esperimenti per pensare - Liceo Scientifico Leonardo da Vinci-Treviso
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ESPERIMENTI<br />
PER PENSARE<br />
Laboratorio <strong>per</strong> l’Educazione Scientifi cien ca<br />
Rete L.E.S. - TREVISO SO
RETE L.E.S. TREVISO<br />
c/o <strong>Liceo</strong> <strong>Scientifico</strong> “<strong>Leonardo</strong> <strong>da</strong> <strong>Vinci</strong>” - <strong>Treviso</strong><br />
ESPERIMENTI<br />
PER PENSARE<br />
ANNI SCOLASTICI<br />
2004-2005/2005-2006/2006-2007<br />
A CURA DI<br />
Luisa Bari, Vanna Casellato, Patrizia Mignani, Sandra Turra<br />
3
INDICE<br />
PRESENTAZIONE................................................................................... pag. 6<br />
M. Giuseppina <strong>Vinci</strong>torio<br />
LA RETE LES DI TREVISO .....................................................................pag. 9<br />
Luisa Bari<br />
L’APPRENDIMENTO SCIENTIFICO NEI CONTESTI FORMALI E INFORMALI.<br />
RIFLESSIONI SUL RAPPORTO SCUOLA-MUSEO........................................ pag. 13<br />
Emilio Balzano<br />
UN GRUPPO COOPERATIVO MIRATO AD ESPERIENZE DI INSEGNAMENTO<br />
EFFICACE..............................................................................................pag. 16<br />
Giuliana Cavaggioni<br />
ESEMPIO DI PERCORSO IN VERTICALE:<br />
Luce, colore e visione.............................................................................pag. 20<br />
LE MOSTRE<br />
LA MOSTRA DIDATTICA INTERATTIVA “ESPERIMENTI PER PENSARE”.......pag. 24<br />
Luisa Bari, Sebastiano Dato, Francesca Ronfi ni, Provino Magro<br />
LE MOSTRE LOCALI “GIORNATE DELLA SCIENZA” ...................................pag. 28<br />
Sandra Turra<br />
ESPERIENZE DEGLI ANNI 2004/5................................................. pag. 30<br />
ESPERIENZE DEGLI ANNI 2005/6................................................. pag. 32<br />
ESPERIENZE DEGLI ANNI 2006/7................................................. pag. 34<br />
V Circolo - <strong>Treviso</strong> ................................................................................ pag. 37<br />
Circolo Di<strong>da</strong>ttico Paese.......................................................................... pag. 45<br />
Scuola Media Coletti - TV....................................................................... pag. 51<br />
Scuola Media Roncade........................................................................... pag. 59<br />
Circolo Di<strong>da</strong>ttico Bre<strong>da</strong>.......................................................................... pag. 65<br />
Istituto Comprensivo Carbonera..... ....................................................... pag. 73<br />
Istituto Comprensivo Masera<strong>da</strong>.............................................................. pag. 81<br />
Istituto Comprensivo Quinto di <strong>Treviso</strong> ................................................... pag. 87<br />
Istituto Comprensivo Zero Branco .......................................................... pag. 95<br />
<strong>Liceo</strong> Scientifi co “Da <strong>Vinci</strong>” - <strong>Treviso</strong>....................................................... pag. 103<br />
5
6<br />
PRESENTAZIONE<br />
Un intento largamente condivisibile può essere quello di promuovere una cultura scientifi coapplicativa<br />
capace di modifi care i modelli di comportamento, di rinnovare gli schemi di organizzazione<br />
sociale e di introdurre nuovi indirizzi di pianifi cazione territoriale, economica e politica.<br />
A livello internazionale e nazionale è emersa, <strong>da</strong> tempo, l’esigenza di promuovere una politica<br />
organica di sviluppo della cultura scientifi ca e tecnologica che ren<strong>da</strong> sistematico l’affl usso di nuove<br />
competenze nei settori cruciali della ricerca, dell’istruzione e dell’innovazione.<br />
Secondo le parole pronunciate <strong>da</strong>i leaders dell’Unione Europea a Lisbona 2000 “investire nelle<br />
<strong>per</strong>sone e sviluppare uno stato sociale attivo e dinamico” è essenziale <strong>per</strong> l’economia della Conoscenza.<br />
Questo passaggio necessita <strong>per</strong>ò di un investimento forte nel “capitale umano” attraverso<br />
il miglioramento dell’istruzione e delle capacità o<strong>per</strong>ative. Per essere soggetti attivi nella Società<br />
della Conoscenza occorre innalzare il livello di preparazione, investire nella qualifi cazione delle<br />
<strong>per</strong>sone, creare le condizioni <strong>per</strong>ché vengano acquisite e sviluppate le competenze che i nuovi<br />
modelli di sviluppo richiedono, garantire ambiti e <strong>per</strong>corsi di apprendimento continuo.<br />
I risultati della scienza devono essere diffusi e sostenuti <strong>da</strong>l consenso sociale. E questo si può<br />
ottenere solo con un uso, a sua volta programmatico, della comunicazione. La divulgazione scientifi<br />
ca è parte preponderante della comunicazione globale in quanto affi anca l’informazione derivata<br />
<strong>da</strong> distinti ambiti disciplinari di ricerca e impresa.<br />
Sono quindi necessari nuovi modelli di istruzione e formativi.<br />
Come indicato <strong>da</strong>l Gruppo di Lavoro <strong>per</strong> lo Sviluppo della Cultura Scientifi ca e Tecnologica,<br />
istituito recentemente in Italia, la Scuola, in quanto principale agenzia formativa, ha una responsabilità<br />
di primo piano poiché deve preparare i giovani ad entrare come soggetti attivi nell’economia<br />
della conoscenza, in grado di gestire e produrre innovazione.<br />
Siamo particolarmente orgogliosi, <strong>per</strong>tanto, di proporre alla comunità, alle scuole e alle Istituzioni<br />
presenti nel territorio questo catalogo che vuole testimoniare, <strong>da</strong> un lato, gli esiti di un<br />
<strong>per</strong>corso di<strong>da</strong>ttico che ha coinvolto a vario titolo docenti, alunni del <strong>Liceo</strong> e di diversi ordini di<br />
scuola, famiglie ed istituzioni, <strong>da</strong>ll’altro, l’mpegno di docenti che, con il loro lavoro, oltre che innovare<br />
la di<strong>da</strong>ttica della scienza <strong>per</strong> promuovere e rafforzare l’apprendimento in area scientifi ca,<br />
sostengono la cultura della s<strong>per</strong>imentazione attraverso il potenziamento della di<strong>da</strong>ttica laboratoriale<br />
e promuovono l’orientamento non solo come pratica di informazione e convinzione ma anche<br />
come strumento di formazione.<br />
La presente pubblicazione nasce <strong>da</strong>l “know-how” accumulato in questi anni <strong>da</strong>i docenti della<br />
Rete L.E.S. di <strong>Treviso</strong>, di cui il <strong>Liceo</strong> Scientifi co è capofi la, e risponde ad una forte esigenza di<br />
documentazione di un lavoro di promozione dell’uso dei laboratori nella di<strong>da</strong>ttica delle scienze<br />
avviato già nel 2000, quando l’attenzione e il dibattito sullo sviluppo della di<strong>da</strong>ttica delle scienze<br />
nei vari ordini di scuole non erano ancora così signifi cativi.<br />
L’iniziativa che ha una forte valenza educativa e civica <strong>per</strong> tutta la comunità, si inserisce nella<br />
più ampia progettualità <strong>per</strong>seguita <strong>da</strong> parte del <strong>Liceo</strong> e della rete L.E.S., volta a potenziare la<br />
cultura scientifi ca nei giovani studenti grazie alla promozione di una di<strong>da</strong>ttica aggiornata e competente<br />
e vuole essere una rifl essione e una raccolta “illustrata” delle numerose attività svolte<br />
<strong>da</strong>lle 10 scuole della rete L.E.S. (scuole dell’infanzia, scuole primarie, scuole secon<strong>da</strong>rie di primo<br />
e secondo grado del trevigiano), in particolare di alcuni degli <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> realizzati nell’ambito<br />
dell’attività curricolare delle scuole. La laboratorialità degli interventi, connessa a pratiche educative<br />
coerenti con le esigenze della formazione e con i processi di trasformazione in atto nel mondo<br />
del lavoro, diventa, in un’ottica di ricerca di<strong>da</strong>ttica <strong>per</strong>manente, elemento di qualifi cazione dei<br />
processi di apprendimento e di orientamento che la scuola deve promuovere.
Lo stesso progetto L.E.S. risponde all’esigenza, espressa <strong>da</strong> insegnanti che svolgono s<strong>per</strong>imentazioni<br />
nel campo delle discipline scientifi che nella scuola, di scambiarsi idee ed es<strong>per</strong>ienze,<br />
di coordinare e di collegare i lavori su classi parallele, <strong>per</strong> aree trasversali, in scuole di ordine diverso,<br />
confrontando i risultati ottenuti e garantendo continuità al processo formativo, di acquisire<br />
competenze nell’attività di laboratorio e di coordinare i progetti di educazione scientifi ca presenti<br />
nel territorio. La ricerca di <strong>per</strong>corsi verticali, secondo le mo<strong>da</strong>lità di ricerca-azione, ha portato i<br />
docenti dei vari ordini di scuola ad individuare ed introdurre nella propria programmazione di<strong>da</strong>ttica<br />
tecnologie di insegnamento nuove e condivise che possano poi essere trasferite anche ad<br />
altri insegnanti delle stesse scuole, e non. Grazie ai corsi di formazione attivati e alle attività svolte<br />
<strong>da</strong>lla Rete è emerso un clima di crescente collaborazione e coo<strong>per</strong>azione tra i docenti delle<br />
varie scuole e all’interno delle singole scuole (anche attraverso la costruzione di <strong>per</strong>corsi di continuità,<br />
<strong>da</strong>ll’infanzia alla scuola su<strong>per</strong>iore, s<strong>per</strong>imentati sul campo) ed é risultata evidente la positiva<br />
ricaduta educativa e di<strong>da</strong>ttica sugli studenti delle iniziative di attività s<strong>per</strong>imentale e di formazione<br />
attuate.<br />
I docenti hanno s<strong>per</strong>imentato un modo nuovo ma molto produttivo di fare scuola. Le varie<br />
es<strong>per</strong>ienze oltre a valorizzare i risultati dell’insegnamento nelle discipline di indirizzo, hanno dimostrato<br />
grande forza propulsiva e motivazionale <strong>per</strong> gli studenti di tutte le età e <strong>per</strong> i docenti, che<br />
ne hanno fatto anche un signifi cativo momento di incontro con le altre scuole del territorio.<br />
La progettazione della mostra, fatta con insegnanti di tutti gli ordini e gradi di scuola, e l’incontro<br />
tra studenti di ogni età è un momento di notevole portata formativa, di conoscenza e di scambio,<br />
in vista del su<strong>per</strong>amento della separazione esistente tra i diversi ordini di scuola e della ricerca<br />
di una continuità nel processo formativo; gli alunni svolgono un’azione educativa nell’ambito<br />
del territorio di riferimento avvicinando la popolazione alla Scienza.<br />
Gli effetti positivi sugli apprendimenti degli alunni vengono evidenziati nel momento stesso<br />
dell’esposizione al pubblico del loro lavoro e del materiale prodotto.<br />
Le attività legate alla realizzazione delle mostre vedono gli studenti protagonisti del processo<br />
di costruzione delle proprie conoscenze sia in fase di progettazione degli <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> (tutti legati<br />
alla realtà fenomenologica e non predefi niti) che in quella di esecuzione e di gui<strong>da</strong> <strong>per</strong> i fruitori<br />
dell’attività (visitatori).<br />
Preme qui sottolineare il grande carattere innovativo dell’es<strong>per</strong>ienza rispetto ad altre mostre<br />
simili realizzate, a volte, anche con la collaborazione di studenti ma senza porli mai come veri<br />
protagonisti e mai come guide. Proprio l’attività di gui<strong>da</strong> <strong>per</strong>mette loro di affi nare il linguaggio e<br />
di imparare a rapportare le descrizioni che fanno all’età ed alle conoscenze di chi li ascolta. Importante<br />
quindi anche evidenziare l’interdisciplinarietà e gli aspetti formativi dell’es<strong>per</strong>ienza. Cambia<br />
la metodologia con cui tradizionalmente si studiano le scienze. Il momento del laboratorio,<br />
inteso come esplorazione, manipolazione, rifl essione attraverso il confronto di idee tra compagni<br />
diventa centrale, il <strong>pensare</strong> deriva <strong>da</strong>l fare. Tutte le attività proposte avvicinano gli studenti e chi<br />
nell’ambito del territorio vi partecipa alle discipline scientifi che, non più vissute come qualcosa di<br />
estremamente diffi cile o addirittura, in alcuni casi, come un gioco intellettuale che può appassionare<br />
solo pochi e che non sempre ha un’utilità reale; le varie iniziative hanno quindi anche una<br />
connotazione orientante particolarmente signifi cativa in un momento, come quello attuale, di<br />
crisi delle iscrizioni alle facoltà scientifi che.<br />
E’ possibile affermare, non senza motivato orgoglio, che tutto il <strong>per</strong>corso qui presentato ha in<br />
qualche modo anticipato la realizzazione di quegli obiettivi che sono stati defi niti nel Piano nazionale<br />
ISS ”Insegnare Scienze s<strong>per</strong>imentali” che ha preso l’avvio solo nel febbraio 2007: promuovere<br />
un cambiamento duraturo ed effi cace nella di<strong>da</strong>ttica delle scienze s<strong>per</strong>imentali, al fi ne di sviluppare<br />
e diffondere la cultura scientifi ca fi n <strong>da</strong>i primi anni di scolarità. Ed il <strong>per</strong>corso verticale<br />
illustrato nella apposita sezione del catalogo ne è un primo esempio.<br />
7
8<br />
Nel mondo attuale e in un territorio in continuo sviluppo come quello della nostra Provincia una<br />
scuola come il <strong>Liceo</strong> Scientifi co e la rete L.E.S. mantengono e anzi vedono rafforzata la propria<br />
funzione fon<strong>da</strong>mentale di risorsa <strong>per</strong> la formazione delle nuove generazioni, ne vedono esaltata<br />
tutta la loro più generale funzione educativa, proprio <strong>per</strong> l’esigenza dei giovani di oggi di non vivere<br />
passivamente le trasformazioni in corso, ma di esserne protagonisti consapevoli. Si vuole qui<br />
ribadire la valenza civica del processo di insegnamento-apprendimento e proporsi al territorio<br />
come Istituzione formativa capace di interagire con il mondo esterno, nella convinzione che il<br />
dialogo e lo scambio di conoscenze siano l’unica risorsa contro ogni idea di uomo semplifi cato e<br />
impoverito di quella complessità che non è il suo limite, ma il suo vero valore e che il coinvolgimento<br />
delle famiglie e delle istituzioni presenti nel territorio costituiscano elemento essenziale in<br />
una politica di sensibilizzazione e di sviluppo di abilità di comunicazione della Scienza.<br />
M.Giuseppina <strong>Vinci</strong>torio<br />
Dirigente Scolastico <strong>Liceo</strong> Scientifi co “<strong>Leonardo</strong> <strong>da</strong> <strong>Vinci</strong>” <strong>Treviso</strong>
La rete L.E.S.<br />
- Laboratorio <strong>per</strong> l’ Educazione Scientifi ca -<br />
di <strong>Treviso</strong><br />
A partire <strong>da</strong>ll’a.s. 1996-97 il <strong>Liceo</strong> Scientifi co “<strong>Leonardo</strong> <strong>da</strong> <strong>Vinci</strong>” di <strong>Treviso</strong> ha avviato la costruzione<br />
di una rete di scuole di diverso ordine e grado, che ha portato alla costituzione della rete<br />
L.E.S. - Laboratorio <strong>per</strong> l’ Educazione Scientifi ca, in collegamento con il Provveditorato agli Studi<br />
di <strong>Treviso</strong>, con lo scopo di promuovere l’educazione scientifi ca, attraverso la condivisione ed il<br />
confronto di <strong>per</strong>corsi formativi tra i docenti delle scuole aderenti, e di creare un punto di riferimento<br />
<strong>per</strong> l’insegnamento delle discipline scientifi che.<br />
Le prime es<strong>per</strong>ienze sono segnate <strong>da</strong>lle attività del corso di formazione “Fare e Disfare: la valenza<br />
formativa dell’educazione scientifi ca” e <strong>da</strong> contatti e collaborazioni avviate <strong>da</strong> alcuni docenti<br />
del <strong>Liceo</strong> con il LES – Laboratorio <strong>per</strong> l’Educazione alla Scienza di Napoli, e con il LIS – Laboratorio<br />
dell’Immaginario Scientifi co di Trieste. Questo insieme di attività nell’a.s. 1996-97 hanno<br />
ispirato la mostra di fi sica “Pensare <strong>per</strong> onde”, prima es<strong>per</strong>ienza di mostra di<strong>da</strong>ttica e interattiva<br />
quasi interamente realizzata e gestita <strong>da</strong>gli studenti e di collaborazione in rete verticale. Tale iniziativa<br />
si è poi trasformata nella Mostra di Fisica, Matematica e Scienze “Es<strong>per</strong>imenti <strong>per</strong> Pensare”,<br />
giunta quest’anno alla sua nona edizione. Nel corso degli ultimi anni la Mostra si è arricchita<br />
e ha stimolato allestimenti di altre piccole mostre in tutte le scuole della rete in occasione delle<br />
Giornate della Scienza, dimostrandosi una delle iniziative ed es<strong>per</strong>ienze più coinvolgenti e signifi -<br />
cative del <strong>Liceo</strong> e della Rete.<br />
La stessa Rete LES, inserita nel monitoraggio nazionale dei progetti di s<strong>per</strong>imentazione dell’autonomia,<br />
è stata apprezzata in tutte le occasioni di verifi ca soprattutto <strong>per</strong>:<br />
• il clima di crescente collaborazione e coo<strong>per</strong>azione tra i docenti delle scuole della rete e all’interno<br />
delle singole scuole<br />
• la ricaduta educativa e di<strong>da</strong>ttica sugli studenti delle attività s<strong>per</strong>imentali e di formazione<br />
attuate<br />
• i <strong>per</strong>corsi di continuità (<strong>da</strong>ll’infanzia alla scuola su<strong>per</strong>iore) s<strong>per</strong>imentati sul campo.<br />
Il coinvolgimento degli studenti è an<strong>da</strong>to aumentando di anno in anno, testimonianza reale del<br />
raggiungimento degli obiettivi prioritari della rete L.E.S. di <strong>Treviso</strong>: sviluppare l’educazione e la<br />
formazione scientifi ca su due piani, uno rivolto agli insegnanti ed uno rivolto agli studenti.<br />
Al centro delle proposte e dei <strong>per</strong>corsi formativi è sempre stata l’“attività di laboratorio”, inteso<br />
come produttore di autonoma conoscenza: in tutte le es<strong>per</strong>ienze realizzate è emersa una forte<br />
richiesta di occasioni di educazione e formazione scientifi ca legate alla realtà fenomenologica,<br />
all’es<strong>per</strong>imento inteso non come qualcosa di predefi nito e rigi<strong>da</strong>mente indirizzato, ma come momento<br />
in cui realizzare un’in<strong>da</strong>gine teorico-s<strong>per</strong>imentale che si confi guri come una vera “ricerca<br />
scientifi ca”.<br />
C’è stata fi n <strong>da</strong>ll’inizio una richiesta di scuola-laboratorio, di un laboratorio in cui gli studenti<br />
potessero progettare l’es<strong>per</strong>imento e non solo eseguirlo; di un laboratorio in cui gli stessi studenti<br />
fossero coinvolti nel processo di costruzione della propria conoscenza.<br />
E’ stata oltremodo importante la rifl essione avviata tra docenti sui nuclei concettuali dell’educazione<br />
scientifi ca a partire <strong>da</strong>lla scuola di base fi no alla scuola su<strong>per</strong>iore.<br />
Nel 2000, <strong>da</strong>to l’aumento notevole di istituti coinvolti nella rete si è <strong>da</strong>to vita ad un’altra rete ed<br />
è stata stipulata una convenzione tra le scuole rimanenti, di durata triennale, rinnovata nel 2006<br />
<strong>da</strong>i seguenti Istituti:<br />
• 5° Circolo di<strong>da</strong>ttico di <strong>Treviso</strong><br />
• Circolo Di<strong>da</strong>ttico di Paese<br />
• Scuola Media “Coletti” di <strong>Treviso</strong><br />
• Scuola Media di Roncade<br />
9
10<br />
• Istituto Comprensivo di Bre<strong>da</strong> di Piave<br />
• Istituto Comprensivo di Carbonera<br />
• Istituto Comprensivo di Masera<strong>da</strong><br />
• Istituto Comprensivo di Quinto<br />
• Istituto Comprensivo di Zero Branco<br />
• <strong>Liceo</strong> Scientifi co “<strong>Leonardo</strong> Da <strong>Vinci</strong>” di <strong>Treviso</strong> (scuola capofi la)<br />
Le principali fi nalità della Rete sono:<br />
• promuovere un’educazione scientifi ca consapevole presso gli studenti delle diverse fasce scolari,<br />
contribuendo al loro orientamento;<br />
• migliorare l’offerta formativa delle scuole;<br />
• favorire il successo scolastico degli alunni;<br />
• valorizzare l’ambito scientifi co come dimensione formativa al servizio dello studente cittadino,<br />
e quindi ad alta spendibilità sociale;<br />
• reinterpretare i sa<strong>per</strong>i dell’area scientifi ca a partire <strong>da</strong>ll’es<strong>per</strong>ienza di laboratorio;<br />
• promuovere e coordinare la formazione e l’aggiornamento dei docenti nell’ambito dell’educazione<br />
scientifi ca;<br />
• promuovere la collaborazione dei docenti dell’area scientifi ca dei vari ordini di scuola <strong>per</strong> la<br />
condivisione di metodi ed obiettivi;<br />
• progettare e s<strong>per</strong>imentare <strong>per</strong>corsi di<strong>da</strong>ttici nell’ottica della continuità del processo formativo<br />
e della revisione dei cicli.<br />
Tra le principali attività realizzate in Rete ci sono le mostre e i corsi di formazione collegati direttamente<br />
al lavoro con le classi.<br />
La Mostra del <strong>Liceo</strong> Scientifi co “Da <strong>Vinci</strong>”, che ha una durata di circa un mese (in genere settembre<br />
- ottobre), prevede la presentazione di circa 80 <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> o modelli realizzati, attualmente,<br />
solo <strong>da</strong>gli studenti del <strong>Liceo</strong>. La mostra viene visitata <strong>da</strong> più di 3000 <strong>per</strong>sone, soprattutto<br />
classi con i loro insegnanti; fanno <strong>da</strong> gui<strong>da</strong>, a turno, circa 300 studenti del <strong>Liceo</strong>.<br />
Fino all’edizione del 2005 anche studenti delle altre scuole della Rete portavano alla mostra del<br />
<strong>Liceo</strong> alcuni dei loro lavori, <strong>per</strong>chè inizialmente solo alcune scuole realizzavano Mostre anche<br />
presso le proprie sedi. Nel corso degli ultimi anni le Mostre sono state allestite in ciascuna scuola<br />
della Rete <strong>per</strong> circa una settimana nei mesi di marzo, aprile o maggio, all’interno del progetto di<br />
Rete ‘Le Giornate della Scienza’. Tutte le mostre sono state realizzate e illustrate <strong>da</strong>gli studenti e<br />
ognuna è stata visitata <strong>da</strong>i genitori e <strong>da</strong> centinaia di bambini. La secon<strong>da</strong> parte di questa pubblicazione<br />
è dedicata proprio a questa importante e diffusa iniziativa.<br />
Collegata alle mostre, l’altra iniziativa molto coinvolgente e con grande ricaduta di<strong>da</strong>ttica è stata<br />
quella dei corsi di formazione centrati sulla progettazione, costruzione e s<strong>per</strong>imentazione di<br />
<strong>per</strong>corsi con le classi basati su attività di in<strong>da</strong>gine s<strong>per</strong>imentale svolte direttamente <strong>da</strong>gli studenti,<br />
<strong>per</strong>corsi realizzati tenendo presente la possibilità di costruire e s<strong>per</strong>imentare un curricolo verticale.<br />
Molte sono state le tematiche trattate durante il corso, nei progetti in Rete in preparazione<br />
alle mostre e nelle singole scuole: la prima parte di questa pubblicazione riporta un esempio di<br />
questi <strong>per</strong>corsi.<br />
Nel 2000 è stato avviato il corso di formazione in verticale: “Un laboratorio <strong>da</strong>i 6 ai 18 anni:<br />
la valenza formativa dell’educazione scientifi ca”, all’interno del progetto nazionale SeT che<br />
si è inserito con continuità nelle es<strong>per</strong>ienze di formazione scientifi ca <strong>per</strong> studenti e docenti della<br />
Rete LES di <strong>Treviso</strong> sia a livello di singoli istituti che di rete di scuole.<br />
Il corso, di durata triennale, si è svolto con il coordinamento scientifi co della prof.ssa Giuliana<br />
Cavaggioni, del Laboratorio <strong>per</strong> la Di<strong>da</strong>ttica delle Scienze “Eureka” del CIRD di Trieste ed il coinvolgimento<br />
dei docenti referenti dei singoli istituti della rete in qualità di tutor, e ha visto la partecipazione<br />
di circa cento docenti provenienti <strong>da</strong>lle scuole della rete con il coinvolgimento di un<br />
numero consistente di classi.
