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L'Impiego delle Acque Minerali nella ... - Biblioteca Medica

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Giornate Reggiane di Dietetica e Nutrizione Clinica<br />

1 a Edizione<br />

“L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong><br />

Dietoterapia degli Stati Fisiologici e<br />

Patologici”<br />

Reggio Emilia, 28 Settembre 2007<br />

A cura di<br />

William Giglioli - Salvatore Vaccaro<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Giornate Reggiane di Dietetica e Nutrizione Clinica<br />

1 a Edizione<br />

“L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong><br />

Dietoterapia degli Stati Fisiologici e<br />

Patologici”<br />

Reggio Emilia, 28 Settembre 2007<br />

A cura di<br />

William Giglioli - Salvatore Vaccaro<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


INDICE<br />

INTRODUZIONE Pag. 03<br />

PARTE 1 - ACQUA ED ORGANISMO UMANO Pag. 04<br />

Proprietà Chimico-Fisiche dell’Acqua Pag. 05<br />

Roberto Messori<br />

L’Importanza Biologica dell’Acqua Pag. 14<br />

Emanuela Casini<br />

Fabbisogni Idrici nelle Varie Fasce d’Età e Stati Fisiologici Pag. 23<br />

Massimo Vincenzi<br />

PARTE 2 - LE ACQUE MINERALI Pag. 29<br />

<strong>Acque</strong> Destinate al Consumo Umano Pag. 30<br />

Maurizio Rosi<br />

Classificazione <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> Pag. 35<br />

Salvatore Vaccaro<br />

Il Percorso <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> dalla Sorgente alla Tavola Pag. 44<br />

Salvatore Vaccaro<br />

L’Etichetta <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> Pag. 50<br />

Antonia Maria Morini<br />

PARTE 3 - ACQUE MINERALI: INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI NELLA<br />

DIETOTERAPIA DEGLI STATI FISIOLOGICI E PATOLOGICI Pag. 62<br />

L’Acqua in Età Pediatrica ed Adolescenziale Pag. 63<br />

Sergio Amarri, Anna Lasagni, Roberto Verri<br />

L’Acqua in Gravidanza e nell’Allattamento Pag. 70<br />

Giovanni Battista La Sala<br />

L’Acqua nello Sportivo Pag. 71<br />

Nino Carlo Battistini<br />

L’Acqua negli Stati Patologici Pag. 74<br />

Barbara Paolini<br />

Fegato ed <strong>Acque</strong> Pag. 83<br />

Giovanni Fornaciari<br />

Apparato Gastrointestinale ed <strong>Acque</strong> Pag. 85<br />

Angela Mazzocchi<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


PARTE 4 - ABSTRACTS Pag. 88<br />

Indagine sull’intake idrico medio/die in pazienti ospedalizzati Pag. 89<br />

Salvatore Vaccaro<br />

Valutazione della distribuzione dei fluidi corporei in soggetti con eccesso<br />

ponderale tramite l’Analisi Bioimpedenziometrica Pag. 90<br />

Salvatore Vaccaro<br />

PARTE 5 - ACQUE MINERALI E MERCATO ITALIANO Pag. 91<br />

Le principali acque minerali presenti sul mercato italiano Pag. 92<br />

Salvatore Vaccaro<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Liscia, gassata, frizzante, effervescente naturale, piatta, leggermente gassata,<br />

oligominerale, purificata. Ci si può davvero perdere in un oceano d’acqua. Cosa ci ha indotti<br />

ad affrontare questo tema? Gli italiani sono i maggiori produttori e bevitori mondiali d’acqua<br />

minerale con un consumo di oltre 180 litri pro capite. Più del 50 per cento dei nostri<br />

connazionali beve acqua minerale in bottiglia, probabilmente perché la ritiene più sicura e<br />

piacevole.<br />

Le acque minerali ed il loro consumo possono presentare numerosi aspetti poco<br />

conosciuti e non del tutto definiti Molti ritengono che l'acqua minerale sia migliore e più<br />

garantita dell'acqua dell'acquedotto tanto da tutelare meglio la propria salute e quella della<br />

propria famiglia. L’acqua minerale una volta imbottigliata, distribuita e pubblicizzata può<br />

arrivare però a costare dalle 500 alle 1000 volte in più rispetto all'acqua del rubinetto.<br />

Vale la pena spendere tanti soldi per acquistarla? L’acqua minerale è di qualità<br />

superiore all’acqua del rubinetto? La pubblicità fatta dalle aziende produttrici dell’acqua<br />

minerale può creare false aspettative nei consumatori? Le etichette <strong>delle</strong> bottiglie sono<br />

sufficientemente chiare nel presentare un tipo di acqua rispetto ad un’altra? E allora è<br />

possibile con l’aiuto di esperti verificare se questo elemento-alimento, indispensabile alla<br />

nostra vita, possa essere consumato tramite una scelta responsabile? Accostare ad un<br />

determinato cibo un tipo di acqua minerale può essere un modo per migliorare la digestione<br />

ed arricchire la nostra gastronomia? Esistono acque minerali utili alla cura di patologie<br />

epatiche e gastroenterologiche? La legislazione vigente tutela i consumatori verso acque<br />

minerali non idonee? Quanta acqua è necessaria al nostro organismo nelle varie età della vita?<br />

Ecco perché abbiamo scelto questo tema, davvero appassionante, con la speranza che ai tanti<br />

quesiti posti venga data una risposta dissipando dubbi e confermando, se esistono, certezze.<br />

Dr. William Giglioli<br />

Responsabile U.O. Lungodegenza Post-Acuta<br />

Riabilitazione Estensiva - Cure Palliative<br />

Responsabile Team Nutrizionale Aziendale<br />

A.O. Arcispedale Santa Maria Nuova<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


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Parte 1<br />

Acqua ed Organismo Umano<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


PROPRIETÀ CHIMICO-FISICHE DELL’ACQUA<br />

Roberto Messori<br />

ARPA Emilia Romagna - Sezione di Reggio Emilia<br />

Il convegno che si apre oggi pone al suo centro l’acqua.<br />

Mai come ora, forse, il problema “acqua” è sentito, discusso ed è fonte di<br />

preoccupazione a livello mondiale.<br />

Come sappiamo non è possibile concepire una qualsiasi forma di vita, almeno sul<br />

nostro pianeta, a prescindere dall’acqua.<br />

Tutti quanti siamo a conoscenza che la risorsa acqua, e soprattutto l’acqua potabile,<br />

non può essere considerato un bene infinito: è un bene prezioso, “strategico” che va tutelato,<br />

innanzitutto pensando alle generazioni future.<br />

Ma veniamo all’argomento del mio intervento: le qualità chimico-fisiche dell’acqua.<br />

Dal punto di vista chimico l’acqua è definita come l’ossido di idrogeno, la sua<br />

molecola è da noi tutti conosciuta e la vita su questo pianeta (almeno per come la<br />

conosciamo) non si sarebbe mai sviluppata se l'acqua non avesse alcune proprietà<br />

chimicofisiche molto singolari che la fanno essere davvero una molecola straordinaria.<br />

Facciamo qualche esempio.<br />

L’acqua allo stato liquido ha densità maggiore dell’acqua allo stato solido; se così non<br />

fosse i ghiacci galleggianti affonderebbero, e si adagerebbero sui fondali marini.<br />

Altra proprietà particolarissima dell’acqua è quella che, nonostante il suo basso peso<br />

molecolare, presenta punti di fusione e di ebollizione relativamente molto elevati, e possiede<br />

un’alta capacità termica che permette all’acqua di non risentire eccessivamente degli sbalzi di<br />

temperatura esterni. Questo fatto è di estrema importanza sia dal punto di vista ambientale<br />

(per la capacità di mari, laghi, oceani di mitigare il clima) che dal punto di vista fisiologico (il<br />

nostro corpo è formato in gran parte d’acqua e la costanza della temperatura è, per le cellule,<br />

di capitale rilevanza).<br />

Molte <strong>delle</strong> proprietà dell’acqua sono dovute e spiegate dalla sua forma e dalla sua<br />

struttura elettronica. La teoria del legame chimico aiuta a spiegarle.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Molte di queste proprietà e altre ancora risiedono <strong>nella</strong> particolare natura del legame<br />

fra l’atomo di ossigeno e i due atomi di idrogeno, <strong>nella</strong> loro geometria e <strong>nella</strong> differenza di<br />

elettronegatività fra questi due elementi. Proprio a causa di questa differenza<br />

la molecola d’acqua può interagire con altre molecole polari o forme ioniche<br />

(vedi il fenomeno della solvatazione), mentre le molecole apolari tenderanno a<br />

rifuggire l’acqua (e per questo si usa per le specie apolari il termine<br />

“idrofobico”, cioè che “teme l’acqua”).<br />

In virtù della polarità <strong>delle</strong> molecole d’acqua, poi, queste si possono legare fra di loro<br />

per mezzo dei cosiddetti “legami idrogeno”, in cui l’ossigeno di una molecola si coordina<br />

all’idrogeno di un’altra con una direzionalità ben precisa. Proprio questo specialissimo<br />

legame spiega molte <strong>delle</strong> proprietà dell’acqua prima enunciate.<br />

Quando però si parla di proprietà chimico-fisiche <strong>delle</strong> acque destinate al consumo<br />

umano (sia quelle di “rubinetto” che quelle minerali naturali “in bottiglia”) ci si riferisce,<br />

solitamente, alle caratteristiche di soluzioni acquose contenenti diversi sali.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Principali parametri di composizione <strong>delle</strong> acque destinate al consumo umano e<br />

<strong>delle</strong> minerali<br />

Conducibilità elettrica<br />

In una soluzione, gli ioni presenti consentono il passaggio della corrente elettrica.<br />

Poiché la conducibilità elettrica aumenta in modo proporzionale alla concentrazione <strong>delle</strong><br />

sostanze disciolte, la conducibilità elettrica è un parametro utile per ottenere una misura,<br />

seppur approssimativa, del contenuto salino di un’acqua. La conducibilità elettrica è molto<br />

influenzata dalla temperatura e generalmente viene riportata la conducibilità elettrica<br />

specifica a 20 °C con unità di misura in µS/cm. L’acqua molto pura (cioè con un bassissimo<br />

contenuto di ioni in essa disciolti) ha una conducibilità elettrica molto bassa, mentre le acque<br />

sotterranee comunemente utilizzate per il consumo umano presentano valori di conducibilità<br />

elettrica specifica che comunemente va dai 100 ai 1000 µS/cm.<br />

pH<br />

Nell'acqua allo stato liquido una parte <strong>delle</strong> molecole si dissocia spontaneamente in<br />

ioni H + e ioni OH – . Alla temperatura standard di 25°C la concentrazione di ioni H + è pari a 1,0<br />

x 10 -7 eq/L. Anziché esprimere la concentrazione degli ioni H + in questa forma, si utilizza il<br />

logaritmo decimale negativo (o cologaritmo) detto pH. Più esattamente il pH è però definito<br />

come il logaritmo negativo dell’attività dello ione H + .<br />

pH = -log10 a H+<br />

Il pH di un’acqua distillata. in assenza di anidride carbonica disciolta è 7,00 a 25°C.<br />

Questo valore di pH definisce la condizione di neutralità: pH inferiori a 7 indicano condizioni<br />

di acidità, superiori di basicità.<br />

Il pH <strong>delle</strong> acque sotterranee, con basso contenuto di anidride carbonica disciolta, è<br />

generalmente compreso tra 6,5 e 8,0. Le acque con bassa mineralizzazione, alimentate dalla<br />

fusione <strong>delle</strong> nevi o dalla pioggia, presentano generalmente un pH intorno a 5,5-6,5; nelle<br />

normali acque fluviali o di sorgente, di tipologia prevalentemente bicarbonato-calcica, il pH<br />

va da 7,0 a 8,0.<br />

Variazioni anche minime del pH hanno un ruolo importante nel modificare la<br />

solubilità di certe sostanze. La solubilità del calcare, ad esempio, è molto influenzata dal<br />

valore di questo parametro.<br />

Potenziale redox (ORP)<br />

La misura del potenziale redox, ovvero della capacità della soluzione di risultare<br />

donatore o accettore di elettroni (quindi riducente o ossidante) risulta molto utile per<br />

comprendere le dinamiche che avvengono all’interno <strong>delle</strong> acque sotterranee. La stabilità e la<br />

solubilità di molte specie ioniche presenti in un’acqua dipende fortemente dalle condizioni<br />

redox: ne sono un esempio, come si dirà più avanti, la presenza nelle acque di ferro,<br />

manganese e ammonio. È un parametro da valutare esclusivamente al momento del prelievo<br />

ma non è richiesto dalle normative di controllo <strong>delle</strong> acque.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Residuo fisso<br />

Il contenuto in sali di un'acqua può essere misurato attraverso il residuo fisso. Il<br />

residuo fisso o residuo totale a 180 °C, corrisponde alla parte solida che rimane dopo aver<br />

evaporato ed essiccato alla temperatura di 180 °C, una quantità nota di acqua, in genere 1<br />

litro. Esso esprime la quantità totale di sali contenuti. Nelle acque destinate al consumo<br />

umano e in quelle minerali naturali il residuo fisso presenta valori che vanno dalle<br />

oligominerali (con residuo fisso minore di 500 mg/L), ad acque a media mineralizzazione<br />

(spesso comunque non superiori o di poco superiori ai 1000 mg/L).<br />

Forme di azoto nelle acque<br />

L’azoto come gas può essere presente nelle acque sotterranee in fase di gas disciolto,<br />

ma molto più importanti sono le forme dell’azoto presenti in composti a differenti stati di<br />

ossidazione.<br />

Ammonio<br />

L'ammoniaca deriva solitamente da sostanze proteiche non completamente degradate,<br />

principalmente dall’azoto degli amminoacidi che per deamminazione passa a NH3 secondo la<br />

sequenza:<br />

proteine → amminoacidi → urea → azoto → ammoniacale<br />

Nelle acque destinate al consumo umano e in quelle minerali naturali l’ammoniaca è<br />

generalmente assente. Fanno eccezione le acque provenienti da acquiferi torbosi dove, in<br />

presenza di potenziale redox decisamente negativo, la concentrazione di ammonio può<br />

raggiungere valori di alcuni milligrammi al litro: nelle acque provenienti dai pozzi della bassa<br />

padana, ad esempio, è usuale riscontrare concentrazioni di ammonio fino anche a 5 mg/L.<br />

Nitrito e nitrato<br />

Queste forme di azoto, quando presenti, sono spesso in bassa concentrazione. Valori<br />

elevati sono indici di una risorsa compromessa da inquinamenti. Lo ione nitrato raggiunge le<br />

acque sotterranee principalmente come sostanza disciolta nelle acque piovane di infiltrazione,<br />

ma i valori di nitrato in acque a basso impatto antropico raramente superano i 4-5 mg/L.<br />

Per questo parametro il D.Lgs 31/2001 (relativo alle acque destinate al consumo<br />

umano) pone un limite di 50 mg/L, mentre la normativa vigente per le acque minerali naturali<br />

fissa a 45 mg/L il limite e addirittura a 10 mg/L per le acque destinate alla prima infanzia: il<br />

motivo di queste limitazioni è dovuto alla possibilità che il nitrato, nello stomaco (soprattutto<br />

dei lattanti), possa trasformarsi in nitrito e quindi, reagendo con alcune ammine introdotte col<br />

cibo, formare le nitrosammine, sostanze che, secondo la letteratura scientifica, nelle cavie<br />

sono risultate epatotossiche e cancerogene. A questo proposito c’è da ricordare che nitrato e<br />

nitrito entrano spesso <strong>nella</strong> nostra dieta anche come conservanti nei salumi (nitrato e nitrito di<br />

sodio: E251 e E250).<br />

Lo ione nitrito è generalmente assente nelle acque destinate al consumo umano e/o<br />

minerali.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Fluoruro<br />

Nelle acque sotterranee, quando sono assenti particolari situazioni geochimiche, il<br />

contenuto di ione fluoruro è molto basso da < 0,05 a 0,20 mg/L.<br />

Il fluoruro ha una duplice veste: esso è un elemento necessario all’organismo umano<br />

(l’apporto alimentare di fluoro a basse dosi può avere un’azione benefica sulla dentizione),<br />

ma potrebbe determinare fluorosi, in particolare <strong>nella</strong> popolazione più sensibile come lattanti<br />

e bambini in tenera età. Pertanto il recente D.M. 11 settembre 2003 sulle acque minerali<br />

prevede all’art. 1 che «le acque minerali naturali, la cui concentrazione di fluoro è superiore a<br />

1,5 mg/L, devono riportare la seguente indicazione in etichetta: Contiene più di 1,5 mg/L di<br />

fluoro: non ne è opportuno il consumo regolare da parte dei lattanti e dei bambini di età<br />

inferiore a sette anni».<br />

Cloruro<br />

Lo ione cloruro è presente nelle acque sotterranee in concentrazioni molto variabili in<br />

funzione della litologia degli acquiferi. In acque che circolano nelle arenarie<br />

uarzosofelspatiche, rocce molto comuni in aree appenniniche, o in aree carsiche, i cloruri si<br />

trovano in concentrazioni fra 5 e 20 mg/L. Questi derivano in gran parte dagli apporti della<br />

pioggia. Nelle acque <strong>delle</strong> piane alluvionali, il cloruro è quasi sempre in concentrazioni<br />

superiori, specialmente in zone costiere dove le falde di acqua dolce possono venire in<br />

contatto con quelle marine. Quasi sempre l’estrazione eccessiva di acque dal sottosuolo<br />

determina risalita del cuneo salino dal mare con grave compromissione della risorsa.<br />

Nelle zone aride, le acque sotterranee profonde sono spesso ricche in cloruro per<br />

l’assenza di diluizione da parte <strong>delle</strong> acque piovane di infiltrazione e per i tempi lunghi di<br />

contatto con le rocce dell’acquifero che ne favoriscono l’arricchimento.<br />

Solfato<br />

Lo ione solfato è presente in tutte le acque fluviali, lacustri e sotterranee; in acque<br />

sotterranee si possono riscontare concentrazioni da pochi mg/L fino, in alcuni casi, a oltre<br />

1000 mg/L; le concentrazioni più elevate si riscontrano nelle acque che vengono in contatto<br />

con sedimenti evaporitici a gesso (CaSO4.2H2O) o anidrite (CaSO4).<br />

Carbonato e bicarbonato<br />

L’anidride carbonica, disciolta nell’acqua piovana di infiltrazione o generata per<br />

fenomeni di metamorfismo <strong>delle</strong> rocce si scioglie in acqua con formazione di acido carbonico,<br />

un acido debole con costante di dissociazione di 4,2x10 –7 . La presenza di carbonati e<br />

bicarbonati (o idrogenocarbonati) nelle acque dipende quindi dalla CO2 presente e dalle<br />

reazione di equilibrio di questa in funzione del pH.<br />

La distribuzione <strong>delle</strong> varie specie CO2 acquosa (acido carbonico), HCO3 - e CO3 -2 in<br />

funzione del pH è riportata <strong>nella</strong> figura 1.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


In molte acque sotterranee con pH intorno a 7,5 è presente prevalentemente la forma<br />

HCO3 - (bicarbonato) che quindi contribuisce totalmente all’alcalinità dell’acqua.<br />

Per questo motivo i carbonati risultano assenti o hanno concentrazioni normalmente<br />

molto basse mentre i bicarbonati possono raggiunge valori anche superiori a 500 mg/L.<br />

Calcio<br />

Il calcio è un elemento molto abbondante ed è presente in molti minerali costituenti la<br />

crosta terrestre; molte rocce contengono calcio in elevata percentuale. Concentrazioni elevate<br />

(rispetto al totale dei cationi) indicano generalmente la provenienza da rocce carbonatiche.<br />

Tuttavia, le acque che circolano nei sistemi carbonatici di tipo carsico, con rocce costituite da<br />

calcari e dolomie, sono generalmente a basso contenuto di calcio e magnesio per l’elevata<br />

velocità di attraversamento che non dà luogo a significativi fenomeni di solubilizzazione. La<br />

dissoluzione dei calcari avviene per opera dell’acqua ricca di anidride carbonica. Nelle acque<br />

sotterranee le concentrazioni di calcio che comunemente si riscontrano sono comprese fra 10<br />

e 200 mg/L.<br />

L’importanza del calcio <strong>nella</strong> nutrizione è da tutti riconosciuta (per le ossa, i denti, i<br />

muscoli, i nervi).<br />

Magnesio<br />

Anche il magnesio è un elemento diffuso in molti minerali della litosfera.<br />

Concentrazioni elevate si riscontrano nelle acque che hanno un lungo tempo di residenza in<br />

acquiferi costituiti da sabbie e ghiaie contenenti dolomia (carbonato doppio di calcio e<br />

magnesio) o ofioliti (rocce vulcaniche formatesi in ambiente marino profondo e ricche in<br />

silicio, alluminio, ferro, magnesio). In questi casi si raggiungono valori fino a 100 mg/L.<br />

L’importanza del magnesio <strong>nella</strong> nutrizione è da molti riconosciuta, fra l’altro, per la<br />

prevenzione <strong>delle</strong> malattie cardiovascolari.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Durezza<br />

La durezza è connessa alla presenza dei due ioni alcalino-terrosi ed è definita come la<br />

somma del contenuto dei sali di calcio e di magnesio espressi come CaCO3. In origine il<br />

concetto di durezza esprimeva la maggiore o minore capacità di un’acqua di produrre schiuma<br />

insieme al sapone. La presenza di calcio e magnesio inibisce infatti la formazione di schiuma<br />

e limita il potere “lavante” dell’acqua.<br />

La durezza è un parametro frequentemente tenuto sotto controllo, in particolare per<br />

l’utilizzo domestico dell’acqua dove, nei circuiti dell’acqua calda, acque con durezza<br />

relativamente elevata possono dare luogo alla deposizione di carbonati di calcio e magnesio.<br />

In relazione alla durezza nelle acque si adottano principalmente le seguenti definizioni:<br />

• durezza totale: concentrazione totale di sali di calcio e magnesio espressa come carbonato<br />

di calcio (è il parametro richiesto dalle normative su acque potabili e minerali).<br />

• durezza permanente: concentrazione di sali di calcio e magnesio espressa come carbonato<br />

di calcio, misurata dopo ebollizione dell’acqua. La durezza permanente è il contenuto di<br />

calcio e magnesio dovuto alla presenza di solfati o cloruri e, talora, nitrati, che persiste<br />

dopo aver fatto precipitare i carbonati e i bicarbonato per ebollizione.<br />

• durezza temporanea: differenza fra la durezza totale e quella permanente. Essa<br />

rappresenta la concentrazione dei bicarbonati alcalino-terrosi ed è espressa come<br />

carbonato di calcio.<br />

La durezza totale è un parametro molto usato in idrogeologia e viene comunemente<br />

espressa in gradi francesi; 1 grado francese corrisponde a 10 mg/L di CaCO3, oppure a 8,7<br />

mg/L di MgCO3.<br />

Vi sono scale di classificazione della durezza <strong>delle</strong> acque che non sempre sono in<br />

accordo; fra queste quella più comunemente usata è la seguente:<br />

• leggere o dolci, se con durezza inferiore a 14 °F;<br />

• mediamente dure, se con durezza compresa tra 14 e 22 °F;<br />

• dure, se con durezza superiore a 22 °F.<br />

Sodio<br />

Trattandosi di uno dei costituenti base di molti tipi di rocce, è sempre presente nelle<br />

acque sotterranee e superficiali principalmente a causa dell’elevata solubilità dei suoi sali.<br />

Nelle acque il sodio deriva dalla lisciviazione dei depositi superficiali e sotterranei di sali,<br />

dalla alterazione dei minerali silicei, dalle intrusioni di acqua marina negli acquiferi di acqua<br />

dolce. Elevate concentrazioni di sodio sono spesso accompagnate da cloruri.<br />

Potassio<br />

Il potassio proviene per lo più dai principali silicati costituenti le rocce di origine<br />

magmatica o argillosa. Le concentrazioni che normalmente si riscontrano sono generalmente<br />

inferiori o intorno a 1 mg/L.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Metalli e altri elementi nelle acque<br />

Metalli ed altri elementi di natura non metallica (arsenico, selenio) possono essere<br />

presenti nelle acque naturali in concentrazioni, normalmente molto basse, e in forme diverse.<br />

Ferro<br />

Sono le condizioni riducenti del sistema, come frequentemente si riscontrano in acque<br />

sotterranee, che possono determinare mobilizzazioni di concentrazioni elevate di questo<br />

metallo <strong>nella</strong> forma dello ione Fe +2 .<br />

Le acque che contengono elevate concentrazioni di ioni Fe+2 (talvolta fino a 5000<br />

µg/L), una volta ossigenate a contatto con l’aria, tendono a dar luogo ad intorbidamenti per la<br />

formazione di un precipitato di idrossido ferrico.<br />

Nelle acque il ferro, già con valori di concentrazione di 250 – 300 µg/L, crea<br />

inconvenienti per la formazione di incrostazioni di idrossidi e carbonati e per il sapore<br />

metallico che impartisce all’acqua. Concentrazioni elevate di ferro in soluzione possono<br />

determinare poi sviluppo di ferrobatteri con problemi di corrosione <strong>delle</strong> tubazioni.<br />

Il ruolo e l’importanza del ferro nell’organismo umano è noto: esso è il costituente<br />

dell’emoglobina e come tale ricopre una funzione essenziale.<br />

Manganese<br />

Il manganese contenuto nelle acque sotterranee deriva frequentemente dalla<br />

solubilizzazione del carbonato di manganese, MnCO3, presente con una certa abbondanza nei<br />

paleosuoli. Spesso accompagna i minerali di ferro avendo un comportamento simile. Il<br />

manganese è presente nelle acque spesso come ione Mn+2, specie chimica piuttosto solubile.<br />

Generalmente, quando è presente in concentrazioni superiori a 50 µg/L e viene a contatto con<br />

l’aria, si ha l’ossidazione e la precipitazione come idrato Mn(OH)4, che provoca gli stessi<br />

inconvenienti del ferro: intorbidamento dell’acqua, sapori sgradevoli, torbidità e depositi nelle<br />

tubazioni.<br />

Per l’organismo umano il manganese è un costituente di alcuni enzimi e come tale<br />

risulta essenziale.<br />

Arsenico<br />

L’arsenico costituisce un contaminante <strong>delle</strong> acque diffuso in numerose aree della<br />

Terra e la sua presenza è normalmente imputabile a rilasci di origine naturale.<br />

Numerosi sono i territori dove si rileva arsenico nelle acque in concentrazioni elevate.<br />

Particolarmente grave è la situazione nel West Bengala (India), dove una popolazione di 1,5<br />

milioni di persone è interessata dall’uso di acque contaminate da arsenico, con concentrazioni<br />

medie intorno a 200 µg/L. In Italia valori di arsenico, a volte anche superiori a 10 µg/L<br />

(l’attuale concentrazione massima ammessa dal D.Lgs 31/2001) sono riscontrati ad esempio<br />

nelle acque sotterranee in alcune aree dell’Emilia, in acque di pozzo di alcuni comuni della<br />

provincia di Mantova e in alcuni comuni del Veneto, ma anche in acque di sorgente di acque<br />

minerali o in laghi del Lazio settentrionale e nelle acque sotterranee dei Campi Flegrei<br />

(Napoli). Dalla maggior parte di queste indagini emerge che la presenza dell’arsenico è legata<br />

a processi naturali di cessione dei minerali (spesso arsenopiriti) presenti negli acquiferi.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


L’arsenico è presente principalmente nelle due forme di ossidazione come As +3 e As +5 .<br />

La forma stabile in condizioni ossidanti è As +5 , mentre As +3 è presente in condizioni<br />

riducenti, in particolare nelle acque sotterranee, frequentemente associato a Fe +2 e ammonio. I<br />

limiti di legge sono comunque relativi all’arsenico totale.<br />

Aspetti tossicologici dell'arsenico<br />

I composti inorganici dell'arsenico sono molto tossici e sono considerati cancerogeni.<br />

L'arsenico (come “arsenic and compounds”) è inserito dalla International Agency for<br />

Research on Cancer (IARC, 1987) nel Gruppo 1 della lista dei cancerogeni umani. Gli effetti<br />

sulla salute umana sono diversi a seconda del tipo di esposizione. Quelli acuti, prodotti<br />

dall’esposizione ad alte dosi, inducono gravi effetti sull’apparato gastroenterico e sui reni,<br />

mentre le maggiori ricadute sanitarie sono dovute alle lunghe esposizioni a basse dosi,<br />

prevalentemente per l’impiego dell’acqua utilizzata a scopo potabile: studi epidemiologici<br />

hanno dimostrato gli effetti cancerogeni dell’arsenico assunto attraverso questo veicolo.<br />

Un tempo era considerato un elemento di interesse per l’organismo umano (sembra<br />

legato al processo della crescita), tanto che ancora oggi sono impiegate ad uso termale le<br />

acque arsenicali-ferrugginose che trovano impiego sia <strong>nella</strong> balneoterapia per la cura di<br />

particolari malattie <strong>delle</strong> pelle, sia nel trattamento di anemie. In realtà, come riportato in<br />

precedenza, l’arsenico è molto più conosciuto e studiato per gli effetti tossici.<br />

Selenio<br />

Il selenio è presente <strong>nella</strong> crosta terrestre in piccole quantità come seleniuro e selenito<br />

Il selenio è un elemento essenziale per i sistemi biologici. Carenze di questo elemento<br />

possono determinare problemi alla salute, tuttavia la dose tossica è molto vicina a quella<br />

fisiologica, tanto che nelle acque minerali e in quelle potabili il valore limite è molto basso<br />

(10 µg/L).<br />

Stronzio, litio, bario ed altri elementi in traccia<br />

Stronzio litio e bario, sono contenuti generalmente in tutte le acque in concentrazioni<br />

variabili.<br />

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L’IMPORTANZA BIOLOGICA DELL’ACQUA<br />

Emanuela Casini<br />

Biologa Libero-Professionista - Modena<br />

Introduzione<br />

La vita come noi la conosciamo, si è evoluta nell’acqua ed è sempre legata alla<br />

presenza dell’acqua, l'esistenza sulla terra non sarebbe stata possibile senza questa materia dai<br />

molteplici aspetti e dalle fondamentali proprietà biologiche. Perciò le caratteristiche<br />

dell’acqua hanno un’importanza fondamentale per tutti gli esseri viventi.<br />

Ogni giorno l'acqua, elemento semplice ma preziosissimo, ricorre <strong>nella</strong> nostra vita. "If<br />

there is magic on this planet, it is contained in water" (Loran Eisely "The immense<br />

journey, 1957 - dal sito Internet dell'EPA - United States Environmental Protection Agency -<br />

Of water). Come ormai è noto, l'apporto di acqua è indispensabile alla vita; mentre si può<br />

sopravvivere anche 10 settimane senza mangiare, la morte sopraggiunge solo dopo pochi<br />

giorni se il digiuno è totale.<br />

Funzioni<br />

Le cellule degli organismi superiori sono in gran parte costituite di acqua e possono<br />

vivere soltanto se costantemente immerse in mezzi acquosi. Negli organismi terrestri la<br />

superficie corporea è esposta a un ambiente non acquoso; tuttavia, la maggior parte <strong>delle</strong><br />

cellule che si trovano negli strati superficiali esposte all’aria sono cellule morte che vengono<br />

costantemente rimpiazzate da elementi degli strati sottostanti (come per esempio, le cellule<br />

dello strato corneo dell’epidermide) e il cui compito è quello di impedire l’eccessiva perdita<br />

d’acqua dagli strati sottostanti. Al di sotto <strong>delle</strong> superfici esposte all’ambiente atmosferico,<br />

quindi, grazie al mantenimento di un ambiente acquoso e a parametri chimico-fisici<br />

relativamente costanti, le diverse funzioni cellulari possono svolgersi in condizioni ottimali.<br />

Dal punto di vista biologico, l’acqua cellulare non ha proprietà uniformi. In ambito<br />

cellulare, le molecole di acqua possono essere suddivise in due popolazioni. Alcune infatti<br />

vanno a costituire la cosidetta acqua di idratazione, mentre le rimanenti formano l’acqua di<br />

riempimento (o bulk water). Le due popolazioni, anche se chimicamente identiche,<br />

differiscono per alcune caratteristiche fisiche (capacità termica, costante dielettrica, potere di<br />

solvatazione, etc.) e per il rispettivo ruolo biologico.<br />

L’acqua di idratazione è costituita da molecole altamente ordinate (basso contenuto<br />

entropico), strettamente addossate alle macromolecole biologiche. Essa rappresenta circa il<br />

40% dell’intero patrimonio idrico cellulare. L’acqua di idratazione va considerata come<br />

l’acqua strettamente necessaria al funzionamento dei principali componenti molecolari della<br />

cellula (es. una molecola enzimatica, anche in presenza della sola acqua di idratazione,<br />

manifesta già la massima attività catalitica).<br />

Le molecole ascrivibili all’acqua di riempimento mostrano, al contrario, un marcato<br />

disordine (alto contenuto entropico). Anche se non direttamente implicata nel funzionamento<br />

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<strong>delle</strong> principali molecole di interesse biologico, l’acqua di riempimento è impegnata a<br />

sostenere fenomeni il cui riflesso, nell’ambito dell’intera economia cellulare, è tutt’altro che<br />

trascurabile (equilibrio osmotico, diffusione, solvatazione di elettroliti, etc.).<br />

Ciò che risulta essenziale è la possibilità di interconversione fra molecole d’acqua<br />

appartenenti a popolazioni diverse. Molecole appartenenti all’acqua di idratazione possono<br />

disorganizzarsi per poi andare a far parte dell’acqua di riempimento e viceversa.<br />

Nell’organismo umano l’acqua rappresenta un costituente essenziale per il<br />

mantenimento della vita ed è anche quello presente in maggior quantità. La sua presenza è<br />

indispensabile per lo svolgimento di tutti i processi fisiologici e le reazioni biochimiche che<br />

avvengono nel nostro corpo. Il ruolo biologico dell'acqua deriva dalla struttura e dalle<br />

proprietà chimico-fisiche di questa singolarissima sostanza. Quindi l'acqua che beviamo non<br />

serve solo a dissetarci e rinfrescarci, ma svolge un grande numero di funzioni insostituibili:<br />

è solvente di gas, elettroliti e colloidi;<br />

trasporta i nutrienti e metaboliti all’interno <strong>delle</strong> cellule<br />

partecipa ai processi di termoregolazione;<br />

costituisce il mezzo in cui avvengono le reazioni metaboliche e digestive;<br />

è il costituente fondamentale <strong>delle</strong> secrezioni e dell’allontanamento <strong>delle</strong> sostanze di<br />

rifiuto;<br />

svolge una funzione plasmatica, conferendo turgore alle cellule e proteggendo l’omeostasi<br />

corporea.<br />

Solvente di gas, elettroliti e colloidi<br />

L’acqua possiede una struttura chimico-fisica straordinaria che costituisce una matrice<br />

coerente di coordinamento <strong>delle</strong> molecole in essa disciolte. Una <strong>delle</strong> più evidenti proprietà<br />

straordinarie dell’acqua è la sua elevata solubilità per un gran numero di sostanze polarizzabili<br />

dette pertanto idrofile. Questa capacità ad interagire con il gradiente di polarità <strong>delle</strong> sostanze<br />

conduce l’acqua ad avere una grande importanza nello sviluppo dei sistemi viventi. Infatti<br />

l’acqua ha un ruolo primario <strong>nella</strong> trasformazione <strong>delle</strong> proteine da lineari a condensate in<br />

modo tridimensionale. Attraverso la condensazione il ripiegamento che le sostanze proteiche<br />

assumono diventa funzionale alla creazione di siti biologicamente attivi per interfaccia di<br />

gruppi chimici reattivi. Pertanto le reazioni idrofile e le reazioni idrofobiche <strong>delle</strong> molecole in<br />

acqua fanno ruotare le molecole proteiche che possono racchiudere e raggruppare le parti<br />

idrofile nel centro ed esporre le parti idrofobiche all’esterno creando <strong>delle</strong> membrane<br />

proteiche flessibili a processi di osmosi.<br />

L’acqua ha un ruolo primario anche nel meccanismo della respirazione. La<br />

respirazione è il processo mediante il quale gli organismi si procurano ossigeno (O2) ed<br />

eliminano anidride carbonica (CO2). Questi gas vengono veicolati dal sangue ad appositi<br />

organi respiratori dotati di particolari superfici membranose estremamente delicate, a livello<br />

