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versione pdf gratuita - Impianti Clima

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GIUGNO 2012<br />

impianti<br />

Il media digitale per l’HVAC<br />

4 Regole Auree per gli<br />

impianti a tutta aria<br />

Trattamento delle<br />

emissioni nella<br />

cogenerazione<br />

Illuminazione LED<br />

Rinnovabili,<br />

efficienza energetica<br />

e formazione<br />

clima<br />

numero 06


IMPIANTI<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> è una rivista digitale, distribuita <strong>gratuita</strong>mente a una mailing list di operatori del<br />

settore, installatori, società di gestione attive nel settore del condizionamento e riscaldamento.<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong>, si propone come rapida alternativa di comunicazione per il settore HVAC&R.<br />

Numero 1 Numero 2 Numero 3<br />

lettori 3528* lettori 7106* lettori 6833*<br />

Numero 4<br />

lettori 5219*<br />

* Dati aggiornati al 01/06/2012<br />

31.657 lettori<br />

Numero 5<br />

MAGGIO 2012<br />

<br />

<br />

Regole auree<br />

impianti ad<br />

espansione diretta<br />

Microchiller per<br />

microimpianti<br />

Mercato<br />

Compressori<br />

Novità da Mostra<br />

Convegno<br />

Expocomfort<br />

follow us<br />

Website: www.impianticlima.com - Issuu: www.issuu.com/impianticlima<br />

<br />

<br />

<strong>Impianti</strong> Speciali<br />

lettori 5403*<br />

CLIMA


IL SEGNAVENTO<br />

A<br />

distanza di un mese o poco più,<br />

siamo nuovamente online con un<br />

numero ricco di temi e sempre più<br />

convinti a proseguire l’avventura di<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> e perseguire così, l’obiettivo<br />

del fondatore Antonio Briganti.<br />

Lo sforzo di migliorare e perfezionare è<br />

sempre stato insito nella società industriale<br />

moderna. Si tratta di un atteggiamento<br />

mentale sorto prepotente e affermato<br />

durante la Rivoluzione Industriale. Esso<br />

coinvolge qualsiasi tipo di prodotto, indipendentemente<br />

dalla sua natura e dal contenuto<br />

di tecnologia. Ma anche la stessa<br />

informazione ne è profondamente investita:<br />

dall’uso del linguaggio ai mezzi attraverso<br />

i quali si esprime. I prodotti editoriali,<br />

e non da meno <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong>, sono<br />

soggetti in continua pressione verso la<br />

ricerca di una crescente efficienza di informazione.<br />

Questo obiettivo cerchiamo di<br />

raggiungerlo con ogni numero, e con gli<br />

strumenti che la tecnologia moderna offre.<br />

Social Network, Wordpress, Chat, sono un<br />

mezzo valido e soprattutto immediato.<br />

L’editoria moderna, ormai è chiaro a tutti,<br />

deve essere polivalente, come dice la<br />

parola stessa, utile a diversi scopi, che vale<br />

per molti usi, quindi deve poter veicolare<br />

informazione a 360°. Per rendere la nostra<br />

rivista ancor più accessibile, da pochi giorni<br />

esiste oltre alla <strong>versione</strong> digitale anche<br />

la <strong>versione</strong> cartacea. E’ possibile acquistare<br />

le copie dei numeri attraverso il servizio<br />

di stampa a pagamento gestito interamente<br />

da Peecho, società olandese attiva nei<br />

servizi “print on demand”. L’introduzione<br />

di questo nuovo strumento rende <strong>Impianti</strong><br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

Ad Majora<br />

<strong>Clima</strong> ancor più innovativa rispetto alla<br />

stampa tradizionale, soprattutto nell’ottica<br />

del non spreco, tema quanto mai attuale.<br />

Non da meno si dimostra alternativa proponendosi<br />

con uno spirito di forte creatività.<br />

La consapevolezza che sia un riconosciuto<br />

strumento per l’aggiornamento e la<br />

formazione dei progettisti, installatori e<br />

costruttori ci viene continuamente evidenziata<br />

dal numero con cui i lettori crescono,<br />

dai download della rivista e non da<br />

meno dai visitatori al sito di www.impianticlima.com,<br />

recentemente aggiornato, e<br />

non ultimi i follower che ogni giorno ci<br />

scoprono nella rete. Progettisti, installatori,<br />

studenti, in cerca di suggerimenti e<br />

strumenti per la progettazione. Lo intuiamo<br />

dalle ricerche, da cosa leggono e dalla<br />

documentazione che scaricano. In mezzo<br />

alla selva di portali informativi, che si rimbalzano<br />

informazioni quasi fini a se stesse,<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> si dimostra una perla rara.<br />

Pura informazione tecnica e per questo,<br />

più vicini al settore della progettazione. Il<br />

nostro lettore cerca sostanza e noi crediamo<br />

di poter dare questa sostanza, attraverso<br />

contenuti di alto profilo sviluppati da<br />

specialisti che partecipano attivamente al<br />

settore HVAC e come tali in grado di<br />

rispondere alle aspettative preminenti dei<br />

lettori. Le opinioni forti, a volte espresse<br />

nelle pagine della Rivista, non vogliono<br />

essere prese di posizione, ma bensì, hanno<br />

l’obiettivo di stimolare il confronto, l’analisi<br />

e l’aggiornamento.<br />

La Redazione<br />

3


Contenuti<br />

<br />

<br />

GIUGNO 2012<br />

N. 6 - Giugno 2012<br />

Una casa solare efficiente, l’illuminazione<br />

degli ambienti sfrutta la tecnologia LED .<br />

Perform[D]ance House realizzata dalla<br />

Florida International University’s.<br />

4 regole auree per l’efficienza<br />

energetica degli impianti a tutta aria<br />

14<br />

<br />

<br />

4 Regole Auree per gli<br />

impianti a tutta aria<br />

Trattamento delle<br />

emissioni nella<br />

cogenerazione<br />

Illuminazione LED<br />

Scenari futuri<br />

Tecnologie del<br />

Greenbuilding<br />

Esposizione Green<br />

12<br />

L’ultima edizione di Solarexpo ha confermato<br />

la collocazione dell’evento ai primi posti<br />

tra le manifestazioni fieristiche mondiali.<br />

Quali accorgimenti tenere nel progetto degli<br />

impianti a tutta aria per aumentarne l'efficienza<br />

energetica rispetto alle procedure dettate dalla<br />

tradizione. E quando le nuove tecnologie costruttive<br />

e le moderne soluzioni impiantistiche possono<br />

contribuire a questo risultato.<br />

Il trattamento emissioni nella cogenerazione<br />

20<br />

Il rialzo dei combustibili fossili innalza artificiosamente<br />

anche i costi di alcuni combustibili rinnovabili,<br />

portandoli fuori mercato. Oltre all’aumento dei costi,<br />

la diminuzione degli incentivi e il forte calo della<br />

domanda di energia elettrica, ha necessariamente<br />

portato alla sperimetnazione di nuovi combustibili<br />

meno costosi, ma decisamente problematici sul<br />

fronte delle emissioni.<br />

www.impianticlima.com - redazione@impianticlima.com<br />

@impianticlima<br />

4 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


Luce su una nuova tecnologia.<br />

Illuminazione LED<br />

6. I Numeri<br />

8. Monitor<br />

19. From another angle<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

26<br />

In virtù degli enormi progressi realizzati negli ultimi anni, i Led<br />

rappresentano il futuro prossimo dell’illuminazione, penetrando<br />

con forza crescente nel mercato dei corpi illuminanti.<br />

Rubriche<br />

Rinnovabili, efficienza e formazione:<br />

Concetti slegati?<br />

32<br />

La Direttiva 28/2009/CE per l’incentivazione all’uso delle energie<br />

rinnovabili, più nota con l’acronimo RES, e il successivo recepimento<br />

italiano della direttiva attraverso il D.lgs. 28/2011, nel prossimo<br />

futuro apporteranno indubbi vantaggi rispetto alla necessaria drastica<br />

riduzione dei consumi di combustibili fossili.<br />

38. Prodotti & Sistemi<br />

42. Il Bibliofilo<br />

43. Il minimalista<br />

www.impianticlima.com - redazione@impianticlima.com @impianticlima<br />

5


I numeri<br />

6 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

Parco<br />

Zelan


eolico nel West Wind vicino a Wellington in Nuova<br />

da. Impianto realizzato da Siemens nel 2009.<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

EOLICO<br />

L’uso dell'energia prodotta dai venti trova<br />

radici già dall’antichità, dapprima per la<br />

navigazione, poi nel lavoro meccanico, grazie<br />

all’introduzione dei mulini a vento. Un<br />

fenomeno, quello dei venti, dovuto alla differenza<br />

di pressione che si stabilisce tra due o<br />

più punti dell'atmosfera, capace di muovere<br />

masse d'aria anche ingenti e con forze talvolta<br />

distruttive. L'energia dei venti è oggi trasformata<br />

in energia elettrica, una promettente<br />

fonte energetica sostenibile in grado di<br />

sopperire sempre più alla domanda mondiale.<br />

L’uso di pale più lunghe ed efficienti nonché<br />

nuovi motori a induzione magnetica<br />

permettono di abbattere il costo del kWh<br />

elettrico in modo significativo. Di conseguenza,<br />

una maggiore potenza elettrica in termini<br />

di MW permette grossi risparmi sui costi di<br />

produzione, ma strutture più imponenti e<br />

visibili da grandi distanze, con un maggiore<br />

impatto ambientale sul paesaggio.<br />

9.616 MW capacità<br />

totale installata in Europa nel<br />

2011<br />

8.750 MW capacità<br />

totale installata di impianti<br />

eolici onshore<br />

866 MW capacità<br />

totale installata di impianti<br />

eolici offshore<br />

12,6 miliardi gli<br />

Euro investiti nell’energia eolica<br />

in Europa<br />

950 MW capacità totale<br />

installata in Italia<br />

15,6% incremento<br />

annuo dal 1995 al 2011<br />

7


MONITOR<br />

E' attivo il nuovo bando Ecoinnovation<br />

della Commissione<br />

europea che, per il 2012,<br />

mette a disposizione 34,8<br />

milioni di euro di cofinanziamento<br />

per realizzare prodotti,<br />

servizi e processi che utilizzano<br />

meno risorse naturali e<br />

meno rifiuti, e di conseguenza<br />

più sostenibili. La nuova campagna<br />

di Eco-innovation è<br />

partita anche su youtube<br />

(www.youtube.com) con un<br />

simpatico video dove un<br />

ambientalista, in t-shirt e a<br />

piedi nudi, distribuisce fiori al<br />

pubblico e sfida un imprenditore<br />

in giacca e cravatta a una<br />

scatenata gara di ballo. La<br />

Clicca per<br />

visualizzarla<br />

IMPIANTI CLIMA E’ SOCIAL SEGUICI SU:<br />

obbligo<br />

installazione<br />

impianti da<br />

fonti<br />

rinnovabili<br />

prodotti e servizi eco-sostenibili<br />

Confronto trA sIstEmI<br />

IdronICI E Vrf<br />

Una presentazione che in modo concreto<br />

e sintetico, realizza un confronto<br />

tra questi due tipi di impianti e ne<br />

mette in evidenza le principali diversità<br />

e le applicazioni consigliabili.<br />

sfida si conclude in parità: il<br />

merito è della magia del riciclo,<br />

che dà nuova vita a materiali<br />

e produce nuovi oggetti<br />

per il mercato “Negli ultimi<br />

quattro anni - spiega il commissario<br />

Ue all’Ambiente,<br />

Janez Potocnik, - il bando Ecoinnovation<br />

ha aiutato oltre<br />

E' entrato in vigore il 31 maggio 2012 l’obbligo<br />

di istallazione degli impianti di produzione di<br />

energia da fonti rinnovabili negli edifici nuovi e<br />

in quelli sottoposti a ristrutturazioni rilevanti. Lo<br />

stabilisce il Decreto Rinnovabili (Dlgs 28 del 3<br />

marzo 2011). L’obbligo non si applica agli edifici<br />

vincolati, qualora il progettista evidenzi che<br />

il rispetto delle prescrizioni implica un’alterazione<br />

incompatibile con i loro caratteri storici e<br />

artistici. Scarica il decreto qui.<br />

cento prodotti verdi innovativi<br />

a raggiungere il mercato. Il<br />

programma mostra come il<br />

business possa aiutare le<br />

nostre economie a crescere in<br />

modo sostenibile dal punto di<br />

vista ambientale, una volta<br />

avuto il sostegno<br />

giusto”.Cinque i settori interessati<br />

dal bando di quest’anno:<br />

riciclo dei materiali, conservazione<br />

dell’acqua, prodotti<br />

sostenibili per l’edilizia, attività<br />

commerciali verdi e industria<br />

alimentare e delle bevande.<br />

Il cofinanziamento Ue può<br />

arrivare fino al 50% del costo<br />

dei progett. Per visualizzare il<br />

bando clicca qui.<br />

8 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


GUIDA ONLINE ALLA<br />

SCELTA DEL<br />

CONDIZIONATORE<br />

Da una recente<br />

indagine Samsung<br />

condatta insieme<br />

a Human Highway<br />

su un campione<br />

rappresentativo<br />

della popolazione<br />

italiana di 1,000<br />

casi, è emerso la<br />

presenza del climatizzatore<br />

in una<br />

casa su due. Per<br />

guidare i consumatori nella scelta del sistema di condizionamento,<br />

l'azienda ha sviluppato un tutorial online che mostra quale e<br />

quanti dispositivi prevedere a seconda della città e della casa in<br />

cui si risiede. Con tre semplici step il tutorial guida i consumatori<br />

in maniera intuitiva. Basta semplicemente indicare la tipologia di<br />

abitazione, edificio e tipo di stanza, aggiungere le proprietà tecniche<br />

degli ambienti da climatizzare e in poco si è in grado di avere<br />

chiaro e esempio applicativo. Il tutorial è consultabile al link:<br />

www.samsung.com/it/consumer/air-con/ac-match/index.html<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

CLIMAVENETA E<br />

CONSERVE-IT<br />

INSIEME<br />

<strong>Clima</strong>veneta e l’australiana Conserve-It<br />

hanno siglato un accordo di collaborazione<br />

per lo sviluppo congiunto di sistemi di<br />

controllo per refrigeratori di liquido e<br />

pompe di calore dedicate unendo le rispettive<br />

competenze specifiche. Con questa<br />

nuova sinergia, <strong>Clima</strong>veneta, metterà sul<br />

mercato a breve un nuovo controllo avanzanto<br />

per il controllo, l’ottimizzazione e la<br />

gestione degli impianti per chiller e pompe<br />

di calore <strong>Clima</strong>Pro e Conserve-It nuovi<br />

moduli addizionali per PlantPro.<br />

Regione Lombardia, posticipo termoregolazione e contabilizzazione<br />

rapporto 2012<br />

certificazione<br />

energetica<br />

E’ scaricabile <strong>gratuita</strong>mente il<br />

"Rapporto 2012: Attuazione<br />

della certificazione energetica<br />

degli edifici in Italia". Il volume,<br />

elaborato dal CTI costituisce<br />

un aggiornamento<br />

della <strong>versione</strong> 2011, apliato<br />

e approfondito alla luce delle<br />

recenti norme. www.cti2000.it<br />

Con la delibera n. 3522 del 23 maggio scorso, la Regione Lombardia ha posticipato<br />

al 1 agosto 2014 l’obbligo di dotare di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione<br />

del calore alcune tipologie di impianti termici centralizzati o collegati al teleriscaldamento.<br />

