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La Botanica a portata di click - liceo ettore majorana

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<strong>La</strong> cellula vegetale<br />

<strong>La</strong> parete cellulare<br />

I tessuti vegetali<br />

Organografia e germinazione<br />

Il fiore<br />

Il fusto<br />

<strong>La</strong> ra<strong>di</strong>ce<br />

<strong>La</strong> foglia<br />

Il frutto<br />

Una visita all’orto botanico<br />

A cura <strong>di</strong>…


<strong>La</strong> cellula vegetale è una cellula semplice eucariota che si <strong>di</strong>fferenzia dalla cellula animale per le<br />

<strong>di</strong>fferenti proprietà fisiche :<br />

- parete cellulare inspessita ;<br />

- presenza <strong>di</strong> plasti<strong>di</strong> ;<br />

- presenza <strong>di</strong> vacuolo centrale .<br />

<strong>La</strong> parete cellulare ha origine nel citoplasma è ha la funzione, oltre <strong>di</strong> protezione per la cellula da<br />

agenti patogeni, <strong>di</strong> sostegno, poiché è la sola che resta alla morte della cellula.<br />

I plasti<strong>di</strong> sono organuli citoplasmatici e si <strong>di</strong>vidono in cromatofori fotosinteticamente attivi e<br />

cromatofori fotosinteticamente non attivi.<br />

- fotosinteticamente attivi: i cloroplasti, i rodoplasti e i feoplasti.<br />

- fotosinteticamente non attivi: i leucoplasti, che si <strong>di</strong>vidono a loro volta in: amiloplasti, lipidoplasti<br />

e protidoplasti.<br />

Nei plasti<strong>di</strong> vi è la clorofilla, pigmento che dà il colore verde alle foglie; essa si <strong>di</strong>vide in clorofilla A e<br />

clorofilla B. <strong>La</strong> clorofilla A si trova solo nei rodoplasti, invece nei cloroplasti si trova sia la clorofilla A<br />

che la clorofilla B. Nei leucoplasti la clorofilla, non essendoci luce, non è presente e perciò si forma un<br />

suo precursore, la protoclorofilla (presenza <strong>di</strong> ferro).<br />

Il vacuolo centrale è costituito principalmente da acqua e mucillagini ed è importante poiché dà<br />

turgore alle cellule, più il vacuolo è gonfio più le cellule sono turgide.


<strong>La</strong> parete cellulare è un organulo proprio della cellula vegetale, cui conferisce rigi<strong>di</strong>tà e<br />

capacità <strong>di</strong> mantenimento della forma. Ha origine dal citoplasma e rimane intatta anche<br />

quando la cellula muore.<br />

E’ costituta principalmente da un sistema fibrillare formato da micro fibrille <strong>di</strong>sposte in 3 tipi :<br />

anulare, spirale, fibrosa.<br />

Inoltre non si deposita in modo del tutto omogeneo ma vi sono dei punti meno ispessiti<br />

chiamati punteggiature.<br />

Ecco i vari strati che vanno a costituire la parete cellulare :<br />

<strong>La</strong>mella Me<strong>di</strong>ana<br />

Parete Primaria<br />

Parete Secondaria<br />

Parete Terziaria


<strong>La</strong>mella<br />

Me<strong>di</strong>ana<br />

<strong>La</strong> lamella me<strong>di</strong>ana è uno<br />

strato <strong>di</strong> comunicazione tra<br />

due pareti cellulari a<br />

contatto, cioè tra due<br />

cellule, ed è lo strato più<br />

esterno <strong>di</strong> una cellula<br />

vegetale. E’ costituita<br />

principalmente da sostanze<br />

peptiche, polimeri originati<br />

dalla polimerizzazione<br />

dell’acido peptico, e da<br />

proteine enzimatiche.<br />

<strong>La</strong> lamella me<strong>di</strong>ana è<br />

attraversata da filamenti <strong>di</strong><br />

citoplasma (plasmodesma)<br />

e prolungamenti del<br />

reticolo endoplasmatico<br />

(desmotubulo) che insime<br />

formano i plasmodesmi.


<strong>La</strong> parete primaria è il primo strato esterno generato dalla parete cellulare.<br />

E’ costituita da un sistema fibrillare formato da cellulosa (15% del totale) e emicellulosa ed<br />

inoltre contiene sostanze peptiche, lipi<strong>di</strong>, proteine e acqua.


<strong>La</strong> parete secondaria si genera dopo quella primaria ed ha le stesse caratteristiche della<br />

parete primaria tranne per la percentuale <strong>di</strong> cellulosa che è il 75% del totale. Generalmente<br />

nella parete secondaria avvengono le mo<strong>di</strong>fiche della parete cellulare.


Si pensa che la parete terziaria sia un ulteriore strato che si genera subito sotto la parete<br />

secondaria. Altri invece ritengono che la parete terziaria non sia altro che un incrostazione<br />

della parete secondaria.


<strong>La</strong> parete può subire variazioni in base alle esigenze della piante :<br />

- Lignificazione,<br />

- Cutinizzazione,<br />

- Suberinizzazione,<br />

- Mineralizzazione,<br />

- Gelificazione,<br />

- Pigmentazione,<br />

- Cerificazione.<br />

Lignificazione si ha per deposito <strong>di</strong> lignina in special modo nei tessuti conduttori e nello<br />

sclerenchima (tessuto meccanico).<br />

Cutinizzazione si ha per deposito <strong>di</strong> cutina è una sostanza cerosa e impermeabile e si trova<br />

all’esterno delle foglie specialmente nel tessuto epidermico.<br />

Mineralizzazione nella parete cellulare si vengono a depositare Sali come silicio e<br />

carbonato <strong>di</strong> calcio.


Suberinizzazione: si ha per deposito <strong>di</strong> suberina, sostanza <strong>di</strong> natura grassa e<br />

impermeabile. Da questa si forma il sughero.<br />

Pigmentazione la parete cellulare si impegna <strong>di</strong> sostanza colorate per resistere agli agenti<br />

atmosferici<br />

Gelificazione si ha per deposito <strong>di</strong> gomme e mucillagini che trattengono l’acqua dalle<br />

piante. <strong>La</strong> gelificazione è tipica delle piante grasse che hanno la necessità <strong>di</strong> trattenere i<br />

liqui<strong>di</strong>.<br />

Cerificazione ha la funzione <strong>di</strong> rinforzare l'impermeabilizzazione dell’epidermide si può<br />

depositare sotto forma <strong>di</strong> scaglie o granuli. Quando le secrezioni sono sotto forma <strong>di</strong><br />

granuli si forma la pruina che si trova ad esempio nell’uva.


Un tessuto vegetali sono insiemi <strong>di</strong> cellule che contraggono rapporti sia tra <strong>di</strong> loro che con l’esterno;<br />

sono dotati <strong>di</strong>:<br />

-<strong>La</strong>mella me<strong>di</strong>ana;<br />

- Punteggiature, all’interno <strong>di</strong> queste si formano i porocanali dove vi sono i plasmodesmi, questi<br />

sono dei frammenti citoplasmatici che servono a migliorare gli scambi;<br />

- Spazi intercellulari, al loro interno avviene lo scambio dei gas.<br />

I tessuti vegetali si <strong>di</strong>vidono in:<br />

Merestimatici o Embrionali<br />

Adulti o Definitivi


I tessuti merestimatici o embrionali sono costituiti da cellule in grado <strong>di</strong> accrescersi e<br />

<strong>di</strong>vidersi: presentano un nucleo grosso e centrale, citoplasma abbondante, organuli non<br />

ancora specializzati. Posseggono solo la parete primaria non ispessita o mo<strong>di</strong>ficata. Esse si<br />

<strong>di</strong>vidono in:<br />

• Cellule merestimatiche primarie che si <strong>di</strong>vidono in :<br />

- apicali (Ra<strong>di</strong>ci o apice dei rami per lo sviluppo trasversale) ;<br />

- intercalari (Sparsi per tutta la pianta per lo sviluppo longitu<strong>di</strong>nale) .<br />

• Cellule merestimatiche secondarie che si <strong>di</strong>vidono in:<br />

- cambiali , che si <strong>di</strong>vidono a loro volta in cambio (Ispessimento tra legno e libro che forma<br />

i noti cerchi dell’et{) e fellogeno (Ispessimento esterno );<br />

- avventizi, che sono cellule specializzate all’intervento in caso <strong>di</strong> lesione alla corteccia;<br />

- merestimoi<strong>di</strong> , che danno origine a strutture secondarie quali peli e stomi.


