EROTÒKRITOS - Comunità Greco Orientale di Trieste
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Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia<br />
AMBASCIATA DELLA REPUBBLICA<br />
DI CIPRO IN ITALIA<br />
Assessorato alle Attività Culturali<br />
A cura <strong>di</strong><br />
Con il patrocinio<br />
Con il sostegno<br />
comune <strong>di</strong> trieste<br />
assessorato alla cultura<br />
AMBASCIATA DI GRECIA IN ITALIA<br />
Manifestazione promossa in occasione dei cinquanta anni dall’in<strong>di</strong>pendenza della<br />
Repubblica <strong>di</strong> Cipro (1960-2010).<br />
L’iniziativa si svolge all’interno della campagna nazionale per la promozione<br />
del libro e la lettura del CENTRO NAZIONALE PER IL LIBRO E LA LETTURA,<br />
Ministero dei Beni Culturali, “Ottobre piovono libri 2010”<br />
«È la migliore rappresentazione dell’Erotòkritos a cui abbia mai assistito, con un giusto<br />
equilibrio tra l’elemento simbolico e quello realistico, scene e costumi semplici (che danno<br />
priorità al testo recitato), corretta recitazione e <strong>di</strong>zione dei versi (solitamente tallone<br />
d’Achille delle rappresentazioni <strong>di</strong> letteratura cretese realizzate da altri), appropriata<br />
valorizzazione dell’elemento teatrale, efficaci intuizioni quale l’introduzione del coro che<br />
col suo movimento partecipa all’azione, musica bella e commovente nei momenti giusti. In<br />
alcuni momenti mi è piaciuto anche l’accento cipriota».<br />
Stylianos Alexiou, Professore emerito<br />
dell’Università <strong>di</strong> Creta, Iraklio, 28/08/2005<br />
«Ogni approccio degli studenti dell’Università <strong>di</strong> Cipro ai testi classici costituisce una vera<br />
e propria proposta pedagogica. Dopo la Cronaca <strong>di</strong> Macheràs, il poeta, stu<strong>di</strong>oso e<br />
professore universiario Michalis Pierìs ha portato ad Atene la rappresentazione teatrale<br />
dell’Erotòkritos. L’intento educativo nei confronti dei giovani, ma anche la creazione <strong>di</strong> una<br />
nuova proposta <strong>di</strong> adattamento teatrale <strong>di</strong> questa opera innovativa e voluminosa sono stati i<br />
principali elementi ispiratori <strong>di</strong> questo progetto. Il risultato è un adattamento, che in futuro<br />
può certamente essere proposto anche a compagnie teatrali professioniste, in cui il<br />
materiale epico è ridotto per dare vita a una nuova forma che poggia maggiormente<br />
sull’elemento lirico-amoroso e, solo in maniera complementare, sulle teatralmente<br />
complesse e naturalistiche scene <strong>di</strong> battaglia. […] La rappresentazione è organizzata quasi<br />
come un’opera epica, in cui la lingua e lo stile <strong>di</strong> Kornaros legano in maniera armonica. La<br />
decisione <strong>di</strong> affidare il ruolo <strong>di</strong> Aretousa a tre attrici e quello <strong>di</strong> Erotòkritos a due attori<br />
conferisce alla rappresentazione movimento drammatico e densità ritmica».<br />
Giannis Varveris, «I Kathimerinì»,<br />
Atene 6/11/2005.<br />
LABORATORIO TEATRALE DELL'UNIVERSITÀ DI CIPRO<br />
<strong>EROTÒKRITOS</strong><br />
Poema <strong>di</strong> Vincenzo Kornaros (XVII secolo)<br />
Adattamento scenico <strong>di</strong><br />
MICHALIS PIERIS<br />
Musiche <strong>di</strong><br />
CHRISTOS PITTAS<br />
e ANTONIS XILOURIS-PSARANTONIS<br />
VENEZIA: 29-10-2010 ore 18.30<br />
Università Ca' Foscari - Au<strong>di</strong>torium Santa Margherita,<br />
