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Carnet_di_Marcia_2010_2 - Gruppo Roma 65

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<strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong> B<br />

Scout d’Europa<br />

Cor aggio<br />

SALE IN ZUCCA<br />

“ONLY THE BRAVE!”<br />

pag. 6 - 9<br />

PER SCOLTE E ROVER<br />

CADENDO DA CAVALLO...<br />

Coraggio, non abbiate paura,<br />

sono IO.<br />

pag. 14 - 15<br />

APERTA-MENTE<br />

Un giglio nel fango<br />

pag. 18 - 19<br />

SCIENZA DEI BOSCHI<br />

Cibi adatti alla Strada<br />

pag. 28 - 29<br />

- <strong>2010</strong><br />

Rivista mensile, maggio <strong>2010</strong> • n. 5<br />

anno XXXIV • Sped. in abb. post.<br />

Art. 2, Comma 20/c, Legge 662/96<br />

Filiale <strong>di</strong> Padova • ISSN 1127-0667


INCHIESTA<br />

CAPITOLO<br />

IMPRESA<br />

RUBRICHE<br />

<strong>Carnet</strong> <strong>di</strong> <strong>Marcia</strong> • B - <strong>2010</strong> SCOUT D’EUROPA<br />

Parole all’immagine ........................................................3<br />

E<strong>di</strong>toriale<br />

Il coraggio della normalità..............................................4<br />

Sale in zucca<br />

“Only the brave”...............................................................6<br />

Raoul Follereau...............................................................10<br />

Io non ho paura ..............................................................13<br />

Cadendo da cavallo... infuocando il mondo<br />

Coraggio, non abbiate paura, sono IO ........................14<br />

Treppie<strong>di</strong>, una proposta<br />

Coraggio: temerarietà o virtù .......................................16<br />

Apertamente<br />

Un giglio nel fango .........................................................18<br />

Giocare il gioco<br />

Il tuo autoroscopo ..........................................................20<br />

Vita da Rover... vita da scolta<br />

Notte bianca con Paolo ................................................22<br />

Che hai fatto al campo? ................................................24<br />

Servizio in Abruzzo.........................................................25<br />

Custo<strong>di</strong> della terra<br />

Fermate l’auto, voglio scendere ..................................26<br />

Scienza dei boschi<br />

Cibi adatti alla strada.....................................................28<br />

Vita associativa<br />

Di più saremo insieme ...................................................30<br />

Piano redazionale<br />

2009 - 2012 .......................................................................31<br />

L’altracopertina<br />

Rifl ettendo sul… dolore ................................................32<br />

Sommario Parole all’immagine<br />

Rivista mensile Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici della<br />

Federazione dello Scautismo Europeo.<br />

Anno XXXIV • n. 5, maggio <strong>2010</strong> - <strong>Carnet</strong> <strong>di</strong> <strong>Marcia</strong> per Scolte e Rover<br />

Direttore Responsabile<br />

Giuseppe Losurdo<br />

Direttori<br />

Michela Bertoni, Gipo Montesanto<br />

REDAZIONE DI CDM<br />

Coor<strong>di</strong>namento redazionale<br />

Tullia Di Addario, Giorgio Sclip<br />

RESPONSABILI RUBRICHE<br />

• APERTAMENTE:<br />

Vania Ribeca, Martino Piovesan.<br />

• CADENDO DA CAVALLO...infuocando il mondo:<br />

Don Fabio Gollinucci e fra<br />

Basito.<br />

• SALE IN ZUCCA:<br />

Monica D’Atti, Aline Cantono <strong>di</strong> Ceva ed Elena Pillepich.<br />

• VITA DA ROVER, VITA DA SCOLTA:<br />

Elena Bratti, Paolo Morassi.<br />

• CUSTODI DELLA TERRA:<br />

Marco Fioretti.<br />

• SCIENZA DEI BOSCHI E OCCHIO! : Marco Fioretti.<br />

• TREPPIEDI, UNA PROPOSTA:<br />

Commissari <strong>di</strong> Branca<br />

• L’ALTRACOPERTINA:<br />

Giorgio Sclip<br />

In redazione anche<br />

Elena Bratti, Micaela Moro, Gipo Montesanto, Carla Palermo.<br />

Hanno collaborato in questo numero:<br />

Aline Cantono <strong>di</strong> Ceva, Tullia Di Addario, Giorgio Sclip, Don Fabio Gollinucci,<br />

Micaela Gentilucci, Nicola Pozzobon, Elena Pillepich, Gipo Montesanto, Vania<br />

Ribecca, Martino Piovesan, Marco Fioretti.<br />

Progetto grafi co<br />

simone.salamone@email.it<br />

Direzione, Redazione e Amministrazione<br />

Via Anicia 10 • 00153 <strong>Roma</strong><br />

Aut. del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Roma</strong> n. 17404 del 29/09/1978 • Sped. in abb. post. Art. 2<br />

Comma 20/c, Legge 662/96 • Fil. <strong>di</strong> Padova ISSN 1127-0667<br />

Stampa<br />

T. Zaramella - Selvazzano PD<br />

anoscritti e foto, anche se non pubblicati, non si restituiscono, salvo<br />

M<strong>di</strong>verso accordo precedente con la Direzione. Tutti i collaboratori hanno<br />

la responsabilità e conservano la proprietà delle loro opere. La riproduzione <strong>di</strong><br />

scritti comparsi in questa rivista è concessa a con<strong>di</strong>zione che ne venga citata<br />

la fonte.<br />

Chiuso in Redazione marzo <strong>2010</strong><br />

Ringraziamo tutti coloro che ci hanno scritto e che ancora non vedono pubblicato su questo numero il loro<br />

contributo! Tranquilli, sarete sul prossimo!!<br />

“Molte volte<br />

più nelle cose piccole<br />

che nelle gran<strong>di</strong><br />

si conoscono i coraggiosi.”<br />

[Baldassarre Castiglione]<br />

2 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

3


E<strong>di</strong>toriale<br />

Giorgio Sclip ................................................................................................. modo <strong>di</strong> vivere un pomeriggio del genere: sco- scoprirne<br />

il lato <strong>di</strong>vertente, accettarlo con ironia,<br />

guardare i miei fi gli mentre guardano a loro volta<br />

Il coraggio<br />

della normalità<br />

lo schermo incantati, pensare che la mia presenza<br />

al loro fi anco è utile in questo momento della<br />

loro vita, gustarmi il presente e le piccole gioie<br />

che lo accompagnano sempre e comunque.<br />

Non credo che queste sensazioni siano tanto<br />

<strong>di</strong>stanti da ciò che si può provare anche senza<br />

avere ancora l’impegno <strong>di</strong> una famiglia e dei fi gli.<br />

È normale che esista la<br />

Anzi, qualcosa <strong>di</strong> simile può essere l’esperienza<br />

paura, in ogni uomo,<br />

del servizio che svolgiamo nelle unità.<br />

l’importante è che sia<br />

Spesso il nostro lavoro ci pesa, ci sembra poco<br />

accompagnata dal<br />

effi cace, non ne ve<strong>di</strong>amo i risultati, pensiamo<br />

coraggio. Non bisogna<br />

a come potremmo passare il tempo invece <strong>di</strong><br />

lasciarsi sopraffare<br />

essere qui con il nostro incarico <strong>di</strong> servizio sul<br />

dalla paura, altrimenti<br />

groppone. Altre volte, invece, riusciamo ad in-<br />

<strong>di</strong>venta un ostacolo che<br />

tuire la grandezza <strong>di</strong> ciò che stiamo facendo,<br />

impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> andare<br />

siamo in grado <strong>di</strong> cogliere la bellezza dell’attimo<br />

avanti.<br />

che stiamo vivendo.<br />

È questo il grande salto che ci viene richie-<br />

(Paolo Borsellino)<br />

sto, e presuppone un grande coraggio, e sai<br />

perché? Perché generalmente nel mondo in cui<br />

viviamo ciò che viene prima è l’Io. Io con il Mio<br />

<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> usare il Mio tempo per coltivare i Miei<br />

interessi, per occuparmi del Mio futuro, della<br />

Mia carriera, della Mia vita. Gesù invece ci propone<br />

un salto.<br />

Ci <strong>di</strong>ce: cambia, apriti, non ci sei solo Tu, o meglio,<br />

Tu ci sei e sei importante, ma ci sono anche<br />

gli altri, i tuoi fratelli. E allora salta, non guardarti<br />

in<strong>di</strong>etro, non aggrapparti a quella che alla fi ne<br />

Se penso alla parola coraggio, banalmente,<br />

mi balza agli occhi l’immagine <strong>di</strong> un salto<br />

nel vuoto – più in particolare, a voi posso<br />

cavallo selvaggio. Diciamo che invece mi capita<br />

<strong>di</strong> frequente <strong>di</strong> rinunciare ad attività più interessanti<br />

per guardare assieme ai miei fi gli un car-<br />

facile, in questi pomeriggi, provare un misto <strong>di</strong><br />

rassegnazione, autocommiserazione, noia, solitu<strong>di</strong>ne,<br />

a volte fasti<strong>di</strong>o se magari contemporanea-<br />

è solo l’illusione <strong>di</strong> un Io felice e perfetto. Abbi<br />

il coraggio <strong>di</strong> saltare, <strong>di</strong> rischiare, <strong>di</strong> fare fatica,<br />

<strong>di</strong> metterti in <strong>di</strong>scussione, <strong>di</strong> abbandonare la<br />

confessarlo, la scena del cartone “Spirit” in cui tone animato.<br />

mente c’è una importante e bella partita sull’altro terra rassicurante sotto i tuoi pie<strong>di</strong>, mentre salti<br />

il pellerossa e il suo cavallo, con un salto incre<strong>di</strong>- Onestamente, non credo però che un’attività<br />

canale, oppure i tuoi amici sono impegnati negli guarda il blu del cielo, punta in alto, e poi atterra<br />

bile da una cima all’altra del Canyon, riescono a <strong>di</strong> questo tipo, specie se protratta nel tempo,<br />

stessi istanti in una fantastica avventura “che <strong>di</strong> nuovo, ma su una terra nuova, magari scono-<br />

sfuggire ai soldati. Il loro comandante, dopo il richieda meno coraggio... E sai perché? Perché<br />

rimarrà nella storia”.<br />

sciuta, magari su un sentiero più impervio, per<br />

salto, li guarda con rispetto e rinuncia a sparare mentre lo fai non hai l’impressione <strong>di</strong> compiere<br />

Sia ben chiaro, non è che mi senta sempre così, una vita ricca <strong>di</strong> senso, <strong>di</strong> impegno, per una vita<br />

riconoscendo in questo modo il loro valore. un’impresa memorabile, un’azione grande, che<br />

ma, soprattutto quando sono stanco, c’è la ten- che è dono.<br />

È inutile <strong>di</strong>re che io <strong>di</strong> solito non mi ritrovo a meriti rispetto da parte degli amici, conoscenti<br />

tazione a lasciarsi andare a pensieri <strong>di</strong> questo<br />

dover saltare sopra un abisso in groppa ad un e più in generale della società. Anzi, è molto<br />

tipo. Voglio soffermarmi ora con voi su un altro<br />

Giorgio Sclip<br />

4 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

5


Sale in Zucca interviste<br />

Aline Cantono <strong>di</strong> Ceva .................................................................................. “ONLY THE BRAVE!”<br />

• Gerry, da vedente mi viene subito subito<br />

da chiederti: ma quanto coraggio ci vuole<br />

a vivere in un mondo dove gli ostacoli<br />

non li avverti se non quando ci sei let-<br />

• Le situazioni nuove (tipo ambienti ma anche<br />

persone), che solitamente per chi ci<br />

vede sono fonte <strong>di</strong> eccitazione ed entusiasmo,<br />

per te immagino siano esperienteralmente<br />

fi nito contro? A me, nei tuoi ze faticosissime non sapendo come muo-<br />

Intervista a Gerry (ex-inquilino del Grande Fratello)<br />

panni, il non poter “parare il colpo” deverti e non potendo valutare lo sguardo<br />

stabilizzerebbe alquanto!<br />

<strong>di</strong> chi hai <strong>di</strong> fronte…<br />

SSei un concorrente del “Milionario”, arrivi<br />

alla domanda da 30.000 €… gli aiuti sono<br />

fi niti: è stato già usato il 50/50, il parere<br />

uscir fuori quando si è con le spalle al muro…<br />

faccio mente locale… uh quanti esempi vengon<br />

fuori!: c’è il coraggio straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Madre Tere-<br />

