leader plus, PIT, ecc.).<br />
I Progetti <strong>di</strong> territorio costituiscono i riferimenti fondamentali per la redazione dei DOCUP relativi ai <strong>di</strong>versi<br />
fon<strong>di</strong> strutturali.<br />
Le Linee guida dei Progetti <strong>di</strong> territorio, in particolare, forniscono:<br />
1. le interpretazioni dei mutamenti territoriali, che definiscono il contesto interpretativo e progettuale sulla base del<br />
quale si sviluppa il progetto <strong>di</strong> territorio. Vengono qui forniti, sostanzialmente, anche i materiali culturali e le<br />
riflessioni critiche che sostanziano l’iniziativa;<br />
2. le caratterizzazioni ambientali, che definiscono il quadro <strong>di</strong> riferimento progettuale dal punto <strong>di</strong> vista<br />
ambientale;<br />
3. le criticità ambientali ed in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> altri strumenti , dove si ricostruisce il quadro sintetico delle in<strong>di</strong>cazioni dei<br />
<strong>di</strong>versi strumenti <strong>di</strong> pianificazione paesistica e ambientale esistenti (piani paesistici, piani <strong>di</strong> bacino, ecc.), con<br />
particolare riferimento alle criticità ambientali emergenti. Tali elementi definiscono uno sfondo progettuale<br />
<strong>di</strong> supporto e permettono il coor<strong>di</strong>namento tra le <strong>di</strong>verse in<strong>di</strong>cazioni esistenti, così come previsto dal<br />
Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 (e dalla L.R. 14/99). Per le specifiche in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> dettaglio si<br />
rimanda <strong>di</strong>rettamente ai relativi strumenti <strong>di</strong> pianificazione esistenti;<br />
4. gli obiettivi e criteri progettuali, che definiscono i riferimenti <strong>di</strong> contenuto per l’attività progettuale;<br />
5. l’organizzazione del processo progettuale, che fornisce in<strong>di</strong>cazioni sulle modalità <strong>di</strong> sviluppo dell’attività <strong>di</strong><br />
interazione progettuale, sui soggetti da coinvolgere, sugli esiti relativi ad altri strumenti <strong>di</strong> pianificazione;<br />
6. le linee <strong>di</strong> azione progettuale, che in<strong>di</strong>cano le concrete iniziative ed attività, in relazione ai <strong>di</strong>versi stati <strong>di</strong><br />
avanzamento del Progetto <strong>di</strong> territorio ed alla più generale processo <strong>di</strong> pianificazione in corso. In questo<br />
senso, potranno essere progetti definiti ed attività in corso <strong>di</strong> svolgimento, oppure attività e progetti possibili<br />
ed in<strong>di</strong>cati in forma puramente esemplificativa. La loro definizione è esito del processo progettuale stesso e<br />
dell’autoorganizzazione dei contesti <strong>di</strong> interazione. Tali linee <strong>di</strong> azione progettuale traducono in azioni,<br />
almeno esemplificativamente, i contenuti degli obiettivi e criteri progettuali;<br />
7. gli approfon<strong>di</strong>menti a sostegno del progetto, che in<strong>di</strong>cano le attività conoscitive e <strong>di</strong> ricerca, coinvolgenti sia soggetti<br />
<strong>di</strong> conoscenza specialistica che soggetti <strong>di</strong> conoscenza esperta, interni o esterni all’Amministrazione<br />
<strong>Provincia</strong>le, utili allo sviluppo dell’attività progettuale;<br />
8. le in<strong>di</strong>cazioni e criteri progettuali per lo sviluppo del sistema inse<strong>di</strong>ativo (o per la pianificazione comunale/locale), l’insieme<br />
cioè <strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni rivolte agli strumenti <strong>di</strong> pianificazione, e <strong>di</strong> categorie <strong>di</strong> attenzione nell’interpretazione e<br />
valutazione delle <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> trasformazione in atto. Tali in<strong>di</strong>cazioni e criteri progettuali costituiscono<br />
riferimento per la verifica <strong>di</strong> compatibilità o conformità della pianificazione urbanistica e territoriale<br />
subprovinciale al PTPG, prevista dalla L.R. 38/99 e successive mo<strong>di</strong>ficazioni ed integrazioni.<br />
