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Gennaio/Febbraio 2013 – N. 1 - Associazione Culturale Zenit

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L’<strong>Associazione</strong> <strong>Culturale</strong> <strong>Zenit</strong> nasce come comunità<br />

militante già nel 2003 costituendosi poi ufficialmente<br />

nel dicembre del 2005. Le nostre posizioni<br />

non possono essere etichettate nelle classiche categorie<br />

di destra o sinistra. Abbiamo radici culturali che si<br />

rifanno al fascismo ma non per questo possiamo accettare<br />

di essere storicizzati o emarginati dalla storia.<br />

Noi vogliamo confrontarci con il presente, analizzare<br />

i fatti e trarne da esse le indicazioni valide e necessarie<br />

per costruire il futuro. Il nostro motto è sempre<br />

stato Filtra la Verità e il nostro simbolo è una maschera<br />

antigas perchè crediamo che attraverso queste<br />

categorie create ad arte e attraverso il caos creato<br />

dalla modernità il sistema allontani l’uomo dal vero<br />

e dal reale. Quindi il motto Filtra la Verità vuole<br />

esprimere in modo diretto e provocatorio il nostro<br />

approccio critico verso i mass media ma il nostro<br />

pensiero politico non si ferma qui, ovviamente noi di<br />

<strong>Zenit</strong> non siamo solo una <strong>Associazione</strong> <strong>Culturale</strong> che<br />

si occupa di controinformazione ma siamo soprattutto<br />

una comunità militante e cioè un nucleo di persone<br />

che persegue la formazione umana dei propri<br />

membri attraverso appunto l’impegno comunitario<br />

e militante che mostrando uno spiccato interesse verso<br />

i temi dell’approfondimento culturale e dell’informazione<br />

determina il proprio agire politico.<br />

I nostri punti cardini sono i seguenti:<br />

-noi crediamo che l’unità, l’indipendenza e l’integrità<br />

territoriale della Patria debbano risultare l’obiettivo<br />

essenziale della politica estera del nostro paese;<br />

-crediamo nella Tradizione, nella concreata realizzazione<br />

di una comunità europea e rifiutiamo la<br />

subordinazione di quest’ultima alle subculture disumanizzanti<br />

quali mondialismo, plutocrazia e nichilismo;<br />

-crediamo nella solidarietà, ogni qual volta si pre-<br />

CHI SIAMO<br />

senti il bisogno di un tangibile aiuto alla comunità e<br />

verso tutti quei popoli che vedono stringersi intorno a<br />

sè la morsa livellante dell’imperialismo e che lottano<br />

per la propria sovranità.<br />

La nostra caratteristica principale è sicuramente<br />

quella di non voler essere il solito gruppo politico che<br />

abbia obiettivi di egemonia o che abbia come scopo<br />

la sola mera aggregazione fine a se stessa. Noi vogliamo<br />

formare ragazzi e renderli liberi dalle logiche<br />

della democrazia occidentalista, noi vogliamo che i<br />

ragazzi possano aspirare a trasformare la propria<br />

rabbia, la propria suggestione nei confronti di simboli<br />

e tradizioni in sentimenti costruttivi, perchè a noi<br />

piace la sostanza e della superficialità non sappiamo<br />

che farne. Noi vogliamo che i ragazzi e gli uomini<br />

che si avvicinano abbiano voglia di sapere, approfondire<br />

perchè solo respirando liberamente si può<br />

diventare soldati addestrati, perchè per noi non esiste<br />

l’agire senza il pensiero. Il nostro operato di militanti<br />

politici è quindi riscoprire la gioia di donarsi e<br />

di metterci a disposizione di tutti coloro che sono stufi<br />

di accettare la realtà che ci viene preconfezionata dal<br />

sistema attraverso la manipolazione delle informazioni<br />

e della cultura. Per questo motivo quindi il nostro<br />

motto è FILTRA LA VERITA’ e invitiamo<br />

anche voi ad indossare come noi le maschere antigas<br />

per resistere ai gas omologanti di questa coatica società<br />

moderna che sta allontanando sempre più l’uomo<br />

dal vero e dal reale.


Dopo una breve pausa di riflessione abbiamo deciso<br />

di riprendere a martellare perchè <strong>Zenit</strong> senza il suo<br />

Martello non poteva continuare la sua opera di controinformazione,<br />

perchè <strong>Zenit</strong> senza il suo Martello<br />

era orfano di una parte importante del suo operato<br />

che in passato lo aveva caratterizzato per la serietà e<br />

dedizione con cui chi prima di noi lo aveva ideato e<br />

curato rendendoci orgogliosi del nostro disinteressato<br />

approccio alla militanza politica. Il Martello allora<br />

ritorna per fare da megafono alle nostre ambizioni e<br />

al nostro sano modo di fare politica e allora ecco che<br />

ritorna forte in noi quel monito che abbiamo fatto<br />

nostro attraverso la locuzione latina Gutta cavat lapidem.<br />

Questa frase latina resta sempre la più adatta<br />

per descrivere il nostro pensiero e agire politico,<br />

la paternità è da ricercare nel poeta Ovidio, sebbene<br />

ripresa e riadattata anche in prosa da diversi autori<br />

fino in età medievale, è la formula dialettica che abbiamo<br />

designato ad emblema del nostro organo di<br />

diffusione.<br />

Tre parole che, nella loro inflessibile semplicità, possiedono<br />

una forza intrinseca che può essere sprigionata<br />

solo attraverso la perseveranza della lotta, così<br />

rendendo fede alla cultura delle idee che diventano<br />

azione. Lapidem, la pietra, dall’aspetto fermo, incrollabile,<br />

apparentemente insormontabile da ogni<br />

IL MARTELLO<br />

agente esterno, sempre avrà ragione di chi, soggetto<br />

al richiamo dell’istintività, tenterà di scalfirne<br />

la massiccia fermezza con un gesto estemporaneo,<br />

violento e chiassoso. Gutta, la goccia, trova la sua<br />

forza nella volontà di dominare ogni vezzo ad abbandonarsi<br />

in un disordinato ed inconcludente getto.<br />

Al contrario, a renderla efficace è la sua capacità di<br />

riconoscere la ponderatezza e la costanza quali virtù.<br />

Il gesto ritmico, scandito dal suono basso e ripetitivo<br />

che ne sancisce la monotona caduta, è il simbolo<br />

della sua vittoria su di un nemico che non può vincere<br />

in altro modo, se non col suo continuo stillicidio.<br />

E’ dunque solo attraverso questa azione costante e<br />

perfettamente coerente che la goccia potrà perforare<br />

la pietra (gutta cavat lapidem, appunto). Il<br />

tempo sarà garante della bontà della sua meticolosa<br />

azione, inosservata dallo sguardo distratto dei suoi<br />

contemporanei, eppure fieramente implacabile nel<br />

perseguire il proprio obiettivo. Nella sensibilità dei<br />

nostri avi, la dimostrazione che la natura custodisce<br />

ancestrali riferimenti dai quali poter trarre ispirazione.<br />

Le coscienze, oggi sopite dall’intossicazione e<br />

dall’alienazione dei media di massa e della società dei<br />

consumi, potranno essere scavate per mezzo del lavoro<br />

durevole dell’informazione libera e dall’esempio<br />

del sacrificio e della militanza.