Gli obiettivi che il corso si è posto, coerentemente con quanto indicato nel documento di avvio<br />
del progetto SeT (CM 270 del 12/99), sono stati:<br />
• Migliorare la professionalità degli insegnanti favorendo:<br />
- lo scambio di materiali, informazioni, idee<br />
- la condivisione di obiettivi e metodologie.<br />
• Migliorare la qualità dell’insegnamento scientifi co-tecnologico attraverso:<br />
- l’interazione tra elaborazione delle conoscenze e attività di laboratorio,<br />
- il su<strong>per</strong>amento della frattura tra conoscenza scientifi ca e sua applicazione nella vita di tutti<br />
i giorni,<br />
- l’integrazione tra diversi ambiti disciplinari.<br />
• Produrre <strong>per</strong>corsi di<strong>da</strong>ttici articolati tra i diversi ordini di scuole, avviando una rifl essione sul<br />
curricolo verticale.<br />
• S<strong>per</strong>imentare i <strong>per</strong>corsi all’interno delle classi.<br />
L’alto numero di docenti partecipanti al corso, l’eterogeneità delle scuole di provenienza e l’elevato<br />
numero di classi coinvolte nella s<strong>per</strong>imentazione sono stati motivo di notevole ricchezza ma<br />
anche fonte di qualche diffi coltà e di un’iniziale titubanza <strong>da</strong> parte di alcune delle componenti<br />
coinvolte, sicuramente consapevoli della complessità organizzativa e culturale del progetto.<br />
E’ subito emersa la necessità di creare una forte motivazione al lavoro in comune nei docenti,<br />
al sa<strong>per</strong> cogliere e vivere gli aspetti formativi dello scambio anche tra docenti di ordini di scuola<br />
diversi, valorizzando l’es<strong>per</strong>ienza e lo specifi co di ognuno.<br />
Un elemento di forza ma anche di complessità del progetto è stata la proposta di una gestione<br />
e formazione a più livelli. Si sono costituiti :<br />
• il gruppo di progetto, composto <strong>da</strong> alcuni docenti che hanno eleborato la proposta e <strong>da</strong>lla<br />
prof. Cavaggioni, con l’incarico di progettare e organizzare le diverse fasi del corso;<br />
• il gruppo di staff, formato <strong>da</strong>i referenti dei singoli istituti della Rete, che insieme al gruppo<br />
di progetto , ha svolto compiti specifi ci:<br />
- gestire e verifi care le diverse fasi del corso<br />
- esercitare azione di tutoraggio all’interno dei singoli istituti e coordinare le attività<br />
- formare tutti i docenti partecipanti al corso attraverso incontri assembleari presso il <strong>Liceo</strong> e<br />
incontri all’interno dei singoli istituti.<br />
Gli incontri di formazione quindi si sono sviluppati su tre livelli:<br />
- a livello collegiale (interistituto), <strong>per</strong> l’inquadramento teorico del progetto, la defi nizione di<br />
obiettivi e metodologie comuni attraverso lezioni teoriche e attività di laboratorio<br />
- a livello di staff (referenti-tutor), <strong>per</strong> la predisposizione degli incontri collegiali e <strong>per</strong> il coordinamento<br />
e la verifi ca delle attività svolte nelle diverse scuole<br />
- a livello d’Istituto <strong>per</strong> la progettazione delle singole attività di<strong>da</strong>ttiche, la predisposizione dei<br />
materiali necessari, il confronto sul loro an<strong>da</strong>mento, la verifi ca e la documentazione.<br />
Alla fi ne, anche a distanza di anni, si possono riconoscere il successo del lavoro impegnativo<br />
sostenuto e le ricadute a diversi livelli: il lavoro di formazione realizzato è stato talmente apprezzato<br />
<strong>da</strong>i docenti esterni alla rete che vi hanno collaborato <strong>da</strong> essere portato come esempio di<br />
formazione effi cace in convegni sia a livello nazionale che internazionale; il corso ha creato e<br />
diffuso una autonomia di lavoro laboratoriale nelle singole scuole che è continuato anche dopo il<br />
termine del corso anche e soprattutto grazie all’impegno di molti docenti referenti che nei loro<br />
istituti hanno o<strong>per</strong>ato come veri formatori, motivando, sostenendo, promuovendo e organizzando<br />
il lavoro collegiale e con le classi.<br />
A conclusione del quarto anno del progetto SeT, è stata realizzata una dispensa dedicata alla<br />
documentazione di alcune delle unità di lavoro progettate nel corso di formazione e s<strong>per</strong>imentate<br />
nelle classi: “Calore e Tem<strong>per</strong>atura”, “La materia e le sue trasformazioni”, “L’energia:<br />
una via”. Le tre sezioni della raccolta, due <strong>per</strong> la scuola elementare e media e una <strong>per</strong> la scuola<br />
su<strong>per</strong>iore, rappresentano solo una piccola parte del lavoro svolto nei precedenti anni e vogliono<br />
11
12<br />
essere una proposta di contributo di alcuni docenti che si sono resi disponibili a documentare le<br />
proprie es<strong>per</strong>ienze di<strong>da</strong>ttiche. E’ stata distribuita ad ogni Istituto della Rete una copia della raccolta<br />
inserita in un quaderno ad anelli, in cui è semplice estrarre, inserire o sostituire fogli, simbolo<br />
appunto di un lavoro che è il primo passo del processo educativo, possibile punto di riferimento<br />
<strong>per</strong> il docente <strong>da</strong> cui partire <strong>per</strong> elaborare la propria attività di<strong>da</strong>ttica, <strong>da</strong> a<strong>da</strong>ttare, poi, alle<br />
singole realtà di classe, e che può essere arricchito continuamente attraverso il contributo di altri<br />
docenti.<br />
Infatti, una delle caratteristiche del lavoro di formazione realizzato <strong>da</strong>lla Rete LES di <strong>Treviso</strong> è<br />
stata quella di non proporre ai docenti dei ‘pacchetti pronti all’uso’ o delle ‘ricette’ <strong>da</strong> utilizzare<br />
nell’attività di<strong>da</strong>ttica, ma di fornire alcuni strumenti o schede di lavoro come mezzi <strong>per</strong> avviare la<br />
rifl essione e la s<strong>per</strong>imentazione, in modo <strong>da</strong> creare nei docenti la capacità di ‘produrre autonomamente<br />
<strong>per</strong>corsi’ il più possibile a<strong>da</strong>ttati al contesto della singola classe a cui vengono proposti. Il<br />
lavoro collegiale, lo scambio, il confronto e la verifi ca tra colleghi sono il miglior strumento <strong>per</strong><br />
crescere in questa abilità e <strong>per</strong> <strong>da</strong>re un senso vero al proprio insegnamento.<br />
Il confronto tra docenti di ordini di scuola diversi ha fatto crescere la capacità di sentire il proprio<br />
lavoro inserito in un progetto più ampio, piccolo ma indispensabile tassello di un processo lungo<br />
di formazione di futuri cittadini sempre più capaci di comprendere e intervenire con competenza<br />
nelle problematiche scientifi che presenti e future.<br />
A conclusione di questo ‘pezzo di stra<strong>da</strong>’ un particolare ringraziamento va rivolto ai Dirigenti<br />
Scolastici del <strong>Liceo</strong> Scientifi co ‘<strong>Leonardo</strong> Da <strong>Vinci</strong>’ di <strong>Treviso</strong>, Presidenti della Rete LES di <strong>Treviso</strong>,<br />
il prof. Giuliano Biasiotto, il prof. Federico Montanari e la prof.ssa M.Giuseppina <strong>Vinci</strong>torio <strong>per</strong> il<br />
prezioso appoggio e <strong>per</strong> i contributi <strong>da</strong>ti allo sviluppo della rete e delle sue iniziative.<br />
Luisa Bari<br />
Coordinatrice della Rete LES di <strong>Treviso</strong> <strong>da</strong>l 1997 al 2006<br />
Docente del <strong>Liceo</strong> Scientifi co ‘L. Da <strong>Vinci</strong>’ di <strong>Treviso</strong>
L’APPRENDIMENTO SCIENTIFICO<br />
NEI CONTESTI FORMALI E INFORMALI.<br />
RIFLESSIONI SUL RAPPORTO SCUOLA-MUSEO<br />
Stato dell’insegnamento e dell’apprendimento delle scienze<br />
Nella società dell’informazione i tradizionali modi di trasmettere la cultura si stanno rivelando<br />
dissonanti con le potenzialità cognitive e motivazionali della stragrande maggioranza dei giovani.<br />
Ricerche condotte a livello nazionale e internazionale, tra cui quella PISA/OCSE, mostrano che<br />
l’educazione scientifi ca e tecnologica in tutto il mondo occidentale e nel nostro paese in particolare<br />
è al di sotto di un livello accettabile.<br />
Effi cacia educativa dei contesti informali<br />
Mentre il sistema scolastico evolve molto<br />
lentamente e spesso ragazze e ragazzi sono<br />
scoraggiati e respinti <strong>da</strong> una ‘scienza a scuola’<br />
che non riesce a coinvolgerli, anche in Italia<br />
musei, science centres, parchi ecc. vedono<br />
crescere sempre più il numero di visitatori, costituiti<br />
soprattutto <strong>da</strong> studenti in visita con le<br />
loro classi. Queste istituzioni <strong>da</strong> anni sviluppano<br />
programmi e attività educative <strong>per</strong> le scuole:<br />
si è così creata una infrastruttura educativa,<br />
che, di fatto, offre sempre più un signifi cativo<br />
supporto alla di<strong>da</strong>ttica lavorando direttamente<br />
con gli studenti, realizzando programmi di formazione<br />
<strong>per</strong> gli insegnanti, sviluppando materiali e tools di<strong>da</strong>ttici, spesso curandone anche il<br />
trasferimento a scuola.<br />
Se dunque l’educazione scientifi ca, matematica e tecnologica è in crisi nella sua versione scolastica,<br />
le ricerche sull’effi cacia educativa di ambienti d’apprendimento informale e sulla possibilità<br />
di ricrearli a scuola, raccor<strong>da</strong>ndoli con l’educazione formale, sono ritenute di grande interesse <strong>da</strong><br />
educatori, pe<strong>da</strong>gogisti e <strong>da</strong> coloro che hanno la responsabilità di governare e riformare i sistemi<br />
educativi.<br />
Occupandomi <strong>da</strong> anni di ricerca in di<strong>da</strong>ttica delle scienze ed essendo stato coinvolto fi n <strong>da</strong>ll’inizio<br />
nella progettazione-realizzazione di Città della Scienza, sono decisamente convinto della valenza<br />
di<strong>da</strong>ttica dei contesti di apprendimento informali e ritengo che le ricerche che incominciano<br />
a essere sviluppate in ambito museale possano essere di grande aiuto <strong>per</strong> capire come migliorare<br />
il sistema educativo nel suo insieme.<br />
Sulla valenza di<strong>da</strong>ttica dei musei e in particolare di quelli interattivi esistono punti di vista diversi<br />
e spesso complementari. Per Gardner (è nota la sua teoria sulle diverse intelligenze: linguistica,<br />
logico-matematica, spaziale, motoria-cinestetica, ecc.) impariamo in una varietà di stili diversi e i<br />
musei interattivi, capaci di stimolare una molteplicità di stili di apprendimento e di intelligenze,<br />
offrono una varietà di chiavi interpretative. Per Oppenheimer (che ha creato l’Exploratorium di S.<br />
Francisco in una fase di grande rinnovamento della di<strong>da</strong>ttica delle scienze negli Stati Uniti, si pensi<br />
al PSSC) l’exhibit <strong>per</strong>mette di vedere/sentire in modo coinvolgente cosa accade quando facciamo<br />
variare una grandezza che interviene in un fenomeno; inoltre la ridon<strong>da</strong>nza con cui sono<br />
presentati gli stessi concetti in fenomeni diversi e/o correlati (si pensi alla risonanza, alla conservazione<br />
dell’energia, ecc.) aiuta a comprendere. Per Gregory (il <strong>per</strong>cettologo coinvolto tra l’altro<br />
nell’ideazione dell’Exploratorium) l’hands-on è fon<strong>da</strong>mentale, ma occorre nello stesso tempo ca-<br />
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14<br />
pire come favorire il “passaggio” all’attività minds-on e ciò richiede una progettazione mirata di<br />
exhibit e spazi. Per altri ancora è soprattutto la possibilità di socializzare nelle aree espositive, di<br />
coo<strong>per</strong>are e condividere signifi cati, il punto di forza delle es<strong>per</strong>ienze nei musei interattivi.<br />
Per gli insegnanti diventa quindi importante non solo imparare a valutare e valorizzare le es<strong>per</strong>ienze<br />
museali, ma anche creare a scuola ambienti di apprendimento informale, raccor<strong>da</strong>ndoli ai<br />
<strong>per</strong>corsi più tradizionali.<br />
Nella nostra es<strong>per</strong>ienza l’apprendimento nei contesti informali può essere favorito soprattutto<br />
<strong>per</strong>ché il coinvolgimento emotivo e il gioco possono aiutare a far emergere quelle abilità che sono<br />
in noi innate e che spesso non sono riconosciute <strong>per</strong> diffi coltà di formalizzazione e di linguaggio.<br />
La nostra mente si è evoluta in modo <strong>da</strong> consentirci di utilizzare, anche senza studiare, semplici<br />
strumenti di calcolo. Il cervello umano possiede un meccanismo di comprensione delle quantità<br />
numeriche, ereditato <strong>da</strong>l mondo animale, che ci gui<strong>da</strong> nell’apprendimento della matematica. Anche<br />
gli elementi di base della geometria (punto, retta, piano…) sono innati. Tuttavia il nostro<br />
cervello non si è evoluto in modo <strong>da</strong> farci fare naturalmente calcoli e ragionamenti formali che<br />
sono alla base della comprensione di diversi fenomeni. Il nostro cervello non è una spugna, è un<br />
organo strutturato in modo complesso e impariamo solo ciò che è in risonanza con ciò che già<br />
sappiamo (sappiamo fare). I contesti informali, mobilitando i molti canali che sono alla base del<br />
comprendere, possono favorire l’entrare in risonanza, ma è poi necessario rivisitare cognitivamente<br />
le es<strong>per</strong>ienze fatte e rileggere le stesse es<strong>per</strong>ienze con il linguaggio scientifi co, <strong>per</strong> poter condividere,<br />
in modo non dogmatico, signifi cati di parole e modelli. Dal punto di vista dell’insegnamento<br />
si tratta di acquisire competenze specifi che che ci <strong>per</strong>mettono di capire in che misura<br />
concetti e competenze <strong>per</strong>mangono quando cambiano contesti e linguaggi.<br />
Valenza formativa dell’educazione scientifi ca<br />
Sulla necessità di promuovere un’educazione scientifi ca<br />
attiva a partire <strong>da</strong>lla scuola d’infanzia c’è un quasi generale<br />
accordo di principio.<br />
Spesso si sottolinea il fatto che <strong>per</strong> sviluppare un atteggiamento<br />
scientifi co (che richiede capacità di osservazione,<br />
d’in<strong>da</strong>gine e ragionamento, abilità o<strong>per</strong>ative…) occorre<br />
iniziare presto proprio <strong>per</strong>ché queste capacità si<br />
sviluppano con gradualità e con tempi anche lunghi.<br />
Questo è certamente vero, ma occorre a maggior ragione<br />
sottolineare che le attività esplorative di carattere scientifi<br />
co, se ben progettate e non fi nalizzate al dogmatismo<br />
e al nominalismo, aiutano più in generale i bambini nella<br />
loro crescita culturale. Ad esempio sono indispensabili<br />
<strong>per</strong> il maturare delle capacità linguistiche e logico-matematiche,<br />
<strong>per</strong> educare all’uso delle tecnologie, <strong>per</strong> sviluppare la sensibilità nel riconoscere il senso<br />
estetico dei fenomeni naturali, <strong>per</strong> sviluppare il senso critico.<br />
La di<strong>da</strong>ttica laboratoriale<br />
La di<strong>da</strong>ttica delle scienze dovrebbe essere basata sul laboratorio, “non semplicemente inteso<br />
come un ambiente chiuso e attrezzato in cui è possibile svolgere un certo numero di <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong><br />
e dimostrazioni…, ma come l’insieme di tutte le opportunità, interne ed esterne alla scuola, utili<br />
<strong>per</strong> <strong>da</strong>re un contesto pratico all’osservazione, alla s<strong>per</strong>imentazione, al progetto e alla valutazione<br />
della rilevanza sociale della scienza e della tecnologia” (Documento di base Progetto SeT,<br />
12/11/1999).
Recenti ricerche svolte in diversi paesi sull’apprendimento e l’insegnamento scientifi co mostrano<br />
i limiti del laboratorio tradizionale basato sulla misura.<br />
Dalle stesse ricerche emerge che tali diffi coltà tendono a diminuire in quelle situazioni in cui<br />
l’attività di laboratorio:<br />
- tende a privilegiare il protagonismo degli studenti nello svolgimento di compiti che richiedono<br />
la progettazione dell’es<strong>per</strong>imento, il controllo della sua confi gurazione, ecc.<br />
- integra nell’analisi quantitativa l’analisi<br />
qualitativa, la descrizione a parole, la modellizzazione.<br />
Il gioco, il coinvolgimento emotivo, il senso<br />
estetico, l’aspetto narrativo dovrebbero costituire<br />
parte integrante dell’insegnamento scientifi co.<br />
Nell’esplorazione della fenomenologia gioca un<br />
ruolo fon<strong>da</strong>mentale la ricerca delle regole che<br />
<strong>per</strong>mettono di descrivere intere famiglie di fenomeni.<br />
Le regole devono essere convincenti <strong>per</strong><br />
essere poi condivise e riferite a modelli e a principi<br />
teorici. Possono essere espresse con disegni,<br />
con parole (“se spingo così, l’oggetto trasla, altrimenti ruota e trasla...”), con simboli matematici<br />
e diagrammi, con relazioni d’ordine (“più spingo, più va lontano...”), con proprietà geometriche (le<br />
affi nità nelle ombre del Sole, la proiettività con le ombre dovute a sorgenti vicine...), modelli matematici<br />
(lineare, esponenziale...), con algoritmi che descrivono processi (ad esempio utilizzando<br />
il foglio elettronico), con proprietà di grafi ci “reali” (i passi nel grafi co on-line di una passeggiata),<br />
regole di conservazione di grandezze, ecc.<br />
La modellizzazione è alla base della ricostruzione cognitiva di es<strong>per</strong>ienze e di <strong>per</strong>corsi di<strong>da</strong>ttici:<br />
chi apprende deve essere coinvolto nel collocare i modelli all’interno della teoria scientifi ca che<br />
deve essere costruita e condivisa.<br />
Il ruolo della scuola<br />
Gli insegnanti sono chiamati a svolgere un ruolo attivo nella progettazione e nella valutazione di<br />
attività di<strong>da</strong>ttiche, rifl ettendo sulle strategie e sui modi <strong>per</strong> rendere effi cace l’insegnamento. L’aula<br />
e il laboratorio possono essere un luogo di s<strong>per</strong>imentazione e di progetto, un luogo <strong>per</strong> lo<br />
scambio e la condivisione di es<strong>per</strong>ienze e di idee, in attività di auto-formazione <strong>per</strong>manente all’interno<br />
della scuola e, territorialmente, a livello di rete di scuole. La rete verticale di scuole, in<br />
rapporto con università, enti di ricerca, musei scientifi ci, può aiutare gli insegnanti nello sviluppo<br />
di una ricerca-azione che mira a migliorare l’apprendimento/insegnamento delle scienze aiutando,<br />
con la coo<strong>per</strong>azione, a conoscere s<strong>per</strong>imentazioni in corso, a riconoscere modelli di insegnamento,<br />
a realizzare laboratori, a progettare e gestire materiale <strong>per</strong> la valutazione.<br />
Emilio Balzano<br />
Responsabile della Sezione Di<strong>da</strong>ttica di Città della Scienza<br />
Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze fi siche<br />
dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”<br />
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UN GRUPPO COOPERATIVO MIRATO AD ESPERIENZE<br />
DI INSEGNAMENTO EFFICACE<br />
Una premessa di carattere <strong>per</strong>sonale: come fu che partecipai al progetto SeT della<br />
Rete di <strong>Treviso</strong><br />
Quando, nella tar<strong>da</strong> primavera del 2000, mi è stato proposto di collaborare ad un progetto sull’educazione<br />
scientifi ca che avrebbe coinvolto un centinaio di insegnanti, mi sono sentita ovviamente<br />
preoccupata <strong>per</strong> la vastità dell’intervento che pure mi è sembrato, <strong>per</strong> molti e rilevanti<br />
aspetti, meritevole di interesse. Anzitutto mi confortava il conoscere le positive es<strong>per</strong>ienze di lavoro<br />
in rete - di scuole, di gruppi, di <strong>per</strong>sone - che sapevo essere stato condotto <strong>da</strong> molti che<br />
avrebbero preso parte alla nascente iniziativa. L’iniziativa della rete trevigiana coglieva le opportunità<br />
offerte a scuole ed insegnanti <strong>da</strong>l progetto nazionale Scienza e Tecnologia, noto a tutti<br />
come il SeT. Il SeT in quegli anni <strong>da</strong>va agli istituti scolastici sostegno e riferimento di fi nalità comuni<br />
<strong>per</strong> i loro progetti, inducendo fra l’altro una lodevole rilettura in una comune prospettiva<br />
educativa della fi tta produzione di progetti in qualche modo legati a temi della tecnologia e della<br />
scienza e rispettando tuttavia le specifi cità di idee e di competenze maturate localmente. Ciò che<br />
più mi convinse <strong>per</strong>ò fu il fatto che il riferimento principale di tutta l’impresa sarebbe stato il lavoro<br />
condotto <strong>da</strong>gli insegnanti in classe. È vero che questo è un intento comune a molti interventi<br />
mirati all’innovazione della di<strong>da</strong>ttica ma in questo caso l’effi cacia dell’azione poggiava su un fattore<br />
forte costituito <strong>da</strong>ll’es<strong>per</strong>ienza di “fare rete” di cui ho detto più sopra e mi pareva che ci fossero<br />
in ciò le premesse <strong>per</strong> qualche cosa di utile <strong>per</strong> l’insegnamento delle scienze nelle nostre<br />
scuole.<br />
Ho assunto il coordinamento scientifi co del corso di formazione del Laboratorio <strong>per</strong> l’Educazione<br />
Scientifi ca di <strong>Treviso</strong> <strong>da</strong>l 2000 al 2004. E’ stata un’es<strong>per</strong>ienza intellettualmente ed umanamente<br />
positiva e motivante, ancorché segnata <strong>da</strong>lle ansie, <strong>da</strong>i ripensamenti, <strong>da</strong>lle sensazioni di inadeguatezza<br />
che accompagnano ogni impresa professionale che ha la ventura di non rimanere compressa<br />
in una sterile ritualità. Sono molto grata a tutti i membri del gruppo <strong>per</strong> la loro disponibilità<br />
alla coo<strong>per</strong>azione fruttuosa, a mettere in comune le loro competenze, a dire senza reticenze e<br />
ad ascoltare senza pregiudizi e, soprattutto, ad o<strong>per</strong>are con sincero interesse <strong>per</strong> gli obiettivi<br />
concor<strong>da</strong>ti.<br />
Su questa iniziativa ho presentato un breve rapporto nel settembre del 2003 al seminario del<br />
Group Internazionale de Recherche en Einsegnement de la Physique (GIREP) che in quell’anno<br />
trattava il tema della formazione degli insegnanti. La relazione ha riscosso interesse fra gli es<strong>per</strong>ti<br />
presenti ed è stata scelta fra quelle inserite negli atti della manifestazione.<br />
Tra il dire e il fare. Come si è cercato di far mettere radici ad un’es<strong>per</strong>ienza di innovazione<br />
di<strong>da</strong>ttica.<br />
Quanti hanno partecipato, come docenti, come tutor o come corsisti, ad interventi di aggiornamento<br />
rivolto all’innovazione sanno che diffi cilmente gli insegnanti possono accollarsi indicazioni<br />
che, <strong>per</strong> quanto attraenti e sostenute <strong>da</strong>i risultati della ricerca, siano presentate solamente come<br />
principi generali e lascino tutto il peso di tradurli in applicazioni quotidiane a chi lavora in classe.<br />
Per ovviare a questi problemi di trasferibilità è utile favorire la diffusione di rapporti più o meno<br />
dettagliati di attività effettivamente condotte in classe che si siano dimostrate occasioni effi caci di<br />
apprendimento. Questo approccio in genere ha come conseguenza che gli insegnanti provano<br />
effettivamente a realizzare le proposte nelle proprie classi, il che naturalmente non è un’o<strong>per</strong>azione<br />
di mero trasferimento. Si innescano processi complicati di adeguamento a tutto lo specifi co<br />
contesto scolastico in cui l’insegnante o<strong>per</strong>a ed è necessario fare delle scelte non facili sul modo<br />
in cui proporre le modifi che di metodo senza turbare delicate interazioni fra insegnante ed alunni.<br />
Si è mostrato che, a causa della diffi coltà di risolvere <strong>da</strong> soli questi problemi, gli insegnanti
che cercano di praticare l’innovazione <strong>per</strong> lo più lo fanno con attività isolate, sconnesse <strong>da</strong>l resto<br />
del loro corso di scienze, attività che sono destinate a cessare col venire meno dell’interesse e<br />
della motivazione indotti <strong>da</strong> eventi particolari come i corsi di aggiornamento. Sono <strong>per</strong> questo<br />
importanti le reti di scuole in cui insegnanti che o<strong>per</strong>ano in situazioni diverse possono confrontare<br />
successi e diffi coltà e, lavorando in gruppo, trovare più facilmente le soluzioni migliori. E sono<br />
importanti i sostegni che vengono <strong>da</strong>l fatto che l’importanza dell’innovazione sia compresa e condivisa<br />
<strong>da</strong> tutti gli attori impegnati nel processo di apprendimento, sia gli alunni che le loro famiglie.<br />
Nel nostro progetto si era deciso di porre fra gli obiettivi principali il “Far emergere la ricchezza<br />
di es<strong>per</strong>ienze presenti nelle scuole”. L’attività quindi si delineava come la costruzione di un<br />
ponte fra la graduale strutturazione del signifi cato di insegnamento effi cace e il bagaglio individuale<br />
di es<strong>per</strong>ienze di<strong>da</strong>ttiche dei singoli insegnanti. Fu chiaro <strong>da</strong> subito che <strong>per</strong> farlo erano necessari<br />
tempi lunghi ed un forte grado di collaborazione <strong>per</strong> programmare le iniziative in modo che<br />
ci potesse essere una discussione comune sui risultati. Bisognava rifl ettere sull’es<strong>per</strong>ienza via via<br />
che si an<strong>da</strong>va sviluppando nelle diverse classi e cercare di mettere in comune le risposte che si<br />
era cercato di <strong>da</strong>re ai molti problemi che inevitabilmente si pongono nell’atto della realizzazione<br />
in classe di un’attività nuova anche se accuratamente programmata.<br />
Come è stato organizzato il gruppo dei gruppi<br />
AI fi ne di favorire la natura coo<strong>per</strong>ativa che si desiderava <strong>da</strong>re alle attività previste in questa<br />
iniziativa è stata ideata una struttura di sostegno comprendente:<br />
Un gruppo di staff composto <strong>da</strong> dieci insegnanti in rappresentanza di altrettanti istituti scolastici<br />
o scuole, con compiti di progettazione e verifi ca. Chi scrive ha fatto parte del gruppo di staff<br />
come tutor esterno con funzioni di moderatore.<br />
Gruppi costituiti all’interno dei singoli istituti o scuole con la funzione di garantire una effettiva<br />
collegialità delle attività di progettazione, realizzazione e valutazione degli interventi. Tali<br />
gruppi erano coordinati <strong>da</strong>gli stessi membri dello staff così che, nella loro veste di progettisti delle<br />
attività comuni, potevano tenere conto delle proposte e delle esigenze emerse nelle singole<br />
scuole e <strong>da</strong> loro stessi direttamente monitorate. Allo stesso tempo i coordinatori, in quanto partecipi<br />
della defi nizione delle fi nalità e degli obiettivi dell’iniziativa, potevano ado<strong>per</strong>arsi <strong>per</strong> orientare<br />
gli interventi condotti nelle classi.<br />
Gruppi di discussione con metodologia laboratoriale moderati ciascuno <strong>da</strong> uno dei membri<br />
dello staff sono stati costituiti ed hanno o<strong>per</strong>ato in occasione delle riunioni plenarie, al fi ne di favorire<br />
lo scambio delle es<strong>per</strong>ienze condotte in scuole diverse e a livelli scolari diversi.<br />
Ogni anno quattro o cinque riunioni plenarie hanno ospitato una comunicazione condotta<br />
in forma di lezione destinata a focalizzare alcuni problemi di base connessi con un effi cace insegnamento<br />
delle scienze. Le conferenze di prolusione all’inizio dei lavori in ciascuno dei tre anni in<br />
cui si è sviluppato il progetto sono state affi <strong>da</strong>te a ricercatori di di<strong>da</strong>ttica disciplinare nell’area<br />
scientifi ca, il dr. Emilio Balzano ed il prof. Paolo Guidoni dell’Università ‘Federico II’ di Napoli, il<br />
prof. Giulio Calvelli dell’Università di Padova.<br />
Linee gui<strong>da</strong><br />
Uno degli scopi principali del progetto era quello di orientare l’insegnamento delle scienze alla<br />
graduale comprensione dei concetti oltre che all’arricchimento delle informazioni. Questo <strong>per</strong><br />
rendere gli alunni sempre più autonomi nell’apprendimento e, in prospettiva, capaci <strong>da</strong> adulti di<br />
gestire <strong>da</strong> soli la propria formazione. Si giudicava che la presenza nel gruppo di lavoro di insegnanti<br />
di gradi scolari diversi - <strong>da</strong>lla scuola dell’infanzia al triennio fi nale della scuola secon<strong>da</strong>ria<br />
su<strong>per</strong>iore - avrebbe favorito la costruzione di un certo numero di proposte di<strong>da</strong>ttiche che potes-<br />
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sero essere inserite in una visione di continuità. È stato deciso quindi di fon<strong>da</strong>re la programmazione<br />
degli interventi in classe in un’ottica di costruzione continua della conoscenza. In tal modo<br />
il punto focale dell’attività di docenza passa <strong>da</strong>lla trasmissione di informazioni alla ristrutturazione<br />
delle idee che gli alunni hanno sugli oggetti della scienza; cambia anche il ruolo dell’insegnante<br />
che “si fa animatore e attivatore dei processi di apprendimento ed assume compiti complessi di<br />
progettazione e regia degli interventi.” Egli è mediatore e, al tempo stesso, osservatore, aiuta gli<br />
alunni a trovare i collegamenti fra le conoscenze della scienza accreditata e quelle del loro mondo<br />
quotidiano, crea occasioni, indirizza ed informa. Favorisce l’interazione fra pari come supporto<br />
effi cace della ristrutturazione delle idee e sollecita i suoi alunni a prendere coscienza delle trasformazioni<br />
che si o<strong>per</strong>ano nella loro visione dei fatti della scienza. Fa emergere ciò che pensano i suoi<br />
alunni e segue i processi di riorganizzazione della conoscenza.<br />
Alla base di tutto c’era dunque il problema di capire come si potessero aiutare gli alunni a mettere<br />