La grande <strong>di</strong>fferenza tra me e te è che io, essendo<br />

nato cieco, ho avuto la possibilità nel tempo<br />

È vero che quando sei cieco come una talpa non<br />

puoi affi darti allo sguardo che sicuramente aiuta<br />

del pubblico e la chiamata a casa… il presentatosa o <strong>di</strong> Gandhi che cambiano il mondo pur non<br />

<strong>di</strong> imparare ad accettare e convivere con questa a cogliere subito chi hai <strong>di</strong> fronte. Però quando<br />

re esclama: “Only the brave!” (tradotto “va avan- essendo giganti forzuti e muscolosi; quello del<br />

mia situazione. Questo non vale per tutti colo- non ve<strong>di</strong> dalla nascita ti concentri più su gli alti<br />

solo chi ha coraggio”)… Tu che fai? Mi<br />

marito-padre-nonno <strong>di</strong> Erba che perdona<br />

ro che sono ciechi, ma prima dell’essere cieco tri sensi e presti molta più attenzione ai suoni,<br />

pare evidente: l’audacia è stretta-<br />

gli assassini senza essere obbligato<br />

per me conta la persona con i suoi limiti e i suoi all’intonazione della voce, alle sensazioni tattili<br />

mente correlata al Rischio, ma<br />

a farlo; quello <strong>di</strong> sportivi come il<br />

pregi. Sicuramente ci vuole coraggio e tanta for- scaturite da una stretta <strong>di</strong> mano, dall’intensità <strong>di</strong><br />

anche alla Prudenza. Ci pen-<br />

pilota Alex Zanar<strong>di</strong> che affronta<br />

za <strong>di</strong> volontà ad affrontare e superare gli ostacoli un abbraccio, ecc.<br />

so su un attimo: devo valuta-<br />

la fi sioterapia dopo un inci-<br />

della vita… ma gli ostacoli che intendo io sono Per mia natura non mi spaventa rapportarmi con<br />

re bene le mie conoscenze<br />

dente decisamente invali-<br />

più <strong>di</strong> tipo mentale che fi sici. E poi con il tempo persone e situazioni nuove, anzi sono incuriosi-<br />

e le mie forze e soprattutto<br />

dante; quello <strong>di</strong> persone non<br />

ci si abitua anche a trovare la propria modalità ad to dalle nuove esperienze perché penso che dal<br />

se ne vale davvero la pena,<br />

note come la mia compagna<br />

imparare a parare i colpi e reagire ai limiti supe- confrontarsi con situazioni e persone <strong>di</strong>verse da<br />

cosa perdo e cosa guada-<br />

<strong>di</strong> banco Federica che da<br />

rando giorno dopo giorno il timore e la paura <strong>di</strong> me ho sempre tanto da imparare.<br />

gno… già perché il “corag-<br />

adolescente incinta ha lotta-<br />

non farcela.<br />

gioso” non è chi si butta “a<br />

to per far nascere il suo bam-<br />

pesce” senza rifl ettere e solo<br />

bino (oggi uno dei ragazzini più<br />

per <strong>di</strong>mostrare <strong>di</strong> non essere vi-<br />

speciali che io conosca); o quello<br />

gliacco… Il “coraggioso” è qualcu-<br />

silenzioso <strong>di</strong> mio padre che, pur nella<br />

no che usa la testa e, <strong>di</strong> fronte all’Ignoto<br />

malattia, conservava l’allegria rifi utando<br />

e all’Incognita, è timoroso ma non terrorizzato, il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> lamentarsi; c’è il coraggio <strong>di</strong> Giovan-<br />

conosce i propri limiti ma è sollevato dal farsi na (guarda CdM “Sogni”) che l’ha trascinata via<br />

portare a braccetto dalla Provvidenza. (Mi viene da una situazione paludosa e del cavolo come la<br />

tanto la voglia <strong>di</strong> aprire un meraviglioso <strong>di</strong>scorso droga; dell’uomo che decide <strong>di</strong> sposare la sua<br />

sulla capacità, del “prode” credente, <strong>di</strong> ricono- amata in tempi dove è un vanto essere single;<br />

scere i segni della vicinanza <strong>di</strong> un Papà celeste del Rover che si <strong>di</strong>stacca dal gruppetto <strong>di</strong> teppi-<br />

che si prende cura dei suoi fi gli sussurrando loro stelli della sua classe per rimanere coerente con<br />

“Fidati! Buttati!”… ma questa è una storia che i suoi principi; della Scolta che rinuncia ad essere<br />

va spiegata con calma e qui mi fermo). Personal- appariscente per restare se stessa… E poi c’è il<br />

mente ho la netta percezione <strong>di</strong> dover fare i conti coraggio <strong>di</strong> alzarsi tutte le mattine con la voglia<br />

con il mio “coraggio” quando mi ritrovo faccia a <strong>di</strong> vivere, <strong>di</strong> affrontare la giornata, <strong>di</strong> sentire (con<br />

faccia con una <strong>di</strong>ffi cile Decisione che mi obbli- il cuore e non solo al telefono!) le persone e gli<br />

ga ad una Scelta: “Prendere o lasciare”, “Carpe eventi… il che non è sempre così semplice come<br />

Diem”, “Ogni lasciata è persa”, “Ora o mai più”. sembra... ne sa qualcosa Gerry, ex-inquilino della<br />

Rifl etto meglio, effettivamente non è affatto detto<br />

che suddetta virtù debba necessariamente<br />

casa del Grande Fratello, cieco.<br />

6 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

7


• Ho partecipato ad una delle tue cene nel<br />

buio: mi spiegavi che per creare l’oscurità<br />

assoluta nella sala <strong>di</strong> un ristorante, è<br />

capace che il personale addetto debba<br />

lavorare per un giorno intero, perché non<br />

basta chiudere le imposte delle fi nestre<br />

e spengere la luce… mi sono trovata con<br />

i miei amici in un ambiente sconosciuto,<br />

senza in<strong>di</strong>cazioni che mi facessero capire<br />

dov’ero… non scontato il detto “sempli-<br />

Il bello e la straor<strong>di</strong>narietà della Cena nel buio<br />

è proprio questo: mettersi completamente in<br />

gioco privandosi per una sera del senso predominante<br />

della vista, tentando nel buio totale <strong>di</strong><br />

risvegliare gli altri sensi, mettendo in gioco se<br />

stessi nel provare a compiere delle azioni normali<br />

come mangiare, bere, conversare, scambiarsi<br />

impressioni, ecc il tutto, però, senza af-<br />

Sale in Zucca interviste<br />

ce come bere un bicchier d’acqua”: vai<br />

un pò a trovare la bottiglia, il bicchiere<br />

e versare il liquido senza fare il bagno al<br />

tuo vicino!… quasi impossibile riuscire a<br />

fare una conversazione: chi mi è <strong>di</strong> fronte<br />

mi starà dando retta? Avrà capito che la<br />

domanda è rivolta proprio a lui? Forse se<br />

urlo mi sente meglio… insomma dopo un<br />

pò il caos totale!<br />

fi darsi e magari anche con<strong>di</strong>zionarsi da quello<br />

che si vede, compreso il cenare senza vedere<br />

cosa si mangia, ma assaporandolo con il vero<br />

senso del gusto. La Cena nel buio è una sfi -<br />

da che ogni partecipante vive a proprio modo<br />

e quello che questa esperienza lascia è assolutamente<br />

molto soggettivo, come il modo <strong>di</strong><br />

accostarsi all’iniziativa.<br />

•<br />

Cos’è il coraggio?<br />

Personalmente penso che il coraggio sia la capacità<br />

<strong>di</strong> guardare i propri limiti e, dopo averli visti,<br />

tentare giorno dopo giorno <strong>di</strong> superarli per essere<br />

una persona migliore e vivere più in armonia con<br />

gli altri e con se stessi. Per fare questo ci vuole<br />

coraggio. Non tutti lo possiedono allo stesso<br />

modo. Spesso sono le situazioni e le avversità<br />

della vita che ci consentono <strong>di</strong> scoprire che in<br />

fondo il coraggio è una dote soggettiva. Tutti lo<br />

posse<strong>di</strong>amo, pochi lo sanno utilizzare a gestire<br />

al meglio. In conclusione, la mia partecipazione<br />

al GF9 come il primo concorrente <strong>di</strong>sabile nella<br />

storia dei reality in Italia, ha comportato una forte<br />

dose <strong>di</strong> coraggio per decidere <strong>di</strong> affrontare una<br />

situazione nuova e tanto <strong>di</strong>versa dalle mie solite<br />

abitu<strong>di</strong>ni. Il coraggio più grande è stato per me<br />

sentire la voglia <strong>di</strong> confrontarmi, ancora una volta<br />

nella mia vita, con dei nuovi limiti fi sici e con<br />

una bella dose <strong>di</strong> CORAGGIO! Esistono <strong>di</strong>verse<br />

forme <strong>di</strong> cecità: sicuramente io ne ho una, ma la<br />

mia non è <strong>di</strong> tipo mentale…<br />

alinecantono@libero.it<br />

PS: una “cena nel buio” potrebbe essere un’attività molto interessante anche<br />

per Clans e Fuochi, per info, date e luoghi: www.cenanelbuio.com e<br />

per prenotazione chiamare il 388.4433311<br />

8 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

9


Sale in Zucca<br />

Elena Pillepich .............................................................................................. così a tenere conferenze, manifestando la sua ira continuata dall’AIFO - Associazione Italiana Amici<br />

R aoul Follereau<br />

su giornali e libri; contemporaneamente compie<br />

l’equivalente <strong>di</strong> ben trentuno volte il giro del mondo<br />

per raccogliere fon<strong>di</strong> per curare i malati <strong>di</strong> leb-<br />

<strong>di</strong> Raoul Follereau<br />

Ed ecco il suo Testamento:<br />

bra. Nascono altre iniziative, come la “giornata del Giovani <strong>di</strong> tutto il mondo, o la guerra o la pace sono per voi.<br />

Nasce a Nevers, in Francia, il 17 agosto<br />

1903 da una ricca famiglia <strong>di</strong> industriali.<br />

è stato un giornalista, fi lantropo e poeta<br />

che costituiranno la resistenza francese, in un convento<br />

<strong>di</strong> suore alla periferia <strong>di</strong> Lione. Parlando però<br />

con madre Eugenia, superiora generale delle Suo-<br />

lebbroso”, i “soccorsi urgenti” e la “scarpetta del<br />

lebbroso”, che ogni bambino può mettere al camino<br />

sotto Natale. Rendendosi conto che questa<br />

Scrivevo, venticinque anni fa: “O gli uomini impareranno ad<br />

amarsi e, infi ne, l’uomo vivrà per l’uomo, o gli uomini moriranno.<br />

Il nostro mondo non ha che questa alternativa: amarsi o<br />

francese. Nel 1918 incontra Madeleine Boudou, re Missionarie, recatasi in Costa d’Avorio e venuta<br />

malattia non sarà mai vinta fi no a quando milioni <strong>di</strong> scomparire. Bisogna scegliere. Subito. E per sempre. Ieri, l’al-<br />

con la quale trascorrerà tutta la vita. Stu<strong>di</strong>a <strong>di</strong>ritto e anche lei in contatto con la realtà dei lebbrosi, Fol-<br />

persone saranno colpite dalla povertà, dallo sfrutlarme. Domani, l’inferno. I Gran<strong>di</strong> – questi giganti che hanno<br />

fi losofi a, si fa notare per le sue profonde convinziolereau decide allora cosa fare: esce dal convento,<br />

tamento, dalla guerra, allarga il <strong>di</strong>scorso a quelle cessato <strong>di</strong> essere uomini – possiedono, nelle loro turpi colleni<br />

cattoliche, ma anche come poeta, giornalista e parte per una serie <strong>di</strong> conferenze in tutta la Francia,<br />

che lui chiama le “altre lebbre”: l’in<strong>di</strong>fferenza, zioni <strong>di</strong> morte, 20.000 bombe all’idrogeno, <strong>di</strong> cui una sola è<br />

conferenziere. Nel 1935 seguendo, per interesse denunciano le con<strong>di</strong>zioni dei lebbrosi e chiedendo<br />

l’egoismo, l’ingiustizia. Scrive ai capi <strong>di</strong> stato, pro- suffi ciente a trasformare un’intera Metropoli in un immenso<br />

personale e come inviato speciale del giornale “La fon<strong>di</strong> a chi è <strong>di</strong>sposto a dargli una mano. Nel 1942,<br />

pone lo sciopero dell’egoismo, denuncia, senza cimitero. Ed essi continuano la loro mostruosa industria pro-<br />

