L'Impiego delle Acque Minerali nella ... - Biblioteca Medica
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Giornate Reggiane di Dietetica e Nutrizione Clinica<br />
1 a Edizione<br />
“L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong><br />
Dietoterapia degli Stati Fisiologici e<br />
Patologici”<br />
Reggio Emilia, 28 Settembre 2007<br />
A cura di<br />
William Giglioli - Salvatore Vaccaro<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Giornate Reggiane di Dietetica e Nutrizione Clinica<br />
1 a Edizione<br />
“L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong><br />
Dietoterapia degli Stati Fisiologici e<br />
Patologici”<br />
Reggio Emilia, 28 Settembre 2007<br />
A cura di<br />
William Giglioli - Salvatore Vaccaro<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
INDICE<br />
INTRODUZIONE Pag. 03<br />
PARTE 1 - ACQUA ED ORGANISMO UMANO Pag. 04<br />
Proprietà Chimico-Fisiche dell’Acqua Pag. 05<br />
Roberto Messori<br />
L’Importanza Biologica dell’Acqua Pag. 14<br />
Emanuela Casini<br />
Fabbisogni Idrici nelle Varie Fasce d’Età e Stati Fisiologici Pag. 23<br />
Massimo Vincenzi<br />
PARTE 2 - LE ACQUE MINERALI Pag. 29<br />
<strong>Acque</strong> Destinate al Consumo Umano Pag. 30<br />
Maurizio Rosi<br />
Classificazione <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> Pag. 35<br />
Salvatore Vaccaro<br />
Il Percorso <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> dalla Sorgente alla Tavola Pag. 44<br />
Salvatore Vaccaro<br />
L’Etichetta <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> Pag. 50<br />
Antonia Maria Morini<br />
PARTE 3 - ACQUE MINERALI: INDICAZIONI E CONTROINDICAZIONI NELLA<br />
DIETOTERAPIA DEGLI STATI FISIOLOGICI E PATOLOGICI Pag. 62<br />
L’Acqua in Età Pediatrica ed Adolescenziale Pag. 63<br />
Sergio Amarri, Anna Lasagni, Roberto Verri<br />
L’Acqua in Gravidanza e nell’Allattamento Pag. 70<br />
Giovanni Battista La Sala<br />
L’Acqua nello Sportivo Pag. 71<br />
Nino Carlo Battistini<br />
L’Acqua negli Stati Patologici Pag. 74<br />
Barbara Paolini<br />
Fegato ed <strong>Acque</strong> Pag. 83<br />
Giovanni Fornaciari<br />
Apparato Gastrointestinale ed <strong>Acque</strong> Pag. 85<br />
Angela Mazzocchi<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
PARTE 4 - ABSTRACTS Pag. 88<br />
Indagine sull’intake idrico medio/die in pazienti ospedalizzati Pag. 89<br />
Salvatore Vaccaro<br />
Valutazione della distribuzione dei fluidi corporei in soggetti con eccesso<br />
ponderale tramite l’Analisi Bioimpedenziometrica Pag. 90<br />
Salvatore Vaccaro<br />
PARTE 5 - ACQUE MINERALI E MERCATO ITALIANO Pag. 91<br />
Le principali acque minerali presenti sul mercato italiano Pag. 92<br />
Salvatore Vaccaro<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Liscia, gassata, frizzante, effervescente naturale, piatta, leggermente gassata,<br />
oligominerale, purificata. Ci si può davvero perdere in un oceano d’acqua. Cosa ci ha indotti<br />
ad affrontare questo tema? Gli italiani sono i maggiori produttori e bevitori mondiali d’acqua<br />
minerale con un consumo di oltre 180 litri pro capite. Più del 50 per cento dei nostri<br />
connazionali beve acqua minerale in bottiglia, probabilmente perché la ritiene più sicura e<br />
piacevole.<br />
Le acque minerali ed il loro consumo possono presentare numerosi aspetti poco<br />
conosciuti e non del tutto definiti Molti ritengono che l'acqua minerale sia migliore e più<br />
garantita dell'acqua dell'acquedotto tanto da tutelare meglio la propria salute e quella della<br />
propria famiglia. L’acqua minerale una volta imbottigliata, distribuita e pubblicizzata può<br />
arrivare però a costare dalle 500 alle 1000 volte in più rispetto all'acqua del rubinetto.<br />
Vale la pena spendere tanti soldi per acquistarla? L’acqua minerale è di qualità<br />
superiore all’acqua del rubinetto? La pubblicità fatta dalle aziende produttrici dell’acqua<br />
minerale può creare false aspettative nei consumatori? Le etichette <strong>delle</strong> bottiglie sono<br />
sufficientemente chiare nel presentare un tipo di acqua rispetto ad un’altra? E allora è<br />
possibile con l’aiuto di esperti verificare se questo elemento-alimento, indispensabile alla<br />
nostra vita, possa essere consumato tramite una scelta responsabile? Accostare ad un<br />
determinato cibo un tipo di acqua minerale può essere un modo per migliorare la digestione<br />
ed arricchire la nostra gastronomia? Esistono acque minerali utili alla cura di patologie<br />
epatiche e gastroenterologiche? La legislazione vigente tutela i consumatori verso acque<br />
minerali non idonee? Quanta acqua è necessaria al nostro organismo nelle varie età della vita?<br />
Ecco perché abbiamo scelto questo tema, davvero appassionante, con la speranza che ai tanti<br />
quesiti posti venga data una risposta dissipando dubbi e confermando, se esistono, certezze.<br />
Dr. William Giglioli<br />
Responsabile U.O. Lungodegenza Post-Acuta<br />
Riabilitazione Estensiva - Cure Palliative<br />
Responsabile Team Nutrizionale Aziendale<br />
A.O. Arcispedale Santa Maria Nuova<br />
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Parte 1<br />
Acqua ed Organismo Umano<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
PROPRIETÀ CHIMICO-FISICHE DELL’ACQUA<br />
Roberto Messori<br />
ARPA Emilia Romagna - Sezione di Reggio Emilia<br />
Il convegno che si apre oggi pone al suo centro l’acqua.<br />
Mai come ora, forse, il problema “acqua” è sentito, discusso ed è fonte di<br />
preoccupazione a livello mondiale.<br />
Come sappiamo non è possibile concepire una qualsiasi forma di vita, almeno sul<br />
nostro pianeta, a prescindere dall’acqua.<br />
Tutti quanti siamo a conoscenza che la risorsa acqua, e soprattutto l’acqua potabile,<br />
non può essere considerato un bene infinito: è un bene prezioso, “strategico” che va tutelato,<br />
innanzitutto pensando alle generazioni future.<br />
Ma veniamo all’argomento del mio intervento: le qualità chimico-fisiche dell’acqua.<br />
Dal punto di vista chimico l’acqua è definita come l’ossido di idrogeno, la sua<br />
molecola è da noi tutti conosciuta e la vita su questo pianeta (almeno per come la<br />
conosciamo) non si sarebbe mai sviluppata se l'acqua non avesse alcune proprietà<br />
chimicofisiche molto singolari che la fanno essere davvero una molecola straordinaria.<br />
Facciamo qualche esempio.<br />
L’acqua allo stato liquido ha densità maggiore dell’acqua allo stato solido; se così non<br />
fosse i ghiacci galleggianti affonderebbero, e si adagerebbero sui fondali marini.<br />
Altra proprietà particolarissima dell’acqua è quella che, nonostante il suo basso peso<br />
molecolare, presenta punti di fusione e di ebollizione relativamente molto elevati, e possiede<br />
un’alta capacità termica che permette all’acqua di non risentire eccessivamente degli sbalzi di<br />
temperatura esterni. Questo fatto è di estrema importanza sia dal punto di vista ambientale<br />
(per la capacità di mari, laghi, oceani di mitigare il clima) che dal punto di vista fisiologico (il<br />
nostro corpo è formato in gran parte d’acqua e la costanza della temperatura è, per le cellule,<br />
di capitale rilevanza).<br />
Molte <strong>delle</strong> proprietà dell’acqua sono dovute e spiegate dalla sua forma e dalla sua<br />
struttura elettronica. La teoria del legame chimico aiuta a spiegarle.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Molte di queste proprietà e altre ancora risiedono <strong>nella</strong> particolare natura del legame<br />
fra l’atomo di ossigeno e i due atomi di idrogeno, <strong>nella</strong> loro geometria e <strong>nella</strong> differenza di<br />
elettronegatività fra questi due elementi. Proprio a causa di questa differenza<br />
la molecola d’acqua può interagire con altre molecole polari o forme ioniche<br />
(vedi il fenomeno della solvatazione), mentre le molecole apolari tenderanno a<br />
rifuggire l’acqua (e per questo si usa per le specie apolari il termine<br />
“idrofobico”, cioè che “teme l’acqua”).<br />
In virtù della polarità <strong>delle</strong> molecole d’acqua, poi, queste si possono legare fra di loro<br />
per mezzo dei cosiddetti “legami idrogeno”, in cui l’ossigeno di una molecola si coordina<br />
all’idrogeno di un’altra con una direzionalità ben precisa. Proprio questo specialissimo<br />
legame spiega molte <strong>delle</strong> proprietà dell’acqua prima enunciate.<br />
Quando però si parla di proprietà chimico-fisiche <strong>delle</strong> acque destinate al consumo<br />
umano (sia quelle di “rubinetto” che quelle minerali naturali “in bottiglia”) ci si riferisce,<br />
solitamente, alle caratteristiche di soluzioni acquose contenenti diversi sali.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Principali parametri di composizione <strong>delle</strong> acque destinate al consumo umano e<br />
<strong>delle</strong> minerali<br />
Conducibilità elettrica<br />
In una soluzione, gli ioni presenti consentono il passaggio della corrente elettrica.<br />
Poiché la conducibilità elettrica aumenta in modo proporzionale alla concentrazione <strong>delle</strong><br />
sostanze disciolte, la conducibilità elettrica è un parametro utile per ottenere una misura,<br />
seppur approssimativa, del contenuto salino di un’acqua. La conducibilità elettrica è molto<br />
influenzata dalla temperatura e generalmente viene riportata la conducibilità elettrica<br />
specifica a 20 °C con unità di misura in µS/cm. L’acqua molto pura (cioè con un bassissimo<br />
contenuto di ioni in essa disciolti) ha una conducibilità elettrica molto bassa, mentre le acque<br />
sotterranee comunemente utilizzate per il consumo umano presentano valori di conducibilità<br />
elettrica specifica che comunemente va dai 100 ai 1000 µS/cm.<br />
pH<br />
Nell'acqua allo stato liquido una parte <strong>delle</strong> molecole si dissocia spontaneamente in<br />
ioni H + e ioni OH – . Alla temperatura standard di 25°C la concentrazione di ioni H + è pari a 1,0<br />
x 10 -7 eq/L. Anziché esprimere la concentrazione degli ioni H + in questa forma, si utilizza il<br />
logaritmo decimale negativo (o cologaritmo) detto pH. Più esattamente il pH è però definito<br />
come il logaritmo negativo dell’attività dello ione H + .<br />
pH = -log10 a H+<br />
Il pH di un’acqua distillata. in assenza di anidride carbonica disciolta è 7,00 a 25°C.<br />
Questo valore di pH definisce la condizione di neutralità: pH inferiori a 7 indicano condizioni<br />
di acidità, superiori di basicità.<br />
Il pH <strong>delle</strong> acque sotterranee, con basso contenuto di anidride carbonica disciolta, è<br />
generalmente compreso tra 6,5 e 8,0. Le acque con bassa mineralizzazione, alimentate dalla<br />
fusione <strong>delle</strong> nevi o dalla pioggia, presentano generalmente un pH intorno a 5,5-6,5; nelle<br />
normali acque fluviali o di sorgente, di tipologia prevalentemente bicarbonato-calcica, il pH<br />
va da 7,0 a 8,0.<br />
Variazioni anche minime del pH hanno un ruolo importante nel modificare la<br />
solubilità di certe sostanze. La solubilità del calcare, ad esempio, è molto influenzata dal<br />
valore di questo parametro.<br />
Potenziale redox (ORP)<br />
La misura del potenziale redox, ovvero della capacità della soluzione di risultare<br />
donatore o accettore di elettroni (quindi riducente o ossidante) risulta molto utile per<br />
comprendere le dinamiche che avvengono all’interno <strong>delle</strong> acque sotterranee. La stabilità e la<br />
solubilità di molte specie ioniche presenti in un’acqua dipende fortemente dalle condizioni<br />
redox: ne sono un esempio, come si dirà più avanti, la presenza nelle acque di ferro,<br />
manganese e ammonio. È un parametro da valutare esclusivamente al momento del prelievo<br />
ma non è richiesto dalle normative di controllo <strong>delle</strong> acque.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Residuo fisso<br />
Il contenuto in sali di un'acqua può essere misurato attraverso il residuo fisso. Il<br />
residuo fisso o residuo totale a 180 °C, corrisponde alla parte solida che rimane dopo aver<br />
evaporato ed essiccato alla temperatura di 180 °C, una quantità nota di acqua, in genere 1<br />
litro. Esso esprime la quantità totale di sali contenuti. Nelle acque destinate al consumo<br />
umano e in quelle minerali naturali il residuo fisso presenta valori che vanno dalle<br />
oligominerali (con residuo fisso minore di 500 mg/L), ad acque a media mineralizzazione<br />
(spesso comunque non superiori o di poco superiori ai 1000 mg/L).<br />
Forme di azoto nelle acque<br />
L’azoto come gas può essere presente nelle acque sotterranee in fase di gas disciolto,<br />
ma molto più importanti sono le forme dell’azoto presenti in composti a differenti stati di<br />
ossidazione.<br />
Ammonio<br />
L'ammoniaca deriva solitamente da sostanze proteiche non completamente degradate,<br />
principalmente dall’azoto degli amminoacidi che per deamminazione passa a NH3 secondo la<br />
sequenza:<br />
proteine → amminoacidi → urea → azoto → ammoniacale<br />
Nelle acque destinate al consumo umano e in quelle minerali naturali l’ammoniaca è<br />
generalmente assente. Fanno eccezione le acque provenienti da acquiferi torbosi dove, in<br />
presenza di potenziale redox decisamente negativo, la concentrazione di ammonio può<br />
raggiungere valori di alcuni milligrammi al litro: nelle acque provenienti dai pozzi della bassa<br />
padana, ad esempio, è usuale riscontrare concentrazioni di ammonio fino anche a 5 mg/L.<br />
Nitrito e nitrato<br />
Queste forme di azoto, quando presenti, sono spesso in bassa concentrazione. Valori<br />
elevati sono indici di una risorsa compromessa da inquinamenti. Lo ione nitrato raggiunge le<br />
acque sotterranee principalmente come sostanza disciolta nelle acque piovane di infiltrazione,<br />
ma i valori di nitrato in acque a basso impatto antropico raramente superano i 4-5 mg/L.<br />
Per questo parametro il D.Lgs 31/2001 (relativo alle acque destinate al consumo<br />
umano) pone un limite di 50 mg/L, mentre la normativa vigente per le acque minerali naturali<br />
fissa a 45 mg/L il limite e addirittura a 10 mg/L per le acque destinate alla prima infanzia: il<br />
motivo di queste limitazioni è dovuto alla possibilità che il nitrato, nello stomaco (soprattutto<br />
dei lattanti), possa trasformarsi in nitrito e quindi, reagendo con alcune ammine introdotte col<br />
cibo, formare le nitrosammine, sostanze che, secondo la letteratura scientifica, nelle cavie<br />
sono risultate epatotossiche e cancerogene. A questo proposito c’è da ricordare che nitrato e<br />
nitrito entrano spesso <strong>nella</strong> nostra dieta anche come conservanti nei salumi (nitrato e nitrito di<br />
sodio: E251 e E250).<br />
Lo ione nitrito è generalmente assente nelle acque destinate al consumo umano e/o<br />
minerali.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Fluoruro<br />
Nelle acque sotterranee, quando sono assenti particolari situazioni geochimiche, il<br />
contenuto di ione fluoruro è molto basso da < 0,05 a 0,20 mg/L.<br />
Il fluoruro ha una duplice veste: esso è un elemento necessario all’organismo umano<br />
(l’apporto alimentare di fluoro a basse dosi può avere un’azione benefica sulla dentizione),<br />
ma potrebbe determinare fluorosi, in particolare <strong>nella</strong> popolazione più sensibile come lattanti<br />
e bambini in tenera età. Pertanto il recente D.M. 11 settembre 2003 sulle acque minerali<br />
prevede all’art. 1 che «le acque minerali naturali, la cui concentrazione di fluoro è superiore a<br />
1,5 mg/L, devono riportare la seguente indicazione in etichetta: Contiene più di 1,5 mg/L di<br />
fluoro: non ne è opportuno il consumo regolare da parte dei lattanti e dei bambini di età<br />
inferiore a sette anni».<br />
Cloruro<br />
Lo ione cloruro è presente nelle acque sotterranee in concentrazioni molto variabili in<br />
funzione della litologia degli acquiferi. In acque che circolano nelle arenarie<br />
uarzosofelspatiche, rocce molto comuni in aree appenniniche, o in aree carsiche, i cloruri si<br />
trovano in concentrazioni fra 5 e 20 mg/L. Questi derivano in gran parte dagli apporti della<br />
pioggia. Nelle acque <strong>delle</strong> piane alluvionali, il cloruro è quasi sempre in concentrazioni<br />
superiori, specialmente in zone costiere dove le falde di acqua dolce possono venire in<br />
contatto con quelle marine. Quasi sempre l’estrazione eccessiva di acque dal sottosuolo<br />
determina risalita del cuneo salino dal mare con grave compromissione della risorsa.<br />
Nelle zone aride, le acque sotterranee profonde sono spesso ricche in cloruro per<br />
l’assenza di diluizione da parte <strong>delle</strong> acque piovane di infiltrazione e per i tempi lunghi di<br />
contatto con le rocce dell’acquifero che ne favoriscono l’arricchimento.<br />
Solfato<br />
Lo ione solfato è presente in tutte le acque fluviali, lacustri e sotterranee; in acque<br />
sotterranee si possono riscontare concentrazioni da pochi mg/L fino, in alcuni casi, a oltre<br />
1000 mg/L; le concentrazioni più elevate si riscontrano nelle acque che vengono in contatto<br />
con sedimenti evaporitici a gesso (CaSO4.2H2O) o anidrite (CaSO4).<br />
Carbonato e bicarbonato<br />
L’anidride carbonica, disciolta nell’acqua piovana di infiltrazione o generata per<br />
fenomeni di metamorfismo <strong>delle</strong> rocce si scioglie in acqua con formazione di acido carbonico,<br />
un acido debole con costante di dissociazione di 4,2x10 –7 . La presenza di carbonati e<br />
bicarbonati (o idrogenocarbonati) nelle acque dipende quindi dalla CO2 presente e dalle<br />
reazione di equilibrio di questa in funzione del pH.<br />
La distribuzione <strong>delle</strong> varie specie CO2 acquosa (acido carbonico), HCO3 - e CO3 -2 in<br />
funzione del pH è riportata <strong>nella</strong> figura 1.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
In molte acque sotterranee con pH intorno a 7,5 è presente prevalentemente la forma<br />
HCO3 - (bicarbonato) che quindi contribuisce totalmente all’alcalinità dell’acqua.<br />
Per questo motivo i carbonati risultano assenti o hanno concentrazioni normalmente<br />
molto basse mentre i bicarbonati possono raggiunge valori anche superiori a 500 mg/L.<br />
Calcio<br />
Il calcio è un elemento molto abbondante ed è presente in molti minerali costituenti la<br />
crosta terrestre; molte rocce contengono calcio in elevata percentuale. Concentrazioni elevate<br />
(rispetto al totale dei cationi) indicano generalmente la provenienza da rocce carbonatiche.<br />
Tuttavia, le acque che circolano nei sistemi carbonatici di tipo carsico, con rocce costituite da<br />
calcari e dolomie, sono generalmente a basso contenuto di calcio e magnesio per l’elevata<br />
velocità di attraversamento che non dà luogo a significativi fenomeni di solubilizzazione. La<br />
dissoluzione dei calcari avviene per opera dell’acqua ricca di anidride carbonica. Nelle acque<br />
sotterranee le concentrazioni di calcio che comunemente si riscontrano sono comprese fra 10<br />
e 200 mg/L.<br />
L’importanza del calcio <strong>nella</strong> nutrizione è da tutti riconosciuta (per le ossa, i denti, i<br />
muscoli, i nervi).<br />
Magnesio<br />
Anche il magnesio è un elemento diffuso in molti minerali della litosfera.<br />
Concentrazioni elevate si riscontrano nelle acque che hanno un lungo tempo di residenza in<br />
acquiferi costituiti da sabbie e ghiaie contenenti dolomia (carbonato doppio di calcio e<br />
magnesio) o ofioliti (rocce vulcaniche formatesi in ambiente marino profondo e ricche in<br />
silicio, alluminio, ferro, magnesio). In questi casi si raggiungono valori fino a 100 mg/L.<br />
L’importanza del magnesio <strong>nella</strong> nutrizione è da molti riconosciuta, fra l’altro, per la<br />
prevenzione <strong>delle</strong> malattie cardiovascolari.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Durezza<br />
La durezza è connessa alla presenza dei due ioni alcalino-terrosi ed è definita come la<br />
somma del contenuto dei sali di calcio e di magnesio espressi come CaCO3. In origine il<br />
concetto di durezza esprimeva la maggiore o minore capacità di un’acqua di produrre schiuma<br />
insieme al sapone. La presenza di calcio e magnesio inibisce infatti la formazione di schiuma<br />
e limita il potere “lavante” dell’acqua.<br />
La durezza è un parametro frequentemente tenuto sotto controllo, in particolare per<br />
l’utilizzo domestico dell’acqua dove, nei circuiti dell’acqua calda, acque con durezza<br />
relativamente elevata possono dare luogo alla deposizione di carbonati di calcio e magnesio.<br />
In relazione alla durezza nelle acque si adottano principalmente le seguenti definizioni:<br />
• durezza totale: concentrazione totale di sali di calcio e magnesio espressa come carbonato<br />
di calcio (è il parametro richiesto dalle normative su acque potabili e minerali).<br />
• durezza permanente: concentrazione di sali di calcio e magnesio espressa come carbonato<br />
di calcio, misurata dopo ebollizione dell’acqua. La durezza permanente è il contenuto di<br />
calcio e magnesio dovuto alla presenza di solfati o cloruri e, talora, nitrati, che persiste<br />
dopo aver fatto precipitare i carbonati e i bicarbonato per ebollizione.<br />
• durezza temporanea: differenza fra la durezza totale e quella permanente. Essa<br />
rappresenta la concentrazione dei bicarbonati alcalino-terrosi ed è espressa come<br />
carbonato di calcio.<br />
La durezza totale è un parametro molto usato in idrogeologia e viene comunemente<br />
espressa in gradi francesi; 1 grado francese corrisponde a 10 mg/L di CaCO3, oppure a 8,7<br />
mg/L di MgCO3.<br />
Vi sono scale di classificazione della durezza <strong>delle</strong> acque che non sempre sono in<br />
accordo; fra queste quella più comunemente usata è la seguente:<br />
• leggere o dolci, se con durezza inferiore a 14 °F;<br />
• mediamente dure, se con durezza compresa tra 14 e 22 °F;<br />
• dure, se con durezza superiore a 22 °F.<br />
Sodio<br />
Trattandosi di uno dei costituenti base di molti tipi di rocce, è sempre presente nelle<br />
acque sotterranee e superficiali principalmente a causa dell’elevata solubilità dei suoi sali.<br />
Nelle acque il sodio deriva dalla lisciviazione dei depositi superficiali e sotterranei di sali,<br />
dalla alterazione dei minerali silicei, dalle intrusioni di acqua marina negli acquiferi di acqua<br />
dolce. Elevate concentrazioni di sodio sono spesso accompagnate da cloruri.<br />
Potassio<br />
Il potassio proviene per lo più dai principali silicati costituenti le rocce di origine<br />
magmatica o argillosa. Le concentrazioni che normalmente si riscontrano sono generalmente<br />
inferiori o intorno a 1 mg/L.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Metalli e altri elementi nelle acque<br />
Metalli ed altri elementi di natura non metallica (arsenico, selenio) possono essere<br />
presenti nelle acque naturali in concentrazioni, normalmente molto basse, e in forme diverse.<br />
Ferro<br />
Sono le condizioni riducenti del sistema, come frequentemente si riscontrano in acque<br />
sotterranee, che possono determinare mobilizzazioni di concentrazioni elevate di questo<br />
metallo <strong>nella</strong> forma dello ione Fe +2 .<br />
Le acque che contengono elevate concentrazioni di ioni Fe+2 (talvolta fino a 5000<br />
µg/L), una volta ossigenate a contatto con l’aria, tendono a dar luogo ad intorbidamenti per la<br />
formazione di un precipitato di idrossido ferrico.<br />
Nelle acque il ferro, già con valori di concentrazione di 250 – 300 µg/L, crea<br />
inconvenienti per la formazione di incrostazioni di idrossidi e carbonati e per il sapore<br />
metallico che impartisce all’acqua. Concentrazioni elevate di ferro in soluzione possono<br />
determinare poi sviluppo di ferrobatteri con problemi di corrosione <strong>delle</strong> tubazioni.<br />
Il ruolo e l’importanza del ferro nell’organismo umano è noto: esso è il costituente<br />
dell’emoglobina e come tale ricopre una funzione essenziale.<br />
Manganese<br />
Il manganese contenuto nelle acque sotterranee deriva frequentemente dalla<br />
solubilizzazione del carbonato di manganese, MnCO3, presente con una certa abbondanza nei<br />
paleosuoli. Spesso accompagna i minerali di ferro avendo un comportamento simile. Il<br />
manganese è presente nelle acque spesso come ione Mn+2, specie chimica piuttosto solubile.<br />
Generalmente, quando è presente in concentrazioni superiori a 50 µg/L e viene a contatto con<br />
l’aria, si ha l’ossidazione e la precipitazione come idrato Mn(OH)4, che provoca gli stessi<br />
inconvenienti del ferro: intorbidamento dell’acqua, sapori sgradevoli, torbidità e depositi nelle<br />
tubazioni.<br />
Per l’organismo umano il manganese è un costituente di alcuni enzimi e come tale<br />
risulta essenziale.<br />
Arsenico<br />
L’arsenico costituisce un contaminante <strong>delle</strong> acque diffuso in numerose aree della<br />
Terra e la sua presenza è normalmente imputabile a rilasci di origine naturale.<br />
Numerosi sono i territori dove si rileva arsenico nelle acque in concentrazioni elevate.<br />
Particolarmente grave è la situazione nel West Bengala (India), dove una popolazione di 1,5<br />
milioni di persone è interessata dall’uso di acque contaminate da arsenico, con concentrazioni<br />
medie intorno a 200 µg/L. In Italia valori di arsenico, a volte anche superiori a 10 µg/L<br />
(l’attuale concentrazione massima ammessa dal D.Lgs 31/2001) sono riscontrati ad esempio<br />
nelle acque sotterranee in alcune aree dell’Emilia, in acque di pozzo di alcuni comuni della<br />
provincia di Mantova e in alcuni comuni del Veneto, ma anche in acque di sorgente di acque<br />
minerali o in laghi del Lazio settentrionale e nelle acque sotterranee dei Campi Flegrei<br />
(Napoli). Dalla maggior parte di queste indagini emerge che la presenza dell’arsenico è legata<br />
a processi naturali di cessione dei minerali (spesso arsenopiriti) presenti negli acquiferi.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
L’arsenico è presente principalmente nelle due forme di ossidazione come As +3 e As +5 .<br />
La forma stabile in condizioni ossidanti è As +5 , mentre As +3 è presente in condizioni<br />
riducenti, in particolare nelle acque sotterranee, frequentemente associato a Fe +2 e ammonio. I<br />
limiti di legge sono comunque relativi all’arsenico totale.<br />
Aspetti tossicologici dell'arsenico<br />
I composti inorganici dell'arsenico sono molto tossici e sono considerati cancerogeni.<br />
L'arsenico (come “arsenic and compounds”) è inserito dalla International Agency for<br />
Research on Cancer (IARC, 1987) nel Gruppo 1 della lista dei cancerogeni umani. Gli effetti<br />
sulla salute umana sono diversi a seconda del tipo di esposizione. Quelli acuti, prodotti<br />
dall’esposizione ad alte dosi, inducono gravi effetti sull’apparato gastroenterico e sui reni,<br />
mentre le maggiori ricadute sanitarie sono dovute alle lunghe esposizioni a basse dosi,<br />
prevalentemente per l’impiego dell’acqua utilizzata a scopo potabile: studi epidemiologici<br />
hanno dimostrato gli effetti cancerogeni dell’arsenico assunto attraverso questo veicolo.<br />
Un tempo era considerato un elemento di interesse per l’organismo umano (sembra<br />
legato al processo della crescita), tanto che ancora oggi sono impiegate ad uso termale le<br />
acque arsenicali-ferrugginose che trovano impiego sia <strong>nella</strong> balneoterapia per la cura di<br />
particolari malattie <strong>delle</strong> pelle, sia nel trattamento di anemie. In realtà, come riportato in<br />
precedenza, l’arsenico è molto più conosciuto e studiato per gli effetti tossici.<br />
Selenio<br />
Il selenio è presente <strong>nella</strong> crosta terrestre in piccole quantità come seleniuro e selenito<br />
Il selenio è un elemento essenziale per i sistemi biologici. Carenze di questo elemento<br />
possono determinare problemi alla salute, tuttavia la dose tossica è molto vicina a quella<br />
fisiologica, tanto che nelle acque minerali e in quelle potabili il valore limite è molto basso<br />
(10 µg/L).<br />
Stronzio, litio, bario ed altri elementi in traccia<br />
Stronzio litio e bario, sono contenuti generalmente in tutte le acque in concentrazioni<br />
variabili.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
L’IMPORTANZA BIOLOGICA DELL’ACQUA<br />
Emanuela Casini<br />
Biologa Libero-Professionista - Modena<br />
Introduzione<br />
La vita come noi la conosciamo, si è evoluta nell’acqua ed è sempre legata alla<br />
presenza dell’acqua, l'esistenza sulla terra non sarebbe stata possibile senza questa materia dai<br />
molteplici aspetti e dalle fondamentali proprietà biologiche. Perciò le caratteristiche<br />