insieme “piccole” idee <strong>per</strong> strutturare via via conoscenze più complesse. È noto che il modo<br />
in cui è favorita la strutturazione di nuovi concetti dipende <strong>da</strong>lla varietà e <strong>da</strong>l tipo di occasioni di<br />
apprendimento a cui sono esposti gli alunni e anche <strong>da</strong>lle capacità che essi hanno sviluppato <strong>per</strong><br />
poter fruire di queste occasioni. Il processo di apprendimento comporta anche la formazione di<br />
strumenti intellettuali ed o<strong>per</strong>ativi che consentono di fare un uso effi cace delle proprie es<strong>per</strong>ienze.<br />
È importante <strong>per</strong> esempio che fi no <strong>da</strong>i primi anni di scuola i bambini imparino a trarre informazioni<br />
<strong>da</strong>i fenomeni, passando gradualmente <strong>da</strong>ll’osservazione occasionale all’in<strong>da</strong>gine programmata,<br />
<strong>da</strong>lla descrizione alla misura, <strong>da</strong>l semplice racconto di quanto visto all’interpretazione di <strong>da</strong>ti numerici<br />
e quindi alla trattazione di tabelle e grafi ci. È altrettanto importante inoltre che essi siano<br />
disposti a comunicare con chiarezza acquistando via via coscienza di quanto vanno imparando e<br />
che sappiano ascoltare gli altri con attenzione; che siano disposti a mettere le proprie idee a confronto<br />
con l’evidenza dei fatti e, riconosciute eventuali contraddizioni, a cambiare idea. Seguendo<br />
una denominazione abbastanza diffusa queste ed altre capacità che favoriscono la comprensione<br />
nell’apprendimento delle scienze s<strong>per</strong>imentali sono state denominate capacità di processo.<br />
Le schede di riferimento sulla progressione delle idee e delle capacità di processo non avevano<br />
carattere prescrittivo ma costituivano una prima griglia sulla quale gli insegnanti potevano basarsi<br />
<strong>per</strong> procedere alle osservazioni che avrebbero condotto durante la realizzazione in classe delle<br />
attività programmate. Naturalmente <strong>per</strong>ò, soprattutto agli inizi, gli elementi che maggiormente<br />
sono stati considerati degni di nota dopo gli interventi con gli alunni sono quelli che riguar<strong>da</strong>no il<br />
cambiamento nel modo di trattare l’insegnamento delle scienze. Alla fi ne del primo anno è stato<br />
compilato un questionario in cui le osservazioni più frequenti segnalano “l’eccezionale entusiasmo<br />
degli alunni durante queste lezioni di scienze” ma anche “la inattesa quantità di tempo richiesta<br />
<strong>da</strong>l nuovo modo di insegnare scienze”. In pieno accordo con le conclusioni di accurate ricerche<br />
condotte sull’effetto che la metodologia dell’insegnamento ha sull’apprendimento nelle risposte<br />
<strong>da</strong>te nel questionario si fa osservare che “gli studenti fi nora considerati più deboli partecipano<br />
attivamente” e che “tutti cercano di trovare le parole giuste <strong>per</strong> comunicare l’uno con l’altro’: ma<br />
che anche “ci sono troppi studenti in classe <strong>per</strong> gestire effi cacemente il lavoro” e ancora “non è<br />
facile trovare il linguaggio giusto e trattenersi <strong>da</strong>l <strong>da</strong>re subito tutte le risposte.” L’es<strong>per</strong>ienza condotta<br />
era considerata positiva <strong>per</strong>ché “è di aiuto lavorare <strong>da</strong>vvero in collaborazione con altri colleghi<br />
della stessa scuola” e poi “ti fa capire che il tuo lavoro in classe con i tuoi alunni fa parte di<br />
un progetto più ampio” (lavorando in tanti di tante scuole e tanti livelli scolastici). Molti hanno<br />
rielaborato attività già abituali nei loro corsi di scienze ma molti hanno chiesto che, nei momenti<br />
di intergruppo, fossero suggerite e sviluppate dettagliatamente proposte di attività <strong>da</strong> condurre in<br />
classe. Ciò è stato fatto nel corso degli anni successivi del progetto con una serie di lavori in cui<br />
venivano proposte delle attività su caldo e freddo <strong>da</strong> inserire in unità di<strong>da</strong>ttiche complete.<br />
Punto d’arrivo ma anche punto di partenza<br />
Il processo <strong>per</strong> ottenere un insegnamento effi cace è lungo e non facile, anche dopo che gli insegnanti<br />
hanno partecipato ad attività di formazione. La centralità di questo processo sta in ciò<br />
che gli insegnanti fanno in classe e <strong>per</strong>ciò è importante che chi insegna sia messo in condizioni di
poter osservare criticamente quanto avviene in classe. Per avere risultati signifi cativi gli insegnanti<br />
dovrebbero trovare la possibilità di comunicare e discutere quanto hanno osservato nelle proprie<br />
classi ed avere accesso agli strumenti opportuni di formazione e di studio - riviste specializzate<br />
su carta o on-line su internet - <strong>per</strong> poterlo confrontare con quelli che sono i risultati della<br />
ricerca educativa e della di<strong>da</strong>ttica disciplinare.<br />
L’avere raccolto nel 2004, al termine del corso di formazione, in una pubblicazione alcuni dei<br />
materiali prodotti ed esempi di es<strong>per</strong>ienze condotte in classe costituisce un’ulteriore affermazione<br />
della centralità <strong>da</strong>ta al lavoro con gli scolari ed ai processi di insegnamento ed apprendimento nel<br />
corso di tutto il progetto della rete LES di <strong>Treviso</strong>. Quello che forse è emerso con più evidenza è<br />
che a scuola è importante disporre di buoni materiali - libri di testo, schede di <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> o quant’altro<br />
- ma che questi non sono affatto suffi cienti. Consentendomi una nota autobiografi ca ricordo<br />
di avere apprezzato il bel progetto IPS di insegnamento della Fisica e Chimica a livello introduttivo<br />
solamente quando ho potuto conoscere la sua accuratissima gui<strong>da</strong> <strong>per</strong> l’insegnante. Il<br />
progetto, sviluppato negli USA, è stato tradotto e pubblicato in Italia ma… la gui<strong>da</strong> <strong>per</strong> gli insegnanti<br />
è stata quasi subito ritirata <strong>da</strong>l mercato. Era una gui<strong>da</strong> che rispondeva <strong>da</strong>vvero ai moltissimi<br />
problemi che l’insegnante doveva affrontare se voleva proporre le attività nelle sue classi con<br />
le strategie di<strong>da</strong>ttiche a<strong>da</strong>tte a quel progetto. Chiaramente quella gui<strong>da</strong> era stata scritta <strong>da</strong> chi<br />
aveva effettivamente usato l’IPS <strong>per</strong> insegnare ai propri alunni e <strong>per</strong>metteva di apprezzare caratteristiche<br />
che sfuggivano alla lettura del testo corrente <strong>per</strong> gli studenti. Forse è anche questo il<br />
motivo della scarsa fortuna ottenuta in Italia <strong>da</strong>ll’IPS nell’adozione dei libri di testo.<br />
Per concludere desidero ribadire che solamente con la disposizione all’osservazione ed all’ascolto<br />
è possibile rendersi conto delle idee degli alunni e del loro progredire, ed adeguare di conseguenza<br />
le azioni dell’insegnamento oltre che valutare quanto certe attività siano veramente effi -<br />
caci alla luce di quanto ci aspettiamo di ottenere. Il lavoro qui illustrato deriva <strong>da</strong>lla buona pratica<br />
dell’osservazione e della rifl essione ed è stato condotto secondo criteri e con strumenti di giudizio<br />
espliciti e condivisi <strong>da</strong> quanti hanno preso parte a questa iniziativa. Essa è stata condotta senza<br />
alcuna ambizione di completezza né pensando in alcun modo di <strong>da</strong>re indicazioni defi nitive, anzi,<br />
si è pensato che fosse un suo pregio l’essere a<strong>per</strong>ta a confronti ed a fon<strong>da</strong>te revisioni, in una visione<br />
dinamica dello sviluppo della scuola e della professione insegnante. La nostra proposta si<br />
situa in una prospettiva di continuità, di rispetto <strong>per</strong> un apprendimento in cui sia fon<strong>da</strong>mentale<br />
non tanto sa<strong>per</strong> ripetere, quanto appropriarsi di strumenti <strong>per</strong> capire, non tanto sa<strong>per</strong> eseguire,<br />
quanto abituarsi a fon<strong>da</strong>re le proprie decisioni ed i propri giudizi su quello che si è effettivamente<br />
appreso e compreso.<br />
Giuliana Cavaggioni<br />
Sezione di Venezia dell’Associazione <strong>per</strong> l’Insegnamento della Fisica<br />
<strong>da</strong>l 2000 al 2005 responsabile <strong>per</strong> la fi sica del Laboratorio “Eureka” <strong>per</strong> la Di<strong>da</strong>ttica delle<br />
Scienze del CIRD dell’Università di Trieste<br />
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LUCE, COLORE E VISIONE<br />
Oltre ai <strong>per</strong>corsi in verticale realizzati all’interno del progetto SeT sono stati s<strong>per</strong>imentati<br />
<strong>per</strong>corsi su altri temi. Quello che segue è un esempio di <strong>per</strong>corso verticale costruito<br />
sulla base di es<strong>per</strong>ienze svolte a diversi livelli scolari, con gradi di approfondimento e<br />
formalizzazione via via più complessi. La sequenza dei contenuti è solo indicativa, <strong>per</strong>chè<br />
nello studio della fenomenologia gli aspetti sotto elencati si intrecciano strettamente.<br />
= scuola dell’infanzia = scuola primaria<br />
= scuola media = scuola su<strong>per</strong>iore<br />
1. Le nostre idee, <strong>per</strong>cezioni, conoscenze sulla luce<br />
(conversazione)<br />
• cos’è la luce? e il buio?<br />
• <strong>da</strong> dove viene la luce?<br />
• in che condizioni un oggetto è visibile?<br />
• che caratteristiche ha?<br />
• cosa fa?……<br />
2. Le sorgenti di luce (primarie e secon<strong>da</strong>rie):<br />
• sorgenti di luce intorno a noi<br />
• <strong>per</strong>ché riusciamo a vedere oggetti che non<br />
emettono luce propria?<br />
• luce ed energia<br />
3. Interazione della luce con gli oggetti<br />
Es<strong>per</strong>ienze con materiali diversi:<br />
• materiali più o meno trasparenti/opachi, più o<br />
meno rifl ettenti<br />
• costruzione della casetta delle su<strong>per</strong>fi ci<br />
Le ombre:<br />
• studio della propria ombra in diversi momenti<br />
del giorno<br />
• il teatro delle ombre, il bosco delle mani<br />
• analisi della relazione tra posizione relativa<br />
di sorgente / oggetto / schermo e forma /<br />
dimensione dell’ombra<br />
• ombra e penombra, eclissi
4. Caratteristiche della luce<br />
Viaggia in linea retta:<br />
• <strong>per</strong>corso di un raggio laser reso visibile<br />
spargendo polvere di gesso<br />
• in che posizione si riesce a vedere un oggetto<br />
sotto un mobile o nascosto <strong>da</strong> uno schermo<br />
• come vedere la luce di una lampadina<br />
attraverso un tubo<br />
Rimbalza (rifl essione) su su<strong>per</strong>fi ci lucide:<br />
• immagini rifl esse <strong>da</strong> uno specchio e studio di<br />
simmetrie<br />
• rifl essioni con più specchi in diverse posizioni<br />
reciproche<br />
• rifl essioni su su<strong>per</strong>fi ci curve<br />
• costruzione di caleidoscopi e <strong>per</strong>iscopi<br />
• giochi con specchi semirifl ettenti (regolando<br />
l’intensità luminosa, è possibile fondere in un’<br />
unica immagine i lineamenti di due <strong>per</strong>sone<br />
sedute <strong>da</strong> parti opposte di uno specchio<br />
semirifl ettente)<br />
Si piega (rifrazione) attraversando materiali<br />
diversi<br />
• osservazione di oggetti semi-immersi in acqua<br />
• indice di rifrazione<br />
• lenti convergenti e divergenti<br />
• giochi di prestigio basati sul fenomeno della<br />
rifrazione<br />
• miraggi<br />
• sistema di due lenti, modello di cannocchiale e<br />
telescopio, microscopio ottico<br />
• fi bre ottiche<br />
5. Il colore della luce<br />
Ricerca di materiali che scompongano<br />
la luce nei colori dell’arcobaleno<br />
• es<strong>per</strong>ienze con acqua, plastiche sfaccettate,<br />
CD, prismi di vetro, bolle di sapone, macchie di<br />
benzina sull’asfalto…<br />
• diffrazione della luce: reticolo di diffrazione,<br />
scomposizione della luce con un CD e misura<br />
delle lunghezze d’on<strong>da</strong> dei diversi colori<br />
21
22<br />
• interferenza della luce: fori di Young, lamina<br />
sottile, gli anelli di Newton, ologrammi<br />
• arcobaleno e aberrazione cromatica<br />
I colori primari della luce<br />
• sovrapposizione di luci nei colori primari (rosso,<br />
verde e blu)<br />
• colori di un’immagine alla televisione visti<br />
attraverso una lente<br />
• il disco di Newton<br />
• simulazione della composizione dei colori primari<br />
della luce al computer (metodo RGB)<br />
6. Il colore degli oggetti<br />
Il colore non “sta” negli oggetti ma nella luce<br />
• gli oggetti colorati assorbono certi colori e ne<br />
rifl ettono altri: il colore che noi vediamo è quello<br />
della luce rifl essa; un oggetto ci appare nero se<br />
assorbe tutti i colori, bianco se li rifl ette tutti<br />
Il colore degli oggetti cambia in relazione<br />
al colore della luce che li illumina<br />
• come cambiano i colori di un paesaggio in<br />
pieno sole, in una giornata nuvolosa, verso il<br />
tramonto?<br />
I colori di un vestito sono gli stessi se visti alla<br />
luce del sole, con luci psichedeliche?<br />
• costruzione di scatole con pareti bianche e<br />
fondo colorato ed osservazione del colore<br />
assunto <strong>da</strong>lle pareti puntando al loro interno, al<br />
buio, una torcia elettrica<br />
• osservazione di disegni e scritte attraverso fi ltri<br />
colorati<br />
• i colori del cielo e del tramonto<br />
Composizione:<br />
• mescolando tem<strong>per</strong>e nei colori primari (ciano,<br />
magenta, giallo) in proporzioni opportune si<br />
ottengono tutti gli altri colori, nelle diverse<br />
gra<strong>da</strong>zioni. Mescolando i tre colori primari in<br />
quantità uguali in teoria si dovrebbe ottenere il<br />
nero, in realtà si ottiene il grigio<br />
• simulazione dei mescolamenti di colori al<br />
computer (metodo CMY)
• tecnica della cromatografi a su carta <strong>per</strong><br />
separare i colori degli inchiostri o estratti<br />
colorati di foglie e fi ori<br />
7. La vviisssiiioo<br />
visione<br />
• come vedono i nostri occhi<br />
• quali organi di senso possiamo usare in<br />
mancanza di luce?<br />
• camera oscura, macchina fotografi ca,<br />
proiettore<br />
• lenti correttive<br />
• illusioni ottiche<br />
• <strong>per</strong>sistenza dell’immagine sulla retina<br />
(disco stroboscopico e immagini in<br />
movimento)<br />
• retina e <strong>per</strong>cezione del colore<br />
8. La natura della luce<br />
• interpretazione corpuscolare (fotoni)<br />
• interpretazione ondulatoria<br />
• cosa sono i colori?<br />
• spettri di emissione e spettri di assorbimento<br />
a righe di vari gas<br />
• laser<br />
9. La luce e la vita<br />
• Le piante hanno bisogno di luce <strong>per</strong><br />
crescere (fotosintesi clorofi lliana)<br />
10. Luce, colore ed arte<br />
11. Luce ed energia<br />
• intensità luminosa<br />
• energia raggiante<br />
• cella fotovoltaica<br />
• pannelli solari<br />
• assorbimento della luce ed effetto serra<br />
23
24<br />
LA MOSTRA DIDATTICA INTERATTIVA<br />
“ESPERIMENTI PER PENSARE”<br />
La Mostra di<strong>da</strong>ttica interattiva di fi sica, matematica e scienze è giunta quest’anno alla IX Edizione<br />
realizzando la s<strong>per</strong>anza che 10 anni fa aveva animato la nostra prima es<strong>per</strong>ienza: quella di<br />
poter continuare ed allargare tale iniziativa nella convinzione che sia un momento importante <strong>per</strong><br />
la crescita culturale dei nostri giovani e <strong>per</strong> la divulgazione della cultura scientifi ca.<br />
“Pensare <strong>per</strong> onde” era il titolo <strong>da</strong>to alla prima mostra nel 1997, un titolo che segnava non solo<br />
un tema ma anche un modo di essere: come ci appaiono e si rivelano le cose e i fenomeni dipende<br />
<strong>da</strong>l modo con cui le “guardiamo” e le “pensiamo”.<br />
Sin <strong>da</strong>ll’inizio le es<strong>per</strong>ienze sono state scelte e pensate <strong>da</strong>i ragazzi, i materiali utilizzati erano<br />
‘poveri’, di facile re<strong>per</strong>ibilità, e <strong>da</strong> loro assemblati. Le idee nascevano <strong>da</strong>lla curiosità di capire come<br />
i principi e le leggi delle discipline scientifi<br />
che studiate in classe potevano intervenire<br />
in determinati fenomeni che si osservano<br />
comunemente intorno a noi ed<br />
eventualmente spiegarli mediante modelli<br />
o <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong>. Così i ragazzi hanno dovuto<br />
confrontarsi con situazioni spesso<br />
complesse come sono in genere quelle<br />
che il mondo reale ci presenta; questo ha<br />
comportato diffi coltà di realizzazione, a<br />
volte veri e propri intoppi, ma ha anche<br />
portato gli studenti a modifi care le proprie<br />
ipotesi, a riprogettare gli <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong>,<br />
a discutere tra loro e con i docenti, visti<br />
non più come depositari del sa<strong>per</strong>e ma<br />
come interlocutori, suggeritori, a volte<br />
essi stessi messi in crisi <strong>da</strong> determinati<br />
risultati.<br />
La progettazione della mostra, fatta con insegnanti di tutti gli ordini e gradi di scuola, e l’incontro<br />
tra studenti di ogni età è sempre stato un momento di notevole portata formativa, di conoscenza<br />
e di scambio in vista del su<strong>per</strong>amento della separazione esistente tra i diversi ordini di<br />
scuola e della ricerca di una continuità nel processo formativo e di <strong>per</strong>corsi trasversali e verticali.<br />
Risultava evidente che una stessa questione o uno stesso es<strong>per</strong>imento potevano essere affrontati<br />
a diversi livelli di approfondimento e con diversi approcci. Sono stati <strong>per</strong>ciò realizzati anche alcuni<br />
incontri di condivisione delle es<strong>per</strong>ienze tra studenti di livelli scolari diversi e gli esiti delle<br />
attività svolte nel corso degli anni in questa direzione hanno fatto emergere la loro effi cacia anche<br />
come iniziative di sostegno e orientamento.<br />
La valenza educativa dell’es<strong>per</strong>ienza è stata rilevante: gli studenti di scuola su<strong>per</strong>iore vivono<br />
una fase della loro vita in cui è importante fare es<strong>per</strong>ienze signifi cative e di gruppo, assumersi<br />
responsabilità nella progettazione, realizzazione e gestione di attività, instaurare rapporti di collaborazione<br />
e fi ducia con gli adulti, misurare le proprie capacità e disponibilità a rapportarsi con gli<br />
altri, scoprire le proprie potenzialità e attitudini, fare qualcosa di utile anche <strong>per</strong> gli altri.<br />
Il punto forte dell’iniziativa sta proprio nel fatto che le attività legate alla realizzazione delle<br />
mostre vedono gli studenti come protagonisti del processo di costruzione delle proprie conoscenze<br />
sia in fase di progettazione degli <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> (tutti legati alla realtà fenomenologia e non predefi<br />
niti) che in quella di esecuzione e di gui<strong>da</strong> <strong>per</strong> i visitatori. Qui è la differenza con altre simili<br />
mostre che sono realizzate, a volte, anche con la collaborazione di studenti ma senza porli mai<br />
come veri protagonisti anche nella presentazione e spiegazione degli <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> fatti. Proprio<br />
l’attività di gui<strong>da</strong>, tra l’altro, <strong>per</strong>mette loro di affi nare il linguaggio e di imparare a rapportare le<br />
descrizioni che fanno all’età ed alle conoscenze di chi li ascolta.
L’obiettivo che si è raggiunto è quello di una mostra che è punto di riferimento di studenti di<br />
età e scuole diverse che sono “curiosi” e amano “giocare con la scienza”, di tutti coloro che, come<br />
diceva Albert Einstein, sentono di poter dire a sé e agli altri: ”Io non ho particolari talenti. Sono<br />
solo appassionatamente curioso”. Abbiamo cercato di vivere e condividere con tutti questo desiderio<br />
che ha motivato uno scienziato così grande, quello di capire e di meravigliarsi <strong>da</strong>vanti ai<br />
segreti della natura. In diverse scuole ci sono ragazzi che <strong>da</strong> anni fanno es<strong>per</strong>ienza di costruzione<br />
della scienza con i loro insegnanti e altri sono stati incoraggiati <strong>da</strong>lla visita alle mostre. Sicuramente<br />
la mostra “contagia”: molti alunni, soprattutto della scuola primaria, che l’hanno visitata hanno<br />
voluto cimentarsi (insieme ai loro insegnanti e genitori!) nella costruzione di <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> e modelli.<br />
Così l’es<strong>per</strong>ienza si è diffusa e <strong>da</strong> alcuni anni viene realizzata in tutte le scuole della rete LES di<br />
<strong>Treviso</strong> di cui il <strong>Liceo</strong> è scuola capofi la. Anche gli alunni delle scuole primarie e delle scuole medie<br />
hanno potuto così scoprire il piacere di fare <strong>da</strong> ‘guide’ nei confronti di altri studenti ed anche di<br />
insegnanti e genitori.<br />
LA STORIA<br />
L’idea di una mostra è nata nell’anno scolastico 1996/97, nell’ambito del corso di aggiornamento<br />
“Fare e disfare” che aveva <strong>per</strong> oggetto la Fisica delle onde, ed è stata concretizzata nel progetto<br />
della mostra “Pensare <strong>per</strong> onde” <strong>da</strong> quattro docenti del <strong>Liceo</strong> scientifi co “Da <strong>Vinci</strong>” di <strong>Treviso</strong><br />
che lo hanno inserito nella programmazione di<strong>da</strong>ttica di 4 classi s<strong>per</strong>imentali P.N.I. (due<br />
seconde e due quarte) e di una classe quarta tradizionale. La Mostra del primo anno ha visto<br />
coinvolte anche due classi della Scuola Elementare “Carducci” di <strong>Treviso</strong>, una classe della scuola<br />
Media “Coletti” di <strong>Treviso</strong> e altre 3 classi di scuola su<strong>per</strong>iore.<br />
L’es<strong>per</strong>ienza si è subito rivelata molto positiva sia <strong>per</strong> gli studenti che <strong>per</strong> i docenti, <strong>per</strong> cui<br />
abbiamo ripresentato il progetto nell’anno scolastico 1997/98 anche su richiesta dei ragazzi.<br />
L’adesione, questa volta, era volontaria e circa 70 studenti di 10 classi del <strong>Liceo</strong> hanno fi rmato il<br />
progetto “La Fisica e i suoi Modelli”, presentato all’interno delle iniziative previste <strong>da</strong>lla direttiva<br />
133, condiviso <strong>da</strong>i docenti che avevano seguito l’iniziativa nell’anno precedente. Nel corso dell’anno<br />
le classi del <strong>Liceo</strong> coinvolte sono aumentate ed alla Mostra di settembre e ottobre 1998 hanno<br />
presentato i loro lavori 16 classi del <strong>Liceo</strong>, di cui 9 classi s<strong>per</strong>imentali P.N.I. <strong>da</strong>lla prima alla quinta.<br />
Nel primo anno si era lavorato sulle onde meccaniche, acustiche, luminose e sulla <strong>per</strong>cezione<br />
visiva, mentre nel secondo anno le tematiche sono state lasciate libere e gli studenti hanno realizzato<br />
<strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> anche di cinematica, dinamica del corpo rigido e dei fl uidi, elettrostatica ed<br />
elettromagnetismo; la Secon<strong>da</strong> Edizione ha preso il nome che ancora rimane “Es<strong>per</strong>imenti <strong>per</strong><br />
<strong>pensare</strong>”.<br />
Il successo delle prime due edizioni<br />
della mostra ha su<strong>per</strong>ato ogni previsione<br />
con circa 2000 visitatori <strong>per</strong> mostra, tanto<br />
che si è deciso di ripetere “l’impresa” ampliando<br />
il progetto e promuovendo quello<br />
della Rete L.E.S.- Laboratorio di Educazione<br />
Scientifi ca.<br />
Nei primi due anni gli studenti del <strong>Liceo</strong><br />
“Da <strong>Vinci</strong>” hanno realizzato circa 70<br />
<strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> interattivi di Fisica; nel terzo<br />
anno abbiamo riproposto il progetto con<br />
le stesse mo<strong>da</strong>lità del secondo anno. Il lavoro<br />
del terzo anno ha visto coinvolte circa<br />
30 classi di 6 scuole tra elementari,<br />
medie e su<strong>per</strong>iori. A partire <strong>da</strong>lla terza<br />
25
26<br />
edizione della Mostra i visitatori si sono assestati sui 3000 <strong>per</strong> un mese di a<strong>per</strong>tura della mostra.<br />
Dal quarto anno il progetto della mostra si è ampliato coinvolgendo in modo più diretto altre<br />
discipline come la Matematica e le Scienze, solo in parte già presenti nei precedenti anni in collegamento<br />
con la Fisica, e altri docenti, oltre a quelli che già avevano collaborato nei primi tre<br />
anni.<br />
La Quarta Edizione ha avuto come tema “Le Trasformazioni” e ha visto coinvolte 18 scuole, di<br />
cui 2 scuole su<strong>per</strong>iori, 7 scuole medie e 9 scuole primarie.<br />
La Quinta Edizione, sul tema “I sentieri dell’Energia” si è realizzata in collegamento con il Corso<br />
di Formazione organizzato <strong>da</strong>lla Rete LES di <strong>Treviso</strong> all’interno del progetto Nazionale SeT, “Un<br />
laboratorio <strong>da</strong>i 6 ai 18 anni: la valenza formativa dell’educazione scientifi ca” ed ha visto coinvolte<br />
tutte le scuole della Rete.<br />
La Sesta Edizione ha avuto come tema “Modelli e realtà” e nella Settima Edizione si è tornati<br />
al tema delle onde.<br />
Nell’Ottava Edizione gli studenti del <strong>Liceo</strong> hanno adottato, studiato, sistemato e riproposto<br />
<strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> delle precedenti edizioni e, dove possibile, collegato questi <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> con alcuni<br />
realizzati <strong>da</strong>lle altre scuole della rete.<br />
Negli ultimi anni gli studenti del <strong>Liceo</strong> coinvolti sono stati circa 300 e i docenti 14, non senza<br />
diffi coltà nel gestire l’elevato numero di studenti e di <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> prodotti.<br />
La Mostra è giunta alla IX Edizione e si terrà nel <strong>Liceo</strong> nei mesi di settembre e ottobre 2007.<br />
Ora è inserita in un altro progetto della Rete LES di <strong>Treviso</strong>, “Le Giornate della Scienza”, che si<br />
realizza durante tutto l’anno in tutte le scuole della Rete. La Mostra sarà preceduta come sempre<br />
<strong>da</strong> una giornata di inaugurazione in cui verranno presentate anche le mostre realizzate in ogni<br />
scuola della Rete.<br />
Fon<strong>da</strong>mentale è stata e resta la collaborazione tra docenti di scuole e di ordini diversi, la collaborazione<br />
dei tecnici di laboratorio, del <strong>per</strong>sonale non docente, dei dirigenti scolastici e, ultimi<br />
solo nell’elenco ma in realtà i più importanti di tutti, degli studenti.<br />
Luisa Bari , Sebastiano Dato, Francesca Ronfi ni, Provino Magro<br />
Docenti e assistente tecnico del <strong>Liceo</strong> Scientifi co ‘L. Da <strong>Vinci</strong>’ di <strong>Treviso</strong><br />
Fon<strong>da</strong>tori della Mostra “Es<strong>per</strong>imenti <strong>per</strong> Pensare”
28<br />
LE MOSTRE LOCALI<br />
GIORNATE DELLA SCIENZA<br />
Nell’anno scolastico 2004/2005 le scuole della rete L.E.S. di <strong>Treviso</strong> hanno deciso di aprirsi al<br />
territorio in occasione della settimana della cultura scientifi ca e tecnologica, promossa <strong>da</strong>l Ministero<br />
della Pubblica Istruzione in primavera. In particolare, visto il successo in termini di presenza<br />
di pubblico e di ricaduta di<strong>da</strong>ttica della Mostra “Es<strong>per</strong>imenti <strong>per</strong> <strong>pensare</strong>” organizzata <strong>da</strong>l <strong>Liceo</strong><br />
Scientifi co <strong>da</strong> <strong>Vinci</strong>, ogni istituto ha inserito all’interno della propria programmazione<br />
l’allestimento di una mostra interattiva con cadenza annuale, caratterizzata <strong>da</strong>l coinvolgimento<br />
degli studenti nel ruolo di animatori e guide.<br />
Le mostre sono state visitate <strong>da</strong>i genitori e <strong>da</strong> centinaia di bambini provenienti <strong>da</strong> classi dello<br />
stesso istituto e di scuole dei dintorni, che si sono divertiti a guar<strong>da</strong>re, toccare, esplorare exhibits<br />
su tematiche di fi sica, chimica e biologia.<br />
L’apprezzamento del pubblico ha sempre su<strong>per</strong>ato le aspettative, ma il vero punto di forza di<br />
queste iniziative è la ricaduta di<strong>da</strong>ttica sugli studenti che si impegnano <strong>per</strong> mesi a prepararle.<br />
E’ un modo nuovo di “fare” scienze, sotto diversi punti di vista.<br />
Innanzitutto viene stimolato il senso di responsabilità, <strong>per</strong>ché la presentazione dei lavori al<br />
territorio impone scadenze e livelli di qualità <strong>da</strong> rispettare.<br />
In secondo luogo cambia la metodologia con cui tradizionalmente si studiano le scienze. Il<br />
momento del laboratorio, inteso come esplorazione, manipolazione, rifl essione attraverso il confronto<br />
di idee tra compagni … diventa centrale, il <strong>pensare</strong> deriva <strong>da</strong>l fare. Tutti hanno la possibilità<br />
di individuare un proprio ruolo all’interno del gruppo e il sentirsi utili accresce l’interesse ed<br />
il piacere di lavorare.<br />
Si tratta di attività altamente motivanti, durante le quali le scienze non sono sentite come una<br />
materia astratta, diffi cile, magari anche di scarsa utilità pratica, ma al contrario come qualcosa<br />
di piacevole e strettamente legato alla quotidianità.<br />
Non ultima, <strong>per</strong> valenza di<strong>da</strong>ttica, è l’opportunità di spiegare gli <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> a compagni ed<br />
adulti in visita. L’esigenza di essere apprezzati nel ruolo di espositori, di essere compresi e di<br />
mantenere viva l’attenzione di chi ascolta, porta infatti a rifl ettere sulle mo<strong>da</strong>lità della comunicazione,<br />
a cercare di migliorarsi.