Nation”, le orme del missionario Charles de Fou- in piena guerra, lancia l’iniziativa <strong>di</strong> solidarietà L’ora<br />

riguar<strong>di</strong> per nessuno, l’ingiustizia e l’ipocrisia in ducendo tre bombe ogni 24 ore. L’Apocalisse è all’angolo della<br />

cauld, durante un safari in Africa viene a contatto dei poveri.<br />

altre decine <strong>di</strong> scritti e altre migliaia <strong>di</strong> conferenze. strada. Ragazzi, Ragazze <strong>di</strong> tutto il mondo, sarete voi a <strong>di</strong>re<br />

per la prima volta con la terribile realtà dei lebbrosi. Follereau continua la sua “crociata” nei duri anni<br />

Promuove nel 1954 la Giornata mon<strong>di</strong>ale dei “NO” al suici<strong>di</strong>o dell’umanità. “Signore, vorrei tanto aiutare<br />

Questo incontro cambia la sua vita. Scioccato da successivi, mentre la guerra infuria. -<br />

malati <strong>di</strong> lebbra, celebrata tuttora in 150 paesi. gli altri a vivere”. Questa fu la mia preghiera <strong>di</strong> adolescente.<br />

ciò che ha visto, Follereau si reca in Francia per Nel 1946 lancia il Natale del Padre de Foucauld<br />

Tra il 1964 e il 1969 anima la campagna “il costo Credo <strong>di</strong> esserne rimasto, per tutta la mia vita, fedele… Ed ec-<br />

fare qualcosa per quei “sepolti vivi”, per coloro che e fonda L’Or<strong>di</strong>ne della Carità che <strong>di</strong>verrà in se-<br />

<strong>di</strong> un giorno <strong>di</strong> guerra per la pace”, rivolta all’ONU, comi al crepuscolo <strong>di</strong> una esistenza che ho condotto il meglio<br />

chiama la “sottospecie umana guito la Fondazione Raoul Follereau. Nel 1953<br />

a cui aderiscono 4 milioni <strong>di</strong> giovani in 125 paesi. possibile, ma che rimane incompiuta. Il Tesoro che vi lascio,<br />

condannata senza appello con i sol<strong>di</strong> raccolti nei suoi giri <strong>di</strong> conferenze viene<br />

Chiede invano ai leader <strong>di</strong> USA e URSS <strong>di</strong> donare i è il bene che io non ho fatto, che avrei voluto fare e che voi<br />

e senza amnistia”. Pur- fi nalmente inaugurata ad Adzopé (Costa d’Avorio)<br />

sol<strong>di</strong> che spendono in una giornata della guerra in farete dopo <strong>di</strong> me. Possa solo questa testimonianza aiutarvi ad<br />

troppo, quando torna in la città dei lebbrosi con laboratori, ra<strong>di</strong>o, cinema, e<br />

Vietnam, o ancora quelli che spendono per costru- amare. Questa è l’ultima ambizione della mia vita, e l’oggetto<br />

Francia, l’Europa pre- tante piccole case al limitare della foresta. I primi<br />

ire un bombar<strong>di</strong>ere.<br />

<strong>di</strong> questo “testamento”.<br />

cipita nella catastrofe malati escono così dall’emarginazione in cui da se-<br />

Nel 1963, per il suo sessantesimo compleanno, [...] Proclamo erede universale tutta la gioventù del mondo.<br />

della Seconda Guerra coli erano tenuti, milioni <strong>di</strong> altri li seguiranno.<br />

chiede sessanta autoambulanze per i lebbrosi del Tutta la gioventù del mondo: <strong>di</strong> destra, <strong>di</strong> sinistra, <strong>di</strong> centro,<br />

Mon<strong>di</strong>ale: quando Rendendosi conto che la realtà dei lebbrosi del<br />

mondo, ottenendone 104. Raoul Follereau si spe- estremista: che mi importa!<br />

Hitler entra a Parigi la mondo è molto maggiore <strong>di</strong> quella vista a Adzopé,<br />

gne il 6 <strong>di</strong>cembre 1977 a Parigi: nella sua lunga Tutta la gioventù: quella che ha ricevuto il dono della fede,<br />

polizia nazista comincia Follereau decide <strong>di</strong> compiere il giro del mondo, per<br />

attività in favore dei lebbrosi è riuscito a guarirne quella che si comporta come se credesse, quella che pensa <strong>di</strong><br />

a rastrellare intellettuali e la prima ma non ultima volta nella sua vita. Dall’Afri-<br />

circa un milione, ha percorso due milioni <strong>di</strong> chilo- non credere. C’è un solo cielo per tutto il mondo. Più sento av-<br />

politici invisi al regime. Tra ca all’Asia, passando per le isole dell’Oceano in<strong>di</strong>ametri<br />

e raccolto e <strong>di</strong>stribuito ai malati milioni <strong>di</strong> dolvicinarsi la fi ne della mia vita, più sento la necessità <strong>di</strong> ripeter-<br />

questi vi è anche Follereau no, in tre anni Raoul si rende conto <strong>di</strong> quanto sia<br />

lari. Gli insegnamenti e l’esempio, attraverso il suo vi: è amando che noi salveremo l’umanità. E <strong>di</strong> ripetervi: la più<br />

che negli anni precedenti enorme e terribile il problema dei lebbrosi a livello<br />

stesso linguaggio, sono riproposti nei numerosi grande <strong>di</strong>sgrazia che vi possa capitare è quella <strong>di</strong> non essere<br />

aveva attaccato il regime mon<strong>di</strong>ale “Nel secolo XX del Cristianesimo ho tro-<br />

libri che ha scritto, il più famoso dei quali è Le li- utili a nessuno, e che la vostra vita non serva a niente. Amarsi<br />

nazista scrivendo una vato lebbrosi in prigione, in manicomio, rinchiusi<br />

vre d’amour, pubblicato nel 1920 quando<br />

o scomparire. Ma non è suffi ciente inneggiare a: “la<br />

serie <strong>di</strong> articoli con ti- in cimiteri <strong>di</strong>ssacrati, internati nel deserto con fi lo<br />

l’autore aveva solo 17 anni, <strong>di</strong>ffuso in 10<br />

pace, la pace”, perché la Pace cessi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sertare<br />

toli quali “Hitler, l’An- spinato attorno, rifl ettori e mitragliatrici. Ho visto<br />

milioni <strong>di</strong> copie e tradotto in 35 lingue.<br />

la terra. Occorre agire. A forza <strong>di</strong> amore. A colpi <strong>di</strong><br />

ticristo”. Il soldato le loro piaghe brulicare <strong>di</strong> mosche, i loro tuguri<br />

La sua opera continua a vivere e rinno-<br />

amore. I pacifi sti con il manganello sono dei falsi<br />

Follerau si rifugia, infetti, i guar<strong>di</strong>ani col fucile. Ho visto un mondo<br />

varsi nel lavoro <strong>di</strong> decine <strong>di</strong> organizza-<br />

combattenti. Tentando <strong>di</strong> conquistare, <strong>di</strong>sertano. Il<br />

così, come faran- inimmaginabile <strong>di</strong> orrori, <strong>di</strong> dolore, <strong>di</strong> <strong>di</strong>speraziozioni<br />

che portano il suo nome. In Italia,<br />

Cristo ha ripu<strong>di</strong>ato la violenza, accettando la Crono<br />

in quel periodo ne” (R.Follereau). Tornato in Francia, grida al mon-<br />

l’opera <strong>di</strong> Raoul Follereau a favore dei<br />

ce. Allontanatevi dai mascalzoni dell’intelligenza,<br />

molti degli uomini do la rabbia e lo sdegno che lo pervadono: inizia<br />

malati <strong>di</strong> lebbra e del Sud del Mondo è<br />

come dai ven<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> fumo: vi condurranno su stra-<br />

10 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

11


de senza fi ori e che terminano nel nulla. Meritate la felicità <strong>di</strong> amare il vostro dove- dove- Monica D’Atti D’Atti................................................................................................<br />

Diffi date <strong>di</strong> queste “tecniche <strong>di</strong>vinizzate”<br />

che già San Paolo denunciava. Sappiate<br />

<strong>di</strong>stinguere ciò che serve da ciò che sottore.<br />

E poi, credete nella bontà, nell’umile e<br />

sublime bontà. Nel cuore <strong>di</strong> ogni uomo ci<br />

sono tesori d’amore. Spetta a voi, scoprirli. Io non ho paura<br />

mette… Siate ricchi della felicità degli al-<br />

La sola verità è amarsi. Amarsi gli uni con<br />

tri. Rimanete voi stessi. E non un altro. Non<br />

gli altri, amarsi tutti. Non a orari fi ssi, ma per<br />

importa chi. Fuggite le facili vigliaccherie<br />

tutta la vita. Amare la povera gente, amare le<br />

dell’anonimato. Ogni essere umano ha<br />

persone infelici (che molto spesso sono<br />

un suo destino. Realizzate il vostro, con gli<br />

occhi aperti, esigenti e leali. Niente <strong>di</strong>minuisce<br />

mai la <strong>di</strong>mensione dell’uomo. Se<br />

“se non ci amiamo,<br />

ci <strong>di</strong>struggiamo”<br />

dei poveri esseri), amare lo sconosciuto,<br />

amare il prossimo che è ai margini della<br />

società, amare lo straniero che vive vici-<br />

vi manca qualcosa nella vita è perché non<br />

no a voi. Amare. Voi pacifi cherete gli uo-<br />

avete guardato abbastanza in alto. Tutti<br />

mini solamente arricchendo il loro cuore.<br />

simili? No. Ma tutti uguali e tutti insieme! Allora sarete degli [...] Testimoni troppo spesso legati al deterioramento <strong>di</strong> questo<br />

uomini. Degli uomini liberi. Ma attenzione!<br />

secolo (che fu per poco tempo così bello), spaventati da questa<br />

La libertà non è una cameriera tuttofare che si può sfruttare gigantesca corsa verso la morte <strong>di</strong> coloro che confi scano i no-<br />

impunemente. Né un paravento sbalor<strong>di</strong>tivo <strong>di</strong>etro il quale si stri destini, asfi ssiati da un “progresso” folgorante, <strong>di</strong>voratore<br />

gonfi ano fetide ambizioni. La libertà è il patrimonio comune ma paralizzante, con il cuore frantumato da questo grido “ho<br />

<strong>di</strong> tutta l’Umanità. Chi è incapace <strong>di</strong> trasmetterla agli altri è fame!” che si alza incessante dai due terzi del mondo, rimane<br />

indegno <strong>di</strong> possederla. Non trasformate il vostro cuore in un solo questo supremo e sublime rime<strong>di</strong>o: ESSERE VERAMENTE<br />

ripostiglio; <strong>di</strong>venterebbe presto una pattumiera.<br />

Lavorate. Una delle <strong>di</strong>sgrazie del nostro tempo è che si con-<br />

FRATELLI. Allora… domani? Domani, siete voi.<br />

sidera il lavoro come una male<strong>di</strong>zione. Mentre è redenzione.<br />

Raoul Follerau<br />

In Italia l'AIFO - Associazione Italiana<br />

Amici <strong>di</strong> Raoul Follereau opera, dal<br />

1961, ispirandosi al suo pensiero e alla sua<br />

opera. Dal 1986 l'AIFO, ogni anno, assegna<br />

il Premio sul campo Raoul Follereau che<br />

segnala storie <strong>di</strong> uomini e donne che hanno trasformato ideali e valori in energia, azioni,<br />

esperienze. Come <strong>di</strong>ceva Follereau “Un'idea che non <strong>di</strong>venti imme<strong>di</strong>atamente energia, è<br />

un'utopia”. Il Premio segnala persone che hanno trasformato realtà e che, con le loro storie,<br />

<strong>di</strong>mostrano che ciascuno può essere agente <strong>di</strong> cambiamento. Trai i Premi Raoul Follereau<br />

si segnalano: Dom Helder Camara (Brasile); Abbè Pierre (Francia); Albert Tèvoedjrè<br />