Dorsoduro 3246 - 30123 Venezia (tel. 0412348111).<br />
TRIESTE: 31-10-2010 ore 19.30<br />
Au<strong>di</strong>torium Μuseo Revoltella, Via Diaz 27 - 34123 <strong>Trieste</strong> (tel. 040 6754350).<br />
ROMA: 02-11-2010 ore 21.00<br />
“Teatro Vascello”, Via Giacinto Carini 72/78 - 00152 Roma (tel. 06 5881021).<br />
<strong>EROTÒKRITOS</strong><br />
<strong>di</strong> Vincenzo Kornaros<br />
La più recente produzione del THEPAK, che ha ottenuto un grande successo non solo a<br />
Creta, ma anche a Cipro, in Grecia (Atene, Ioannina, Volos), in Germania (Münster,<br />
Amburgo, Monaco), in Inghilterra (Londra), in Francia (Strasburgo), in Olanda<br />
(Amsterdam) e in Sicilia (Palermo), è il frutto <strong>di</strong> 10 anni <strong>di</strong> ricerca teatrale e <strong>di</strong> esplorazione<br />
delle opere del Me<strong>di</strong>oevo e del Rinascimento greci, aventi come comune denominatore la<br />
lingua i<strong>di</strong>omatica dell’ellenismo periferico.<br />
Continuando la sua ricerca sul dramma rinascimentale greco, il Laboratorio Teatrale<br />
dell’Università <strong>di</strong> Cipro (THEPAK) presenta una rappresentazione dell’Erotòkritos <strong>di</strong><br />
Vincenzo Kornaros doppiamente innovativa. Questa nuova rappresentazione del capolavoro<br />
<strong>di</strong> Kornaros è il risultato <strong>di</strong> una estesa rivisitazione sperimentale del noto e apprezzato<br />
allestimento dell’Erotòkritos, che fu messo in scena per la prima volta 5 anni fa e che è stato<br />
presentato a livello internazionale. È, inoltre, il risultato <strong>di</strong> un’approfon<strong>di</strong>ta ricerca condotta<br />
sulle fonti rinascimentali dell’opera <strong>di</strong> Kornaros. Lo spettacolo, presentato una volta sola a<br />
Cipro, è stato preparato con molto entusiasmo e cura in occasione della tournée del<br />
THEPAK in Italia (29 ottobre a Venezia, 31 ottobre a <strong>Trieste</strong>, 2 novembre a Roma).<br />
Per la prima volta, la più importante opera letteraria del Rinascimento Cretese sarà<br />
rappresentata oltre che in lingua greca, anche in italiano – la lingua degli antenati <strong>di</strong><br />
Kornaros e <strong>di</strong> molte opere della letteratura rinascimentale occidentale che hanno ispirato il<br />
capolavoro della letteratura greca (la versione <strong>di</strong> Orvietano <strong>di</strong> Paris et Vienne, la Divina<br />
Comme<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dante, l’Orlando Furioso dell’Ariosto, l’Orlando Innamorato del Boiardo, la<br />
Gerusalemme Liberata <strong>di</strong> Torquato Tasso, per citarne alcune).<br />
La decisione <strong>di</strong> presentare alcune parti corali e scene centrali dello spettacolo in italiano non<br />
è motivata solo dalla necessità <strong>di</strong> rendere l’opera fruibile ad un pubblico non grecofono, ma<br />
ancor più costituisce una sorta <strong>di</strong> tributo alla ta<strong>di</strong>zione letteraria occidentale che ha ispirato<br />
la notevole fioritura letteraria nella Creta del XVI e XVII secolo, che a sua volta si è rivelata<br />
<strong>di</strong> fondamentale importanza per il successivo sviluppo della letteratura neogreca.<br />
Allo stesso tempo la rappresentazione “greco-italiana” dell’Erotòkritos, che comprende in sé<br />
elementi della ricezione popolare cipriota dell’opera, cerca <strong>di</strong> mettere in luce le profonde<br />
ra<strong>di</strong>ci e le centenarie influenze europee della cultura <strong>di</strong> Cipro. La tournée italiana del<br />
