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Portofino - Il giardino del borgo

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itinerari<br />

natura<br />

cultura e attività<br />

prodotti tipici<br />

aree protette<br />

regione liguria<br />

Parco Naturale Regionale<br />

<strong>Portofino</strong><br />

G U I D A P R A T I C A<br />

<strong>Portofino</strong> erika.indd 1 24/03/2006 15.48.20


Un promontorio sul Mediterraneo<br />

Ci sono località <strong>del</strong>la terra indissolubilmente associate a “un indirizzo”,<br />

che sintetizza la loro unicità: nel grande mare racchiuso tra Africa ed<br />

Europa, <strong>Portofino</strong> è il solo promontorio <strong>del</strong>l’arco costiero che si sviluppa<br />

a partire da dove l’imponente catena di montagne (alpine) raggiunge il<br />

Mediterraneo e si propaga lungo la penisola italiana.<br />

Un frammento di Liguria proteso sulle acque, che assomma nei suoi caratteri<br />

quelli di terra affacciata sul mare con quelli di monte <strong>del</strong>l’Appennino.<br />

L’importanza di questa area straordinaria è stata percepita da memoria<br />

d’uomo che l’ha abitata fino dalla preistoria. Lo stato italiano l’ha tutelata<br />

fin dal 1935 con norme speciali, evolutesi nell’istituzione <strong>del</strong> Parco di<br />

<strong>Portofino</strong>, al quale si è aggiunta nel 1999 una <strong>del</strong>le prime Aree Marine<br />

Protette d’Italia.<br />

Da Camogli, <strong>Portofino</strong> e Santa Margherita Ligure, una fitta rete di splendidi<br />

sentieri permette di scoprire la ricchezza e la varietà di ambienti<br />

naturali, panorami, complessi monumentali <strong>del</strong> promontorio. Molti itinerari<br />

sono facili, alcuni richiedono esperienza, altri ancora possono essere<br />

affrontati solo insieme alle guide <strong>del</strong> Parco.<br />

La carta d’identità <strong>del</strong> Parco<br />

Istituzione:<br />

1935 come Ente Autonomo, 1995 come Parco Regionale.<br />

Nel 1999 è stata istituita un’Area Marina Protetta.<br />

Superfici protette:<br />

Parco di <strong>Portofino</strong>: 1056 ettari<br />

Area Marina Protetta: 372 ettari, governata dal Consorzio di Gestione <strong>del</strong>l’Area Mari-<br />

na Protetta <strong>del</strong> Promontorio di <strong>Portofino</strong>.<br />

Ente di Gestione:<br />

Ente Parco di <strong>Portofino</strong><br />

Sito Internet:<br />

www.parcoportofino.it<br />

Provincia:<br />

Genova<br />

Comuni:<br />

Camogli, <strong>Portofino</strong> e Santa Margherita Ligure.<br />

Punti informativi e di accoglienza:<br />

Santa Margherita Ligure, San Rocco di Camogli<br />

In copertina: uno scorcio panoramico e “mediterraneo” dal sentiero a strapiombo sul mare.<br />

Nel frontespizio: panorama su Punta Chiappa.<br />

Parco Naturale Regionale<br />

<strong>Portofino</strong><br />

<strong>Portofino</strong> erika.indd 2-3 24/03/2006 15.48.24


Punti di interesse I prodotti <strong>del</strong> territorio<br />

L’Abbazia di San Fruttuoso<br />

<strong>Il</strong> complesso di San Fruttuoso di Capodimonte è tra i monumenti più importanti d’Italia. Databile<br />

tra il X e XIII secolo, è stato donato nel 1983 dalla famiglia Pogson Doria Pamphilj al FAI<br />

(Fondo per l’ambiente italiano). Oggi è completamente restaurato e aperto al pubblico.<br />

Comprende i chiostri romanici, il sepolcreto dei Doria , le aree archeologiche e i<br />

saloni <strong>del</strong>l’abbazia duecentesca, che ospitano il museo. Le maestose trifore gotiche <strong>del</strong>la sala<br />

abbaziale offrono una suggestiva panoramica sulla baia. <strong>Il</strong><br />

complesso monastico e la torre Doria (XVI secolo) sono parte<br />

integrante <strong>del</strong> piccolo e intatto <strong>borgo</strong> marinaro, raggiungibile<br />

solo a piedi o via mare. Nelle acque <strong>del</strong>la baia, a 17 metri<br />

di profondità , è collocata la statua bronzea <strong>del</strong> Cristo degli<br />

Abissi, opera di Guido Galletti.<br />

<strong>Il</strong> falco pellegrino<br />

<strong>Il</strong> versante a mare <strong>del</strong> promontorio di <strong>Portofino</strong> è uno dei luoghi<br />

migliori <strong>del</strong>la Liguria per avvistare il falco pellegrino (Falco<br />

peregrinus brookei), un elegante predatore con apertura alare<br />

di 110-115 centimetri, in grado di piombare sulle prede – di<br />

solito piccoli uccelli – a 300 chilometri l’ora.<br />

<strong>Il</strong> conglomerato<br />

La roccia che caratterizza il promontorio di <strong>Portofino</strong> si è formata oltre 30 milioni di anni fa.<br />

Si tratta di una roccia sedimentaria, che ricorda vagamente il<br />

calcestruzzo, costituita da ciottoli arrotondati di rocce diverse,<br />

immersi in una matrice arenacea (una vera e propria sabbia),<br />

legata da un cemento calcareo. Le formazioni più caratteristiche<br />

sono le rupi costiere di San Fruttuoso e <strong>Portofino</strong>, il lastrone<br />

di Punta Chiappa e i macigni <strong>del</strong>le Pietre Strette.<br />

La sassifraga spatolata (Saxifraga cochlearis)<br />

È una pianta rupestre che affonda le radici nelle fessure <strong>del</strong> conglomerato e presenta caratteristiche<br />

foglioline dall’estremità arrotondata; a spatola, appunto.<br />

Si tratta di una specie esclusiva <strong>del</strong> Parco di <strong>Portofino</strong> e <strong>del</strong>le<br />

rupi <strong>del</strong>le Alpi Marittime; essendo una pianta montana, è eccezionale<br />

la sua presenza nel Parco sia per l’inconsueta ubicazione,<br />

che per la modesta altitudine e la vicinanza al mare.<br />

I prodotti <strong>del</strong> territorio<br />

<strong>Il</strong> mirto<br />

<strong>Il</strong> mirto (Myrtus communis) è arbusto sempreverde che cresce spontaneamente nella macchia mediterranea<br />

<strong>del</strong> Monte. Molto ramificato, può raggiungere i tre metri di<br />

altezza. <strong>Il</strong> legno è molto duro e viene impiegato per lavori al tornio.<br />

<strong>Il</strong> mirto viene spesso adoperato per insaporire carni e arrosti. Con<br />

le sue bacche si prepara, soprattutto in Sardegna, ma anche nel Levante<br />

ligure e, localmente, a livello familiare, un profumato liquore.<br />

L’olio<br />

Di non facile reperibilità sul mercato, l’olio <strong>del</strong> Promontorio è<br />

prodotto da olivi coltivati in terreni ben esposti e soleggiati.<br />

Sapiente la mescolanza <strong>del</strong>le olive rivierasche. La lavagnina<br />