<strong>delle</strong> quali avviene uno scambio di gas con l’ambiente esterno. La funzione della respirazione<br />

è quella di apportare alle cellule l’O2 che, attraverso le reazioni della respirazione cellulare,<br />

permette la produzione di energia sotto forma di ATP (adenosin trifosfato), energia che verrà<br />

poi utilizzata nei processi vitali; i prodotti di scarto della respirazione cellulare (come CO2 e<br />

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H2O) vengono eliminati dalla cellula sempre mediante il processo della respirazione. Il<br />

passaggio dell’O2 all’interno degli organismi è basato sul fenomeno della diffusione, ovvero il<br />

movimento casuale <strong>delle</strong> molecole. La diffusione è il meccanismo attraverso il quale una<br />

sostanza migra spontaneamente da una regione in cui la sua concentrazione (misurata in<br />

pressione parziale) è più alta ad una regione in cui la sua concentrazione è più bassa.<br />

Maggiore è la differenza tra le pressioni parziali, maggiore è il tasso di diffusione. La<br />

concentrazione dell’O2 nelle cellule è bassa, mentre quando lascia i polmoni l’emoglobina<br />

(pigmento respiratorio) contenuta nel sangue è satura al 100% (quattro molecole di ossigeno<br />

sono legate ad ogni molecola di emoglobina): così l’ossigeno quando raggiunge i capillari<br />

diffonde dal sangue alle cellule. La situazione contraria si verifica con l’anidride carbonica.<br />

Infatti, la concentrazione di CO2 nelle cellule metabolicamente attive è maggiore che nei<br />

capillari, così l’anidride carbonica diffonde dalle cellule ai capillari. L’acqua contenuta nel<br />

sangue si combina con l’anidride carbonica formando acido carbonico, il quale si dissocia in<br />

ione bicarbonato e ione ossigeno. In questo modo la molecola di anidride carbonica non<br />

risulta più presente nel sangue e l’attività di diffusione di CO2 dalle cellule al sangue può<br />

continuare. Infine, nei capillari degli alveoli polmonari il bicarbonato si combina con lo ione<br />

idrogeno formando acido carbonico che si dissocia in anidride carbonica e acqua. La CO2<br />

diffonde quindi negli alveoli e poi fuori dal corpo con l’espirazione. Affinché le superfici<br />

respiratorie possano svolgere adeguatamente la loro funzione è necessario che siano umide:<br />

infatti sia l’O2 che la CO2 devono essere sciolti nell’acqua per poter diffondere.<br />

Trasporta nutrienti e metaboliti all’interno <strong>delle</strong> cellule<br />

All’interno dell’organismo, i nutrienti e i metaboliti sono trasportati, in soluzione,<br />

essenzialmente dal plasma e dalla linfa. Il trasporto dei nutrienti all’interno <strong>delle</strong> cellule e dei<br />

prodotti catabolici dall’interno <strong>delle</strong> cellule al fluido extracellulare avvengono generalmente<br />

per processi di diffusione e di trasporto attraverso le pareti dei capillari e le membrane<br />

cellulari. I fluidi extracellulari trasportano anche una vasta serie di “messaggeri”, come gli<br />

ormoni, dai siti di sintesi a quelli dove queste sostanze esplicano la loro azione e sono quindi<br />

fondamentali <strong>nella</strong> coordinazione <strong>delle</strong> funzioni dell’organismo.<br />

Partecipa ai processi di termoregolazione<br />

Il corretto svolgimento <strong>delle</strong> reazioni chimiche all’interno dell’organismo richiede che<br />

la temperatura corporea rimanga sostanzialmente costante nonostante le variazioni <strong>nella</strong><br />

produzione di calore dipendenti dall’attività metabolica. La grande capacità termica propria<br />

dell’acqua è in grado di minimizzare le variazioni di calore e, in particolare, il compartimento<br />

intravascolare è in grado di disperdere gli eccessi di calore prodotto nei siti metabolicamente<br />

attivi.<br />

L’acqua è indispensabile per la regolazione della temperatura corporea mediante la<br />

sudorazione, anche impercettibile, e il vapor acqueo eliminato attraverso i polmoni. Il suo alto<br />

calore latente di evaporazione è responsabile della sua capacità termoregolatrice. La<br />

termoregolazione corporea è un meccanismo tendente a mantenere costante la temperatura<br />

dell’organismo attraverso l’adattamento dei processi di produzione e di dispersione del calore<br />

ai cambiamenti della temperatura ambientale. Negli organismi animali la produzione di calore<br />

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deriva dai processi ossidativi del metabolismo energetico, dall’attività muscolare e<br />

dall’alimentazione; per quest’ultima secondo l’azione dinamica specifica degli alimenti. Le<br />

perdite di calore avvengono in gran parte (70% circa) per radiazione e conduzione e, in via<br />

secondaria, attraverso il sudore, la respirazione e gli emuntori intestinale ed urinario. I<br />

meccanismi di termoregolazione sono propri degli animali superiori a sangue caldo od<br />

omeotermi. Gli animali a sangue freddo o pecilotermi (rettili, anfibi, pesci) possiedono<br />

meccanismi di termoregolazione molto rudimentali, per cui la loro temperatura corporea varia<br />

entro limiti abbastanza estesi ed in rapporto alla temperatura dell’ambiente circostante. Negli<br />

animali ibernanti poi i meccanismi termoregolatori sono operativi solo in determinati periodi<br />

dell’anno e quando la temperatura esterna scende al di sotto di certi valori, essi cadono in<br />

letargo ed in tale condizione la temperatura corporea diminuisce raggiungendo valori di 20-<br />

25° C. A seguito di variazioni della temperatura ambientale, gli organismi omeotermi mettono<br />

in atto risposte di tipo somatico, endocrino, comportamentale ed in modo particolare<br />

neurovegetativo attraverso cui viene adeguata l’entità <strong>delle</strong> perdite e della produzione di<br />

calore. I meccanismi attivati dal freddo sono: l’attività muscolare, la secrezione di<br />

adrenalina e di ormone tireotropo, l’aumento dell’appetito (tutti fattori che aumentano la<br />

produzione di calore), come pure la vasocostrizione cutanea ed i riflessi di orripilazione e di<br />

raggomitolamento, che tendono a diminuire la perdita di calore. Al contrario sono attivati dal<br />

caldo: la vasodilatazione cutanea, la ventilazione polmonare e la sudorazione che favoriscono<br />

la dispersione del calore; questi stimoli diminuiscono insieme l’appetito, l’attività motoria e la<br />

secrezione ipofisaria di ormone tireotropo con conseguente rallentamento del metabolismo e<br />

quindi della produzione di calore. L’insieme dei meccanismi riflessi termoregolatori è<br />

integrato dall’ipotalamo. Nell’ipotalamo anteriore esiste un centro termolitico: cioè un<br />

gruppo di neuroni sensibili ad aumenti di temperatura di 1-2° C e capaci di reagire a questi<br />

aumenti con l’attivazione dei meccanismi di attivazione termica. Lesioni a livello<br />

dell’ipotalamo anteriore determinano ipertermia. Nell’ipotalamo posteriore e laterale esiste<br />

un centro termogenetico costituito da neuroni che risentono della diminuzione della<br />

temperatura ambiente e che reagiscono con l’attivazione di meccanismi conservativi e<br />

produttivi del calore. In determinate circostanze il controllo ipotalamico della temperatura<br />

corporea risulta spostato a livello più alto: ciò in particolare si osserva <strong>nella</strong> febbre dovuta il<br />

più <strong>delle</strong> volte alla liberazione di tossine che agiscono sui centri termoregolatori<br />

dell’ipotalamo attraverso fattori “ pirogeni ” dei leucociti circolanti.<br />

La giusta quantità d'acqua permette al cervello di controllare correttamente i<br />

meccanismi di termoregolazione del nostro corpo. La mancanza d’acqua da origine a<br />

scompensi come: crampi, sensazione di spossatezza e mancamenti nei casi di disidratazione<br />

più gravi. Un rischio da evitare è quello di bere solo quando ne avvertiamo strettamente il<br />

bisogno, perché potrebbe essere già troppo tardi. Infatti, il senso di sete è controllato<br />

dall'ipotalamo, ma questa ghiandola del cervello non è un indicatore sempre affidabile e a<br />

volte può scattare in ritardo. Perciò, bisogna imparare a idratarsi regolarmente durante la<br />

giornata, anche quando si crede di non averne bisogno.<br />

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Costituisce il mezzo in cui avvengono le reazioni metaboliche e digestive<br />

L'acqua costituisce un vero e proprio reagente in moltissime reazioni del chimismo<br />

cellulare. Da un punto di vista più strettamente biochimico, l'essenziale importanza dell'acqua<br />

deriva dalla considerazione che la condizione generale per lo svolgimento <strong>delle</strong><br />

trasformazioni metaboliche è che le sostanze reagenti siano allo stato di soluzione acquosa.<br />

Per esempio l'acqua viene utilizzata nei numerosi processi di scissione enzimatica di legami<br />

che avvengono durante l'utilizzazione dei carboidrati, dei lipidi, <strong>delle</strong> proteine e negli svariati<br />

processi di degradazione, partecipa ai fenomeni digestivi facilitando il transito e la<br />

fluidificazione del chimo attraverso il tubo gastroenterico fino a che i nutrienti, in soluzione,<br />

passano attraverso la parete intestinale e vengono convogliati al sangue e alla linfa.<br />

I processi metabolici riguardano le trasformazioni di una sostanza e la trasformazione<br />

dell'energia chimica <strong>delle</strong> sostanze alimentari in calore o in lavoro meccanico. Nel<br />

metabolismo della materia si distinguono due momenti: l’anabolismo, per mezzo del quale si<br />

ha la formazione <strong>delle</strong> sostanze o l'immagazzinamento di materiale di riserva, a partire dalle<br />

sostanze nutritive introdotte e che utilizza per accrescersi, riparare tessuti, ecc. e<br />

il catabolismo, per mezzo del quale avviene la scomposizione dei materiali di riserva o <strong>delle</strong><br />

sostanze introdotte in costituenti più semplici, gli ultimi dei quali vengono eliminati attraverso<br />

gli organi di escrezione (rene, intestino, cute, polmoni); così variazioni anche piccole mettono<br />

in moto una serie di meccanismi di difesa atti a mantenere costante il rapporto tra acqua e<br />

sostanze in essa disciolte. Infine, l'acqua all’interno dell'intestino fa volume prevenendo la<br />

stipsi. L'equilibrio idrico è essenziale per l'organismo e da esso dipende tutta l'attività<br />

metabolica.<br />

È il costituente fondamentale <strong>delle</strong> secrezioni e dell’allontanamento <strong>delle</strong> sostanze di rifiuto<br />

L’acqua è il mezzo attraverso il quale l’organismo elimina le scorie metaboliche:<br />

trasporta le scorie fuori dal nostro organismo per mezzo degli organi emuntori ed escretori.<br />

Una volta avvenuto il metabolismo, il sangue, che contiene circa il 92% di acqua, trasporta i<br />

prodotti residui catabolici dalle cellule agli organismi deputati all’escrezione: reni, polmoni,<br />

pelle.<br />

Un ruolo fondamentale è svolto dal rene che regola l'eliminazione dei soluti e quindi la<br />

loro concentrazione nell'organismo. Se si riduce l'apporto di liquidi, o se aumentano la<br />

frequenza respiratoria e le perdite per sudorazione, si avranno urine più concentrate in un<br />

volume giornaliero ridotto. Se aumentano i consumi e se le perdite extraurinarie sono<br />

modeste, le urine saranno più diluite. Il controllo si realizza comunque a partire dal sistema<br />

nervoso centrale che, istantaneamente e costantemente informato sulle condizioni dei vari<br />

sistemi corporei, inibisce o favorisce la produzione di specifici ormoni che agiscono a livello<br />

periferico e modula la sensazione della sete. La parola “sete” ha significati diversi in rapporto<br />

al contesto in cui viene usata. Negli studi sperimentali su animali, la “sete” coincide in<br />

sostanza con la misurazione della quantità di acqua ingerita. Nell’uomo, l’uso di questa parola<br />

non può essere ristretto al bisogno di acqua, in quanto intervengono meccanismi<br />

comportamentali e culturali che si sommano alle esigenze fisiologiche nel determinare la<br />

quantità ed il tipo di bevande ingerite. La definizione meno restrittiva è probabilmente quella<br />

di “tendenza ad ingerire bevande”. Tutti gli animali terrestri perdono continuamente liquidi<br />

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attraverso diverse vie (Tabella n. 1) e l’ingestione di cibo è necessariamente associata<br />

all’ingestione di soluti osmoticamente attivi (sia contenuti nei cibi, come ad esempio il<br />

cloruro di sodio, sia derivanti da processi metabolici, come i solfati che si originano<br />

dall’ossidazione degli amminoacidi solforati) che si aggiungono ai fluidi corporei e tendono<br />

ad aumentarne la pressione osmotica.<br />

Vie di perdita di acqua Meccanismo<br />

Reni<br />

Eliminazione di soluti disciolti in una quantità d’acqua che<br />

dipende dalla capacità del rene di concentrare le urine.<br />

Cute<br />

Perspiratio insensibilis<br />

Sudore<br />

Respirazione L’aria espirata è satura di vapor acqueo<br />

Feci<br />

Di solito la quantità d’acqua è trascurabile se non in<br />

presenza di diarrea<br />

Tabella n. 1 – Vie di perdita di acqua.<br />

Tutti i vari meccanismi portano ad una perdita di acqua e la sete è il meccanismo<br />

attraverso cui le perdite possono essere rimpiazzate.<br />

Sete “intracellulare”: le cellule agiscono come dei perfetti osmometri, inviando<br />

segnali che attivano sistemi ormonali di regolazione dell’escrezione di liquidi. L’aumento<br />

dell’osmolalità plasmatica induce un aumento dell’escrezione di vasopressina, che è il più<br />

potente determinante della concentrazione urinaria.<br />

Sete “extracellulare”: La riduzione del volume sanguigno o del fluido extracellulare o<br />

una variazione della sua osmolarità stimola la sete. E’ un meccanismo meno sensibile di<br />

quello intracellulare, e richiede, ad es. una riduzione del volume ematico del 10% per<br />

attivarsi.<br />

La quantità di fluidi nell’organismo è regolata dalla pelle e dai reni: la traspirazione<br />

mantiene la temperatura interna costante a 37 gradi centigradi, mentre i reni filtrano le<br />

sostanze tossiche e i prodotti di scarto del metabolismo, presenti nel sangue, eliminandoli<br />

attraverso le urine.<br />

Funzione plasmatica, turgore cellulare e protezione dell’omeostasi corporea<br />

Le cellule, i tessuti e gli organi vivono “immersi” nei fluidi corporei e la stabilità della<br />

composizione di tali fluidi è fondamentale ai fini del mantenimento <strong>delle</strong> caratteristiche<br />

chimiche e fisiche dell’ambiente interno. L’acqua agisce come “lubrificante” e ha funzioni di<br />

ammortizzatore nelle articolazioni e nei tessuti, mantiene elastiche e compatte la pelle e le<br />

mucose (la cui funzionalità dipende da un giusto grado di idratazione).<br />

L'acqua svolge anche una certa funzione di ammortizzatore nei confronti degli organi<br />

più delicati quali l'occhio, l'orecchio interno e il cervello; questi infatti sono ricchi d'acqua o<br />

circondati da acqua o posati su un cuscinetto d'acqua.<br />

La pelle è la parte del corpo dove l'acqua è presente in maggior quantità, specialmente<br />

negli strati più profondi che sono costituiti dal 70% da acqua. Bere abbondantemente aiuta a<br />

mantenere la pelle ben idratata, giovane ed elastica, soprattutto nei mesi estivi, quando<br />

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l'esposizione prolungata ai raggi del sole comporta una maggior perdita d'acqua, rendendola<br />

più secca.<br />

L'acqua è determinante anche per il controllo del peso corporeo; persone che bevono<br />

poco sono maggiormente esposte al ristagno di tossine oltre ad incentivare la ritenzione idrica.<br />

Questa situazione gioca nettamente a sfavore della perdita di peso e del rassodamento dei<br />

tessuti. L’acqua non contiene calorie, ed ogni variazione a breve termine del peso corporeo<br />

dovuta a maggiore perdita o a maggiore ritenzione di acqua è ingannevole e momentanea.<br />

Quindi, il tentativo di contenere il peso mediante il razionamento dell’acqua è assolutamente<br />

inutile, oltre ad essere rischioso per il nostro stato di salute.<br />

La presenza dell'acqua è fondamentale nel sangue, non solo perché è il principale<br />

elemento del plasma (la componente liquida del sangue), ma anche perché assolve<br />

all'importantissima funzione di regolare il volume del sangue e la sua fluidità. Un organismo<br />

fortemente disidratato ha il sangue più denso e, di conseguenza, la circolazione rallentata.<br />

Contenuto di acqua nel corpo umano<br />

Il corpo umano è immerso nell'acqua, dalla più piccola cellula che è composta<br />

principalmente da acqua e che è avvolta da un ambiente acquoso all'organismo <strong>nella</strong> sua<br />

interezza. È un nutriente essenziale, poichè la quantità di acqua prodotta con il metabolismo<br />

non è sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero.<br />

Nell’adulto l’Acqua Totale Corporea è distribuita per il 67% all’interno <strong>delle</strong> cellule,<br />

dove costituisce il Liquido Intra Cellulare (ICW) che, in condizioni fisiologiche, è un indice<br />

della massa cellulare corporea. In effetti la quantità di acqua intracellulare è strettamente<br />

collegata con la massa cellulare metabolicamente attiva di un organismo, e pertanto tale<br />

parametro rispecchia lo sviluppo e l’accrescimento della massa cellulare corporea. Il<br />

rimanente 33% è esterno alle cellule, e costituisce il Liquido Extra Cellulare (ECW), che<br />

comprende il liquido interstiziale (23%), il plasma (7%), la linfa (2%) ed il liquido<br />

transcellulare (1%). Il rapporto ECW/ICW è massimo nel neonato e si riduce<br />

progressivamente con l’età. Con l’invecchiamento si osserva una riduzione dell’Acqua Totale<br />

Corporea, ma fino ad oggi i risultati disponibili non permettono di chiarire se la perdita di<br />

acqua sia a carico del Liquido Intra Cellulare o del Liquido Extra Cellulare o di entrambi. La<br />

malnutrizione proteico-energetica ed una varietà di malattie (quali lo scompenso cardiaco, la<br />

cirrosi epatica e la sindrome nefrosica) si associano ad una espansione dell’Acqua Totale<br />

Corporea e ad un aumento del rapporto ECW/ICW.<br />

Si è stimato che l'acqua costituisca circa il 60% del peso corporeo, equivalente a circa<br />

45 litri, e che permanga nell'organismo umano per 9,3 giorni in media. La percentuale di<br />

acqua può tuttavia variare da un minimo del 50% ad un massimo del 75% del peso corporeo<br />

totale, a seconda dell'età, del sesso, della costituzione, del tipo di alimentazione e del peso del<br />

soggetto considerato:<br />

in un individuo obeso è presente una quantità d'acqua inferiore alla media, in quanto il<br />

tessuto adiposo ne contiene pochissima, mentre una persona magra ne ha un maggior<br />

contenuto;<br />

l'organismo femminile, che accumula più lipidi, ne contiene meno rispetto a quello<br />

maschile;<br />

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la percentuale d’acqua tende a diminuire nel passaggio dall'infanzia all'età adulta, in<br />

concomitanza dello sviluppo dei tessuti a basso contenuto idrico, come i denti e le ossa, e<br />

con l'invecchiamento, poi, pure i tessuti molli ne contengono progressivamente quantità<br />

minori a causa della minore capacità di ritenzione dei tessuti stessi: l'invecchiamento<br />

determina un'alterazione <strong>delle</strong> strutture proteiche che legano l'acqua.<br />

Da giovani siamo decisamente più ricchi d'acqua, soprattutto nei tessuti molli, <strong>nella</strong><br />

pelle e nei tessuti connettivi e sottocutanei. In seguito, il tenore d'acqua si riduce<br />

progressivamente: nel giovane uovo multicellulare subito dopo la fecondazione la percentuale<br />

d’acqua è circa il 90%; nell'embrione è dell’85%; nel neonato è dell’75-85%; in un<br />

quarantenne del 60-70%; <strong>nella</strong> terza età la percentuale si riduce a circa il 50%. Del resto lo si<br />

vede bene: negli adulti e negli anziani la pelle si presenta più secca e meno elastica, i tessuti<br />

sono meno lisci e tesi, il segno di una pressione esercitata dal pollice sulla pelle rimane più<br />

visibile a lungo. L'età biologica della pelle di tutto l'organismo si determina facilmente dal suo<br />

stato di idratazione. Anche le ossa contengono acqua anche se in misura minore rispetto ai<br />

tessuti molli.<br />

Quindi tutti i sistemi organici sono in contatto con l'acqua: circolatorio, urogenitale,<br />

respiratorio, digestivo, nervoso e sensoriale. Ognuno di essi è a suo modo dipendente<br />

dall'acqua, ma anche il tessuto dipende da essa così come ogni singola cellula è acquadipendente.<br />

I liquidi corporei più acquosi sono il liquido cerebrale e il midollo osseo con il 99%, il<br />

plasma sanguigno segue con 85% e il cervello che ne ha il 75%. Altri dati da evidenziare<br />

sono: latte materno con 87%, reni con ~85%, 83%, cuore 79% polmoni... Questi valori<br />

dovrebbero farci comprendere quale importanza ha l'acqua pura e libera da sostanze tossiche<br />

per la nostra vita.<br />

Conclusioni<br />

Senza cibo possiamo sopravvivere relativamente a lungo (anche 10 settimane), ma<br />

senza acqua la nostra vita si spenge in poco tempo, addirittura in due/tre giorni. Questo<br />

perché, come abbiamo detto, l'acqua è il componente principale del nostro organismo: il<br />

nostro corpo infatti è costituito dal 60/70% di acqua, quantità che varia in base all'età, al sesso<br />

e alla proporzione tra tessuto muscolare e grasso. Basti ricordare comunque che il plasma del<br />

sangue è costituito per più del 90% da acqua, che i muscoli ne contengono il 75%, che ogni<br />

funzione dell'organismo ha bisogno di acqua, dalla digestione alla circolazione, che tutte le<br />

reazioni chimiche che ci tengono in vita avvengono nell'acqua, che è sempre l'acqua a<br />

espellere le scorie prodotte dal nostro organismo. Tra l’altro permette la diffusione<br />

dell’ossigeno dell’anidride carbonica; è importante <strong>nella</strong> distribuzione uniforme del calore e<br />

<strong>nella</strong> sua eliminazione attraverso l’evaporazione; permette il movimento <strong>delle</strong> sostanze vitali<br />

attraverso il corpo; serve da cuscinetto protettivo per il cervello e il midollo spinale. Il nostro<br />

corpo non può sopportare, senza gravi disturbi, perdite di acqua superiori al 10%. L'acqua va<br />

quindi assunta ogni giorno, con dosi che variano da individuo a individuo, dalla stagione,<br />

dall'attività fisica svolta e dal tipo di alimentazione. In media comunque si consigliano due<br />

litri di liquidi al giorno, sotto forma di varie bevande, ad esclusione dell'alcool che anzi<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


ichiede un'ulteriore quantità di acqua per essere metabolizzato. Oltre che in liquidi come<br />

latte, tè, caffè e succhi di frutta l'acqua è contenuta anche in numerosi alimenti, primi tra tutti<br />

la frutta e la verdura, il pane, la pasta e la carne che ne assumono/perdono anche in cottura.<br />

L’acqua, come le vitamine e i minerali, è considerata un costituente non energetico<br />

dell’alimentazione, in quanto non apporta calorie.<br />

Imporsi di bere con regolarità molta acqua ogni giorno, è sicuramente utile agli atleti,<br />

a chi soffre di calcoli renali e alle persone anziane. Gli sportivi, infatti, possono perdere con il<br />

sudore enormi quantità di liquidi, che, affidandosi al solo senso della sete, difficilmente<br />

potrebbero reintegrare completamente. Per chi soffre di calcolosi renale, l’assunzione di molta<br />

acqua, con conseguente maggior produzione di urina, determina che i sali, dai quali si<br />

potrebbero formare i calcoli, siano più diluiti. Le persone anziane, infine, dovrebbero imporsi<br />

di bere con regolarità, sia perché sono predisposte ad avvertire poco la sete, sia perché i loro<br />

reni hanno, solitamente, difficoltà a produrre urina molto concentrata.<br />

Bibliografia<br />

• Edematous state. Rose BD (1994). In: ClinicalPhysiology of acid-base and electrolyte<br />

disorders, McGraw-Hill, New York, pp. 447-499.<br />

• Biologia. La Biologia degli Animali. Purves W.K., Sadava D., Orians G.H. e Heller H.C.<br />

2001. Zanichelli Editore Spa, pp 1105-1117.<br />

• La cellula. Rosati P. e Colombo R. (1999) - Edi. Ermes.<br />

• Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana – revisione 2003 –Ministero <strong>delle</strong><br />

Politiche Agriocole e Forestali.<br />

• Testo atlante di Biochimica. Koolman J e Rohm KH (1997). Zanichelli Editore, pp 290-<br />

322.<br />

• Thirst and fluid requirement. Chernoff R (1994), Nutr. Rev., 52: S3-S5.<br />

• Thirst: Physiological and Psychological aspects. Ramsay DJ e Booth DA (1990).<br />

International Life Sciences Institute (ILSI), London.<br />

• Water and electrolytes. National Research Council (1989). In: Recommended Dietary<br />

Allowances, 10a ed., National Academy Press, Washington, pp. 247-261.<br />

• Water. Janssen HF (1990). In: International Life Science Institute (ILSI) (ed.), Present<br />

Knowledge in Nutrition, 6a ed., ILSI Nutrition Fondation, Washington, pp. 88-95.<br />

• Universo del Corpo - 1° Volume - Edito dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana – Treccani<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


FABBISOGNI IDRICI NELLE VARIE FASCE D’ETÀ E STATI FISIOLOGICI<br />

Massimo Vincenzi<br />

Responsabile Servizio Gastroenterologia, Endoscopia Digestiva, Ecografia Internistica,<br />

Dietetica Clinica - Casa di Cura Villa Azzurra Riolo Terme - RA<br />

Per mantenere in efficienza il nostro organismo, abbiamo bisogno di introdurre<br />

giornalmente una serie di elementi indispensabili che assicurino il buon funzionamento di tutti<br />

i processi metabolici. La dieta giornaliera deve contenere necessariamente in opportune<br />

proporzioni carboidrati, proteine, lipidi, vitamine e vari microelementi. Ma tutto ciò non<br />

potrebbe essere utilizzato al meglio se non fornissimo all’organismo anche una quantità di<br />

acqua.<br />

L’acqua è parte integrante di una dieta non solo come elemento indispensabile al<br />

funzionamento dell’organismo, ma anche in quanto può contribuire a coprire il fabbisogno di<br />

molti sali minerali che in essa si trovano disciolti. Essa, infatti, all’origine è un liquido<br />

incolore, inodore e insapore, attraverso lunghi percorsi si arricchisce di numerose sostanze e<br />

in tal modo diviene “alimento”.<br />

Sebbene non fornisca energia, l’acqua rappresenta un elemento fondamentale<br />

necessario a soddisfare le necessità fisiologiche e nutrizionali degli esseri umani.<br />

L’acqua oltre a dissetarci, svolge numerose e vitali funzioni:<br />

• è solvente <strong>delle</strong> reazioni metaboliche;<br />

• regola il volume cellulare e la temperatura corporea;<br />

• attraverso il sangue e il sistema linfatico trasporta i nutrienti e l’ossigeno alle cellule e<br />

rimuove i prodotti di rifiuto;<br />

• favorisce i processi digestivi;<br />

• è fonte di sali minerali;<br />

• è diluente <strong>delle</strong> sostanze ingerite oralmente, inclusi i medicinali.<br />

E’ possibile vivere per un tempo sufficientemente lungo senza cibo (e la durata<br />

dipende dalla quantità di riserve di grasso), ma solo dopo due o tre giorni in mancanza di<br />

liquidi la sopravvivenza risulta seriamente compromessa.<br />

La sudorazione è una risposta fondamentale dell’esercizio fisico; in tal modo, infatti, si<br />

elimina l’eccesso di calore prodotto dall’attività muscolare al fine di mantenere costante la<br />

temperatura corporea. Il sudore è costituito da acqua ed elettroliti (sodio, cloro, potassio,<br />

magnesio). La quantità di sali presente nel sudore è sempre inferiore a quella contenuta in un<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


uguale volume di plasma. Pertanto tramite la sudorazione l’organismo perde acqua in eccesso<br />

rispetto alla perdita di sali. La sudorazione in casi estremi, può portare ad uno stato di<br />

disidratazione.<br />

Una disidratazione del 2% provoca un’alterazione della termoregolazione e del<br />

volume plasmatico, del 5% provoca crampi, del 7% allucinazioni e perdita di coscienza, una<br />

perdita del 20-30% è incompatibile con la vita determinando coma ipersmolare.<br />

D’altro canto è anche possibile bere quantità di acqua tali da procurare una vera e<br />

propria intossicazione, come può essere descritto nell’anoressia nervosa o in altri disordini<br />

psichiatrici in cui il primo sintomo, rappresentato dal bere compulsivo, può condurre anche a<br />

morte dovuta non all’acqua di per sé, bensì alla deplezione e alla diluizione del sodio nei<br />

fluidi biologici.<br />

Il bilancio idrico si deve mantenere nel giusto equilibrio e questo, viene regolato dal:<br />

• centro ipotalamico della sete, che regola la quantità di acqua da ingerire;<br />

• dall’ormone antidiuretico (ADH), che aumenta il riassorbimento di acqua dal rene.<br />

La sete è una sensazione che al pari della fame, freddo, stanchezza permette con i suoi<br />

segnali di mantenere l’ambiente interno entro i limiti. Nell’uomo le perdite idriche sono<br />

mantenute normalmente sotto lo 0,2% del peso corporeo, quando superano lo 0,5% insorge il<br />

bisogno di bere. Nel nostro organismo esistono dei fattori che inducono ad avere una<br />

maggiore sensazione di sete:<br />

• diminuzione del volume cellulare secondario a disidratazione (sete osmotica); infatti,<br />

poiché gli ambienti intra ed extracellulari sono in equilibrio, una riduzione del liquido<br />

extracellulare determina un aumento del potere osmotico e uno spostamento di acqua dalla<br />

cellula verso l’esterno;<br />

• diminuzione della quantità di liquidi extracellulari (sete ipovolemica);<br />

• secchezza <strong>delle</strong> fauci.<br />

A questi fattori corrispondono altrettanti meccanismi sensoriali di controllo e di<br />

regolazione della sensazione della sete:<br />

• sensori intracellulari (osmocettori) diencefalici per la disidratazione cellulare;<br />

• sensori <strong>delle</strong> grandi vene per la variazione della volemia;<br />

• sensori della mucosa oro-faringea per la disidratazione <strong>delle</strong> mucose.<br />

Fonti di acqua sono gli alimenti e le bevande, dai quali è possibile ricavare<br />

rispettivamente 500-700 ml e 800-1500 ml; ad essi devono essere aggiunti 350 ml/die circa di<br />

acqua endogena ricavata dall’ossidazione dei nutrienti rispettivamente:<br />

• da 1 g glucosio: 0,56 ml/H2O;<br />

• da 1 g grassi: 1,07 ml/H2O;<br />

• da 1 g proteine: 0,39 ml/H2O;<br />

Perdite di acqua dall’organismo avvengono attraverso:<br />

• Respirazione e perspiratio (1250 ml/die)<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


• Urine (800-1500 ml/die)<br />

• Feci (100-150 ml/die)<br />

• Sudore<br />

• Vomito e Diarrea<br />

Le proprietà <strong>delle</strong> acque sorgive sono legate al ruolo che gli ioni inorganici in esse<br />

contenute svolgono e dipendono quindi dalla specifica composizione di acqua.<br />

<strong>Minerali</strong> essenziali comunemente presenti nelle acque potabili e loro principale<br />

funzione fisiologica:<br />

• Sodio : regolatore pressione osmotica, bilancio acido-base, bilancio idrico,<br />

conduzione nervosa e muscolare;<br />

• Cloro : regolatore pressione osmotica, bilancio acido-base, formazione HCl nel succo<br />

gastrico;<br />

• Potassio: contrazione muscolare e cardiaca, permeabilità cellulare, funzionalità<br />

neuromuscolare, cardiovascolare e gastrointestinale;<br />

• Calcio: costituente <strong>delle</strong> ossa e dei denti, coagulazione del sangue, trasmissione nervosa,<br />

contrattilità muscolare;<br />

• Fosforo: per l’80% presente nelle ossa e nei denti, il resto nei tessuti molli e nei liquidi<br />

corporei, costituente degli acidi nucleici dei fosfolipidi;<br />

• Magnesio: attivatore di reazioni chimiche es. sintesi di proteine, metabolismo glucidico;<br />

• Fluoro: costituente della struttura dello smalto dei denti;<br />

• Rame: indispensabile per l’utilizzazione del ferro.<br />

Ruolo fisiologico degli oligoelementi<br />

Funzione Oligoelementi<br />

Crescita Mn F Cu Zn Se Va<br />

Sviluppo sessuale e riproduzione Mn Zn<br />

Dentizione F Mo Va<br />

Gusto Cu Zn Ni<br />

Eritropoiesi Fe Co Cu Mo Zn<br />

Coagulazione Mn<br />

Metabolismo glucidico Cr Mn Zn<br />

Metabolismo lipidico Cr Mn Va Zn<br />

Fabbisogni<br />

Nello stato fisiologico il fabbisogno di acqua varia in rapporto all’età, alla<br />

composizione corporea, a fattori ambientali, agli stili di vita, alla gravidanza ed allattamento.<br />

In condizioni fisiologiche il turnover giornaliero di acqua corrisponde al 15% del peso<br />

corporeo nei primi mesi di vita e al 6-10% del peso corporeo nell’adulto.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Volume totale dell’acqua nell’organismo è rispettivamente: nel feto 85-90%, alla<br />

nascita 70-75%, dopo il 6° mese il 60%, nell’adulto raggiunge il 57%, e tende a diminuire<br />

progressivamente con l’età e con l’aumento dei depositi adiposi.<br />

Per garantire una buona idratazione nell’individuo adulto sedentario è necessaria<br />

un’assunzione media giornaliera di 2900 ml per gli uomini e di 2200 ml per le donne, che<br />

come indicato dai LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Nutrienti per la<br />

