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azione a2 - Università Agraria di Manziana

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PROPRIETÀ<br />

UNIVERSITÀ AGRARIA DI MANZIANA<br />

Comune <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> (Rm)<br />

PROGETTO LIFE 2008 NAT/IT/000316 “MONTI DELLA TOLFA”<br />

AZIONE A.2 - "gestione naturalistica urgente dei boschi maturi<br />

del SIC IT6030008 - Macchia <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>, interno<br />

alla ZPS IT6030005 - Comprensorio Tolfetano - Cerite - Manziate"<br />

PROGETTO DEFINITIVO<br />

Il Progettista<br />

Dott. For. Alessio Telloni


1. Premessa<br />

L’<strong>Università</strong> <strong>Agraria</strong> <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> ha conferito incarico professionale allo scrivente Dott. For.<br />

Alessio Telloni, iscritto all’Or<strong>di</strong>ne dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia <strong>di</strong> Roma con<br />

timbro professionale n° RM 1685, per re<strong>di</strong>gere il progetto esecutivo finalizzato alla gestione<br />

naturalistica urgente dei boschi maturi ricadenti all’interno della ZPS IT6030005<br />

"Comprensorio Tolfetano - Cerite - Manziate", categoria <strong>di</strong> progett<strong>azione</strong> prevista dall’Azione<br />

A.2 del Progetto Life08IT/NAT/000316 - Monti della Tolfa, approvato e finanziato dall’Unione<br />

Europea.<br />

Nello specifico, come circostanziato nel formulario TECHNICAL APPLICATION FORMS<br />

Part C – detailed technical description of the proposed actions della proposta Life<br />

approvata, la citata Azione A.2. prevede quanto <strong>di</strong> seguito riportato.<br />

ACTION A.2: Progetto esecutivo per la gestione naturalistica urgente dei boschi maturi del<br />

SIC interno alla ZPS<br />

Description (what, how, where and when):<br />

L’<strong>azione</strong> nel territorio <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> consiste in:<br />

- elabor<strong>azione</strong> <strong>di</strong> progetti preliminari, definitivi ed esecutivi, finalizzati alla conserv<strong>azione</strong> <strong>di</strong> habitat e<br />

specie e alla rimozione delle minacce e delle cause del deperimento in corso;<br />

- in<strong>di</strong>vidu<strong>azione</strong> in dettaglio dei punti <strong>di</strong> intervento all’interno della foresta che presentano gli elementi<br />

oggetto <strong>di</strong> conserv<strong>azione</strong>;<br />

- in<strong>di</strong>vidu<strong>azione</strong> <strong>di</strong> criteri per la definizione delle tipologie degli interventi e delle scelte <strong>di</strong> localizz<strong>azione</strong><br />

e <strong>di</strong>mensionamento degli stessi, che devono basarsi sulle analisi puntuali dei soprassuoli sotto il profilo<br />

vegetazionale e faunistico ambientale, tali da fornire i parametri quali-quantitativi dei processi e delle<br />

<strong>di</strong>namiche evolutive in atto all’interno dei sistemi forestali in oggetto;<br />

- pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> adeguate cartografie volte alla facile identific<strong>azione</strong> degli interventi e alla<br />

rintracciabilità degli stessi nell’area in oggetto;<br />

- In consider<strong>azione</strong> dell’elevato pregio ambientale e della sensibilità delle aree in cui si opera, le scelte<br />

progettuali devono orientarsi:<br />

− verso la programm<strong>azione</strong> degli interventi in perio<strong>di</strong> dell’anno che non impattino con le fasi<br />

biologiche sensibili della fauna a cui tendono le misure <strong>di</strong> conserv<strong>azione</strong>;<br />

− verso l’utilizzo <strong>di</strong> macchinari e attrezzature per l’esecuzione degli interventi a basso impatto nei<br />

confronti dell’inquinamento sonoro ed atmosferico;<br />

− verso l’applic<strong>azione</strong> <strong>di</strong> accorgimenti, nell’allestimento del cantiere, <strong>di</strong> buone prassi <strong>di</strong> esecuzione<br />

al fine <strong>di</strong> limitare al minimo gli impatti del cantiere principalmente sulle specie oggetto <strong>di</strong><br />

conserv<strong>azione</strong>;<br />

− verso la scelta, per il recupero <strong>di</strong> aree appartenenti ad habitat degradati, <strong>di</strong> materiale <strong>di</strong><br />

propag<strong>azione</strong> derivante dalla raccolta <strong>di</strong> germoplasma <strong>di</strong> origine autoctona (ve<strong>di</strong> <strong>azione</strong> C.8).<br />

Le tipologie <strong>di</strong> intervento devono essere semplici, facilmente replicabili e a basso impatto, efficaci<br />

puntualmente, ma orientate a creare un effetto sinergico e cumulato con gli altri interventi nell’ambito<br />

del sistema, tali che l’<strong>azione</strong> organica e integrata degli interventi contribuisca a contrastare l’<strong>azione</strong> <strong>di</strong><br />

deperimento degli habitat e degli habitat <strong>di</strong> specie.<br />

Reasons why this action is necessary:<br />

La realizz<strong>azione</strong> dei progetti persegue gli obiettivi <strong>di</strong> conserv<strong>azione</strong> degli habitat in linea con le<br />

<strong>di</strong>sposizioni contenute nella Direttiva Habitat, ed è funzionale alla realizz<strong>azione</strong> delle azioni C che<br />

necessitano <strong>di</strong> attenta progett<strong>azione</strong> esecutiva.<br />

Dott. For. Alessio Telloni<br />

Via Quadroni, 83 – 00066 <strong>Manziana</strong> (Rm)<br />

Tel. 328.1875620<br />

E.mail: a.telloni@tiscali.it


Beneficiary responsible for implementation:<br />

<strong>Università</strong> <strong>Agraria</strong> <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong><br />

Expected results (quantitative information when possible):<br />

Realizz<strong>azione</strong> dei progetti preliminari, definitivi ed esecutivi per il recupero:<br />

- <strong>di</strong> 60 ettari <strong>di</strong> fustaia, importante habitat <strong>di</strong> specie.<br />

L’<strong>azione</strong> sopra descritta, come riportata nel formulario Life citato, fa parte delle azioni<br />

preparatorie e propedeutiche alla realizz<strong>azione</strong> delle azioni concrete <strong>di</strong> conserv<strong>azione</strong>, in<br />

questo caso identificate con l’Azione C.2 che, anche in questo caso, per chiarezza viene<br />

riportata per esteso nelle righe che seguono.<br />

ACTION C.2: Gestione naturalistica urgente dei boschi maturi del SIC interno alla ZPS<br />

(<strong>Manziana</strong>)<br />

Description (what, how, where and when):<br />

Si tratta <strong>di</strong> azioni volte alla salvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> un habitat <strong>di</strong> interesse comunitario e precisamente del 9280<br />

Boschi <strong>di</strong> Quercus frainetto presente nel SIC Macchia <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> ed in pochi altri siti in Europa (43).<br />

L’intervento all’interno della fustaia riguarda delle azioni <strong>di</strong> selvicoltura a basso impatto, volte alla<br />

risoluzione <strong>di</strong> preoccupanti problemi <strong>di</strong> deperimento della foresta, da realizzare su una porzione <strong>di</strong><br />

superficie a titolo <strong>di</strong>mostrativo, ai fini <strong>di</strong> valutare un corretto modello gestionale che coniughi le esigenze<br />

naturalistiche <strong>di</strong> conserv<strong>azione</strong> con quelle <strong>di</strong> mantenimento e perpetu<strong>azione</strong> della foresta sulla base <strong>di</strong><br />

interventi <strong>di</strong> prelievo sostenibile <strong>di</strong> massa legnosa:<br />

taglio delle piante secche e morte in pie<strong>di</strong>, ad eccezione <strong>di</strong> quelle che ospitano siti <strong>di</strong><br />

riproduzione <strong>di</strong> rapaci o picchi, con asport<strong>azione</strong> del materiale legnoso;<br />

abbattimento del 80-90% delle piante deperienti, scegliendo tra le più grosse quelle da<br />

lasciare a dote del bosco, al fine della conserv<strong>azione</strong> <strong>di</strong> specifiche nicchie ecologiche per la<br />

fauna e per i funghi lignicoli. Al fine <strong>di</strong> favorire gli habitat legati alla necromassa, tra piante<br />

morte in pie<strong>di</strong> e deperienti senza possibilità <strong>di</strong> ripresa, si dovrà cercare <strong>di</strong> mantenere nelle<br />

zone d’intervento da 5-15 alberi ad ettaro con queste caratteristiche, ove non vi siano<br />

potenziali rischi per la stabilità della foresta (incen<strong>di</strong>) e per l’incolumità pubblica legata alla<br />

fruizione del sito;<br />

incrementare la produzione <strong>di</strong> ghianda favorendo negli strati superiori un numero ottimale<br />

<strong>di</strong> piante <strong>di</strong> cerro e farnetto, appartenenti a classe <strong>di</strong> età <strong>di</strong>fferenti e <strong>di</strong>stribuite<br />

uniformemente nello spazio. Nelle aree con densità maggiore si dovrà quin<strong>di</strong> ricorrere a<br />

<strong>di</strong>radamenti per favorire lo sviluppo delle piante <strong>di</strong> querce migliori, cercando nel contempo<br />

<strong>di</strong> assecondare la crescita <strong>di</strong> specie secondarie con esigenze idriche minori soprattutto nella<br />

fascia <strong>di</strong> 50-150 m dal margine del bosco;<br />

cre<strong>azione</strong> <strong>di</strong> piccole buche <strong>di</strong> superficie prudenziale compresa tra 300 e 700 m2 per la<br />

form<strong>azione</strong> <strong>di</strong> nuovi gruppi <strong>di</strong> rinnov<strong>azione</strong>. La densità <strong>di</strong> queste buche è in funzione delle<br />

con<strong>di</strong>zioni del soprassuolo esistente: come or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza queste potrebbero variare<br />

da 1 a 4 per ettaro, asportando dal soprassuolo complessivamente circa il 25-30% della<br />

massa legnosa;<br />

rilascio a terra del 10% del materiale così utilizzato, <strong>di</strong> maggiore <strong>di</strong>mensione (> 50 cm <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ametro quando presente), per salvaguardare in particolare modo l’habitat <strong>di</strong><br />

aliment<strong>azione</strong> delle larve dei coleotteri lignicoli che, nel caso del Cerambix cerdo e del<br />

Lucanus cervus, hanno bisogno almeno <strong>di</strong> tre anni per passare allo sta<strong>di</strong>o adulto;<br />

cura dei micropopolamenti <strong>di</strong> età <strong>di</strong>versa eventualmente esistenti attraverso il taglio della<br />

veget<strong>azione</strong> arbustiva invadente e il contenimento dello sviluppo degli alberi limitrofi o lo<br />

svecchiamento progressivo delle piante a<strong>di</strong>acenti al nucleo in<strong>di</strong>viduato;<br />

Dott. For. Alessio Telloni<br />

Via Quadroni, 83 – 00066 <strong>Manziana</strong> (Rm)<br />

Tel. 328.1875620<br />

E.mail: a.telloni@tiscali.it


Interventi <strong>di</strong> contenimento dell’<strong>azione</strong> negativa dovuta al pascolo, al traffico veicolare e<br />

pedonale concentrato, attraverso la <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> recinzioni sia <strong>di</strong> tipo tra<strong>di</strong>zionale che<br />

elettriche a basso voltaggio. Tali recinzioni dovranno essere localizzate sul limite delle aree<br />

d’intervento, in modo <strong>di</strong>ffuso (includendo parte, una o più particelle forestali) o puntuale<br />

(in corrispondenza <strong>di</strong> nuclei d’intervento isolati), delimitando comunque superfici non<br />

inferiori a 2-3 ettari.<br />

miglioramento delle superfici pascolive (radure) interne al comprensorio boscato al fine <strong>di</strong><br />

aumentarne il valore pabulare per evitare <strong>di</strong>minuire i danni da brucamento a carico della<br />

veget<strong>azione</strong> forestale;<br />

la colloc<strong>azione</strong> <strong>di</strong> segnaletica monitoria sulle operazioni in corso con in<strong>di</strong>c<strong>azione</strong> delle<br />

limitazioni d’uso necessarie alla salvaguar<strong>di</strong>a del bosco;<br />

<strong>di</strong>stribuzione gratuita del materiale legnoso derivante dagli interventi da progetto alla<br />

citta<strong>di</strong>nanza come descritto nell’<strong>azione</strong> D5.<br />

