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IPERTERMIA TERMOTERAPIA PIRETOTERAPIA - Campi per la vita

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<strong>IPERTERMIA</strong><br />

<strong>TERMOTERAPIA</strong><br />

<strong>PIRETOTERAPIA</strong><br />

Prologo: Prof. Dr. Franco Lo Iacono<br />

Chirurgo<br />

Testo: Dr. Vittorio Davite<br />

Farmacista<br />

www.fieldsforlife.org<br />

Copyrigt © 2008<br />

LICENZA PUBBLICA GENERICA (GPL) DEL PROGETTO GNU<br />

Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 1


“...scrivere è il modo migliore<br />

<strong>per</strong> par<strong>la</strong>re senza essere interrotti...”<br />

Vercelli, 01/2007<br />

Documentazione distribuita con licenza GPL da www.fieldsforlife.org 2


<strong>IPERTERMIA</strong> E <strong>PIRETOTERAPIA</strong><br />

Prefazione del Prof. Dott. Franco Lo Iacono<br />

La presente pubblicazione dell'amico Dott. Vittorio Davite è basata sul<strong>la</strong> nozione<br />

dell'effetto del caldo sul corpo umano.<br />

Egli ci presenta alcuni casi di pazienti, affetti da gravi ma<strong>la</strong>ttie, <strong>per</strong>venuti<br />

rapidamente a guarigione dopo essere stati sottoposti a tem<strong>per</strong>ature elevate, tra cui<br />

casi di broncopolmonite, lesione sempre di notevole gravità.<br />

Fin dai tempi antichi era stata riscontrata l'influenza favorevole che ma<strong>la</strong>ttie febbrili,<br />

insorgenti durante il decorso di altre affezioni, possono avere su queste.<br />

La piretoterapia può essere attivata sia con sostanze chimiche, sia con vaccini o<br />

derivati batterici, sia inducendo nel ma<strong>la</strong>to una infezione artificiale mediante germi<br />

viventi.<br />

Il Dott. Davite l'ha ottenuta sottoponendo il paziente ad un bagno di acqua molto<br />

calda.<br />

L'i<strong>per</strong>termia può favorire l'attività fagocitaria, <strong>la</strong> formazione di anticorpi, <strong>la</strong><br />

disintegrazione di veleni specifici e aspecifici, l'attività delle ghiandole a secrezione<br />

interna e degli emuntori. Può agire inoltre direttamente sui germi che hanno<br />

provocato <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia, i quali, non resistenti ad elevate tem<strong>per</strong>ature, vanno incontro a<br />

distruzione.<br />

E' ben conosciuto quali siano gli effetti biologici del caldo sul corpo umano: provoca<br />

sull'organismo i<strong>per</strong>emia arteriosa, <strong>per</strong> aumento del calibro dei vasi ed accelerazione<br />

del<strong>la</strong> corrente sanguigna, con aumento del<strong>la</strong> diapedesi e del<strong>la</strong> fagocitosi e dei poteri<br />

di difesa regionali contro infezioni; produce inoltre un effetto analgesico quasi<br />

costante, qualunque sia <strong>la</strong> causa del dolore.<br />

Produce ancora azione antibatterica; <strong>per</strong> questa azione il caldo deve essere molto<br />

forte e applicato <strong>per</strong> molto tempo.<br />

E' questo il caso messo in azione nei pazienti citati dal Dr. Davite.<br />

Ha infine un'azione favorevole sul<strong>la</strong> rigenerazione cellu<strong>la</strong>re (cicatrizzazione,<br />

riparazione di lesioni, ecc.).<br />

La terapia messa in azione dal Dr. Davite è basata su azioni scientifiche ben<br />

conosciute.<br />

Oggi con il grande progresso del<strong>la</strong> medicina, disponiamo di mezzi altamente efficaci<br />

<strong>per</strong> curare le ma<strong>la</strong>ttie. L'I<strong>per</strong>termia può essere tenuta nel<strong>la</strong> dovuta considerazione ed<br />

usata come coadiuvante in determinati casi, in cui <strong>la</strong> terapia tradizionale non aveva<br />

raggiunto risultati rapidi e completi. E' doveroso <strong>per</strong>ciò complimetarci con il Dr.<br />

Davite ed incoraggiarlo a <strong>per</strong>sistere nel<strong>la</strong> sua attività e nelle sue ricerche.<br />

Franco Lo Iacono<br />

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<strong>IPERTERMIA</strong><br />

Per I<strong>per</strong>termia si intende l'elevazione del<strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura del corpo umano al di<br />

sopra del valore fisiologico di 37°C. Questa elevazione si può ottenere<br />

attraverso due vie distinte: <strong>la</strong> Termoterapia e <strong>la</strong> Piretoterapia.<br />

1) Si par<strong>la</strong> di Termoterapia quando il calore è fornito da sorgenti esterne<br />

di energia termica che possono essere di origine fisica (elettromagnetica,<br />

radiante, radiofrequenziale etc ) e chimica.<br />

2) Si par<strong>la</strong> di Piretoterapia (dal greco pyretos = febbre) quando il calore è<br />

fornito dal<strong>la</strong> reazione febbrile del paziente.<br />

LA STORIA<br />

L'istinto stesso di conservazione del<strong>la</strong> <strong>vita</strong> e del benessere individuale fa si che<br />

una forza di medicina istintiva sia comune tanto agli uomini primitivi quanto<br />

agli animali tra i quali si osservano atti e comportamenti rivolti a lenire il dolore<br />

e ad eliminare condizioni patologiche.<br />

In natura, il principio del<strong>la</strong> <strong>vita</strong> è legato al calore così come alle sorgenti e ai<br />

consumi di energia; <strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura del corpo umano è necessaria <strong>per</strong> assicurare<br />

le sue funzioni fisiologiche nonché <strong>la</strong> sua difesa contro i germi patogeni che<br />

ben vivono a 37°C <strong>per</strong> autodistruggersi man mano che <strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura<br />

aumenta.<br />

Fin dal<strong>la</strong> antichità l'I<strong>per</strong>termia è stata proposta e utilizzata pare trattare certe<br />

infermità ricorrendo alle sorgenti termiche naturali disponibili o adattate<br />

all'occorrenza.<br />

Dagli albori del<strong>la</strong> storia e del<strong>la</strong> leggenda, l'I<strong>per</strong>termia è stata prospettata come<br />

mezzo <strong>per</strong> atrofizzare il seno destro delle Amazzoni nel<strong>la</strong> zona destinata al<br />

porto del<strong>la</strong> faretra, mentre al papiro medicale egiziano, vecchio di circa 4000<br />

anni, risale un tentativo di trattamento di un tumore al seno mediante uno “stelo<br />

riscaldato”. Se ne vale Ippocrate nei suoi “Aforismi”, seguito da molti medici<br />

che proporranno <strong>la</strong> cauterizzazione di certe eruzioni infettive su<strong>per</strong>ficiali. Ma si<br />

dovrà attendere il XIX secolo <strong>per</strong>ché l'i<strong>per</strong>termia trovi realmente un posto nel<br />

trattamento di certe infermità nonché di veri e propri tumori, secondo il<br />

francese Dr. Bichat <strong>per</strong> il quale:<br />

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“<strong>la</strong> febbre non è una ma<strong>la</strong>ttia, ma è una difesa naturale dell'organismo e, <strong>per</strong><br />

questo, uno strumento di guarigione”, dichiarandosi così partigiano del<strong>la</strong><br />

piretoterapia.<br />

A quel momento alcuni medici osservarono dei casi di regressione nonché di<br />

guarigione di ma<strong>la</strong>ttie e autentici tumori in seguito a grandi stati febbrili<br />

occasionati da infezioni. Si cerca allora di creare febbri artificiali, ricorrendo<br />

principalmente a tossine non letali, tra le quali inizialmente <strong>la</strong> più utilizzata è<br />

l'Erisipe<strong>la</strong> indotta dall'americano Dr. Coley e figlia Dr. Helen, ma i risultati<br />

non sempre costanti sono spesso deludenti.<br />

Nel 1864, il francese Dr. Laveran medico militare in Algeria, scopre l'efficacia<br />

del Chinino contro <strong>la</strong> Ma<strong>la</strong>ria, una delle maggiori cause di mortalità<br />

dell'epoca. In riconoscenza del<strong>la</strong> sua sco<strong>per</strong>ta, il Dr. Laveran nel 1904 sarà<br />

insignito del Premio Nobel del<strong>la</strong> Medicina.<br />

Con il chinino nasce <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>rioterapia; con l'inocu<strong>la</strong>zione artificiale del<br />

p<strong>la</strong>smodio si ottengono accessi febbrili che distruggono l'infezione primaria.<br />

