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EDOUARD MANET - La 5 P 2011/2012

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Matteo Olivi 5^ P – 13 dicembre <strong>2011</strong>- Appunti Manet-Degas - Pagina 2 di 7<br />

Pertanto dopo sei anni di viaggi in Europa, durante i quali ebbe modo di visitare Italia, Germania Olanda<br />

studiandone i grandi artisti, e di frequentazioni assidue del Louvre, abbandonò Couture. Oggetto dei suoi<br />

studi furono,in particolare, i coloristi veneti: Tiziano e Giorgione, e quelli iberici: Goya e Velazquez. Con<br />

grande prepotenza, quindi, il colore si impose. Per di più, si avvalse dell'accostamento di colori puri<br />

prospettato dal Delacroix ne “<strong>La</strong> barca di Dante”, di cui ci siamo occupati. Dal tonalismo, però egli arriverà<br />

all'elaborazione di soggetti ben poco idealizzati e facenti<br />

riferimento all'allora principale tendenza<br />

artistica: il realismo. Essi divennero veri e propri<br />

spaccati di quotidianità: ne è esempio il Bevitore<br />

d'Assenzio, una delle sue prime opere. Pian piano,<br />

però, la prassi di rappresentare la pura realtà, anche<br />

a costo di destare un incredibile scalpore, si<br />

radicalizzò. Nel 1863, difatti, dipinse sia<br />

“Colazione sull'erba” che “Olympia” (esposta<br />

solamente nel 1865). Il distacco dalla critica toccò<br />

in questo momento il massimo apice; di qui in poi ogni<br />

sua produzione verrà osteggiata e criticata. Le forme<br />

erano troppo semplificate, il disegno<br />

praticamente inesistente: come accettarlo? <strong>La</strong><br />

rappresentazione realistica cancella il<br />

chiaroscuro, che viene sostituito<br />

dell'accostamento di tonalità contrastanti del<br />

medesimo colore; l'immediatezza, la sensazione di un<br />

attimo<br />

divengono l'ispirazione dell'opera d'arte. Non si persegue<br />

quindi più la pedissequa ed idealizzata raffigurazione della<br />

bellezza e dell'esteriorità (valore ricercato, inutile negarlo,<br />

anche dal romanticismo). Conseguenze? Pennellate libere,<br />

brevi; soggetti rappresentati in divenire e nella reale<br />

dinamicità che li contraddistingue. Non tutti però gli furono<br />

ostili: egli riuscì a suscitare un'enorme ammirazione nei<br />

giovani avanguardisti, poi impressionisti. Anche Zola e<br />

Baudelaire tesseranno le lodi di Manet, prendendone le parti.<br />

Manet, stimolato dall'esclusione dall'Esposizione Universale<br />

del '67, riuscì però ad organizzare la prima esposizione<br />

impressionista solo pochi anni più tardi: nel '74, Nadar gli<br />

concesse il proprio studio per mostrare i suoi quadri, insieme<br />

a quelli degli altri Impressionisti.<br />

Ciò non toglie, e occorre rimarcarlo, che egli non si sia mai<br />

ufficialmente dichiarato come facente parte del movimento,<br />

seppur avesse stretto amicizie profonde con alcuni dei<br />

componenti. L'ultima fase della propria produzione sarà<br />

quindi legata alla ritrattistica e a dipinti aventi per tema dei<br />

notturni parigini. Morì, pochi anni dopo l'esposizione, di sifilide.<br />

Edouard Manet, “Il bevitore<br />

d’assenzio”; 1856; NY Carlsberk<br />

Glypotek, Copenaghen<br />

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