Interventi <strong>di</strong> supporto ai processi <strong>di</strong> rinnov<strong>azione</strong> e copertura vegetale, per accelerare i<br />

tempi <strong>di</strong> recupero del sistema boschivo nelle aree d’intervento maggiormente colpite,<br />

attraverso la raccolta <strong>di</strong> ghiande <strong>di</strong> cerro e farnetto prelevate nel periodo autunnale nelle<br />

aree limitrofe alle zone d’intervento, e loro <strong>di</strong>stribuzione manuale nelle zone recintate e<br />

maggiormente scoperte in conseguenza dei tagli esclusivamente fitosanitari. Questa<br />

oper<strong>azione</strong> dovrebbe essere preceduta da una leggera lavor<strong>azione</strong> del terreno a bande<br />

nelle zone con suolo compattato per cause antropiche; raccolta in bosco <strong>di</strong> seme <strong>di</strong> querce,<br />

<strong>di</strong> acero campestre, <strong>di</strong> carpino, <strong>di</strong> ornello, <strong>di</strong> ciavardello e <strong>di</strong> sorbo domestico, e successiva<br />

semina e allevamento in vivaio temporaneo gestito dall’<strong>Università</strong> <strong>Agraria</strong> o in vivaio<br />

privato convenzionato, per interventi <strong>di</strong> integr<strong>azione</strong> e <strong>di</strong> controllo della rinnov<strong>azione</strong><br />

naturale, soprattutto nella fascia marginale del bosco. Come descritto, le oper<strong>azione</strong> sia<br />

selvicolturali che <strong>di</strong> supporto alla rinnov<strong>azione</strong>, dovrebbero consentire l’inse<strong>di</strong>amento anche<br />

<strong>di</strong> specie <strong>di</strong>verse dal cerro, con l’obiettivo complessivo <strong>di</strong> costituire un soprassuolo con un<br />

più elevato grado <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità (intesa nelle <strong>di</strong>verse forme) che possa adattarsi meglio ai<br />

cambiamenti climatici in atto;<br />

Reasons why this action is necessary (specify the species / habitat(s) / bio<strong>di</strong>versity issue(s) targeted):<br />

Per quanto concerne i risultati attesi dagli interventi si ipotizza un <strong>di</strong>namica evolutiva della foresta che<br />

porti:<br />

alla afferm<strong>azione</strong> della rinnov<strong>azione</strong> da seme che determini un aumento numerico delle<br />

classi cronologiche inferiori sia per ciò che riguarda le querce sia in riferimento alle specie<br />

accessorie, ponendo i presupposti per la progressiva <strong>di</strong>setaneizz<strong>azione</strong> del soprassuolo,<br />

volta alla perpetu<strong>azione</strong> del bosco;<br />

la <strong>di</strong>minuzione della densità dello strato superiore otterrebbe anche l'effetto <strong>di</strong> ridurre la<br />

competizione per le risorse idriche tra gli alberi della fustaia adulta, attenuando il rischio <strong>di</strong><br />

stress idrici estivi che favoriscono nel cerro la sindrome da deperimento causata da parassiti<br />

endofiti (Biscognauxia me<strong>di</strong>terranea);<br />

alla maggiore omeostasi del popolamento <strong>di</strong>setaneo e bio<strong>di</strong>verso, con un aumento della<br />

resilienza in risposta al fenomeno <strong>di</strong> deperimento.<br />

Beneficiary responsible for implementation: <strong>Università</strong> <strong>Agraria</strong> <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong><br />

Expected results (quantitative information when possible):<br />

I presupposti per il manifestarsi <strong>di</strong> quanto atteso, derivano sia dal fatto che ci si aspetta una risposta<br />

funzionale dagli interventi selvicolturali programmati, sia dal fatto che le particelle sottoposte ad<br />

intervento (circa 60 ha) verranno precluse al pascolo, alla fruizione <strong>di</strong> uso civico <strong>di</strong> legnatico ed inoltre<br />

interdette alla raccolta dei prodotti del sottobosco ed alla fruizione ricreativa.<br />

Dott. For. Alessio Telloni<br />

Via Quadroni, 83 – 00066 <strong>Manziana</strong> (Rm)<br />

Tel. 328.1875620<br />

E.mail: a.telloni@tiscali.it


Soprattutto il pascolo e l’uso civico <strong>di</strong> legnatico, come anche evidenziato dallo stu<strong>di</strong>o universitario,<br />

contribuiscono in modo serio alla determin<strong>azione</strong> dello stato <strong>di</strong> degrado del comprensorio boscato <strong>di</strong><br />

Macchia Grande.<br />

Inoltre, ci si attende <strong>di</strong> determinare un modello gestionale che coniughi le alte valenze naturalistiche<br />

della foresta, garantendone la perpetu<strong>azione</strong>. In questo modo, dall’esiguo prelievo <strong>di</strong> massa legnosa, in<br />

linea con l’utilizzo tra<strong>di</strong>zionale della foresta, si possano ottenere le risorse finanziarie necessarie alla<br />

conserv<strong>azione</strong> e valorizz<strong>azione</strong> del sito anche dopo il periodo <strong>di</strong> vali<strong>di</strong>tà del progetto.<br />

<br />

2. Diritti d’autore e clausole <strong>di</strong> riservatezza<br />

Il presente documento è <strong>di</strong> proprietà esclusiva del Dott. For. Alessio Telloni, su committenza<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>Agraria</strong> <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>; tutte le informazioni in esso contenute sono riservate.<br />

Il presente documento non può essere copiato o riprodotto, nemmeno parzialmente, senza<br />

esplicita autorizz<strong>azione</strong> scritta da parte del Dott. For. Alessio Telloni.<br />

3. Finalità del lavoro<br />

Riassumendo quanto già in<strong>di</strong>cato nel formulario del Progetto Life approvato ed in<strong>di</strong>cato ai<br />

paragrafi precedenti, le finalità della presente progett<strong>azione</strong> perseguono l’obiettivo <strong>di</strong><br />

conserv<strong>azione</strong> della foresta matura <strong>di</strong> alto fusto presente nel SIC IT6030008 “Macchia <strong>di</strong><br />

<strong>Manziana</strong>” con presenza dell’habitat 9280 Boschi <strong>di</strong> Quercus frainetto.<br />

Lo scopo è quello <strong>di</strong> fronteggiare le minacce causa del deperimento dei boschi e garantire a<br />

lungo termine la conserv<strong>azione</strong> degli habitat e degli habitat <strong>di</strong> specie <strong>di</strong> interesse comunitario.<br />

Al fine <strong>di</strong> perseguire gli obiettivi <strong>di</strong> conserv<strong>azione</strong> sopra descritti si è operato seguendo gli<br />

in<strong>di</strong>rizzi già segnalati nella descrizione dell’Azione A.2 del Progetto Life, ponendo l’attenzione<br />

sui seguenti accorgimenti progettuali:<br />

- in<strong>di</strong>vidu<strong>azione</strong> in dettaglio dei punti <strong>di</strong> intervento all’interno delle foreste che<br />

presentano gli elementi oggetto <strong>di</strong> conserv<strong>azione</strong>;<br />

- in<strong>di</strong>vidu<strong>azione</strong> <strong>di</strong> criteri per la definizione delle tipologie degli interventi e delle scelte<br />

<strong>di</strong> localizz<strong>azione</strong> e <strong>di</strong>mensionamento degli stessi, che devono basarsi sulle analisi puntuali dei<br />

soprassuoli sotto il profilo vegetazionale e faunistico ambientale, tali da fornire i parametri<br />

quali-quantitativi dei processi e delle <strong>di</strong>namiche evolutive in atto all’interno dei sistemi<br />

forestali in oggetto;<br />

- pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> adeguate cartografie volte alla facile identific<strong>azione</strong> degli interventi<br />

e alla rintracciabilità degli stessi nell’area in oggetto.<br />

Inoltre, in consider<strong>azione</strong> dell’elevato pregio ambientale e della sensibilità delle aree in cui si<br />

esplicita la progett<strong>azione</strong>, le scelte progettuali si sono orientate:<br />

- verso la programm<strong>azione</strong> degli interventi in perio<strong>di</strong> che non impattino con le fasi<br />

biologiche sensibili della fauna a cui tendono le misure <strong>di</strong> conserv<strong>azione</strong>;<br />

- verso l’utilizzo <strong>di</strong> macchinari e attrezzature a basso impatto nei confronti<br />

dell’inquinamento sonoro ed atmosferico;<br />

Dott. For. Alessio Telloni<br />

Via Quadroni, 83 – 00066 <strong>Manziana</strong> (Rm)<br />

Tel. 328.1875620<br />

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- verso l’applic<strong>azione</strong> <strong>di</strong> accorgimenti, nell’allestimento del cantiere, <strong>di</strong> buone prassi <strong>di</strong><br />

esecuzione al fine <strong>di</strong> limitare al minimo gli impatti del cantiere principalmente sulle specie<br />

oggetto <strong>di</strong> conserv<strong>azione</strong>;<br />

- verso la scelta, per ciò che riguarda il recupero <strong>di</strong> aree appartenenti ad habitat<br />

degradati, <strong>di</strong> materiale <strong>di</strong> propag<strong>azione</strong> derivante dalla raccolta <strong>di</strong> germoplasma <strong>di</strong> origine<br />

autoctona utilizzando il materiale <strong>di</strong> propag<strong>azione</strong> previsto dalla realizz<strong>azione</strong> del vivaio<br />

forestale in esecuzione dell’<strong>azione</strong> C.8 del medesimo Progetto Life.<br />

4. In<strong>di</strong>vidu<strong>azione</strong> delle aree <strong>di</strong> intervento<br />

Considerato l’attuale stato <strong>di</strong> deperimento manifesto in alcune aree della foresta, ed anche la<br />

frequent<strong>azione</strong> turistico-ricreativa a cui è soggetta, si è preso atto della necessità <strong>di</strong> eseguire<br />

gli interventi urgenti <strong>di</strong> conserv<strong>azione</strong> sulle porzioni forestali più degradate, al fine <strong>di</strong><br />

prevederne una gestione attenta per limitare l’acuirsi dei fenomeni <strong>di</strong> degrado causati dalla<br />

fragilità della biocenosi. Si è valutato, inoltre, come la <strong>di</strong>mensione degli interventi previsti dal<br />

progetto Life, rispetto alla vasta superficie occupata dalla fustaia, assuma un carattere <strong>di</strong><br />

sperimentalità, al fine <strong>di</strong> valutare concretamente delle possibili azioni selvicolturali da porre in<br />

atto per limitare l’estendersi e l’acuirsi dei fenomeni <strong>di</strong> deperimento già in atto. In questo<br />

contesto si è preso atto <strong>di</strong> come gli interventi inseriti nella programm<strong>azione</strong> Life, fossero<br />

quelli già previsti nel Piano <strong>di</strong> Gestione Agro-Silvo-Pastorale dei territori <strong>di</strong> proprietà<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>Agraria</strong> <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> che, al momento della present<strong>azione</strong> della proposta Life, si<br />

trovava in istruttoria presso i competenti uffici della Regione Lazio.<br />

Il Piano <strong>di</strong> Gestione Agro-Silvo-Pastorale, importante documento <strong>di</strong> pianific<strong>azione</strong> delle<br />

attività selvicolturali e zootecniche dell’<strong>Università</strong> <strong>Agraria</strong> <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>, strumento <strong>di</strong><br />

pianific<strong>azione</strong> a cui sono obbligati gli Enti pubblici secondo quanto <strong>di</strong>sposto dalla Legge<br />

Regionale n. 39/02, veniva definitivamente approvato e reso esecutivo con Determin<strong>azione</strong> n.<br />

B4036 del 17 settembre 2010 emanata dalla Regione Lazio - Dipartimento Territorio –<br />

Direzione Regionale Ambiente – Area Conserv<strong>azione</strong> Foreste.<br />

L’esecutività del Piano rilasciata dalla Regione Lazio ha presupposto, a monte, un processo<br />

istruttorio e <strong>di</strong> verifica sul campo degli interventi pianificati, i quali sono già stati sottoposti a<br />

procedura <strong>di</strong> Valut<strong>azione</strong> <strong>di</strong> Incidenza con esito positivo e con prescrizioni.<br />