Dopo un certo numero di tali accessi, quando <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ria ha ottenuto i suoi<br />

effetti si interviene con il chinino che uccide il P<strong>la</strong>smodio, ottenendo <strong>la</strong><br />

completa guarigione.<br />

La ma<strong>la</strong>rioterapia si è rive<strong>la</strong>ta partico<strong>la</strong>rmente efficace in certe forme di<br />

paralisi progressiva di origine luetica; queste crisi violente ottengono<br />

splendidi risultati, mirando nel<strong>la</strong> demenza paralitica a miglioramenti là dove<br />

prima le altre terapie non registravano che insuccessi.<br />

In ogni caso, nel corso di elevati eventi febbrili spesso si può osservare un<br />

incremento di efficienza di alcune funzioni biologiche, <strong>per</strong> attivazioni di<br />

processi difensivi, con tendenza al<strong>la</strong> riparazione di lesioni infiammatorie.<br />

Non solo, è in grado di stimo<strong>la</strong>re il sistema immunitario <strong>per</strong>ché provoca <strong>la</strong><br />

liberazione di sostanze immunorego<strong>la</strong>trici, le Citochine che hanno un effetto<br />

protettivo <strong>per</strong> l'organismo.<br />

Nel 1896 le radiazioni Röntgen aprono una nuova via <strong>per</strong> una lotta combinata<br />

con il calore contro il cancro; le tecniche di i<strong>per</strong>termia generalizzata vengono<br />

quasi dimenticate fino agli inizi degli anni '70 quando dalle ceneri rinasce<br />

l'i<strong>per</strong>termia antitumorale.<br />

Nel frattempo è stato dimostrato che un'elevazione termica da 6 °C a 8 °C al di<br />

sopra di 37 °C deve essere mantenuta <strong>per</strong> più ore <strong>per</strong> essere tossica <strong>per</strong> le<br />

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cellule dei mammiferi e quindi anche <strong>per</strong> le cellule tumorali.<br />

In ogni caso si può desumere che <strong>la</strong> medesima elevazione di tem<strong>per</strong>atura <strong>per</strong><br />

un ristretto intervallo di tempo non è dannosa <strong>per</strong> l'organismo, ma è<br />

provvidenziale <strong>per</strong> portare all'autodistruzione i normali agenti patogeni<br />

resistenti a farmaci specifici, come è il caso dei Funghi del genere<br />

Ascomiceti, ubiquitari e resistenti allo spettro degli antibiotici.<br />

La medicina nel frattempo registra nuovi progressi nell'impiego di<br />

radiofrequenze e microonde che possono assicurare un trattamento<br />

soddisfacente dei tumori su<strong>per</strong>ficiali e migliorare i risultati del<strong>la</strong> radioterapia<br />

associata, <strong>la</strong>sciando un'a<strong>per</strong>tura al<strong>la</strong> s<strong>per</strong>anza di una migliore utilizzazione<br />

dell'i<strong>per</strong>termia interstiziale a mezzo di sonde o antenne impiantate in tumori<br />

profondi, come al torace o all'addome.<br />

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IL CALORE ATTACCA IL MALE<br />

Quante volte ognuno di noi ha avuto occasione di beneficiare delle qualità<br />

intrinseche del calore <strong>per</strong> uscire da uno stato di sofferenza del nostro organismo<br />

in “toto” o di sue parti ?. Nel frattempo il calore no ha finito di e<strong>la</strong>rgire tutte le<br />

sue qualità e pregi all'uomo, e non solo.<br />

Prima dell'introduzione degli antibiotici, <strong>la</strong> polmonite è sempre stata una<br />

complicazione inguaribile, quasi sempre con esito letale.<br />

Secondo una “vox populi” corrente a quei tempi, <strong>la</strong> sopravvivenza era<br />

riservata ai pazienti che su<strong>per</strong>avano <strong>la</strong> settima, intesa quale <strong>per</strong>iodo di sette<br />

giorni di alte febbri al termine del quale <strong>la</strong> febbre cadeva ed il ma<strong>la</strong>to<br />

guariva.<br />

Veniamo ora ai ma<strong>la</strong>nni con cui ho dovuto misurarmi sia con <strong>la</strong> termoterapia<br />

che con <strong>la</strong> piretoterapia:<br />

1. Ernia del disco<br />

2. Sindrome pneumo­respiratoria<br />

All'età di dodici anni, saltando da circa 2 metri di altezza atterro sui talloni;<br />

un'acuta fitta al<strong>la</strong> schiena mi blocca procurandomi un riflesso doloroso<br />

subordinato a certi movimenti e posizioni. Ben presto il medico curante<br />

diagnostica un'ernia del disco tra l'ultima vertebra dorsale e <strong>la</strong> prima sacrale.<br />

Per anni ho combattuto il dolore con analgesici e con applicazioni di calore<br />

secondo le terapie che si andavano man mano affermando, sia pur con benefici<br />

di durata ridotta (cerotti, forni, ultrasuoni, etc.) che in ogni caso, mi hanno<br />

<strong>per</strong>messo di non dipendere troppo dall'uso prolungato dei calmanti c<strong>la</strong>ssici, non<br />

sempre esenti da effetti col<strong>la</strong>terali.<br />

Con il passare degli anni il dolore è aumentato e purtroppo ho dovuto notare<br />

una considerevole diminuzione del<strong>la</strong> massa musco<strong>la</strong>re nonché del<strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura<br />

del<strong>la</strong> mia gamba sinistra.<br />

Nel 1947 un quotidiano annuncia a Torino, il Prof. Re rientrato da uno “stage”<br />

presso una clinica ortopedica di Londra, o<strong>per</strong>a l'ectomizzazione dell'ernia del<br />

disco mi reco a Torino <strong>per</strong> una visita preliminare presso l'Ospedale Maria<br />

Vittoria e nel Febbraio 1948 potrò essere o<strong>per</strong>ato.<br />

Dopo due settimane di ricovero sono dimesso con il supporto di un busto di<br />

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gesso rinforzato che va dal bacino alle ascelle. Ben presto a distanza di sedici<br />

anni dall'incidente mi sento liberato dall'incubo del<strong>la</strong> cronicità.<br />

Nel caso che il dolore possa rimanifestarsi, il Prof. Re i consiglia di ricorrere a<br />

trazioni dorsali con una mentoniera Minerva a contrappeso traente, che<br />

favorisce l'aumento dello spazio intervetebrale, riducendo <strong>la</strong> pressione sul nervo<br />

sciatico.<br />

Posso così ritornare al mio <strong>la</strong>voro di Chimico presso lo stabilimento che mi<br />

impiegava a riprendere <strong>la</strong> preparazione di una seconda <strong>la</strong>urea presso <strong>la</strong> Facoltà<br />

di Farmacia dell'Ateneo di Torino.<br />

Dopo quel<strong>la</strong> mia guarigione durante parecchi anni, sia in Italia che in Africa, ho<br />

dovuto <strong>la</strong>mentare parentesi di dolore al nervo sciatico, soprattutto quando <strong>per</strong> <strong>la</strong><br />

sistemazione di nuovi locali e servizi ho dovuto affrontare lo spostamento di<br />

pesi non indifferenti.<br />

L'impiego del<strong>la</strong> mentoniera Minerva che avevo portato con me dall'Italia, mi<br />

ha ogni volta liberato dal dolore. Ho in seguito e<strong>vita</strong>to tali eccessi di peso,<br />

recu<strong>per</strong>ando così le mie buone condizioni fino a riprendere, dove e quando<br />

possibile, <strong>la</strong> pratica di alcuni dei miei sport preferiti.<br />

FASTI E NEFASTI ALL'EQUATORE<br />

Nel 1958 parto <strong>per</strong> il Congo Belga al servizio del gruppo Unilever che nel<br />

frattempo aveva fondato <strong>la</strong> società Pharmaf (Pharmacie Africanes), destinata<br />

all'a<strong>per</strong>tura di nuove farmacie nonché all'approvvigionamento dei prodotti<br />

farmaceutici e materiale medicale riservati ai quaranta Ospedali attivi presso le<br />

piantagioni (palma da olio, caffè, the, cacao) dislocate nelle varie regioni e con<br />

capacità da 150 a 400 letti ciascuno.<br />

A Leopoldville (attuale capitale Kingshasa) sono accolto dal “farmacista capo”<br />

Paul Dufour che si prepara a <strong>la</strong>sciare il paese a causa dello stato di salute di<br />

una figlia di 7 anni colpita da una grave complicazione cardiaca provocata da<br />

una tonsillite dopo che lo streptococco si era annidato su una valvo<strong>la</strong><br />

mitralica.<br />

All'arrivo di mia moglie, ci imbarchiamo <strong>per</strong> Stanleyville (attuale Kisangani)<br />

dove installiamo e inauguriamo una nuova Officina Pharmaf.<br />

Nel 1959 nasce il nostro primogenito Giovanni.<br />

Nel 1961 sono richiamato al<strong>la</strong> capitale dove ritroviamo l'amico Dr. Giuseppe<br />

Colombetti, da Stradel<strong>la</strong>, chirurgo arrivato in Congo <strong>per</strong> conto del<strong>la</strong> Croce<br />