dell’acqua hanno un’importanza fondamentale per tutti gli esseri viventi.<br />
Ogni giorno l'acqua, elemento semplice ma preziosissimo, ricorre <strong>nella</strong> nostra vita. "If<br />
there is magic on this planet, it is contained in water" (Loran Eisely "The immense<br />
journey, 1957 - dal sito Internet dell'EPA - United States Environmental Protection Agency -<br />
Of water). Come ormai è noto, l'apporto di acqua è indispensabile alla vita; mentre si può<br />
sopravvivere anche 10 settimane senza mangiare, la morte sopraggiunge solo dopo pochi<br />
giorni se il digiuno è totale.<br />
Funzioni<br />
Le cellule degli organismi superiori sono in gran parte costituite di acqua e possono<br />
vivere soltanto se costantemente immerse in mezzi acquosi. Negli organismi terrestri la<br />
superficie corporea è esposta a un ambiente non acquoso; tuttavia, la maggior parte <strong>delle</strong><br />
cellule che si trovano negli strati superficiali esposte all’aria sono cellule morte che vengono<br />
costantemente rimpiazzate da elementi degli strati sottostanti (come per esempio, le cellule<br />
dello strato corneo dell’epidermide) e il cui compito è quello di impedire l’eccessiva perdita<br />
d’acqua dagli strati sottostanti. Al di sotto <strong>delle</strong> superfici esposte all’ambiente atmosferico,<br />
quindi, grazie al mantenimento di un ambiente acquoso e a parametri chimico-fisici<br />
relativamente costanti, le diverse funzioni cellulari possono svolgersi in condizioni ottimali.<br />
Dal punto di vista biologico, l’acqua cellulare non ha proprietà uniformi. In ambito<br />
cellulare, le molecole di acqua possono essere suddivise in due popolazioni. Alcune infatti<br />
vanno a costituire la cosidetta acqua di idratazione, mentre le rimanenti formano l’acqua di<br />
riempimento (o bulk water). Le due popolazioni, anche se chimicamente identiche,<br />
differiscono per alcune caratteristiche fisiche (capacità termica, costante dielettrica, potere di<br />
solvatazione, etc.) e per il rispettivo ruolo biologico.<br />
L’acqua di idratazione è costituita da molecole altamente ordinate (basso contenuto<br />
entropico), strettamente addossate alle macromolecole biologiche. Essa rappresenta circa il<br />
40% dell’intero patrimonio idrico cellulare. L’acqua di idratazione va considerata come<br />
l’acqua strettamente necessaria al funzionamento dei principali componenti molecolari della<br />
cellula (es. una molecola enzimatica, anche in presenza della sola acqua di idratazione,<br />
manifesta già la massima attività catalitica).<br />
Le molecole ascrivibili all’acqua di riempimento mostrano, al contrario, un marcato<br />
disordine (alto contenuto entropico). Anche se non direttamente implicata nel funzionamento<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
<strong>delle</strong> principali molecole di interesse biologico, l’acqua di riempimento è impegnata a<br />
sostenere fenomeni il cui riflesso, nell’ambito dell’intera economia cellulare, è tutt’altro che<br />
trascurabile (equilibrio osmotico, diffusione, solvatazione di elettroliti, etc.).<br />
Ciò che risulta essenziale è la possibilità di interconversione fra molecole d’acqua<br />
appartenenti a popolazioni diverse. Molecole appartenenti all’acqua di idratazione possono<br />
disorganizzarsi per poi andare a far parte dell’acqua di riempimento e viceversa.<br />
Nell’organismo umano l’acqua rappresenta un costituente essenziale per il<br />
mantenimento della vita ed è anche quello presente in maggior quantità. La sua presenza è<br />
indispensabile per lo svolgimento di tutti i processi fisiologici e le reazioni biochimiche che<br />
avvengono nel nostro corpo. Il ruolo biologico dell'acqua deriva dalla struttura e dalle<br />
proprietà chimico-fisiche di questa singolarissima sostanza. Quindi l'acqua che beviamo non<br />
serve solo a dissetarci e rinfrescarci, ma svolge un grande numero di funzioni insostituibili:<br />
è solvente di gas, elettroliti e colloidi;<br />
trasporta i nutrienti e metaboliti all’interno <strong>delle</strong> cellule<br />
partecipa ai processi di termoregolazione;<br />
costituisce il mezzo in cui avvengono le reazioni metaboliche e digestive;<br />
è il costituente fondamentale <strong>delle</strong> secrezioni e dell’allontanamento <strong>delle</strong> sostanze di<br />
rifiuto;<br />
svolge una funzione plasmatica, conferendo turgore alle cellule e proteggendo l’omeostasi<br />
corporea.<br />
Solvente di gas, elettroliti e colloidi<br />
L’acqua possiede una struttura chimico-fisica straordinaria che costituisce una matrice<br />
coerente di coordinamento <strong>delle</strong> molecole in essa disciolte. Una <strong>delle</strong> più evidenti proprietà<br />
straordinarie dell’acqua è la sua elevata solubilità per un gran numero di sostanze polarizzabili<br />
dette pertanto idrofile. Questa capacità ad interagire con il gradiente di polarità <strong>delle</strong> sostanze<br />
conduce l’acqua ad avere una grande importanza nello sviluppo dei sistemi viventi. Infatti<br />
l’acqua ha un ruolo primario <strong>nella</strong> trasformazione <strong>delle</strong> proteine da lineari a condensate in<br />
modo tridimensionale. Attraverso la condensazione il ripiegamento che le sostanze proteiche<br />
assumono diventa funzionale alla creazione di siti biologicamente attivi per interfaccia di<br />
gruppi chimici reattivi. Pertanto le reazioni idrofile e le reazioni idrofobiche <strong>delle</strong> molecole in<br />
acqua fanno ruotare le molecole proteiche che possono racchiudere e raggruppare le parti<br />
idrofile nel centro ed esporre le parti idrofobiche all’esterno creando <strong>delle</strong> membrane<br />
proteiche flessibili a processi di osmosi.<br />
L’acqua ha un ruolo primario anche nel meccanismo della respirazione. La<br />
respirazione è il processo mediante il quale gli organismi si procurano ossigeno (O2) ed<br />
eliminano anidride carbonica (CO2). Questi gas vengono veicolati dal sangue ad appositi<br />
organi respiratori dotati di particolari superfici membranose estremamente delicate, a livello<br />
<strong>delle</strong> quali avviene uno scambio di gas con l’ambiente esterno. La funzione della respirazione<br />
è quella di apportare alle cellule l’O2 che, attraverso le reazioni della respirazione cellulare,<br />
permette la produzione di energia sotto forma di ATP (adenosin trifosfato), energia che verrà<br />
poi utilizzata nei processi vitali; i prodotti di scarto della respirazione cellulare (come CO2 e<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
H2O) vengono eliminati dalla cellula sempre mediante il processo della respirazione. Il<br />
passaggio dell’O2 all’interno degli organismi è basato sul fenomeno della diffusione, ovvero il<br />
movimento casuale <strong>delle</strong> molecole. La diffusione è il meccanismo attraverso il quale una<br />
sostanza migra spontaneamente da una regione in cui la sua concentrazione (misurata in<br />
pressione parziale) è più alta ad una regione in cui la sua concentrazione è più bassa.<br />
Maggiore è la differenza tra le pressioni parziali, maggiore è il tasso di diffusione. La<br />
concentrazione dell’O2 nelle cellule è bassa, mentre quando lascia i polmoni l’emoglobina<br />
(pigmento respiratorio) contenuta nel sangue è satura al 100% (quattro molecole di ossigeno<br />
sono legate ad ogni molecola di emoglobina): così l’ossigeno quando raggiunge i capillari<br />
diffonde dal sangue alle cellule. La situazione contraria si verifica con l’anidride carbonica.<br />
Infatti, la concentrazione di CO2 nelle cellule metabolicamente attive è maggiore che nei<br />
capillari, così l’anidride carbonica diffonde dalle cellule ai capillari. L’acqua contenuta nel<br />
sangue si combina con l’anidride carbonica formando acido carbonico, il quale si dissocia in<br />
ione bicarbonato e ione ossigeno. In questo modo la molecola di anidride carbonica non<br />
risulta più presente nel sangue e l’attività di diffusione di CO2 dalle cellule al sangue può<br />
continuare. Infine, nei capillari degli alveoli polmonari il bicarbonato si combina con lo ione<br />
idrogeno formando acido carbonico che si dissocia in anidride carbonica e acqua. La CO2<br />
diffonde quindi negli alveoli e poi fuori dal corpo con l’espirazione. Affinché le superfici<br />
respiratorie possano svolgere adeguatamente la loro funzione è necessario che siano umide:<br />
infatti sia l’O2 che la CO2 devono essere sciolti nell’acqua per poter diffondere.<br />
Trasporta nutrienti e metaboliti all’interno <strong>delle</strong> cellule<br />
All’interno dell’organismo, i nutrienti e i metaboliti sono trasportati, in soluzione,<br />
essenzialmente dal plasma e dalla linfa. Il trasporto dei nutrienti all’interno <strong>delle</strong> cellule e dei<br />
prodotti catabolici dall’interno <strong>delle</strong> cellule al fluido extracellulare avvengono generalmente<br />
per processi di diffusione e di trasporto attraverso le pareti dei capillari e le membrane<br />
cellulari. I fluidi extracellulari trasportano anche una vasta serie di “messaggeri”, come gli<br />
ormoni, dai siti di sintesi a quelli dove queste sostanze esplicano la loro azione e sono quindi<br />
fondamentali <strong>nella</strong> coordinazione <strong>delle</strong> funzioni dell’organismo.<br />
Partecipa ai processi di termoregolazione<br />
Il corretto svolgimento <strong>delle</strong> reazioni chimiche all’interno dell’organismo richiede che<br />
la temperatura corporea rimanga sostanzialmente costante nonostante le variazioni <strong>nella</strong><br />
produzione di calore dipendenti dall’attività metabolica. La grande capacità termica propria<br />
dell’acqua è in grado di minimizzare le variazioni di calore e, in particolare, il compartimento<br />
intravascolare è in grado di disperdere gli eccessi di calore prodotto nei siti metabolicamente<br />
attivi.<br />
L’acqua è indispensabile per la regolazione della temperatura corporea mediante la<br />
sudorazione, anche impercettibile, e il vapor acqueo eliminato attraverso i polmoni. Il suo alto<br />
calore latente di evaporazione è responsabile della sua capacità termoregolatrice. La<br />
termoregolazione corporea è un meccanismo tendente a mantenere costante la temperatura<br />
dell’organismo attraverso l’adattamento dei processi di produzione e di dispersione del calore<br />
ai cambiamenti della temperatura ambientale. Negli organismi animali la produzione di calore<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
deriva dai processi ossidativi del metabolismo energetico, dall’attività muscolare e<br />
dall’alimentazione; per quest’ultima secondo l’azione dinamica specifica degli alimenti. Le<br />
perdite di calore avvengono in gran parte (70% circa) per radiazione e conduzione e, in via<br />
secondaria, attraverso il sudore, la respirazione e gli emuntori intestinale ed urinario. I<br />
meccanismi di termoregolazione sono propri degli animali superiori a sangue caldo od<br />
omeotermi. Gli animali a sangue freddo o pecilotermi (rettili, anfibi, pesci) possiedono<br />
meccanismi di termoregolazione molto rudimentali, per cui la loro temperatura corporea varia<br />
entro limiti abbastanza estesi ed in rapporto alla temperatura dell’ambiente circostante. Negli<br />
animali ibernanti poi i meccanismi termoregolatori sono operativi solo in determinati periodi<br />
dell’anno e quando la temperatura esterna scende al di sotto di certi valori, essi cadono in<br />
letargo ed in tale condizione la temperatura corporea diminuisce raggiungendo valori di 20-<br />
25° C. A seguito di variazioni della temperatura ambientale, gli organismi omeotermi mettono<br />
in atto risposte di tipo somatico, endocrino, comportamentale ed in modo particolare<br />
neurovegetativo attraverso cui viene adeguata l’entità <strong>delle</strong> perdite e della produzione di<br />
calore. I meccanismi attivati dal freddo sono: l’attività muscolare, la secrezione di<br />
adrenalina e di ormone tireotropo, l’aumento dell’appetito (tutti fattori che aumentano la<br />
produzione di calore), come pure la vasocostrizione cutanea ed i riflessi di orripilazione e di<br />
raggomitolamento, che tendono a diminuire la perdita di calore. Al contrario sono attivati dal<br />
caldo: la vasodilatazione cutanea, la ventilazione polmonare e la sudorazione che favoriscono<br />
la dispersione del calore; questi stimoli diminuiscono insieme l’appetito, l’attività motoria e la<br />
secrezione ipofisaria di ormone tireotropo con conseguente rallentamento del metabolismo e<br />
quindi della produzione di calore. L’insieme dei meccanismi riflessi termoregolatori è<br />
integrato dall’ipotalamo. Nell’ipotalamo anteriore esiste un centro termolitico: cioè un<br />
gruppo di neuroni sensibili ad aumenti di temperatura di 1-2° C e capaci di reagire a questi<br />
aumenti con l’attivazione dei meccanismi di attivazione termica. Lesioni a livello<br />
dell’ipotalamo anteriore determinano ipertermia. Nell’ipotalamo posteriore e laterale esiste<br />
un centro termogenetico costituito da neuroni che risentono della diminuzione della<br />
temperatura ambiente e che reagiscono con l’attivazione di meccanismi conservativi e<br />
produttivi del calore. In determinate circostanze il controllo ipotalamico della temperatura<br />
corporea risulta spostato a livello più alto: ciò in particolare si osserva <strong>nella</strong> febbre dovuta il<br />
più <strong>delle</strong> volte alla liberazione di tossine che agiscono sui centri termoregolatori<br />
dell’ipotalamo attraverso fattori “ pirogeni ” dei leucociti circolanti.<br />
La giusta quantità d'acqua permette al cervello di controllare correttamente i<br />
meccanismi di termoregolazione del nostro corpo. La mancanza d’acqua da origine a<br />
scompensi come: crampi, sensazione di spossatezza e mancamenti nei casi di disidratazione<br />
più gravi. Un rischio da evitare è quello di bere solo quando ne avvertiamo strettamente il<br />
bisogno, perché potrebbe essere già troppo tardi. Infatti, il senso di sete è controllato<br />
dall'ipotalamo, ma questa ghiandola del cervello non è un indicatore sempre affidabile e a<br />
volte può scattare in ritardo. Perciò, bisogna imparare a idratarsi regolarmente durante la<br />
giornata, anche quando si crede di non averne bisogno.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Costituisce il mezzo in cui avvengono le reazioni metaboliche e digestive<br />
L'acqua costituisce un vero e proprio reagente in moltissime reazioni del chimismo<br />
cellulare. Da un punto di vista più strettamente biochimico, l'essenziale importanza dell'acqua<br />
deriva dalla considerazione che la condizione generale per lo svolgimento <strong>delle</strong><br />
trasformazioni metaboliche è che le sostanze reagenti siano allo stato di soluzione acquosa.<br />
Per esempio l'acqua viene utilizzata nei numerosi processi di scissione enzimatica di legami<br />
che avvengono durante l'utilizzazione dei carboidrati, dei lipidi, <strong>delle</strong> proteine e negli svariati<br />
processi di degradazione, partecipa ai fenomeni digestivi facilitando il transito e la<br />
fluidificazione del chimo attraverso il tubo gastroenterico fino a che i nutrienti, in soluzione,<br />
passano attraverso la parete intestinale e vengono convogliati al sangue e alla linfa.<br />
I processi metabolici riguardano le trasformazioni di una sostanza e la trasformazione<br />
dell'energia chimica <strong>delle</strong> sostanze alimentari in calore o in lavoro meccanico. Nel<br />
metabolismo della materia si distinguono due momenti: l’anabolismo, per mezzo del quale si<br />
ha la formazione <strong>delle</strong> sostanze o l'immagazzinamento di materiale di riserva, a partire dalle<br />
sostanze nutritive introdotte e che utilizza per accrescersi, riparare tessuti, ecc. e<br />
il catabolismo, per mezzo del quale avviene la scomposizione dei materiali di riserva o <strong>delle</strong><br />
sostanze introdotte in costituenti più semplici, gli ultimi dei quali vengono eliminati attraverso<br />
gli organi di escrezione (rene, intestino, cute, polmoni); così variazioni anche piccole mettono<br />
in moto una serie di meccanismi di difesa atti a mantenere costante il rapporto tra acqua e<br />
sostanze in essa disciolte. Infine, l'acqua all’interno dell'intestino fa volume prevenendo la<br />
stipsi. L'equilibrio idrico è essenziale per l'organismo e da esso dipende tutta l'attività<br />
metabolica.<br />
È il costituente fondamentale <strong>delle</strong> secrezioni e dell’allontanamento <strong>delle</strong> sostanze di rifiuto<br />
L’acqua è il mezzo attraverso il quale l’organismo elimina le scorie metaboliche:<br />
trasporta le scorie fuori dal nostro organismo per mezzo degli organi emuntori ed escretori.<br />
Una volta avvenuto il metabolismo, il sangue, che contiene circa il 92% di acqua, trasporta i<br />
prodotti residui catabolici dalle cellule agli organismi deputati all’escrezione: reni, polmoni,<br />
pelle.<br />
Un ruolo fondamentale è svolto dal rene che regola l'eliminazione dei soluti e quindi la<br />
loro concentrazione nell'organismo. Se si riduce l'apporto di liquidi, o se aumentano la<br />
frequenza respiratoria e le perdite per sudorazione, si avranno urine più concentrate in un<br />
volume giornaliero ridotto. Se aumentano i consumi e se le perdite extraurinarie sono<br />
modeste, le urine saranno più diluite. Il controllo si realizza comunque a partire dal sistema<br />
nervoso centrale che, istantaneamente e costantemente informato sulle condizioni dei vari<br />
sistemi corporei, inibisce o favorisce la produzione di specifici ormoni che agiscono a livello<br />
periferico e modula la sensazione della sete. La parola “sete” ha significati diversi in rapporto<br />
al contesto in cui viene usata. Negli studi sperimentali su animali, la “sete” coincide in<br />
sostanza con la misurazione della quantità di acqua ingerita. Nell’uomo, l’uso di questa parola<br />
non può essere ristretto al bisogno di acqua, in quanto intervengono meccanismi<br />
comportamentali e culturali che si sommano alle esigenze fisiologiche nel determinare la<br />
quantità ed il tipo di bevande ingerite. La definizione meno restrittiva è probabilmente quella<br />
di “tendenza ad ingerire bevande”. Tutti gli animali terrestri perdono continuamente liquidi<br />
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attraverso diverse vie (Tabella n. 1) e l’ingestione di cibo è necessariamente associata<br />
all’ingestione di soluti osmoticamente attivi (sia contenuti nei cibi, come ad esempio il<br />
cloruro di sodio, sia derivanti da processi metabolici, come i solfati che si originano<br />
dall’ossidazione degli amminoacidi solforati) che si aggiungono ai fluidi corporei e tendono<br />
ad aumentarne la pressione osmotica.<br />
Vie di perdita di acqua Meccanismo<br />
Reni<br />
Eliminazione di soluti disciolti in una quantità d’acqua che<br />
dipende dalla capacità del rene di concentrare le urine.<br />
Cute<br />
Perspiratio insensibilis<br />
Sudore<br />
Respirazione L’aria espirata è satura di vapor acqueo<br />
Feci<br />
Di solito la quantità d’acqua è trascurabile se non in<br />
presenza di diarrea<br />
Tabella n. 1 – Vie di perdita di acqua.<br />
Tutti i vari meccanismi portano ad una perdita di acqua e la sete è il meccanismo<br />
attraverso cui le perdite possono essere rimpiazzate.<br />
Sete “intracellulare”: le cellule agiscono come dei perfetti osmometri, inviando<br />
segnali che attivano sistemi ormonali di regolazione dell’escrezione di liquidi. L’aumento<br />
dell’osmolalità plasmatica induce un aumento dell’escrezione di vasopressina, che è il più<br />
potente determinante della concentrazione urinaria.<br />
Sete “extracellulare”: La riduzione del volume sanguigno o del fluido extracellulare o<br />
una variazione della sua osmolarità stimola la sete. E’ un meccanismo meno sensibile di<br />
quello intracellulare, e richiede, ad es. una riduzione del volume ematico del 10% per<br />
attivarsi.<br />
La quantità di fluidi nell’organismo è regolata dalla pelle e dai reni: la traspirazione<br />
mantiene la temperatura interna costante a 37 gradi centigradi, mentre i reni filtrano le<br />
sostanze tossiche e i prodotti di scarto del metabolismo, presenti nel sangue, eliminandoli<br />
attraverso le urine.<br />
Funzione plasmatica, turgore cellulare e protezione dell’omeostasi corporea<br />
Le cellule, i tessuti e gli organi vivono “immersi” nei fluidi corporei e la stabilità della<br />
composizione di tali fluidi è fondamentale ai fini del mantenimento <strong>delle</strong> caratteristiche<br />
chimiche e fisiche dell’ambiente interno. L’acqua agisce come “lubrificante” e ha funzioni di<br />
ammortizzatore nelle articolazioni e nei tessuti, mantiene elastiche e compatte la pelle e le<br />
mucose (la cui funzionalità dipende da un giusto grado di idratazione).<br />
L'acqua svolge anche una certa funzione di ammortizzatore nei confronti degli organi<br />
più delicati quali l'occhio, l'orecchio interno e il cervello; questi infatti sono ricchi d'acqua o<br />
circondati da acqua o posati su un cuscinetto d'acqua.<br />
La pelle è la parte del corpo dove l'acqua è presente in maggior quantità, specialmente<br />
negli strati più profondi che sono costituiti dal 70% da acqua. Bere abbondantemente aiuta a<br />
mantenere la pelle ben idratata, giovane ed elastica, soprattutto nei mesi estivi, quando<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
l'esposizione prolungata ai raggi del sole comporta una maggior perdita d'acqua, rendendola<br />
più secca.<br />
L'acqua è determinante anche per il controllo del peso corporeo; persone che bevono<br />
poco sono maggiormente esposte al ristagno di tossine oltre ad incentivare la ritenzione idrica.<br />
Questa situazione gioca nettamente a sfavore della perdita di peso e del rassodamento dei<br />
tessuti. L’acqua non contiene calorie, ed ogni variazione a breve termine del peso corporeo<br />
dovuta a maggiore perdita o a maggiore ritenzione di acqua è ingannevole e momentanea.<br />
Quindi, il tentativo di contenere il peso mediante il razionamento dell’acqua è assolutamente<br />
inutile, oltre ad essere rischioso per il nostro stato di salute.<br />
La presenza dell'acqua è fondamentale nel sangue, non solo perché è il principale<br />
elemento del plasma (la componente liquida del sangue), ma anche perché assolve<br />
all'importantissima funzione di regolare il volume del sangue e la sua fluidità. Un organismo<br />
fortemente disidratato ha il sangue più denso e, di conseguenza, la circolazione rallentata.<br />
Contenuto di acqua nel corpo umano<br />
Il corpo umano è immerso nell'acqua, dalla più piccola cellula che è composta<br />
principalmente da acqua e che è avvolta da un ambiente acquoso all'organismo <strong>nella</strong> sua<br />
interezza. È un nutriente essenziale, poichè la quantità di acqua prodotta con il metabolismo<br />
non è sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero.<br />
Nell’adulto l’Acqua Totale Corporea è distribuita per il 67% all’interno <strong>delle</strong> cellule,<br />
dove costituisce il Liquido Intra Cellulare (ICW) che, in condizioni fisiologiche, è un indice<br />
della massa cellulare corporea. In effetti la quantità di acqua intracellulare è strettamente<br />
collegata con la massa cellulare metabolicamente attiva di un organismo, e pertanto tale<br />
parametro rispecchia lo sviluppo e l’accrescimento della massa cellulare corporea. Il<br />
rimanente 33% è esterno alle cellule, e costituisce il Liquido Extra Cellulare (ECW), che<br />
comprende il liquido interstiziale (23%), il plasma (7%), la linfa (2%) ed il liquido<br />
transcellulare (1%). Il rapporto ECW/ICW è massimo nel neonato e si riduce<br />
progressivamente con l’età. Con l’invecchiamento si osserva una riduzione dell’Acqua Totale<br />
Corporea, ma fino ad oggi i risultati disponibili non permettono di chiarire se la perdita di<br />
acqua sia a carico del Liquido Intra Cellulare o del Liquido Extra Cellulare o di entrambi. La<br />
malnutrizione proteico-energetica ed una varietà di malattie (quali lo scompenso cardiaco, la<br />
cirrosi epatica e la sindrome nefrosica) si associano ad una espansione dell’Acqua Totale<br />
Corporea e ad un aumento del rapporto ECW/ICW.<br />
Si è stimato che l'acqua costituisca circa il 60% del peso corporeo, equivalente a circa<br />
45 litri, e che permanga nell'organismo umano per 9,3 giorni in media. La percentuale di<br />
acqua può tuttavia variare da un minimo del 50% ad un massimo del 75% del peso corporeo<br />
totale, a seconda dell'età, del sesso, della costituzione, del tipo di alimentazione e del peso del<br />
soggetto considerato:<br />
in un individuo obeso è presente una quantità d'acqua inferiore alla media, in quanto il<br />
tessuto adiposo ne contiene pochissima, mentre una persona magra ne ha un maggior<br />
contenuto;<br />
l'organismo femminile, che accumula più lipidi, ne contiene meno rispetto a quello<br />
maschile;<br />
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la percentuale d’acqua tende a diminuire nel passaggio dall'infanzia all'età adulta, in<br />
concomitanza dello sviluppo dei tessuti a basso contenuto idrico, come i denti e le ossa, e<br />
con l'invecchiamento, poi, pure i tessuti molli ne contengono progressivamente quantità<br />
minori a causa della minore capacità di ritenzione dei tessuti stessi: l'invecchiamento<br />
determina un'alterazione <strong>delle</strong> strutture proteiche che legano l'acqua.<br />
Da giovani siamo decisamente più ricchi d'acqua, soprattutto nei tessuti molli, <strong>nella</strong><br />
pelle e nei tessuti connettivi e sottocutanei. In seguito, il tenore d'acqua si riduce<br />
progressivamente: nel giovane uovo multicellulare subito dopo la fecondazione la percentuale<br />
d’acqua è circa il 90%; nell'embrione è dell’85%; nel neonato è dell’75-85%; in un<br />
quarantenne del 60-70%; <strong>nella</strong> terza età la percentuale si riduce a circa il 50%. Del resto lo si<br />
vede bene: negli adulti e negli anziani la pelle si presenta più secca e meno elastica, i tessuti<br />
sono meno lisci e tesi, il segno di una pressione esercitata dal pollice sulla pelle rimane più<br />
visibile a lungo. L'età biologica della pelle di tutto l'organismo si determina facilmente dal suo<br />
stato di idratazione. Anche le ossa contengono acqua anche se in misura minore rispetto ai<br />
tessuti molli.<br />
Quindi tutti i sistemi organici sono in contatto con l'acqua: circolatorio, urogenitale,<br />
respiratorio, digestivo, nervoso e sensoriale. Ognuno di essi è a suo modo dipendente<br />
dall'acqua, ma anche il tessuto dipende da essa così come ogni singola cellula è acquadipendente.<br />
I liquidi corporei più acquosi sono il liquido cerebrale e il midollo osseo con il 99%, il<br />
plasma sanguigno segue con 85% e il cervello che ne ha il 75%. Altri dati da evidenziare<br />
sono: latte materno con 87%, reni con ~85%, 83%, cuore 79% polmoni... Questi valori<br />
dovrebbero farci comprendere quale importanza ha l'acqua pura e libera da sostanze tossiche<br />
per la nostra vita.<br />
Conclusioni<br />
Senza cibo possiamo sopravvivere relativamente a lungo (anche 10 settimane), ma<br />
senza acqua la nostra vita si spenge in poco tempo, addirittura in due/tre giorni. Questo<br />
perché, come abbiamo detto, l'acqua è il componente principale del nostro organismo: il<br />
nostro corpo infatti è costituito dal 60/70% di acqua, quantità che varia in base all'età, al sesso<br />
e alla proporzione tra tessuto muscolare e grasso. Basti ricordare comunque che il plasma del<br />
sangue è costituito per più del 90% da acqua, che i muscoli ne contengono il 75%, che ogni<br />
funzione dell'organismo ha bisogno di acqua, dalla digestione alla circolazione, che tutte le<br />
reazioni chimiche che ci tengono in vita avvengono nell'acqua, che è sempre l'acqua a<br />
espellere le scorie prodotte dal nostro organismo. Tra l’altro permette la diffusione<br />
dell’ossigeno dell’anidride carbonica; è importante <strong>nella</strong> distribuzione uniforme del calore e<br />
<strong>nella</strong> sua eliminazione attraverso l’evaporazione; permette il movimento <strong>delle</strong> sostanze vitali<br />
attraverso il corpo; serve da cuscinetto protettivo per il cervello e il midollo spinale. Il nostro<br />
corpo non può sopportare, senza gravi disturbi, perdite di acqua superiori al 10%. L'acqua va<br />
quindi assunta ogni giorno, con dosi che variano da individuo a individuo, dalla stagione,<br />
dall'attività fisica svolta e dal tipo di alimentazione. In media comunque si consigliano due<br />
