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Scarica la presentazione in pdf - Giannoni, Marco

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marco giannoni<br />

(san)Seb.


marco giannoni<br />

(san)Seb.<br />

© 2011 <strong>Marco</strong> <strong>Giannoni</strong>.<br />

All rights reserved.<br />

Prima esecuzione assoluta: 21 maggio 2011 - Padova, Giard<strong>in</strong>i di Pa<strong>la</strong>zzo Savonaro<strong>la</strong><br />

su commissione del:<br />

nell’ambito del festival<br />

prodotto da:<br />

Foto di copert<strong>in</strong>a: © 2008 Roberto Andreani<br />

Foto <strong>in</strong>terne: © 2011 <strong>Marco</strong> Monari<br />

SABSPACE<br />

Contenitore di arte contemporanea<br />

- Padova<br />

Comune di Padova<br />

ICARUS<br />

Laboratorio musicale


Ancora sul corpo.<br />

Introduzione<br />

Dopo il suo impiego negli album “Materie” (2005) e “Corpus” (2008) e l’utilizzo live<br />

<strong>in</strong> apertura dello spettacolo di danza contemporanea “Corpo a Corpo” (2009), il<br />

compositore <strong>Marco</strong> <strong>Giannoni</strong> torna ad utilizzare il corpo <strong>in</strong> una performance<br />

commissionata dal Sab Space di Padova.<br />

(san)Seb. diviene così l’ultimo atto di una trilogia ideale che vede il corpo - sonoro<br />

e/o sonorizzato - al centro del<strong>la</strong> riflessione del compositore.<br />

Se il suo impiego negli album citati era per<br />

così dire puro, non prevedendo essi altri<br />

suoni se non quelli prodotti dal corpo, <strong>in</strong><br />

(san)Seb. giunge per <strong>Marco</strong> <strong>Giannoni</strong> il<br />

momento di contam<strong>in</strong>arlo, affiancarlo ad uno<br />

strumento musicale canonico - il pianoforte -<br />

ad una voce di soprano e ad una traccia<br />

realizzata <strong>in</strong> base ai procedimenti del<strong>la</strong><br />

musica concreta.<br />

E’ il momento che il corpo si misuri con<br />

l’altro, dialoghi, <strong>in</strong>teragisca, combatta,<br />

resista o ceda.<br />

E’ probabilmente l’atto f<strong>in</strong>ale, quello che<br />

conferisce forse al corpo <strong>la</strong> dignità di<br />

strumento musicale, il più antico e il più<br />

moderno.<br />

marco giannoni<br />

(san)Seb.<br />

L’opera<br />

Lo spettacolo si manifesta come atto scenico, sviluppato per sovrapposizione di<br />

elementi: uno strato di musica concreta assemb<strong>la</strong>to come un col<strong>la</strong>ge dei suoni che<br />

quotidianamente ci colpiscono, ci <strong>in</strong>vadono, ci violentano o redimono.


E’ un tessuto audio realizzato cucendo assieme, accostando, sovrapponendo,<br />

manipo<strong>la</strong>ndo i sonori orig<strong>in</strong>ali di fatti terribili e straord<strong>in</strong>ari del<strong>la</strong> storia mondiale,<br />

cercati e trovati negli archivi e nel<strong>la</strong> memoria collettiva.<br />

Su tale tessuto trovano<br />

spazio proc<strong>la</strong>mi politici,<br />

stralci di c<strong>in</strong>egiornale,<br />

t e s t i m o n i a n z e ,<br />

<strong>in</strong>terviste, discorsi, <strong>in</strong><br />

un accumulo evocativo<br />

ed <strong>in</strong>tenso, una sorta di<br />

moderno quodlibet<br />

dagli esiti ora tragici<br />

ora grotteschi.<br />

Sopra ad esso va ad <strong>in</strong>nestarsi <strong>la</strong> musica eseguita dal vivo da un pianoforte e da<br />

una voce di soprano, una suite di idee musicali al<strong>la</strong> quale il compositore affida il<br />

proprio commento sul<strong>la</strong> vicenda di (san) Sebastiano, assunta come archetipo del<br />

rapporto tra l’<strong>in</strong>dividuo e il mondo, tra <strong>la</strong> soggettività e l’altro-da-sé.<br />