I tessuti adulti o definitivi sono costituiti da cellule che sono in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>vidersi e conseguentemente<br />

<strong>di</strong>fferenziarsi, in base alla loro funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguono in:<br />

Tessuto Parenchimatico o Fondamentale<br />

Tessuto <strong>di</strong> Protezione o Tegumentale <strong>di</strong> rivestimento<br />

Tessuto Conduttore<br />

Tessuto secretore<br />

Tessuto Meccanico o <strong>di</strong> Sostegno


Il tessuto parenchimatico è<br />

un tessuto fondamentale<br />

appartenente alla categoria<br />

dei tessuti definiti. È uno<br />

tessuto <strong>di</strong> protezione che si<br />

trova sia nelle foglie sia nel<br />

fusto sia nelle ra<strong>di</strong>ci.<br />

Il tessuto parenchimatico è<br />

caratterizzato da un<br />

abbondante citoplasma, un<br />

nucleo parietale molto<br />

grosso, un variabile<br />

numero <strong>di</strong> cloroplasti e<br />

mitocondri e una parete<br />

primaria molto spessa.<br />

Il parenchimatico è<br />

classificato in vari sottotipi<br />

che adesso andremo a<br />

stu<strong>di</strong>are.


Il tessuto fondamentale o parenchimatico in base alle funzioni si <strong>di</strong>fferenzia in vari tipi:<br />

1)Parenchima clorofilliano<br />

2)Parenchima <strong>di</strong> riserva<br />

3)Parenchima acquifero<br />

4)Parenchima aerifero<br />

5)Parenchima conduttore<br />

Il parenchima clorofilliano svolge la fotosintesi clorofilliana e si trova nelle parti delle piante<br />

esposti alla luce.<br />

Il parenchima <strong>di</strong> riserva serve ad accumulare sostanze come carboidrati sottoforma <strong>di</strong> amido e<br />

proteine sotto forma <strong>di</strong> granuli <strong>di</strong> aleurone.Questo tessuto si trova nel midollo della pianta,nei<br />

tuberi e nei semi.<br />

Il parenchima acquifero serve a trattenere l’ acqua nei vacuoli centrali attraverso le mugellagine<br />

Il parenchima aerifero permette gli scambi gassosi attraverso gli spazi intercellulari che<br />

formano dei veri canali aeriferi.Può svolgere altre funzioni secondarie come quella <strong>di</strong> riserva e <strong>di</strong><br />

sostegno attraverso delle cellule chiamate i<strong>di</strong>oplasti<br />

Il parenchima conduttore forma I raggi midollari del fusto e della ra<strong>di</strong>ce e permette il trasporto<br />

delle sostanze in senso trasversale.


Sono tessuti <strong>di</strong> protezione sono specializzati alla protezione della pianta, rivestono tutta la parete<br />

esterna e nella ra<strong>di</strong>ce hanno anche funzione <strong>di</strong> assorbimento. Le cellule <strong>di</strong> questi tessuti hanno la<br />

parete cellulare molto spessa e non presentano spazi intercellulari.<br />

Si possono originare da meristemi sia primari …<br />

… che secondari<br />

ENDODERMA<br />

EPIDERMIDE<br />

ESODERMA<br />

SUGHERO<br />

interno<br />

esterni<br />

esterno


Con endoderma o endodermide si intende un tessuto<br />

tegumentale primario interno. È un tessuto primario<br />

tipico degli organi che hanno funzione assorbente e si<br />

trova pertanto nella ra<strong>di</strong>ce, nei rizomi oppure nel fusto<br />

delle piante acquatiche. È costituito da uno strato <strong>di</strong><br />

cellule vive,a stretto contatto tra <strong>di</strong> loro, prive <strong>di</strong> spazi<br />

intercellulari e localizzato tra il cilindro centrale (dove<br />

si trovano i sistemi conduttori) e il cilindro corticale. Le<br />

cellule che la compongono hanno le pareti tangenziali<br />

e ra<strong>di</strong>ali parzialmente impermeabilizzate con sostanze<br />

tipo suberina e lignina. Negli organi giovani<br />

l'impermeabilizzazione è ridotta ad una "fascia" che<br />

circonda appunto le pareti tangenziali e ra<strong>di</strong>ali<br />

dell'endoderma. Questa struttura viene definita<br />

“banda del Caspary“ dove si hanno ispessimenti a<br />

forma <strong>di</strong> u oppure a o. <strong>La</strong> funzione dell'endoderma è<br />

quella <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re l'ingresso incontrollato <strong>di</strong> sostanze<br />

nocive nel sistema <strong>di</strong> conduzione della pianta


E’ un tessuto tegumentale primario esterno e ricopre foglie e fusto giovane. Riveste la parte<br />

aerea del corpo primario della pianta ed è solitamente monostratificata salvo alcuni casi in cui<br />

necessita <strong>di</strong> maggiore protezione. È caratterizzata dalla mancanza <strong>di</strong> spazi intercellulari,<br />

dall'assenza <strong>di</strong> cloroplasti e dalla presenza <strong>di</strong> annessi come gli stomi e i peli. Le principali funzioni<br />

dell'epidermide sono:<br />

-protezione contro la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> acqua.<br />

-protezione contro fattori biotici come l'ingresso <strong>di</strong> patogeni batterici e fungini.<br />

-funzioni <strong>di</strong> relazione (messaggi vessilliferi e <strong>di</strong>sseminazione <strong>di</strong> frutti).<br />

-funzioni <strong>di</strong> assorbimento (acqua e sali minerali, concimazioni fogliari, danni da piogge acide).<br />

È costituito da vari tipi cellulari e principalmente dalle cellule epidermiche propriamente dette.<br />

Trattasi <strong>di</strong> cellule appiattite, con parete cellulare primaria ed ispessita verso la parte esterna della<br />

pianta, secernendo una sostanza cerosa, la cuticola, per evitare un'eccessiva traspirazione che<br />

porterebbe alla <strong>di</strong>sidratazione. L'impermeabilità della cuticola impe<strong>di</strong>sce però gli scambi gassosi<br />

(ossigeno/ anidride carbonica) tra la foglia e l'atmosfera, essenziali per la fotosintesi e la<br />

respirazione cellulare. Oltre alla cuticola si trova la cera che si riversa sopra la parete e la<br />

rifornisce <strong>di</strong> proteine sottoforma <strong>di</strong> granuli (con il nome <strong>di</strong> pruina).Essa si <strong>di</strong>stribuisce solo in<br />

alcune parti e non in tutte le pareti.


I PELI<br />

I peli possono essere semplici e ramificati . In base alla loro funzioni li possiamo <strong>di</strong>videre in :<br />

- Peli <strong>di</strong> protezione<br />

- Peli aggrappanti<br />

- Peli secretori<br />

- Peli tattili<br />

- Peli ra<strong>di</strong>cali<br />

I peli <strong>di</strong> protezione aiutano l ‘epidermide per la protezione e per non far traspirare molta<br />

acqua .sono cellule morte e proprio per questo riescono a trattenere meglio l ‘acqua.<br />

I peli aggrappanti servono per far si che la pianta riesca ad aggrapparsi .Sono cellule a forma<br />

<strong>di</strong> uncino.<br />

I peli secretori sono formati da cellule vive che secernano sostanze . Sono formati da una o più<br />

cellule .Nei peli pluricellulari vi è una cellula appiattita che svolge da sola la funzione <strong>di</strong><br />

secernere la sostanza. Nei peli d ‘urtica vi è una cellula all ‘apice con un prolungamento<br />

sicilizzato.<br />

I peli tattili sono reagenti a stimoli e sono tipici delle piante carnivore ,le loro cellule sono vive.<br />

Essi si trovano nella superfice della foglia e fanno si che quando un insetto si poggia riescono a<br />

far piegare la foglia in due .<br />

I peli ra<strong>di</strong>cali si trovano nella ra<strong>di</strong>ce e servono ad aumentare la superfiice assorbente, sono<br />

estroflessioni citoplasmatiche e sono costituiti da cellule vive .