La nuova delibera integra e modifica la precedente, stabilendo che<br />

possono usufruire della posticipazione dell'obbligo al 1 agosto 2014: gli impianti<br />

termici per i quali il cambio di combustibile sia avvenuto dopo l'1 agosto 1997; gli<br />

impianti termici che sono stati collegati a reti di teleriscaldamento dopo l'1 agosto<br />

1997; gli impianti per i quali viene approvato un progetto di ristrutturazione complessiva<br />

che consenta un miglioramento dell'efficienza energetica non inferiore al<br />

40% rispetto al rendimento dell'impianto originario. www.regione.lombardia.it<br />

AGGIORNAMENTO NORME<br />

EC 2-2012 UNI EN ISO 10077-1:2007<br />

Prestazione termica di finestre, porte e chiusure oscuranti - Calcolo della trasmittanza<br />

termica - Parte 1: Generalità<br />

UNI 11444:2012<br />

Acustica in edilizia - Classificazione acustica delle unità immobiliari - Linee guida per<br />

la selezione delle unità immobiliari in edifici con caratteristiche non seriali<br />

UNI EN ISO 13792:2012<br />

Prestazione termica degli edifici - Calcolo della temperatura interna estiva di un<br />

locale in assenza di impianti di climatizzazione - Metodi semplificati<br />

9


the story of send - google green<br />

Google ha messo online un nuovo breve video animato dal titolo “The Story of Send” , in cui viene ripercorso il tragitto<br />

che le mail compiono dal loro invio. Nella rappresentazione si vede l’email abbandonare il computer e l'Isp<br />

(Internet service provider) per approdare a un router di dorsale, qui Google smista la mail al data center più vicino per<br />

poi raggiungere la destinazione finale. Il video è nato per documentare l'attenzione di Google per la minimizzazione<br />

dell'impatto ambientale dei propri servizi. Inserita all'interno del progetto Google Green, la campagna illustra in particolare<br />

le modalità progettuali relative ai propri data center. Per la gestione e la manutenzione delle macchine, la<br />

società di Palo Alto ha introdotto un sistema ormai collaudato eco-sostenibili per il raffreddamento dei server, sono<br />

impiegati sistemi “free”, che non richiedono ulteriori consumi, quali il riutilizzo dell'acqua e la ventilazione esterna. E’<br />

possibile vedere il video cliccando di seguito il link http://youtu.be/5Be2YnlRIg8<br />

Rapporto<br />

Statistico<br />

sul solare<br />

fotovoltaico<br />

del 2011<br />

SETTIMO PIANO AMBIENTALE PER MITSUBISHI ELECTRIC<br />

mitsubishi Electric Corporation<br />

ha annunciato il lancio del suo<br />

settimo Piano Ambientale, un<br />

piano di azione triennale allineato<br />

alla Environmental<br />

Vision 2021. Il piano si propone<br />

di contribuire alla riduzione<br />

delle emissioni di biossido di<br />

carbonio, in tal senso,<br />

mitsubishi Electric aumenterà<br />

l’efficienza energetica dei propri<br />

prodotti con l’obiettivo di<br />

ridurre del 27% in media le<br />

emissioni prodotte nell’uso di<br />

84 prodotti rispetto ai livelli di<br />

emissioni dell’anno fiscale<br />

2001. Entro i prossimi tre<br />

anni, inoltre, l’azienda<br />

Il documento riporta la disponibilità nell’anno dell’energia dal<br />

sole, la consistenza del parco fotovoltaico, la produzione, le ore di<br />

utilizzazione, gli incentivi e i servizi erogati dal GSE a favore degli<br />

impianti fotovoltaici. Alla fine del 2011 in Italia sono in esercizio<br />

circa 330.200 impianti per 12.780 MW installati ed 11 TWh prodotti.<br />

Nello stesso anno l’Italia si colloca al secondo posto a livello<br />

mondiale - dopo la Germania - per capacità fotovoltaica totale<br />

in esercizio ed al primo posto per nuova capacità produttiva<br />

entrata in esercizio nel 2011. Scaricabile cliccando qui.<br />

aumenterà la propria capacità<br />

di generazione di energia<br />

fotovoltaica di 6.400 kW per<br />

raggiungere una capacità<br />

complessiva di 14.100 kW, nei<br />

quali rientra anche il rendimento<br />

dei sistemi fotovoltaici<br />

già esistenti. I sistemi per il<br />

controllo dei consumi saranno<br />

integrati per limitare i picchi di<br />

consumo di elettricità in tutte<br />

le 68 principali sedi aziendali<br />

nazionali impegnate in contratti<br />

di acquisto di almeno<br />

500 kW di energia elettrica. si<br />

impegnerà, inoltre, nella<br />

sostituzione dei condizionatori<br />

d’aria con prodotti più alta<br />

efficienti. Per quanto riguarda,<br />

invece, le iniziative per il riciclo,<br />

mitsubishi Electric ridurrà<br />

il rapporto finale di smaltimento<br />

dei rifiuti vagliando e<br />

smistando tutti i rifiuti prodotti<br />

nelle varie sedi aziendali.<br />

Promuoverà le 3r (riduzione,<br />

riutilizzo e riciclo) nei prodotti.<br />

10 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


L’ENEA ha depositato un brevetto<br />

per la messa a punto di un<br />

metodo e relativo impianto per il<br />

trattamento di biomassa lignocellulosica.<br />

E’ noto che nel procedimento<br />

tradizionale, si ottengono<br />

alcune sostanze derivanti da processi<br />

di degradazione termica che<br />

inibiscono il processo di fermentazione.<br />

Generalmente il processo<br />

di detossificazione avviene per<br />

lavaggio acquoso del materiale<br />

che elimina gli inibitori della fermentazione,<br />

con conseguente<br />

perdita di idrocarburi utili solubili<br />

in fase acquosa. Il trattamento<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

dati statistici pompe di calore<br />

In occasione del V° Forum<br />

dell'EHPA (European Heat Pump<br />

Association), il Presidente dell’associazione<br />

Co.Aer, Bruno<br />

Bellò, ha presentato i dati relativi<br />

al settore delle pompe di calore<br />

relativi all'anno 2011. Dai dati<br />

si evidenzia la sostanziale tenuta del mercato delle<br />

pompe di calore rispetto al 2010, nonostante la situazione<br />

economica negativa, con una flessione solo nelle<br />

vendite di pompe di calore aria-aria di piccola potenza.<br />

edificio leed platinum<br />

autosufficiente<br />

Il nuovo edificio della NASA erettpo a Moffett Field, in<br />

California ha ottenuto la certificazione LEED Platinum. Il<br />

complesso genera più energia di quanto ne consumi utilizzando<br />

diverse tecnologie sinergiche fra loro. Primo fra<br />

tutti un impianto fotovoltaico in grado di produttre 85<br />

kW nelle ore di punta, una cella a combustibile della<br />

Bloom Box, e un super efficiente sistema di riciclo delle<br />

acque grigie per ridurre l'uso dell'acqua del 90 % rispetto<br />

ad un edificio tradizionale. Si dispone anche di una<br />

trattamento di biomassa lignocellulosica<br />

brevettato da Enea prevede l'impiego<br />

di un sistema che consente<br />

di allontanare gli inibitori mediante<br />

lo strippaggio con una corrente<br />

di aria e/o vapore ottenendo un<br />

materiale detossificato, ovvero<br />

fermentabile, senza perdita di<br />

materiale utile e senza aggiunta di<br />

chemicals. La principale caratteristica<br />

innovativa dell’invenzione<br />

consiste pertanto nell'impiego di<br />

La crescita del numero di pompe di calore, soprattutto<br />

nelle piccole-medie potenze, dimostra che le aziende del<br />

settore della climatizzazione hanno iniziato ad investire<br />

nell’enorme settore del riscaldamento, ma diversamente<br />

da quanto accaduto in altri Paesi europei, come<br />

Germania, Francia, Norvegia e Svezia, dove gli incrementi<br />

sono stati notevoli, anche grazie a programmi di<br />

incentivazione nazionale, in Italia il mercato dei sistemi<br />

a pompa di calore non è ancora definitivamente decollato<br />

in termini di capacità installata. La sintesi dell’intervento<br />

è scaricabile qui.<br />

vasta rete di sensori wireless che permettono di reagire<br />

automaticamente ai cambiamenti di temperatura, sole,<br />

vento, meteo e occupazione per fornire un ambiente<br />

confortevole degli interni. L'interno dell'edificio è stato<br />

realizzato esclusivamente con materiali riciclati, atossici<br />

e riciclabili. Il pavimento in rovere sbiancato al piano<br />

terra è stato recuperato da una galleria del vento risalente<br />

al 1953. L'abbondanza di lucernari permettendo così<br />

tanta luce da utilizzare l'illuminazione artificiale solo per<br />

circa 40 giorni l'anno. Le finestre gestite da un sistema di<br />

regolazione si aprono e chiudono a seconda del clima<br />

interno dell'edificio. www.nasa.gov/externalflash/sustainability-base<br />

un sistema a basso impatto<br />

ambientale, chemical free, che<br />

usa solo aria e vapore e consente<br />

di allontanare gli inibitori senza<br />

rimuovere gli oligomeri solubili.<br />

Gli inibitori rimossi possono essere<br />

recuperati in fase acquosa, e<br />

valorizzati come coprodotti nell'industria<br />

chimico-farmaceutica.<br />

Il brevetto, che è disponibile per<br />

il licensing, è inserito nella Banca<br />

dati Brevetti, curata dall'Unità<br />

Trasferimento Tecnologico che<br />

assicura la protezione e la valorizzazione<br />

delle conoscenze innovative<br />

tecnico-scientifiche.<br />

11


C<br />

Esposizione green<br />

L’ultima edizione di Solarexpo ha confermato<br />

la collocazione dell’evento ai primi posti<br />

tra le manifestazioni fieristiche mondiali.<br />

on un bilancio di 52.500 visitatori professionali e<br />

oltre 1.230 espositori, l’11 Maggio scorso si è chiusa<br />

la 13° edizione di Solarexpo, la manifestazione<br />

italiana leader nel solare e nelle energie alternative che<br />

ogni anno vanta sempre più riconoscimenti. Una dimensione<br />

dell’evento di tutto rispetto ed in continua crescita,<br />

tant’è che la prossima edizione si svolgerà negli ampi<br />

spazi della Fiera Milano – Rho. L’intento del trasferimento<br />

è di compiere un salto di qualità maggiormente<br />

orientato all’internazionalizzazione dell’esposizione, ed<br />

operare in modo più incisivo in mercati ormai ampiamente<br />

globalizzati. La rassegna, sempre fortemente sbilanciata<br />

sul settore fotovoltaico, pur non presentando novità<br />

particolarmente significative, ha comunque offerto agli<br />

operatori del settore l’occasione per acquisire un aggiornamento<br />

di buon livello su norme tecniche più recenti e<br />

sulle implementazioni delle tecnologie energetiche.<br />

Cresce il miglioramento sul rendimento delle celle foto-<br />

1. i pannelli fotovoltaici con celle nere migliorano il proprio<br />

rendimento di circa il 3% (conergy).<br />

Giacomino Redondi<br />

giacomino.redondi@impianticlima.com<br />

voltaiche (nell’ordine del 3%), sia con i moduli dotati di<br />

celle nere, una alternativa di design ai tradizionali moduli<br />

blu, sia nei moduli fotovoltaici dotati di vetro antiriflesso.<br />

I coppi fotovoltaici e le strutture modulari di sostegno<br />

dei pannelli fotovoltaici sempre più diversificati per<br />

rispondere alle più svariate applicazioni sia per superfici<br />

piane che per tetti a falde, rappresentano un significativo<br />

supporto per ricavare energia mantenendo inalterata<br />

l’estetica delle coperture. Buono l’interesse suscitato dai<br />

laminati flessibili, una linea di prodotti innovativi con<br />

efficienza fino al 19%. A fronte della minore attenzione<br />

rivolta anche in questa edizione alle altre tecnologie<br />

energetiche, si rafforza tra gli operatori la consapevolezza<br />

di fare in modo che tutte le filiere delle rinnovabili, dall’eolico<br />

al biogas, abbiano a disposizione opportune risorse<br />

per arricchire il Paese. È crescente quindi l’esigenza di<br />

riequilibrare il sistema di sovvenzioni statali, oggi troppo<br />

orientato a favorire il settore del fotovoltaico. W<br />

2. laminati flessibili la cui efficienza raggiunge valori prossimi<br />

al 19% (uni-solar).<br />

12 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


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L<br />

4<br />

REGOLE AUREE<br />

AUMENTARE L’EFFICIEN<br />

IMPIANTI A TUTTA<br />

Quali accorgimenti tenere nel progetto degli impianti<br />

a tutta aria per aumentarne l’efficienza energetica rispetto<br />

alle procedure dettate dalla tradizione. E quando le nuove<br />

tecnologie costruttive e le moderne soluzioni impiantistiche<br />

possono contribuire a questo risultato.<br />

e unità di trattamento dell’aria sono le apparecchiature<br />

principali che costituiscono gli impianti<br />

di climatizzazione a tutta aria, sia per i sistemi a<br />

portata costante, sia per quelli a portata variabile. A<br />

completamento dell’impianto si aggiungono le canalizzazioni<br />

per la ripresa e la distribuzione dell’aria nei vari<br />

ambienti, compresi i diffusori terminali. La realizzazione<br />

dell’intero contesto impiantistico richiede una certa<br />

perizia progettuale, affinché si possano soddisfare, ma,<br />

soprattutto, mantenere nel tempo i requisiti ottimali di<br />

purezza, temperatura e umidità dell’aria distribuita<br />

negli ambienti da climatizzare, senza trascurare il<br />

necessario contenimento dei consumi di energia termica<br />

ed elettrica. Le apparecchiature di trattamento dell’aria<br />

sono, spesso, molto complesse, costituite da<br />

numerose componenti poste in successione, a partire<br />

dalle serrande di taratura sulla ripresa dell’aria dagli<br />

ambienti, i ventilatori di ripresa e di espulsione dell’aria<br />

viziata, le serrande di espulsione e quelle di presa<br />

dell’aria esterna. In successione troviamo ancora il<br />

sistema di filtrazione costituito da una o più serie di<br />

celle filtranti con una progressiva maggiore capacità di<br />

captazione. Seguono le batterie di riscaldamento e di<br />

raffreddamento, i dispositivi di umidificazione i ventilatori<br />

di mandata dell’aria e, in alcuni casi, questi ultimi<br />

seguiti anche da ulteriori serie di filtri per l’aria e<br />

dispositivi silenzianti. Nella maggior parte dei casi,<br />

l’aria ripresa dagli ambienti e quella esterna convergono<br />

in apparecchiature di recupero del calore sensibile e<br />

di quello latente, proprio allo scopo di non disperdere<br />

energia termica ancora contenuta nell’aria viziata prima<br />

della sua espulsione. In base ai requisiti di ricambio<br />

14 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


ER<br />

ZA DEGLI<br />

ARIA<br />

d’aria e di temperatura da mantenere negli ambienti, è<br />

possibile determinare sia le portate d’aria dei ventilatori,<br />

sia la potenza di riscaldamento o di raffreddamento<br />

delle batterie; ma, come sempre avviene negli impianti<br />

di climatizzazione, i dati di funzionamento di progetto,<br />

che equivalgono nella maggior parte dei casi a quelli<br />

massimi richiesti, non si verificano per tutto il tempo<br />

di funzionamento dell’impianto, ma esclusivamente<br />

nei periodi di picco estivo o invernale. Per tale ragione,<br />

le unità di trattamento dell’aria sono oggi realizzate in<br />

modo da poter soddisfare i requisiti di carico e di portata<br />

intermedi, possibilmente conservando la maggior<br />

efficienza energetica possibile.<br />

1La portata d’aria variabile<br />

Uno dei requisiti principali dei sistemi di ventilazione<br />

e climatizzazione è di poter governare<br />

la portata dell’aria, da quella massima progettuale,<br />

a quella richiesta per il minimo<br />

ricambio prescritto. La variazione della portata<br />

può essere fatta mediante serrande regolabili poste<br />

sulla mandata del ventilatore o, come nel caso di ventilatori<br />

centrifughi con pale rovesce, sugli stessi boccagli<br />

di aspirazione. Questi sistemi, tuttavia, stanno per<br />

essere totalmente abbandonati a favore di dispositivi in<br />

grado di governare direttamente la velocità di rotazione<br />

dei ventilatori mediante inverter.<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