THEPAK rientra nell’ambito del Cinquantesimo anniversario della Repubblica <strong>di</strong> Cipro.<br />
Testi in italiano: Gaia Zaccagni – Scene: Christos Lysiotis<br />
Costumi: Marina Kleanthous, Christos Lysiotis – Luci: Karolina Spyrou<br />
Direttore <strong>di</strong> produzione, aiuto regista: Stamatia Laoumtzì<br />
Direttore del coro: Nikolas Papageorgiou – Dizione in lingua italiana: Gaia Zaccagni<br />
Voce narrante in italiano: Dafne Lianaki – Suono: Stamatia Laoumtzì<br />
Assistenza tecnica: Arghyris Chatzinikolaou
Due parole sull’Erotòkritos <strong>di</strong> Kornaros<br />
Michalis Pierìs<br />
L’Erotòkritos è l’opera più importante del Rinascimento Cretese, ma è anche uno<br />
dei capolavori della letteratura rinascimentale europea. Scritto in perfetti decapentasillabi in<br />
rima, si <strong>di</strong>stingue per l’elevata qualità poetica, mai superata dalla successiva poesia greca.<br />
La trama dell’opera è semplice e segue i modelli occidentali dell’epoca.<br />
Il re <strong>di</strong> Atene Eracle e sua moglie Artemide, da molti anni senza figli, danno al<br />
mondo una bella figlia, Aretusa, della quale s’innamora Erotòkritos, figlio <strong>di</strong> un servo del<br />
palazzo e, <strong>di</strong> conseguenza, <strong>di</strong> classe sociale inferiore. La sceneggiatura dell’opera consiste<br />
nell’evoluzione <strong>di</strong> questo amore “<strong>di</strong>s<strong>di</strong>cevole” per le convenzioni sociali dell’epoca.<br />
Erotòkritos, dopo essersi travestito, inizia a cantare il suo amore sotto le finestre del Palazzo.<br />
Aretusa rimane affascinata e a poco a poco s’innamora del cantore sconosciuto. Il Re fallisce<br />
nel suo tentativo <strong>di</strong> catturarlo con lo scopo <strong>di</strong> venire a sapere la sua identità e Aretusa, dopo<br />
una visita in casa <strong>di</strong> Erotòkritos, mentre lui era all’estero, scopre per caso che il cantore<br />
sconosciuto è Erotòkritos.<br />
Nel frattempo, il re Eracle organizza un torneo (giostra), e invita a partecipare tutti i principi<br />
dell’epoca, fra cui Pistoforos, figlio del re <strong>di</strong> Bisanzio, che egli desidera come genero.<br />
Al torneo partecipa anche Erotòkritos, che risulta vincitore e viene incoronato da<br />
Aretusa. I due innamorati iniziano a frequentarsi <strong>di</strong> nascosto, fino a che Aretusa chiede ad<br />
Erotòkritos <strong>di</strong> mandare suo padre Pesostratos a chiederla in sposa. Il re va su tutte le furie,<br />
caccia via dal palazzo Pesostratos e condanna Erotòkritos all’esilio. Allo stesso tempo, cerca<br />
<strong>di</strong> combinare al più presto il matrimonio con il Re <strong>di</strong> Bisanzio, ma Aretusa si rifiuta <strong>di</strong><br />
accettare le nozze ed il Re la imprigiona, dopo averla torturata crudelmente.<br />
Mentre Erotòkritos è in esilio e Aretusa in prigione, scoppia una guerra fra il Re<br />
della Valacchia Vla<strong>di</strong>stratos, che invade Atene, conquistando città e paesi del regno <strong>di</strong><br />
Eracle. Questi, durante una battaglia, viene salvato da un misterioso cavaliere nero, <strong>di</strong> nome<br />
Kriti<strong>di</strong>s, che altri non è che Erotòkritos esiliato. Questo stesso cavaliere misterioso accetterà<br />
<strong>di</strong> battersi a duello con il migliore guerriero dei Valacchi, Aristos, in seguito ad un accordo<br />
intercorso fra i due re, per proclamare un vincitore non sul campo <strong>di</strong> battaglia, dove sono<br />