(Benin); Dom Samuel Ruiz (Messico); Padre Renato Kizito Sesana e I Nuba (Sudan).<br />

Per approfon<strong>di</strong>re potete visitare questi siti:<br />

• www.aifo.it (Associazione italiana amici <strong>di</strong> Roul Follereau)<br />

• www.atma-o-jibon.org/italiano4/rit_rouiller1.htm<br />

(Jacques Rouiller - "Avvenire", 2/12/’07 - Trascrizione parziale <strong>di</strong><br />

un’intervista rilasciata da Raoul Follereau il 28 gennaio 1968 a "Tsr" (la<br />

tv svizzera romanda e mai tradotta in italiano.)<br />

Che bello sarebbe poter <strong>di</strong>re sempre questo<br />

nella nostra vita: “Io non ho paura”.<br />

Come quel ragazzino del libro e del fi lm<br />

omonimo. Il suo passare leggero tra l’omertà e il<br />

timore degli adulti per scoprire, incontrare e alla<br />

fi ne liberare il suo coetaneo rapito e imprigionato.<br />

Una mancanza <strong>di</strong> paura data dal sentire che<br />

quello che stava facendo era giusto. La verità<br />

più forte della paura, vissuta con la semplicità<br />

dell’adolescenza, quando tanti meccanismi <strong>di</strong> autotutela<br />

e <strong>di</strong> convenzioni sociali non sono ancora<br />

scattati, permettendo ancora il cammino verso<br />

una responsabilità nuova, più reale. Che bello sarebbe<br />

poter <strong>di</strong>re sempre questo nella nostra vita:<br />

“Io non ho paura”. Come le Aquile Randagie, gli<br />

scout che sotto il fascismo si ribellarono alla <strong>di</strong>ttatura<br />

e continuarono <strong>di</strong> nascosto, in clandestinità,<br />

a fare attività scout. E che nell’ultimo periodo,<br />

quando tutto <strong>di</strong>venne più <strong>di</strong>ffi cile e pericoloso, si<br />

gettarono, senza paura, nell’impresa <strong>di</strong> portare<br />

attraverso le montagne ebrei e ricercati politici<br />

perché potessero salvarsi in Svizzera. L’amore<br />

per la libertà più forte della paura. Che bello sarebbe<br />

poter <strong>di</strong>re sempre questo nella nostra vita:<br />

“Io non ho paura”. Come i tanti martiri cristiani<br />

morti solo perché seguaci <strong>di</strong> Cristo e che hanno<br />

deciso <strong>di</strong> non rinnegare ciò in cui credevano;<br />

uccisi 2000 anni fa, uccisi ancora oggi nei<br />

mille luoghi dell’o<strong>di</strong>o tra i popoli. La fede<br />

più forte della paura <strong>di</strong> morire. Che bello<br />

sarebbe poter <strong>di</strong>re sempre questo<br />

Sale in Zucca<br />

nella nostra vita. Come ci <strong>di</strong>sse con voce forte<br />

quel giorno <strong>di</strong> ottobre Giovanni Paolo II all’inizio<br />

del suo pontifi cato. Quella frase che tutti noi abbiamo<br />

sentito vibrare nei nostri cuori e smuovere<br />

l’anima, anche se non eravamo lì quel giorno:<br />

“Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le<br />

porte a Cristo!”. Un appello che rimbalza nei<br />

secoli, che nasce secoli fa. Non abbiate paura,<br />

ci <strong>di</strong>ce Gesù, non abbiate paura <strong>di</strong> chi uccide il<br />

corpo, ma solo <strong>di</strong> chi uccide l’anima; non abbiate<br />

paura. Che bello sarebbe poter <strong>di</strong>re sempre questo<br />

nella nostra vita: “Io non ho paura”. Come<br />

tutti noi che abbiamo una grande paura, che abbiamo<br />

paura <strong>di</strong> tutto e giorno dopo giorno cerchiamo<br />

<strong>di</strong> vincerla. La paura nei rapporti umani,<br />

la paura <strong>di</strong> non farcela a fare qualcosa o ad essere<br />

qualcuno; la paura <strong>di</strong> non essere all’altezza, <strong>di</strong><br />

essere giu<strong>di</strong>cati, <strong>di</strong> non essere amati. Paura del<br />

più forte e violento, del più potente. E poi con<br />

il tempo, se riusciamo a crescere, nella nostra<br />

testa prende sempre più forza e coscienza che<br />

tutte le paure si possono vincere e che la paura<br />

non porta da nessuna parte. E piano piano capiamo<br />

che solo una paura dovrà rimanere e che<br />

solo quella ci potrà salvare: la paura <strong>di</strong> perdere<br />

Dio. Allora, quando avremo <strong>di</strong>stillato tutto e<br />

ci rimarrà quest’ultima e sola paura,<br />

potremo gridare con forza: “Io non<br />

ho paura”.<br />

Monica D’Atti<br />

12 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

13


Cadendo da Cavallo... infuocando il mondo<br />

don Fabio Gollinucci ..................................................................................... che è possibile un incontro forte e autentico con fare silenzio e creare uno spazio suffi ciente per<br />

Coraggio,<br />

non abbiate paura,<br />

sono IO.<br />

Luca, cap. 8, 19 - 25<br />

E andarono da lui la madre e i suoi fratelli, ma<br />

non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli<br />

fecero sapere: “Tua madre e i tuoi fratelli stanno<br />

fuori e desiderano vederti”. Ma egli rispose loro:<br />

“Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro<br />

che ascoltano la parola <strong>di</strong> Dio e la mettono in<br />

pratica”. E avvenne che, uno <strong>di</strong> quei giorni, Gesù<br />

salì su una barca con i suoi <strong>di</strong>scepoli e <strong>di</strong>sse loro:<br />

“Passiamo all’altra riva del lago”. E presero il largo.<br />

Ora, mentre navigavano, egli si addormentò.<br />

Una tempesta <strong>di</strong> vento si abbatté sul lago, imbarcavano<br />

acqua ed erano in pericolo. Si accostarono<br />

a lui e lo svegliarono <strong>di</strong>cendo: “Maestro,<br />

maestro, siamo perduti!”. Ed egli, destatosi, minacciò<br />

il vento e le acque in tempesta: si calmarono<br />

e ci fu bonaccia. Allora <strong>di</strong>sse loro: “Dov’è la<br />

vostra fede?”. Essi, impauriti e stupiti, <strong>di</strong>cevano<br />

l’un l’altro: “Chi è dunque costui, che comanda<br />

anche ai venti e all’acqua, e gli obbe<strong>di</strong>scono?”.<br />

Lo stile comunicativo <strong>di</strong> Gesù rivela la sua<br />

volontà <strong>di</strong> non indottrinare gli ascoltatori<br />

ma <strong>di</strong> portarli alla conoscenza profonda e<br />

all’adesione libera. Il Vangelo è come un amico<br />

che vuole con<strong>di</strong>videre con me qualcosa <strong>di</strong> bello<br />

che gli è capitato: il suo racconto risveglia in<br />

me sentimenti e desideri, mentre nascono domande<br />

dal profondo del cuore che mi mettono<br />

in atteggiamento <strong>di</strong> ricerca e anche in crisi. Per<br />

rispondere alla domanda più importante del Vangelo,<br />

“Chi è costui?”, è necessario un gesto <strong>di</strong><br />

grande coraggio. Infatti non è possibile conoscere<br />

Gesù senza prima liberarsi delle false immagini<br />

<strong>di</strong> Dio, che si sono accumulate nel corso<br />

della vita e senza rinunciare a dare per scontato<br />

che l’idea <strong>di</strong> Dio che è al momento presente in<br />

me, sia quella giusta. L’evangelista Luca ci offre<br />

la testimonianza personale e della sua comunità<br />

il Cristo vivo. Nel racconto evangelico è contenuta<br />

la via nuova per passare dalla paura paralizzante<br />

al coraggio liberante, frutto dello Spirito<br />

nell’uomo che si decide a “provare”. Il primo<br />

gesto coraggioso richiesto è quello <strong>di</strong> ascoltare<br />

veramente chi sta parlando. Se questa è la<br />

con<strong>di</strong>zione in<strong>di</strong>spensabile per la verità <strong>di</strong> qualunque<br />

relazione umana, lo è ancora <strong>di</strong> più per<br />

la Parola <strong>di</strong> Dio. Ascoltare veramente signifi ca<br />

obbe<strong>di</strong>re, cioè lasciar entrare dentro al proprio<br />

cuore quello che l’altro mi sta donando; sintonizzarsi<br />

sul cuore dell’altro e sulle sue intenzioni per<br />

accogliere e con<strong>di</strong>videre quella parte-<strong>di</strong>-sè che<br />

vuole comunicare. Il coraggio consiste allora nel<br />

permettere l’incontro. Per Gesù la vera e nuova<br />

relazione materna e fraterna nasce dall’ascolto<br />

profondo, attraverso il quale viene trasmessa la<br />

forza <strong>di</strong> vivere (mettere in pratica) quanto l’altro<br />

ha comunicato. Nel cammino con Cristo, il passo<br />

successivo all’ascolto/obbe<strong>di</strong>enza richiede<br />

ancora più coraggio: una volta accolto Gesù (sulla<br />

propria barca) è necessario rimanervi e continuare<br />

a credere anche se lui sembra assente<br />

perché dorme. La sua fi ducia lo rende tranquillo<br />

ed affi dato al Padre anche nel mezzo della tempesta.<br />

La nostra poca fede, invece, ci fa entrare<br />

nella paura e angoscia; non siamo ancora pronti<br />

ad affrontare la fatica della vita e della morte<br />

con Lui che ha detto <strong>di</strong> voler rimanere sempre<br />

con noi. Il coraggio <strong>di</strong> credere è dunque l’unica<br />

possibilità che ci viene data per un vero incontro<br />

che non si limiti alla conoscenza superfi ciale o<br />

allo scambio <strong>di</strong> idee. Il rischio della fede richiede<br />

non tanto un coraggio eroico, fatto <strong>di</strong> gesti<br />

eccezionali, quanto la fedeltà <strong>di</strong> ogni giorno e <strong>di</strong><br />

ogni gesto alla Parola <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a del Padre,<br />

alla sua volontà assoluta <strong>di</strong> rimanere comunque<br />

con noi e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre la gioia <strong>di</strong> educare altri<br />

ad affi darsi a Dio senza riserve.<br />

don Fabio Gollinucci<br />

QUESTO VANGELO PER NOI OGGI<br />

• Io come reagisco dopo aver ascoltato il racconto <strong>di</strong> Gesù che calma/vince la tempesta sul lago?<br />

• Io come reagisco alle “ tempeste”? perchè?<br />

• Nelle “ tempeste” riesco a cogliere la “presenza” del Padre che proprio in esse interviene?<br />

• E allora: quale risposta io posso dare alla domanda “Ma chi è costui?” , anche quando sono nella “ tempesta”?<br />

• Noi, come comunità, siamo “nella tempesta”? perchè?<br />

• Qual è la Mia/Nostra risposta <strong>di</strong> vita?<br />

14 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

15


Michela Bertoni ............................................................................................<br />

Cor aggio:<br />

temerarietà o virtù?<br />

Quando pensiamo alla parola coraggio<br />

ci viene semplice pensare agli eroi, alle<br />

persone che hanno fatto cose straor<strong>di</strong>narie,<br />

gesti al limite delle loro forze. Forse per<br />

questo la parola coraggio ten<strong>di</strong>amo talvolta a<br />

relegarla ad un’altra epoca storica, o ad un’altra<br />

parte del mondo, costruendoci un alibi incrollabile.<br />

La parola coraggio invece può essere più<br />

<strong>di</strong>ffusa <strong>di</strong> quanto non cre<strong>di</strong>amo, ed appartenerci<br />

più <strong>di</strong> quanto non immaginiamo, se proviamo a<br />

valutare criticamente il percorso che stiamo vi-<br />

Treppie<strong>di</strong>... una proposta<br />

vendo in Fuoco o in Clan. Una cosa che mi viene<br />

da <strong>di</strong>re spontaneamente è che al coraggio ci si<br />

deve auto-educare con progressione: ad ogni<br />

età ciascuno si deve abituare al confronto con le<br />

proprie paure: il bambino quelle dei bambini, gli<br />

adolescenti con le proprie, Scolte e Rover con le<br />

loro. Anche gli adulti ne hanno. Piano piano, un<br />

passo alla volta, ma sempre avanti. Ma come si<br />

fa ad essere forti <strong>di</strong> fronte alle paure, ai dubbi,<br />

alle circostanze? Un consiglio che mi permetto<br />

<strong>di</strong> dare è che se il coraggio è frutto della pro-<br />

fon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> un animo che sa ascoltare la propria È la consapevolezza <strong>di</strong> avere il <strong>di</strong>ritto, ma anche<br />

coscienza, allora devo imparare a voler vedere il dovere, <strong>di</strong> conservare e promuovere la propria<br />

chiaramente…<br />

<strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> persona umana e <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no, e <strong>di</strong> essere<br />

chiamato a <strong>di</strong>fenderla da chi la nega a te ma<br />

Proviamo a confrontarci con queste frasi: anche ai più deboli. In Fuoco ti senti rispettata,<br />