Massimo Vizzotto<br />

massimo.vizzotto@impianticlima.com<br />

La regolazione della portata dell’aria sulla velocità di<br />

rotazione dei ventilatori consente di ottenere consistenti<br />

riduzioni di consumo elettrico: una diminuzione<br />

della portata fino al 65% di quella nominale consente<br />

di ridurre la potenza assorbita dal motore elettrico del<br />

ventilatore fino al 27%. Un altro vantaggio ottenibile<br />

attraverso la regolazione della velocità di rotazione dei<br />

ventilatori è quello della riduzione del livello di rumorosità<br />

fino a 9 dB rispetto al sistema a portata nominale<br />

e, se riferito ai ventilatori che adottano le serrande<br />

radiali sulle aspirazioni dell’aria, tale riduzione di<br />

rumorosità raggiunge anche 14 dB.<br />

I ventilatori centrifughi a pale rovesce a doppia aspirazione<br />

sono sempre più frequentemente sostituiti dai<br />

ventilatori plug-fan. Questi ventilatori hanno prerogative<br />

di rendimento simili o di poco inferiori a quelle dei<br />

ventilatori centrifughi, ma sono azionati normalmente<br />

da dispositivi ad inverter che consentono di modificare<br />

la portata dell’aria negli impianti VAV, oppure di mantenerla<br />

costante negli impianti a portata fissa pur contrastando<br />

le progressive resistenze offerte dallo sporcamento<br />

dei filtri e degli altri organi interni o esterni alle<br />

centrali. Anche i ventilatori assiali con le pale orientabili<br />

in moto possono soddisfare i requisiti di portata<br />

variabile con eccellenti efficienze energetiche e minore<br />

livello di rumorosità. Tuttavia, un loro limite è insito<br />

nella minore prevalenza messa a disposizione per<br />

15


superare le perdite di carico offerte dai numerosi<br />

dispositivi di filtrazione normale e assoluta richiesta in<br />

alcuni impianti particolarmente articolati, negli ospedali<br />

o nei sistemi di ventilazione industriale.<br />

2<br />

Portata d’acqua variabile<br />

Fino a alcuni anni fa le batterie di riscaldamento<br />

e di raffreddamento delle unità di<br />

trattamento dell’aria erano alimentate con<br />

acqua calda o fredda a portata costante. La<br />

temperatura dell’aria dopo il suo trattamento<br />

termico era controllata bypassando una certa quantità<br />

di acqua dal circuito della batteria mediante una valvola<br />

deviatrice a tre vie. Tale soluzione poteva soddisfare<br />

egregiamente il controllo delle temperature e il<br />

relativo confort termico negli ambienti.<br />

Tuttavia, richiedeva un consumo di energia elettrica<br />

per la circolazione dell’acqua, sempre equivalente alla<br />

massima portata di progetto, anche quando i carichi<br />

termici sono ridotti. Oggi, i generatori termici e i refrigeratori<br />

d’acqua consentono di variare la portata dell’acqua<br />

nel circuito idronico fino a valori percentuali<br />

anche molto bassi e tali da permettere, nella maggior<br />

1. Nello schema la<br />

velocità del veNtilatore<br />

di maNdata e ripresa è<br />

coNtrollata<br />

ter.<br />

da iNver-<br />

parte dei casi, di applicare sulle batterie di trattamento<br />

semplici valvole modulanti a due vie. In questo modo<br />

è possibile ottenere un controllo termico equivalente a<br />

quello delle valvole a tre vie, mantenendo sempre<br />

costante il salto termico dell’acqua e limitando, non<br />

solo il dispendio energetico di pompaggio, ma anche<br />

quello di produzione: minore portata d’acqua da trattare<br />

equivale a minore energia consumata, di solito proporzionale,<br />

salvo in presenza di alcune apparecchiature<br />

frigorifere in grado di migliorare ulteriormente la loro<br />

efficienza. Il sistema di distribuzione dell’acqua alle<br />

batterie equipaggiate da valvole a due vie a chiusura<br />

modulante permette di risparmiare sui costi impiantistici,<br />

realizzando solo un circuito idronico primario con<br />

una sola serie di pompe, riduce i consumi energetici<br />

medi annui del 30% / 40%, elimina i possibili difetti<br />

tipici dei sistemi di pompaggio primario e secondario:<br />

miscelazione scorretta o involontaria dei fluidi caldi e<br />

freddi, contrasto tra le pompe poste in serie.<br />

3Recuperi termici<br />

L’applicazione di dispositivi che consentono<br />

di trasferire il calore contenuto nell’aria<br />

ambiente, prima della sua espulsione, a<br />

quella esterna, è ormai obbligatoria. Non è<br />

questa la sede per confrontare i numerosi<br />

sistemi che la tecnologia è in grado di offrirci, dai recuperatori<br />

a flussi incrociati, a quelli rotativi, dai sistemi<br />

a doppie batterie a quelli a tubi di calore, ecc. Ciò su<br />

cui vale la pena di soffermarci è di verificare che tali<br />

dispositivi consentano effettivamente di ottenere un<br />

vantaggio energetico reale complessivo. Infatti, molto<br />

spesso avviene che, per ottenere un modesto incremento<br />

della temperatura dell’aria esterna, sia necessa-<br />

2. i regolatori volumetrici elettroNici coNtrollaNo e regolaNo la<br />

quaNtità d’aria variabile o costaNte iN uN determiNato tratto di caNale<br />

(schako).<br />

16 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


io utilizzare sistemi di recupero che offrono una resistenza<br />

al passaggio dei flussi d’aria tale da vanificare le<br />

attese di reale risparmio energetico. Un sistema di<br />

recupero del calore dovrà essere equipaggiato sempre<br />

da dispositivi che permettano di bypassarne i flussi<br />

d’aria. In questo modo, sarà possibile alleggerire il carico<br />

di potenza dei gruppi motoventilatori quando i differenziali<br />

tra la temperatura dell'aria esterna e quella<br />

di espulsione sono così esigui da non giustificare l'utilizzo<br />

dei sistemi di recupero.<br />

4<br />

Manutenzione e pulizia<br />

La movimentazione e i trattamenti dell’aria<br />

incrementano la presenza di polveri e<br />

di umidità all’interno delle apparecchiature<br />

e dei condotti di distribuzione. E’ pur<br />

vero che il problema delle polveri si risolve<br />

principalmente all’origine, con un’efficace filtrazione;<br />

ma è anche vero che, i sistemi di captazione riducono<br />

progressivamente la loro efficacia con il progressivo<br />

accumulo di polvere sulla loro superficie. Il passaggio<br />

di quantità, seppur minime, di polveri all’interno del<br />

sistema ventilato unite all’umidità presente sotto<br />

forma di condensa sulla superficie delle batterie di raffreddamento<br />

o ancora più nelle camere di umidificazione,<br />

genera una sorta di impasto che facilmente si<br />

insinua e si stabilisce, prima nelle zone dove la veloci-<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

3. recuperatore di calore a piastre iN grado di trasferire<br />

il calore tra due flussi d'aria sotto l'azioNe di uNa differeNza<br />

di temperatura. l'utilizzo di tali sistemi coNseNte<br />

risparmi sui costi di esercizio Negli impiaNti di coNdizioNameNto.<br />

tà dell’aria è inferiore, in genere quelle perimetrali,<br />

poi, sempre più rapidamente, anche nel resto della<br />

superficie di passaggio dell’aria, sulle alette delle batterie,<br />

sui pacchi separatori, sulle pale dei ventilatori,<br />

ecc. La maggiore presenza di polvere e di calcare, oltre<br />

a determinare situazioni igieniche a rischio, provoca un<br />

progressivo decadimento dell’efficienza energetica<br />

della macchina e dell’intero sistema di ventilazione:<br />

aumento delle resistenze al passaggio dell’aria con conseguente<br />

riduzione di portata, minore capacità di scambio<br />

termico della superficie delle batterie di trattamento<br />

e dei pacchi di recupero del calore, ecc.<br />

La pulizia dei condotti per l’aria è, in alcuni casi, abbastanza<br />

agevole, soprattutto se si sono previste porte di<br />

ispezione nei punti critici. La pulizia degli organi interni<br />

alle centrali di trattamento è, invece, più complessa<br />

e può essere eseguita periodicamente con ridotti oneri<br />

solo nel caso in cui le apparecchiature installate prevedano<br />

la possibilità di una facile e completa estrazione<br />

delle singole componenti interne: serrande, filtri, batterie,<br />

umidificatori, separatori, motoventilatori, recuperatori<br />

di calore, ecc.. Lo svuotamento totale dell’involucro<br />

permetterà di igienizzarne correttamente tutte<br />

le pareti e gli interstizi presenti in prossimità dei telai<br />

di supporto degli organi di trattamento, filtrazione e<br />

ventilazione. W<br />

4. la movimeNtazioNe e i<br />

trattameNti dell’aria iNcremeNtaNo<br />

la preseNza di polveri<br />

e di umidità; la maNcaNza<br />

di uNa buoNa maNuteNzioNe<br />

provoca uN progressivo<br />

decadimeNto.<br />

17


Unità di<br />

misUra si – La<br />

rivoLUzione<br />

siLenziosa<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

FROM ANOTHER ANGLE<br />

di ALAN FIELD<br />

impatto sulla comunità dei<br />

progettisti causato dall’adozione<br />

del Sistema<br />

Internazionale (SI) delle<br />

unità di misura, negli anni<br />

seguenti la sua introduzione, risalente<br />

alla metà degli anni ’60, è attualmente in<br />

gran parte dimenticato ma, a suo tempo,<br />

fu di straordinaria entità. L’intero patrimonio<br />

esistente di dati conosciuti dovette<br />

essere riscritto utilizzando le nuove<br />

unità, un processo che richiese anni per<br />

essere completato. Tutti i riferimenti<br />

tecnici abituali, come il diagramma psicrometrico,<br />

le tabelle di portata/perdite<br />

di carico e gli elenchi di proprietà fisiche,<br />

furono ricompilati da capo. Le<br />

tabelle prestazionali delle apparecchiature<br />

HVAC divennero improvvisamente<br />

obsolete e si dovettero completamente<br />

revisionare. La logica di utilizzare un<br />

sistema in base 10, con un insieme coerente<br />

di unità di massa, lunghezza e<br />

tempo, difficilmente poteva essere<br />

messa in discussione; tuttavia, l’effetto<br />

fu disorientante per i progettisti abituati<br />

a verificare intuitivamente i loro dimensionamenti.<br />

Per i Paesi di lingua inglese,<br />

fu piuttosto complicato abbandonare le<br />

misure di lunghezza in piedi e di massa<br />

in libbre, a differenza dal resto<br />

dell’Europa, dove il metro e il chilogrammo<br />

rappresentavano delle unità di<br />

uso comune. Per poter realizzare pienamente<br />

la transizione, servirebbe una<br />

nuova generazione di progettisti in<br />

grado di esprimersi in MJ/m3 L’<br />

e in Pa/m<br />

e che, allo stesso tempo, siano capaci<br />

di visualizzare intuitivamente queste<br />

grandezze in modo corretto in relazione<br />

alle prestazioni dell’impianto. Oggi,<br />

la maggior parte dei Paesi ha ormai<br />

adottato le unità di misura SI, facilitando<br />

la comparazione dei dati di base e<br />

delle prestazioni delle varie apparecchiature;<br />

in Europa, in particolare, ciò<br />

ha consentito di facilitare la stesura di<br />

norme tecniche armonizzate.<br />

Naturalmente, gli Stati Uniti, realtà<br />

economica principale del Pianeta,<br />

hanno deciso di fare eccezione, rifiutandosi<br />

categoricamente di procedere<br />

alla transizione. L’ASHRAE<br />

Handbook, considerata la “bibbia” del<br />

settore è attualmente pubblicato in edizione<br />

SI in affiancamento alla tradizionale<br />

<strong>versione</strong> in unità piedi, libbre,<br />

Btuh e RT. Inoltre, la stampa tecnica<br />

statunitense continua ad usare prevalentemente<br />

le vecchie unità di misura.<br />

Nei cataloghi della maggior parte dei<br />

costruttori USA continuano a classificare<br />

i prodotti in termini di TR (Ton of<br />

Refrigeration) e di cfm (Cubic Feet<br />

per Minute), sebbene le multinazionali<br />

internazionali utilizzano<br />

il Sistema<br />

I n t e r n a z i o n a l e<br />

nelle loro relazioni<br />

con l’estero. W<br />

L’uso delle unità di misura<br />

SI hanno facilitato la comparazione<br />

dei dati di base<br />

e delle prestazioni delle<br />

apparecchiature; in<br />

Europa, in particolare, ciò<br />

ha consentito di facilitare<br />

la stesura di norme tecniche<br />

armonizzate.<br />

19


Il trattamento<br />

emissioni nella<br />

cogenerazione<br />

Cristiano Vergani<br />

cristiano.vergani@impianticlima.com<br />

20 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


T<br />

Il rialzo dei combustibili fossili innalza artificiosamente<br />

anche i costi di alcuni combustibili rinnovabili,<br />

portandoli fuori mercato. Oltre all’aumento dei costi,<br />

la diminuzione degli incentivi e il forte calo della<br />

domanda di energia elettrica, hanno necessariamente<br />

portato alla sperimentazione di nuovi combustibili<br />

meno costosi, ma decisamente problematici sul<br />

fronte delle emissioni.<br />

ra le varie tecnologie utilizzate nelle piccole centrali<br />

di cogenerazione, la più diffusa e conveniente,<br />

almeno fino a potenzialità intorno a qualche<br />

decina di MWe, è rappresentata dall’utilizzo di motori a<br />

combustione interna (MCI), a ciclo Otto o Diesel, abbinati<br />

a sistemi di recupero di energia termica a bassa temperatura<br />

(50 - 95 °C) per acqua sanitaria o riscaldamento<br />

ambientale (scambiatori installati su intercooler, circuito<br />

di lubrificazione e raffreddamento) ed a temperatura più<br />

elevata (400° - 500°°C) per la generazione di vapore a<br />

media pressione per usi industriali. In molti casi, il calore<br />

recuperato si utilizza per generare ulteriore energia<br />

elettrica per mezzo di turbine a ciclo Rankine alimentate<br />

da fluidi organici (ORC). La tecnologia utilizzata in<br />

questi impianti è relativamente matura ed affidabile,<br />

mentre i valori di disponibilità di energia elettrica e termica<br />

a bassa e media temperatura sono ideali per l’utilizzo<br />

in una moltitudine di casi.<br />

Per questi motivi, solo pochi anni fa si prefigurava un<br />

futuro radioso per questa tipologia di centrali, soprattutto<br />

confidando nella disponibilità abbondante di combustibili<br />

rinnovabili di buona qualità e prezzo contenuto<br />

(oli vegetali, in particolare di palma) e nel riconoscimento<br />

di incentivi sufficienti a garantire una buona remunerazione<br />

dell’energia prodotta: oggi, il quadro generale è<br />

molto diverso. Al momento, il mercato elettrico è<br />

depresso per scarsità di domanda e, come se non bastas-<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