morti molti giovani, ma in un duello fra i due migliori guerrieri dei due eserciti. Erotòkritos-<br />
Kriti<strong>di</strong>s vince e uccide Aristos, ma egli stesso è ferito mortalmente. Il Re Eracle gli promette<br />
<strong>di</strong> renderlo suo figlio ed erede e lo fa portare a palazzo, dove viene alloggiato nella camera<br />
<strong>di</strong> Aretusa per essere curato.<br />
Una volta guarito, il cavaliere nero chiede la mano <strong>di</strong> Aretusa. Il re Eracle gli consente <strong>di</strong><br />
andarla a trovare in prigione, per convincerla a sposarlo ed Erotòkritos si reca alla prigione<br />
sotto le sembianze <strong>di</strong> cavaliere nero. Là mette a dura prova l’amore <strong>di</strong> Aretusa, <strong>di</strong>cendole<br />
che Erotòkritos è morto fra le sue braccia e che l’anello che le porta in dono è l’anello <strong>di</strong><br />
Erotòkritos. Aretusa riconosce l’anello del loro fidanzamento segreto e perde i sensi. Dopo<br />
uno struggente lamento funebre, Erotòkritos compare <strong>di</strong> nuovo. Avviene il riconoscimento<br />
fra i due ed Erotòkritos spiega ad Aretusa che una maga gli ha regalato una pozione magica,<br />
per far in modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare nero quando volesse. Su esortazione <strong>di</strong> Aretusa, Erotòkritos<br />
assume <strong>di</strong> nuovo le sembianze <strong>di</strong> cavaliere nero e insieme si recano a palazzo, dove Aretusa<br />
comunica al padre <strong>di</strong> accettarlo come suo sposo e come re del suo paese. L’opera finisce con<br />
la festa delle nozze e con l’incoronazione <strong>di</strong> Erotòkritos sotto le sue vere sembianze.<br />
*<br />
In quest’opera Kornaros, fra le altre cose, co<strong>di</strong>fica, da un punto <strong>di</strong> vista artistico e letterario,<br />
la sua visione del mondo, nel solco delle due principali correnti ideologiche dell’epoca:<br />
quella che rimane legata a Bisanzio (e considera Costantinopoli come il centro ideologico e<br />
politico in<strong>di</strong>scusso dell’ellenismo), e quella che si rivolge ad Occidente (ed ha sostituito<br />
l’immagine della Polis con quella <strong>di</strong> Venezia). Kornaros non sembra essersi semplicemente<br />
allontanato dall’idea <strong>di</strong> una ricostituzione dell’Impero Bizantino, ma all’interno della sua<br />
visione complessiva del mondo, che emerge dalla sua opera, mantiene un atteggiamento<br />
ironico nei confronti <strong>di</strong> Bisanzio (se giu<strong>di</strong>chiamo in base a come affronta il personaggio <strong>di</strong><br />
Pistoforos, che risulta perdente sia al torneo che nelle nozze).<br />
D’altra parte, bisogna sottolineare che l’intera opera non deve leggersi come<br />
“allegoria storica”, pur senza <strong>di</strong>menticare che una cosa simile non risultava strana per il<br />
modello dell’Erotòkritos, il romanzo francese Paris et Vienne, nel quale gli stu<strong>di</strong>osi leggono<br />
delle <strong>di</strong>chiarazioni politiche: la vittoria <strong>di</strong> Paris implica la sottomissione dell’in<strong>di</strong>pendente<br />
Dauphine, da cui proviene Vienne, allo stato della Francia con capitale Parigi.<br />
E’ evidente il particolare ribaltamento che Kornaros tenta <strong>di</strong> operare nei confronti<br />
dell’allegoria politica che sta alla base del modello. Lì, l’unione fra Paris e Vienne<br />