Le prescrizioni riportate nel parere <strong>di</strong> valut<strong>azione</strong> <strong>di</strong> incidenza, principalmente emanate sulla<br />

base del principio <strong>di</strong> precauzione e che vengono illustrate nei paragrafi che seguono, pur<br />

mantenendo l’impianto degli interventi pianificati ed inseriti nella proposta Life,<br />

determinavano la necessità <strong>di</strong> apportare dei correttivi alla pianific<strong>azione</strong> forestale<br />

dell’<strong>Università</strong> agraria <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> e <strong>di</strong> conseguenza agli interventi inseriti nel Progetto Life.<br />

In particolare, le prescrizioni citate prevedevano la necessità <strong>di</strong> ridurre le superfici <strong>di</strong><br />

intervento a due particelle <strong>di</strong> 10 ettari ciascuna (invece che i 30 previsti in sede <strong>di</strong><br />

pianific<strong>azione</strong> forestale ed inseriti nel progetto Life). Sulla base <strong>di</strong> tale circostanza si sono<br />

potuti definire puntualmente gli interventi proposti nella sede della presente progett<strong>azione</strong>. In<br />

particolare, come riportato nella cartografia allegata, le due aree <strong>di</strong> superficie ognuna <strong>di</strong> circa<br />

10 ettari, ricadono all’interno delle due particelle forestali V “Incotti” dove è presente un<br />

popolamento con gravi sintomi <strong>di</strong> deperimento, e VI “Muraccioli”, dove il popolamento<br />

forestale presenta delle migliori con<strong>di</strong>zioni sia dal punto <strong>di</strong> vista fitosanitario che ecologico.<br />

Dott. For. Alessio Telloni<br />

Via Quadroni, 83 – 00066 <strong>Manziana</strong> (Rm)<br />

Tel. 328.1875620<br />

E.mail: a.telloni@tiscali.it


Dott. For. Alessio Telloni<br />

Via Quadroni, 83 – 00066 <strong>Manziana</strong> (Rm)<br />

Tel. 328.1875620<br />

E.mail: a.telloni@tiscali.it<br />

<br />

Fig. 1: Ubic<strong>azione</strong> aree <strong>di</strong> intervento<br />

5. Inquadramento geografico generale<br />

La superficie forestale in oggetto è costituita da una fustaia <strong>di</strong> cerro e farnetto <strong>di</strong> circa 540<br />

ettari, che rappresenta da sempre l’immagine tipica del territorio <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>.<br />

Il bosco fa parte <strong>di</strong> un comprensorio rurale che rappresenta un naturale collegamento tra le<br />

cime dei Monti Sabatini e quelle dei Monti della Tolfa. In particolare, il territorio dell’<strong>Università</strong><br />

<strong>Agraria</strong> <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> è compreso nel fogli in scala 1:100.000 dell’Istituto Geografico Militare,<br />

tavolette 143 III NE, 143 III NO e 143 III SE nel comune <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>; nella Carta Tecnica<br />

Regionale in scala 1:10.000 il territorio è ricompreso nelle sezioni 364020 “Oriolo Romano”,<br />

364060 “<strong>Manziana</strong>”, 364090 “Sasso” e 364100 “Castel Giuliano”.<br />

L’orografia della zona è irregolare e caratterizzata da numerosi piccoli corsi d’acqua come il<br />

fosso del Lenta, il fosso della Mola, il fosso Magnaferro, il fosso della Porcareccia, ecc., tutti<br />

compresi nel bacino idrografico del Fiume Mignone.<br />

L’altitu<strong>di</strong>ne me<strong>di</strong>a del territorio Ente è <strong>di</strong> 300-350 m s.l.m. con limiti altimetrici che vanno dai<br />

190 ai 470 m s.l.m.<br />

5.1 Inquadramento climatico<br />

Lo stu<strong>di</strong>o dei fattori climatici è fondamentale per la comprensione dei vari processi<br />

morfo<strong>di</strong>namici e del regime idrologico <strong>di</strong> un territorio. I dati a <strong>di</strong>sposizione provengono da<br />

un’ampia bibliografia esistente; i dati termometrici e pluviometrici utilizzati fanno riferimento<br />

al periodo 1962-82 e sono relativi alle stazioni meteorologiche più vicine alla zona oggetto <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>o e <strong>di</strong> seguito elencate. L’analisi dei dati è volta alla definizione del regime termico e


pluviometrico della regione sabatina (in cui rientra l’area oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o) ed alla<br />

classific<strong>azione</strong> del tipo <strong>di</strong> clima che la caratterizza.<br />

Dall’elabor<strong>azione</strong> dei dati si è potuto ricavare l’andamento delle temperature me<strong>di</strong>e mensili ed<br />

annuali, dei valori <strong>di</strong> piovosità me<strong>di</strong>a mensile e quin<strong>di</strong> la determin<strong>azione</strong> del regime<br />

termometrico e pluviometrico della regione. Le temperature della zona oscillano tra le minime<br />

del mese più freddo (gennaio), che si aggirano attorno ai –1° C (valore minimo nel ventennio<br />

– 6° C) e le massime del mese più caldo (agosto) che raggiungono i 34° C (valore massimo<br />

nel ventennio 38° C).<br />

Nel corso dell’anno non si registrano oscillazioni elevate e le temperature si aggirano su una<br />

me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 15° C, mantenendo una <strong>di</strong>screta omogeneità e quin<strong>di</strong>, in generale, possiamo definire<br />

un clima mite che favorisce la crescita e lo sviluppo del manto vegetale. Per quanto riguarda<br />

le precipitazioni la <strong>di</strong>stribuzione nel corso dell’anno è molto irregolare, ma comunque la me<strong>di</strong>a<br />

annua <strong>di</strong> 1069,11 mm ci permette <strong>di</strong> definire un clima “umido”. La piovosità minima si<br />

registra in luglio con una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 19 mm, mentre non sono rari gli anni caratterizzati da<br />

mesi estivi con precipitazioni inferiori ai 10 mm. Le precipitazioni più abbondanti sono<br />

concentrate nel periodo che va da settembre a febbraio (con me<strong>di</strong>e che superano quasi<br />

sempre i 100 mm/mese) con un massimo intorno a novembre con un valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 151,12<br />

mm/mese. La precipit<strong>azione</strong> me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> una giornata <strong>di</strong> pioggia si aggira introno ai 12-13 mm<br />

mentre la massima intensità <strong>di</strong> pioggia si verifica nel mese <strong>di</strong> novembre con 15,48<br />

mm/giorno; nei mesi <strong>di</strong> gennaio, ottobre e novembre del ventennio considerato si sono<br />

verificate le piogge giornaliere massime dell’anno con le seguenti frequenze:<br />

- 5 volte a gennaio;<br />

- 5 volte a ottobre;<br />

- 4 volte a novembre.<br />

I valori sono abbastanza <strong>di</strong>fformi, ma si attestano su valori me<strong>di</strong> <strong>di</strong> 70-80 mm/giorno; le<br />

giornate <strong>di</strong> pioggia sono in me<strong>di</strong>a in un anno 87,67. Nei perio<strong>di</strong> estivi la veget<strong>azione</strong><br />

sopperisce alla mancanza idrica con l’umi<strong>di</strong>tà dell’aria, grazie alla vicinanza del lago <strong>di</strong><br />

Bracciano.<br />

Tuttavia le negli ultimi anni si sta manifestando una tendenza alla intensific<strong>azione</strong> dei<br />

fenomeni siccitosi che hanno avuto il loro massimo nell’anno 2003 con un valore dell’in<strong>di</strong>ce<br />

xerotermico Xi pari a 183,38.<br />

Dott. For. Alessio Telloni<br />

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Xi Xi Xi<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

0<br />

99.76<br />

80.82<br />

Fig. 2: valore dell’in<strong>di</strong>ce xerotermico Xi per gli anni 1992-2003. La linea rossa identifica il valore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Xi per la serie<br />

storica 1960-2002.<br />

Secondo la classific<strong>azione</strong> fitoclimatica <strong>di</strong> Pavari la st<strong>azione</strong> rientra nella sottozona fredda del<br />

Lauretum 2° tipo, con siccità estiva.<br />

5.2 Inquadramento geologico del territorio (cenni)<br />

La storia geologica del Lazio settentrionale è legata all’evoluzione, prevalentemente<br />

neogenica (Miocene superiore, Pleistocene me<strong>di</strong>o-superiore), del sistema orogenico<br />

dell’Appennino centrale. Il territorio <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> costituisce un “plateau” prodotto<br />

dall’accumulo <strong>di</strong> materiale generato dall’attività esplosiva dell’apparato vulcanico sabatino in<br />

età pleistocenica e, in effetti, è localizzato sulla parte esterna del vecchio cratere. Il substrato<br />

generato in questo processo si <strong>di</strong>fferenzia secondo le <strong>di</strong>verse località ma in generale risulta<br />

costituito da ignimbriti, a volte litoi<strong>di</strong> e a volte incoerenti, con matrice spugnosa contenenti<br />

vari cristalli <strong>di</strong> biotite e pirosseno, pomici varie, calcari e selci strappate durante l’esplosione<br />

insieme a resti vegetali. Lo spessore del plateau ignimbritico può raggiungere e superare i<br />

trenta metri ed è spesso interrotto da formazioni <strong>di</strong> vario genere. La parte occidentale del<br />

complesso <strong>di</strong> Macchia Grande è interessata da processi <strong>di</strong> metasomatosi, per cui alcuni<br />

minerali del substrato iniziale hanno assunto, nel corso del tempo, una forma più stabile<br />

senza per questo mo<strong>di</strong>ficare qualitativamente la propria composizione chimica.<br />

La zona della Caldara, anche questa zona metasomatica, costituisce il residuo <strong>di</strong> un piccolo<br />

cratere tuttora interessato da attività residue tipiche dello stato terminale vulcanico, come<br />

sorgenti sulfuree idrotermali. Nella zona più occidentale <strong>di</strong> Pietrische cominciano invece ad<br />

apparire i calcari marnosiarenacei, sottostanti al plateau, che continuano verso nord-ovest; il<br />

fosso della Lenta segna in questa area la fine della copertura vulcanica e l’inizio del substrato<br />

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<br />

100.16<br />

36.46<br />

In<strong>di</strong>ce xerotermicoXi<br />

44.86<br />

81.98<br />

117.76 117.56 120.74<br />

117.76 117.56 120.74<br />

117.76 117.56 120.74<br />

172.82<br />

26.68<br />

183.38<br />

1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003


calcareo <strong>di</strong> età cretacica. Sia la Caldara che le Pietrische sono caratterizzate da argille<br />

derivanti da fenomeni <strong>di</strong> colmamento <strong>di</strong> conche palustro-lacustri. Le formazioni se<strong>di</strong>mentarie<br />

che costituiscono il complesso alloctono occupano, in affioramento la maggior parte del bordo<br />

nord-occidentale laziale, tra la costa e le coperture vulcaniche tolfetane e sabatine; queste<br />

formazioni, prevalentemente flyschoi<strong>di</strong>, ricoprono il substrato carbonatico basale e<br />

rappresentano in questo settore gli affioramenti più meri<strong>di</strong>onali delle cosiddette Unità Liguri<strong>di</strong>.<br />

Secondo Fazzini et al. (1972), il complesso alloctono è costituito da due <strong>di</strong>stinte unità<br />

tettoniche, in parte coeve, geometricamente e tettonicamente sovrapposte. La prima,<br />

geometricamente inferiore (unità esterna), comprende l’intera serie cretacicooligenica dei<br />

flysch tolfetani calcareo argilloso marnosi ed arenacei; la seconda, geometricamente<br />

superiore (unità interna), é rappresentata dalla serie argillitico-arenacea cretacica, e forse in<br />

parte paleocenica della Pietraforte. La serie dei flysch tolfetani risulta costituita dalle seguenti<br />

formazioni mitologicamente <strong>di</strong>fferenziate:<br />

Flysch argilloso-calcareo (argilloscisti prevalenti con intercalazioni <strong>di</strong> calcari silicei, tipo<br />