L’impegno organizzativo è notevole. Due sono gli aspetti più problematici:<br />
• La confusione che inevitabilmente si crea in classe durante lo svolgimento di attività<br />
pratiche<br />
• L’investimento in termini di tempo, sia <strong>da</strong>l punto di vista <strong>per</strong>sonale dell’insegnante, sia<br />
come ore apparentemente sottratte alla di<strong>da</strong>ttica.<br />
Si tratta <strong>per</strong>ò in gran parte di falsi problemi.<br />
La confusione ed il rumore in laboratorio, se opportunamente gestiti e controllati, sono in realtà<br />
un indice della partecipazione attiva, dell’impegno e della passione con cui gli studenti lavorano.<br />
I tempi lunghi, effettivamente necessari, sono ampiamente ripagati in termini di motivazione e<br />
formazione e accresciuto interesse degli alunni verso il mondo scientifi co e tecnologico in cui vivono.<br />
I progressi ottenuti non sempre sono misurabili con gli strumenti di verifi ca tradizionali, ma<br />
sono sotto gli occhi di tutti i soggetti coinvolti in questo genere di iniziative.<br />
Sandra Turra<br />
Coordinatrice “Giornate della Scienza” della rete L.E.S. di <strong>Treviso</strong><br />
Docente della Scuola Media ‘Coletti’ di <strong>Treviso</strong><br />
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GIORNATE DELLA SCIENZA 2005<br />
LICEO SCIENTIFICO “Da <strong>Vinci</strong>”, <strong>Treviso</strong><br />
Incontri-conferenza in a<strong>per</strong>tura e chiusura della Settimana della Cultura Scientifi ca e Tecnologica<br />
Destinatari: docenti delle scuole di ogni ordine e grado e studenti delle su<strong>per</strong>iori della Provincia<br />
Tema: “Ecologia degli ambienti acquatici e sostenibilità ambientale nella realtà veneta”<br />
Relatore: prof. Pierfrancesco Ghetti, rettore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia<br />
Data: 14 marzo 2005<br />
Tema: “E adesso cosa succede? La Fisica a quiz”<br />
Relatore: prof. G. Cavaggioni, Laboratorio <strong>per</strong> la Di<strong>da</strong>ttica delle Scienze Eureka del Cird dell’Università<br />
di Trieste<br />
Data: 19 marzo 2005<br />
Tema: “ Perchè studiare la Matematica”<br />
Relatore: prof. Pietro Corvaja dell’Università di Udine<br />
Data: 19 marzo 2005<br />
VIII Edizione della Mostra di<strong>da</strong>ttica interattiva “Es<strong>per</strong>imenti <strong>per</strong> Pensare”<br />
Inaugurazione della Mostra e conferenza del Prof. Giorgio Hausermann dell’Alta Scuola Pe<strong>da</strong>gogica<br />
di Locarno<br />
Tema: “I giochi e la fi sica”- presentazione interattiva di diversi giochi di fi sica con il coinvolgimento<br />
degli studenti presenti, soprattutto degli alunni più giovani.<br />
Destinatari: classi del triennio del <strong>Liceo</strong> e alcune classi delle scuole primarie e medie della Rete,<br />
genitori, a<strong>per</strong>ta al territorio.<br />
Data: 24 settembre 2005<br />
A<strong>per</strong>tura della mostra<br />
Data: <strong>da</strong>l 26 settembre al 22 ottobre 2005<br />
Temi: vari argomenti di fi sica, matematica e scienze; la mostra ha ospitato anche alcuni <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong><br />
realizzati <strong>da</strong>gli studenti delle scuole della rete.<br />
Realizzatori e Guide: circa 300 studenti di 18 classi<br />
Numero insegnanti: 14<br />
Destinatari: studenti del <strong>Liceo</strong> e di classi di scuole di ogni ordine e grado, docenti, genitori,<br />
a<strong>per</strong>ta al territorio: la mostra è stata visitata <strong>da</strong> più di tremila <strong>per</strong>sone.<br />
V CIRCOLO DIDATTICO, <strong>Treviso</strong><br />
Mostre interattive dislocate nei vari plessi e lezioni/laboratorio<br />
Temi: acqua, aria, elettricità, corpo umano, galleggiamento, formazione della Terra<br />
Destinatari: alunni della scuola dell’infanzia e primaria del Circolo<br />
Numero classi: 18 (I e II ciclo)<br />
Numero insegnanti: 17<br />
Periodo: marzo<br />
CIRCOLO DIDATTICO, Paese<br />
Mostra con presentazione attività: cartelloni, <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong>, i<strong>per</strong>testo<br />
Temi: centralità dell’acqua, energia alla base delle moderne società industriali<br />
Destinatari: alunni delle scuole primarie e genitori<br />
Numero classi: 25<br />
Numero insegnanti: 19<br />
Periodo: marzo-aprile
SCUOLA MEDIA “Coletti”, <strong>Treviso</strong><br />
Lezioni/laboratorio tenute <strong>da</strong> alunni<br />
Temi: alimentazione, elettricità<br />
Destinatari: alunni del V circolo di <strong>Treviso</strong><br />
Numero classi: 5<br />
Numero insegnanti: 4<br />
Periodo: marzo<br />
SCUOLA MEDIA, Roncade<br />
Mostra interattiva<br />
Temi: acqua, cellula, applicazioni dei fenomeni elettromagnetici<br />
Destinatari: alunni di scuola media<br />
Numero classi: gruppi di laboratori LES di prima e secon<strong>da</strong> media<br />
Numero insegnanti: 2<br />
Periodo: marzo<br />
CIRCOLO DIDATTICO, Bre<strong>da</strong><br />
Mostra interattiva<br />
Temi: ambiente ed energia (risorse, raccolta differenziata, elettricità), corpo umano<br />
Destinatari: alunni di scuola elementare, dell’infanzia e genitori<br />
Numero classi: 18<br />
Numero insegnanti: 10<br />
Periodo: marzo<br />
SCUOLA MEDIA, Carbonera<br />
Mostra interattiva<br />
Temi: acqua, energia, ambiente, chimica, fi sica<br />
Destinatari: alunni di scuola elementare e media, eventualmente genitori<br />
Numero classi: 11 (I, II e III)<br />
Numero insegnanti: 6<br />
Periodo: marzo<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO, Quinto<br />
Mostra interattiva<br />
Temi: acqua (elementari) e materia (medie)<br />
Destinatari: alunni di scuola elementare e media, genitori<br />
Numero classi: 6 elementari (I e II ciclo) e 4 medie (II di Quinto e Morgano)<br />
Numero insegnanti: 4 (elementari) + 4 (medie)<br />
Periodo: marzo<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO, Zero Branco<br />
Mostra interattiva nei vari plessi, lezioni/laboratorio<br />
Temi: aria, materiali (scuola dell’infanzia), acqua (elementare), le ombre del sole (elementare)<br />
elettricità, magnetismo, energia (elementare e media)<br />
Destinatari: alunni di scuola dell’infanzia, elementare e media, genitori<br />
Numero classi: 20 (materna, elementare, media)<br />
Numero insegnanti: 18<br />
Periodo: aprile<br />
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32<br />
GIORNATE DELLA SCIENZA 2006<br />
LICEO SCIENTIFICO “Da <strong>Vinci</strong>”, <strong>Treviso</strong><br />
Incontro-conferenza in a<strong>per</strong>tura delle Giornate della Scienza<br />
Tema: “L’insegnamento della biologia: qualche rifl essione e qualche proposta”<br />
Relatore: prof. Claudio Longo, Università di Milano<br />
Destinatari: docenti delle scuole di ogni ordine<br />
Data: 2 marzo 2006<br />
Lezioni-laboratorio (dimostrative ed interattive)<br />
Temi: Fisica: oscillazioni e onde, pressione dell’aria, elettricità e i fenomeni elettrostatici, sul<br />
magnetismo e correnti elettriche, magnetismo e moto. Scienze: Dimostrazione sulle reazioni<br />
chimiche, osservazione di osmosi in cellule vegetali al microscopio.<br />
Realizzatori e Guide: hanno preparato e gui<strong>da</strong>to a turno le lezioni circa 100 studenti di classe<br />
quarta e quinta del <strong>Liceo</strong><br />
Numero classi: 7 classi quarte e quinte<br />
Numero insegnanti: 11<br />
Destinatari: alunni di III media della provincia, circa 150<br />
Periodo: marzo e novembre-dicembre<br />
V CIRCOLO DIDATTICO, <strong>Treviso</strong><br />
Mostre interattive dislocate nei vari plessi e lezioni/laboratorio<br />
Temi: luce, acqua, aria, materiali, calore<br />
Numero classi: 25<br />
Numero insegnanti: 25<br />
Destinatari: genitori, alunni della scuola dell’infanzia e primaria del V Circolo<br />
Periodo: marzo - aprile<br />
CIRCOLO DIDATTICO, Paese<br />
Mostra con presentazione attività: cartelloni, <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong><br />
Temi: acqua, aria, calore, corpo umano, animali e piante, galleggiamento<br />
Numero classi: 35<br />
Numero insegnanti: 21<br />
Destinatari: alunni delle scuole primarie e genitori<br />
Periodo: maggio<br />
SCUOLA MEDIA “Coletti”, <strong>Treviso</strong><br />
Mostra interattiva : ‘Non credere ai tuoi occhi!’<br />
Temi: luce, colore, visione<br />
Destinatari: genitori, alunni dell’istituto e della scuola primaria (V circolo)<br />
Numero classi: 11<br />
Numero insegnanti: 8<br />
Periodo: marzo<br />
SCUOLA MEDIA, Roncade<br />
Mostra interattiva : ‘Gioca con la scienza’<br />
Temi: vari (aria e gas, acqua e liquidi, caldo e freddo, colori, sensi, suono, magnetismo, elettricità,<br />
forza, chimica, biologia, geologia, luce)<br />
Numero classi: laboratorio opzionale LES nelle classi prime<br />
Numero insegnanti: 1<br />
Destinatari: alunni della scuola primaria di Roncade<br />
Periodo: marzo
ISTITUTO COMPRENSIVO, Bre<strong>da</strong><br />
Mostra interattiva, in collaborazione con IC di Carbonera (documentazione su CD)<br />
Temi: acqua, educazione alimentare<br />
Destinatari: genitori, alunni<br />
Numero classi: 4<br />
Numero insegnanti: 8<br />
Periodo: marzo - aprile<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO, Carbonera<br />
Mostra interattiva: in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Bre<strong>da</strong>,<br />
Tema: acqua<br />
Numero classi: 18<br />
Numero insegnanti: 13<br />
Destinatari: genitori, alunni dell’istituto e di altre scuole del territorio<br />
Periodo: maggio<br />
Due conferenze sul tema: “Fauna e ambiente, contributo <strong>per</strong> la promozione e la realizzazione di<br />
uno sviluppo sostenibile e durevole”, relatore prof. F. Mezzavilla:<br />
Giovedì 30 marzo, ore 20,15 “Ecosistema fl uviale e le aree umide e di risorgive”<br />
Giovedì 6 aprile 2006 ore 20,15 “La fauna e i bioindicatori di naturalità”<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO, Masera<strong>da</strong><br />
Mostra interattiva: “Se faccio … capisco”<br />
Temi: astronomia, chimica e fi sica.<br />
Destinatari: alunni, genitori<br />
Numero classi: 2 scuola primaria, 9 scuola media<br />
Numero insegnanti: 5<br />
Periodo: marzo<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO, Quinto<br />
Mostra interattiva: ‘Non troveremo nessuna risposta fi no a quando non impareremo a fare<br />
domande’<br />
Temi: ottica, chimica, biologia<br />
Numero classi: 16 scuola primaria, 13 scuola media<br />
Numero insegnanti: 19<br />
Destinatari: alunni e famiglie<br />
Periodo: aprile<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO, Zero Branco<br />
Mostra interattiva: ‘Il fi lo delle scienze’<br />
Temi: vari (materiali e loro proprietà, la semina, i liquidi, es<strong>per</strong>ienze sul calore e sulla tem<strong>per</strong>atura,<br />
trasformazioni e passaggi di stato, realizzazione di uno stagno nel giardino della scuola,<br />
costruzione di modelli del corpo umano, le acque minerali, risultati del biomonitoraggio del<br />
fi ume Zero, costruzione di un erbario sulle piante del fi ume)<br />
Numero classi: 13<br />
Numero insegnanti: 15<br />
Destinatari: alunni, genitori<br />
Periodo: marzo - aprile<br />
33
34<br />
GIORNATE DELLA SCIENZA 2007<br />
LICEO SCIENTIFICO “Da <strong>Vinci</strong>”, <strong>Treviso</strong><br />
IX Edizione della Mostra di<strong>da</strong>ttica interattiva “Es<strong>per</strong>imenti <strong>per</strong> Pensare”<br />
Inaugurazione della Mostra e conferenza del Prof. Stefano Oss dell’Università di Trento<br />
Tema: “Fisica e musica”<br />
Presentazione della pubblicazione sulle attività della rete LES di <strong>Treviso</strong> e delle Giornate della<br />
Scienza 2007<br />
Destinatari: classi del triennio del <strong>Liceo</strong>, docenti, genitori, a<strong>per</strong>ta al territorio.<br />
Data: 29 settembre 2007<br />
A<strong>per</strong>tura della mostra<br />
Temi: vari argomenti di fi sica, matematica e scienze.<br />
Realizzatori e Guide: circa 300 studenti di 24 classi del <strong>Liceo</strong><br />
Numero insegnanti: 14<br />
Destinatari: studenti del <strong>Liceo</strong> e di classi di scuole di ogni ordine e grado, docenti, genitori, a<strong>per</strong>ta<br />
al territorio<br />
Periodo: settembre-ottobre 2007<br />
Laboratori e Seminari – Progetto Lauree Scientifi che<br />
Temi: scienza dei materiali, nanotecnologie, microscopio a scansione, modelli di ottimizzazione su<br />
rete, relatività, particelle elementari, cosmologia<br />
Relatori e tutor: docenti di scuola su<strong>per</strong>iore e universitari<br />
Destinatari: studenti del <strong>Liceo</strong><br />
Data: <strong>da</strong> novembre 2006 a maggio 2007<br />
Ciclo di conferenze<br />
Temi: evoluzionismo, successioni numeriche, energia e risorse energetiche<br />
Relatori: docenti universitari<br />
Destinatari: studenti del <strong>Liceo</strong>, docenti delle scuole di ogni ordine.<br />
Data: <strong>da</strong> gennaio ad aprile 2007<br />
La scienza al cinema<br />
Film: “Una scomo<strong>da</strong> verità”, con Al Gore, diretto <strong>da</strong> Davis Guggenheim<br />
Tema: salvaguardia dell’ambiente.<br />
Moderatore: prof. Carlo Barbante dell’Università Ca’ Foscari di Venezia<br />
Destinatari: studenti e docenti del <strong>Liceo</strong> e docenti della rete L.E.S di <strong>Treviso</strong><br />
Periodo: 2 maggio 2007<br />
V CIRCOLO DIDATTICO, <strong>Treviso</strong><br />
Mostre interattive dislocate nei vari plessi e lezioni/laboratorio<br />
Temi: acqua, luce, suono, elettricità, calore, sensi e materiali, miscugli e soluzioni, aria, chimica,<br />
energia<br />
Destinatari: alunni della scuola dell’infanzia e primaria del V Circolo<br />
Numero classi: 24<br />
Numero insegnanti: 23<br />
Periodo: 21-26 maggio<br />
CIRCOLO DIDATTICO, Paese<br />
Mostra interattiva<br />
Temi: rifi uti e riciclaggio, ambiente
Destinatari: alunni della scuola e genitori<br />
Numero classi: 30<br />
Numero insegnanti: 24<br />
Periodo: maggio<br />
SCUOLA MEDIA “Coletti”, <strong>Treviso</strong><br />
Mostra interattiva presentata <strong>da</strong>gli alunni ‘Esplora con noi’<br />
Temi: ‘Frizza, galleggia, cambia colore…’ e ‘Energia in azione’<br />
Destinatari: genitori, alunni dell’istituto e delle scuole primarie del V circolo<br />
Numero classi: 14<br />
Numero insegnanti: 9<br />
Periodo: marzo<br />
SCUOLA MEDIA, Roncade<br />
Mostra di<strong>da</strong>ttica interattiva: Gioca con la scienza<br />
Temi: vari (fi sica, chimica, biologia, geologia)<br />
Destinatari: alunni delle medie e della scuola primaria<br />
Alunni coinvolti: laboratorio opzionale LES nelle classi prime e seconde<br />
Numero insegnanti: 2<br />
Periodo: aprile<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO, Bre<strong>da</strong><br />
Mostra interattiva presentata <strong>da</strong>gli alunni<br />
Titolo: ‘Progetto F.A.T.A. (Fuoco-Aria-Terra-Aria), Magie della Scienza’<br />
Numero classi: 8<br />
Numero insegnanti: 11<br />
Periodo: 18-19 maggio<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO, Carbonera<br />
Presentazione multimediale delle attività svolte nell’anno, esposizione di cartelloni e materiali<br />
prodotti<br />
Tema: “Noi e il nostro ambiente”<br />
Destinatari: alunni, genitori, altri visitatori interessati<br />
Numero classi: 8<br />
Numero insegnanti: 6<br />
Periodo: maggio<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO, Masera<strong>da</strong><br />
Prosecuzione attività LES nelle classi e presentazione lavori durante la festa di fi ne anno scolastico<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO, Quinto<br />
Prosecuzione attività LES nelle classi<br />
ISTITUTO COMPRENSIVO, Zero Branco<br />
Mostra interattiva ‘A spasso tra le scienze’ e scambi di es<strong>per</strong>ienze tra bambini di prima media e di<br />
scuola primaria ‘Scienziati in prestito’<br />
Temi: l’acqua e il suolo, l’aria, i materiali, l’energia, gli alimenti<br />
Destinatari: alunni delle medie e della scuola primaria, genitori<br />
Numero classi: 15<br />
Numero insegnanti: 15<br />
Periodo: maggio (mostra), nel corso dell’anno ‘Scienziati in prestito’<br />
35
V CIRCOLO DIDATTICO - TREVISO<br />
Il V Circolo di <strong>Treviso</strong> ha partecipato, con i lavori di alcune<br />
classi, fi n <strong>da</strong>ll’inizio alla prima mostra del <strong>Liceo</strong> Scientifi co<br />
“<strong>Leonardo</strong> <strong>da</strong> <strong>Vinci</strong>” nel 1997.<br />
Dal 2005/6 il LES - “Laboratorio di Educazione Scientifi ca”<br />
è diventato un progetto di circolo che coinvolge le classi IV<br />
e V; anche tutte le altre classi interessate possono partecipare.<br />
Durante “Le giornate della scienza” in ogni plesso si<br />
realizzano delle mostre e delle lezioni-laboratorio.<br />
Gli allievi spiegano gli <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> sia a bambini della<br />
scuola dell’infanzia, che a compagni del proprio o di altri<br />
plessi e in alcuni casi anche ai genitori.<br />
Dall’anno scolastico 2005/6 anche le sezioni dei grandi,<br />
di una delle scuole dell’infanzia del circolo, hanno collaborato<br />
presentando delle es<strong>per</strong>ienze sulla luce e, <strong>per</strong> il<br />
2006/2007, sull’acqua e il galleggiamento.<br />
37
38<br />
V CIRCOLO - TREVISO<br />
LA FORZA DELL’ACQUA<br />
Classe I A e B Sc. Primaria “Toniolo” - 2004/2005<br />
Una tematica sempre affascinante<br />
<strong>per</strong> i bambini è l’acqua.<br />
Ci siamo chiesti cosa fa l’acqua quando<br />
vi entra qualcosa.<br />
Come si comporta?<br />
Mettendo due bicchieri, pieni in ugual<br />
misura d’acqua, in bilico su una tavoletta<br />
di legno, come in un’altalena,<br />
sfi diamo i compagni a muovere l’altalena<br />
senza toccare nessuno dei bicchieri.<br />
Secondo i bambini:<br />
Metto le dita in acqua e spingo giù,<br />
l’acqua si sposta <strong>per</strong> <strong>da</strong>re spazio alle<br />
dita.<br />
Si alza il livello e l’acqua preme sul<br />
fondo del bicchiere.<br />
Infi lando la mano e il polso in un<br />
grande sacchetto di plastica, chiuso<br />
sopra l’avambraccio con un elastico,<br />
affondiamo la mano nel profondo bacile<br />
pieno d’acqua.<br />
Secondo i bambini:<br />
L’acqua schiaccia il sacchetto <strong>da</strong> tutte<br />
le parti, si fa un po’ di fatica a tener<br />
giù la mano.<br />
L’acqua si alza di livello quanto più si<br />
sprofon<strong>da</strong>.<br />
L’acqua “spara” su il sacchetto che<br />
dentro ha l’aria.<br />
L’altalena<br />
Prova di forza
LA LUCE<br />
Classe V B Sc. Primaria “Carducci” - 2005/2006<br />
Le giornate della scienza<br />
In molte classi della scuola primaria<br />
e dell’infanzia è stato studiato il comportamento<br />
della luce.<br />
Le es<strong>per</strong>ienze sulla capacità di rifl essione<br />
degli oggetti hanno portato alla<br />
conclusione che lo specchio è la su<strong>per</strong>fi<br />
cie che meglio rifl ette la luce.<br />
Si osserva quindi come, facendo passare<br />
la luce attraverso alcune fessure,<br />
si formino sottili fasci che si rifl ettono<br />
sullo specchio in modo ordinato.<br />
Si passa alla costruzione di un modello<br />
<strong>per</strong> misurare l’angolazione dei raggi<br />
rifl essi rispetto a quelli incidenti.<br />
Si constata l’uguaglianza dei due angoli<br />
formati <strong>da</strong> un raggio laser rispetto<br />
alla <strong>per</strong>pendicolare allo specchio.<br />
La sco<strong>per</strong>ta di tale legge di rifl essione<br />
ha <strong>per</strong>messo la costruzione del <strong>per</strong>iscopio.<br />
Cartellone esplicativo dell’es<strong>per</strong>ienza fatta <strong>da</strong>i<br />
bambini<br />
Periscopi<br />
Angoli di incidenza e di rifl essione<br />
39
40<br />
V CIRCOLO - TREVISO<br />
MATERIALI PER ARCOBALENI<br />
Classe V A Sc. Primaria “Carducci” - 2005/2006<br />
Studiamo ancora il comportamento<br />
della luce.<br />
La luce, passando attraverso o venendo<br />
rifl essa <strong>da</strong> alcuni oggetti particolari<br />
si scompone nei sette colori<br />
dell’iride.<br />
Molte es<strong>per</strong>ienze entusiasmano i<br />
bambini: l’acqua, i prismi di vetro o di<br />
plastica e i materiali sfaccettati fanno<br />
toccare con mano il fenomeno della<br />
rifrazione.<br />
Un raggio di luce scomposta <strong>da</strong> un CD<br />
<strong>per</strong>mette di creare meravigliosi spettri<br />
luminosi dove tutti i colori dell’iride<br />
vengono nettamente defi niti.<br />
Anche le bolle di sapone fanno apparire<br />
macchie iridescenti e che si distorcono<br />
in continuazione sulle loro<br />
su<strong>per</strong>fi ci: s<strong>per</strong>imentiamo miscele diverse<br />
<strong>per</strong> far durare sempre di più le<br />
nostre creazioni.<br />
Materiali <strong>per</strong> la rifrazione della luce<br />
Luce scomposta <strong>da</strong> un cd<br />
Bolle di sapone
ELETTRICITÁ<br />
Classe IV A Sc. Primaria “Carducci” - 2004/2005<br />
Le giornate della scienza<br />
Ecco alcune es<strong>per</strong>ienze fatte <strong>da</strong>i ragazzi<br />
studiando l’elettricità.<br />
E’ stato costruito un semplice circuito<br />
con una pila, del fi lo elettrico, un portalampadina<br />
e una lampadina.<br />
Inserendo un fermaglio riusciamo ad<br />
aprire e chiudere il circuito: vediamo<br />
così la lampadina accendersi e spegnersi<br />
al passare o meno della corrente<br />
elettrica.<br />
Utilizzando un circuito, applicato ad<br />
un piccolo dispositivo soprannominato<br />
“Scarabeo son<strong>da</strong>”, riusciamo a defi<br />
nire i buoni e i cattivi conduttori di<br />
elettricità.<br />
Un facile interruttore<br />
Cartellone che <strong>per</strong>mette di provare con lo<br />
Scarabeo son<strong>da</strong> la conducibilità degli oggetti<br />
41
42<br />
V CIRCOLO - TREVISO<br />
SENSI E MATERIALI<br />
Classe I Sc. Primaria “Valeri” - 2006/2007<br />
Un lavoro molto importante è riconoscere<br />
i materiali, classifi carli, osservare<br />
come si comportano quando si mescolano<br />
e cercare di separarli.<br />
L’attività svolta in una classe prima<br />
con bambini di sei/sette anni sarà ampliata<br />
via via negli anni successivi.<br />
I sensi ci <strong>per</strong>mettono di conoscere il<br />
mondo che ci circon<strong>da</strong>. Il senso privilegiato<br />
è la vista e <strong>per</strong> i bambini è un<br />
“gioco” divertente riconoscere ben<strong>da</strong>ti<br />
gli odori, gli oggetti, i sapori, le voci. Il<br />
<strong>per</strong>corso <strong>per</strong>mette la costruzione di<br />
rappresentazioni mentali di ciò che ci<br />
circon<strong>da</strong> innescando processi di conoscenza.<br />
Le es<strong>per</strong>ienze vanno ripensate<br />
in un momento di sintesi. Tabelle e<br />
grafi ci raccolgono le idee di tutti i<br />
bambini.<br />
Apprendere <strong>per</strong> analogie<br />
I liquidi riconosciuti con i sensi “... si<br />
espandono <strong>per</strong> l’aria. L’alcool va in<br />
giro <strong>per</strong> la classe e esce <strong>da</strong>lla porta,<br />
anche l’aceto fa così, ma anche il profumo<br />
e l’acqua.”<br />
L’es<strong>per</strong>ienza di versare poche gocce di<br />
alcool, aceto e acqua su un banco e di<br />
osservare usando tutti i sensi, in particolare<br />
la vista e l’olfatto, ha portato i<br />
bambini a generalizzare, <strong>per</strong> analogia,<br />
il comportamento dei liquidi e ad affermare:<br />
“l’acqua è un liquido, di conseguenza<br />
si comporta come i liquidi<br />
(evapora).”<br />
L’olfatto<br />
Evaporazione<br />
Liquidi diversi
IL SUONO<br />
Classe V Sc. Primaria “Collodi” - 2006/2007<br />
Le giornate della scienza<br />
Presentiamo alcune es<strong>per</strong>ienze legate<br />
allo studio del suono.<br />
Se si sollecita un corpo elastico, questo<br />
emetterà delle vibrazioni che <strong>da</strong>ranno<br />
origine ad un suono.<br />
E’ diffi cile vedere le vibrazioni, noi le<br />
abbiamo viste bene utilizzando elastici<br />
e righelli.<br />
Un es<strong>per</strong>imento divertente è stato veder<br />
“ballare” lo zucchero... In realtà le<br />
vibrazioni emesse <strong>da</strong>llo stereo acceso<br />
hanno sollecitato la pellicola trasparente<br />
che a sua volta ha cominciato a<br />
vibrare muovendo lo zucchero.<br />
Mettendo due diapason vicini, se <strong>per</strong>cuoti<br />
il primo, sentirai “suonare” anche<br />
il secondo.<br />
Succede che i due diapason (che<br />
sono uguali) vibrano naturalmente<br />
alla stessa frequenza. La vibrazione<br />
emessa <strong>da</strong>l primo raggiunge il secondo<br />
che a sua volta vibra anche senza<br />
essere stato colpito... La risonanza<br />
rende un suono più ampio cioè forte.<br />
Elastici<br />
Lo zucchero vibrante<br />
Risonanza<br />
43
CIRCOLO DIDATTICO di PAESE<br />
Vista l’importanza della formazione scientifi ca e tecnologica<br />
<strong>per</strong> le attuali generazioni, il Circolo Di<strong>da</strong>ttico nel<br />
1999 ha aderito alla RETE LES di <strong>Treviso</strong>, ha programmato<br />
<strong>per</strong> i docenti un corso di aggiornamento biennale sulla<br />
di<strong>da</strong>ttica delle scienze ed ha fi nanziato in tutti i plessi<br />
laboratori scientifi ci in cui insegnanti ed alunni s<strong>per</strong>imentano,<br />
utilizzando sia materiali di uso comune che strumentazioni<br />
tecniche, alcuni nuclei tematici di scienze.<br />
L’es<strong>per</strong>ienza laboratoriale è uno stimolo così importante<br />
<strong>per</strong> il coinvolgimento attivo degli scolari che ormai la partecipazione<br />