Le linee guida per i Progetti <strong>di</strong> territorio sono presentate in forma <strong>di</strong> testo scritto, allegato alle Norme e corredate<br />
da una apposita cartografia, allegata al PTPG fuori testo, specifica per ogni Progetto <strong>di</strong> territorio (in generale in<br />
scala 1:50.000, salvo <strong>di</strong>versa in<strong>di</strong>cazione specifica). La prima parte dei contenuti della cartografia, riferibile alle<br />
Interpretazioni delle <strong>di</strong>namiche territoriali, fornisce gli elementi valutativi delle situazioni e delle problematiche esistenti<br />
nei <strong>di</strong>versi contesti locali. La seconda parte, riferibile alle Linee guida dello schema progettuale, fornisce le principali<br />
in<strong>di</strong>cazioni per lo sviluppo delle azioni progettuali nei <strong>di</strong>versi contesti territoriali. Tutte le tavole costituiscono<br />
riferimento progettuale per lo sviluppo del Progetto <strong>di</strong> territorio e per il coor<strong>di</strong>namento tra la pianificazione<br />
provinciale e le altre forme <strong>di</strong> pianificazione. Le in<strong>di</strong>cazioni cartografiche che fanno riferimento ad altri strumenti<br />
<strong>di</strong> pianificazione (piani paesistici, piani <strong>di</strong> bacino, ecc.) hanno valore puramente in<strong>di</strong>cativo e informativo. Per<br />
ogni specifica in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> dettaglio si rimanda <strong>di</strong>rettamente ai relativi strumenti <strong>di</strong> pianificazione, tenendo in<br />
debita considerazione le relative vigenze effettive e le fasi dell’iter <strong>di</strong> approvazione.<br />
Pur non essendo irrevocabili ed oggetto <strong>di</strong> continua rielaborazione progettuale, in quanto esito <strong>di</strong> un processo, le<br />
in<strong>di</strong>cazioni fornite dai Progetti <strong>di</strong> territorio costituiscono riferimento essenziale per tutte le attività in corso. Le<br />
35
Linee guida dei Progetti <strong>di</strong> territorio, insieme alle in<strong>di</strong>cazioni contenute nel Titolo II – Politiche e strategie delle<br />
presenti Norme, forniscono le <strong>di</strong>sposizioni strutturali <strong>di</strong> cui all’art. 20 della L.R. 38/99. Le Linee guida dei<br />
Progetti <strong>di</strong> territorio forniscono anche le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> supporto all’attuazione.<br />
Attraverso l’Ufficio <strong>di</strong> piano (<strong>di</strong> cui all’Art. 36), la rete <strong>di</strong> comunicazione interna e le altre forme <strong>di</strong><br />
coor<strong>di</strong>namento interno, la <strong>Provincia</strong> cura che le proprie attività inerenti l’ambito o le questioni d’interesse siano<br />
coerenti con le elaborazioni emergenti dal Progetto <strong>di</strong> territorio.<br />
Attraverso il Gruppo <strong>di</strong> valutazione (<strong>di</strong> cui agli Artt. 37-38), la <strong>Provincia</strong> rapporta i Progetti <strong>di</strong> territorio agli<br />
strumenti <strong>di</strong> pianificazione urbanistica e territoriale subprovinciale in corso <strong>di</strong> elaborazione, anche ai fini della<br />
definizione della verifica <strong>di</strong> compatibilità o conformità.<br />
Attraverso il Centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento per le politiche <strong>di</strong> sostegno (<strong>di</strong> cui all’Art. 39), la <strong>Provincia</strong> favorisce la correlazione<br />
tra le iniziative connesse agli strumenti <strong>di</strong> programmazione negoziata, i programmi/progetti <strong>di</strong> iniziativa<br />
comunitaria ed i progetti <strong>di</strong> territorio. In particolare, gli esiti del processo <strong>di</strong> interazione costituiscono il<br />
fondamento per la redazione dei DOCUP relativi ai <strong>di</strong>versi fon<strong>di</strong> strutturali.<br />
Art. 35 Criteri ed in<strong>di</strong>catori per l’inse<strong>di</strong>amento rurale<br />
Per favorire una <strong>di</strong>namica dell’inse<strong>di</strong>amento rurale rispettosa degli obiettivi posti, devono essere definiti criteri<br />