“Palombino”, marnosi e calcareniti); risalente al Cretaceo superiore questa form<strong>azione</strong> affiora<br />

ampiamente tra Civitavecchia, Tolfa e Bagni <strong>di</strong> Stigliano;<br />

Flysch calcareo-marnoso (calcari marnosi prevalenti, marne e calcareniti); questa<br />

form<strong>azione</strong> risalente al periodo tra il Cretaceo superiore ed il Paleocene-Eocene superiore,<br />

affiora estesamente in tutto il territorio tolfetano cerite manziate. In varie zone appaiono<br />

infine resti <strong>di</strong> colate laviche e lungo i fossi si rinvengono formazioni alluvionali. Questo<br />

substrato <strong>di</strong> prevalente origine vulcanica, è costituito da rocce ignee della serie alcalina e<br />

me<strong>di</strong>terranea, caratterizzate dalla particolare ricchezza <strong>di</strong> potassio con notevoli tracce <strong>di</strong> ferro<br />

e magnesio. Queste formazioni, nel corso della pedogenesi, hanno originato per degrad<strong>azione</strong><br />

terre brune me<strong>di</strong>terranee, spesso fertili e profonde, ben dotate <strong>di</strong> sostanza organica dove la<br />

copertura vegetale si è mantenuta stabile nel corso del tempo.<br />

6. Profilo vegetazionale del bosco<br />

I caratteri climatici esposti consentono <strong>di</strong> collocare l’area nella zona fitoclimatica del<br />

Lauretum, sottozona fredda. Dal punto <strong>di</strong> vista vegetazionale il territorio dell’<strong>Università</strong><br />

<strong>Agraria</strong> <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> ospita specie forestali che possono essere attribuite all’orizzonte del<br />

querceto misto.<br />

Il querceto misto è tra i gruppi forestali italiani quello che presenta la maggiore<br />

<strong>di</strong>fferenzi<strong>azione</strong> e quin<strong>di</strong> la più elevata bio<strong>di</strong>versità, sia a livello della flora che a quello delle<br />

comunità vegetali; esso si caratterizza dalla scarsa presenza <strong>di</strong> specie sciafile, che sono quelle<br />

capaci <strong>di</strong> costituire il bosco climax, cioè il bosco in grado <strong>di</strong> riprodursi uguale a se stesso nel<br />

tempo. I botanici hanno tuttavia in<strong>di</strong>viduato per questo orizzonte l’esistenza <strong>di</strong> alcuni tipi <strong>di</strong><br />

Querceto climax, che in particolare si identificano nel territorio <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> nel gruppo dei<br />

Querceti termofili con l’alleanza del Quercion pubescentis e l’alleanza del Quercion frainetto e<br />

nel gruppo dei querceti mesofili con l’alleanza del Quercetalia robori-petraeae che, pur<br />

costituiti da boschi reduci da molti anni <strong>di</strong> influenza antropica, possono essere considerati veri<br />

e propri climax a carattere finale stabile e comunque la conclusione <strong>di</strong> associazioni bloccate e<br />

senza evoluzione ulteriore (Pignatti, 1998).<br />

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Il bosco <strong>di</strong> Macchia Grande, con le sue caratteristiche che lo rendono unico in tutta l’Italia<br />

centro-meri<strong>di</strong>onale, è l’esempio principale dell’associ<strong>azione</strong> Quercetum frainetto cerri<strong>di</strong>s (Blasi<br />

et al., 1981), tipica dell’alleanza Quercion frainetto, che è costituita da un querceto misto<br />

caducifoglie con carattere <strong>di</strong> associ<strong>azione</strong> finale, acidoclino e relativamente mesofilo, <strong>di</strong>ffuso<br />

nell’Italia centrale su substrati blandamente aci<strong>di</strong> a 400-700 m s.l.m., con dominanza <strong>di</strong> cerro<br />

e farnetto nello strato arboreo e sottobosco con specie a baricentro balcanico.<br />

Le specie presenti nel bosco <strong>di</strong> Macchia Grande in<strong>di</strong>cano una flora scarsamente me<strong>di</strong>terranea,<br />

essendo le entità terofitiche (caratterizzate dal ciclo <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> un solo anno e rispecchianti la<br />

necessità <strong>di</strong> affidare la prosecuzione della vita ai semi durante i mesi <strong>di</strong> siccità estiva del<br />

clima me<strong>di</strong>terraneo) relativamente scarse rispetto alle emicriptofite, che rappresentano<br />

invece climax <strong>di</strong> luoghi umi<strong>di</strong> o mesofili, relativamente nor<strong>di</strong>ci e continentali. La percentuale<br />

abbastanza alta delle geofite è molto probabilmente conseguente all’<strong>azione</strong> del pascolo, dal<br />

quale le piante si <strong>di</strong>fendono aumentando i propri organi ipogei. La bassa percentuale <strong>di</strong><br />

camefite è attribuibile invece, alla vicinanza alla costa e alla quota relativamente bassa.<br />

In generale si può osservare che la flora del bosco <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> è costituito per oltre il 50% da<br />

componenti nor<strong>di</strong>ci; ciò è dovuto molto probabilmente dalla posizione geografica dei Monti<br />

della Tolfa, che conserva a questo ambiente una <strong>di</strong>screta umi<strong>di</strong>tà permanente, quella stessa<br />

che ha consentito su questo comprensorio la conserv<strong>azione</strong> fino ad oggi <strong>di</strong> evidenti frammenti<br />

della grande foresta mista che dominava in passato questa regione. Lo strato arboreo è<br />

costituito principalmente da due specie <strong>di</strong> querce balcaniche, il cerro e il farnetto, mentre il<br />

carpino e l’acero, la prima specie me<strong>di</strong>oeuropea-montana e la seconda centrosudeuropea,<br />

sono assai meno rilevanti. Grande influenza può aver esercitato l’uomo con la sua costante<br />

presenza in questi ultimi cinque mila anni, ma l’abbondanza costante del cerro a quote varie<br />

nel Lazio, ci può autorizzare a indurre che questa specie <strong>di</strong> origine orientale, probabile<br />

massimo relitto o<strong>di</strong>erno della macrocenosi Quercus Tilia Acer <strong>di</strong> Schmid, cioè delle gran<strong>di</strong><br />

foreste che coprivano la Penisola alla fine del Terziario, sia tuttora la più importante specie <strong>di</strong><br />

querce della penisola ancora “naturalmente” ambientata nella nostra regione, anche se molto<br />

probabilmente in stato relittuale. Infatti si può pensare che rappresenti sì il relitto della<br />

grande foresta a Quercus Tilia Acer, ma <strong>di</strong> una sua facies <strong>di</strong> clima continentale asciutto<br />

determinatasi forse nel quaternario fra 300 e 1000 metri e poi sempre più depauperatasi, fino<br />

ad oggi, delle specie più mesofile e me<strong>di</strong>terranee.<br />

Tuttavia si può riconoscere nel Lazio un orizzonte climax specifico a cerro. Invece della<br />

roverella troviamo il farnetto, specie balcanica frammista al cerro, anche se assai meno<br />

numerosa: si trovano dunque insieme le due querce orientali balcaniche più tipiche <strong>di</strong> questa<br />

fascia latitu<strong>di</strong>nale e ambedue abbastanza esigenti <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà, sia e<strong>di</strong>fica che atmosferica.<br />

Ciò potrebbe <strong>di</strong>mostrare che il complesso biotopico <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>, pur costituendo tuttora in<br />

senso lato, un lembo relitto <strong>di</strong> macrocenosi mista Quercus Tilia Acer terziaria, rappresenti,<br />

così come è oggi, una specializz<strong>azione</strong> della foresta verso il cerreto puro (o frammisto a<br />

farnetto), cioè una facies tuttora nettamente balcanica, anche se limitatamente allo strato<br />

arboreo.<br />

La causa agente può essere identificata nell’apporto <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà dei venti marini che ha<br />

probabilmente ostacolato finora l’intromissione della roverella.<br />

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7. Conformità con la pianific<strong>azione</strong> forestale vigente<br />

Le due aree in cui si effettueranno gli interventi sperimentali previsti, come del resto tutta la<br />

superficie del bosco Macchia Grande, ricadono completamente su terreni soggetti a <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />

uso civico <strong>di</strong> proprietà dell’<strong>Università</strong> <strong>Agraria</strong> <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>.<br />

La fustaia rientra all’interno della ZPS IT6030005 “Comprensorio Tolfetano-Cerite-Manziate” e<br />

nel SIC IT6030008 “Macchia <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>”; è sottoposta a vincolo idrogeologico ai sensi del<br />

R.D. n° 3267/23 e a vincolo paesistico, ai sensi del D.Lgs. n° 42/2004 e della L.R. 24/98.<br />

Dall’analisi della cartografia relativa al Piano Assetto Idrogeologico (PAI) si fa presente che i<br />

boschi oggetto <strong>di</strong> intervento, secondo quanto <strong>di</strong>sposto dall’Autorità dei Bacini Regionali,<br />

competente per il territorio ai sensi della Legge Nazionale 183/89 e successive mo<strong>di</strong>fiche ed<br />

integrazioni, non risultano coinvolti da alcun vincolo in rel<strong>azione</strong> ai fenomeni franosi e <strong>di</strong><br />

esond<strong>azione</strong>.<br />

Le aree in oggetto rientrano nell’ambito dei complessi forestali del Lazio che per la loro rarità<br />

e valenza ecologica ed idrogeologica furono <strong>di</strong>chiarati dalla Regione Lazio <strong>di</strong> rilevante<br />

interesse vegetazionale e naturalistico a norma della Legge Regionale n. 43/74.<br />

8. Stu<strong>di</strong> scientifici a cui si è ispirata la pianific<strong>azione</strong> e la presente<br />

progett<strong>azione</strong><br />

Per definire le scelte progettuali in esecuzione degli interventi <strong>di</strong> conserv<strong>azione</strong> previsti<br />

dall’<strong>azione</strong> specifica del progetto Life sul SIC Macchia <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>, e la caratterizz<strong>azione</strong> dei<br />

suoi aspetti selvicolturali e fitosanitari, sono stati presi in esame alcuni stu<strong>di</strong> scientifici<br />

condotti in passato sulla fustaia, che hanno ispirato gli interventi pianificati nel PGAF<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>Agraria</strong> <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>, stu<strong>di</strong> scientifici che si riportano <strong>di</strong> seguito:<br />

• M. G. Agrimi, O. Ciancio, L. Portoghesi, R. Pozzoli “I querceti <strong>di</strong> cerro e farnetto <strong>di</strong><br />

Macchia Grande <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>: struttura, trattamento e gestione” (1991), a cui è seguito il<br />

“Piano <strong>di</strong> gestione pilota del bosco Macchia Grande <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>” (1993) degli stessi autori,<br />

• <strong>Università</strong> degli Stu<strong>di</strong> della Tuscia <strong>di</strong> Viterbo in collabor<strong>azione</strong> con AgriFolia Stu<strong>di</strong>o<br />

Associato “Il Deperimento del Bosco <strong>di</strong> Macchia Grande: Ipotesi e Interventi” (2005).<br />

Il primo stu<strong>di</strong>o, più datato, definiva da un punto <strong>di</strong> vista strutturale la fustaia <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong><br />

prevedendone compatibili azioni <strong>di</strong> selvicoltura naturalistica atte a risolvere la tendenza alla<br />

coetanizz<strong>azione</strong> del popolamento forestale.<br />

Per ciò che riguarda, invece, il più aggiornato stu<strong>di</strong>o realizzato dall’<strong>Università</strong> degli Stu<strong>di</strong> della<br />

Tuscia <strong>di</strong> Viterbo, si riporta un breve estratto dei punti salienti, in quanto è risultato <strong>di</strong><br />

particolare importanza per la analisi puntuale della situ<strong>azione</strong> <strong>di</strong> deperimento in atto nella<br />

fustaia, e per la stesura <strong>di</strong> utili linee guida per la presente progett<strong>azione</strong>.<br />

Nell’ultimo decennio, un graduale fenomeno <strong>di</strong> deperimento del soprassuolo dominante si è<br />

reso manifesto sulla superficie del Bosco <strong>di</strong> Macchia Grande. Nell’arco <strong>di</strong> pochi anni un<br />