litri di liquidi al giorno, sotto forma di varie bevande, ad esclusione dell'alcool che anzi<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
ichiede un'ulteriore quantità di acqua per essere metabolizzato. Oltre che in liquidi come<br />
latte, tè, caffè e succhi di frutta l'acqua è contenuta anche in numerosi alimenti, primi tra tutti<br />
la frutta e la verdura, il pane, la pasta e la carne che ne assumono/perdono anche in cottura.<br />
L’acqua, come le vitamine e i minerali, è considerata un costituente non energetico<br />
dell’alimentazione, in quanto non apporta calorie.<br />
Imporsi di bere con regolarità molta acqua ogni giorno, è sicuramente utile agli atleti,<br />
a chi soffre di calcoli renali e alle persone anziane. Gli sportivi, infatti, possono perdere con il<br />
sudore enormi quantità di liquidi, che, affidandosi al solo senso della sete, difficilmente<br />
potrebbero reintegrare completamente. Per chi soffre di calcolosi renale, l’assunzione di molta<br />
acqua, con conseguente maggior produzione di urina, determina che i sali, dai quali si<br />
potrebbero formare i calcoli, siano più diluiti. Le persone anziane, infine, dovrebbero imporsi<br />
di bere con regolarità, sia perché sono predisposte ad avvertire poco la sete, sia perché i loro<br />
reni hanno, solitamente, difficoltà a produrre urina molto concentrata.<br />
Bibliografia<br />
• Edematous state. Rose BD (1994). In: ClinicalPhysiology of acid-base and electrolyte<br />
disorders, McGraw-Hill, New York, pp. 447-499.<br />
• Biologia. La Biologia degli Animali. Purves W.K., Sadava D., Orians G.H. e Heller H.C.<br />
2001. Zanichelli Editore Spa, pp 1105-1117.<br />
• La cellula. Rosati P. e Colombo R. (1999) - Edi. Ermes.<br />
• Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana – revisione 2003 –Ministero <strong>delle</strong><br />
Politiche Agriocole e Forestali.<br />
• Testo atlante di Biochimica. Koolman J e Rohm KH (1997). Zanichelli Editore, pp 290-<br />
322.<br />
• Thirst and fluid requirement. Chernoff R (1994), Nutr. Rev., 52: S3-S5.<br />
• Thirst: Physiological and Psychological aspects. Ramsay DJ e Booth DA (1990).<br />
International Life Sciences Institute (ILSI), London.<br />
• Water and electrolytes. National Research Council (1989). In: Recommended Dietary<br />
Allowances, 10a ed., National Academy Press, Washington, pp. 247-261.<br />
• Water. Janssen HF (1990). In: International Life Science Institute (ILSI) (ed.), Present<br />
Knowledge in Nutrition, 6a ed., ILSI Nutrition Fondation, Washington, pp. 88-95.<br />
• Universo del Corpo - 1° Volume - Edito dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana – Treccani<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
FABBISOGNI IDRICI NELLE VARIE FASCE D’ETÀ E STATI FISIOLOGICI<br />
Massimo Vincenzi<br />
Responsabile Servizio Gastroenterologia, Endoscopia Digestiva, Ecografia Internistica,<br />
Dietetica Clinica - Casa di Cura Villa Azzurra Riolo Terme - RA<br />
Per mantenere in efficienza il nostro organismo, abbiamo bisogno di introdurre<br />
giornalmente una serie di elementi indispensabili che assicurino il buon funzionamento di tutti<br />
i processi metabolici. La dieta giornaliera deve contenere necessariamente in opportune<br />
proporzioni carboidrati, proteine, lipidi, vitamine e vari microelementi. Ma tutto ciò non<br />
potrebbe essere utilizzato al meglio se non fornissimo all’organismo anche una quantità di<br />
acqua.<br />
L’acqua è parte integrante di una dieta non solo come elemento indispensabile al<br />
funzionamento dell’organismo, ma anche in quanto può contribuire a coprire il fabbisogno di<br />
molti sali minerali che in essa si trovano disciolti. Essa, infatti, all’origine è un liquido<br />
incolore, inodore e insapore, attraverso lunghi percorsi si arricchisce di numerose sostanze e<br />
in tal modo diviene “alimento”.<br />
Sebbene non fornisca energia, l’acqua rappresenta un elemento fondamentale<br />
necessario a soddisfare le necessità fisiologiche e nutrizionali degli esseri umani.<br />
L’acqua oltre a dissetarci, svolge numerose e vitali funzioni:<br />
• è solvente <strong>delle</strong> reazioni metaboliche;<br />
• regola il volume cellulare e la temperatura corporea;<br />
• attraverso il sangue e il sistema linfatico trasporta i nutrienti e l’ossigeno alle cellule e<br />
rimuove i prodotti di rifiuto;<br />
• favorisce i processi digestivi;<br />
• è fonte di sali minerali;<br />
• è diluente <strong>delle</strong> sostanze ingerite oralmente, inclusi i medicinali.<br />
E’ possibile vivere per un tempo sufficientemente lungo senza cibo (e la durata<br />
dipende dalla quantità di riserve di grasso), ma solo dopo due o tre giorni in mancanza di<br />
liquidi la sopravvivenza risulta seriamente compromessa.<br />
La sudorazione è una risposta fondamentale dell’esercizio fisico; in tal modo, infatti, si<br />
elimina l’eccesso di calore prodotto dall’attività muscolare al fine di mantenere costante la<br />
temperatura corporea. Il sudore è costituito da acqua ed elettroliti (sodio, cloro, potassio,<br />
magnesio). La quantità di sali presente nel sudore è sempre inferiore a quella contenuta in un<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
uguale volume di plasma. Pertanto tramite la sudorazione l’organismo perde acqua in eccesso<br />
rispetto alla perdita di sali. La sudorazione in casi estremi, può portare ad uno stato di<br />
disidratazione.<br />
Una disidratazione del 2% provoca un’alterazione della termoregolazione e del<br />
volume plasmatico, del 5% provoca crampi, del 7% allucinazioni e perdita di coscienza, una<br />
perdita del 20-30% è incompatibile con la vita determinando coma ipersmolare.<br />
D’altro canto è anche possibile bere quantità di acqua tali da procurare una vera e<br />
propria intossicazione, come può essere descritto nell’anoressia nervosa o in altri disordini<br />
psichiatrici in cui il primo sintomo, rappresentato dal bere compulsivo, può condurre anche a<br />
morte dovuta non all’acqua di per sé, bensì alla deplezione e alla diluizione del sodio nei<br />
fluidi biologici.<br />
Il bilancio idrico si deve mantenere nel giusto equilibrio e questo, viene regolato dal:<br />
• centro ipotalamico della sete, che regola la quantità di acqua da ingerire;<br />
• dall’ormone antidiuretico (ADH), che aumenta il riassorbimento di acqua dal rene.<br />
La sete è una sensazione che al pari della fame, freddo, stanchezza permette con i suoi<br />
segnali di mantenere l’ambiente interno entro i limiti. Nell’uomo le perdite idriche sono<br />
mantenute normalmente sotto lo 0,2% del peso corporeo, quando superano lo 0,5% insorge il<br />
bisogno di bere. Nel nostro organismo esistono dei fattori che inducono ad avere una<br />
maggiore sensazione di sete:<br />
• diminuzione del volume cellulare secondario a disidratazione (sete osmotica); infatti,<br />
poiché gli ambienti intra ed extracellulari sono in equilibrio, una riduzione del liquido<br />
extracellulare determina un aumento del potere osmotico e uno spostamento di acqua dalla<br />
cellula verso l’esterno;<br />
• diminuzione della quantità di liquidi extracellulari (sete ipovolemica);<br />
• secchezza <strong>delle</strong> fauci.<br />
A questi fattori corrispondono altrettanti meccanismi sensoriali di controllo e di<br />
regolazione della sensazione della sete:<br />
• sensori intracellulari (osmocettori) diencefalici per la disidratazione cellulare;<br />
• sensori <strong>delle</strong> grandi vene per la variazione della volemia;<br />
• sensori della mucosa oro-faringea per la disidratazione <strong>delle</strong> mucose.<br />
Fonti di acqua sono gli alimenti e le bevande, dai quali è possibile ricavare<br />
rispettivamente 500-700 ml e 800-1500 ml; ad essi devono essere aggiunti 350 ml/die circa di<br />
acqua endogena ricavata dall’ossidazione dei nutrienti rispettivamente:<br />
• da 1 g glucosio: 0,56 ml/H2O;<br />
• da 1 g grassi: 1,07 ml/H2O;<br />
• da 1 g proteine: 0,39 ml/H2O;<br />
Perdite di acqua dall’organismo avvengono attraverso:<br />
• Respirazione e perspiratio (1250 ml/die)<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
• Urine (800-1500 ml/die)<br />
• Feci (100-150 ml/die)<br />
• Sudore<br />
• Vomito e Diarrea<br />
Le proprietà <strong>delle</strong> acque sorgive sono legate al ruolo che gli ioni inorganici in esse<br />
contenute svolgono e dipendono quindi dalla specifica composizione di acqua.<br />
<strong>Minerali</strong> essenziali comunemente presenti nelle acque potabili e loro principale<br />
funzione fisiologica:<br />
• Sodio : regolatore pressione osmotica, bilancio acido-base, bilancio idrico,<br />
conduzione nervosa e muscolare;<br />
• Cloro : regolatore pressione osmotica, bilancio acido-base, formazione HCl nel succo<br />
gastrico;<br />
• Potassio: contrazione muscolare e cardiaca, permeabilità cellulare, funzionalità<br />
neuromuscolare, cardiovascolare e gastrointestinale;<br />
• Calcio: costituente <strong>delle</strong> ossa e dei denti, coagulazione del sangue, trasmissione nervosa,<br />
contrattilità muscolare;<br />
• Fosforo: per l’80% presente nelle ossa e nei denti, il resto nei tessuti molli e nei liquidi<br />
corporei, costituente degli acidi nucleici dei fosfolipidi;<br />
• Magnesio: attivatore di reazioni chimiche es. sintesi di proteine, metabolismo glucidico;<br />
• Fluoro: costituente della struttura dello smalto dei denti;<br />
• Rame: indispensabile per l’utilizzazione del ferro.<br />
Ruolo fisiologico degli oligoelementi<br />
Funzione Oligoelementi<br />
Crescita Mn F Cu Zn Se Va<br />
Sviluppo sessuale e riproduzione Mn Zn<br />
Dentizione F Mo Va<br />
Gusto Cu Zn Ni<br />
Eritropoiesi Fe Co Cu Mo Zn<br />
Coagulazione Mn<br />
Metabolismo glucidico Cr Mn Zn<br />
Metabolismo lipidico Cr Mn Va Zn<br />
Fabbisogni<br />
Nello stato fisiologico il fabbisogno di acqua varia in rapporto all’età, alla<br />
composizione corporea, a fattori ambientali, agli stili di vita, alla gravidanza ed allattamento.<br />
In condizioni fisiologiche il turnover giornaliero di acqua corrisponde al 15% del peso<br />
corporeo nei primi mesi di vita e al 6-10% del peso corporeo nell’adulto.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Volume totale dell’acqua nell’organismo è rispettivamente: nel feto 85-90%, alla<br />
nascita 70-75%, dopo il 6° mese il 60%, nell’adulto raggiunge il 57%, e tende a diminuire<br />
progressivamente con l’età e con l’aumento dei depositi adiposi.<br />
Per garantire una buona idratazione nell’individuo adulto sedentario è necessaria<br />
un’assunzione media giornaliera di 2900 ml per gli uomini e di 2200 ml per le donne, che<br />
come indicato dai LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Nutrienti per la<br />
Popolazione Italiana, revisione1996), corrisponde ad un apporto giornaliero di acqua pari a 1<br />
ml/kcal di energia spesa, questa, permette di bilanciare le perdite insensibili attraverso i<br />
polmoni e la pelle (che variano a seconda della temperatura, altitudine ed umidità dell’aria) e<br />
di mantenere un carico di soluti tollerabile per il rene (che varia in funzione della dieta ed in<br />
particolare del contenuto <strong>delle</strong> proteine).<br />
Tuttavia in considerazione della forte variabilità legata all’attività fisica, alla<br />
sudorazione e al carico di soluti può aumentare la raccomandazione a 1,5 ml/kcal, infatti ben<br />
più importante diventa il riequilibro idrico negli sportivi dove sia la temperatura ambientale,<br />
la temperatura all'interno <strong>delle</strong> tute e degli indumenti, ma soprattutto l'esercizio fisico,<br />
incidono a dismisura. In tal caso una sudorazione continua ed eccessiva, se non reintegrata<br />
con la giusta quantità di liquidi, può ridurre la volemia sino a livelli letali! Anche in un<br />
ambiente freddo, l'esercizio fisico induce una termoregolazione, seppur indirizzata a<br />
mantenere la temperatura all'interno del corpo più che scambiare calore.<br />
La quantità di acqua persa durante l'esercizio, dipende dall'intensità dell'attività fisica e<br />
dalla temperatura ambientale.<br />
Lo sportivo al termine della gara o dello sforzo trae vantaggio da un’acqua<br />
mineralizzata (residuo fisso 1 g), bicarbonato-alcalino-terrosa sia per reintegrare la perdita dei<br />
liquidi e di sali dovuta alla sudorazione, sia per favorire l’eliminazione <strong>delle</strong> scorie azotate e<br />
correggere l’acidosi determinata dalla fatica muscolare.<br />
Il bambino è particolarmente a rischio di carenza di acqua per via della maggiore<br />
quantità di acqua corporea per unità di peso, del turnover più veloce dell’acqua corporea e<br />
della ridotta capacità dei reni di eliminare il carico di soluti derivanti dalle proteine. Si<br />
raccomanda, pertanto, un apporto di 1,5 ml/kcal di energia spesa. Inoltre il bambino in fase di<br />
crescita necessita di molti sali minerali, quindi è consigliabile acque con residuo fisso<br />
compreso tra 250 e 500 mg/l, o acque con un residuo fisso più alto con caratteristiche di<br />
un’acqua bicarbonato-calcica, con attenzione a valori bassi di nitrati, inferiori a 10 mg/l.<br />
La gravidanza è caratterizzata da un aumento della necessità di acqua per soddisfare il<br />
fabbisogno del feto e del liquido amniotico; tale incremento è di circa 30 ml/die. A fine<br />
gravidanza l’acqua corporea totale è infatti aumentata di oltre 8 litri. E’ importante un’acqua<br />
con un valore di residuo fisso inferiore a 200 mg/l e con valori di nitrati non superiori a 10 mg<br />
per evitare il rischio di metaemoglobinemia. E’ importante alternare con acque con residuo<br />
fisso di almeno 500 mg/l preferendo acque calciche (> 150 mg/l) e iposodiche (< 20 mg/l).<br />
Durante l’allattamento la nutrice richiede un aumento molto significativo dell’apporto<br />
di acqua poiché produce in media 750 ml/die di latte che contiene acqua per 87%. Anche<br />
l’apporto di minerali soprattutto di calcio è aumentato; è importante alternare un’acqua<br />
oligominerale con una medio mineralizzata calcica e/o ferruginosa. Per la ricostruzione di latti<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
in polvere la scelta è di acqua minimamente mineralizzata, priva di sali per non alterare la<br />
formula bilanciata dell’alimento.<br />
Un problema frequente è rappresentato dalla disidratazione, causata da una<br />
insufficiente introduzione di acqua inadeguata a compensare le perdite. Il Nationwide Food<br />
Consumption Survey ha evidenziato in una significativa porzione di popolazione la presenza<br />
di una disidratazione cronica di grado moderato. I fattori che possono aumentare la probabilità<br />
di questa condizione, spesso non riconosciuta sono, oltre ad un ridotto meccanismo della sete,<br />
che si manifesta in particolare nelle persone anziane, anche una disidratazione tissutale in<br />
rapporto all’aumentare degli anni.<br />
All’anziano è consigliato di bere acque oligominerali, alternandole con altre a media<br />
mineralizzazione ricche di calcio per contrastare la perdita di massa ossea; altri fattori sono<br />
rappresentati dall’uso abituale di diuretici naturali quali caffeina e alcool, da attività fisica, da<br />
particolari condizioni ambientali.<br />
Inoltre da ricordare l’importanza dell’utilizzo <strong>delle</strong> acque calciche a scopo preventivo<br />
per l’osteoporosi e in tutte quelle situazioni fisiologiche in cui è aumentato il fabbisogno di<br />
calcio (bambini, adolescenti, gravidanza, menopausa, anziani) e l’apporto di calcio non<br />
sempre è garantito con gli alimenti, o l’utilizzo a periodi <strong>delle</strong> acque fluorate nei bambini e<br />
nelle donne in gravidanza per la prevenzione della carie dentale.<br />
Bisogno approssimativo giornaliero di acqua nel lattante e nel bambino in condizioni<br />
normali (da Nelson, Stalder e Egli, Wolmann)<br />
Peso corporeo Acqua nelle 24 h<br />
Età medio<br />
____________________________________<br />
kg Per kg p.c. ml Totale ml<br />
___________________________________________________________________________<br />
3 giorni 3,0 80 - 100 250 - 300<br />
10 giorni 3,2 105 - 150 350 - 500<br />
3 mesi 5,6 105 - 160 600 - 900<br />
6 mesi 7,5 105 - 155 800 - 1200<br />
9 mesi 8,6 105 - 145 900 - 1250<br />
1 anno 10,1 100 - 135 1000 - 1350<br />
2 anni 12,4 100 - 125 1250 - 1550<br />
4 anni 16,7 85 - 110 1400 - 1850<br />
6 anni 21,0 80 - 100 1700 - 2100<br />
10 anni 31,7 65 - 85 2100 - 2700<br />
14 anni 50,0 50 - 60 2500 - 3000<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
18 anni 57,5 40 - 50 2700 - 3000<br />
Contenuto di acqua negli alimenti (per 100 g di parte edibile)<br />
Alimenti %<br />
Frutta 95-75<br />
Legumi verdi 95-85<br />
Latte 90-80<br />
Pasta asciutta 12<br />
Pesci 85-50<br />
Carni 60-50<br />
Formaggi 50-35<br />
Pane 40-30<br />
Burro 20-15<br />
Cereali e legumi secchi 10-5<br />
Lardo 5-2<br />
Zucchero 0<br />
Bibliografia<br />
- Livelli di Assunzione Raccomandati di Energia e Nutrienti (LARN revisione 1996);<br />
- Pianeta acqua; A. Zanasi. Edizione curata dalla Sangemini;<br />
- Minerala in drinking water: impacts on taste and importance to consumer health; Water Sci<br />
Technol 2007;<br />
- Linee guida per una sana alimentazione, 2003.<br />
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Parte 2<br />
Le <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong><br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
ACQUE DESTINATE AL CONSUMO UMANO<br />
Maurizio Rosi<br />
Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione - Dipartimento di Sanità Pubblica<br />
AUSL Reggio Emilia<br />
Quando si parla di alimentazione frequentemente non si evidenzia che l'acqua o<br />
meglio l'acqua potabile, è un componente indispensabile: il corpo umano è formato dal 60%<br />
di acqua e non ha <strong>delle</strong> riserve dalle quali attingere. In caso di emergenza un essere umano<br />
può sopravvivere alcune settimane senza mangiare, ma senza acqua non sopravvive nemmeno<br />
tre giorni. Un apporto di acqua adeguato ci mantiene vitali: ogni essere umano dovrebbe<br />
assumere quotidianamente dai due ai tre litri d'acqua, nelle zone climatiche calde anche fino a<br />
sei litri! Altrettanto non va dimenticata l’importata dei sali che nell’acqua potabile sono<br />
disciolti.<br />
Il nostro territorio, come tutto quello del centro e del nord d’Italia, dispone di grandi<br />
quantitativi di acqua sotterranea e superficiale, una ricchezza che poco sappiamo apprezzare<br />
proprio perché così consueta e ovvia che pare priva di significato.<br />
Basta aprire i rubinetti e l'acqua è subito pronta da bere, per cucinare, per l'igiene del<br />
corpo e della nostra casa. La disponibilità di abbondanza di buona acqua è alla base del nostro<br />
modo di vivere e della nostra cultura. Soltanto negli ultimi anni in cui si sono succedute<br />
stagioni siccitose a fronte di un progressivo aumento del fabbisogno per l’intensa<br />
antropizzazione, si è data maggiore attenzione al problema, generando piani di corretto<br />
sfruttamento e salvaguardia di questa risorsa.<br />
Tutte le acque naturali (acque meteoriche, acque superficiali, acque sotterranee, ecc.)<br />
si possono considerare da un punto di vista strettamente fisico e chimico come <strong>delle</strong> soluzioni<br />
diluite di elettroliti. Sia nel suo percorso in atmosfera che nel suo percorso attraverso il<br />
terreno l'acqua si arricchisce di gas, minerali, sali, ioni. Per fornirne sufficienti quantitativi di<br />
acqua potabile alla popolazione si può utilizzare acqua sotterranea e/o acqua superficiale,<br />
effettuare i trattamenti necessari per garantire la qualità chimica e batteriologica distribuirla<br />
grazie alla rete di acquedotti raggiungendo i singoli punti di consumo.<br />
La composizione dei sali disciolti nelle acque sotterranee dipende da molti fattori,<br />
quali la natura <strong>delle</strong> precipitazioni atmosferiche, la natura <strong>delle</strong> rocce e del suolo con i quali le<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
acque di percolazione vengono in contatto, il tempo di queste interazioni, ecc. Le acque di<br />
percolazione in aree carbonatiche vengono arricchite di magnesio, di calcio e bicarbonato,<br />
mentre i minerali alluminosi aumentano anche le concentrazioni di sodio, potassio.<br />
Le acque sotterrane a causa del più prolungato e intimo contatto con le rocce ed il<br />
suolo hanno concentrazioni di minerali disciolti più alte rispetto le acque superficiali.<br />
La composizione <strong>delle</strong> acque superficiali dipende dalle caratteristiche geologiche del<br />
bacino idrografico e dalle caratteristiche <strong>delle</strong> precipitazioni atmosferiche. Sia le acque<br />
sotterrane che quelle superficiali risentono fortemente della presenza degli insediamenti<br />
antropici, dal tipo di attività agricola ed industriale esercitata nel bacino idrogeologico. Così<br />
oltre agli ioni di origine geologica possiamo riscontrare altri componenti chimici, ma anche<br />
microrganismi prodotti dall’azione umana, spesso con notevole decremento qualitativo dei<br />
corpi idrici ed esposizione a rischi per la salute.<br />
Se l’acqua presenta caratteristiche chimiche o batteriologiche non conformi alla<br />
normativa di riferimento o che comunque possono costituire un rischio per chi la consuma,<br />
può essere utilizzata soltanto quando, grazie adeguati trattamenti acquisisce nuovamente i<br />
caratteri di potabilità.<br />
Per un alimento di grande consumo come l’acqua non si possono considerare soltanto i<br />
rischi di tipo acuto, ma anche gli esiti cronici derivati da un apporto prolungato e continuativo<br />
di sostanze di cui spesso non se ne conoscono del tutto gli effetti. Perciò la normativa di<br />
riferimento del controllo <strong>delle</strong> acque destinate all’uso potabile si ispira a criteri di estrema<br />
cautela. Non va inoltre dimenticato, che i rischi per la salute posso derivare sia da sostanze<br />
inquinanti, ma anche da elementi naturalmente disciolti. Nella valutazione degli effetti per la<br />
salute dei possibili componenti, occorre sempre valutare la tossicità della sostanza in rapporto<br />
alle concentrazioni: uno stesso componente può a basse concentrazione può essere un<br />
elemento favorevole e diventare causa di malattia per quantitativi più elevati.<br />
L’acqua dell’acquedotto<br />
Per l’uso alimentare l'acqua essa deve possedere le caratteristiche che la definiscono<br />
"potabile": essere cioè incolore, insapore, inodore, priva di particelle sospese, chimicamente<br />
pura (priva di sostanze tossiche in quantità nocive per l'organismo) e batteriologicamente pura<br />
( priva di batteri patogeni).<br />
L'acqua potabile è disciplinata dal D.P.R. n. 236/1988 e dai decreti legislativi n.<br />
31/2001 e n. 27/2002, che discendono da Direttive Europee che hanno imposto dei requisiti<br />
molto rigorosi. La direttiva intende proteggere la salute <strong>delle</strong> persone, stabilendo requisiti di<br />
salubrità e pulizia cui devono soddisfare le acque potabili <strong>nella</strong> Comunità. Si applica a tutte le<br />
acque destinate al consumo umano, salvo le acque minerali naturali e le acque termali.<br />
Il Dipartimento di Sanità Pubblica ha il compito di vigilare affinché l'acqua potabile:<br />
• non contenga una concentrazione di microrganismi, parassiti o altre sostanze che<br />
rappresentino un potenziale pericolo per la salute umana;<br />
• soddisfi i requisiti minimi di salubrità (parametri microbiologici, chimici e relativi alla<br />
radioattività).<br />
Inoltre, il Dipartimento di Sanità Pubblica<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
• assicura che siano prese tutte le misure necessarie a garantire la salubrità e la pulizia <strong>delle</strong><br />
acque destinate al consumo umano come il livello di protezione <strong>delle</strong> fonti, l’idoneità dei<br />
sistemi di prelevamento, degli impianti di trattamento e <strong>delle</strong> reti di distribuzione;<br />
• effettua un controllo regolare e pianificato <strong>delle</strong> acque destinate al consumo umano,<br />
rispettando i metodi standardizzati di campionamento ed analisi;<br />
• verifica la regolarità degli accertamenti effettuati dall’ente gestore dell’acquedotto<br />
l’effettiva applicazioni <strong>delle</strong> azioni correttive.<br />
In caso di inosservanza dei valori di parametro si provvede affinché vengano<br />
tempestivamente adottati i provvedimenti correttivi necessari per ripristinare la qualità <strong>delle</strong><br />
acque.<br />
La normativa per alcune sostanze prevede livelli massimi di concentrazione che non<br />
devono essere superati altrimenti l’acqua è dichiarata non potabile, si tratta di sostanze nocive<br />
o indesiderabili e i valori massimi consentiti sono bassissimi e del tutto precauzionali; per<br />
altre si indicano dei valori di riferimento (parametri indicatori) il cui superamento pur non<br />
determinando necessariamente la non potabilità dell’acqua, impone una valutazione rimessa<br />
all’Autorità Sanitaria, che potrà disporre "che vengano presi provvedimenti intesi a<br />
ripristinare la qualità dell’acqua".<br />
Così, se il ferro supera il valore di 200 microgrammi per litro o il manganese 50<br />
microgrammi, le autorità sanitarie potranno ordinare all’azienda che gestisce l’acquedotto di<br />
predisporre trattamenti per abbassare tali valori.<br />
Alcuni componenti dell’acqua che possono influire sulla vita quotidiana e sulla salute<br />
L’utilizzo di acqua potabile in cui i parametri sopra indicati presentino valori limite<br />
uguali o superiori all'accettabilità può produrre effetti negativi sulla salute umana (vedi Linee<br />
guida per la qualità dell'acqua potabile dell'Organizzazione Mondiale della Sanità OMS).<br />
Per quanto riguarda i parametri analizzati è noto ad esempio che:<br />
Durezza<br />
Sebbene un certo numero di studi epidemiologici abbia dimostrato in passato<br />
l'esistenza di una correlazione tra durezza dell'acqua potabile e insorgenza di malattie<br />
cardiovascolari, i dati disponibili non consentono di avvalorare con certezza questa tesi. Non<br />
viene pertanto proposto alcun valore di linea guida basato su criteri di protezione della salute.<br />
Tuttavia il grado di durezza di un'acqua può influire sulla sua accettabilità in termini di<br />
sapore. L'OMS indica infatti un valore massimo di 50 °F (28 °D), al fine di evitare sapori<br />
sgradevoli dell'acqua. Inoltre l'assunzione di acqua con valore di durezza elevato (che<br />
corrisponde ad elevata presenza di calcio) potrebbe acuire il quadro di calcolosi renale.<br />
Nitrati<br />
Elevate concentrazioni di nitrati ridotti a nitriti favoriscono l’ossidazione di<br />
emoglobina a meta emoglobina e possono provocare in soggetti sensibili (anziani, donne in<br />
gravidanza e neonati) disturbi nel trasporto dell’ossigeno nel sangue. Altro elemento di<br />
precauzione e la reazione dei nitriti con ammine e ammidi endogene e di origine alimentare<br />
con la formazione di nitrosammine e nitrosammidi composti probabilmente implicati <strong>nella</strong><br />
cancerogenesi gastrica.<br />
Cloruri<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Concentrazioni di cloruri superiori a 250 mg/litro possono causare un sapore<br />
indesiderabile all'acqua e alle bevande.<br />
Fluoruri<br />
L’avvelenamento e l’intossicazione da fluoruri avviene per ingestione di elevati<br />
quantitativi (140-210 mg in un individuo di 70 kg), livelli di fluoruri superiori a 1,5 mg/litro<br />
che possono essere naturalmente presenti nelle acque, possono causare la fluorosi dentale<br />
(annerimento dello smalto dei denti). D'altra parte i fluoruri, se presenti in quantitá moderata,<br />
hanno effetti benefici <strong>nella</strong> prevenzione della carie dentaria in alcuni stati vengono aggiunti<br />
artificialmente all'acqua potabile (fino a 1 mg/litro).<br />
Solfati<br />
Alte concentrazioni di solfati possono causare effetti lassativi e irritazioni<br />
gastrointestinali.<br />
Arsenico<br />
L'arsenico inorganico, sia trivalente che pentavalente, facilmente assorbito nel tratto<br />
gastro-intestinale in quantità che dipendono dalla forma chimica in cui l'elemento si presenta,<br />
viene trasportato a tutti gli organi e tessuti provocando, se introdotto in quantitá elevate, danni<br />
al sangue, al fegato, ai reni e alla cute.<br />
Manganese<br />
Il manganese è un elemento importante per il nostro metabolismo, presente, tra l’altro,<br />
in molte classi di enzimi. L’introduzione di elevate quantitá di questo elemento puó procurare<br />
disturbi intestinali.<br />
Per garantire la qualità batteriologica ed impedire che l’acqua possa costituire un<br />