Il progetto coloniale israeliano trova nuovi<br />

alleati<br />

di Mattia De Persio<br />

138 voti favorevoli, 9 contrari e 41 astenuti. Questi<br />

sono i risultati del voto del 29 novembre all’Assemblea<br />

Generale della Nazioni Unite che hanno permesso il<br />

riconoscimento della Palestina come ”stato osservatore<br />

non membro”, uno status che finalmente le consentirà<br />

di sedere al tavolo della Corte Penale Internazionale<br />

all’Aia, quindi denunciare gli insediamenti<br />

israeliani come crimini internazionali. Se i “no” di Stati<br />

Uniti, Israele e Canada erano palesemente scontati,<br />

quelli di Panama e della Repubblica Ceca (unico paese<br />

europeo ad aver votato contro l’ammissione della<br />

Palestina all’ONU come stato osservatore) non erano<br />

del tutto inattesi. Un anno fa la Repubblica Ceca aveva<br />

votato contro l’ingresso della Palestina nell’UNESCO<br />

e nello scorso novembre Israele ha firmato con Panama<br />

un trattato di cooperazione economica . Ciononostante<br />

quali sono realmente i motivi di questa indiscussa<br />

fedeltà del governo ceco e di quello panamense<br />

nei confronti di Israele? Quanto alla Repubblica Ceca,<br />

questa tendenza di politica estera affonda nelle radici<br />

storiche: sappiamo per certo che sin dal medioevo la<br />

comunità ebraica nell’odierno stato ceco era perfettamente<br />

integrata nelle istituzioni politiche e, in particolar<br />

modo, nella vita economica delle principali città.<br />

Tuttavia, questo storico legame con Israele risente<br />

anche dell’influenza americana esercitata sul governo<br />

di Praga in chiave anti-Mosca. Quindi, un costante<br />

appoggio statunitense alla Repubblica Ceca richiede<br />

di conseguenza una politica estera che favorisca le richieste<br />

israeliane. Invece, come riporta AlJazeera, il<br />

presidente panamense Riccardo Martinelli ha sempre<br />

ribadito l’indiscusso appoggio del suo paese nei con-<br />

fronti dello stato ebraico e nel 2010 Panama votò con<br />

tro una risoluzione ONU su eventuali crimini israeliani<br />

compiuti a Gaza nel 2008. Se Israele può ancora<br />

contare sull’appoggio di alleati in Europa e oltre oceano,<br />

è lo stesso governo di Tel Aviv ad alimentare la<br />

tensione. Già all’indomani del voto alle Nazioni Unite,<br />

Israele aveva pronto il suo piano di ritorsioni contro la<br />

popolazione palestinese. Il congelamento di 460 milioni<br />

di dollari destinati alle casse palestinesi e 1600<br />

nuovi insediamenti in Cisgiordania e Gerusalemme<br />

est. Questa è stata la provocazione lanciata da Israele<br />

che ha dato il via libera alla costruzione di nuove case<br />

per coloni. Tuttavia, l’iniziativa israeliana è stata ben<br />

presto frenata dall’inattesa pressione internazionale,<br />

ritenendo che la costruzione di nuovi insediamenti in<br />

Cisgiordania comprometterebbe la già fragile tregua<br />

con Gaza. Intanto, il governo palestinese, come nuovo<br />

membro osservatore, chiederà ufficialmente al Consiglio<br />

di Sicurezza di bloccare il progetto coloniale israeliano<br />

ma alla richiesta sembra incombere il rifiuto<br />

americano.


Come quando...<br />

Come quando promettesti di ridurre la povertà nel<br />

tuo paese e la dimezzasti, portando aiuti, cultura e<br />

medicinali nelle periferie di Caracas e nelle campagne<br />

venezuelane, come quando fornisti petrolio al 40<br />

per cento del prezzo di mercato ai cittadini indigenti<br />

di New York in barba all’odiato Bush, come quella<br />

volta in cui definisti Obama un impostore ricordando<br />

i 40 milioni di poveri degli Stati Uniti d’America e il<br />

fallimento delle speranze degli africani che avevano<br />

creduto nel “Presidente nero”, come tutte le volte in<br />

cui denunciasti l’olocausto palestinese. Come quando<br />

dicesti che i maggiori introiti petroliferi si sarebbero<br />

dovuti utilizzare in programmi d’aiuto verso le fasce<br />

più deboli della popolazione, come quando i venezuelani<br />

più poveri dei barrichos vennero a sostenerti<br />

per ribaltare un colpo di stato attuato da imprenditori<br />

petroliferi filo statunitensi nei tuoi confronti; come<br />

quando durante un vertice a Copenhagen ti schierasti<br />

a favore di giovani che manifestavano contro il capita-<br />

lismo per le vie della stessa città, come puntualmente<br />

rispondesti con referendum a chi ti tacciava di essere<br />

un dittatore e di truccare le elezioni. Come quando<br />

minacciasti la nazionalizzazione delle banche che non<br />

ti avessero sostenuto nelle riforme agricole, come nel<br />

momento in cui decidesti di strappare il tuo paese alle<br />

grinfie usuraie della Banca Mondiale e del Fondo Monetario<br />

Internazionale, come quando aumentasti il<br />

salario minimo, rendesti gratuita l’istruzione e le borse<br />

di studio, quando creasti una banca popolare affinché<br />

concedesse crediti per scopi sociali e umani, come<br />

tutte le volte in cui ci regalasti un sorriso da Presidente<br />

sincero e gioviale quale sei, di fronte ad un mondo<br />

politico globale grigio e tecnocratico.<br />

Auguri di pronta guarigione, ieri come oggi:<br />

ADELANTE HUGO CHAVEZ!