(lànin-a) e la Pignola (pignöa). Ne risulta un olio leggero, dolce<br />

e aromatico, indicato per condire a crudo verdure e pesce così<br />

come per cucinare.<br />

<strong>Il</strong> vino<br />

<strong>Il</strong> “giancu de Purtufin” cantato da De André è un vino esclusivo dei<br />

pochi fortunati che lo producono e dei loro conoscenti e amici.<br />

<strong>Il</strong> bianco nasce da una miscela di uve:<br />

soprattutto bosco, bianchetta e rollo, in alcuni<br />

casi vermentino. Di colore paglierino<br />

chiaro, ha un sapore secco oppure fresco,<br />

vivacemente frizzante, gradazione tra gli<br />

11° e i 13°. Servito a 6°-8° C, si sposa con<br />

pesce e antipasti.<br />

Le ciliegie camogline<br />

Tra le significative cultivar di frutta <strong>del</strong><br />

Promontorio spicca la ciliegia camoglina<br />

(seixa camuggina): un frutto piccolo, tondo,<br />

rosso con striatura gialla, gustoso, anche<br />

se non dolcissimo.<br />

La mela limonina<br />

La “Mela limunina” è molto particolare, di colore verdastro e<br />

forma allungata, e assomiglia vagamente a una pera.<br />

<strong>Il</strong> gusto asprigno ricorda un po’ il limone;<br />

un tempo una fetta veniva usata per rendere<br />

l’acqua più dissetante; si facevano anche<br />

tisane. <strong>Il</strong> Parco mette in vendita le piante<br />

nell’ambito di un progetto di recupero e<br />

diffusione <strong>del</strong>le vecchie cultivar locali.<br />

<strong>Il</strong> rosmarino<br />

Tipica pianta mediterranea, il rosmarino cresce spontaneamente<br />

sulla costa sud-occidentale di <strong>Portofino</strong>.<br />

Usato come infuso od olio essenziale,<br />

serve come stimolante, antisettico, ipertensore<br />

e parassiticida. Mescolato all’olio<br />

di oliva è impiegato per frizioni contro i<br />

dolori muscolari.<br />

Specialità <strong>del</strong>la zona è il tortino di rosmarino<br />

e patate.<br />

<strong>Il</strong> Parco di<br />

<strong>Portofino</strong><br />

Viale Rainusso, 1<br />

16038 Santa Margherita<br />

Ligure (GE)<br />

Tel: 0185.289479<br />

Fax: 0185.285706<br />

E-mail:<br />

info@parcoportofino.it<br />

Laboratorio Territoriale<br />

per l’Educazione<br />

Ambientale <strong>del</strong> Parco<br />

di <strong>Portofino</strong> - Servizi di<br />

Fruizione Turistica e<br />

Scolastica<br />

Tel. 0185.283480<br />

Fax 0185.285706<br />

E-mail:<br />

labter@parcoportofino.it<br />

Numeri e Indirizzi<br />

Ufficio Circondariale<br />

Marittimo di Santa<br />

Margherita Ligure<br />

(responsabile per l’Area<br />

Marina Protetta)<br />

tel. 0185.287029<br />

APT Tigullio<br />

Via XXV Aprile, 4<br />

16038 Santa Margherita<br />

Ligure (GE)<br />

tel. 0185.29291<br />

infoapt@apttigullio.liguria.it<br />

IAT <strong>Portofino</strong><br />

Via Roma, 35<br />

16034 <strong>Portofino</strong> (GE)<br />

tel. 0185.269024<br />

IAT<strong>Portofino</strong>@<br />

apttigullio.liguria.it<br />

IAT Santa Margherita L.<br />

Via XXV Aprile, 2b<br />

16034 Santa Margherita<br />

Ligure (GE)<br />

tel. 0185.287485<br />

IATSantaMargheritaLigure@<br />

apttigullio.liguria.it<br />

IAT Camogli<br />

Via XX Settembre, 33<br />

16032 Camogli (GE)<br />

tel. 0185.771066<br />

prolococamogli@libero.it<br />

2 3<br />

<strong>Portofino</strong> erika.indd 4-5 24/03/2006 15.48.31


1<br />

Difficoltà:<br />

T/E per Punta Chiappa, EE la<br />

traversata a San Fruttuoso.<br />

Periodo consigliato:<br />

Tutto l’anno (non nelle giornate<br />

più calde).<br />

Durata <strong>del</strong> percorso:<br />

1h15’ fino Punta Chiappa;<br />

3h 30’ fino San Fruttuoso<br />

Caratteristiche:<br />

panoramico - storico -<br />

geologico - botanico<br />

Camogli - Punta Chiappa - S. Fruttuoso<br />

Camogli<br />

Tra i borghi più celebri<br />

<strong>del</strong> Levante ligure, affiancata<br />

da una scenografica<br />

spiaggia di ciottoli,<br />

Camogli ha dato i natali<br />

a molte generazioni di<br />

marinai, ed era nota in<br />

passato come “la città<br />

dei mille bianchi velieri”.<br />

I monumenti più<br />

interessanti sono Castel<br />

Dragone e la basilica<br />

di Santa Maria Assunta,<br />

ma è imperdibile una<br />

visita al porticciolo e<br />

una passeggiata nei carroggi<br />

(vicoli) <strong>del</strong> centro<br />

storico e lungo la multicolore<br />

palazzata a mare.<br />

Passo <strong>del</strong><br />

Bacio<br />

Costa <strong>del</strong><br />

Termine<br />

San Fruttuoso<br />

La stazione di Camogli è il punto di partenza di alcuni<br />

degli itinerari più classici <strong>del</strong> Parco. Mentre i viottoli<br />

che salgono a San Rocco e proseguono verso le Batterie,<br />

San Nicolò e Punta Chiappa sono agevoli, la traversata<br />

oltre le Batterie verso San Fruttuoso si svolge in ambiente<br />

spettacolare e selvaggio e richiede sicurezza di piede<br />

in alcuni passaggi esposti. Chi non intendesse affrontarli<br />

può raggiungere le Batterie, tornare indietro al bivio <strong>del</strong>le<br />

scuole di San Rocco, scendere a Punta Chiappa e proseguire<br />

verso San Fruttuoso in battello.<br />

Accesso e punto di partenza<br />

Dopo una visita a Camogli e al suo importante museo<br />

navale, si raggiunge l’ultimo tornante di viale Nicolò<br />

Cuneo, poco a monte <strong>del</strong>la stazione ferroviaria. Qui<br />

inizia il percorso segnato che costeggia il torrente Gentile<br />

e inizia a salire per una lunga serie di gradini.<br />

Tra uliveti e coltivi, spesso nascosti da muri di cinta, si<br />

raggiunge la frazione di<br />

San Rocco (221m/45’)<br />

dove, stagionalmente, è allestito un punto informativo <strong>del</strong><br />

Parco. Sorvegliato dal Santuario di Nostra Signora <strong>del</strong>la<br />

Salute, San Rocco è un magnifico belvedere su Camogli<br />

e la costa fino Genova e oltre. La salita a San Rocco può<br />

essere affrontata anche con un bus di linea.<br />

Dal <strong>borgo</strong> si prosegue fino alla vecchia scuola. Qui si<br />

può decidere se scendere a Punta Chiappa o dirigersi<br />

subito verso San Fruttuoso.<br />

Per Punta Chiappa si scende a destra in una fitta lecceta<br />

e, toccate le case di Pego, si raggiunge il minuscolo <strong>borgo</strong><br />

di San Nicolò di Capodimonte (120m), un pugno di<br />

case strette attorno alla sua chiesa millenaria. <strong>Il</strong> viottolo<br />

scende ancora, oltrepassa la sorgente <strong>del</strong> Mulino, costeg-<br />

gia sulla passerella la scogliera e raggiunge Porto Pidocchio,<br />

antico approdo di pescatori in cui sostano i battelli<br />

che collegano Camogli a San Fruttuoso. Una breve risalita,<br />

che consente di apprezzare numerose specie <strong>del</strong>le<br />

rupi costiere (euforbia arborea, cavolo di Robert, carota<br />

selvatica, lavatera marina e finocchio di mare) porta a<br />

Punta Chiappa (5m/1h15’)<br />

Per le sue particolarità “La Punta” è un vero e proprio<br />

laboratorio di geologia a cielo aperto. Essa è costituita da<br />

un blocco di conglomerato proteso verso il mare dove,<br />

all’ombra <strong>del</strong>la Stella Maris, vegeta la rara statice ligure.<br />

La discesa dal bivio presso San Rocco richiede mezz’ora,<br />

per risalire si impiegano tre quarti d’ora.<br />

<strong>Il</strong> viottolo che continua a mezza costa raggiunge Mortola<br />

(223m), con le sue case decorate a trompe l’oeil e<br />

il campionario di battenti <strong>del</strong>le porte; poi entra in un<br />

fitto bosco a carpino nero e orniello. Toccata la sorgente<br />

Vegia e attraversato un suggestivo tratto di macchia mediterranea,<br />

si supera una cengia con balaustra e si raggiunge<br />

il “Groppo Marso”, punto panoramico su Punta<br />

Chiappa. Poco a valle sono due bunker, visitabili con<br />

breve deviazione. Una discesa a mezza costa ai piedi<br />

<strong>del</strong>le rocce <strong>del</strong> Bricco porta alla espostissima rampa <strong>del</strong><br />