alla Mostra Interattiva è un appuntamento<br />
costante <strong>per</strong> le varie scuole. Dall’a.s. 2001/02 il Circolo<br />
ha istituito anche una Commissione con l’obiettivo principale<br />
di promuovere e sensibilizzare scuola ed extrascuola<br />
all’educazione scientifi ca. A tal proposito è utile la partecipazione<br />
a mostre scientifi che presenti nel territorio<br />
fi nanziata <strong>da</strong>l Comune <strong>per</strong> quanto riguar<strong>da</strong> il trasporto.<br />
45
46<br />
C.D. PAESE<br />
LABORATORIO SCIENTIFICO<br />
Classi V A e B Sc. Primaria “Pravato” Paese - TV<br />
Osservando ad occhio nudo e con la<br />
lente d’ingrandimento, s<strong>per</strong>imentando<br />
e riosservando con l’aiuto dello<br />
stereoscopio e del microscopio, gli<br />
alunni si sono suddivisi in gruppi e<br />
così:<br />
- i GEOLOGI si sono interessati allo<br />
studio della “struttura” di terra, sabbia,<br />
sassi, rocce e minerali;<br />
- i BOTANICI hanno preparato un erbario<br />
raccogliendo e classifi cando diversi<br />
tipi di piante, di foglie e di fi ori;<br />
- gli ZOOLOGI hanno notato le caratteristiche<br />
di alcuni animali <strong>per</strong> classifi<br />
carli in modo più preciso.<br />
Il lavoro fi nale è consistito in una mostra<br />
<strong>per</strong>manente sulla stratigrafi a del<br />
terreno di Paese (differenze compositive,<br />
cromatiche e di grandezza tra le<br />
zone nord, centro e sud), nella costruzione<br />
di un erbario, nell’esposizione<br />
di cartelloni con schede e raccolta<br />
sistematica di campioni degli animali<br />
osservati.<br />
Osservazione <strong>da</strong>l vero con lente d’ingrandimento<br />
Minerali, piante e animali<br />
Uso dello stereoscopio e del microscopio
ORTO DIDATTICO<br />
Classi V A e B Sc. Primaria “Pravato” Paese - TV 2004/2005<br />
Le giornate della scienza<br />
Dopo la visione del fi lm “Microcosmos”<br />
viene attivato un laboratorio<br />
<strong>per</strong> la preparazione di un orto di<strong>da</strong>ttico<br />
nel giardino della scuola “Pravato”<br />
di Paese. Dallo studio teorico i ragazzi<br />
sono passati alla realizzazione pratica<br />
con l’aiuto di es<strong>per</strong>ti. Bisognava annaffi<br />
are tutti i giorni portando pesanti<br />
carichi d’acqua, ma la soddisfazione è<br />
stata tanta.<br />
Nell’orto crescevano verdure, erbe<br />
aromatiche, sbocciavano fi ori, vivevano<br />
alcuni animali... e alla fi ne la<br />
raccolta ha visto la partecipazione di<br />
tutti.<br />
L’es<strong>per</strong>ienza di<strong>da</strong>ttica ha proposto un<br />
<strong>per</strong>corso biodinamico in cui le varie<br />
componenti biologiche ed ecologiche<br />
hanno interagito naturalmente producendo<br />
ortaggi fruibili immediatamente<br />
<strong>da</strong>gli alunni e più gustosi di quelli<br />
acquistati.<br />
Le cure<br />
L’orto<br />
Abitanti dell’orto<br />
La raccolta<br />
47
48<br />
C.D. PAESE<br />
L’ACQUA<br />
Cl. III A e B Sc. Primarie “Pascoli” Castagnole e “Pravato” Paese - Cl. II C Sc. Primaria “Pravato” Paese<br />
La fi aba è sempre uno strumento utile<br />
<strong>per</strong> attirare la curiosità e la motivazione<br />
all’apprendimento. Ancor di più<br />
se i protagonisti sono <strong>per</strong>sonaggi magici<br />
e fatati tanto cari ai bambini.<br />
L’insegnante ha raccontato quindi agli<br />
alunni la storia del “Ruscello frescobello”<br />
dove maghi, folletti, fate e streghe<br />
si divertono a far magie con l‘acqua:<br />
c’è chi colora, c’è chi mescola<br />
polveri fatate, c’è chi costruisce barchette.<br />
Immersi in questo mondo fantastico<br />
gli alunni hanno sco<strong>per</strong>to le caratteristiche<br />
dell’acqua attraverso numerosi<br />
<strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> sulle soluzioni, sul galleggiamento<br />
e sui cambiamenti di stato.<br />
La fi aba<br />
Le nuvole<br />
Soluzioni e miscugli
RICICLAGGIO<br />
Classi I A e B Sc. Primaria di Treforni 2006/2007<br />
Le giornate della scienza<br />
I bambini delle classi prime hanno<br />
partecipato a due incontri con alcuni<br />
o<strong>per</strong>atori del “Consorzio Priula”.<br />
Hanno imparato che cosa sono i rifi uti<br />
e come fare la raccolta differenziata.<br />
Hanno toccato con mano che alcuni<br />
rifi uti si possono riciclare. Ognuno<br />
di loro, con una bottiglia vuota di plastica<br />
e con materiale di recu<strong>per</strong>o<br />
(stoffe, bottoni, nastri, tappi, ecc), ha<br />
costruito un portapenne decorandolo<br />
come preferiva. Hanno visto concretamente<br />
che cosa signifi ca riciclare.<br />
Gli amici di Berenice<br />
Dopo la visita al giardino vegetazionale<br />
“Astego” di Crespano del Grappa<br />
e dopo aver conosciuto “Berenice castagno<br />
felice”, i bambini di secon<strong>da</strong><br />
hanno raccolto e classifi cato alcune<br />
foglie di piante tipiche sia della pianura<br />
che della zona collinare.<br />
Accanto ad ogni foglia è stata posta<br />
una sezione dei tronchi dei rispettivi<br />
alberi.<br />
Berenice ha fatto rifl ettere sull’importanza<br />
degli alberi, così è nata l’idea di<br />
riciclare a scuola la carta di vecchi<br />
giornali <strong>per</strong> farne della nuova .<br />
Portapenne<br />
Portapenne<br />
Riciclaggio<br />
49
SCUOLA MEDIA “COLETTI”- TREVISO<br />
Il coinvolgimento di insegnanti ed alunni della Scuola Media<br />
Coletti in iniziative di divulgazione scientifi ca legate<br />
alla pratica del laboratorio, iniziato nel 1997 con la partecipazione<br />
alla Mostra “Es<strong>per</strong>imenti <strong>per</strong> <strong>pensare</strong>” presso<br />
il <strong>Liceo</strong> Scientifi co Da <strong>Vinci</strong>, è cresciuto negli anni. L’aula<br />
di scienze è diventata un luogo sempre più frequentato,<br />
arricchendosi di strumentazioni tecniche, ma anche e soprattutto<br />
di materiali di uso quotidiano, fonte inesauribile<br />
di materia prima <strong>per</strong> i nostri <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong>. Da qualche<br />
anno l’insegnamento delle scienze nelle classi seconde<br />
è integrato <strong>da</strong> un laboratorio scientifi co a classi a<strong>per</strong>te<br />
centrato sulla realizzazione di <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> <strong>da</strong> parte dei<br />
ragazzi stessi. La mostra interattiva di scienze allestita<br />
ogni anno nelle due sedi della scuola è diventata ormai un<br />
appuntamento fi sso <strong>per</strong> gli alunni delle scuole primarie<br />
del territorio.<br />
51
52<br />
SC. MEDIA “COLETTI”- TREVISO<br />
ELETTRICITÁ<br />
Classe III E 2004/2005<br />
Inserendo in un pomodoro una sbarretta<br />
di zinco e una di rame in modo<br />
che non si tocchino, si produce corrente<br />
elettrica. Collegando tre pomodori<br />
in serie, come nel nostro caso,<br />
il voltaggio ottenuto <strong>per</strong>mette di far<br />
funzionare la calcolatrice. La corrente<br />
elettrica è conseguenza delle caratteristiche<br />
chimiche dei due elettrodi di<br />
metallo e della polpa di pomodoro. I<br />
metalli hanno potenziale elettrico diverso:<br />
lo zinco tende a <strong>per</strong>dere elettroni,<br />
il rame ad acquistarne, originando<br />
così il fl usso di elettroni all’interno del<br />
circuito. La natura aci<strong>da</strong> della polpa<br />
dei pomodori rende possibile il passaggio<br />
di cariche al loro interno.<br />
Nel becher c’è una soluzione azzurra<br />
di solfato di rame in cui sono immerse<br />
due mine in grafi te, che fungono <strong>da</strong><br />
elettrodi. Se si collegano le mine ad<br />
una batteria, dopo qualche istante la<br />
parte immersa della mina collegata al<br />
polo negativo si ricopre di rame metallico,<br />
proveniente <strong>da</strong>l solfato di<br />
rame, mentre si notano bollicine di<br />
gas (ossigeno derivante <strong>da</strong>lle molecole<br />
d’acqua) attorno all’altra mina.<br />
In questo es<strong>per</strong>imento si osserva il<br />
fenomeno inverso rispetto alla pila al<br />
pomodoro. Qui infatti è la corrente<br />
elettrica, fornita <strong>da</strong>lla batteria, a produrre<br />
trasformazioni chimiche.<br />
Pila al pomodoro<br />
Ricoprire con il rame
DENTRO GLI ALIMENTI<br />
Classi II E, II G e II H 2004/2005<br />
Le giornate della scienza<br />
Con semplici test è possibile individuare<br />
la presenza di zuccheri, grassi<br />
e proteine dentro gli alimenti... Queste<br />
analisi <strong>da</strong>nno lo spunto <strong>per</strong> classifi<br />
care gli alimenti in relazione alla loro<br />
funzione (plastica, energetica e protettiva).<br />
I test si basano sull’aggiunta<br />
di reattivi specifi ci ad un campione di<br />
alimento (che, se solido, deve essere<br />
preventivamente ridotto in poltiglia e<br />
diluito in acqua). Nel caso delle proteine<br />
i reattivi sono due: l’idrossido<br />
di sodio e il solfato di rame, azzurro,<br />
che, in presenza di proteine, forma<br />
un complesso viola scuro.<br />
Per la ricerca degli zuccheri si usano<br />
come indicatori il reattivo Fehling A<br />
(solfato di rame, che dà alla soluzione<br />
un colore azzurro,) e Fehling B (soluzione<br />
di tartrato di potassio). Dopo<br />
l’aggiunta dei reattivi la provetta va<br />
riscal<strong>da</strong>ta a bagnomaria, <strong>per</strong>ché in<br />
questo caso la reazione avviene solo<br />
a caldo. Il solfato di rame, in presenza<br />
di zuccheri, forma un precipitato di<br />
colore arancione. Il test funziona solo<br />
<strong>per</strong> gli zuccheri riducenti. Appartengono<br />
a questa categoria quasi tutti gli<br />
zuccheri, ad esclusione del saccarosio,<br />
lo zucchero usato normalmente<br />
in cucina.<br />
Ricerca delle proteine nel latte: a destra prima,<br />
a sinistra dopo la reazione<br />
Ricerca degli zuccheri nella mela: a destra<br />
prima, a sinistra dopo la reazione<br />
53
54<br />
SC. MEDIA “COLETTI”- TREVISO<br />
NON CREDERE AI TUOI OCCHI!<br />
Laboratorio scientifi co classi II di S.Bona 2005/2006<br />
I colori primari della luce (rosso, blu e<br />
verde) sono proiettati su uno schermo<br />
bianco <strong>per</strong> studiare le possibili combinazioni<br />
di colore. Si osserva che luce<br />
verde e luce rossa formano il giallo,<br />
luce blu e luce rossa il magenta, luce<br />
blu e luce verde il ciano. La somma<br />
delle tre luci genera il bianco.<br />
Il colore delle ombre è <strong>da</strong>to <strong>da</strong>lla sovrapposizione<br />
delle luci che, non essendo<br />
assorbite <strong>da</strong>lla mano, raggiungono<br />
lo schermo, che le rifl ette e le<br />
fa arrivare ai nostri occhi, stimolando<br />
i recettori luminosi presenti nella retina.<br />
L’ombra nera corrisponde alla<br />
zona dello schermo non raggiunta <strong>da</strong><br />
alcuna luce.<br />
Lavorando con le tem<strong>per</strong>e, è possibile<br />
ottenere tutti i colori, a partire <strong>da</strong>i tre<br />
colori primari: ciano, magenta e giallo<br />
primario. A fi anco si possono osservare<br />
i risultati ottenuti mescolando tem<strong>per</strong>e<br />
a coppie, prima nello stesso rapporto,<br />
poi in rapporti diversi.<br />
Cambiando il rapporto tra le quantità<br />
di tem<strong>per</strong>a si ottengono tonalità e<br />
gra<strong>da</strong>zioni cromatiche diverse. Mescolando<br />
i tre colori primari in teoria<br />
si dovrebbe ottenere il nero, in realtà<br />
si ottiene il grigio probabilmente <strong>per</strong>ché<br />
il colore dei pigmenti non è suffi -<br />
cientemente puro e/o intenso.<br />
Le stampanti a colori a inchiostro utilizzano<br />
cartucce nei tre colori primari,<br />
oltre al nero.<br />
Colori della luce<br />
Colori dellaa materia
NON CREDERE AI TUOI OCCHI!<br />
Classi III F e G 2005/2006<br />
Le giornate della scienza<br />
Sul disco di cartone si susseguono,<br />
intercalate <strong>da</strong> fessure, immagini di un<br />
cavallo leggermente diverse l’una <strong>da</strong>ll’altra.<br />
Al centro del disco, sul retro,<br />
è fi ssata una matita. Se sorreggiamo<br />
il disco <strong>da</strong>vanti ad uno specchio e lo<br />
facciamo ruotare, vediamo allo specchio<br />
il cavallo al galoppo! Ciò dipende<br />
<strong>da</strong>l fenomeno della <strong>per</strong>sistenza delle<br />
immagini. Accade che la nostra retina<br />
trattiene un’immagine <strong>per</strong> circa 1/30<br />
di secondo; se in questa frazione di<br />
tempo le arriva una nuova immagine,<br />
questa si fonde alla precedente, e così<br />
via <strong>per</strong> le immagini successive. Da qui<br />
deriva l’impressione del movimento.<br />
Se appoggi su un tavolo due specchi<br />
piani incernierati tra loro in verticale e<br />
metti tra loroi un oggetto qualsiasi,<br />
hai realizzato un rudimentale caleidoscopio.<br />
La luce proveniente <strong>da</strong>ll’oggetto<br />
rimbalza tra uno specchio e l’altro<br />
prima di giungere a ai nostri occhi.<br />
Ogni volta che la luce si rifl ette su uno<br />
specchio, <strong>per</strong>cepiamo un’immagine<br />
dell’oggetto.<br />
Il numero di immagini rifl esse dipende<br />
<strong>da</strong>ll’angolo tra gli specchi. Quanto<br />
più piccolo è l’angolo, tante più immagini<br />
si formano, secondo la relazione:<br />
n° immagini = 360°/angolo - 1<br />
Andiamo al cinema<br />
Rifl essioni ed angoli<br />
55
56<br />
SC. MEDIA “COLETTI”- TREVISO<br />
ENERGIA IN AZIONE<br />
Classi III A e III H 2006/2007<br />
I raggi solari colpiscono <strong>per</strong>pendicolarmente<br />
la su<strong>per</strong>fi cie della parabola,<br />
vengono rifl essi <strong>da</strong>gli specchietti che<br />
la tappezzano e convergono su un<br />
punto focale detto collettore. Qui è<br />
stato applicato un pentolino <strong>per</strong> cucinare<br />
alcuni cibi. Il nostro forno può<br />
su<strong>per</strong>are i 100°, con un rendimento<br />
del 22%. Se si considera che attualmente<br />
circa la metà degli alimenti nel<br />
mondo è preparata usando fonti energetiche<br />
non rinnovabili che inquinano<br />
e aumentano l’effetto serra, cucinare<br />
con il sole può costituire una vali<strong>da</strong><br />
alternativa, in grado di contribuire al<br />
miglioramento della qualità della vita<br />
e dell’ambiente.<br />
La ruota, costruita utilizzando piatti e<br />
bicchieri di plastica e fi ssata ad un<br />
supporto di legno tramite un ferro <strong>da</strong><br />
calza, viene fatta girare versandovi<br />
sopra, <strong>da</strong> una altezza prefi ssata e in<br />
modo regolare, dell’acqua. Man mano<br />
che la ruota gira, il fi lo si arrotola lungo<br />
il ferro <strong>da</strong> calza sollevando il peso<br />
ad esso agganciato... Questo modello<br />
di turbina ad acqua <strong>per</strong>mette di studiare<br />
la trasformazione di energia potenziale<br />
gravitazionale in energia cinetica<br />
anche <strong>da</strong>l punto di vista<br />
quantitativo. Infatti è facile constatare<br />
l’esistenza di una proporzionalità<br />
diretta tra massa d’acqua versata e<br />
altezza a cui il peso legato al fi lo viene<br />
sollevato.<br />
Cucinare con il sole<br />
Gira la ruota
FRIZZA, GALLEGGIA, CAMBIA COLORE...<br />
Laboratorio scientifi co classi II di S.Bona 2006/2007<br />
Le giornate della scienza<br />
Acqua ed olio non si mescolano tra<br />
loro <strong>per</strong>ché sono due liquidi con caratteristiche<br />
molto diverse. Il cubetto<br />
di ghiaccio colorato inizialmente<br />
si posiziona tra olio ed acqua <strong>per</strong>ché<br />
meno denso dell’acqua ma più denso<br />
dell’olio. Quando il ghiaccio inizia a<br />
sciogliersi, le prime goccioline d’acqua<br />
colorata restano attaccate al cubetto<br />
<strong>per</strong> non attraversare l’olio, anche se,<br />
a causa della loro densità, dovrebbero<br />
scendere. Solo quando attorno<br />
al cubetto si raccoglie una quantità<br />
d’acqua suffi ciente predomina la forza<br />
di gravità e l’acqua colorata attraversa<br />
improvvisamente lo strato d’olio,<br />
unendosi all’acqua sottostante.<br />
Una tipica reazione acido-base come<br />
quella tra acido acetico e bicarbonato<br />
di sodio mette in movimento l’uvetta,<br />
che inizia a <strong>da</strong>nzare su e giù. Per realizzare<br />
l’es<strong>per</strong>imento è suffi ciente inserire<br />
in una soluzione di bicarbonato<br />
di sodio, meglio se colorata, delle<br />
uvette. Con l’aggiunta di aceto si sviluppa<br />
CO 2 che, raccogliendosi attorno<br />
alle uvette sul fondo, fa diminuire la<br />
loro densità media e le fa salire in su<strong>per</strong>fi<br />
cie. Qui le bollicine di CO 2 si dis<strong>per</strong>dono<br />
nell’aria e fanno capovolgere<br />
l’uvetta a causa dello spostamento<br />
del suo baricentro. L’uvetta libera così<br />
altra CO 2 e ritorna sul fondo, dove è<br />
pronta <strong>per</strong> ricominciare la <strong>da</strong>nza.<br />
Olio on the rocks<br />
Danza dell’uvetta<br />
57
SCUOLA MEDIA di RONCADE<br />
La Scuola Secon<strong>da</strong>ria di I grado di Roncade è inserita nella<br />
rete L.E.S. <strong>da</strong>ll’a.s. 2000-2001.<br />
L’attività coinvolgeva inizialmente solo alunni delle classi<br />
prime iscritti al laboratorio opzionale pomeridiano del<br />
L.E.S.; in seguito ha interessato anche le classi seconde.<br />
Le tematiche affrontate con i ragazzi hanno riguar<strong>da</strong>to<br />
diversi aspetti delle Scienze S<strong>per</strong>imentali, tra le quali la<br />
Biologia, l’Astronomia, la Fisica e la Chimica, e sono state<br />
proposte attraverso es<strong>per</strong>ienze coinvolgenti, facilmente<br />
comprensibili e realizzabili, a partire <strong>da</strong>lle curiosità stesse<br />
dei ragazzi, <strong>da</strong>ll’osservazione diretta di semplici fatti e<br />
fenomeni e con l’utilizzo di materiali e strumenti spesso<br />
facilmente re<strong>per</strong>ibili <strong>per</strong>ché di uso quotidiano. Prerogativa<br />
dell’attività laboratoriale, <strong>per</strong> ragazzi di questa fascia di<br />
età, è proprio quella di trasformare le scienze in gioco, arrivare<br />
cioè a comprendere importanti concetti scientifi ci,<br />
a scoprire fenomeni e leggi della natura ed imparare a<br />
rifl ettere sugli stessi, in modo semplice e divertente.<br />
59
60<br />
SC. MEDIA RONCADE<br />
MOSTRA<br />
Anno sc. 2005/2006<br />
MACCHINA FOTOGRAFICA<br />
Tracciamo la circonferenza del tubo<br />
sul lato della scatola opposto all’a<strong>per</strong>tura.<br />
Tagliamo il cerchio che abbiamo<br />
disegnato e spingiamo il tubo nel foro<br />
in modo che possa scorrere agevolmente<br />
dentro e fuori. Appoggiamo<br />
sopra il tubo la lente e attacchiamola<br />
bene ai bordi. Applichiamo la carta<br />
trasparente sul lato a<strong>per</strong>to della scatola.<br />
Puntiamo la macchina fotografi<br />
ca su un oggetto in luce. Vedremo<br />
comparire un’immagine sulla carta<br />
trasparente. La lente d’ingrandimento<br />
fa deviare i raggi di luce <strong>da</strong>ll’oggetto<br />
e li fa convergere sulla carta. Si forma<br />
così un’immagine capovolta in cui si<br />
incontrano i raggi di luce.<br />
SAPIENTINI CON CIRCUITO ELET-<br />
TRICO: lampadina accesa: risposta<br />
corretta, lampadina spenta: risposta<br />
errata. Sono stati realizzati con foglio<br />
di compensato, fermacampioni, pila<br />
piatta <strong>da</strong> 4,5 volt, lampadina <strong>da</strong> 3,5<br />
volt con portalampa<strong>da</strong> e fi lo elettrico.<br />
Mostra<br />
Macchina fotografi ca<br />
Sapientini
Le giornate della scienza<br />
PILA<br />
Ritagliamo sei dischi di carta e sei dischi<br />
di alluminio della stessa misura<br />
di sei monete. Attacchiamo un fi lo ad<br />
una moneta e l’altro fi lo ad un disco<br />
di alluminio. Nella ciotolina innalziamo<br />
una pila di dischi alternati come<br />
segue: disco di alluminio con fi lo, disco<br />
bagnato di carta ed una moneta.<br />
Ricordiamo che la moneta con il fi lo<br />
deve stare sopra tutta la serie di strati.<br />
Fissiamo l’estremità di un fi lo alla<br />
base dello spinotto degli auricolari.<br />
Applichiamo gli auricolari alle orecchie<br />
e fi ssiamo l’estremità dell’altro<br />
fi lo sulla punta dello spinotto: sentiremo<br />
strani crepitii.<br />
Quando mettiamo insieme alluminio,<br />
sale e rame si crea elettricità.<br />
Modellini di sistemi e apparati del corpo<br />
umano.<br />
Pila<br />
Modelli corpo umano<br />
Modelli corpo umano<br />
61
62<br />
SC. MEDIA RONCADE<br />
LABORATORI<br />
Anno sc. 2006/2007<br />
RETICOLO DI GALTON<br />
Sulla tavoletta di legno piantiamo diversi<br />
chiodi ad una stessa distanza ma<br />
sfalsati fra loro, in modo <strong>da</strong> formare<br />
un reticolo regolare. In cima alla<br />
tavoletta piantiamo due listelli come<br />
gui<strong>da</strong> centrale <strong>per</strong> le bilie che entrano<br />
nel reticolo. In fondo alla tavola piantiamo<br />
guide di raccolta come corridoi<br />
<strong>per</strong> le bilie che scendono <strong>da</strong>ll’alto della<br />
tavola che è tenuta naturalmente<br />
inclinata.<br />
Dopo vari lanci si può osservare che<br />
la frequenza più alta si avrà nelle guide<br />
centrali (più bilie) e più bassa nelle<br />
guide laterali (meno bilie). Più bilie si<br />
lanceranno e maggiore sarà la probabilità<br />
che queste va<strong>da</strong>no nelle fasce<br />
centrali rispetto a quelle laterali, delineando<br />
così una curva a campana.<br />
Abbiamo costruito un reticolo di Galton.<br />
Modelli di cellula animale e vegetale<br />
realizzati con sfere di polistirolo, <strong>da</strong>s<br />
e colorati con le tem<strong>per</strong>e.<br />
Raccolta di fogli di erbario con campioni<br />
di specie di piante arboree ed<br />
arbustive presenti nel giardino della<br />
scuola e dintorni.<br />
Reticolo di Galton<br />
Modelli di cellule<br />
Erbario
MOSTRA<br />
Anno sc. 2006/2007<br />
Mostra relativa ai lavori realizzati durante l’A. S. 2006/2007<br />
Le giornate della scienza<br />
Orologi solari orizzontali realizzati su tavoletta<br />
di compensato.<br />
63
CIRCOLO DIDATTICO di BREDA di PIAVE<br />
Il Circolo di Bre<strong>da</strong> di Piave, che comprendeva le scuole<br />
elementari dei Comuni di Bre<strong>da</strong>, Carbonera e Masera<strong>da</strong>,<br />
ha partecipato alle iniziative del L.E.S. <strong>da</strong>l 2000. Nei cinque<br />
anni seguenti un gruppo di insegnanti ha lavorato a<br />
un Progetto di Circolo <strong>per</strong> sviluppare l’insegnamento delle<br />
scienze nelle proprie classi. Nei primi due anni le insegnanti<br />
coinvolte hanno programmato e s<strong>per</strong>imentato unità<br />
di<strong>da</strong>ttiche e partecipato alla mostra del <strong>Liceo</strong> Da <strong>Vinci</strong>.<br />
In seguito hanno fatte proprie le mo<strong>da</strong>lità della mostra e<br />
hanno iniziato a proporre le es<strong>per</strong>ienze svolte, in mostre<br />
a<strong>per</strong>te al pubblico: “Es<strong>per</strong>imenti <strong>per</strong> <strong>pensare</strong>” nel maggio<br />
2002, sulle “Forze”; nel 2003 il tema è stato “Calore e<br />
tem<strong>per</strong>atura”; nel 2004 sono stati affrontati temi diversi<br />
quali terra, acqua, materiali. Nel 2005 il Circolo di Bre<strong>da</strong><br />
ha partecipato alla XV° Settimana della Cultura Scientifi ca<br />
e Tecnologica con una mostra <strong>da</strong>l titolo: “Uomo, ambiente,<br />
energia”. L’ampia partecipazione di classi ci ha <strong>per</strong>messo<br />
di svolgere la mostra in due sedi: Mignagola e Masera<strong>da</strong>.<br />
65
66<br />
C.D. BREDA di PIAVE<br />
UN MONDO DI ENERGIA<br />
Classi IV A e B Sc. Primaria “Puccini” di Bre<strong>da</strong> di Piave - 2004/2005<br />
Dinamo<br />
Centrale idroelettrica<br />
Abbiamo s<strong>per</strong>imentato un generatore<br />
di corrente: la dinamo.<br />
Facendo girare la ruota, gira anche<br />
la rotella della dinamo appoggiata<br />
al cerchione della ruota. La dinamo<br />
(alternatore) riceve energia cinetica<br />
<strong>da</strong>lla ruota della bicicletta e la trasforma<br />
in energia elettrica. Questa, attraverso<br />
i fi li, arriva alla lampadina e la<br />
fa accendere. Se al posto della ruota<br />
della bicicletta ci fosse la ruota a pale<br />
di un mulino ad acqua, la corrente<br />
dell’acqua farebbe muovere la ruota<br />
(o delle turbine) e l’energia cinetica,<br />
grazie ad un alternatore (come la<br />
dinamo), si trasformerebbe in energia<br />
elettrica.<br />
Abbiamo costruito un modellino di<br />
centrale idroelettrica.<br />
• Questo tipo di centrale utilizza l’acqua<br />
come fonte di energia.<br />
• L’acqua, aspirata <strong>da</strong> una pompa<br />
idraulica, viene fatta cadere forzatamente<br />
su una turbina<br />
• La turbina, grazie alla forza dell’acqua,<br />
comincia a ruotare.<br />
• L’energia cinetica della turbina in<br />
movimento fa ruotare un alternatore<br />
che produce energia elettrica.<br />
• L’energia elettrica fa accendere la<br />
lampadina.<br />
• La pompa è alimentata elettricamente<br />
<strong>per</strong> fare arrivare l’acqua alla<br />
turbina.<br />
• Invece della pompa che vedi in<br />
questo modello, immagina che l’acqua<br />
provenga <strong>da</strong> un bacino (lago artifi<br />
ciale formato <strong>da</strong>llo sbarramento di<br />
un fi ume <strong>per</strong> mezzo di una diga) e<br />
che arrivi alle turbine di una centrale<br />
attraverso delle condotte forzate.