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Rossa Belga e passato all'O.M.S. con il compito di rimettere in attività<br />

l'Ospedale di Masi­Manimba, completamente devastato dai ribelli lumumbisti<br />

del Kasai al momento dell'indipendenza nel 1960.<br />

Giuseppe spesso scende al<strong>la</strong> capitale <strong>per</strong> i suoi contatti professionali e al<strong>la</strong><br />

ricerca di materiale medicale e tecnico urgente.<br />

In occasione del<strong>la</strong> sua venuta al<strong>la</strong> guida del piccolo monop<strong>la</strong>no Norecrin,<br />

chiediamo il suo intervento <strong>per</strong> il piccolo Giovanni, ancora una volta in piena<br />

tonsillite e che stiamo trattando con Lederkyn, sulfamidico­ritardo, all'epoca<br />

molto corrente.<br />

Giuseppe trova il paziente con 39° di febbre e decide di seguirne<br />

<strong>per</strong>sonalmente l'evoluzione; interrompe il trattamento in corso, <strong>la</strong>sciando<br />

che <strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura aumenti sotto <strong>la</strong> sua sorveglianza <strong>per</strong> far fronte ad<br />

eventuali complicazioni.<br />

Non dimenticheremo mai, come noi genitori, durante ore ed ore abbiamo<br />

seguito il “Crescendo” del<strong>la</strong> febbre fino a più di 40,6 °C e mantenerve<strong>la</strong> fino a<br />

che, verso le tre di notte, nel<strong>la</strong> fievole luce del<strong>la</strong> camera, il piccolo apre gli<br />

occhi e muove lentamente <strong>la</strong> testa. Il termometro segna 36,5 °C. Da allora<br />

abbiamo constatato <strong>la</strong> fine del susseguirsi delle tonsilliti e <strong>la</strong> conferma<br />

dell'efficacia del<strong>la</strong> Piretoterapia, quale difesa naturale dell'organismo,<br />

assistendo noi stessi al<strong>la</strong> guarigione di un male che avrebbe potuto riservare<br />

gravi sorprese.<br />

Prima di allora non conoscevo <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> Piretoterapia: ho trovato questo<br />

termine a Bruxelles sulle pagine di Google a casa dello stesso Giovanni , ora<br />

papà di due figli.<br />

Dal 1958, anno del nostro arrivo, il mio stato di salute è stato buono fino al<br />

1964, quando una forte irritazione al rino­faringe degenera in tracheite e<br />

bronchite. Abbandono <strong>la</strong> sigaretta, L'antibiotico mi guarisce, ma altri attacchi<br />

non tardano a ripresentarsi con <strong>per</strong>icolose conseguenze.<br />

Nel 1966 siamo trasferiti a Kigali capitale del Rwanda sempre nel<strong>la</strong> fascia<br />

equatoriale a 1550 metri di altitudine con due stagioni delle piogge seguite da<br />

due stagioni secche, durante le quali il polverino rossiccio del<strong>la</strong> savana è<br />

costantemente sollevato da venti altrettanto secchi. Ben presto le rino­faringiti<br />

si manifestano e peggiorano in bronchiti; sono assil<strong>la</strong>to dal<strong>la</strong> loro frequenza.<br />

Gli antibiotici mi guariscono, ma a distanza di settimane il malessere ricompare<br />

sempre nelle zona rinofaringea, ciò che mi fa pensare ad un residuo minimo di<br />

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infezione (MRD. = Minimun Residual Disease) che si sviluppa non appena lo<br />

stato irritativo delle mucose locali lo <strong>per</strong>mette. I medici OMS e del<strong>la</strong> Assistenza<br />

Tecnica Belga ci mettono in guardia dal clima fresco dell'altitudine spesso<br />

causa di affezioni respiratorie. Mentre le mie tossi si succedono mi viene di<br />

ripensare ad un adagio che sovente pronunciava un nostro assistente di<br />

<strong>la</strong>boratorio all'Università, con una punta di sottile umorismo:<br />

“I germi sono vivi a 37°C e muoiono a 41°C”<br />

Lo stato di apprensione che ne risulta mi riporta ad un libro di avventure<br />

ambientato nel<strong>la</strong> foresta Canadese che in gioventù avevo letto con grande<br />

interesse. Era <strong>la</strong> storia di un medico emigrato <strong>per</strong> ragioni religiose in Nord<br />

America e che <strong>per</strong> sé e <strong>per</strong> il proprio figlio, aveva costruito un'ampia casa<br />

­capanna formata da una so<strong>la</strong> grande camera quadrata, occupata al centro da<br />

una stufa in pietra e mattoni alta fino al soffitto.<br />

Quando il ragazzo è colpito da polmonite, il padre attiva il riscaldamento<br />

dell'ambiente ad un forte regime termico, con grossi ceppi, scaldando il locale il<br />

più possibile durante lunghi giorni fino a che, dopo una settimana di su<strong>per</strong>calore,<br />

<strong>la</strong> febbre cade rapidamente e il ragazzo guarisce.<br />

Durante il mio soggiorno in Congo, ho avuto modo di visitare in Provincia<br />

dell'Equatore, un importante lebbrosario creato e gestito dal Fondo<br />

Internazionale “Les Amis du Père Damien”.<br />

All'occasione ho chiesto al medico responsabile quali fossero i trattamenti che<br />

davano i migliori risultati nel<strong>la</strong> cura delle lesioni provocate nelle differenti zone<br />

devastate dal male. La sua risposta è stata netta: “I migliori risultati si<br />

ottengono sulle braccia e sulle gambe quando sono sottoposte all'azione di<br />

un forte calore”; spiegandomi che in due turni giornalieri i pazienti<br />

convengono sotto le tettoie, <strong>per</strong> tenere gli arti ma<strong>la</strong>ti immersi in grandi fusti di<br />

recu<strong>per</strong>o, contenenti acqua molto calda, <strong>la</strong> cui tem<strong>per</strong>atura viene rego<strong>la</strong>rmente<br />

mantenuta con l'aggiunta di acqua riscaldata a parte.<br />

Siamo nel 1997, quando una bronchite evoluta in polmonite, ha resistito oltre<br />

dodici giorni agli antibiotici, mentre polmoni ed espettorato esa<strong>la</strong>no un odore<br />

di muffa.<br />

Basandomi sui moduli che ho appena citato, decido di ricorrere ad un bagno<br />

molto caldo, utilizzando <strong>la</strong> vasca del<strong>la</strong> dimora di nostro figlio Giancarlo,<br />

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neofarmacista da poco tempo rientrato dai suoi studi a Genova. L'impianto dello<br />

scaldabagno è buono, ma <strong>la</strong> quantità erogata non è sufficiente <strong>per</strong> un bagno<br />

total body e dispongo <strong>per</strong> un complemento di acqua scaldata direttamente sul<strong>la</strong><br />

cucina a gas.<br />

Inizio immergendomi a circa 35°C <strong>per</strong> aggiungere successivamente acqua più<br />

calda e ben agitata fino a 41°C. Mantenendomi <strong>per</strong> un buon 10 minuti mi rendo<br />

conto di un evidente miglioramento che mi spinge a <strong>la</strong>sciar salire <strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura<br />

con nuove aggiunte di acqua molto calda.<br />

L'aumento è talmente rapido che, inconsciamente, l'acqua raggiunge <strong>la</strong><br />

tem<strong>per</strong>atura di 45°C che, malgrado tutto, sopporto molto bene, ma che<br />

evidentemente giudico troppo elevati. Abbandono prontamente <strong>la</strong> vasca, <strong>per</strong><br />

entrare rapidamente sotto le numerose co<strong>per</strong>te che mi aspettano.<br />

Dopo un sonno profondo di oltre due ore, mi sveglio completamente inzuppato,<br />

il termometro segna 36,5°C e <strong>per</strong>sonalmente mi sento fuori dallo stato che <strong>per</strong><br />

lunghi giorni mi aveva tenuto in al<strong>la</strong>rme. Siamo al<strong>la</strong> fine del 2007 e da quel<br />

momento, a tutt'oggi, non ho più avuto disturbi né difficoltà polmonari o<br />

respiratorie.<br />

Nel giugno 2000, sono stato vittima di un incidente fortunatamente finito bene.<br />

Siamo ad Im<strong>per</strong>ia, in attesa di riunirci con i figli e nipoti, <strong>per</strong> festeggiare il mio<br />

80° compleanno.<br />

Durante <strong>la</strong> notte, recandomi al<strong>la</strong> toilette, evito di accendere <strong>la</strong> luce <strong>per</strong> non<br />

disturbare i dormienti; ma ad una levata successiva, invece di accedere al<br />

bagno, nel buio totale imbocco <strong>la</strong> contigua gabbia a semi­spirale del<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> e<br />

rotolo fino in fondo, nel buio.<br />

Al grande rumore, <strong>la</strong> casa si sveglia e <strong>la</strong> luce si accende. Mi ritrovo con <strong>la</strong> testa<br />

in giù, appoggiata al tredicesimo gradino, mentre le gambe, rivolte in alto,<br />

esattamente verticali e parallele, sono infi<strong>la</strong>te tra le sbarre del<strong>la</strong> ringhiera.<br />

