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apparire più crudele e irrispettoso. Presto la superficie si è<br />
lacerata, per fare emergere e intravedere qualcosa che se ne<br />
stava nascosto nel suo grembo: pensiamo alle opere in cui<br />
uno squarcio ci fa scorgere una rete metallica che preme e<br />
determina un rigonfiamento, una sorta <strong>di</strong> me<strong>di</strong>evale celata<br />
che si rivela davanti a noi. E la superficie si è arricchita <strong>di</strong><br />
avvallamenti e protuberanze, senza lacerarsi, tesa a occultare<br />
una forza misteriosa che nell’abisso oscuro <strong>di</strong> ciò che noi<br />
non ve<strong>di</strong>amo si muove, si agita, preme, imperiosamente<br />
riaffermando la volontà del quadro <strong>di</strong> farsi spazio tri<strong>di</strong>mensionale.<br />
Tutto, sempre, esprimendo una tensione a<br />
combinare armonia, equilibrio e ruvida forza espressiva.<br />
Evidenti sono le suggestioni storiche evocate dall’opera <strong>di</strong><br />
<strong>Valli</strong>: dal primo informale, squisitamente pittorico<br />
(Santomaso, Poliakoff) a Burri, da Fontana a Bonalumi,<br />
senza <strong>di</strong>menticare la lezione <strong>di</strong> un artista, Vivaldo Poli, <strong>di</strong><br />
cui <strong>Remo</strong> fu amico, fin dai tempi dell’infanzia a Novellara.<br />
<strong>Valli</strong> lavora nella solitu<strong>di</strong>ne in una vecchia stalla, sulle<br />
colline che circondano Casina, e ha presto trasformato il<br />
suo stu<strong>di</strong>o in una sorta <strong>di</strong> antro <strong>di</strong> Vulcano: qui ancora si<br />
respira l’aria dell’alchimia, ma soprattutto la visione <strong>di</strong> una<br />
pittura, tenacemente perseguita, che, anche quando <strong>di</strong>smette<br />
le seduzioni del colore e della decorazione, sa farsi<br />
strumento <strong>di</strong> verità, per dare voce all’interiorità, per<br />
4<br />
alludere alle infinite bellezze <strong>di</strong> ciò che è <strong>di</strong>verso ed è stato<br />
sempre considerato materiale <strong>di</strong> scarto, senza alcun valore,<br />
mai assunto nelle sue segrete, infinite potenzialità, e<br />
davvero visto, perché sempre si è preferito “passare<br />
accanto”, in tempi governati dalla frenesia e dal rumore<br />
assordante che tutto cancellano e ottundono.<br />
Sandro Parmiggiani