Popolazione Italiana, revisione1996), corrisponde ad un apporto giornaliero di acqua pari a 1<br />

ml/kcal di energia spesa, questa, permette di bilanciare le perdite insensibili attraverso i<br />

polmoni e la pelle (che variano a seconda della temperatura, altitudine ed umidità dell’aria) e<br />

di mantenere un carico di soluti tollerabile per il rene (che varia in funzione della dieta ed in<br />

particolare del contenuto <strong>delle</strong> proteine).<br />

Tuttavia in considerazione della forte variabilità legata all’attività fisica, alla<br />

sudorazione e al carico di soluti può aumentare la raccomandazione a 1,5 ml/kcal, infatti ben<br />

più importante diventa il riequilibro idrico negli sportivi dove sia la temperatura ambientale,<br />

la temperatura all'interno <strong>delle</strong> tute e degli indumenti, ma soprattutto l'esercizio fisico,<br />

incidono a dismisura. In tal caso una sudorazione continua ed eccessiva, se non reintegrata<br />

con la giusta quantità di liquidi, può ridurre la volemia sino a livelli letali! Anche in un<br />

ambiente freddo, l'esercizio fisico induce una termoregolazione, seppur indirizzata a<br />

mantenere la temperatura all'interno del corpo più che scambiare calore.<br />

La quantità di acqua persa durante l'esercizio, dipende dall'intensità dell'attività fisica e<br />

dalla temperatura ambientale.<br />

Lo sportivo al termine della gara o dello sforzo trae vantaggio da un’acqua<br />

mineralizzata (residuo fisso 1 g), bicarbonato-alcalino-terrosa sia per reintegrare la perdita dei<br />

liquidi e di sali dovuta alla sudorazione, sia per favorire l’eliminazione <strong>delle</strong> scorie azotate e<br />

correggere l’acidosi determinata dalla fatica muscolare.<br />

Il bambino è particolarmente a rischio di carenza di acqua per via della maggiore<br />

quantità di acqua corporea per unità di peso, del turnover più veloce dell’acqua corporea e<br />

della ridotta capacità dei reni di eliminare il carico di soluti derivanti dalle proteine. Si<br />

raccomanda, pertanto, un apporto di 1,5 ml/kcal di energia spesa. Inoltre il bambino in fase di<br />

crescita necessita di molti sali minerali, quindi è consigliabile acque con residuo fisso<br />

compreso tra 250 e 500 mg/l, o acque con un residuo fisso più alto con caratteristiche di<br />

un’acqua bicarbonato-calcica, con attenzione a valori bassi di nitrati, inferiori a 10 mg/l.<br />

La gravidanza è caratterizzata da un aumento della necessità di acqua per soddisfare il<br />

fabbisogno del feto e del liquido amniotico; tale incremento è di circa 30 ml/die. A fine<br />

gravidanza l’acqua corporea totale è infatti aumentata di oltre 8 litri. E’ importante un’acqua<br />

con un valore di residuo fisso inferiore a 200 mg/l e con valori di nitrati non superiori a 10 mg<br />

per evitare il rischio di metaemoglobinemia. E’ importante alternare con acque con residuo<br />

fisso di almeno 500 mg/l preferendo acque calciche (> 150 mg/l) e iposodiche (< 20 mg/l).<br />

Durante l’allattamento la nutrice richiede un aumento molto significativo dell’apporto<br />

di acqua poiché produce in media 750 ml/die di latte che contiene acqua per 87%. Anche<br />

l’apporto di minerali soprattutto di calcio è aumentato; è importante alternare un’acqua<br />

oligominerale con una medio mineralizzata calcica e/o ferruginosa. Per la ricostruzione di latti<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


in polvere la scelta è di acqua minimamente mineralizzata, priva di sali per non alterare la<br />

formula bilanciata dell’alimento.<br />

Un problema frequente è rappresentato dalla disidratazione, causata da una<br />

insufficiente introduzione di acqua inadeguata a compensare le perdite. Il Nationwide Food<br />

Consumption Survey ha evidenziato in una significativa porzione di popolazione la presenza<br />

di una disidratazione cronica di grado moderato. I fattori che possono aumentare la probabilità<br />

di questa condizione, spesso non riconosciuta sono, oltre ad un ridotto meccanismo della sete,<br />

che si manifesta in particolare nelle persone anziane, anche una disidratazione tissutale in<br />

rapporto all’aumentare degli anni.<br />

All’anziano è consigliato di bere acque oligominerali, alternandole con altre a media<br />

mineralizzazione ricche di calcio per contrastare la perdita di massa ossea; altri fattori sono<br />

rappresentati dall’uso abituale di diuretici naturali quali caffeina e alcool, da attività fisica, da<br />

particolari condizioni ambientali.<br />

Inoltre da ricordare l’importanza dell’utilizzo <strong>delle</strong> acque calciche a scopo preventivo<br />

per l’osteoporosi e in tutte quelle situazioni fisiologiche in cui è aumentato il fabbisogno di<br />

calcio (bambini, adolescenti, gravidanza, menopausa, anziani) e l’apporto di calcio non<br />

sempre è garantito con gli alimenti, o l’utilizzo a periodi <strong>delle</strong> acque fluorate nei bambini e<br />

nelle donne in gravidanza per la prevenzione della carie dentale.<br />

Bisogno approssimativo giornaliero di acqua nel lattante e nel bambino in condizioni<br />

normali (da Nelson, Stalder e Egli, Wolmann)<br />

Peso corporeo Acqua nelle 24 h<br />

Età medio<br />

____________________________________<br />

kg Per kg p.c. ml Totale ml<br />

___________________________________________________________________________<br />

3 giorni 3,0 80 - 100 250 - 300<br />

10 giorni 3,2 105 - 150 350 - 500<br />

3 mesi 5,6 105 - 160 600 - 900<br />

6 mesi 7,5 105 - 155 800 - 1200<br />

9 mesi 8,6 105 - 145 900 - 1250<br />

1 anno 10,1 100 - 135 1000 - 1350<br />

2 anni 12,4 100 - 125 1250 - 1550<br />

4 anni 16,7 85 - 110 1400 - 1850<br />

6 anni 21,0 80 - 100 1700 - 2100<br />

10 anni 31,7 65 - 85 2100 - 2700<br />

14 anni 50,0 50 - 60 2500 - 3000<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


18 anni 57,5 40 - 50 2700 - 3000<br />

Contenuto di acqua negli alimenti (per 100 g di parte edibile)<br />

Alimenti %<br />

Frutta 95-75<br />

Legumi verdi 95-85<br />

Latte 90-80<br />

Pasta asciutta 12<br />

Pesci 85-50<br />

Carni 60-50<br />

Formaggi 50-35<br />

Pane 40-30<br />

Burro 20-15<br />

Cereali e legumi secchi 10-5<br />

Lardo 5-2<br />

Zucchero 0<br />

Bibliografia<br />

- Livelli di Assunzione Raccomandati di Energia e Nutrienti (LARN revisione 1996);<br />

- Pianeta acqua; A. Zanasi. Edizione curata dalla Sangemini;<br />

- Minerala in drinking water: impacts on taste and importance to consumer health; Water Sci<br />

Technol 2007;<br />

- Linee guida per una sana alimentazione, 2003.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


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Parte 2<br />

Le <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong><br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


ACQUE DESTINATE AL CONSUMO UMANO<br />

Maurizio Rosi<br />

Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione - Dipartimento di Sanità Pubblica<br />

AUSL Reggio Emilia<br />

Quando si parla di alimentazione frequentemente non si evidenzia che l'acqua o<br />

meglio l'acqua potabile, è un componente indispensabile: il corpo umano è formato dal 60%<br />

di acqua e non ha <strong>delle</strong> riserve dalle quali attingere. In caso di emergenza un essere umano<br />

può sopravvivere alcune settimane senza mangiare, ma senza acqua non sopravvive nemmeno<br />

tre giorni. Un apporto di acqua adeguato ci mantiene vitali: ogni essere umano dovrebbe<br />

assumere quotidianamente dai due ai tre litri d'acqua, nelle zone climatiche calde anche fino a<br />

sei litri! Altrettanto non va dimenticata l’importata dei sali che nell’acqua potabile sono<br />

disciolti.<br />

Il nostro territorio, come tutto quello del centro e del nord d’Italia, dispone di grandi<br />

quantitativi di acqua sotterranea e superficiale, una ricchezza che poco sappiamo apprezzare<br />

proprio perché così consueta e ovvia che pare priva di significato.<br />

Basta aprire i rubinetti e l'acqua è subito pronta da bere, per cucinare, per l'igiene del<br />

corpo e della nostra casa. La disponibilità di abbondanza di buona acqua è alla base del nostro<br />

modo di vivere e della nostra cultura. Soltanto negli ultimi anni in cui si sono succedute<br />

stagioni siccitose a fronte di un progressivo aumento del fabbisogno per l’intensa<br />

antropizzazione, si è data maggiore attenzione al problema, generando piani di corretto<br />

sfruttamento e salvaguardia di questa risorsa.<br />

Tutte le acque naturali (acque meteoriche, acque superficiali, acque sotterranee, ecc.)<br />

si possono considerare da un punto di vista strettamente fisico e chimico come <strong>delle</strong> soluzioni<br />

diluite di elettroliti. Sia nel suo percorso in atmosfera che nel suo percorso attraverso il<br />

terreno l'acqua si arricchisce di gas, minerali, sali, ioni. Per fornirne sufficienti quantitativi di<br />

acqua potabile alla popolazione si può utilizzare acqua sotterranea e/o acqua superficiale,<br />

effettuare i trattamenti necessari per garantire la qualità chimica e batteriologica distribuirla<br />

grazie alla rete di acquedotti raggiungendo i singoli punti di consumo.<br />

La composizione dei sali disciolti nelle acque sotterranee dipende da molti fattori,<br />

quali la natura <strong>delle</strong> precipitazioni atmosferiche, la natura <strong>delle</strong> rocce e del suolo con i quali le<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


acque di percolazione vengono in contatto, il tempo di queste interazioni, ecc. Le acque di<br />

percolazione in aree carbonatiche vengono arricchite di magnesio, di calcio e bicarbonato,<br />

mentre i minerali alluminosi aumentano anche le concentrazioni di sodio, potassio.<br />

Le acque sotterrane a causa del più prolungato e intimo contatto con le rocce ed il<br />

suolo hanno concentrazioni di minerali disciolti più alte rispetto le acque superficiali.<br />

La composizione <strong>delle</strong> acque superficiali dipende dalle caratteristiche geologiche del<br />

bacino idrografico e dalle caratteristiche <strong>delle</strong> precipitazioni atmosferiche. Sia le acque<br />

sotterrane che quelle superficiali risentono fortemente della presenza degli insediamenti<br />

antropici, dal tipo di attività agricola ed industriale esercitata nel bacino idrogeologico. Così<br />

oltre agli ioni di origine geologica possiamo riscontrare altri componenti chimici, ma anche<br />

microrganismi prodotti dall’azione umana, spesso con notevole decremento qualitativo dei<br />

corpi idrici ed esposizione a rischi per la salute.<br />

Se l’acqua presenta caratteristiche chimiche o batteriologiche non conformi alla<br />

normativa di riferimento o che comunque possono costituire un rischio per chi la consuma,<br />

può essere utilizzata soltanto quando, grazie adeguati trattamenti acquisisce nuovamente i<br />

caratteri di potabilità.<br />

Per un alimento di grande consumo come l’acqua non si possono considerare soltanto i<br />

rischi di tipo acuto, ma anche gli esiti cronici derivati da un apporto prolungato e continuativo<br />

di sostanze di cui spesso non se ne conoscono del tutto gli effetti. Perciò la normativa di<br />

riferimento del controllo <strong>delle</strong> acque destinate all’uso potabile si ispira a criteri di estrema<br />

cautela. Non va inoltre dimenticato, che i rischi per la salute posso derivare sia da sostanze<br />

inquinanti, ma anche da elementi naturalmente disciolti. Nella valutazione degli effetti per la<br />

salute dei possibili componenti, occorre sempre valutare la tossicità della sostanza in rapporto<br />

alle concentrazioni: uno stesso componente può a basse concentrazione può essere un<br />

elemento favorevole e diventare causa di malattia per quantitativi più elevati.<br />

L’acqua dell’acquedotto<br />

Per l’uso alimentare l'acqua essa deve possedere le caratteristiche che la definiscono<br />

"potabile": essere cioè incolore, insapore, inodore, priva di particelle sospese, chimicamente<br />

pura (priva di sostanze tossiche in quantità nocive per l'organismo) e batteriologicamente pura<br />

( priva di batteri patogeni).<br />

L'acqua potabile è disciplinata dal D.P.R. n. 236/1988 e dai decreti legislativi n.<br />

31/2001 e n. 27/2002, che discendono da Direttive Europee che hanno imposto dei requisiti<br />

molto rigorosi. La direttiva intende proteggere la salute <strong>delle</strong> persone, stabilendo requisiti di<br />

salubrità e pulizia cui devono soddisfare le acque potabili <strong>nella</strong> Comunità. Si applica a tutte le<br />

acque destinate al consumo umano, salvo le acque minerali naturali e le acque termali.<br />

Il Dipartimento di Sanità Pubblica ha il compito di vigilare affinché l'acqua potabile:<br />

• non contenga una concentrazione di microrganismi, parassiti o altre sostanze che<br />

rappresentino un potenziale pericolo per la salute umana;<br />

• soddisfi i requisiti minimi di salubrità (parametri microbiologici, chimici e relativi alla<br />

radioattività).<br />

Inoltre, il Dipartimento di Sanità Pubblica<br />

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• assicura che siano prese tutte le misure necessarie a garantire la salubrità e la pulizia <strong>delle</strong><br />

acque destinate al consumo umano come il livello di protezione <strong>delle</strong> fonti, l’idoneità dei<br />

sistemi di prelevamento, degli impianti di trattamento e <strong>delle</strong> reti di distribuzione;<br />

• effettua un controllo regolare e pianificato <strong>delle</strong> acque destinate al consumo umano,<br />

rispettando i metodi standardizzati di campionamento ed analisi;<br />

• verifica la regolarità degli accertamenti effettuati dall’ente gestore dell’acquedotto<br />

l’effettiva applicazioni <strong>delle</strong> azioni correttive.<br />

In caso di inosservanza dei valori di parametro si provvede affinché vengano<br />

tempestivamente adottati i provvedimenti correttivi necessari per ripristinare la qualità <strong>delle</strong><br />

acque.<br />

La normativa per alcune sostanze prevede livelli massimi di concentrazione che non<br />

devono essere superati altrimenti l’acqua è dichiarata non potabile, si tratta di sostanze nocive<br />

o indesiderabili e i valori massimi consentiti sono bassissimi e del tutto precauzionali; per<br />

altre si indicano dei valori di riferimento (parametri indicatori) il cui superamento pur non<br />

determinando necessariamente la non potabilità dell’acqua, impone una valutazione rimessa<br />

all’Autorità Sanitaria, che potrà disporre "che vengano presi provvedimenti intesi a<br />

ripristinare la qualità dell’acqua".<br />

Così, se il ferro supera il valore di 200 microgrammi per litro o il manganese 50<br />

microgrammi, le autorità sanitarie potranno ordinare all’azienda che gestisce l’acquedotto di<br />

predisporre trattamenti per abbassare tali valori.<br />

Alcuni componenti dell’acqua che possono influire sulla vita quotidiana e sulla salute<br />

L’utilizzo di acqua potabile in cui i parametri sopra indicati presentino valori limite<br />

uguali o superiori all'accettabilità può produrre effetti negativi sulla salute umana (vedi Linee<br />

guida per la qualità dell'acqua potabile dell'Organizzazione Mondiale della Sanità OMS).<br />

Per quanto riguarda i parametri analizzati è noto ad esempio che:<br />

Durezza<br />

Sebbene un certo numero di studi epidemiologici abbia dimostrato in passato<br />

l'esistenza di una correlazione tra durezza dell'acqua potabile e insorgenza di malattie<br />

cardiovascolari, i dati disponibili non consentono di avvalorare con certezza questa tesi. Non<br />

viene pertanto proposto alcun valore di linea guida basato su criteri di protezione della salute.<br />

Tuttavia il grado di durezza di un'acqua può influire sulla sua accettabilità in termini di<br />

sapore. L'OMS indica infatti un valore massimo di 50 °F (28 °D), al fine di evitare sapori<br />

sgradevoli dell'acqua. Inoltre l'assunzione di acqua con valore di durezza elevato (che<br />

corrisponde ad elevata presenza di calcio) potrebbe acuire il quadro di calcolosi renale.<br />

Nitrati<br />

Elevate concentrazioni di nitrati ridotti a nitriti favoriscono l’ossidazione di<br />

emoglobina a meta emoglobina e possono provocare in soggetti sensibili (anziani, donne in<br />

gravidanza e neonati) disturbi nel trasporto dell’ossigeno nel sangue. Altro elemento di<br />

precauzione e la reazione dei nitriti con ammine e ammidi endogene e di origine alimentare<br />

con la formazione di nitrosammine e nitrosammidi composti probabilmente implicati <strong>nella</strong><br />

cancerogenesi gastrica.<br />

Cloruri<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Concentrazioni di cloruri superiori a 250 mg/litro possono causare un sapore<br />

indesiderabile all'acqua e alle bevande.<br />

Fluoruri<br />

L’avvelenamento e l’intossicazione da fluoruri avviene per ingestione di elevati<br />

quantitativi (140-210 mg in un individuo di 70 kg), livelli di fluoruri superiori a 1,5 mg/litro<br />

che possono essere naturalmente presenti nelle acque, possono causare la fluorosi dentale<br />

(annerimento dello smalto dei denti). D'altra parte i fluoruri, se presenti in quantitá moderata,<br />

hanno effetti benefici <strong>nella</strong> prevenzione della carie dentaria in alcuni stati vengono aggiunti<br />

artificialmente all'acqua potabile (fino a 1 mg/litro).<br />

Solfati<br />

Alte concentrazioni di solfati possono causare effetti lassativi e irritazioni<br />

gastrointestinali.<br />

Arsenico<br />

L'arsenico inorganico, sia trivalente che pentavalente, facilmente assorbito nel tratto<br />

gastro-intestinale in quantità che dipendono dalla forma chimica in cui l'elemento si presenta,<br />

viene trasportato a tutti gli organi e tessuti provocando, se introdotto in quantitá elevate, danni<br />

al sangue, al fegato, ai reni e alla cute.<br />

Manganese<br />

Il manganese è un elemento importante per il nostro metabolismo, presente, tra l’altro,<br />

in molte classi di enzimi. L’introduzione di elevate quantitá di questo elemento puó procurare<br />

disturbi intestinali.<br />

Per garantire la qualità batteriologica ed impedire che l’acqua possa costituire un<br />

veicolo di infezione vengono effettuati trattamenti di disinfezione che sfruttano l’effetto<br />

ossidante dei derivati del cloro, dell’ozono oppure l’azione dei raggi ultravioletti. Per ogni<br />

impianto acquedottistico si individua il sistema o la combinazione di più sistemi di<br />

disinfezione in base alla qualità dell’acqua a disposizione, alle caratteristiche <strong>delle</strong> fonti di<br />

approvvigionamento e degli impianti, alla complessità della rete di distribuzione.<br />

L’acqua ad uso alimentare <strong>nella</strong> rete commerciale<br />

L’acqua minerale<br />

L'acqua minerale è un tipo di acqua sorgiva, solitamente commercializzato in bottiglia,<br />

può essere venduta con la dicitura acqua minerale solo l'acqua che risponde ai criteri di legge<br />

stabiliti dal D.L. 25/1/1992 n.105, il quale recita "Sono considerate acque minerali naturali le<br />

acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più<br />

sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà<br />

favorevoli alla salute". Per le acque potabili, le ultime due specificazioni (caratteristiche<br />

igieniche e proprietà salutari) non sono invece richieste.<br />

Le acque minerali sono divise in varie categorie dal suindicato decreto legislativo:<br />

• acque minimamente mineralizzate: il residuo fisso a 180° è inferiore a 50 mg/l;<br />

• acque oligominerali (o leggermente mineralizzate): il residuo fisso è compreso tra 50 e<br />

500 mg/l;<br />

• acque mediominerali: il residuo fisso è compreso tra 500 e 1500 mg/l;<br />

• acque ricche di sali minerali: il residuo fisso è superiore a 1500 mg/l.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Esistono poi altre categorie legate alla presenza o meno di specifici sali minerali:<br />

• contenente bicarbonato, se il bicarbonato è superiore a 600 mg/l;<br />

• solfata, se i solfati sono superiori a 200 mg/l;<br />

• clorurata, se il cloruro è superiore a 200 mg/l;<br />

• calcica, se il calcio è superiore a 150 mg/l;<br />

• magnesiaca, se il magnesio è superiore a 50 mg/l;<br />

• fluorata, se il fluoro è superiore a 1 mg/l;<br />

• ferruginosa, se il ferro bivalente è superiore a 1 mg/l;<br />

• acidula, se l'anidride carbonica libera è superiore a 250 mg/l;<br />

• sodica, se il sodio è superiore a 200 mg/l;<br />

• indicata per le diete povere di sodio, se il sodio è inferiore a 20 mg/l;<br />

• effervescente naturale, quando l'anidride carbonica è superiore a 250 mg/l ed è pari a<br />

quella presente alla sorgente.<br />

L'acqua imbottigliata<br />

La Direttiva CE n. 83/1998, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 31/2001, ha<br />

rivoluzionato la definizione normativa dell’acqua "destinata al consumo umano" (potabile)<br />

consentendone anche la commercializzazione "in bottiglie o in contenitori" di qualsiasi<br />

capacità, con o senza trattamento.<br />

In sostanza, oggi non solo l’acqua minerale naturale, ma anche l’acqua potabile può essere<br />

imbottigliata e venduta, in genere dopo un trattamento chimico-fisico per renderla idonea a<br />

determinate categorie di consumatori, per esempio rendendola frizzante, oppure togliendo<br />

alcuni minerali per renderla più leggera o anche arricchendola di calcio.<br />

La Direttiva comunitaria e la legge italiana non hanno ancora dato un nome preciso a<br />

quest’acqua, che può essere chiamata acqua, acqua da bere o con qualunque altra<br />

denominazione, anche di fantasia. E' vietato però chiamarla "minerale" o "mineralizzata" o<br />

"naturale", perché queste denominazioni sono riservate soltanto all’acqua minerale.<br />

Nulla vieta, invece, che possa essere disinfettata come l'acqua potabile.<br />

L'acqua di sorgente<br />

Un'altra Direttiva CE (n. 70/1996), recepita in Italia con il decreto legislativo n.<br />

339/1999, ha permesso l’imbottigliamento e la vendita di un ulteriore tipo di acqua,<br />

denominata "acqua di sorgente". Questa si pone in una condizione intermedia tra l'acqua<br />

potabile e l'acqua minerale.<br />

Infatti, per quanto riguarda le caratteristiche e i parametri, è soggetta alla stessa<br />

disciplina dell’acqua potabile ma, come l’acqua minerale, non può essere disinfettata, perché<br />

deve essere già pura e buona da bere come esce dalla sorgente.<br />

L'acqua di sorgente deve avere una "autorizzazione" alla commercializzazione da parte<br />

del Ministero della Salute, che ne valuta le caratteristiche, ma non può riportare in etichetta<br />

indicazioni su possibili effetti benefici per la salute. Ciò è permesso soltanto all'acqua<br />

minerale.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE MINERALI<br />

Salvatore Vaccaro<br />

Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia<br />

Il Decreto Legislativo n. 105 del 25/01/1992 “Attuazione della direttiva 80/777/CEE<br />

relativa alla utilizzazione e alla commercializzazione <strong>delle</strong> acque minerali naturali” e<br />

successive modifiche ed integrazioni, identificano con precisione quali acque vanno definite<br />

minerali: “Sono considerate acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una<br />

falda o da un giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate<br />

e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute”. Si<br />

differenziano dalle acque potabili per non essere sottoposte ad alcun trattamento di<br />

potabilizzazione, risultando per questo più gradevoli dal punto di vista organolettico e prive di<br />

prodotti secondari della disinfezione.<br />

Il Regio Decreto n. 1.775 dell’11/12/1933 “Testo unico <strong>delle</strong> disposizioni di legge<br />

sulle acque e impianti elettrici”, definisce e stabilisce per la prima volta quali parametri<br />

costituiscono i criteri identificativi <strong>delle</strong> acque minerali.<br />

Criteri identificativi <strong>delle</strong> acque minerali<br />

(Italia - Commissione <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> -1933)<br />

Caratteri generali Analisi chimico-fisiche Analisi chimiche<br />

Colore<br />

Odore<br />

Sapore<br />

Limpidità<br />

Colloidi<br />

Temperatura<br />

Densità<br />

Indice di Rifrazione<br />

Abbassamento Crioscopico<br />

Pressione Osmotica<br />

Conducibilità Elettrica<br />

pH<br />

Residuo Fisso a 100°C, a 180°C<br />

Al Rosso Scuro<br />

Ammoniaca, Nitriti, Nitrati<br />

Ossigeno<br />

Idrogeno Solforato-Grado Solfidrometrico<br />

Durezza<br />

Alcalinità<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Radioattività Arsenico<br />

Ozono<br />

Azione Catalitica<br />

Reazione al Cloridrato di Benzidina<br />

Gas Disciolti<br />

In tale sede, verranno trattati solo i principali criteri su riportati che permettono di<br />

distinguere e classificare le acque minerali ai fini terapeutici, ossia:<br />

Temperatura;<br />

Abbassamento Crioscopico (Punto di Congelamento);<br />

Radioattività;<br />

Gas Disciolti;<br />

Durezza;<br />

Residuo Fisso a 180°C;<br />

Composizione Ionica.<br />

1. TEMPERATURA<br />

La Temperatura si determina immergendo un comune termometro a massima (o<br />

appositi dispositivi) nel punto di scaturigine dell'acqua (o nel pozzo) considerando ed<br />

annotando contemporaneamente anche la temperatura atmosferica dell'aria.<br />

La temperatura di scaturigine è in stretta relazione con diverse condizioni, quali ad<br />

esempio:<br />

il gradiente geotermico, cioè il riscaldamento negli strati più profondi della crosta<br />

terrestre. Si osserva un aumento indicativo di 1°C ogni 33 metri di profondità;<br />

gli attriti subiti dall'acqua durante la risalita;<br />

la velocità di risalita (direttamente proporzionale alla temperatura);<br />

il verificarsi nell'acqua di reazioni esotermiche;<br />

il mescolamento con altre acque durante la risalita;<br />

etc.<br />

La possibilità di utilizzare un'acqua minerale alla temperatura di scaturigine senza che<br />

debba subire processi di eutermalizzazione permette di conservare in modo ottimale le proprie<br />

caratteristiche.<br />

In base alla Temperatura dell’acqua alla sorgente, le acque minerali vengono<br />

classificate in:<br />

• <strong>Acque</strong> Fredde: temperatura alla sorgente al di sotto dei 20°C;<br />

• <strong>Acque</strong> Ipotermali: temperatura alla sorgente compresa tra i 20°C ed i 30°C;<br />

• <strong>Acque</strong> Omeotermali: temperatura alla sorgente compresa tra i 30°C ed i 40°C;<br />

• <strong>Acque</strong> Ipertermali: temperatura alla sorgente al di sopra dei 40°C.<br />

2. PUNTO DI CONGELAMENTO<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


L’acqua distillata congela a 0°C alla pressione di 1 atmosfera (760 mmHg), l’acqua<br />

dolce (fiumi, laghi) congela prima dell’acqua salina.<br />

Il Punto di Congelamento <strong>delle</strong> varie acque in riferimento all’acqua distillata si chiama<br />

Abbassamento Crioscopico (∆). Nell’uso medico si fa riferimento al punto di congelamento<br />

del siero del sangue, che equivale a circa -0,56°C.<br />

In base al Punto di Congelamento, le acque minerali vengono classificate in:<br />

• <strong>Acque</strong> Ipotoniche: acque con ∆ compreso tra 0°C e -0,55°C;<br />

• <strong>Acque</strong> Isotoniche: acque con ∆ compreso tra -0,55°C e -0,58°C;<br />

• <strong>Acque</strong> Ipertoniche: acque con ∆ inferiore a -0,58°C.<br />

Le acque ipotoniche e quelle ipertoniche, se assunte continuamente, possono avere<br />

rispettivamente un’azione di eccessiva diluizione dei sali minerali del corpo portando a stati di<br />

carenza ed accrescere le concentrazioni saline alterando lo stato di benessere.<br />

3. RADIOATTIVITÀ<br />

Alcune acque minerali vengono definite “Radioattive” in relazione alla proprietà fisica<br />

di emettere radiazioni ionizzanti. In soluzione sono presenti tracce di elementi radioattivi ad<br />

elevato peso atomico (quali: uranio, torio, radio, radon, attinio, etc.) e contengono e liberano<br />

generalmente gas - fenomeno noto come “emanazione”. Più comunemente tali acque,<br />

contengono e liberano emanazioni di radio sotto forma di radon, il quale:<br />

è un gas disciolto nell'acqua che deriva dalla emanazione di una particella alfa da un<br />

atomo di radio;<br />

è l’elemento più importante ai fini terapeutici <strong>delle</strong> acque radioattive, nonché il più<br />

rilevante per quantità;<br />

ha un'emivita o tempo di dimezzamento di circa 3,825 giorni (periodo in cui la sua<br />

radioattività si dimezza). Ciò fa comprendere la scarsa, o praticamente nulla, possibilità da<br />

parte dell'organismo di accumulare radioattività dalle acque minerali e la necessità di<br />

utilizzare queste acque rapidamente prima che perdano gli effetti terapeutici;<br />

viene assorbito molto facilmente attraverso le mucose (soprattutto degli apparati<br />

respiratorio e digerente) e la cute, diffonde molto rapidamente nei tessuti (con un'affinità<br />

elettiva per i lipidi) e viene eliminato in poche ore;<br />

viene impiegato come parametro di misura della radioattività nelle acque minerali.<br />

La radioattività <strong>delle</strong> acque minerali viene espressa in Curie [Ci] (quantità di<br />

emanazione in equilibrio radioattivo con un grammo di radio) o Unità Mache [UM] (2,75 x<br />

10 -9 UM = 1 Ci) o Bequerel [Bq] (1 nCi/l = 37 Bq)<br />

Un'acqua minerale viene classificata radioattiva in presenza di almeno 1 nanocurie di<br />

radon/litro (nCi/l, ossia 10 -9 Ci; 1 nCi/l = 37 disintegrazioni/secondo). Diversi Autori<br />

affermano che perché possano esplicarsi effetti terapeutici la radioattività dovrebbe essere<br />

superiore a 18-29 nCi/l (oppure 50-80 UM).<br />

In base alla Radioattività, le acque minerali vengono classificate in:<br />

• <strong>Acque</strong> Debolmente Radioattive: acque fino a 30 nCi/l;<br />

• <strong>Acque</strong> Mediamente Radioattive: acque da 30 a 150 nCi/l;<br />

• <strong>Acque</strong> Fortemente Radioattive: acque superiori a 150 nCi/l.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


L’attività terapeutica di dette acque è da attribuire alle radiazioni alfa dotate di basse<br />

proprietà di penetrazione e di buone capacità ionizzanti.<br />

Le acque radioattive che vengono imbottigliate sono veramente molto poche (la più<br />

nota è forse la Zilia in Corsica) e sono reperibili unicamente in farmacia; di contro, esistono<br />

molti centri termali dove vengono utilizzate sia per cure idropiniche che con altre modalità di<br />

somministrazione. L’Acqua Garbarono <strong>delle</strong> Terme di Lurisia viene considerata la sorgente<br />

con maggiore radioattività al mondo utilizzata per bibita (1.135 nCi).<br />

Queste acque devono essere consumate solo per scopi terapeutici ben precisi, sono<br />

indicate per la cura dei reumatismi articolari, <strong>delle</strong> nevralgie, <strong>delle</strong> nevriti, della gotta, <strong>delle</strong><br />

allergopatie e dell’asma bronchiale.<br />

4. GAS DISCIOLTI<br />

Una classificazione prettamente commerciale <strong>delle</strong> acque minerali può essere operata<br />

in funzione della presenza di gas disciolti (ossigeno, azoto, anidride carbonica [CO2]), sia alla<br />

sorgente (acque naturalmente gasate o effervescenti naturali) che addizionati artificialmente in<br />

seguito (acque gasate/frizzanti rinforzate o addizionate). Il gas maggiormente considerato è la<br />

CO2 e se la quantità presente è superiore a 250 mg/litro l’acqua viene definita “acidula”.<br />

Nelle sorgenti di acque naturalmente gasate è possibile separare e recuperare la CO2<br />

che può servire per addizionare le acque stesse, in questi casi è fatto obbligo di indicare in<br />

etichetta ”rinforzata con il gas della sorgente”.<br />

Le acque effervescenti naturali sono la minoranza, per gasare le acque che invece<br />

sgorgano lisce occorre utilizzare CO2 immagazzinata, la quale può essere di origine naturale o<br />

prodotta con processi industriali, comunque non proveniente dalla stessa falda che alimenta la<br />

sorgente (acqua addizionata). Sia di provenienza naturale che di sintesi la CO2 prima di<br />

essere utilizzata come additivo alimentare deve essere sottoposta a trattamenti in grado si<br />

purificarne la composizione chimica e renderla compatibile con le disposizioni della legge<br />

(D.M. n. 356 del 04/08/1997 - allegato 2).<br />

In base alla quantità presente di CO2, le acque minerali vengono classificate in:<br />

• <strong>Acque</strong> Lisce o Piatte: la CO2 libera è presente in quantità minore di 250 mg/l;<br />

• <strong>Acque</strong> Naturalmente Gasate: la CO2 libera è presente in quantità superiore a 250 mg/l;<br />

• <strong>Acque</strong> Effervescenti Naturale: la CO2 libera è presente in quantità superiore a 250 mg/l;<br />

• <strong>Acque</strong> Degasate: la CO2 libera presente alla sorgente è stata totalmente<br />

eliminata;<br />

• <strong>Acque</strong> Parzialmente Degasate: la CO2 libera presente alla sorgente è stata parzialmente<br />

eliminata;<br />

• <strong>Acque</strong> Rinforzate con gas di sorgente: la CO2 aggiunta proviene dalla stessa falda o<br />

giacimento;<br />

• <strong>Acque</strong> Addizionate con CO2: la CO2 aggiunta non proviene dalla stessa falda o<br />

giacimento. A seconda della quantità aggiunta si hanno<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


“<strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> Lievemente Frizzanti” (aggiunti fino a<br />

5.000 mg/l di CO2) oppure “<strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> Frizzanti”<br />

(aggiunti fino a 6.500 mg/l di CO2).<br />

Le acque gasate sembrano dissetare meglio, in quanto le “bollicine” agiscono come<br />

blando anestetico a livello <strong>delle</strong> terminazioni nervose della mucosa orale responsabili in parte<br />

della sensazione di sete ed inoltre inducono dilatazione dello stomaco producendo apparente<br />

sazietà. In realtà liscia, gasata o effervescente naturale, l'acqua disseta tutta allo stesso modo.<br />

L'acqua gasata facilità la digestione e aumenta il senso di sazietà, provocando la<br />

dilatazione dello stomaco. Deve essere evitata da chi ha problemi di aerofagia, gonfiore<br />

addominale, reflusso gastroesofageo e patologie da ipersecrezione gastrica.<br />

5. DUREZZA<br />

La Durezza esprime la quantità di elementi alcalino-terrosi (sali di calcio e di<br />

magnesio) sotto forma di carbonati, bicarbonati ed altri sali (solfati, cloruri). Si può valutate:<br />

Durezza temporanea: esprime il contenuto dei metalli alcalino-terrosi sotto forma di<br />

bicarbonati. È detta temporanea in quanto, con l'ebollizione, i bicarbonati possono essere<br />

separati dall'acqua precipitando sotto forma di carbonati;<br />

Durezza permanente: è quella che residua dopo l'ebollizione essendo determinata da<br />

solfati e cloruri di calcio e magnesio che rimangono in soluzione durante il trattamento;<br />

Durezza totale: è quella dell'acqua alla sorgente ed è la somma della permanente e della<br />

temporanea.<br />

Le determinazioni vengono eseguite con sostanze chelanti e successivamente elaborate<br />

da sistemi rivelatori, esprimendo i risultati come carbonato di calcio [CaCO3] od, in<br />

alternativa, come ossido di calcio [CaO]. Nel primo caso, 10 mg/l di CaCO3 corrispondono ad<br />

