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Associazione Real Maestranza - Settimana Santa a Caltanissetta

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La <strong>Real</strong> <strong>Maestranza</strong><br />

Cenni Storici<br />

L’istituzione storica più antica di <strong>Caltanissetta</strong> è certamente la <strong>Real</strong> <strong>Maestranza</strong>. Le sue origini<br />

risalgono al medioevo; ricostruirne la storia non è cosa facile.<br />

Volendo partire da dati certi, bisogna risalire all’impero di Carlo V.<br />

Nel 1500 la difesa del territorio Siciliano era affidata a un certo numero di soldati che erano sotto il<br />

diretto controllo dei nobili siciliani. Purtroppo questi soldati erano utilizzati dagli stessi nobili come<br />

guardie personali, lasciando così indifese città e porti dalla probabile invasione turca. Inizialmente i<br />

Re spagnoli cercarono di sopperire a questa mancanza arruolando soldati, ma essendo questi mal<br />

pagati e costretti a lunghi periodi d’inattività si diedero presto a razzie e violenze. Nell'Agosto del<br />

1551, su idea del viceré. de Vega, fu costituito un esercito siciliano formato da 12.000 fanti sotto la<br />

guida dei sergenti spagnoli. Nel 1520 le maestranze cittadine si propongono con le caratteristiche di<br />

milizie artigiane in difesa delle coste e delle terre interne continuamente insidiate dai turchi e dai<br />

pirati, come avveniva in tutto il Mediterraneo.<br />

Qualsiasi cittadino che era in grado di acquistare armi poteva far parte di quest’esercito. A<br />

<strong>Caltanissetta</strong>, nella primavera del 1554, si costituì così la "milizia urbana" formata da 83 uomini (53<br />

fanti e 30 cavalieri). I membri di questa milizia erano persone con un alto reddito che potevano<br />

mantenere le spese militari per l'acquisto degli armamenti, dei cavalli e del vestiario di battaglia.<br />

Nel 1555 queste milizie ottengono il diritto di riunirsi in Corpo Unico di Milizia Cittadina<br />

comandato da un Capitano d’arme, assistito dai suoi sottufficiali. Chiamati trombetta e tamburo. I<br />

compiti di polizia municipale proseguono nel XVII secolo e nell’età barocca, quando la milizia<br />

partecipa alle processioni dei santi protettori della città ed ai riti della <strong>Settimana</strong> <strong>Santa</strong>. Nel 1560 la<br />

difesa del territorio Siciliano è affidata a un certo numero di soldati che erano sotto il diretto<br />

controllo dei nobili siciliani.<br />

La milizia fu quindi utilizzata principalmente per parate in onore delle autorità che visitavano la città<br />

o in occasioni delle processioni religiose. Nel periodo pasquale, dopo l'esposizione del SS.<br />

Sacramento nella chiesa madre (Quarant'ore), la Milizia si schierava davanti la chiesa in abiti di festa<br />

per ricevere la benedizione e sparare a salve in onore del Santissimo.<br />

Risale al 1806 la vicenda che permise alla <strong>Maestranza</strong> di fregiarsi del titolo di <strong>Real</strong>e: Ferdinando IV<br />

di Borbone, in visita alla città di <strong>Caltanissetta</strong>, fu accolto dall’imponente spettacolo delle maestranze<br />

cittadine in solenne corteo; positivamente impressionato e grato, il re volle insignire la <strong>Maestranza</strong><br />

del titolo di <strong>Real</strong>e.<br />

Dopo le vicende rivoluzionarie dell’inizio dell’Ottocento, al ritorno dei Borbone, il corpo fu<br />

smilitarizzato, anche per cancellare ogni velleità di ribellione. In questo periodo, le insegne della<br />

<strong>Real</strong> <strong>Maestranza</strong> divennero quelle che oggi ammiriamo nelle processioni: il Santo protettore di<br />

ciascuna categoria è posto al centro di un campo bianco, che era il colore del casato dei Borbone.<br />

Dopo l’unità d’Italia, l’originario nastro blu, rosso e verde è sostituito dal tricolore nazionale. Verso<br />

la fine dell’Ottocento, la <strong>Real</strong> <strong>Maestranza</strong> perde anche alcune prerogative civiche e contrattuali che<br />

ha esercitato da secoli.<br />

Ma proprio in quei decenni la <strong>Real</strong> <strong>Maestranza</strong> si integra sempre più nel tessuto religioso della città,<br />

continuando ad esprimersi attraverso gli antichi rituali militari, eleggendo i propri Capitani, gli<br />

Alfieri maggiori, gli Scudieri, i Portabandiera e gli Alabardieri.<br />

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