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numero rilevante <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui arborei adulti, sia in gruppo che in modo isolato, sono morti. Il<br />

fenomeno tende ad intensificarsi manifestando i suoi effetti su aree sempre maggiori e con<br />

intensità oramai preoccupante. Obiettivo generale del progetto è stato quello <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i<br />

fattori associati al fenomeno <strong>di</strong> degrado del bosco Macchia Grande <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> e <strong>di</strong> elaborare<br />

le linee <strong>di</strong> intervento atte a garantire nel prossimo futuro la perpetu<strong>azione</strong> del bosco. Per il<br />

raggiungimento <strong>di</strong> tale obiettivo generale sono stati identificate le seguenti linee <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />

Analisi dello stato fitosanitario del bosco<br />

Analisi della fisionomia del bosco<br />

Elabor<strong>azione</strong> <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> deperimento del bosco<br />

Definizione e programm<strong>azione</strong> delle linee d’intervento a breve termine<br />

Tra l’estate del 2003 e quella del 2004, l’intera superficie del Bosco Grande <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> è<br />

stata ispezionata per la valut<strong>azione</strong> dello stato fitosanitario delle piante appartenenti al<br />

soprassuolo dominante. Le piante sono state classificate in base a caratteristiche<br />

sintomatologiche e in base a segni rilevabili <strong>di</strong> specifiche malattie. Per quanto riguarda la<br />

classific<strong>azione</strong> sintomatologia è stata utilizzata la scala visuale <strong>di</strong> deperimento secondo la<br />

normativa internazionale (Council regulation EEC N° 3528/86 on the protection of forests in<br />

the Community against atmospheric pollution Brussels 1986. Official Journal of the European<br />

Communities. N L362/2 of Nov. 1986, 3p) che considera 5 classi <strong>di</strong> defogli<strong>azione</strong> e<br />

decolor<strong>azione</strong> dalla classe 0 (pianta sana) alla classe 4 (pianta morta).<br />

In base a quanto sopra definito, le classi <strong>di</strong> danno sono basate sull’analisi a due sintomi<br />

secondo la normativa internazionale:<br />

0= pianta sana;<br />

1= danno leggero;<br />

2= danno me<strong>di</strong>o (pianta deperiente);<br />

3= danno grave (pianta molto deperiente);<br />

4= pianta morta.<br />

Per quanto riguarda la classific<strong>azione</strong> per segni (presenza visibile del patogeno o agente <strong>di</strong><br />

danno), sono stati presi in consider<strong>azione</strong> la presenza <strong>di</strong> stromi, corpi fruttiferi, strutture <strong>di</strong><br />

infezione e propag<strong>azione</strong> quale rizomorfe etc. Infine per quanto riguarda le analisi <strong>di</strong><br />

laboratorio, sono state effettuati isolamenti in coltura pura da <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> tessuti<br />

alterati e dal suolo alla base <strong>di</strong> piante sintomatiche seguendo metodologie descritte da<br />

Vettraino et al. (2001. Recovery and pathogenicity of Phytophthora species associated with a<br />

resurgence of ink <strong>di</strong>sease on Castanea sativa in Italy. Plant Pathology 50: 90-96) per quanto<br />

riguarda l’isolamento da suolo. Per quanto riguarda i tessuti corticali e legnosi, piccole<br />

porzioni <strong>di</strong> tessuto sono state prelevate con bisturi e pinzette sterili dal margine <strong>di</strong> cancri e<br />

lesioni presenti sul fusto e <strong>di</strong>rettamente pilastrate su terreni <strong>di</strong> crescita specifici. Le singole<br />

piante appartenenti alle classi <strong>di</strong> deperimento 2-3 e 4 e quelle da cui sono stati effettuati gli<br />

isolamenti, sono state identificate come specie, georeferenziate tramite rilievo GPS e rilevato<br />

<strong>di</strong>ametro a petto d’uomo.<br />

All’interno del bosco nel settore a NORD della strada <strong>di</strong> Mezza Macchia sono state in<strong>di</strong>viduate<br />

due zone, denominate A e B, in base al <strong>di</strong>verso grado <strong>di</strong> moria degli alberi e alla densità delle<br />

piante. Per ognuna <strong>di</strong> queste si è proceduto allo stu<strong>di</strong>o del soprassuolo me<strong>di</strong>ante la<br />

realizz<strong>azione</strong> <strong>di</strong> un campionamento in specifiche aree <strong>di</strong> saggio, al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduarne i<br />

principali parametri ecologici, capaci <strong>di</strong> fornire degli elementi <strong>di</strong> supporto all’interpret<strong>azione</strong><br />

<br />

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del deperimento in atto delle querce. Me<strong>di</strong>ante una preventiva osserv<strong>azione</strong> delle con<strong>di</strong>zioni<br />

generali del bosco, queste due zone sono state scelte per la presenza delle seguenti<br />

caratteristiche:<br />

Zona A: area a nord-est del comprensorio, con minore <strong>di</strong>ffusione del fenomeno <strong>di</strong><br />

deperimento, costituita prevalentemente da un popolamento <strong>di</strong> cerro con piante <strong>di</strong> notevoli<br />

<strong>di</strong>mensioni a ridotta densità, dove la presenza <strong>di</strong> piante morte è legata principalmente a<br />

fattori <strong>di</strong> competizione naturale e che quin<strong>di</strong> riguarda in<strong>di</strong>vidui con <strong>di</strong>mensioni minori;<br />

Zona B: area a sud-ovest del comprensorio, in cui si è evidenziata una situ<strong>azione</strong> <strong>di</strong><br />

deperimento accentuato, caratterizzata da piante <strong>di</strong> cerro <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni inferiori formanti un<br />

soprassuolo dove si in<strong>di</strong>viduano piante deperienti e morte, più o meno <strong>di</strong>stribuite in tutti i<br />

<strong>di</strong>ametri.<br />

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<br />

Fig. 3<br />

8.1 Considerazioni sulla tipologia del deperimento<br />

In genere i soprassuoli deperienti sono caratterizzati dall’inadempimento <strong>di</strong> interventi<br />

selvicolturali intercalari e <strong>di</strong> fine turno che porta parametri quali densità e/o provvigione ad<br />

essere eccessivamente alti per il soprassuolo in esame. Nel caso della Macchia Grande <strong>di</strong><br />

<strong>Manziana</strong>, gran parte dell’area a nord della strada <strong>di</strong> Mezza Macchia non è stata soggetta ad<br />

interventi selvicolturali per oltre 60 anni. Altro fattore solitamente presente nei soprassuoli<br />

deperienti è l’eccessivo pascolo e calpestio da parte <strong>di</strong> grossi animali da allevamento (bovini,<br />

equini, ovini e caprini) o selvatici (cinghiali). Il pascolo bovino ed equino è pesantemente<br />

presente nella Macchia Grande <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> e provoca depauperamento del sottobosco e dello


strato erbaceo nonché compattamento del suolo; questi segni sono facilmente osservabili<br />

nelle particelle 22 e 23 ove il fenomeno <strong>di</strong> deperimento è particolarmente intenso.<br />

Il regime dei venti può rappresentare sicuramente un fattore pre<strong>di</strong>sponente specialmente se<br />

le chiome degli alberi vengono interessate nel periodo primaverile-estivo da venti cal<strong>di</strong> come<br />

quelli <strong>di</strong> Libeccio e Scirocco, tipici dell’area me<strong>di</strong>terranea. Nel caso specifico del bosco Macchia<br />

Grande, la parte sud occidentale dello stesso è interessata da venti cal<strong>di</strong> marini provenienti<br />

da sud-ovest, i quali rappresentano i venti dominanti del periodo con una frequenza superiore<br />

al 50%. Tali venti potrebbero essere responsabili <strong>di</strong> una impennata nei fenomeni <strong>di</strong> evapotraspir<strong>azione</strong><br />

specialmente delle piante o settori del bosco che per primi li intercettano.<br />

L’aumento dei fenomeni <strong>di</strong> evapotraspir<strong>azione</strong> provoca un aumento della richiesta d’acqua da<br />

parte della pianta che potrebbe non essere controbilanciata dalla reale <strong>di</strong>sponibilità del<br />

terreno specialmente durante i perio<strong>di</strong> più siccitosi dell’anno. Tale fenomeno rende le piante<br />

più suscettibili agli stress idrici.<br />

I fattori <strong>di</strong> stress elencati “<strong>di</strong>sturbano” la biocenosi costantemente e per lunghi perio<strong>di</strong> e, <strong>di</strong><br />

solito, pre<strong>di</strong>spongono il bosco al deperimento ma non ne rappresentano la causa scatenante.<br />

Altri fattori, che solitamente agiscono per perio<strong>di</strong> limitati sovrappongono i loro effetti a quelli<br />

causati dai fattori pre<strong>di</strong>sponesti, scatenando anche dal punto <strong>di</strong> vista sintomatologico il<br />

fenomeno <strong>di</strong> deperimento. Tra questi fattori nell’area me<strong>di</strong>terranea il più importante è<br />

sicuramente la siccità estiva. Il fatto che il bosco Macchia Grande <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong> sia stato<br />

soggetto negli anni a perio<strong>di</strong> siccitosi <strong>di</strong> durata e intensità sempre maggiori, è testimoniato<br />

<br />

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<br />

Fig. 4


dall’incremento straor<strong>di</strong>nario del valore <strong>di</strong> Xi durante l’ultimo decennio. Certamente tale<br />

evento ha interessato tutta la superficie del bosco ma ha causato problemi <strong>di</strong> deficit idrico<br />

solo sulle piante già pre<strong>di</strong>sposte da altri fattori <strong>di</strong> stress quali quelli descritti<br />

precedentemente. D’altronde la presenza <strong>di</strong> B. me<strong>di</strong>terranea sulle piante deperienti è un<br />

ottimo bio-in<strong>di</strong>catore del fatto che tali piante sono state soggette a fenomeni <strong>di</strong> stress idrico.<br />

Tuttavia ulteriori in<strong>di</strong>cazioni possono derivare da una attenta analisi dei dati strutturali e<br />

gestionali del bosco.<br />

Per la programm<strong>azione</strong> delle linee <strong>di</strong> intervento a breve termine definite nell’ambito dello<br />

stu<strong>di</strong>o in argomento, venivano proposte azioni concrete che, nella totalità, vengono rese<br />

esecutive nell’ambito della presente progett<strong>azione</strong>.<br />

9. Descrizione puntuale delle aree in<strong>di</strong>viduate e degli interventi<br />

La scelta dell’ubic<strong>azione</strong> delle aree da sottoporre a intervento ha considerato i dati e le<br />

informazioni desunte dagli stu<strong>di</strong> scientifici, nonché i rilievi condotti per la stesura del Piano <strong>di</strong><br />

Gestione Agro-Silvo-Pastorale dei territori <strong>di</strong> proprietà dell’<strong>Università</strong> <strong>Agraria</strong> <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>.<br />

In particolare, si è utilizzata la cartografia su base CTR e catastale a corredo del PGAF per<br />

l’esecuzione <strong>di</strong> sopralluoghi in campo volti a controllare lo stato attuale delle Zone A e B del<br />

bosco sopra descritte, e la loro corrispondenza con le particelle forestali del PGAF. Tali<br />

particelle, oggetto degli interventi urgenti <strong>di</strong> conserv<strong>azione</strong> da porre in atto nell’ambito della<br />

presente progett<strong>azione</strong> Life, sono, come già illustrato nei paragrafi precedenti, la n. V<br />

denominata “Incotti” e la n. VI denominata “Muraccioli”.<br />

9.1 Particella forestale V “Incotti”<br />

La particella forestale V denominata Incotti è localizzata a nord della strada forestale <strong>di</strong><br />

Mezzamacchia, presso il confine sud del bosco Macchia Grande; esposta verso sud è posta ad<br />

una quota <strong>di</strong> circa 300 – 340 metri s.l.m., su una superficie pianeggiante. E’ <strong>di</strong>stinta al<br />

catasto come riportato in tabella:<br />

Dott. For. Alessio Telloni<br />

Via Quadroni, 83 – 00066 <strong>Manziana</strong> (Rm)<br />

Tel. 328.1875620<br />

E.mail: a.telloni@tiscali.it<br />

<br />

Dati catastali<br />

Foglio Particella Sup. catastale (ha) Sup. oggetto <strong>di</strong> intervento (ha)<br />