“Nell’ intimo della coscienza l’uomo scopre una amata per quello che sei, ti senti immersa in una<br />

legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece Comunità che ha a cuore la tua crescita, il tuo<br />

deve obbe<strong>di</strong>re. Questa voce, che lo chiama sem- bene, all’interno <strong>di</strong> regole uguali per tutti, che<br />

pre ad amare, a fare il bene e a fuggire il male, ti spronano a tirare fuori il meglio. E puoi fare il<br />

al momento opportuno risuona nell’ intimità del “salto” per capire che cos’è il bene comune, <strong>di</strong><br />

cuore: fa questo, evita quest’altro.” [*]<br />

cui sarai chiamata ad occuparti sempre: il bene<br />

Quin<strong>di</strong> se tu sei abituata a guardarti dentro, a comune non sono le cose (o meglio non solo),<br />

lasciar parlare Dio almeno nella tua coscienza ma le persone. Se penso a questo tipo <strong>di</strong> co-<br />

riesci ad attingere forza da questi momenti per raggio, non posso non pensare alle Aquile Ran-<br />

fare scelte, adottare comportamenti coraggiosi dagie: a come non hanno ceduto <strong>di</strong> fronte alle<br />

(per qualcuno anche folli).<br />

limitazioni alle attività scout imposte dal fascismo<br />

perché avevano capito che ciò che veniva<br />

C’è un coraggio che lo scout deve coltivare: imposto con le regole era contrario allo svilup-<br />

quello civile, quello connesso non a qualcuno po della persona, ed alla sua <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> fi glio <strong>di</strong><br />

da combattere, ma ad un patrimonio comune <strong>di</strong> Dio. Lo scoutismo ti educa al rispetto degli altri<br />

leggi e norme da conoscere e <strong>di</strong>fendere perché ed alla libertà, e le restrizioni imposte all’epoca<br />

garantiscono la libertà, la giustizia e la possibilità non andavano in questa <strong>di</strong>rezione, anzi, ne erano<br />

<strong>di</strong> vivere la vera fraternità, che consente “a per- all’opposto.<br />

sone che sono eguali nella loro <strong>di</strong>gnità e nei loro La storia è piena <strong>di</strong> esempi <strong>di</strong> persone che non<br />

<strong>di</strong>ritti fondamentali <strong>di</strong> esprimere <strong>di</strong>versamente hanno imbracciato le armi ma, sempre con civil-<br />

il loro carisma ed il loro piano <strong>di</strong> vita”* . [*] tà e mitezza, hanno <strong>di</strong>feso i valori della persona,<br />

ciascuno a proprio modo e nel proprio ambito,<br />

[* Gau<strong>di</strong>um et spes]<br />

pensando non <strong>di</strong> fare qualcosa <strong>di</strong> memorabile<br />

ma solo qualcosa <strong>di</strong> giusto e necessario: Gandhi,<br />

nella lotta politica per l’in<strong>di</strong>pendenza ma<br />

con la non-violenza, Rosario Livatino nella giustizia,<br />

Anna Politkovskaja nel giornalismo. L’elenco<br />

è grande, davvero grande, per fortuna, e tanti,<br />

anche se non sono volti e nomi conosciuti, sono<br />

persone altrettanto preziose, come possiamo<br />

essere anche oggi tutti noi. Invitati ad essere<br />

meno eroe e più “buon citta<strong>di</strong>no”.<br />

16 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

17


Vania Ribeca & Martino Piovesan ................................................................. della verità, ha sfi dato il male più dominassero. Con il CORAGGIO<br />

grande della sua terra, la crimi-<br />

<strong>di</strong> chi crede ancora che le cose<br />

nalità organizzata, che in Italia,<br />

possono cambiare, che ab-<br />

quasi come un piatto tipico,<br />

biamo il dovere <strong>di</strong> cambiare.<br />

cambia nome a seconda del-<br />

Impegnamoci a mettere il<br />

le regioni in cui si manifesta:<br />

coraggio nelle nostre azioni<br />

camorra, mafi a, ‘ndrangheta,<br />

quoti<strong>di</strong>ane, nelle nostre pic-<br />

sacra corona unita… Ma guarcole<br />

scelte. Faranno grande<br />

dando questo fi lm capirete che<br />

la nostra vita. Non pensiamo<br />

c’è una criminalità organizzata<br />

alla storia <strong>di</strong> Giancarlo Siani, a<br />

peggiore <strong>di</strong> tutte quelle che abbia-<br />

qualcosa <strong>di</strong> lontano da voi… per<br />

mo citato, ben più pericolosa fi no a<br />

fare quello che ha fatto, ha comin-<br />

<strong>di</strong>ventare mortale: l’INDIFFERENZA. Il 10<br />

ciato dalle piccole cose ed ha trovato la<br />

giugno 1985 Giancarlo Siani fi rmò l’articolo sul forza per sfi dare i giganti del male.<br />

quoti<strong>di</strong>ano “Il Mattino” che decretò la sua con- Ha pagato con la vita, ma se qualcuno gli aves-<br />

Nel 1985 Giancarlo Siani venne<br />

danna a morte. Nell’articolo metteva nero su se teso la mano, se qualcuno avesse ascoltato<br />

ucciso con <strong>di</strong>eci colpi <strong>di</strong> pistola.<br />

bianco i nomi ei cognomi dei responsabili della il suo grido, se qualcuno avesse con<strong>di</strong>viso le<br />

Aveva 26 anni.<br />

rovina della sua terra. SENZA PAURA. Giancar- sue verità, non sarebbe stato solo. Anche Gesù<br />

lo nella sua giovane e purtroppo breve carriera, portò la verità, eppure un’umanità senza corag-<br />

ha scritto <strong>di</strong> camorra, mala politica, malaffare, gio ha lasciato che venisse crocifi sso. La verità<br />

droga, brutture che ha raccontato con la voce è scomoda, ma ci renderà liberi. La sfi da più<br />

<strong>di</strong> chi non ha voluto che il vuoto e il silenzio pre- grande è cercarla e <strong>di</strong>fenderla.<br />

un giglio<br />

nel fango<br />

F<br />

aceva il giornalista, o meglio era praticante,<br />

abusivo, come amava defi nirsi.<br />

Lavorava per “Il Mattino”, prima da Torre<br />

Annunziata e poi da Napoli, per le pagine <strong>di</strong> cronaca<br />

nera. Era un ragazzo allegro che amava la<br />

vita e il suo lavoro e cercava <strong>di</strong> farlo bene. Aveva<br />

il <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> informarsi, <strong>di</strong> verifi care le notizie, <strong>di</strong><br />

indagare sui fatti.<br />

È stato un giornalista ucciso dalla camorra.<br />

Nel fi lm Fortapasc possiamo seguire gli ultimi<br />

quattro mesi della sua vita. La sua ultima estate<br />

quando, dal Vomero, dove abitava, tutti i giorni<br />

scendeva all’inferno <strong>di</strong> Torre Annunziata, regno<br />

del boss Valentino Gionta.<br />

Tutto, in quel periodo, ruotava intorno agli interessi<br />

per la ricostruzione del dopo terremoto e<br />

Giancarlo vedeva. E capiva. Lo ve<strong>di</strong>amo muoversi<br />

fra camorristi, politicanti corrotti, magistrati<br />

pavi<strong>di</strong> e carabinieri impotenti, come un giglio<br />

Apertamente<br />

nel fango. Proprio la sera in cui venne ucciso, a<br />

Napoli, Vasco Rossi teneva un concerto al quale<br />

Giancarlo sarebbe dovuto andare con la sua<br />

ragazza…” Questa che vi abbiamo appena descritto<br />

è la trama del fi lm che vogliamo segnalarvi<br />

in questo numero per rifl ettere insieme su<br />

quale sia il signifi cato concreto del CORAGGIO.<br />

Ci ha colpito la defi nizione che danno del protagonista<br />

<strong>di</strong> questa triste storia (VERA): come<br />

un giglio nel fango. È una simbologia perfetta<br />

per uno scout, è una simbologia perfetta per il<br />

CORAGGIO.<br />

Dovremmo vedere ogni giorno intorno a noi <strong>di</strong>stese<br />

<strong>di</strong> gigli, respirarne il profumo, goderne la<br />

bellezza. E invece la me<strong>di</strong>ocrità dei vigliacchi,<br />

dei piccoli uomini e delle piccole donne, spazza<br />

via i fi ori ed infanga e si sa quanto è faticoso<br />

camminare con i pie<strong>di</strong> nel fango.<br />

Giancarlo Siani ha vissuto la sua vita all’insegna<br />

Fortapàsc è un fi lm<br />

del 2009, <strong>di</strong>retto da<br />

Marco Risi, sulla breve<br />

esistenza e la tragica fi ne<br />

del giornalista Giancarlo<br />

Siani, interpretato<br />

da Libero De Rienzo.<br />

Tra gli altri interpreti,<br />

Valentina Lodovini,<br />

Michele Rion<strong>di</strong>no, Ennio<br />

Fantastichini, Ernesto<br />

Mahieux, Daniele<br />

Pecci, Gianfranco Gallo,<br />

Massimiliano Gallo.<br />

Occupandosi <strong>di</strong> “cronaca<br />

nera” e <strong>di</strong> omici<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

camorra, il giornalista<br />

incomincia ad indagare<br />

sulle alleanze dei<br />

camorristi torresi con<br />

i reggenti <strong>di</strong> altri clan<br />

della Campania e scopre<br />

vaste aree <strong>di</strong> corruzione<br />

e connivenze tra politici<br />

e criminalità organizzata.<br />

Nonostante le minacce<br />

più o meno velate della<br />

classe politica locale,<br />

Siani continua nella sua<br />

inchiesta , in special modo<br />

dopo la “strage del circolo<br />

dei pescatori”. I suoi<br />

articoli però infasti<strong>di</strong>scono<br />

LINK UTILI:<br />

http://www.giancarlosiani.it/<br />

http://www.comingsoon.it/video.asp?key=47241|2212<br />

particolarmante i boss<br />

camorristi della zona,<br />

mettendone in crisi le<br />

alleanze. Così, dopo esser<br />

stato trasferito a Napoli,<br />

in un summit <strong>di</strong> camorra<br />

viene decisa la condanna<br />

a morte <strong>di</strong> Siani, che<br />

viene ucciso sotto casa<br />

della sua fi danzata, il<br />

23 settembre del 1985.<br />

L’omici<strong>di</strong>o avviene nel<br />

quartiere residenziale<br />

del Vomero, quando<br />

Siani ha solo 26 anni. Il<br />

motivo dell’esecuzione<br />

è l’aver trattato delle<br />

manovre della criminalità<br />

organizzata sulla politica<br />

e l’e<strong>di</strong>lizia nei <strong>di</strong>ntorni del<br />

Vesuvio.<br />

18 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

19


a cura del Mago G.........................................................................................<br />

Il tuo autoroscopo<br />

Per <strong>di</strong>ventare Qualcuno. Per fare della tua vita qualcosa <strong>di</strong> bello. Per iniziare e portare avanti<br />

gran<strong>di</strong> cose. Cose che cambiano il mondo. Un segreto: conosci te stesso. Sì, ma come?<br />

Leggi quanto segue e lo scoprirai...<br />

Per conoscere i segreti del tuo autoroscopo rispon<strong>di</strong> alle domande qui <strong>di</strong> seguito (non <strong>di</strong> fretta,<br />

ma sforzandoti <strong>di</strong> rispondere a ciascuna delle domande con un sì o con un no). Se hai potuto<br />

rispondere lealmente almeno 8 volte su 10 con un “SÌ”, allora possie<strong>di</strong> molto bene la qualità<br />