Passo <strong>del</strong> Bacio (120m/1h30’; 2h45’ con P.Chiappa)<br />

attrezzata con una catena, che costituisce il passaggio più<br />

importante e difficile <strong>del</strong>la traversata (nessuno è obbligato a<br />

proseguire!). Oltre il Passo <strong>del</strong> Bacio si raggiunge un crinale<br />

con bel colpo d’occhio sul settore più selvaggio <strong>del</strong> Parco<br />

e l’euforbia arborea presso il sentiero a mostrare il disegno<br />

dei suoi rami, che ricordano i coralli. In un alternarsi di<br />

valloncini, punteggiato da panoramiche mozzafiato, il sentiero<br />

supera passaggi attrezzati con catene, meno esposti<br />

<strong>del</strong> precedente, e scende verso la Cala <strong>del</strong>l’Oro. È la parte<br />

naturalisticamente più avvincente <strong>del</strong> Parco, a monte di<br />

una <strong>del</strong>le aree di riserva integrale.<br />

La macchia mediterranea la fa da padrona, gli arbusti<br />

sempreverdi, impenetrabili, ospitano una fauna interessante<br />

quanto elusiva (ramarro, geko, colubro di Riccioli,<br />

occhiocotto, sterpazzola). In alto le acrobazie <strong>del</strong> falco<br />

pellegrino fanno da contraltare al volo dei laridi: gabbiani,<br />

tra i quali il raro gabbiano corso, e sterne, in<br />

particolare il beccapesci che lambiscono il mare con le<br />

loro traiettorie. A fianco <strong>del</strong>l’escursionista piccole piante<br />

rupestri, rarissime felci quali l’Asplenio di Petrarca e<br />

l’Asplenio <strong>del</strong>le fonti, sopravvivono con fatica nelle nicchie<br />

lasciate dai ciottoli caduti dal conglomerato. Si entra<br />

nel bosco e si sale al<br />

Crinale <strong>del</strong> Termine (275m/3h; 4h15’ con P. Chiappa)<br />

Una agevole discesa a tornanti, in un’area dove macchia<br />

e lecceta sostituiscono uliveti in abbandono, porta<br />

in mezz’ora all’abbazia e all’insenatura di San Fruttuoso,<br />

cuore <strong>del</strong> promontorio e <strong>del</strong> Parco di <strong>Portofino</strong>.<br />

Batterie<br />

Dopo il tragico bombardamento<br />

<strong>del</strong> 9 febbraio<br />

1941, quando le navi<br />

inglesi colpirono Genova,<br />

le autorità militari<br />

costruirono postazioni<br />

a difesa <strong>del</strong>la città.<br />

Vennero quindi edificati<br />

bunker muniti di cannoni<br />

e batterie antiaeree<br />

sul Monte Moro e sul<br />

Promontorio di <strong>Portofino</strong>.<br />

Per la costruzione di<br />

queste ultime fu prelevata<br />

tutta la sabbia <strong>del</strong>la<br />

spiaggia di Paraggi;<br />

abbandonate dopo la<br />

fine <strong>del</strong>la guerra, oggi<br />

si pensa alle Batterie<br />

come futuro punto di<br />

visita <strong>del</strong> Parco, accesso<br />

alla sua parte naturalistica<br />

più pregiata<br />

Sotto: Punta Chiappa, una<br />

lingua di roccia dalla forma<br />

inconfondibile, meta di<br />

escursioni e apprezzata dai<br />

bagnanti per la sua “comodità”.<br />

4 5<br />

<strong>Portofino</strong> erika.indd 6-7 24/03/2006 15.48.41


2<br />

Periodo consigliato:<br />

Sempre (escluse le giornate<br />

più calde).<br />

Durata <strong>del</strong> percorso:<br />

4h15’ da San Rocco;<br />

5h da Camogli<br />

Caratteristiche:<br />

ambientale - panoramico -<br />

storico<br />

Da San Rocco al Semaforo Vecchio<br />

<strong>Il</strong> Semaforo vecchio<br />

e il Semaforo nuovo<br />

Secondo antichi documenti,<br />

segnalazioni<br />

tramite fuochi e fumate<br />

venivano inviate dalla<br />

vetta <strong>del</strong> Monte alla<br />

Lanterna di Genova. <strong>Il</strong><br />

Semaforo Nuovo, 180<br />

metri più in basso, è<br />

sorto prima <strong>del</strong>la Seconda<br />

Guerra Mondiale,<br />

collegato alle sottostanti<br />

batterie.<br />

L’Upupa<br />

<strong>Il</strong> famoso “Galettu de<br />

marsu” ha dato il nome<br />

alla località “I Galletti”,<br />

sopra San Rocco. I<br />

suoi colori appariscenti<br />

ne tradiscono le origini<br />

tropicali e testimoniano<br />

la particolarità <strong>del</strong> clima<br />

nostrano.<br />

La frescura dei boschi <strong>del</strong>la parte in quota <strong>del</strong> Monte di<br />

<strong>Portofino</strong>, il punto più alto è il Semaforo Vecchio, può<br />

essere raggiunta da Camogli e San Rocco attraverso ombrosi<br />

sentieri che salgono nel fitto <strong>del</strong> bosco. <strong>Il</strong> dislivello<br />

è notevole ma il bosco e l’esposizione rendono questo<br />

itinerario piacevole anche in estate. I sentieri intorno<br />

alla vetta consentono numerose varianti. I panorami<br />

dal Semaforo Nuovo ripagano ampiamente <strong>del</strong>la fatica.<br />

Accesso e punto di partenza<br />

La prima parte <strong>del</strong> percorso coincide con l’itinerario<br />

numero 1. Dal centro di Camogli si raggiunge viale<br />

Nicolò Cuneo e si sale per un ripido viottolo alla frazione<br />

di<br />

San Rocco (215m/45’)<br />

magnifico belvedere sulla costa. Ma si può anche arrivare<br />

in bus.<br />

<strong>Il</strong> sentiero giunge a Mortola (223m) e si inoltra in un<br />

fitto bosco; da località Fornelli si può effettuare una<br />

piccola deviazione fino alle Batterie, uno dei migliori<br />

belvedere <strong>del</strong> promontorio, in cui è facile individuare la<br />

sassifraga spatolata.<br />

Da Fornelli si seguono le indicazioni per il Semaforo<br />

Nuovo. Si sale lungo tornanti alternando ambienti freschi<br />

e ombrosi ad altri più caldi e assolati, dominati rispettivamente<br />

da carpini neri e ornielli e da pini marittimi.<br />

Oltre un fitto boschetto di nocciolo si raggiunge località<br />

Toca (450 m). Verso destra, rapidamente, si arriva al<br />

Semaforo Nuovo (435m/2h15’)<br />

belvedere sul mare aperto e sul versante più selvaggio<br />

<strong>del</strong> Parco. Punto di osservazione <strong>del</strong> falco pellegrino e<br />

panoramico sulle Alpi Liguri, Marittime e Graie a ponente,<br />

sulle Apuane a levante. Da Toca si prosegue a destra<br />

per un bellissimo sentiero a mezza costa che taglia, con<br />

modesti saliscendi, il versante meridionale <strong>del</strong> Monte di<br />

<strong>Portofino</strong>. Macchia mediterranea, gariga, aree rupestri si<br />

alternano in questo balcone sospeso sul mare. Traversato<br />

il vallone Cala <strong>del</strong>l’Oro, presidiato in basso dalla seicentesca<br />

Torre Saracena, si valica la Costa <strong>del</strong> Termine, con<br />

lo sguardo che spazia dai vicini torrioni conglomeratici<br />

al <strong>borgo</strong> di San Fruttuoso. In breve si supera il vallone<br />

dei Fontanini per giungere al valico <strong>del</strong>le<br />

Pietre Strette (452m/3h15’)<br />

Principale crocevia di sentieri, questa località deve il<br />

nome a grossi blocchi di conglomerato suggestivamente<br />

affiancati.<br />

Dalle Pietre Strette si segue una vecchia strada lastricata,<br />

restaurata dal Parco con una tecnica rispettosa <strong>del</strong>l’originario<br />

aspetto, che taglia il versante nord-orientale <strong>del</strong><br />

promontorio in un fitto bosco misto (dove prevalgono<br />

il carpino nero e il castagno) e raggiunge una sella in<br />

località Gaixella (420 metri), ai piedi <strong>del</strong>le antenne RAI<br />

di <strong>Portofino</strong> Vetta. Pochi gradini, e un portale in legno<br />

conducono alla strada che sale da Ruta e all’Hotel <strong>Portofino</strong><br />