se, il costo dei combustibili rinnovabili normalmente<br />

utilizzati è più che raddoppiato, mentre l’entità degli<br />

incentivi, è ormai deciso, subirà un taglio progressivo<br />

molto più accentuato di quanto inizialmente previsto.<br />

Di conseguenza, la gestione in attivo degli impianti è<br />

diventata un complicato esercizio di equilibrismo che,<br />

per ora, sembra funzionare solo per le centrali di taglia<br />

medio-grande e per i forti auto-consumatori di energia, a<br />

patto di utilizzare combustibili rinnovabili meno costosi<br />

(oli vegetali grezzi, di recupero o miscele di varia composizione<br />

comprendenti anche grassi di origine animale),<br />

mentre risultano fortemente penalizzati gli impianti<br />

di piccola taglia (intorno al MWe) che funzionano prevalentemente<br />

con oli raffinati (persino quelli alimentati<br />

con oli tracciati di filiera nazionale, che pur godono di<br />

un’incentivazione maggiorata), eserciti solo in funzione<br />

della vendita di energia sul mercato e non per l’autoconsumo.<br />

Quindi, i combustibili rinnovabili che oggi trovano<br />

impiego nei motori a combustione interna destinati<br />

alla cogenerazione sono qualitativamente molto meno<br />

pregiati dei loro predecessori ma, soprattutto, sono caratterizzati<br />

da un contenuto di contaminanti molto più elevato,<br />

un aspetto che si riflette negativamente sulla qualità<br />

della combustione, sul tasso di emissione degli<br />

inquinanti e sulla resa degli impianti di abbattimento<br />

necessari a contenere le emissioni entro i limiti di legge.<br />

1. AndAmento del prezzo dell’olio di pAlmA,<br />

molto utilizzAto nelle piccole centrAli di<br />

cogenerAzione: in soli tre Anni è più che<br />

rAddoppiAto seguendo le quotAzioni del<br />

petrolio greggio (clAl.it).<br />

21


Gli inquinanti coinvolti<br />

Le emissioni inquinanti prodotte comprendono principalmente<br />

l’anidride carbonica (CO2), il monossido di<br />

carbonio (CO), l’anidride solforosa o biossido di zolfo<br />

(SO2), gli ossidi di azoto (NOx), gli idrocarburi incombusti<br />

(HC) ed il particolato (PM). La quantità prodotta di<br />

ciascuno di questi inquinanti, dipende ampiamente<br />

dalla composizione del carburante utilizzato e dalla<br />

combustione caratteristica del motore installato.<br />

L’emissione di CO2 e SO2 è direttamente proporzionale<br />

alla quantità del carburante bruciato. L’emissione di SO2<br />

non può essere comunque ridotta tramite misure di progettazione<br />

del motore, ma può essere rimossa dai gas<br />

esausti attraverso l’applicazione di una unità di desolforazione.<br />

Al contrario, la formazione di NOX, CO, idrocarburi<br />

incombusti e particolato, è direttamente collegata<br />

alle condizioni di combustione; è influenzata dalla<br />

temperatura, dal rapporto aria/carburante e dal tempo di<br />

permanenza dei gas nelle varie fasi di processo. Le emissioni<br />

di questi inquinanti possono essere ridotte attraverso<br />

un’accurata progettazione ed un controllo delle<br />

condizioni di combustione. Allo stesso tempo, il controllo<br />

delle emissioni tramite aggiustamenti delle condizioni<br />

di combustione può compromettere l’efficienza dell’impianto,<br />

perciò una delle maggiori sfide dei produttori<br />

è quella di progettare sistemi in grado di minimizzare<br />

la formazione di NOx, CO e particolato in modo da<br />

rispondere alla legislazione ambientale, senza per questo<br />

compromettere l’efficienza e i costi di gestione. Al di<br />

fuori degli interventi sul motore, le tecniche di riduzione<br />

impiegate consistono essenzialmente in interventi di<br />

“condizionamento” del carburante (ad esempio l’emulsionamento<br />

con acqua ed altri additivi) e nell’utilizzo di<br />

particolari convertitori o reattori catalitici, divenuti pressoché<br />

indispensabili visti i limiti di emissione sempre<br />

più restrittivi imposti in sede di autorizzazione.<br />

I combustibili in uso e in sperimentazione<br />

In Italia, il parco installato delle piccole e medie centrali<br />

di cogenerazione è basato prevalentemente su motori<br />

a combustione interna alimentati a biogas se a ciclo Otto<br />

e ad olio vegetale se di tipo Diesel: mentre i motori a<br />

biogas sono indissolubilmente legati alla fonte locale di<br />

alimentazione, discarica o digestore anaerobico che sia, i<br />

motori Diesel possono essere alimentati con combustibili<br />

diversi reperibili sul mercato, purché compatibili<br />

con la tipologia di motore e di costo sostenibile dal conto<br />

economico di gestione. Il gasolio si utilizza solo in fase<br />

di avviamento e di spegnimento del motore, mentre<br />

durante il normale funzionamento l’alimentazione passa<br />

ad olio vegetale. Di norma, questo olio vegetale dovrebbe<br />

essere ad un buon livello di raffinazione, come raccomandato<br />

dai costruttori dei motori per salvaguardare la<br />

salute di iniettori, fasce di tenuta dei pistoni ecc. ed<br />

ottenere una combustione più completa possibile: in<br />

pratica, oggi nessuno utilizza oli raffinati, di costo inavvicinabile,<br />

ma solo oli grezzi, che al massimo hanno<br />

subito una grossolana filtrazione. I più delle volte, si è<br />

costretti ad immettere nel motore quello che si trova al<br />

minor prezzo possibile, con tutti i rischi del caso. Che sia<br />

olio grezzo di colza, di palma, di soia o di girasole non è<br />

importante (i Diesel moderni, almeno inizialmente, funzionano<br />

bene con una vasta gamma di oli combustibili).<br />

Quello che conta è disporre di un buon impianto di pretrattamento<br />

dell’olio: non basta più un semplice preriscaldamento,<br />

ma occorre procedere ad una accurata pulizia<br />

per centrifugazione e filtrazione, pena il rapido bloccaggio<br />

di pompe ed iniettori. Purtroppo, anche il migliore<br />

pretrattamento a bordo motore, nulla può al fine di<br />

diminuire la concentrazione di alcuni contaminanti<br />

molto dannosi per l’integrità dei motori e dei catalizzatori<br />

usati per il controllo delle emissioni. Questi contaminanti<br />

(soprattutto fosforo, calcio, zolfo) sono tipicamente<br />

presenti negli oli vegetali e possono essere<br />

22 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


opportunamente ridotti solo con diversi procedimenti di<br />

raffinazione, oggi divenuti di costo inaccessibile.<br />

In questa situazione, date le difficoltà di acquisizione<br />

degli oli vegetali sul mercato, anche per i motori Diesel<br />

si va delineando la necessità di una “produzione” locale<br />

del combustibile, nel senso che, limitatamente alle centrali<br />

di potenza maggiore, potrebbe convenire disporre<br />

di una piccola raffineria sul posto.<br />

Esistono già alcuni esempi di “bioraffineria” con abbinata<br />

centrale di cogenerazione, un modello che era stato<br />

preconizzato da alcuni anni in diversi studi, ma che si è<br />

potuto concretizzare solo ora in seguito alla crisi che ha<br />

spinto fuori mercato gran parte degli oli commerciali. Ad<br />

ogni modo, la possibilità di raffinare in proprio non serve<br />

tanto a ridurre sufficientemente i contaminanti, la cui<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