progettuali ed in<strong>di</strong>catori adeguati. In congruenza con l’accezione <strong>di</strong> norma che viene qui assunta, tale definizione<br />
non può che <strong>di</strong>scendere da un processo <strong>di</strong> interazione tra i soggetti deputati all’assetto del territorio e tra questi<br />
ed i soggetti rappresentativi della società civile, nell’ambito del più ampio processo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento tra la<br />
pianificazione provinciale e quella locale.<br />
A tal fine, la <strong>Provincia</strong> promuove e favorisce la definizione <strong>di</strong> “Protocolli d’intesa” con e tra Comuni e/o gruppi<br />
<strong>di</strong> Comuni (anche organizzati in Unioni <strong>di</strong> Comuni), con la partecipazione dei soggetti interessati. Tali protocolli<br />
devono specificare espressamente, tra gli altri, i criteri progettuali da seguire in relazione a:<br />
- modalità inse<strong>di</strong>ative;<br />
- accessibilità;<br />
- progettazione dell’ambiente rurale;<br />
- progettazione e<strong>di</strong>lizia;<br />
- valorizzazione dei beni e dei siti con particolare significato ambientale e culturale;<br />
- localizzazione delle attrezzature <strong>di</strong> servizio.<br />
Per la definizione dei criteri e degli in<strong>di</strong>catori, potranno essere programmate attività <strong>di</strong> implementazione<br />
informativa. La durata <strong>di</strong> tali attività suppletive dovrà comunque essere definita nell’ambito dei singoli Protocolli<br />
d’intesa.<br />
Tali criteri e tali in<strong>di</strong>catori costituiranno integrazione ed approfon<strong>di</strong>mento delle in<strong>di</strong>cazioni per la pianificazione<br />
locale contenute nei Progetti <strong>di</strong> territorio (punto 8), senza comportare variazione del PTPG, nonché riferimento<br />
per la verifica <strong>di</strong> compatibilità e conformità dei piani urbanistici comunali <strong>di</strong> cui all’Art. 34 della L.R. 38/99.<br />
In attesa della definizione <strong>di</strong> tali in<strong>di</strong>catori e <strong>di</strong> tali criteri più dettagliati e salvo <strong>di</strong>versa in<strong>di</strong>cazione contenuta nei<br />
Progetti <strong>di</strong> territorio, valgono le <strong>di</strong>sposizioni contenute nel Titolo IV della L.R. 38/99, relative alla Tutela e<br />
<strong>di</strong>sciplina dell’uso agro-forestale del suolo.<br />
Art. 36 L’Ufficio <strong>di</strong> piano<br />
La <strong>Provincia</strong> costituisce in forma permanente l’Ufficio <strong>di</strong> piano, dotandolo delle strutture, delle attrezzature e<br />
delle risorse necessarie per il suo funzionamento.<br />
L’Ufficio <strong>di</strong> piano, sviluppa (anche in relazione al progetto <strong>di</strong> comunicazione <strong>di</strong> cui all’art. 33) la comunicazione e<br />
la collaborazione esterne ed interne con tutte le componenti della struttura amministrativa, anche attraverso<br />
appositi supporti informativi.<br />
L’Ufficio <strong>di</strong> piano sviluppa le proprie attività <strong>di</strong>:<br />
- coor<strong>di</strong>namento delle politiche e delle iniziative dell’Amministrazione <strong>Provincia</strong>le in funzione del processo <strong>di</strong><br />
pianificazione in corso e dei Progetti <strong>di</strong> territorio in particolare;<br />
- comunicazione interattiva tra i soggetti esterni, singoli o associati, istituzionali e non, e la rete interna della<br />
struttura amministrativa;<br />
- attivazione e sviluppo dei contesti <strong>di</strong> interazione progettuale connessi al processo <strong>di</strong> pianificazione in corso ed,<br />
in particolare, ai Progetti <strong>di</strong> territorio, anche attraverso l’organizzazione <strong>di</strong> specifici gruppi <strong>di</strong> lavoro composti da<br />
soggetti interni ed esterni all’Amministrazione <strong>Provincia</strong>le;<br />
36
- sostegno alla capacità progettuale <strong>di</strong>ffusa sui temi territoriali e le forme connesse <strong>di</strong> partecipazione ed<br />
elaborazione progettuale;<br />
- correlazione tra le iniziative connesse agli strumenti <strong>di</strong> programmazione negoziata (Patti territoriali, Accor<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