1 grado di durezza francese [°F] (1°F = una parte di carbonato di calcio per 100.000 di acqua),<br />

nel secondo 10 mg/l di CaO corrispondono ad 1 grado tedesco [°D] (1°F = 0,56 °D).<br />

Sono state proposte diverse classificazioni <strong>delle</strong> acque in base alla loro durezza, ma a<br />

tutt’oggi non ne esiste una riconosciuta universalmente.<br />

• <strong>Acque</strong> Dolci o Molli: durezza totale inferiore a 15°F;<br />

• <strong>Acque</strong> Medie: durezza totale compresa tra 15°F e 25°F;<br />

• <strong>Acque</strong> Dure: durezza totale superiore a 25°F.<br />

L’acqua dura con valori superiori a 40°F è indicata per integrare l’apporto di calcio,<br />

nei bambini che hanno denti ed ossa in formazione e negli anziani dove è frequente il<br />

riscontro di osteoporosi.<br />

Le acque dolci trovano un ottimo utilizzo <strong>nella</strong> preparazione di tisane, liquori e<br />

medicinali in genere.<br />

6. RESIDUO FISSO A 180 °C<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Il Residuo Fisso [RF] esprime la quantità totale dei soluti presenti nell'acqua minerale,<br />

in particolar modo <strong>delle</strong> sostanze inorganiche; esso viene calcolato in unità di peso (mg/l o<br />

g/l) e si ottiene facendo evaporare a bagnomaria (a 100°C) una quantità di acqua (1000 ml) in<br />

un contenitore di materiale inerte (capsula di platino) cui fa seguito un'essicatura a 110°C, a<br />

180°C e a 500-700°C (cosiddetto calore rosso).<br />

Il Residuo Fisso cui si fa riferimento più comunemente è quello a 180°C; questo<br />

valore è stato scelto fondamentalmente perché a 180°C viene persa anche l'acqua di<br />

cristallizzazione di alcuni elementi (come ad esempio il calcio ed il magnesio) ed i gas; ciò<br />

che si ottiene è una buona approssimazione del reale Residuo Fisso.<br />

La determinazione di tale parametro costituisce una tra le più importanti indagini da<br />

svolgere su un'acqua minerale, poiché permette la classificazione ufficiale <strong>delle</strong> acque<br />

terapeuticamente attive sia ad uso termale che imbottigliate.<br />

Nel corso del tempo sono state proposte varie classificazioni.<br />

Nel 1929 Marotta e Sica fornirono la prima classificazione <strong>delle</strong> acque minerali, la<br />

quale rappresenta ancora oggi un valido riferimento, basandosi principalmente su tre<br />

parametri, ossia la temperatura alla sorgente, il residuo fisso a 180°C e la composizione ionica<br />

secondo uno schema che divide le acque in classi e sottoclassi. In base al RF essi<br />

classificarono le acque minerali in:<br />

• <strong>Acque</strong> Oligominerali: RF a 180 °C uguale o inferiore a 200 mg/litri;<br />

• <strong>Acque</strong> Mediominerali: RF a 180 °C compreso tra 200 e 1000 mg/litri;<br />

• <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong>: RF a 180 °C superiore a 1000 mg/litro.<br />

In base al D.M. del 01/02/1983 “Nuove Norme per le Etichette sulle <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong>”<br />

(pubblicato sulla G.U. n. 40 del 10/02/1983) vista la direttiva CEE, le acque minerali furono<br />

successivamente classificate in:<br />

• <strong>Acque</strong> Minimamente <strong>Minerali</strong>zzate: RF a 180°C inferiore a 50 mg/litro;<br />

• <strong>Acque</strong> Leggermente <strong>Minerali</strong>zzate: RF a 180°C compreso tra 50 e 500 mg/litro;<br />

• <strong>Acque</strong> Ricche di Sali <strong>Minerali</strong>: RF a 180°C superiore a 1500 mg/litro.<br />

Questa nuova classificazione, di derivazione CEE ed entrata in vigore nel 1983, per<br />

quanto più recente rispetto a quella precedente (Marotta e Sica, 1929), risulta incompleta<br />

poiché il legislatore modificando i limiti della mineralizzazione fra le varie acque non ha<br />

tenuto conto di quelle acque con un residuo fisso compreso tra 501 e 1500 mg/litro, abolendo<br />

così la categoria <strong>delle</strong> acque mediominerali della vecchia classificazione, che a livello pratico<br />

costituiscono il gruppo numericamente più rappresentativo.<br />

Attualmente il decreto di riferimento è il D.L. n. 105 del 25/01/1992, il quale<br />

classifica le acque minerali in:<br />

• <strong>Acque</strong> Minimamente <strong>Minerali</strong>zzate RF a 180°C inferiore a 50 mg/litro;<br />

• <strong>Acque</strong> Legg. Min. od Oligominerali RF a 180°C compreso tra 50 e 500 mg/litro;<br />

• <strong>Acque</strong> Mediominerali o <strong>Minerali</strong> RF a 180°C compreso tra 501 e 1500 mg/litro;<br />

• <strong>Acque</strong> Ricche di Sali <strong>Minerali</strong> RF a 180°C superiore a 1500 mg/litro.<br />

Le acque minimamente mineralizzate sono quelle che possiedono un minore contenuto<br />

salino, con conseguente rapido assorbimento intestinale. Determinano un aumento della<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


diuresi e pertanto trovano indicazione in soggetti con calcolosi <strong>delle</strong> vie urinarie. Vengono<br />

utilizzate per la ricostituzione del latte in polvere e <strong>nella</strong> diluizione del latte vaccino.<br />

Le acque leggermente mineralizzate od oligominerali favoriscono la diuresi e trovano<br />

indicazione <strong>nella</strong> prevenzione della calcolosi renale. Svolgono azione antispastica sulla<br />

muscolatura <strong>delle</strong> vie urinarie, favorendo l’espulsione di eventuali calcoli.<br />

Le acque mediominerali o minerali propriamente dette hanno caratteristiche<br />

intermedie in funzione del residuo fisso e della compente ionica predominante (la maggior<br />

parte di queste acque è ricca di bicarbonato), l’effetto diuretico diminuisce progressivamente<br />

con l’aumentare del residuo fisso.<br />

Le acque ricche di sali minerali vengono usate a scopo terapeutico (acque<br />

medicamentose) e sono sconsigliate per il consumo quotidiano come bibita. Il loro impiego<br />

dovrebbe avvenire sotto controllo medico per evitare la comparsa di effetti indesiderati<br />

(azione purgativa, ipertensione arteriosa, etc.).<br />

7. COMPOSIZIONE IONICA<br />

Nella determinazione della composizione ionica predominante si tiene conto in primo<br />

luogo dell'anione (o degli anioni) prevalente ed in secondo luogo del catione. Quando uno<br />

ione è presente in quantità superiore a 20 mEq/litro (degli anioni e dei cationi) dà il nome<br />

all'acqua.<br />

In base alla Composizione Ionica prevalente, le acque minerali vengono classificate in:<br />

• <strong>Acque</strong> Bicarbonate: tenore di Bicarbonato superiore a 600 mg/litro;<br />

• <strong>Acque</strong> Solfate: tenore di Solfati superiore a 200 mg/litro;<br />

• <strong>Acque</strong> Clorurate: tenore di Cloro superiore a 200 mg/litro;<br />

• <strong>Acque</strong> Magnesiache: tenore di Magnesio superiore a 50 mg/litro;<br />

• <strong>Acque</strong> Fluorate: tenore di Fluoro superiore a 1 mg/litro;<br />

• <strong>Acque</strong> Calciche: tenore di Calcio superiore a 150 mg/litro;<br />

• <strong>Acque</strong> Ferruginose: tenore di Ferro bivalente superiore a 1 mg/litro;<br />

• <strong>Acque</strong> Sodiche: tenore di Sodio superiore a 200 mg/litro;<br />

• <strong>Acque</strong> Carboniche: tenore di Anidride Carbonica superiore a 300 cc/litro.<br />

La presenza contemporanea di diversi ioni prevalenti dà origine ad acque minerali<br />

pluriioniche, le cui più rappresentative sono le seguenti:<br />

• <strong>Acque</strong> Salse: Cloruro-Sodiche<br />

Salso-Solfato-Alcaline<br />

Salso-Solfato-Alcalino-Terrose<br />

Salso-Bromo-Iodiche<br />

Salso-Iodico-Solfato-Alcaline<br />

Salso-Iodico-Alcalino-Terrose<br />

• <strong>Acque</strong> Sulfuree: Sulfureo-Salse<br />

Sulfureo-Salso-Bromo-Iodiche<br />

Sulfureo-Salso-Solfato-Alcaline<br />

Sulfureo-Solfato-Alcaline<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


• <strong>Acque</strong> Arsenicali-Ferruginose: Arsenicati<br />

Arsenicali-Ferruginose<br />

Ferruginose<br />

• <strong>Acque</strong> Bicarbonate: Bicarbonato-Alcaline<br />

Bicarbonato-Alcalino-Bromo-Iodiche<br />

Bicarbonato-Alcalino-Terrose<br />

Bicarbonato-Solfato-Alcaline<br />

Bicarbonato-Solfato-Alcalino-Terrose<br />

• <strong>Acque</strong> Solfate: Solfato-Alcaline<br />

Solfato-Alcalino-Terrose<br />

<strong>Acque</strong> Bicarbonate - Sono prevalenti le bicarbonato-calciche (48,7%), con oltre 100<br />

mg/litro di calcio presente che ne conferisce un sapore gradevole. Se bevute durante i pasti<br />

favoriscono la digestione, mentre se assunte a digiuno tamponano l’acidità gastrica. Sono<br />

principalmente indicate:<br />

nell’insufficienza epatica e nei fenomeni spastici discinetici <strong>delle</strong> vie biliari, perché<br />

fluidificano la bile e favoriscono lo svuotamento <strong>delle</strong> vie biliari;<br />

nell’attività sportiva, in quanto permettono di riacquisire i minerali persi con l'attività<br />

fisica, inoltre il bicarbonato ed il calcio sono in grado di neutralizzare le scorie del<br />

catabolismo muscolare (acido lattico);<br />

nelle dispepsie gastriche della prima infanzia (vomito abituale del lattante);<br />

nel periodo di svezzamento e nel bambino più grande, poiché forniscono numerosi e<br />

preziosi elementi minerali, fungendo da integratore alimentare;<br />

nelle forme di cistite cronica, perchè hanno una buona azione diuretica ed inducono un<br />

effetto spasmolitico.<br />

<strong>Acque</strong> Solfate - Hanno un potere lievemente lassativo. Aiutano a migliorare l’attività<br />

dell’intestino e a depurarlo nei soggetti con problemi di colite spastica con alternanza di stipsi<br />

e diarrea o con intestino pigro. Esercitano un effetto rilassante sulla muscolatura biliare.<br />

Depurano il fegato. Hanno effetti benefici sulla pelle (disintossicante) e sui capelli. È<br />

consigliabile berle al mattino, a digiuno ed a piccoli sorsi. Sono sconsigliate nelle fasi di<br />

crescita, durante lo sviluppo ed in gravidanza, in quanto il solfato può interferire<br />

negativamente con l’assorbimento del calcio. Più in generale trovano indicazioni nelle<br />

malattie croniche del tratto otorinolaringoiatrico e respiratorio, nelle malattie osteoarticolari,<br />

nelle malattie del ricambio (gotta), nelle malattie ginecologiche e nelle angiopatie.<br />

<strong>Acque</strong> Clorurate - Contengono in prevalenza l’anione cloro ed il catione sodio<br />

(cloruro-sodiche), in alcune si ritrovano solfato di sodio e bicarbonato di sodio, calcio e<br />

magnesio. Hanno un’azione equilibratice dell’intestino, <strong>delle</strong> vie biliari e del fegato.<br />

Proteggono le cellula epatica dagli agenti tossici per induzione dei sistemi enzimatici. Hanno<br />

azione purgativa e lassativa (tipica <strong>delle</strong> acque salse o salso-solfate), anche se per manifestarsi<br />

necessita di un trattamento prolungato. Le acque ipertoniche aumentano la peristalsi senza<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


stimolare significamente la secrezione gastrica, mentre le acque ipotoniche stimolano<br />

maggiormente la secrezione gastrica e meno la peristalsi. Trattandosi di acque salse-clorurosodiche,<br />

sono assolutamente sconsigliate per chi soffre di disturbi renali.<br />

<strong>Acque</strong> Magnesiache - Le acque bicarbonato-magnesiache, solfato-magnesiache e<br />

clorurato-magnesiache svolgono prevalentemente un’azione purgativa. Indicate in presenza di<br />

deficit di magnesio, il quale può essere caratterizzato da crampi gastrici, cefalea, ansia,<br />

affaticabilità, vertigini e dispnea. Il magnesio rappresenta un supporto terapeutico e<br />

preventivo per le:<br />

patologie ostetrico-ginecologiche, con particolare riguardo alla sindrome premestruale,<br />

alla gravidanza, alla sindrome climaterica e all’osteoporosi post-mestruale;<br />

patologie cardiovascolari, con particolare riguardo alla prevenzione dell’arteriosclerosi,<br />

perché inducono una sensibile dilatazione <strong>delle</strong> arterie (come le acque contenenti litio e<br />

potassio).<br />

<strong>Acque</strong> Fluorate - Sotto controllo medico sono ideali per la prevenzione della carie<br />

dentale nei bambini e fino ai 14 anni; ne è consigliato un uso moderato in gravidanza, poiché<br />

la prima impronta del dente di forma nel feto. Si sconsiglia un uso continuativo di queste<br />

acque, perché un eccesso di fluoro può portare ad un accumulo di questo elemento nei denti e<br />

nello scheletro. La quantità massima tollerabile di fluoro è di 5 mg/l; nelle acque destinate<br />

all’infanzia il limite scende a 1,5 mg/l e per questa ragione un’acqua con un valore superiore<br />

deve riportare in etichetta la frase: "Contiene più di 1,5 mg/l di fluoro: non è opportuno il<br />

consumo regolare da parte dei lattanti e dei bambini di età inferiore a sette anni”.<br />

<strong>Acque</strong> Calciche - Si trovano soprattutto come bicarbonato-calciche. Agiscono a livello<br />

del fegato e dello stomaco. L’assunzione dietetica di circa 800 mg di calcio/die è in grado di<br />

ridurre il rischio di ipertensione e favorisce il raggiungimento e il mantenimento nel tempo di<br />

un’idonea densità ossea.<br />

<strong>Acque</strong> Ferruginose - Sono indicate per chi soffre di anemia sideropenica (quale<br />

integratore della terapia marziale), in gravidanza, durante l'allattamento, quando si vive in un<br />

habitat inquinato (il piombo presente nell'aria si lega al ferro rendendolo inutilizzabile<br />

dall'organismo umano). È sconsigliata nei soggetti affetti da gastroduodeniti.<br />

<strong>Acque</strong> Sodiche - Lo ione sodio ha una funzione biologica importante perché influenza<br />

positivamente l’eccitabilità neuromuscolare. Utili per reintegrare le perdite di sodio<br />

(sudorazione abbondante, allenamenti pesanti e prolungati, etc.). Vanno assunte con cautela<br />

perché la nostra alimentazione è già troppo ricca di sodio (12 gr/die, contro i 5 gr/die posti<br />

come limite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità). È controindicata nei soggetti ipertesi,<br />

con edemi e cellulite.<br />

Bibliografia<br />

• G. Temporelli - Le <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> - Ranieri Editore - 2002.<br />

• http://www.acquaminerale.net/<br />

• http://www.acquasanmartino.it/corpoinformazioni.htm<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


IL PERCORSO DELLE ACQUE MINERALI DALLA SORGENTE ALLA TAVOLA<br />

Salvatore Vaccaro<br />

Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia<br />

L’interesse dell’uomo verso le acque minerali e le loro specifiche proprietà<br />

terapeutiche è datato nel tempo; nell’antichità gli effetti benefici di acque particolarmente<br />

ricche di sali minerali e/o di gas disciolti erano celebrati come eventi miracolosi e le fonti<br />

dalle quali esse sgorgavano venivano considerate sacre e quindi venerate.<br />

Solo nel XIX° secolo si ebbe il riconoscimento dell’idropinoterapia (o terapia<br />

idropinica) come scienza medica, consistente nello studio <strong>delle</strong> caratteristiche peculiari e<br />

terapeutiche <strong>delle</strong> acque minerali naturali e <strong>nella</strong> loro prescrizione a fini curativi, tramite<br />

assunzione per os, specificandone dettagliatamente la qualità, la quantità, etc.<br />

Nonostante ciò, solo a partire dagli anni ‘70 si è registrato un significativo incremento<br />

del consumo di acque minerali, tanto da farle diventare in poco tempo comuni acque da tavola<br />

e bevande di uso quotidiano; tale condizione è stata in parte favorita anche dalla<br />

contaminazione degli acquedotti, in conseguenza della diffusione incontrollata di fitofarmaci<br />

e di sostanze di origine industriale nell’ambiente, associata ad una maggiore informazione e/o<br />

consapevolezza dei consumatori tra la stretta correlazione esistente fra l’alimentazione e lo<br />

stato di salute.<br />

L’aumento dei consumi <strong>delle</strong> acque minerali come bevande ad uso quotidiano ha<br />

parallelamente favorito la nascita e lo sviluppo di un fiorente mercato di produzione di e<br />

commercializzazione di tali acque, passando dai 2.350 milioni di litri imbottigliati nel 1980 ai<br />

10.300 milioni di litri imbottigliati nel 2000.<br />

A livello europeo, l’Italia primeggia sia per i consumi pro-capite che per la produzione<br />

di acque minerali naturali. Quest’ultima è gestita per gran parte (75% del mercato nazionale)<br />

da 7 Gruppi “Multifonte”:<br />

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• Gruppo Nestlè: leader in Italia con una quota di mercato del 27,2% e 13 marchi<br />

imbottigliati, ossia: Claudia, Fonte Alpina, Levissima, Limpia, Lora di Recoaro, Panna,<br />

Pejo, S. Bernardo, S. Bernardo Sorgente della Rocca, S. Bernardo Sorgente Rocciaviva,<br />

San Pellegrino, Terrier, Tione, Ulmeta, Vera;<br />

• Gruppo San Benedetto: con una quota di mercato del 18,5% e i marchi Fonte Caudana,<br />

Fonte Primavera, Guizza, San Benedetto, Valle Reale;<br />

• Gruppo Danone: con una quota di mercato del 9,7% e i marchi Acqua di Nepi, Boario<br />

Danone Activ, Danone Vitas<strong>nella</strong>, Ferrarelle, Fonte Vivia, Natìa, Santagata;<br />

• Gruppo CO.GE.DI.: con una quota di mercato dell’8,7% e i marchi Brio Blu Rocchetta,<br />

Rocchetta, Uliveto;<br />

• Gruppo Spumador: con una quota di mercato del 5,8% e i marchi Angelica, Flaminia,<br />

Fontechiara, Fonte Serena, Gioiosa della Valsesia, Lidia, Sant’Andrea, S. Antonio, S.<br />

Francesco, Valverde;<br />

• Gruppo Norda: con una quota di mercato del 4,1% ed i marchi Acquachiara, Daggio,<br />

Dolomiti, Ducale, Leonardo, Linx, Luna, Nuova, Pasubio, Reale, Sorgente Grigna;<br />

• Gruppo Sangemini: con una quota di mercato del 2,6% e i marchi Amerino, Fabia, Fonte<br />

Aura, Linda, Sangemini, Tavina;<br />

mentre la rimanente quota di mercato (25%) è gestita da Gruppi minori o da Produttori singoli<br />

che operano in ambito regionale o pluriregionale:<br />

• Sorgenti Traficante: Lilia, Sveva, Toka, Traficante;<br />

• Sorgenti S.P.A.: Appia, Ausonia, Gajum, Gaudenziana, San Lorenzo, S. Pietro, Santa<br />

Rita, Roccabianca, Val di Meti;<br />

• Soldati: Fontepatri, Silvana;<br />

• S.A.M.: Levia, Liàn, Luce, Pura, S. Angelo, S. Giorgio, Siete Fuentes, Santa Maria, Silia;<br />

• Mangiatorella: Acquarossa, Cavagrande, Mangiatorella;<br />

• Industrie Togni: Fonte Elisa, Frasassi, Gaia, S. Cassiano;<br />

• Bordogna/Ghisalberti: Bracca, Flavia, Pineta Sorgente Sales;<br />

• A.M. Val Menaggio S.P.A.: Chiarella, Fontelaura, Paraviso;<br />

• Etc.<br />

Secondo il D.L. 105/1992 e successive modifiche ed integrazioni, per acque minerali<br />

naturali si intendono “Le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo,<br />

provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche<br />

particolari ed eventualmente proprietà favorevoli alla salute”. Esse prima di giungere sulla<br />

tavola dei consumatori sono sottoposte a numerose operazioni, seguendo un articolato<br />

percorso che dalle sorgenti di prelievo (materia prima) consente di ottenere la bottiglia<br />

etichettata (prodotto finito).<br />

CAPTAZIONE DELLA FONTE.<br />

Le acque minerali provengono per lo più da acque meteoriche che filtrano attraverso<br />

vari strati permeabili (o semipermeabili) del terreno, fino a costituire una falda acquifera.<br />

Tramite questo processo esse si depurano <strong>delle</strong> scorie acquisite durante il ciclo atmosfera-<br />

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suolo e si arricchiscono di sostanze minerali e gassose del terreno, in relazione alle condizioni<br />

di pressione e temperatura locali e alla solubilità <strong>delle</strong> rocce con cui vengono a contatto.<br />

Le caratteristiche chimiche e chimico-fisiche che le rendono terapeuticamente attive<br />

rispecchiano in gran parte il paesaggio litogeologico che attraversano durante il loro ciclo<br />

idrogeologico; si avranno acque prevalentemente ricche di un elemento minerale o di un altro<br />

in funzione della tipologia di roccia dominante nel bacino imbrifero di pertinenza, della<br />

solubilità <strong>delle</strong> componenti mineralogiche e del tempo di contatto tra acque di circolazione<br />

sotterranea e substrato poroso. Diversamente da quanto la legge stabilisce per le acque<br />

potabili, per le acque minerali non esiste un limite superiore o inferiore per il contenuto dei<br />

sali in esse disciolti.<br />

La proporzione tra il quantitativo di acqua che si infiltra nel terreno e quella che<br />

ruscella dipende da vari fattori (natura del terreno, intensità <strong>delle</strong> precipitazioni, etc.), i quali<br />

sono di fondamentale importanza nel determinare le potenzialità del bacino idrogeologico e<br />

quindi l’affidabilità della falda per la produzione industriale di acqua minerale.<br />

Generalmente, per il calcolo del bilancio idrogeologico si usa la seguente equazione:<br />

P = E + R + I = E + D<br />

dove: P = Precipitazioni (mm), E = Evapotraspirazione (mm), R = Ruscellamento (mm),<br />

I = Infiltrazione (mm) e D = Deflusso totale (mm). A seconda del tipo di terreno il deflusso<br />

idrico totale sarà caratterizzato da un diverso rapporto tra il coefficiente di infiltrazione e<br />

quello di ruscellamento; la loro somma definisce il deflusso idrico totale (superficiale e<br />

sotterraneo).<br />

Una sorgente affiora naturalmente in superficie quando presenta una condizione di<br />

equilibrio chimico-fisico, dovuto al raggiungimento di una velocità di percorrenza costante,<br />

con conseguente stabilità della composizione chimica; invece, quando la sorgente è perforata<br />

si possono creare durante il pompaggio <strong>delle</strong> depressioni, con conseguente richiamo d’acqua<br />

dalle aree di ricarica, che causano perturbazioni idrauliche in grado di indurre variazioni degli<br />

equilibri chimico-fisici.<br />

Il lavoro di ricerca e captazione di una sorgente è lungo ed impegnativo e deve essere<br />

svolto da personale altamente specializzato (idrogeologi), impiegando più o meno<br />

strumentazioni altamente tecnologiche.<br />

Il D.M. n. 542 del 12.11.1992 fissa i criteri di valutazione <strong>delle</strong> caratteristiche<br />

idrogeologiche, chimico-fisiche e microbiologiche per le acque minerali naturali. La domanda<br />

di riconoscimento di un’acqua minerale deve essere accompagnata da un’articolata relazione<br />

idrogeologica, volta ad illustrare gli aspetti caratterizzanti della falda acquifera, da certificati<br />

di almeno n. 4 analisi chimico-fisiche e altrettante analisi microbiologiche eseguite nelle 4<br />

stagioni su campioni prelevati alla sorgente e dai relativi verbali di prelevamento redatti<br />

dall’autorità sanitaria che ha assistito ai prelevamenti.<br />

STABILIMENTI INDUSTRIALI.<br />

In Italia vi sono poco meno di 200 stabilimenti di imbottigliamento di acque minerali,<br />

i quali operano attivamente nel settore sfruttando l’acqua di una sorgente per imbottigliare una<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


marca oppure sfruttando l’acqua di più sorgenti (opportunamente miscelata) per imbottigliare<br />

una marca oppure ancora sfruttando l’acqua di più sorgenti per imbottigliare più marche.<br />

La scelta della locazione dello stabilimento di imbottigliamento deve essere fatta con<br />

razionalità e dietro attenta valutazione <strong>delle</strong> caratteristiche ambientali circostanti, scartando i<br />

luoghi ove sono presenti intense emissioni odorose, grossi centri abitati (con conseguente<br />

elevato tasso di inquinamento), etc., in modo che nessun agente esterno venga a contatto con<br />

l’acqua e quindi le sue caratteristiche si mantengano inalterate.<br />

Le dimensioni dello stabilimento vanno progettate in funzione alla capacità produttiva<br />

che si intende realizzare, la quale risulta correlata alle caratteristiche della sorgente in termini<br />

di capacità del bacino e di disponibilità di acqua. Vanno predisposti: locali di lavorazione,<br />

laboratori di analisi, uffici, area stoccaggio (magazzini su un unico piano), area<br />

movimentazione del prodotto finito, area per i mezzi di trasporto adibiti alla consegna ai<br />

centri di rivendita commerciale, etc.<br />

Le linee di imbottigliamento, ed in particolare le macchine riempitici, dovrebbero<br />

trovarsi in locali isolati (chiusi ed in soprapressione), alle quali si dovrebbe accedere tramite<br />

porte ermetiche e nelle quali l’igiene andrebbe curato nei minimi particolari, onde evitare<br />

sorgenti di contaminazione (uomo, animali, vegetazione, suolo, aria). L’esigenza di effettuare<br />

continue analisi di controllo impone la presenza di uno o più laboratori interni; le modalità dei<br />

controlli interni ed esterni (espletati da organi sanitari competenti) vengono stabilite dalle<br />

indicazioni riportate <strong>nella</strong> Circolare n. 17 del 13.09.1991 e <strong>nella</strong> Circolare n. 19 del<br />

12.05.1993 del Ministero della Sanità per quanto riguarda rispettivamente la parte<br />

microbiologica e quella chimico-fisica.<br />

Lo stabilimento deve essere ubicato il più vicino possibile ai punti di prelievo, in<br />

modo tale che le tubazioni di collegamento siano le più brevi possibili e vengano ridotte le<br />

probabilità di eventi inconvenienti, nonché i costi di realizzazione.<br />

I materiali impiegati per realizzare le tubazioni di collegamento devono essere atossici,<br />

asettici e permettere periodici trattamenti di sanatizzazione; generalmente si utilizzano tubi in:<br />

• acciaio inox (AISI 316L): molto igienico, presenta una buona resistenza all’azione dei<br />

detergenti e dei disinfettanti, caratterizzato da una superficie liscia e priva di porosità, è<br />

però necessario eseguire varie saldature di collegamento tra tubi, rubinetti, curve, etc., che<br />

costituiscono zone di minor resistenza (le saldature si offrono meglio all’attacco <strong>delle</strong><br />

sostanze aggressive e le acque ricche in sali possono innescare lievi fenomeni di<br />

corrosione);<br />

• polietilene ad alta densità (PEAD): resina atossica che possiede tutti i requisiti di legge<br />

per venire a contatto con le acque, consigliata soprattutto per percorsi lunghi e tortuosi,<br />

non vi sono punti di saldatura, le giunzioni fatte a caldo sono rapide e sufficientemente<br />

lisce ed uniformi; inoltre, permette un prezzo di partenza più basso.<br />

TRATTAMENTI DELLE ACQUE.<br />

Ai fini della tutela dei consumatori, l’uso a fine alimentare e la commercializzazione<br />

di un'acqua minerale devono soddisfare una serie di requisiti previsti da alcune norme e<br />

passare il vaglio di organismi regionali e ministeriali, sulla base di relazioni redatte da<br />

laboratori specificatamente autorizzati (o universitari) ed il controllo dei laboratori pubblici<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


compreso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che, tra l’altro, partecipa con propri esperti al<br />

“Gruppo Istruttorio <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong>” del Consiglio Superiore dalla Sanità, cui compete il<br />

parere per il primo riconoscimento di un’acqua minerale e per la verifica annuale del<br />

permanere <strong>delle</strong> caratteristiche proprie dell’acqua stessa.<br />

Alcuni tipi di trattamenti, esclusivamente di carattere chimico-fisico, sono permessi<br />

sulle acque minerali naturali, purché tale trattamento non comporti una modifica della<br />

composizione dell’acqua in quei suoi componenti essenziali che conferiscono all’acqua stessa<br />

le sue proprietà.<br />

Trattamenti permessi (non si intende modificato il carattere di un’acqua minerale):<br />

• Captazione, canalizzazione, elevazione meccanica, approvvigionamento in vasche o<br />

serbatoi;<br />

• Separazione degli elementi instabili (composti del ferro e dello zolfo) mediante filtrazione<br />

o decantazione, eventualmente preceduta da ossigenazione;<br />

• Separazione dei composti di ferro, manganese e zolfo, nonché in alcune acque<br />

dell’arsenico mediante trattamento con aria arricchita di ozono;<br />

• Separazione di componenti indesiderabili diversi da quelli su menzionati;<br />

• Eliminazione totale o parziale dell’anidride carbonica mediante procedimenti<br />

esclusivamente fisici, nonché incorporazione o reincorporazione di anidride carbonica.<br />

I trattamenti che prevedono l’uso di aria arricchita di ozono per favorire la separazione<br />

di alcuni composti naturalmente presenti nell’acqua stessa, ma indesiderabili quando la loro<br />

concentrazione è al di sopra di quella massima ammissibile, debbono essere autorizzati dal<br />

Ministero della Salute (sentito il Consiglio Superiore della Sanità) e le Aziende devono<br />

chiaramente riportare in etichetta la dicitura “Acqua sottoposta a una tecnica di ossidazione<br />

con aria arricchita di ozono”.<br />

Trattamenti vietati (si intende modificato il carattere di un’acqua minerale):<br />

• Trattamenti di potabilizzazione;<br />

• Aggiunta di sostanze battericide o batteriostatiche;<br />

• Eseguire qualsiasi trattamento suscettibile di modificare il microbismo dell’acqua<br />

minerale.<br />

IMBOTTIGLIAMENTO.<br />

I contenitori utilizzati per imbottigliare le acque minerali possono essere di tre tipi:<br />

• Vetro: ottenuto per fusione a 1200°C di sabbia silicea con carbonati di sodio e di calcio;<br />

• Plastica: il PVC, fino a qualche anno fa molto utilizzato, attualmente non viene più<br />

impiegato. Il PET è una materia plastica trasparente, leggera, resistente agli urti che può<br />

assumere diverse colorazioni a protezione del liquido che contiene; l’utilizzo su grande<br />

scala è abbastanza recente e può essere riciclato in vari modi;<br />

• Cartone politenato (brick): è un laminato a più strati, dove l’elemento base è la carta<br />

(80%) che conferisce forma e rigidità al contenitore (Tetra Brick Aseptic), ad essa<br />

vengono abbinati un film di polietilene (15-20%), usato per conferire impermeabilità agli<br />

agenti esterni e per permettere l’unione dei vari materiali senza impiegare sostanze<br />

collanti ed adesive ed un foglio di alluminio (3-5%), interposto al multistrato per<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


proteggere l’acqua dalle alterazioni che possono essere innescate dalla luce e dall’aria,<br />

permettendo così di mantenere tutte le caratteristiche originali.<br />

Dal 1985 ad oggi la quota dei contenitori in vetro è scesa dal 92% al 42 %, mentre<br />

quelli in plastica sono saliti dal 6,5% al 55% e quelli in cartone dall’1,5% al 3%; una grande<br />

influenza deriva dal minor costo di trasporto.<br />

Procedura automatizzata per l’imbottigliamento in PET:<br />

La “preforma” è una specie di provetta che dà vita alla bottiglia attraverso la soffiatura in<br />

appositi stampi; le bottiglie così formate vengono convogliate, tramite nastri trasportatori, al<br />

circuito di imbottigliamento, dove verranno sottoposte alle seguenti operazioni meccanizzate:<br />

• Sciacquatura;<br />

• Riempimento;<br />

• Tappatura;<br />

• Controllo degli eventuali pezzi difettosi;<br />

• Etichettatura;<br />

• Timbratura del lotto di lavorazione;<br />

• Imballaggio in fardelli da 6 bottiglie con film termoretraibile;<br />

• Invio al magazzino per la preparazione di pallets e la spedizione.<br />

Procedura automatizzata per l’imbottigliamento in VETRO:<br />

Procedura simile a quella per il PET, ma un po’ più complicata e dispendiosa:<br />

• Le bottiglie del tipo VAR (vuoto a rendere) vanno lavate, sterilizzate e risciacquate prima<br />

di essere immesse nel circuito di imbottigliamento (tramite apposite macchine lavatrici);<br />

• Il trasporto avviene su nastri trasportatori classici, il quale risulta più lento e rumoroso<br />

rispetto al trasporto ad aria dei contenitori in PET;<br />

• Le bottiglie rigate o rovinate devono essere scartate e distrutte.<br />

TRASPORTO E CONSERVAZIONE.<br />

Le bottiglie finite vengono riunite in pallets e caricate su autotreni per la distribuzione.<br />

Giunte nei vari magazzini di giacenza possono rimanerci per mesi o anni ed essere soggette a<br />

continue sollecitazioni ambientali (stress termico, alternanza luce/buio, esposizione ai raggi<br />

solari UV, etc.), indebolendo della struttura polimerica del PET che si traduce in una<br />

maggiore permeabilità ai gas e agli agenti esterni.<br />

Le acque minerali vanno conservate lontane dalle fonti di calore, al riparo dalla luce<br />

solare, in luogo fresco, asciutto e senza odori.<br />

COMMERCIALIZZAZIONE.<br />

Il business <strong>delle</strong> acque minerali è in continuo sviluppo, attualmente sul mercato<br />

italiano si possono enumerare ben oltre n. 250 marche prodotte, con un incremento costante<br />

della produzione: nel 2003 essa ha toccato 11,5 miliardi di litri e un consumo medio annuo<br />

pro-capite di 178 litri, tra i più alti in Europa e nel Mondo.<br />

Le acque minerali italiane sono molto apprezzate e richieste all’estero; dati ISTAT del<br />

2004 fanno emergere che circa il 10% della produzione nostrana è stata esportata, per un<br />

valore di circa 200 milioni di Euro, soprattutto in Europa - circa 1.150 milioni di litri sono<br />

giunti in Francia (31%), Germania (25%), Svizzera (24%), Austria (10%), Grecia (4%), UK<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


(4%), Belgio (2%) - ed oltre oceano, USA (Stati di Washington, New York e California),<br />

Canada e Giappone. Le acque straniere non trovano spazio nel mercato italiano e non sono<br />

neanche l’1% del consumo, eccezione di pochi volumi di acque francesi (Terrier ed Evian).<br />

