matrice strutturale non più soggiogata dalla geometria “esatta” si <strong>con</strong>tamina <strong>di</strong> suggestioni naturalistiche assumendo profili liberamente e impreve<strong>di</strong>bilmente articolati. Un <strong>di</strong>scorso specifico merita l’approfon<strong>di</strong>mento del <strong>con</strong>cetto <strong>di</strong> spazio architettonico e dei parametri che lo determinano: forma e <strong>di</strong>mensione. L’esattezza <strong>di</strong>mensionale è un fattore trasposto ripetutamente dallo Stu<strong>di</strong>o <strong>Valle</strong> nell’adozione della mega-scala. La macroscopicità viene, pertanto, intesa come caratteristica comune <strong>di</strong> alcuni progetti che, assolvendo un importante ruolo urbano, fuories<strong>con</strong>o dalla scala “locale” inquadrandosi in quella “territoriale”. Questi progetti, che esasperano il parametro <strong>di</strong>mensionale dello spazio, sono caratterizzati da una ricerca formale prevalentemente in<strong>di</strong>rizzata verso una matrice geometrico - lineare che salvo lievi cenni, poco <strong>con</strong>cede alla sinuosità delle forme. Si affiancano a questi interventi, una serie <strong>di</strong> progetti, prevalentemente degli anni 2000, anch’essi <strong>con</strong>cepiti sulla “macro” <strong>di</strong>mensione come fattore che ne determina l’imme<strong>di</strong>ata ri<strong>con</strong>oscibilità a scala urbana e territoriale, ma risolti in segni flui<strong>di</strong>. A quest’ultima categoria sono ri<strong>con</strong>ducibili numerosi progetti recenti: il Macalline Red Star, a Pechino; la Sede del Consiglio Europeo, a Bruxelles; la Nuova Sede Istat, a Roma; la Sede del Consiglio della Regione Puglia, a Bari. Nel progetto del Macalline Red Star, a Pechino, una grande “bolla” <strong>di</strong> vetro, <strong>di</strong>namicamente deformata, <strong>con</strong>verge in un elemento ovoidale, punto <strong>di</strong> accumulazione della composizione, simbolo della <strong>con</strong>tinuità della vita e della famiglia, destinato ad ospitare il museo del mobile. La superficie liquida costituisce un piano astratto sul quale si liberano i percorsi pedonali, fluttuanti in una sorta <strong>di</strong> paesaggio artificiale definito da morbide superfici vitree e da improvvise cavità luminose. Nel progetto della Sede del Consiglio Europeo, a Bruxelles, la <strong>con</strong>formazione dell’area <strong>di</strong> intervento, <strong>di</strong> forma pressoché quadrata su cui insiste un manufatto a “L”, il Residence Palace, suggerisce un approccio progettuale guidato dalla volontà <strong>di</strong> regolarizzazione del fronte strada su Rue de la Loi attraverso la geometrizzazione dell’impianto originario. Una doppia facciata <strong>di</strong> nuova realizzazione trasparente su due lati ortogonali ricompone il perimetro dell’area e si accosta al complesso storico. Nuovo ed esistente appaiono <strong>con</strong>vivere in un equilibrio messo in tensione dal suo interno <strong>con</strong> l’intromissione <strong>di</strong> un terzo elemento: una “lanterna”. Questo oggetto organico trasparente comprime lo spazio in maniera <strong>di</strong>somogenea e ne turba la staticità tramutandolo in <strong>di</strong>namico.
Nella Nuova Sede Istat, a Roma, un quadrato <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione pari a 126 m, derivante dalle prescrizioni del bando, delimita rigorosamente la regolarità del fronte e del margine urbano. Successive operazioni <strong>di</strong> svuotamento hanno investito il nucleo centrale in modo da isolare un volume dall’accentuata valenza scenografica: un “calice” vetrato <strong>di</strong> sezione variabile che ospita i collegamenti verticali, gli atrii e gli uffici <strong>di</strong> rappresentanza.