Abkazia. Un paradosso tutto europeo<br />

di Mattia De Persio<br />

Situata nel cuore del Caucaso, affacciata ad ovest sul<br />

Mar Nero, confinante a nord con la Russia e a est sudest<br />

con la Georgia, l’Abkazia viene definita dai suoi<br />

abitanti come uno “Stato parzialmente riconosciuto”,<br />

ma viene considerata dalla comunità internazionale<br />

come uno stato de facto, titolare della gestione della<br />

propria sovranità, ma a cui non è riconosciuta l’indipendenza.<br />

La questione prese piede quando il blocco<br />

sovietico cominciò a sgretolarsi sul finire degli anni<br />

ottanta, alimentando le tensioni etniche nella regione<br />

tra abkazi e georgiani che esplosero in vista dell’indipendenza<br />

di Tbilisi (il 9 aprile 1991). Malgrado le<br />

principali organizzazioni internazionali (Onu, Osce<br />

e Unione europea) abbiano riconosciuto l’Abkazia<br />

come parte della Georgia, nell’agosto del 2008 il parlamento<br />

abkazo ha chiesto alla Russia, al termine della<br />

guerra in Ossezia del sud, di riconoscere il suo stato<br />

come indipendente da quello georgiano. La richiesta<br />

è stata accolta senza indugi dal Cremlino, seguito<br />

da Nicaragua e Venezuela. Tuttavia, ancora oggi, c’è<br />

una strenua volontà a non riconoscere l’Abkazia da<br />

parte della Georgia, come ha affermato il presidente<br />

Alexander Ankvab, richiamando le evidenti diversità<br />

storiche e culturali che differenziano i due popoli<br />

e che affondano ben oltre il medioevo. Se da un lato<br />

Mosca ha acconsentito allo stanziamento di 3500 suoi<br />

soldati in territorio abcazo e alla concessione del passaporto<br />

russo alla popolazione, dall’altro il governo di<br />

Tbilisi gode dell’appoggio dell’Unione europea e degli<br />

Usa che considerano, sminuendola, l’Abkazia un<br />

Paese fantoccio in mano ai russi. Se però molti Pae-<br />

si europei sono sul punto di cambiare idea, qualsiasi<br />

iniziativa georgiana ha lo scopo di destabilizzare economicamente<br />

e politicamente l’Abkazia. Infatti, sebbene<br />

l’80% degli investimenti nel territorio sia russo<br />

e Turchia e Giordania abbiano dato il loro consenso<br />

a sviluppare relazioni economiche lungo il Mar Nero,<br />

sull’economia abkaza grava tuttavia un embargo che<br />

la isola dal sistema economico internazionale. Basti<br />

pensare che la Georgia ha proposto di creare per abcazi<br />

e osseti un passaporto “neutrale”, ma che sarebbe<br />

ancora un documento georgiano che consentirebbe a<br />

Tbilisi di limitare i loro movimenti. “Un blocco controproducente<br />

e condizionato da terzi”, questa è l’accusa<br />

del Cremlino, dove il sostegno degli Stati Uniti<br />

alla Georgia in chiave anti-russa sembra condizionare<br />

la comunità internazionale onde evitare di analizzare<br />

la questione. Per questa ragione il mondo occidentale<br />

si preoccupa di sottolineare che Sukhumi non è la<br />

capitale di alcuno Stato, come ha ribadito il segretario<br />

generale della Nato Andres Fogh Rasmussen, richiamandosi<br />

al diritto internazionale: “La sovranità e l’integrità<br />

della Georgia e i confini internazionalmente<br />

riconosciuti non contribuiscono a trovare una soluzione<br />

pacifica”. Quello che è vero è che Sukhumi non<br />

tornerà mai sotto Tbilisi. E a replicare a Rasmussen è<br />

lo stesso presidente abcazo il quale, nel corso di una<br />

sua recente intervista, ha paragonato la condizione<br />

del proprio Paese a quella del Kosovo, sottolineando<br />

come la comunità internazionale abbia adottato un<br />

diverso atteggiamento per i due casi (se si tiene conto,<br />

ad esempio, che la repubblica kosovara può millantare<br />

81 riconoscimenti internazionali rispetto ai soli 4 nei<br />

confronti dell’Abkazia) se si considera che nei Balcani<br />

si è assistito alla creazione di uno stato privo di radici<br />

storico-culturali. Paradossi di un’Europa che non c’è<br />

quando ci sono da risolvere conflitti di questo tipo.