Kulm. Non vi sono servizi accessibili a chi non<br />

soggiorna nell’albergo.<br />

Dalla Gaixella al punto più alto <strong>del</strong> Parco si possono seguire<br />

vari percorsi. <strong>Il</strong> più interessante riguarda il sentiero<br />

segnato che sale con numerose svolte sul crinale, tocca<br />

rupi di conglomerato colonizzate dalla sassifraga spatolata<br />

e raggiunge la vera vetta <strong>del</strong> Monte, dove è il<br />

Semaforo (610m/4h15’)<br />

parzialmente ristrutturato dal Parco. Presso il piazzale<br />

si apprezzano numerose fioriture: singolare è quella <strong>del</strong><br />

bucaneve, specie montana che si ritrova qui, e in un<br />

inaccessibile valloncino sottostante, a distanza irrisoria<br />

dal mare. Un sentiero che scende a mezza costa tra i<br />

pini porta alla Sella Porcile e al Monte Tocco (543m).<br />

Da qui a Toca, dove si ritrova il sentiero <strong>del</strong>l’andata.<br />

Nella pagina precedente; in alto sopra il titolo, la spettacolare<br />

Cala <strong>del</strong>l’Oro.<br />

In basso, una veduta di San Rocco e Camogli.<br />

<strong>Portofino</strong> Kulm<br />

<strong>Il</strong> <strong>Portofino</strong> Kulm è uno<br />

storico e prestigioso albergo-ristorantecostruito<br />

in forme liberty. <strong>Il</strong><br />

suo piazzale offre una<br />

panoramica sul Golfo<br />

Paradiso e la Riviera di<br />

Ponente; nelle giornate<br />

limpide si possono ammirare<br />

le Alpi intravedendo<br />

Monviso, monte<br />

Rosa e Cervino. Dal<br />

terrazzo <strong>del</strong>la dependance<br />

presso le antenne<br />

il panorama spazia anche<br />

verso levante sulla<br />

Riviera, fino alle isole<br />

spezzine, alle maggiori<br />

cime <strong>del</strong>l’Appennino<br />

Ligure e alle Apuane.<br />

Inconsueta è la visione<br />

quasi aerea di Camogli,<br />

come incorniciata dalle<br />

fronde degli alberi.<br />

<strong>Il</strong> corbezzolo<br />

<strong>Il</strong> corbezzolo è un alberello<br />

sempreverde<br />

che può arrivare a 12<br />

metri. È noto per i vistosi<br />

frutti rossi e per la<br />

sua rapidità nel ricolonizzare<br />

i terreni bruciati<br />

dagli incendi. Dai frutti<br />

si ricavano marmellate,<br />

gelatine, sciroppi, succhi,<br />

creme e canditi.<br />

Un tempo, localmente,<br />

si otteneva una grappa<br />

dai suoi frutti macerati.<br />

6 7<br />

<strong>Portofino</strong> erika.indd 8-9 24/03/2006 15.48.56


3<br />

Periodo consigliato:<br />

Tutto l’anno<br />

Durata <strong>del</strong> percorso:<br />

da 2h15’ a 3h15’<br />

Caratteristiche:<br />

culturale-paesaggisticobotanico<br />

Tra <strong>Portofino</strong> Vetta e il Semaforo Vecchio<br />

San Michele<br />

Sul valico di Ruta sorge<br />

la chiesa “vecchia” di<br />

San Michele,che conserva<br />

tratti romanici grazie<br />

anche a una serie di<br />

restauri “conservativi”<br />

o comunque rispettosi<br />

<strong>del</strong>lo stile originario.<br />

L’edificio risale al XIII<br />

secolo, ma la tradizione<br />

lo vuole fondato prima<br />

<strong>del</strong>l’anno Mille: a ciò<br />

si deve l’espressione<br />

di “Chiesa millenaria”.<br />

Nel 1800 fu incendiata<br />

dalle truppe francesi<br />

di Massena in ritirata. I<br />

danni <strong>del</strong> fuoco resero<br />

necessari restauri e modifiche<br />

effettuate all’inizio<br />

<strong>del</strong> XX secolo. Spiccano<br />

l’interno in pietra<br />

a vista e la bella torre<br />

campanaria. Di particolare<br />

interesse sono pure<br />

la parete <strong>del</strong>l’abside e il<br />

soffitto, in legno, a capriate,<br />

a restituire un’atmosfera<br />

intima. Quasi<br />

sempre chiusa al pubblico,<br />

la chiesa ospita<br />

cerimonie religiose e<br />

iniziative culturali.<br />

Ruta<br />

<strong>Portofino</strong><br />

Coperta da boschi di caducifoglie e da rimboschimenti<br />

di pini, sequoie, cedri, tuie e querce rosse, la vetta <strong>del</strong><br />

Monte di <strong>Portofino</strong> offre un ambiente di montagna, che<br />

contrasta con le atmosfere mediterranee <strong>del</strong>la costa e<br />

permette di camminare piacevolmente anche in estate. <strong>Il</strong><br />

nome “<strong>Portofino</strong> Vetta” indica in realtà la zona, deturpata<br />

da grandi antenne, al termine <strong>del</strong>la strada che sale da<br />

Ruta. Sulla vera vetta <strong>del</strong>la montagna si trova il piazzale<br />

con il il Semaforo Vecchio.<br />

Accesso e punto di partenza<br />

<strong>Il</strong> <strong>borgo</strong> di Ruta (260m) è noto per la presenza <strong>del</strong>la<br />

chiesa romanica e per aver ospitato Nietzsche.<br />

Si può salire verso <strong>Portofino</strong> Vetta per il viottolo pedonale<br />

che inizia a nord (lato Camogli) <strong>del</strong>la galleria traversata<br />

dall’Aurelia, passando di fronte alla chiesa di<br />

San Michele, o per la strada <strong>del</strong>l’Hotel <strong>Portofino</strong> Kulm,<br />

percorribile in auto fino a un posteggio (390 metri) poco<br />

a valle <strong>del</strong>l’albergo, da dove si dipartono i sentieri principali.<br />

I due percorsi si riuniscono presso località Gaixella<br />

(420 metri), ai piedi <strong>del</strong>le antenne RAI, non distante<br />

da un portale in legno con le indicazioni <strong>del</strong> Parco.<br />

Le Pietre Strette e il Semaforo Vecchio<br />

Oltre il portale si segue una vecchia strada lastricata, restaurata<br />

dal Parco, che taglia il versante nord-orientale<br />

<strong>del</strong> Promontorio. Lasciato il sentiero che porta al Semaforo<br />

Vecchio direttamente, ci si inoltra in un ombroso<br />

bosco mesofilo di castagno e carpino nero fino al valico<br />

<strong>del</strong>le Pietre Strette (452m). Particolarmente quando gli<br />

alberi sono spogli si può apprezzare l’affascinante panorama<br />

su Santa Margherita e sulla costa <strong>del</strong> Tigullio.<br />

Si segue quindi il crinale, a cavallo tra la vegetazione<br />

mediterranea e il bosco mesofilo (come dire a cavallo tra<br />

Marocco e Germania) fino al<br />

Semaforo Vecchio (610m/1h30’ da Ruta;<br />

1h dal posteggio)<br />

Una comoda discesa tra i pini porta alla Sella Porcile e<br />

al Monte Tocco (543m). Oltre il bivio di Toca si raggiunge<br />

il Semaforo Nuovo (435m), straordinario belvedere sul<br />

versante a mare <strong>del</strong> Promontorio. <strong>Il</strong> ritorno si sviluppa<br />

sul versante occidentale in un ambiente boschivo simile<br />

a quello percorso all’inizio. Alla casetta <strong>del</strong> Paradiso,<br />

una deviazione a sinistra scende alla Rocca <strong>del</strong> Falco,<br />

stupendo belvedere rimesso in sicurezza dal Parco. Proseguendo<br />

si può chiudere l’anello intorno alla vetta e<br />

tornare a Gaixella. Lungo questo percorso si incontra<br />

una stazione di sassifraga spatolata. Occorrono 75’ fino<br />

al posteggio e 105’ per scendere a Ruta.<br />

La discesa a San Fruttuoso<br />

Dal valico <strong>del</strong>le Pietre Strette prende avvio un classico<br />

sentiero per San Fruttuoso. <strong>Il</strong> tracciato, a tratti panoramico,<br />