GLI STOMI<br />

Gli stomi sono formati da due cellule che lasciano tra loro un piccolo spazio; questo, oltre a far<br />

avvenire gli scambi dei gas con l’ambiente esterno, sono luogo utile per il deposito dell’acqua.<br />

All’interno delle cellule troviamo anche i cloroplasti, quin<strong>di</strong> siamo certi del fatto che avvenga la<br />

fotosintesi clorofilliana.<br />

Le due cellule hanno forma <strong>di</strong> fagiolo e si chiamano cellule <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a, presentano un<br />

inspessimento che unisce le due cellule e prende il nome <strong>di</strong> rima. <strong>La</strong> loro parete dorsale è<br />

inspessita poiché deve far avvenire anche per mezzo della rima il processo <strong>di</strong> apertura


Il processo <strong>di</strong> apertura degli stomi<br />

Con il processo della fotosintesi aumenterà la<br />

produzione degli zuccheri e <strong>di</strong> conseguenza<br />

anche la concentrazione; perciò le cellule per<br />

creare una situazione <strong>di</strong> equilibrio richiamano<br />

acqua dalle cellule vicine. A questo punto il<br />

citoplasma <strong>di</strong>venta turgido e spinge inizialmente<br />

la parete ventrale e secondariamente quella<br />

dorsale, per questa spinta avviene l’apertura tra le<br />

due cellule.<br />

Quando negli spazi si accumula acqua, questa<br />

può uscire solo grazie all’apertura delle cellule.<br />

Se l’ambiente è asciutto vi è una minore<br />

possibilità <strong>di</strong> apertura, viceversa se l’ambiente è<br />

acquatico la possibilità <strong>di</strong> apertura sarà maggiore.


L’esoderma è un tessuto tegumentale<br />

primario esterno, proviene da una<br />

mo<strong>di</strong>fica della parete cellulare, si trova<br />

anche nella ra<strong>di</strong>ce.<br />

Inizialmente le sue cellule sono<br />

parenchimatiche, solo in seguito al<br />

processo <strong>di</strong> suberinizzazione si<br />

trasformano in esoderma. Però in<br />

alcune zone non avviene questo<br />

processo, perciò tali zone prendono il<br />

nome <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> permeazione.<br />

Le sue cellule possono essere apicali<br />

con gruppi <strong>di</strong> cellule meristematiche,<br />

tutte queste cellule sono coperte da<br />

una sorta <strong>di</strong> pelle che prende il nome<br />

<strong>di</strong> cuffia.<br />

A volte è possibile riscontrare la<br />

presenza <strong>di</strong> peli ra<strong>di</strong>cali.


Il sughero è l’unico tessuto tegumentale<br />

secondario. Esso ha origine dal fellogeno;<br />

è formato da cellule prismatiche morte<br />

che hanno la parete sottile e<br />

suberinizzata.<br />

Quando la pianta cresce, l’epidermide si<br />

rompe e la pianta resta senza protezione;<br />

per far risolvere questo problema il<br />

fellogeno produce il sughero. Una volta<br />

prodotto, esso non perde la sua attività.<br />

All’interno del sughero troviamo delle<br />

sporgenze, chiamate lenticelle, che<br />

permettono gli scambi con l’esterno. Esse<br />

sono molto simili agli stomi, ma sono in<br />

numero minore e non hanno l’apertura<br />

regolarizzata; si aprono e chiudono in<br />

base alle stagioni: d’inverno sono aperti e<br />

d’estate sono chiusi.


I tessuti conduttori sono<br />

tessuti adulti o definitivI, la<br />

loro funzione è quella <strong>di</strong><br />

trasportare sostanze.<br />

Li troviamo nelle piante a<br />

CORMO, cioè dotate <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci<br />

fusto e foglie, e sono:<br />

- Pteridofite (le felci);<br />

- Gimnosperme (conifere);<br />

- Angiosperme ( che si<br />

<strong>di</strong>vidono in monocotiledoni e<br />

<strong>di</strong>cotiledoni).<br />

Possiamo <strong>di</strong>stinguere questo<br />

tipo <strong>di</strong> tessuto in:<br />

- Vascolare<br />

- Cribroso


Il tessuto vascolare (xilema o legno) serve a trasportare la linfa grezza, è costituito da:<br />

- Trachee;<br />

- Trachei<strong>di</strong>.<br />

Le Trachee sono formate da cellule morte sovrapposte; tra una cellula e l’altra si forma un<br />

vaso, poiché la parete cellulare ed anche la lamella me<strong>di</strong>ana si ritrae riducendosi a piccole<br />

protuberanze, che prendono il nome <strong>di</strong> cercini.<br />

Le Trachei<strong>di</strong> sono formate da cellule vive anch’esse sovrapposte, il loro nucleo viene spinto<br />

ai lati; e presentano delle punteggiature le cui fessure sono a scalare.


I tessuti cribrosi sono un particolare tipo <strong>di</strong> tessuto conduttore ha la funzione <strong>di</strong> trasporto, porta la<br />

linfa elaborata tramite dei canali formati da cellule allungate e sovrapposte.<br />

Il tessuto cribroso è costituito da:<br />

-Tubi cribrosi<br />

-Cellule cribrose<br />

-Cellule compagne<br />

Le cellule dei tubi cribrosi presentano una parete non ispessita, all’inizio le cellule sono vive ma<br />

crescendo, il nucleo scompare insieme ai plasti<strong>di</strong> e ai ribosomi, questo porterà alla morte della<br />

cellula. Queste cellule presentano anche delle perforazioni nella parete chiamate placche cribrose.<br />

Le cellule cribrose sono cellule sovrapposte, presentano dei fori anche se molto più piccoli rispetto a<br />

quelli dei tubi.<br />

Le cellule compagne si possono trovare accanto alle strutture stu<strong>di</strong>ate precedentemente, sono<br />

cellule albuminose e ricche <strong>di</strong> sostanze proteiche.<br />

Queste cellule si formano contemporaneamente ai tubi e alla loro morte anche il tubo muore.


L’insieme <strong>di</strong> tessuti vascolari o tessuti cribrosi da origine ai fasci che si <strong>di</strong>stinguono in:<br />

1) Fascio vascolare: costituito sia da vasi che da tessuti che collaborano al trasporto delle<br />

sostanze, al suo interno troviamo anche cellule parenchimatiche e fibre;<br />

2) Fascio cribroso: costituito da gruppi cribrosi e da tessuti che collaborano al trasporto delle<br />

sostanze, anche qui troviamo cellule parenchimatiche e fibre;<br />

3) Fasci vasco-cribrosi o cribro-vascolari: costituiti sia da fasci cribrosi che vascolari, si<br />

<strong>di</strong>vidono in:<br />

a- FASCI COLLATERALI<br />

b- FASCI BICOLLATERALI<br />

c -FASCI CONCENTRICI<br />

d- FASCI RADIALI


FASCIO COLLATERALE<br />

Il fascio collaterale presenta sia il fascio<br />

vascolare che quello cribroso lungo lo<br />

stesso raggio.<br />

Quello vascolare è nella parte interna<br />

quello cribroso è nella parte esterna.<br />

Questo tipo <strong>di</strong> fascio si <strong>di</strong>ce aperto quando<br />

tra legno e libro vi è una fila <strong>di</strong> cellule che si<br />

chiama CAMBIO ( angiosperme e<br />

gimnosperme).<br />

Si <strong>di</strong>ce chiuso quando legno e libro sono a<br />

stretto contatto (monocotiledoni).<br />

FASCIO BICOLLATERALE<br />

Il fascio bicollaterale si origina da<br />

<strong>di</strong>fferenziazioni dei vasi collaterali, si<br />

<strong>di</strong>stingue in: Perifloematico, che ha una<br />

posizione centrale <strong>di</strong> legno e attorno vi è il<br />

libro, e Perixilematico, formato da una<br />

posizione centrale <strong>di</strong> libro e attorno vi è il<br />

legno.


FASCIO CONCENTRICO<br />

Il fascio concentrico è quello costituito da:legno- libro-legno oppure libro-legno-libro.<br />

FASCIO RADIALE<br />

Il fascio ra<strong>di</strong>ale si forma quando legno e libro sono <strong>di</strong>sposti su raggi alterni.