Recenti statistiche svolte sul territorio nazionale hanno evidenziato che il 63% degli<br />

italiani consuma acqua oligominerale, il 22% acque minerali, il 10% acque minimamente<br />

mineralizzate e il 5% acque ricche di minerali; inoltre, il 68% preferisce acque lisce, il 16%<br />

acque effervescenti naturali e il 16% acque frizzanti.<br />

L’ETICHETTA DELLE ACQUE MINERALI<br />

Antonia Maria Morini<br />

Faenza<br />

L’acqua è vita<br />

Poche verità hanno valore universale: che la vita dipende dall’acqua è una di queste;<br />

essa è ovunque: sopra, sotto, ma soprattutto dentro di noi.<br />

Carta europea dell’acqua<br />

(promulgata a Strasburgo il 6 maggio 1968 dal Consiglio d’Europa)<br />

Non c’è vita senza acqua; l’acqua è un bene prezioso, indispensabile a tutte le attività<br />

umane.<br />

Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili. E’ indispensabile preservarle,<br />

controllarle e, se possibile accrescerle.<br />

Alterare la qualità dell’acqua significa nuocere alla vita dell’uomo e degli esseri<br />

viventi che da essa dipendono.<br />

La qualità dell’acqua deve essere tale da soddisfare le esigenze <strong>delle</strong> utilizzazioni<br />

previste, ma deve soprattutto soddisfare le esigenze della salute pubblica.<br />

Quando l’acqua, dopo essere stata utilizzata, viene restituita al suo ambiente naturale,<br />

essa non deve compromettere i possibili usi, tanto pubblici che privati, che in questo ambiente<br />

potranno essere fatti.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


La conservazione di una copertura vegetale appropriata, di preferenza forestale, è<br />

essenziale per la conservazione <strong>delle</strong> risorse idriche.<br />

La buona gestione dell’acqua deve formare oggetto di un piano stabilito dalle autorità<br />

competenti.<br />

La salvaguardia dell’acqua implica uno sforzo importante di ricerca scientifica, di<br />

formazione di specialisti e di informazione pubblica.<br />

L’acqua è un patrimonio comune, il cui valore deve essere riconosciuto da tutti.<br />

La gestione <strong>delle</strong> risorse idriche dovrebbe essere inquadrata nel bacino naturale<br />

piuttosto che entro frontiere amministrative e politiche.<br />

L’acqua non ha frontiere. Essa è una risorsa comune, che necessita di una<br />

cooperazione internazionale.<br />

L’acqua è l’elemento primordiale per eccellenza: uno degli elementi fondamentali<br />

<strong>nella</strong> vita dell’uomo e attualmente anche uno dei diritti fondamentali di ogni uomo e di ogni<br />

donna che popolano il nostro pianeta.<br />

Cerchiamo di capire meglio:<br />

“Acqua minerale, Acqua potabile, Acqua di sorgente e Acqua da tavola”<br />

Il consumatore ritiene che queste denominazioni siano sinonimi, con l'eccezione per<br />

l'acqua minerale che può avere particolari sapori e perchè venduta in bottiglia; in effetti,<br />

grande è la confusione perchè il legislatore europeo, e poi quello italiano, su pressione <strong>delle</strong><br />

lobby <strong>delle</strong> acque ha legiferato rendendo complessa una questione semplice.<br />

Anni fa c'erano solo due tipologie di acque: la minerale e la potabile.<br />

Quest'ultima classificazione non era particolarmente chiara perchè qualcuno potrebbe<br />

pensare che le minerali non siano potabili e ovviamente non è così; cerchiamo di chiarire le<br />

diverse classificazioni <strong>delle</strong> acque anche in riferimento ad una corretta interpretazione <strong>delle</strong><br />

“etichette”.<br />

Acqua imbottigliata<br />

In Italia questi contenitori sono entrati in commercio da qualche anno; prima non<br />

c'erano perché un intrico di norme nazionali ne rendeva dubbia la legittimità.<br />

Infatti, questi boccioni o "goccioni", come vengono anche chiamati, contengono circa<br />

20 litri di acqua che non poteva essere quella minerale perché per tale tipo di acqua il<br />

contenitore massimo permesso dalla legge è di 2 litri.<br />

Ma i contenitori non potevano contenere neanche la normale acqua potabile perché la<br />

fornitura spetta ai Comuni o alle aziende acquedottistiche da essi delegate e viene svolta<br />

soltanto attraverso la rete idrica; inoltre una sentenza del Consiglio di Stato considerava<br />

l’acqua potabile un "bene pubblico", escludendo implicitamente che potesse essere oggetto di<br />

commercio privato.<br />

Tutto è cambiato con la Direttiva CE n. 83/1998, recepita in Italia con il decreto<br />

legislativo n. 31/2001, che ha rivoluzionato la definizione normativa dell’acqua "destinata al<br />

consumo umano" (potabile) consentendone anche la commercializzazione "in bottiglie o in<br />

contenitori" di qualsiasi capacità, con o senza trattamento.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


In sostanza, oggi non solo l’acqua minerale naturale ma anche l’acqua potabile può<br />

essere imbottigliata e venduta (già si trova in commercio), in genere dopo un trattamento<br />

chimico-fisico per renderla idonea a determinate categorie di consumatori, per esempio<br />

rendendola frizzante, oppure togliendo alcuni minerali per renderla più leggera o anche<br />

arricchendola di calcio.<br />

La Direttiva comunitaria e la legge italiana non hanno ancora dato un nome preciso a<br />

quest’acqua, che può essere chiamata acqua, acqua da bere o con qualunque altra<br />

denominazione, anche di fantasia.<br />

E' vietato però chiamarla "minerale" o "mineralizzata" o "naturale", perché queste<br />

denominazioni sono riservate soltanto all’acqua minerale; nulla vieta, invece, che possa essere<br />

disinfettata come l'acqua potabile; spesso viene servita, magari in caraffa, anche ai clienti dei<br />

ristoranti, che pensano sia vera e propria acqua minerale naturale. In realtà, l’acqua minerale<br />

naturale deve essere servita esclusivamente in bottiglia sigillata e il cliente dovrebbe sempre<br />

pretendere che questa sia aperta davanti a lui.<br />

Acqua da tavola: è l'acqua potabile imbottigliata (spesso in boccioni) o servita in<br />

caraffe nei ristoranti. In quest'ultimo caso deve essere indicata come "acqua potabile trattata o<br />

acqua potabile trattata e gassata".<br />

Le acque di sorgente – ("spring water" per gli anglosassoni, "eau de source" per i<br />

francesi) pur avendo il requisito della purezza; definite come acque destinate al consumo<br />

umano, allo stato naturale e imbottigliate alla sorgente, che avendo origine da una falda o<br />

giacimento sotterraneo, provengono da una sorgente con una o più emergenze naturali o<br />

perforate – sono disciplinate dal D.Lgs. 339/1999, “Disciplina <strong>delle</strong> acque di sorgente e<br />

modificazioni al D.Lgs. 25 gennaio 1992, n. 105”.<br />

Per quanto riguarda le caratteristiche, le acque di sorgente sono paragonabili a quelle<br />

potabili, ma al pari <strong>delle</strong> acque minerali debbono avere il requisito della purezza e non<br />

possono subire alcun trattamento di disinfezione; l'etichetta non deve menzionare alcuna<br />

indicazione salutistica.<br />

<strong>Acque</strong> trattate, cioè le acque di rubinetto e le acque "purificate".<br />

<strong>Acque</strong> di rubinetto sono fornite dagli acquedotti ed il requisito richiesto è quello della<br />

potabilità (non devono contenere microrganismi, batteri, sostanze inquinanti ecc.).<br />

<strong>Acque</strong> "purificate" sono acque attinte indifferentemente da fiumi, laghi, pozzi e rese<br />

potabili attraverso trattamenti chimico-fisici diversi; sono acque originate dall'esigenza di<br />

approvvigionamento idrico nelle grandi aree di siccità del pianeta, in particolare nei paesi del<br />

Terzo Mondo, entrate poi nel mercato anche nei paesi occidentali.<br />

Il requisito richiesto è quello del raggiungimento della potabilità dopo il "trattamento";<br />

non sono tenute ad indicare la loro composizione in etichetta e non possono vantare effetti<br />

positivi sulla salute.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


L'acqua minerale naturale è quella che "viene offerta all'uso così come scaturisce dalla<br />

sorgente".<br />

Decreto Ministro della salute 11/9/2003:<br />

Riferimenti normativi<br />

"Attuazione della Direttiva 2003/40/CE della Commissione <strong>nella</strong> parte relativa<br />

all’etichettatura <strong>delle</strong> acque minerali naturali e <strong>delle</strong> acque di sorgente" (G.U. n. 229 del<br />

2/10/2003).<br />

Decreto legislativo 23/6/2003, n. 181:<br />

"Attuazione della direttiva 2000/13/CE concernente l’etichettatura e la presentazione<br />

dei prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità" (G.U. n. 167 del 21/7/2003).<br />

Direttiva 2003/40/CE della Commissione del 16/5/2003:<br />

che determina l’elenco, i limiti di concentrazione e le indicazioni di etichettatura per i<br />

componenti <strong>delle</strong> acque minerali naturali, nonché le condizioni d’utilizzazione dell’aria.<br />

arricchita di ozono per il trattamento <strong>delle</strong> acque minerali naturali e <strong>delle</strong> acque sorgive (G.U.<br />

n. L 126 del 22/5/2003).<br />

Circolare Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato 23/6/2001, n. 166:<br />

"Istruzioni in materia di etichettatura e presentazione dei prodotti alimentari" (G.U. n.<br />

66 del 20/3/2001).<br />

Decreto legislativo 27/1/1992, n. 109:<br />

"Attuazione <strong>delle</strong> direttive 89/395/CEE e 89/396/CEE concernenti l’etichettatura, la<br />

presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari (G.U. n. 39 del 17/2/1992 – S.O.),<br />

<strong>delle</strong> acque minerali naturali è sottoposta alla preventiva approvazione del Ministero della<br />

Sanità limitatamente alle menzioni relative alle proprietà favorevoli alla salute, alle<br />

indicazioni ed alle eventuali controindicazioni (D.L. 25.1.1992, art. 17 comma 2).<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


In questa relazione ho cercato di stare dalla parte dell’utente/consumatore che molto<br />

spesso si pone domande riguardanti le etichette <strong>delle</strong> acque minerali in quanto non risultano<br />

di facile lettura e quindi di non facile interpretazione.<br />

Etichettatura<br />

Pubblicato <strong>nella</strong> Gazzetta Ufficiale n. 167 del 21 luglio 2003, il D.Lgs 181/2003,<br />

“Attuazione della direttiva 2000/13/CE concernente l’etichettatura e la presentazione dei<br />

prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità” entrerà in vigore il prossimo 5 agosto;<br />

all’articolo 13 (Prodotti sfusi) esso stabilisce, tra l’altro, che le acque idonee al consumo<br />

umano non preconfezionate, somministrate nelle collettività ed in altri esercizi pubblici,<br />

devono riportare, ove trattate, la specifica denominazione di vendita “acqua potabile trattata”,<br />

o “acqua potabile trattata e gassata” qualora siano state anche addizionate di anidride<br />

carbonica.<br />

Cercherò quindi di porre quelle domande che a noi del settore possono apparire banali,<br />

ma che invece hanno grande importanza per chi non lo è; facendo riferimento all’esempio qui<br />

sotto riportato, l’etichetta può rappresentare la carta d’identità di un’acqua minerale.<br />

La parte centrale dell’etichetta sempre è frutto di uno studio grafico accurato, viene<br />

occupata dal marchio con il nome della Sorgente in evidenza, dal luogo dove è ubicato lo<br />

stabilimento e dal nome dell’azienda produttrice.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Già dal primo adeguamento della legislatura italiana alla direttiva CEE avvenuto con<br />

il D.M.S. 01/02/1983, i caratteri <strong>delle</strong> indicazioni riportate sulle etichette dell’acqua<br />

minerale, dovevano essere di dimensioni non inferiori ad 1 mm. di altezza; inoltre il rapporto<br />

tra il nome dell’acqua minerale, il luogo di sfruttamento dell’acqua ed il titolare<br />

dell’autorizzazione deve essere tale che il primo sia riportato con caratteri di altezza e<br />

larghezza almeno pari a una volta e mezzo il carattere utilizzato per indicare il secondo ed il<br />

secondo sia riportato con caratteri di altezza e larghezza pari ad una volta e mezzo il<br />

carattere utilizzato per indicare il terzo.<br />

D-1- La scritta “Pinco-Pallino compare su ogni etichetta, ma quanti sono i nomi <strong>delle</strong><br />

acque minerali?<br />

R- Denominazione e nome<br />

Quelle nazionali e commercializzate in Italia sono oltre 280 - in questo caso ho usato<br />

un nome di comodo (un’acqua che Zampilla dà l’immagine della freschezza, purezza, ecc. ma<br />

in effetti non è il nome commerciale).<br />

D-2- Che cosa s’intende per “Luogo di origine”?<br />

R- Questa dicitura indica la località in cui l’acqua minerale viene imbottigliata,<br />

D-3- Data di imbottigliamento: come è cambiata?<br />

R- T.M.C. – termine minimo entro il quale il prodotto va consumato.<br />

Fino al 2 marzo 1992 la bottiglia di acqua minerale doveva recare obbligatoriamente<br />

sull’etichetta (normalmente situata ai bordi) la data di imbottigliamento.<br />

Dal 3 marzo 1993 con l’entrata in vigore dell’ultimo decreto legislativo in materia del<br />

25 gennaio 1992 n° 105 (sull’attuazione della direttiva 80/777/CEE relativa all’utilizzazione e<br />

commercializzazione <strong>delle</strong> acque minerali) le cose sono cambiate e la data di<br />

imbottigliamento è stata sostituita da un’altra data che rappresenta “Termine Minimo di<br />

Conservazione dell’acqua (TMC).<br />

Il TMC è la data alla quale il prodotto in adeguate condizioni di conservazione<br />

mantiene le sue proprietà specifiche; esso va indicato con la dizione: da consumarsi<br />

preferibilmente entro il ………; questo termine libero, non è fissato da nessuna legge o<br />

decreto, può variare da marca a marca da 12 a 24 mesi in modo arbitrario sotto la<br />

responsabilità del produttore.<br />

Alcuni produttori, cercano di fornire una maggiore chiarezza nel rispetto di quanto<br />

richiesto dal D.L. n° 105 riportano le date sovrapponendole, soluzione adatta per esempio<br />

dalle terme di S. Andrea S.p.A.; altre ditte, importano sul collo della bottiglia o sul tappo della<br />

medesima il lotto, oltre chiaramente al termine minimo di conservazione.<br />

E’ risaputo che quanto più l’acqua è giovane tanto più le sue caratteristiche sono simili<br />

a quelle originarie. Tuttavia, anche dopo il termine minimo di conservazione, che di solito è di<br />

12 mesi, se ben conservata l’acqua non perde le sue caratteristiche organolettiche; si riducono<br />

invece le bollicine, poiché l’anidride carbonica, nonostante il tappo a tenuta tende ad<br />

evaporare, soprattutto se conservate in bottiglie di plastica.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Le modalità tecniche per indicare il TMC e il lotto sull’etichetta o sul contenitore sono<br />

molteplici:<br />

• fresatura <strong>delle</strong> apposite caselle di etichette prestampate (la parte che interessa viene<br />

tagliata via);<br />

• gli stessi dati vengono riportati tramite un sistema tampone oppure con microaghi (ormai<br />

in disuso);<br />

• il sistema adottato attualmente dalla quasi totalità <strong>delle</strong> ditte produttrici è il sistema ink-jet<br />

(o a getto d’inchiostro);<br />

• una metodica di recente introduzione è quella del laser, che consiste in una ossidazione<br />

dell’etichetta;<br />

• TMC e lotto possono essere evidenziati oltre che sull’etichetta anche sul collo o sul tappo<br />

del contenitore, utilizzando le tecniche sopra descritte.<br />

D-4- Che cos’è il “lotto di produzione” ed a che cosa serve?<br />

R- Consente di individuare partite contaminate o avariate; spesso viene riportato sul<br />

tappo o sul collo della bottiglia<br />

Altro dato che la normativa n° 105 obbliga a riportare in etichetta o sul contenitore<br />

(tappo o collo della bottiglia) è il lotto di produzione che sta ad indicare un insieme di unità di<br />

vendita di una derrata alimentare, prodotto e fabbricato in circostanze pressoché identiche.<br />

Questo dato deve essere chiaramente leggibile sul contenitore ed è preceduto<br />

normalmente dalla lettera “L” – solitamente è riportato subito sotto o subito sopra il termine<br />

minimo di conservazione (TMC) e la sua chiave di lettura deve essere depositata presso le<br />

U.S.S.L. competenti per territorio.<br />

Per riprodurlo si utilizzano le stesse tecniche di stampigliatura e fresatura prima citate<br />

per il TMC; questa schedatura a garanzia della collettività consente di individuare eventuali<br />

partite contaminate o avariate.<br />

D-5- Che cosa vuol dire “analisi chimica e chimico-fisica”?<br />

R- Dalla una valutazione globale possiamo trarre il profilo che caratterizza le azioni<br />

salutistiche o medicamentose di ciascuna acqua.<br />

Si raccomanda di controllare in modo particolare il pH - parametro che esprime<br />

rispettivamente l'alcalinità (>7) e l'acidità (


un’acqua ricca di solfati o di magnesio, a soggetti ipertesi sono raccomandate acque a<br />

bassissimo contenuto di sodio, ecc.<br />

In calce a questi dati risulta la data ed il laboratorio presso il quale sono state effettuate<br />

le analisi.<br />

D-6- Perché si parla di “Classe di appartenenza”?<br />

R- Dipende dai valori di residuo fisso<br />

La classe di appartenenza di un’acqua minerale, come sancito nel D.L. 25/1/1992 n°<br />

105, dipende dal suo contenuto in sali (residuo fisso a 180° C) e viene riportato in etichetta<br />

secondo la seguente classificazione:<br />

<strong>Acque</strong> minimamente mineralizzate<br />

<strong>Acque</strong> oligominerali<br />

<strong>Acque</strong> medio minerali<br />

<strong>Acque</strong> ricche di sali minerali<br />

residuo fisso ≤ 50 mg/l<br />

residuo fisso > 50 ≤ 500 mg/l<br />

residuo fisso > 500 ≤ 1500mg/l<br />

residuo fisso > 1500 mg/l<br />

Questa nuova classificazione, si sostituisce a quella di Marrotta e Sica (minimamente<br />

mineralizzata = residuo fisso < 200 mg/l.; oligominerale = residuo fisso > 200 < 1000 mg/l.;<br />

ricca di sali minerali = residuo fisso > 1000 mg/l.- del 1929), ma rispetto alla precedente<br />

risulta incompleta: non contempla infatti le acque con residuo fisso compreso tra i 500 e 1500<br />

ml./l.<br />

D-7- A cosa serve sapere “l’Analisi batteriologica o microbiologica”?<br />

R- La legge prevede l’assenza assoluta di coliformi, streptococchi fecali,<br />

stafilococchi aurei, clostridi solfito/riduttori, pseudomonas aeruginosa, ma consente la<br />

presenza di una certa quota microbica saprofita.<br />

Sempre in base D.L. n° 105 non è più obbligatorio riportare in etichetta l’analisi<br />

batteriologica dettagliata, e come previsto dal D.M. 01/02/1983 è consentito riportare la<br />

dicitura “microbiologicamente pura”; acqua microbiologicamente pura non vuol dire assenza<br />

assoluta di batteri, ma eventuale presenza di un certo numero e di certe specie di<br />

microrganismi: la legge impone tuttavia l’assenza completa di coliformi, streptococchi fecali,<br />

stafilococchi aurei, clostridi solfito/riduttori, pseudomonas aeruginosa; rispetto alle acque<br />

degli acquedotti, le acque minerali non possono essere sottoposte a trattamenti di depurazione,<br />

ma d’altro canto hanno meno possibilità di subire inquinamenti in quanto le sorgenti<br />

solitamente sgorgano in zone geologicamente ideali.<br />

L’aggiunta di anidride carbonica, presente nelle acque minerali naturali o addizionate<br />

successivamente, svolge una certa azione batteriostatica; gli accertamenti previsti dalla legge<br />

devono essere effettuati alla fonte almeno 4 volte in un anno, nel corso <strong>delle</strong> diverse stagioni,<br />

e i dati devono essere aggiornati periodicamente in etichetta, unitamente alle analisi chimiche,<br />

almeno ogni 5 anni.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


La legge prevede inoltre verifiche minuziose degli impianti <strong>delle</strong> tubature:<br />

quotidianamente, presso laboratori <strong>delle</strong> ditte produttrici, l’acqua viene sottoposta a controlli<br />

batteriologici che garantiscono la sua purezza.<br />

D-8- Che cosa s’intende per “Qualità salienti”?<br />

R- Spesso non esiste una correlazione precisa fra composizione in Sali minerali e<br />

dichiarazioni salutistiche<br />

Le proprietà terapeutiche o favorenti la salute, sono riportate in etichetta “qualità<br />

salienti” e dipendono dalla presenza e dalla concentrazione di diversi oligoelementi.<br />

Queste definizioni vengono concesse dal Ministero della Sanità sulla base <strong>delle</strong><br />

sperimentazioni biologiche e cliniche e quando riportate devono essere citati in etichetta come<br />

rilasciate tuttavia non esiste una correlazione fra composizione in sali minerali e dichiarazioni<br />

salutistiche.<br />

E’ discrezione dell’azienda riportare o meno le qualità salienti in etichetta. Alcune<br />

dizioni di queste proprietà sono:<br />

• può avere effetti diuretici;<br />

• può avere effetti lassativi;<br />

• indicata per l’alimentazione dei neonati;<br />

• indicata per la preparazione degli alimenti dei neonati;<br />

• stimola la digestione o menzioni analoghe;<br />

• può favorire le funzioni epato-biliari o menzioni analoghe;<br />

• altre menzioni concernenti le proprietà favorevoli alla salute dell’acqua minerale<br />

naturale (es. indicata per i regimi dietetici poveri di sodio), sempre che queste menzioni non<br />

attribuiscano all’acqua proprietà di prevenzione, cura e guarigione di una patologia.<br />

Le indicazioni sopra riportate dovrebbero essere seguite dall’eventuali indicazioni per<br />

l’uso e dalle possibili controindicazioni (es. le prime sono riportate dall’acqua Regilla di<br />

Rocca Priora (RM) e dalle acque termali di Montecatini, Chianciano e Rabbi, le seconde sono<br />

ignorate da tutti).<br />

D-9- Che cosa sta ad indicare il “Codice a barre”?<br />

R- Fornisce indicazioni leggibili per rilevatori elettronici riferibili al produttore e<br />

all’articolo venduto presso la distribuzione.<br />

Il Codice a barre, European Artiche Numbering (EAN) o Codice a strisce è composto<br />

da una serie di barre longitudinali scure su un fondo chiaro; questo codice ha una indicazione<br />

numerica dei beni di largo consumo a livello europeo: esso fornisce assieme al numero che<br />

corrisponde allo stato di identificazione del produttore e dell’articolo venduto.<br />

Il tipo maggiormente utilizzato è quello a 13 numeri, mentre la forma abbreviata a 8<br />

cifre viene utilizzata nel caso di spazi ridotti.<br />

Questa catalogazione viene impiegata prevalentemente dalla grande distribuzione<br />

EAN a 13 cifre: i primi 2 numeri vengono chiamati “sigla dello stato” (es. = Italia) ed i 5<br />

numeri che seguono vengono assegnati dall’Associazione Italiana del Codice degli Articoli<br />

(INDICOD) al produttore possessore del marchio e indicano il numero dell’azienda italiana.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


I successivi 5 numeri vengono gestiti dal produttore e rappresentano i codici degli<br />

articoli fino ad un massimo di 99.999.<br />

L’ultimo numero stabilisce la cifra di controllo.<br />

D-10- Contenuto?<br />

R- In Italia le acque sono commercializzate in contenitori che vanno da 140 cc. a 2<br />

litri.<br />

Obbligatoriamente riportato in etichetta la quantità d’acqua contenuta può essere<br />

espressa in litri (l.), decilitri (dl.), centilitri (cl.), centimetri cubici (cc.) o millilitri (ml.).<br />

D-11 Che cos’è il Pittogramma?<br />

R- Pittogramma oppure “dicitura ambientale” è una frase o un disegno che invita a<br />

non disperdere il contenitore nell’ambiente dopo l’uso.<br />

A partire dal 1° dicembre 1989 sui contenitori immessi sul mercato italiano o sulle<br />

loro etichette deve figurare chiaramente visibile mediante messaggio scritto e/o pittogramma<br />

l’invito a non disperderli nell’ambiente dopo l’uso.<br />

Anche sui vuoti a rendere deve figurare il pittogramma e visibile l’indicazione scritta<br />

che ricorda “trattasi di un contenitore nuovamente riempibile”.<br />

Sempre a partire dal 1° dicembre 1989 al fine di identificare i materiali diversi dal<br />

vetro, i contenitori per liquidi destinati al mercato interno devono essere contrassegnati da un<br />

esagono regolare o da un cerchio all’interno del quale è contenuta l’abbreviazione del<br />

materiale utilizzato per la loro fabbricazione.<br />

Alcuni produttori si sono preoccupati, anche se non richiesto dalla legge, di<br />

evidenziare il contenitore di vetro inventando un marchio da riprodurre sull’etichetta: un<br />

esagono regolare con al centro le lettere maiuscole VE<br />

D-12 Conservazione del prodotto?<br />

R Ci sono <strong>delle</strong> indicazioni ben precise che consentono all’acqua minerale naturale<br />

di mantenere le sue caratteristiche originarie (es. riparo dal calare, dal sole, ecc.).<br />

D- Ci sono <strong>delle</strong> normative per l’autorizzazione alla vendita?<br />

R- acqua minerale è solo quella autorizzata dal Ministero della sanità che le<br />

riconosce caratteristiche e proprietà particolari.<br />

Di solito in questo spazio veniva riprodotto il primo decreto ministeriale e l’ultimo<br />

decreto regionale per l’autorizzazione alla vendita dell’acqua minerale, oltre al nome del<br />

titolare dell’autorizzazione.<br />

Ora (inizio 1995) in attesa che il Ministero della Sanità attribuisca per competenza le<br />

relative autorizzazioni alla vendita secondo quanto sancito dal D.P.R. 105 del 25/1/1992 si<br />

verificano tutte le situazioni possibili cioè vengono riportate in etichetta solo decreti regionali,<br />

solo ministeriali oppure entrambi.<br />

D- A volte si trova la scritta: “Prova d’acquisto” – che cosa vuol dire<br />

R- Dati facoltativi di recente introduzione<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Da qualche tempo viene riportato su alcune etichette di acqua minerale alla stessa<br />

stregua dei generi alimentari o dei detersivi un quadratino od un rettangolo con la scritta<br />

“prova d’acquisto o tagliando di controllo”<br />

Le ditte che lo utilizzano sono di solito quelle che impiegano la forma pubblicitaria<br />

televisiva e la grande distribuzione per la vendita nei supermercati.<br />

Come asserisce la scritta è la conferma che il prodotto è stato acquistato e non regalato<br />

e serve sia come tagliando di convalida per i numerosissimi concorsi, sia per sancire la qualità<br />

della produzione.<br />

Un’altra innovazione, riportata in etichetta, è il “servizio consumatori”; secondo la<br />

moda francese anche in Italia alcune società di acqua minerale hanno istituito questo servizio<br />

per fornire al consumatore informazioni relative all’acqua, utilizzando un “numero telefonico<br />

verde”<br />

D- Possono essere indicate proprietà terapeutiche sulle etichette?<br />

R- (D. Lgs 25/1/1992, n. 105, art. 11, comma 4).<br />

Sulle etichette o sui recipienti <strong>delle</strong> acque minerali naturali possono essere riportate<br />

una o più <strong>delle</strong> seguenti indicazioni, se menzionate nel decreto di riconoscimento dell’acqua<br />

minerale:<br />

può avere " effetti diuretici";<br />

"può avere effetti lassativi";<br />

"indicata per l’alimentazione dei neonati";<br />

"indicata per la preparazione degli alimenti dei neonati";<br />

"stimola la digestione" o menzioni analoghe;<br />

"può favorire le funzioni epatobiliari" o menzioni analoghe;<br />

altre menzioni concernenti le proprietà favorevoli alla salute, semprechè dette<br />

menzioni non attribuiscano all’acqua minerale naturale proprietà per la prevenzione, la<br />

cura e la guarigione di una malattia umana;<br />

le eventuali indicazioni per l’uso;<br />

le eventuali controindicazioni<br />

D- Con quale periodicità vengono aggiornate le analisi riguardanti la composizione<br />

analitica con i componenti caratteristici dell'acqua minerale?<br />

(d. lgs 25/1/1992, n. 105, art. 11, comma 6)<br />

R- E’ fatto obbligo al titolare dell’autorizzazione all’utilizzazione di una sorgente di<br />

acqua minerale di procedere all’aggiornamento <strong>delle</strong> analisi previste per l’indicazione<br />

della composizione analitica con i componenti caratteristici almeno ogni cinque anni<br />

dandone preventiva comunicazione ai competenti organi regionali.<br />

Note<br />

A partire dal 1 gennaio 2006, le acque minerali naturali devono, al momento del<br />

confezionamento, essere conformi ai limiti di concentrazione massimi stabiliti dalla direttiva<br />

comunitaria, dove sono elencate 16 componenti naturalmente presenti nelle acque minerali<br />

naturali e i rispettivi limiti massimi il cui superamento può presentare un rischio per la salute;<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


tra queste componenti si citano, ad esempio, il bario, l'arsenico, il cianuro, il boro ecc. Solo<br />

per 2 di queste sostanze, il nickel ed i fluoruri, il termine di adeguamento ai limiti prefissati<br />

dalla direttiva si sposta al 1 gennaio 2008.<br />

Consigli<br />

Il primo dato da leggere è il residuo fisso, cioè la quantità di sali minerali disciolti in<br />

un litro d'acqua, che dà l'idea della "pesantezza" dell'acqua stessa: si passa da quelle<br />

minimamente mineralizzate a quelle ricche di sali minerali: noi consigliamo di scegliere<br />

quelle che presentano un residuo fisso tra 400 e 600 milligrammi al litro (mg/l).<br />

D- Criticità di una etichetta: che cosa manca secondo il consumatore?<br />

R- Da un attento esame dell’etichetta si nota, che pur facendo parte dei criteri di<br />

valutazione <strong>delle</strong> caratteristiche di un’acqua minerale la radioattinologia della sorgente<br />

non viene riportata e, così dicasi per gli esami farmacologici e clinici.<br />

Rete commercializzazione Priorità in base al rischio Informazione ai cittadini<br />

Questo è il pensiero dell’80% degli intervistati e le aree su potrebbe articolarsi<br />

l’intervento dell’industria sono:<br />

La sottolineatura della preziosità dell’acqua,<br />

La difesa contro l’inquinamento,<br />

L’appello contro gli sprechi,<br />

La scelta di confezioni eco compatibili<br />

Conclusioni<br />

Il nostro Paese è tra i maggiori consumatori di acque minerali del mondo; in questa<br />

situazione la scelta di un’acqua minerale e soprattutto la conoscenza <strong>delle</strong> qualità mediche,<br />

salutistiche e alimentari e <strong>delle</strong> caratteristiche <strong>delle</strong> diverse acque minerali in commercio<br />

viene spesso sottovalutata dal consumatore.<br />

Finiscono con il prevalere considerazioni e criteri quali il prezzo o la disponibilità<br />

commerciale.<br />

Il consumatore di tali prodotti corre dunque il rischio di essere affidato a scelte spesso<br />

non corrette abbinate ad una scarsa conoscenza <strong>delle</strong> qualità fondamentali <strong>delle</strong> acque<br />

minerali.<br />

Non sorprende dunque che il grande pubblico non riesca a discriminare tra le<br />

caratteristiche dei vari prodotti, non ne comprenda le etichette, la scadenza, il contenuto in<br />

sali, le caratteristiche dei contenitori (vetro o Pet) e <strong>delle</strong> confezioni.<br />

- Ministero <strong>delle</strong> Attività Produttive<br />

- "Linee Guida per una Sana Alimentazione"<br />

Bibliografia<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


- MINERACQUA - Federazione Italiana <strong>delle</strong> Industrie <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> Naturali<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

11<br />

12<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

Parte 3<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


<strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong>: Indicazioni e Controindicazioni<br />

<strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici<br />

L’ACQUA IN ETÀ PEDIATRICA ED ADOLESCENZIALE<br />

Sergio Amarri, Anna Lasagni*, Roberto Verri°<br />

UO Pediatria, ASMN Reggio Emilia<br />

Scuola di Specializzazione in Pediatria,<br />

Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia* e Università degli Studi di Parma°<br />

L’acqua è la base di ogni forma di vita.<br />

Il primo contatto che il bambino ha con l’acqua, intesa come componente della dieta,<br />

avviene indirettamente tramite il latte materno. L’O.M.S. consiglia l’allattamento al seno,<br />

quando possibile, fino ai 6 mesi di vita (1). Il lattante è in grado di autoregolarsi: condiziona<br />

l’assunzione di latte materno al proprio fabbisogno di acqua. Dal momento che il bambino<br />

riceve dal latte della mamma acqua in quantità sufficienti per le proprie necessità, durante<br />

l’allattamento al seno esclusivo non è necessaria la somministrazione di acqua in aggiunta al<br />

latte, ma è possibile eventualmente consigliare l’assunzione abbondante di acqua alla madre:<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


quando fa caldo infatti è la madre ad aver bisogno di una maggior quantità di acqua, non il<br />

bambino allattato al seno.<br />

Nonostante queste raccomandazioni dell’O.M.S., l’allattamento al seno esclusivo, in<br />

una casistica riportata su Acta Pediatrica del 2006 (2) riguardante neonati del nord-est italiano,<br />

sembra interessare solo circa il 40% dei neonati fino al 3° mese, per poi scendere rapidamente<br />

intorno al 20% verso il 5° mese di vita. Tale casistica è quasi sovrapponibile ai dati della<br />

nostra realtà in Emilia Romagna nel 2005. I dati (3) mostrano un incremento dell’allattamento<br />

al seno esclusivo, negli ultimi anni in Emilia Romagna, risultando ora preferito dalle donne<br />

rispetto all’allattamento misto. Questo probabilmente grazie anche alle numerose campagne<br />

che sono state promosse per incrementare e sostenere l’allattamento al seno.<br />

Il latte materno è costituito prevalentemente da acqua (87,5-88%) ed in misura molto<br />

minore da glucidi (7%), lipidi (4%) e proteine (1,1%); vi sono inoltre disciolti sali minerali e<br />

vitamine in percentuali minime.<br />

Nel caso non sia possibile un allattamento materno esclusivo è necessario procedere<br />

con l’allattamento artificiale con i latti formulati, i quali presentano una composizione di base<br />

che per legge (4) deve rispecchiare le raccomandazioni fornite dall’ESPGHAN (5), che<br />

garantiscono le corrette quantità di nutrienti rispetto ai fabbisogni del bambino.<br />

Nei lattanti, per la ricostituzione del latte in polvere o per l’integrazione di acqua,<br />

vengono consigliate le acque minimamente mineralizzate od oligominerali (6), per il loro basso<br />

residuo fisso (meglio < 150 mg/l) e la capacità tampone. Tali acque migliorano la dispersione<br />

dei lipidi contenuti nel latte tramite un’azione solvente, agevolano l’impegno secretivo dello<br />

stomaco per raggiungere il pH più favorevole ai fini digestivi e permettono di mantenere un<br />

basso carico renale di soluti, evitando un sovraccarico di lavoro per i reni. La capacità del<br />

rene di eliminare soluti dipende essenzialmente dal grado di maturità funzionale del rene<br />

stesso: il lattante presenta una funzionalità renale ridotta e pertanto una ridotta capacità di<br />

concentrazione <strong>delle</strong> urine, non essendo quindi in grado di filtrare i minerali in eccesso.<br />