di Maria Giovanna Lanotte<br />

Un anno fa gran parte degli italiani conveniva che un<br />

governo di tecnici fosse sicuramente migliore di un<br />

governo di politici. La casta, la credibilità all’estero, gli<br />

scandali dei finanziamenti pubblici ai partiti, il livello<br />

di corruzione pari solo all’Africa nera, tutto portava<br />

ad una sola conclusione: i partiti avevano fallito. Fu<br />

così che gli stessi italiani credettero di concepire da se’<br />

l’idea che affidarsi a degli esterni fosse meglio. L’imposizione<br />

di un governo di tecnici, convocato solo grazie<br />

a Giorgio Napolitano che ha nominato Monti senatore<br />

a vita, è sembrata come il miele che rende più dolce<br />

la medicina al fanciullo. Le regole della democrazia,<br />

la mancanza di accountability di questi personaggi,<br />

ovvero la responsabilità del rendere conto ai cittadini<br />

con un mandato revocabile, tutto è passato in secondo<br />

piano: “Francia o Spagna purchè se magna”.<br />

Il governo Monti è formato da 17 ministri riconducibili<br />

a grandi banche, aziende, soci di concessionari<br />

pubblici, e la sua governance è improntata tutta<br />

sull’aumento dell’imposizione fiscale. Vediamo un<br />

sunto dei provvedimenti più importanti, comprensivi<br />

dell’inserimento del pareggio in bilancio in costituzione<br />

e della legge di stabilità, dovuti al Fiscal Compact<br />

dell’Unione Europea.<br />

In tema immobiliare viene introdotta l’IMU, che sintetizza<br />

ICI ed IRPEF fondiaria. L’aliquota applicata è<br />

del 4 per mille sulle abitazioni principali, e del 7.6 per<br />

mille sugli altri immobili. I comuni sono responsabili<br />

dell’eventuale aumento dell’IMU per garantirsi gettito<br />

fiscale. Gli immobili all’estero verranno tassati con Ilvie,<br />

un’aliquota dello 0.76 al valore d’acquisto. La tassa<br />

sui rifiuti diventa Tares, con una quota di 0.30 euro a<br />

metro quadro.<br />

Il bollo auto aumenta sia per le cilindrate basic sia per<br />

le super cilindrate. In base al riordino delle province,<br />

potranno aumentare anche le polizze RC auto.<br />

Mario Monti: la mediocrità dei falsi santi<br />

In ambito bancario, l’orientamento è l’incremento<br />

dell’uso del danaro virtuale. Esso assicura anche la<br />

tracciabilità dei dati. Nasce Serpico: un computerone<br />

delle Agenzie delle Entrate che controlla tutti i movimenti<br />

bancari on line. Vengono scoraggiati i prelievi<br />

contanti tramite un limite ai 1000 euro. I bolli sui conti<br />

deposito subiscono un aumento dello 0.10% annuo.<br />

Sono introdotte commissioni sui prestiti in caso di<br />

sconfinamento.<br />

Con la Legge di stabilità dell’ottobre 2012 l’Iva cresce<br />

di un punto percentuale. Sono così colpiti i beni di<br />

prima necessità. L’Irpef, dopo l’iniziale aumento dallo<br />

0.9% all’1.23%, viene ridotta solo per gli ultimi due<br />

scaglioni più bassi. Aumenta l’accise sulla benzina. Il<br />

fabbisogno sanitario nazionale è tagliato di 1.5 miliardi.<br />

E’preventivata la chiusura di 250 ospedali. La<br />

Scuola pubblica è tagliata di 47.5 milioni di euro, l’Università<br />

di 300.<br />

Per la pubblica amministrazione, le province sono ridotte<br />

da 86 a 51 e mutuate in enti di secondo livello.<br />

I contratti statali sono bloccati fino al 2014, ed è<br />

cancellata l’indennità di vacanza contrattuale. Scatta<br />

l’operazione cieli blu: illuminazione di notte è tagliata.<br />

L’età pensionabile passa da 65 a 66 anni per gli uomini,<br />

da 60 a 62 anni per le donne. Gli anni di contributi<br />

passano da 40 a 42 per gli uomini, a 41 per le donne.<br />

Il ministro Elsa Fornero non assicura la copertura di<br />

130mila esodati. Le pensioni di guerra e di invalidità<br />

saranno soggette a Irpef. La retribuizione dei giorni di<br />

permesso per l’assistenza ai disabili è tagliata del 50%.<br />

Con la riforma del lavoro è ridotta la flessibilità in entrata<br />

e aumentata quella in uscita. I contratti a tempo<br />

determinato vengono scoraggiati con un’aliquota<br />

maggiorata. L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è<br />

modificato, e il licenziamento per motivi economici e<br />

disciplinari è facilitato. Il reintegro diviene infatti una<br />

remota possibilità. L’indennizzo di licenziamento passa<br />

a 12-24 mesi dai 15-27. L’apprendistato diviene il


mezzo principale per inserirsi nel mondo del lavoro e<br />

per ottenere il contratto a tempo indeterminato.<br />

Alla guida della RAI, società di televisione pubblica,<br />

Monti promuove presidente Anna Maria Tarantola,<br />

vice direttore della Banca d’Italia, e direttore generale<br />

Luigi Gubitosi, ex amministratore delegato di Wind.<br />

Una politica mediatica a dir poco unilaterale. Tali<br />

politiche sono state fatte passare come super partes<br />

poiché fiscaliste, ma ora che si è aperta la compagna<br />

elettorale gli orientamenti sono tracciabili dagli appoggi<br />

sostenuti. Chi supporta Mario Monti? Possiamo<br />

divederli in piccoli interessi italiani e grandi interessi<br />

stranieri. In Italia ritroviamo nella lista Monti l’Udc<br />

di Casini, gli ex ministri Corrado Passera e Andrea<br />

Riccardi (fondatore della comunità di Sant’Egidio),<br />

Gianfranco Fini e Futuro e Libertà, Luca Cordero di<br />

Montezemolo, il Vaticano, la CEI, l’Opus Dei (rappresentata<br />

già da un anno nel governo da Passera, suo<br />

azionario). E’ quello che storicamente è chiamato il<br />

centro o eredità della Democrazia Cristiana. E’una<br />

benedizione che ha avuto un costo concreto, che si<br />

porta dietro l’associazionismo cattolico delle scuole<br />

paritarie, finanziate dal governo Monti a scapito delle<br />

pubbliche con 200 milioni di euro. Un retroterra che<br />

ha consentito l’esenzione dall’IMU per le proprietà<br />

del Vaticano, che priva lo Stato di 700 milioni di euro<br />

di entrate. La stessa rete di relazioni che ha permesso<br />

che, nel bel mezzo dei tagli alla sanità, ospedali in orbita<br />

Vaticano quali Il Bambin Gesu’ e la Fondazione<br />

Gaslini di Genova, ricevessero finanziamenti statali<br />

rispettivamente per 12.5 e 5 milioni di euro. I grandi<br />

interessi stranieri che spingono per il professore fanno<br />

capo alla Commissione Trilaterale, di cui Monti è un<br />

ex presidente. E’ un parlamento globale di personalità<br />

invitate, e non elette, fra banchieri, politici, industriali,<br />

accademici, editori. E’stato costituito negli anni<br />

settanta dal banchiere americano David Rockefeller.<br />

Le tre parti sono costituite da Europa, Stati Uniti e<br />

Giappone e si riuniscono in seduta plenaria almeno<br />

una volta l’anno attorno alle direttive di tecnocrazia e<br />

interdipendenza, ovvero togliere il potere ai politici e<br />

ai parlamenti per delegarlo ad un governo mondiale,<br />

modello G8. Essa si muove in simbiosi con il Bilderberg<br />

Group, piattaforma gemella che vanta anch’essa<br />

Monti fra le sue anime. L’Italia inaugurata un anno fa’<br />

è dunque indirizzata verso la cancellazione della sovranità<br />

nazionale, la formazione di governi non scelti<br />

che mettono al centro delle politiche il rigore dei bilanci<br />

al posto della dignità dell’individuo. Se l’accademia<br />

della linea Bocconi- Trilateral fosse producente,<br />

per lo meno nessuno eccepirebbe. Ma la disponibilità<br />

economica della popolazione è ridotta dalle tasse, la<br />

domanda diminuisce e il deficit pubblico non riesce<br />

a rientrare. Cifre di Bankitalia alla mano, nel 2012 il<br />

debito pubblico ha raggiunto il massimo storico di<br />

2mila miliardi con il massimo aumento del 2.6% di<br />

pressione fiscale. Il tasso di inflazione ha toccato il suo<br />

picco degli ultimi 4 anni: il 3%, a dispetto del 2.8% del<br />

2011. Il tasso di crescita dei prezzi dei prodotti ad alto<br />

consumo è salito dal 3.5% del 2011 al 4.3% del 2012.<br />

Le ore di cassa integrazione sono aumentate da un<br />

anno all’altro del + 12.1%. Il tasso di disoccupazione<br />

si aggira attorno all’11%. Il New York Times, il Daily<br />

Telegraph, tutti i massimi organi di economia internazionale<br />

hanno sconfessato il sobrio professorone.<br />

Il Financial Times spara a zero con Wolfgang Munchau:<br />

«L’anno di Monti è stato una bolla, buona per gli<br />

investitori finché è durata. E probabilmente gli italiani<br />

e gli investitori stranieri non ci metteranno molto a<br />

capire che ben poco è cambiato nel corso dell’ultimo<br />

anno, ad eccezione che l’economia è caduta in una profonda<br />

depressione. Due cose devono essere sistemate<br />

in Italia: la prima è invertire immediatamente l’austerità,<br />

in sostanza smantellare il lavoro di Monti, e la<br />

seconda è scendere in campo contro Angela Merkel».<br />

L’ultimo è Paul Krugman, nobel per l’economia: «Tecnocrati<br />

“responsabili” costringono le nazioni ad accettare<br />

la medicina amara dell’austerità; l’ultimo caso<br />

è l’Italia, dove Monti lascia in anticipo, fondamentalmente<br />

per aver portato l’Italia in depressione economica».<br />

Dove Monti passa giace una nazione depressa, dove<br />

“il posto fisso è monotono”, “i giovani sono choosy<br />

e viziatelli”, “il posto fisso per tutti è una illusione”,<br />

“L’Europa ha bisogno di gravi crisi per fare passi avanti”.<br />

Tenendo questa frase montiana a mente, un altro<br />

paese con un ex presidente Trilateral al governo è la<br />

Grecia con il banchiere Lucas Papademous. E si noti<br />

in che condizioni versa.<br />

Lo scenario elettorale sarà dunque presenziato dall’entrata<br />

di un ligneo cavallo di Troia: l’aspetto è quello<br />

di accademici in giacca e cravatta rispettati in sede<br />

internazionale, dai curricula spettacolari, dalle amicizie<br />

più rette, pubblicizzate dalla Chiesa Cattolica e dai<br />

vescovi, dirigenti delle università più prestigiose. Chi<br />

oserebbe dubitare di tali referenze? Forse solo i cittadini<br />

che hanno a cuore la sovranità e le regole democratiche<br />

della propria nazione. Una schiera di persone<br />

che dovrebbe essere la norma, poiché accomunate<br />

dalla giustizia sociale e dalla cura del più debole, naturali<br />

predisposizioni dell’uomo. Una composizione<br />

che al momento latita, in attesa di un porta bandiera<br />

contro la mediocrità dei falsi santi.