programma, Contratti d’area, ecc.), i programmi/progetti <strong>di</strong> iniziativa comunitaria (ed i soggetti ad essi connessi:<br />
GAL, ecc.) ed il processo <strong>di</strong> pianificazione in corso ed, in particolare, i Progetti <strong>di</strong> territorio;<br />
- collaborazione alla redazione dei DOCUP relativi ai <strong>di</strong>versi fon<strong>di</strong> strutturali dell’Unione Europea, sulla base<br />
delle in<strong>di</strong>cazioni del processo <strong>di</strong> pianificazione in corso e dei progetti <strong>di</strong> territorio, in particolare.<br />
Tali due ultime attività sono sviluppate attraverso l’organizzazione <strong>di</strong> un apposito Centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento per le<br />
politiche <strong>di</strong> sostegno (Art. 39).<br />
Art. 37 Coor<strong>di</strong>namento tra pianificazione provinciale e pianificazione locale<br />
I rapporti tra pianificazione provinciale e pianificazione locale (in particolare, dei Comuni e delle Comunità<br />
Montane), ed il loro coor<strong>di</strong>namento, saranno sviluppati secondo i seguenti criteri:<br />
1. Modalità fondamentale per il coor<strong>di</strong>namento tra il processo <strong>di</strong> pianificazione territoriale provinciale e quello<br />
locale è l’interazione in forma collaborativa e preventiva dei soggetti interessati, nell’ambito del più generale<br />
processo <strong>di</strong> interazione progettuale e <strong>di</strong> comunicazione; ciò anche al fine <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare le in<strong>di</strong>cazioni proprie<br />
dei rispettivi strumenti <strong>di</strong> pianificazione.<br />
2. Tale interazione dovrà avvenire nella logica del principio <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà e, quin<strong>di</strong>, nel rispetto delle<br />
specifiche autonomie istituzionali e <strong>di</strong> azione.<br />
3. Per sviluppare tale interazione la <strong>Provincia</strong> costituisce un apposito gruppo <strong>di</strong> lavoro, denominato Gruppo <strong>di</strong><br />
valutazione, strettamente coor<strong>di</strong>nato con l’Ufficio <strong>di</strong> piano.<br />
4. La <strong>Provincia</strong>, anche attraverso la costituzione del SIT provinciale e lo sviluppo del Progetto <strong>di</strong><br />
comunicazione, fornisce un supporto <strong>di</strong> sostegno alla pianificazione locale, soprattutto nei contesti in cui le<br />
realtà locali hanno debole strutturazione e ridotte <strong>di</strong>mensioni demografiche.<br />
5. In particolare, la <strong>Provincia</strong> favorisce il coor<strong>di</strong>namento dei <strong>di</strong>versi processi <strong>di</strong> pianificazione locale, sia nei<br />
contesti dove già esistono Unioni <strong>di</strong> Comuni o altre forme associative similari, sia dove tale coor<strong>di</strong>namento è<br />
motivato dalla necessità <strong>di</strong> integrazione tra le politiche territoriali locali, sia dove le realtà locali hanno debole<br />
strutturazione e ridotte <strong>di</strong>mensioni demografiche.<br />
6. La <strong>Provincia</strong> promuove e favorisce lo sviluppo <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> pianificazione finalizzato alla definizione <strong>di</strong><br />
criteri ed in<strong>di</strong>catori per l’inse<strong>di</strong>amento rurale più dettagliati, <strong>di</strong> cui al precedente art. 35.<br />
7. La <strong>Provincia</strong> effettua la verifica <strong>di</strong> compatibilità o <strong>di</strong> conformità dei piani urbanistici comunali al PTPG,<br />
come previsto dall’Art. 34 della L.R. 38/99. Tale proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> verifica si sviluppa all’interno del processo<br />
<strong>di</strong> interazione preventivamente avviato e per il quale è attivato il Gruppo <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> cui sopra.<br />
8. La verifica è effettuata nei confronti <strong>di</strong> tutti i contenuti del presente PTPG ed, in particolare, delle<br />