Composizione corporea in acqua e fabbisogni idrici<br />

L’organismo umano è costituito per oltre il 60% di acqua. Tale percentuale subisce<br />

<strong>delle</strong> variazioni nell’arco della vita a seconda <strong>delle</strong> età. Il contenuto di acqua è maggiore <strong>nella</strong><br />

vita fetale, infatti l’acqua rappresenta circa l’88% del peso corporeo alla 24° settimana di<br />

gestazione, rispetto ad un 75% circa nel neonato a termine. Dopo la nascita, la percentuale<br />

scende rapidamente fino al 60% ai 4 mesi di vita. Dall’anno d’età fino all’adolescenza, il<br />

range oscilla tra il 60% e il 65% del peso corporeo e nell’età anziana c’è un ulteriore calo fino<br />

a circa il 54% (7).<br />

L’efficienza del nostro organismo è garantita dall’introduzione giornaliera di una serie<br />

di elementi quali carboidrati, proteine, lipidi e vari microelementi, che però non potrebbero<br />

essere utilizzati nel modo corretto se non venisse fornita all’organismo anche un’adeguata<br />

quantità di acqua. L’acqua è parte integrante della dieta, non solo come elemento<br />

fondamentale per il buon funzionamento dell’organismo, ma anche perchè contribuisce a<br />

coprire il fabbisogno di alcuni sali minerali in essa disciolti. Soddisfare il fabbisogno idrico<br />

quotidiano è una necessità irrinunciabile.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Nel neonato e nel bambino piccolo l’organismo racchiude, senza differenza di sesso,<br />

una grande percentuale di acqua rispetto al peso corporeo e si sviluppa rapidissimamente.<br />

Risulta evidente che neonati e bambini piccoli necessitino di un apporto di acqua abbondante<br />

ed adeguato alla spesa energetica dei vari processi di crescita.<br />

Tale apporto di acqua viene espresso dai fabbisogni idrici:<br />

Peso<br />

bambino<br />

Fabbisogno idrico<br />

< 10 kg 100 ml/kg/die<br />

10/20 kg 1000 ml + 50 ml pro kg >10 kg<br />

> 20 kg 1500 ml + 20 ml pro kg >20 kg<br />

Nel calcolo del fabbisogno idrico del singolo bambino vanno considerate la<br />

temperatura, l’umidità dell’ambiente e l’attività del bambino, nonché eventuali condizioni<br />

patologiche quali febbre, diarrea o altro.<br />

Acqua e bevande: apporto idrico o calorico?<br />

L’acqua nell’alimentazione dell’uomo è un alimento che, pur non fornendo calorie,<br />

deve essere consumato in grandi quantità e quindi si pone alla base della piramide alimentare.<br />

Da un punto di vista fisiologico, la funzione di una bevanda è quella di apportare<br />

liquidi, ovvero garantire l’idratazione dell’organismo. Sebbene il solo liquido indispensabile<br />

all’organismo sia l’acqua, diversi motivi spingono al consumo di altre bevande che, a causa<br />

della loro composizione, sono da considerare dei veri e propri alimenti.<br />

Il consumo <strong>delle</strong> diverse bevande varia molto nei primi anni di vita: l’utilizzo di latte,<br />

molto elevato nel primo anno, decresce abbastanza rapidamente fino a stabilizzarsi attorno al<br />

9°-10° anno. Al contrario, il consumo di acqua, scarso nei primi sei mesi di vita, aumenta in<br />

seguito, anche se i bambini tendono sempre di più a preferire bevande come i succhi di frutta<br />

che vengono assunti fin dai primi mesi. Anche il consumo <strong>delle</strong> bibite analcoliche, che inizia<br />

già attorno al 4°-5° anno di vita, aumenta progressivamente col crescere dell'età.<br />

Il ventaglio di bevande si è ampliato molto negli ultimi decenni. Ecco alcuni gruppi<br />

con le loro caratteristiche:<br />

• Succhi e nettari di frutta.<br />

Tra i prodotti dell'industria, i succhi si differenziano per alcune caratteristiche positive,<br />

in quanto contengono una parte dei fattori vitaminici (soprattutto vit. C) e dei sali minerali<br />

(potassio, calcio e fosforo) presenti <strong>nella</strong> frutta d'origine.<br />

È opportuno però distinguere tra due tipologie fondamentali di prodotto:<br />

- I succhi sono composti al 100% dal prodotto dell’estrazione meccanica di uno o più frutti<br />

miscelati; fatta eccezione per le fibre, essi conservano quindi tutti gli elementi nutritivi della<br />

frutta: vitamine, sali minerali, oligoelementi e fruttosio. Il loro contenuto di glucidi è elevato:<br />

oscilla tra il 5% e il 20% del peso della bevanda.<br />

- I nettari di frutta contengono solamente il 25-50% di succo di frutta fresca o di polpa di<br />

frutta, con l’aggiunta di saccarosio e di altri zuccheri. Il loro valore nutritivo è ridotto.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


I succhi di frutta e di verdura sono alimenti e forniscono calorie, perciò possono<br />

contribuire all’equilibrio alimentare allo stesso modo degli alimenti da cui derivano.<br />

Sebbene i succhi di frutta siano bevande ad alto valore nutritivo, a causa del loro<br />

elevato contenuto di zucchero non possono essere utilizzati come “bevanda di base”. Se<br />

consumati in grandi quantità, infatti, l’apporto di zucchero risulterebbe eccessivo. Dei due-tre<br />

frutti al giorno che vengono consigliati per una corretta alimentazione, uno può essere<br />

sostituito da 1,5 dl di succo di frutta.<br />

I succhi di frutta naturali e le spremute di agrumi e di frutta sono a volte utilizzati per<br />

dare la frutta anche ai bambini che non la mangiano volentieri. Va tuttavia ricordato che essi<br />

non sono per nulla sostitutivi della frutta fresca, per varie ragioni: la diversa rapidità di<br />

assorbimento dei nutrienti (superiore nei succhi, più ricchi di zuccheri semplici), l'effetto sulla<br />

sazietà (minore a parità di calorie) e la diversa composizione, in particolare riguardo alla<br />

quantità di fibra (assai minore in succhi e spremute).<br />

Purtroppo, la comodità di assunzione e la palatabilità dei succhi li rende preferiti alla<br />

frutta da parte dei bambini (ma anche di molti adulti).<br />

• Bibite analcoliche.<br />

Per legge (8), sono "bibite analcoliche" le bevande, gassate o non gassate, confezionate<br />

in bottiglie o altri recipienti a chiusura ermetica, preparate con acqua potabile o acqua<br />

minerale naturale, contenenti una o più di queste sostanze:<br />

- succo di frutta;<br />

- infusi, estratti di frutta o di parti di piante commestibili o aromatizzanti;<br />

- essenze naturali;<br />

- saccarosio (zucchero comune);<br />

- acido citrico e acido tartarico.<br />

In realtà, a prescindere dal fatto che si parli di aranciate, limonate, cole o gassose, il<br />

giudizio nutrizionale che si può esprimere su questi prodotti rimane sostanzialmente negativo.<br />

In genere le bibite analcoliche contengono molto zucchero, che oltre ad incidere<br />

negativamente sull'apporto calorico della dieta, favorisce lo sviluppo della carie; contengono<br />

inoltre diversi additivi quali coloranti, conservanti, aromi ed acidificanti. L’elevato contenuto<br />

di sostanze acide (acido citrico, acido ortofosforico) di alcune bibite può irritare lo stomaco,<br />

soprattutto quando consumate lontano dai pasti; mentre la comune abitudine di assumerle<br />

fredde, può provocare ulteriori disturbi per l'apparato digerente.<br />

La principale caratteristica che accomuna queste bevande è il contenuto di zucchero.<br />

Esse contengono da 100 a 120 g di zucchero per litro, ossia l’equivalente di 25-30 zollette di<br />

zucchero. Queste bevande aromatizzate contengono pochissime vitamine e sali minerali; dal<br />

punto di vista nutritivo, dunque, non sono rilevanti. Un consumo eccessivo di bevande<br />

zuccherate può squilibrare l’alimentazione ed è necessario pertanto berne con moderazione.<br />

• Latte e bevande lattee.<br />

Il latte, gli yogurt da bere, il latticello e il siero di latte sono considerati alimenti.<br />

Queste bevande sono ricche di proteine, sali minerali (calcio, fosforo) e vitamine A, D e B.<br />

A causa del loro contenuto energetico queste non possono essere considerate bevande di base<br />

ed è per questo che è sconsigliata la loro assunzione per soddisfare la sete negli intervalli dei<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


pasti. E’ consigliato il consumo ogni giorno da due a tre porzioni di latte e/o latticini (una<br />

porzione di latticino da bere corrisponde all’incirca a 2 dl di latte).<br />

• Bevande alcoliche, the e caffè.<br />

I bambini e gli adolescenti non dovrebbero assumere bevande alcoliche (vino, birra,<br />

liquori) perché hanno una ridotta capacità di metabolizzare l'alcol, i cui effetti negativi sul<br />

processo di sviluppo sono ben noti. Anche il caffé e il the andrebbero evitati in quanto<br />

contengono la caffeina che è una sostanza eccitante. Nel caso in cui si voglia aggiungere caffè<br />

al latte della prima colazione dei bambini sarebbe maggiormente indicato il caffè d'orzo, come<br />

sono più indicati infusi o decotti a base di tiglio, melissa, rosa canina, semi di finocchio o<br />

anice in sostituzione del the.<br />

Concludendo, l’acqua deve rimanere la bevanda essenziale nel corso della giornata,<br />

come accompagnamento ai pasti o in caso di sete. Il bambino può berne senza restrizioni<br />

quanta ne vuole, salvo evitare che sia troppo fredda quando la temperatura ambientale è<br />

elevata. Nel periodo estivo è necessario ricordare di non dare acqua o bevande troppo fredde<br />

ai bambini, che tendono a chiederle continuamente per la sensazione di immediato refrigerio<br />

che ne ricavano.<br />

L’acqua è spesso considerata dai bambini «senza gusto» e poco invitante; questa<br />

immagine negativa deve essere corretta, poiché l’acqua è la sola bevanda essenziale e<br />

raccomandabile per coprire il fabbisogno idrico.<br />

Acqua e calcio (9)<br />

Il calcio è un elemento essenziale per vegetali ed animali ed è presente nell’organismo<br />

umano in una percentuale del 2,5%: di questo, circa il 99% è racchiuso nel tessuto osseo e nei<br />

denti, sotto forma di sali complessi (fosfato e carbonato di calcio). Questo calcio costituisce la<br />

riserva che, sotto stretto controllo ormonale (paratormone e calcitonina), viene prontamente<br />

mobilizzata per mantenere costanti i valori di calcemia (9-10 mg/dl). Il restante 1% del calcio<br />

corporeo si trova nel sangue, in altri liquidi biologici e nei tessuti molli dove svolge numerose<br />

funzioni sia nell’equilibrio idro-salino che in diversi meccanismi endocellulari. Il calcio<br />

inoltre agevola la coagulazione, è indispensabile per la contrazione muscolare e per la<br />

conduzione dell’impulso nervoso.<br />

I cibi più ricchi di calcio sono il latte, i formaggi, il tuorlo d’uovo e le verdure, ma<br />

anche certe acque ne sono ricche e ne possono essere una buona fonte di approvvigionamento.<br />

L’assorbimento alimentare del calcio avviene nell’intestino attraverso due processi: il<br />

trasporto attivo nel duodeno/digiuno e la semplice diffusione passiva nell’ileo. Sotto l’aspetto<br />

nutrizionale, per il metabolismo del calcio e soprattutto per la sua biodisponibilità giocano un<br />

ruolo positivo il lattosio (zucchero del latte), alcuni aminoacidi (quali lisina e arginina) e<br />

l’apporto proteico totale. Al contrario i fitati, gli ossalati e gli acidi uronici, sostanze<br />

tipicamente presenti nei vegetali, chelano il calcio e ne limitano l’assorbimento. Queste<br />

interferenze sull’assorbimento del calcio spiegano come il calcio del latte venga assorbito in<br />

importanti percentuali, data la presenza del lattosio e come invece una dieta vegetariana può<br />

portare ad un bilancio negativo di calcio nonostante un suo adeguato intake totale.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Le richieste di calcio sono elevate nel soggetto in crescita, soprattutto in quelle fasi di<br />

sviluppo in cui è massimo l’accrescimento plastico: il primo anno di vita, la pubertà e<br />

l’adolescenza.<br />

Mentre nel primo anno di vita l’apporto di calcio viene garantito dall’elevata<br />

assunzione di latte, durante la pubertà e l’adolescenza (quando come abbiamo visto cambiano<br />

le abitudini alimentari dei bambini, che riducono l’assunzione di latte) il raggiungimento di un<br />

adeguato intake di calcio può divenire difficoltoso.<br />

Questa carenza nutrizionale risulta ancor più rilevante in quanto coinvolge la fascia di<br />

età <strong>nella</strong> quale viene raggiunto il picco di massa ossea: durante l’adolescenza infatti si<br />

deposita circa il 45% di calcio corporeo totale dell’adulto.<br />

Età<br />

(anni)<br />

Calcio<br />

(mg)<br />

Fosforo<br />

(mg)<br />

Potassio<br />

(mg)<br />

Lattanti 0,5-1 600 600 800<br />

1-3 800 800 800<br />

Bambini 4-6 800 800 1100<br />

7-10 1000 1000 2000<br />

maschi<br />

11-14<br />

15-17<br />

1200<br />

1200<br />

1200<br />

1200<br />

3100<br />

3100<br />

femmine<br />

11-14<br />

15-17<br />

1200<br />

1200<br />

1200<br />

1200<br />

3100<br />

3100<br />

LARN – Livelli di Assunzione Raccomandati di energia e Nutrienti per la popolazione<br />

Italiana; SINU- Società di Nutrizione Umana; Revisione 1996 EDRA Milano, 1998<br />

.<br />

E’ necessario inoltre sottolineare il problema, sempre più rilevante, che riguarda le<br />

intolleranze alimentari alle proteine del latte vaccino e perciò nei confronti del latte e dei suoi<br />

derivati (yogurt, latticini in genere). I bambini affetti da tali condizioni posso andare incontro,<br />

molto facilmente, ad inadeguati apporti di calcio che possono sfociare in patologie carenziali.<br />

Queste considerazioni suggeriscono la necessità di trovare fonti alternative di calcio,<br />

facilmente reperibili. É dimostrato come le acque bicarbonato-calciche (a residuo fisso medioalto)<br />

siano in grado di rispondere a questa necessità, dal momento che presentano una buona<br />

biodisponibilità di calcio, sovrapponibile quasi a quella del latte vaccino. Molti studi negli<br />

anni hanno dimostrato come l’assorbimento del calcio con le acque minerali possa<br />

raggiungere il 40% della dose ingerita.<br />

L’acqua minerale rappresenta pertanto un’ottima fonte alternativa e/o complementare<br />

per arrivare a garantire un adeguato apporto di calcio sia nelle condizioni fisiologiche che<br />

negli stati patologici.<br />

Acqua e Stipsi<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


La stipsi, definita come riduzione della frequenza di scariche alvine o difficoltosa<br />

evacuazione di feci dure, è un evento molto frequente: si stima che il 3% di tutti i bambini<br />

visitati da un pediatra e il 25% <strong>delle</strong> consulenze gastroenterologiche riportino questo<br />

problema.<br />

La terapia della stipsi funzionale comprende una serie di approcci che partono in acuto<br />

dall’eventuale rimozione dell’ingombro fecale per poi intraprendere una terapia di<br />

mantenimento che si basa prima di tutto sulla dieta, sulle modificazioni comportamentali,<br />

sull’attività fisica ed eventualmente sull’utilizzo di farmaci.<br />

La dieta dovrebbe quindi comprendere una sufficiente quantità di acqua e fibre, che<br />

aumentano il volume ed il peso <strong>delle</strong> feci, permettendone la progressione ed una migliore<br />

evacuazione. Va quindi incoraggiata un’assunzione elevata di acqua, abituando il bambino a<br />

berne piccole quantità nell’arco della giornata, anche lontano dai pasti. L’eccessiva<br />

disidratazione <strong>delle</strong> feci è infatti una <strong>delle</strong> principali cause di stipsi ostinata. I lassativi<br />

osmotici (lattitolo e lattulosio), inoltre, funzionano attirando acqua e rammollendo le feci e<br />

possono quindi essere efficaci solo in presenza di un’adeguata quantità di acqua a livello<br />

intestinale.<br />

L’assorbimento idrico nell’intestino tenue e crasso riguarda circa 9 litri di liquidi al<br />

giorno (2 litri assunti con la dieta e 7 litri derivati dalle secrezioni endogene) ed è secondario<br />

all'assorbimento degli elettroliti (Na + , K + , HCO3 - , Cl - ) e dei nutrienti secondo un gradiente<br />

osmotico. In particolare, nel tratto intestinale del colon il riassorbimento di acqua avviene in<br />

realtà contro un gradiente osmotico, cioè l’acqua viene assorbita per effetto di un gradiente<br />

osmotico stazionario. A livello degli spazi intercellulari laterali, tramite il pompaggio attivo di<br />

Na + in tali spazi da parte della Na + / K + ATPasi e l’ingresso di Cl - dal lume per mezzo di<br />

sistemi di trasporto facilitato, si crea un liquido ipertonico che richiama per osmosi acqua, con<br />

conseguente flusso idrostatico di acqua e di ioni attraverso la membrana basale dell’epitelio<br />

(10).<br />

Alcuni studi hanno dimostrato che una supplementazione idrica potenzia l’effetto di<br />

una dieta ricca di fibre, migliorando la frequenza <strong>delle</strong> evacuazioni e riducendo l’utilizzo dei<br />

lassativi. Altri studi successivamente, hanno sottolineato come tale effetto sembri essere<br />

correlato alla composizione chimica del liquido di supplementazione (11).<br />

L’utilizzo di acque fortemente mineralizzate viene pertanto particolarmente indicato a<br />

chi soffre di stipsi, poiché grazie alla loro composizione ionica esse svolgono un’azione<br />

chimico-fisica nell’ultima fase del processo digestivo. Tra le acque con queste caratteristiche<br />

ricordiamo ad esempio le acque cloruro sodiche e le acque che hanno un buon residuo fisso di<br />

solfato, magnesio o calcio.<br />

Bibliografia<br />

1- Risoluzione dell’OMS 16 April 2002, WH A55/15: Infant and young child nutrition:<br />

Global strategy on infant and young child feeding<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


2- Cattaneo C. et al, Infant feeding and cost of health care: a cohort study. Acta Paediatrica<br />

2006,95, 540-46.<br />

3- Ricerca triennale 2005 sulla prevalenza dell’allattamento al seno <strong>nella</strong> regione Emilia<br />

Romagna. Bologna marzo 2007. Ricerca patrocinata dell’Assessorato alle Politiche per la<br />

salute della Regione Emilia-Romagna e curata dal Servizio Assistenza distrettuale,<br />

Medicina generale, pianificazione e sviluppo dei servizi sanitari in collaborazione con<br />

l’Associazione Pediatria di Comunità (A.Pe.C.)<br />

4- Decreto Ministeriale 6 aprile 1994, n. 500: Regolamento concernente l’attuazione <strong>delle</strong><br />

direttive 91/321/CEE della Commissione del 14 maggio 1991 sugli alimenti per lattanti e<br />

alimenti di proseguimento e 92/52/CEE del Consiglio del 18 giugno 1992 sugli alimenti<br />

per lattanti e alimenti di proseguimento destinati all’esportazione verso Paesi terzi.<br />

5- ESPGHAN Committee on Nutrition. Global standard for the composition of infant<br />

formula: recommendations of an ESPGHAN coordinated international expert group. J<br />

Pediatr Gastroent Nutr.2005; (41): 584-99<br />

6- Rottoli A, Valsasina R.: Evaluation of a minimally mineralized spring water in the<br />

nutritional management of newborns and infants. Pediatr Med Chir. 2003 Sep-Oct;<br />

25(5):353-9. Italian.<br />

7- Nutrition in Pediatrics, Basic Science and Clinical Applications. Walker and Watkins Eds,<br />

B.C.Decker Inc. Publischer 1997.<br />

8- Decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1958, n. 719 (GU n. 178 del 24/07/1958)<br />

Regolamento per la disciplina igienica della produzione e del commercio <strong>delle</strong> acque<br />

gassate e <strong>delle</strong> bibite analcoliche gassate e non gassate confezionate in recipienti chiusi<br />

(Pubblicato sulla gazzetta ufficiale N.178 del 24 Luglio 1958).<br />

9- Acqua e Calcio. R. Caudarelal e A. Zanasi. Litografia Tosi- Ferrara. 3° edizione marzo 2003.<br />

10- Fisiologia. Berne Levy. Casa editrice ambrosiana, 3° edizione: cap 40, digestione ed<br />

assorbimento.<br />

11- M. Anti, E. Lippi, M. Paolucci, G. Gasbarrini: Fibers and fluids in chronic idiopathic<br />

constipation. Int. J Surg. Sci. - Vol.5, N.3 - 1998<br />

L’ACQUA IN GRAVIDANZA E NELL’ALLATTAMENTO<br />

Giovanni Battista La Sala, Francesca Iannotti, Maria Teresa Villani<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


U.O. di Ostetricia e Ginecologia - Arcispedale Santa Maria Nuova - Reggio Emilia<br />

L’organismo della donna in gravidanza e allattamento è interessato da una variazione<br />

del metabolismo basale, dei parametri endocrino-metabolici e <strong>delle</strong> funzioni digestive.<br />

Fin dall’inizio della gestazione il fabbisogno fisiologico di minerali e vitamine<br />

aumenta rispetto alla norma.<br />

In gravidanza e allattamento è pertanto utile raccomandare la somministrazione di due<br />

litri d’acqua al giorno con composizione controllata, nota e batteriologicamente pura, che<br />

risulti classificata, in base al suo residuo fisso, come “acqua a media mineralizzazione” (acqua<br />

con residuo fisso inferiore a 200 mg/l).<br />

La concentrazione di nitrati rappresenta l’indice di purezza di un’acqua: bassi<br />

contenuti di nitrati connotano acque particolarmente pure. I limiti per le acque minerali<br />

secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono di 45 mg/l, 10 mg/l per quelle destinate<br />

all’infanzia, gravidanza e allattamento.<br />

Tra le acque minerali, in gravidanza e allattamento sono da preferirsi le acque definite<br />

calciche e a basso contenuto di sodio.<br />

Il calcio, infatti, è particolarmente importante per lo sviluppo scheletrico del bambino.<br />

Il basso contenuto di sodio aiuta ad evitare la ritenzione idrica e la sensazione di gonfiore e<br />

pesantezza frequenti in gravidanza e durante l’allattamento.<br />

Il nascituro soddisfa il proprio fabbisogno grazie al calcio contenuto nello scheletro<br />

materno, per cui una carenza di questo minerale diventa dannosa non tanto per lo sviluppo del<br />

bambino quanto per la madre.<br />

Nel corso della gravidanza l’apporto necessario di calcio potrebbe essere fornito<br />

mediante il consumo di prodotti lattiero-caseari, ma la frequente comparsa di<br />

ipercolesterolemia e la necessità di evitare il sovrappeso determinano l’esigenza di<br />

un’alimentazione ipocalorica e povera di grassi.<br />

In queste situazioni le acque minerali naturali ricche di calcio, in particolare le<br />

carbonato-calciche ricche di calcio altamente assimilabile, possono rappresentare una<br />

validissima alternativa.<br />

Studi recenti hanno dimostrato che la biodisponibilità del calcio <strong>delle</strong> acque minerali<br />

naturali è sovrapponibile a quella del latte.<br />

Un’altra acqua consigliabile, in alternativa alla calcica, è quella ferruginosa, con cui<br />

fronteggiare l’aumentato fabbisogno di questo elemento.<br />

Se durante la gravidanza le riserve di ferro sono basse, la richiesta supplementare di<br />

ferro, dovuta alla rapida crescita del bambino durante gli ultimi sei mesi di gestazione,<br />

potrebbe determinare uno stato di carenza potenzialmente in grado di rallentare la crescita<br />

cerebrale del bambino.<br />

L’ACQUA NELLO SPORTIVO<br />

Nino Carlo Battistini, Marco Poli<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Cattedra di Scienze Tecniche Dietetiche Applicate - Scuola di Specializzazione in Medicina<br />

dello Sport - Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia<br />

"L'acqua: fonte di vita."<br />

Sportivi o sedentari, bambini o anziani, abbiamo tutti in comune un bisogno: “quello<br />

di bere”.<br />

Questo bisogno si evolve e varia secondo l'attività. Ricordiamo che un adulto sano<br />

dovrebbe bere 1,5 - 2 litri di acqua al giorno, in base alla temperatura ambiente. Un soggetto<br />

praticante attività fisica intensa, come un’atleta, dovrebbe arrivare a 3 litri al giorno.<br />

È ormai riconosciuto che, seppur utilizzando riduttivamente una concezione<br />

meccanicistica del corpo umano, i momenti fondamentali per ottenere dalla “macchina uomo”<br />

le prestazioni migliori siano un allenamento fisico regolare, accoppiato ad una buona strategia<br />

nutrizionale ed in particolare di idratazione. Questo permette di migliorare sia la prestazione<br />

fisica sia quella mentale, evitando gli effetti nefasti della disidratazione.<br />

Difatti, è noto come la disidratazione dovuta ad eccessive perdite e ad insufficiente o<br />

errata ingestione di liquidi abbia effetti catastrofici: da una progressiva diminuizione della<br />

perforance sino ad una seria minaccia per la vita. Pertanto risulta importantissimo mantenere<br />

l’idratazione del soggetto impegnato nello sforzo atletico (gara od allenamento), risulta ancor<br />

più importante, e difficile, mantenere una stato di idratazione ottimale ossia adeguata<br />

quantitativamente, come acqua in senso stretto, e qualitativamente, come acqua e apporto di<br />

sali minerali.<br />

Il concetto di idratazione ottimale ci porta a considerare, non solo lo stato di<br />

idratazione globale dell'organismo, o acqua totale, ma anche la ripartizione di questa acqua<br />

nei differenti compartimenti corporei: acqua intracellulare (ICW) ed acqua extracellulare<br />

(ECW). Questo ultimo distretto comprende il volume plasmatico e l'acqua interstiziale.<br />

L'acqua totale rappresenta il 60% della massa corporale, l'acqua intracellulare ne<br />

rappresenta i 2/3 e l'acqua extracellulare 1/3, il volume plasmatico corrispondente circa al<br />

20% dell'acqua extracellulare e l'acqua interstiziale al 80%.<br />

Le modifiche dei distretti idrici indotte dall'esercizio fisico risultano essere<br />

sostanzialmente dovute al fatto che l'allenamento di resistenza induce un aumento dell'acqua<br />

totale corporea dovuto ad un aumento di massa muscolare - massa magra (l'idratazione della<br />

massa magra è valutata in media al 73,2%), ed un aumento del volume plasmatico.<br />

L'espansione del volume plasmatico varia secondo gli studi da 10 al 20%. L'osmolalità del<br />

plasma così come il protidemia restano costanti.<br />

Questo effetto si osserva sia nel giovane atleta sia nel seniores. Qualora si cessi<br />

l’attività fisica si assiste ad un ritorno piuttosto veloce alla situazione basale, ciò dimostra il<br />

ruolo essenziale dello stimolo "esercizio" nell’instaurarsi e nel mantenersi dell’ipervolemia<br />

quasi cronica che si riscontra negli atleti. La realizzazione di una prova prolungata è in grado,<br />

comunque, di indurre un incremento del volume plasmatico anche nei soggetti allenati che già<br />

presentano ipervolemia. Dalle 24 alle 48 ore che seguono una maratona, è stato osservato un<br />

aumento del volume plasmatico che varia da 10% al 25%. Gli stessi effetti sono stati osservati<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


durante il recupero di prove ancora più pesanti, come le gare podistiche di 24 ore ininterrotte<br />

(aumento del 24%). Il ritorno alla situazione di iniziale richiede almeno 3 giorni di recupero<br />

(riposo). Quando una serie di prove prolungate viene ripetuta con brevi intervalli di riposo<br />

durante un periodo di alcuni giorni, inoltre, (corse ciclistiche a tappe, ecc.), l'accumulo di<br />

acqua nel settore plasmatico è progressivo ed incrementale e può raggiungere il 33% al quinto<br />

giorno di una prova di ultra-endurance di 7 giorni, per arrivare sino a più del 39% al termine<br />

di una gara di triathlon di 72 ore ininterrotte. In queste condizioni è necessaria una settimana<br />

di riposo per ritornare allo stato iniziale. Si osserva una iperidratazione globale che interessa<br />

sia il distretto intracellulare (+ 8%) che quello extracellulare (+ 14%) .<br />

I meccanismi responsabili di questo fenomeno sono molteplici:<br />

• al livello extracellulare: probabilmente si realizza un aumento della massa proteica<br />

circolante che induce un aumento della pressione oncotica e secondariamente una<br />

ritenzione di acqua e di elettroliti; inoltre si assiste all’attivazione del sistema ormonale<br />

renina – angiotensina – aldosterone su stimolo del sistema catecolaminergico con<br />

conseguente riassorbimento renale di sodio, quindi acqua. L’aumento del sodio a livello<br />

interstiziale potrebbe essere la causa anche dell’aumento di quest’ultimo a scapito del<br />

distretto intracellulare;<br />

• a livello intracellulare: i meccanismi restano ancora a precisare.<br />

Queste caratteristiche rendono ragione del fatto che l’atleta risulti essere<br />

maggiormente esposto al rischio di disidratazione, anche in virtù del fatto che la contrazione<br />

muscolare genera calore che va dissipato velocemente utilizzando i vari meccanismi<br />

termoregolatori dell’organismo. Il meccanismo più importante è la sudorazione, sistema che<br />

va velocemente ad impoverire il distretto extracellulare che come abbiamo visto risulta essere<br />

espanso nell’atleta, ma a discapito del distretto intracellulare.<br />

La sudorazione, provoca anche deplezione di sali minerali, in particolare Na e K.<br />

Dobbiamo, infatti, concentrarci sul concetto di idratazione "ottimale" , ossia mantenere<br />

un adeguato volume di liquidi, ma anche una adeguata concentrazione di ioni. La<br />

disidratazione espone a calo della performance, ma una eccessiva iperidratzione , in particolar<br />

modo ipotonica, espone al rischio dell’iponatremia, sia relaitiva che globale) con altrettanto<br />

alti rischi per la salute (encefalopatia iponatriemica). Quindi un’idratazione adeguata, che<br />

potremmo definire prudentemente lieve iperidratazione:<br />

• provoca l'aumento del volume plasmatico si accompagna al miglioramento <strong>delle</strong> funzioni<br />

cardiovascolari sia a riposo sia durante l'esercizio, ma anche al miglioramento della<br />

funzione termoregolatrice, migliore perfusione dei ghiandole sudoripare con migliore<br />

dissipazione termica;<br />

• migliora la per fusione e le risposte metaboliche a livello muscolare.<br />

Per realizzare questa situazione di (iper)idratazione "ottimizzata" è consigliabile:<br />

• bere sufficientemente per permettere questo stato di iperidratazione fisiologica e<br />

compensare le perdite. Le perdite idriche andrebbero quantificate nel miglio modo<br />

possibile, gia pesare lìatleta prima e dopo la competizione o l’allenamento può risultare<br />

sufficiente, anche se sono disponibili metodiche più raffinate (e costose) come la<br />

misurazione dell’impedenza bioelettrica, che dovrebbe essere fatta con metodica total<br />

body e segmentale. Comunque vale come regola generale bere prima, durante e dopo gli<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


sforzi, soprattutto se prolungati, (per sforzo prolungato si intende un impegno che duri più<br />

di un’ora): per esempio, ingerire 400 a 500 ml, due ore prima; bere regolarmente ogni 15 -<br />

20 minuti ca. da 150 a 250 ml, seguendo le condizioni di ambiente. Vale la<br />

raccomandazione di utilizzare principalmente acqua, in modo particolare risultano essere<br />

indicate le acque minerali con un contenuto salino medio, quantificabile in circa 600 mg<br />

di residuo fisso, preferendo le acque bicarbonato-calciche, anche in virtù del potere<br />

tampone verso l’acidosi. Le acque minerali “oligominerali” o minimamente mineralizzate,<br />

come le bevande ipotoniche in genere, non sono raccomandabili in quanto possono<br />

esporre in condizioni di endurance al rischio dell’iponatriemia;<br />

• Allenarsi regolarmente, almeno dalle 3 alle 6 volte per settimana con adeguati programmi,<br />

evitando le interruzioni prolungate.<br />

Bibliografia<br />

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L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


ecreational sportsmen. Ann Hum Biol. 1994 Nov-Dec;21(6):609-12.<br />

L’ACQUA NEGLI STATI PATOLOGICI<br />

Barbara Paolini<br />

Responsabile Ambulatorio di Dietologia Clinica Chianciano Salute - Chianciano Terme - SI<br />

Fin dai tempi più antichi l’uomo aveva realizzato che le acque che sgorgano da certe<br />

fonti potevano svolgere non solo il ruolo fisiologico di sedare la sete, ma anche ruoli<br />

medicamentosi utilizzabili in specifiche patologie. Lo studio del possibile ruolo terapeutico<br />

dell’acqua ha costituito una vera e propria scienza detta “idropinoterapia”. Infatti se<br />

all’origine è un liquido incolore, inodore e insapore, attraverso il percorso che compie si<br />

arricchisce di numerose sostanze, pertanto l’acqua deve considerarsi un vero e proprio<br />

alimento e come tale, lo Specialista in Scienza dell’Alimentazione, nell’impostare una dieta<br />

atta a prevenire o curare specifiche patologie, non può prescindere dal tenerne conto.<br />

Le diverse proprietà terapeutiche dell’acqua sono legate alla diversa presenza,<br />

quantitativa e qualitativa dei minerali disciolti.<br />

Minimamente<br />

mineralizzate<br />

Il tenore di sali minerali<br />

non è superiore a 50 mg/l<br />

Oligominerali Il tenore di sali minerali<br />

non è superiore a 500 mg/l<br />

Ricca in sali<br />

minerali<br />

Contenente<br />

bicarbonato<br />

Il tenore di sali minerali, è<br />

superiore a 1500 mg/l<br />

Il tenore di bicarbonato è<br />

superiore a 600 mg/l<br />

Solfata Il tenore di solfati, è<br />

superiore a 200 mg/l<br />

Classificazione<br />

Per particolari indicazioni come per esempio la<br />

ricostituzione di latte per l’infanzia.<br />

Azione diuretica, azione antispastica etc.<br />

Indicate negli stati di carenza di calcio e magnesio<br />

ed altri minerali.<br />

Azione anti-infiammatoria per le acque bicarbonatoalcaline,<br />

di facilitazione dei processi digestivi ed<br />

antispastica per le acque bicarbonate-calciche.<br />

Effetto antispastico, antinfiammatorio, indicate nelle<br />

malattie dell’apparato digerente e <strong>delle</strong> vie biliari;<br />

gastriti croniche aspecifiche, colon irritabile, stipsi<br />

cronica semplice, litiasi epatica, discinesia <strong>delle</strong> vie<br />

biliari etc.<br />

Calcica Il tenore di calcio, è Indicata <strong>nella</strong> prevenzione dell’osteoporosi e<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


superiore a 150 mg/l dell’ipertensione.<br />

Magnesiaca Il tenore di magnesio, è<br />

superiore a 50mg/l<br />

Ferruginosa, o<br />

contenente Fe<br />

Il tenore di ferro bivalente,<br />

è superiore a 1 mg/l<br />

Acidula Il tenore di anidride<br />

carbonica libera è<br />

superiore a 250 mg/l<br />

Sodica Il tenore di sodio è<br />

superiore a 200 mg/l<br />

<strong>Acque</strong> a basso<br />

contenuto di<br />

sodio<br />

Il tenore di sodio, è<br />

inferiore a 20 mg/l<br />

Effetto antispastico, antiflogistico indicata nelle<br />

malattie dell’apparato digerente (stipsi cronica) ed in<br />

carenza di magnesio.<br />

Indicata nelle anemie da carenza di ferro.<br />

Indicata nelle gastropatie croniche aspecifiche<br />

ipersecernenti.<br />

Indicata in stati di carenze specifiche.<br />

Indicate per le diete povere di sodio.<br />

Obesità<br />

Come con l’aumentare con l’età, nei soggetti obesi, la percentuale di acqua corporea<br />

totale si riduce fino a rappresentare il 35-47% del peso corporeo totale. Ciò assume una<br />

rilevante importanza nei processi fisiolopatologici che portano all’ipertensione arteriosa o a<br />

malattie cardiovascolari. Infatti un incremento dei liquidi extracellulari aumenta la<br />

concentrazione plasmatica di peptide natriuretico atriale, probabilmente per un alterato<br />

controllo o azione dei neuropeptidi (vasopressina) e neurotrasmettitori (sistema adrenergico,<br />

colinergico e dopaminergico). Ciò porta a concludere che non si devono somministrare<br />

eccessive quantità di liquidi, ma sono sufficienti circa 1500-2000 ml/die.<br />

Nei soggetti obesi con associata ipertensione sono consigliate acque minimamente<br />

mineralizzate ed oligominerali, con basso valore di pH e concentrazione di sodio 20 < mg/l.<br />