<strong>di</strong> cui si tratta. Se hai da 5 a 7 “SÌ” possie<strong>di</strong> solo benino tale qualità. Se hai 6 o più “NO” è perché<br />

scarseggia veramente. Nessuna esitazione allora. Mettiti presto a coltivare, per almeno un mese, o<br />

anche <strong>di</strong> più se necessario, questa famosa qualità.<br />

Coloro che sanno osare.<br />

Tu sai benissimo che sanno osare coloro che sono “coraggiosi”. Sono certo<br />

che anche tu sei fra questi. Ma sarebbe meglio che verificassi. Perciò leggi<br />

bene queste domande e sforzati <strong>di</strong> rispondervi con un “sì” o con un “no”.<br />

• Mi alzo subito quando vengo chiamato? ................................................................................................□ SI □ NO<br />

• Quando vado a scuola/università/lavoro mi sbrigo anziché trascinarmi? ...........................................□ SI □ NO<br />

• Mangio <strong>di</strong> tutto, anche quando non è proprio <strong>di</strong> mio gra<strong>di</strong>mento? ......................................................□ SI □ NO<br />

• Ho la forza <strong>di</strong> staccarmi dal PC/videogame quando è l’ora <strong>di</strong> lavorare? ..............................................□ SI □ NO<br />

• Gioco con passione? ..............................................................................................................................□ SI □ NO<br />

• Faccio dei servizi in casa senza che si debba continuamente spronarmi? ..........................................□ SI □ NO<br />

• So sorridere abitualmente anche quando non ne avrei voglia? ............................................................□ SI □ NO<br />

• Evito <strong>di</strong> lamentarmi anche solo per un semplice mal <strong>di</strong> testa o per una in<strong>di</strong>sposizione? ....................□ SI □ NO<br />

• Ho il coraggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>re la verità anche quando ho commesso un errore? ..............................................□ SI □ NO<br />

• Ho il coraggio <strong>di</strong> confessare, senza coprirli, i <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> cui provo vergogna? .....................................................□ SI □ NO<br />

Numero dei “SÌ”: ...<br />

Sostituendo i “NO” con dei “SÌ” <strong>di</strong>venterai:<br />

-.-. | --- | .-. | .- | --. | .. | --- | ... | ---<br />

Giocare il Gioco<br />

Con un pò <strong>di</strong> CORAGGIO prova a leggere questa “nuvola <strong>di</strong> paparole”. È stata generata grazie al sito www.wordle.net. Il concetto<br />

<strong>di</strong> base è molto semplice: si prende un testo più o meno lungo,<br />

le parole più ripetute sono scritte più gran<strong>di</strong> e quelle meno ustilizzate<br />

sono scritte più in piccolo o ad<strong>di</strong>rittura non ci sono. Solo<br />

chi avrà aguzzato lo sguardo ed avrà “acceso” qualche neurone<br />

in più si sarà reso conto che il testo <strong>di</strong> partenza è proprio questo<br />

numero <strong>di</strong> CdM sul coraggio!<br />

Pren<strong>di</strong> una penna e scrivi qui <strong>di</strong> seguito:<br />

Le 3 parole più piccole che avresti pensato <strong>di</strong> trovare fra le più<br />

gran<strong>di</strong>:<br />

______________, _______________, ______________<br />

Le 3 parole più gran<strong>di</strong> che avresti pensato <strong>di</strong> trovare fre le più<br />

piccole:<br />

______________, _______________, ______________<br />

Ad esempio, hai trovato le parole “scout”, “scolta”, “rover”?<br />

Prova anche tu a creare la tua nuvola <strong>di</strong> parole con i testi che<br />

preferisci!<br />

20 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

21


Giulia ............................................................................................................ è ciò che stavo cercando da anni! A <strong>Roma</strong> mi<br />

sono chiesta che cosa voglio fare... e sempre<br />

a <strong>Roma</strong> mi sono risposta “Del mio meglio per<br />

Notte Bianca<br />

Servire”. Eppure è stata dura e sarà dura la<br />

Strada per realizzare pienamente questo inten-<br />

con Paolo sui passi<br />

to, perché è come remare controcorrente, perché<br />

siamo nell’epoca della libertà DI, quando la<br />

della… Libertà<br />

vera libertà, mi insegna il caro vecchio Seneca,<br />

è la libertà DA... DA che!?! La libertà da queste<br />

mode ri<strong>di</strong>cole, la libertà dalle centinaia <strong>di</strong><br />

contatti e richieste <strong>di</strong> “amicizia” dei social network,<br />

la libertà dalle persone che si prendono<br />

gioco <strong>di</strong> noi, la libertà dal mito della realizzazione<br />

professionale OVVIAMENTE proporzionale<br />

al conto in banca, la libertà dai falsi stereotipi<br />

sul sesso, ma soprattutto la libertà dall’egoismo.<br />

Insomma, se proprio ci deve essere una<br />

libertà DI, che sia almeno quella <strong>di</strong> crescere e<br />

Giulia ha voluto con<strong>di</strong>videre<br />

vivere come un essere umano con una sua co-<br />

con noi una rifl essione scienza consapevole e <strong>di</strong>gnitosa, che abbia la<br />

intelligente, ben scritta e forza <strong>di</strong> lavorare instancabilmente per arricchire<br />

coraggiosa: non è da tutti se stesso e l’umiltà <strong>di</strong> donare agli altri il suo<br />

<strong>di</strong>chiarare l’assenza <strong>di</strong> Dio tesoro, spirituale e materiale.<br />

Non ho voluto iniziare con una citazione <strong>di</strong> San<br />

nella propria vita su una<br />

Paolo, ma voglio concludere con le parole <strong>di</strong><br />

rivista come C.d.M., le Seneca, che gli era contemporaneo: non tutti<br />

cui scelte in fatto <strong>di</strong> fede sanno che nel me<strong>di</strong>oevo si favoleggiava ad<strong>di</strong>rit-<br />

sono decisamente chiare e tura <strong>di</strong> un’amicizia tra i due, data la somiglianza<br />

continuamente sollecitate, <strong>di</strong> molte delle loro idee.<br />

Sulla questione della schiavitù, il fi losofo scri-<br />

ma C.d.M. è anche questo!<br />

ve: “Mostrami chi non lo sia: alcuni sono schiavi<br />

della libi<strong>di</strong>ne, altri dell’avi<strong>di</strong>tà, altri ancora<br />

dell’ambizione, tutti siamo schiavi della speranza,<br />

tutti siamo schiavi del timore.<br />

Ti porterò come esempio l’ex-console che si<br />

mette al servizio della vecchietta, ti porterò<br />

l’esempio del ricco che si sottomette alla servetta,<br />

ti mostrerò ragazzi nobilissimi <strong>di</strong>ventati<br />

schiavi dei saltimbanchi: nessuna schiavitù è<br />

più vergognosa <strong>di</strong> quella volontaria”.<br />

Avrei potuto iniziare con una citazione <strong>di</strong><br />

San Paolo, ma ad essere sincera San<br />

Paolo è stata solo un’ombra nella mia<br />

“notte romana”. Per me, che non ho <strong>di</strong>o, ma<br />

che prego instancabilmente l’intelligenza e il<br />

cuore degli uomini, il pellegrinaggio a <strong>Roma</strong> è<br />

stato un cammino tra gli uomini e, soprattutto,<br />

verso gli uomini.<br />

Prima <strong>di</strong> tutto perché le meraviglie <strong>di</strong> <strong>Roma</strong><br />

sono un monumento senza età alla grandez-<br />

Vita da Rover... vita da Scolta<br />

za dell’uomo. Generazione dopo generazione,<br />

ogni epoca ha lasciato un frammento concreto<br />

della sua essenza: ho respirato la nostalgia delle<br />

rovine dell’impero attraversando le mura aureliane<br />

e i Fori fi no al Colosseo, ho pensato alla<br />

malinconia <strong>di</strong> Foscolo <strong>di</strong> fronte ai timpani sgretolati<br />

che si affacciano lugubri sulla via Appia,<br />

sono rimasta sconcertata dalle colonne enormi<br />

della basilica <strong>di</strong> San Paolo tra cui ho intravisto<br />

l’alba.<br />

E camminando tra le tracce millenarie del passaggio<br />

dell’uomo, camminando in mezzo ad<br />

amiche che credo <strong>di</strong> conoscere ormai da una<br />

vita, mi sono guardata in<strong>di</strong>etro e ho sbirciato<br />

il futuro. Ho avuto modo <strong>di</strong> rifl ettere sul Servizio,<br />

questa parola che, per la sua straor<strong>di</strong>naria<br />

duplicità, si rivela tanto vicina e concreta, così<br />

come a volte è lontana e astratta.<br />

Ho realizzato che, <strong>di</strong>amine, ce n’ho messo <strong>di</strong><br />

tempo per raggiungere la consapevolezza che<br />

Giulia - Fuoco “Astro del Mattino”<br />

Chiaravalle - Marche<br />

22 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

23


Marco Lisa ....................................................................................................<br />

Che hai fatto al campo?<br />

Una delle tante domande a cui non so<br />

dare una risposta ben precisa è: “che<br />

hai fatto al campo?”.<br />

Spesso capita che quando mi viene posto un<br />

interrogativo del genere iniziano a passarmi per<br />

la mente tutti i momenti vissuti, le attività svolte,<br />

i volti incontrati, i saluti ricambiati... ed è in<br />

quel momento che mi chiedo in che modo posso<br />

far capire fi no in fondo tutto questo mix <strong>di</strong><br />

momenti, sensazioni ed emozioni da poco vissute.<br />

Spiegare solo a parole come si parta carichi<br />

da un bivio sapendo che dovremmo affrontare<br />

strade in salita e percorsi non facilissimi,<br />

per arrivare alla meta stremati dalla stanchezza,<br />

far comprendere quanta sod<strong>di</strong>sfazione si ha<br />

a fi ne giornata è molto riduttivo. Far capire le<br />

sensazioni provate all’ennesimo “Quanto manca???”,<br />

“L’ultima curva e arriviamo!”, dopo avere<br />

camminato per molto tempo sotto la pioggia<br />

(o<strong>di</strong>ando il poncho perché tanto tra la pioggia e<br />

la condensa ero bagnato ugualmente dalla testa<br />

ai pie<strong>di</strong>) ma, nonostante ciò, si scherzava e<br />

si cantava comunque tutti insieme come se ci<br />

fosse il sole, poterlo trasmettere solo a parole,<br />

<strong>di</strong>cevo, è molto poco…<br />

Esprimere a parole le sensazioni che suscitano<br />

i momenti <strong>di</strong> Comunità e <strong>di</strong> spiritualità vissuti<br />

Vita da Rover... vita da Scolta<br />

insieme agli altri Rovers, tuoi fratelli, i meravigliosi<br />

scorci <strong>di</strong> natura che ammiriamo durante il<br />

cammino o le stelle che vegliano con noi durante<br />

la notte è davvero molto <strong>di</strong>ffi cile; far capire<br />

come certe cose rimangano dentro e facciano<br />

rifl ettere, una volta tornati a casa, sulla scelta<br />

fatta <strong>di</strong> essere Rover è davvero impossibile.<br />

Chi non vive tutto questo forse potrebbe pensare<br />

che la vita <strong>di</strong> Clan sia vivere fuori dalla società<br />

oppure complicarsi le giornate lontano dalle<br />

proprie case, dalle proprie como<strong>di</strong>tà; ma nello<br />

spiegare che stare la sera attorno ad un fuoco<br />

ed indossare il mio fazzolettone mi basta per<br />

sentirmi a casa, forse riesco a far comprendere<br />

quanto <strong>di</strong> più bello il Roverismo possa dare.<br />

Marco Lisa<br />

Clan Emmaus – Palermo 12<br />

Federica ........................................................................................................<br />