di Tommaso Oltrabella<br />

>. Questo è l’incipit<br />

di The Eagle, film di produzione anglofona, tratto<br />

dal libro The Eagle of the Ninth (conosciuto in Italia<br />

come “L’Aquila della IX Legione” oppure “La Legione<br />

Scomparsa”) di Rosemary Sutcliff, autrice inglese nata<br />

negli anni ’20 e vissuta fino al 1992. Dal preambolo<br />

made in UK, conscio dell’avversione britannica verso<br />

tutto ciò che è diverso, nella fattispecie Romano, mi<br />

aspettavo d’avere di fronte una scontata, ripetitiva e<br />

noiosa accusa verso l’Impero e le sue presunte mire<br />

conquistatrici, in un susseguirsi di luoghi comuni e<br />

mistificazioni. Non è stato così, anzi il film, se vogliamo,<br />

prende le distanze da tutto ciò che è barbaro,<br />

quindi primitivo ed autoctono. Incredibilmente lo<br />

spirito inglese, chiuso e indomito, “barbaro” in chiave<br />

moderna, rifugge le sue origini per abbracciare la<br />

missione di Roma e le Virtù intimamente legate ad<br />

essa, riconoscendo l’assoluta superiorità del mos maiorum.…<br />

Rimbecillimento da football, troppe birre<br />

o ispirazione divina? Chi lo sa, intanto perdonate gli<br />

spoiler.<br />

Il centurione Marco Flavio Aquila parte da Roma per<br />

assumere il comando di un castrum / accampamento.<br />

La giovane età ed il nome che porta non lo aiuteranno<br />

ad ottenere facili simpatie, sarà la sua AUTORICTAS<br />

unita alla DISCIPLINA dei subordinati a tributargli<br />

HONOR e l’affetto tipico dei soldati romani verso il<br />

loro capo. Aquila ed i suoi vincano feroci assalti ma il<br />

comandante riporta, a seguito di un atto eroico (SA-<br />

CRIFICIUM), una grave ferita che lo obbliga a terminare<br />

la carriera militare e lo allontana, momenta-<br />

La missione di Roma in “The Eagle”<br />

neamente, dalla riabilitazione del nome del padre. In<br />

questo periodo della sua vita, pieno di inquietudine e<br />

SOPPORTATIO, Aquila salva la vita ad Esca, un gladiatore<br />

che si rifiuta di combattere nell’arena. Questo<br />

episodio è molto significativo. Esca è un britanno catturato<br />

in battaglia e figlio di un capo tribù. Secondo la<br />

mentalità moderna anti-romana il destino del ragazzo<br />

dovrebbe essere già deciso: ucciso perché nemico. Invece<br />

non va a finire così. Aquila viene pervaso da varie<br />

Virtù romane, tra le quali la IUSTITIA, riconoscendo<br />

nel barbaro qualità incompatibili alla sua condizione<br />

di auctoratus / gladiatore. Così facendo avvia Esca ad<br />

una presa di coscienza “iniziatica” che lo porterà a trasformarsi<br />

da barbaro (caos) a cives (ordine). Aquila<br />

pertanto incarna la Via Romana al Divino, Eroica e<br />

Solare, ed il principio igneo, comune a tutte le tradizioni<br />

guerriere Indoeuropee; Esca è il mondo imperante,<br />

tellurico, l’uomo indifferenziato destinato ad<br />

essere rettificato nell’Età esiodea del Ferro dall’azione<br />

ordinatrice di Roma, Città Celeste realizzata con la tutela<br />

del nume Mars / Marte, riconducibile all’elemento<br />

Ferro in Alchimia. Esca, affrancato dall’offerta rituale<br />

di sangue, rettificatrice a modo suo, si lega volontariamente<br />

al proprio liberatore divenendone lo schiavo,<br />

aderendo al mistero di Roma quando dimostra AB-<br />

NEGATIO e RASSEGNATIO. L’umido (Esca) sta per<br />

essere purificato dal Fuoco (Aquila). Esca ed Aquila<br />

dopo aver stretto un vincolante legame cameratesco,<br />

seppur rimanendo uno inferiore all’altro, partiranno<br />

per un viaggio (il simbolismo del Percorso Iniziatico<br />

è qui evidente) che avrà come obbiettivo quello di<br />

recuperare l’insegna della scomparsa IX Legione, a<br />

suo tempo guidata dal padre di Aquila. Ciò avvenne<br />

a nord della Britannia, oltre il Vallo fatto poi costruire<br />

dall’Imperatore Adriano per delimitare la terra conosciuta.<br />

E’ qui che comincia l’avventura.<br />

I due hanno modo di compenetrarsi, scambiarsi i


i ruoli (pratica in uso nell’Urbe ritualizzata durante i<br />

Saturnalia), scontrarsi, confrontare i canali d’accesso<br />

ai rispettivi Dèi e valutarne i relativi effetti sull’Essere<br />

Umano. Avviene un vero e proprio “processo alchemico”.<br />

Due episodi su tutti :<br />

- Se il romano rischia la vita per l’onore del padre,<br />

il capo clan barbaro non si fa scrupolo ad uccidere il<br />

proprio figlio scoperto il suo tradimento o piuttosto la<br />

FIDES nei confronti di Esca ovvero la volontà di abbandonare<br />

la condizione indifferenziata per accedere<br />

a quella ordinata.<br />

- Aquila, ritirato nell’ascesi, invoca Mitra (non ci scordiamo<br />

che la storia è ambientata nel II° secolo dell’età<br />

volgare), divinità sì orientale ma collegata a Marte nel<br />

rango iniziatico del miles / soldato, con tutto ciò che<br />

ne consegue. I barbari invece si danno a pratiche druidiche,<br />

notturne e lunari, vissute in estasi con al centro<br />

la figura del sacerdote.<br />

Qui si capisce il perché dello scontro tra romani e britanni:<br />

sono umanizzazione di principi opposti. I popoli<br />

celti, insieme ai monoteisti della Palestina, sono<br />

i più grandi oppositori della missione di Roma perché,<br />

non appartenenti al ceppo iperboreo, a differenza<br />

loro, hanno la gerarchia della società rovesciata, con il<br />

sacerdote sopra il Re / guerriero. La classe sacerdotale<br />

romana è rappresentata dal Pontifex , custode della<br />

Sapienza (energia potenziale) pertanto principio passivo<br />

incarnato, subordinato a quello attivo dei Flamini<br />

incaricati di eseguire i Riti, mettere in Atto la Potenza<br />

(energia potenziale trasformata in energia cinetica). Il<br />

servizio militare stesso ha un carattere religioso, infatti<br />

è una sacrata militia. Tornando a The Eagle, Aquila<br />

ed Esca riescano ad impossessarsi dell’insegna militare<br />

della IX Legione caduta in mano agli “uomini foca”,<br />

tribù selvaggia i cui guerrieri si ricoprono il corpo di<br />

terra (mondo tellurico). L’aquila è “animale considerato<br />