Sono in uno stato di semi­incoscienza mentre <strong>la</strong> visione dei miei occhi è<br />

soggetta ad una rapida carrel<strong>la</strong>ta da destra a sinistra come talora accade su un<br />

monitor in TV mal rego<strong>la</strong>to.<br />

Faccio uno sforzo <strong>per</strong> concentrarmi, ad alta voce mi pongo delle domande alle<br />

quali rispondo a me stesso <strong>per</strong> rendermi conto “ che parlo, che vedo, che<br />

sento, che ai miei comandi seguono rego<strong>la</strong>rmente i movimenti<br />

corrispondenti richiesti ! ”.<br />

I familiari accorrono prontamente aiutandomi a districare le gambe dalle sbarre<br />

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che le trattengono e mia moglie mi aiuta a stringere il corrimano <strong>per</strong> risalire al<br />

piano su<strong>per</strong>iore. Arriva l'ambu<strong>la</strong>nza che mi porta all'ospedale.<br />

Il medico di guardia interviene con otto punti di sutura al<strong>la</strong> testa mentre non<br />

nasconde <strong>la</strong> sua sorpresa dicendo che dopo incidenti del genere è raro che “ il<br />

paziente parli ”.<br />

Per parte mia mi sorprendo a sussurrare un fievole : “ Merci, Petit Jesus “<br />

come cantano i bambini dopo avere ricevuto i loro doni di Natale.<br />

Al terzo giorno sono dimesso dall'ospedale con una prescrizione di Betahistina<br />

che mi assicuri un migliore equilibrio nei miei passi e quando passo<br />

dall'orizzontale al verticale e viceversa.<br />

Col passare degli anni devo riconoscere che il mio equilibrio stabile sta<br />

<strong>per</strong>dendo qualche colpo; soprattutto quando scendo dalle scale il mio procedere<br />

è di più legato al buon uso di un corrimano.<br />

Sempre a carico dell'I<strong>per</strong>termia voglio ricordare l'amico Aldo Caviggia da<br />

Brusnengo, a quel tempo responsabile di un'impresa edile o<strong>per</strong>ante in Rwanda.<br />

In mattinata si presenta in farmacia, con una fortissima influenza, non riesce ad<br />

esprimersi convenientemente <strong>per</strong> spiegarmi che <strong>la</strong> sua presenza in<br />

cantiere è indispensabile <strong>per</strong> il pomeriggio in occasione del controllo tecnico<br />

finale da parte di una Commissione O.N.U. venuta dall'Europa <strong>per</strong> garantire il<br />

nul<strong>la</strong> osta necessario <strong>per</strong> <strong>la</strong> chiusura del dossier di una importante costruzione.<br />

Gli consegno le medicine richieste, <strong>per</strong>mettendomi, data l'urgenza in giuoco,<br />

di consigliargli un buon bagno caldo. A fine pomeriggio Aldo si ripresenta ;<br />

ha fatto il bagno caldo e conferma con vivo “GRAZIE” il suo <strong>per</strong>fetto stato<br />

di salute, nonché il felice esito dell'avvenuto controllo.<br />

Desidero sottolineare <strong>la</strong> sorprendente differenza che in quel medesimo giorno<br />

ho dovuto constatare sull'amico Aldo prima e dopo il bagno rigeneratore.<br />

Nel maggio 2002 ci rendiamo in visita al<strong>la</strong> famiglia di Giancarlo in Rwanda.<br />

Siamo in piena stagione delle piogge, gli scrosci sono frequenti, ma <strong>la</strong> città è<br />

senza acqua potabile; le pompe idrovore che sollevano le acque torbide del<br />

Nilo­Kagera, sono fuori uso e non possono alimentare l'impianto di<br />

depurazione. Disponibile è soltanto l'acqua sorgiva delle fontanelle, limpida, ma<br />

lontane, rare e disputate dal<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione locale.<br />

Riaprendo gli armadi del mio studio, sono sorpreso dall'odore di muffa che<br />

esa<strong>la</strong> dai libri e dagli effetti <strong>per</strong>sonali che, in nostra assenza vi sono stati riposti.<br />

L'abbondante quantità di eucaliptolo che ho dis<strong>per</strong>so un po' ovunque non ha<br />

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agione del miasma che <strong>la</strong> muffa diffonde. Mi sbarazzo dell'intero contenuto<br />

degli armadi mentre inizio il trattamento antibiotico consigliato dal medico; ma<br />

<strong>la</strong> tosse e l'odore che ne esa<strong>la</strong> <strong>per</strong>sistono.<br />

Vorrei ripetere quel bagno i<strong>per</strong>termico del 1979, ma in mancanza di acqua,<br />

ricorro all'alternativa di una bevanda che mi possa assicurare un sufficiente<br />

aumento di tem<strong>per</strong>atura.<br />

Ad una grande tazza di thé bollente aggiungo una buona quantità di whisky e<br />

miele <strong>per</strong> ottenere una specie di “Brulè ... mei generis” che mantengo ben caldo<br />

e che centellino lentamente a piccole prese. Cado in un sonno profondo, <strong>per</strong><br />

svegliarmi dopo un paio d'ore, tutto sudato. Recandomi al<strong>la</strong> toilette noto che il<br />

mio equilibrio è normale e, data <strong>la</strong> quantità di whisky che avevo<br />

ingurgitato, ne rimango stupito: certamente l'abbondante sudore aveva<br />

scaricato o meglio evaporato in priorità l'eccesso di alcool che avevo<br />

ingerito. Mi sento veramente ristabilito.<br />

Nel novembre 2002 sono a Bruxelles, ospite del<strong>la</strong> famiglia dell'amico<br />

Questiaux, già Primario Ginecologo dell'Ospedale Centrale a Kigali.<br />

A questo punto risalgo al luglio 1994 quando Giancarlo, rientrato a Kigali dopo<br />

l'evacuazione forzata ordinata in previsione del Genocidio, incontra il dottor<br />

Gino Strada davanti al cancello del<strong>la</strong> nostra casa; è al<strong>la</strong> ricerca di un alloggio<br />

di fortuna in questa città devastata dai combattimenti. Giancarlo lo riconosce e<br />

lo in<strong>vita</strong> ad entrare, mettendo <strong>la</strong> nostra abitazione “se pur spogliata” a<br />

disposizione sua e dell'equipe di EMERGENCY.<br />

Strada ricorda questo episodio nel suo libro “Pappagalli Verdi” sul<strong>la</strong><br />

campagna contro le mine antiuomo con un vivo: “Grazie Giancarlo”.<br />

Ai primi di agosto rientro a Kigali <strong>per</strong> dare il cambio a mio figlio diretto in<br />

Europa <strong>per</strong> riapprovvigionare <strong>la</strong> Kipharma completamente saccheggiata.<br />

Sbarco a Bujumbura via Nairobi e da qui rientro a casa nostra unendomi<br />

all'equipe di Emergency.<br />

Nel frattempo l'O.N.U riceve dall'Australia un contingente di 300 elementi del<br />

loro Corpo Sanitario. Da parte sua, il Ministro Rwandese del<strong>la</strong> Sanità chiede a<br />

Strada, che ha già rimesso in attività <strong>la</strong> “Chirurgia”, di riaprire <strong>la</strong> “Maternità”<br />

con <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione dei nuovi arrivati.<br />

Strada accetta, pur senza nascondere <strong>la</strong> sua sorpresa nel constatare che tra quei<br />

numerosi medici ed infermieri, uomini e donne, non vi siano né ginecologi né<br />

ostetriche, specializzazioni non specifiche <strong>per</strong> un esercito moderno, ma<br />

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decisamente attinenti ad un paese africano e non so<strong>la</strong>mente.<br />

Al mio rientro a Kigali avevo già segna<strong>la</strong>to a Strada che l'amico Dr. Gustave<br />

Questiaux, a quel tempo in pensione, era disponibile <strong>per</strong> Emergency in forma<br />

benevo<strong>la</strong> e <strong>per</strong> qualsiasi destinazione.<br />

Dal<strong>la</strong> stazione satellitare parte un rapido contatto con <strong>la</strong> loro Centrale di<br />

Mi<strong>la</strong>no, e di qui, con Bruxelles. Al<strong>la</strong> proposta, Questiaux risponde con un<br />

pronto “OUI”.<br />

Dopo pochi giorni è a Nairobi e di qui, con un aereo O.N.U. Sbarca a Kigali.<br />