Sono tessuti che hanno la funzione <strong>di</strong> assorbire ed eliminare sostanze. A seconda della posizione,<br />

si <strong>di</strong>vidono in:<br />

- Tessuti secretori nettari;<br />

- Tessuti secretori epidermici,<br />

I tessuti secretori nettari<br />

sono formati da un liquido<br />

zuccheroso e attraggono gli<br />

insetti per l’impollinazione.<br />

Essi si <strong>di</strong>vidono in:<br />

- Fiorali ;<br />

- Nunziali ;<br />

- Extra fiorali .


I tessuti secretori epidermici si <strong>di</strong>stinguono in :<br />

- ESTERNI: Sono situati nelle parti esterne dell’epidermide. Talvolta sono peli e il secreto si riversa<br />

nella parete cellulare o nella cuticola.<br />

- INTERNI: Sono situati nella parte più profonda e in base alla posizione possiamo classificarli in:<br />

a. Tasche e canali schizzogeni: Il secreto viene riversato all’esterno subito dopo che è<br />

stato prodotto;<br />

b. Tasche lisigene: Le cellule si sciologono insieme al secreto lasciando cavità vuote<br />

piene <strong>di</strong> esso (es. Agrumi);<br />

c. Tessuto laticifero: Le cellule sono isolate e allungate che posseggono un vacuolo<br />

pieno <strong>di</strong> secreto. Esso può essere apociziale se la cellula si <strong>di</strong>vide solo nel nucleo,<br />

sinciziale se più cellule si fondono per formare il succo centrale.


I tessuti <strong>di</strong> sostegno svolgono la funzione <strong>di</strong> sostegno della pianta . N elle piante giovani il<br />

sostegno è garantito dal turgore cellulare, mentre in quelle adulte vi sono i tessuti <strong>di</strong><br />

sostegno, che si <strong>di</strong>vidono in:<br />

- Collenchima;<br />

- Sclerenchima.<br />

Il Collenchima serve da sostegno alla<br />

pianta, si trova sotto l’epidermide nel<br />

fusto e sotto il parenchima nelle<br />

foglie. Non si inspessisce tutta la<br />

parete ma solo una parte, che prende<br />

il nome <strong>di</strong> angolare o lamellare<br />

donando un maggior sostegno<br />

grazie all’emicellulosa.


Lo sclerenchima ha una parete omogeneamente omogeneamente lignificata e composta da<br />

cellule morte. Si sud<strong>di</strong>vide in:<br />

a. Sclerei<strong>di</strong> : Cellule iso<strong>di</strong>ametriche formate da ispessimento della parete secondaria;<br />

b. Fibre: Allungate e affusolate, sono cellule parenchimatiche.


Le cormofite o piante a cormo possiedono una<br />

particolare struttura che le caratterizza, possiedono<br />

infatti la ra<strong>di</strong>ce, il fusto e le foglie.<br />

In base all’evoluzione delle piante possiamo <strong>di</strong>re<br />

che le tallofite sono le meno sviluppate seguono le<br />

pteridofite le gimnosperme e infine le<br />

angiosperme.<br />

Le tallofite non facenti parte delle piante a cormo<br />

possiedono una struttura non <strong>di</strong>fferenziata sono i<br />

batteri le alghe i licheni e i funghi le briofite.<br />

Le pteridofite facenti parte delle piante a cormo<br />

possiedono un sistema vascolare, queste si<br />

possono riprodurre tramite spore.<br />

Le gimnosperme sono anch’esse piante a cormo si<br />

riproducono tramite semi non protetti.<br />

Al contrario le angiosperme possiedono specifici<br />

involucri per una protezione maggiore del seme.<br />

Pteridofita


Il seme a sua volta per germinare deve passare dallo stato latente allo stato attivo, necessita<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> determinate con<strong>di</strong>zioni esterne e interne.<br />

Le con<strong>di</strong>zioni esterne sono:<br />

-acqua: svolge la funzione <strong>di</strong> idratare le cellule designate, riesce ad riattivare le cellule e riesce<br />

a rompere il tegumento.<br />

-ossigeno: riesce ad attivare i processi e velocizza la germinazione.<br />

-temperatura: deve essere compresa tra i 25 e i 28 gra<strong>di</strong> per far avvenire una corretta<br />

germinazione.<br />

-luce: importantissima per la germinazione può variare se si parla <strong>di</strong> semi fotoblasti deve<br />

essere il 70% se si parla <strong>di</strong> semi ofotoblasti deve essere il 20%.<br />

-stimolanti fisici e chimici: riescono a rallentare e ad o accelerare la germinazione come l’acido<br />

ossalico e l’etere.


Le con<strong>di</strong>zioni interne sono:<br />

-normale costituzione del seme: il seme per germinare deve essere costituito da <strong>di</strong>versi<br />

strati quali l’embrione o parte interna, albume parte <strong>di</strong> riserva e tegumento parte protettiva.<br />

-maturità del seme: i semi non sono tutti uguali non hanno un tempo standard in cui<br />

maturare alcuni maturano dopo pochi mesi, altri dopo anni. Esistono infatti sostanze<br />

chiamate fattori inibitori chiamati blasto-coline che rallentano la germinazione, ma una volta<br />

avvenuta la germinazione questi fattori inibitori vengono <strong>di</strong>strutti.<br />

-vitalità del seme: per far avvenire una corretta germinazione il seme non deve contenere<br />

una grande quantità <strong>di</strong> sostanze lipi<strong>di</strong>che perché lo porterebbero alla morte, deve invece<br />

contenere una grande quantità <strong>di</strong> amido.<br />

Avvenuta la germinazione del seme, potranno nascere delle foglioline che potranno rimanere<br />

interrate (ipogeo), o potranno uscire al <strong>di</strong> fuori (epigeo) del terreno.<br />

Se il seme epigeo fosse <strong>di</strong>cotiledone si originerà una gemmula tra i due cotiledoni, al<br />

contrario nel monocotiledone la gemmula originata si troverà attaccata al cotiledone


Il fiore non è altro che il risultato <strong>di</strong><br />

profonde mo<strong>di</strong>fiche evolutive attuatesi<br />

sulle foglie.<br />

E’ un germoglio che consente un<br />

accrescimento definito della pianta e<br />

permette la riproduzione della pianta<br />

stessa.<br />

Esistono in natura due <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> fiori:<br />

fiori unisessuali (che presentano gli organi<br />

<strong>di</strong> un solo sesso e hanno bisogno <strong>di</strong> piante<br />

con fiori <strong>di</strong> sesso opposto per poter<br />

garantire la riproduzione) ed ermafro<strong>di</strong>ti<br />

(che presentano gli organi sessuali sia<br />

maschili che femminili ed attuano da soli la<br />

riproduzione, garantendo comunque la<br />

variabilità genetica).


Il fiore nelle angiosperme è formato da:<br />

PEDUNCOLO: è la parte che<br />

sostiene il fiore. Un fiore<br />

sorretto da un solo peduncolo<br />

è detto terminale, nel caso in<br />

cui il peduncolo manca, il<br />

fiore viene detto sessile.<br />

TALAMO o RICETTACOLO:<br />

Dal greco “letto” , è una<br />

porzione slargata dove si<br />

inseriscono i pezzi fiorali.


SEPALI: insieme <strong>di</strong> foglie verdastre che<br />

unite tra <strong>di</strong> loro formano il calice. Può<br />

essere <strong>di</strong> due tipi: caduco se appunto cade<br />

prima della corolla o persistente se<br />

rimane anche in presenza del frutto. Se il<br />

fiore presenta sepali <strong>di</strong>visi viene detto<br />

<strong>di</strong>alisepalo, se li presenta uniti,<br />

gamosepalo (come il garofano). I<br />

<strong>di</strong>alisepali hanno una forma del calice<br />

irregolare, mentre i gamosepali hanno<br />

sepali a simmetria raggiata. Il calice da<br />

origine alla parte del fiore addetta alla<br />

riproduzione: gli antofilli.<br />

PETALI: Antofilli colorati dalla xantofilla e dai carotenoi<strong>di</strong> che formano la corolla. Una pianta<br />

con due petali si <strong>di</strong>ce <strong>di</strong>mera, con tre trimera, con quattro tetramera, con cinque pentamera,<br />

con molti polimera.<br />

Allo stesso modo che con i sepali, in base ai petali un fiore può essere <strong>di</strong>alipetalo quando<br />

presenta petali <strong>di</strong>visi e pertanto avrà una corolla con forma irregolare, al contrario, un fiore<br />

gamopetalo presenta petali uniti e forma simmetrica raggiata.<br />

COROLLA: presenta due parti: l’unghia, cioè la parte stretta e basale attaccata al talamo, e il<br />

lembo, cioè la parte slargata che può essere colorata.<br />

Corolla e calice formano il PERIANZIO.