10 29 176.39.50 10.00.00<br />

Per quanto riguarda gli aspetti dendrometrici e strutturali che caratterizzano il popolamento in<br />

questa particella, sono state realizzate delle aree <strong>di</strong> saggio, i cui dati sono stati confrontati<br />

con quelli circostanziati nel PGAF del territorio dell’Ente. Questa parte della fustaia è stata<br />

definita “a priorità <strong>di</strong> intervento” dall’<strong>Università</strong> degli Stu<strong>di</strong> della Tuscia <strong>di</strong> Viterbo, nell’ambito<br />

dello stu<strong>di</strong>o sopra riportato, data la grave ed accentuata sintomatologia <strong>di</strong> deperimento, che


si manifesta con un elevato numero <strong>di</strong> piante morte e/o deperienti per cause riconducibili alla<br />

presenza <strong>di</strong>ffusa o localizzata <strong>di</strong> Biscougnaxia me<strong>di</strong>terranea ed in<strong>di</strong>viduata come zona A.<br />

Attualmente si presenta come un popolamento coetaneiforme con copertura pari a circa il<br />

75%, per la presenza <strong>di</strong> alcuni vuoti, dovuti in parte alla ridotta espansione delle chiome e in<br />

parte alla morte <strong>di</strong> numerose piante <strong>di</strong> cerro. I fusti presentano una chioma inserita in alto,<br />

spesso con rami epicormici che scendono fino ad 1/3 dell’altezza. In questa parte <strong>di</strong> bosco si<br />

può segnalare una struttura praticamente monoplana con modeste variazioni <strong>di</strong> altezza<br />

dovute, probabilmente, alla presenza dei vuoti citati, che hanno favorito l’accrescimento delle<br />

piante poste ai loro margini; l’altezza me<strong>di</strong>a è <strong>di</strong> circa 30 metri.<br />

Dott. For. Alessio Telloni<br />

Via Quadroni, 83 – 00066 <strong>Manziana</strong> (Rm)<br />

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<br />

Fig. 5<br />

Analizzando la fig. 5 si nota che la <strong>di</strong>stribuzione delle piante ad ettaro per classi <strong>di</strong>ametriche<br />

assume un tipico andamento dato da una curva gaussiana, che definisce la presenza <strong>di</strong> un<br />

popolamento coetaneo.<br />

Il numero <strong>di</strong> piante è pari a circa 196 a ettaro, <strong>di</strong> cui quelle morte/deperienti rappresentano il<br />

48% (con circa 94 piante a ettaro). I <strong>di</strong>ametri si aggirano intorno ai 40 cm, l’area basimetrica<br />

totale del popolamento è pari a circa a 34 mq a ettaro, mentre la massa dendrometrica totale<br />

è <strong>di</strong> circa 603 mc a ettaro.<br />

Il cerro è la specie arborea principale, con una presenza del farnetto che si orienta sul 4%,<br />

mentre per le specie arbustive si ritrovano il biancospino (Crataegus monogyna), l’acero<br />

campestre (Acer campestre) e il nespolo (Mespilus germanica).


La scarsa rinnov<strong>azione</strong> <strong>di</strong> cerro è presente solo con piantine dell’anno, che periscono con ogni<br />

probabilità a causa del pascolo e degli stress idrici dovuti ad una maggiore compatt<strong>azione</strong> del<br />

suolo.<br />

La particella è facilmente accessibile, essendo delimitata da un lato dalla strada forestale <strong>di</strong><br />

Mezzamacchia definita camionabile, e per altri due lati da altre strade trattorabili, tutte in<br />

<strong>di</strong>screte con<strong>di</strong>zioni ma con la necessità, soprattutto per la strada <strong>di</strong> mezzamacchia, <strong>di</strong><br />

sottoporle ad adeguata manutenzione, quale il ricarico del manto <strong>di</strong> calpestio per consentire il<br />

passaggio dei mezzi pesanti<br />

Dalla simul<strong>azione</strong> <strong>di</strong> intervento realizzata nelle aree <strong>di</strong> saggio (ve<strong>di</strong> dati in allegato), secondo<br />

la tipologia <strong>di</strong> attività selvicolturali più avanti descritte , scaturiscono i dati <strong>di</strong> prelievo <strong>di</strong>stinti<br />

per categorie <strong>di</strong> deperimento, che si riportano nella tabella che segue. Il prelievo <strong>di</strong> massa è<br />

stato sud<strong>di</strong>viso a seconda dello stato fitosanitario delle piante. Il prelievo maggiore sarà a<br />

carico <strong>di</strong> quelle deperienti, complessivamente sarà pari a circa 132 m 3 /ha per le tre classi<br />

fitosanitarie presenti nella particella.<br />

9.2 Particella forestale VI “Muraccioli”<br />

La particella forestale VI denominata Muraccioli è localizzata a sud della strada forestale <strong>di</strong><br />

Mezzamacchia; esposta verso nord - ovest è posta ad una quota <strong>di</strong> circa 350 metri s.l.m. E’<br />

<strong>di</strong>stinta al catasto come riportato in tabella:<br />

Dott. For. Alessio Telloni<br />

Via Quadroni, 83 – 00066 <strong>Manziana</strong> (Rm)<br />

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<br />

Dati catastali<br />

Foglio Particella Sup. catastale (ha) Sup. oggetto <strong>di</strong> intervento (ha)<br />

11 19 231.28.40 10.00.00<br />

In questa particella il popolamento presenta delle con<strong>di</strong>zioni fitosanitarie migliori, con un<br />

numero inferiore <strong>di</strong> piante sofferenti e/o morte. Dai dati delle aree <strong>di</strong> saggio, riportate in<br />

allegato, il popolamento presenta un numero <strong>di</strong> piante a ettaro pari a circa 145, con 43 piante<br />

a ettaro morte e/o deperienti, che ne rappresentano così circa il 29% del totale. Le altezze e i<br />

<strong>di</strong>ametri si aggirano rispettivamente intorno ai 30 – 32 metri e sui 35 cm. L’area basimetrica è<br />

pari a un valore me<strong>di</strong>o intorno ai 23 mq a ettaro, mentre la massa dendrometrica totale si<br />

aggira intorno a 450 mc a ettaro. Il farnetto partecipa maggiormente alla composizione<br />

specifica del soprassuolo, con una percentuale che sale al 12% rispetto alla precedente<br />

particella; la composizione dello strato arbustivo rimane invece pressoché uguale.


Questa particella è caratterizzata da una <strong>di</strong>versa struttura verticale, variabile da zona a zona<br />

costituita da più strati o <strong>di</strong>setaneiforme, originatasi molto probabilmente dalla tipologia <strong>di</strong><br />

prelievi fatti in passato fino agli anni Settanta, che consistevano principalmente in tagli a<br />

scelta a carico <strong>di</strong> piante con determinate caratteristiche dendrometriche, o prelievi puntuali<br />

per l’asport<strong>azione</strong> <strong>di</strong> piante abbattute da fenomeni meteorologici.<br />

Due aree <strong>di</strong> saggio <strong>di</strong> 5000 mq realizzate in tale area mostrano in un caso una <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

piante a ettaro per classe <strong>di</strong>ametrica con un andamento tipico <strong>di</strong> un popolamento<br />

<strong>di</strong>setaneiforme, mentre nell’altro caso una <strong>di</strong>stribuzione delle piante ad ettaro per classi<br />

<strong>di</strong>ametriche che assume un andamento tipico <strong>di</strong> un popolamento con una struttura<br />

bistratificata.<br />

In particolare, nella particella VI “Muraccioli”, a struttura verticale definita “composita”, si è<br />

rivelato un forte decremento numerico delle classi <strong>di</strong>ametriche inferiori ai 30-35 cm, che<br />

porterebbe nel tempo a una omogeneizz<strong>azione</strong> della struttura verticale e a una<br />

coetanizz<strong>azione</strong> del soprassuolo, in seguito alla mancata afferm<strong>azione</strong> delle piante<br />

appartenenti alle classi <strong>di</strong>ametriche inferiori data dalla copertura uniforme del piano<br />

dominante.<br />

Tale andamento è facilmente riscontrabile mettendo a confronto la <strong>di</strong>stribuzione delle piante<br />

per classi <strong>di</strong>ametriche riportato nello stu<strong>di</strong>o del 1991 (M. G. Agrimi, O. Ciancio, L. Portoghesi,<br />

R. Pozzoli), che mostra una struttura del popolamento <strong>di</strong>setaneiforme, con molte piante<br />

collocate nelle classi <strong>di</strong>ametriche da 5 a 15 cm, e una buona percentuale nelle classi da 45 a<br />

55 cm.<br />

Dalla compar<strong>azione</strong> con i rilievi condotti in fase <strong>di</strong> stesura del PGAF, così come attualizzati<br />

nelle sede del presente lavoro, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa 15 anni, si evidenzia un chiaro scorrimento<br />

delle piante nelle classi <strong>di</strong>ametriche maggiori, e una riduzione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui nelle classi da 10 –<br />

15 cm, in<strong>di</strong>cando una mancata afferm<strong>azione</strong> della rinnov<strong>azione</strong> soprattutto <strong>di</strong> farnetto, ed<br />

evidenziando una lenta coetanizz<strong>azione</strong> del soprassuolo.<br />

Fig. 6: <strong>di</strong>stribuzione piante per classi <strong>di</strong>ametriche tratta dallo stu<strong>di</strong>o del 1991<br />

(M. G. Agrimi, O. Ciancio, L. Portoghesi, R. Pozzoli)<br />

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Fig. 7: <strong>di</strong>stribuzione piante per classi <strong>di</strong>ametriche tratta dai campionamenti attuali<br />

Anche in questo caso, dalla simul<strong>azione</strong> <strong>di</strong> intervento realizzata nelle aree <strong>di</strong> saggio (ve<strong>di</strong> dati<br />

in allegato), secondo la tipologia <strong>di</strong> attività selvicolturali più avanti descritte , scaturiscono i<br />

dati <strong>di</strong> prelievo <strong>di</strong>stinti per categorie <strong>di</strong> deperimento, che si riportano nella tabella che segue.<br />

Il prelievo <strong>di</strong> massa è stato sud<strong>di</strong>viso a seconda dello stato fitosanitario delle piante. Il<br />

prelievo maggiore sarà a carico <strong>di</strong> quelle deperienti, complessivamente sarà pari a circa 52<br />

m 3 /ha per le tre classi fitosanitarie presenti nella particella.<br />

9.3 Interventi proposti<br />

In ambito <strong>di</strong> red<strong>azione</strong> del Progetto Life, era stato previsto che le Azioni <strong>di</strong> gestione<br />

naturalistica degli ambienti forestali maturi ricadenti nel SIC “Macchia <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>” fossero<br />

realizzati su una superficie complessiva <strong>di</strong> 60 ettari.<br />

Tali tipologie <strong>di</strong> interventi erano state in parte già previste ed inserite nel PGAF dell’<strong>Università</strong><br />

<strong>Agraria</strong> <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>, e sottoposte a Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Incidenza con parere favorevole con<br />

prescrizioni. Tali interventi, già valutati ed approvati dagli Uffici competenti della Regione<br />

Lazio, prevedevano però un approccio maggiormente precauzionale, basato su interventi<br />

puntuali e da realizzarsi su una superficie forestale ridotta a 20 ettari, sud<strong>di</strong>visi in due aree da<br />

10 ettari nelle particelle forestali V e VI.<br />

Si ritiene che le finalità perseguite dal progetto Life, siano comunque rispettate. Infatti, anche<br />

se gli interventi, a causa delle prescrizioni a cui attenersi, rilasciate in fase <strong>di</strong> valut<strong>azione</strong> <strong>di</strong><br />

incidenza, incidono su una superficie minore rispetto a quanto in<strong>di</strong>cato nella proposta Life,<br />

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comunque mantengono il carattere <strong>di</strong> sperimentalità che possedevano in origine. Dagli<br />

interventi <strong>di</strong> conserv<strong>azione</strong> realizzati su 20 ettari, come da quelli originariamente da<br />

realizzarsi su 60 ettari <strong>di</strong> superficie, ci si attende <strong>di</strong> determinare dei modelli prioritari <strong>di</strong><br />

intervento che, a seguito <strong>di</strong> monitoraggio envalut<strong>azione</strong> dei risultati attesi, possano essere in<br />

futuro estesi alle altre aree <strong>di</strong> fustaia che presentano evidenti segni <strong>di</strong> deperimento e<br />