Negli obesi anziani si possono utilizzare anche quelle ricche in calcio e povere di sodio, come<br />

fattore di supporto per l’osteoporosi. E’ preferibile evitare le acque gasate a causa della<br />

capacità dei gas di stimolare la secrezione gastrica e la motilità dello stomaco, e quindi di<br />

ridurre il senso di sazietà indotto dall’assunzione di cibo.<br />

Dispepsia funzionale<br />

Si definisce funzionale la dispepsia che non può essere attribuita ad alcuna malattia<br />

organica, metabolica e sistemica né può essere associata ad assunzione di farmaci o alcool.<br />

L’attribuzione di funzionale deriva dall’ipotesi che i sintomi possono essere correlati<br />

disordini funzionali del tratto gastro-enterico superiore oppure ad un’alterata percezione di<br />

normale funzionalità.<br />

Tale situazione richiede un adeguato apporto idrico facendo ricorso ad acque minerali<br />

in grado di incidere sulla motilità gastrica e sui meccanismi neuroormonali che regolano le<br />

prime fasi del processo digestivo.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Le acque indicate sono quelle salse e salso-solfate-bicarbonate-alcalino-terrose, bevute<br />

<strong>nella</strong> quantità di 1-4 bicchieri da bere a digiuno, lentamente e a temperatura ambiente.<br />

Anche le acque carbonate possono contribuire all’attenuazione dei disturbi dispeptici,<br />

che possono essere ingerite in qualsiasi momento della giornata, ma il loro effetto sulla<br />

secrezione e sulla motilità gastrica si esplica soprattutto durante i pasti.<br />

Stipsi<br />

Una volta esclusa la natura organica, <strong>nella</strong> stipsi funzionale è fondamentale il<br />

movimento, un buon apporto di fibre e soprattutto di acqua. Le più indicate sono le fortemente<br />

mineralizzate poiché, grazie alla loro composizione ionica, sono in grado di svolgere<br />

un’azione chimico-fisica specialmente sull’ultima parte del processo digestivo. Alcune di<br />

esse, infatti, oltre ad aumentare il volume endoluminale e ad accelerare il transito del bolo,<br />

sono assorbite in minima quantità e richiamano acqua nel lume esercitando un’azione<br />

meccanica sulla parete del colon in senso peristaltico, azione che si aggiunge a quella più<br />

strettamente chimica dovuta alla peculiare ricchezza del loro patrimonio ionico. A questo<br />

scopo sono particolarmente indicate le acque cloruro-sodiche e quelle acque che hanno un<br />

buon residuo fisso a 180°C, di ioni solfato, magnesio e calcio. Nelle forme di alterata<br />

progressione intestinale l’assunzione di 1 bicchiere da 250 ml bevuta calda in 5 minuti,<br />

ripetendo l’assunzione dopo una breve sosta. Qualora si ritenga utile aumentare l’acqua da<br />

ingerire, si ricorrerà alle acque cloruro-sodiche meno concentrate.<br />

<strong>Acque</strong> bicarbonate più concentrate e più ricche particolarmente in SO4, Ca, Mg,<br />

vengono utilizzate nelle forme di stipsi isolate, con ritardo evacuativo e nelle forme associate<br />

a dolicocolon.<br />

Sindrome del colon irritabile<br />

Accanto a corrette norme di igiene alimentare, se l’alvo è stitico è importante<br />

assumere abbondante apporto idrico orientato soprattutto verso quelle acque che abbiano la<br />

proprietà di abbreviare il tempo di transito intestinale grazie alla loro ricchezza in uno o più<br />

ioni quali sodio, cloro, calcio, magnesio, solfato. Tra queste si segnalano le acque<br />

bicarbonato-alcalino-terrose: 1000-2000 ml/die per almeno 30 giorni consecutivi, da ripetere<br />

almeno 3 mesi; le salso-solfato-alcaline: 500-1500 ml/die preferibilmente a digiuno al<br />

mattino, per cicli di 20 giorni, più volte all’anno; le bicarbonato-solfato-alcalino-terrose: 300-<br />

600 ml al mattino a digiuno per cicli di 20 giorni ogni 4 mesi. In caso di diarrea l’apporto<br />

idrico è importante con lo scopo di reidratare.<br />

Epatopatie croniche<br />

L’apporto idrico basato sull’utilizzo di acque minerali ad assetto ionico mirato, può<br />

diventare l’unico presidio terapeutico. Le acque più indicate sono le solfate, ad esse è<br />

riconosciuta la capacità di agire sul sistema vascolare (vasodilatazione), sul metabolismo della<br />

cellula epatica a livello di membrana e a livello degli enzimi ossido riduttivi, sulla<br />

glicogenosintesi, sulla sintesi proteica e degli aminoacidi.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Vi sono comunque altre acque come le bicarbonato-solfato-alcaline o alcalino-terrose<br />

che, oltre lo zolfo, hanno un patrimonio ionico tale da conferire loro la proprietà di stimolare<br />

alcune funzioni epato-cellulari depresse.<br />

Discinesie <strong>delle</strong> vie biliari<br />

L’eucinesi della colecisti e dell’albero biliare è una condizione essenziale per lo<br />

svolgersi di un corretto processo digestivo, regolata dall’ormone colecistochinina secreta dalla<br />

mucosa duodenale in risposta all’assunzione di grassi e aminoacidi, che svolge la sua azione<br />

sullo sfintere di Oddi (riduzione <strong>delle</strong> resistenze) sulla colecisti (contrazione) e sulla coleresi<br />

epatica (aumento della secrezione biliare). L’alterazione del tono della motilità <strong>delle</strong> vie<br />

biliari può provocare diversi quadri: dispepsia ipostenica (colecisti ipotonica e ipocinetica, ma<br />

anche ipotonia dello sfintere di Oddi), in questo caso trovano utile impiego le acque clorurosodiche<br />

e salso-solfato-alcaline per la loro azione colagogo e colecisti cinetica; la sindrome<br />

ipertonica-ipercinetica in questo caso sono più indicate le acque bicarbonato-calciche e<br />

solfato-calciche per la loro azione antispastica.<br />

Calcolosi della colecisti<br />

La terapia idroponica trova un largo impiego in questo campo, purchè si usino acque<br />

minerali con caratteristiche ioniche mirate e se ne limiti l’utilizzo nei casi asintomatici o<br />

comunque lontano dagli episodi colici.<br />

Un’indicazione primaria è rappresentata dagli esiti di colecistectomia: vengono<br />

favorevolmente influenzati eventuali disordini metabolici non risolti dall’intervento o residui<br />

focali flogistici epatobiliari. La terapia idroponica non si propone di eliminare i calcoli o di<br />

dissolverli, ma di favorire o accrescere il flusso biliare, creare condizioni locali sfavorevoli<br />

alla formazione o all’aumento del volume dei calcoli, normalizzare la cinesi dell’albero biliare<br />

ed esercitare un’azione antispastica sulle vie biliari e sugli sfinteri. A tale scopo sono indicate:<br />

le acque bicarbonato-alcaline in quanto alcalinizzano la bile, ne diminuiscono la viscosità, ne<br />

favoriscono il drenaggio ed hanno un’azione antinfiammatoria; le acque bicarbonato-alcalinoterrose,<br />

per l’azione equilibratrice sullo sfintere di Oddi grazie al contenuto di calcio e<br />

magnesio; le acque salse e salso-solfate, per l’azione colagoga dovuta al solfato di magnesio e<br />

per l’azione coleretica.<br />

Gastriti croniche<br />

L’apporto idrico assume un ruolo importante <strong>nella</strong> terapia <strong>delle</strong> gastriti croniche,<br />

influenzando i meccanismi della secrezione e della motilità gastrica.<br />

Nelle gastriti croniche normo o ipersecretive, le acque bicarbonato-alcaline sono in<br />

grado di deprimere la secrezione gastrica e sono in grado di modulare la peristalsi, in dosi<br />

refratte a digiuno; oppure le acque bicarbonato-alcalino-terrose, da bere in qualsiasi momento<br />

della giornata, preferibilmente lontano dai pasti.<br />

Nelle gastriti iposecretive è consigliato l’uso di acque che hanno capacità di stimolo<br />

sulla secrezione peptica migliorando nel contempo la coordinazione motoria, come le acque<br />

carboniche da bere ai pasti oppure le acque salse salso-solfate o le acque sulfuree.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Le acque bicarbonato esercitano, inoltre, un’azione di stimolo sulla secrezione e sulla<br />

motilità gastrica purché vengano assunte durante i pasti.<br />

Calcolosi urinaria<br />

L’aumento della diuresi si verifica per riduzione della quota di acqua obbligatoria<br />

assorbita a livello renale, essendo questa legata al carico di soluti presenti. Ciò comporta un<br />

aumento della velocità del flusso nei tubuli renali rendendo meno efficiente il processo di<br />

concentrazione <strong>delle</strong> urine con aumento della eliminazione di acque e sali. Inoltre a livello<br />

sistemico una corretta idratazione con acque minerali a basso contenuto di soluti determina<br />

una iposmolarità plasmatica che riduce la produzione di ormone antidiuretico (ADH) e di<br />

aldosterone, con emissione di urine diluite.<br />

La diluizione <strong>delle</strong> urine inibisce lo sviluppo e l’accrescimento di calcoli, riduce le<br />

recidive della litiasi renale, prevenendo la stasi le infezioni ed i fenomeni infiammatori,<br />

inoltre l’azione di lavaggio <strong>delle</strong> vie urinarie favorisce la progressione ed espulsione dei<br />

calcoli. I liquidi devono essere costituiti prevalentemente da acqua, poiché altre bevande sono<br />

ricche di carbonati o ossalati.<br />

L’acqua deve essere preferibilmente a basso residuo fisso e sono da evitare le acque<br />

ricche in sodio. Lo scarso apporto di sodio con la dieta favorisce l’assorbimento del calcio<br />

alimentare e si oppone all’assorbimento di acido ossalico e quindi di ossalati urinari, possibili<br />

fattori fitogeni.<br />

Le acque minimamente mineralizzate od oligominerali, grazie alle loro caratteristiche<br />

igieniche possiedono un effetto di potenziamento quantitativo della diuresi più cospicuo e<br />

immediato rispetto alle acque a concentrazione salina più elevata <strong>nella</strong> litiasi pratica<br />

l’emodiluizione determina una mobilizzazione dell’acido urico dai tessuti favorendo il loro<br />

convogliamento al rene; l’urodiluizione impedisce la sovrasaturazione e comporta un<br />

innalzamento del pH urinario con conseguente incremento della frazione dissociata dell’acido<br />

urico, più idrosolubile e più facilmente eliminabile.<br />

Gotta e calcolosi uratica<br />

Si tratta di un dismetabolismo dell’acido urico, in cui la terapia idroponica è uno dei<br />

cardini della prevenzione e della cura.<br />

Le proprietà terapeutiche fondamentali <strong>delle</strong> acque sono rappresentate dalla<br />

emodiluizione e dall’effetto diuretico. Infatti una corretta idratazione permette una<br />

emodiluizione che determina una mobilizzazione dell’acido urico dai tessuti, favorendo il<br />

coinvolgimento e l’escrezione renale. Le proprietà diuretiche stimolano l’urodiluizione che<br />

impedisce la sovrasaturazione e precipitazione di questi sali nelle urine e innalza il pH<br />

urinario con conseguente aumento della frazione dissociata dell’acido urico, più idrosolubile e<br />

facilmente eliminabile.<br />

Sono particolarmente indicate le acque minimamente mineralizzate e le acque<br />

oligominerali, cioè a basso contenuto di sali, per il loro effetto diuretico. Fra le oligominerali<br />

trovano specifica indicazione le acque a basso contenuto di sodio e prevalenza di ioni calcio<br />

bicarbonato per un’azione diuretica leggermente più intensa rispetto alle acque bicarbonatosodiche<br />

maggiormente in grado di potenziare l’eliminazione urinaria di questo sale.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Sindrome nefrosica<br />

Caratterizzata dalla perdita di elevate quantità di proteine con le urine, con<br />

conseguente ipoalbuminemia e comparsa di edemi dovuti alla trasudazione di liquido negli<br />

spazi interstiziali con riduzione della pressione oncotica plasmatici. Il sequestro nel terzo<br />

spazio e quindi la ipovolemia sistemica inducono una riduzione del flusso ematico renale, ciò<br />

determina un’attivazione del sistema renina–angiotensina-aldosterone con un aumento del<br />

riassorbimento di sodio e acqua fino al raggiungimento di un nuovo stato di equilibrio tra<br />

compartimento extra e intravascolare. Il rene in queste nuove condizioni non è in grado di<br />

controbilanciare un eventuale carico di sodio con una riduzione del riassorbimento tubulare.<br />

E’ indispensabile un attento bilancio sodico dietetico sia con gli alimenti che con<br />

l’assunzione idrica. Sono presenti in commercio acque minerali con scarso contenuto di sodio<br />

e la concentrazione di Na+ che caratterizza una acqua minerale definibile iposodica dovrebbe<br />

essere al di sotto dei 20 mg/die.<br />

Ipertensione arteriosa<br />

L’equilibrio idroelettrolitico e in particolare il sodio, rappresentano importanti fattori<br />

inducenti l’insorgere dell’ipertensione arteriosa. Prima di iniziare un trattamento<br />

antiipertensivo si adottano misure igienico comportamentali tra cui il calo di peso corporeo,<br />

aumento dell’attività fisica e riduzione dell’apporto sodio dietetico. Un fattore molto spesso<br />

sottovalutato è l’introduzione di elettroliti con l’assunzione di liquidi. <strong>Acque</strong> minerali a basso<br />

contenuto di sodio (< 20 mg/l) possono essere di fondamentale importanza nelle fasi iniziali<br />

come prevenzione in soggetti predisposti.<br />

Scompenso cardiaco<br />

Tali pazienti sono a rischio di un evento acuto, oltre a richiedere terapia diuretica<br />

cronica, vanno attentamente monitorizzati in merito al bilancio sodico dietetico che deve<br />

prevedere una riduzione del cloruro di sodio aggiunto agli alimenti, le acque da preferire sono<br />

quelle a scarso contenuto di sodio e preferibilmente a basso residuo fisso.<br />

Aterosclerosi<br />

L’apporto di sodio è collegato allo sviluppo di aterosclerosi e di cardiopatia<br />

ischemica, a causa di una stretta correlazione del sale e del rapporto assunzione Na/K con<br />

valori medi della pressione arteriosa <strong>nella</strong> popolazione e con la prevalenza di ipertensione<br />

negli individui adulti. La maggior parte degli studi relativi al rapporto tra la durezza<br />

dell’acqua ed i tassi di mortalità <strong>delle</strong> varie popolazioni mostra un debole ma significativa<br />

correlazione inversa tra la durezza e il contenuto e le morti per cardiopatia ischemica.<br />

Trovano quindi indicazione le acque minerali calciche a basso contenuto di sodio.<br />

Dislipidemie<br />

Recenti ricerche cliniche, hanno dimostrato che alcune acque possono vantare un<br />

azione ipolipemizzante, tra queste sono: le salso-solfate, solfato-calciche, bicarbonatocalciche.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Osservazioni iniziate con Cascinai nel 1905 e Fedeli nel 1918-1920 dimostravano una<br />

aumentata eliminazione di lipidi con la bile dopo una terapia idroponica con acque salsosolfate;<br />

diversi studi negli anni si sono alternati fino agli 90 con Graci, Scalabrino, Capurso<br />

che hanno potuto confermare come esista fisiologicamente una correlazione tra crenoterapia,<br />

secrezione biliare e metabolismo del colesterolo.<br />

L’accentuata contrazione della colecisti provoca una maggiore dismissione di bile in<br />

duodeno, con un aumento del transito intestinale ed una maggiore eliminazione di sali biliari<br />

con le feci. Contemporaneamente il ridotto riassorbimento di acidi biliari, e quindi il<br />

colesterolo attraverso il circolo entero-epatico, determina una maggiore richiesta di<br />

colesterolo dalle lipoproteine circolanti per soddisfare la resintesi di nuovi acidi biliari. La<br />

riduzione del pool degli acidi biliari stimola in effetti un notevole incremento dei recettori<br />

epatici <strong>delle</strong> LDL con aumentata captazione epatica <strong>delle</strong> stesse e quindi una diminuzione<br />

della colestererolemia.<br />

Questa ipotesi trova un razionale in alcuni momenti fisiopatologici dell’attività<br />

gastroenterica dopo terapia idroponica:<br />

contrazione colecistica più efficace<br />

accelerazione del transito intestinale<br />

aumento della escrezione di acidi biliari con le feci<br />

Inoltre, la colecistochinina, che stimola la contrattilità colecistica è influenzata dagli<br />

ioni SO4- contenuti nelle acque, e la motilina secreta dopo la distensione gastrica secondaria a<br />

stimolo idrico, agisce sullo svuotamento gastrico e sulla contrazione colecistica.<br />

Quindi gli effetti combinati di alcune acque minerali sulla velocità del transito<br />

intestinale e sull’escrezione degli acidi biliari con le feci, producono una significativa<br />

riduzione del colesterolo totale e di quello LDL in particolare.<br />

Diabete<br />

La sete e l’aumento della diuresi necessaria per diluire il glucosio presente in eccesso<br />

nelle urine, sono frequentemente i sintomi di esordio di questa affezione; appare quindi<br />

evidente l’importanza di una corretta dieta idrica; in una fase acuta, infatti il paziente<br />

diabetico perde acqua e sali in abbondanza, la scelta quindi di un’acqua minerale ricca di sali<br />

rappresenta una scelta corretta e devono essere previsti non meno di 2-3 litri al dì.<br />

Nei pazienti, invece, affetti da diabete associato a insufficienza renale ed anuria, non si<br />

dovranno somministrare grandi quantità di liquidi. In fase di diabete compensato, la dieta<br />

idrica si basa su un apporto normale di acqua, privilegiando le bicarbonato calciche, cloruro<br />

sodiche e sulfuree; quest’ultime soprattutto infatti sembrano avere caratteristiche specifiche in<br />

grado di influire positivamente sul decorso della malattia. L’insulina stessa contiene zolfo<br />

come elemento importante per l’attività ormonale e che nei diabetici tale elemento è<br />

deficitario. Lo zolfo inoltre è importante per la sintesi del glutatione che rappresenta un fattore<br />

di protezione nei confronti <strong>delle</strong> complicanze diabetiche; l’acqua sulfurea determinerebbe una<br />

maggiore secrezione insulinica per stimolazione vagale. Inoltre alcune acque con effetti<br />

benefici sul fegato e sull’apparato digerente, come le bicarbonato-calciche, sembrano giovare<br />

nelle forme di diabete associato ad alterata funzionalità epatica e gastrointestinale.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Nel diabete insipido, caratterizzato dalla mancanza dell’ormone antidiuretico, in grado<br />

di trattenere l’acqua a livello dei tubuli renali, il paziente è costretto a bere quotidianamente<br />

elevate quantità di acqua, in assenza di tale ormone la diuresi infatti è stimolata<br />

continuamente, possono urinare, infatti, anche 15-20 litri al giorno e devono, pertanto<br />

reintegrare altrettanta acqua per evitare la disidratazione.<br />

Osteoporosi<br />

È ormai una malattia sociale che colpisce ampi strati della popolazione in età avanzata<br />

ma soprattutto le donne, con conseguente aumento di rischio di fratture soprattutto a livello<br />

del femore e vertebrale. La formazione di un’adeguata massa ossea riduce il rischio di<br />

superare la soglia di frattura nell’età avanzata. La menopausa, la sedentarietà, e abitudini<br />

alimentari errate e soprattutto un inadeguato apporto di calcio ne sono la causa.<br />

La quantità di calcio assorbita può variare a seconda del fabbisogno, si riduce con l’età<br />

e può essere influenzata da diversi fattori. La maggior parte di calcio alimentare è presente nei<br />

prodotti caseari; ma spesso alcune condizioni patologiche (soprappeso, dislipidemie, ecc.)<br />

portano a ridurli nell’assunzione o eliminarli, per la necessità di ridurre l’apporto di grassi e di<br />

sodio.<br />

Heaney già dal 1994 seguito da altri studi ha dimostrato che la biodisponibilità del<br />

calcio (43,2%) contenuto nell’acqua minerale è sovrapponibile a quello del latte vaccino.<br />

Quindi le acque calciche possono supportare ai fabbisogni di calcio soprattutto in quelle<br />

situazioni in cui ne siano aumentati le richieste, ma soprattutto in quelle patologiche in cui sia<br />

necessario controllare sia l’apporto di calorie, che di grassi e anche di sodio.<br />

Avvertenze nell’uso <strong>delle</strong> acque minerali<br />

Prescindendo da particolari situazioni patologiche in cui l’apporto idrico deve essere<br />

particolarmente contenuto (insufficienza renale, scompenso cardiaco, ecc) esistono<br />

controindicazioni e limitazioni all’uso di alcuni tipi di acqua minerale correlate alla loro<br />

composizione ed alle condizioni individuali del consumatore. Un dato importante che non è<br />

riportato in etichetta riguarda proprio le controindicazioni all’uso dell’acqua.<br />

Il 30% <strong>delle</strong> acque minerali in commercio hanno elevato contenuto di sodio, tali acque<br />

non sono chiaramente indicate negli ipertesi.<br />

Il contenuto massimo di fluoro fissato dalla legge per la normale acqua potabile è di<br />

1,5 mg/l, ma tale limite non vale tuttavia per le acque minerali: sono infatti 6 le acque<br />

minerali italiane che superano questo valore; un eccesso marcato di fluoro può condurre a<br />

fluorosi, con accumulo di questo elemento nei denti e nello scheletro: la formazione di<br />

macchie sullo smalto dei denti è il primo segno visibile di una eccessiva assunzione di fluoro<br />

durante l’infanzia, per questo motivo l’uso di tali acque è consigliato solo per brevi periodi.<br />

Le acque ferruginose, contenenti un tenore di ferro superiore a 1 mg/l sono in linea di<br />

massima, sconsigliate nei soggetti affetti da gastroduodenite per i disturbi irritativi che<br />

possono causare.<br />

Nei soggetti affetti da gastrite, ulcera gastrica o semplice iper-acidità di stomaco,<br />

risultano controindicate le acque gassate; l’anidride carbonica stimola infatti la secrezione<br />

gastrica.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Un pericolo in generale <strong>delle</strong> acque è la presenza di nitrati, questi infatti<br />

nell’organismo si riducono a nitriti e a contatto con le amine formano le nitrosammine,<br />

possibili agenti cancerogeni. Il limite massimo previsto dal Ministero della Sanità è di 45 mg/l<br />

valori superiori possono provocare metaemoglobinemia, questo limite è di 10 mg/l per le<br />

donne in gravidanza e per i lattanti.<br />

Va inoltre sottolineato che l’uso improprio ed esagerato di acque minerali può<br />

determinare alterazioni del metabolismo idro-elettrolitico; a tale proposito Camons e coll.<br />

hanno descritto un caso di ipopotassiemia, iperbicarbonatemia e ipocloremia, in un soggetto<br />

che da tempo bevevo 2-3 litri al giorno di un’acqua fortemente mineralizzata bicarbonato<br />

sodica.<br />

Bibliografia<br />

- Guida all’uso ragionato <strong>delle</strong> acque minerali, 1998 A. Zanasi<br />

- Acqua e calcio, 2002 R. Caudarella, A. Zanasi, GM Servizi<br />

- Evaluation of the fluoride concentration and consumption of mineral water, 2004 I. Ramires<br />

et al.;Rev Saude Publica (38)3:459-65<br />

- Absorbability of the calcium in a high-calcium mineral water, 1994 RP. Heanay et al.<br />

Osteopor Int; 4:323-324<br />

- Influence of mineral water composition on some urinary risk factors for calcium stone<br />

formation, 2003 R. Caudarella et al. J of Nefrology; 16,260-266<br />

- Biological effects of drinking-water mineral composition on calcium balance and bone<br />

remodelling markers, 2004 S. Roux et al. J Nutr Health Aging; 8(5):380-4<br />

- Water, mineral waters and health, 2006 L. Petraccia et al. Clin Nutr; 25(3):377-85<br />

- Evaluation of thermal water in patients with functional dyspepsia and irritable bowel<br />

syndrome accompanying constipation, 2006 G. Gasbarrini et al. World J Gastroenterol;<br />

28;12(16):2556-62<br />

- Mineral in drinking water: impacts on taste and importance to consumer health, 2007 AJ<br />

Whelton et al. Water Sci Technol; 55(5):283-91<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


FEGATO ED ACQUE<br />

Giovanni Fornaciari<br />

Medicina III e Gastroenterologia - Arcispedale Santa Maria Nuova - Reggio Emilia<br />

L’utilizzo di acque termali era noto fin dai tempi dell’antica Grecia ma furono i<br />

Romani ad esaltare questo strumento di cura e di relax mediante la realizzazione <strong>delle</strong><br />

monumentali “Thermae” pubbliche. La caduta dell’Impero Romano ed il consolidarsi della<br />

Religione Cristiana, che invitava a fuggire dalle occasioni di edonismo, portò al declino <strong>delle</strong><br />

terme che furono solo verso la fine dell’800 con l’inizio del cosiddetto “termalismo d’elite”:<br />

le località termali erano in pratica luoghi di villeggiatura e di vita mondana. Solo dopo la<br />

seconda Guerra Mondiale nasce il “termalismo sociale” con lo sviluppo della branca della<br />

medicina denominata Idrologia <strong>Medica</strong>. L’efficacia terapeutica <strong>delle</strong> acque termali viene<br />

riconosciuta ed il loro utilizzo viene inserito nel SSN estendendo le terapie, a prezzi contenuti,<br />

a tutta la popolazione. Ma oggi, anni 2000, esiste ancora un razionale per l’utilizzo di acque<br />

termali nelle malattie del fegato?<br />

Le acque utilizzate per la cura <strong>delle</strong> malattie del fegato sono diverse: acque sulfuree,<br />

solfate, bicarbonate, salse (dette anche cloruro-sodiche). Leggendo la scarna bibliografia che<br />

si può consultare sui siti specializzati in materia termale si evince che le proprietà di queste<br />

acque, in generale, sono legate all’effetto coleretico (formazione di bile) e colagogo<br />

(dismissione della bile nel duodeno) anche se i meccanismi alla base di queste azioni non<br />

sono sufficientemente chiariti.<br />

In realtà alla base della secrezione di bile esistono meccanismi complessi che<br />

attualmente sono stati pressoché completamente chiariti: la secrezione biliare normale è<br />

composta da due elementi<br />

1) secrezione canalicolare prodotta dagli epatociti e secreta dai canalicoli biliari<br />

2) secrezione canalare prodotta dai colangiociti<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


La secrezione canalicolare è a sua volta formata da due componenti:<br />

a) secrezione dipendente dagli acidi biliari: captazione a cura di due carrier specifici uno<br />

dipendente e l’altro indipendente dal sodio, trasporto nell’epatocita da parte di varie<br />

proteine e secrezione grazie ad un carrier dipendente dall’ATP<br />

b) secrezione indipendente dagli acidi biliari: è principalmente dovuta al glutatione ed ai suoi<br />

coniugati<br />

La secrezione canalare è una secrezione elettrolitica ricca di bicarbonato che viene<br />

stimolata dalla secretina. Come si vede la secrezione della bile è un processo complesso molto<br />

scarsamente influenzabile con l’impiego di farmaci (ad eccezione degli acidi biliari che però<br />

modificano solo la composizione della bile e non la sua secrezione). Inoltre non è affatto<br />

chiaro come la modifica della formazione e della secrezione duodenale della bile possa essere<br />

utile nell’individuo sano o in quello con colangiopatie. In effetti i riportati effetti <strong>delle</strong> acque<br />

termali sono stati studiati, almeno a quanto pare, in condizioni di danno epatico provocato da<br />

tossici epatici (quali il tetracloruro di carbonio, l’arsenico ed il fenolo) e non in condizioni<br />

patologiche quali la cirrosi biliare primitiva o la colangite sclerosante primitiva, due <strong>delle</strong> più<br />

note colangiopatie.<br />

Altri effetti utili riportati sono l’azione anti-ossidante protettiva nel riguardo dei<br />

radicali liberi, l’azione “depurativa” sull’eliminazione degli effetti tossici di terapie<br />

prolungate, il miglioramento dei sintomi dispeptici successivi alla colecistectomia per un<br />

ipotizzato effetto positivo sulle discinesie biliari. È chiaro che tutti questi effetti positivi<br />

devono ora essere rivalutati alla luce <strong>delle</strong> acquisizioni più moderne sulla cinetica della<br />

formazione e della secrezione biliare e vagliati secondo una metodica EBM fondata su<br />

evidenze cliniche e studi controllati.<br />

Purtroppo, navigando su PubMed, si trovano ben pochi articoli censiti che consentano<br />

di valutare l’utilità <strong>delle</strong> acque termali e la loro efficacia. Non esistono studi controllati<br />

recenti; l’unico che ho potuto reperire, del 1997, riferisce che l’impiego di acqua sulfurea<br />

riduce i livelli di bilirubina e la sensazione di prurito in pazienti con steatosi epatica su base<br />

alcolica. È noto che il prurito è un sintomo tipico solo della cirrosi epatica avanzata e non è<br />

certo di comune riscontro <strong>nella</strong> steatosi epatica alcolica; inoltre l’efficacia di una terapia, in<br />

termini laboratoristici, viene meglio valutata con l’analisi degli enzimi epatici, in particolare<br />

<strong>delle</strong> GGT, e con la analisi prospettica del quadro ecografico piuttosto che con la dinamica<br />

della bilirubina. Questo esame può avere un significato solo nelle epatopatie avanzate.<br />

Per quanto attiene all’azione antiossidante è difficile esprimere un parere in quanto,<br />

anche per farmaci quali la vitamina E o la vitamina C, è stata proposta la medesima possibilità<br />

terapeutica ma gli studi non sono conclusivi. Sarebbero necessari studi controllati ma, per<br />

l’utilizzo <strong>delle</strong> acque termali mi sembra difficile che essi verranno mai pianificati. L’azione<br />

depurativa nel confronto dell’utilizzo di farmaci pare un ulteriore “salto nel buio”; è ben noto<br />

che l’unica terapia utile nelle epatopatie da farmaci è la sospensione del farmaco medesimo e,<br />

in taluni casi, l’utilizzo di steroidi.<br />

Infine per le discinesie biliari giova ricordare che esistono molti dubbi sulla loro reale<br />

esistenza; la letteratura degli anni 60-70’ era zeppa di citazioni in merito a questa entità ma,<br />

più di recente, sono sorti parecchi dubbi e gran parte degli Autori associano i sintomi, in<br />

origine attribuiti alla discinesia, a quadri su base psicosomatica a tipo “colon irritabile”. Si<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


deve anche precisare che l’impiego di acque termali, e ancor meno i fanghi sulla regione<br />

epatica, non potranno certo modificare la storia naturale di una eventuale colelitiasi.<br />

In conclusione al momento non esistono prove scientifiche che consentano di<br />

suggerire l’utilizzo di acque termali per le cure <strong>delle</strong> malattie epatiche. Mi sembra che gli<br />

stessi limiti che, nel corso degli anni, sono stati posti allo sviluppo ed alla dimostrazione di<br />

efficacia clinica a farmaci definiti comunemente “epatoprotettori” (tuttora non esiste un<br />

farmaco che possa definirsi con sicurezza un epatoprotettore), siano riferibili alle acque con<br />

presupposta azione benefica sul fegato. Molti anni fa ascoltai in una memorabile lezione di<br />

Clinica <strong>Medica</strong> il grande Maestro e Fondatore della Epatologia Italiana ed Europea Mario<br />

Coppo affermare: “non abbiamo bisogno di sviluppare degli epatoprotettori; per proteggere il<br />

nostro fegato nel miglior modo possibile dobbiamo evitare di esporlo ai danni potenziali ed in<br />

particolare all’alcool ed ai virus”. Credo che questa frase meriti ancora la nostra giusta<br />

considerazione.<br />

APPARATO GASTROINTESTINALE ED ACQUE<br />

Angela Mazzocchi<br />

Coordinatore Gruppo Interaziendale Nutrizione Artificiale (GINA) - AUSL - RE<br />

L’impiego della terapia idroponica nelle patologie dell’apparato digerente è pratica<br />

consolidata nei secoli; la ricerca bibliografica mostra tuttavia quanto siano ancora pochi gli<br />

studi clinici controllati che ne supportano l’uso.<br />

Nei testi di medicina e clinica termale (1) si sottolinea come le acque minerali svolgono<br />

sul tratto digestivo, azioni differenti, a volte opposte, a seconda della concentrazione dei<br />

componenti minerali e del rapporto di assunzione con i pasti. Ne consegue la necessità di<br />

conoscere la composizione e l’indicazione specifica <strong>delle</strong> singole sorgenti minerali per<br />

prescrivere una cura efficace.<br />

Le acque più utilizzate nelle patologie del tubo digerente sono:<br />

• <strong>Acque</strong> salse o cloruro-sodiche: stimolano la secrezione cloridropeptica e la peristalsi. Le<br />

iso-ipotoniche hanno scarso effetto peristaltico, ma stimolano notevolmente la secrezione;<br />

le ipertoniche hanno buon effetto peristaltico e minore attività sulla secrezione gastrica;<br />

• <strong>Acque</strong> solfate: determinano variazioni quantitative e qualitative del succo gastrico e<br />

duodenale, favoriscono lo svuotamento gastrico e tendono a riportare nelle norma i valori<br />

di acidità. Gli ioni solfato, calcio e magnesio contenuti nelle acque, sono utili<br />

nell’aumentare la velocità del transito intestinale;<br />

• <strong>Acque</strong> bicarbonate: a livello gastrico e duodenale agiscono sulla componente secretiva e<br />

motoria. Se bevute a digiuno elevano il pH gastrico ed inibiscono la secrezione, per<br />

stimolazione riflessa a partenza duodenale. Se assunte ai pasti l’effetto <strong>delle</strong> acque<br />

bicarbonato è prosecretorio. Stimolano la peristalsi e lo svuotamento gastrico. Innalzando<br />

il pH duodenale, favoriscono l’azione degli enzimi pancreatici.<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Le patologie gastrointestinali che più frequentemente traggono beneficio dalla<br />

assunzione di acque minerali sono la dispepsia funzionale e la sindrome da intestino irritabile.<br />

