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Affogato in una cultura sbagliata…………..<br />

Negli anni <strong>il</strong> modo di vivere nelle nostre case è sempre stato scandito tra<br />

lavoro e vita famigliare. Nella maggior parte dei casi nella tavola di queste<br />

famiglie c’era <strong>il</strong> vino. Purtroppo se ne faceva uso anche fuori, nelle osterie o<br />

nei bar delle zone anche lontane dai grossi centri.<br />

Questo comportava <strong>il</strong> rischio che qualcuno ne abusasse.<br />

I nostri avi dicevano erroneamente bevi un po’ di vino ti farà buon sangue,<br />

se avevi freddo con un goccetto di grappa si pensava di scaldarsi, non<br />

sapendo che l’alcol contenuto in quel bicchierino, altro non faceva che<br />

diminuire la circolazione così che <strong>il</strong> freddo si sentiva un po’ meno.<br />

Purtroppo non sapendo che l’alcol comportava anche tanti altri rischi la<br />

gente ne faceva uso quasi fosse una medicina.<br />

Si arrivava così che alcune persone ne facevano uso quotidianamente,<br />

arricchendo così la sf<strong>il</strong>za dei possib<strong>il</strong>i alcolisti, i quali negli anni a venire<br />

erano destinati a malattie come la cirrosi o certe malattie mentali dovute al<br />

fatto che le cellule del loro cervello venivano annientate.<br />

Con questo st<strong>il</strong>e di vita generazioni condividevano <strong>il</strong> vizio del bere con le<br />

varie mansioni quotidiane.<br />

Anch’io mi sono trovato a vivere in questo tipo di cultura.<br />

Il goccetto anche da giovane non mancava: “daghe un poco de vin e acqua,<br />

non te vidi che tristo che l’è, te vedarè che el fa suito le masele rosse”, così<br />

che senza volerlo cominciai ad assumere alcol. Dopo anni con gli amici ci si<br />

trovava nei bar del paese con la birra in mano che sebbene avevi 16 anni ti<br />

faceva sentire grande. Dalle birre e <strong>il</strong> vino <strong>il</strong> passo per arrivare ai<br />

superalcolici fu breve, con lo stravecchio ti sembrava di aver raggiunto la<br />

massima età.<br />

La giovinezza passava, lavoravo in un piccolo laboratorio di ceramiche,<br />

nella pausa pranzo mi recavo a casa, sul tavolo oltre all’acqua c’era come<br />

sempre <strong>il</strong> vino, non sempre mischiavo le due sostanze. Prima di ritornare al<br />

laboratorio c’era la tappa quasi obbligata al bar dove noi ragazzi che<br />

lavoravamo in paese ci trovavamo per <strong>il</strong> caffè, dopo <strong>il</strong> quale arrivava come<br />

per scontato <strong>il</strong> bicchierino di stravecchio.<br />

Così per anni, fino a quando non cambiai lavoro, andai ad aiutare dei<br />

muratori che stavano ristrutturando la casa che i miei genitori con sacrificio<br />

avevano comprato, anche lì non mancava mai <strong>il</strong> vino e <strong>il</strong> caffè corretto con<br />

annesso rasentin (goccetto di grappa).<br />

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