scende ripidamente in un fitto bosco di leccio, carpino<br />

nero e roverella, tocca la sorgente Caselle che ha<br />

rifornito per decenni Camogli (qui arriva la Via dei Tubi)<br />

e attraversa macchia e oliveti per rientrare in un bosco<br />

nel quale spicca un eccezionale esemplare di ginepro<br />

rosso. Un ultimo tratto tra gli ulivi, per lo più abbandonati,<br />

porta all’abbazia, al <strong>borgo</strong> e all’insenatura di San<br />

Fruttuoso. Dalle Pietre Strette occorrono tre quarti d’ora.<br />

La discesa di <strong>Portofino</strong><br />

Dalle Pietre Strette un bel percorso in buona parte su<br />

acciottolato scende in un’ora e un quarto a <strong>Portofino</strong>.<br />

<strong>Il</strong> tracciato si svolge dapprima in un bosco di castagno,<br />

quindi raggiunge il valico <strong>del</strong>le Bocche (456m), consentendo<br />

di apprezzare, in primavera, le suggestive fioriture<br />

silvestri e specie quali l’agrifoglio e il pungitopo, ormai<br />

rare in Liguria. Lungo la discesa verso Olmi (230m) al<br />

castagno si affiancano alberi esotici quali il cedro <strong>del</strong>l’Himalaya<br />

e il cipresso <strong>del</strong>l’Arizona. Da Olmi, nota in<br />

passato per la sua osteria e importante crocevia di sentieri,<br />

si giunge a San Sebastiano (165m). Qui il panorama<br />

si apre e una discesa sempre più ripida, tra costruzioni<br />

agricole e ville, porta al centro di <strong>Portofino</strong>.<br />

<strong>Il</strong> ginepro rosso<br />

Alberello frequente allo<br />

stato arbustivo nella<br />

macchia, qui soffre la carenza<br />

di luce dovuta agli<br />

alberi che lo circondano.<br />

Nella pagina precedente: la<br />

strada fra la Vetta e Pietre<br />

Strette. In alto: San Fruttuoso.<br />

Sotto: Semaforo Vecchio;<br />

Pietre Strette.<br />

8 9<br />

<strong>Portofino</strong> erika.indd 10-11 24/03/2006 15.49.08


4<br />

Periodo consigliato:<br />

Sempre (esclusi i giorni più<br />

caldi)<br />

Durata <strong>del</strong> percorso:<br />

2h<br />

Caratteristiche:<br />

panoramico - storico<br />

botanico - ambientale<br />

Da <strong>Portofino</strong> a San Fruttuoso<br />

La Pteride di Creta<br />

È una felce elegantissima,<br />

rara localmente.<br />

È specie <strong>del</strong>le regioni<br />

tropicali e subtropicali.<br />

Particolarmente vistosa e<br />

decorativa, testimonia <strong>del</strong><br />

clima favorevole degli<br />

ambienti che la ospitano.<br />

La sterpazzolina<br />

Diffusa in tutto il Mediterraneo<br />

occidentale,<br />

la sterpazzolina (Sylvia<br />

cantillans) è un passeriforme<br />

con dorso grigio<br />

e petto e fianchi castani.<br />

Vive nei cespugli, nella<br />

fitta macchia e in aree<br />

aperte con qualche albero<br />

sparso. Insettivora in<br />

primavera e in estate, si<br />

nutre di bacche e frutta<br />

in autunno e d’inverno.<br />

Base “O”<br />

L’abbazia di San Fruttuoso, nata prima <strong>del</strong> Mille nell’insenatura<br />

più suggestiva <strong>del</strong>la Liguria, è la meta più ambita<br />

dagli escursionisti. Mentre l’itinerario che la raggiunge da<br />

Camogli e San Rocco è impegnativo, quello che inizia<br />

da <strong>Portofino</strong> è accessibile anche agli escursionisti meno<br />

esperti e si svolge in un ambiente di grande fascino. È<br />

possibile tornare in battello (quando questo servizio è in<br />

funzione) o a piedi.<br />

Accesso e punto di partenza<br />

L’itinerario verso San Fruttuoso inizia alle spalle <strong>del</strong>la<br />

parrocchiale di San Martino, dove un ripido viottolo<br />

in salita, indicato da cartelli segnaletici <strong>del</strong> Parco, si<br />

stacca dalla strada.<br />

Raggiunto un crinale lo si segue lasciando a destra l’Hotel<br />

Splendido e toccando numerose ville e villette nate<br />

dallo snaturamento <strong>del</strong>le vecchie case contadine. Si supera<br />

San Sebastiano (165m) con la sua chiesetta quattrocentesca<br />

dal suggestivo sagrato e si prosegue a mezza<br />

costa, tra gli oliveti e la campagna, su un ombroso versante,<br />

fino alla frazione di<br />

Olmi (230 m/45’)<br />

Pochi decenni fa, quando spostarsi a piedi era normale,<br />

vivevano sul Monte numerose famiglie autoctone (allora<br />

i prezzi <strong>del</strong>le case e dei terreni non erano saliti alle stelle).<br />

Accanto ai viottoli <strong>del</strong> Promontorio di <strong>Portofino</strong> sorgevano<br />

numerose osterie apprezzate dai contadini locali<br />

e dai turisti. Le ultime a chiudere sono state la trattoria<br />

degli Olmi, l’osteria <strong>del</strong>la Manue presso San Sebastiano<br />

e la trattoria Battigran, a metà tra le due frazioni.<br />

A Olmi, importante crocevia di sentieri, ci si dirige per<br />

San Fruttuoso attraversando il rio Vessinaro per raggiungere<br />

le case e il crinale di Prato (244 metri), affacciate<br />

su un magnifico panorama. Si prosegue in un ambiente<br />

via via più naturale, tra pini e macchia mediterranea,<br />

affacciandosi sulla Cala degli Inglesi.<br />

Si giunge presto al rio Ruffinale, le cui acque corrono<br />

stagionalmente a mare in un’ombrosa vallecola ricca di<br />

felci, carpini neri e robinie.<br />

<strong>Il</strong> sentiero si snoda quindi a mezza costa, poco sopra<br />

l’altra area di riserva integrale <strong>del</strong> Parco, offrendo magnifici<br />

panorami sul mare. In un alternarsi di ambienti<br />

mediterranei e di ripa, accompagnati da singolari sbalzi<br />

di temperatura dovuti ai diversi microclimi, si raggiunge<br />

il crinale <strong>del</strong>la Costa dei Ghi<strong>del</strong>li, che scende dalla cima<br />

<strong>del</strong> Monte di <strong>Portofino</strong> e chiude a est la baia di San<br />

Fruttuoso.<br />

Qui è la cosiddetta<br />

“Base O” (207m/1h30’)<br />

una postazione militare <strong>del</strong>la Seconda Guerra Mondiale.<br />

“Base O”, (in dialetto detta Base <strong>del</strong>l’Oro) a picco sulle<br />

scogliere di Punta Carega, offre un magnifico panorama.<br />

La discesa verso San Fruttuoso è altrettanto panoramica.<br />

<strong>Il</strong> percorso, lasciato l’ambiente strettamente mediterraneo,<br />

giunge fino all’eliporto, poi diventa più ripido e si<br />

immerge nel “fondaco”, la stretta e ombrosa vallecola<br />

lungo la quale in breve tempo si giunge alle prime case<br />

di San Fruttuoso, un tempo <strong>borgo</strong> di pescatori.<br />

Con brevi saliscendi si prosegue fino all’abbazia, cuore<br />

<strong>del</strong> promontorio di <strong>Portofino</strong>. La visita è a pagamento,<br />