simboleggia l’inglobamento nella Francia del piccolo stato del Dauphine. Nell’Erotòkritos,<br />
il rifiuto della principessa <strong>di</strong> Atene <strong>di</strong> sposare il Principe <strong>di</strong> Bisanzio mostra l’intenzione <strong>di</strong><br />
Kornaros <strong>di</strong> affrancare l’ideologia in<strong>di</strong>pendentista del nuovo ellenismo, privo <strong>di</strong> un tetto<br />
politico, dalla fantasia storicamente infondata <strong>di</strong> una ricostituzione dell’Impero Bizantino,<br />
all’interno del quale assicurare il proprio futuro.<br />
Dopo il definitivo crollo dell’Impero Bizantino, ma anche dopo la per<strong>di</strong>ta dei<br />
principali posse<strong>di</strong>menti veneziani nell’area geografica <strong>di</strong> quello che un tempo era il potente<br />
Impero Romano d’Oriente e, più in particolare, <strong>di</strong> Cipro, il poeta veneto-cretese coglie i<br />
messaggi del suo tempo e dei greci lontani da Creta: è impaziente <strong>di</strong> ritrovare una nuova<br />
unità e una nuova identità, in cui il nuovo ellenismo possa (o sia costretto a) riconoscersi.<br />
Cerca così <strong>di</strong> creare, secondo il modello dantesco, una nuova lingua letteraria e una nuova<br />
ideologia, avvalorata dalla letteratura, che goda <strong>di</strong> un più ampio consenso.<br />
Sente, in poche parole, <strong>di</strong> non poter circoscrivere l’orizzonte delle sue ambizioni agli angusti<br />
confini della sua isola (Creta) e cerca una nuova via d’uscita che gli fa intendere che sono<br />
maturi i tempi per la creazione <strong>di</strong> una nuova lingua panellenica, <strong>di</strong> una nuova<br />
consapevolezza e, naturalmente, <strong>di</strong> una nuova entità politica, libera dai legami con il passato.<br />
Il modello <strong>di</strong> Dante è evidente: così come il poeta italiano decide che è venuto il<br />
momento che il <strong>di</strong>aletto toscano si elevi a nuova lingua italiana, che <strong>di</strong>venti, cioè, lo<br />
strumento <strong>di</strong> una nuova epoca che supererà il fantasma del latino e l’ormai irrealizzabile<br />
miraggio dell’Impero Romano, allo stesso modo Kornaros sente che il <strong>di</strong>aletto greco più<br />
evoluto sia dal punto <strong>di</strong> vista linguistico che letterario, ossia il <strong>di</strong>aletto cretese, potrebbe<br />
elevarsi e <strong>di</strong>ventare la nuova lingua greca e lo strumento <strong>di</strong> una nuova entità politica<br />
dell’ellenismo. Di una nuova entità politica, il futuro della quale non si trovava né in<br />
un’artificiale lingua arcaizzante, come quella che due secoli dopo imporranno i Fanarioti nel<br />
nuovo stato greco, né nell’inattuabile progetto della “Grande Idea”, ossia in una <strong>di</strong>pendenza<br />
ideologica dalla possibilità <strong>di</strong> ricostituzione dell’Impero Bizantino.<br />
Qui si trova anche la ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong>fferenza fra il rinascimentale veneziano-cretese Kornaros ed<br />
il me<strong>di</strong>evale cipriota Leonzio Macheràs. Lo scrittore cipriota rimane un letterato con una<br />
coscienza strettamente bizantina. Kornaros, due secoli dopo, girerà le spalle<br />
provocatoriamente all’ormai definitivamente tramontato Bisanzio e mostrerà in<strong>di</strong>rettamente<br />
al nuovo ellenismo una via d’uscita analoga a quella che i popoli dell’Occidente cercavano<br />
nel periodo <strong>di</strong> passaggio fra il Me<strong>di</strong>oevo ed il Rinascimento.