veicolo di infezione vengono effettuati trattamenti di disinfezione che sfruttano l’effetto<br />
ossidante dei derivati del cloro, dell’ozono oppure l’azione dei raggi ultravioletti. Per ogni<br />
impianto acquedottistico si individua il sistema o la combinazione di più sistemi di<br />
disinfezione in base alla qualità dell’acqua a disposizione, alle caratteristiche <strong>delle</strong> fonti di<br />
approvvigionamento e degli impianti, alla complessità della rete di distribuzione.<br />
L’acqua ad uso alimentare <strong>nella</strong> rete commerciale<br />
L’acqua minerale<br />
L'acqua minerale è un tipo di acqua sorgiva, solitamente commercializzato in bottiglia,<br />
può essere venduta con la dicitura acqua minerale solo l'acqua che risponde ai criteri di legge<br />
stabiliti dal D.L. 25/1/1992 n.105, il quale recita "Sono considerate acque minerali naturali le<br />
acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più<br />
sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà<br />
favorevoli alla salute". Per le acque potabili, le ultime due specificazioni (caratteristiche<br />
igieniche e proprietà salutari) non sono invece richieste.<br />
Le acque minerali sono divise in varie categorie dal suindicato decreto legislativo:<br />
• acque minimamente mineralizzate: il residuo fisso a 180° è inferiore a 50 mg/l;<br />
• acque oligominerali (o leggermente mineralizzate): il residuo fisso è compreso tra 50 e<br />
500 mg/l;<br />
• acque mediominerali: il residuo fisso è compreso tra 500 e 1500 mg/l;<br />
• acque ricche di sali minerali: il residuo fisso è superiore a 1500 mg/l.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Esistono poi altre categorie legate alla presenza o meno di specifici sali minerali:<br />
• contenente bicarbonato, se il bicarbonato è superiore a 600 mg/l;<br />
• solfata, se i solfati sono superiori a 200 mg/l;<br />
• clorurata, se il cloruro è superiore a 200 mg/l;<br />
• calcica, se il calcio è superiore a 150 mg/l;<br />
• magnesiaca, se il magnesio è superiore a 50 mg/l;<br />
• fluorata, se il fluoro è superiore a 1 mg/l;<br />
• ferruginosa, se il ferro bivalente è superiore a 1 mg/l;<br />
• acidula, se l'anidride carbonica libera è superiore a 250 mg/l;<br />
• sodica, se il sodio è superiore a 200 mg/l;<br />
• indicata per le diete povere di sodio, se il sodio è inferiore a 20 mg/l;<br />
• effervescente naturale, quando l'anidride carbonica è superiore a 250 mg/l ed è pari a<br />
quella presente alla sorgente.<br />
L'acqua imbottigliata<br />
La Direttiva CE n. 83/1998, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 31/2001, ha<br />
rivoluzionato la definizione normativa dell’acqua "destinata al consumo umano" (potabile)<br />
consentendone anche la commercializzazione "in bottiglie o in contenitori" di qualsiasi<br />
capacità, con o senza trattamento.<br />
In sostanza, oggi non solo l’acqua minerale naturale, ma anche l’acqua potabile può essere<br />
imbottigliata e venduta, in genere dopo un trattamento chimico-fisico per renderla idonea a<br />
determinate categorie di consumatori, per esempio rendendola frizzante, oppure togliendo<br />
alcuni minerali per renderla più leggera o anche arricchendola di calcio.<br />
La Direttiva comunitaria e la legge italiana non hanno ancora dato un nome preciso a<br />
quest’acqua, che può essere chiamata acqua, acqua da bere o con qualunque altra<br />
denominazione, anche di fantasia. E' vietato però chiamarla "minerale" o "mineralizzata" o<br />
"naturale", perché queste denominazioni sono riservate soltanto all’acqua minerale.<br />
Nulla vieta, invece, che possa essere disinfettata come l'acqua potabile.<br />
L'acqua di sorgente<br />
Un'altra Direttiva CE (n. 70/1996), recepita in Italia con il decreto legislativo n.<br />
339/1999, ha permesso l’imbottigliamento e la vendita di un ulteriore tipo di acqua,<br />
denominata "acqua di sorgente". Questa si pone in una condizione intermedia tra l'acqua<br />
potabile e l'acqua minerale.<br />
Infatti, per quanto riguarda le caratteristiche e i parametri, è soggetta alla stessa<br />
disciplina dell’acqua potabile ma, come l’acqua minerale, non può essere disinfettata, perché<br />
deve essere già pura e buona da bere come esce dalla sorgente.<br />
L'acqua di sorgente deve avere una "autorizzazione" alla commercializzazione da parte<br />
del Ministero della Salute, che ne valuta le caratteristiche, ma non può riportare in etichetta<br />
indicazioni su possibili effetti benefici per la salute. Ciò è permesso soltanto all'acqua<br />
minerale.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE MINERALI<br />
Salvatore Vaccaro<br />
Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia<br />
Il Decreto Legislativo n. 105 del 25/01/1992 “Attuazione della direttiva 80/777/CEE<br />
relativa alla utilizzazione e alla commercializzazione <strong>delle</strong> acque minerali naturali” e<br />
successive modifiche ed integrazioni, identificano con precisione quali acque vanno definite<br />
minerali: “Sono considerate acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una<br />
falda o da un giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate<br />
e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute”. Si<br />
differenziano dalle acque potabili per non essere sottoposte ad alcun trattamento di<br />
potabilizzazione, risultando per questo più gradevoli dal punto di vista organolettico e prive di<br />
prodotti secondari della disinfezione.<br />
Il Regio Decreto n. 1.775 dell’11/12/1933 “Testo unico <strong>delle</strong> disposizioni di legge<br />
sulle acque e impianti elettrici”, definisce e stabilisce per la prima volta quali parametri<br />
costituiscono i criteri identificativi <strong>delle</strong> acque minerali.<br />
Criteri identificativi <strong>delle</strong> acque minerali<br />
(Italia - Commissione <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> -1933)<br />
Caratteri generali Analisi chimico-fisiche Analisi chimiche<br />
Colore<br />
Odore<br />
Sapore<br />
Limpidità<br />
Colloidi<br />
Temperatura<br />
Densità<br />
Indice di Rifrazione<br />
Abbassamento Crioscopico<br />
Pressione Osmotica<br />
Conducibilità Elettrica<br />
pH<br />
Residuo Fisso a 100°C, a 180°C<br />
Al Rosso Scuro<br />
Ammoniaca, Nitriti, Nitrati<br />
Ossigeno<br />
Idrogeno Solforato-Grado Solfidrometrico<br />
Durezza<br />
Alcalinità<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Radioattività Arsenico<br />
Ozono<br />
Azione Catalitica<br />
Reazione al Cloridrato di Benzidina<br />
Gas Disciolti<br />
In tale sede, verranno trattati solo i principali criteri su riportati che permettono di<br />
distinguere e classificare le acque minerali ai fini terapeutici, ossia:<br />
Temperatura;<br />
Abbassamento Crioscopico (Punto di Congelamento);<br />
Radioattività;<br />
Gas Disciolti;<br />
Durezza;<br />
Residuo Fisso a 180°C;<br />
Composizione Ionica.<br />
1. TEMPERATURA<br />
La Temperatura si determina immergendo un comune termometro a massima (o<br />
appositi dispositivi) nel punto di scaturigine dell'acqua (o nel pozzo) considerando ed<br />
annotando contemporaneamente anche la temperatura atmosferica dell'aria.<br />
La temperatura di scaturigine è in stretta relazione con diverse condizioni, quali ad<br />
esempio:<br />
il gradiente geotermico, cioè il riscaldamento negli strati più profondi della crosta<br />
terrestre. Si osserva un aumento indicativo di 1°C ogni 33 metri di profondità;<br />
gli attriti subiti dall'acqua durante la risalita;<br />
la velocità di risalita (direttamente proporzionale alla temperatura);<br />
il verificarsi nell'acqua di reazioni esotermiche;<br />
il mescolamento con altre acque durante la risalita;<br />
etc.<br />
La possibilità di utilizzare un'acqua minerale alla temperatura di scaturigine senza che<br />
debba subire processi di eutermalizzazione permette di conservare in modo ottimale le proprie<br />
caratteristiche.<br />
In base alla Temperatura dell’acqua alla sorgente, le acque minerali vengono<br />
classificate in:<br />
• <strong>Acque</strong> Fredde: temperatura alla sorgente al di sotto dei 20°C;<br />
• <strong>Acque</strong> Ipotermali: temperatura alla sorgente compresa tra i 20°C ed i 30°C;<br />
• <strong>Acque</strong> Omeotermali: temperatura alla sorgente compresa tra i 30°C ed i 40°C;<br />
• <strong>Acque</strong> Ipertermali: temperatura alla sorgente al di sopra dei 40°C.<br />
2. PUNTO DI CONGELAMENTO<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
L’acqua distillata congela a 0°C alla pressione di 1 atmosfera (760 mmHg), l’acqua<br />
dolce (fiumi, laghi) congela prima dell’acqua salina.<br />
Il Punto di Congelamento <strong>delle</strong> varie acque in riferimento all’acqua distillata si chiama<br />
Abbassamento Crioscopico (∆). Nell’uso medico si fa riferimento al punto di congelamento<br />
del siero del sangue, che equivale a circa -0,56°C.<br />
In base al Punto di Congelamento, le acque minerali vengono classificate in:<br />
• <strong>Acque</strong> Ipotoniche: acque con ∆ compreso tra 0°C e -0,55°C;<br />
• <strong>Acque</strong> Isotoniche: acque con ∆ compreso tra -0,55°C e -0,58°C;<br />
• <strong>Acque</strong> Ipertoniche: acque con ∆ inferiore a -0,58°C.<br />
Le acque ipotoniche e quelle ipertoniche, se assunte continuamente, possono avere<br />
rispettivamente un’azione di eccessiva diluizione dei sali minerali del corpo portando a stati di<br />
carenza ed accrescere le concentrazioni saline alterando lo stato di benessere.<br />
3. RADIOATTIVITÀ<br />
Alcune acque minerali vengono definite “Radioattive” in relazione alla proprietà fisica<br />
di emettere radiazioni ionizzanti. In soluzione sono presenti tracce di elementi radioattivi ad<br />
elevato peso atomico (quali: uranio, torio, radio, radon, attinio, etc.) e contengono e liberano<br />
generalmente gas - fenomeno noto come “emanazione”. Più comunemente tali acque,<br />
contengono e liberano emanazioni di radio sotto forma di radon, il quale:<br />
è un gas disciolto nell'acqua che deriva dalla emanazione di una particella alfa da un<br />
atomo di radio;<br />
è l’elemento più importante ai fini terapeutici <strong>delle</strong> acque radioattive, nonché il più<br />
rilevante per quantità;<br />
ha un'emivita o tempo di dimezzamento di circa 3,825 giorni (periodo in cui la sua<br />
radioattività si dimezza). Ciò fa comprendere la scarsa, o praticamente nulla, possibilità da<br />
parte dell'organismo di accumulare radioattività dalle acque minerali e la necessità di<br />
utilizzare queste acque rapidamente prima che perdano gli effetti terapeutici;<br />
viene assorbito molto facilmente attraverso le mucose (soprattutto degli apparati<br />
respiratorio e digerente) e la cute, diffonde molto rapidamente nei tessuti (con un'affinità<br />
elettiva per i lipidi) e viene eliminato in poche ore;<br />
viene impiegato come parametro di misura della radioattività nelle acque minerali.<br />
La radioattività <strong>delle</strong> acque minerali viene espressa in Curie [Ci] (quantità di<br />
emanazione in equilibrio radioattivo con un grammo di radio) o Unità Mache [UM] (2,75 x<br />
10 -9 UM = 1 Ci) o Bequerel [Bq] (1 nCi/l = 37 Bq)<br />
Un'acqua minerale viene classificata radioattiva in presenza di almeno 1 nanocurie di<br />
radon/litro (nCi/l, ossia 10 -9 Ci; 1 nCi/l = 37 disintegrazioni/secondo). Diversi Autori<br />
affermano che perché possano esplicarsi effetti terapeutici la radioattività dovrebbe essere<br />
superiore a 18-29 nCi/l (oppure 50-80 UM).<br />
In base alla Radioattività, le acque minerali vengono classificate in:<br />
• <strong>Acque</strong> Debolmente Radioattive: acque fino a 30 nCi/l;<br />
• <strong>Acque</strong> Mediamente Radioattive: acque da 30 a 150 nCi/l;<br />
• <strong>Acque</strong> Fortemente Radioattive: acque superiori a 150 nCi/l.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
L’attività terapeutica di dette acque è da attribuire alle radiazioni alfa dotate di basse<br />
proprietà di penetrazione e di buone capacità ionizzanti.<br />
Le acque radioattive che vengono imbottigliate sono veramente molto poche (la più<br />
nota è forse la Zilia in Corsica) e sono reperibili unicamente in farmacia; di contro, esistono<br />
molti centri termali dove vengono utilizzate sia per cure idropiniche che con altre modalità di<br />
somministrazione. L’Acqua Garbarono <strong>delle</strong> Terme di Lurisia viene considerata la sorgente<br />
con maggiore radioattività al mondo utilizzata per bibita (1.135 nCi).<br />
Queste acque devono essere consumate solo per scopi terapeutici ben precisi, sono<br />
indicate per la cura dei reumatismi articolari, <strong>delle</strong> nevralgie, <strong>delle</strong> nevriti, della gotta, <strong>delle</strong><br />
allergopatie e dell’asma bronchiale.<br />
4. GAS DISCIOLTI<br />
Una classificazione prettamente commerciale <strong>delle</strong> acque minerali può essere operata<br />
in funzione della presenza di gas disciolti (ossigeno, azoto, anidride carbonica [CO2]), sia alla<br />
sorgente (acque naturalmente gasate o effervescenti naturali) che addizionati artificialmente in<br />
seguito (acque gasate/frizzanti rinforzate o addizionate). Il gas maggiormente considerato è la<br />
CO2 e se la quantità presente è superiore a 250 mg/litro l’acqua viene definita “acidula”.<br />
Nelle sorgenti di acque naturalmente gasate è possibile separare e recuperare la CO2<br />
che può servire per addizionare le acque stesse, in questi casi è fatto obbligo di indicare in<br />
etichetta ”rinforzata con il gas della sorgente”.<br />
Le acque effervescenti naturali sono la minoranza, per gasare le acque che invece<br />
sgorgano lisce occorre utilizzare CO2 immagazzinata, la quale può essere di origine naturale o<br />
prodotta con processi industriali, comunque non proveniente dalla stessa falda che alimenta la<br />
sorgente (acqua addizionata). Sia di provenienza naturale che di sintesi la CO2 prima di<br />
essere utilizzata come additivo alimentare deve essere sottoposta a trattamenti in grado si<br />
purificarne la composizione chimica e renderla compatibile con le disposizioni della legge<br />
(D.M. n. 356 del 04/08/1997 - allegato 2).<br />
In base alla quantità presente di CO2, le acque minerali vengono classificate in:<br />
• <strong>Acque</strong> Lisce o Piatte: la CO2 libera è presente in quantità minore di 250 mg/l;<br />
• <strong>Acque</strong> Naturalmente Gasate: la CO2 libera è presente in quantità superiore a 250 mg/l;<br />
• <strong>Acque</strong> Effervescenti Naturale: la CO2 libera è presente in quantità superiore a 250 mg/l;<br />
• <strong>Acque</strong> Degasate: la CO2 libera presente alla sorgente è stata totalmente<br />
eliminata;<br />
• <strong>Acque</strong> Parzialmente Degasate: la CO2 libera presente alla sorgente è stata parzialmente<br />
eliminata;<br />
• <strong>Acque</strong> Rinforzate con gas di sorgente: la CO2 aggiunta proviene dalla stessa falda o<br />
giacimento;<br />
• <strong>Acque</strong> Addizionate con CO2: la CO2 aggiunta non proviene dalla stessa falda o<br />
giacimento. A seconda della quantità aggiunta si hanno<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
“<strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> Lievemente Frizzanti” (aggiunti fino a<br />
5.000 mg/l di CO2) oppure “<strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> Frizzanti”<br />
(aggiunti fino a 6.500 mg/l di CO2).<br />
Le acque gasate sembrano dissetare meglio, in quanto le “bollicine” agiscono come<br />
blando anestetico a livello <strong>delle</strong> terminazioni nervose della mucosa orale responsabili in parte<br />
della sensazione di sete ed inoltre inducono dilatazione dello stomaco producendo apparente<br />
sazietà. In realtà liscia, gasata o effervescente naturale, l'acqua disseta tutta allo stesso modo.<br />
L'acqua gasata facilità la digestione e aumenta il senso di sazietà, provocando la<br />
dilatazione dello stomaco. Deve essere evitata da chi ha problemi di aerofagia, gonfiore<br />
addominale, reflusso gastroesofageo e patologie da ipersecrezione gastrica.<br />
5. DUREZZA<br />
La Durezza esprime la quantità di elementi alcalino-terrosi (sali di calcio e di<br />
magnesio) sotto forma di carbonati, bicarbonati ed altri sali (solfati, cloruri). Si può valutate:<br />
Durezza temporanea: esprime il contenuto dei metalli alcalino-terrosi sotto forma di<br />
bicarbonati. È detta temporanea in quanto, con l'ebollizione, i bicarbonati possono essere<br />
separati dall'acqua precipitando sotto forma di carbonati;<br />
Durezza permanente: è quella che residua dopo l'ebollizione essendo determinata da<br />
solfati e cloruri di calcio e magnesio che rimangono in soluzione durante il trattamento;<br />
Durezza totale: è quella dell'acqua alla sorgente ed è la somma della permanente e della<br />
temporanea.<br />
Le determinazioni vengono eseguite con sostanze chelanti e successivamente elaborate<br />
da sistemi rivelatori, esprimendo i risultati come carbonato di calcio [CaCO3] od, in<br />
alternativa, come ossido di calcio [CaO]. Nel primo caso, 10 mg/l di CaCO3 corrispondono ad<br />
1 grado di durezza francese [°F] (1°F = una parte di carbonato di calcio per 100.000 di acqua),<br />
nel secondo 10 mg/l di CaO corrispondono ad 1 grado tedesco [°D] (1°F = 0,56 °D).<br />
Sono state proposte diverse classificazioni <strong>delle</strong> acque in base alla loro durezza, ma a<br />
tutt’oggi non ne esiste una riconosciuta universalmente.<br />
• <strong>Acque</strong> Dolci o Molli: durezza totale inferiore a 15°F;<br />
• <strong>Acque</strong> Medie: durezza totale compresa tra 15°F e 25°F;<br />
• <strong>Acque</strong> Dure: durezza totale superiore a 25°F.<br />
L’acqua dura con valori superiori a 40°F è indicata per integrare l’apporto di calcio,<br />
nei bambini che hanno denti ed ossa in formazione e negli anziani dove è frequente il<br />
riscontro di osteoporosi.<br />
Le acque dolci trovano un ottimo utilizzo <strong>nella</strong> preparazione di tisane, liquori e<br />
medicinali in genere.<br />
6. RESIDUO FISSO A 180 °C<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Il Residuo Fisso [RF] esprime la quantità totale dei soluti presenti nell'acqua minerale,<br />
in particolar modo <strong>delle</strong> sostanze inorganiche; esso viene calcolato in unità di peso (mg/l o<br />
g/l) e si ottiene facendo evaporare a bagnomaria (a 100°C) una quantità di acqua (1000 ml) in<br />
un contenitore di materiale inerte (capsula di platino) cui fa seguito un'essicatura a 110°C, a<br />
180°C e a 500-700°C (cosiddetto calore rosso).<br />
Il Residuo Fisso cui si fa riferimento più comunemente è quello a 180°C; questo<br />
valore è stato scelto fondamentalmente perché a 180°C viene persa anche l'acqua di<br />
cristallizzazione di alcuni elementi (come ad esempio il calcio ed il magnesio) ed i gas; ciò<br />
che si ottiene è una buona approssimazione del reale Residuo Fisso.<br />
La determinazione di tale parametro costituisce una tra le più importanti indagini da<br />
svolgere su un'acqua minerale, poiché permette la classificazione ufficiale <strong>delle</strong> acque<br />
terapeuticamente attive sia ad uso termale che imbottigliate.<br />
Nel corso del tempo sono state proposte varie classificazioni.<br />
Nel 1929 Marotta e Sica fornirono la prima classificazione <strong>delle</strong> acque minerali, la<br />
quale rappresenta ancora oggi un valido riferimento, basandosi principalmente su tre<br />
parametri, ossia la temperatura alla sorgente, il residuo fisso a 180°C e la composizione ionica<br />
secondo uno schema che divide le acque in classi e sottoclassi. In base al RF essi<br />
classificarono le acque minerali in:<br />
• <strong>Acque</strong> Oligominerali: RF a 180 °C uguale o inferiore a 200 mg/litri;<br />
• <strong>Acque</strong> Mediominerali: RF a 180 °C compreso tra 200 e 1000 mg/litri;<br />
• <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong>: RF a 180 °C superiore a 1000 mg/litro.<br />
In base al D.M. del 01/02/1983 “Nuove Norme per le Etichette sulle <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong>”<br />
(pubblicato sulla G.U. n. 40 del 10/02/1983) vista la direttiva CEE, le acque minerali furono<br />
successivamente classificate in:<br />
• <strong>Acque</strong> Minimamente <strong>Minerali</strong>zzate: RF a 180°C inferiore a 50 mg/litro;<br />
• <strong>Acque</strong> Leggermente <strong>Minerali</strong>zzate: RF a 180°C compreso tra 50 e 500 mg/litro;<br />
• <strong>Acque</strong> Ricche di Sali <strong>Minerali</strong>: RF a 180°C superiore a 1500 mg/litro.<br />
Questa nuova classificazione, di derivazione CEE ed entrata in vigore nel 1983, per<br />
quanto più recente rispetto a quella precedente (Marotta e Sica, 1929), risulta incompleta<br />
poiché il legislatore modificando i limiti della mineralizzazione fra le varie acque non ha<br />
tenuto conto di quelle acque con un residuo fisso compreso tra 501 e 1500 mg/litro, abolendo<br />
così la categoria <strong>delle</strong> acque mediominerali della vecchia classificazione, che a livello pratico<br />
costituiscono il gruppo numericamente più rappresentativo.<br />
Attualmente il decreto di riferimento è il D.L. n. 105 del 25/01/1992, il quale<br />
classifica le acque minerali in:<br />
• <strong>Acque</strong> Minimamente <strong>Minerali</strong>zzate RF a 180°C inferiore a 50 mg/litro;<br />
• <strong>Acque</strong> Legg. Min. od Oligominerali RF a 180°C compreso tra 50 e 500 mg/litro;<br />
• <strong>Acque</strong> Mediominerali o <strong>Minerali</strong> RF a 180°C compreso tra 501 e 1500 mg/litro;<br />
• <strong>Acque</strong> Ricche di Sali <strong>Minerali</strong> RF a 180°C superiore a 1500 mg/litro.<br />
Le acque minimamente mineralizzate sono quelle che possiedono un minore contenuto<br />
salino, con conseguente rapido assorbimento intestinale. Determinano un aumento della<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
diuresi e pertanto trovano indicazione in soggetti con calcolosi <strong>delle</strong> vie urinarie. Vengono<br />
utilizzate per la ricostituzione del latte in polvere e <strong>nella</strong> diluizione del latte vaccino.<br />
Le acque leggermente mineralizzate od oligominerali favoriscono la diuresi e trovano<br />
indicazione <strong>nella</strong> prevenzione della calcolosi renale. Svolgono azione antispastica sulla<br />
muscolatura <strong>delle</strong> vie urinarie, favorendo l’espulsione di eventuali calcoli.<br />
Le acque mediominerali o minerali propriamente dette hanno caratteristiche<br />
intermedie in funzione del residuo fisso e della compente ionica predominante (la maggior<br />
parte di queste acque è ricca di bicarbonato), l’effetto diuretico diminuisce progressivamente<br />
con l’aumentare del residuo fisso.<br />
Le acque ricche di sali minerali vengono usate a scopo terapeutico (acque<br />
medicamentose) e sono sconsigliate per il consumo quotidiano come bibita. Il loro impiego<br />
dovrebbe avvenire sotto controllo medico per evitare la comparsa di effetti indesiderati<br />
(azione purgativa, ipertensione arteriosa, etc.).<br />
7. COMPOSIZIONE IONICA<br />
Nella determinazione della composizione ionica predominante si tiene conto in primo<br />
luogo dell'anione (o degli anioni) prevalente ed in secondo luogo del catione. Quando uno<br />
ione è presente in quantità superiore a 20 mEq/litro (degli anioni e dei cationi) dà il nome<br />
all'acqua.<br />
In base alla Composizione Ionica prevalente, le acque minerali vengono classificate in:<br />
• <strong>Acque</strong> Bicarbonate: tenore di Bicarbonato superiore a 600 mg/litro;<br />
• <strong>Acque</strong> Solfate: tenore di Solfati superiore a 200 mg/litro;<br />
• <strong>Acque</strong> Clorurate: tenore di Cloro superiore a 200 mg/litro;<br />
• <strong>Acque</strong> Magnesiache: tenore di Magnesio superiore a 50 mg/litro;<br />
• <strong>Acque</strong> Fluorate: tenore di Fluoro superiore a 1 mg/litro;<br />
• <strong>Acque</strong> Calciche: tenore di Calcio superiore a 150 mg/litro;<br />
• <strong>Acque</strong> Ferruginose: tenore di Ferro bivalente superiore a 1 mg/litro;<br />
• <strong>Acque</strong> Sodiche: tenore di Sodio superiore a 200 mg/litro;<br />
• <strong>Acque</strong> Carboniche: tenore di Anidride Carbonica superiore a 300 cc/litro.<br />
La presenza contemporanea di diversi ioni prevalenti dà origine ad acque minerali<br />
pluriioniche, le cui più rappresentative sono le seguenti:<br />
• <strong>Acque</strong> Salse: Cloruro-Sodiche<br />
Salso-Solfato-Alcaline<br />
Salso-Solfato-Alcalino-Terrose<br />
Salso-Bromo-Iodiche<br />
Salso-Iodico-Solfato-Alcaline<br />
Salso-Iodico-Alcalino-Terrose<br />
• <strong>Acque</strong> Sulfuree: Sulfureo-Salse<br />
Sulfureo-Salso-Bromo-Iodiche<br />
Sulfureo-Salso-Solfato-Alcaline<br />
Sulfureo-Solfato-Alcaline<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
• <strong>Acque</strong> Arsenicali-Ferruginose: Arsenicati<br />
Arsenicali-Ferruginose<br />
Ferruginose<br />
• <strong>Acque</strong> Bicarbonate: Bicarbonato-Alcaline<br />
Bicarbonato-Alcalino-Bromo-Iodiche<br />
Bicarbonato-Alcalino-Terrose<br />
Bicarbonato-Solfato-Alcaline<br />
Bicarbonato-Solfato-Alcalino-Terrose<br />
• <strong>Acque</strong> Solfate: Solfato-Alcaline<br />
Solfato-Alcalino-Terrose<br />
<strong>Acque</strong> Bicarbonate - Sono prevalenti le bicarbonato-calciche (48,7%), con oltre 100<br />
mg/litro di calcio presente che ne conferisce un sapore gradevole. Se bevute durante i pasti<br />
favoriscono la digestione, mentre se assunte a digiuno tamponano l’acidità gastrica. Sono<br />
principalmente indicate:<br />
nell’insufficienza epatica e nei fenomeni spastici discinetici <strong>delle</strong> vie biliari, perché<br />
fluidificano la bile e favoriscono lo svuotamento <strong>delle</strong> vie biliari;<br />
nell’attività sportiva, in quanto permettono di riacquisire i minerali persi con l'attività<br />
fisica, inoltre il bicarbonato ed il calcio sono in grado di neutralizzare le scorie del<br />
catabolismo muscolare (acido lattico);<br />
nelle dispepsie gastriche della prima infanzia (vomito abituale del lattante);<br />
nel periodo di svezzamento e nel bambino più grande, poiché forniscono numerosi e<br />
preziosi elementi minerali, fungendo da integratore alimentare;<br />
nelle forme di cistite cronica, perchè hanno una buona azione diuretica ed inducono un<br />
effetto spasmolitico.<br />
<strong>Acque</strong> Solfate - Hanno un potere lievemente lassativo. Aiutano a migliorare l’attività<br />
dell’intestino e a depurarlo nei soggetti con problemi di colite spastica con alternanza di stipsi<br />
e diarrea o con intestino pigro. Esercitano un effetto rilassante sulla muscolatura biliare.<br />
Depurano il fegato. Hanno effetti benefici sulla pelle (disintossicante) e sui capelli. È<br />
consigliabile berle al mattino, a digiuno ed a piccoli sorsi. Sono sconsigliate nelle fasi di<br />
crescita, durante lo sviluppo ed in gravidanza, in quanto il solfato può interferire<br />
negativamente con l’assorbimento del calcio. Più in generale trovano indicazioni nelle<br />
malattie croniche del tratto otorinolaringoiatrico e respiratorio, nelle malattie osteoarticolari,<br />
nelle malattie del ricambio (gotta), nelle malattie ginecologiche e nelle angiopatie.<br />
<strong>Acque</strong> Clorurate - Contengono in prevalenza l’anione cloro ed il catione sodio<br />
(cloruro-sodiche), in alcune si ritrovano solfato di sodio e bicarbonato di sodio, calcio e<br />
magnesio. Hanno un’azione equilibratice dell’intestino, <strong>delle</strong> vie biliari e del fegato.<br />
Proteggono le cellula epatica dagli agenti tossici per induzione dei sistemi enzimatici. Hanno<br />
azione purgativa e lassativa (tipica <strong>delle</strong> acque salse o salso-solfate), anche se per manifestarsi<br />
necessita di un trattamento prolungato. Le acque ipertoniche aumentano la peristalsi senza<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
stimolare significamente la secrezione gastrica, mentre le acque ipotoniche stimolano<br />
maggiormente la secrezione gastrica e meno la peristalsi. Trattandosi di acque salse-clorurosodiche,<br />
sono assolutamente sconsigliate per chi soffre di disturbi renali.<br />
<strong>Acque</strong> Magnesiache - Le acque bicarbonato-magnesiache, solfato-magnesiache e<br />
clorurato-magnesiache svolgono prevalentemente un’azione purgativa. Indicate in presenza di<br />
deficit di magnesio, il quale può essere caratterizzato da crampi gastrici, cefalea, ansia,<br />
affaticabilità, vertigini e dispnea. Il magnesio rappresenta un supporto terapeutico e<br />
preventivo per le:<br />
patologie ostetrico-ginecologiche, con particolare riguardo alla sindrome premestruale,<br />
alla gravidanza, alla sindrome climaterica e all’osteoporosi post-mestruale;<br />
