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KEN ZEN ICHINYO: IL KARATE E LO ZEN SONO ... - Anconakarate.it

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<strong>KEN</strong> <strong>ZEN</strong> <strong>ICHINYO</strong> : <strong>IL</strong> <strong>KARATE</strong> E <strong>LO</strong> <strong>ZEN</strong> <strong>SONO</strong> UNA COSA SOLA di ANTONIO SARTINI<br />

. 35<br />

Nel libro Shaolin-Mon, Tok<strong>it</strong>su, fa notare che troppo spesso gli adepti europei dello zen tendono ad<br />

affermare la supremazia dello stato mentale su quello fisico mentre nel Budo la tecnica e l’es<strong>it</strong>o<br />

dello scontro finale, che prevede la morte (in senso figurato nell’allenamento ma reale nel<br />

medioevo giapponese N.d.A.) di uno dei contendenti, sono decisivi. Il paradosso del Budo è che per<br />

vincere bisogna morire. Tutte le filosofie del Budo convergono verso quest’idea. Le tecniche sono<br />

allo stesso tempo l’espressione ed il mezzo per pervenirvi.<br />

Nel libro “L’arte del combattere” Tok<strong>it</strong>su spiega meglio questo paradosso. L’arte della spada dei<br />

samurai insegna che, per sopravvivere, bisogna morire. Il paradosso si trova nel fatto che non<br />

bisogna aggrapparsi alla v<strong>it</strong>a, bisogna sopprimere il desiderio di vivere. Nel combattimento di<br />

spada, la paura è quella di essere traf<strong>it</strong>ti, si ha quindi paura di morire. In realtà solo chi è<br />

determinato a morire potrà agire in modo adeguato, il che gli assicurerà la via della sopravvivenza.<br />

L’attaccamento alla v<strong>it</strong>a fa morire, e l’abbandono della v<strong>it</strong>a fa vivere.<br />

Inoltre Tok<strong>it</strong>su spiega che lui non è un seguace dello zen, ma si dichiara adepto del Budo. Studia il<br />

pensiero dello zen, al quale è interessato perché è fruttuoso ai fini della sua pratica del Budo. Non è<br />

d’accordo che per praticare Budo si debba obbligatoriamente passare per lo zen e lo zazen. Lui<br />

stesso pratica la med<strong>it</strong>azione tram<strong>it</strong>e altre posture perché la posizione di zazen non si adatta alle sue<br />

articolazioni. 36 La conferma di ciò si r<strong>it</strong>rova nelle lezioni di Shaolin-mon che prevedono sempre<br />

esercizi interni (quelli per lo sviluppo della forza interiore, tram<strong>it</strong>e canalizzazione del respiro e del<br />

ki) ed esterni (quelli che sviluppano le qual<strong>it</strong>à fisiche). Tra le metodologie “interne” Tok<strong>it</strong>su ha<br />

inser<strong>it</strong>o nel suo karate lo studio del Tai chi chuan e varie tecniche energetiche che utilizzano il Qigong.<br />

Interessanti inoltre sono altre tecniche interne adottate, come il Naikan-ho che consiste in una<br />

med<strong>it</strong>azione da distesi elaborata dal celebre monaco zen Hakuin(XVIII sec.), il r<strong>it</strong>su-zen<br />

(med<strong>it</strong>azione in piedi) ed il soshuten, una sorta d’esercizio per il ki (forza interiore) che ricorda<br />

molto lo zazen.<br />

Sempre Tok<strong>it</strong>su in un altro libro, Il Ki ed il senso del combattimento, tra i metodi classici per lo<br />

sviluppo del ki nel combattimento c<strong>it</strong>a la pratica dei Kata, mentre, tra i metodi energetici, il r<strong>it</strong>suzen,<br />

il rentan e lo zazen. Afferma che lo zazen mira a sviluppare l’essenziale del Budo senza<br />

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