La notizia si propaga rapidamente provocando tra <strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione vere scene di<br />

entusiasmo; le pazienti accorrono numerose, si ripresentano al <strong>la</strong>voro quei<br />

sanitari che sono riusciti a salvarsi dai massacri.<br />

In breve tempo <strong>la</strong> sua tanto richiesta “Maternità” è riattivata e Questiaux<br />

assicurerà il funzionamento del suo Dipartimento.<br />

Dopo il Rwanda, continuerà ad estendere le attività di Emergency in<br />

Afghanistan, in Cambogia e in Kurdistan dove creerà un circuito di dieci<br />

Ambu<strong>la</strong>tori­Maternità distribuiti in un arco di 150 Km.<br />

Durante i suoi spostamenti sui sentieri delle Alpi Kurde, sarà vittima di una<br />

caduta, battendo <strong>la</strong> testa contro un sasso. La ferita apparentemente non grave,<br />

ne <strong>per</strong>mette il recu<strong>per</strong>o ed il rientro in Europa, ma a circa sei mesi dall'incidente<br />

insorge un improvviso, violentissimo dolore al<strong>la</strong> testa.<br />

Ricoverato d'urgenza all'Ospedale di Grand gli viene riconosciuto un coagulo al<br />

cervello che potrà essere immediatamente rimosso.<br />

La trapanazione del cranio porterà al suo recu<strong>per</strong>o, ma<strong>la</strong>uguratamente con un<br />

handicap cerebrale irreversibile. Il 16 novembre 2006 Gustave muore. Per sua<br />

volontà le ceneri saranno sparse dai figli unitamente a quelle delle sua<br />

Françoise, nelle acque dell'Oceano Indiano, davanti alle coste del Sud Africa,<br />

sua patria adottiva.<br />

Dopo questo preambolo, riprendo il mio soggiorno a Bruxelles nel novembre<br />

2002, dove <strong>la</strong> famiglia Questiaux mi ospita nel<strong>la</strong> sua casa, a pochi passi dal<strong>la</strong><br />

P<strong>la</strong>ce du Sablon dove gli antiquari espongono i loro pezzi. Una espositrice,<br />

illustrandomi un pregevole tessuto del Bhutan, mi propone <strong>la</strong> visita di un locale<br />

attiguo dove conserva altri pezzi del<strong>la</strong> regione Hima<strong>la</strong>yana. Accetto il suo<br />

invito, ma appena entro in questa galleria sono preso dall'odore pungente di<br />

muffa che mi ricorda tanti “fasti e nefasti” nei quali l'amico Dr. Vincenzo<br />

Abbona, da Dogliani, chimico in Italia e in Iran presso una multinazionale<br />

farmaceutica, aveva a suo tempo sospettato <strong>la</strong> presenza dell'As<strong>per</strong>gillus<br />

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Fumigatus, micete patogeno che si sviluppa nei mammiferi e<br />

nell'organismo umano con una sintomatologia clinica simile ad una<br />

broncopolmonite cronica, sul<strong>la</strong> quale, come su utte le ma<strong>la</strong>ttie fungine, lo<br />

spettro degli antibiotici non ha azione alcuna.<br />

Ma<strong>la</strong>uguratamente <strong>la</strong> stessa mattina, un pezzo di pane secco mi era andato di<br />

traverso, causandomi una tosse insistente con conseguente forte irritazione in<br />

faringe.<br />

Messo in guardia dalle precedenti es<strong>per</strong>ienze, abbandono al più presto<br />

l'atmosfera di quel locale <strong>per</strong> rientrare in casa e mettermi a letto.<br />

Respiro male e passo una notte insonne e difficile; mi sottopongo ad un bagno<br />

caldo, ma non disponendo di un aiuto, lo interrompo dopo essere scivo<strong>la</strong>to nel<strong>la</strong><br />

vasca. Tosse e respirazione evolvono male e mi propongo <strong>per</strong> il giorno<br />

successivo un nuovo trattamento i<strong>per</strong>temico. I familiari di Gustave mi<br />

assistono, control<strong>la</strong>ndo <strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura ed il mio stato generale, rendendosi<br />

conto delle mie condizioni “ prima del bagno e dopo il bagno “ e darsi ragione<br />

dei loro numerosi dubbi e riconoscere, nei giorni successivi, i risultati ormai<br />

confermati nonché l'efficacia totale del trattamento i<strong>per</strong>temico, senza<br />

intervento di altri elementi curativi.<br />

A questo punto riprendo le vacanze natalizie del 2003 previste in famiglia ben<br />

caldo, mentre <strong>la</strong> serie di starnuti si esaurisce rapidamente. A Bruxelles da tre<br />

giorni un forte raffreddore mi obbliga a continui starnuti; mi sottopongo ad un<br />

bagno total body.<br />

­­­­­­­­­­­­ * ­­­­­­­­­­­­<br />

Alcune settimane fa sul “New Scientist” è comparso un articolo a proposito<br />

dei benefici che <strong>la</strong> febbre o l'eccesso di tem<strong>per</strong>atura procura al corpo e<br />

sembrerebbe che un nuovo tipo di globuli bianchi (leucociti) proliferano<br />

so<strong>la</strong>mente al di sopra di una certa tem<strong>per</strong>atura, manifestando una efficacia<br />

molto maggiore.<br />

Sempre sul tema dell'importanza del<strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura nel controllo delle ma<strong>la</strong>ttie,<br />

<strong>per</strong> fortuna oggi si sta diffondendo anche nel<strong>la</strong> pratica clinica <strong>la</strong> non necessità<br />

dell'abbassamento del<strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura nelle banali infezioni .... ma, come<br />

numerosi medici ormai riconoscono, non è facile convincere le mamme e<br />

soprattutto ... le mamme italiane.<br />

Rientro ora nei miei pani di farmacista <strong>per</strong> dedicarmi ai ma<strong>la</strong>nni delle mie<br />

vie respiratorie, che mi hanno <strong>per</strong>messo di trarre le es<strong>per</strong>ienze che mi<br />

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hanno portato al<strong>la</strong> guarigione.<br />

A distanza di dieci anni, i risultati sono stati convincenti e, attraverso<br />

queste note, mi propongo di farne parte a coloro che possono trarne<br />

vantaggio e beneficio e portare il mio piccolo contributo al<strong>la</strong> lotta<br />

dell'uomo contro <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia.<br />

Al mio rientro in Europa ho ripreso contatto con vecchi e nuovi amici dopo<br />

quaranta e più anni di assenza. Il mio stato di salute era spesso soggetto a<br />

domande più o meno specifiche, alle quali talora rispondevo riferendomi<br />

all'I<strong>per</strong>termia e ai benefici che ne avevo tratto. Al casuale accenno alle elevate<br />

tem<strong>per</strong>ature raggiunte, alcuni interlocutori non hanno saputo dissimu<strong>la</strong>re<br />

un malce<strong>la</strong>to atteggiamento di bonario distacco.<br />

La realtà dei risultati mi sosteneva nelle mie affermazioni e, ogni volta che gli<br />

effetti delle mie difficoltà respiratorie <strong>la</strong>sciavano il posto ad un netto e duraturo<br />

benessere generale, ho avuto l'impressione di uscire dal<strong>la</strong> minaccia di una<br />

ma<strong>la</strong>ttia potenzialmente cronica e nel totale empirismo in cui mi dibattevo,<br />

avevo finalmente agito nel<strong>la</strong> s<strong>per</strong>anza di dare uno strappo ad un vero<br />

incubo che mi spingeva ad osare oltre, fino al punto del<strong>la</strong> sopportazione<br />

che, confesso, non conoscevo e non immaginavo così lontano.<br />

Nel febbraio 2004 mia moglie Piera ed io partecipammo ad un viaggio in<br />

Argentina fino al<strong>la</strong> Terra del Fuoco con vista finale alle Cascate dell'Iguazu.<br />

La nostra famiglia è legata a questa terra, dove Madre Ange<strong>la</strong> Vallese, nostra<br />

zia materna, nel lontano 1888 aveva fondato <strong>la</strong> prima Missione delle Suore<br />

Salesiane a Punta Arenas.<br />

Durante <strong>la</strong> sosta a Buenos Aires, un venticello proveniente dal<strong>la</strong> Pampa, solleva<br />

un polverino che irrita <strong>la</strong> mia go<strong>la</strong>. Il giorno successivo, giunti all'Hotel di<br />

Iguazu, il malessere peggiora e mentre Piera può unirsi al<strong>la</strong> comitiva in visita<br />

al<strong>la</strong> sponda Brasiliana, io rinuncio, rimanendo in Hotel dove, approffittando<br />

dell'ottima vasca disponibile, mi sottopongo ad un bagno ipetermico che mi<br />

rimette in ottimo stato.<br />

La comitiva è di ritorno <strong>per</strong> l'ora di cena e mia moglie al rientro si compiace <strong>per</strong><br />

il visibile miglioramento delle mie condizioni. La visita del giorno successivo<br />

alle Cateratte Argentine, ha su<strong>per</strong>bamente compensato <strong>la</strong> mia rinuncia del<strong>la</strong><br />

vigilia.<br />

­­­­­­­­­­­­ * ­­­­­­­­­­­­<br />

Durante un recente viaggio in Ca<strong>la</strong>bria, ho trascorso qualche giorno a Guardia<br />

Piemontese, un piccolo paese tra <strong>la</strong> costa Tirrenica e le retrostanti montagne<br />

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del<strong>la</strong> Si<strong>la</strong>, zona nel tempo soggetta ad incursioni e ruberie. Guardia Piemontese<br />

è stata aiutata e difesa da una Comunità Valdese proveniente dal<strong>la</strong> provincia di<br />