Servizio in abruzzo<br />

La prima cosa che mi è venuta in mente pensando<br />

al tema <strong>di</strong> questo numero <strong>di</strong> CdM<br />

sono stati i volti delle tante persone incontrate<br />

a L’Aquila quest’estate... Volti arrossati dal<br />

sole, e gran<strong>di</strong> occhi pieni <strong>di</strong> vita. Occhi che avevano<br />

visto case crollare, che avevano pianto lungamente,<br />

occhi che, dopo tutto, avevano trovato<br />

nuovo coraggio per brillare... Quanta fatica sarà<br />

costata loro tornare a sorridere? Ci vuole, forse,<br />

più coraggio per questo, piuttosto che per lanciarsi<br />

nel vuoto senza paracadute. Ci vuole, forse, più<br />

coraggio ad affi darsi all’aiuto <strong>di</strong> persone mai viste<br />

prima in vita propria...Ci vuole coraggio a mettersi<br />

in gioco, ancora una volta, per servire là dove si<br />

rischia <strong>di</strong> essere cacciati a brutto muso, dove occorre<br />

una sensibilità gran<strong>di</strong>ssima per entrare nel<br />

cuore e lasciare una piccola traccia. Ci vuole, forse,<br />

ancora più coraggio a lasciarsi alle spalle pile<br />

<strong>di</strong> macerie, a caricarsi uno zaino pieno <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> e<br />

ripartire per strade nuove...<br />

Federica - <strong>Roma</strong> 15<br />

24 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

25


Marco Fioretti ............................................................................................... con attenzione e rifl ettere un poco<br />

e ciarlatani. Certo, dopo essere stati<br />

basta qualche ora lontano dal volan-<br />

bombardati fi n dalla nascita da spot e<br />

te. Tanto per cominciare, un blocco<br />

fi lm che ripetono ogni minuto l’equa-<br />

del traffi co prova senza ombra <strong>di</strong> dubzione<br />

“automobile personale <strong>di</strong> lusso<br />

bio che, stando qualche ora senz’auto, non<br />

= felicità e successo” è dura, ma fi datevi:<br />

si muore. C’è chi ha bisogno <strong>di</strong> sentirselo ricor- proprio perchè avete solo quel problema, senza<br />

dare. Inoltre, una delle prime cose che potrebbero l’aggravante <strong>di</strong> qualche decennio <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza da<br />

o dovrebbero saltare all’occhio è che in moltissime volante alle spalle, sarà più facile riuscirci per voi<br />

zone d’Italia... semplicemente non c’è più spazio che per gli altri. Quando è il momento, se davvero,<br />

per altre automobili, a meno <strong>di</strong> non passare più ma davvero davvero vi serve un’auto tutta per voi,<br />

tempo a cercare parcheggio che a guidare. Questa almeno scegliete o chiedete quella giusta: cioè la<br />

Fermate l’auto,<br />

voglio scendere<br />

non è una scoperta da poco, perchè è un problema<br />

che le auto ecologiche non risolverebbero affatto,<br />

anzi! Se non ci fossero più i freni dell’inquinamento<br />

e del costo dei carburanti, le auto potrebbero occupare<br />

anche più spazio <strong>di</strong> adesso. L’altra cosa che<br />

più piccola possibile, possibilmente usata! Un altro<br />

servizio che si può fare in questo campo è aiutare<br />

la propria comunità a rendersi conto dei problemi<br />

che ho appena descritto. Un modo assai facile sarebbe<br />

fare una mini mostra fotografi ca che mostri<br />

non migliorerebbe affatto, anzi probabilmente peg- le strade intorno alla Sede oggi e 20/30/40 anni fa,<br />

Durante quest’inverno ho scoperto ragazze italiani in età da Clan e Fuoco, analizzare, ancora più serio che in altri<br />

giorerebbe se tutte le auto del mondo da domatti- per rendersi conto <strong>di</strong> quanto spazio le auto han-<br />

alcuni dati precisi su qualcosa che in- anche se non sono Scout. Chi è Scout paesi industrializzati. È durante gli anni<br />

na andassero ad aria per magia, è il tempo perso. A no occupato nel frattempo. Altro <strong>di</strong>scorso è l’uso<br />

tuitivamente già sapevo da un pezzo, ha delle ragioni in più per porsi le do- in Fuoco o in Clan che ci si prepara a<br />

inizio pagina parlavo <strong>di</strong> dati precisi. Eccovene qual- dell’auto durante le attività: <strong>di</strong>re “meno è e meglio<br />

ma senza aver mai incontrato qualche mande che seguono, ma sono valide guidare e a volte possedere un’auto,<br />

cuno (le fonti sono a fi ne articolo) per permettervi è” è tanto giusto quanto banale, ma a volte può<br />

stu<strong>di</strong>o recente che desse un’idea at- per tutti. Il problema (o meglio lo Sco- e che poi si comincia a usarla, magari<br />

<strong>di</strong> farvi un’idea della cosa: in Toscana si sprecano oggettivamente essere complicato. In Clan e Fuoten<strong>di</strong>bile<br />

delle sue <strong>di</strong>mensioni. Parlo glio) <strong>di</strong> cui vorrei parlare è quello della proprio per attività Scout. Di conse-<br />

100mila ore l’anno bloccati in macchina da qualche co la tentazione dei mezzi privati si pone ad ogni<br />

<strong>di</strong> un problema che è particolarmente <strong>di</strong>pendenza dall’auto. Un problema guenza, come per ogni altra cosa, oc-<br />

ingorgo, e gli va ancora bene. Ogni abitante <strong>di</strong> Na- uscita, almeno in certe zone. Non conosco la situa-<br />

rilevante, per motivi che saranno chia- grave ovunque ma in Italia, per mille corre farlo in maniera consapevole.<br />

poli, Milano e <strong>Roma</strong> butta via nello stesso modo zione in altre parti in Italia, ma posso testimoniare<br />

ri fra poche righe, per tutti i ragazzi e motivi che qui e ora non ci interessa<br />

rispettivamente 210, 240 e 260 ore all’anno. Sape- <strong>di</strong>rettamente, essendo salito al Clan... già da qualte<br />

cosa signifi ca per ogni Rover e Scolta che vive che anno, che <strong>di</strong>versi bei posti del Lazio non sono<br />

in quelle zone o altre con lo stesso problema? Che più proponibili come mete per le Uscite con mezzi<br />

potrebbero passare (assumendo una vita me<strong>di</strong>a pubblici. Sono state infatti cancellate le corriere<br />

<strong>di</strong> 70 anni) da un anno a un anno e mezzo <strong>di</strong> vita che una volta permettevano <strong>di</strong> tornare a <strong>Roma</strong> la<br />

seduti dentro un’automobile ferma! Certo, magari domenica pomeriggio. In casi del genere, quando<br />

sarà un’automobile a idrogeno o chissà cos’altro, non c’è alternativa, si potrebbe almeno compen-<br />

ma tutti quei giorni saranno sprecati lo stesso. sare evitando <strong>di</strong> usare l’auto in città nei giorni precedenti<br />

all’Uscita stessa. Perchè non proporre la<br />

Cosa possiamo fare noi?<br />

cosa alla prossima riunione? L’importante è porsi<br />

Parlarne in Clan e Fuoco e agire, ognuno nei limiti sempre il problema!<br />

delle proprie capacità e della propria situazione per-<br />

Buona Strada e buona custo<strong>di</strong>a,<br />

sonale. Tanto per cominciare, non ascoltate cucù<br />

Marco, marco@storiafse.net<br />

Cosa fanno le auto?<br />

Le auto creano anche il problema della sicurezza<br />

stradale, ma qui mi limiterò a parlare <strong>di</strong> loro dal<br />

nostro punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> aspiranti Custo<strong>di</strong> del Creato,<br />

desiderosi <strong>di</strong> lasciarlo un pò meglio <strong>di</strong> come lo<br />

hanno trovato. Vorrei proporvi una o due domande<br />

a cui forse non avevate ancora pensato e qualche<br />

suggerimento per approfon<strong>di</strong>re l’argomento in<br />

Clan e Fuoco. Anche quest’anno abbiamo vissuto<br />

o visto in televisione blocchi del traffi co <strong>di</strong> varia<br />

natura e tutte le polemiche che hanno generato.<br />

Quella più ovvia e fondata è che un blocco del traffi<br />

co <strong>di</strong> poche ore in una zona ristretta come un solo<br />

comune (anche se grande come <strong>Roma</strong>, Milano o<br />

Napoli) serve a poco o niente per ridurre l’inquina-<br />

Custo<strong>di</strong> della terra<br />

mento. Anche se non ci fossero altre fonti <strong>di</strong> smog,<br />

si <strong>di</strong>ce, spegnere i motori per poche ore in un’area<br />

così piccola non cambia nulla, perchè lo smog la<br />

riempie comunque dalle zone circostanti e in ogni<br />

caso ritorna ai livelli precedenti poche ore dopo la<br />

fi ne del blocco stesso. Se guar<strong>di</strong>amo soltanto ai livelli<br />

d’inquinamento atmosferico il <strong>di</strong>scorso non fa<br />

una piega, ma io credo che i blocchi del traffi co abbiano<br />

comunque un’utilità notevole, anche se a un<br />

altro livello. Un blocco del traffi co è proprio come<br />

un’Uscita: per ripulire completamente i polmoni<br />

purtroppo non basta, anche se gli fa un gran bene,<br />

ma quello che conta davvero è che ripulisce e fa<br />

funzionare meglio il cervello. Per guardarsi intorno<br />

link utili:<br />

• www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/sezioni/trasporti/infomobilita/visualizza_asset.<br />

html_642613977.html<br />

• www.abitarearoma.net/index.php?doc=articolo&id_articolo=15172<br />

• http://iltempo.ilsole24ore.com/roma/2009/03/05/997409-romani_traffi co_anno.shtml<br />

26 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

27


Marco Fioretti ...............................................................................................<br />

Cibi adatti alla Strada<br />

Dieta me<strong>di</strong>terranea e Strada<br />

Nonne, mamme e parecchi <strong>di</strong>etologi ci hanno<br />

giustamente tirato su con una sana <strong>di</strong>eta me<strong>di</strong>terranea,<br />

anche se il modo in cui spesso la interpretiamo<br />

non è proprio <strong>di</strong>etetico: primo (pasta o riso),<br />

secondo, contorno, frutta. Nei Campi Estivi dei<br />

Riparti italiani questa ricetta viene seguita fedelmente<br />

due volte al giorno, pranzo e cena, e in quel<br />

contesto non c’è nessun problema, anzi. Si tratta<br />

<strong>di</strong> Campi fi ssi, con cucine permanenti e qualcuno<br />

che va o può andare tutti i giorni a fare la spesa in<br />

auto, per conto <strong>di</strong> chi effettivamente cucina. Quando<br />

si passa in Terza Branca occorre chiedersi se ci<br />

si può ancora permettere (dovendo fare un Campo<br />

Mobile, intendo) <strong>di</strong> cucinare due pasti completi al<br />

giorno anche quando la spesa non si può fare tutti i<br />

giorni, bisogna portarsi tutto sulla schiena e si può<br />

cucinare su un solo fornelletto, non su una intera<br />

cucina da campo con due o tre “posti pentola”. Ci<br />

sono tre soluzioni abbastanza comuni per questo<br />

problema: comportarsi come a un campo fi sso,<br />

vedere la Route come il momento giusto per una<br />

<strong>di</strong>eta e infi ne fare gli astronauti, cioè andare avanti<br />

a pasti liofi lizzati, barrette energetiche varie e ma-<br />

Scienza dei boschi<br />

Quando si sale al Clan o al Fuoco, insieme alla (come <strong>di</strong>rebbero i<br />

Vecchi Lupi) vecchia “pelle” da Scout o Guida bisogna lasciarsi alle<br />

spalle anche qualche abitu<strong>di</strong>ne escursionistica ormai consolidata<br />

da anni <strong>di</strong> Campi Estivi. Non perchè fosse sbagliata, ma perchè in<br />

Clan o Fuoco cambia il modo in cui si fa un Campo, quin<strong>di</strong> i vecchi<br />

usi e costumi vanno rimessi in <strong>di</strong>scussione. La Route è un campo<br />

mobile, anzichè fi sso, e in Terza Branca anche le Uscite con pernottamento<br />

durante l’anno sono più impegnative (vero???) <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong><br />

A. Sq. Stavolta vorrei parlare delle <strong>di</strong>fferenze che questo comporta<br />

a livello <strong>di</strong> preparazione dei menu, e <strong>di</strong> un altro dei mo<strong>di</strong> possibili,<br />

dopo il pane fatto in casa presentato nel numero scorso, per mangiare<br />

bene spendendo poco quando si è sulla Strada.<br />

gari qualche integratore. Il primo scopo <strong>di</strong> questa<br />

puntata <strong>di</strong> Scienze dei Boschi è proprio invitarcvi<br />

a rifl ettere sui limiti e controin<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> ognuna<br />