esso stesso come ‘solare’ dalla antichità. Secondo<br />

la tradizione, sotto forma di ‘aquila’ si sarebbe involata<br />

dalla pira l’anima imperiale di Augusto” (1) , mentre<br />

l’insegna militare è “oggetto di una autentica venerazione<br />

religiosa, si può agevolmente riconoscere l’idea<br />

romana che l’Ordine supremo di Giove, il cui simbolo<br />

è l’Aquila, insegna che sempre precede la legione, si realizza<br />

mediante la Guerra, cioè Marte, simboleggiato<br />

dai vari signifer quasi terribili Luperci di ogni centuria.”<br />

(2)<br />

Detto ciò non è difficile capire il messaggio insito nel<br />

dialogo chiave :<br />

Esca : <br />

Aquila : <br />

E. : <br />

A. : <br />

Il barbaro Esca, titanico nel suo iniziale respingimento<br />

alla rettificazione, trasmuta quando, sciolto<br />

definitivamente il vincolo della schiavitù, manifesta<br />

SEVERITAS e combatte al fianco del suo ex-padrone,<br />

da uomo libero ormai pure lui Principio Fuoco, da<br />

romano contro gli “uomini foca” e la sua passata condizione<br />

biologica a favore di quella nuova energetica/<br />

spirituale. Il Percorso Iniziatico si conclude quando i<br />

due consegnano l’Aquila al Senato che insignisce Esca<br />

dello status di civis romanus e ristabilisce l’onore del<br />

padre di Marco Flavio, caduto in battaglia, da Eroe.<br />

IN MEMORIAM<br />

(1) J. Evola, Simboli della Tradizione Occidentale,<br />

p.62, nota n.9<br />

(2) G. Casalino, Il Nome Segreto di Roma, p.91-92


La gioia di combattere divertendosi<br />

di Guglielmo Casalini<br />

l film “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, con Jack<br />

Nicholson è in assoluto uno dei film più intelligenti<br />

e toccanti che io abbia mai visto perchè lascia allo<br />

spettatore un’infinità di messaggi chiari e pungenti<br />

nei confronti della società. Qualcuno volò sul nido del<br />

cuculo è uno di quei film, dove la mente comincia a<br />

correre sfiorando anche tematiche e pensieri che, con<br />

il film, c’entrano ben poco! Ma il bello di un film “contro-corrente”<br />

è proprio questo, è l’immedesimarsi per<br />

poter afferrare al meglio il messaggio…<br />

Ci sono alcuni film che riescono a coinvolgerti toccando<br />

le corde del tuo cuore e questo capolavoro interpretato<br />

da Jack Nicholson è uno di questi perchè<br />

mi ha costretto a fermarmi a pensare e a rielaborare<br />

razionalmente le emozioni provate nel guardarlo.. e<br />

allora dopo la visione del film il mio pensiero istintivo<br />

è andato inevitabilmente a rinforzare le mie convinzioni<br />

e alla gioia di essere consapevole di non essere<br />

un burattino mosso da burattinai come la massa dei<br />

miei coetani.<br />

E allora chi meglio di noi può capirlo, e quando intendo<br />

“noi”, intendo quella cerchia di persone, che si<br />

sente estranea a questa società, cioè quella gente come<br />

ad esempio la mia comunità militante che continua<br />

a battersi col sorriso! che continua ad indignarsi, ma<br />

senza puntare il dito! che continua a non piegare la testa,<br />

ma senza prendersi troppo sul serio e nelle avversità<br />

prova anche a divertirsi…perchè la lotta è come<br />

un bel “gioco” da fare insieme agli amici…ai “tuoi”<br />

amici più stretti! e perchè no…far pensare anche a<br />

tutto il resto della società che TU sei un pazzo da far<br />

rinchiudere in un manicomio!<br />

è proprio ciò, quello che fa Jack Nicholson nel film;<br />

anche se sanissimo, si diverte, con il suo carattere esuberante<br />

e anti-conformista, ad infrangere le regole, e<br />

a sbeffeggiare, all’interno dell’ospedale psichiatrico, il<br />

personale medico, crudele e disumano, che vede nel<br />

Signor Randle (J.Nicholson) un crudele mostro da lobotomizzare;<br />

ma l’obiettivo del protagonista è anche<br />

quello di far rendere agli altri pazienti, futuri compagni<br />

di gioco e…nell’ultimo caso, come si vedrà, anche<br />

più che semplici amici… la vita “carceraria” più piacevole<br />

e più veloce, di quella che in realtà era.<br />

Lo spirito di Randle è la prima cosa che risalta, uno<br />

spirito così vitale che, da una parte, lo aiuterà sia a<br />

non arrendersi alle rigide regole dell’ospedale ma che<br />

dall’altra invece lo porterà verso il tragico destino…<br />

Qualsiasi società basata su una dottrina fortemente<br />

materialista, da quella precedente comunista, a questa<br />

attuale capitalista non può che assassinare lo spirito<br />

dell’uomo. L’essere umano, è come se fosse un uccello,<br />

e le sue idee, quello che porta dentro, i suoi slanci più<br />

istintivi, rappresentano le sue ali, che gli permettono<br />

di volare. L’uomo, chi più chi meno, tramite le sue idee,<br />

può volare alto! La dignità dell’uomo non si vede certo<br />

dalle sue tasche, nè tantomeno dalla sua forza, ma dal<br />

suo cuore, dal suo spirito immortale! una società materialista<br />

non fa che tarpare le ali al suo popolo, ogni<br />

giorno, rendendolo per sempre schiavo, relegandolo<br />

ad una vita terrena, priva di dignità, senza permettergli<br />

dunque di elevarsi in volo! Uno potrà dire che è<br />

come avere delle catene ai piedi, beh, non è così…perchè<br />

le catene, essendo anch’esse qualcosa di materiale,<br />

possono essere spezzate con la forza; mentre le ali, la<br />

nostra anima, essendo qualcosa di nostro, qualcosa di<br />

fondamentale, se ferite, possono recare danni irrecuperabili!<br />

tagliate le ali, difficilmente si può riprendere<br />

a volare… il merito di una società è quello di permettere<br />

all’essere umano di slanciarsi, di elevarsi, di sottolineare<br />

ed evidenziare i pregi, esprimendosi al meglio<br />

ed in completa sintonia con il resto della collettività,<br />

senza calpestare i piedi a nessuno, ma cooperando.<br />

Questa è la verà libertà…quella che si palpa, che si respira,<br />

che si vive!<br />

“Sentirsi liberi”, avendo la possibilità di fare ciò che si<br />

vuole, non vuol dire essere liberi; e lo stesso, “seguire<br />

una determinata strada” non vuol dire essere prigonieri!<br />