Cuneo. Nel 1335 alcuni elementi si trasferirono in questa zona dove tuttora<br />

vivono, conservando le loro tradizioni nonché <strong>la</strong> lingua Occitana, derivante<br />

dal<strong>la</strong> lingua primaria di Francia: “Langue d'Oc”.<br />

Un fiorente Istituto Termale utilizza le sorgenti “Luigiane” con acque sulfuree e<br />

salsobromoiodiche che sgorgano naturali a tem<strong>per</strong>ature fino a 47°C.<br />

Con <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione del<strong>la</strong> Dr. Di Stefano del<strong>la</strong> Direzione Sanitaria ho<br />

visitato le capaci strutture <strong>per</strong> <strong>la</strong> Fangoterapia destinata a differenti<br />

patologie e attuata a tem<strong>per</strong>ature che possono raggiungere i 50°C, come è<br />

evidenziato con avvisi esposti in ogni locale adibito al trattamento richiesto.<br />

A distanza di anni ho potuto così accreditare i livelli di tem<strong>per</strong>atura che durante<br />

i miei bagni i<strong>per</strong>termici non avevano mancato di sorprendere, oltre che me<br />

stesso, anche qualche mio interdetto interlocutore.<br />

­­­­­­­­­­­­ * ­­­­­­­­­­­­<br />

Una menzione partico<strong>la</strong>re desidero qui riservare al Prof. Lo Jacono, amico e<br />

compagno di c<strong>la</strong>sse al Liceo di Vercelli, che fin dal nostro primo scambio<br />

sull'argomento ha riservato all'I<strong>per</strong>termia l'importanza e <strong>la</strong> considerazione che<br />

le sono dovute, incoraggiandomi a <strong>per</strong>sistere nelle mie ricerche.<br />

Lo prego qui di accettare il mio “GRAZIE”.<br />

Prima di chiudere questa mia parentesi desidero ricordare i due carissimi amici<br />

che hanno condiviso le mie prime es<strong>per</strong>ienze professionali in Africa<br />

Equatoriale: il Dr. Giuseppe Colombetti che curando il piccolo Giovanni<br />

aveva dimostrato con il suo esempio <strong>per</strong>sonale <strong>la</strong> reale efficacia del<strong>la</strong><br />

Piretoterapia. Per parte sua il dottor Vincenzo Abbona, già collega di <strong>la</strong>voro<br />

nel 1997 aveva intravisto, in sintomi ed effetti, <strong>la</strong> presenza dell'As<strong>per</strong>gillus<br />

Fumigatus. Le loro osservazioni mi hanno aiutato a prendere in<br />

considerazione l'I<strong>per</strong>termia, mettendo in applicazione dei trattamenti<br />

capaci di condurre casi morbosi ribelli ad una guarigione completa.<br />

Al<strong>la</strong> loro memoria rivolgo il mio pensiero riconoscente.<br />

Vittorio Davite<br />

E<strong>la</strong>borazione: davite@alice.it 0161­213475 Informatica: eligia@alice.it<br />

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ONCOLOGIA<br />

INTERNATIONAL CLINICAL HYPERTHERMIA SOCIETY<br />

La ricerca su Internet al<strong>la</strong> voce "I<strong>per</strong>termia" produce una grande abbondanza<br />

di dettagli sulle terapie oncologiche che si avvalgono degli aspetti curativi del<br />

calore. Per rendere il mio testo più coerente all'uso che il lettore si propone, ho<br />

preferito separare l'i<strong>per</strong>termia nei due rami del<strong>la</strong> Medicina Generale e<br />

dell'Oncologia, quale patologia mobile che sviluppa e metabolizza tessuti<br />

anormali, di carattere maligno e benigno. In entrambi i due rami il calore tende<br />

a potenziare l'ambiente che può portare al<strong>la</strong> morte del<strong>la</strong> cellu<strong>la</strong><br />

coinvolta, a conferma che <strong>la</strong> febbre può essere considerata un'alleata nel<strong>la</strong> lotta<br />

dell'organismo contro il male.<br />

Agli anni '80 risale <strong>la</strong> fondazione di "I.C.H.S." ( International Clinical<br />

Hy<strong>per</strong>termia Society ) che riunisce chirurghi, oncologi, ematologi, scienziati<br />

di base ecc. nonché professionisti dei settori interessati al trattamento di<br />

neop<strong>la</strong>smi. Ne fanno parte i rappresentanti dei cinque continenti, che si<br />

radunano ogni anno a congresso. Per il 2004 i1 Board of Directors<br />

comprendeva quattro italiani:<br />

○ Prof. Michele De Simone ­ Oncologo direttore del Servizio Sanitario<br />

del<strong>la</strong> Toscana.<br />

○ Prof.Giuseppe Pigliucci ­ Clinica Chirurgica dell'Università di Tor<br />

Vergata, Roma.<br />

○ Dr. Paolo Pontiggia ­ OncoIogo Clinica Città di Pavia­ Autore deI<br />

volume "Curare con il calore: <strong>la</strong> terapia dolce del tumore".<br />

○ Prof. Bruno Mondovì ­ Istituto di Biochimica Applicata "Rossi<br />

Fanelli", Università La Sapienza, Roma.<br />

Rientrati a Vercelli, iI Dr. Mauro Aguggia mi riserva <strong>la</strong> copia del<strong>la</strong> Rivista<br />

Medica "Doctor" che contiene l'articolo: "Il Calore, un'arma antica, oggi<br />

rinnovata contro i tumori", a cura di Sterania Rattazzi, un compendio del<br />

volume che Paolo Pontiggia ha recentemente dato alle stampe.<br />

Buona parte di quanto segue tratta quasi esclusivamente di tumori e dei<br />

problemi ematologici connessi. Presenterò sommariamente le fasi<br />

dell'evoluzione di queste ricerche, grazie alle quali il calore sta rive<strong>la</strong>ndo basi<br />

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più solide, rimettendosi a dati obbiettivi e a razionali scientifici che hanno<br />

ottenuto conferma proprio in questi ultimi tempi.<br />

Mi atterrò alle <strong>per</strong>tinenze delle mia professione di farmacista limitandomi a<br />

trascrivere alcuni punti che si riferiscono a risultati ottenuti ed obiettivi<br />

<strong>per</strong>seguiti nel campo del<strong>la</strong> oncologia.<br />

Il trattamento dei tumori con il calore non è una novità, tanto che fin dal secolo<br />

scorso si è provato a curare le Neop<strong>la</strong>sie inducendo stati febbrili<br />

partico<strong>la</strong>rmente elevati che ne hanno confermato l'efficacia, in associazione con<br />

chemioterapia e radioterapia, nel trattamento dei tumori solidi.<br />

I primi studi che hanno dato una base scientifica all' i<strong>per</strong>termia sono stati<br />

condotti in Italia. Dopo <strong>la</strong> seconda Guerra Mondiale, il Biochimico Rossi<br />

Fanelli ha condotto s<strong>per</strong>imentazioni su cellule tumorali coltivate in vitro,<br />

evidenziando che con l'aumento del<strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura delle culture da 37°C. a 43<br />

°C, (7­8 gradi in più del<strong>la</strong> nostra tem<strong>per</strong>atura normale) era possibile inibire <strong>la</strong><br />

crescita delle cellule maligne, conservando inalterata <strong>la</strong> crescita delle cellule<br />

normali. Da questa osservazione sono poi partite le ricerche che hanno<br />

<strong>per</strong>messo di capire "come e <strong>per</strong>ché” l'i<strong>per</strong>termia risulti efficace nel trattamento<br />

di alcune neop<strong>la</strong>sie.<br />

Per parte sua <strong>la</strong> neo­vasco<strong>la</strong>rizzazione del<strong>la</strong> massa tumorale presenta una<br />

vasta irrego<strong>la</strong>rità nonché <strong>la</strong> presenza di numerose anastomosi che portano<br />

ad una circo<strong>la</strong>zione interna al tumore "lenta e faticosa".<br />

Se <strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura attorno al tumore viene innalzata a 43­ 44 °C, nei tessuti<br />

normali si ha una vasodi<strong>la</strong>tazione che <strong>per</strong>mette <strong>la</strong> dis<strong>per</strong>sione del calore in<br />

eccesso (Wash­Out), senza creare danni alle cellule normali mentre nel<strong>la</strong><br />

massa tumorale il calore rimane imprigionato all'interno,provocando <strong>la</strong><br />

morte delle stesse cellule maligne.<br />

Ma non è tutto, <strong>per</strong>chè l'i<strong>per</strong>termia incrementa l'efficacia del<strong>la</strong><br />

chemioterapia e del<strong>la</strong> radioterapia. Come tutte le sostanze che vengono<br />

metabolizzate dall'organismo, anche gli stessi chemioterapici sono<br />

strettamente condizionati da alcune reazioni chimiche che avvengono<br />

all'interno del<strong>la</strong> cellu<strong>la</strong>.<br />

La "fisica e <strong>la</strong> chimica", sottolinea Pontiggia, ci insegnano che <strong>la</strong><br />

tem<strong>per</strong>atura funge da acceleratore delle reazioni biochimiche. ln effetti<br />

diversi chemioterapici come <strong>la</strong> Bleomicina, <strong>la</strong> Mitomicina e i derivati del<br />