<strong>di</strong> loro. La prima strategia appesantisce parecchio<br />

gli zaini, non è proprio il massimo dal punto <strong>di</strong> vista<br />

nutrizionistico quando si marcia parecchie ore al<br />

giorno e può far perdere tempo a scapito <strong>di</strong> altre<br />

attività o magari quando, per ragioni <strong>di</strong> sicurezza<br />

tipo temporale in arrivo in quota, sarebbe preferibile<br />

sbrigarsi. Quanto alle <strong>di</strong>ete, se fanno una vita<br />

sana, ragazzi e ragazze dai 17 ai 21 anni non ne<br />

hanno certo bisogno. Se non la fanno, la Route è il<br />

momento peggiore per una <strong>di</strong>eta. Anche se siete<br />

davvero sovrappeso è molto, molto probabile che<br />

sia perchè mangiate troppo o male in tutto il resto<br />

dell’anno, non perchè marciare tutto il giorno durante<br />

la Route vi fa venire appetito! La soluzione<br />

da astronauti, infi ne, costa molto più delle altre,<br />

toglie quel piacere <strong>di</strong> prepararsi il cibo da sè che<br />

dovrebbe essere parte essenziale della Strada e<br />

non è il massimo, ecologicamente parlando: per<br />

fabbricare una bustina <strong>di</strong> minestra in polvere si<br />

consuma parecchia energia. Ambiente (e gusto) a<br />

parte, mangiare liofi lizzato signifi ca dover mangiare<br />

sempre e solo dove c’è acqua, commerciali. Cercando su InIn- oppure portarsene parecchia<br />

ternet ho trovato facilmente va-<br />

sulla sulla schiena, quin<strong>di</strong> perché<br />

rie ricette alternative (ve<strong>di</strong> link)<br />

esagerare? Un cibo da Ro- Ro-<br />

classifi cate come “meatless”<br />

ute da non trascurare. Pur<br />

(senza carne), vegetariane o<br />

tenendo presente i punti appe-<br />

vegane a seconda dei casi. Dopo<br />

na descritti, in un Campo Mobile<br />

avergli dato un’occhiata mi sono<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi giorni fa parecchio parecchio comodo<br />

reso conto che... in Italia non abbiamo<br />

<strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> cibi che che non si rovinino fuori<br />

bisogno <strong>di</strong> niente del genere! I “pemmican<br />

dal frigo o schiacciati nello zaino, richiedano poco senza carne”, cioè alimenti altamente energetici,<br />

o nessun combustibile e abbiano un rapporto fra non deperibili, compatti e facilmente trasportabili<br />

calorie fornite e peso più alto possibile. Esistono noi ce li abbiamo da secoli e si chiamano... pan-<br />

cibi del genere che siano un pò più compatibili con forte e panpepato. Volendo potete anche comprarli<br />

portafogli e ideali <strong>di</strong> Rover e Scolte dei vari Muesli, già fatti, ma tutti e due sono cibi che si possono<br />

barrette energetiche e altre americanate con cui la preparare da sè, prima <strong>di</strong> partire, senza troppa<br />

pubblicità ci bombarda? In effetti, sì. Una prima <strong>di</strong>ffi coltà. Facendoli a casa potrete anche dargli la<br />

risposta nota a chiunque abbia letto almeno un li- forma più compatibile con il vostro zaino o mo<strong>di</strong>bro<br />

o visto almeno un fi lm sugli in<strong>di</strong>ani d’America, fi care la ricetta base come volete, in base ai vostri<br />

è il cosiddetto pemmican: si tratta, in sintesi (ve<strong>di</strong> gusti personali o a quel che trovate nel mercato più<br />

ricette nei link in fondo), <strong>di</strong> carne secca tritata fi ne- vicino o. Inoltre, per loro stessa natura, panforte e<br />

mente e mischiata con lardo, uvetta e altre piacevo- panpepato durano almeno una settimana anche<br />

lezze, fi no a formare una bomba calorica compatta se fatti in casa senza conservanti. Che aspettate a<br />

e a prova <strong>di</strong> Route a ferragosto. Io il pemmican l’ho inserirli nei vostri menu da escursione, anche solo<br />

sperimentato personalmente anni fa e posso con- come sostituti delle varie barrette energetiche più<br />

fermare che, a livello pratico, quando si è in marcia, o meno alla moda? Aggiungere panforte o pan-<br />

mantiene quello che promette, se è stato fatto a pepato fai-da-te alla lista dei piatti che non devono<br />

regola d’arte. Provare per credere (a casa), almeno mancare nel menu <strong>di</strong> una Route non è soltanto<br />

una volta. Sempre perchè l’ho provato, comunque, un modo perfettamente in sintonia con la Legge<br />

devo anche avvertirvi che il gusto è uno <strong>di</strong> quelli Scout <strong>di</strong> procurarsi un cibo ideale per l’escursio-<br />

che al primo assaggio si fanno seguaci per la vita nismo. È anche un bell’esercizio mentale: questi<br />

o nemici giurati. Inoltre, sempre per esperienza piatti possono alleggerire parecchio lo zaino senza<br />

personale, posso garantirvi che l’odore in cucina svuotarvi il portafogli, ma usarli come si deve signi-<br />

durante la preparazione non piace a tutte le mamfi ca fare ancora più attenzione a non esagerare con<br />

me. L’anno scorso, ripensando a quel primo esperi- le porzioni e a creare menu veramente bilanciati. Si<br />

mento col pemmican, ho ricominciato a chiedermi può mangiare troppo e male anche quando si smal-<br />

se non fosse possibile farsene da sè una versione tiscono migliaia <strong>di</strong> calorie al giorno marciando!<br />

altrettanto pratica e nutriente, ma più <strong>di</strong>geribile,<br />

Buona Strada<br />

meno... aromatica e più economica delle barrette<br />

Marco, marco@storiafse.net<br />

Pemmican tra<strong>di</strong>zionale:<br />

• www.avventurosamente.it/vb/105alimentazione/3217-ricetta-pemmican.html<br />

• http://grandpappy.info/rpemmica.htm<br />

link utili:<br />

Pemmican senza carne:<br />

• www.recipezaar.com/Vegetarian-Pemmican-<br />

Bars-158852<br />

• http://tracelesswarrior.blogspot.com/2009/11/<br />

meatless-pemmican.html<br />

Panforte e panpepato:<br />

• www.ricettemania.it/ricetta_panforte_1103.html<br />

• www.kucinare.it/user/ricetta.aspx?idricetta=771<br />

28 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

29


Michela Bertoni ............................................................................................<br />

Di più saremo insieme...<br />

più gioia ci sarà!<br />

Queste non sono solo le parole<br />

<strong>di</strong> un canto che spesso<br />

viene intonato nei Cerchi<br />

ma sono le parole <strong>di</strong> un canto che<br />

parla <strong>di</strong> fraternità, della capacità <strong>di</strong><br />

uno scout <strong>di</strong> cogliere nell’incontro<br />

con l’altro, <strong>di</strong>verso per storia, cultura<br />

o lingua ma mai per <strong>di</strong>gnità o<br />

potenzialità, un’occasione imper<strong>di</strong>bile<br />

<strong>di</strong> crescita umana. Si è respirata<br />

aria <strong>di</strong> fraternità europea, il<br />

6 e 7 marzo a Soriano, all’incontro<br />

dei Commissari Europei. Abbiamo<br />

parlato in inglese, lingua internazionale<br />

ormai, ma che poi pensandoci<br />

bene ci poneva maggiormente sullo<br />

stesso piano, perché nessuno <strong>di</strong><br />

noi veniva da un paese anglofono<br />

e quin<strong>di</strong> tutti dovevamo metterci<br />

in gioco ancora <strong>di</strong> più per capirci,<br />

per scoprirci, per progettare e per<br />

sognare insieme… C’è tanta voglia<br />

<strong>di</strong> conoscersi meglio, <strong>di</strong> passare<br />

del tempo insieme, perché solo accorciando<br />

le <strong>di</strong>stanze si costruisce<br />

la pace e si argina l’egoismo che ci<br />

fa pensare <strong>di</strong> bastare a noi stessi…<br />

Ai Fuochi e ai Clan cre<strong>di</strong>amo che in<br />

Vita associativa Piano redazionale<br />

questo senso si apra un mondo <strong>di</strong><br />

opportunità, proprio per quella confi<br />

denza con i viaggi e con la lingua<br />

straniera che fi no a qualche anno<br />

fa erano impensabili… ed anche, al<br />

contrario <strong>di</strong> quanto si pensi, senza<br />

spendere patrimoni... Saremmo<br />

lieti che qualcuno <strong>di</strong> voi provasse<br />

a stabilire contatti con le realtà che<br />

già ci sono in Polonia, Lituania, Bielorussia,<br />

Francia, Spagna, Belgio,<br />

Svizzera, Austria, Germania, <strong>Roma</strong>nia...<br />

e loro già lo fanno, ci arrivano<br />

sempre delle richieste <strong>di</strong> aiuto per<br />

organizzare le loro Route in Italia,<br />

ma al<strong>di</strong>là dell’aspetto logistico, quel<br />

che più conta è, come ben sapete,<br />

lo stringere relazioni umane...<br />

Ed altrettanto belle sono le esperienze<br />

a cui invitano i Clan e i Fuochi,<br />

quella <strong>di</strong> Vezelay in primis, ma<br />

tante altre... e da cui si torna, credeteci,<br />

emozionati e con una marcia<br />

in più! Ve ne daremo conto proprio<br />

in questa rubrica e speriamo che<br />

voi vogliate con<strong>di</strong>videre con noi le<br />

esperienze che vivrete.<br />

Che <strong>di</strong>re se non… coraggio?<br />

2009 2011<br />

√ C - IO<br />

√ D - Sogni<br />

<strong>2010</strong><br />

√ A - Dolore<br />

√ B - Coraggio<br />

C - Sfide<br />

D - IO E L'ALTRO<br />

E - Confronto<br />

A - Perdono<br />

B - Tempo<br />

C - Fatica<br />

D - IO PER L'ALTRO<br />

E - Vocazione<br />

2012<br />

A - Paura<br />

B - Libertà<br />

C - Strada<br />

30 <strong>Carnet</strong><strong>di</strong><strong>Marcia</strong><br />

B - <strong>2010</strong><br />

31


L'altracopertina... <strong>di</strong> Giorgio Sclip<br />

“Coraggio, “Coraggio, “Coraggio, “Coraggio, sono sono sono sono<br />

io, io, non non temete!” temete!”<br />

(Mc 6, 50)<br />

Rifl ettendo sul... coraggio.<br />

Coraggio, fratello che soffri. C’è<br />

anche per te una deposizione dalla<br />

croce. C’è anche per te una pietà<br />

sovrumana. Ecco già una mano forata<br />

che schioda dal legno la tua...Coraggio.<br />

Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio.<br />

Tra poco, il buio cederà il posto<br />

alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori<br />

e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole<br />

in fuga.<br />

(Tonino Bello)<br />

Il nostro tempo è limitato, per cui non<br />

lo dobbiamo sprecare vivendo la vita <strong>di</strong><br />

qualcun altro. Non facciamoci intrappolare<br />

dai dogmi, che vuol <strong>di</strong>re vivere seguendo<br />

i risultati del pensiero <strong>di</strong> altre persone.<br />

Non lasciamo che il rumore delle opinioni<br />

altrui offuschi la nostra voce interiore. E,<br />

cosa più importante <strong>di</strong> tutte, dobbiamo<br />

avere il coraggio <strong>di</strong> seguire il nostro cuore<br />

e la nostra intuizione. In qualche modo,<br />

essi sanno che cosa vogliamo realmente <strong>di</strong>ventare.<br />

Tutto il resto è secondario.<br />

(Steve Jobs)<br />

“Mio Dio dammi il coraggio adesso,<br />

in questo momento, <strong>di</strong> perseverare<br />

nel seguire la tua chiamata.”<br />

(Madre Teresa)<br />

Non si è mai abbastanza coraggiosi<br />

da essere vigliacchi defi nitivamente.<br />

(Giorgio Gaber)<br />

“Chi non è abbastanza coraggioso<br />

da assumersi le proprie responsabilità<br />

non compirà niente nella vita.”<br />

(Muhammad Ali)

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