in<strong>di</strong>cazioni contenute nei Progetti <strong>di</strong> territorio. Costituiscono riferimento essenziale le in<strong>di</strong>cazioni e criteri<br />
progettuali per lo sviluppo del sistema inse<strong>di</strong>ativo e per la pianificazione comunale/locale, contenute nel punto 8 dei<br />
Progetti <strong>di</strong> territorio.<br />
L’adozione o l’adeguamento degli strumenti <strong>di</strong> pianificazione territoriale ed urbanistica subprovinciali (compresi i<br />
piani pluriennali <strong>di</strong> sviluppo socio-economico delle Comunità Montane) al PTPG dovranno avvenire entro il<br />
termine <strong>di</strong> due anni dalla data della sua pubblicazione, prevista alla conclusione dell’iter definito dall’art. 21 della<br />
L.R. 38/99.<br />
Art. 38 Coor<strong>di</strong>namento tra pianificazione provinciale e pianificazione settoriale ed, in particolare,<br />
ambientale<br />
I rapporti tra pianificazione provinciale e pianificazione settoriale (sia propria che <strong>di</strong> altri enti) ed, in particolare,<br />
ambientale (con riferimento, in primo luogo, ai piani <strong>di</strong> parco, agli strumenti <strong>di</strong> gestione delle riserve, ai piani <strong>di</strong><br />
gestione delle aree protette inserite nella Rete Natura 2000), ed il loro coor<strong>di</strong>namento, saranno sviluppati<br />
secondo i seguenti criteri:<br />
1. Modalità fondamentale per il coor<strong>di</strong>namento tra il processo <strong>di</strong> pianificazione territoriale provinciale e quello<br />
settoriale ed, in particolare, ambientale è l’interazione in forma collaborativa e preventiva dei soggetti<br />
interessati, nell’ambito del più generale processo <strong>di</strong> interazione progettuale e <strong>di</strong> comunicazione; ciò anche al<br />
fine <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare le in<strong>di</strong>cazioni proprie dei rispettivi strumenti <strong>di</strong> pianificazione. Le in<strong>di</strong>cazioni contenute<br />
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nelle presenti norme ed, in particolare, nei Progetti <strong>di</strong> territorio allegati, costituiscono quadro <strong>di</strong> riferimento<br />
essenziale per l’elaborazione <strong>di</strong> tali altri strumenti.<br />
2. Tale interazione dovrà avvenire nella logica del principio <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà e, quin<strong>di</strong>, nel rispetto delle<br />
specifiche autonomie istituzionali e <strong>di</strong> azione.<br />
3. Per sviluppare tale interazione la <strong>Provincia</strong> costituisce un apposito gruppo <strong>di</strong> lavoro, denominato Gruppo <strong>di</strong><br />
valutazione, strettamente coor<strong>di</strong>nato con l’Ufficio <strong>di</strong> piano.<br />
In particolare, per quanto riguarda i piani <strong>di</strong> gestione delle aree protette della Rete Natura 2000 (SIC, ZPS, ecc.),<br />
elaborati, in corso <strong>di</strong> elaborazione o da elaborare, essi costituiscono <strong>di</strong> fatto un primo sviluppo (peraltro molto<br />
importante) dei Progetti <strong>di</strong> territorio allegati al presente PTPG. Il Progetto <strong>di</strong> territorio costituisce il quadro <strong>di</strong><br />
riferimento per l’elaborazione del piano <strong>di</strong> gestione che, a sua volta, costituisce approfon<strong>di</strong>mento del Progetto <strong>di</strong><br />
territorio.<br />
I piani <strong>di</strong> gestione delle aree protette della Rete Natura 2000 (SIC, ZPS, ecc.) approvati potranno <strong>di</strong>ventare parte<br />
integrante del PTPG dopo un adeguato processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione pubblica, concertazione e partecipazione e dopo<br />
l’opportuno iter procedurale, espletato secondo più specifiche in<strong>di</strong>cazioni eventualmente fornite all’interno <strong>di</strong> un<br />
quadro legislativo <strong>di</strong> riferimento più chiaramente definito.<br />
Art. 39 Accesso ai finanziamenti. Costituzione del “Centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento per le politiche <strong>di</strong><br />
sostegno”<br />
Elemento strategico per lo sviluppo del territorio reatino è l’accesso ai finanziamenti regionali, statali e<br />