probabilmente è seguendo quella strada che poi<br />

si potrà raggiungere la libertà, intesa come massimo<br />

raggiungimento spirituale!<br />

Anche se i casi sono più rari, perchè l’uomo è per na-


tura più debole che forte, spesso lo Spirito vince sulla<br />

Materia, e quando questo accade lascia un’incisione<br />

indelebile! Perchè è qualcosa che va oltre il tatto e la<br />

vista…è qualcosa che tocca l’anima! Lo spirito di Randle<br />

senza dubbio ha vinto sulla materia spietata!<br />

Anche se sul lettino, dopo essere stato lobotomizzato,<br />

con lo sguardo nel vuoto ed inebedito, e la bocca spalancata,<br />

lo spirito dentro Randle non era assolutamente<br />

morto…era quello di prima, gioioso e vivace! avendogli<br />

strapazzato il cervello, oramai, non aveva più le<br />

forze nè la volontà per poter combattere e deridere il<br />

sistema, ma questo, il suo grosso amico indiano, Capo<br />

Bromden, lo sapeva…sapeva bene che se il suo caro<br />

amico avesse avuto solo una piccola dose in più di forze,<br />

sarebbe sceso da quel lettino…<br />

ze, sarebbe sceso da quel lettino…<br />

Proprio per questo motivo, prima di rompere la finestra<br />

e scappare, non potendo vedere il suo amico in<br />

queste condizioni, decise di aiutarlo com’era giusto<br />

che fosse, dando così la possibilità all’anima di Randle<br />

di scappare via insieme a lui dalla finestra…Per essere<br />

giudicati Pazzi, non c’è bisogno di esserlo davvero, ed<br />

anzi, forse, per quello che si vede in giro…penso sia<br />

un complimento! Quanti “malati”, ma sani di mente<br />

sono dentro e quanti “Sani”, ma malati di mente sono<br />

fuori…<br />

TENETEVI PURE STRETTA QUESTA BELLA SO-<br />

CIETA’… PERCHE’ NOI SCAPPIAMO VIA CON<br />

RANDLE…


Il Corsaro Nero incontra Genève Non<br />

Conforme<br />

di Matteo Caponetti<br />

Come promesso il nostro viaggio nel mondo del radicalismo<br />

politico è iniziato. Come da programma abbiamo<br />

valicato le alpi e siamo andati a curiosare nel<br />

paese geograficamente a noi più vicino e cioè la Svizzera.<br />

Qui abbiamo trovato la disponibilità di alcuni<br />

ragazzi del gruppo Genève Non Conforme che gentilmente<br />

e pazientemente hanno risposto alle nostre curiosità.<br />

Ve la proponiamo così senza tagli e nemmeno<br />

censure. Pronti.. tutti ai posti di partenza.. l’avventura<br />

è iniziata!<br />

1) Genève Non Conforme quando nasce e di cosa si occupa?<br />

Genève Non Conforme è nato nell’aprile del 2010 a<br />

Ginevra per informare gli svizzeri della situazione politica<br />

del loro paese e del mondo con un’altra visione<br />

rispetto a quella fornita dai media ufficiali. Vogliamo<br />

diffondere una cultura alternativa ed antagonista.<br />

2) Cosa vuol dire per voi essere non conformi?<br />

Non conformi vuol dire essere contro questo sistema<br />

liberale. A Ginevra, la sola alternativa che avevamo<br />

era la sinistra radicale. Questi movimenti però fanno<br />

il gioco del sistema, perchè loro sono a favore dell’immigrazione<br />

che procura profitti ai padroni, loro sono<br />

contro la religione che favorisce la decadanza, in sintesi<br />

loro sono come il sistema che pretendono di combattere.<br />

Noi invece abbiamo valori che vanno contro questo<br />

sistema e siamo l’unica alternativa oggi perchè rappresentiamo<br />

tutto ciò che questo sistema odia, noi siamo<br />

per la famglia, la patria e il lavoro.<br />

Per queste ragioni siamo non conformi a questo sistema<br />

perchè esso uccide lentamente il suo popolo e noi<br />

siamo fieri di non esserne complici.<br />

3) Parliamo di politica interna, com’è in generale fare<br />

politica in Svizzera?<br />

In Svizzera abbiamo la democrazia diretta, ogni svizzero<br />

che vuole presentare un progetto di legge lo può<br />

fare raccogliendo 100 000 firme a livelo nazionale e<br />

con 10 000 al livello cantonale. Ma in realità è impossibile<br />

fare qualcosa perchè per avere 100 000 firme bisogna<br />

disporre di molti soldi per fare una campagna<br />

che produca successi.<br />

L’unica cosa che possiamo fare al nostro livello è di<br />

creare una comunità e di aiutare il nostro popolo con<br />

i mezzi che abbiamo a nostra disposizione e cioè sostenere<br />

i progetti di legge che ci sembrano buoni, organizzare<br />

conferenze, manifestazioni ed informare i<br />

nostri compatrioti.<br />

4) Oltre a voi ci sono altri gruppi politici cosiddetti non<br />

conformi in Svizzera?<br />

Ci sono altri movimenti nella Svizzera tedesca ma non<br />

conosciamo bene la situazione di quella parte della<br />

Svizzera. In Ticino ad esempio sappiamo che ci sono<br />

ragazzi non conformi ma non sappiamo se esiste un<br />

vero movimento.<br />

Nella Svizzera tedesca però c’è un partito che possiamo<br />

qualificare come non conforme. Questo partito si<br />

chiama « PNOS ». E’ un partito nazionalista totalmente<br />

antagonista che ha una politica estera che è contro<br />

contro il sionismo e sostiene ad esempio l’Iran. In<br />

politica interna sono invece molto attenti al sociale e<br />

difendono i diritti sociali degli svizzeri.<br />

5) In queste ore lo stato sionista di Israele ha aggredito<br />

ancora una volta violentemente i palestinesi bombardando<br />

la striscia di Gaza e lasciando dietro di se una<br />

scia di morti e distruzione. Dopo “Piombo Fuso” e l’orrore<br />

che esso aveva provocato, ora i palestinesi stanno<br />

subendo ancora una volta un attacco militare che la comunità<br />

internazionale fa fatica a condannare e a fermare.<br />

Che idea vi siete fatti sull’argomento?<br />

Noi siamo al fianco del popolo palistenese per diverse<br />

ragioni. Il primo motivo è perchè loro difendono la<br />

loro terra, le loro tradizione e la loro religione come<br />

noi dovremmo fare qui in Europa.<br />

Il secondo motivo è perchè stanno combattendo contro<br />

uno stato illegittimo che ha una politica di sterminio<br />

nei loro confronti al fine di realizzare il sogno<br />

sionista della grande Israele.