UOMO, ENERGIA, AMBIENTE<br />
Classi II e III Sc. Primaria di Mignagola 2004/2005<br />
Le giornate della scienza<br />
Gli alunni hanno studiato diversi tipi<br />
di terreno e la penetrazione dell’acqua.<br />
Hanno procurato terra proveniente<br />
<strong>da</strong> località diverse, ghiaia, sabbia,<br />
argilla. Hanno svolto le es<strong>per</strong>ienze<br />
con rigore scientifi co.<br />
Nel vaso sono stati mescolati terreni<br />
diversi e acqua e poi lasciati depositare.<br />
Quale terreno è migliore <strong>per</strong> la<br />
vita di una pianta? I bambini hanno<br />
registrato le fasi di germinazione di<br />
fagioli in terreni diversi.<br />
Le classi hanno svolto molti <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong><br />
<strong>per</strong> spiegare la vita delle piante.<br />
Le piante assorbono con le radici<br />
l’acqua <strong>da</strong>l terreno e la fanno arrivare<br />
fi no alle foglie. Infatti, l’inchiostro aggiunto<br />
all’acqua ha colorato le foglie<br />
del se<strong>da</strong>no. I bambini hanno studiato<br />
i tipi diversi di radici e il loro comportamento<br />
in acqua.<br />
Studio dei problemi legati al disboscamento.<br />
Il terreno senza radici viene<br />
trasportato a valle <strong>da</strong>lla forza dell’acqua.<br />
Invece dove le piante hanno affon<strong>da</strong>to<br />
le radici nel terreno, la terra<br />
rimane compatta.<br />
Mostra<br />
Stratifi cazione del terreno<br />
La pianta e le sue parti<br />
Le radici trattengono il terreno<br />
67
68<br />
I.C. BREDA di PIAVE<br />
GIOCHIAMO CON L’ACQUA<br />
Classi II A e B Sc. Primaria “Puccini” di Bre<strong>da</strong> di Piave - 2005/2006<br />
Attraverso il gioco e la verifi ca s<strong>per</strong>imentale,<br />
gli alunni hanno compreso<br />
che il galleggiamento è una forma di<br />
relazione tra sistemi ( il corpo che<br />
galleggia o va a fondo e il liquido in<br />
cui è immerso).<br />
I bambini hanno raccolto oggetti di<br />
materiale, forma, grandezza diversi e<br />
formulato delle ipotesi di galleggiamento.<br />
I bambini hanno lavorato a gruppi.<br />
Ogni gruppo aveva una bacinella piena<br />
d’acqua e molti oggetti di materiale<br />
diverso e di grandezze diverse. Prima<br />
di verifi care se un oggetto galleggiava<br />
o no, hanno fatto delle previsioni,<br />
cercando di giustifi carle.<br />
Molte volte le loro previsioni non si<br />
sono rivelate esatte.<br />
Hanno provato e riprovato; si sono<br />
confrontati; hanno cambiato una variabile<br />
alla volta, tentando in tutti i<br />
modi di dimostrare che avevano ragione;<br />
hanno cercato di capire <strong>per</strong>ché<br />
succedeva qualcosa che non si aspettavano…<br />
Hanno osservato i comportamenti degli<br />
oggetti e li hanno descritti.<br />
Prove di galleggiamento<br />
Oggetti galleggianti
EDUCAZIONE ALIMENTARE<br />
Classe V A e B Sc. Primaria “Puccini” di Bre<strong>da</strong> di Piave - 2005/2006<br />
Le giornate della scienza<br />
Le insegnanti delle classi quinte hanno<br />
attivato il progetto di Educazione<br />
Alimentare <strong>per</strong>ché ritenevano importante<br />
educare i bambini ad un’alimentazione<br />
corretta <strong>per</strong> quanto riguar<strong>da</strong><br />
il “quanto” e il “come”.<br />
Le fi nalità del progetto sono state:<br />
- migliorare i comportamenti alimentari<br />
- adottare uno stile alimentare<br />
“sano”<br />
- prevenire malattie legate alla cattiva<br />
alimentazione<br />
Uno degli obiettivi è stato quello di<br />
riconoscere l’acqua quale elemento<br />
essenziale alla vita e una preziosa risorsa<br />
<strong>da</strong> rispettare.<br />
Un incontro speciale<br />
Le classi hanno aderito all’iniziativa<br />
promossa <strong>da</strong>lla Biblioteca Comunale<br />
<strong>per</strong> la divulgazione del Libro Scientifi<br />
co.<br />
Per motivi organizzativi i bambini<br />
hanno incontrato non in biblioteca ma<br />
a scuola Elisa, la bibliotecaria, e Fabia<br />
e Alessandra, animatrici-es<strong>per</strong>te di<br />
una nota casa editrice di testi scientifi<br />
ci (Editoriale Scienza).<br />
Incontro con il libro scientifi co<br />
Incontro con il libro scientifi co<br />
69
70<br />
I.C. BREDA di PIAVE<br />
LA TERRA<br />
Classi I A e B Sc. Primaria “Puccini” Bre<strong>da</strong> di Piave 2006/2007<br />
Progetto F.A.T.A. Magie della Scienza:<br />
Fuoco - Aria - Terra - Acqua: Analisi<br />
dei loro fenomeni fi sici e biologici -<br />
I bambini delle prime hanno iniziato<br />
ad esplorare il mondo ( vigneto, prato,<br />
bosco…) attraverso i cinque sensi<br />
discriminando i viventi <strong>da</strong>gli oggetti<br />
inanimati; riconoscendo l’acqua e il<br />
suolo come elementi essenziali <strong>per</strong> la<br />
vita; s<strong>per</strong>imentando la decomposizione<br />
di materiale organico (avanzi di<br />
frutta…) e la germinazione con variabili<br />
diverse (tem<strong>per</strong>atura, luce, semi,<br />
suolo...).<br />
Lombricaio e...<br />
...il suo disegno <strong>da</strong>l vero<br />
Prove di crescita
ARIA<br />
Classi III A e B<br />
Progetto F.A.T.A. - Magie della Scienza<br />
Provando s’impara.<br />
I ragazzi di terza hanno esplorato<br />
l’aria studiando le sue caratteristiche<br />
e la sua forza, il suo peso, la<br />
capacità di essere compressa e di<br />
propagare i suoni.<br />
Questa è l’es<strong>per</strong>ienza “Fuoco prigioniero”.<br />
Servono alcune candele di varie misure<br />
e alcuni vasi di vetro. Accendete<br />
le quattro candele e coprite<br />
ognuna con un vaso di vetro. Quale<br />
candela si spegnerà <strong>per</strong> prima?<br />
PERCHE’?<br />
Le fi amme si sono spente, ma non<br />
contemporaneamente.<br />
· La candela sotto il vaso più piccolo<br />
si è spenta <strong>per</strong> prima.<br />
· La candela prigioniera sotto il vaso<br />
più grande si è spenta <strong>per</strong> ultima.<br />
· Più il vaso è grande più la fi amma<br />
resiste.<br />
· Prima di spegnersi la fi amma si<br />
abbassa, si rialza, diventa un po’<br />
più piccola e poi si spegne.<br />
· Le pareti si coprono di un velo di<br />
vapore.<br />
· Quando si spegne la candela, sale<br />
il fumo, tocca sopra e scende.<br />
· La fi amma ha bisogno dell’aria <strong>per</strong><br />
vivere, nel vaso più piccolo fi niva<br />
presto, mentre ce n’era di più nel<br />
vaso più grande.<br />
Fuoco prigioniero<br />
Girandole<br />
Modelli di girandole<br />
71
ISTITUTO COMPRENSIVO di CARBONERA<br />
L’I.C. di Carbonera, nato nel 2005, acquisito il bagaglio<br />
di es<strong>per</strong>ienze sedimentate nei diversi ordini di scuola, ha<br />
programmato un’attività comune <strong>per</strong> l’anno scolastico<br />
2005/06, che ha inserito nel POF.<br />
Tema centrale: l’ACQUA, nei suoi aspetti fi sici e biologici.<br />
Le osservazioni, le es<strong>per</strong>ienze, i modelli costruiti sono stati<br />
esposti nella mostra di<strong>da</strong>ttica interattiva delle “Giornate<br />
della Scienza”, a<strong>per</strong>ta al pubblico e a classi di altre scuole,<br />
<strong>per</strong> due giorni, presso la sede centrale dell’I.C.<br />
Stimolante la collaborazione con il gruppo LES dell’I.C.<br />
di Bre<strong>da</strong> di Piave che ha partecipato con i propri lavori<br />
alla mostra. Nel marzo 2006, bambini di prima e secon<strong>da</strong><br />
elementare e ragazzi di prima media sono intervenuti a<br />
parlare delle loro es<strong>per</strong>ienze di scienze in due conferenze<br />
organizzate <strong>da</strong>ll’Istituto e tenute <strong>da</strong>l Prof. Mezzavilla<br />
Francesco sul tema: “Fauna e ambiente, contributo <strong>per</strong> la<br />
promozione e la realizzazione di uno sviluppo sostenibile<br />
e durevole“.<br />
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74<br />
I.C. CARBONERA<br />
L’ACQUA<br />
Classi I A e B Sc. Primaria di Mignagola 2005/06<br />
Le due classi prime hanno osservato<br />
l’acqua con i loro sensi. Hanno confrontato<br />
le loro conoscenze e hanno sco<strong>per</strong>to<br />
caratteristiche dell’acqua che non conoscevano.<br />
Dopo aver visto che in alcune sostanze<br />
l’acqua scompariva, i bambini hanno<br />
provato la capacità di assorbenza di<br />
molti materiali, in gara tra loro.<br />
Hanno osservato che l’acqua colorata,<br />
stretta tra i due vetri, risale.<br />
L’acqua risale nelle sostanze che hanno<br />
spazi sottili tra una fi bra e l’altra.<br />
L’acqua <strong>per</strong>corre tutta una cordicella<br />
come un’equilibrista, senza cadere prima<br />
della fi ne.<br />
Sembra una giostra <strong>per</strong> goccioline!<br />
Le gocce si uniscono tra loro e formano<br />
come una pellicola elastica e non cadono<br />
(è una caratteristica dei liquidi che si<br />
chiama tensione su<strong>per</strong>fi ciale).<br />
Con un vaso di vetro, un palloncino e un<br />
tubo di plastica, abbiamo prodotto uno<br />
spruzzatore. Schiacciando il palloncino,<br />
si spinge l’aria nel vaso, così aumenta la<br />
pressione dell’aria. L’acqua è spinta e va<br />
verso l’alto.<br />
La forza dell’acqua<br />
L’acqua si arrampica<br />
L’acqua corre lungo un fi lo<br />
Spruzzatore
Classi II A-B-C Sc. Primaria di Carbonera 2005/06<br />
Le giornate della scienza<br />
CONOSCERE L’ACQUA<br />
I bambini hanno effettuato es<strong>per</strong>ienze<br />
su alcuni fenomeni del vivere quotidiano<br />
legati all’elemento “acqua”.<br />
Hanno lavorato ed o<strong>per</strong>ato concretamente<br />
con questo materiale così<br />
familiare e al tempo stesso così complesso<br />
e duttile <strong>da</strong> rappresentare a<br />
volte un vero e proprio rompicapo<br />
cognitivo.<br />
Hanno svolto attività che, partendo<br />
<strong>da</strong> situazioni solo apparentemente<br />
consuete e banali, tendevano a potenziare<br />
l’aspetto creativo del pensiero<br />
scientifi co.<br />
In questo modo si sono resi conto<br />
che le teorie di cui già disponevano<br />
non sempre erano in grado di spiegare<br />
in maniera esaustiva e coerente<br />
i fenomeni esaminati e erano quindi<br />
spronati ad osservarli in modo sempre<br />
più intenzionale, ad utilizzare una<br />
pluralità di strumenti (a partire <strong>da</strong>i<br />
propri sensi), a formulare previsioni<br />
ed ipotesi ed a fi nalizzare le rifl essioni<br />
alla costruzione di nuove chiavi interpretative<br />
del reale.<br />
Studio delle interazioni tra acqua e<br />
terreni diversi. Analisi dei fattori che caratte<br />
rizzano la diversa <strong>per</strong>meabilità di sabbia, ter<br />
riccio, ghiaia, argilla, ...<br />
Catturare una goccia d’acqua<br />
I bambini hanno creato un semenzaio, mettendo<br />
a dimora semi di diverse piante e seguendone<br />
la germinazione e lo sviluppo.<br />
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76<br />
I.C. CARBONERA<br />
GALLEGGIA O NON GALLEGGIA?<br />
Classi II A e B Sc. Primaria di Mignagola<br />
Le due classi hanno studiato il galleggiamento,<br />
lavorando come piccoli Archimede.<br />
Hanno provato a far galleggiare<br />
oggetti di materiali diversi e<br />
svariate forme, confrontando i risultati,<br />
formulando ipotesi e verifi cando.<br />
Hanno così capito che un materiale<br />
che di solito affon<strong>da</strong>, può galleggiare<br />
se sposta una certa quantità d’acqua,<br />
quanto basta <strong>per</strong>ché lo spinga <strong>da</strong> sotto<br />
e lo tenga a galla. Così la plastilina<br />
appallottolata affon<strong>da</strong>; se plasmata a<br />
forma di barchetta galleggia.<br />
Si sono anche divertiti a proporre dei<br />
“trucchetti”, complice l’aria! La bottiglia<br />
con il fondo tagliato viene immersa<br />
in acqua… ma la carta dentro la<br />
bottiglia non si bagna.<br />
L’ago galleggia grazie alla tensione<br />
su<strong>per</strong>fi ciale dell’acqua; ma se si tocca<br />
la su<strong>per</strong>fi cie anche solo con un dito,<br />
l’ago affon<strong>da</strong>. Infatti le molecole dell’acqua<br />
in su<strong>per</strong>fi cie formano come<br />
una pellicola che è in grado di sostenere<br />
un corpo leggero.<br />
L’acqua, risalendo, scioglie i colori che<br />
si muovono a velocità diverse. Questo<br />
es<strong>per</strong>imento <strong>per</strong>mette di distinguere i<br />
pennarelli composti <strong>da</strong> più colori <strong>da</strong><br />
quelli formati <strong>da</strong> un solo colore. L’acqua<br />
risale lungo la carta e... separa i<br />
colori!<br />
Cartelloni sul galleggiamento<br />
La carta non si bagna!<br />
Tensione su<strong>per</strong>fi ciale<br />
Cromatografi e
Classi I A e C, II A Sc. Media di Carbonera 2005/2006<br />
Le giornate della scienza<br />
Acqua come fonte di energia<br />
I ragazzi di prima media hanno progettato e costruito<br />
macchine che utilizzano l’acqua come forza <strong>per</strong><br />
produrre energia.<br />
L’acqua, muovendo la macchina, crea un fl usso di<br />
energia.<br />
Vegetali e animali del giardino<br />
Primo approccio alla classifi cazione delle specie animali<br />
e vegetali, in particolare di quelle presenti nel<br />
territorio prossimo alla scuola.<br />
È stata avviata un’attività di laboratorio, atta a comprendere<br />
le capacità o<strong>per</strong>ative offerte <strong>da</strong>llo stesso.<br />
I ragazzi hanno<br />
studiato fl ora e<br />
fauna dell’ecosistema<br />
fl uviale e<br />
analizzato la qualità<br />
di acque.<br />
In laboratorio<br />
hanno studiato i<br />
macroinvertebrati,<br />
bioindicatori di<br />
naturalità, pescati<br />
nei fi umi di risorgiva<br />
del territorio,<br />
e in seguito liberati.<br />
Laboratorio di chimica<br />
Distillazione del vino<br />
Sono state svolte molte attività riguar<strong>da</strong>nti la distillazione<br />
del vino, come esemplifi cazione di <strong>per</strong>corsi<br />
molto più importanti come quello della distillazione<br />
del petrolio.<br />
Macchina ad acqua<br />
Risorgiva<br />
Distillazione<br />
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78<br />
I.C. CARBONERA<br />
NOI E IL NOSTRO AMBIENTE<br />
Classi II A e B - Classe IV Sc. Primaria di Mignagola 2006/2007<br />
Capacità di assorbimento in terreni<br />
diversi<br />
Nella ghiaia l’acqua si infi ltra subito e<br />
scompare.<br />
Nella sabbia penetra velocemente.<br />
Nell’argilla resta sopra o scende lentamente.<br />
Il terriccio assorbe l’acqua e si gonfi<br />
a.<br />
Abbiamo mescolato in un grande vaso<br />
ghiaia, sabbia, argilla, terriccio e acqua.<br />
Subito dopo era una massa uniforme,<br />
ma lentamente le sostanze si<br />
sono depositate creando strati: sopra<br />
acqua con frammenti in sospensione,<br />
sotto il terriccio, poi l’argilla, la sabbia<br />
e sotto i sassi. Dopo alcune ore l‘acqua<br />
appare più limpi<strong>da</strong> e gli strati ben<br />
visibili.<br />
Con pazienza e dedizione i bambini<br />
hanno seguito la vita dei bachi in tutte<br />
le fasi, <strong>da</strong>ll’uovo alla formazione<br />
del bozzolo. Hanno cercato foglie di<br />
gelso, ormai raro, e nutrito i voraci<br />
bruchi. Particolarmente entusiasmante<br />
è stato assistere alla “muta” durante<br />
la crescita.<br />
Capacità di assorbimento<br />
Stratifi cazioni<br />
Allevamento bachi <strong>da</strong> seta
Classi III A e B<br />
Le giornate della scienza<br />
Un modello che ci fa capire come si<br />
formano le risorgive.<br />
L’acqua che scende <strong>da</strong>ll’alto, cercando<br />
un’uscita, tende a riportarsi<br />
alla stessa altezza come nei vasi<br />
comunicanti. L’acqua si infi ltra nel<br />
sottosuolo in una zona più alta delle<br />
risorgive.<br />
Quando trova uno strato im<strong>per</strong>meabile<br />
non scende più, ma risale<br />
attraverso strati <strong>per</strong>meabili come<br />
sassi e sabbia; nelle polle vediamo<br />
la sabbia che si muove <strong>per</strong>ché è<br />
leggera e facilmente trasportabile<br />
<strong>da</strong>ll’acqua.<br />
Gli alunni di terza hanno studiato<br />
il comportamento dell’acqua e<br />
dell’aria e come interagiscono tra<br />
loro. Provvisti di tubi di plastica trasparenti,<br />
di bacinelle e di bottiglie,<br />
hanno “s<strong>per</strong>imentato” e sco<strong>per</strong>to,<br />
<strong>per</strong> esempio, che <strong>per</strong> scendere <strong>da</strong>l<br />
tubo nel vaso in basso, l’acqua non<br />
solo ha bisogno della pendenza,<br />
ma anche dell’aria che la spinga.<br />
Se non lascio passare l’aria, l’acqua<br />
non scorre.<br />
Modello di risorgiva<br />
Modello di risorgiva<br />
Vasi comunicanti<br />
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ISTITUTO COMPRENSIVO di MASERADA<br />
La mostra della settimana della scienza del 2005 è coincisa<br />
con l’ultimo anno nel quale le scuole di Carbonera,<br />
Bre<strong>da</strong> e Masera<strong>da</strong> erano riunite <strong>per</strong> grado d’istruzione,<br />
l’anno successivo sono nati i tre rispettivi istituti comprensivi,<br />
e <strong>per</strong>ciò nel 2006 la mostra ha visto la partecipazione<br />
delle scuole di primo e secondo grado del comune di<br />
Masera<strong>da</strong> sul Piave. La sede o<strong>per</strong>ativa è stata la scuola<br />
media “Don Milani” di Masera<strong>da</strong>; in attesa di un ampliamento<br />
della scuola elementare limitrofa è stata sospesa<br />
<strong>per</strong> quest’anno la partecipazione all’iniziativa in considerazione<br />
dei problemi di spazio. Negli anni 2005 e 2006 si è<br />
favorita la verticalità delle tematiche secondo la mo<strong>da</strong>lità<br />
della presentazione interattiva, curata <strong>da</strong>gli alunni delle<br />
classi stesse. Lo “spettatore – attore” viene condotto secondo<br />
un <strong>per</strong>corso di formulazione di ipotesi e verifi che<br />
alla sco<strong>per</strong>ta di semplici concetti delle scienze ambientali,<br />
fi siche e chimiche.<br />
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82<br />
I.C. MASERADA<br />
IL CORPO UMANO<br />
Classi V Sc. Primaria di Masera<strong>da</strong> 2004/2005<br />
TRITA, SMINUZZA E STRAZIA... E LO<br />
STOMACO RINGRAZIA<br />
In due bicchieri mettiamo la stessa<br />
quantità di frumina fatta cuocere con<br />
dell’acqua cal<strong>da</strong>. In uno dei due bicchieri<br />
aggiungiamo della saliva e lo<br />
mettiamo a scal<strong>da</strong>re nell’acqua cal<strong>da</strong>.<br />
Infi ne aggiungiamo in entrambi i bicchieri<br />
qualche goccia di tintura di iodio<br />
diluita, di colore giallo-marrone.<br />
Osservazione: nel bicchiere con solo<br />
amido si vedono delle macchie blu,<br />
invece nell’altro una macchia giallomarrone<br />
caratteristica della tintura di<br />
iodio che non ha ancora reagito. Conclusione:<br />
la saliva contiene una sostanza<br />
(la ptialina) che trasforma<br />
l’amido in zucchero.<br />
Mettiamo la stessa quantità di olio<br />
nell’acqua contenuta in due vasetti.<br />
Vediamo che l’olio galleggia e non si<br />
scioglie. In uno dei due vasetti aggiungiamo<br />
il contenuto della cistifellea,<br />
la bile. Che cosa succede? L’olio è<br />
stato “digerito”, si è sciolto nell’acqua.<br />
MUSCOLI CHE LAVORANO IN COP-<br />
PIA<br />
Si collegano le estremità di due strisce<br />
di legno, unite <strong>per</strong>pendicolarmente<br />
tra loro con una vite, con due<br />
elastici tesi. Spostando l’asta verticale<br />
si ottengono angoli acuti e ottusi<br />
che corrispondono rispettivamente<br />
allo stato di riposo e alla contrazione,<br />
alternativamente, dei muscoli bicipite<br />
e tricipite.<br />
La saliva trasforma l’amido<br />
La digestione dei grassi<br />
Muscoli in coppia
LABORATORIO DI CHIMICA<br />
Classi III Sc. Media di Carbonera 2004/2005<br />
La settimana della scienza<br />
LA PATATA CHE BOLLE<br />
In questa semplice es<strong>per</strong>ienza si<br />
sfrutta la presenza dell’enzima catalasi<br />
della patata <strong>per</strong> trasformare l’acqua<br />
ossigenata in acqua ed ossigeno.<br />
Il procedimento seguito è: ridurre in<br />
poltiglia un pezzo di patata, inserirlo<br />
in una provetta ed aggiungervi acqua<br />
ossigenata, chiudendo subito con un<br />
palloncino l’imboccatura della provetta.<br />
Agitare di tanto in tanto la provetta.<br />
Si osserva che nel palloncino si<br />
raccoglie un gas che ha la caratteristica<br />
di ravvivare la fi amma dello stoppino<br />
del fornello ad alcool: si tratta<br />
quindi di ossigeno.<br />
La trasformazione di acqua ossigenata<br />
in acqua ed ossigeno dimostra<br />
la presenza nella patata <strong>da</strong>ll’enzima<br />
catalasi.<br />
Ripetendo l’es<strong>per</strong>imento dopo aver<br />
fatto bollire <strong>per</strong> qualche minuto la patata,<br />
non si osserva più lo sviluppo di<br />
ossigeno, <strong>per</strong>ché il calore deteriora la<br />
catalasi.<br />
Descrizione della produzione di ossigeno<br />
Fiamma in assenza di ossigeno<br />
Fiamma in presenza dell’ossigeno prodotto<br />
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84<br />
I.C. MASERADA<br />
COSA SUCCEDE SE MESCOLIAMO SOSTANZE DIVERSE?<br />
Classi IV Sc. Primaria di Masera<strong>da</strong> 2005/2006<br />
I bambini osservano miscugli presenti in natura<br />
come terriccio e sabbia ed un miscuglio<br />
di farina e sale, prima ad occhio nudo, dopo<br />
con la lente ed infi ne con lo stereoscopio.<br />
Conclusioni: osservando con attenzione<br />
si distinguono le sostanze diverse, mescolate<br />
fra loro.<br />
I bambini mescolano alcune sostanze ( acqua,<br />
olio, farina, sabbia ) con l’acqua e osservano.<br />
Conclusioni: le sostanze non si mescolano;<br />
subito o dopo qualche tempo si separano, si<br />
forma così una sospensione, con particelle<br />
che galleggiano sull’acqua o si depositano sul<br />
fondo.<br />
I bambini versano un po’ di aceto nel bicchiere,<br />
aggiungono mezzo cucchiaino di bicarbonato<br />
e osservano.<br />
Conclusioni: l’aceto e il bicarbonato reagiscono<br />
e si produce una sostanza nuova: l’anidride<br />
carbonica.<br />
Seguendo le istruzioni con le dosi, i bambini<br />