patologie cardiovascolari, con particolare riguardo alla prevenzione dell’arteriosclerosi,<br />
perché inducono una sensibile dilatazione <strong>delle</strong> arterie (come le acque contenenti litio e<br />
potassio).<br />
<strong>Acque</strong> Fluorate - Sotto controllo medico sono ideali per la prevenzione della carie<br />
dentale nei bambini e fino ai 14 anni; ne è consigliato un uso moderato in gravidanza, poiché<br />
la prima impronta del dente di forma nel feto. Si sconsiglia un uso continuativo di queste<br />
acque, perché un eccesso di fluoro può portare ad un accumulo di questo elemento nei denti e<br />
nello scheletro. La quantità massima tollerabile di fluoro è di 5 mg/l; nelle acque destinate<br />
all’infanzia il limite scende a 1,5 mg/l e per questa ragione un’acqua con un valore superiore<br />
deve riportare in etichetta la frase: "Contiene più di 1,5 mg/l di fluoro: non è opportuno il<br />
consumo regolare da parte dei lattanti e dei bambini di età inferiore a sette anni”.<br />
<strong>Acque</strong> Calciche - Si trovano soprattutto come bicarbonato-calciche. Agiscono a livello<br />
del fegato e dello stomaco. L’assunzione dietetica di circa 800 mg di calcio/die è in grado di<br />
ridurre il rischio di ipertensione e favorisce il raggiungimento e il mantenimento nel tempo di<br />
un’idonea densità ossea.<br />
<strong>Acque</strong> Ferruginose - Sono indicate per chi soffre di anemia sideropenica (quale<br />
integratore della terapia marziale), in gravidanza, durante l'allattamento, quando si vive in un<br />
habitat inquinato (il piombo presente nell'aria si lega al ferro rendendolo inutilizzabile<br />
dall'organismo umano). È sconsigliata nei soggetti affetti da gastroduodeniti.<br />
<strong>Acque</strong> Sodiche - Lo ione sodio ha una funzione biologica importante perché influenza<br />
positivamente l’eccitabilità neuromuscolare. Utili per reintegrare le perdite di sodio<br />
(sudorazione abbondante, allenamenti pesanti e prolungati, etc.). Vanno assunte con cautela<br />
perché la nostra alimentazione è già troppo ricca di sodio (12 gr/die, contro i 5 gr/die posti<br />
come limite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità). È controindicata nei soggetti ipertesi,<br />
con edemi e cellulite.<br />
Bibliografia<br />
• G. Temporelli - Le <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> - Ranieri Editore - 2002.<br />
• http://www.acquaminerale.net/<br />
• http://www.acquasanmartino.it/corpoinformazioni.htm<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
IL PERCORSO DELLE ACQUE MINERALI DALLA SORGENTE ALLA TAVOLA<br />
Salvatore Vaccaro<br />
Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia<br />
L’interesse dell’uomo verso le acque minerali e le loro specifiche proprietà<br />
terapeutiche è datato nel tempo; nell’antichità gli effetti benefici di acque particolarmente<br />
ricche di sali minerali e/o di gas disciolti erano celebrati come eventi miracolosi e le fonti<br />
dalle quali esse sgorgavano venivano considerate sacre e quindi venerate.<br />
Solo nel XIX° secolo si ebbe il riconoscimento dell’idropinoterapia (o terapia<br />
idropinica) come scienza medica, consistente nello studio <strong>delle</strong> caratteristiche peculiari e<br />
terapeutiche <strong>delle</strong> acque minerali naturali e <strong>nella</strong> loro prescrizione a fini curativi, tramite<br />
assunzione per os, specificandone dettagliatamente la qualità, la quantità, etc.<br />
Nonostante ciò, solo a partire dagli anni ‘70 si è registrato un significativo incremento<br />
del consumo di acque minerali, tanto da farle diventare in poco tempo comuni acque da tavola<br />
e bevande di uso quotidiano; tale condizione è stata in parte favorita anche dalla<br />
contaminazione degli acquedotti, in conseguenza della diffusione incontrollata di fitofarmaci<br />
e di sostanze di origine industriale nell’ambiente, associata ad una maggiore informazione e/o<br />
consapevolezza dei consumatori tra la stretta correlazione esistente fra l’alimentazione e lo<br />
stato di salute.<br />
L’aumento dei consumi <strong>delle</strong> acque minerali come bevande ad uso quotidiano ha<br />
parallelamente favorito la nascita e lo sviluppo di un fiorente mercato di produzione di e<br />
commercializzazione di tali acque, passando dai 2.350 milioni di litri imbottigliati nel 1980 ai<br />
10.300 milioni di litri imbottigliati nel 2000.<br />
A livello europeo, l’Italia primeggia sia per i consumi pro-capite che per la produzione<br />
di acque minerali naturali. Quest’ultima è gestita per gran parte (75% del mercato nazionale)<br />
da 7 Gruppi “Multifonte”:<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
• Gruppo Nestlè: leader in Italia con una quota di mercato del 27,2% e 13 marchi<br />
imbottigliati, ossia: Claudia, Fonte Alpina, Levissima, Limpia, Lora di Recoaro, Panna,<br />
Pejo, S. Bernardo, S. Bernardo Sorgente della Rocca, S. Bernardo Sorgente Rocciaviva,<br />
San Pellegrino, Terrier, Tione, Ulmeta, Vera;<br />
• Gruppo San Benedetto: con una quota di mercato del 18,5% e i marchi Fonte Caudana,<br />
Fonte Primavera, Guizza, San Benedetto, Valle Reale;<br />
• Gruppo Danone: con una quota di mercato del 9,7% e i marchi Acqua di Nepi, Boario<br />
Danone Activ, Danone Vitas<strong>nella</strong>, Ferrarelle, Fonte Vivia, Natìa, Santagata;<br />
• Gruppo CO.GE.DI.: con una quota di mercato dell’8,7% e i marchi Brio Blu Rocchetta,<br />
Rocchetta, Uliveto;<br />
• Gruppo Spumador: con una quota di mercato del 5,8% e i marchi Angelica, Flaminia,<br />
Fontechiara, Fonte Serena, Gioiosa della Valsesia, Lidia, Sant’Andrea, S. Antonio, S.<br />
Francesco, Valverde;<br />
• Gruppo Norda: con una quota di mercato del 4,1% ed i marchi Acquachiara, Daggio,<br />
Dolomiti, Ducale, Leonardo, Linx, Luna, Nuova, Pasubio, Reale, Sorgente Grigna;<br />
• Gruppo Sangemini: con una quota di mercato del 2,6% e i marchi Amerino, Fabia, Fonte<br />
Aura, Linda, Sangemini, Tavina;<br />
mentre la rimanente quota di mercato (25%) è gestita da Gruppi minori o da Produttori singoli<br />
che operano in ambito regionale o pluriregionale:<br />
• Sorgenti Traficante: Lilia, Sveva, Toka, Traficante;<br />
• Sorgenti S.P.A.: Appia, Ausonia, Gajum, Gaudenziana, San Lorenzo, S. Pietro, Santa<br />
Rita, Roccabianca, Val di Meti;<br />
• Soldati: Fontepatri, Silvana;<br />
• S.A.M.: Levia, Liàn, Luce, Pura, S. Angelo, S. Giorgio, Siete Fuentes, Santa Maria, Silia;<br />
• Mangiatorella: Acquarossa, Cavagrande, Mangiatorella;<br />
• Industrie Togni: Fonte Elisa, Frasassi, Gaia, S. Cassiano;<br />
• Bordogna/Ghisalberti: Bracca, Flavia, Pineta Sorgente Sales;<br />
• A.M. Val Menaggio S.P.A.: Chiarella, Fontelaura, Paraviso;<br />
• Etc.<br />
Secondo il D.L. 105/1992 e successive modifiche ed integrazioni, per acque minerali<br />
naturali si intendono “Le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo,<br />
provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche<br />
particolari ed eventualmente proprietà favorevoli alla salute”. Esse prima di giungere sulla<br />
tavola dei consumatori sono sottoposte a numerose operazioni, seguendo un articolato<br />
percorso che dalle sorgenti di prelievo (materia prima) consente di ottenere la bottiglia<br />
etichettata (prodotto finito).<br />
CAPTAZIONE DELLA FONTE.<br />
Le acque minerali provengono per lo più da acque meteoriche che filtrano attraverso<br />
vari strati permeabili (o semipermeabili) del terreno, fino a costituire una falda acquifera.<br />
Tramite questo processo esse si depurano <strong>delle</strong> scorie acquisite durante il ciclo atmosfera-<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
suolo e si arricchiscono di sostanze minerali e gassose del terreno, in relazione alle condizioni<br />
di pressione e temperatura locali e alla solubilità <strong>delle</strong> rocce con cui vengono a contatto.<br />
Le caratteristiche chimiche e chimico-fisiche che le rendono terapeuticamente attive<br />
rispecchiano in gran parte il paesaggio litogeologico che attraversano durante il loro ciclo<br />
idrogeologico; si avranno acque prevalentemente ricche di un elemento minerale o di un altro<br />
in funzione della tipologia di roccia dominante nel bacino imbrifero di pertinenza, della<br />
solubilità <strong>delle</strong> componenti mineralogiche e del tempo di contatto tra acque di circolazione<br />
sotterranea e substrato poroso. Diversamente da quanto la legge stabilisce per le acque<br />
potabili, per le acque minerali non esiste un limite superiore o inferiore per il contenuto dei<br />
sali in esse disciolti.<br />
La proporzione tra il quantitativo di acqua che si infiltra nel terreno e quella che<br />
ruscella dipende da vari fattori (natura del terreno, intensità <strong>delle</strong> precipitazioni, etc.), i quali<br />
sono di fondamentale importanza nel determinare le potenzialità del bacino idrogeologico e<br />
quindi l’affidabilità della falda per la produzione industriale di acqua minerale.<br />
Generalmente, per il calcolo del bilancio idrogeologico si usa la seguente equazione:<br />
P = E + R + I = E + D<br />
dove: P = Precipitazioni (mm), E = Evapotraspirazione (mm), R = Ruscellamento (mm),<br />
I = Infiltrazione (mm) e D = Deflusso totale (mm). A seconda del tipo di terreno il deflusso<br />
idrico totale sarà caratterizzato da un diverso rapporto tra il coefficiente di infiltrazione e<br />
quello di ruscellamento; la loro somma definisce il deflusso idrico totale (superficiale e<br />
sotterraneo).<br />
Una sorgente affiora naturalmente in superficie quando presenta una condizione di<br />
equilibrio chimico-fisico, dovuto al raggiungimento di una velocità di percorrenza costante,<br />
con conseguente stabilità della composizione chimica; invece, quando la sorgente è perforata<br />
si possono creare durante il pompaggio <strong>delle</strong> depressioni, con conseguente richiamo d’acqua<br />
dalle aree di ricarica, che causano perturbazioni idrauliche in grado di indurre variazioni degli<br />
equilibri chimico-fisici.<br />
Il lavoro di ricerca e captazione di una sorgente è lungo ed impegnativo e deve essere<br />
svolto da personale altamente specializzato (idrogeologi), impiegando più o meno<br />
strumentazioni altamente tecnologiche.<br />
Il D.M. n. 542 del 12.11.1992 fissa i criteri di valutazione <strong>delle</strong> caratteristiche<br />
idrogeologiche, chimico-fisiche e microbiologiche per le acque minerali naturali. La domanda<br />
di riconoscimento di un’acqua minerale deve essere accompagnata da un’articolata relazione<br />
idrogeologica, volta ad illustrare gli aspetti caratterizzanti della falda acquifera, da certificati<br />
di almeno n. 4 analisi chimico-fisiche e altrettante analisi microbiologiche eseguite nelle 4<br />
stagioni su campioni prelevati alla sorgente e dai relativi verbali di prelevamento redatti<br />
dall’autorità sanitaria che ha assistito ai prelevamenti.<br />
STABILIMENTI INDUSTRIALI.<br />
In Italia vi sono poco meno di 200 stabilimenti di imbottigliamento di acque minerali,<br />
i quali operano attivamente nel settore sfruttando l’acqua di una sorgente per imbottigliare una<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
marca oppure sfruttando l’acqua di più sorgenti (opportunamente miscelata) per imbottigliare<br />
una marca oppure ancora sfruttando l’acqua di più sorgenti per imbottigliare più marche.<br />
La scelta della locazione dello stabilimento di imbottigliamento deve essere fatta con<br />
razionalità e dietro attenta valutazione <strong>delle</strong> caratteristiche ambientali circostanti, scartando i<br />
luoghi ove sono presenti intense emissioni odorose, grossi centri abitati (con conseguente<br />
elevato tasso di inquinamento), etc., in modo che nessun agente esterno venga a contatto con<br />
l’acqua e quindi le sue caratteristiche si mantengano inalterate.<br />
Le dimensioni dello stabilimento vanno progettate in funzione alla capacità produttiva<br />
che si intende realizzare, la quale risulta correlata alle caratteristiche della sorgente in termini<br />
di capacità del bacino e di disponibilità di acqua. Vanno predisposti: locali di lavorazione,<br />
laboratori di analisi, uffici, area stoccaggio (magazzini su un unico piano), area<br />
movimentazione del prodotto finito, area per i mezzi di trasporto adibiti alla consegna ai<br />
centri di rivendita commerciale, etc.<br />
Le linee di imbottigliamento, ed in particolare le macchine riempitici, dovrebbero<br />
trovarsi in locali isolati (chiusi ed in soprapressione), alle quali si dovrebbe accedere tramite<br />
porte ermetiche e nelle quali l’igiene andrebbe curato nei minimi particolari, onde evitare<br />
sorgenti di contaminazione (uomo, animali, vegetazione, suolo, aria). L’esigenza di effettuare<br />
continue analisi di controllo impone la presenza di uno o più laboratori interni; le modalità dei<br />
controlli interni ed esterni (espletati da organi sanitari competenti) vengono stabilite dalle<br />
indicazioni riportate <strong>nella</strong> Circolare n. 17 del 13.09.1991 e <strong>nella</strong> Circolare n. 19 del<br />
12.05.1993 del Ministero della Sanità per quanto riguarda rispettivamente la parte<br />
microbiologica e quella chimico-fisica.<br />
Lo stabilimento deve essere ubicato il più vicino possibile ai punti di prelievo, in<br />
modo tale che le tubazioni di collegamento siano le più brevi possibili e vengano ridotte le<br />
probabilità di eventi inconvenienti, nonché i costi di realizzazione.<br />
I materiali impiegati per realizzare le tubazioni di collegamento devono essere atossici,<br />
asettici e permettere periodici trattamenti di sanatizzazione; generalmente si utilizzano tubi in:<br />
• acciaio inox (AISI 316L): molto igienico, presenta una buona resistenza all’azione dei<br />
detergenti e dei disinfettanti, caratterizzato da una superficie liscia e priva di porosità, è<br />
però necessario eseguire varie saldature di collegamento tra tubi, rubinetti, curve, etc., che<br />
costituiscono zone di minor resistenza (le saldature si offrono meglio all’attacco <strong>delle</strong><br />
sostanze aggressive e le acque ricche in sali possono innescare lievi fenomeni di<br />
corrosione);<br />
• polietilene ad alta densità (PEAD): resina atossica che possiede tutti i requisiti di legge<br />
per venire a contatto con le acque, consigliata soprattutto per percorsi lunghi e tortuosi,<br />
non vi sono punti di saldatura, le giunzioni fatte a caldo sono rapide e sufficientemente<br />
lisce ed uniformi; inoltre, permette un prezzo di partenza più basso.<br />
TRATTAMENTI DELLE ACQUE.<br />
Ai fini della tutela dei consumatori, l’uso a fine alimentare e la commercializzazione<br />
di un'acqua minerale devono soddisfare una serie di requisiti previsti da alcune norme e<br />
passare il vaglio di organismi regionali e ministeriali, sulla base di relazioni redatte da<br />
laboratori specificatamente autorizzati (o universitari) ed il controllo dei laboratori pubblici<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
compreso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che, tra l’altro, partecipa con propri esperti al<br />
“Gruppo Istruttorio <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong>” del Consiglio Superiore dalla Sanità, cui compete il<br />
parere per il primo riconoscimento di un’acqua minerale e per la verifica annuale del<br />
permanere <strong>delle</strong> caratteristiche proprie dell’acqua stessa.<br />
Alcuni tipi di trattamenti, esclusivamente di carattere chimico-fisico, sono permessi<br />
sulle acque minerali naturali, purché tale trattamento non comporti una modifica della<br />
composizione dell’acqua in quei suoi componenti essenziali che conferiscono all’acqua stessa<br />
le sue proprietà.<br />
Trattamenti permessi (non si intende modificato il carattere di un’acqua minerale):<br />
• Captazione, canalizzazione, elevazione meccanica, approvvigionamento in vasche o<br />
serbatoi;<br />
• Separazione degli elementi instabili (composti del ferro e dello zolfo) mediante filtrazione<br />
o decantazione, eventualmente preceduta da ossigenazione;<br />
• Separazione dei composti di ferro, manganese e zolfo, nonché in alcune acque<br />
dell’arsenico mediante trattamento con aria arricchita di ozono;<br />
• Separazione di componenti indesiderabili diversi da quelli su menzionati;<br />
• Eliminazione totale o parziale dell’anidride carbonica mediante procedimenti<br />
esclusivamente fisici, nonché incorporazione o reincorporazione di anidride carbonica.<br />
I trattamenti che prevedono l’uso di aria arricchita di ozono per favorire la separazione<br />
di alcuni composti naturalmente presenti nell’acqua stessa, ma indesiderabili quando la loro<br />
concentrazione è al di sopra di quella massima ammissibile, debbono essere autorizzati dal<br />
Ministero della Salute (sentito il Consiglio Superiore della Sanità) e le Aziende devono<br />
chiaramente riportare in etichetta la dicitura “Acqua sottoposta a una tecnica di ossidazione<br />
con aria arricchita di ozono”.<br />
Trattamenti vietati (si intende modificato il carattere di un’acqua minerale):<br />
• Trattamenti di potabilizzazione;<br />
• Aggiunta di sostanze battericide o batteriostatiche;<br />
• Eseguire qualsiasi trattamento suscettibile di modificare il microbismo dell’acqua<br />
minerale.<br />
IMBOTTIGLIAMENTO.<br />
I contenitori utilizzati per imbottigliare le acque minerali possono essere di tre tipi:<br />
• Vetro: ottenuto per fusione a 1200°C di sabbia silicea con carbonati di sodio e di calcio;<br />
• Plastica: il PVC, fino a qualche anno fa molto utilizzato, attualmente non viene più<br />
impiegato. Il PET è una materia plastica trasparente, leggera, resistente agli urti che può<br />
assumere diverse colorazioni a protezione del liquido che contiene; l’utilizzo su grande<br />
scala è abbastanza recente e può essere riciclato in vari modi;<br />
• Cartone politenato (brick): è un laminato a più strati, dove l’elemento base è la carta<br />
(80%) che conferisce forma e rigidità al contenitore (Tetra Brick Aseptic), ad essa<br />
vengono abbinati un film di polietilene (15-20%), usato per conferire impermeabilità agli<br />
agenti esterni e per permettere l’unione dei vari materiali senza impiegare sostanze<br />
collanti ed adesive ed un foglio di alluminio (3-5%), interposto al multistrato per<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
proteggere l’acqua dalle alterazioni che possono essere innescate dalla luce e dall’aria,<br />
permettendo così di mantenere tutte le caratteristiche originali.<br />
Dal 1985 ad oggi la quota dei contenitori in vetro è scesa dal 92% al 42 %, mentre<br />
quelli in plastica sono saliti dal 6,5% al 55% e quelli in cartone dall’1,5% al 3%; una grande<br />
influenza deriva dal minor costo di trasporto.<br />
Procedura automatizzata per l’imbottigliamento in PET:<br />
La “preforma” è una specie di provetta che dà vita alla bottiglia attraverso la soffiatura in<br />
appositi stampi; le bottiglie così formate vengono convogliate, tramite nastri trasportatori, al<br />
circuito di imbottigliamento, dove verranno sottoposte alle seguenti operazioni meccanizzate:<br />
• Sciacquatura;<br />
• Riempimento;<br />
• Tappatura;<br />
• Controllo degli eventuali pezzi difettosi;<br />
• Etichettatura;<br />
• Timbratura del lotto di lavorazione;<br />
• Imballaggio in fardelli da 6 bottiglie con film termoretraibile;<br />
• Invio al magazzino per la preparazione di pallets e la spedizione.<br />
Procedura automatizzata per l’imbottigliamento in VETRO:<br />
Procedura simile a quella per il PET, ma un po’ più complicata e dispendiosa:<br />
• Le bottiglie del tipo VAR (vuoto a rendere) vanno lavate, sterilizzate e risciacquate prima<br />
di essere immesse nel circuito di imbottigliamento (tramite apposite macchine lavatrici);<br />
• Il trasporto avviene su nastri trasportatori classici, il quale risulta più lento e rumoroso<br />
rispetto al trasporto ad aria dei contenitori in PET;<br />
• Le bottiglie rigate o rovinate devono essere scartate e distrutte.<br />
TRASPORTO E CONSERVAZIONE.<br />
Le bottiglie finite vengono riunite in pallets e caricate su autotreni per la distribuzione.<br />
Giunte nei vari magazzini di giacenza possono rimanerci per mesi o anni ed essere soggette a<br />
continue sollecitazioni ambientali (stress termico, alternanza luce/buio, esposizione ai raggi<br />
solari UV, etc.), indebolendo della struttura polimerica del PET che si traduce in una<br />
maggiore permeabilità ai gas e agli agenti esterni.<br />
Le acque minerali vanno conservate lontane dalle fonti di calore, al riparo dalla luce<br />
solare, in luogo fresco, asciutto e senza odori.<br />
COMMERCIALIZZAZIONE.<br />
Il business <strong>delle</strong> acque minerali è in continuo sviluppo, attualmente sul mercato<br />
italiano si possono enumerare ben oltre n. 250 marche prodotte, con un incremento costante<br />
della produzione: nel 2003 essa ha toccato 11,5 miliardi di litri e un consumo medio annuo<br />
pro-capite di 178 litri, tra i più alti in Europa e nel Mondo.<br />
Le acque minerali italiane sono molto apprezzate e richieste all’estero; dati ISTAT del<br />
2004 fanno emergere che circa il 10% della produzione nostrana è stata esportata, per un<br />
valore di circa 200 milioni di Euro, soprattutto in Europa - circa 1.150 milioni di litri sono<br />
giunti in Francia (31%), Germania (25%), Svizzera (24%), Austria (10%), Grecia (4%), UK<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
(4%), Belgio (2%) - ed oltre oceano, USA (Stati di Washington, New York e California),<br />
Canada e Giappone. Le acque straniere non trovano spazio nel mercato italiano e non sono<br />
neanche l’1% del consumo, eccezione di pochi volumi di acque francesi (Terrier ed Evian).<br />
Recenti statistiche svolte sul territorio nazionale hanno evidenziato che il 63% degli<br />
italiani consuma acqua oligominerale, il 22% acque minerali, il 10% acque minimamente<br />
mineralizzate e il 5% acque ricche di minerali; inoltre, il 68% preferisce acque lisce, il 16%<br />
acque effervescenti naturali e il 16% acque frizzanti.<br />
L’ETICHETTA DELLE ACQUE MINERALI<br />
Antonia Maria Morini<br />
Faenza<br />
L’acqua è vita<br />
Poche verità hanno valore universale: che la vita dipende dall’acqua è una di queste;<br />
essa è ovunque: sopra, sotto, ma soprattutto dentro di noi.<br />
Carta europea dell’acqua<br />
(promulgata a Strasburgo il 6 maggio 1968 dal Consiglio d’Europa)<br />
Non c’è vita senza acqua; l’acqua è un bene prezioso, indispensabile a tutte le attività<br />
umane.<br />
Le disponibilità di acqua dolce non sono inesauribili. E’ indispensabile preservarle,<br />
controllarle e, se possibile accrescerle.<br />
Alterare la qualità dell’acqua significa nuocere alla vita dell’uomo e degli esseri<br />
viventi che da essa dipendono.<br />
La qualità dell’acqua deve essere tale da soddisfare le esigenze <strong>delle</strong> utilizzazioni<br />
previste, ma deve soprattutto soddisfare le esigenze della salute pubblica.<br />
Quando l’acqua, dopo essere stata utilizzata, viene restituita al suo ambiente naturale,<br />
essa non deve compromettere i possibili usi, tanto pubblici che privati, che in questo ambiente<br />
potranno essere fatti.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
La conservazione di una copertura vegetale appropriata, di preferenza forestale, è<br />
essenziale per la conservazione <strong>delle</strong> risorse idriche.<br />
La buona gestione dell’acqua deve formare oggetto di un piano stabilito dalle autorità<br />
competenti.<br />
La salvaguardia dell’acqua implica uno sforzo importante di ricerca scientifica, di<br />
formazione di specialisti e di informazione pubblica.<br />
L’acqua è un patrimonio comune, il cui valore deve essere riconosciuto da tutti.<br />
La gestione <strong>delle</strong> risorse idriche dovrebbe essere inquadrata nel bacino naturale<br />
piuttosto che entro frontiere amministrative e politiche.<br />
L’acqua non ha frontiere. Essa è una risorsa comune, che necessita di una<br />
cooperazione internazionale.<br />
L’acqua è l’elemento primordiale per eccellenza: uno degli elementi fondamentali<br />
<strong>nella</strong> vita dell’uomo e attualmente anche uno dei diritti fondamentali di ogni uomo e di ogni<br />
donna che popolano il nostro pianeta.<br />
Cerchiamo di capire meglio:<br />
“Acqua minerale, Acqua potabile, Acqua di sorgente e Acqua da tavola”<br />
Il consumatore ritiene che queste denominazioni siano sinonimi, con l'eccezione per<br />
l'acqua minerale che può avere particolari sapori e perchè venduta in bottiglia; in effetti,<br />
grande è la confusione perchè il legislatore europeo, e poi quello italiano, su pressione <strong>delle</strong><br />
lobby <strong>delle</strong> acque ha legiferato rendendo complessa una questione semplice.<br />
Anni fa c'erano solo due tipologie di acque: la minerale e la potabile.<br />
Quest'ultima classificazione non era particolarmente chiara perchè qualcuno potrebbe<br />
pensare che le minerali non siano potabili e ovviamente non è così; cerchiamo di chiarire le<br />
diverse classificazioni <strong>delle</strong> acque anche in riferimento ad una corretta interpretazione <strong>delle</strong><br />
“etichette”.<br />
Acqua imbottigliata<br />
In Italia questi contenitori sono entrati in commercio da qualche anno; prima non<br />
c'erano perché un intrico di norme nazionali ne rendeva dubbia la legittimità.<br />
Infatti, questi boccioni o "goccioni", come vengono anche chiamati, contengono circa<br />
20 litri di acqua che non poteva essere quella minerale perché per tale tipo di acqua il<br />
contenitore massimo permesso dalla legge è di 2 litri.<br />
Ma i contenitori non potevano contenere neanche la normale acqua potabile perché la<br />
fornitura spetta ai Comuni o alle aziende acquedottistiche da essi delegate e viene svolta<br />
soltanto attraverso la rete idrica; inoltre una sentenza del Consiglio di Stato considerava<br />
l’acqua potabile un "bene pubblico", escludendo implicitamente che potesse essere oggetto di<br />
commercio privato.<br />
Tutto è cambiato con la Direttiva CE n. 83/1998, recepita in Italia con il decreto<br />
legislativo n. 31/2001, che ha rivoluzionato la definizione normativa dell’acqua "destinata al<br />
consumo umano" (potabile) consentendone anche la commercializzazione "in bottiglie o in<br />
contenitori" di qualsiasi capacità, con o senza trattamento.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
In sostanza, oggi non solo l’acqua minerale naturale ma anche l’acqua potabile può<br />
essere imbottigliata e venduta (già si trova in commercio), in genere dopo un trattamento<br />
chimico-fisico per renderla idonea a determinate categorie di consumatori, per esempio<br />
rendendola frizzante, oppure togliendo alcuni minerali per renderla più leggera o anche<br />
arricchendola di calcio.<br />
La Direttiva comunitaria e la legge italiana non hanno ancora dato un nome preciso a<br />
quest’acqua, che può essere chiamata acqua, acqua da bere o con qualunque altra<br />
denominazione, anche di fantasia.<br />
E' vietato però chiamarla "minerale" o "mineralizzata" o "naturale", perché queste<br />
denominazioni sono riservate soltanto all’acqua minerale; nulla vieta, invece, che possa essere<br />
disinfettata come l'acqua potabile; spesso viene servita, magari in caraffa, anche ai clienti dei<br />
ristoranti, che pensano sia vera e propria acqua minerale naturale. In realtà, l’acqua minerale<br />
naturale deve essere servita esclusivamente in bottiglia sigillata e il cliente dovrebbe sempre<br />
pretendere che questa sia aperta davanti a lui.<br />
Acqua da tavola: è l'acqua potabile imbottigliata (spesso in boccioni) o servita in<br />
caraffe nei ristoranti. In quest'ultimo caso deve essere indicata come "acqua potabile trattata o<br />
acqua potabile trattata e gassata".<br />
Le acque di sorgente – ("spring water" per gli anglosassoni, "eau de source" per i<br />
francesi) pur avendo il requisito della purezza; definite come acque destinate al consumo<br />
umano, allo stato naturale e imbottigliate alla sorgente, che avendo origine da una falda o<br />
giacimento sotterraneo, provengono da una sorgente con una o più emergenze naturali o<br />
perforate – sono disciplinate dal D.Lgs. 339/1999, “Disciplina <strong>delle</strong> acque di sorgente e<br />
modificazioni al D.Lgs. 25 gennaio 1992, n. 105”.<br />
Per quanto riguarda le caratteristiche, le acque di sorgente sono paragonabili a quelle<br />
potabili, ma al pari <strong>delle</strong> acque minerali debbono avere il requisito della purezza e non<br />
possono subire alcun trattamento di disinfezione; l'etichetta non deve menzionare alcuna<br />
indicazione salutistica.<br />