GINECEO: E’ l’organo sessuale femminile ed è formato<br />

dai carpelli che altro non sono che foglie oculari che<br />

sono ripiegate a formare una cavità detta ovario,<br />

ingrossata e contenente gli ovuli. Inoltre il gineceo è<br />

formato dallo stilo cioè la parte allungata <strong>di</strong> una foglia<br />

carrellare (solitamente uno solo, formato dalla fusione<br />

<strong>di</strong> più carpelli, averne più <strong>di</strong> uno è abbastanza raro) e<br />

dallo stigma, cioè la parte finale del carpello, slargata e<br />

piumosa ricco <strong>di</strong> sostanze viscose e zuccherine che<br />

richiama gli insetti e favorisce la fecondazione.<br />

Quando i carpelli sono uniti si <strong>di</strong>ce sincarpo, quando<br />

sono <strong>di</strong>visi apocarpo.<br />

ANDROCEO: E’ l’organo sessuale maschile ed è<br />

formato dagli stami, che possono essere <strong>di</strong> più tipi (due<br />

più lunghi e due più corti, liberi ed inseriti nel talamo o<br />

magari attaccati ai petali). Gli stami sono formati da<br />

due parti: il filamento cioè la parte allunata e sterile, e<br />

l’antera, cioè la parte ingrossata e fertile <strong>di</strong>visa in<br />

quattro cavità o sacche polliniche che a due a due<br />

formano le così dette logge o teche. L’androceo<br />

produce prima gameti apoli<strong>di</strong> o microspore che al<br />

momento della maturazione prendono il nome <strong>di</strong><br />

polline.


Nel gineceo l’ovario è la parte basale formata da <strong>di</strong>eci o più foglie carpellari. Può essere<br />

infero, me<strong>di</strong>o o supero. Con una cavità è detto uniloculare, con due biloculare, con tre<br />

triloculare, con molti pluriloculare.<br />

Allo stesso modo sarà per i carpelli, avremo cosi i termini unicarpellare e pluricarpelare.


FIORI E INFIORESCENZE<br />

Esistono tre tipi <strong>di</strong> fiori: i fiori solitari, cioè quando l’asse culinario ha solo un fiore;i fiori sterili,<br />

cioè privi <strong>di</strong> gineceo o androceo a causa <strong>di</strong> un aborto;le infiorescenze, cioè quando su uno<br />

stesso asse culinario ci sono più fiori.<br />

Le infiorescenze possono essere <strong>di</strong> tre tipi: Racemose cioè con asse a crescita illimitata.<br />

Cimose, cioè con asse culinario a crescita limitata in quanto all’ apice si forma il fiore e<br />

composite, cioè a grappolo o racemo composto.<br />

Infiorescenze Racemose semplici


Infiorescenze Cimose semplici<br />

Infiorescenze Composte


Il fusto è <strong>di</strong>viso in <strong>di</strong>verse zone:<br />

• 1)zona embrionale<br />

• 2)zona <strong>di</strong> determinazione<br />

• 3)zona <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione<br />

• 4)zona <strong>di</strong> struttura primaria<br />

• 5)zona <strong>di</strong> struttura secondaria<br />

1) Nella zona embrionale vi sono cellule<br />

merestimatiche in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>vidersi .<br />

2) Nella zona <strong>di</strong> determinazione le cellule<br />

della prima zona , formano dall’ esterno<br />

verso l’interno il protoderma,il protocambio e il meristema fondamentale .<br />

3) Tali tessuti si <strong>di</strong>fferenziano nella terza zona <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione rispettivamente in<br />

epidermide,sistema conduttore e cellule parenchimatiche. Le cellule del tessuto conduttore a loro<br />

volta formano i fasci cribo-vascolari.


4) Le cellule del tessuto conduttore a loro volta<br />

formano i fasci cribo-vascolari. <strong>La</strong> zona <strong>di</strong> struttura<br />

primaria è costituita (dall’esterno all’interno)<br />

dall’epidermide e dal cilindro corticale e centrale.<br />

Nell’epidermide le cellule adulte hanno citoplasma<br />

parietale,vacuolo centrale,la parete cellulare<br />

cutinizzata all’esterno presenta peli e stomi e non vi<br />

sono cloroplasti e spazi intercellulari. Nel cilindro<br />

corticale sono presenti cellule parenchimatiche,<br />

che si <strong>di</strong>fferenziano per dare origine al parenchima<br />

clorofilliano. Il cilindro centrale è invece costituito<br />

dai fasci cribo-vascolari , che si originano dall’anello<br />

procambiale e che variano in base alle piante. Nelle<br />

gimnosperme e nelle <strong>di</strong>cotiledoni i fasci sono<br />

collaterali aperti(legno,cambio,libro)e, tra un fascio<br />

e l’altro vi sono delle cellule parenchimatiche che<br />

formano i raggi midollari, a<strong>di</strong>biti al trasporto delle<br />

sostanze;nelle monocotiledoni i fasci sono sparsi e<br />

nelle pteridofite troviamo il legno al centro,<br />

circondato dall’ epidermide e dal libro all’esterno.


5) <strong>La</strong> zona <strong>di</strong> struttura secondaria serve per l’ispessimento del fusto. I meristemi più<br />

importanti per tale funzione sono il cambio e il fellogeno.Il cambio è un anello che circonda<br />

il fusto. Esso ha attività <strong>di</strong>pleurica ,attraverso la quale ogni cellula cambiale dà origine a sua<br />

volta ad un’altra cellula cambiale e al legno se si trova all’interno o al libro se si trova<br />

all’esterno(assumendo il nome <strong>di</strong> legno e libro secondario)Il legno secondario non è un<br />

tessuto ma un insieme <strong>di</strong> tessuti: tessuto conduttore(per il trasporto della linfa<br />

ascendente),parenchima(per il trasporto trasversale delle sostanze),fibre del legno(per<br />

fornire funzione <strong>di</strong> sostegno).


Nelle gimnosperme il tessuto conduttore prende il nome <strong>di</strong><br />

omoxolo, perché è formato solo da trachei<strong>di</strong>, mentre nelle<br />

<strong>di</strong>cotiledoni è chiamato eteroxolo e vi sono<br />

trachee,trachei<strong>di</strong>,fibre. Nel legno primaverile delle<br />

gimnosperme vi sono molte più trachei<strong>di</strong> <strong>di</strong> quello estivo,<br />

mentre per quanto concerne le <strong>di</strong>cotiledoni il legno in<br />

primavera presenta più fibre che in estate . Il legno si<br />

<strong>di</strong>stingue in base alle stagioni, perchè il cambio alterna<br />

perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> riposo a perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> intensa attività e, il passaggio dal<br />

legno estivo a quello primaverile è molto brusco ed è questo<br />

che determina i cerchi annuali che in caso <strong>di</strong> estati molto<br />

piovose possono essere falsi. Il libro secondario appare<br />

lacerato perché si estende in cerchi sempre più gran<strong>di</strong> e<br />

forma dei cunei con la base addossata al cambio e l’apice<br />

all’esterno. Per quanto concerne il fellogeno,anche esso ha<br />

attività <strong>di</strong>pleurica e può formare sughero se la cellula si trova<br />

all’esterno,felloderma se si trova all’interno. <strong>La</strong> cellula del<br />

fellogeno e il sughero o il felloderma costituiscono il<br />

periderma ,che col passare del tempo si rompe per le<br />

pressioni esercitate internamente dal libro e dal legno. Aquel<br />

punto intervengono nuovamente le cellule del fellogeno per<br />

la produzione <strong>di</strong> sughero,che rivestirà la parte più esterna. Il<br />

fellogeno,inoltre,a <strong>di</strong>fferenza del cambio che dura per tutta la<br />

vita della pianta,vive solo per un anno.


Anche il fusto ha le sue metamorfosi, un esempio è il fico d’in<strong>di</strong>a, che ha il fusto appiattito<br />

per poter trattenere l’acqua importante per la sua sopravvivenza.


