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Il pretirocinio d'integrazione nel Canton Ticino: un ... - gianni-moresi.ch

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<strong>Il</strong> <strong>pretirocinio</strong> d’integrazione <strong>nel</strong> <strong>Canton</strong> <strong>Ticino</strong>: <strong>un</strong>’esperienza costruttiva<br />

Non avremmo mai accolto e accompagnato alla partenza 44 giovani kosovari tra<br />

i 15 e i 18 anni, né avremmo potuto collaborare all’organizzazione dei corsi di<br />

formazione alla partenza rivolti ai loro genitori. Non saremmo riusciti a gestire<br />

l’accoglienza separata dei minori non accompagnati, né avremmo realizzato l’intervento<br />

coordinato, sistematico da ormai quattro anni, di ben sei specialisti del<br />

settore sociosanitario e della prevenzione, <strong>ch</strong>e affrontano con i nostri giovani<br />

i delicati temi della conoscenza delle strutture sanitarie e sociali, della sessualità,<br />

della contraccezione, della prevenzione AIDS, delle dipendenze e della violenza.<br />

Cifre alla mano, se ci fossimo attenuti alle quote di partecipanti necessarie per<br />

fare il corso rivolto ai soli titolari di <strong>un</strong> permesso C e B, ai soli rifugiati riconosciuti,<br />

piuttosto <strong>ch</strong>e ai ri<strong>ch</strong>iedenti l’asilo, non avremmo realizzato <strong>un</strong> terzo di<br />

quello <strong>ch</strong>e qui descriviamo.<br />

Con questa esperienza, <strong>ch</strong>e applica alla lettera le già citate Raccomandazioni<br />

2000 dell’UFFT, si è quindi compiuto <strong>un</strong> primo passo importantissimo verso <strong>un</strong><br />

approccio non solo più umano, <strong>ch</strong>e riconosce in pratica il diritto alla formazione<br />

per tutti i giovani soggiornanti <strong>nel</strong> paese, ma essenziale affin<strong>ch</strong>é an<strong>ch</strong>e in realtà<br />

più piccole e periferi<strong>ch</strong>e si possa operare in modo efficiente, produttivo, pedagogicamente<br />

e didatticamente corretto e strutturato, con il sostegno finanziario<br />

della Confederazione, tramite i sussidi dell’UFFT.<br />

Diversità: da ostacolo a risorsa<br />

Ricevuto il mandato di aiutare i loro allievi a trovare <strong>un</strong> posto d’apprendistato, il<br />

responsabile e i docenti dei corsi hanno addirittura voluto sollevare l’asticella e<br />

far dire ai ragazzi: non solamente trovare “<strong>un</strong>” posto d’apprendistato, ma “il” posto<br />

d’apprendistato per il quale sono preparato, al quale sono interessato, e <strong>ch</strong>e<br />

veramente vorrei avere per realizzare il mio progetto di vita. È così nato il corso<br />

d’integrazione scolastica <strong>ch</strong>e si rivolge a quei ragazzi <strong>ch</strong>e hanno almeno dieci<br />

anni di scolarità e <strong>ch</strong>e dentro le nostre classi frequentano con gli altri il corso di<br />

base (italiano e calcolo) mentre, nei giorni in cui ci sono i laboratori pratici, loro<br />

fanno tedesco, francese, matematica più avanzata e conoscenze commerciali. In<br />

questo modo vengono ad avere <strong>un</strong> corso molto scolastico, <strong>ch</strong>e permette loro di<br />

accedere a delle professioni <strong>ch</strong>e ri<strong>ch</strong>iedono an<strong>ch</strong>e le lingue. L’idea, partita da<br />

<strong>un</strong>’analisi del mercato dei posti di apprendistato, <strong>ch</strong>e contrappone ad <strong>un</strong>a marcata<br />

diminuzione di possibilità di formazione nei settori artigianale e industriale<br />

<strong>un</strong> esubero di posti <strong>nel</strong>la vendita e <strong>nel</strong> commercio, mira però an<strong>ch</strong>e a permettere<br />

ai più impegnati di realizzare progetti più ambiziosi.<br />

Vivere <strong>un</strong>a scuola in cui alle differenti premesse di base si aggi<strong>un</strong>gono an<strong>ch</strong>e differenziazioni<br />

di percorsi e di obiettivi, non è semplice. Noi proviamo ad aiutare i<br />

ragazzi, <strong>ch</strong>iedendo loro di veramente mettere in campo la loro vita, la loro storia,<br />

d<strong>un</strong>que la loro diversità. Proviamo insieme a imparare <strong>un</strong>o dall’esperienza<br />

dell’altro. Stiamo tentando di valorizzare al massimo questa diversità. È <strong>ch</strong>iaro<br />

<strong>ch</strong>e poi operiamo <strong>un</strong> tantino verso <strong>un</strong>’<strong>un</strong>iformazione: il lavoro <strong>ch</strong>e proponiamo ai<br />

ragazzi è di adeguarsi alla realtà di qui. P<strong>un</strong>tiamo all’integrazione, senza però<br />

spingere all’assimilazione. È <strong>un</strong> discorso molto delicato, questo. Sono an<strong>ch</strong>e<br />

scelte <strong>ch</strong>e poi <strong>un</strong>o fa: c’è <strong>ch</strong>i diventa più svizzero degli svizzeri; c’è <strong>ch</strong>i addirittura<br />

si stacca dal suo gruppo etnico. Ci sono diverse dinami<strong>ch</strong>e. L’idea di fondo è di<br />

partire col massimo rispetto del ragazzo col quale lavoriamo, aiutandolo a vivere,<br />

condividere e rispettare la realtà degli altri. Per questo crediamo <strong>ch</strong>e il lavoro da<br />

noi svolto sia trasferibilissimo a qualsiasi altra realtà scolastica.<br />

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