2. Visione esternA di unA modernA<br />

centrAle di cogenerAzione<br />

bAsAtA su motori diesel AlimentAti<br />

Ad olio VegetAle. A destrA<br />

sono Visibili le estremità dei<br />

reAttori scr-denox, seguiti<br />

dAlle cAldAie per il recupero<br />

termico, dAi silenziAtori e dAi<br />

cAmini di espulsione in AtmosferA.<br />

3. serbAtoi di stoccAggio dell’olio<br />

VegetAle necessAri Ad Ali-<br />

mentAre unA centrAle di potenzA<br />

eleVAtA (5 motogenerAtori dA 17<br />

mWe).).<br />

eliminazione è considerata comunque troppo costosa,<br />

quanto a rigenerare gli oli di recupero (es. oli di frittura<br />

esausti), utilizzando nella rigenerazione anche materiali<br />

di risulta da altre filiere industriali (miscele di acidi grassi,<br />

grassi animali da rendering ecc.), in modo da ridurre<br />

al minimo possibile il costo finale del combustibile ottenuto.<br />

Attualmente, i gestori delle centrali che dispongono<br />

di una raffineria stanno mettendo alla prova alcune<br />

formulazioni costituite in ogni caso da basi rinnovabili,<br />

mentre gli altri tentano di procurarsi gli oli grezzi più<br />

economici del mercato oppure, i più previdenti e dotati<br />

di mezzi, usufruiscono di scorte ingenti accaparrate<br />

quando i prezzi erano più ragionevoli.<br />

Tutti quanti, però, stanno utilizzando combustibili a<br />

livello medio alto o alto di contaminanti (non è raro trovare<br />

combustibili che contengono più di 150 ppm di<br />

fosforo, contro i 15 ppm raccomandati): in queste condizioni,<br />

gli impianti di trattamento delle emissioni vengono<br />

sottoposti ad uno stress molto elevato, rendendo<br />

molto impegnativo il rispetto dei limiti degli inquinanti<br />

al camino.<br />

Strategie di intervento per ridurre le emissioni<br />

In genere i piccoli impianti di cogenerazione sono equipaggiati<br />

all'origine con catalizzatori di tipo ossidativo, in<br />

grado di assicurare l'abbattimento del CO (tali catalizzatori<br />

sono particolarmente efficienti nei Diesel poiché la<br />

combustione avviene in eccesso di ossigeno): per ridurre<br />

invece gli NOx si impiegano per lo più soluzioni di<br />

tipo SCR (addizione di ammoniaca o di suoi precursori,<br />

come l'urea, nei gas di scarico, a monte di un convertitore<br />

catalitico). Per quanto riguarda il particolato, si ricorre<br />

innanzi tutto ad una accurata messa a punto dei motori;<br />

può essere conveniente anche riconsiderare il tipo di<br />

combustibile impiegato orientandosi verso soluzioni più<br />

"pulite" (come abbiamo visto, attualmente questa non è<br />

più un’opzione disponibile). Nel caso in cui tali rimedi<br />

non siano praticabili, o sufficienti, per ridurre il partico-<br />

6. i reAttori scrdenox<br />

per l’impiego<br />

su combustione di<br />

oli VegetAli grezzi<br />

deVono essere dotAti<br />

di Ampi portelli<br />

d’Accesso per fAcilitAre<br />

le operAzioni di<br />

mAnutenzione<br />

cAtAlizzAtore.<br />

Al<br />

7. skid per il dosAggio<br />

dellA soluzione<br />

AmmoniAcAle A serVizio<br />

di un reAttore<br />

scr-denox.<br />

23


lato si dovrà ricorrere all'impiego di particolari tecniche<br />

basate sulla combustione delle particelle, le quali, una<br />

volta trattenute su un substrato ceramico o metallico, in<br />

forma spugnosa oppure strutturata in cellette, potranno<br />

essere ossidate termicamente in modi diversi (riscaldamento<br />

periodico con resistenze elettriche, o con l'addizione<br />

di alcool ecc.). L’utilizzo di questi rimedi non è<br />

privo di inconvenienti, e non consente, ad ogni modo, di<br />

risolvere totalmente il problema del particolato.<br />

Un metodo che permette di ridurre fortemente il CO e,<br />

in una certa misura, anche gli NOx ed il particolato, prevede<br />

l’utilizzo di due convertitori catalitici ossidanti in<br />

serie tra loro, intervallati da una breve distanza. Per ottenere<br />

contemporaneamente anche un notevole abbattimento<br />

degli NOx, tra i due deve essere inserito un reattore<br />

di tipo SCR. Il primo convertitore serve ad ossidare<br />

le molecole di NO a NO2, una specie chimica caratterizzata<br />

da una notevole reattività. Contemporaneamente si<br />

ottiene l’ossidazione del CO. Nel secondo convertitore,<br />

grazie all’azione del biossido di azoto, si ottiene una ossidazione<br />

parziale del particolato (in pratica, sfruttando la<br />

temperatura caratteristica dei gas di scarico, è possibile<br />

“bruciare” le particelle ad una temperatura notevolmen-<br />

te inferiore a quella necessaria in assenza di NO2).<br />

Per mantenere i convertitori catalitici in buona efficienza<br />

per lunghi periodi di tempo, è essenziale impiegare<br />

dei carburanti privi di contaminanti come i composti<br />

dello zolfo e del fosforo, che possono inibire permanentemente<br />

la funzionalità dei catalizzatori (avvelenamento).<br />

Nelle condizioni attuali, come abbiamo visto, è<br />

necessario convivere con quantità relativamente elevate<br />

di questi contaminanti; ciò significa dovere ovviare<br />

all’inconveniente con varie misure, a partire dal dimensionamento<br />

iniziale del catalizzatore, che deve essere<br />

molto più “abbondante”, per finire con un protocollo di<br />

manutenzione con intervalli molto più ravvicinati di<br />

pulizia delle superfici catalitiche dalle polveri, che giocano<br />

un ruolo molto importante nel favorire il processo<br />

di avvelenamento. Il processo di riduzione catalitica<br />

selettiva (SCR) è sicuramente il più efficace per la rimozione<br />

degli ossidi di azoto.<br />

I reattori SCR prevedono l'impiego di un catalizzatore a<br />

base di pentossido di vanadio e la diffusione di ammoniaca<br />

come reagente nel flusso da trattare. Questo processo<br />

rappresenta la soluzione ottimale ai problemi di<br />

emissioni contenenti NOx, determinando inoltre il<br />

4. superficie frontAle del cAtAlizzAtore<br />

scr ricoperto dA polVeri di<br />

combustione. questi depositi compromettono<br />

le prestAzioni del<br />

reAttore e deVono essere periodicAmente<br />

rimosse per gArAntire un<br />

AbbAttimento efficAce degli nox.<br />

5. i cAtAlizzAtori ossidAnti per l’Ab-<br />

bAttimento del co sono spesso<br />

cArAtterizzAti dA pAssAggi per i gAs<br />

di piccolA sezione, che tendono Ad<br />

ostruirsi in presenzA di eleVAte<br />

quAntità di polVeri.<br />

24 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


minore impatto ambientale tra le tecnologie attualmente<br />

disponibili. La riduzione catalitica selettiva infatti, a<br />

differenza di altri processi, non dà luogo a nessun tipo di<br />

effluente liquido e non immette in atmosfera sostanze<br />

diverse da quelle normalmente presenti.<br />

Il processo SCR<br />

Il processo di riduzione catalitica selettiva degli ossidi di<br />

azoto, meglio conosciuto come SCR o SCR-DeNOx,<br />

consente di eliminare in modo quantitativo NO ed NO2<br />

dalle emissioni gassose trasformandoli in composti inerti<br />

nei confronti dell'ambiente, quali azoto e vapore<br />

acqueo. Trattandosi di un processo che opera a temperature<br />

superiori ai 200 °C è particolarmente indicato per<br />

l'eliminazione degli NOx termici.<br />

Il processo SCR si basa su una serie di reazioni chimiche<br />

che porta all'eliminazione degli ossidi di azoto per reazione<br />

con l'ammoniaca (aggiunta al processo) e l'ossigeno<br />

contenuto nella corrente di gas da depurare.<br />

L'ammoniaca può essere dosata direttamente in soluzione<br />

acquosa o sotto forma una soluzione di urea, che libera<br />

ammoniaca per scissione termica e per idrolisi catalitica.<br />

Le reazioni implicate sono tutte fortemente esotermiche;<br />

si valuta che mediamente una corrente gassosa<br />

contenente 1000 ppm di NOx incrementi la sua temperatura<br />

di circa 10 ÷- 11 °C durante il processo di riduzione.<br />

Il campo di temperatura ottimale per il processo<br />

SCR è compreso tra i 180 - 200° ed i 380°°C.<br />

A temperature inferiori ai 180 °C la con<strong>versione</strong> non è<br />

completa e quindi non è possibile garantire le rese di<br />

abbattimento generalmente richieste mentre a temperature<br />

superiori ai 350 °C iniziano a verificarsi reazioni<br />

indesiderate, tanto che a 400°°C circa il 5 -÷10% di<br />

ammoniaca viene perso principalmente in queste reazioni.<br />

Dovendo operare su gas provenienti dalla combustione<br />

di oli vegetali ad alto livello di contaminanti,<br />

diventa necessario ricorrere direttamente all’iniezione<br />

di soluzione ammoniacale, rinunciando all’impiego dell’urea,<br />

anche se ciò comporta l’adozione di impianti con<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

8. rAffineriA di oli VegetAli. per le centrAli di potenzA più eleVAtA,<br />

può essere conVeniente disporre di unA rAffineriA per rigenerAzione<br />

degli oli scAdenti o di recupero, piuttosto che doVere<br />

dipendere dA un mercAto condizionAto dA fAttori speculAtiVi.<br />

9. centrAle cogenerAzione (mAcco energy).<br />

un più elevato standard di sicurezza: infatti, in presenza<br />

di un catalizzatore parzialmente avvelenato, l’urea non è<br />

in grado di completare correttamente la fase di idrolisi<br />

catalitica ad ammoniaca, con la possibile formazione di<br />

prodotti secondari che possono ulteriormente degradare<br />

la resa del reattore e provocare la formazione di depositi.<br />

Anche il ruolo del particolato deve essere attentamente<br />

preso in considerazione, perché la presenza di<br />

notevoli quantità di fosforo nel combustibile peggiora la<br />

qualità della combustione e determina un aumento sensibile<br />

nell’emissione di particelle, che possono rapidamente<br />

ricoprire la superficie dei catalizzatori causando<br />

vari inconvenienti, tra cui l’innalzamento delle perdite<br />

di carico ed il mascheramento dei siti attivi catalitici che<br />

non possono più essere raggiunti dai gas di reazione.<br />

Inoltre la presenza dello strato di polveri facilita la<br />

migrazione dei contaminanti nel supporto ceramico dei<br />

catalizzatori, aggravando lo stato di avvelenamento.<br />

Per questo motivo, negli impianti attuali, diventa essenziale<br />

l’adozione di un protocollo di manutenzione che<br />

preveda un’accurata pulizia periodica delle superfici<br />

catalitiche, con intervalli che, in alcuni impianti, non<br />

possono andare oltre alcune centinaia di ore di funzionamento.<br />

W<br />

25


Luce su una nuova te<br />

Illuminazione L<br />

In virtù degli enormi progres<br />

i Led rappresentano il futuro<br />

penetrando con forza crescente n<br />

26 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


cnologia<br />

ED<br />

si realizzati negli ultimi anni,<br />

prossimo dell’illuminazione,<br />

el mercato dei corpi illuminanti.<br />

Giacomino Redondi<br />

giacomino.redondi@impianticlima.com<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