mescolano cemento, sabbia e acqua.<br />
Conclusioni: dopo qualche tempo, il miscuglio<br />
si solidifi ca.<br />
Miscugli<br />
Sospensioni<br />
Una soluzione particolare<br />
Un miscuglio particolare
PLANETARIO<br />
Classe III A Sc. Media di Masera<strong>da</strong> 2005/2006<br />
La settimana della scienza<br />
E’ stato realizzato un modello del sistema<br />
solare con cerchi di cartoncino<br />
appesi al soffi tto della scuola.<br />
Il diametro dei vari pianeti è in scala:<br />
Giove ha il diametro di 1 m, Plutone<br />
di 2,1 cm.<br />
Per rappresentare il diametro del sole<br />
alla stessa scala, si è incollato al soffi<br />
tto un nastro giallo lungo 9,8 m.<br />
Le distanze relative tra i pianeti sono<br />
anch’esse in scala (ovviamente diversa<br />
<strong>da</strong>lla precedente): come si vede i<br />
primi 4 pianeti sono assai vicini, poi<br />
gli altri vanno distanziandosi sempre<br />
più.<br />
Giove<br />
Saturno<br />
Planetario<br />
85
ISTITUTO COMPRENSIVO di QUINTO di TREVISO<br />
“ Non troveremo nessuna risposta fi no a quando non impareremo<br />
a fare domande” R. Bach<br />
Nata <strong>da</strong>ll’idea che la pratica laboratoriale <strong>per</strong> l’insegnamento<br />
delle materie scientifi che sia fon<strong>da</strong>mentale fi n <strong>da</strong>lla<br />
scuola primaria, la mostra di<strong>da</strong>ttica di scienze ha riscosso<br />
grande interesse <strong>da</strong> parte di genitori e alunni.<br />
Durante la mostra gli alunni delle classi quarta e quinta<br />
hanno spiegato le es<strong>per</strong>ienze ai compagni del proprio e<br />
degli altri plessi e anche ai visitatori esterni presenti nella<br />
mostra che hanno potuto ripetere <strong>per</strong>sonalmente gli<br />
<strong>es<strong>per</strong>imenti</strong>.<br />
La Scuola Media ha partecipato alle Giornate della Scienza<br />
con mostre di tipo sia interattivo che esplicativo. I visitatori<br />
hanno potuto provare le es<strong>per</strong>ienze autonomamente<br />
e anche osservare diversi fenomeni gestiti <strong>da</strong>gli studenti<br />
primi protagonisti della mostra.<br />
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88<br />
I.C. QUINTO di TREVISO<br />
L’ARIA OCCUPA UNO SPAZIO<br />
Classi IV Sc. Primaria “D. Alighieri” S. Cristina, “Pio X” Quinto di <strong>Treviso</strong><br />
Abbiamo messo un pezzo di scottex<br />
sul fondo di un bicchiere di plastica<br />
trasparente e lo abbiamo immerso<br />
capovolto in una bacinella d’acqua.<br />
Che meraviglia! Lo scottex non si<br />
bagna <strong>per</strong>ché l’acqua non è entrata<br />
nel bicchiere. Lo spazio era occupato<br />
<strong>da</strong>ll’aria.<br />
Senza movimento non c’è suono. Cinque<br />
es<strong>per</strong>ienze <strong>per</strong> verifi care che le<br />
onde sonore si propagano nello spazio.<br />
Es<strong>per</strong>ienze sull’aria<br />
Es<strong>per</strong>ienze sull’aria<br />
Percorso sul suono
IL NOSTRO CORPO: CHE MACCHINA MERAVIGLIOSA<br />
Classi V Sc. Primaria “Marconi” Badoere, “Pio X” - Quinto di <strong>Treviso</strong><br />
Occhio, orecchio, polmoni… sono solo<br />
alcuni degli apparati e organi che gli<br />
alunni di classe quinta hanno affrontato<br />
nel corso dell’anno scolastico.<br />
I visitatori della mostra di scienze<br />
hanno potuto s<strong>per</strong>imentare la meccanica<br />
di un polmone grazie ai “polmoni<br />
artifi ciali” creati in classe, ma anche<br />
seguire il destino del cibo all’interno<br />
dell’apparato digerente.<br />
Modello di occhio<br />
Mostra di scienze<br />
Con un modello facciamo osservare il<br />
funzionamento dell’occhio.<br />
Una lampadina, delle sagome ritagliate,<br />
una lente ed una boccia di vetro<br />
in una stanza buia, ci <strong>per</strong>mettono di<br />
osservare le immagini capovolte che<br />
si creano sul muro retrostante, così<br />
come succede sulla retina del nostro<br />
occhio.<br />
Modelli del corpo umano<br />
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90<br />
I.C. QUINTO di TREVISO<br />
LA MATERIA<br />
I A e B, III B Sc. Media di Morgano; I A e B, corsi C e D Sc. Media di Quinto<br />
Proprietà della materia:<br />
densità<br />
Liquidi diversi stratifi cano all’interno<br />
di un cilindro graduato secondo il valore<br />
della densità di ognuno di essi.<br />
Se poi materiali diversi vengono inseriti<br />
nel cilindro, essi si depositano su<br />
vari livelli. Il galleggiamento dipende<br />
sia <strong>da</strong>l peso specifi co che <strong>da</strong>lla spinta<br />
idrostatica.<br />
Proprietà della materia:<br />
diffusione<br />
La diffusione nei liquidi è legata alla<br />
struttura particellare della materia ed<br />
è favorita <strong>da</strong>ll’aumento di tem<strong>per</strong>atura.<br />
Capovolgendo una bottiglia contenente<br />
acqua fred<strong>da</strong> su una bottiglia di<br />
acqua colorata bollente, nelle due<br />
bottiglie, col passare del tempo, il colore<br />
si uniformerà tramite evidenti<br />
correnti ascensionali.<br />
Densità<br />
Diffusione
Le giornate della scienza<br />
Fenomeno fi sico:<br />
separazione meccanica di un miscuglio<br />
eterogeneo<br />
I fenomeni fi sici sono reversibili. Con<br />
facilità, sfruttando le proprietà del<br />
ferro e quelle di una calamita, riusciamo<br />
a separare la polvere di zolfo <strong>da</strong>l<br />
miscuglio con la limatura di ferro, ciò<br />
non accade se bruciamo il miscuglio<br />
Fenomeno chimico:<br />
preparazione di una base<br />
Dalla combustione di una strisciolina<br />
di Mg, si ottiene come prodotto di<br />
reazione la cenere (ossido di Mg) che<br />
a contatto con l’acqua si trasforma in<br />
un composto basico. Gli indicatori<br />
confermano la natura basica del composto<br />
(idrossido di Mg).<br />
Combustione... fallita<br />
Costruiamo un pentolino di carta,<br />
versiamoci dell’acqua a tem<strong>per</strong>atura<br />
ambiente e poniamolo su un treppiede,<br />
sotto il quale è stato disposto un<br />
fornellino ad alcool. Accendiamo il<br />
fornello: brucerà il pentolino?<br />
Nell’attesa si immerge il termometro<br />
in acqua e si registra un aumento di<br />
tem<strong>per</strong>atura.<br />
L’acqua assorbe il calore fornito <strong>da</strong>lla<br />
fi amma, impedendo alla carta di bruciare,<br />
cioè di raggiungere la sua tem<strong>per</strong>atura<br />
di accensione. Ogni materiale<br />
brucia solo se viene attivata la sua<br />
tem<strong>per</strong>atura di accensione<br />
Separazione<br />
Preparazione di una base<br />
La pentola di carta<br />
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92<br />
I.C. QUINTO di TREVISO<br />
OTTICA<br />
I A e B, III B Sc. Media di Morgano; I A e B, corsi C e D Sc. Media di Quinto<br />
Osservazione in vivo:<br />
occhio di bue.<br />
Al tatto l’occhio risulta compatto; la<br />
forma è simile a quella di una biglia.<br />
Anteriormente si notano due circonferenze<br />
concentriche: la prima più<br />
interna è nera ed è la pupilla mentre<br />
la secon<strong>da</strong> è colorata ed è l’iride.<br />
Posteriormente si vede una specie di<br />
peduncolo (un cilindretto) madre<strong>per</strong>laceo:<br />
il nervo ottico. Lateralmente<br />
sono presenti delle masserelle di carne<br />
di colore rosa. Tutto il resto è di<br />
colore bianco: è la coroide, la membrana<br />
più esterna dell’occhio. Con il<br />
taglierino facciamo un taglio verticale<br />
nella parte posteriore, sopra il nervo<br />
ottico; entriamo così nella camera posteriore<br />
dell’occhio, <strong>da</strong> cui esce una<br />
sostanza gelatinosa detta umor vitreo.<br />
Premendo un po’, facciamo uscire<br />
il cristallino: ha proprio la forma di<br />
una lente biconvessa ed ingrandisce<br />
i caratteri di una parola scritta su<br />
un foglio di carta. Inseriamo un dito<br />
nell’occhio: esce anche del liquido,<br />
l’umor acqueo; siamo arrivati nella<br />
camera anteriore, vediamo il nostro<br />
dito occupare la posizione della pupilla.<br />
La pupilla è infatti un foro <strong>da</strong><br />
cui entra la luce che colpisce l’occhio,<br />
il dito non spunta <strong>per</strong>ché la coroide<br />
anteriormente diventa una pellicola<br />
trasparente: è la cornea.<br />
Internamente all’occhio troviamo il<br />
cristallino, una lente trasparente e biconvessa<br />
che <strong>per</strong>mette di ingrandire,<br />
ad es., i caratteri di una scritta.<br />
Occhio di bue<br />
Dal vivo al modello<br />
Cristallino
Le giornate della scienza<br />
Illusioni ottiche<br />
Le illusioni ottiche sono legate al meccanismo<br />
della visione. Gli stimoli luminosi<br />
arrivano sotto forma di impulsi<br />
nervosi al cervello, che li elabora e li<br />
trasforma in conoscenza del mondo<br />
esterno. Nello svolgere questo compito<br />
il cervello è infl uenzato <strong>da</strong> emozioni,<br />
sentimenti e <strong>da</strong> informazioni già<br />
memorizzate. Azionando i due dischi<br />
del modello rappresentato vedremo<br />
immagini distorte e vortici di forma<br />
conica<br />
La rifl essione<br />
Secondo le leggi della rifl essione,<br />
l’immagine rifl essa sullo specchio (immagine<br />
virtuale) sembra tutt’uno con<br />
la porzione di oggetto reale visibile<br />
sopra lo specchio. Ciò è possibile solo<br />
se le due bottiglie sono alla stessa distanza<br />
<strong>da</strong>llo specchio.<br />
Dischi ipnotici<br />
Immagine virtuale<br />
93
ISTITUTO COMPRENSIVO di ZERO BRANCO<br />
Nell’Istituto Comprensivo di Zero Branco il progetto L.E.S<br />
nasce <strong>da</strong>ll’esigenza dei docenti di scienze di rendere più<br />
concreto ed effi cace l’insegnamento disciplinare, sviluppando<br />
l’attività di laboratorio. A questa motivazione si aggiunge<br />
la necessità di scambiare idee ed es<strong>per</strong>ienze e di<br />
garantire continuità al processo formativo.<br />
Negli anni sono emersi tanti effetti positivi <strong>per</strong> gli alunni:<br />
una migliore comprensione dei contenuti scientifi ci, una<br />
maggiore motivazione allo studio, la sco<strong>per</strong>ta delle proprie<br />
attitudini, il coinvolgimento di chi è portato verso le<br />
attività pratiche più che teoriche, l’acquisizione di autonomia<br />
e di responsabilità <strong>per</strong> il proprio lavoro e quello degli<br />
altri.<br />
Dobbiamo pure ricor<strong>da</strong>re l’aiuto fattivo di alcune <strong>per</strong>sone<br />
del paese e in particolare dei genitori che hanno condiviso<br />
con la scuola le proprie conoscenze e competenze ed<br />
hanno contribuito a realizzare tanti lavori.<br />
95
96<br />
I.C. ZERO BRANCO<br />
IL CALDO E IL FREDDO<br />
Scuola dell’Infanzia<br />
Si chiede ai bambini di toccare diversi<br />
oggetti e materiali e di registrare le<br />
loro sensazioni. Per Anna una cosa è<br />
fred<strong>da</strong>, <strong>per</strong> Matteo è tiepi<strong>da</strong>. Come<br />
mai non siamo d’accordo?<br />
Classe secon<strong>da</strong> - Scuola primaria<br />
Gli alunni utilizzano tabelle e rappresentazioni<br />
<strong>per</strong>sonali <strong>per</strong> rendere sistematica<br />
l’osservazione. Realizzano<br />
<strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> che dimostrano che il<br />
luogo in cui si trovano gli oggetti infl<br />
uisce sul loro “essere caldi o freddi”.<br />
Scoprono addirittura che la lana è “il<br />
contenitore” in cui il ghiaccio si conserva<br />
più a lungo.<br />
Classi quinte - Scuola primaria<br />
Vengono studiati alcuni effetti del calore<br />
come la dilatazione e si costruisce<br />
un termometro rudimentale <strong>per</strong><br />
capirne il funzionamento. Inoltre si<br />
s<strong>per</strong>imenta sull’evaporazione e l’ebollizione<br />
di sostanze diverse.<br />
Scuola media<br />
Gli alunni più grandi lavorano sulla<br />
differenza tra calore e tem<strong>per</strong>atura.<br />
Realizzano la scatola del calore e<br />
un modello di calorimetro. Scoprono<br />
anche la caloria nell’alimentazione e<br />
l’energia prodotta nelle reazioni che<br />
avvengono nella produzione del composto.<br />
Scuola dell’Infanzia di Scandolara: mani<br />
Termometro<br />
Calorimetro
STUDIAMO I MATERIALI<br />
Classi I e II Sc. Primaria “Pascoli” - Scandolara - 2005/2006<br />
Il fi lo delle scienze<br />
Attraverso un es<strong>per</strong>imento studiamo<br />
i fenomeni scientifi ci, la natura, gli<br />
organismi viventi. Ma non solo. Attraverso<br />
un es<strong>per</strong>imento impariamo a<br />
leggere, ad osservare, a confrontare,<br />
a misurare, a scrivere, ad esprimerci<br />
con proprietà e un po’ ci divertiamo.<br />
Tutto legato <strong>da</strong>l fi lo delle scienze.<br />
Vengono usati i sensi <strong>per</strong> analizzare<br />
sostanze in polvere presenti nella vita<br />
di tutti i giorni: ruvi<strong>da</strong>, morbi<strong>da</strong>, fi nissima,<br />
soffi ce… Si tratta poi di indovinare<br />
la sostanza misteriosa contenuta<br />
in un sacchetto rosa. Riuscirà mia<br />
mamma ad indovinare cosa abbiamo<br />
nascosto nel sacchetto?<br />
Una sferetta di vetro cade in un contenitore<br />
pieno di farina o di limatura<br />
di ferro. Studiamo in quale materiale<br />
la biglia sprofon<strong>da</strong> di più.<br />
Caratteristiche delle polveri<br />
Dove la biglia sprofon<strong>da</strong> di più?<br />
97
98<br />
I.C. ZERO BRANCO<br />
IL CALORE È ENERGIA<br />
Classe IV Sc. Primaria “Marconi”<br />
Il calore fa dilatare il vapore che esce<br />
<strong>da</strong>l serbatoio e imprime una forza<br />
alla barca che si mette in moto. Tante<br />
prove, tante correzioni degli errori,<br />
alla fi ne le leggi della scienza vengono<br />
provate.<br />
Anche qui il calore è il protagonista:<br />
la candela accesa riscal<strong>da</strong> l’aria che<br />
sale e mette in movimento le girandole<br />
colorate<br />
Motore a vapore<br />
Girandole a calore
AULA VERDE<br />
Classe I Sc. Media “Europa”<br />
Una parte del giardino della scuola<br />
è stato trasformato in “aula verde”:<br />
ogni anno si inventa un laboratorio<br />
che ci <strong>per</strong>metta di approfondire un<br />
argomento, ma anche di stare un<br />
po’ all’a<strong>per</strong>to. Abbiamo iniziato alcuni<br />
anni fa con la costruzione di nidi<br />
artifi ciali e di una spirale delle erbe<br />
aromatiche.<br />
Quest’anno abbiamo messo a dimora<br />
quattro alberi <strong>da</strong> frutto e abbiamo<br />
realizzato uno stagno.<br />
Periodicamente si cura la manutenzione:<br />
togliamo le erbacce, smuoviamo<br />
il terreno, sostituiamo le piantine<br />
che non hanno su<strong>per</strong>ato l’inverno,<br />
controlliamo l’interno dei nidi.<br />
Il giardino della scuola media ci ha<br />
<strong>da</strong>to anche la possibilità di imparare<br />
a costruire una mappa, di riconoscere<br />
alcuni alberi, di misurarne l’altezza, di<br />
osservarne lo sviluppo nel corso delle<br />
stagioni.<br />
Il “lavoro sul campo” viene affi ancato<br />
allo studio su piante e animali, ad attività<br />
di orientamento geografi co e a<br />
raccolte di <strong>da</strong>ti e rappresentazioni: un<br />
anno, <strong>per</strong> esempio, abbiamo studiato<br />
l’ombra prodotta <strong>da</strong>ll’edifi cio scolastico<br />
durante i nove mesi di scuola.<br />
Aiuola<br />
Nidi<br />
Il fi lo delle scienze<br />
Misuriamo le ombre<br />
99
100<br />
I.C. ZERO BRANCO<br />
MESCOLIAMO I LIQUIDI<br />
Scuola primaria “Marconi” e Scuola Media “Europa”<br />
Alla scuola primaria si gioca con l’acqua<br />
e altri liquidi: scopriamo che è<br />
possibile formare “pile” di liquidi senza<br />
che questi si mescolino.<br />
Alla scuola media torniamo sull’argomento<br />
quando affrontiamo il tema<br />
della digestione. Studiamo che la bile<br />
emulsiona i grassi e quindi proviamo<br />
a mescolare in vari modi acqua, olio<br />
e detersivo liquido. Scopriamo che la<br />
bile funziona come il detersivo mescolato<br />
all’olio.<br />
Prove di mescolamenti<br />
Bile e detersivo
ACQUAZIONI<br />
Le giornate della scienza<br />
Un progetto del “vecchio” tempo prolungato<br />
<strong>per</strong> due classi seconde della<br />
scuola media. Molte s<strong>per</strong>imentazioni,<br />
vecchie storie, la novità di Internet e<br />
altre umidità. Sempre camminando<br />
sull’acqua, di martedì pomeriggio, <strong>per</strong><br />
tre ore.<br />
Ogni pomeriggio veniva suddiviso in<br />
due parti: in una veniva presentato e<br />
studiato un es<strong>per</strong>imento scientifi co,<br />
nell’altra si alternavano la lettura di<br />
un libro, la visione di un fi lm, la storia<br />
di Venezia, aspetti geografi ci della laguna,<br />
l’incontro con un costruttore di<br />
barche o con il responsabile del consorzio<br />
di bonifi ca.<br />
Non sono mancate le uscite sempre<br />
sul tema dell’acqua: il Sile e la Restera,<br />
il Piave, le fontane e i palù, lo Zero<br />
e i mulini.<br />
Galleggiamento<br />
Come funziona una fal<strong>da</strong> acquifera<br />
Costruiamo le nuvole<br />
101
LICEO SCIENTIFICO”L. DA VINCI”-TREVISO<br />
Il <strong>Liceo</strong> Scientifi co “Da <strong>Vinci</strong>” di <strong>Treviso</strong> <strong>da</strong> oltre 20 anni<br />
ha potenziato l’attività di laboratorio centrata sul lavoro<br />
diretto degli studenti fi n <strong>da</strong>lle classi prime, come momento<br />
di ricerca, sia con materiali semplici che con strumentazione<br />
on-line. Tale attività è cresciuta soprattutto<br />
nei corsi s<strong>per</strong>imentali di Fisica P.N.I. che <strong>da</strong>l 1997 han<br />
<strong>da</strong>to vita alla Mostra “Es<strong>per</strong>imenti <strong>per</strong> <strong>pensare</strong>”, giunta<br />
alla IX Edizione, e alla Rete verticale L.E.S. di <strong>Treviso</strong>. La<br />
Mostra, a<strong>per</strong>ta nei mesi di settembre e ottobre, ospita<br />
<strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> di fi sica, matematica e scienze, realizzati <strong>da</strong>gli<br />
studenti, ed è considerata un momento di approfondimento<br />
di tematiche affrontate durante l’attività di<strong>da</strong>ttica<br />
curricolare. Svolgono il ruolo di gui<strong>da</strong> gli stessi studenti<br />
del <strong>Liceo</strong> che a turno presentano gli <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> ai visitatori,<br />
in particolare alle classi sia della scuola primaria<br />
che della secon<strong>da</strong>ria, ma anche a genitori e docenti. Dal<br />
2006 sono state organizzate anche attività di laboratorio<br />
condotte <strong>da</strong>gli studenti del <strong>Liceo</strong> e rivolte a studenti di<br />
terza media, come momento di orientamento.<br />
103
104<br />
L. Sc. “<strong>Leonardo</strong> <strong>da</strong> <strong>Vinci</strong>”-TREVISO<br />
I SENTIERI DELL’ENERGIA<br />
Cl.III - Mostre 2000 - 2001 - 2005<br />
Modellino di Centrale solare realizzato<br />
all’interno di un <strong>per</strong>corso sull’energia.<br />
La luce di una lampa<strong>da</strong> si rifl ette su<br />
una serie di specchi piani disposti ad<br />
arco di parabola in modo che la luce<br />
rifl essa venga raccolta <strong>da</strong> celle fotovoltaiche<br />
poste nel fuoco della parabola.<br />
Le celle simulano la cal<strong>da</strong>ia presente<br />
nelle centrali solari. L’energia<br />
luminosa viene trasformata in energia<br />
elettrica che mette in rotazione un<br />
ventilatore oppure fa avvenire una<br />
reazione chimica o suonare un cicalino.<br />
La costruzione del modello è stata<br />
accompagnata <strong>da</strong>llo studio del funzionamento<br />
e del rendimento di una<br />
cella fotovoltaica e <strong>da</strong>llo studio della<br />
rifl essione della luce su specchi parabolici.<br />
Es<strong>per</strong>imento che mette in evidenza la<br />
differenza tra forza ed energia.<br />
Si tendono degli elastici (diversi) tra<br />
coppie di aste, poste tutte alla stessa<br />
distanza, fi ssandoli a dei ganci che si<br />
trovano alla stessa altezza. Al centro<br />
degli elastici si appendono, con un<br />
pezzo di spago, dei pesetti tutti uguali.<br />
Sopra ogni elastico si appoggia poi<br />
un bullone; bruciando gli spaghi i pesetti<br />
cadranno ed ogni bullone salterà<br />
in aria <strong>per</strong> la spinta <strong>da</strong>ta <strong>da</strong>gli elastici.<br />
La forza che tende gli elastici è la<br />
stessa, <strong>per</strong>ché i pesi sono tutti uguali,<br />
ma le altezze a cui arrivano i bulloni<br />
sono diverse <strong>per</strong>ché diverse sono le<br />
energie immagazzinate negli elastici<br />
e trasferite poi ai bulloni.<br />
Centrale solare<br />
L’energia non è una forza
QUALCOSA CAMBIA, UN’ENERGIA APPARE...<br />
Cl. III - Mostra 2002<br />
La mostra<br />
Spettacolare costruzione in cui l’energia<br />
potenziale di una biglia che scende<br />
lungo una serie di piani inclinati,<br />
innesca dei processi a catena in cui<br />
l’energia passa <strong>da</strong> un sistema all’altro<br />
e <strong>da</strong> una forma all’altra.<br />
Trasformazioni dell’energia<br />
105
106<br />
L. Sc. “<strong>Leonardo</strong> <strong>da</strong> <strong>Vinci</strong>”-TREVISO<br />
QUALCOSA CHE SI TRASMETTE A DISTANZA<br />
Cl. II - Mostra 2003 Cl. IV - Mostre 1998 e 2005<br />
Un fi ammifero posto nel fuoco di uno<br />
dei due specchi parabolici viene<br />
acceso <strong>per</strong> mezzo dell’energia trasportata<br />
<strong>da</strong>lla luce proveniente <strong>da</strong><br />
una lampa<strong>da</strong> posta nel fuoco dell’altro<br />
specchio. La luce proveniente <strong>da</strong>lla<br />
lampa<strong>da</strong> posta nel fuoco del primo<br />
specchio si rifl ette sulla sua su<strong>per</strong>fi cie<br />
e procede parallelamente all’asse della<br />
parabola. I raggi paralleli incontrano<br />
la su<strong>per</strong>fi cie del secondo specchio<br />
e si rifl ettono convergendo nel suo<br />
fuoco, dove si trova il fi ammifero. In<br />
questo modo l’energia arriva concentrata<br />
nel punto in cui c’è il fi ammifero<br />
e riesce ad accenderlo.<br />
Facendo oscillare una bobina tra i poli<br />