Dispepsia funzionale<br />

In una recente pubblicazione (2) sono stati esaminati gli effetti <strong>delle</strong> acque di 18 centri<br />

termali sui sintomi che accompagnano la dispepsia funzionale. E’descritto un significativo e<br />

persistente miglioramento del dolore epigastrico e della ripienezza post-prandiale dopo<br />

terapia, consistente <strong>nella</strong> assunzione di 2 litri di acqua minerale per 3 settimane; la secrezione<br />

gastrica è risultata ridotta nell’87% dei pazienti e la velocità del transito oro-cecale è<br />

aumentata a fine trattamento rispetto all’inizio dello studio.<br />

Una ricerca condotta su pochi pazienti affetti da dispepsia funzionale, ha documentato<br />

il miglioramento del tempo di svuotamento gastrico da solidi, ottenuto con la<br />

somministrazione di 500 ml/die di acque ad alto contenuto minerale (3).<br />

Un altro studio ha valutato gli effetti di un’acqua minerale salso-solfato-alcalina sullo<br />

svuotamento gastrico e sulla attività motoria gastroduodenale interdigestiva in 24 pazienti<br />

dispeptici con ritardato svuotamento gastrico. Sia i tempi di svuotamento gastrico che<br />

l’attività motoria interdigestiva gastroduodenale, registrata con manometria, sono risultati<br />

significativamente migliori dopo somministrazione di acqua minerale comparata ad acqua di<br />

rubinetto (4).<br />

Sindrome da intestino irritabile (IBS)<br />

La causa di questa patologia funzionale, clinicamente classificabile in IBS ad alvo<br />

prevalentemente stiptico, IBS ad alvo prevalentemente diarroico o IBS ad alvo misto, rimane<br />

un mistero e la terapia continua ad essere imperniata su provvedimenti dietetici, farmacologici<br />

e psicologici. (5)<br />

E’ raccomandato un abbondante apporto idrico. Nella variante stiptica sono indicate le<br />

acque minerali capaci di accelerare il transito intestinale per il loro contenuto in ioni sodio,<br />

cloro, magnesio, solfato. Nella variante diarroica è opportuno introdurre acqua al fine di<br />

reidratare l’organismo.<br />

L’accelerazione del transito oro-cecale dopo assunzione di acque minerali è dimostrata<br />

nel lavoro di Gasbarrini (2); la possibilità che l’ingestione di acque minerali sia un valido<br />

supporto al trattamento dell’ IBS è descritta da Grassi M(6) .<br />

Uno studio epidemiologico, condotto mediante questionario inviato ai Medici di<br />

Medicina Generale, ha confermato l’utilità della assunzione di acqua minerale in pazienti con<br />

IBS, che dopo la terapia, hanno ridotto per un anno l’assunzione di farmaci ed il numero di<br />

giornate di assenza dal lavoro.(7)<br />

Stipsi<br />

Per la stipsi isolata trovano indicazione acque ricche di sali minerali che, per l’alta<br />

concentrazione di ioni, svolgono azione chimica e fisica particolarmente intensa; vanno<br />

assunte in modica quantità, l’azione è spesso potenziata dal riscaldamento.<br />

Onori (8) ha valutato l’effetto della somministrazione di un’acqua oligominerale <strong>nella</strong><br />

stipsi colica e <strong>nella</strong> stipsi rettale, classificazione secondo lo studio radiologico del tempo di<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


transito intestinale. Il trattamento con acqua oligominerale si è rilevato capace di risolvere la<br />

stipsi nell’ 80% dei pazienti con rallentato transito del colon; nessun effetto è stato osservato<br />

<strong>nella</strong> stipsi rettale.<br />

La terapia termale, assieme a presidi di tipo igienico-dietetico, rappresenta un ottimo<br />

metodo di rieducazione funzionale dell’alvo. Oltre alla assunzione di acque per os, esiste<br />

anche la possibilità di trattamenti mediante irrigazioni o docce coliche ( idrocolonterapia).<br />

Questi trattamenti sono controindicati nelle malattie infiammatorie intestinali (rettocolite<br />

ulcerosa, Crohn), nelle diverticoliti, nelle gravi affezioni cardiache e renali<br />

Controindicazioni<br />

L’ulcera peptica acuta controindica la terapia con qualsiasi acqua termale. In quella<br />

cronica sono invece controindicate solo le acque a prevalente azione eccitosecretrice (9) Nelle<br />

fasi acute <strong>delle</strong> coliti, <strong>delle</strong> malattie infiammatorie croniche intestinali, nelle diverticoliti la<br />

terapia con acque termali non trova indicazione.<br />

Bibliografia<br />

1. Nardi G.-Medicina e Clinica Termale-2001- Selecta <strong>Medica</strong><br />

2. Gasbarrini G, Candelli M et al. Evaluation of thermal water in patients with functional<br />

dyspepsia and irritable bowel syndrome accompanying constipation. World J Gastroenterol<br />

2006 april 28; 12 (16): 2556-2562<br />

3. Anti M, Lippi ME,et al. Effects of mineral-water supplementation on gastric emptying of<br />

solids in patients with functional dyspepsia assessed with the 13C-octanoic-acid breath test.<br />

.Hepatogastroenterology 2004 Nov.Dec; 51 (60): 1856-9<br />

4. Bortolotti M, Turba E et al. Changes caused by mineral water on gastrointestinal motility in<br />

patients with chronic idiopathic dyspepsia. Minerva Med.1999 May-Jun; 90 (5-6): 187-94<br />

5. Jones R. An integrated approach to the management of IBS. Nat Clin Pract Gastroenterol<br />

Hepatol 2007 July; 4 (7) :354-55<br />

6. Grassi M., Lucchetta MC, et al. Possibilities of thermal medicine in gastrointestinal<br />

functional disorders. Clin Ter. 2002 May-Jun; 153 (3): 195-206<br />

7. Scalabrino A, Buzzelli G, Raggi VC. Clinical –epidemiological study of the efficacy of<br />

thermal therapy in gastroenterologic diseases. Clin ter. 1988 Mr-Apr; 149 (2): 127-30<br />

8.Onori L.,Marchetti G et al. Differents effects of subacute administration of S.Croce oligomineral<br />

water on colonic vs rectal constipation. Clin. Ter. 1999 Jul-Aug; 150 (4): 283-6<br />

9. Zanussi C. -Terapia medica pratica- 2002 ,7° edizione- UTET<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

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Parte 4<br />

Abstracts<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


INDAGINE SULL’INTAKE IDRICO MEDIO/DIE IN PAZIENTI OSPEDALIZZATI<br />

Salvatore Vaccaro<br />

Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia<br />

INTRODUZIONE<br />

L’ospedalizzazione impone modifiche più o meno consistenti <strong>delle</strong> usuali abitudini alimentari<br />

(orari dei pasti diversi dai propri, imposizione del vitto ospedaliero, etc.); rappresenta però un<br />

buon momento per i Servizi di Dietetica Ospedalieri [SDO] per espletare colloqui di<br />

Educazione Alimentare, divulgando concetti di sana e corretta alimentazione.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Nell’inverno 2006/2007 il SDO ha chiesto a dei pazienti ospedalizzati con età over 60 con<br />

pasto ospedaliero libero di annotare il proprio intake idrico derivante esclusivamente<br />

dall’assunzione dell’acqua oligominerale loro distribuita durante la degenza. I soggetti<br />

collaboranti sono stati n. 228 (età 78,77±9,69 anni [60-100 anni]; peso 70,25±16,62 kg;<br />

altezza 164,83±11,16 cm; BMI 25,52±5,18 kg/m 2 ; degenza 12,53±9,63 gg). I dati raccolti<br />

sono stati analizzati in funzione del sesso: a) donne: n. 108; età 80,09±10,33 anni [p 0,0299];<br />

peso 66,24±15,23 kg; altezza 160,54±6,67 cm; BMI 25,43±5,76 kg/m 2 ; degenza 10,8±9,19<br />

gg; b) uomini: n. 120: età 77,38±8,81 anni; peso 73,82±17,06 kg [p 0,0003]; altezza<br />

168,78±12,83 cm [p < 0,0001]; BMI 25,59±4,62 kg/m 2 ; degenza 14,01±10,06 gg [p 0,0401].<br />

RISULTATI<br />

Ai degenti over 60 di varie U.O. è stata consegnata una scheda strutturata ad hoc <strong>nella</strong> quale<br />

veniva chiesto loro di annotare la fascia oraria (h) ed il quantitativo (ml) dell’acqua<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


oligominerale ospedaliera assunta durante un determinato giorno di degenza. I dati ricavati da<br />

tali schede sono stati riportati <strong>nella</strong> tabella sottostante.<br />

CONCLUSIONI<br />

Dall’indagine, volta a quantificare l’intake idrico in soggetti ospedalizzati over 60, sono<br />

emerse differenze significative per quanto riguarda sia il quantitativo di acqua assunto nei due<br />

sessi (vedi tabella) che la fascia oraria di maggior assunzione: gli uomini hanno assunto una<br />

maggior quantità di acqua dalle 21 alle 12, mentre le donne dalle 12 alle 21 (p 0,0102).<br />

L’assunzione media/die di acqua è apparsa sufficiente a soddisfare i fabbisogni idrici dell’età.<br />

Assunzione di Acqua Minerale Sesso Maschile Sesso Femminile p<br />

Colazione h. 06.00-09.00 ml 286,02 ± 123,00 =<br />

17,44%<br />

Metà Mattino h. 09.00-12.00 ml 257,14 ± 128,73 =<br />

15,68%<br />

Pranzo h. 12.00-15.00 ml 315,91 ± 147,69 =<br />

19,26%<br />

Metà<br />

Pomeriggio<br />

h. 15.00-18.00 ml 211,43 ± 47,10 =<br />

12,89%<br />

Cena h. 18.00-21.00 ml 312,36 ± 134,69 =<br />

19,05%<br />

Dopo Cena h. 21.00-06.00 ml 257,14 ± 122,25 =<br />

15,68%<br />

240,86 ± 91,17 =<br />

15,09%<br />

223,53 ± 97,01 =<br />

14,01%<br />

342,86 ± 111,72 =<br />

21,48%<br />

222,22 ± 64,05 =<br />

13,92%<br />

326,58 ± 107,07 =<br />

20,46%<br />

240,00 ± 89,44 =<br />

15,04%<br />

0,0025<br />

-<br />

0,0274<br />

Assunzione Media/die ml 1640,00 ± 703,46 1596,05 ± 560,46 0,0430<br />

VALUTAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE DEI FLUIDI CORPOREI IN SOGGETTI<br />

CON ECCESSO PONDERALE TRAMITE L’ANALISI BIOIMPEDENZIOMETRICA<br />

Salvatore Vaccaro<br />

Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia<br />

INTRODUZIONE<br />

L’Analisi Bioimpedenziometrica [BIA] permette di ottenere un’accurata stima dell’Acqua Corporea<br />

Totale [TBW] e, con l’impiego della multifrequenza o dell’angolo di fase, del rapporto tra Acqua<br />

Intracellulare [ICW] (considerata un indice della massa cellulare corporea) ed Acqua Extracellulare<br />

[ECW] (costituente il liquido interstiziale, plasma, linfa e liquido transcellulare).<br />

MATERIALI E METODI<br />

Sono stati valutati n. 588 referti BIA di soggetti con eccesso ponderale residenti <strong>nella</strong> Sicilia Nord-<br />

Orientale equamente distribuiti per sesso e fascia di età: a) n. 294 donne: 10-19 anni (n. 25; età<br />

16,84±1,31 aa; peso 76±16,59 kg; BMI 29,57±5,14 kg/m 2 ), 20-29 anni (n. 70; età 23,73±2,73 aa; peso<br />

75,6±13,57 kg; BMI 29,26±4,9 kg/m 2 ), 30-39 anni (n. 99; età 34,33±2,93 aa; peso 76,67±12,24 kg;<br />

BMI 30,49±4,87 kg/m 2 ), 40-49 anni (n. 57; età 44,44±3,15 aa; peso 81,24±15,83 kg; BMI 31,92±5,96<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici<br />

-<br />

-<br />

-


kg/m 2 ), 50-59 anni (n. 31; età 53,84±2,76 aa; peso 80,75±12,73 kg; BMI 32,58±5,59 kg/m 2 ) e 60-69<br />

anni (n. 12; età 63,33±2,93 aa; peso 81,18±12,84 kg; BMI 34,81±5,63 kg/m 2 ); b) n. 294 uomini: 10-<br />

19 anni (n. 25; età 17±1,73 aa; peso 81,68±20,45 kg; BMI 28,94±5,89 kg/m 2 ), 20-29 anni (n. 70; età<br />

24,47±3,05 aa; peso 89,11±20,9 kg; BMI 30,08±5,42 kg/m 2 ), 30-39 anni (n. 99; età 34,33±2,51 aa;<br />

peso 93,47±19,38 kg; BMI 30,98±5,7 kg/m 2 ), 40-49 anni (n. 57; età 44,33±2,91 aa; peso 91,3±16,78<br />

kg; BMI 31,38±5,09 kg/m 2 ), 50-59 anni (n. 31; età 54,94±2,77 aa; peso 92,01±14,6 kg; BMI<br />

32,34±4,66 kg/m 2 ) e 60-69 anni (n. 12; età 65,58±2,97 aa; peso 96,09±15,72 kg; BMI 34,29±6,27<br />

kg/m 2 ).<br />

RISULTATI<br />

Sesso Maschile Sesso Femminile<br />

Fascia d’età TBW (%) ICW (%) ECW (%) TBW (%) ICW (%) ECW (%)<br />

10-19 anni 51,11±7,1 60,28±3,9<br />

5 7 a<br />

39,72±3,9 49,33±6,3 54,58±4,2 45,42±4,2<br />

7 8 2 3 a<br />

20-29 anni 50,53±7,3 58,55±2,7<br />

9 7 a<br />

41,45±2,7 48,79±7,6 55,17±3,8 44,83±3,8<br />

7 2 0 0 a<br />

30-39 anni 50,70±6,5<br />

6 f<br />

57,07±5,6<br />

5 h<br />

41,77±4,1 48,15±7,1 55,36±4,4 44,63±4,4<br />

9 0 9 9 a<br />

40-49 anni 52,26±6,2<br />

4 c<br />

58,32±3,0<br />

9 a<br />

41,68±3,0 47,41±9,0 54,14±4,4 45,86±4,4<br />

9 3 1 1 a<br />

50-59 anni 53,20±6,5<br />

9 g<br />

58,15±3,4<br />

2 b<br />

41,86±3,4 48,41±7,9 54,44±4,5 45,56±4,5<br />

2 0 3 3 b<br />

60-69 anni 51,56±5,3<br />

0 e<br />

56,79±3,1<br />

6 d<br />

43,20±3,1 45,50±4,0 52,30±3,7 47,70±3,7<br />

6 3 8 8 d<br />

%<br />

Fisiologica<br />

58 – 62 60 - 64 36 - 40 55 - 58 58 - 62 38 - 42<br />

a: p < 0,0001; b: p 0,0003; c: p 0,0006; d: p 0,0023; e: p 0,0025; f: p 0,0047; g: p 0,006;<br />

h: p 0,0098.<br />

CONCLUSIONI<br />

Dall’analisi dei dati bioimpedenziometrici riguardanti i fluidi corporei e la loro ripartizione in frazione<br />

intra- ed extracellulare di n. 588 soggetti affetti da eccesso ponderale si è riscontrato un livello di<br />

idratazione inferiore ai limiti di riferimento in entrambi i sessi, osservando però una maggiore TBW,<br />

sia in valori assoluti (litri) che in valori percentuali (%), in tutte le fasce di età di sesso maschile, con<br />

un’alterazione (da lieve a modesta) del fisiologico rapporto ICW/ECW, con la prima componente<br />

ridotta e la seconda aumentata.<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

9<br />

10<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


11<br />

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Parte 5<br />

<strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> e Mercato Italiano<br />

LE PRINCIPALI ACQUE MINERALI PRESENTI SUL MERCATO ITALIANO<br />

Salvatore Vaccaro<br />

Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia<br />

Vengono qui di seguito riportate alcune informazioni inerenti le <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong><br />

presenti sul mercato italiano, tratte direttamente da alcune etichette commerciali, dagli<br />

“Annuari <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong>” e da ricerche su internet. I dati qui presentati possono essere<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


variati in funzione del continuo sviluppo tecnologico-industriale del settore <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong><br />

<strong>Minerali</strong> (nuove analisi chimico-fisiche, marchio liquidato, cessata produzione, etc.).<br />

Acqua Minimamente RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />

<strong>Minerali</strong>zzata<br />

(mg/l) (m.s.m.)<br />

Lauretana 14 1.050 Graglia (BI)<br />

Acqua del Faiallo 17 1.100 Urbe (SV)<br />

Fonte <strong>delle</strong> Alpi 18 900 Lucerna S. Giovanni (TO)<br />

Amorosa 22,8 500 Canevara (MS)<br />

Sparea 22,5 600 Lucerna S. Giovanni (TO)<br />

Plose 25,5 1.830 Bressanone (BZ)<br />

Fontealta 28 1.600 Roncegno (TN)<br />

Alpi Cozie 29 900 Lucerna S. Giovanni (TO)<br />

Monviso 30 800 Lucerna S. Giovanni (TO)<br />

Vigezzo 31,9 875 Malesco (VB)<br />

Fonte del Lupo 33 460 Altare (SV)<br />

Bernina 36 625 Piuro (SO)<br />

Fonte Vallechiara 36 460 Altare (SV)<br />

Lurisia Fonte S. Barbara 36 1.375 Lurisia (CN)<br />

Valverde 37 780 Quarona Sesia (VC)<br />

S. Michele 38,2 1.400 Vaie (TO)<br />

Sant’Anna di Vinadio 39 1.503 Vinadio (CN)<br />

Sorgiva 39 1.134 Carisolo (TO)<br />

Pian della Mussa 40,1 1.500 Balme (TO)<br />

S. Bernardo Sorgente Rocciaviva 41,54 1.300 Garessio (CN)<br />

Levico Casara 42 1.700 Levico Terme (TN)<br />

Fonte Doro 43 1.060 Oppido Mamertina (RC)<br />

Meraner S. Virgilio 43 1.540 Merano (BZ)<br />

Alba 44 550 Valli del Pasubio (VI)<br />

Daggio Norda 44,5 1.935 Primaluna (LC)<br />

Stella Alpina 45,2 900 Moiò Dè Calvi (BG)<br />

Fonteviva 46,6 500 Canevara (MS)<br />

coalizzano Fonti Bauda 47 980 Coalizzano (SV)<br />

Fonte Caudana 48 700 Donato (BI)<br />

Valmora 48 1.000 Lucerna S.Giovanni (TO)<br />

Gioiosa della Valsesia 48,6 630 Quarona Sesia (VC)<br />

Alpi Bianche 49 - Vinadio (CN)<br />

Alte Vette 49 - Vinadio (CN)<br />

Acqua Oligominerale RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />

(mg/l) (m.s.m.)<br />

Cime Bianche 50,6 1.300 Vinadio (CN)<br />

S. Bernardo 52 1.000 Garessio (CN)<br />

Ale Tarsogno Alisea 54 935 Tarsogno (PR)<br />

Alpia 55 760 Malesco (VB)<br />

Ducale 56 950 Tarsogno (PR)<br />

Fonte Azzurrina 57 800 Careggine (LU)<br />

Santa Rita 59,1 700 Né (GE)<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Mangiatorella 60 1.100 Stilo (RC)<br />

S. Carlo Fonte Aurelia 60 600 S.Carlo Terme (MS)<br />

Certosa Fonte Perna 60,6 900 Polia (VV)<br />

Leonardo Alisea 60,9 900 Primaluna (LC)<br />

Fonte Napoleone 62,2 375 Poggio Marciana (LI)<br />

Geraci 62,7 1.450 Geraci Siculo (PA)<br />

Lievissima 75,5 1.848 Cepina Valdisotto (SO)<br />

Fabrizia 78 1.000 Fabrizia (VV)<br />

Certosa Fonte Camarda 79 450 Polia (VV)<br />

Goccia di Carnia 79 1.370 Forni Avoltri (UD)<br />

Eau de Santè 82 1.200 Stia (AR)<br />

Frisia 82 435 Piuro (SO)<br />

Maxim’s 82 1.200 Stia (AR)<br />

Pejo Fonte Alpina 83 1.393 Cogolo di Pejo (TN)<br />

Madonnina della Calabria 89,6 750 Girifranco (CZ)<br />

Ulmeta 90 725 Ormea (CN)<br />

Gaudenziana 93,4 900 Bognanco (VB)<br />

Lonera 105 1.250 Valli del Pasubio (VI)<br />

Vaia 106,2 800 Vagolino (BS)<br />

Fiuggi 106,5 590 Fiuggi (FR)<br />

Roana 109,72 1.492 Ussita (MC)<br />

Sorgente Moschetta 113,8 750 Grifalco (CZ)<br />

Dolomiti 115 815 Valli del Pasubio (VI)<br />

Madonna della Guardia 118,5 680 Ceranesi (GE)<br />

Siete Fuentes 119 620 Santulussurgiu (OR)<br />

Monte Bianco 122 1.518 Morgex (AO)<br />

Monte Cimone 122 935 Ospitale di Fanano (MO)<br />

Maniva 124,2 800 Vagolino (BS)<br />

S. Bernardo Sorgente della Rocca 125,7 1.500 Ormea (N)<br />

Beber 128 725 Posina (VI)<br />

Sorgente Serra Policaretto Sila 128,4 1.200 Acri (CS)<br />

Garbarono 131 720 Lurisia-Roccaforte Mondovì (CN)<br />

Abrau 135 57 Chiusa Pesio (CN)<br />

Monteverde 135 850 Pracchia (PT)<br />

Ceciliana 135,4 450 Palestrina (RM)<br />

S. Francesco 137,2 313 Caslino al Piano (CO)<br />

Santa Clara 139,1 820 Borzonasca (GE)<br />

S. Antonio 139,7 313 Caslino al Piano (CO)<br />

Fonte di Crodo Sorgente Cesa 141 540 Crodo (VB)<br />

Acqua Oligominerale RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />

(mg/l) (m.s.m.)<br />

Nuova Gareisa 143 595 Roccaforte Mondovì (CN)<br />

Nuova Acquachiara 143,5 1.000 Valli del Pasubio (VI)<br />

Panna 144 925 Scarperia (FI)<br />

Acqua Silva 149 980 Pracchia (PT)<br />

Fonte Lieta 149 1.030 Cervarezza (R.E.)<br />

Verna 150 960 Chiusi della Verna (AR)<br />

Fontalba 151,9 1.200 Montalbano Elicona (ME)<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Pioda 152,6 520 Moio Dè Calvi (BG)<br />

Fonte Serena 156,1 310 Oleggio Castello (NO)<br />

Lora di Recoaro 157,8 880 Recoaro Terme (VI)<br />

Castellina 160 750 Castelpizzuto (IS)<br />

Ventasso 160 1.006 Cervarezza (R.E.)<br />

Vera 160 S.Giorgio in Bosco (PD)<br />

Pradis 162 650 Pradis di Sotto Clauzetto (PN)<br />

Nerea 163 Castelsantangelo sul Nera (MC)<br />

Lissa 165 630 Posina (VI)<br />

Linx 165,5 1.485 Masanti (PR)<br />

Roccabianca 166 450 Terme Vigliatore (ME)<br />

Palina 169 615 Scarperia (FI)<br />

Smeraldina 172,2 650 Tempio Pausania (SS)<br />

Fontenova 172,8 500 Citerna Taro (PR)<br />

Santa Croce Sponga 172,9 720 Canistro Terme (AQ)<br />

Motette 173,24 700 Scheggia (PG)<br />

Corona 175,6 6 Calci (PI)<br />

Rocchetta 176 536 Gualdo Tadino (PG)<br />

Rocchetta Brio Blu 176 536 Gualdo Tadino (PG)<br />

Tione 180,55 397 Orvieto (TR)<br />

Pic 183,9 400 Vaie (TO)<br />

Cavagrande 184 400 Milo (CT)<br />

Sorgente Grigna 185 800 Primaluna (LC)<br />

Chiarella 187,3 760 Plesso (CO)<br />

S. Angelo 189 435 Siliqua (CA)<br />

S. Vittoria 190 1.380 Pornassio (IM)<br />

Sorgente Presolana 191,2 650 Clusone (BG)<br />

Pineta Sorgente Sales 194 700 Clusone (BG)<br />

Sassovivo 194 565 Foligno (PG)<br />

Gajum 199 481 Canzo (CO)<br />

Coralba 203 1.200 S.Damiano Macra (CN)<br />

Flaminia 204,9 500 Nocera Umbra (PG)<br />

Limpia 208,9 360 San Pellegrino Terme (BG)<br />

Misia 209 450 Borgo Cerreto (PG)<br />

Santo Stefano 210 650 Montesano di Marcellana (SA)<br />

Meo 216 200 Gavignano (RM)<br />

San Felice 220 205 San Felice (PT)<br />

S. Giorgio 223 405 Siliqua (CA)<br />

Fonte Tullia 223,8 550 Sellano (PG)<br />

(Continua)<br />

Acqua Oligominerale RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />

(mg/l) (m.s.m.)<br />

San Luigi 224 740 Barni (CO)<br />

S. Cassiano 226 550 Fabriano (AN)<br />

San Daniele 231 825 Montefiorino (MO)<br />

Tre Fontane 232 900 Montefiorino (MO)<br />

Paraviso 235 907 Lanzo d’Intelvi (CO)<br />

Fontelaura 236 700 Plesso (CO)<br />

Levia 238 395 Siliqua (CA)<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Tinnea 240 700 Montefortino (AP)<br />

Giara 240,2 71 Villasor (CA)<br />

Pura 243 408 Siliqua (CA)<br />

Gabinia 243,1 200 Gavignano (RM)<br />

San Benedetto 246 20 Scorzè (VE)<br />

Lentula 247 640 Cantagallo (PD)<br />

Guizza 251 20 Scorzè (VE)<br />

Crodo-Lisiel 252 500 Crodo (VB)<br />

Pasubio 256 650 Valli del Pasubio (VI)<br />

Futura 260 74 Feroleto Antico (CZ)<br />

Rocca Galgana 260,3 258 Citerna Taro (PR)<br />

Flavia (Efferv. Nat.) 261 400 Zogno (BG)<br />

Viva 262 450 Borgo Cerreto (PG)<br />

Fonte <strong>delle</strong> Rocce 262,8 350 Caprinica (VT)<br />

Luna 263,5 600 Primaluna (LC)<br />

Fonte del Parco 265,4 900 Montefiorino (MO)<br />

Sattai 269 160 Guspini (CA)<br />

L’Acqua 274 820 (AR)<br />

Federica della Fonte S. Giacomo 275 84 Su Pranu (CA)<br />

Castello 283,2 400 Vallio Terme (BS)<br />

Fonte Annia 290 23 Paradiso di Pocenia (UD)<br />

Opera 290 480 (RI)<br />

S. Maria degli Angeli 291 550 Rionero in Vulture (PZ)<br />

Valle Reale 298 300 Popoli (PE)<br />

Angelica 300 612 Nocera Umbra PG)<br />

Fonte Primavera 306 260 Popoli (PE)<br />

Natia 308 350 Riardo (CE)<br />

Gaia 315 250 Genga (AN)<br />

Sorgente dell’Amore 316 510 Grimaldi (CS)<br />

Cintoia 326 600 Greve in Chianti (FI)<br />

Danone Vitas<strong>nella</strong> 327 200 Darfo Boario Terme (BS)<br />

Fonte Elisa 327 240 Genga (AN)<br />

Val di Meti 330 650 Apecchio (PS)<br />

Fontemura 332 820 (AR)<br />

Frasassi 338 260 Genga (AN)<br />

Fonte Corte Paradiso 340 23 Paradiso di Pocenia (UD)<br />

Prealpi 345 480 Almè (BG)<br />

Lilia 346 505 Rionero in Vulture (PZ)<br />

Monteforte 351 716 Materno di Contese (MO)<br />

(Continua)<br />

Acqua Oligominerale RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />

(mg/l) (m.s.m.)<br />

Linda 352 65 Salò (BS)<br />

Luce 352 154 Siliqua (CA)<br />

Sovrana 353 190 Castelletto d’Orba (AL)<br />

Tavina 353 70 Salò (BS)<br />

Ruscella 357 279 Modica (RG)<br />

Fonte Santa Chiara 361 700 Scheggia (PG)<br />

Santa Maria 361 350 Modica (RG)<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


S. Moderanno 363,4 865 Berceto (PR)<br />

Cerelia 366 680 Cereglio (BO)<br />

Primula 368 400 Spinone al Lago (BG)<br />

San Rocco 370 200 Arcore (MI)<br />

San Pantaleo (Fluorata) 375,6 426 Olbia (SS)<br />

Funte Fria 380,4 650 Macomer (NU)<br />

Orobica 384 400 Almè (BG)<br />

Preistorica 387,49 650 Montefortino (AP)<br />

Eureka 390 100 Corigliano d’Otranto (LE)<br />

Sole 399,5 181 Nuvolento (BS)<br />

Sancarlo Spinone 405 400 Spinone al Lago (BG)<br />

Verdiana 410 200 Ramiola di Medesano (PR)<br />

Fabia 412 355 San Gemini (TR)<br />

Fonte Aura 415 350 San Gemini (TR)<br />

Silvana 427,5 596 Valfrancia-Galeata (FO)<br />

Azzurra 428 540 Torrebelvicino (VI)<br />

Ninfa 440 725 Melfi (PZ)<br />

Prata 442 300 Pratella (CE)<br />

Varanina 444 225 Varano Marchesi (PR)<br />

Visciolo 446 550 Rionero in Vulturne (PZ)<br />

Gaverina Fonte Centrale 448,4 500 Gaverina Terme (BG)<br />

Amerino 450 390 Acquasparta (TR)<br />

Tre Santi 466 539 Sernano (MC)<br />

Fonte di Alice 470 500 Greve in Chianti (FI)<br />

Fontechiara 471 164 Medesano (PR)<br />

Sant’Elena 472 550 Chianciano (SI)<br />

Amata 479,8 300 Casamassima (BA)<br />

Gallo 480 560 Montefiorino (MO)<br />

Ausonia 482,5 680 Bognanco (VB)<br />

San Giacomo 485 539 Sarnano (MC)<br />

Lidia 488,5 200 Medesano (PR)<br />

Fontepatri 500 500 Lastra a Signa (FI)<br />

Acqua Minerale RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />

(mg/l) (m.s.m.)<br />

S. Leopoldo 505,8 125 Casciana Terme (PI)<br />

Fonte di Palme 517,5 80 Torre di Palme (AP)<br />

Cutolo-Rionero (Efferv. Nat.) 540 550 Rionero in Vulture (PZ)<br />

Fonte Itala (Efferv. Nat.) 547,5 530 Atella (PZ)<br />

Augusta 551 190 Castelletto d’Orba (AL)<br />

Tolentino Sorgente S. Lucia 551 426 Tolentino (MC)<br />

La Francesca (Efferv. Nat.) 563 550 Rionero in Vulture (PZ)<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Acqua di Nepi (Efferv. Nat.) 569 227 Nepi (VT)<br />

Fonte Vivia (Efferv. Nat.) 578 220 Nepi (VT)<br />

Sacramora 581 15 Riserba di Rimini (RN)<br />

Fontesana 583 150 RN<br />

Galvanina 589 150 RN<br />

Sangiuliano 598 15 Riserba di Rimini (RN)<br />

Tesorino 598 98 Montopoli Val d’Arno (PI)<br />

S.Andrea 602 200 Medesano (PR)<br />

Montinverno 603 600 Varano Marchesi (PR)<br />

Santafiora 610 330 Monte San Savino (AR)<br />

Ambra 612,4 185<br />

Madonna della Mercede 616 180 Ramiola di Medesano (PR)<br />

Perla 616 330 Monte San Savino (AR)<br />

Egeria 617,9 20 (RM)<br />

Aemilia 630,4 180 Ramiola di Medesano (PR)<br />

Boario 636 217 Darfo Boario Terme (BS)<br />

Paravita 639 60 Parabita (LE)<br />

S. Donato 650 200 Pianura-Napoli (NA)<br />

S. Pietro 656,1 146 S.M.Mole-Marino (FR)<br />

Parmense del Piceno 665 120 Torre di Palme (AP)<br />

Vis Sorgente del Ciliegio 670 590 Carpineti (R.E.)<br />

Bracca 681 400 Zogno (BG)<br />

Appia 681,3 110 (RM)<br />

Rosablu Light (Efferv. Nat.) 682 20 Via Appia Nuova (RM)<br />

Rosablu (Addizionata con CO2) 682 20 Via Appia Nuova (RM)<br />

S. Maria alle Capannelle 682 20 Via Appia Nuova (RM)<br />

Fonte Angelico 700 60 Monteroni in Lecce (LE)<br />

Claudia (Efferv. Nat.) 763 143 Anguillara S. (RM)<br />

Kaiserwasser 827 1340 S.Candido (BZ)<br />

Acqua Sacra (Efferv. Nat.) 841,8 35 Monte Sacro (RM)<br />

Generosa 865 100 La Scala (PI)<br />

Lete (Efferv. Nat.) 873,5 300 Pratella (CE)<br />

Sangemini 955 370 San Gemini (TR)<br />

Uliveto (Efferv. Nat.) 986 12 Vico Pisano Terme (PI)<br />

Fonte Gaudianello 1.009 530 Melfi (PZ)<br />

Santagata (Efferv. Nat.) 1.026 98 Rocchetta e Croce (CE)<br />

San Pellegrino 1.074 370 S.Pellegrino Terme (BG)<br />

Perla 1.120 9.4 Pozzillo Acireale (CT)<br />

Acqua della Madonna 1.132 1 Castellammare di Stabia (NA)<br />

(Continua)<br />

Acqua Minerale RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />

(mg/l) (m.s.m.)<br />

Acquarossa (Efferv. Nat.) 1.200 300 Milo (CT)<br />

San Ciro (Efferv. Nat.) 1.215 150 Ercolano (NA)<br />

Cinciano 1.246,6 175 Poggibonsi (SI)<br />

Sanfaustino 1.265 350 Terme Sanfaustino (PG)<br />

Ferrarelle (Efferv. Nat.) 1.283 111 Riardo (CE)<br />

S. Lucia 1.286 350 Bonorva (SS)<br />

Sveva (Efferv. Nat.) 1.328 491 Rionero in Vulture (PZ)<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici


Traficante 1.328 Rionero in Vulture (PZ)<br />

S. Silvestro 1.391 500 Angolo Terme (BS)<br />

Lavaredo 1.440 1343 S.Candido (BZ)<br />

Sandalia 1.476 71 Villasor (CA)<br />

Fonte Regina 1.634 450 Valli del Pasubio (VI)<br />

Acqua Ricca di Sali <strong>Minerali</strong> RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />

(mg/l) (m.s.m.)<br />

Vesuvio 1.773 139 Percolano (NA)<br />

Telese 1.790 50 Telese terme (BN)<br />

San Marco 1.847,5 141 Minturno (LT)<br />

San Lorenzo 1.940 680 Aprilia (LT)<br />

Fonte Margherita 2.050 240 Torrebelvicino (VI)<br />

Fonti di Crodo Valle d’Oro 2.105 500 Crodo (VB)<br />

Toka 2.250 400 Rionero in Vulture (PZ)<br />

Courmayeur 2.264 1.100 Morgex (AO)<br />

San Paolo 2.297 20 V.Casali S.Sisto (RM)<br />

Acqua Fucoli 2.680 550 Cianciano Terme (SI)<br />

San Martino 2.914,4 270 Codrongianos (SS)<br />

Acqua Santa 3.398 500 Cianciano Terme (SI)<br />

Tettuccio 6.862 40.24 Montecatini terme (PT)<br />

Regina 15.827 46,38 Montecatini Terme (PT)<br />

L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici

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