<strong>di</strong>minuzione, a causa della coetanizz<strong>azione</strong> del soprassuolo, della resilienza e dell’omeostasi<br />

del popolamento.<br />

Le prescrizioni, gia impartite a cui debbono attenersi le fasi <strong>di</strong> cantiere, richiedono delle<br />

procedure più accorte nelle fasi esecutive con maggiori oneri sia in termini <strong>di</strong> tempo che in<br />

specializz<strong>azione</strong> delle attività. Inoltre, la riduzione in assortimenti a legna da ardere da<br />

consegnare agli utenti dell’<strong>Università</strong> <strong>Agraria</strong> <strong>di</strong> <strong>Manziana</strong>, richiede, vista la <strong>di</strong>mensione delle<br />

piante abbattute nell’ambito degli interventi selvicolturali, delle lavorazioni aggiuntive quali<br />

l’allestimento in toppi da 1 metro/50 centimetri ed il successivo trattamento a spacco.<br />

Si prevede in generale, per entrambe le particelle, l’esecuzione <strong>di</strong> “<strong>di</strong>radamenti a buche” <strong>di</strong><br />

superficie compresa tra 300 e 700 mq da eseguire in una unica stagione silvana.<br />

In ottemperanza <strong>di</strong> quanto <strong>di</strong>sposto dal parere <strong>di</strong> valut<strong>azione</strong> <strong>di</strong> incidenza a cui gli interventi<br />

sono già stati sottoposti, per ogni particella l’intervento si svolgerà in tre fasi da circa 3,3<br />

ettari ciascuna, ed in concomitanza <strong>di</strong> ogni intervento sarà garantita la presenza del Direttore<br />

dei Lavori selvicolturali, <strong>di</strong> rappresentanti del Corpo Forestale dello Stato e dell’Area<br />

Conserv<strong>azione</strong> Natura della Regione Lazio, al fine <strong>di</strong> verificare la conformità dell’intervento<br />

con il progetto e le prescrizioni previste dalla Pronuncia <strong>di</strong> Valut<strong>azione</strong> <strong>di</strong> Incidenza del PGAF.<br />

Si sottolinea che questa tipologia <strong>di</strong> intervento si prospetta particolarmente oneroso, a causa<br />

del suo carattere <strong>di</strong> puntualità e <strong>di</strong> superficie ridotta; è necessario inoltre che il taglio sia<br />

eseguito da una <strong>di</strong>tta boschiva altamente specializzata, in grado cioè <strong>di</strong> evitare danni alle<br />

alberature e alla rinnov<strong>azione</strong> circostanti la buca nelle fasi <strong>di</strong> abbattimento e allestimento,<br />

nonché danni al suolo e alla viabilità presente nella fase <strong>di</strong> esbosco. La scelta dei punti dove<br />

aprire le buche infatti dovrebbe essere guidata, oltre che dalle con<strong>di</strong>zioni microstazionali e<br />

dalla composizione dello strato arboreo inferiore, anche e soprattutto, dalla possibilità <strong>di</strong><br />

abbattere ed esboscare le piante cadute al taglio nella parte a sud della buca in modo da<br />

evitare danni alla porzione <strong>di</strong> bosco che risulterebbe più illuminata dopo il trattamento.<br />

Il taglio non asporterà più del 25% della biomassa <strong>di</strong> ogni particella, e riguarderà<br />

principalmente:<br />

- le piante secche e morte in pie<strong>di</strong> ad eccezione <strong>di</strong> quelle che ospitano siti <strong>di</strong> riproduzione <strong>di</strong><br />

rapaci o picchi, con asport<strong>azione</strong> del materiale legnoso,<br />

- una buona percentuale delle piante deperienti, saranno rilasciate a dote del bosco, al fine<br />

della conserv<strong>azione</strong> <strong>di</strong> specifiche nicchie ecologiche per la fauna e per i funghi lignicoli. Si<br />

manterranno orientativamente 5 – 15 alberi ad ettaro <strong>di</strong> questa tipologia, al fine <strong>di</strong><br />

mantenere gli habitat e le catene ecologiche legati alla necromassa, in zone all’interno delle<br />

particelle in cui questo non comprometta l’incolumità pubblica.<br />

Al fine <strong>di</strong> favorire la form<strong>azione</strong> <strong>di</strong> uno strato arboreo interme<strong>di</strong>o, per il miglioramento della<br />

stabilità ecologica del popolamento e la sua <strong>di</strong>versific<strong>azione</strong> strutturale e compositiva, il<br />

<strong>di</strong>radamento interesserà anche le classi <strong>di</strong>ametriche più numerose, vale a <strong>di</strong>re quelle<br />

comprese tra 25 e 55 cm, e solo marginalmente le classi <strong>di</strong>ametriche più gran<strong>di</strong>, rientranti<br />

sempre nel 25% <strong>di</strong> prelievo previsto.<br />

Dott. For. Alessio Telloni<br />

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La <strong>di</strong>minuzione della densità dello strato superiore otterrebbe anche l'effetto <strong>di</strong> ridurre la<br />

competizione per le risorse idriche tra gli alberi della fustaia adulta, attenuando il rischio <strong>di</strong><br />

stress idrici estivi che favoriscono nel cerro la sindrome da deperimento causata da parassiti<br />

endofiti.<br />

All'interno dell'area della buca si avrebbe così l'afferm<strong>azione</strong> <strong>di</strong> una nuova ondata <strong>di</strong><br />

rinnov<strong>azione</strong> naturale <strong>di</strong> quercia, mentre nell'area attorno alla buca (extended gap) si<br />

creerebbero con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> maggiore illumin<strong>azione</strong> in grado <strong>di</strong> consentire la crescita <strong>di</strong> soggetti<br />

<strong>di</strong> specie non quercine.<br />

Come ulteriore prescrizione, gli in<strong>di</strong>vidui arborei morti a terra o in pie<strong>di</strong>, deperienti o con<br />

visibili tracce <strong>di</strong> gallerie delle larve degli invertebrati <strong>di</strong> interesse comunitario Cerambyx cerdo<br />

e Lucanus cervus non dovranno andare a taglio, considerando che il ciclo biologico <strong>di</strong> tali<br />

insetti è particolarmente lungo, ed impiegano 3 anni per passare allo stato adulto.<br />

La densità <strong>di</strong> queste buche è in funzione delle con<strong>di</strong>zioni del soprassuolo esistente, ma varierà<br />

da 1 a 4 per ettaro. In almeno una <strong>di</strong> queste buche per ogni particella, in conformità con<br />

quanto prescritto nel parere <strong>di</strong> Valut<strong>azione</strong> <strong>di</strong> Incidenza già citato, è previsto il rilascio a terra<br />

<strong>di</strong> tutta la massa legnosa tagliata al fine <strong>di</strong> garantire il ciclo biologico dei coleotteri lignicoli<br />

inseriti negli allegati II e IV della Direttiva Habitat, quali il Cerambyx cerdo ed il Lucanus<br />

cervus.<br />

Dagli interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>radamento si prevede inoltre:<br />

- <strong>di</strong> incrementare la produzione <strong>di</strong> ghianda, favorendo la presenza <strong>di</strong> piante <strong>di</strong> cerro e farnetto<br />

appartenenti a classe <strong>di</strong> età <strong>di</strong>fferenti e <strong>di</strong>stribuite uniformemente nello spazio;<br />

- favorire la presenza e lo sviluppo <strong>di</strong> specie accessorie con esigenze idriche minori, al fine <strong>di</strong><br />

comporre popolamenti <strong>di</strong> specie maggiormente resistenti alla siccità estiva, e localizzate<br />

soprattutto nella fascia <strong>di</strong> 50-150 m dal margine del bosco, per ricreare la zona <strong>di</strong> mantello<br />

del bosco che consente <strong>di</strong> evitare l’ingresso <strong>di</strong> specie infestanti ed invasive (robinia ed ailanto,<br />

ad esempio);<br />

Le due particelle saranno inoltre opportunamente recintate al fine <strong>di</strong> evitare l’ingresso <strong>di</strong> capi<br />

<strong>di</strong> bestiame al pascolo. Tale <strong>azione</strong> progettuale è <strong>di</strong> rilevante importanza, poiché il pascolo<br />

come specificato ai paragrafi precedenti è uno dei fattori pre<strong>di</strong>sponesti al deperimento della<br />

foresta.<br />

Si prevede inoltre <strong>di</strong> completare gli interventi <strong>di</strong> <strong>di</strong>radamento con altre azioni “accessorie” ma<br />

ritenute importanti per la riuscita degli obiettivi previsti, <strong>di</strong>stinte per la particella V e particella<br />

VI.<br />

Per la particella V “Incotti”, maggiormente degradata, si prevede <strong>di</strong> accompagnare gli<br />

interventi <strong>di</strong> taglio a un’<strong>azione</strong> <strong>di</strong> spaglio <strong>di</strong> ghiande: nel periodo <strong>di</strong> ottobre – novembre<br />

(2011), si prevede cioè la raccolta <strong>di</strong> seme del germoplasma forestale del popolamento,<br />

coinvolgendo eventualmente anche la popol<strong>azione</strong> locale con le misure <strong>di</strong> sensibilizz<strong>azione</strong> e<br />

comunic<strong>azione</strong> previste nel medesimo Progetto Life, da fare seguire a spargimento manuale<br />

nelle zone precedentemente in<strong>di</strong>viduate.<br />

Parte dei semi raccolti servirebbero anche per il primo allestimento del vivaio forestale, la cui<br />

realizz<strong>azione</strong> è prevista nell’Azione C.8, per una produzione approssimativa <strong>di</strong> circa 5000<br />

piantine.<br />

Dott. For. Alessio Telloni<br />

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Nei mesi primaverili, si prevede una fase <strong>di</strong> monitoraggio al fine <strong>di</strong> valutare la germin<strong>azione</strong><br />

delle ghiande e dei semi sparsi e l’attecchimento dei semenzali. Dove tale oper<strong>azione</strong> non ha<br />

avuto esito, nell’autunno dello stesso anno (2012) si prevedono interventi puntiformi <strong>di</strong><br />

messa a <strong>di</strong>mora <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> plantule prodotte dal vivaio forestale per un numero <strong>di</strong> circa<br />

2.500 piantine, da eseguire nelle chiarie senza alcuna asport<strong>azione</strong> <strong>di</strong> materiale legnoso<br />

morto a terra, al fine <strong>di</strong> favorire le <strong>di</strong>namiche ecologiche principalmente legate alla biologia<br />

degli insetti xilofagi ed alla catena trofica ad essi legata. Seguirà nella primavera del 2013<br />

una ulteriore verifica sullo stato <strong>di</strong> attecchimento delle piantine forestali e, nella eventualità,<br />

si procederà ad un ulteriore risarcimento delle fallanze nell’autunno 2013. L’attività <strong>di</strong><br />

risarcimento delle fallanze attraverso le eventuali rimanenze del materiale prodotto in vivaio,<br />

sarà garantita anche per i due anni successivi alla durata del progetto Life.<br />

Per la particella VI “Muraccioli”, <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni fitosanitarie migliori, si prevede oltre<br />

all’intervento <strong>di</strong> <strong>di</strong>radamento a buche già descritto in precedenza, principalmente rivolto a<br />

carico delle classi <strong>di</strong>ametriche maggiori, per favorire la crescita e l’instaurarsi delle piante<br />

delle classi <strong>di</strong>ametriche inferiori, attualmente assenti, dando luogo ai presupposti per una<br />

<strong>di</strong>setanizz<strong>azione</strong> del popolamento, <strong>di</strong> far seguire, anche in questo caso, la raccolta <strong>di</strong> seme<br />

autoctono e il successivo spaglio nei mesi autunnali (ottobre – novembre 2011), sfruttando<br />

anche il terreno in parte smosso dalle utilizzazioni forestali, che altrimenti necessitava <strong>di</strong> una<br />

leggera lavor<strong>azione</strong> nelle zone in cui si presentava maggiormente compattato.<br />

Tutte le operazioni <strong>di</strong> campagna verranno eseguite prima dell’utilizz<strong>azione</strong>, a seguito della<br />

definitiva approv<strong>azione</strong> del progetto da parte degli uffici competenti, me<strong>di</strong>ante utilizzo della<br />

strument<strong>azione</strong> già evidenziata nella voce equipment del formulario finanziario del progetto<br />