di un magnete, in essa viene indotta<br />
una corrente elettrica alternata a<br />
causa della variazione di fl usso magnetico.<br />
Una secon<strong>da</strong> bobina è collegata con<br />
un fi lo di rame alla prima in modo <strong>da</strong><br />
formare un unico circuito, così viene<br />
<strong>per</strong>corsa <strong>da</strong>lla stessa corrente e<br />
comincia ad oscillare <strong>da</strong>vanti ad un<br />
secondo magnete. Infatti una bobina<br />
<strong>per</strong>corsa <strong>da</strong> corrente alternata si<br />
comporta come un magnete con le<br />
polarità che cambiano con il verso<br />
della corrente e viene quindi alternativamente<br />
attratta e respinta <strong>da</strong>l secondo<br />
magnete mettendosi ad oscillare<br />
con lo stesso <strong>per</strong>iodo della prima<br />
bobina.<br />
La luce che accende un fi ammifero<br />
Pendoli magnetici
IL SUONO<br />
Cl. IV - Mostra 2003<br />
La mostra<br />
Due di una serie di <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> di studio e applicazione del modello ondulatorio alle onde sonore.<br />
I due <strong>es<strong>per</strong>imenti</strong> delle foto riguar<strong>da</strong>no la rifl essione del suono con misure rilevate mediante<br />
sensori on-line.<br />
Con gli specchi parabolici l’on<strong>da</strong> sonora generata <strong>da</strong> una biglia di ferro che cade su una base<br />
metallica posta nel fuoco di una su<strong>per</strong>fi cie parabolica viene rifl essa <strong>da</strong>lle due su<strong>per</strong>fi ci paraboliche<br />
parallele. L’intensità del suono raccolto e registrato <strong>da</strong> un microfono è massima solo quando questo<br />
viene posto nel fuoco della secon<strong>da</strong> su<strong>per</strong>fi cie parabolica. Analogo all’es<strong>per</strong>imento realizzato<br />
con la luce che accende un fi ammifero.<br />
Nella galleria del suono un suono intenso<br />
e breve prodotto ad una estremità<br />
di un tubo molto lungo viene rifl esso più<br />
volte alle estremità del tubo e viene registrato<br />
ogni volta che ripassa <strong>per</strong> il punto<br />
di partenza. Ad ogni rifl essione il suono<br />
ritorna indietro un po’ indebolito e risulta<br />
in fase o in opposizione di fase rispetto al<br />
precedente, a secon<strong>da</strong> che le estremità<br />
del tubo siano entrambe a<strong>per</strong>te oppure<br />
una chiusa e l’altra a<strong>per</strong>ta, come si rileva<br />
<strong>da</strong>l tracciato visualizzato al computer.<br />
Inoltre <strong>da</strong>lla misura del tempo di an<strong>da</strong>ta e<br />
ritorno del suono si può risalire alla sua<br />
velocità.<br />
La galleria del suono e gli specchi parabolici<br />
107
108<br />
L. Sc. “<strong>Leonardo</strong> <strong>da</strong> <strong>Vinci</strong>”-TREVISO<br />
MODELLI E REALTÁ<br />
Cl. III e IV - Mostra 2002<br />
L’utilizzo di modelli <strong>per</strong> rappresentare fenomeni e concetti scientifi ci è molto frequente, anche<br />
<strong>per</strong>ché <strong>per</strong>mette di visualizzare oggetti invisibili o illustrare concetti astratti altrimenti diffi cili <strong>da</strong><br />
immaginare.<br />
O<strong>per</strong>one<br />
Gli studenti hanno realizzato due diversi modelli<br />
di una stessa molecola di grande importanza<br />
biologica, il glucosio: in entrambi i modelli<br />
gli atomi sono rappresentati come palline<br />
(nere <strong>per</strong> il carbonio, rosse <strong>per</strong> l’ossigeno,<br />
bianche <strong>per</strong> l’idrogeno). Il risultato sembra<br />
molto diverso nei due casi, ma osservando<br />
bene i due modelli si vede che la disposizione<br />
relativa degli atomi è esattamente la stessa. Il<br />
primo modello mette meglio in risalto la geometria<br />
della molecola e i legami fra gli atomi,<br />
ma non rispecchia bene la realtà in quanto gli<br />
atomi sono tra loro a contatto e compenetrati;<br />
questa proprietà viene rispettata nel secondo<br />
modello che <strong>per</strong>ò è meno chiaro nel rappresentare<br />
le relazioni tra gli atomi. Nessun modello<br />
può rappresentare in modo <strong>per</strong>fetto la<br />
vera struttura delle molecole, ma ciascuno è<br />
utile <strong>per</strong> mostrare proprietà diverse di una<br />
stessa molecola.<br />
Il modello dell’o<strong>per</strong>one serve a mostrare uno dei modi in<br />
cui è regolata la lettura dell’informazione genetica (contenuta<br />
nel DNA) nelle cellule degli esseri viventi. La sbarra di legno<br />
rappresenta il DNA e lungo di essa sono segnati (in azzurro)<br />
alcuni geni strutturali; lungo il DNA può scorrere l’enzima RNApolimerasi<br />
(in rosso) che così legge l’informazione genetica<br />
producendo un RNA messaggero; lungo il suo cammino, prima<br />
di incontrare i geni <strong>da</strong> leggere, passa <strong>per</strong>ò <strong>per</strong> una regione (in<br />
rosa) detta “o<strong>per</strong>atore” che presenta un sito di legame <strong>per</strong><br />
una proteina (blocco di legno nero) chiamata “repressore”:<br />
se questa proteina si inserisce nel sito dell’o<strong>per</strong>atore, l’enzima<br />
risulta bloccato e non può più proseguire e leggere l’informazione<br />
dei geni. Inserendo o togliendo il repressore, è possibile<br />
dunque regolare secondo il bisogno la lettura dell’informazione<br />
genetica.<br />
Molecola di glucosio
Cl. III - Mostre 2002 - 2005 Cl. IV - Mostre 1997 - 2005<br />
Modello <strong>per</strong> evidenziare che il moto<br />
parabolico è composto <strong>da</strong> un moto<br />
rettilineo uniforme nella direzione<br />
orizzontale e <strong>da</strong> un moto rettilineo<br />
uniformemente accelerato nella direzione<br />
verticale. Le palline rappresentano<br />
la posizione del corpo a intervalli<br />
di tempo uguali. Il dispositivo<br />
visto di lato mostra le palline disposte<br />
lungo un arco di parabola. Osservandolo<br />
ponendosi di fronte alle palline,<br />
queste si vedono allineate lungo la<br />
verticale con le distanze che aumentano<br />
<strong>da</strong>ll’alto verso il basso come nel<br />
moto accelerato di caduta libera. Per<br />
osservare le palline <strong>da</strong>ll’alto si ruota<br />
il dispositivo di 90°: osservandolo ponendosi<br />
di fronte alle palline queste<br />
si vedono allineate lungo la verticale<br />
(che in origine è la direzione dell’asta<br />
orizzontale) a distanze uguali come<br />
nel moto rettilineo uniforme.<br />
Il moto parabolico<br />
Ondoscopio ad assicelle<br />
La mostra<br />
Questo ondoscopio è costituito <strong>da</strong><br />
due fi li paralleli che sostengono due<br />
serie di barrette di legno di 30 e 15<br />
centimetri. Le onde che si possono<br />
osservare con questo strumento sono<br />
di tipo meccanico e si propagano attraverso<br />
i due fi li i quali trasmettono il<br />
movimento alle bacchette. Ecco <strong>per</strong>ché<br />
noi possiamo vedere l’on<strong>da</strong> che si<br />
propaga.<br />
Lo strumento è stato studiato non<br />
solo <strong>per</strong> vedere un’on<strong>da</strong> che si propaga,<br />
ma anche <strong>per</strong> vederne le proprietà<br />
specifi che. Queste sono la rifl essione,<br />
la rifrazione e l’interferenza. Si<br />
possono realizzare e visualizzare anche<br />
onde stazionarie.<br />
109
110<br />
L. Sc. “<strong>Leonardo</strong> <strong>da</strong> <strong>Vinci</strong>”-TREVISO<br />
CHE CURVE!<br />
Cl. IV - Mostre 2002 - 2003<br />
La cardioide<br />
La cicloide è una curva<br />
descritta <strong>da</strong> un punto di<br />
una circonferenza (<strong>per</strong><br />
esempio del bordo di una<br />
ruota) quando questa viene<br />
fatta rotolare senza<br />
strisciare lungo una linea<br />
retta.<br />
Il modello costruito serve<br />
<strong>per</strong> dimostrare come si<br />
determina l’area al di sotto<br />
della cicloide attraverso<br />
l’applicazione del Principio<br />
di Cavalieri e la costruzione<br />
della curva ‘compagna<br />
della cicloide’ (che è una<br />
sinusoide). L’area della fi -<br />
gura racchiusa <strong>da</strong>lla cicloide<br />
è tre volte quella del<br />
cerchio che la genera.<br />
L’inviluppo delle rette costituite <strong>da</strong>i fi li<br />
inseriti nei fori dei raggi di una ruota<br />
di bicicletta, individua una cardioide<br />
(“curva a forma di cuore”).<br />
Fissato un punto A su una circonferenza<br />
di centro O, congiungendo un<br />
punto P qualsiasi della circonferenza<br />
al corrispondente punto Q in modo<br />
tale che AÔP = PÔQ, si individua una<br />
retta dell’inviluppo. Ripetendo il procedimento<br />
a partire <strong>da</strong> un certo numero<br />
di punti P (quelli corrispondenti<br />
ai fori dei raggi, nel caso della ruota),<br />
le rette dell’inviluppo delineano la<br />
cardioide.<br />
La cardioide fa parte della famiglia<br />
delle epicicloidi, ovvero le curve descritte<br />
<strong>da</strong> un punto di una circonferenza<br />
che rotola su una secon<strong>da</strong> circonferenza<br />
fi ssa.<br />
La cicloide e la “compagna della cicloide”
“OSMOSI “<br />
Cl. V - Giornate della scienza 2006<br />
Le giornate della Scienza<br />
Se versiamo su un tessuto vivente,<br />
come quello di una pianta, dell’acqua<br />
molto salata anziché acqua naturale,<br />
osservando le cellule al microscopio<br />
si nota un loro repentino contrarsi e<br />
si vedono le membrane staccarsi <strong>da</strong>lle<br />
pareti cellulari; ciò avviene <strong>per</strong>ché<br />
le cellule si rimpiccioliscono <strong>per</strong>dendo<br />
parte della loro acqua, che fuoriesce<br />
verso la soluzione salina concentrata.<br />
Questo fenomeno si chiama osmosi<br />
e avviene ogni volta che due soluzioni<br />
a diversa concentrazione sono separate<br />
<strong>da</strong> una membrana selettivamente<br />
<strong>per</strong>meabile quale la membrana delle<br />
cellule. Per far ritornare le cellule alla<br />
dimensione normale è suffi ciente versare<br />
attorno ad esse dell’acqua distillata,<br />
che va a diluire la soluzione<br />
salina: ora l’osmosi avviene in senso<br />
inverso, poiché la cellula risulta più<br />
concentrata dell’acqua circostante, e<br />
l’acqua rientra all’interno delle membrane<br />
cellulari rigonfi andole.<br />
Preparazione di un vetrino con un frammento<br />
di foglia<br />
Cellula di spinacio contratta, col citoplasma<br />
staccatosi <strong>da</strong>lla parete<br />
Cellule di cipolle trattate con una soluzione<br />
salina concentrata, in cui (specie alle estremità)<br />
si vedono le membrane cellulari<br />
staccarsi <strong>da</strong>lle pareti <strong>per</strong> la contrazione delle<br />
cellule<br />
111
112<br />
L. Sc. “<strong>Leonardo</strong> <strong>da</strong> <strong>Vinci</strong>”-TREVISO<br />
LA CARICA ELETTRICA<br />
Cl. II - Mostra 2007<br />
In un <strong>per</strong>corso di fi sica sulla carica e la<br />
corrente elettrica si inizia con l’analisi di<br />
uno degli effetti del passaggio della carica<br />
in un circuito elettrico contenente<br />
una cella elettrolitica: la decomposizione<br />
dell’acqua in idrogeno e ossigeno<br />
gassosi. Si riesce ad osservare che il<br />
volume di idrogeno è circa il doppio di<br />
quello dell’ossigeno e con la prova alla<br />
fi amma si possono verifi care le proprietà<br />
dei due gas rispetto alla combustione.<br />
L’ossigeno, in quanto comburente, ravviva<br />
la fi amma di un fi ammifero mentre<br />
nell’idrogeno, essendo un combustibile,<br />
si produce un piccolo scoppio.<br />
In seguito si utilizza la decomposizione<br />
dell’acqua <strong>per</strong> misurare la carica elettrica<br />
che passa in diversi punti di un<br />
circuito <strong>per</strong> mezzo di ‘celle a idrogeno’<br />
in cui viene raccolto solo l’idrogeno<br />
gassoso prodotto <strong>da</strong>lla decomposizione<br />
dell’acqua. Si assume che il volume di<br />
idrogeno prodotto sia proporzionale alla<br />
carica elettrica che attraversa il punto<br />
del circuito in cui è posta la cella. Si<br />
ottiene così una prima misura indiretta<br />
della carica elettrica che ‘scorre’ in<br />
un circuito. Misurando in questo modo<br />
la carica elettrica che attraversa diversi<br />
punti di un circuito elettrico composto<br />
<strong>da</strong> celle e lampadine collegate in serie<br />
e in parallelo si <strong>per</strong>viene al principio<br />
di conservazione della carica elettrica.<br />
Successivamente collegando più celle<br />
in serie con una lampadina si discute<br />
dell’effetto del misuratore di carica in<br />
un circuito.<br />
La decomposizione dell’acqua<br />
Celle a idrogeno e lampadine
Le giornate della Scienza<br />
Cl. V - Giornate della scienza 2007 Cl. III - Concorso “Anacleto Mostra e Racconta”<br />
Nel modello sono presentati a confronto<br />
i collegamenti di tre lampadine<br />
uguali in serie e in parallelo.<br />
Nonostante la pila che alimenta<br />
il collegamento in parallelo abbia un<br />
voltaggio inferiore a quello della pila<br />
del collegamento in serie, si osserva<br />
che nel primo caso la luminosità delle<br />
lampadine è maggiore e quindi che<br />
è maggiore l’intensità della corrente<br />
che attraversa le lampadine in parallelo.<br />
Il modello si presta a discutere le<br />
caratteristiche dei due collegamenti e<br />
l’effetto della resistenza interna della<br />
pila.<br />
Una sferetta viene fatta scendere,<br />
partendo sempre <strong>da</strong>lla stessa altezza,<br />
lungo una gui<strong>da</strong> parabolica<br />
con l’ultimo tratto orizzontale. Alla<br />
fi ne del suo <strong>per</strong>corso, urta contro<br />
una biglia identica. Quando le due<br />
biglie cadono, lasciano una traccia<br />
su di un foglio di carta bianca posto<br />
a terra (grazie alla presenza di due<br />
fogli di carta carbone opportunamente<br />
posizionati). Confrontando<br />
la posizione delle due tracce con<br />
quella della proiezione del punto in<br />
cui le due sfere lasciano la rampa<br />
(ottenuta con un fi lo a piombo) e<br />
con quella della traccia lasciata <strong>da</strong><br />
una biglia lasciata cadere liberamente<br />
lungo la rampa (senza subire<br />
urti), è possibile avere informazioni<br />
sulla relazione tra l’energia cinetica<br />
e la quantità di moto iniziale<br />
e fi nale del sistema.<br />
Lampadine in serie e in parallelo<br />
Urti obliqui<br />
113
114<br />
LOCANDINE E DÉPLIANT<br />
RETE LES DI TREVISO V CIRCOLO - TREVISO<br />
GIORNATE<br />
DELLA SCIENZA<br />
-<br />
MOSTRE - DIMOSTRAZIONI<br />
DI ESPERIMENTI E GIOCHI<br />
SULLA SCIENZA:<br />
Sc. dell’Infanzia “Barbisan” il 3-03-’06<br />
Sc. Primaria “Carducci” <strong>da</strong>l 3 al 7 -04-‘06<br />
Sc. Primaria “Collodi” <strong>da</strong>l 27-03 all’1 -04-‘06<br />
Sc. Primaria “Valeri” <strong>da</strong>l 27-03 all’1 -04-‘06<br />
Sc. Primaria “Vittorino <strong>da</strong> Feltre” <strong>da</strong>l 27 - 03 all’1 -04-‘06<br />
Sc. Primaria “Toniolo” <strong>da</strong>ll’8 al 13 -05-‘06<br />
APERTURA AI VISITATORI<br />
Scuola “Carducci” VENERDI’ 7-04-’06 <strong>da</strong>lle 15 alle 16,15<br />
Scuola “Collodi” MERCOLEDI’ 29-03-’06 <strong>da</strong>lle 11 alle 12,30<br />
Scuola “Valeri” GIOVEDI’ 30-03-’06 <strong>da</strong>lle15,15 alle16,15
RETE LES di TREVISO<br />
V CIRCOLO di TREVISO<br />
LE GIORNATE<br />
DELLA SCIENZA<br />
MOSTRE E DIMOSTRAZIONI DI ESPERIMENTI E GIOCHI SULLA SCIENZA<br />
DAL 21 AL 26 MAGGIO 2007<br />
SCUOLA dell’INFANZIA “BARBISAN”<br />
“ACQUA”<br />
SCUOLA PRIMARIA “CARDUCCI”<br />
“SENSI E MATERIALI” cl. I A e B - “SUONO” cl. III B<br />
“ELETTRICITA’ “ cl. IV A e B - “CALORE” cl. V A e B<br />
SCUOLA PRIMARIA “COLLODI”<br />
“ACQUA” cl. II e III - “LUCE” cl. IV - “SUONO” cl. V<br />
SCUOLA PRIMARIA “TONIOLO”<br />
“ “MISCUGLI E SOLUZIONI” cl. II A e B - “GALLEGGIAMENTO” cl. III A e B<br />
“ARIA” cl. IV - “ELETTRICITA’ “ cl. V A e B<br />
SCUOLA PRIMARIA “VALERI”<br />
“MATERIALI” cl. I - “TRASFORMAZIONI” cl. II - “CHIMICA” cl. V<br />
SCUOLA PRIMARIA “VITTORINO <strong>da</strong> FELTRE”<br />
“CALORE” cl. IV - “ENERGIA” cl. V<br />
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116<br />
DOCENTI COINVOLTI NELLE ATTIVITÁ DELLA RETE L.E.S.<br />
DI TREVISO<br />
<strong>Liceo</strong> “Da <strong>Vinci</strong>” TV: Matematica e fi sica : Arciero Liliana, Bari Luisa, Battagion Chiara, Briscuso Fortunata,<br />
Carlassara Andrea, Dato Sebastiano, Fiorito Gemma, Florian Paolo, Notari Silvia, Profi ce Maria Antonella,<br />
Ronfi ni Francesca, Troncon Patrizia- Scienze : Billio Rita, Cefi s Maria Luigia, Desidera Giorgio, Ferronato<br />
Orietta, Lo Nigro Ettore, Maurogiovanni Giovanna, Zanata Michele Insegnanti e assistenti tecnici : Cal<strong>da</strong>to<br />
Silvio, Francescato Luciano, Lorenzon Ornella, Magro Provino<br />
liceo<strong>da</strong>vinci@tin.it<br />
V Cir. Did. - TV: Albanese Antonella, Barbon Elisabetta, Bedin Monica, Bernardi Anna, Borsato Stefania,<br />
Bresolin Chiara, Busa Patrizia, Campeol Tiziana, Carnio Elena. Castoro Grazia, Conte Sabrina, Cosenza Giannunzia,<br />
Cenedese Mariella, Degiampietro Claudia, De Longhi Paola, Dettole Rita, Fon<strong>da</strong> Clara, Foresta Maria,<br />
Gardin Chiara, Gazzola Nadia, Gua<strong>da</strong>gna Lore<strong>da</strong>na, Gui<strong>da</strong> Giuditta, Marcello Katia, Mignani Patrizia, Moroldo<br />
Ivana, Moscon Gabriella, Pellegrino Concetta, Santantonio Luana, Vella Rita, Sales Paola, Sartorelli Lin<strong>da</strong>,<br />
Scarpa Monica, Trappolini Quirina, Zago Mariagrazia, Zottarel Lina<br />
tvee005001@istruzione.it<br />
Cir.Did. Paese: Barbera Rosy, Baradel Paola, Begolo Debora, Berto Flavia, Biral Mariangela, Calatroni El<strong>da</strong>,<br />
Cal<strong>da</strong>to Enrichetta, Carniato Raffaella, Caso Filomena, Cavadin Elisabetta, Facchin Maria, Fantin Daniela,<br />
Favero Raffaela, Favotto Carla, Fiorin M.Rita, Gitto Gigliola, Involata Chiara, Irsara Ester, Isoldi Enrica,<br />
Judica Cinzia, Lauritano Patrizia, Lazzari Ornella, Lombardo M.Rosa, Marcon Grazia, Merotto Mara, Moretto<br />
Lore<strong>da</strong>na, Piaser Francesca, Piovesan Ornella, Pivato M.Grazia, Santon Rosanna, Scognamiglio Rosa, Scotton<br />
Antonella, Severin Annamaria, Severin Luigia, Tosatto Maura, Urio Lucia, Zanchetta Alba<br />
dirpaese@tin.it<br />
S.M. “Coletti”- TV : Barbara Mariella, Bettiol Rossella, Boccalon Gianluigi, Boccardo Silvia, Dotto Lilliana,<br />
Fazzello Rita Domenica, Pellegrini Irma, Runello Fabio, Saccardi Susanna, Turra Sandra<br />
info@scuolamediacoletti.it<br />
colettisb@quipo.it<br />
S.M. Roncade : Benedetti Costantino, Malgarotto Annamaria, Pianesi Claudio<br />
I.C. Bre<strong>da</strong> di Piave: Bresolin Luciana, Calcaterra Francesca, Da Tos Raffaella, Giovannini Carla, Gigante<br />
Marina, Grillo Paola, Ingrosso Raffaella, Moscon Franca, Poletto Luisa, Scarabello Adelaide, Zaffalon Afra,<br />
Zavan Annalisa<br />
icscuolebre<strong>da</strong>@libero.it<br />
I.C. Carbonera: Carestiato Mario, Casellato Vanna, Corbanese Nadia, Giacomini Giovanna, Lupato Angela,<br />
Masi Marvi, Mezzavilla Francesco, Pagnoscin Bruno, Saccardo Gabriella, Sartor Lorena, Sasso Luisa<br />
segreteria@iccarbonera.it<br />
I.C. Masera<strong>da</strong>: Bianchin Loretta, Buosi Natascia, Carniato Sergio, Carniel Alberto, Caruzzo Sabrina, Coassin<br />
Mariagrazia, Cuch Antonietta, Moro Paola, Vettori Giuliano<br />
istruzionemasera<strong>da</strong>@treehtml.it<br />
I.C. Quinto: Antonello Annalisa, Barbisan Vito, Benendo Paola, Cagnin Donatella, Cal<strong>da</strong>to Mara, Casagrande<br />
Roberta, Cunial Germana, Dall’Arno Patrizia, D’Ambroggio Manuela, Favaretto Marilena, Franceschi Franco,<br />
Franzoi Renata, Galassi Anna Maria, Gnocato Paola, La Piccirella Giuseppina, Mezzalana Maria Antonietta,<br />
Nestola Daniela, Sabbatini Francesca, Serra Simonetta, Tundo Raffaella, Vallo Patrizia, Venturini Giancarlo<br />
segreteria@icquintotv.it<br />
I.C. Zero Branco: Artusi Nicla, Bison Otello, Cagliari Letteria, Callegaro Donatella, Cappellesso Fausta, Cinà<br />
Antonio, Corich Fabiana, Dametto Marcella, De Marchi Oriana, De Zottis Renzo, Di Francesco Giuseppina,<br />
Favino Francesco, Ferrentino Rosalia, Gheller Rosanna, Magro Tiziana, Marazzato Sonia, Mattiello Giuliana,<br />
Miglioranza Flavia, Paladin Lucia, Schiffi ni Rossana, Semenzato Francesca, Soligo Angela, Stecca Manuela,<br />
Tiveron Giovanni, Visentin Lara, Volpini Pierluigi, Zanella Laura<br />
iczerobranco@libero.it
DIRIGENTI SCOLASTICI<br />
<strong>Liceo</strong> “Da <strong>Vinci</strong>” TV: M. Giuseppina <strong>Vinci</strong>torio - V Cir. Did.- TV: Paolo Lucchi -<br />
Cir.Did. Paese: Maria Piovesan - S.M. “Coletti”-TV: Afro Groppo - S.M. Roncade: Romano De Candido<br />
I.C. Bre<strong>da</strong> di Piave: Sandro Corradini - I.C. Carbonera: Francesco Tammaro<br />
I.C. Masera<strong>da</strong>: Giovanni Robotti - I.C. Quinto: Carla De Na<strong>da</strong>i - I.C. Zero Branco: Daniela Bettini<br />
SI RINGRAZIANO PER LA COLLABORAZIONE<br />
Emilio Balzano Città della Scienza e Università Federico II di Napoli<br />
Giulio Calvelli Università di Padova<br />
Giuliana Cavaggioni AIF e CIRD Università di Trieste<br />
Paolo Guidoni Università Federico II di Napoli<br />
Giorgio Hausermann Alta Scuola Pe<strong>da</strong>gogica di Locarno - Svizzera<br />
Lucia Papa AIF<br />
Giuliano Biasiotto ex D.S. <strong>Liceo</strong> Sc. “Da <strong>Vinci</strong>” TV<br />
Gianfranco Fenti ex D.S. I.C. di Spresiano<br />
Grazio Maurizio D.S. I.C. di Borso del Grappa<br />
Marco Mantengoli ex D.S. I.C. di Quinto e Zero Branco<br />
Federico Montanari ex D.S. <strong>Liceo</strong> Sc. “Da <strong>Vinci</strong>” TV<br />
CON IL PATROCINIO DELLA PROVINCIA DI TREVISO<br />
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118<br />
PROGETTO GRAFICO<br />
Mignani Patrizia, Benvegnù Tiziano<br />
fi nito di stampare nel settembre 2007<br />
Grafi che Tintoretto - Carità di Villorba - <strong>Treviso</strong><br />
Tutti i diritti sono riservati
120<br />
Rete L.E.S. <strong>Treviso</strong>