Completano l’affresco i suoni<br />

ottenuti dal vivo da <strong>Marco</strong><br />

<strong>Giannoni</strong> sul corpo di una<br />

performer, <strong>in</strong>terventi condizionati e<br />

collegati all’esecuzione delle parti<br />

pianistiche e vocali tanto quanto allo<br />

sviluppo delle registrazioni di musica<br />

concreta.<br />

In scena il doppio (san) Sebastiano:<br />

un suo primo corpo è al centro dello<br />

spazio, costretto, obbligato al<br />

martirio e trafitto da microfoni come<br />

da moderni dardi tecnologici; viene percorso dalle mani del compositore che<br />

sfregandolo, colpendolo, carezzandolo, ne sprigiona suoni, ne carpisce <strong>la</strong>


visceralità, le <strong>in</strong>time voci delle carni, e lo espone ferocemente al mondo, questo<br />

nostro anacronistico mondo mai sazio di reliquie.<br />

Sul <strong>la</strong>to destro del<strong>la</strong> scena, specu<strong>la</strong>rmente al pianoforte, trova posto l’altro corpo di<br />

Sebastiano: il corpo estroflesso, l’<strong>in</strong>vocante suicida disponibile al martirio; è <strong>in</strong><br />

piedi, le mani protese <strong>in</strong> avanti e, dai polsi, le vene si dipartono a ventaglio,<br />

raggiungendo verticalmente ogni angolo del<strong>la</strong> scena: è l’offertorium, il legame<br />

volontario con il mondo e con l’alter, <strong>la</strong>cerante e necessario.<br />

Questo Sebastiano è però ben lungi dall’essere una figura passiva, <strong>in</strong>erte e<br />

remissiva; <strong>la</strong> sua voce (il personaggio è <strong>in</strong>terpretato da una soprano) si staglierà a<br />

tratti durante lo spettacolo, si ergerà a contrappuntare non solo musicalmente <strong>la</strong><br />

vicenda che è <strong>in</strong> scena.<br />

Un unico simbolo scisso <strong>in</strong> due corpi dialoganti, contrapposti e contraddittori, come<br />

spesso accade <strong>in</strong> ciascuno.<br />

Così, <strong>in</strong> quel<strong>la</strong> che può apparire come l’ennesima <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e <strong>in</strong>tellettuale<br />

sull’<strong>in</strong>comunicabilità e <strong>la</strong> violenza dei rapporti umani, Sebastiano - come nel<br />

fenomeno dei suoni armonici - dovrà prendere coscienza delle proprie unità<br />

formanti, delle proprie parziali armoniche, prima di re<strong>la</strong>zionarsi con l’alter,<br />

tracciando le strutture di una partitura umana <strong>in</strong> cui si riflette il macro-cosmo del<strong>la</strong><br />

musica. █


<strong>Marco</strong> <strong>Giannoni</strong> (n.1977) compositore e<br />

polistrumentista.<br />

Compie i propri studi musicali presso il Conservatorio<br />

“Alfredo Casel<strong>la</strong>” de L’Aqui<strong>la</strong>. Successivamente<br />

frequenta i sem<strong>in</strong>ari sull’<strong>in</strong>terfaccia uomo-macch<strong>in</strong>a<br />

presso l’IRCAM di Parigi.<br />

E’ docente di chitarra c<strong>la</strong>ssica, teoria musicale e<br />

solfeggio, musica applicata presso diversi istituti del<br />

centro Italia.<br />

Ha all’attivo numerosi brani per gli ensemble più diversi, musica vocale e strumentale,<br />

musica concreta ed elettronica, musica per immag<strong>in</strong>i, colonne sonore, musiche di scena<br />

per <strong>la</strong> danza ed il teatro, performances.<br />

I suoi <strong>la</strong>vori discografici sono prodotti da Icarus music <strong>la</strong>b e pubblicati dal<strong>la</strong> Idyllium di<br />

Mi<strong>la</strong>no e <strong>la</strong> Sifare edizioni musicali di Roma. Le sue composizioni sono date alle stampe<br />

dal<strong>la</strong> Glissato edizioni musicali.<br />

E’ membro del<strong>la</strong> SIMC - Società Italiana Musica Contemporanea.<br />

w w w . ma rcogiannoni.com

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