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l'elenco complessivo delle opere in mostra - Comune di Pieve di ...

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Siglato con le <strong>in</strong>iziali dell’artista sul sasso <strong>in</strong> basso a s<strong>in</strong>istra, il <strong>di</strong>p<strong>in</strong>to è stato acquisito<br />

dalla Fondazione bancaria nel 2001. Sono noti alcuni stu<strong>di</strong> preparatori, uno dei quali<br />

datato 1775. Si tratta <strong>di</strong> un’opera della piena maturità dell’artista. La felice <strong>in</strong>venzione, che<br />

riflette un pensiero affettuoso <strong>di</strong> Ludovico Carracci, è stata trascritta da Francesco<br />

Rosap<strong>in</strong>a <strong>in</strong> una nota <strong>in</strong>cisione.<br />

2. Giovan Francesco Barbieri detto il Guerc<strong>in</strong>o (Cento 1591 – Bologna 1666)<br />

Sibilla<br />

Olio su tela, cm 69 x 79<br />

Cento, Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> Cento<br />

Opera giovanile, databile al 1620 circa, è stata identificata con la tela appartenuta al<br />

card<strong>in</strong>ale genovese Jacopo Serra, legato pontificio a Ferrara dal 1615 al 1623 e affezionato<br />

committente-protettore <strong>di</strong> Guerc<strong>in</strong>o negli anni che precedono la partenza dell’artista per<br />

Roma, dove fu chiamato dal papa bolognese Gregorio XV Ludovisi subito dopo l’elezione,<br />

nel 1621. Caratterizzano lo stile degli anni giovanili il lum<strong>in</strong>ismo a macchia, la densità<br />

corposa dei colori frutto dell’<strong>in</strong>contro con la tra<strong>di</strong>zione veneziana e il naturalismo <strong>delle</strong><br />

ombre.<br />

3. Ubaldo Gandolfi (San Matteo della Decima 1728 – Ravenna 1781)<br />

Annunciazione<br />

Olio su tela, cm 303 x 191<br />

Iscrizioni: sulla base dell’<strong>in</strong>g<strong>in</strong>occhiatoio “U. G. 1777”<br />

Cento, P<strong>in</strong>acoteca Civica<br />

Siglato dall’artista con le <strong>in</strong>iziali accompagnate dalla data 1777, il <strong>di</strong>p<strong>in</strong>to fu<br />

commissionato dalla Confraternita <strong>di</strong> Santa Maria dell’Ospedale <strong>di</strong> Cento nel novembre<br />

1776 al noto pittore bolognese che si impegnò a concluderlo nel giugno dell’anno<br />

successivo. La consegna avvenne qualche mese dopo, nell’ottobre. È tra le più nobili<br />

<strong>in</strong>venzioni dell’artista, e trova l’apice qualitativo nel volo lieve dell’angelo e nel gesto timido<br />

della Verg<strong>in</strong>e, con il capo ch<strong>in</strong>ato nell’ombra. L’effetto poetico <strong>di</strong>scende dal sapiente<br />

controllo della luce che attraversa le nubi e si <strong>di</strong>stribuisce <strong>in</strong> un gioco <strong>di</strong> riflessi.<br />

4. Denys Calvaert (Anversa 1540 ca – Bologna 1619)<br />

Adorazione dei pastori<br />

Olio su tela, cm 118 x 98<br />

Cento, P<strong>in</strong>acoteca Civica<br />

Pervenuto alla P<strong>in</strong>acoteca nel 1842 con attribuzione al pittore anversese presto giunto <strong>in</strong><br />

Italia e stanziatosi a Bologna, il <strong>di</strong>p<strong>in</strong>to bene esemplifica il raff<strong>in</strong>ato manierismo nordeuropeo<br />

nella stu<strong>di</strong>ata <strong>di</strong>sposizione <strong>delle</strong> figure, nella cura dei dettagli, nella composizione<br />

simmetrica e nell’abile <strong>di</strong>stribuzione <strong>delle</strong> luci. È stata riferito alla piena maturità del<br />

pittore, verso il 1600.<br />

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