ma altamente consigliabile.<br />

<strong>Portofino</strong><br />

Tra le mete più ricercate<br />

<strong>del</strong> turismo internazionale,<br />

l’antica Portus<br />

<strong>del</strong>phini merita, al di<br />

là dei suoi aspetti mondani,<br />

una visita attenta.<br />

Imperdibile la passeggiata<br />

che conduce verso<br />

il Castello Brown e il<br />

Faro.<br />

Meglio lasciar perdere la<br />

macchina (che provoca<br />

inquinamento e code,<br />

senza contare il costoso<br />

parcheggio, e arrivare in<br />

bus o, meglio ancora, a<br />

piedi: da Santa Margherita<br />

a Paraggi attraverso<br />

l’affascinante passeggiata<br />

a mare, quindi lungo un<br />

meraviglioso sentiero,<br />

autentico tunnel vegetale<br />

a strapiombo sulla<br />

scogliera. Si può anche<br />

prendere il battello, da<br />

Santa Margherita, da San<br />

Fruttuoso o Camogli.<br />

10 11<br />

<strong>Portofino</strong> erika.indd 12-13 24/03/2006 15.49.18


5<br />

Difficoltà:<br />

T/E<br />

Periodo consigliato:<br />

Tutto l’anno (non quando fa<br />

troppo caldo)<br />

Durata <strong>del</strong> percorso:<br />

2h<br />

Caratteristiche:<br />

panoramico - botanico - storico<br />

- artistico - culturale<br />

Dalla Madonna di Nozarego a <strong>Portofino</strong><br />

Sopra: il Castello Brown, a<br />

<strong>Portofino</strong>, in posizione panoramica.<br />

L’Abbazia <strong>del</strong>la<br />

Cervara<br />

L’origine <strong>del</strong>la Cervara risale<br />

al 1361 e si deve ai<br />

primi abitanti, ai Benedettini.<br />

Visitata da papi<br />

e personaggi illustri, è<br />

stata recentemente restaurata.<br />

Intorno alla chiesa gotica,<br />

a due navate laterali<br />

a cinque arcate, si sviluppa<br />

il convento, con<br />

chiostro sormontato dalla<br />

torre campanaria, eretta<br />

con scopo difensivo<br />

nel 1556 e oggi ridotta.<br />

Straordinario il <strong>giardino</strong><br />

all’italiana, affacciato sul<br />

Tigullio.<br />

Abbazia<br />

<strong>del</strong>la Cervara<br />

Gli ombrosi valloni <strong>del</strong> versante rivolto verso Santa Margherita<br />

Ligure e il Tigullio offrono uno degli itinerari più<br />

piacevoli e comodi <strong>del</strong> Parco. Dal Santuario <strong>del</strong>la Madonna<br />

di Nozarego, sorto nelle forme attuali tra il 1725 e il<br />

1731 al posto di un edificio sacro di cui si hanno testimonianze<br />

prima <strong>del</strong> Mille, un antico sentiero a mezza costa<br />

si snoda tra boschi e campi in direzione <strong>del</strong> Fosso <strong>del</strong>l’Acqua<br />

Viva, celebre per i suoi numerosi mulini, e di Olmi,<br />

frazione di <strong>Portofino</strong> e importante crocevia di sentieri.<br />

Accesso e punto di partenza<br />

<strong>Il</strong> <strong>borgo</strong> di Nozarego (148m), affiancato dall’omonimo<br />

Santuario dallo splendido acciottolato multicolore, si<br />

raggiunge da Santa Margherita in bus o in auto. Affrontando<br />

una passeggiata un po’ più lunga - occorrono<br />

altri 45’ in più - si può seguire il sentiero segnato che<br />

dal porto di Santa Margherita segue via Montebello e<br />

continua per stradine campestri. Raggiunto l’asfalto lo<br />

si segue fino al Santuario, dal bel portale di bronzo;<br />

all’interno, pregevoli dipinti e un organo <strong>del</strong> 1778.<br />

<strong>Il</strong> viottolo per Gave e <strong>Portofino</strong> inizia presso il Santuario<br />

e si collega dopo poche centinaia di metri a quello che<br />

sale da Santa Margherita. Superata Casa Costa, si continua<br />

per una stradina a mezza costa che offre una visione<br />

<strong>del</strong>l’ Abbazia di San Girolamo al Monte di <strong>Portofino</strong> (la<br />

Cervara).<br />

<strong>Il</strong> primo tratto attraversa ambienti mediterranei, prevalentemente<br />

oliveto e bosco, ma anche un’estesa prateria<br />

ad ampelodesma, che sta colonizzando un tratto franoso<br />

che conduce alla panoramica Cappelletta <strong>del</strong>le Gave<br />

(185m).<br />

Si prosegue tra piccoli appezzamenti coltivati, in vista<br />

di rupi di conglomerato che prendono il posto al calcare.<br />

Traversato il torrente <strong>del</strong>l’Acqua Morta si tocca la<br />

cappella di Sant’Anna a Montega e si incrociano altri<br />

ruscelli in un ambiente contadino. Una salita porta dal<br />

Fosso dei Tuvi a Molini, che deve il suo nome ai 35<br />

mulini che funzionavano nella zona. In breve si è a<br />

Olmi (230 m/1h15’)<br />

e si discende nell’oliveto a San Sebastiano (165m), dov’è<br />

una chiesetta quattrocentesca dal suggestivo sagrato<br />

in acciottolato bianco e nero. Dalla stradina che segue<br />

il crinale a valle <strong>del</strong>le case si ha una splendida vista sul<br />

Castello di Paraggi. In breve, tra le ville, si oltrepassa<br />

l’albergo Splendido e si raggiunge la strada che proviene<br />

da Santa Margherita e porta a <strong>Portofino</strong>. Occorrono 45’.<br />

La passeggiata <strong>del</strong> Faro<br />

Completa nel modo migliore l’escursione la passeggiata<br />

verso il santuario di San Giorgio, castello Brown, la Punta<br />

di <strong>Portofino</strong> e il Faro. Tra andata e ritorno occorre mezz’ora.<br />

I mulini<br />

Santa Margherita<br />

Ligure<br />

Centro di antichissime<br />

origini, è una cittadina<br />

turistica molto attrezzata,<br />

con un centro storico<br />

gradevole, circondato<br />

da ville (imperdibile<br />

la cinquecentesca Villa<br />

Durazzo), chiese, oratori,<br />

e resti di fortificazioni,<br />

tra le quali spicca la<br />

torre di difesa.<br />

Pur essendo il centro<br />

abitato più distante dal<br />

Parco è un ottimo punto<br />

di partenza per la visita<br />

in quanto facilmente<br />

raggiungibile in auto,<br />

treno, con linee di autobus<br />

e battelli.<br />

Sopra: Santa Margherita<br />

Ligure e, a fianco, il faro di<br />

<strong>Portofino</strong>.<br />

L’ultimo, quello di Piccin, ha cessato l’attività nel 1987; quello situato più in alto, il<br />

Mulino <strong>del</strong> Gassetta (257m), è stato restaurato dal Parco. Molti decenni fa, invece,<br />

i mulini in attività nel Fosso <strong>del</strong>l’Acqua Viva erano ben 35, e a essi si affiancavano<br />

vari frantoi. I mulini abbandonati sono visibili dal sentiero che dal Mulino <strong>del</strong><br />

Gassetta scende a Paraggi. L’acqua che li azionava è ora in buona parte captata<br />

dagli acquedotti.<br />

12 13<br />

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6<br />

Difficoltà:<br />

EE/EEA<br />

Periodo consigliato:<br />

Dall’autunno alla primavera.<br />

Durata <strong>del</strong> percorso:<br />

3h<br />

Attrezzature:<br />

Torcia elettrica, eventualmente<br />

imbragatura, corda e<br />

moschettone.<br />

Caratteristiche:<br />

Percorribile solo con le guide<br />

<strong>del</strong> Parco; molto difficile,<br />

riservato a escursionisti<br />

esperti.<br />

La Via dei Tubi<br />

<strong>Il</strong> monte Campana<br />

La Via dei Tubi non<br />

è il solo sentiero <strong>del</strong><br />

Parco accessibile esclusivamente<br />

a comitive<br />

accompagnate da una<br />

guida. Una deviazione<br />

dall’itinerario principale<br />

(normalmente affrontato<br />

dai gruppi), porta ai<br />

253 metri <strong>del</strong> Monte<br />

Campana, straordinario<br />

belvedere sulla costa tra<br />

Camogli e Genova, dove<br />

sorgono una caserma<br />

recentemente recuperata<br />

dal Parco e la più<br />

alta <strong>del</strong>le Batterie che si<br />

incontrano nella traversata<br />

da Camogli e San<br />

Rocco a San Fruttuoso.<br />

In queste pagine: momenti<br />

lungo la Via dei Tubi. Le foto<br />

esaltano da un lato la spettacolarità<br />

e l’unicità <strong>del</strong> sentiero,<br />

evidenziandone tuttavia<br />

le sue difficoltà, da prendere<br />

in seria considerazione prima<br />

di affrontare il percorso.<br />

Uno degli itinerari escursionistici più celebri <strong>del</strong>la Liguria<br />

segue il più sorprendente manufatto di “archeologia<br />

idraulica” <strong>del</strong> Parco di <strong>Portofino</strong>. Costruito all’inizio <strong>del</strong><br />

