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KEN ZEN ICHINYO: IL KARATE E LO ZEN SONO ... - Anconakarate.it

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<strong>KEN</strong> <strong>ZEN</strong> <strong>ICHINYO</strong> : <strong>IL</strong> <strong>KARATE</strong> E <strong>LO</strong> <strong>ZEN</strong> <strong>SONO</strong> UNA COSA SOLA di ANTONIO SARTINI<br />

un’ent<strong>it</strong>à non definibile, mentre misurare ed analizzare parametri fisiologici, come la respirazione e<br />

le reazioni cerebrali, è una possibil<strong>it</strong>à concreta e documentabile.<br />

Durante la med<strong>it</strong>azione in zazen, l’artista marziale si concentra sulla respirazione con<br />

un’espirazione lenta e misurata. Sedendo in seiza ( posizione inginocchiata con la schiena dir<strong>it</strong>ta,<br />

testa e spalle rilassate e braccia in una comoda posizione di riposo), lo studente può diventare più<br />

consapevole mentalmente del r<strong>it</strong>mo della respirazione e dell’espansione e contrazione della parte<br />

superiore del corpo per favorire il processo di ventilazione. Questo esercizio è spesso praticato<br />

all’inizio ed alla fine di una lezione come un momento di silenzio per calmarsi e prepararsi<br />

mentalmente per l’allenamento. L’esercizio di respirazione aiuta a raggiungere lo stato di calma.<br />

Tuttavia il motivo principale della pratica di zazen, specialmente nei principianti, è allenare il<br />

meccanismo di respirazione, prima consciamente e poi inconsciamente, cosicché durante le fasi di<br />

allenamento più energiche, saranno capaci di respirare regolarmente ed efficientemente senza dover<br />

dedicare troppa attenzione a questo processo.<br />

In condizioni normali, un essere umano respira circa 18 volte il minuto, ma se s’impegna in attiv<strong>it</strong>à<br />

che richiedono uno sforzo notevole il r<strong>it</strong>mo aumenta. I monaci che praticano zazen arrivano a<br />

respirare solo 4 o 5 volte il minuto. Controllando e regolando la respirazione addominale, si ottiene<br />

un controllo completo su se stessi, riuscendo a rimanere tranquilli anche di fronte alle emozioni.<br />

Infatti, le emozioni determinano una modificazione della respirazione, la tensione emotiva e l’ansia<br />

presentano una respirazione ar<strong>it</strong>mica ed irregolare . A volte, quando ci si accorge di<br />

quest’irregolar<strong>it</strong>à, la tensione emotiva aumenta; il che disturba ulteriormente la respirazione. Grazie<br />

alla padronanza della respirazione si riescono a controllare le emozioni.<br />

La mancanza d’autocontrollo fa sì che le persone, altrimenti capaci, sotto stress non siano in grado<br />

di fare quello che in condizioni normali sanno fare benissimo. La respirazione addominale, quindi,<br />

consente di mantenere l’imperturbabil<strong>it</strong>à anche di fronte a minacce impreviste ed alle complicazioni<br />

incogn<strong>it</strong>e, producendo stabil<strong>it</strong>à mentale e massimo impiego delle proprie energie.<br />

Il r<strong>it</strong>mo della respirazione può favorire la concentrazione mentale anche quando si cantano i sutra<br />

(che non sono preghiere ma testi che contengono gli insegnamenti del Buddha).<br />

Le ricerche mostrano che, anche nella med<strong>it</strong>azione in movimento (kinhin), è possibile mantenere il<br />

basso r<strong>it</strong>mo respiratorio.<br />

Cysarz e Büssing 51 , hanno evidenziato di recente un alto grado di sincronizzazione cardiorespiratoria<br />

in soggetti inesperti che praticavano med<strong>it</strong>azione zen. Il loro studio suggerisce che per<br />

ottenere i benefici fisiologici cardio-respiratori della med<strong>it</strong>azione, in particolare sia dello zazen sia<br />

del kinhin, non è necessaria una precedente esperienza nella med<strong>it</strong>azione.<br />

Queste conclusioni concordano con quella che è l’esperienza su i neof<strong>it</strong>i delle arti marziali che<br />

inizialmente sono introdotti allo zazen soprattutto per il controllo della respirazione.<br />

Per quanto riguarda l’aspetto mentale, nelle arti marziali ed in particolare nel Karate, allo zazen<br />

sono attribu<strong>it</strong>i vari benefici connessi con aspetti quali il già c<strong>it</strong>ato “Ki” (energia v<strong>it</strong>ale), il chinkuchi<br />

(capac<strong>it</strong>à di focalizzare l’energia), il “mushin”(la non-mente), lo “zanshin”(lo spir<strong>it</strong>o vigile), il<br />

“Sakki”(la capac<strong>it</strong>à intu<strong>it</strong>iva), ecc.<br />

Purtroppo dal punto di vista scientifico questi termini non hanno valid<strong>it</strong>à, tuttavia dalle ricerche è<br />

possibile risalire alle caratteristiche fisiologiche che in qualche modo possono richiamare i concetti<br />

appena accennati.<br />

Akira Kasamatsu e Tomio Hirai 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 , psicofisiologi dell’univers<strong>it</strong>à di Tokio,<br />

hanno dimostrato che la med<strong>it</strong>azione zazen permette ad un essere umano di porsi volontariamente<br />

nello stato mentale che corrisponde all’emissione d’onde alfa.<br />

In cosa consistono queste onde alfa? Tram<strong>it</strong>e l’elettroencefalogramma (EEG) si possono studiare le<br />

correnti elettriche generate dal cervello durante la sua attiv<strong>it</strong>à. La variazione dei potenziali elettrici<br />

del cervello è trasformata in onde riprodotte su un tracciato grafico o su di un segnale sul mon<strong>it</strong>or.<br />

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