<strong>La</strong> ra<strong>di</strong>ce è un organo geotropicamente positivo. Essa svolge <strong>di</strong>verse funzioni:<br />

- Assorbe i Sali minerali e le sostanze necessarie alla pianta dal terreno;<br />

-Fissa la pianta al terreno;<br />

-A volte svolge anche la funzione <strong>di</strong> riserva.<br />

A partire dall’apice (dal basso verso l’alto), la ra<strong>di</strong>ce è così<br />

strutturata:<br />

1. Zona apicale, che contiene le cellule meristematiche,<br />

necessarie per l’accrescimento; esse sono avvolte da uno strato<br />

<strong>di</strong> esoderma, chiamato cuffia o pileoriza, che le protegge;<br />

2. Zona pilifera, che contiene delle estroflessioni citoplasmatiche<br />

delle cellule epidermiche, chiamate peli ra<strong>di</strong>cali, necessarie per<br />

facilitare l’assorbimento;<br />

3. Zona suberosa, che non è altro che la parete rimasta scoperta<br />

dopo la morte dei peli ra<strong>di</strong>cali che si è suberinizzata;<br />

4. Colletto, che è la parte che collega la ra<strong>di</strong>ce con il fusto.<br />

Dall’interno all’esterno, invece, troviamo la seguente struttura :<br />

1. Zona embrionale<br />

2. Zona <strong>di</strong> determinazione<br />

3. Zona <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione


Nella ra<strong>di</strong>ce troviamo due zone: quella esterna, formata dall’epidermide, e quella interna,<br />

formata dal cilindro corticale e dal cilindro centrale.<br />

L’epidermide della ra<strong>di</strong>ce presenta notevoli <strong>di</strong>fferenze rispetto a quello del fusto e delle foglie:<br />

• Non vi sono spazi intercellulari;<br />

• Le cellule sono vive e adulte;<br />

• Manca la cuticola;<br />

• Non vi sono stomi;<br />

• Vi troviamo solo i peli ra<strong>di</strong>cali, e non quelli <strong>di</strong> protezione.<br />

Il cilindro corticale è molto spesso e la sua crescita<br />

avviene in maniera centrifuga; il cilindro centrale,<br />

invece, è più sottile.<br />

Il cilindro corticale presenta due zone:<br />

1. <strong>La</strong> zona esterna, chiamata corteccia esterna, che<br />

ha un accrescimento centrifugo e non presenta<br />

spazi intercellulari;<br />

2. <strong>La</strong> zona interna, chiamata corteccia interna, che<br />

ha un accrescimento centripeto e presenta spazi<br />

intercellulari;<br />

3. L’endoderma, che è formato da una sola fila <strong>di</strong><br />

cellule a stretto contatto tra <strong>di</strong> loro, presenta una<br />

zona suberinizzata, detta fascia del Caspari, e si<br />

occupa <strong>di</strong> selezionare le sostanze.


Il cilindro centrale è formato da tessuto conduttore e<br />

presenta due zone:<br />

1. Lo strato esterno, chiamato periciclo, dove le<br />

cellule sono poco <strong>di</strong>fferenziate fra <strong>di</strong> loro e hanno<br />

la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>vidersi;<br />

2. Lo strato interno, dove troviamo le cellule<br />

parenchimatiche che formano il midollo, su raggi<br />

alterni troviamo legno e libro (raggi alterni); il<br />

proto xilema e il proto floema (proto = nuovo) sono<br />

all’esterno e vengono detti esarco, ovvero fuori; il<br />

meta xilema e il meta floema (meta = vecchio),<br />

invece, sono all’interno e vengono detti endarco,<br />

ovvero dentro.<br />

Quando una ra<strong>di</strong>ce ha struttura primaria significa che essa presenta solo la zona pilifera e la zona<br />

suberosa.<br />

Nelle <strong>di</strong>cotiledoni e nelle gimnosperme la ra<strong>di</strong>ce ha struttura secondaria; essa si ha dove c’è il<br />

cambio, che si trova tra lo xilema, che è all’interno, e il floema, che è all’esterno.<br />

Se il cambio si trova al <strong>di</strong> sotto delle cotiledoni, si <strong>di</strong>rà ipocotile; se si trova al <strong>di</strong> sopra, si <strong>di</strong>rà<br />

epicotile.<br />

Il passaggio da ra<strong>di</strong>ce a fusto avviene nell’asse ipocotile; nella ra<strong>di</strong>ce il sistema conduttore è su<br />

raggi alterni, mentre nel fusto lo xilema e il floema sono sullo stesso raggio.


Esistono vari tipi <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci:<br />

1. Ra<strong>di</strong>ce tuberosa, che accumula le sostanze <strong>di</strong> riserva; alcuni esempi sono le carote e i<br />

ravanelli;<br />

2. Ra<strong>di</strong>ce aerea, che la troviamo nel fusto e nella foglia, ed è caratterizzata dai peli<br />

aggrappanti; un esempio è l’edera;<br />

3. Ra<strong>di</strong>ce tabulare, che è quella ra<strong>di</strong>ce che striscia nel terreno; un esempio è il fico d’in<strong>di</strong>a;<br />

4. Ra<strong>di</strong>ce contrattile, che serve per l’interramento della base del fusto; un esempio è<br />

costituito dalle piante con bulbo.


<strong>La</strong> foglia svolge funzioni molto importanti, quali:<br />

- L’organicazione del carbonio, ovvero la fotosintesi<br />

(6C + 6H 2O C 6H 12O 6);<br />

- <strong>La</strong> traspirazione, che avviene tramite gli scambi<br />

gassosi; per questo motivo la foglia solitamente è<br />

laminare.<br />

<strong>La</strong> foglia, a livello morfologico, è espansa e laminare, in modo da permettere l’assorbimento<br />

dell’energia luminosa e gli scambi con l’esterno.<br />

Le foglie hanno un accrescimento definitivo:<br />

1. Si crea l’asse fogliare, che ha origine esogena;<br />

2. Si accresce;<br />

3. Si forma l’asse fogliare;<br />

4. Infine si formano le foglie.


Nell’asse fogliare <strong>di</strong>stinguiamo due parti, tra le quali vi è<br />

un’intaccatura:<br />

- Basale<br />

- Apicale<br />

Dalla zona basale ci saranno successive <strong>di</strong>visioni cellulari, che<br />

formeranno:<br />

1. <strong>La</strong> guaina, che è la parte che si attacca al fusto a livello dei<br />

no<strong>di</strong>;<br />

2. <strong>La</strong> stipola, che è la parte che si trova alla base del picciolo.<br />

<strong>La</strong> zona apicale, tramite <strong>di</strong>visione ed estensione, darà origine a:<br />

1. <strong>La</strong>mina fogliare, che è il lembo; essa è la parte più espansa<br />

ed è caratterizzato dall’apice e dal margine; l’apice può<br />

essere acuminato, ottuso e smarginato, ovvero quando vi è<br />

una spaccatura al centro;<br />

2. Picciolo, che non è presente in tutte le piante; quando esso<br />

manca, la pianta si <strong>di</strong>rà sessile; le foglie più basse hanno il<br />

piccolo più lungo rispetto a quelle situate più in basso; il<br />

picciolo può essere al centro della foglia (peltato), può<br />

avvolgere in parte (amblessi caule) o tutto il fusto<br />

(guainante), oppure può essere in profon<strong>di</strong>tà (cuneiforme).


