Dedicata a Francesco Macciò - BombaCarta
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voce inconsistente, grumo<br />
di nebbia in fondo al cuore<br />
Dovrei vigilare, svegliarli tutti<br />
svegliarli tutti a colpi<br />
di daga sul clipeo sonante…<br />
Ma sta per finire<br />
il mio turno di guardia, il dio<br />
del Sonno mi assale, s’inghiotte<br />
la mia mano pesante<br />
Torna all’INDICE POESIE<br />
da PERCEZIONI DELL’ANIMA<br />
I<br />
Niente altro. Un ristagno di nubi<br />
oppresse. Un cielo bloccato.<br />
La linea bianca tratteggiata<br />
che conduce in un battito<br />
dove ritorna la strada.<br />
La stessa acqua opaca<br />
che cade svaporando.<br />
II<br />
“Andar via leggeri”, dici dalle lenti<br />
azzurrate dei tuoi occhiali da sole,<br />
“via leggeri in quel poco che ci avanza<br />
in ogni istante di questa vita…”<br />
E mi getti addosso la tua ombra assorta,<br />
l’origine perduta di un senso<br />
che ci avvolge come un desiderio,<br />
come un gesto che non si consuma.<br />
III<br />
Un’ansa del fiume. Un riflesso<br />
ondeggiante di foglie,<br />
sguardi immobili che chiudono<br />
l’orizzonte. Conviene decidersi,<br />
scendere, raggiungere la riva.<br />
Quanto resta da vedere ci è vicino,<br />
ce lo portiamo dentro