Life “Monti della Tolfa”, nella fattispecie del Cavalletto dendrometrico elettronico (strumento<br />

utile alla determin<strong>azione</strong> dei <strong>di</strong>ametri delle piante forestali) e del clisimetro-ipsometro<br />

(strumento utile alla determin<strong>azione</strong> delle altezze delle piante forestali e delle pendenze del<br />

soprassuolo). Come evidenziato ai paragrafi precedenti, si prevede l’attiv<strong>azione</strong> <strong>di</strong> una<br />

procedura <strong>di</strong> controllo atta a valutare l’attinenza degli interventi con quanto definito dagli<br />

elaborati progettuali; all’uopo si procederà nella valut<strong>azione</strong> dell’intervento step by step,<br />

prevedendo <strong>di</strong> porre in atto dei controlli perio<strong>di</strong>ci, circa ogni 3 ha <strong>di</strong> utilizz<strong>azione</strong> avvenuta, al<br />

fine <strong>di</strong> verificarne la congruità ed apportarne eventuali correttivi in corso d’opera. A tal fine<br />

sarà necessario l’utilizzo della strument<strong>azione</strong> già evidenziata nella voce equipment del<br />

formulario finanziario nella fattispecie dei già citati Cavalletto dendrometrico elettronico e del<br />

clisimetro-ipsometrovertex ipsometro (strumento utile alla materializz<strong>azione</strong> <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> saggio<br />

circolari all’interno dei soprassuoli e alla misur<strong>azione</strong> delle altezze delle piante forestali).<br />

10. Misure mitigative agli interventi proposti<br />

Considerando che lo scopo <strong>di</strong> tale Azione prevista all’interno del Progetto Life Natura Monti<br />

della Tolfa è quello <strong>di</strong> contrastare il deperimento dei boschi e contenere le cause scatenanti e<br />

determinanti <strong>di</strong> tale fenomeno, al fine <strong>di</strong> garantire a lungo termine la conserv<strong>azione</strong><br />

dell’habitat 9280 Boschi <strong>di</strong> Quercus frainetto e dell’habitat <strong>di</strong> specie presenti nell’allegato II e<br />

IV della Direttiva Habitat - Cerambyx cerdo e Lucanus cervus, sono state valutate comunque<br />

alcune misure mitigative agli interventi proposti, anche se questi possono essere valutati<br />

“<strong>di</strong>rettamente connessi o necessari alla gestione del sito”, secondo quanto previsto dall’art.6<br />

par.3 della Direttiva Habitat 92/43/CEE.<br />

Dott. For. Alessio Telloni<br />

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Innanzitutto, gli interventi pianificati ed i previsti accorgimenti tecnici relativi alla loro<br />

sostenibilità ambientale non daranno luogo a riduzione o frammentazioni <strong>di</strong> habitat, né<br />

riduzione della densità delle specie censite, anzi si prospetta un miglioramento delle<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> tali habitat e quin<strong>di</strong> una maggiore presenza delle specie interessate.<br />

Gli interventi pianificati producono solo un impatto temporaneo sul sito Natura 2000, ben<br />

presto rimarginato nell’arco <strong>di</strong> qualche mese.<br />

E’ prevista l’esecuzione degli interventi da parte <strong>di</strong> <strong>di</strong>tte boschive adeguatamente formate e<br />

con esperienza documentata, per garantire la buona esecuzione delle operazioni selvicolturali<br />

ed evitare eccessivi danni al soprassuolo.<br />

Gli interventi selvicolturali e gli altri ad essi connessi non determinano produzione <strong>di</strong> rifiuti che<br />

possono avere incidenza negativa sul sito, in quanto vengono prodotti i classici rifiuti relativi<br />

alla permanenza <strong>di</strong> macchine operatrici forestali ed agricole e <strong>di</strong> squadre <strong>di</strong> operai durante i<br />

perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> esecuzione dei singoli interventi (bottiglie, lattine, taniche per olio e benzina, ecc.),<br />

che giornalmente saranno raccolti e smaltiti negli idonei raccoglitori, il cui controllo spetterà<br />

alla Direzione dei Lavori.<br />

Gli interventi previsti dalla pianific<strong>azione</strong> non produrranno inquinamenti del sito. Durante le<br />

fasi <strong>di</strong> esecuzione, questi saranno regolati da appositi capitolati d’oneri volti a normare le<br />

attività <strong>di</strong> cantiere per tutelare il sito da pericoli <strong>di</strong> inquinamento, che garantiranno una<br />

limitata emissione <strong>di</strong> gas <strong>di</strong> scarico ed un limitato inquinamento acustico, tramite il<br />

recepimento delle normative vigenti in materia, le quali pre<strong>di</strong>spongono la messa a norma dei<br />

macchinari utilizzati, in rel<strong>azione</strong> alle emissione dei gas <strong>di</strong> scarico e l’obbligo <strong>di</strong> sottoporli ad<br />

adeguata revisione. Sarà obbligo del <strong>di</strong>rettore dei lavori verificare la conformità dei<br />

macchinari utilizzati nell’area <strong>di</strong> intervento. I rifornimenti <strong>di</strong> carburante e le sostituzioni dei<br />

lubrificanti verranno realizzati al <strong>di</strong> fuori dell’area forestale e con accorgimenti relativi alla<br />

raccolta dei reflui in contenitori da smaltire in sede adeguata. Non verranno utilizzate altre<br />

sostanze tossiche al <strong>di</strong> fuori dei combustibili necessari per il funzionamento delle macchine<br />

operatrici forestali ed agricole. Saranno adottate inoltre misure precauzionali previste dal<br />

Testo Unico sulla sicurezza del lavoro (D. Lgs. 81/2008) per evitare rischi infortunistici legati<br />

ai lavori eseguiti con le motoseghe e con le trattrici nel cantiere forestale.<br />

L'utilizz<strong>azione</strong> del soprassuolo forestale non innescherà fenomeni degradativi del suolo, in<br />

quanto il <strong>di</strong>radamento sull’alto fusto non prevede un prelievo notevole, e non si determina<br />

quin<strong>di</strong> una scopertura elevata del soprassuolo, garantendo il terreno da fenomeni <strong>di</strong> degrado.<br />

Non si prevedono impatti significativi nei riguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> corpi idrici in quanto non sono presenti<br />

nelle particelle soggette agli interventi, e neanche a carico della falda idrica.<br />

Per quanto riguarda le interferenze sulle componenti biotiche, ferma restando la finalità<br />

perseguita, quella della conserv<strong>azione</strong> dei valori esplicitati dalle Direttive Comunitarie, così<br />

come mitigate dalle prescrizioni imposte dalla Pronuncia <strong>di</strong> Valut<strong>azione</strong> <strong>di</strong> Incidenza al PGAF,<br />

si precisa che l’intervento, dato che si svolge solamente su 20 ettari rispetto ai 540 <strong>di</strong><br />

Dott. For. Alessio Telloni<br />

Via Quadroni, 83 – 00066 <strong>Manziana</strong> (Rm)<br />

Tel. 328.1875620<br />

E.mail: a.telloni@tiscali.it


superficie totale della fustaia, ha un carattere puntuale e circoscritto, con un impatto del<br />

cantiere limitato sul Sito.<br />

La finalità degli interventi da svolgere all’interno della compresa <strong>di</strong> Macchia Grande non sono<br />

<strong>di</strong> tipo produttivo, ma atte a valorizzare la funzionalità del bosco relativa alle sue valenze<br />

paesaggistico-ambientali, e a determinare un modello per garantirne la perpetu<strong>azione</strong> del<br />

soprassuolo e continuare a fare in modo che questo assolva alle sue funzioni ecologicoambientali.<br />

Secondo quanto in<strong>di</strong>cato nelle Disposizioni Comuni del progetto Life ed in linea con la filosofia<br />

Life medesima, si è ritenuto come rivestisse un ruolo fondamentale la comunic<strong>azione</strong> degli<br />

interventi previsti dal presente elaborato presso i portatori <strong>di</strong> interesse a vario livello. A tal<br />

fine è stata prevista nella sede progettuale la realizz<strong>azione</strong> ed apposizione <strong>di</strong> cartellonistica<br />

informativa nelle aree <strong>di</strong> cantiere, ove oltre ai contenuti stabiliti dalla normativa nazionale, si<br />

circostanziassero gli interventi previsti nel dettaglio, l’ambito <strong>di</strong> riferimento, congiuntamente<br />

alle finalità ed i risultati attesi.<br />

11. Cronoprogramma degli interventi<br />

Prima <strong>di</strong> circostanziare sulla scansione temporale degli interventi in conformità con la<br />

Timetable aggiornata del Progetto Life, occorre precisare alcuni aspetti.<br />

Nonostante la riduzione della superficie <strong>di</strong> intervento, scaturita dalle prescrizioni della<br />

Valut<strong>azione</strong> <strong>di</strong> Incidenza, già circostanziate, si vuole precisare, in questa sede, che l’importo<br />

finanziario previsto per l’<strong>azione</strong> C2 non ha subito riduzioni <strong>di</strong> sorta, anzi si prevede al fine<br />

dell’implement<strong>azione</strong> dell’<strong>azione</strong> un apporto <strong>di</strong> risorse interne dell’Ente. Tale evidenza è<br />

motivata dalla peculiarità degli interventi selvicolturali stessi la cui entità è stata definita in<br />

precedenza. Le stesse prescrizioni impartite dalla pronuncia <strong>di</strong> Valut<strong>azione</strong> <strong>di</strong> Incidenza hanno<br />

determinato la necessità <strong>di</strong> porre in atto azioni selvicolturali puntuali e dettagliate che<br />

giustificano tale circostanza.<br />

Conformemente a quanto in<strong>di</strong>cato nella Valut<strong>azione</strong> <strong>di</strong> incidenza, gli interventi sulle particelle<br />

forestali saranno realizzati nell’arco <strong>di</strong> due stagioni silvane <strong>di</strong>stinte, come riportato nel<br />

cronoprogramma che segue.<br />

Dott. For. Alessio Telloni<br />

Via Quadroni, 83 – 00066 <strong>Manziana</strong> (Rm)<br />

Tel. 328.1875620<br />

E.mail: a.telloni@tiscali.it


2013<br />

settembre<br />

ottobre<br />

novembre<br />

<strong>di</strong>cembre<br />

gennaio<br />

febbraio<br />

marzo<br />

aprile<br />

maggio<br />

giugno<br />

luglio<br />

agosto<br />

settembre<br />

ottobre<br />

novembre<br />

<strong>di</strong>cembre<br />

gennaio<br />

febbraio<br />

marzo<br />

aprile<br />

maggio<br />

giugno<br />

luglio<br />

agosto<br />

settembre<br />

ottobre<br />

novembre<br />

<strong>di</strong>cembre<br />

2012<br />

2011<br />

Anno/Attività<br />

Manutenzione strada<br />

forestale <strong>di</strong><br />

mezzamacchia<br />

Intervento <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>radamento<br />

Raccolta e spaglio<br />

ghianda<br />

Realizz<strong>azione</strong><br />

chiudende<br />

Monitoraggio<br />

germin<strong>azione</strong> ghianda<br />

spagliata/piantine<br />

attecchite<br />

Impianto <strong>di</strong> piantine<br />

forestali da vivaio<br />

ATTIVITA' DA ESEGUIRE NELLA PARTICELLA FORESTALE V


2013<br />

gennaio<br />

febbraio<br />

marzo<br />

aprile<br />

maggio<br />

giugno<br />

luglio<br />

agosto<br />

settembre<br />

ottobre<br />

novembre<br />

<strong>di</strong>cembre<br />

gennaio<br />

febbraio<br />

marzo<br />

aprile<br />

maggio<br />

giugno<br />

luglio<br />

agosto<br />

settembre<br />

ottobre<br />

novembre<br />

<strong>di</strong>cembre<br />

2012<br />

Anno/Attività<br />

Intervento <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>radamento<br />

Raccolta e spaglio<br />

ghianda<br />

Realizz<strong>azione</strong><br />

chiudende<br />

Monitoraggio<br />

germin<strong>azione</strong> ghianda<br />

spagliata<br />

Ulteriore spaglio della<br />

ghianda<br />

ATTIVITA' DA ESEGUIRE NELLA PARTICELLA FORESTALE VI

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