Lobby e uccidono i popoli come lo fanno in medio<br />

oriente.<br />

Vogliamo poi ribadire che il popolo palestinese merita<br />

veramente il nostro rispetto, perchè è un popolo<br />

che lotta da 60 anni contro Israele e quindi di conse<br />

queza anche contro gli USA che sono i primi sostenitori<br />

dello stato sionista ma nonostante ciò questo popolo<br />

non ha mai abbandonato la propria terra, questo<br />

popolo ha sempre lottato e lotta ancora. Per questo è<br />

un esempio.<br />

6) Mentre a Gaza si muore per fuoco israeliano, in Siria<br />

continua l’opera dei terroristi che, sotto il nome di Esercito<br />

libero siriano e godendo dell’appoggio dei media<br />

e dell’occidente capitalista, vuole rovesciare il legittimo<br />

governo di Assad. Qual è la verità che viene raccontata<br />

in Svizzera su quanto accade in Siria?<br />

In Svizzera i media sono con l’opposizione siriana e<br />

contro Bashar al-Assad. Ci sono però molti gruppi di<br />

siriani in Svizzera che sostengono Assad, per cui pensiamo<br />

che la maggioranza dei siriani in Svizzera sono<br />

con il regime perchè tutti sanno che questo governo<br />

ha creato una stabilità tra i differenti gruppi religiosi<br />

ed etnici che esistono in Siria. Adesso tutti abbiamo<br />

visto che « i ribelli » non sono veramente ribelli del<br />

popolo, ma sono terroristi pagati dal Qatar e dai paesi<br />

occidentali per combattere il legittimo governo sovrano<br />

di Assad e per sterminare gli altri gruppi etnici. E’<br />

veramente ironico vedere i governi europei parlare di<br />

antirazzismo in Europa e allo stesso tempo creare ad<br />

arte un conflitto etnico in Siria.<br />

Crediamo che forse all’inizio del conflitto, la gente poteva<br />

forse simpatizzare con i ribelli, ora i fatti parlano<br />

chiaro e non ci sono più scuse, oggi stare con i ribelli<br />

significa essere un coglione o un sionista.<br />

In ogni caso, siamo con Bashar al-Assad e con tutte le<br />

nazioni sovrane che lottano per la propria autodeterminazione<br />

e contro l’imperialismo americano-sionista<br />

(e i loro amici Sauditi e del Qatar)<br />

7) Islanda, Ungheria, Serbia anche in Europa ultimamente<br />

ci sono Stati che si oppongono ai diktat della<br />

finanza internazionale. Sono questi esempi di un possibile<br />

riscatto dei popoli e delle nazioni europee o sono<br />

da considerarsi piccole fiamme destinate a spegnersi<br />

con il tempo?<br />

Sicuramente è una buona cosa e non crediamo che<br />

sia una fiamma che si spegnerà con il tempo. Crediamo<br />

invece che questi popoli hanno coscienza del vero<br />

volto dell’Unione Europa e il problema che le banche<br />

rappresentano. Siamo ottimisti per il futuro perchè<br />

crediamo nei popoli europei, non è possibile vedere<br />

l’Europa morire, abbiamo visto tante cose nel corso<br />

della nostra storia, abbiamo vissuto due guerre mondiale<br />

e molte altre catastrofi ma possiamo affermare<br />

che siamo ancora qui! Questo lo devono capire i nostri<br />

politici, potete controllare e giocare con il popolo<br />

ma ci sono dei limiti e questi limiti voi li state oltrepassando.<br />

8) Per voi il Kosovo è Serbia?<br />

Si per noi il Kosovo è Serbia, però non siamo nemmeno<br />

contro gli albanesi. Non dobbiamo dimenticare<br />

per chi alcuni di loro hanno combattuto durante la seconda<br />

guerra mondiale. E’ vero però che oggi gli americani<br />

vogliono smembrare uno stato sovrano come<br />

è la Serbia. Per questa ragione sosteniamo i serbi del<br />

Kosovo. Questo è un’ingiustizia che denunciamo.<br />

9) Essere identitari significa essere razzisti?<br />

Oggi lottare per l’identità è lottare contro il razzismo,<br />

perchè nel mondo ci sono varie culture che rappresentano<br />

la ricchezza dell’umanità. Per noi è veramente<br />

vitale dover preservare le diversità delle culture<br />

nel mondo e lottare contro il mondialismo che vuole<br />

invece mescolare e distruggere tutte le differenze a<br />

favore dell’unica cultura che per loro debba esistere<br />

e cioè il consumismo! Questo è il razzismo per noi !<br />

Noi lotteremo sempre per difendere il nostro popolo<br />

e difenderemo sempre anche gli altri popoli che lottano<br />

per la loro identità come ad esempio i Karen o i<br />

Palestinesi.<br />

Ringraziamo la disponibilità dei ragazzi di Genève Non<br />

Conforme per aver risposto alle nostre domande e ci<br />

auguriamo di poter avere presto l’occasione di incontrarli<br />

per confrontarci su molte altre tematiche.<br />

Merci et bonne chance.<br />

Noi ringraziamo voi per quest’intervista e speriamo di<br />

aver risposto in modo esaustivo alle vostre domande.<br />

Saluti da Ginevra e della Svizzera !


!<br />

La gerarchia non è un diritto è qualcosa che si costruisce<br />

con il tempo attraverso sacrifici, costanza,<br />

presenza, volontà e spirito d’appartenenza. Essere responsabili<br />

di una comunità vuol dire anche prendersi<br />

le responsabilità negli anni degli errori che si è fatti o<br />

accollarsi quelli dei propri fratelli. Essere responsabili<br />

significa amare la propria comunità e difendere il suo<br />

operato nel bene e soprattutto nel male perchè la tua<br />

comunità diventa parte di te, diventa la tua famiglia e<br />

non c’è poi niente di più importante al mondo. Essere<br />

responsabili di una comunità è saper essere umili,<br />

saper ascoltare, saper costruire, saper gioire con i tuoi<br />

camerati e saper affrontare le loro difficoltà perchè le<br />

loro sconfitte sono anche le tue, le loro vittorie sono<br />

anche le tue. Essere responsabili significa essere riconosciuti<br />

dai tuoi fratelli come chi deve mettere l’ultima<br />

parola e affrontare i nemici di dentro e di fuori<br />

con la fermezza e la forza che la comunità ti affidaEssere<br />

responsabili significa mettere alla prova la<br />

Noi con loro...<br />

voi con loro!<br />

Noi con loro! Noi con chi ha il coraggio di non abbandonare<br />

mai la propria patria, la propria terra, il<br />

proprio popolo! Voi con chi invece non ha vergogna<br />

di tradire, di rubare, di svenderci, di insultarci, di<br />

farci i conti in tasca, di spiare le nostre giornate, di<br />

proibirci di sognare e di guardare con fiducia al futuro!<br />

Contro di voi nessuna resa! Siamo tutti palesti-<br />

9 anni... tanti auguri <strong>Zenit</strong>!<br />

fedeltà di chi sta al tuo fianco. Essere responsabili significa<br />

non abbandonare mai per nessuna ragione al<br />

mondo la propria comunità a costo della vita. Essere<br />

responsabili è semplicemente donare anima e corpo<br />

all’idea, alle linee guida condivise con i tuoi fratelli<br />

ed essere sempre presente in ogni situazione, in ogni<br />

appuntamento, in ogni istante senza se e senza ma<br />

e conoscere fino in fondo i tuoi amici, i tuoi camerati<br />

perchè devi saper riconoscere quando qualcuno<br />

possa avere il bisogno di confrontarsi o di confidarsi<br />

o semplicemente sfogarsi solo così, anche se esso<br />

non sarà un guerriero, sai che nella lotta ideale o in<br />

uno scontro fisico non ti abbondonerà mai. <strong>Zenit</strong> è<br />

pronta a sfidare gli abissi e le viltà di questa società<br />

e lo continuerà a fare per molti anzi moltissimi anni<br />

ma sempre con il sorriso e lo sguardo limpido e puro<br />

perchè come noi non c’è nessuno!!<br />

Dedicato alla comunità militante <strong>Zenit</strong><br />

Lunga vita all’<strong>Associazione</strong> culturale <strong>Zenit</strong>!<br />

nesi, siamo tutti siriani, siamo tutti serbi, siamo tutti<br />

irlandesi, siamo tutti argentini, siamo tutti venezuelani,<br />

siamo tutti boliviani, siamo tutti ungheresi, siamo<br />

tutti iraniani, siamo tutti libanesi, siamo tutti nazionalisti<br />

e patrioti veri!<br />

ASSOCIAZIONE CULTURALE ZENIT

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