<strong>La</strong> foglia può essere <strong>di</strong> due tipi <strong>di</strong>versi:<br />

1. Dorso – ventrale, dove i raggi arrivano perpen<strong>di</strong>colarmente;<br />

2. Isolaterale, dove i raggi arrivano parallelamente.<br />

<strong>La</strong> foglia dorso – ventrale, se viene<br />

sezionata trasversalmente, presenta:<br />

a) Epidermide superiore, che è la faccia<br />

ventrale o pagina superiore; questa<br />

presenta la cutina, che non è altro che<br />

uno strato <strong>di</strong> cuticola, che è più o meno<br />

spesso in base all’ambiente, in alcuni<br />

casi ad<strong>di</strong>rittura manca; più è umido un<br />

ambiente, più questo strato si<br />

assottiglia, per poi sparire negli<br />

ambienti acquatici; la faccia ventrale è<br />

più lucida perché è esposta al sole;


a) Mesofillo, che è la parte compresa fra la pagina superiore e quella inferiore; esso è composto<br />

dal parenchima clorofilliano a palizzata sotto la faccia ventrale e dal parenchima clorofilliano<br />

lacunoso sopra la faccia dorsale, i due tessuti sono collegati da cellule collettrici, che hanno la<br />

forma ad imbuto e sono più larghe sopra e più sottili sotto; nella parte centrale del mesofillo ci<br />

sono i fasci cribro – vascolari, che formano il ramo centrale della foglia e le sue venature; sono<br />

fasci collaterali chiusi, variamente intrecciati tra <strong>di</strong> loro e circondati da fibre xilematiche anche<br />

nella periferia della foglia; il legno si trova sopra, ovvero nella pagina superiore, e il libro sotto,<br />

ovvero nella pagina inferiore; i fasci possono essere paralleli – nervia, cioè tutti paralleli e<br />

uguali, oppure penni – nervia, dove il fascio centrale è più grosso e quelli laterali più sottili;<br />

b) Pagina inferiore, o faccia dorsale, che presenta aperture stomatiche, ed è l’unica parte della<br />

foglia dove sono presenti gli stomi e la camera stomatica; nella pagina inferiore, a <strong>di</strong>fferenza<br />

<strong>di</strong> quella superiore, non vi è la presenza <strong>di</strong> cuticola.


<strong>La</strong> foglia isolaterale:<br />

a) Non presenta <strong>di</strong>fferenze tra la pagina superiore e<br />

quella inferiore, perché i raggi solari arrivano<br />

parallelamente alla foglia, come l’ago <strong>di</strong> pino;<br />

b) Gli stomi sono presenti in tutta la superficie,<br />

mentre non vi è la cuticola;<br />

c) Nel mesofillo vi è il parenchima clorofilliano<br />

lacunoso, dove ci sono numerosi spazi intercellulari;<br />

d) Sono presenti i fasci cribro – vascolari chiusi al<br />

centro, che non manifestano <strong>di</strong>stinzioni, con il<br />

legno sopra e il libro sotto;<br />

e) Se la foglia isolaterale è poggiata sull’acqua, gli<br />

stomi sono solo sopra e sono presenti delle fibre<br />

sclerenchimatiche, o fibre sclerei<strong>di</strong>, che servono a<br />

dare maggiore sostegno;<br />

f) Un particolare tipo <strong>di</strong> foglia isolaterale è la foglia <strong>di</strong><br />

oleandro, dove gli stomi sono infossati, la cuticola è<br />

ispessita, il parenchima è sia lacunoso che a<br />

palizzata e vi sono peli <strong>di</strong> protezione.


Per frutto tra<strong>di</strong>zionalmente si<br />

intende quell 'organo delle piante<br />

angiosperme derivante<br />

dall’accrescimento e dalla<br />

trasformazione dell’ovario del fiore,<br />

con la funzione <strong>di</strong> proteggere i seimi<br />

e contribuire alla loro <strong>di</strong>spersione<br />

nell’ambiente.<br />

Questa definizione risulta<br />

appropiata per tutti i frutti definiti<br />

veri frutti, come la Drupa , la Bacca e<br />

l'Achenio.<br />

Se invece i frutti non derivano<br />

esclusivamente dallo sviluppo<br />

dell'ovario ma alla loro formazione<br />

partecipano anche altre parti del<br />

fiore si parla più correttamente <strong>di</strong><br />

falso frutto.


Il pericarpo rappresenta l’intera parte commestibile del frutto. Nella noce <strong>di</strong> cocco, ad In genere, il<br />

frutto si sviluppa dopo la fecondazione dell’ovulo. In molte piante, tuttavia, e specialmente in varietà<br />

coltivate, ad esempio, <strong>di</strong> agrumi, vite, banano e cocomero, il frutto può maturare anche in assenza<br />

<strong>di</strong> fecondazione, per effetto <strong>di</strong> un processo detto partenocarpia. In entrambi i casi, la maturazione<br />

dell’ovario provoca l’avvizzimento degli organi riproduttivi del fiore (stigmi e antere) e<br />

l’accrescimento della parete dell’ovario, che nel frutto maturo prende il nome <strong>di</strong> pericarpo. Avvenuta<br />

la fecondazione, gli ovuli contenuti nell’ovario fecondato si sviluppano in semi; nelle varietà non<br />

fecondate, invece, gli ovuli non si sviluppano e l’ovario conserva le <strong>di</strong>mensioni originarie.<br />

In un frutto maturo, il pericarpo è sud<strong>di</strong>viso in tre strati<br />

<strong>di</strong>stinti:<br />

- Esocarpo, parte più esterna che deriva<br />

dall'epidermide superiore;<br />

- Mesocarpo , parte me<strong>di</strong>ana che deriva dal<br />

parenchima o mesofillo;<br />

- Endocarpo, parte più interna a contatto con i semi<br />

che deriva dall'epidermide inferiore;<br />

Nel pericarpo o frutto ciascun strato può avere<br />

<strong>di</strong>fferente consistenza.<br />

Nei frutti carnosi come le pesche e l’uva, la polpa del<br />

frutto è in genere costituita dal mesocarpo. In alcuni<br />

casi, invece, i semi contenuti all’interno del esempio, lo<br />

strato esterno coriaceo è formato dal pericarpo,<br />

mentre la parte commestibile interna, compreso il<br />

'latte', rappresenta il seme.


A parte la <strong>di</strong>visione già citata in: veri frutti e falsi frutti altre sud<strong>di</strong>visioni sono:<br />

- Frutti semplici: formati esclusivamente dall'ovario del singolo fiore (monocarpellare o<br />

pluricarpellare sincarpico).<br />

- Frutti composti: derivano dall'evoluzione <strong>di</strong> più pistilli posti sullo stesso ricettacolo (ovari<br />

pluricarpellari apocarpici) che rimangono uniti anche nel frutto.<br />

- Infruttescenze: derivano da evoluzioni <strong>di</strong> infiorescenze cioè i singoli frutti derivano da<br />

pistilli <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong>versi che formavano un’infiorescenza più o meno compatta.


VERI FRUTTI<br />

I veri frutti si possono sud<strong>di</strong>videre in secchi e carnosi<br />

I frutti secchi a maturità tutti gli strati hanno scarsi parenchimi e un contenuto <strong>di</strong> acqua<br />

piuttosto basso; il pericarpo può quin<strong>di</strong> essere duro, papiraceo o legnoso.<br />

A seconda della modalità <strong>di</strong> liberazione dei semi si <strong>di</strong>stinguono in frutti secchi deiscenti e frutti<br />

secchi indeiscenti<br />

Frutti secchi deiscenti a maturità liberano i semi aprendosi spontaneamente con <strong>di</strong>fferenti<br />

modalità, presentano delle zone <strong>di</strong> deiscenza sprovviste <strong>di</strong> fibra, con cellule sottili cellulosiche;<br />

tra questi frutti si trovano:<br />

Follicolo: deriva da un ovario monocarpellare, plurispermio, si apre lungo la linea <strong>di</strong> sutura del<br />

carpello (es: Elleboro, Aquilegia).<br />

Legume o baccello: deriva da ovario monocarpellare plurispermio, deisce in 2 valve su 2 linee<br />

opposte (sutura e dorso) È tipico della famiglia delle Leguminose.<br />

Lomento: deriva da ovario monocarpellare plurispermio, è sud<strong>di</strong>viso in una serie <strong>di</strong> logge<br />

monosperme chiuse che possono essere anche piene <strong>di</strong> polpa a circondare il seme, si apre<br />

trasversalmente. Da alcuni viene considerato una mo<strong>di</strong>ficazione del legume.<br />

Siliqua e Siliquetta: derivano da un ovario bicarpellare sincarpico con numero variabile <strong>di</strong> semi.<br />

Si apre in 2 valve lungo la linea <strong>di</strong> sutura delle foglie carpellari, a maturità si fendono ma non si<br />

separano completamente. Le due valve sono separate da setto persistente membranoso detto<br />

replo su cui sono inseriti i semi. Il frutto si chiama siliquetta quando è iso<strong>di</strong>ametrica, siliqua<br />

quando il <strong>di</strong>ametro longitu<strong>di</strong>nale supera quello trasversale. Caratterizzano le Crucifere;


Capsula: deriva da un ovario pluricarpellare<br />

sincarpico polispermo; presenta vari tipi <strong>di</strong><br />

deiscenza:<br />

capsula setticida o settifraga (Digitalis tabacco,<br />

china, colchico) si apre lungo la linea <strong>di</strong> sutura<br />

dei carpelli;<br />

capsula loculicida (Lilium, tulipano, castagno<br />

d'in<strong>di</strong>a) si apre lungo la nervatura dorsale dei<br />

carpelli;<br />

pisside (es. Anagallis arvensis, Hyoscyamus<br />

niger si apre per mezzo del <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> un<br />

numero <strong>di</strong> denti più o meno elevato su un<br />

opercolo circolare;<br />

capsula poricida (es. i papaveri genere<br />

Papaver) si apre me<strong>di</strong>ante una serie <strong>di</strong> pori<br />

apicali.