I<br />

l termine Led è l’acronimo di Light Emitting<br />

Diode (diodo ad emissione luminosa). Il diodo<br />

Led è un componente optoelettronico, della famiglia<br />

dei semiconduttori, in grado di emettere luce quando<br />

è attraversato da una corrente elettrica.<br />

Un Led è fondamentalmente diverso dalle sorgenti tradizionali<br />

quali le lampade ad incandescenza o a scarica<br />

di gas, non utilizzando gas o filamenti metallici, né bulbi<br />

fragili di vetro o componenti meccaniche di facile rottura.<br />

Il cuore del sistema è una piastrina (il diodo o chip)<br />

formata dall’unione di due sottili strati di semiconduttori,<br />

uno con un eccesso di cariche negative o strato ntype,<br />

l’altro con abbondanza di cariche positive (chiamate<br />

lacune) o strato p-type.<br />

All’atto della formazione della giunzione tra il semiconduttore<br />

di tipo p con il semiconduttore di tipo n, si verifica<br />

uno spostamento di cariche che determina la formazione<br />

di una zona neutra (zona di deplezione o svuotamento)<br />

a cavallo della giunzione stessa.<br />

Quando la corrente scorre nel diodo, gli elettroni vengono<br />

forzati ad attraversare la zona di svuotamento ed a<br />

ricongiungersi con le cariche positive, decadendo ad un<br />

livello energetico inferiore e rilasciando la differenza di<br />

energia sotto forma di fotoni o luce.<br />

Per funzionare correttamente il diodo luminoso deve<br />

essere alimentato in bassissima tensione, con corrente<br />

continua costante e mantenendo nella zona di giunzione<br />

la minore temperatura possibile. Un eventuale surriscaldamento,<br />

dovuto all’accumulo di calore, altera l’emissione<br />

di luce oltre a ridurre la durata di vita del Led. I Led<br />

sono sorgenti di luce monocromatica coerente; sostanze<br />

diverse negli elementi che costituiscono il diodo, producono<br />

luce con lunghezza d’onda diverse e quindi con<br />

colori diversi. Ottenere luce bianca è sempre stato uno<br />

degli obiettivi centrali della ricerca tecnologica sui Led,<br />

in quanto è in base a questa prestazione ed alla relativa<br />

efficienza che è possibile instaurare un effettivo paragone<br />

con le sorgenti tradizionali. Ottenere una radiazione<br />

spettralmente bianca a partire da dispositivi intrinsecamente<br />

monocromatici come i Led, è possibile con due<br />

distinte metodologie:<br />

* Metodo RGB o della tricromia<br />

E’ la tecnica più semplice e consiste nel miscelare direttamente<br />

l’emissione di tre Led monocromatici, rosso,<br />

verde, blu, per costituire una reazione di sintesi additiva,<br />

che l’occhio umano percepisce come luce bianca.<br />

I tre Led sono incapsulati sullo stesso supporto e, qualora<br />

richiesto, consentono la gestione separata dei tre circuiti<br />

per compore l’intera gamma dei colori visibili.<br />

* Principio della con<strong>versione</strong><br />

Impiega un Led a luce blu (emissione primaria), la cui<br />

radiazione stimola una specifica polvere fluorescente<br />

depositata su una superficie interna del componente,<br />

che risponde con una emissione secondaria gialla.<br />

Dalla miscelazione dell’emissione primaria con quella<br />

secondaria, è possibile ottenere una radiazione spettralmente<br />

uniforme, percepita dal senso visivo come luce<br />

bianca. Variando la concentrazione della polvere fluore-<br />

27


1 2<br />

scente, è possibile ottenere tonalità variabili dal bianco<br />

freddo a quello tipico delle lampade ad incandescenza.<br />

Tipologie di Led<br />

Diversi sono i Led attualmente disponibili sul mercato,<br />

ma si possono facilmente classificare in tre tipologie:<br />

* LED Tht (Through Hole Technology)<br />

E’ un dispositivo caratterizzato da una piccola capsula<br />

tonda in materiale plastico di diametro 3 – 5 mm, che<br />

ingloba il chip. Come richiama l’acronimo Tht o tecnologia<br />

da foro, questa microstruttura è concepita per essere<br />

collocata all’interno di un foro, realizzando in tal<br />

modo la classica spia luminosa. Il chip si trova nella zona<br />

centrale e, intorno ad esso, si trova un minuscolo elemento<br />

riflettente costituito da un corpo cavo, che riflette<br />

le radiazioni emesse dal chip verso le pareti interne<br />

della capsula, la quale quindi lavora come una lente. Il<br />

solido fotometrico che ne deriva ha una forma che<br />

dipende dalla configurazione della lente plastica, dal<br />

riflettore, dal chip e dai loro rapporti spaziali.<br />

*LED Smt (Surface Mounted Technology)<br />

Si contraddistingue dal precedente per la forma piatta:<br />

4 5<br />

la parte inferiore può essere appoggiata su una base,<br />

mentre i collegamenti elettrici sono laterali.<br />

In questo modo è possibile utilizzare circuiti stampati su<br />

base isolante di ridotto spessore ed effettuare le microsaldature<br />

con macchinari automatizzati, rendendo l’assemblaggio<br />

più veloce e meno costoso.<br />

Prevalentemente impiegati in circuiti in miniatura,<br />

come ad esempio quelli dei telefoni cellulari, costituiscono<br />

una categoria importante perché hanno una elevata<br />

efficienza luminosa, che li rende utilizzabili anche<br />

nella realizzazione di apparecchi per illuminazione<br />

generale.<br />

* Power Led o HP (High Power)<br />

Essendo in grado di convertire in luce e calore l’energia<br />

elettrica con potenza superiore a 1 kW, questi diodi<br />

costituiscono sicuramente la tipologia di illuminazione<br />

allo stato solido maggiormente rivolta all’illuminazione<br />

di ambienti interni ed esterni, ovvero per distribuire<br />

efficacemente la luce nello spazio costruito a specifici<br />

livelli di illuminamento. La tecnologia su cui si basano<br />

si è evoluta in maniera rapidissima, portando alla possibilità<br />

di inserire i bulbi contenenti i Led direttamente in<br />

circuiti a corrente alternata, anzichè utilizzare il conver-<br />

28 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


3<br />

ter per passare alla corrente continua, causa inevitabili di<br />

perdite di trasformazione. L’efficienza luminosa dipende<br />

dal tipo di alimentazione e dalla temperatura di colore<br />

della luce prodotta: in linea generale si constata che i<br />

Led a corrente continua sono più efficienti di quelli a<br />

corrente alternata, quelli a temperature di colore più<br />

basse sono meno efficienti di quelli a temperature di<br />

colore superiori.<br />

In ogni caso nel mercato Led HP son presenti corpi illuminanti<br />

a Led con efficienza luminosa prossima a 150<br />

lm/W. Per incrementare il flusso luminoso complessivo,<br />

sia i Led Smt che i Power Led sono proposti in aggregazione<br />

su circuiti stampati o piastre di collegamento di<br />

varie forme e dimensioni: i cosiddetti moduli per alimentazione<br />

in serie o in parallelo.<br />

Efficienza luminosa<br />

L’economicità di una lampada è legata all’efficienza<br />

luminosa, alla quale si devono affiancare anche altri fattori<br />

che contribuiscono alla sua definizione come i costi<br />

della manutenzione, quelli per lo smaltimento e naturalmente<br />

il costo di primo acquisto e quello per l’eventuale<br />

sostituzione. L’efficienza luminosa resta comunque il<br />

parametro più significativo relativamente al risparmio<br />

energetico. È espressa dal rapporto tra la quantità di<br />

6<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

1. schEma dEL principio di funzionamEnto di<br />

un diodo ad EmissionE Luminosa<br />

2. schEma appLicativo di un packagE LEd<br />

3. confronto tra L’EfficiEnza Luminosa dELLa<br />

tEcnoLogia LEd ad aLta potEnza Ed i sistEmi di<br />

iLLuminazionE tradizionaLi. iL continuo migLioramEnto<br />

dELL’EfficiEnza dEi LEd ad aLta potEnza,<br />

indica chE quEsta tEcnoLogia non ha ancora<br />

raggiunto iL suo apicE.<br />

radiazione luminosa del campo visibile (ovvero con lunghezza<br />

d’onda compresa tra 380 e 780 nm) resa disponibile,<br />

e la potenza elettrica globalmente assorbita per<br />

ottenere tale fascio luminoso.<br />

Ha la caratteristica di un rendimento in quanto confronta<br />

l’effetto utile ottenuto con la potenza impegnata per<br />

realizzarlo, ma non è adimensionale risultando espresso<br />

in lumen/Watt (lm/W).<br />

I principali fenomeni dispersivi che influenzano questo<br />

“rendimento luminoso”, sono il calore e le radiazioni<br />

agli estremi del visibile, ovvero i raggi ultravioletti ed<br />

infrarossi. Tutte le lampade tradizionali, e in particolare<br />

quelle a filamento (ad incandescenza ed a ciclo di alogeni)<br />

generano calore sotto forma di radiazioni infrarosse.<br />

Anche il Led produce calore, ma si tratta di energia termica<br />

dispersiva che dal chip si trasmette per conduzione<br />

alla base del Led.<br />

Questo riscaldamento non riguarda quindi gli oggetti<br />

illuminati, in quanto questi ultimi aumentano la propria<br />

temperatura solo se investiti da radiazioni infrarosse. Per<br />

tali ragioni la luce Led viene definita “luce fredda” perché,<br />

essendo contenuta nel campo di lunghezza d’onda<br />

del visibile, è praticamente priva delle componenti<br />

infrarosse ed ultraviolette. Il bilancio energetico complessivo<br />

di una lampada Led attribuisce circa il 15%<br />

4. EsEmpio di LEd tipo smt, di forma piatta E con coLLEgamEnti<br />

ELEttrici LatEraLi.<br />

5. dispositivo powEr LEd dEdicato aLL’iLLuminazionE di ambiEnti<br />

intErni Ed EstErni.<br />

6 tipico LEd tipo tht, concEpito pEr rEaLizzarE LE cLassichE<br />

spiE LuminosE.<br />

29


all’effetto luminoso, mentre il calore incide per il restante<br />

85%.<br />

Vantaggi e limiti della tecnologia Led<br />

La ricerca sui Led è in forte sviluppo, in quanto questi<br />

sistemi presentano molti vantaggi rispetto alle tradizionali<br />

sorgenti per illuminazione. Sono tuttavia ancora<br />

presenti diversi limiti, attualmente oggetto di studio,<br />

che ne impediscono al momento l’impiego su larga scala.<br />

I punti di forza possono essere così sintetizzati:<br />

Risparmio energetico – A parità di potenza assorbita, il<br />

Led produce un flusso luminoso con valori ormai prossimi<br />

a circa dieci volte quello delle lampade ad incandescenza<br />

e doppi rispetto alle lampade fluorescenti compatte.<br />

Nessuna emissione di raggi infrarossi ed ultravioletti –<br />

L’elevata efficienza è determinata dal fatto che i Led<br />

emettono solo luce visibile.<br />

Generano anche molto calore, ma non sotto forma di<br />

radiazioni infrarosse. Inoltre non emettono ultravioletti,<br />

radiazioni potenzialmente dannose per l’uomo e per gli<br />

oggetti illuminati (ad esempio nel caso delle opere d’arte).<br />

Bassa potenza richiesta – Al contrario delle lampade tradizionali,<br />

i Led hanno bisogno di correnti talmente<br />

ridotte, che è possibile autoalimentarli con energie rinnovabili<br />

(energia fotovoltaica, eolica). Questo concetto,<br />

già applicato nella segnaletica stradale ed ai lampioni<br />

per illuminazione urbana, risulta particolarmente conveniente<br />

dal punto di vista dei costi di gestione.<br />

Maggiore durata – Una lampada Led correttamente utilizzata<br />

può raggiungere una vita utile di 50.000 ore, contro<br />

le 1.000 ore delle lampade ad incandescenza, le 8.000<br />

– 10.000 ore delle lampade fluorescenti compatte e le<br />

30.000 ore del tubo fluorescente. Normalmente i Led<br />

non si “fulminano”, ma riducono progressivamente la<br />

quantità di luce emessa: la loro vita utile termina convenzionalmente<br />

quando la luminosità scende al di sotto<br />

del 70% del flusso luminoso iniziale.<br />

Funzionamento alle basse temperature – Il flusso luminoso<br />

prodotto dalle lampade fluorescenti compatte<br />

diminuisce alle basse temperature; i Led, al contrario,<br />

funzionano meglio al freddo.<br />

Resistenza ad urti e vibrazioni – A differenza di tutte le<br />

sorgenti luminose tradizionali, i Led non hanno parti in<br />

vetro nè sottili e fragili filamenti.<br />

Piccole dimensioni – Le sorgenti luminose Led sono<br />

molto più piccole rispetto alle lampade tradizionali; ciò<br />

consente di ridurre gli ingombri dei corpi illuminanti e<br />

di aumentarne la flessibilità di impiego.<br />

Cicli accensione/spegnimento – I Led sopportano frequenti<br />

cicli di accensione e spegnimento, senza comportare<br />

alcuna riduzione della propria vita utile e senza<br />

alcun ritardo all’accensione.<br />

Regolazione intensità luminosa – I Led bianchi si prestano<br />

facilmente all’impiego di dimmer. La riduzione<br />

dell’intensità luminosa, inoltre, non provoca alcuna<br />

variazione della tonalità del bianco.<br />

Emissione spettrale – L’emissione spetttrale monocromatica<br />

propria dei diodi, consente l’eliminazione dei filtri<br />

colorati che si applicano alle lampade tradizionali per<br />

produrre luce colorata, e che ne riducono l’efficienza.<br />

Inoltre la miscelazione di più Led monocromatici permette<br />

una progettazione molto accurata dello spettro di<br />

emissione globale, adattandolo a specifiche e particolari<br />

esigenze.<br />

30 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


Sebbene sia lecito prevedere che molti dei seguenti problemi<br />

saranno risolti, tra gli attuali punti di debolezza<br />

dei Led si può evidenziare:<br />

Prezzo elevato – A parità di flusso luminoso, il costo<br />

attuale dei Led è ancora elevato rispetto a quello delle<br />

sorgenti tradizionali. In via indicativa, il maggiore onere<br />

indotto da un sistema di illuminazione Led nei riguardi<br />

di un equivalente con fluorescenti compatte, si aggira<br />

mediamente intorno al 40 – 60%.<br />

Sensibilità alla temperatura di funzionamento –<br />

L’effettiva durata di un Led è strettamente correlata alla<br />

temperatura che la giunzione raggiunge durante il funzionamento.<br />

L’aumento di questo valore comporta una<br />

precoce riduzione sia del flusso luminoso prodotto che<br />

della vita utile del dispositivo. Come molti altri semi-<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

Alcuine esempi dell’utilizzo dei<br />

led, Acronimo di light emitting<br />

diode, ormAi sempre più fortemente<br />

diffuso in molti cAmpi ApplicAtivi.<br />

conduttori, i Led devono essere dotati di dissipatori termici,<br />

in grado di portare il calore fuori dal diodo.<br />

Incompatibilità con alimentazione di rete – La maggior<br />

parte dei Led funziona in corrente continua ed a tensione<br />

nettamente inferiore a quella di rete a corrente alternata;<br />

questa differenza comporta la presenza di trasformatori<br />

e/o resistenze, che fanno diminuire l’efficienza<br />

complessiva del sistema.<br />

Disomogeneità alla nascita – Nella produzione dei prodotti<br />

con semiconduttori, si riscontra una variabilità<br />

delle performance fino al 30% attorno ai valori medi forniti<br />

dalle schede tecniche dei prodotti. Ciò rende in<br />

dispensabile una classificazione post-produzione, supportata<br />

da specifiche normative. W<br />

31


Rinnovabili, efficienza e<br />

Concetti slega<br />

La Direttiva 28/2009/CE per l’incentivazione all’uso<br />

vabili, più nota con l’acronimo RES, e il successivo<br />

della direttiva attraverso il D.lgs. 28/2011, nel prossim<br />

no indubbi vantaggi rispetto alla necessaria drastica r<br />

di combustibili fossili.<br />

32 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


formazione:<br />

i?<br />

delle energie rinnoecepimento<br />

italiano<br />

o futuro apporteraniduzione<br />

dei consumi<br />

Massimo Ghisleni<br />

redazione@impianticlima.com<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