comunitari. Per favorire tale accesso, viene costituito in seno alla <strong>Provincia</strong> un Centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento per le politiche<br />
<strong>di</strong> sostegno.<br />
Tale Centro ha l’obiettivo <strong>di</strong> favorire la correlazione tra le iniziative connesse agli strumenti <strong>di</strong> programmazione<br />
negoziata (Patti territoriali, Accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> programma, Contratti d’area, ecc.), i programmi/progetti <strong>di</strong> iniziativa<br />
comunitaria e il processo <strong>di</strong> pianificazione territoriale.<br />
Il Centro svolge dunque una funzione <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento delle attività dell’Ufficio <strong>di</strong> Piano e dell’Ufficio per le<br />
politiche comunitarie.<br />
La capacità operativa del Centro è garantita dalla <strong>Provincia</strong>, sia in termini <strong>di</strong> strutture ed attrezzature, che in<br />
termini <strong>di</strong> personale addetto.<br />
Le modalità <strong>di</strong> connessione tra il Centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento ed i <strong>di</strong>versi soggetti della società reatina verranno<br />
stabilite durante la fase <strong>di</strong> avvio del Centro, che avverrà con la partecipazione più ampia dei soggetti stessi.<br />
La funzionalità del Centro e la flui<strong>di</strong>tà dei rapporti con i soggetti viene assicurata anche attraverso<br />
l’organizzazione ed i supporti informativi che il progetto <strong>di</strong> comunicazione porrà in essere.<br />
Art. 40 Costituzione <strong>di</strong> un “Coor<strong>di</strong>namento per le iniziative volte allo sviluppo produttivo locale”<br />
La <strong>Provincia</strong> favorisce e stimola la costituzione <strong>di</strong> un “Coor<strong>di</strong>namento per le iniziative volte allo sviluppo produttivo locale”,<br />
inteso come rete <strong>di</strong> soggetti pubblici e privati che opera per la concreta valorizzazione dei Sistemi produttivi<br />
locali.<br />
Il Coor<strong>di</strong>namento, che si collega ad analoghe iniziative in atto ai <strong>di</strong>versi livelli istituzionali, si attiverà in una fase<br />
iniziale sui seguenti temi:<br />
- Il quadro concettuale, ideale, politico, rispetto a cui impostare le <strong>di</strong>verse progettualità. Gli assunti e principi, le<br />
politiche e le strategie stabiliti nelle presenti norme (Titoli I e II) ne definiscono i riferimenti costitutivi.<br />
- Le politiche <strong>di</strong> natura sociale, economica, territoriale in relazione agli obiettivi <strong>di</strong> sviluppo produttivo; ciò a<br />
partire dalle politiche e dalle strategie definite nelle presenti norme. Pur se il quadro <strong>di</strong> riferimento interno ed<br />
esterno è estremamente <strong>di</strong>namico e mutevole (e forse proprio per questo), è in<strong>di</strong>spensabile elaborare specifici<br />
in<strong>di</strong>rizzi costitutivi della politica produttiva a livello provinciale, che possano dare all’azione della <strong>Provincia</strong> una<br />
capacità decisionale autonoma, la forza cioè <strong>di</strong> influenzare le politiche stabilite “fuori” dall’ambito provinciale<br />
attraverso continue occasioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo.<br />
- Le azioni locali, ed i relativi percorsi operativi, che possono essere rafforzate o avviate per rispondere agli<br />
stimoli che via via emergono nella società reatina e dal suo apparato produttivo.<br />
- Il perseguimento <strong>di</strong> una omogeneità e congruenza <strong>di</strong> atteggiamenti nel coinvolgimento delle istanze locali. Ciò è<br />
possibile, se si vuol rimanere aderenti alle impostazioni che orientano l’attività <strong>di</strong> pianificazione territoriale, solo<br />
attraverso un rapporto più stretto e <strong>di</strong>retto con i contesti territoriali/sociali, con gli stimoli e le possibilità che<br />
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emergono dalla società civile e dai soggetti che sono attivi o che intendono attivarsi nel campo delle attività<br />
produttive e del lavoro.<br />