Novecento per condurre a Camogli l’acqua <strong>del</strong>la sorgente<br />

Caselle, nel vallone che scende a San Fruttuoso,<br />

l’acquedotto che taglia per cinque chilometri il versante<br />

più ripido <strong>del</strong> promontorio è oggi per buona parte abbandonato,<br />

ma verrà recuperato in tempi brevi dal Parco.<br />

L’unico tratto oggi utilizzato conduce l’acqua <strong>del</strong>la<br />

sorgente Caselle a San Fruttuoso.<br />

Accesso e Punto di Partenza<br />

<strong>Il</strong> percorso che segue l’acquedotto, celebre tra gli<br />

escursionisti liguri con il nome di “Via dei Tubi”, è<br />

un itinerario decisamente impegnativo. Oltre a quattro<br />

gallerie, che richiedono l’utilizzo di una torcia elettrica,<br />

comprende lunghi tratti esposti, in parte attrezzati<br />

con scale e catene.<br />

<strong>Il</strong> tratto più aereo, dove anche il tubo <strong>del</strong>l’acquedotto è<br />

ancorato alla roccia, equivale per esposizione e per impegno<br />

a una vera e propria via ferrata dolomitica, dove<br />

può valere la pena di assicurarsi con imbragatura, corda<br />

e moschettone.<br />

Una zona da visitare accompagnati<br />

La difficoltà <strong>del</strong> percorso e l’integrità degli ambienti attraversati<br />

fanno sì che la Via dei Tubi, come gli altri itinerari<br />

di questo settore <strong>del</strong> Promontorio, sia vietata alla<br />

normale attività degli escursionisti, che possono essere<br />

allontanati e multati se sorpresi dai guardaparco. Proprio<br />

per questo motivo essa non è indicata da cartelli e<br />

segnavia, né si propone, qui, la cartina. È però possibile<br />

scoprire il fascino selvaggio di questi luoghi iscrivendosi<br />

alle escursioni organizzate per buona parte <strong>del</strong>l’anno<br />

dal Laboratorio Territoriale <strong>del</strong> Parco.<br />

La Cala <strong>del</strong>l’Oro<br />

La Torre Saracena<br />

Un altro itinerario non<br />

segnalato e accessibile<br />

soltanto ai gruppi organizzati<br />

porta ai resti<br />

<strong>del</strong>la torre di vigilanza<br />

(nota come Torre Saracena<br />

o Torrino Spagnolo)<br />

costruita nel Cinquecento<br />

sul crinale che<br />

domina a occidente l’insenatura<br />

di San Fruttuoso.<br />

<strong>Il</strong> percorso, a tratti<br />

nascosto dalla fittissima<br />

vegetazione, si snoda a<br />

mezza costa nella macchia<br />

mediterranea, a<br />

picco sulle scogliere e<br />

sul mare. Anche qui un<br />

errore di orientamento o<br />

uno scivolone possono<br />

avere conseguenze gravi.<br />

Le escursioni<br />

culturali<br />

I percorsi proposti dal<br />

Laboratorio Territoriale<br />

<strong>del</strong> Parco (che si incarica<br />

anche di accompagnare<br />

i gruppi scolastici<br />

in visita al Parco) non<br />

si svolgono solo su itinerari<br />

di alta difficoltà.<br />

Nel programma <strong>del</strong>le<br />

escursioni guidate figurano<br />

anche escursioni<br />

didattiche aperte a tutti,<br />

percorsi notturni e affascinanti<br />

camminate in<br />

compagnia di un cantastorie<br />

che racconta la<br />

storia <strong>del</strong> Promontorio e<br />

<strong>del</strong>le sue genti.<br />

I sentieri <strong>del</strong> versante sud-occidentale percorribili solo con guida <strong>del</strong> Promontorio<br />

si affacciano sulla stretta Cala <strong>del</strong>l’Oro. <strong>Il</strong> nome <strong>del</strong>l’insenatura deriva dal fatto che<br />

essa, secondo la tradizione, servisse da scalo a pirati che vi nascondevano tesori.<br />

Certamente, in epoche più recenti, essa veniva utilizzata dai contrabbandieri che<br />

facevano la spola con la Corsica. Oltre la leggenda c’è l’area naturalisticamente<br />

più pregiata <strong>del</strong> Parco, protetta parzialmente con la Riserva Integrale, sia dal Parco<br />

Terrestre che dall’Area Protetta Marina.<br />

14 15<br />

<strong>Portofino</strong> erika.indd 16-17 24/03/2006 15.49.32


I Servizi <strong>del</strong> Parco<br />

CENTRI VISITA<br />

Punto di riferimento per i visitatori è la sede <strong>del</strong>l’Ente Parco di <strong>Portofino</strong>:<br />

Viale Rainusso, 1 - 16038 Santa Margherita Ligure (GE)<br />

Tel. 0185.289479 - Fax 0185.285706 (apertura in orario d’ufficio)<br />

E-mail: info@parcoportofino.it - Sito web: www.parcoportofino.com<br />

Nella stessa sede, con particolare riferimento ai servizi, il Laboratorio Territoriale <strong>del</strong> Parco<br />

Tel. 0185.283480 Fax 0185.285706 E-mail labter@parcoportofino.it<br />

SERVIzI TURISTICI DEL PARCO<br />

Promossi dall’Ente Parco e realizzati e gestiti nell’ambito <strong>del</strong> Laboratorio Territoriale, comprendono<br />

visite sul campo ed escursioni in battello lungo i tracciati degli itinerari naturalistici,<br />

dei Percorsi mediterranei e <strong>del</strong>l’Itinerario marittimo.<br />

Tutte le attività sono condotte da educatori ambientali appositamente formati e presentano<br />

un sistema differenziato di tariffe.<br />

CONSORzIO DI GESTIONE DELL’AREA MARINA PROTETTA DEL PROMONTORIO DI PORTOFINO<br />

Villa Carmagnola - Viale Rainusso, 14 - 16038 Santa Margherita Ligure (GE)<br />

Tel. 0185.289649 - Fax 0185.293002 (apertura dal lunedì al venerdì, ore 9.00 – 12.00)<br />

E-mail: amp.portofino@parks.it - Sito web: www.riservaportofino.it<br />

MUSEI E ALLESTIMENTI<br />

Camogli<br />

Civico Museo Marinaro “Gio Bono Ferrari” (ospita anche una sala archeologica)<br />

Tel. 0185.729049 - Via Gio Bono Ferrari, 41<br />

Orari: 9-12, mercoledì, sabato, domenica: 9-11.45 - 15-17 (chiuso il martedì)<br />

San Fruttuoso<br />

Abbazia di San Fruttuoso<br />

FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano)<br />

Tel. 0185.772703-774480<br />

Orari: dicembre - gennaio - febbraio (solo festivi e prefestivi): ore 10-16; marzo - aprile<br />

- ottobre: ore 10 - 16; da maggio a settembre: ore 10-18 (chiusura: i lunedi non festivi, il<br />

mese di novembre).<br />

fai.sanfruttuoso@fondoambiente.it<br />

www.fondoambiente.it<br />

Paraggi<br />

La Cervara, Abbazia di San Girolamo al Monte di <strong>Portofino</strong><br />

Lungomare Rossetti - via Cervara, 10 - 16038 Santa Margherita Ligure (GE)<br />

Sito Internet: www.cervara.it<br />

La Cervara Eventi: Tel. 0185.293.139 - Fax 0185.291.270 - e-mail: abbazia@cervara.it<br />

La Cervara Cultura: Tel. 0185.293.139 - Fax 0185.291.270 - e-mail: cultura@cervara.it<br />

Visite guidate: numero verde 800.65.21.10 - e-mail: visite@cervara.it<br />

<strong>Portofino</strong> Castello Brown<br />

Società Gestione Eventi S.r.l.<br />

Largo San Giuseppe, 3/32 - 16121 Genova<br />

Uffici operativi: via alla Penisola, 13A - 16034 - <strong>Portofino</strong> - GE<br />

Tel. 0185.267.101 Fax 0185.267608 - e-mail: info@portofinoevents.com<br />

16<br />

<strong>Portofino</strong> erika.indd 18 24/03/2006 15.49.33


1<br />

2<br />

Note per l’escursionista<br />

3<br />

A12 Genova-Livorno<br />

<br />

<br />

✓ Rispetta l’ambiente: non abbandonare rifiuti; evita i rumori inutili; non abbandonare il percorso<br />

per non causare danni alle specie protette e alle colture e per non rischiare di smarrirti.<br />

✓ Indossa abiti e calzature adeguate al tipo di escursione che vuoi effettuare.<br />