P<strong>la</strong>tino, presentano un'attività 10 ­ 20 volte su<strong>per</strong>iore a 43°C. rispetto che a<br />

37°C.<br />

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Su queste basi si è sviluppato l'impiego combinato di chemioterapia e<br />

i<strong>per</strong>termia nel tentativo di potenziare l'azione dei farmaci, riducendone i<br />

dosaggi e limitandone così gli effetti col<strong>la</strong>terali.<br />

I vantaggi di una terapia combinata con l'I<strong>per</strong>termia sono evidenti anche quando<br />

si par<strong>la</strong> di radioterapia. Questo trattamento, <strong>per</strong> risultare veramente efficace,<br />

deve avere a disposizione tessuti ricchi di ossigeno, <strong>per</strong>ché l'azione del<strong>la</strong><br />

radioterapia si basa sull'induzione di reazioni di ossidazione che possono<br />

avvenire solo se <strong>la</strong> disponibilità di ossigeno è sufficientemente elevata.<br />

In più, il calore <strong>per</strong>mette di stimo<strong>la</strong>re una reazione immunitaria efficace, come<br />

dimostrato da una osservazione condotta dall'Università di Pavia, prendendo in<br />

esame diverse neop<strong>la</strong>sie trattate con I<strong>per</strong>termia.<br />

"In tutti i casi" il calore ha indotto nei tessuti neop<strong>la</strong>stici Esocitosi<br />

Lisosomiale Macrofagica osservata in col<strong>la</strong>borazione col Dr.George Mathè,<br />

ematologo e oncologo di Parigi, trattando un paziente affetto da<br />

SARCOMA Dl KAPOSl in corso di H.l.V. (A,l.D.S.): le lesioni presenti su<br />

un braccio, trattate con radioterapia ed i<strong>per</strong>termia scomparivano, mentre<br />

analoghe lesioni sull'altro braccio,trattate con <strong>la</strong> so<strong>la</strong> radioterapia<br />

<strong>per</strong>sistevano; da cui <strong>la</strong> conferma che l'I<strong>per</strong>termia di <strong>per</strong> sè non è una<br />

terapia antitumorale vera e propria, ma può essere un efficace coadiuvante<br />

di farmaci, radiazioni ionizzanti o agenti immunitari.<br />

Con Esocitosi Lisosomiale Macrofagica si intende l'attivazione dei Lisoenzimi<br />

dei globuli bianchi accompagnata da un attacco immunitario alle cellule<br />

maligne, che si conclude poi con <strong>la</strong> loro morte <strong>per</strong> "Apoptosi" (dal greco:<br />

decadenza) una modalità dimenticata dai tessuti neop<strong>la</strong>stici che proprio <strong>per</strong><br />

questo sono capaci di crescere a dismisura.<br />

Dal punto di vista tecnico, le metodiche utilizzate <strong>per</strong> scaldare i tessuti<br />

neop<strong>la</strong>stici variano a seconda del<strong>la</strong> tipologia di tumore con cui si ha a che fare.<br />

Una ulteriore metodica di applicazione dell'i<strong>per</strong>termia a livello locale è <strong>la</strong><br />

"TERMOABLAZlONE" basata sull'inserimento diretto di una sonda che<br />

emette onde radio nei tessuti tumorali.<br />

L'inserimento viene eseguito sotto controllo Ecografico o mediante TAC, e<br />

<strong>per</strong>mette di ottenere un riscaldamento dei tessuti in un raggio ristretto di 2 ­ 3<br />

cm. Il riscaldamento che si ottiene è ben più elevato rispetto alle metodiche<br />

esterne, <strong>per</strong>mettendo di raggiungere tem<strong>per</strong>ature di 60­70°C e oltre.<br />

Queste tem<strong>per</strong>ature <strong>per</strong>mettono di distruggere piccoli tumori del diametro<br />

appunto di 2,­3 cm, <strong>per</strong> esempio noduli localizzati al fegato, ai polmoni o ai<br />

reni. Alcuni tumori vengono trattati con un partico<strong>la</strong>re tipo di calore,<br />

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"I<strong>per</strong>termia Perfusionale" che consente di applicare <strong>la</strong> metodica sia a livello<br />

loco­regionale (fondamentalmente all'interno di cavità corporee: pleura,<br />

<strong>per</strong>itoneo, vescica, nonché agli arti) sia in "Total Body", nel qual caso si può<br />

ottenere un riscaldamento generale e omogeneo di tutto il corpo.<br />

In caso di "Total Body" <strong>la</strong> tem<strong>per</strong>atura da raggiungere varia a seconda delle<br />

situazioni da affrontare.<br />

Restando appena al di sotto dei 42°C, si agisce direttamente sulle cellule<br />

tumorali, provocando l'apoptosi senza arrivare ad una immunostimo<strong>la</strong>zione;<br />

(sembra anzi che <strong>la</strong> risposta immunitaria venga ridotta da tem<strong>per</strong>ature elevate).<br />

“Bisogna, quindi optare <strong>per</strong> <strong>la</strong> soluzione più adatta ad ogni singolo caso'<br />

(conclude Pontiggia) In genere si ricorre a tem<strong>per</strong>ature più elevate quando<br />

si ha che fare con pazienti giovani e in buone condizioni fisiche, mentre<br />

rimane sotto i 41°C se il paziente è anziano e presenta problemi cardiorespiratori.”<br />

Per parte loro il Dr Michele De Simone e il Dr Paolo Pigliucci mi hanno<br />

riservato il loro interessante riscontro, mentre dal Prof. Bruno Mondovì ho<br />

ricevuto copia degli ''Abstracts'' degli studi sistematici e clinici compiuti<br />

negli anni '60 dal gruppo de1le Università di Madison (USA) e del<strong>la</strong> Sapienza<br />

di Roma, indispensabili <strong>per</strong> l'utilizzazione dell'i<strong>per</strong>termia "Total Body" e<br />

preziosi <strong>per</strong> assicurarci su punti controversi concernenti limiti di tem<strong>per</strong>atura<br />

consentiti nonché al<strong>la</strong> salvaguardia delle cellule coinvolte.<br />

Ho fin qui scelto quanto ora si sta facendo nel campo dell'i<strong>per</strong>termia e del<strong>la</strong><br />

piretoterapia nel<strong>la</strong> lotta contro il cancro. A titolo di aggiornamento dal centro<br />

tumori di Candiolo (TO) trascrivo l'articolo “on line”<br />

COMBATTERE IL TUMORE CON TANTE ARMI<br />

L'I<strong>per</strong>termia è entrata nel Prontuario Sanitario nazionale, e quindi è<br />

terapia codificata e rimborsata dal Servizio Sanitario Italiano e di tutti gli<br />

Stati delle Comunità Europea; tuttavia non è molto conosciuta né molto<br />

utilizzata <strong>per</strong> numerosi motivi.<br />

Uno è sicuramente quello di una difficoltà di applicazione, cioè sono motivi<br />

organizzativi legati all'utilizzazione del calore sia in via diretta (i<strong>per</strong>termia<br />

“total body” o “partial body”) sia in via indiretta (radioterapia, etc.).<br />

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L'altro motivo è l'ostacolo psicologico del trattamento secondo <strong>la</strong><br />

prescrizione che <strong>per</strong>mette al medico di seguire l'evoluzione del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia<br />

con <strong>la</strong> partecipazione diretta del paziente e coinvolgendo una farmacodipendenza.<br />

Però al pubblico bisognava dire, e lo abbiamo detto, che esistono terapie<br />

biologiche, ad incidenza minima di effetti col<strong>la</strong>terali, che possono<br />

consentire, non di curare il ma<strong>la</strong>to tumorale, bensì di aiutare a curare<br />

l'amma<strong>la</strong>to tumorale. Questo è il messaggio; è un messaggio anche<br />

ottimista, <strong>per</strong>ché in alcuni casi ci sono delle remissioni che vanno al di là di<br />

ogni logica possibile che ranno pensare che questi casi partico<strong>la</strong>ri di lunghe<br />

sopravvivenze o scomparsa di tumore, studiate a dovere, possono dare<br />

delle indicazioni <strong>per</strong> un al<strong>la</strong>rgamento del<strong>la</strong> metodica a situazioni che<br />

attualmente sembrano senza nessun effetto, senza nessuna possibilità di<br />

cura.<br />

Dal nostro punto di vista, il fatto che numerosi medici di questa metodica<br />

stiano occupandosi dell'argomento è un incoraggiamento, una conferma<br />

che l'intuizione era una intuizione valida.<br />

Ci sono alcuni aspetti tecnici da puntualizzare, <strong>per</strong>ò, di base c'é il fatto che<br />

oggi possiamo tranquil<strong>la</strong>mente dire che abbiamo una metodica ulteriore a<br />

disposizione del medico che vuole curare un paziente neop<strong>la</strong>stico e che<br />

merita di essere sfruttata più di quanto non sia stata sfruttata fin ora.<br />

L'Oncologo deve confrontarsi prima di tutto con lo specialista<br />

dell'I<strong>per</strong>termia <strong>per</strong> valutare <strong>la</strong> patologia, non deve affidarsi solo al<br />