Art. 41 Interventi <strong>di</strong> processo per l’accessibilità e la mobilità<br />
Al fine <strong>di</strong> favorire l’accessibilità ai luoghi del territorio provinciale <strong>di</strong> interesse naturalistico e culturale, <strong>di</strong><br />
incentivare l’attività fisica e la percezione del paesaggio, nonché <strong>di</strong> riorganizzare la viabilità e i sentieri anche<br />
come parte della rete <strong>di</strong> connessione ecologica, la <strong>Provincia</strong> elabora uno specifico Piano <strong>di</strong> assetto della rete dei sentieri<br />
e dei percorsi turistici, redatto in collaborazione con i <strong>di</strong>versi enti esistenti sul territorio che si occupano <strong>di</strong> questi<br />
aspetti e mirato alla verifica e progettazione delle <strong>di</strong>verse connessioni con la rete del trasporto pubblico, con i<br />
no<strong>di</strong> <strong>di</strong> scambio esistenti o da prevedere, con la rete dei parcheggi pubblici e delle attrezzature <strong>di</strong> servizio.<br />
La <strong>Provincia</strong>, al fine <strong>di</strong> contribuire al completamento del <strong>di</strong>segno della grande maglia stradale e al potenziamento<br />
della rete su ferro secondo quanto in<strong>di</strong>cato dalla Regione Lazio nell’ambito del QRT, anche in riferimento agli<br />
accor<strong>di</strong> esistenti con le amministrazioni regionali e provinciali confinanti, istituisce un Tavolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione sulle reti<br />
<strong>di</strong> accessibilità, che coinvolga tutti gli enti interessati e acceleri l’elaborazione dei necessari stu<strong>di</strong> e la realizzazione<br />
delle opere già definite. Nell’ambito <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>scussione saranno perio<strong>di</strong>camente coinvolti gli abitanti nelle forme e<br />
nei mo<strong>di</strong> dei “forum”.<br />
Al fine <strong>di</strong> migliorare nel suo complesso la mobilità, in particolare fornendo un supporto organizzativo al<br />
trasporto collettivo, e considerando che l’Unione Europea favorisce lo sviluppo anche con opportuni<br />
finanziamenti delle innovazioni telematiche nel settore dei trasporti, la <strong>Provincia</strong> si doterà <strong>di</strong> un adeguato sistema<br />
informativo. Tale sistema sarà volto principalmente a fornire informazioni ai viaggiatori in tempo reale anche con<br />
l’ausilio <strong>di</strong> terminali pubblici e guide elettroniche, e ad utilizzare applicazioni telematiche per il pagamento e la<br />
prenotazione elettronica. Il sistema sarà parte integrante della rete e delle attrezzature che supportano la<br />
realizzazione del Progetto <strong>di</strong> comunicazione.<br />
La <strong>Provincia</strong>, in considerazione dell’importanza del miglioramento della rete infrastrutturale provinciale e della<br />
complessità ambientale e normativa dei relativi interventi <strong>di</strong> potenziamento e riqualificazione, istituisce, nelle<br />
forme e nei mo<strong>di</strong> che saranno successivamente stabiliti dal competente assessorato, un’apposita Struttura tecnica <strong>di</strong><br />
progettazione integrata delle infrastrutture. Tale struttura tecnica, me<strong>di</strong>ante il reperimento delle opportune competenze<br />
tecniche anche con personale esterno all’organico provinciale, all’interno delle procedure <strong>di</strong> progettazione e<br />
realizzazione <strong>di</strong> interventi su strade, no<strong>di</strong> <strong>di</strong> scambio, ed in genere opere riguardanti la mobilità, dovrà<br />
esplicitamente considerare oltre agli aspetti <strong>di</strong> funzionalità e sicurezza anche quelli legati all’impatto urbanistico,<br />
ambientale e paesaggistico delle opere, con riferimento anche alle problematiche normative connesse a tali<br />
aspetti. Inoltre, la stessa struttura tecnica dovrà seguire gli stu<strong>di</strong> e l’attuazione delle opere, nonché seguire la<br />
formazione e l’attuazione degli strumenti <strong>di</strong> pianificazione del settore trasporti <strong>di</strong> cui la <strong>Provincia</strong> dovrà dotarsi.<br />
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