I<br />

l vantaggio che ci si attende dall’applicazione della<br />

RES, può avere sensibili e positive ripercussioni, sull’economia,<br />

sulla salvaguardia ambientale e sulla pianificazione<br />

energetica del sistema paese.<br />

Mediante lo sfruttamento delle rinnovabili, applicate<br />

attraverso sistemi tecnologici efficienti, ci si attende<br />

infatti una riduzione dei consumi energetici delle applicazioni<br />

industriali, residenziali e del terziario, con conseguente<br />

riduzione delle voci di costo legate all’approvvigionamento<br />

dei vettori energetici. Questa riduzione<br />

attesa sugli importi delle bollette energetiche degli<br />

utenti finali, dovrebbe quindi aumentare il margine economico<br />

sui fatturati delle aziende, e migliorare la capacità<br />

al risparmio delle famiglie, fungendo quindi da ulteriore<br />

motore per l’economia occidentale. Ma trattando il<br />

tema dell’economia, il ricorso alle rinnovabili, se ben<br />

incentivato e applicato, favorirà il volume d’affari di<br />

quelle aziende del settore ancora in grado di fare ricerca<br />

e di sviluppare nuovi prodotti energeticamente virtuosi.<br />

Entrambi questi temi consentono di pianificare un recupero<br />

di competitività del nostro sistema economico inteso<br />

in senso generale. Poi, è necessario pensare al nostro<br />

futuro e al futuro delle generazioni che verranno, evitando<br />

però la fin troppo facile retorica, gli inutili allarmismi,<br />

e l’eccessiva sopravvalutazione degli effetti producibili<br />

con il ricorso alle rinnovabili. In questo discorso va detto<br />

per chiarezza e una volta per tutte che, a meno di scoperte<br />

stravolgenti che allo stato attuale sono impensabili,<br />

non si può credere in astratto ad una perfetta autosufficienza<br />

energetica attraverso le energie pulite e rinnovabili.<br />

E’ possibile invece credere fermamente nella<br />

possibilità di perseguire con decisione l’obiettivo di una<br />

netta riduzione dei consumi di combustibili fossili per<br />

tutti gli utilizzi umani, siano questi la produzione industriale,<br />

i trasporti e tutti gli utilizzi tecnologici o di climatizzazione.<br />

Riduzione ottenibile forse solo con le<br />

energie rinnovabili? Andrebbe affrontata questa domanda,<br />

visto che attualmente vengono incentivati solo<br />

determinati utilizzi virtuosi dell’energia e che nel<br />

discorso delle rinnovabili, sembra non trovar posto il termine<br />

efficienza e ricupero energetico. A fronte di questi<br />

discorsi, forse già fatti e sentiti più volte, occorre quest’oggi<br />

che ci si ponga alcune cruciali domande: 1) è sufficiente<br />

l’approccio al problema attraverso le sole energie<br />

rinnovabili, o forse è bene incentivare e dare pari<br />

dignità giuridica anche all’efficienza e al ricupero energetico?<br />

2) è necessario ripensare agli ruoli dei diversi<br />

attori nell’ambito della produzione e dell’utilizzo dell’energia?<br />

3) la formazione è ancora un tema da approcciare<br />

a livello volontaristico e facoltativo? In questo articolo<br />

si proverà a fornire alcune possibili risposte alle<br />

domande poste, attraverso una riflessione puramente<br />

personale sui tre temi indicati nei quesiti. Risposte che<br />

si inquadrano in un idea di politica energetica nazionale<br />

e comunitaria che andrebbe catalizzata in decisioni organiche<br />

da prendersi in tempi ormai necessariamente rapidi<br />

e inderogabili.<br />

Il tema delle strategie energetiche<br />

Viste le attuali riserve di idrocarburi, una loro decisa<br />

33


1 2<br />

riduzione nei consumi potrà dare il tempo alla messa a<br />

punto di sistemi energetici sempre meno energivori e di<br />

metodologie maggiormente pulite per l’approvvigionamento<br />

energetico tanto necessario all’uomo. Una buona<br />

politica energetica, in grado di sfruttare al meglio le<br />

infrastrutture esistenti e, che punti in primis ad un calo<br />

dei consumi attraverso la riduzione dei fabbisogni energetici<br />

delle utenze, deve anche indurre una maggiore<br />

efficienza nel trasformare, distribuire e utilizzare l’energia,<br />

per consentire un minore impoverimento delle<br />

scorte energetiche fossili. L’utilizzo delle infrastrutture<br />

esistenti è un nodo strategico importante, in virtù della<br />

necessità di dover prevedere il finanziamento per operazioni<br />

di adeguamento delle reti di produzione e distribuzione<br />

energetica (ad esempio elettrica) a volte insostenibili<br />

dalle economie occidentali rispetto all’utilizzo di reti<br />

di distribuzione esistenti (metanodotti ad esempio) già<br />

adeguati ai futuri bisogni. Una seria politica energetica<br />

deve porsi anche questa problematica tra le varie da<br />

affrontare, tutto ciò anche per comprendere come incentivare<br />

le diverse tecnologie legate a diverse reti di distribuzione<br />

dei vettori energetici.<br />

Poi è necessario sicuramente pensare con eguale intensità<br />

di sforzi intellettuali ai temi già ampiamente discus-<br />

4 5<br />

si in passato. Ad esempio è necessario verificare le politiche<br />

e le strategie di approvvigionamento delle fonti<br />

energetiche fossili, specialmente in quei paesi come il<br />

nostro in cui le risorse naturali ci sono ma non sono sufficienti<br />

a coprire l’intero fabbisogno, o non sono sufficientemente<br />

sfruttate a dovere. Tema questo che porta<br />

ad affrontare vecchi discorsi circa lo sfruttamento di giacimenti<br />

esistenti ma non sfruttati per resistenze di vario<br />

genere e alla costruzione di infrastrutture come i rigasificatori,<br />

tanto osteggiati quanto utili ad alleggerire la<br />

dipendenza dai pochi attuali interlocutori per l’importazione<br />

degli idrocarburi.<br />

Una seria politica energetica dovrebbe essere dichiarata<br />

con chiarezza e poi perseguita con decisione e senza<br />

deviazioni insensate. Applicando il termine di insensate<br />

a quelle decisioni di cambiamento rispetto alle “rotte<br />

prestabilite” non determinate dalla logica e dal pragmatismo.<br />

Deviazioni insensate dettate dalle sensazioni e<br />

dalla disinformazione, il nostro paese ne ha subite fin<br />

troppe e sommessamente credo sia tempo di abbandonare<br />

simili pericolose abitudini. Una politica energetica<br />

poi, non può essere solo dichiarata con chiarezza: deve<br />

anche essere comunicata con efficacia e semplicità, evitando<br />

le trappole disinformative ed orientando anche i<br />

34 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


3<br />

non addetti ai lavori ad una loro contribuzione al bene<br />

comune. In virtù di quest’idea generale sul tema delle<br />

necessarie strategie energetiche, si proverà ora a dare<br />

risposta alle tre domande introduttive, verificando alla<br />

luce delle recenti direttive e decreti, cosa è necessario<br />

aggiungere o meglio focalizzare per ottenere risultati<br />

concreti nella riduzione dei consumi di combustibili fossili.<br />

Rinnovabili, efficienza e recupero energetico<br />

Il solo ricorso alle energie solari fotovoltaiche e termiche,<br />

o ai sistemi di generazione elettrica eolici o idrodinamici,<br />

è stato ritenuto evidentemente poco promettente<br />

dalla stessa direttiva RES, in considerazione dell’importanza<br />

rivestita dal comparto della climatizzazione<br />

invernale ed estiva degli involucri edilizi. Essendo la climatizzazione<br />

degli ambienti la seconda voce per importanza<br />

e quantità dei consumi energetici correlati, dopo il<br />

comparto dei trasporti, ritengo sia parso insufficiente il<br />

ricorso alle rinnovabili tradizionali in virtù degli obiettivi<br />

ambiziosi che a livello comunitario ci si è posti. Infatti<br />

nella direttiva 28/2009/CE (RES) compare per la prima<br />

volta in giurisprudenza la definizione di energia rinnovabile<br />

termica anche per l’aria esterna, per il terreno e per<br />

tutti gli acquiferi superficiali o sotterranei, quando que-<br />

6<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

1. campI dI estrazIone energIa fossIle.<br />

2. acceleratore dI partIcelle del laboratorIo<br />

cern dI gInevra.<br />

3. nave metanIera ormeggIata alla banchIna dI<br />

un rIgassIfIcatore off-shore In fase dI scarIco.<br />

ste sorgenti sono sfruttate da pompe di calore. Certo si<br />

tratta di “strane” forme di energia rinnovabile, in quanto<br />

per estrarle dalle sorgenti e per trasferirle ai sottosistemi<br />

di distribuzione e cessione dell’energia, occorre<br />

una grande quantità di energia primaria sicuramente<br />

superiore a quella necessaria ai sistemi di captazione<br />

solare. Ma era ovvio che tale definizione dovesse essere<br />

introdotta. Ovvio perché la quantità di energia rinnovabile<br />

prelevabile dalle pompe di calore è nettamente<br />

superiore e maggiormente disponibile (in proporzione<br />

alle dimensioni sia geometriche che economiche degli<br />

impianti) rispetto ai sistemi di captazione solare, anche<br />

se per ottenerle è necessario spendere energia primaria.<br />

Chiaramente, per una tecnologia così promettente nel<br />

mercato delle rinnovabili ma legata comunque sempre<br />

ai combustibili fossili per il suo funzionamento (si ricorda<br />

qui che circa l’80% dell’energia elettrica è comunque<br />

prodotta con centrali termoelettriche), è necessario<br />

introdurre il concetto di efficienza delle apparecchiature<br />

rispetto al consumo di energia primaria, nella valutazione<br />

degli effetti positivi ottenibili. L’obiettivo vero<br />

imposto dalla direttiva RES è la netta riduzione dei consumi<br />

di energia primaria, massimizzando l’impiego di<br />

energia rinnovabile: ciò comporta una inevitabile concatenazione<br />

tra le due entità energetiche. Si dovrebbe<br />

4. ImpIanto dI estrazIone dI gas naturale off-shore<br />

5. tetto fotovoltaIco<br />

6 costruzIone dI pIpe lIne nel deserto arabIco<br />

35


5 6<br />

quindi riconoscere e incentivare solo i sistemi in grado<br />

di offrire buone quantità d’energia rinnovabile con<br />

altrettanto buoni valori di efficienza riferiti ai consumi di<br />

energia primaria. Come si potrà verificare nel testo dei<br />

documenti legislativi, la direttiva RES e il decreto<br />

28/2011 questo ragionamento lo affrontano solo parzialmente.<br />

Andrebbero poi riconosciuti e incentivati anche<br />

i ricuperi energetici, anche se non legati allo sfruttamento<br />

di energie rinnovabili, ma altrettanto efficaci nel<br />

ridurre i fabbisogni energetici delle utenze. Non è possibile<br />

ad esempio non tener conto nelle incentivazioni o<br />

nei risultati conseguiti ai fini del rispetto degli impegni<br />

comunitari, gli apporti gratuiti negli impianti di ventilazione<br />

ottenuti attraverso i recuperatori di calore a flusso<br />

incrociato canalizzati o tramite recuperatori realizzati<br />

con condotti interrati. Identico discorso vale per il recupero<br />

dei cascami di calore di produzione per effettuare il<br />

riscaldamento ambiente o per la refrigerazione attraver-<br />

4. centrale tecnologIca per la generazIone dI energIa termIca e frIgorIfera<br />

medIante pompe dI calore ad assorbImento geotermIche alImentate<br />

a gas naturale.<br />

so un refrigeratore ad assorbimento. Anche sull’argomento<br />

ricuperi energetici la legislazione attuale è fortemente<br />

deficitaria, nonostante lo sfruttamento di questo<br />

misconosciuto (legislativamente parlando) strumento<br />

consenta ampi margini di risparmio di energia primaria.<br />

Basterebbe riconsiderare la formula proposta dalla direttiva<br />

RES, introducendo al posto del Seasonal<br />

Performance Factor (SPF), il termine di Rapporto di<br />

Energia Primaria (REP) dei sistemi, inteso come il rapporto<br />

tra il fabbisogno energetico coperto dal sistema di<br />

generazione ed energia primaria complessiva (sia macchine<br />

previste che ausiliari di impianto) consumata dal<br />

sistema stesso. Riscrivendo la formula presente nella<br />

Direttiva 28/2009/CE e nel decreto 28/2011 nel modo<br />

indicato dalla seguente relazione, si ottiene un equazione<br />

generale che consente di verificare gli effetti e calcolare<br />

incentivi per tutti i sistemi di generazione virtuosi,<br />

nei quali siano integrate energie rinnovabili di differen-<br />

4. centrale tecnologIca per la cogenerazIone dI energIa termIca ed<br />

energIa elettrIca medIante celle a combustIbIle alImentate a gas naturale.<br />

36 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


te genere e natura, oltre che tutti i ricuperi energetici<br />

ottenuti.<br />

La formazione e l’informazione<br />

Altro argomento cruciale è il doppio tema della formazione<br />

e informazione. La formazione è necessaria agli<br />

operatori del settore, siano essi progettisti, installatori o<br />

verificatori/certificatori. L’informazione è necessaria al<br />

vasto pubblico dei non addetti ai lavori, che all’occorrenza<br />

deve orientarsi razionalmente verso la tecnologia più<br />

utile rispetto ai propri bisogni.<br />

Di formazione si parla spesso in vari ambiti ed è ormai<br />

consolidata l’idea che attraverso di essa si può veicolare<br />

lo sviluppo di un paese. Tutto ciò quando la si considera<br />

in ambito scolastico e universitario, come anche quando<br />

viene intesa in qualità di formazione professionale rivolta<br />

a chi è già ben inserito nel mondo del lavoro. Di formazione<br />

nel settore termotecnico se ne sentiva l’esigenza<br />

ancor prima che entrassero le tecnologie innovative<br />

nel vasto orizzonte degli impianti tecnologici, ed infatti<br />

numerose sono le occasioni formative che da tempo si<br />

sono strutturate per il nostro settore. Ora che è suonata<br />

l’ora delle energie rinnovabili e delle tecnologie innovative,<br />

è ancora più urgente che i vari assetti professionali<br />

del settore termotecnico accedano a piani formativi specifici.<br />

Aggiornamento continuo e formazione per la progettazione<br />

sono essenziali per un utilizzo sicuro ed efficace<br />

delle pompe di calore, dei sistemi di captazione<br />

dell’energia solare o delle altre fonti rinnovabili.<br />

Improvvisare un progetto in ambiti tecnologici complessi<br />

in molte situazioni porta alla realizzazione di impianti<br />

che non ottengono le prestazioni energetiche ipotizzate<br />

e per le quali il cliente finale ha scelto l’adozione di tec-<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

4. campo eolIco per la<br />

produzIone<br />

elettrIca<br />

dI energIa<br />

5. fenomeno vulcanIco a<br />

sImbolo delle attIvItà geotermIche<br />

nel sottosuolo<br />

nologie più costose. In alcuni ambiti addirittura, una<br />

progettazione poco consapevole porta a realizzazioni che<br />

producono più problemi che vantaggi all’utilizzatore<br />

finale della tecnologia.<br />

Aggiornamento continuo e formazione sono anche<br />

necessari per chi installa. Infatti anche a fronte di un<br />

ottimo progetto rimane fondamentale la competenza e<br />

la maestria di chi realizza impianti complessi caratterizzati<br />

da tecnologie avanzate. In questi casi l’installatore<br />

deve sapere ben interpretare la filosofia di impianto che<br />

il progettista ha voluto impostare, e per tutto questo<br />

occorre competenza oltre che esperienza.<br />

Ma di formazione o meglio di informazione si dovrà iniziare<br />

a parlare anche per gli utenti degli impianti, visto e<br />

considerato che le prestazioni previste a progetto sono<br />

raggiungibili esclusivamente se l’impianto è utilizzato<br />

con la modalità, la frequenza e i valori di set-point stabiliti<br />

in fase di progettazione. La formazione di tutti e tre<br />

i soggetti attivi nella realizzazione di impianti tecnologici<br />

è fondamentale, specie se delinea e facilita una sinergia<br />

tra i tre attori finalizzata all’ottenimento di edifici a<br />

consumo quasi zero, come vorrebbe la direttiva EPDB<br />

2. Per progettisti e installatori, sistemi formativi sono già<br />

attivati da tempo, anche se non sempre è facile orientarsi<br />

e discernere tra innumerevoli proposte formative.<br />

Inoltre, per progettisti ed installatori, non sempre è semplice<br />

o possibile ricavare tempo e risorse per partecipare<br />

ai corsi, mancando in effetti metodologie di accesso<br />

incentivato e facilitato per chi fosse interessato. Per gli<br />

utenti finali, ovviamente non vi è nulla di strutturato o<br />

strutturabile. Per i non addetti ai lavori resta l’utilizzo<br />

dei mezzi di comunicazione di massa attraverso i quali è<br />

possibile raccogliere informazioni per una scelta razionale,<br />

sempre ammesso che si possa essere aiutati nell’opera<br />

di discernimento tra le infinite informazioni reperibili<br />

con i moderni strumenti. L’informazione poi, andrebbe<br />

guidata meglio da parte dei differenti mass media, in<br />

quanto troppo spesso si cade nei pregiudizi, nei luoghi<br />

comuni e nelle frasi fatte di grande effetto ma di altrettanta<br />

inutilità. La formazione specifica sull’uso del<br />

impianto, andrebbe infine svolta dal consulente contattato<br />

per la progettazione e dall’installatore che ha realizzato<br />

l’impianto, essendo essi responsabili dell’impianto<br />

fino alla sua consegna all’utenza. L’installatore e il progettista<br />

non possono e non devono dimenticarsi di questa<br />

fase cruciale del proprio lavoro altamente qualificato.<br />

Conclusioni<br />

I tre temi citati sono cruciali per il raggiungimento degli<br />

obbiettivi di riduzione dei consumi di energia primaria,<br />

di riduzione delle emissioni inquinanti e quindi di salvaguardia<br />

ambientale. Nessuno dei tre, perseguito da solo<br />

è sufficiente, nessuno dei tre può essere fine a se stesso.<br />

E’ parere di chi scrive che tutti e tre i temi siano strettamente<br />

legati ed interconnessi, tali da essere affrontati<br />

all’unisono in modo organico. W<br />

37


PRODOTTI & SISTEMI<br />

POMPE DI CALORE AD ASSORBIMENTO A<br />

METANO MASSIMA EFFICIENZA<br />

Le pompe di calore ad assorbimento a metano<br />

della serie GAHP di Robur sono la soluzione ideale<br />

per il riscaldamento e il condizionamento di condomini,<br />

aziende, spazi pubblici e commerciali in modo<br />

efficiente e nel rispetto dell'ambiente.<br />

Linea GAHP A<br />

Pompa di calore ad assorbimento a condensazione<br />

modulante a metano con utilizzo di energia rinnovabile<br />

aerotermica per riscaldamento. Utilizza il<br />

39,4% di energia rinnovabile aerotermica ed è in<br />

grado di superare un’efficienza termica del 165%,<br />

garantendo fino al 39,4% di riduzione dei costi<br />

annuali per il riscaldamento e delle emissioni di<br />

CO2 rispetto alle migliori caldaie a condensazione.<br />

Ideale per il riscaldamento di utenze industriali,<br />

commerciali e del terziario. Disponibile anche nella<br />

<strong>versione</strong> reversibile GAHP-AR per riscaldamento e<br />

condizionamento, sempre a metano.<br />

Linea GAHP GS<br />

Pompa di calore ad assorbimento a condensazione<br />

modulante a metano con utilizzo di energia rinnovabile<br />

geotermica per riscaldamento. Utilizza il<br />

40,9% di energia rinnovabile geotermica ed è in<br />

grado di superare un'efficienza termica del 169%,<br />

garantendo il 40,9% di riduzione dei costi annuali<br />

per il riscaldamento e delle emissioni di CO2 rispetto<br />

alle caldaie a condensazione. Ideale per il riscaldamento<br />

di utenze industriali, commerciali, ricettive<br />

e del terziario in applicazioni geotermiche.<br />

Possibilità di fornire anche il raffrescamento in free-<br />

cooling (unità spenta) o in applicazioni geotermiche<br />

per raffrescamento attivo (unità accesa).<br />

Linea GAHP WS<br />

Pompa di calore ad assorbimento a condensazione<br />

modulante a metano con utilizzo di energia rinnovabile<br />

idrotermica per produzione di acqua calda e<br />

fredda. Utilizza il 42,6% di energia rinnovabile idrotermica<br />

ed è in grado di superare un’efficienza<br />

complessiva del 174% (con utilizzo contemporaneo).<br />

Non richiede sorgenti esterne, abbattendo i<br />

costi di impianto e gestione. Ideale per impianti con<br />

contemporaneità di riscaldamento e raffreddamento<br />

(ospedali, cicli produttivi o sistemi ad anello di<br />

liquido) e per impianti di riscaldamento e condizionamento<br />

con sorgente per recupero e smaltimento<br />

di energia termica.<br />

www.robur.it<br />

Scarica documentazione<br />

38 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


UNITA’ DI ALIMENTAZIONE IDRICA<br />

SiBoost Helix Excel è la nuova unità di alimentazione<br />

idrica progettata da Wilo. Il sistema è costituito<br />

da 2 o 4 pompe centrifughe Helix EXCEL a motore<br />

ventilato in acciaio inox disposte verticalmente e<br />

collegate tra loro in parallelo; ciascuna pompa è<br />

dotata di un convertitore di frequenza integrato raffreddato<br />

ad aria, di un motore EC e del dispositivo<br />

di controllo Smart Controller SC.<br />

Il Motore EC ad alta efficienza, cuore del sistema,<br />

consente di raggiungere un grado di efficienza<br />

superiore ai valori limite IE4 secondo IEC TS<br />

60034-31 Ed. 1. Il convertitore di frequenza ha un<br />

ampio campo di regolazione, dai 25Hz può raggiungere<br />

un massimo di 60Hz, inoltre, l’idraulica<br />

dell’intero sistema è soggetta a basse perdite di<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