<strong>Acque</strong> trattate, cioè le acque di rubinetto e le acque "purificate".<br />
<strong>Acque</strong> di rubinetto sono fornite dagli acquedotti ed il requisito richiesto è quello della<br />
potabilità (non devono contenere microrganismi, batteri, sostanze inquinanti ecc.).<br />
<strong>Acque</strong> "purificate" sono acque attinte indifferentemente da fiumi, laghi, pozzi e rese<br />
potabili attraverso trattamenti chimico-fisici diversi; sono acque originate dall'esigenza di<br />
approvvigionamento idrico nelle grandi aree di siccità del pianeta, in particolare nei paesi del<br />
Terzo Mondo, entrate poi nel mercato anche nei paesi occidentali.<br />
Il requisito richiesto è quello del raggiungimento della potabilità dopo il "trattamento";<br />
non sono tenute ad indicare la loro composizione in etichetta e non possono vantare effetti<br />
positivi sulla salute.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
L'acqua minerale naturale è quella che "viene offerta all'uso così come scaturisce dalla<br />
sorgente".<br />
Decreto Ministro della salute 11/9/2003:<br />
Riferimenti normativi<br />
"Attuazione della Direttiva 2003/40/CE della Commissione <strong>nella</strong> parte relativa<br />
all’etichettatura <strong>delle</strong> acque minerali naturali e <strong>delle</strong> acque di sorgente" (G.U. n. 229 del<br />
2/10/2003).<br />
Decreto legislativo 23/6/2003, n. 181:<br />
"Attuazione della direttiva 2000/13/CE concernente l’etichettatura e la presentazione<br />
dei prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità" (G.U. n. 167 del 21/7/2003).<br />
Direttiva 2003/40/CE della Commissione del 16/5/2003:<br />
che determina l’elenco, i limiti di concentrazione e le indicazioni di etichettatura per i<br />
componenti <strong>delle</strong> acque minerali naturali, nonché le condizioni d’utilizzazione dell’aria.<br />
arricchita di ozono per il trattamento <strong>delle</strong> acque minerali naturali e <strong>delle</strong> acque sorgive (G.U.<br />
n. L 126 del 22/5/2003).<br />
Circolare Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato 23/6/2001, n. 166:<br />
"Istruzioni in materia di etichettatura e presentazione dei prodotti alimentari" (G.U. n.<br />
66 del 20/3/2001).<br />
Decreto legislativo 27/1/1992, n. 109:<br />
"Attuazione <strong>delle</strong> direttive 89/395/CEE e 89/396/CEE concernenti l’etichettatura, la<br />
presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari (G.U. n. 39 del 17/2/1992 – S.O.),<br />
<strong>delle</strong> acque minerali naturali è sottoposta alla preventiva approvazione del Ministero della<br />
Sanità limitatamente alle menzioni relative alle proprietà favorevoli alla salute, alle<br />
indicazioni ed alle eventuali controindicazioni (D.L. 25.1.1992, art. 17 comma 2).<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
In questa relazione ho cercato di stare dalla parte dell’utente/consumatore che molto<br />
spesso si pone domande riguardanti le etichette <strong>delle</strong> acque minerali in quanto non risultano<br />
di facile lettura e quindi di non facile interpretazione.<br />
Etichettatura<br />
Pubblicato <strong>nella</strong> Gazzetta Ufficiale n. 167 del 21 luglio 2003, il D.Lgs 181/2003,<br />
“Attuazione della direttiva 2000/13/CE concernente l’etichettatura e la presentazione dei<br />
prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità” entrerà in vigore il prossimo 5 agosto;<br />
all’articolo 13 (Prodotti sfusi) esso stabilisce, tra l’altro, che le acque idonee al consumo<br />
umano non preconfezionate, somministrate nelle collettività ed in altri esercizi pubblici,<br />
devono riportare, ove trattate, la specifica denominazione di vendita “acqua potabile trattata”,<br />
o “acqua potabile trattata e gassata” qualora siano state anche addizionate di anidride<br />
carbonica.<br />
Cercherò quindi di porre quelle domande che a noi del settore possono apparire banali,<br />
ma che invece hanno grande importanza per chi non lo è; facendo riferimento all’esempio qui<br />
sotto riportato, l’etichetta può rappresentare la carta d’identità di un’acqua minerale.<br />
La parte centrale dell’etichetta sempre è frutto di uno studio grafico accurato, viene<br />
occupata dal marchio con il nome della Sorgente in evidenza, dal luogo dove è ubicato lo<br />
stabilimento e dal nome dell’azienda produttrice.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Già dal primo adeguamento della legislatura italiana alla direttiva CEE avvenuto con<br />
il D.M.S. 01/02/1983, i caratteri <strong>delle</strong> indicazioni riportate sulle etichette dell’acqua<br />
minerale, dovevano essere di dimensioni non inferiori ad 1 mm. di altezza; inoltre il rapporto<br />
tra il nome dell’acqua minerale, il luogo di sfruttamento dell’acqua ed il titolare<br />
dell’autorizzazione deve essere tale che il primo sia riportato con caratteri di altezza e<br />
larghezza almeno pari a una volta e mezzo il carattere utilizzato per indicare il secondo ed il<br />
secondo sia riportato con caratteri di altezza e larghezza pari ad una volta e mezzo il<br />
carattere utilizzato per indicare il terzo.<br />
D-1- La scritta “Pinco-Pallino compare su ogni etichetta, ma quanti sono i nomi <strong>delle</strong><br />
acque minerali?<br />
R- Denominazione e nome<br />
Quelle nazionali e commercializzate in Italia sono oltre 280 - in questo caso ho usato<br />
un nome di comodo (un’acqua che Zampilla dà l’immagine della freschezza, purezza, ecc. ma<br />
in effetti non è il nome commerciale).<br />
D-2- Che cosa s’intende per “Luogo di origine”?<br />
R- Questa dicitura indica la località in cui l’acqua minerale viene imbottigliata,<br />
D-3- Data di imbottigliamento: come è cambiata?<br />
R- T.M.C. – termine minimo entro il quale il prodotto va consumato.<br />
Fino al 2 marzo 1992 la bottiglia di acqua minerale doveva recare obbligatoriamente<br />
sull’etichetta (normalmente situata ai bordi) la data di imbottigliamento.<br />
Dal 3 marzo 1993 con l’entrata in vigore dell’ultimo decreto legislativo in materia del<br />
25 gennaio 1992 n° 105 (sull’attuazione della direttiva 80/777/CEE relativa all’utilizzazione e<br />
commercializzazione <strong>delle</strong> acque minerali) le cose sono cambiate e la data di<br />
imbottigliamento è stata sostituita da un’altra data che rappresenta “Termine Minimo di<br />
Conservazione dell’acqua (TMC).<br />
Il TMC è la data alla quale il prodotto in adeguate condizioni di conservazione<br />
mantiene le sue proprietà specifiche; esso va indicato con la dizione: da consumarsi<br />
preferibilmente entro il ………; questo termine libero, non è fissato da nessuna legge o<br />
decreto, può variare da marca a marca da 12 a 24 mesi in modo arbitrario sotto la<br />
responsabilità del produttore.<br />
Alcuni produttori, cercano di fornire una maggiore chiarezza nel rispetto di quanto<br />
richiesto dal D.L. n° 105 riportano le date sovrapponendole, soluzione adatta per esempio<br />
dalle terme di S. Andrea S.p.A.; altre ditte, importano sul collo della bottiglia o sul tappo della<br />
medesima il lotto, oltre chiaramente al termine minimo di conservazione.<br />
E’ risaputo che quanto più l’acqua è giovane tanto più le sue caratteristiche sono simili<br />
a quelle originarie. Tuttavia, anche dopo il termine minimo di conservazione, che di solito è di<br />
12 mesi, se ben conservata l’acqua non perde le sue caratteristiche organolettiche; si riducono<br />
invece le bollicine, poiché l’anidride carbonica, nonostante il tappo a tenuta tende ad<br />
evaporare, soprattutto se conservate in bottiglie di plastica.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Le modalità tecniche per indicare il TMC e il lotto sull’etichetta o sul contenitore sono<br />
molteplici:<br />
• fresatura <strong>delle</strong> apposite caselle di etichette prestampate (la parte che interessa viene<br />
tagliata via);<br />
• gli stessi dati vengono riportati tramite un sistema tampone oppure con microaghi (ormai<br />
in disuso);<br />
• il sistema adottato attualmente dalla quasi totalità <strong>delle</strong> ditte produttrici è il sistema ink-jet<br />
(o a getto d’inchiostro);<br />
• una metodica di recente introduzione è quella del laser, che consiste in una ossidazione<br />
dell’etichetta;<br />
• TMC e lotto possono essere evidenziati oltre che sull’etichetta anche sul collo o sul tappo<br />
del contenitore, utilizzando le tecniche sopra descritte.<br />
D-4- Che cos’è il “lotto di produzione” ed a che cosa serve?<br />
R- Consente di individuare partite contaminate o avariate; spesso viene riportato sul<br />
tappo o sul collo della bottiglia<br />
Altro dato che la normativa n° 105 obbliga a riportare in etichetta o sul contenitore<br />
(tappo o collo della bottiglia) è il lotto di produzione che sta ad indicare un insieme di unità di<br />
vendita di una derrata alimentare, prodotto e fabbricato in circostanze pressoché identiche.<br />
Questo dato deve essere chiaramente leggibile sul contenitore ed è preceduto<br />
normalmente dalla lettera “L” – solitamente è riportato subito sotto o subito sopra il termine<br />
minimo di conservazione (TMC) e la sua chiave di lettura deve essere depositata presso le<br />
U.S.S.L. competenti per territorio.<br />
Per riprodurlo si utilizzano le stesse tecniche di stampigliatura e fresatura prima citate<br />
per il TMC; questa schedatura a garanzia della collettività consente di individuare eventuali<br />
partite contaminate o avariate.<br />
D-5- Che cosa vuol dire “analisi chimica e chimico-fisica”?<br />
R- Dalla una valutazione globale possiamo trarre il profilo che caratterizza le azioni<br />
salutistiche o medicamentose di ciascuna acqua.<br />
Si raccomanda di controllare in modo particolare il pH - parametro che esprime<br />
rispettivamente l'alcalinità (>7) e l'acidità (
un’acqua ricca di solfati o di magnesio, a soggetti ipertesi sono raccomandate acque a<br />
bassissimo contenuto di sodio, ecc.<br />
In calce a questi dati risulta la data ed il laboratorio presso il quale sono state effettuate<br />
le analisi.<br />
D-6- Perché si parla di “Classe di appartenenza”?<br />
R- Dipende dai valori di residuo fisso<br />
La classe di appartenenza di un’acqua minerale, come sancito nel D.L. 25/1/1992 n°<br />
105, dipende dal suo contenuto in sali (residuo fisso a 180° C) e viene riportato in etichetta<br />
secondo la seguente classificazione:<br />
<strong>Acque</strong> minimamente mineralizzate<br />
<strong>Acque</strong> oligominerali<br />
<strong>Acque</strong> medio minerali<br />
<strong>Acque</strong> ricche di sali minerali<br />
residuo fisso ≤ 50 mg/l<br />
residuo fisso > 50 ≤ 500 mg/l<br />
residuo fisso > 500 ≤ 1500mg/l<br />
residuo fisso > 1500 mg/l<br />
Questa nuova classificazione, si sostituisce a quella di Marrotta e Sica (minimamente<br />
mineralizzata = residuo fisso < 200 mg/l.; oligominerale = residuo fisso > 200 < 1000 mg/l.;<br />
ricca di sali minerali = residuo fisso > 1000 mg/l.- del 1929), ma rispetto alla precedente<br />
risulta incompleta: non contempla infatti le acque con residuo fisso compreso tra i 500 e 1500<br />
ml./l.<br />
D-7- A cosa serve sapere “l’Analisi batteriologica o microbiologica”?<br />
R- La legge prevede l’assenza assoluta di coliformi, streptococchi fecali,<br />
stafilococchi aurei, clostridi solfito/riduttori, pseudomonas aeruginosa, ma consente la<br />
presenza di una certa quota microbica saprofita.<br />
Sempre in base D.L. n° 105 non è più obbligatorio riportare in etichetta l’analisi<br />
batteriologica dettagliata, e come previsto dal D.M. 01/02/1983 è consentito riportare la<br />
dicitura “microbiologicamente pura”; acqua microbiologicamente pura non vuol dire assenza<br />
assoluta di batteri, ma eventuale presenza di un certo numero e di certe specie di<br />
microrganismi: la legge impone tuttavia l’assenza completa di coliformi, streptococchi fecali,<br />
stafilococchi aurei, clostridi solfito/riduttori, pseudomonas aeruginosa; rispetto alle acque<br />
degli acquedotti, le acque minerali non possono essere sottoposte a trattamenti di depurazione,<br />
ma d’altro canto hanno meno possibilità di subire inquinamenti in quanto le sorgenti<br />
solitamente sgorgano in zone geologicamente ideali.<br />
L’aggiunta di anidride carbonica, presente nelle acque minerali naturali o addizionate<br />
successivamente, svolge una certa azione batteriostatica; gli accertamenti previsti dalla legge<br />
devono essere effettuati alla fonte almeno 4 volte in un anno, nel corso <strong>delle</strong> diverse stagioni,<br />
e i dati devono essere aggiornati periodicamente in etichetta, unitamente alle analisi chimiche,<br />
almeno ogni 5 anni.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
La legge prevede inoltre verifiche minuziose degli impianti <strong>delle</strong> tubature:<br />
quotidianamente, presso laboratori <strong>delle</strong> ditte produttrici, l’acqua viene sottoposta a controlli<br />
batteriologici che garantiscono la sua purezza.<br />
D-8- Che cosa s’intende per “Qualità salienti”?<br />
R- Spesso non esiste una correlazione precisa fra composizione in Sali minerali e<br />
dichiarazioni salutistiche<br />
Le proprietà terapeutiche o favorenti la salute, sono riportate in etichetta “qualità<br />
salienti” e dipendono dalla presenza e dalla concentrazione di diversi oligoelementi.<br />
Queste definizioni vengono concesse dal Ministero della Sanità sulla base <strong>delle</strong><br />
sperimentazioni biologiche e cliniche e quando riportate devono essere citati in etichetta come<br />
rilasciate tuttavia non esiste una correlazione fra composizione in sali minerali e dichiarazioni<br />
salutistiche.<br />
E’ discrezione dell’azienda riportare o meno le qualità salienti in etichetta. Alcune<br />
dizioni di queste proprietà sono:<br />
• può avere effetti diuretici;<br />
• può avere effetti lassativi;<br />
• indicata per l’alimentazione dei neonati;<br />
• indicata per la preparazione degli alimenti dei neonati;<br />
• stimola la digestione o menzioni analoghe;<br />
• può favorire le funzioni epato-biliari o menzioni analoghe;<br />
• altre menzioni concernenti le proprietà favorevoli alla salute dell’acqua minerale<br />
naturale (es. indicata per i regimi dietetici poveri di sodio), sempre che queste menzioni non<br />
attribuiscano all’acqua proprietà di prevenzione, cura e guarigione di una patologia.<br />
Le indicazioni sopra riportate dovrebbero essere seguite dall’eventuali indicazioni per<br />
l’uso e dalle possibili controindicazioni (es. le prime sono riportate dall’acqua Regilla di<br />
Rocca Priora (RM) e dalle acque termali di Montecatini, Chianciano e Rabbi, le seconde sono<br />
ignorate da tutti).<br />
D-9- Che cosa sta ad indicare il “Codice a barre”?<br />
R- Fornisce indicazioni leggibili per rilevatori elettronici riferibili al produttore e<br />
all’articolo venduto presso la distribuzione.<br />
Il Codice a barre, European Artiche Numbering (EAN) o Codice a strisce è composto<br />
da una serie di barre longitudinali scure su un fondo chiaro; questo codice ha una indicazione<br />
numerica dei beni di largo consumo a livello europeo: esso fornisce assieme al numero che<br />
corrisponde allo stato di identificazione del produttore e dell’articolo venduto.<br />
Il tipo maggiormente utilizzato è quello a 13 numeri, mentre la forma abbreviata a 8<br />
cifre viene utilizzata nel caso di spazi ridotti.<br />
Questa catalogazione viene impiegata prevalentemente dalla grande distribuzione<br />
EAN a 13 cifre: i primi 2 numeri vengono chiamati “sigla dello stato” (es. = Italia) ed i 5<br />
numeri che seguono vengono assegnati dall’Associazione Italiana del Codice degli Articoli<br />
(INDICOD) al produttore possessore del marchio e indicano il numero dell’azienda italiana.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
I successivi 5 numeri vengono gestiti dal produttore e rappresentano i codici degli<br />
articoli fino ad un massimo di 99.999.<br />
L’ultimo numero stabilisce la cifra di controllo.<br />
D-10- Contenuto?<br />
R- In Italia le acque sono commercializzate in contenitori che vanno da 140 cc. a 2<br />
litri.<br />
Obbligatoriamente riportato in etichetta la quantità d’acqua contenuta può essere<br />
espressa in litri (l.), decilitri (dl.), centilitri (cl.), centimetri cubici (cc.) o millilitri (ml.).<br />
D-11 Che cos’è il Pittogramma?<br />
R- Pittogramma oppure “dicitura ambientale” è una frase o un disegno che invita a<br />
non disperdere il contenitore nell’ambiente dopo l’uso.<br />
A partire dal 1° dicembre 1989 sui contenitori immessi sul mercato italiano o sulle<br />
loro etichette deve figurare chiaramente visibile mediante messaggio scritto e/o pittogramma<br />
l’invito a non disperderli nell’ambiente dopo l’uso.<br />
Anche sui vuoti a rendere deve figurare il pittogramma e visibile l’indicazione scritta<br />
che ricorda “trattasi di un contenitore nuovamente riempibile”.<br />
Sempre a partire dal 1° dicembre 1989 al fine di identificare i materiali diversi dal<br />
vetro, i contenitori per liquidi destinati al mercato interno devono essere contrassegnati da un<br />
esagono regolare o da un cerchio all’interno del quale è contenuta l’abbreviazione del<br />
materiale utilizzato per la loro fabbricazione.<br />
Alcuni produttori si sono preoccupati, anche se non richiesto dalla legge, di<br />
evidenziare il contenitore di vetro inventando un marchio da riprodurre sull’etichetta: un<br />
esagono regolare con al centro le lettere maiuscole VE<br />
D-12 Conservazione del prodotto?<br />
R Ci sono <strong>delle</strong> indicazioni ben precise che consentono all’acqua minerale naturale<br />
di mantenere le sue caratteristiche originarie (es. riparo dal calare, dal sole, ecc.).<br />
D- Ci sono <strong>delle</strong> normative per l’autorizzazione alla vendita?<br />
R- acqua minerale è solo quella autorizzata dal Ministero della sanità che le<br />
riconosce caratteristiche e proprietà particolari.<br />
Di solito in questo spazio veniva riprodotto il primo decreto ministeriale e l’ultimo<br />
decreto regionale per l’autorizzazione alla vendita dell’acqua minerale, oltre al nome del<br />
titolare dell’autorizzazione.<br />
Ora (inizio 1995) in attesa che il Ministero della Sanità attribuisca per competenza le<br />
relative autorizzazioni alla vendita secondo quanto sancito dal D.P.R. 105 del 25/1/1992 si<br />
verificano tutte le situazioni possibili cioè vengono riportate in etichetta solo decreti regionali,<br />
solo ministeriali oppure entrambi.<br />
D- A volte si trova la scritta: “Prova d’acquisto” – che cosa vuol dire<br />
R- Dati facoltativi di recente introduzione<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Da qualche tempo viene riportato su alcune etichette di acqua minerale alla stessa<br />
stregua dei generi alimentari o dei detersivi un quadratino od un rettangolo con la scritta<br />
“prova d’acquisto o tagliando di controllo”<br />
Le ditte che lo utilizzano sono di solito quelle che impiegano la forma pubblicitaria<br />
televisiva e la grande distribuzione per la vendita nei supermercati.<br />
Come asserisce la scritta è la conferma che il prodotto è stato acquistato e non regalato<br />
e serve sia come tagliando di convalida per i numerosissimi concorsi, sia per sancire la qualità<br />
della produzione.<br />
Un’altra innovazione, riportata in etichetta, è il “servizio consumatori”; secondo la<br />
moda francese anche in Italia alcune società di acqua minerale hanno istituito questo servizio<br />
per fornire al consumatore informazioni relative all’acqua, utilizzando un “numero telefonico<br />
verde”<br />
D- Possono essere indicate proprietà terapeutiche sulle etichette?<br />
R- (D. Lgs 25/1/1992, n. 105, art. 11, comma 4).<br />
Sulle etichette o sui recipienti <strong>delle</strong> acque minerali naturali possono essere riportate<br />
una o più <strong>delle</strong> seguenti indicazioni, se menzionate nel decreto di riconoscimento dell’acqua<br />
minerale:<br />
può avere " effetti diuretici";<br />
"può avere effetti lassativi";<br />
"indicata per l’alimentazione dei neonati";<br />
"indicata per la preparazione degli alimenti dei neonati";<br />
"stimola la digestione" o menzioni analoghe;<br />
"può favorire le funzioni epatobiliari" o menzioni analoghe;<br />
altre menzioni concernenti le proprietà favorevoli alla salute, semprechè dette<br />
menzioni non attribuiscano all’acqua minerale naturale proprietà per la prevenzione, la<br />
cura e la guarigione di una malattia umana;<br />
le eventuali indicazioni per l’uso;<br />
le eventuali controindicazioni<br />
D- Con quale periodicità vengono aggiornate le analisi riguardanti la composizione<br />
analitica con i componenti caratteristici dell'acqua minerale?<br />
(d. lgs 25/1/1992, n. 105, art. 11, comma 6)<br />
R- E’ fatto obbligo al titolare dell’autorizzazione all’utilizzazione di una sorgente di<br />
acqua minerale di procedere all’aggiornamento <strong>delle</strong> analisi previste per l’indicazione<br />
della composizione analitica con i componenti caratteristici almeno ogni cinque anni<br />
dandone preventiva comunicazione ai competenti organi regionali.<br />
Note<br />
A partire dal 1 gennaio 2006, le acque minerali naturali devono, al momento del<br />
confezionamento, essere conformi ai limiti di concentrazione massimi stabiliti dalla direttiva<br />
comunitaria, dove sono elencate 16 componenti naturalmente presenti nelle acque minerali<br />
naturali e i rispettivi limiti massimi il cui superamento può presentare un rischio per la salute;<br />
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tra queste componenti si citano, ad esempio, il bario, l'arsenico, il cianuro, il boro ecc. Solo<br />
per 2 di queste sostanze, il nickel ed i fluoruri, il termine di adeguamento ai limiti prefissati<br />
dalla direttiva si sposta al 1 gennaio 2008.<br />
Consigli<br />
Il primo dato da leggere è il residuo fisso, cioè la quantità di sali minerali disciolti in<br />
un litro d'acqua, che dà l'idea della "pesantezza" dell'acqua stessa: si passa da quelle<br />
minimamente mineralizzate a quelle ricche di sali minerali: noi consigliamo di scegliere<br />
quelle che presentano un residuo fisso tra 400 e 600 milligrammi al litro (mg/l).<br />
D- Criticità di una etichetta: che cosa manca secondo il consumatore?<br />
R- Da un attento esame dell’etichetta si nota, che pur facendo parte dei criteri di<br />
valutazione <strong>delle</strong> caratteristiche di un’acqua minerale la radioattinologia della sorgente<br />
non viene riportata e, così dicasi per gli esami farmacologici e clinici.<br />
Rete commercializzazione Priorità in base al rischio Informazione ai cittadini<br />
Questo è il pensiero dell’80% degli intervistati e le aree su potrebbe articolarsi<br />
l’intervento dell’industria sono:<br />
La sottolineatura della preziosità dell’acqua,<br />
La difesa contro l’inquinamento,<br />
L’appello contro gli sprechi,<br />
La scelta di confezioni eco compatibili<br />
Conclusioni<br />
Il nostro Paese è tra i maggiori consumatori di acque minerali del mondo; in questa<br />
situazione la scelta di un’acqua minerale e soprattutto la conoscenza <strong>delle</strong> qualità mediche,<br />
salutistiche e alimentari e <strong>delle</strong> caratteristiche <strong>delle</strong> diverse acque minerali in commercio<br />
viene spesso sottovalutata dal consumatore.<br />
Finiscono con il prevalere considerazioni e criteri quali il prezzo o la disponibilità<br />
commerciale.<br />
Il consumatore di tali prodotti corre dunque il rischio di essere affidato a scelte spesso<br />
non corrette abbinate ad una scarsa conoscenza <strong>delle</strong> qualità fondamentali <strong>delle</strong> acque<br />
minerali.<br />
Non sorprende dunque che il grande pubblico non riesca a discriminare tra le<br />
caratteristiche dei vari prodotti, non ne comprenda le etichette, la scadenza, il contenuto in<br />
sali, le caratteristiche dei contenitori (vetro o Pet) e <strong>delle</strong> confezioni.<br />
- Ministero <strong>delle</strong> Attività Produttive<br />
- "Linee Guida per una Sana Alimentazione"<br />
Bibliografia<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
- MINERACQUA - Federazione Italiana <strong>delle</strong> Industrie <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> Naturali<br />
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6<br />
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8<br />
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11<br />
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15<br />
16<br />
Parte 3<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
<strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong>: Indicazioni e Controindicazioni<br />
<strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici<br />
L’ACQUA IN ETÀ PEDIATRICA ED ADOLESCENZIALE<br />
Sergio Amarri, Anna Lasagni*, Roberto Verri°<br />
UO Pediatria, ASMN Reggio Emilia<br />
Scuola di Specializzazione in Pediatria,<br />
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia* e Università degli Studi di Parma°<br />
L’acqua è la base di ogni forma di vita.<br />
Il primo contatto che il bambino ha con l’acqua, intesa come componente della dieta,<br />
avviene indirettamente tramite il latte materno. L’O.M.S. consiglia l’allattamento al seno,<br />
quando possibile, fino ai 6 mesi di vita (1). Il lattante è in grado di autoregolarsi: condiziona<br />
l’assunzione di latte materno al proprio fabbisogno di acqua. Dal momento che il bambino<br />
riceve dal latte della mamma acqua in quantità sufficienti per le proprie necessità, durante<br />
l’allattamento al seno esclusivo non è necessaria la somministrazione di acqua in aggiunta al<br />
latte, ma è possibile eventualmente consigliare l’assunzione abbondante di acqua alla madre:<br />
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quando fa caldo infatti è la madre ad aver bisogno di una maggior quantità di acqua, non il<br />
bambino allattato al seno.<br />
Nonostante queste raccomandazioni dell’O.M.S., l’allattamento al seno esclusivo, in<br />
una casistica riportata su Acta Pediatrica del 2006 (2) riguardante neonati del nord-est italiano,<br />
sembra interessare solo circa il 40% dei neonati fino al 3° mese, per poi scendere rapidamente<br />
intorno al 20% verso il 5° mese di vita. Tale casistica è quasi sovrapponibile ai dati della<br />
nostra realtà in Emilia Romagna nel 2005. I dati (3) mostrano un incremento dell’allattamento<br />
al seno esclusivo, negli ultimi anni in Emilia Romagna, risultando ora preferito dalle donne<br />
rispetto all’allattamento misto. Questo probabilmente grazie anche alle numerose campagne<br />
che sono state promosse per incrementare e sostenere l’allattamento al seno.<br />
Il latte materno è costituito prevalentemente da acqua (87,5-88%) ed in misura molto<br />
minore da glucidi (7%), lipidi (4%) e proteine (1,1%); vi sono inoltre disciolti sali minerali e<br />
vitamine in percentuali minime.<br />
Nel caso non sia possibile un allattamento materno esclusivo è necessario procedere<br />
con l’allattamento artificiale con i latti formulati, i quali presentano una composizione di base<br />
che per legge (4) deve rispecchiare le raccomandazioni fornite dall’ESPGHAN (5), che<br />
garantiscono le corrette quantità di nutrienti rispetto ai fabbisogni del bambino.<br />
Nei lattanti, per la ricostituzione del latte in polvere o per l’integrazione di acqua,<br />
vengono consigliate le acque minimamente mineralizzate od oligominerali (6), per il loro basso<br />
residuo fisso (meglio < 150 mg/l) e la capacità tampone. Tali acque migliorano la dispersione<br />
dei lipidi contenuti nel latte tramite un’azione solvente, agevolano l’impegno secretivo dello<br />
stomaco per raggiungere il pH più favorevole ai fini digestivi e permettono di mantenere un<br />
basso carico renale di soluti, evitando un sovraccarico di lavoro per i reni. La capacità del<br />
rene di eliminare soluti dipende essenzialmente dal grado di maturità funzionale del rene<br />
stesso: il lattante presenta una funzionalità renale ridotta e pertanto una ridotta capacità di<br />
concentrazione <strong>delle</strong> urine, non essendo quindi in grado di filtrare i minerali in eccesso.<br />
Composizione corporea in acqua e fabbisogni idrici<br />
L’organismo umano è costituito per oltre il 60% di acqua. Tale percentuale subisce<br />
<strong>delle</strong> variazioni nell’arco della vita a seconda <strong>delle</strong> età. Il contenuto di acqua è maggiore <strong>nella</strong><br />
vita fetale, infatti l’acqua rappresenta circa l’88% del peso corporeo alla 24° settimana di<br />
gestazione, rispetto ad un 75% circa nel neonato a termine. Dopo la nascita, la percentuale<br />