I frutti secchi indeiscenti presentano una parete<br />

completamente sclerificata, a maturità non liberano i<br />

semi che vengono <strong>di</strong>spersi ancora protetti dal<br />

pericarpo. Esempi:<br />

Achenio: deriva da un ovario monocarpellare o<br />

bicarpellare. Il pericarpo è sottile, membranoso,<br />

pergamenaceo o cuoioso, aderente ma non saldato<br />

all'episperma. Il seme è quin<strong>di</strong> lassamente aderente<br />

alla parete del frutto, quin<strong>di</strong> non del tutto libero.<br />

L’achenio può essere isolato oppure riunito a formare<br />

<strong>di</strong>acheni, tetracheni, pluriachei. Si trova ad esempio<br />

nelle famiglie delle Fagaceae, Betulaceae,<br />

Compositae);<br />

Nucula: frutto monocarpico con involucro erbeceo o<br />

cuoioso ( cùpola ), ora aperto e squamiforme, ora<br />

chiuso e aculeato, contenente uno o più acheni<br />

(nocciòlo,castagno).<br />

Samara: è un tipo <strong>di</strong> achenio munito <strong>di</strong> espansioni (ali) che ne facilitano la <strong>di</strong>spersione anemocora.<br />

Il pericarpo è membranoso con espansione alare laterale (frassino) o periferica (olmo); se il frutto è<br />

formato da due samare aderenti si chiama <strong>di</strong>samara (acero);<br />

Cariosside: frutto monospermio, deriva da un ovario pluricarpellare sincarpico con pericarpo<br />

saldato all'episperma, tipico delle Gramineae. Durante la maturazione i tegumenti del seme sono<br />

stati parzialmente <strong>di</strong>geriti o sono concresciuti con il pericarpo.


Nei frutti carnosi la consistenza dei <strong>di</strong>versi strati è carnosa<br />

in quanto ricchi <strong>di</strong> parenchimi che trattengono una<br />

percentuale d’acqua notevolmente alta. Esempi:<br />

Bacca: frutto plurisperma, deriva da ovario pluricarpellare,<br />

presenta <strong>di</strong>verse varianti (vite, pomodoro, banano,<br />

sambuco,belladonna)<br />

Esperi<strong>di</strong>o: frutto delle Rutaceae ovvero gli agrumi,<br />

presenta epicarpo con tasche lisegene, mesocarpo bianco<br />

e spugnoso, endocarpo tappezzato <strong>di</strong> peli a maturità ricchi<br />

<strong>di</strong> succo. È da alcuni considerato una bacca mo<strong>di</strong>ficata<br />

Drupa: frutto con epicarpo sottile, mesocarpo carnoso,<br />

endocarpo legnoso, alcune drupe sono monosperme<br />

unicarpellari (drupaceae come pesca, susina, albicocco),<br />

pluricarpellari (olivo, noce).<br />

Peponide: frutto tipico delle Cucurbitaceae (zucchina,<br />

zucca, cetriolo);<br />

Dalaustio: frutto tipico delle Punicaceae (melograno);<br />

Cabosside: frutto del cacao;<br />

Bacca deiscente, tipica della noce moscata (a maturità<br />

libera il seme con arillo), e dell' Ecballium(Cucurbitaceae).


FRUTTI COMPOSTI<br />

Sono quelli derivati da più pistilli dello stesso fiore<br />

che rimangono uniti anche nel frutto. Esempi:<br />

Polidrupa: deriva da tante piccole drupe inserite sul<br />

ricettacolo convesso del fiore (tipiche del genere<br />

Rubus) mora del rovo, lampone<br />

Conocarpo: deriva dal ricettacolo carnoso e<br />

convesso su cui erano inseriti numerosi ovari<br />

trasformati in acheni es. Fragola (il vero frutto è<br />

composto dagli acheni, la parte carnosa deriva<br />

dall'ingrossamento del ricettacolo fiorale<br />

FALSI FRUTTI<br />

I falsi frutti sono:<br />

Pomo: deriva da un ovario pentacarpallere infero<br />

sincarpico avvolto dal ricettacolo carnoso con il<br />

quale concresce (il vero frutto è il torsolo, calice<br />

persistente.<br />

Cinorrodo: è il "frutto" del genere Rosa è un falso<br />

frutto a coppa carnosa, derivante dal ricettacolo. I<br />

frutti sono gli acheni in esso racchiusi.


INFRUTTESCENZE<br />

I singoli frutti derivano da pistilli <strong>di</strong> fiori <strong>di</strong>versi che formavano un’infiorescenza più o meno<br />

compatta.<br />

Sorosio: formato da tante false drupe originatasi dalla concrescenza dei calici carnosi mora<br />

del gelso, da corta spiga una pseudodrupa, oppure l'ananas con asse brattee e frutti carnosi.<br />

Siconio:deriva da un ricettacolo semi- carnoso e concavo tappezzato al suo interno da fiori<br />

femminili che daranno degli acheni (Fico)


A conclusione <strong>di</strong> questo nostro stu<strong>di</strong>o si è svolta la<br />

visita all’Orto Botanico <strong>di</strong> Catania, che con un<br />

percorso geometrico racchiude al suo interno piante<br />

<strong>di</strong> tutte le specie.


L’Orto si <strong>di</strong>vide in varie sezioni: la foto a<br />

sinistra rappresenta la grande serra<br />

detta Tepidarium, dove si trovano molte<br />

piante esotiche; in basso invece vi è una<br />

porzione dell’Orto Siculo che raccoglie<br />

una grande varietà <strong>di</strong> specie tipiche<br />

della nostra terra.<br />

Nei locali interni dell’Orto è custo<strong>di</strong>to<br />

l’Erbario, cioè una raccolta <strong>di</strong> piante<br />

essiccate sia storiche sia recenti. Questo<br />

Erbario sta venendo informatizzato e<br />

parte si trova già a <strong>di</strong>sposizione<br />

dell’utente “navigatore”.


Per noi studenti è stata una visita istruttiva che ci ha<br />

arricchito sulla natura che ci circonda, abbiamo scoperto<br />

che ci sono piante con cui i nostri avi si nutrivano e<br />

piante con cui le nostre antenate si truccavano. E<br />

pensare che al giorno d’oggi la stiamo <strong>di</strong>struggendo per<br />

semplice ignoranza, non sfruttando le risorse che la<br />

stessa natura ci mette a <strong>di</strong>sposizione. Questa visita ,oltre<br />

ad essere stata un modo per approfon<strong>di</strong>re la nostra<br />

conoscenza, è stata un momento per riflettere, immersi<br />

nel verde.


<strong>La</strong> classe IV ASB :<br />

Hanno collaborato:<br />

Distefano Vito<br />

Foti Gargano Edoardo<br />

Iacona Patrizia<br />

Maugeri Giusppe<br />

Moschella Salvatore<br />

Pennisi Martina<br />

Pezzino Simona<br />

Porto Marika<br />

Re Valeria<br />

Sapienza Francesca<br />

Sciuto Giancarlo<br />

Sicurella Emanuele<br />

Ternico Emanuela<br />

Torrisi Gabriele<br />

Si ringraziano:<br />

Trombetta Daniele<br />

Vinciguerra Rosario<br />

<strong>La</strong> Prof. ssa Antonia Lo Brutto coor<strong>di</strong>natrice del lavoro.<br />

… e per l’assistenza informatica:<br />

Il Sig. Stefano Bisicchia

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