Rieti - Sabina Magazine
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Sviluppo&Territorio<br />
Verso il<br />
REFERENDUM<br />
““Nooi siiaammoo citttadiinii ddi sseeriee b”,, diicee iill ssiinnddacco<br />
ddi LEONEESSSSA cchhee racconnttaa ttuuttta laa veerriitàà<br />
ssuulllaa qquesttiioone deegglli immppiiantti<br />
■ di Andrea CUCCO<br />
La Provincia di <strong>Rieti</strong> sta facendo di<br />
tutto per evitarlo, ma sembra ormai<br />
certo che Leonessa non voglia rinunciare<br />
al suo referendum che, sorprese<br />
a parte, è stato fissato per il 30 novembre<br />
ed il 1 dicembre. In quella data i suoi<br />
abitanti si pronunceranno sulla possibilità<br />
di staccarsi dalla Regione Lazio per<br />
unirsi all’Umbria. Il referendum, approvato<br />
peraltro dal Consiglio dei Ministri,<br />
potrebbe preludere al distacco del territorio<br />
dall’amministrazione laziale.<br />
Il sindaco Alfredo Rauco è amareggiato<br />
ma deciso sulla questione: «La goccia<br />
che ha fatto traboccare il vaso è stata il<br />
mancato rilascio dei permessi da parte<br />
della Regione per un investimento, completamente<br />
finanziato da privati, di 56<br />
milioni di euro per la realizzazione del<br />
comprensorio sciistico del Terminillo. Il<br />
progetto prevede una nuova serie di otto<br />
impianti e 15 piste per un totale di 52<br />
10 <strong>Sabina</strong> Periodico di promozione turistica e informazione<br />
chilometri, di cui 36 innevati artificialmente.<br />
Per quell’investimento avevamo<br />
chiesto alla Regione solamente le autorizzazioni<br />
di competenza. La storia inizia nel<br />
2002, in quella data diamo una concessione<br />
alla I.S.I.C. S.p.a. per lo sfruttamento<br />
del versante nord del Terminillo.<br />
La società presenta dei progetti, ma siccome<br />
all’epoca esistevano vincoli paesaggistici<br />
che tutelavano in maniera assoluta<br />
l’alberatura sopra i 1200 metri, nel 2004<br />
è stato inserito l’art. 31bis della legge<br />
24/98 che permetteva di andare in deroga.<br />
Si potevano cioè tagliare le piante a<br />
patto che ci fosse un ampliamento dei bacini<br />
sciistici a carattere sportivo. Noi siamo<br />
andati avanti apportando delle modifiche<br />
al progetto iniziale. Questo fino al<br />
2006 quando, all’interno della legge di bilancio<br />
della finanziaria regionale (nel frattempo<br />
era entrato in carica il presidente<br />
Marrazzo), con due righe è stata tolta la<br />
Alfredo<br />
Rauco<br />
possibilità di andare in deroga e di fatto<br />
è stato bloccato l’iter per la realizzazione<br />
dell’impianto».<br />
E voi cosa avete fatto?<br />
«Abbiamo manifestato e chiesto incontri<br />
a Marrazzo. Siamo stati costretti ad andare<br />
con tre pullman sotto la presidenza<br />
della giunta regionale per farci ricevere. A<br />
quel punto ha convenuto che, “non potevamo<br />
permetterci il lusso di perdere 56<br />
milioni di euro”, solo che da lì in poi non<br />
è stato fatto niente.<br />
Inizialmente la Provincia aveva approvato<br />
un piano di interventi, questo perché<br />
la legge modificata diceva che nel caso<br />
di ampliamento dei bacini sciistici occorreva<br />
un piano degli interventi stilato<br />
dalla stessa, ma poi il provvedimento è<br />
diventato carta straccia.<br />
Lo scorso anno Pecoraro Scanio (allora<br />
Ministro dell’Ambiente) ha emesso un de-<br />
NUMERO III OTTOBRE/NOVEMBRE - ANNO 2008