scende rapidamente fino al 60% ai 4 mesi di vita. Dall’anno d’età fino all’adolescenza, il<br />
range oscilla tra il 60% e il 65% del peso corporeo e nell’età anziana c’è un ulteriore calo fino<br />
a circa il 54% (7).<br />
L’efficienza del nostro organismo è garantita dall’introduzione giornaliera di una serie<br />
di elementi quali carboidrati, proteine, lipidi e vari microelementi, che però non potrebbero<br />
essere utilizzati nel modo corretto se non venisse fornita all’organismo anche un’adeguata<br />
quantità di acqua. L’acqua è parte integrante della dieta, non solo come elemento<br />
fondamentale per il buon funzionamento dell’organismo, ma anche perchè contribuisce a<br />
coprire il fabbisogno di alcuni sali minerali in essa disciolti. Soddisfare il fabbisogno idrico<br />
quotidiano è una necessità irrinunciabile.<br />
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Nel neonato e nel bambino piccolo l’organismo racchiude, senza differenza di sesso,<br />
una grande percentuale di acqua rispetto al peso corporeo e si sviluppa rapidissimamente.<br />
Risulta evidente che neonati e bambini piccoli necessitino di un apporto di acqua abbondante<br />
ed adeguato alla spesa energetica dei vari processi di crescita.<br />
Tale apporto di acqua viene espresso dai fabbisogni idrici:<br />
Peso<br />
bambino<br />
Fabbisogno idrico<br />
< 10 kg 100 ml/kg/die<br />
10/20 kg 1000 ml + 50 ml pro kg >10 kg<br />
> 20 kg 1500 ml + 20 ml pro kg >20 kg<br />
Nel calcolo del fabbisogno idrico del singolo bambino vanno considerate la<br />
temperatura, l’umidità dell’ambiente e l’attività del bambino, nonché eventuali condizioni<br />
patologiche quali febbre, diarrea o altro.<br />
Acqua e bevande: apporto idrico o calorico?<br />
L’acqua nell’alimentazione dell’uomo è un alimento che, pur non fornendo calorie,<br />
deve essere consumato in grandi quantità e quindi si pone alla base della piramide alimentare.<br />
Da un punto di vista fisiologico, la funzione di una bevanda è quella di apportare<br />
liquidi, ovvero garantire l’idratazione dell’organismo. Sebbene il solo liquido indispensabile<br />
all’organismo sia l’acqua, diversi motivi spingono al consumo di altre bevande che, a causa<br />
della loro composizione, sono da considerare dei veri e propri alimenti.<br />
Il consumo <strong>delle</strong> diverse bevande varia molto nei primi anni di vita: l’utilizzo di latte,<br />
molto elevato nel primo anno, decresce abbastanza rapidamente fino a stabilizzarsi attorno al<br />
9°-10° anno. Al contrario, il consumo di acqua, scarso nei primi sei mesi di vita, aumenta in<br />
seguito, anche se i bambini tendono sempre di più a preferire bevande come i succhi di frutta<br />
che vengono assunti fin dai primi mesi. Anche il consumo <strong>delle</strong> bibite analcoliche, che inizia<br />
già attorno al 4°-5° anno di vita, aumenta progressivamente col crescere dell'età.<br />
Il ventaglio di bevande si è ampliato molto negli ultimi decenni. Ecco alcuni gruppi<br />
con le loro caratteristiche:<br />
• Succhi e nettari di frutta.<br />
Tra i prodotti dell'industria, i succhi si differenziano per alcune caratteristiche positive,<br />
in quanto contengono una parte dei fattori vitaminici (soprattutto vit. C) e dei sali minerali<br />
(potassio, calcio e fosforo) presenti <strong>nella</strong> frutta d'origine.<br />
È opportuno però distinguere tra due tipologie fondamentali di prodotto:<br />
- I succhi sono composti al 100% dal prodotto dell’estrazione meccanica di uno o più frutti<br />
miscelati; fatta eccezione per le fibre, essi conservano quindi tutti gli elementi nutritivi della<br />
frutta: vitamine, sali minerali, oligoelementi e fruttosio. Il loro contenuto di glucidi è elevato:<br />
oscilla tra il 5% e il 20% del peso della bevanda.<br />
- I nettari di frutta contengono solamente il 25-50% di succo di frutta fresca o di polpa di<br />
frutta, con l’aggiunta di saccarosio e di altri zuccheri. Il loro valore nutritivo è ridotto.<br />
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I succhi di frutta e di verdura sono alimenti e forniscono calorie, perciò possono<br />
contribuire all’equilibrio alimentare allo stesso modo degli alimenti da cui derivano.<br />
Sebbene i succhi di frutta siano bevande ad alto valore nutritivo, a causa del loro<br />
elevato contenuto di zucchero non possono essere utilizzati come “bevanda di base”. Se<br />
consumati in grandi quantità, infatti, l’apporto di zucchero risulterebbe eccessivo. Dei due-tre<br />
frutti al giorno che vengono consigliati per una corretta alimentazione, uno può essere<br />
sostituito da 1,5 dl di succo di frutta.<br />
I succhi di frutta naturali e le spremute di agrumi e di frutta sono a volte utilizzati per<br />
dare la frutta anche ai bambini che non la mangiano volentieri. Va tuttavia ricordato che essi<br />
non sono per nulla sostitutivi della frutta fresca, per varie ragioni: la diversa rapidità di<br />
assorbimento dei nutrienti (superiore nei succhi, più ricchi di zuccheri semplici), l'effetto sulla<br />
sazietà (minore a parità di calorie) e la diversa composizione, in particolare riguardo alla<br />
quantità di fibra (assai minore in succhi e spremute).<br />
Purtroppo, la comodità di assunzione e la palatabilità dei succhi li rende preferiti alla<br />
frutta da parte dei bambini (ma anche di molti adulti).<br />
• Bibite analcoliche.<br />
Per legge (8), sono "bibite analcoliche" le bevande, gassate o non gassate, confezionate<br />
in bottiglie o altri recipienti a chiusura ermetica, preparate con acqua potabile o acqua<br />
minerale naturale, contenenti una o più di queste sostanze:<br />
- succo di frutta;<br />
- infusi, estratti di frutta o di parti di piante commestibili o aromatizzanti;<br />
- essenze naturali;<br />
- saccarosio (zucchero comune);<br />
- acido citrico e acido tartarico.<br />
In realtà, a prescindere dal fatto che si parli di aranciate, limonate, cole o gassose, il<br />
giudizio nutrizionale che si può esprimere su questi prodotti rimane sostanzialmente negativo.<br />
In genere le bibite analcoliche contengono molto zucchero, che oltre ad incidere<br />
negativamente sull'apporto calorico della dieta, favorisce lo sviluppo della carie; contengono<br />
inoltre diversi additivi quali coloranti, conservanti, aromi ed acidificanti. L’elevato contenuto<br />
di sostanze acide (acido citrico, acido ortofosforico) di alcune bibite può irritare lo stomaco,<br />
soprattutto quando consumate lontano dai pasti; mentre la comune abitudine di assumerle<br />
fredde, può provocare ulteriori disturbi per l'apparato digerente.<br />
La principale caratteristica che accomuna queste bevande è il contenuto di zucchero.<br />
Esse contengono da 100 a 120 g di zucchero per litro, ossia l’equivalente di 25-30 zollette di<br />
zucchero. Queste bevande aromatizzate contengono pochissime vitamine e sali minerali; dal<br />
punto di vista nutritivo, dunque, non sono rilevanti. Un consumo eccessivo di bevande<br />
zuccherate può squilibrare l’alimentazione ed è necessario pertanto berne con moderazione.<br />
• Latte e bevande lattee.<br />
Il latte, gli yogurt da bere, il latticello e il siero di latte sono considerati alimenti.<br />
Queste bevande sono ricche di proteine, sali minerali (calcio, fosforo) e vitamine A, D e B.<br />
A causa del loro contenuto energetico queste non possono essere considerate bevande di base<br />
ed è per questo che è sconsigliata la loro assunzione per soddisfare la sete negli intervalli dei<br />
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pasti. E’ consigliato il consumo ogni giorno da due a tre porzioni di latte e/o latticini (una<br />
porzione di latticino da bere corrisponde all’incirca a 2 dl di latte).<br />
• Bevande alcoliche, the e caffè.<br />
I bambini e gli adolescenti non dovrebbero assumere bevande alcoliche (vino, birra,<br />
liquori) perché hanno una ridotta capacità di metabolizzare l'alcol, i cui effetti negativi sul<br />
processo di sviluppo sono ben noti. Anche il caffé e il the andrebbero evitati in quanto<br />
contengono la caffeina che è una sostanza eccitante. Nel caso in cui si voglia aggiungere caffè<br />
al latte della prima colazione dei bambini sarebbe maggiormente indicato il caffè d'orzo, come<br />
sono più indicati infusi o decotti a base di tiglio, melissa, rosa canina, semi di finocchio o<br />
anice in sostituzione del the.<br />
Concludendo, l’acqua deve rimanere la bevanda essenziale nel corso della giornata,<br />
come accompagnamento ai pasti o in caso di sete. Il bambino può berne senza restrizioni<br />
quanta ne vuole, salvo evitare che sia troppo fredda quando la temperatura ambientale è<br />
elevata. Nel periodo estivo è necessario ricordare di non dare acqua o bevande troppo fredde<br />
ai bambini, che tendono a chiederle continuamente per la sensazione di immediato refrigerio<br />
che ne ricavano.<br />
L’acqua è spesso considerata dai bambini «senza gusto» e poco invitante; questa<br />
immagine negativa deve essere corretta, poiché l’acqua è la sola bevanda essenziale e<br />
raccomandabile per coprire il fabbisogno idrico.<br />
Acqua e calcio (9)<br />
Il calcio è un elemento essenziale per vegetali ed animali ed è presente nell’organismo<br />
umano in una percentuale del 2,5%: di questo, circa il 99% è racchiuso nel tessuto osseo e nei<br />
denti, sotto forma di sali complessi (fosfato e carbonato di calcio). Questo calcio costituisce la<br />
riserva che, sotto stretto controllo ormonale (paratormone e calcitonina), viene prontamente<br />
mobilizzata per mantenere costanti i valori di calcemia (9-10 mg/dl). Il restante 1% del calcio<br />
corporeo si trova nel sangue, in altri liquidi biologici e nei tessuti molli dove svolge numerose<br />
funzioni sia nell’equilibrio idro-salino che in diversi meccanismi endocellulari. Il calcio<br />
inoltre agevola la coagulazione, è indispensabile per la contrazione muscolare e per la<br />
conduzione dell’impulso nervoso.<br />
I cibi più ricchi di calcio sono il latte, i formaggi, il tuorlo d’uovo e le verdure, ma<br />
anche certe acque ne sono ricche e ne possono essere una buona fonte di approvvigionamento.<br />
L’assorbimento alimentare del calcio avviene nell’intestino attraverso due processi: il<br />
trasporto attivo nel duodeno/digiuno e la semplice diffusione passiva nell’ileo. Sotto l’aspetto<br />
nutrizionale, per il metabolismo del calcio e soprattutto per la sua biodisponibilità giocano un<br />
ruolo positivo il lattosio (zucchero del latte), alcuni aminoacidi (quali lisina e arginina) e<br />
l’apporto proteico totale. Al contrario i fitati, gli ossalati e gli acidi uronici, sostanze<br />
tipicamente presenti nei vegetali, chelano il calcio e ne limitano l’assorbimento. Queste<br />
interferenze sull’assorbimento del calcio spiegano come il calcio del latte venga assorbito in<br />
importanti percentuali, data la presenza del lattosio e come invece una dieta vegetariana può<br />
portare ad un bilancio negativo di calcio nonostante un suo adeguato intake totale.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Le richieste di calcio sono elevate nel soggetto in crescita, soprattutto in quelle fasi di<br />
sviluppo in cui è massimo l’accrescimento plastico: il primo anno di vita, la pubertà e<br />
l’adolescenza.<br />
Mentre nel primo anno di vita l’apporto di calcio viene garantito dall’elevata<br />
assunzione di latte, durante la pubertà e l’adolescenza (quando come abbiamo visto cambiano<br />
le abitudini alimentari dei bambini, che riducono l’assunzione di latte) il raggiungimento di un<br />
adeguato intake di calcio può divenire difficoltoso.<br />
Questa carenza nutrizionale risulta ancor più rilevante in quanto coinvolge la fascia di<br />
età <strong>nella</strong> quale viene raggiunto il picco di massa ossea: durante l’adolescenza infatti si<br />
deposita circa il 45% di calcio corporeo totale dell’adulto.<br />
Età<br />
(anni)<br />
Calcio<br />
(mg)<br />
Fosforo<br />
(mg)<br />
Potassio<br />
(mg)<br />
Lattanti 0,5-1 600 600 800<br />
1-3 800 800 800<br />
Bambini 4-6 800 800 1100<br />
7-10 1000 1000 2000<br />
maschi<br />
11-14<br />
15-17<br />
1200<br />
1200<br />
1200<br />
1200<br />
3100<br />
3100<br />
femmine<br />
11-14<br />
15-17<br />
1200<br />
1200<br />
1200<br />
1200<br />
3100<br />
3100<br />
LARN – Livelli di Assunzione Raccomandati di energia e Nutrienti per la popolazione<br />
Italiana; SINU- Società di Nutrizione Umana; Revisione 1996 EDRA Milano, 1998<br />
.<br />
E’ necessario inoltre sottolineare il problema, sempre più rilevante, che riguarda le<br />
intolleranze alimentari alle proteine del latte vaccino e perciò nei confronti del latte e dei suoi<br />
derivati (yogurt, latticini in genere). I bambini affetti da tali condizioni posso andare incontro,<br />
molto facilmente, ad inadeguati apporti di calcio che possono sfociare in patologie carenziali.<br />
Queste considerazioni suggeriscono la necessità di trovare fonti alternative di calcio,<br />
facilmente reperibili. É dimostrato come le acque bicarbonato-calciche (a residuo fisso medioalto)<br />
siano in grado di rispondere a questa necessità, dal momento che presentano una buona<br />
biodisponibilità di calcio, sovrapponibile quasi a quella del latte vaccino. Molti studi negli<br />
anni hanno dimostrato come l’assorbimento del calcio con le acque minerali possa<br />
raggiungere il 40% della dose ingerita.<br />
L’acqua minerale rappresenta pertanto un’ottima fonte alternativa e/o complementare<br />
per arrivare a garantire un adeguato apporto di calcio sia nelle condizioni fisiologiche che<br />
negli stati patologici.<br />
Acqua e Stipsi<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
La stipsi, definita come riduzione della frequenza di scariche alvine o difficoltosa<br />
evacuazione di feci dure, è un evento molto frequente: si stima che il 3% di tutti i bambini<br />
visitati da un pediatra e il 25% <strong>delle</strong> consulenze gastroenterologiche riportino questo<br />
problema.<br />
La terapia della stipsi funzionale comprende una serie di approcci che partono in acuto<br />
dall’eventuale rimozione dell’ingombro fecale per poi intraprendere una terapia di<br />
mantenimento che si basa prima di tutto sulla dieta, sulle modificazioni comportamentali,<br />
sull’attività fisica ed eventualmente sull’utilizzo di farmaci.<br />
La dieta dovrebbe quindi comprendere una sufficiente quantità di acqua e fibre, che<br />
aumentano il volume ed il peso <strong>delle</strong> feci, permettendone la progressione ed una migliore<br />
evacuazione. Va quindi incoraggiata un’assunzione elevata di acqua, abituando il bambino a<br />
berne piccole quantità nell’arco della giornata, anche lontano dai pasti. L’eccessiva<br />
disidratazione <strong>delle</strong> feci è infatti una <strong>delle</strong> principali cause di stipsi ostinata. I lassativi<br />
osmotici (lattitolo e lattulosio), inoltre, funzionano attirando acqua e rammollendo le feci e<br />
possono quindi essere efficaci solo in presenza di un’adeguata quantità di acqua a livello<br />
intestinale.<br />
L’assorbimento idrico nell’intestino tenue e crasso riguarda circa 9 litri di liquidi al<br />
giorno (2 litri assunti con la dieta e 7 litri derivati dalle secrezioni endogene) ed è secondario<br />
all'assorbimento degli elettroliti (Na + , K + , HCO3 - , Cl - ) e dei nutrienti secondo un gradiente<br />
osmotico. In particolare, nel tratto intestinale del colon il riassorbimento di acqua avviene in<br />
realtà contro un gradiente osmotico, cioè l’acqua viene assorbita per effetto di un gradiente<br />
osmotico stazionario. A livello degli spazi intercellulari laterali, tramite il pompaggio attivo di<br />
Na + in tali spazi da parte della Na + / K + ATPasi e l’ingresso di Cl - dal lume per mezzo di<br />
sistemi di trasporto facilitato, si crea un liquido ipertonico che richiama per osmosi acqua, con<br />
conseguente flusso idrostatico di acqua e di ioni attraverso la membrana basale dell’epitelio<br />
(10).<br />
Alcuni studi hanno dimostrato che una supplementazione idrica potenzia l’effetto di<br />
una dieta ricca di fibre, migliorando la frequenza <strong>delle</strong> evacuazioni e riducendo l’utilizzo dei<br />
lassativi. Altri studi successivamente, hanno sottolineato come tale effetto sembri essere<br />
correlato alla composizione chimica del liquido di supplementazione (11).<br />
L’utilizzo di acque fortemente mineralizzate viene pertanto particolarmente indicato a<br />
chi soffre di stipsi, poiché grazie alla loro composizione ionica esse svolgono un’azione<br />
chimico-fisica nell’ultima fase del processo digestivo. Tra le acque con queste caratteristiche<br />
ricordiamo ad esempio le acque cloruro sodiche e le acque che hanno un buon residuo fisso di<br />
solfato, magnesio o calcio.<br />
Bibliografia<br />
1- Risoluzione dell’OMS 16 April 2002, WH A55/15: Infant and young child nutrition:<br />
Global strategy on infant and young child feeding<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
2- Cattaneo C. et al, Infant feeding and cost of health care: a cohort study. Acta Paediatrica<br />
2006,95, 540-46.<br />
3- Ricerca triennale 2005 sulla prevalenza dell’allattamento al seno <strong>nella</strong> regione Emilia<br />
Romagna. Bologna marzo 2007. Ricerca patrocinata dell’Assessorato alle Politiche per la<br />
salute della Regione Emilia-Romagna e curata dal Servizio Assistenza distrettuale,<br />
Medicina generale, pianificazione e sviluppo dei servizi sanitari in collaborazione con<br />
l’Associazione Pediatria di Comunità (A.Pe.C.)<br />
4- Decreto Ministeriale 6 aprile 1994, n. 500: Regolamento concernente l’attuazione <strong>delle</strong><br />
direttive 91/321/CEE della Commissione del 14 maggio 1991 sugli alimenti per lattanti e<br />
alimenti di proseguimento e 92/52/CEE del Consiglio del 18 giugno 1992 sugli alimenti<br />
per lattanti e alimenti di proseguimento destinati all’esportazione verso Paesi terzi.<br />
5- ESPGHAN Committee on Nutrition. Global standard for the composition of infant<br />
formula: recommendations of an ESPGHAN coordinated international expert group. J<br />
Pediatr Gastroent Nutr.2005; (41): 584-99<br />
6- Rottoli A, Valsasina R.: Evaluation of a minimally mineralized spring water in the<br />
nutritional management of newborns and infants. Pediatr Med Chir. 2003 Sep-Oct;<br />
25(5):353-9. Italian.<br />
7- Nutrition in Pediatrics, Basic Science and Clinical Applications. Walker and Watkins Eds,<br />
B.C.Decker Inc. Publischer 1997.<br />
8- Decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1958, n. 719 (GU n. 178 del 24/07/1958)<br />
Regolamento per la disciplina igienica della produzione e del commercio <strong>delle</strong> acque<br />
gassate e <strong>delle</strong> bibite analcoliche gassate e non gassate confezionate in recipienti chiusi<br />
(Pubblicato sulla gazzetta ufficiale N.178 del 24 Luglio 1958).<br />
9- Acqua e Calcio. R. Caudarelal e A. Zanasi. Litografia Tosi- Ferrara. 3° edizione marzo 2003.<br />
10- Fisiologia. Berne Levy. Casa editrice ambrosiana, 3° edizione: cap 40, digestione ed<br />
assorbimento.<br />
11- M. Anti, E. Lippi, M. Paolucci, G. Gasbarrini: Fibers and fluids in chronic idiopathic<br />
constipation. Int. J Surg. Sci. - Vol.5, N.3 - 1998<br />
L’ACQUA IN GRAVIDANZA E NELL’ALLATTAMENTO<br />
Giovanni Battista La Sala, Francesca Iannotti, Maria Teresa Villani<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
U.O. di Ostetricia e Ginecologia - Arcispedale Santa Maria Nuova - Reggio Emilia<br />
L’organismo della donna in gravidanza e allattamento è interessato da una variazione<br />
del metabolismo basale, dei parametri endocrino-metabolici e <strong>delle</strong> funzioni digestive.<br />
Fin dall’inizio della gestazione il fabbisogno fisiologico di minerali e vitamine<br />
aumenta rispetto alla norma.<br />
In gravidanza e allattamento è pertanto utile raccomandare la somministrazione di due<br />
litri d’acqua al giorno con composizione controllata, nota e batteriologicamente pura, che<br />
risulti classificata, in base al suo residuo fisso, come “acqua a media mineralizzazione” (acqua<br />
con residuo fisso inferiore a 200 mg/l).<br />
La concentrazione di nitrati rappresenta l’indice di purezza di un’acqua: bassi<br />
contenuti di nitrati connotano acque particolarmente pure. I limiti per le acque minerali<br />
secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono di 45 mg/l, 10 mg/l per quelle destinate<br />
all’infanzia, gravidanza e allattamento.<br />
Tra le acque minerali, in gravidanza e allattamento sono da preferirsi le acque definite<br />
calciche e a basso contenuto di sodio.<br />
Il calcio, infatti, è particolarmente importante per lo sviluppo scheletrico del bambino.<br />
Il basso contenuto di sodio aiuta ad evitare la ritenzione idrica e la sensazione di gonfiore e<br />
pesantezza frequenti in gravidanza e durante l’allattamento.<br />
Il nascituro soddisfa il proprio fabbisogno grazie al calcio contenuto nello scheletro<br />
materno, per cui una carenza di questo minerale diventa dannosa non tanto per lo sviluppo del<br />
bambino quanto per la madre.<br />
Nel corso della gravidanza l’apporto necessario di calcio potrebbe essere fornito<br />
mediante il consumo di prodotti lattiero-caseari, ma la frequente comparsa di<br />
ipercolesterolemia e la necessità di evitare il sovrappeso determinano l’esigenza di<br />
un’alimentazione ipocalorica e povera di grassi.<br />
In queste situazioni le acque minerali naturali ricche di calcio, in particolare le<br />
carbonato-calciche ricche di calcio altamente assimilabile, possono rappresentare una<br />
validissima alternativa.<br />
Studi recenti hanno dimostrato che la biodisponibilità del calcio <strong>delle</strong> acque minerali<br />
naturali è sovrapponibile a quella del latte.<br />
Un’altra acqua consigliabile, in alternativa alla calcica, è quella ferruginosa, con cui<br />
fronteggiare l’aumentato fabbisogno di questo elemento.<br />
Se durante la gravidanza le riserve di ferro sono basse, la richiesta supplementare di<br />
ferro, dovuta alla rapida crescita del bambino durante gli ultimi sei mesi di gestazione,<br />
potrebbe determinare uno stato di carenza potenzialmente in grado di rallentare la crescita<br />
cerebrale del bambino.<br />
L’ACQUA NELLO SPORTIVO<br />
Nino Carlo Battistini, Marco Poli<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Cattedra di Scienze Tecniche Dietetiche Applicate - Scuola di Specializzazione in Medicina<br />
dello Sport - Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia<br />
"L'acqua: fonte di vita."<br />
Sportivi o sedentari, bambini o anziani, abbiamo tutti in comune un bisogno: “quello<br />
di bere”.<br />
Questo bisogno si evolve e varia secondo l'attività. Ricordiamo che un adulto sano<br />
dovrebbe bere 1,5 - 2 litri di acqua al giorno, in base alla temperatura ambiente. Un soggetto<br />
praticante attività fisica intensa, come un’atleta, dovrebbe arrivare a 3 litri al giorno.<br />
È ormai riconosciuto che, seppur utilizzando riduttivamente una concezione<br />
meccanicistica del corpo umano, i momenti fondamentali per ottenere dalla “macchina uomo”<br />
le prestazioni migliori siano un allenamento fisico regolare, accoppiato ad una buona strategia<br />
nutrizionale ed in particolare di idratazione. Questo permette di migliorare sia la prestazione<br />
fisica sia quella mentale, evitando gli effetti nefasti della disidratazione.<br />
Difatti, è noto come la disidratazione dovuta ad eccessive perdite e ad insufficiente o<br />
errata ingestione di liquidi abbia effetti catastrofici: da una progressiva diminuizione della<br />
perforance sino ad una seria minaccia per la vita. Pertanto risulta importantissimo mantenere<br />
l’idratazione del soggetto impegnato nello sforzo atletico (gara od allenamento), risulta ancor<br />
più importante, e difficile, mantenere una stato di idratazione ottimale ossia adeguata<br />
quantitativamente, come acqua in senso stretto, e qualitativamente, come acqua e apporto di<br />
sali minerali.<br />
Il concetto di idratazione ottimale ci porta a considerare, non solo lo stato di<br />
idratazione globale dell'organismo, o acqua totale, ma anche la ripartizione di questa acqua<br />
nei differenti compartimenti corporei: acqua intracellulare (ICW) ed acqua extracellulare<br />
(ECW). Questo ultimo distretto comprende il volume plasmatico e l'acqua interstiziale.<br />
L'acqua totale rappresenta il 60% della massa corporale, l'acqua intracellulare ne<br />
rappresenta i 2/3 e l'acqua extracellulare 1/3, il volume plasmatico corrispondente circa al<br />
20% dell'acqua extracellulare e l'acqua interstiziale al 80%.<br />
Le modifiche dei distretti idrici indotte dall'esercizio fisico risultano essere<br />
sostanzialmente dovute al fatto che l'allenamento di resistenza induce un aumento dell'acqua<br />
totale corporea dovuto ad un aumento di massa muscolare - massa magra (l'idratazione della<br />
massa magra è valutata in media al 73,2%), ed un aumento del volume plasmatico.<br />
L'espansione del volume plasmatico varia secondo gli studi da 10 al 20%. L'osmolalità del<br />
plasma così come il protidemia restano costanti.<br />
Questo effetto si osserva sia nel giovane atleta sia nel seniores. Qualora si cessi<br />
l’attività fisica si assiste ad un ritorno piuttosto veloce alla situazione basale, ciò dimostra il<br />
ruolo essenziale dello stimolo "esercizio" nell’instaurarsi e nel mantenersi dell’ipervolemia<br />
quasi cronica che si riscontra negli atleti. La realizzazione di una prova prolungata è in grado,<br />
comunque, di indurre un incremento del volume plasmatico anche nei soggetti allenati che già<br />
presentano ipervolemia. Dalle 24 alle 48 ore che seguono una maratona, è stato osservato un<br />
aumento del volume plasmatico che varia da 10% al 25%. Gli stessi effetti sono stati osservati<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
durante il recupero di prove ancora più pesanti, come le gare podistiche di 24 ore ininterrotte<br />
(aumento del 24%). Il ritorno alla situazione di iniziale richiede almeno 3 giorni di recupero<br />
(riposo). Quando una serie di prove prolungate viene ripetuta con brevi intervalli di riposo<br />
durante un periodo di alcuni giorni, inoltre, (corse ciclistiche a tappe, ecc.), l'accumulo di<br />
acqua nel settore plasmatico è progressivo ed incrementale e può raggiungere il 33% al quinto<br />
giorno di una prova di ultra-endurance di 7 giorni, per arrivare sino a più del 39% al termine<br />
di una gara di triathlon di 72 ore ininterrotte. In queste condizioni è necessaria una settimana<br />
di riposo per ritornare allo stato iniziale. Si osserva una iperidratazione globale che interessa<br />
sia il distretto intracellulare (+ 8%) che quello extracellulare (+ 14%) .<br />
I meccanismi responsabili di questo fenomeno sono molteplici:<br />
• al livello extracellulare: probabilmente si realizza un aumento della massa proteica<br />
circolante che induce un aumento della pressione oncotica e secondariamente una<br />
ritenzione di acqua e di elettroliti; inoltre si assiste all’attivazione del sistema ormonale<br />
renina – angiotensina – aldosterone su stimolo del sistema catecolaminergico con<br />
conseguente riassorbimento renale di sodio, quindi acqua. L’aumento del sodio a livello<br />
interstiziale potrebbe essere la causa anche dell’aumento di quest’ultimo a scapito del<br />
distretto intracellulare;<br />
• a livello intracellulare: i meccanismi restano ancora a precisare.<br />
Queste caratteristiche rendono ragione del fatto che l’atleta risulti essere<br />
maggiormente esposto al rischio di disidratazione, anche in virtù del fatto che la contrazione<br />
muscolare genera calore che va dissipato velocemente utilizzando i vari meccanismi<br />
termoregolatori dell’organismo. Il meccanismo più importante è la sudorazione, sistema che<br />
va velocemente ad impoverire il distretto extracellulare che come abbiamo visto risulta essere<br />
espanso nell’atleta, ma a discapito del distretto intracellulare.<br />
La sudorazione, provoca anche deplezione di sali minerali, in particolare Na e K.<br />
Dobbiamo, infatti, concentrarci sul concetto di idratazione "ottimale" , ossia mantenere<br />
un adeguato volume di liquidi, ma anche una adeguata concentrazione di ioni. La<br />
disidratazione espone a calo della performance, ma una eccessiva iperidratzione , in particolar<br />
modo ipotonica, espone al rischio dell’iponatremia, sia relaitiva che globale) con altrettanto<br />
alti rischi per la salute (encefalopatia iponatriemica). Quindi un’idratazione adeguata, che<br />
potremmo definire prudentemente lieve iperidratazione:<br />
• provoca l'aumento del volume plasmatico si accompagna al miglioramento <strong>delle</strong> funzioni<br />