Chirurgo; prima del<strong>la</strong> chirurgia il paziente deve sottoporsi all'I<strong>per</strong>termia<br />

<strong>per</strong> ridurre <strong>la</strong> massa del tumore e <strong>per</strong> eliminare delle cellule spesso<br />

disseminate fuori dal tumore.<br />

Da Giovanni ( annaserafini2@tin.it )<br />

­­­­­­­­­­­­ * ­­­­­­­­­­­­<br />

A questo mio testo aggiungo l'articolo comparso sul supplemento:<br />

''IO DONNA” (Corriere del<strong>la</strong> Sera) del 18 maggio 2007 di Piera Binfarè;<br />

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LA FEBBRE CHE BRUCIA IL TUMORE<br />

● Alzare <strong>la</strong> tem<strong>per</strong>ature corporea come meccanismo di difesa.<br />

● L'I<strong>per</strong>termia viene rivalutata.<br />

● Perché migliora <strong>la</strong> <strong>vita</strong> dei ma<strong>la</strong>ti.<br />

● E aiuta le terapie tradizionali.<br />

Alta tem<strong>per</strong>atura indotta in partico<strong>la</strong>ri zone del corpo o nel corpo intero,<br />

imitando il meccanismo del<strong>la</strong> febbre, difesa naturale del nostro organismo<br />

contro gli attacchi di infezioni e ma<strong>la</strong>ttie. E' l'I<strong>per</strong>termia, una cura contro il<br />

cancro, sviluppata da anni negli Stati Uniti e poi in Europa e in Italia, che si e'<br />

rive<strong>la</strong>ta efficace sia in sé (nelle forme non risolvibili con interventi chirurgici o<br />

chemioterapici), sia come potenziamento delle cure tradizionali (chemio ­ e<br />

radioterapia). ''L'I<strong>per</strong>termia è proprio una febbre indotta spiega Paolo<br />

Pontiggia, pioniere del<strong>la</strong> metodica ( insieme all'americano Harry Le Veen e al<br />

francese Georges Mathè ), Professore all'Università di Pavia e oggi direttore del<br />

Centro d'IPertermia e di Terapie Oncologiche Integrate a San Genesio e Uniti di<br />

Pavia (tel. 0382/580185 – Associazione Europea d'I<strong>per</strong>termia Tel.<br />

0381/329752).<br />

"Si tratta di una risorsa partico<strong>la</strong>rmente indicata quando le metastasi sono<br />

diffuse in più parti del corpo''.<br />

Partendo dal<strong>la</strong> considerazione che il cancro è una ma<strong>la</strong>ttia mobile, quindi<br />

difficile da sconfiggere in modo circoscritto, abbiamo sco<strong>per</strong>to gli effetti<br />

dell'I<strong>per</strong>termia studiandone l'azione immunitaria su tumori e metastasi.<br />

Già nelle prime s<strong>per</strong>imentazioni gli esami istologici documentavano<br />

l'attivazione di un meccanismo immunitario contro le cellule cancerogene.<br />

Da allora le conferme si sono moltiplicate; i casi di guarigione, e comunque di<br />

prolungamento di una buona qualità del<strong>la</strong> <strong>vita</strong> in pazienti molto gravi, sono<br />

innumerevoli e su di essi sono stati scritti volumi confortanti.<br />

Ora questa metodica, sia pure lentamente, si sta diffondendo ed è presente<br />

anche nei grandi istituti di cura contro il cancro dove <strong>per</strong> molto tempo era stata<br />

tenuta in disparte.<br />

D. ­­­ Come agisce l'i<strong>per</strong>termia?<br />

R. ­­­ Attraverso l'impiego di macchinari speciali, si surriscaldano, fino a 42 ­<br />

43 gradi, parti del corpo o tutto il corpo <strong>per</strong> un tempo medio fino a 90 minuti.<br />

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Completamente indolore, è <strong>la</strong> versione tecnologica del<strong>la</strong> febbre che, come<br />

sappiamo, non è di <strong>per</strong> sé un ma<strong>la</strong>nno, ma un potente mezzo dell'organismo <strong>per</strong><br />

reagire al<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia. La tem<strong>per</strong>atura a livelli elevati arriva al cuore del<strong>la</strong> massa<br />

tumorale, attivando <strong>la</strong> reazione immunitaria specifica.<br />

D. ­­­ Con quali risultati?<br />

R. ­­­ Sono ormai centinaia di casi di miei pazienti curati con successo, molti<br />

arrivati in condizioni dis<strong>per</strong>ate e dati <strong>per</strong> ma<strong>la</strong>ti terminali; basta scorrere le<br />

raccolte del mio archivio che metto sempre a disposizione.<br />

Un paziente che ora vedo solo <strong>per</strong> dei controlli, un marinaio ligure, arrivò nel<br />

mio studio con un tumore al polmone non o<strong>per</strong>abile. Trattato con l'i<strong>per</strong>termia,<br />

ha avuto una buona risposta clinica con una marcata riduzione del<strong>la</strong> massa<br />

tumorale. Oggi sta bene.<br />

Ho curato pazienti con metastasi ossee da tumore del<strong>la</strong> prostata, non trattabili<br />

con le terapie normali, che stanno bene <strong>per</strong> <strong>per</strong>iodi molto lunghi.<br />

Una donna di Torino è arrivata con un tumore recidivo e bi<strong>la</strong>terale alle ovaie ;<br />

l'ultima TAC prova che <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia è sparita. E potrei proseguire.<br />

D. ­­­ Quando l'I<strong>per</strong>termia risulta più e efficace ?<br />

R.­­­ Nei tumori solidi non o<strong>per</strong>abili: del<strong>la</strong> mammel<strong>la</strong> con metastasi, del<strong>la</strong><br />

prostata, ovaio, fegato colon, del<strong>la</strong> cavità <strong>per</strong>itoneale e intestinale.<br />

Buoni risultati si sono ottenuti soprattutto nel trattamento delle fasi iniziali del<strong>la</strong><br />

ma<strong>la</strong>ttia, prima e in preparazione dell'intervento chirurgico.<br />

­­­­­­­­­­­­ * ­­­­­­­­­­­­<br />

Nel<strong>la</strong> stessa rubrica ''Salute Doc'' del medesimo numero di ''Io Donna” Piera<br />

Binfarè riporta “La testimonianza''<br />

"Nell'85 sono stata o<strong>per</strong>ata <strong>per</strong> un tumore al seno'' ­ racconta Adriana N. di<br />

Genova, 64 anni ­ “Due anni dopo, <strong>la</strong> diagnosi di metastasi ai polmoni.<br />

Non volevo più affrontare un'altra chemioterapia e i medici mi davano poche<br />

s<strong>per</strong>anze. L'unico mio pensiero era resistere qualche tempo <strong>per</strong> crescere mia<br />

figlia. Un amico mi ha par<strong>la</strong>to del<strong>la</strong> tecnica applicata dal Prof. Paolo Pontiggia.<br />

Così mi sono rivolta a lui. Con l'I<strong>per</strong>termia il tumore ai polmoni si ė bloccato.<br />

Nel '93 è ricomparso al rene; sono stata o<strong>per</strong>ata e l'Ipetermia ha bloccato il male<br />

ancora una volta. Lo stesso è successo con un nuovo tumore all'addome.<br />

Da quando sono stata data <strong>per</strong> terminale sono passati 22 anni; oggi ho una <strong>vita</strong><br />

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soddisfacente e penso di poter continuare a control<strong>la</strong>re <strong>la</strong> mia ma<strong>la</strong>ttia.<br />

­­­­­­­­­­­­ * ­­­­­­­­­­­­<br />

Con questo mio testo, desidero sottolineare l'importanza sempre maggiore che<br />

<strong>la</strong> Clinica attuale attribuisce all'I<strong>per</strong>termia a vantaggio del<strong>la</strong> Terapeutica<br />

Generale nel<strong>la</strong> molteplicità degli organi interessati.<br />

Nei programmi televisivi riservati al<strong>la</strong> Medicina, si par<strong>la</strong> con maggior<br />

frequenza dell'I<strong>per</strong>termia, sollecitando di più in più l'attenzione degli ascoltatori<br />

che, davanti a certe affermazioni non nascondono <strong>la</strong> loro sorpresa di fronte<br />

all'evidenza che può concernere causa ed effetto.<br />

Colgo l'occasione <strong>per</strong> ringraziare quanti mi hanno appoggiato nel<strong>la</strong> ricerca e<br />

nel<strong>la</strong> estensione dei risultati delle mie es<strong>per</strong>ienze. ­Sinceramente vostro<br />

VerceIli ­ gennaio 2008<br />

Redazione: davite@alice.it<br />

Informatica: eligia@alice.it<br />

Vittorio Davite<br />

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