carico. L’elettronica applicata ai motori elettrici che<br />

azionano le pompe è in grado di arrestare il gruppo<br />

di pressurizzazione in caso di mancanza di<br />

acqua evitando così il “funzionamento a secco”<br />

particolarmente dannoso per le parti meccaniche<br />

delle pompe ed evitando di utilizzare sistemi esterni<br />

di protezione contro la “marcia a secco”.<br />

Grazie all’utilizzo del dispositivo di controllo SC, il<br />

funzionamento è davvero semplice e la regolazione<br />

viene fatta con la massima precisione. Il display<br />

LC consente una facile navigazione grazie a un<br />

menù pratico che consente una facile impostazione<br />

dei parametri con il pulsante rosso.<br />

SiBoost Helix Excel è ideale per l’alimentazione e la<br />

pressurizzazione idrica automatica in edifici residenziali,<br />

commerciali e pubblici ma anche in alberghi,<br />

ospedali, supermercati e nei sistemi industriali.<br />

Progettata per il pompaggio di acqua potabile,<br />

acqua di processo, acqua refrigerata, acqua per<br />

uso antincendio (diversa dai sistemi antincendio<br />

secondo DIN14462) può essere utilizzata anche<br />

per il pompaggio di altri liquidi simili all’acqua, non<br />

aggressivi chimicamente o meccanicamente nei<br />

confronti dei materiali utilizzati e privi di sostanze<br />

abrasive o fibrose in sospensione.<br />

www.wilo.it<br />

Scarica documentazione<br />

39


PRODOTTI & SISTEMI<br />

VRF DAL RISPARMIO ENERGETICO DA RECORD<br />

Il nuovo sistema VRF SMMSi di Toshiba consente<br />

l'utilizzo di tubazioni più estese ed è in grado di fornire<br />

prestazioni di risparmio energetico superiori<br />

alla gamma attuale. Il modulo esterno di punta<br />

della serie SMMSi ha una potenzialità di 16 HP. La<br />

tecnologia "tutto Inverter", ulteriormente potenziata,<br />

è incorporata nei modelli da 14 HP e 16 HP.<br />

Dotati di tre compressori Twin Rotary, ciascuno dei<br />

quali è comandato da un controllo inverter che ne<br />

regola la velocità in modo indipendente rispetto<br />

agli altri, con il risultato di erogare in ogni istante<br />

solo la potenza strettamente necessaria e riducendo<br />

significativamente il consumo energetico con<br />

elevati rendimenti. Il prodotto punta al miglioramento<br />

dell'efficienza durante le fasi di funzionamento<br />

a carico parziale della macchina che, come<br />

noto, incidono notevolmente sul consumo energetico<br />

dei sistemi di climatizzazione. Le naturali destinazioni<br />

d'uso del VRF sono alberghi, uffici ed abitazioni<br />

di lusso che presentano una molteplicità di<br />

locali e una variabilità dei carichi in ciascun locale,<br />

nell'arco dell'intera giornata.<br />

Tecnologia “Tutto Inverter” finalizzata al<br />

risparmio energetico<br />

I compressori ad alta efficienza DC Twin Rotary, tecnologia<br />

Toshiba, e gli inverter a controllo vettoriale<br />

sono stati ulteriormente migliorati. Ora la nuova<br />

scheda inverter modula la velocità di rotazione del<br />

compressore con una precisione di 0,1 Hz annullando<br />

gli sprechi di energia dovuti ad una produzione<br />

di energia termica superiore a quella strettamente<br />

necessaria per soddisfare i carichi termici<br />

interni dell’edificio. Il modello da 8HP fornisce un<br />

rendimento in riscaldamento (COP) di 4,52. Al carico<br />

parziale del 50%, lo stesso modello raggiunge<br />

rendimenti eccezionali con un COP di 6,41.<br />

Maggiore libertà di progettazione<br />

La lunghezza massima consentita per le tubazioni<br />

di collegamento tra le unità interne ed esterne è<br />

stata aumentata fino a 235 metri ed è oggi fra le<br />

più elevate del mercato. Il dislivello massimo tra le<br />

unità interne ed esterne, fattore critico per le installazioni<br />

in edifici a forte sviluppo verticale, è ora di<br />

70 metri. Grazie a queste estensioni, le nuove unità<br />

esterne possono essere installate ai piani di edifici<br />

ancora più alti.<br />

Le unità più compatte in commercio<br />

Alla serie SMMSi è possibile abbinare più unità<br />

esterne per ottenere una potenza complessiva fino<br />

a 48 HP. Le nuove taglie dei moduli esterni, offrono<br />

una doppia gamma di unità esterne: “standard”,<br />

che minimizza l’ingombro ed i costi d’impianto, e<br />

“ad alta efficienza” che sfruttando un maggior<br />

numero di scambiatori di calore consente di ottenere<br />

performance superiori a quelle già ottime<br />

espresse dalla serie “standard”.<br />

www.toshibaclima.it<br />

Scarica documentazione<br />

40 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


ANTIVIBRANTI SMORZATORI A MOLLE IN<br />

ACCIAIO<br />

Pantecnica, attiva nelle soluzioni per i sistemi di<br />

tenuta per fluidi e sistemi antivibranti ha inserito<br />

nella gamma prodotti una nuova serie di sistemi<br />

antivibranti/smorzatori, denominate ISOTOP®<br />

BL/DSD. E’ noto che gli antivibranti a molle elicoidali<br />

in acciaio, grazie alle alte deflessioni sotto carico,<br />

realizzano importanti gradi di isolamento; per<br />

contro sono carenti nello smorzamento dell’energia<br />

vibratoria. Dotate di alta resistenza alla corrosione,<br />

all’interno sono integrate con un elemento<br />

cilindrico in materiale viscoelastico poliuretanico<br />

che possiede proprietà di smorzamento dell’energia<br />

vibratoria.La scelta del tipo e del numero di<br />

molle per ogni sistema è in funzione del carico da<br />

supportare e della frequenza propria necessaria<br />

per un ottimale isolamento. La modulazione del<br />

numero di molle per ogni sistema consente portate<br />

di carico comprese tra 100 e 5400 Kg e realizza<br />

frequenze proprie tra 4 e 6 Hz. Nelle situazioni in<br />

cui, contestualmente al controllo delle vibrazioni o<br />

degli urti, è necessario dissipare le frequenze strutturali<br />

trasmissibili attraverso le molle in acciaio, i<br />

SOFFITTI RADIANTI VERSATILI<br />

I soffitti radianti Plaforad di<br />

Fraccaro sono un’ottima soluzione<br />

per il riscaldamento e il raffrescamento<br />

di edifici commerciali,<br />

del terziario e residenziali. I<br />

modelli proposti possono essere<br />

metallici o in cartongesso.<br />

PLAFORAD GK<br />

Sono controsoffitti radianti in cartongesso<br />

e possono essere di<br />

due tipologie, uno ad alta resa e<br />

uno a resa standard, cambiando<br />

solo il tipo di cartongesso da utilizzare.<br />

Grazie all’uso di profili<br />

conduttori in alluminio e tubi di<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

rame, la resa in caldo ed in freddo<br />

è costante e certa anche dopo<br />

diversi anni di utilizzo.<br />

PLAFORAD V<br />

Questi controsoffitti metallici con<br />

strutture portanti a vista sono<br />

prodotti in un’ampia varietà di<br />

modelli, forme e dimensioni, il<br />

che permette innumerevoli combinazioni<br />

di stili e design.<br />

PLAFORAD N<br />

Si differenzia dalle serie precedente<br />

per la struttura portante<br />

nascosta alla quale vengono fissati<br />

con delle speciali clip a molla<br />

autocentranti. Disponibili anche<br />

le versioni con struttura semplificata,<br />

pannelli non apribili ma<br />

smontabili e con pannelli a tenuta.<br />

PLAFORAD Q<br />

Sono pannelli radianti inseribili<br />

nei controsoffitti in fibra minerale<br />

sistemi ISOTOP® BL/DSD possono essere corredati<br />

di suole in elastomero cellulare da interporre tra la<br />

piastra di base ed il pavimento di appoggio.<br />

Prodotti ideali per l’isolamento/smorzamento “attivo”<br />

delle vibrazioni e degli urti prodotti da ogni tipo<br />

di macchina, nonché per l’isolamento “passivo” di<br />

apparati di misura sensibili, piani e laboratori di<br />

prova. La scelta e l’utilizzo della soluzione idonea è<br />

facilitata dalla disponibilità di un completo manuale<br />

tecnico e dalla adeguata e facilitata assistenza<br />

del produttore.<br />

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e consentono la massima libertà<br />

progettuale per tutti i tipi di<br />

ambiente e destinazione d’uso.<br />

PLAFORAD W<br />

Ideali per l’adeguamento di vecchi<br />

controsoffitti, sono in grado di<br />

soddisfare le esigenze di silenziosità,<br />

funzionamento, sicurezza e<br />

assenza di movimenti d’aria.<br />

PLAFORAD ACR<br />

Questa tipologia di pannelli è<br />

costituita da un modulo di attivazione<br />

ad alta capacità di scambio<br />

termico sia in caldo ma soprattutto<br />

in freddo. Ideali per applicazione<br />

in spazi con grande affollamento.<br />

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41


Protezione catodica<br />

Il bibliofilo<br />

Libri e documentazione varia sull’HVAC<br />

Un'opera completa sulla protezione catodica di strutture e<br />

impianti contro la corrosione<br />

Un'Opera, che offre un'informazione approfondita quanto esaustiva sulla<br />

protezione catodica. Ineccepibile per chiarezza espositiva, abbondanza di<br />

diagrammi, schemi, figure e tabelle dense di dati per un utilizzo diretto.<br />

Essa affronta il problema della corrosione elettrochimica di impianti,<br />

strutture, serbatoi ecc. - responsabile ogni anno di danni e perdite ingenti<br />

- con un corretto rapporto tra basi teoriche ed analisi pratico-applicative.<br />

I 14 capitoli sui quali il volume è articolato affrontano la protezione catodica,<br />

e in un capitolo dedicato anche quella anodica, nei suoi aspetti più<br />

rilevanti, con analisi che, oltre alle applicazioni più comuni nei terreni,<br />

discutono quelle nell'ambiente marino, nel calcestruzzo armato e nelle<br />

superfici interne di apparecchi e serbatoi.<br />

Ciascun capitolo è seguito poi da un certo numero di esercizi pratici, per<br />

verificare l'approfondimento dei vari argomenti da parte dei lettori; le<br />

soluzioni sono pubblicate nel sito web della casa editrice.<br />

Gli Autori, Luciano Lazzari e Pietro Pedeferri, sono professori di Scienza<br />

e Tecnologia presso il Politecnico di Milano; Marco Ormellese è invece<br />

ricercatore in Scienza e Tecnologia dei Materiali, sempre presso il<br />

Politecnico.<br />

L'Opera è rivolta agli operatori del settore, a coloro che intendono conseguire<br />

la certificazione nei settori della protezione catodica, agli studi di<br />

ingeneria degli impianti tecnololgici e a studenti universitari, ma si può<br />

consigliare, più in generale, alle direzioni tecniche di industrie ed enti.<br />

Altre pubblicazioni Polipress Editore<br />

Cicli combinati a<br />

gas naturale<br />

Polveri sottili ed<br />

emissioni gassose<br />

Pag. 214<br />

Prezzo € 30,00<br />

La climatizzazione<br />

a gas e ad azionamento<br />

termico<br />

Pag. 384<br />

Prezzo € 49,00<br />

Protezione catodica<br />

Luciano Lazzari, Pietro<br />

Pedeferri, Marco Ormellese<br />

Polipress<br />

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Costruttori insieme...<br />

per sempre<br />

Pag. 144<br />

Prezzo € 15,00<br />

42 <strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6


IL MINIMALISTA<br />

PRESUNTUOSO<br />

progettare oggi<br />

a ben vedere, una crisi della progettazione HVaC serpeggia<br />

da tempo nel settore. Le sue manifestazioni<br />

sono diverse, ma probabilmente riconducibili in gran<br />

parte al generale malessere dell’economia, e del sistema<br />

italia in particolare. Uno degli aspetti più indicativi<br />

di questo malessere si rivela proprio nel progressivo<br />

deprezzamento del valore della progettazione da<br />

parte delle committenze, che ne riconoscono sempre<br />

meno l’importanza. Da questo atteggiamento di<br />

fondo discendono una serie di effetti perversi che, alla<br />

fine, giungono a compromettere la stessa qualità delle<br />

opere a danno di tutti. La concorrenzialità tra i progettisti,<br />

a causa della rarefazione dei lavori, viene ormai<br />

molto spesso giocata sul prezzo, a scapito necessariamente<br />

della qualità del risultato, è una delle conseguenze<br />

infelici di questo stato di cose. La professionalità<br />

di chi progetta viene sempre più spesso sottovalutata,<br />

quando non misconosciuta. È un aspetto anche<br />

questo attraverso il quale il sistema italia manifesta il<br />

proprio malessere. eppure, dei segni positivi non<br />

mancano, e l’attaccamento ai valori della professione<br />

che molti progettisti tenacemente mantengono è uno<br />

di questi. Come lo sono le scelte di non pochi costruttori<br />

nel privilegiare comunque la qualità dei prodotti,<br />

le prestazioni, la durata, la sicurezza, il servizio. e,<br />

sebbene, come minoranza, permangono in italia,<br />

nonostante tutto, dei committenti che possono dirsi a<br />

buon diritto illuminati: sensibili alla professionalità,<br />

alla qualità delle opere, alla tutela dell’ambiente naturale.<br />

Si tratta, di realtà minoritarie, ma che costituiscono<br />

altrettanti esempi di come si possa ben fare,<br />

continuando a lavorare con risultati positivi nonostante<br />

le difficoltà del momento. Forse, uno degli elementi<br />

di questo successo sta proprio nella capacità di reagire<br />

e riproporsi in modo creativo. ed è una formula<br />

che ci sentiamo di raccomandare a coloro sui quali<br />

ricadono le responsabilità del progetto: di ricercare un<br />

rinnovamento della propria professione, arricchendola<br />

di nuovi contenuti e innovandosi. W<br />

<strong>Impianti</strong> <strong>Clima</strong> - Giugno 2012 - N. 6<br />

SUL PROSSIMO NUMERO<br />

CHE C'È DI NUOVO SOTTO IL SOLE?<br />

Tecniche impiantistiche<br />

ampiamente collaudate e<br />

nuovi sistemi sempre più promettenti<br />

schiudono un uso<br />

più ampio dell’energia solare.<br />

Lo stato dell’arte nel solare.<br />

Fondatore e Direttore responsabile<br />

antonio Briganti<br />

Condirettori editoriali<br />

giacomino redondi<br />

energie rinnovabili e riscaldamento<br />

Massimo Vizzotto<br />

Sistemi compressorizzati per climatizzazione, refrigerazione e a<br />

pompa di calore<br />

Cristiano Vergani<br />

Qualità dell’aria, aeraulica e salute<br />

Contatti associazioni Culturali<br />

rosalba arduino<br />

4 REGOLE AUREE PER<br />

AUMENTARE L'EFFICIENZA<br />

DEGLI IMPIANTI DI<br />

VENTILAZIONE<br />

In linea con le precenti regole,<br />

questa volta ci occuperemo<br />

degli impianti di ventilazione,<br />

influenzati da fattori difficili da<br />

prevedere, quali la pressione<br />

del vento, l’effetto camino e<br />

l’imperfetta tenuta dell’edificio.<br />

IL SALTO TERMICO NEGLI<br />

IMPIANTI DI<br />

CLIMATIZZAZIONE<br />

Nella progettazione di un<br />

nuovo impianto di condizionamento<br />

è importante prendere<br />

in seria considerazione il salto<br />

termico dell’acqua refrigerata<br />

(e calda) in circolo poiché esso<br />

può influenzare, sia il costo di<br />

realizzazione dell’impianto<br />

stesso, sia il suo consumo<br />

energetico durante il periodo di funzionamento.<br />

redazione<br />

Via Val Blenio 10 - 20147 Milano Mi<br />

tel. 024035019 - Fax: 0299983105<br />

www.impianticlima.com - redazione@impianticlima.com<br />

© La riproduzione intera o parziale di testi è vietata se non dietro<br />

autorizzazione dell’editore.<br />

43


KLIMAHOUSE UMBRIA 2012<br />

28 - 30 settembre 2012 | Bastia Umbra (PG)<br />

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Fiera specializzata per l’efficienza energetica<br />

e la sostenibilità in edilizia<br />

ven-sab: 10.00-19.00 | dom: 10.00-18.00<br />

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