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Flora analitica delle Caroficee - Alghe d'acqua ... - SeaweedAfrica

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<strong>Flora</strong> <strong>delle</strong> <strong>Caroficee</strong> d’Italia<br />

Esse sono distinte, a seconda della loro posizione rispetto al cauloide, in adassiali (rivolte cioè verso l’asse<br />

o cauloide) e abassiali (rivolte dal lato opposto, cioè verso l’esterno) (Fig.17, 42) . Altre cellule adassiali<br />

simili alle foglioline, dette bratteole, generalmente in numero di due, compaiono, nelle Chara, attorno alla<br />

nucula (Fig. 31). Un’ulteriore cellula, detta cellula bratteale accessoria, compare, al posto del globulo, negli<br />

esemplari femminili <strong>delle</strong> specie dioiche del genere Chara.<br />

Nei generi Chara, Lamprothamnium e Lychnothamnus, sono presenti, alla base dei raggi, particolari<br />

cellule, talora rudimentali (e quindi poco evidenti) ma generalmente più o meno lunghe, e quindi ben<br />

evidenti, dette stipuloidi (Fig. 2). Queste formano, nel loro insieme, un verticillo (o corona) che può essere<br />

doppio (diplostefano, dal greco: corona doppia) (Figg. 14, 30) o, meno frequentemente, semplice (aplostefano,<br />

dal greco: corona semplice) (Fig. 60). Le specie del genere Chara sono generalmente diplostefane.<br />

Sono invece aplostefani i generi Lamprothamnium e Lychnothamnus e, tra le specie del genere Chara, Ch.<br />

braunii, Ch. baueri e Ch. pelosiana. Gli stipuloidi mancano completamente nei generi Nitellopsis, Nitella<br />

e Tolypella.<br />

Appendici del raggi possono considerarsi anche i gametangi, sviluppandosi questi al posto <strong>delle</strong><br />

foglioline.<br />

Il gametangio femminile è, spesso, chiamato oogonio. Meglio sarebbe, tuttavia, adottare per esso il nome<br />

particolare nucula (Chadefaud, 1960) a causa della sua particolare morfologia. La nucula consiste infatti di<br />

una grande oosfera ricoperta da una cortex di protezione formata da cinque lunghe cellule tubulari avvolte<br />

ad elica. La cortex termina, all’apice, con una coronula di cinque (Chareae) o dieci (Nitelleae) cellule, disposte,<br />

rispettivamente, in uno o due verticilli (Fig. 3A, 3B).<br />

Dopo la fecondazione, la nucula si riveste di un involucro calcificato complesso - costituito da una<br />

sostanza intercellulare (sporostina), secreta dalle cellule elicoidali della cortex, e dai residui <strong>delle</strong> pareti<br />

cellulari dello zigote e <strong>delle</strong> stesse cellule elicoidali - trasformandosi in una oospora (Krause, 1997).<br />

Il gametangio maschile viene spesso chiamato anteridio. Anche in questo caso, tuttavia, in considerazione<br />

della sua particolarissima e complessa struttura (nettamente diversa da quella dei gametangi<br />

maschili di tutte le altre alghe) e della sua forma (perfettamente sferica) sarebbe meglio adottare per esso<br />

il nome particolare di globulo (Chadefaud, 1960). Il globulo risulta formato da otto scudetti triangolari,<br />

disposti tra loro come gli ottanti di una sfera, di colore rosso o arancione a causa dei carotenoidi contenuti<br />

nelle cellule. Ogni scudetto porta, sulla sua superficie interna, una lunga cellula, detta manubrio, orientata<br />

radialmente verso il centro della sfera. Ciascun manubrio termina con una cellula (capitello primario) che<br />

dà origine ad una corona di sei piccole cellule (capitelli secondari) che, a loro volta, originano le cellule<br />

(capitelli terziari) dalle quali si formano i filamenti spermatangiali, file di 5-50 cellule, ognuna <strong>delle</strong> quali<br />

ha il valore di una spermatociste.<br />

Fig. 2. Stipuloidi<br />

aplostefani diplostefani

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