✓ Porta con te una mantellina antipioggia e un kit per il pronto soccorso.<br />

✓ Tieni presente che: uno zaino grande distribuisce meglio il peso.<br />

✓ Parti con una scorta d’acqua adeguata. Difficilmente ne potrai trovare altra lungo il percorso.<br />

✓ Non sottovalutare le difficoltà <strong>del</strong> percorso e attrezzati di conseguenza.<br />

✓ Valuta tempi e difficoltà di percorrenza per non farti sorprendere dall’oscurità.<br />

✓ Informati sulle condizioni meteo e non trascurarne mai la variabilità.<br />

Come leggere la Guida Pratica<br />

La difficoltà di ciascun itinerario è segnalata dal colore <strong>del</strong> riquadro posto a fianco <strong>del</strong> titolo <strong>del</strong>la<br />

scheda, secondo la legenda sottoriportata (il riquadro, col numero progressivo <strong>del</strong> percorso, è riportato<br />

anche nella cartina generale):<br />

1 Turistico (T) 1 Escursionisti medi (E) 1 Escursionisti esperti (EE) 1 Difficoltoso (EEA)<br />

I tempi di percorrenza indicati sono relativi al senso di marcia degli itinerari; essi tengono conto <strong>del</strong>le<br />

caratteristiche di un escursionista mediamente allenato e prevedono brevi soste per osservazioni e ristoro.<br />

5<br />

4<br />

Come si arriva nel parco<br />

Con i mezzi pubblici<br />

I mezzi pubblici sono il mezzo più “ecologico”<br />

e gradito per accedere ai Parchi.<br />

Per conoscere gli orari e “comporre” le<br />

combinazioni di accesso (treno e/o corriera):<br />

www.orariotrasporti.regione.liguria.it<br />

In auto<br />

A12 Genova-Livorno (caselli di Recco e Rapallo).<br />

In battello<br />

Linea Camogli-San Fruttuoso tutto l’anno;<br />

Rapallo-<strong>Portofino</strong>-San Fruttuoso nei fine-settimana.<br />

In primavera e in estate corse quotidiane<br />

anche da Genova.<br />

Legenda<br />

<strong>del</strong>la cartina<br />

Area protetta<br />

Area contigua<br />

Siti di interesse comunitario<br />

proposti<br />

Sentieri descritti nella Guida<br />

<br />

Sede <strong>del</strong> Parco<br />

<br />

Centro visita/esperienze,<br />

Punto informativo<br />

Autostrada<br />

Viabilità veicolare<br />

Ferrovia<br />

Numeri di<br />

emergenza<br />

Emergenza<br />

infortuni<br />

118<br />

Segnalazione<br />

incendi boschivi<br />

1515<br />

<strong>Portofino</strong> erika.indd 19-20 24/03/2006 15.50.06


5<br />

9<br />

S.Stefano<br />

d'Aveto<br />

E M I L I A R O M A G N A<br />

7<br />

12<br />

Monte<br />

Antola<br />

Busalla<br />

Campo<br />

Ligure<br />

6<br />

Parchi e Aree protette<br />

<strong>del</strong>la Liguria<br />

Torriglia<br />

Passo<br />

dei Giovi<br />

Crocetta<br />

d'Orero<br />

Punta<br />

Martin<br />

Bric<br />

Dente<br />

Urbe<br />

Sassello<br />

Monte Penna<br />

Passo <strong>del</strong>la<br />

Scoffera<br />

P. <strong>del</strong><br />

Turchino<br />

Piana Crixia<br />

Monte Beigua<br />

Colle <strong>del</strong><br />

Giovo<br />

Passo di<br />

Cento Croci Monte<br />

Gottero<br />

Monte<br />

Ramaceto<br />

Borzonasca<br />

8<br />

4<br />

GENOVA<br />

Colle di<br />

Cadibona<br />

P I E M O N T E<br />

T O S C A N A<br />

Varazze<br />

Passo <strong>del</strong><br />

Rastrello<br />

Millesimo<br />

Rapallo<br />

SAVONA<br />

Sestri<br />

Levante<br />

b<br />

Colle <strong>del</strong><br />

Melogno<br />

Monte<br />

S.Nicolao<br />

3<br />

Isola di<br />

Bergeggi<br />

Monte Carmo<br />

CEPARANA<br />

c<br />

Levanto<br />

Finale Ligure<br />

2<br />

Rocca<br />

Barbena<br />

11<br />

10<br />

Colle<br />

di Nava<br />

a<br />

F R A N C I A<br />

Riomaggiore<br />

PARCO NATURALE REGIONALE<br />

DI PORTOFINO<br />

Pieve di Teco<br />

1<br />

Monte Monega<br />

Lerici<br />

f<br />

Albenga<br />

LASPEZIA<br />

Triora<br />

d<br />

Isola<br />

Gallinara<br />

Pigna<br />

Olivetta<br />

S. Michele<br />

IMPERIA<br />

Dolceacqua<br />

13<br />

e<br />

VENTIMIGLIA<br />

a cura <strong>del</strong> Servizio Parchi e Aree protette <strong>del</strong>la Regione Liguria - Agosto 2004<br />

Aree protette marine<br />

Parco Nazionale<br />

<strong>del</strong>le Cinque Terre<br />

Aree protette<br />

a-Cinque Terre; b-<strong>Portofino</strong><br />

Aree Protette Provinciali<br />

Parchi Naturali Regionali<br />

Riserve Naturali Regionali<br />

Aree protette marine previste<br />

Alta Via<br />

dei Monti Liguri<br />

1-Isola Gallinara<br />

4-Bric Tana 8-<strong>Portofino</strong> (**)<br />

2-Rio Torsero<br />

5-Piana Crixia 9-Aveto (*)<br />

3-Bergeggi 6-Beigua 10-Portovenere Altre Aree Protette Regionali<br />

7-Antola (*) 11-Montemarcello 13-Giardini Botanici<br />

Magra (*) Hanbury<br />

12-Giardino Botanico<br />

Pratorondanino<br />

c-Bergeggi; d-Gallinara;<br />

e-Capo Mortola; f-Portovenere<br />

(*) comprese aree contigue.<br />

(**) compresa area contigua e Sic (siti di interesse comunitario) gestiti dall’Ente parco.<br />

Guide pratiche dei Parchi<br />

e <strong>del</strong>le Aree Protette liguri.<br />

A cura di Stefano Ardito<br />

Per conoscere e vivere i Parchi <strong>del</strong>la Liguria.<br />

Con tutta calma.<br />

TITOLI PUBBLICATI<br />

1 - Parco nazionale <strong>del</strong>le Cinque Terre<br />

2 - Parco naturale regionale <strong>del</strong>l’Antola<br />

3 - Parco naturale regionale <strong>del</strong>l’Aveto<br />

4 - Parco naturale regionale <strong>del</strong> Beigua<br />

5 - Parco naturale regionale di Montemarcello Magra<br />

6 - Parco naturale regionale di <strong>Portofino</strong><br />

7 - Aree protette regionali <strong>del</strong> Savonese<br />

Parco naturale regionale di Bric Tana<br />

Parco naturale regionale di Piana Crixia<br />

8 - Aree protette regionali <strong>del</strong>la Costa Ligure<br />

Riserva naturale regionale di Bergeggi<br />

Area protetta regionale Giardini Botanici Hanbury<br />

Riserva naturale regionale <strong>del</strong>l’Isola Gallinara<br />

Parco naturale regionale di Portovenere<br />

Riserva naturale regionale di Rio Torsero<br />

9 - Alta Via dei Monti Liguri<br />

10 - Area protetta provinciale Giardino Botanico di Pratorondanino<br />

Guida pratica Parco Naturale Regionale di <strong>Portofino</strong><br />

Edizione Erredi Grafiche Editoriali Genova<br />

Stampa Erredi Grafiche Editoriali Genova<br />

Direzione editoriale Fabrizio Càlzia<br />

Testi Stefano Ardito, Alberto Girani, Benedetto Mortola<br />

Fotografie Stefano Ardito, Massimo Campora, Renato<br />

Cottalasso, Renato Dirodi, Alberto Girani, Mario Malatesta.<br />

Cartografia Daniela Blandino<br />

Art direction Mario Benvenuto<br />

Impaginazione Erica Giella<br />

Regione Liguria<br />

Dipartimento Pianificazione Territoriale<br />

Servizio Parchi e Aree protette<br />

Euro 1,50 iva inclusa<br />

<strong>Portofino</strong> erika.indd 21-22 24/03/2006 15.50.14

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