cardiovascolari sia a riposo sia durante l'esercizio, ma anche al miglioramento della<br />
funzione termoregolatrice, migliore perfusione dei ghiandole sudoripare con migliore<br />
dissipazione termica;<br />
• migliora la per fusione e le risposte metaboliche a livello muscolare.<br />
Per realizzare questa situazione di (iper)idratazione "ottimizzata" è consigliabile:<br />
• bere sufficientemente per permettere questo stato di iperidratazione fisiologica e<br />
compensare le perdite. Le perdite idriche andrebbero quantificate nel miglio modo<br />
possibile, gia pesare lìatleta prima e dopo la competizione o l’allenamento può risultare<br />
sufficiente, anche se sono disponibili metodiche più raffinate (e costose) come la<br />
misurazione dell’impedenza bioelettrica, che dovrebbe essere fatta con metodica total<br />
body e segmentale. Comunque vale come regola generale bere prima, durante e dopo gli<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
sforzi, soprattutto se prolungati, (per sforzo prolungato si intende un impegno che duri più<br />
di un’ora): per esempio, ingerire 400 a 500 ml, due ore prima; bere regolarmente ogni 15 -<br />
20 minuti ca. da 150 a 250 ml, seguendo le condizioni di ambiente. Vale la<br />
raccomandazione di utilizzare principalmente acqua, in modo particolare risultano essere<br />
indicate le acque minerali con un contenuto salino medio, quantificabile in circa 600 mg<br />
di residuo fisso, preferendo le acque bicarbonato-calciche, anche in virtù del potere<br />
tampone verso l’acidosi. Le acque minerali “oligominerali” o minimamente mineralizzate,<br />
come le bevande ipotoniche in genere, non sono raccomandabili in quanto possono<br />
esporre in condizioni di endurance al rischio dell’iponatriemia;<br />
• Allenarsi regolarmente, almeno dalle 3 alle 6 volte per settimana con adeguati programmi,<br />
evitando le interruzioni prolungate.<br />
Bibliografia<br />
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J Sports Sci. 2007 Aug;25(10):1137-40.<br />
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Mc Ardle W, Katch FI, Katch VL. Alimentazione nello Sport . 2001 CEA Casa Editrice<br />
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1996; SINU – Società Italiana di Nutrizione Umana ed. EDRA Milano<br />
Battistini N, Virgili F, Bedogni G. Relative expansion of extracellular water in elite male athletes compared to<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
ecreational sportsmen. Ann Hum Biol. 1994 Nov-Dec;21(6):609-12.<br />
L’ACQUA NEGLI STATI PATOLOGICI<br />
Barbara Paolini<br />
Responsabile Ambulatorio di Dietologia Clinica Chianciano Salute - Chianciano Terme - SI<br />
Fin dai tempi più antichi l’uomo aveva realizzato che le acque che sgorgano da certe<br />
fonti potevano svolgere non solo il ruolo fisiologico di sedare la sete, ma anche ruoli<br />
medicamentosi utilizzabili in specifiche patologie. Lo studio del possibile ruolo terapeutico<br />
dell’acqua ha costituito una vera e propria scienza detta “idropinoterapia”. Infatti se<br />
all’origine è un liquido incolore, inodore e insapore, attraverso il percorso che compie si<br />
arricchisce di numerose sostanze, pertanto l’acqua deve considerarsi un vero e proprio<br />
alimento e come tale, lo Specialista in Scienza dell’Alimentazione, nell’impostare una dieta<br />
atta a prevenire o curare specifiche patologie, non può prescindere dal tenerne conto.<br />
Le diverse proprietà terapeutiche dell’acqua sono legate alla diversa presenza,<br />
quantitativa e qualitativa dei minerali disciolti.<br />
Minimamente<br />
mineralizzate<br />
Il tenore di sali minerali<br />
non è superiore a 50 mg/l<br />
Oligominerali Il tenore di sali minerali<br />
non è superiore a 500 mg/l<br />
Ricca in sali<br />
minerali<br />
Contenente<br />
bicarbonato<br />
Il tenore di sali minerali, è<br />
superiore a 1500 mg/l<br />
Il tenore di bicarbonato è<br />
superiore a 600 mg/l<br />
Solfata Il tenore di solfati, è<br />
superiore a 200 mg/l<br />
Classificazione<br />
Per particolari indicazioni come per esempio la<br />
ricostituzione di latte per l’infanzia.<br />
Azione diuretica, azione antispastica etc.<br />
Indicate negli stati di carenza di calcio e magnesio<br />
ed altri minerali.<br />
Azione anti-infiammatoria per le acque bicarbonatoalcaline,<br />
di facilitazione dei processi digestivi ed<br />
antispastica per le acque bicarbonate-calciche.<br />
Effetto antispastico, antinfiammatorio, indicate nelle<br />
malattie dell’apparato digerente e <strong>delle</strong> vie biliari;<br />
gastriti croniche aspecifiche, colon irritabile, stipsi<br />
cronica semplice, litiasi epatica, discinesia <strong>delle</strong> vie<br />
biliari etc.<br />
Calcica Il tenore di calcio, è Indicata <strong>nella</strong> prevenzione dell’osteoporosi e<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
superiore a 150 mg/l dell’ipertensione.<br />
Magnesiaca Il tenore di magnesio, è<br />
superiore a 50mg/l<br />
Ferruginosa, o<br />
contenente Fe<br />
Il tenore di ferro bivalente,<br />
è superiore a 1 mg/l<br />
Acidula Il tenore di anidride<br />
carbonica libera è<br />
superiore a 250 mg/l<br />
Sodica Il tenore di sodio è<br />
superiore a 200 mg/l<br />
<strong>Acque</strong> a basso<br />
contenuto di<br />
sodio<br />
Il tenore di sodio, è<br />
inferiore a 20 mg/l<br />
Effetto antispastico, antiflogistico indicata nelle<br />
malattie dell’apparato digerente (stipsi cronica) ed in<br />
carenza di magnesio.<br />
Indicata nelle anemie da carenza di ferro.<br />
Indicata nelle gastropatie croniche aspecifiche<br />
ipersecernenti.<br />
Indicata in stati di carenze specifiche.<br />
Indicate per le diete povere di sodio.<br />
Obesità<br />
Come con l’aumentare con l’età, nei soggetti obesi, la percentuale di acqua corporea<br />
totale si riduce fino a rappresentare il 35-47% del peso corporeo totale. Ciò assume una<br />
rilevante importanza nei processi fisiolopatologici che portano all’ipertensione arteriosa o a<br />
malattie cardiovascolari. Infatti un incremento dei liquidi extracellulari aumenta la<br />
concentrazione plasmatica di peptide natriuretico atriale, probabilmente per un alterato<br />
controllo o azione dei neuropeptidi (vasopressina) e neurotrasmettitori (sistema adrenergico,<br />
colinergico e dopaminergico). Ciò porta a concludere che non si devono somministrare<br />
eccessive quantità di liquidi, ma sono sufficienti circa 1500-2000 ml/die.<br />
Nei soggetti obesi con associata ipertensione sono consigliate acque minimamente<br />
mineralizzate ed oligominerali, con basso valore di pH e concentrazione di sodio 20 < mg/l.<br />
Negli obesi anziani si possono utilizzare anche quelle ricche in calcio e povere di sodio, come<br />
fattore di supporto per l’osteoporosi. E’ preferibile evitare le acque gasate a causa della<br />
capacità dei gas di stimolare la secrezione gastrica e la motilità dello stomaco, e quindi di<br />
ridurre il senso di sazietà indotto dall’assunzione di cibo.<br />
Dispepsia funzionale<br />
Si definisce funzionale la dispepsia che non può essere attribuita ad alcuna malattia<br />
organica, metabolica e sistemica né può essere associata ad assunzione di farmaci o alcool.<br />
L’attribuzione di funzionale deriva dall’ipotesi che i sintomi possono essere correlati<br />
disordini funzionali del tratto gastro-enterico superiore oppure ad un’alterata percezione di<br />
normale funzionalità.<br />
Tale situazione richiede un adeguato apporto idrico facendo ricorso ad acque minerali<br />
in grado di incidere sulla motilità gastrica e sui meccanismi neuroormonali che regolano le<br />
prime fasi del processo digestivo.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Le acque indicate sono quelle salse e salso-solfate-bicarbonate-alcalino-terrose, bevute<br />
<strong>nella</strong> quantità di 1-4 bicchieri da bere a digiuno, lentamente e a temperatura ambiente.<br />
Anche le acque carbonate possono contribuire all’attenuazione dei disturbi dispeptici,<br />
che possono essere ingerite in qualsiasi momento della giornata, ma il loro effetto sulla<br />
secrezione e sulla motilità gastrica si esplica soprattutto durante i pasti.<br />
Stipsi<br />
Una volta esclusa la natura organica, <strong>nella</strong> stipsi funzionale è fondamentale il<br />
movimento, un buon apporto di fibre e soprattutto di acqua. Le più indicate sono le fortemente<br />
mineralizzate poiché, grazie alla loro composizione ionica, sono in grado di svolgere<br />
un’azione chimico-fisica specialmente sull’ultima parte del processo digestivo. Alcune di<br />
esse, infatti, oltre ad aumentare il volume endoluminale e ad accelerare il transito del bolo,<br />
sono assorbite in minima quantità e richiamano acqua nel lume esercitando un’azione<br />
meccanica sulla parete del colon in senso peristaltico, azione che si aggiunge a quella più<br />
strettamente chimica dovuta alla peculiare ricchezza del loro patrimonio ionico. A questo<br />
scopo sono particolarmente indicate le acque cloruro-sodiche e quelle acque che hanno un<br />
buon residuo fisso a 180°C, di ioni solfato, magnesio e calcio. Nelle forme di alterata<br />
progressione intestinale l’assunzione di 1 bicchiere da 250 ml bevuta calda in 5 minuti,<br />
ripetendo l’assunzione dopo una breve sosta. Qualora si ritenga utile aumentare l’acqua da<br />
ingerire, si ricorrerà alle acque cloruro-sodiche meno concentrate.<br />
<strong>Acque</strong> bicarbonate più concentrate e più ricche particolarmente in SO4, Ca, Mg,<br />
vengono utilizzate nelle forme di stipsi isolate, con ritardo evacuativo e nelle forme associate<br />
a dolicocolon.<br />
Sindrome del colon irritabile<br />
Accanto a corrette norme di igiene alimentare, se l’alvo è stitico è importante<br />
assumere abbondante apporto idrico orientato soprattutto verso quelle acque che abbiano la<br />
proprietà di abbreviare il tempo di transito intestinale grazie alla loro ricchezza in uno o più<br />
ioni quali sodio, cloro, calcio, magnesio, solfato. Tra queste si segnalano le acque<br />
bicarbonato-alcalino-terrose: 1000-2000 ml/die per almeno 30 giorni consecutivi, da ripetere<br />
almeno 3 mesi; le salso-solfato-alcaline: 500-1500 ml/die preferibilmente a digiuno al<br />
mattino, per cicli di 20 giorni, più volte all’anno; le bicarbonato-solfato-alcalino-terrose: 300-<br />
600 ml al mattino a digiuno per cicli di 20 giorni ogni 4 mesi. In caso di diarrea l’apporto<br />
idrico è importante con lo scopo di reidratare.<br />
Epatopatie croniche<br />
L’apporto idrico basato sull’utilizzo di acque minerali ad assetto ionico mirato, può<br />
diventare l’unico presidio terapeutico. Le acque più indicate sono le solfate, ad esse è<br />
riconosciuta la capacità di agire sul sistema vascolare (vasodilatazione), sul metabolismo della<br />
cellula epatica a livello di membrana e a livello degli enzimi ossido riduttivi, sulla<br />
glicogenosintesi, sulla sintesi proteica e degli aminoacidi.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Vi sono comunque altre acque come le bicarbonato-solfato-alcaline o alcalino-terrose<br />
che, oltre lo zolfo, hanno un patrimonio ionico tale da conferire loro la proprietà di stimolare<br />
alcune funzioni epato-cellulari depresse.<br />
Discinesie <strong>delle</strong> vie biliari<br />
L’eucinesi della colecisti e dell’albero biliare è una condizione essenziale per lo<br />
svolgersi di un corretto processo digestivo, regolata dall’ormone colecistochinina secreta dalla<br />
mucosa duodenale in risposta all’assunzione di grassi e aminoacidi, che svolge la sua azione<br />
sullo sfintere di Oddi (riduzione <strong>delle</strong> resistenze) sulla colecisti (contrazione) e sulla coleresi<br />
epatica (aumento della secrezione biliare). L’alterazione del tono della motilità <strong>delle</strong> vie<br />
biliari può provocare diversi quadri: dispepsia ipostenica (colecisti ipotonica e ipocinetica, ma<br />
anche ipotonia dello sfintere di Oddi), in questo caso trovano utile impiego le acque clorurosodiche<br />
e salso-solfato-alcaline per la loro azione colagogo e colecisti cinetica; la sindrome<br />
ipertonica-ipercinetica in questo caso sono più indicate le acque bicarbonato-calciche e<br />
solfato-calciche per la loro azione antispastica.<br />
Calcolosi della colecisti<br />
La terapia idroponica trova un largo impiego in questo campo, purchè si usino acque<br />
minerali con caratteristiche ioniche mirate e se ne limiti l’utilizzo nei casi asintomatici o<br />
comunque lontano dagli episodi colici.<br />
Un’indicazione primaria è rappresentata dagli esiti di colecistectomia: vengono<br />
favorevolmente influenzati eventuali disordini metabolici non risolti dall’intervento o residui<br />
focali flogistici epatobiliari. La terapia idroponica non si propone di eliminare i calcoli o di<br />
dissolverli, ma di favorire o accrescere il flusso biliare, creare condizioni locali sfavorevoli<br />
alla formazione o all’aumento del volume dei calcoli, normalizzare la cinesi dell’albero biliare<br />
ed esercitare un’azione antispastica sulle vie biliari e sugli sfinteri. A tale scopo sono indicate:<br />
le acque bicarbonato-alcaline in quanto alcalinizzano la bile, ne diminuiscono la viscosità, ne<br />
favoriscono il drenaggio ed hanno un’azione antinfiammatoria; le acque bicarbonato-alcalinoterrose,<br />
per l’azione equilibratrice sullo sfintere di Oddi grazie al contenuto di calcio e<br />
magnesio; le acque salse e salso-solfate, per l’azione colagoga dovuta al solfato di magnesio e<br />
per l’azione coleretica.<br />
Gastriti croniche<br />
L’apporto idrico assume un ruolo importante <strong>nella</strong> terapia <strong>delle</strong> gastriti croniche,<br />
influenzando i meccanismi della secrezione e della motilità gastrica.<br />
Nelle gastriti croniche normo o ipersecretive, le acque bicarbonato-alcaline sono in<br />
grado di deprimere la secrezione gastrica e sono in grado di modulare la peristalsi, in dosi<br />
refratte a digiuno; oppure le acque bicarbonato-alcalino-terrose, da bere in qualsiasi momento<br />
della giornata, preferibilmente lontano dai pasti.<br />
Nelle gastriti iposecretive è consigliato l’uso di acque che hanno capacità di stimolo<br />
sulla secrezione peptica migliorando nel contempo la coordinazione motoria, come le acque<br />
carboniche da bere ai pasti oppure le acque salse salso-solfate o le acque sulfuree.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Le acque bicarbonato esercitano, inoltre, un’azione di stimolo sulla secrezione e sulla<br />
motilità gastrica purché vengano assunte durante i pasti.<br />
Calcolosi urinaria<br />
L’aumento della diuresi si verifica per riduzione della quota di acqua obbligatoria<br />
assorbita a livello renale, essendo questa legata al carico di soluti presenti. Ciò comporta un<br />
aumento della velocità del flusso nei tubuli renali rendendo meno efficiente il processo di<br />
concentrazione <strong>delle</strong> urine con aumento della eliminazione di acque e sali. Inoltre a livello<br />
sistemico una corretta idratazione con acque minerali a basso contenuto di soluti determina<br />
una iposmolarità plasmatica che riduce la produzione di ormone antidiuretico (ADH) e di<br />
aldosterone, con emissione di urine diluite.<br />
La diluizione <strong>delle</strong> urine inibisce lo sviluppo e l’accrescimento di calcoli, riduce le<br />
recidive della litiasi renale, prevenendo la stasi le infezioni ed i fenomeni infiammatori,<br />
inoltre l’azione di lavaggio <strong>delle</strong> vie urinarie favorisce la progressione ed espulsione dei<br />
calcoli. I liquidi devono essere costituiti prevalentemente da acqua, poiché altre bevande sono<br />
ricche di carbonati o ossalati.<br />
L’acqua deve essere preferibilmente a basso residuo fisso e sono da evitare le acque<br />
ricche in sodio. Lo scarso apporto di sodio con la dieta favorisce l’assorbimento del calcio<br />
alimentare e si oppone all’assorbimento di acido ossalico e quindi di ossalati urinari, possibili<br />
fattori fitogeni.<br />
Le acque minimamente mineralizzate od oligominerali, grazie alle loro caratteristiche<br />
igieniche possiedono un effetto di potenziamento quantitativo della diuresi più cospicuo e<br />
immediato rispetto alle acque a concentrazione salina più elevata <strong>nella</strong> litiasi pratica<br />
l’emodiluizione determina una mobilizzazione dell’acido urico dai tessuti favorendo il loro<br />
convogliamento al rene; l’urodiluizione impedisce la sovrasaturazione e comporta un<br />
innalzamento del pH urinario con conseguente incremento della frazione dissociata dell’acido<br />
urico, più idrosolubile e più facilmente eliminabile.<br />
Gotta e calcolosi uratica<br />
Si tratta di un dismetabolismo dell’acido urico, in cui la terapia idroponica è uno dei<br />
cardini della prevenzione e della cura.<br />
Le proprietà terapeutiche fondamentali <strong>delle</strong> acque sono rappresentate dalla<br />
emodiluizione e dall’effetto diuretico. Infatti una corretta idratazione permette una<br />
emodiluizione che determina una mobilizzazione dell’acido urico dai tessuti, favorendo il<br />
coinvolgimento e l’escrezione renale. Le proprietà diuretiche stimolano l’urodiluizione che<br />
impedisce la sovrasaturazione e precipitazione di questi sali nelle urine e innalza il pH<br />
urinario con conseguente aumento della frazione dissociata dell’acido urico, più idrosolubile e<br />
facilmente eliminabile.<br />
Sono particolarmente indicate le acque minimamente mineralizzate e le acque<br />
oligominerali, cioè a basso contenuto di sali, per il loro effetto diuretico. Fra le oligominerali<br />
trovano specifica indicazione le acque a basso contenuto di sodio e prevalenza di ioni calcio<br />
bicarbonato per un’azione diuretica leggermente più intensa rispetto alle acque bicarbonatosodiche<br />
maggiormente in grado di potenziare l’eliminazione urinaria di questo sale.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Sindrome nefrosica<br />
Caratterizzata dalla perdita di elevate quantità di proteine con le urine, con<br />
conseguente ipoalbuminemia e comparsa di edemi dovuti alla trasudazione di liquido negli<br />
spazi interstiziali con riduzione della pressione oncotica plasmatici. Il sequestro nel terzo<br />
spazio e quindi la ipovolemia sistemica inducono una riduzione del flusso ematico renale, ciò<br />
determina un’attivazione del sistema renina–angiotensina-aldosterone con un aumento del<br />
riassorbimento di sodio e acqua fino al raggiungimento di un nuovo stato di equilibrio tra<br />
compartimento extra e intravascolare. Il rene in queste nuove condizioni non è in grado di<br />
controbilanciare un eventuale carico di sodio con una riduzione del riassorbimento tubulare.<br />
E’ indispensabile un attento bilancio sodico dietetico sia con gli alimenti che con<br />
l’assunzione idrica. Sono presenti in commercio acque minerali con scarso contenuto di sodio<br />
e la concentrazione di Na+ che caratterizza una acqua minerale definibile iposodica dovrebbe<br />
essere al di sotto dei 20 mg/die.<br />
Ipertensione arteriosa<br />
L’equilibrio idroelettrolitico e in particolare il sodio, rappresentano importanti fattori<br />
inducenti l’insorgere dell’ipertensione arteriosa. Prima di iniziare un trattamento<br />
antiipertensivo si adottano misure igienico comportamentali tra cui il calo di peso corporeo,<br />
aumento dell’attività fisica e riduzione dell’apporto sodio dietetico. Un fattore molto spesso<br />
sottovalutato è l’introduzione di elettroliti con l’assunzione di liquidi. <strong>Acque</strong> minerali a basso<br />
contenuto di sodio (< 20 mg/l) possono essere di fondamentale importanza nelle fasi iniziali<br />
come prevenzione in soggetti predisposti.<br />
Scompenso cardiaco<br />
Tali pazienti sono a rischio di un evento acuto, oltre a richiedere terapia diuretica<br />
cronica, vanno attentamente monitorizzati in merito al bilancio sodico dietetico che deve<br />
prevedere una riduzione del cloruro di sodio aggiunto agli alimenti, le acque da preferire sono<br />
quelle a scarso contenuto di sodio e preferibilmente a basso residuo fisso.<br />
Aterosclerosi<br />
L’apporto di sodio è collegato allo sviluppo di aterosclerosi e di cardiopatia<br />
ischemica, a causa di una stretta correlazione del sale e del rapporto assunzione Na/K con<br />
valori medi della pressione arteriosa <strong>nella</strong> popolazione e con la prevalenza di ipertensione<br />
negli individui adulti. La maggior parte degli studi relativi al rapporto tra la durezza<br />
dell’acqua ed i tassi di mortalità <strong>delle</strong> varie popolazioni mostra un debole ma significativa<br />
correlazione inversa tra la durezza e il contenuto e le morti per cardiopatia ischemica.<br />
Trovano quindi indicazione le acque minerali calciche a basso contenuto di sodio.<br />
Dislipidemie<br />
Recenti ricerche cliniche, hanno dimostrato che alcune acque possono vantare un<br />
azione ipolipemizzante, tra queste sono: le salso-solfate, solfato-calciche, bicarbonatocalciche.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Osservazioni iniziate con Cascinai nel 1905 e Fedeli nel 1918-1920 dimostravano una<br />
aumentata eliminazione di lipidi con la bile dopo una terapia idroponica con acque salsosolfate;<br />
diversi studi negli anni si sono alternati fino agli 90 con Graci, Scalabrino, Capurso<br />
che hanno potuto confermare come esista fisiologicamente una correlazione tra crenoterapia,<br />
secrezione biliare e metabolismo del colesterolo.<br />
L’accentuata contrazione della colecisti provoca una maggiore dismissione di bile in<br />
duodeno, con un aumento del transito intestinale ed una maggiore eliminazione di sali biliari<br />
con le feci. Contemporaneamente il ridotto riassorbimento di acidi biliari, e quindi il<br />
colesterolo attraverso il circolo entero-epatico, determina una maggiore richiesta di<br />
colesterolo dalle lipoproteine circolanti per soddisfare la resintesi di nuovi acidi biliari. La<br />
riduzione del pool degli acidi biliari stimola in effetti un notevole incremento dei recettori<br />
epatici <strong>delle</strong> LDL con aumentata captazione epatica <strong>delle</strong> stesse e quindi una diminuzione<br />
della colestererolemia.<br />
Questa ipotesi trova un razionale in alcuni momenti fisiopatologici dell’attività<br />
gastroenterica dopo terapia idroponica:<br />
contrazione colecistica più efficace<br />
accelerazione del transito intestinale<br />
aumento della escrezione di acidi biliari con le feci<br />
Inoltre, la colecistochinina, che stimola la contrattilità colecistica è influenzata dagli<br />
ioni SO4- contenuti nelle acque, e la motilina secreta dopo la distensione gastrica secondaria a<br />
stimolo idrico, agisce sullo svuotamento gastrico e sulla contrazione colecistica.<br />
Quindi gli effetti combinati di alcune acque minerali sulla velocità del transito<br />
intestinale e sull’escrezione degli acidi biliari con le feci, producono una significativa<br />
riduzione del colesterolo totale e di quello LDL in particolare.<br />
Diabete<br />
La sete e l’aumento della diuresi necessaria per diluire il glucosio presente in eccesso<br />
nelle urine, sono frequentemente i sintomi di esordio di questa affezione; appare quindi<br />
evidente l’importanza di una corretta dieta idrica; in una fase acuta, infatti il paziente<br />
diabetico perde acqua e sali in abbondanza, la scelta quindi di un’acqua minerale ricca di sali<br />
rappresenta una scelta corretta e devono essere previsti non meno di 2-3 litri al dì.<br />
Nei pazienti, invece, affetti da diabete associato a insufficienza renale ed anuria, non si<br />
dovranno somministrare grandi quantità di liquidi. In fase di diabete compensato, la dieta<br />
idrica si basa su un apporto normale di acqua, privilegiando le bicarbonato calciche, cloruro<br />
sodiche e sulfuree; quest’ultime soprattutto infatti sembrano avere caratteristiche specifiche in<br />
grado di influire positivamente sul decorso della malattia. L’insulina stessa contiene zolfo<br />
come elemento importante per l’attività ormonale e che nei diabetici tale elemento è<br />
deficitario. Lo zolfo inoltre è importante per la sintesi del glutatione che rappresenta un fattore<br />
di protezione nei confronti <strong>delle</strong> complicanze diabetiche; l’acqua sulfurea determinerebbe una<br />
maggiore secrezione insulinica per stimolazione vagale. Inoltre alcune acque con effetti<br />
benefici sul fegato e sull’apparato digerente, come le bicarbonato-calciche, sembrano giovare<br />
nelle forme di diabete associato ad alterata funzionalità epatica e gastrointestinale.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Nel diabete insipido, caratterizzato dalla mancanza dell’ormone antidiuretico, in grado<br />
di trattenere l’acqua a livello dei tubuli renali, il paziente è costretto a bere quotidianamente<br />
elevate quantità di acqua, in assenza di tale ormone la diuresi infatti è stimolata<br />
continuamente, possono urinare, infatti, anche 15-20 litri al giorno e devono, pertanto<br />
reintegrare altrettanta acqua per evitare la disidratazione.<br />
Osteoporosi<br />
È ormai una malattia sociale che colpisce ampi strati della popolazione in età avanzata<br />
ma soprattutto le donne, con conseguente aumento di rischio di fratture soprattutto a livello<br />
del femore e vertebrale. La formazione di un’adeguata massa ossea riduce il rischio di<br />
superare la soglia di frattura nell’età avanzata. La menopausa, la sedentarietà, e abitudini<br />
alimentari errate e soprattutto un inadeguato apporto di calcio ne sono la causa.<br />
La quantità di calcio assorbita può variare a seconda del fabbisogno, si riduce con l’età<br />
e può essere influenzata da diversi fattori. La maggior parte di calcio alimentare è presente nei<br />
prodotti caseari; ma spesso alcune condizioni patologiche (soprappeso, dislipidemie, ecc.)<br />
portano a ridurli nell’assunzione o eliminarli, per la necessità di ridurre l’apporto di grassi e di<br />
sodio.<br />
Heaney già dal 1994 seguito da altri studi ha dimostrato che la biodisponibilità del<br />
calcio (43,2%) contenuto nell’acqua minerale è sovrapponibile a quello del latte vaccino.<br />
Quindi le acque calciche possono supportare ai fabbisogni di calcio soprattutto in quelle<br />
situazioni in cui ne siano aumentati le richieste, ma soprattutto in quelle patologiche in cui sia<br />
necessario controllare sia l’apporto di calorie, che di grassi e anche di sodio.<br />
Avvertenze nell’uso <strong>delle</strong> acque minerali<br />
Prescindendo da particolari situazioni patologiche in cui l’apporto idrico deve essere<br />
particolarmente contenuto (insufficienza renale, scompenso cardiaco, ecc) esistono<br />
controindicazioni e limitazioni all’uso di alcuni tipi di acqua minerale correlate alla loro<br />
composizione ed alle condizioni individuali del consumatore. Un dato importante che non è<br />
riportato in etichetta riguarda proprio le controindicazioni all’uso dell’acqua.<br />
Il 30% <strong>delle</strong> acque minerali in commercio hanno elevato contenuto di sodio, tali acque<br />
non sono chiaramente indicate negli ipertesi.<br />
Il contenuto massimo di fluoro fissato dalla legge per la normale acqua potabile è di<br />
1,5 mg/l, ma tale limite non vale tuttavia per le acque minerali: sono infatti 6 le acque<br />
minerali italiane che superano questo valore; un eccesso marcato di fluoro può condurre a<br />
fluorosi, con accumulo di questo elemento nei denti e nello scheletro: la formazione di<br />
macchie sullo smalto dei denti è il primo segno visibile di una eccessiva assunzione di fluoro<br />
durante l’infanzia, per questo motivo l’uso di tali acque è consigliato solo per brevi periodi.<br />
Le acque ferruginose, contenenti un tenore di ferro superiore a 1 mg/l sono in linea di<br />
massima, sconsigliate nei soggetti affetti da gastroduodenite per i disturbi irritativi che<br />
possono causare.<br />
Nei soggetti affetti da gastrite, ulcera gastrica o semplice iper-acidità di stomaco,<br />
risultano controindicate le acque gassate; l’anidride carbonica stimola infatti la secrezione<br />
gastrica.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Un pericolo in generale <strong>delle</strong> acque è la presenza di nitrati, questi infatti<br />
nell’organismo si riducono a nitriti e a contatto con le amine formano le nitrosammine,<br />
possibili agenti cancerogeni. Il limite massimo previsto dal Ministero della Sanità è di 45 mg/l<br />
valori superiori possono provocare metaemoglobinemia, questo limite è di 10 mg/l per le<br />
donne in gravidanza e per i lattanti.<br />
Va inoltre sottolineato che l’uso improprio ed esagerato di acque minerali può<br />
determinare alterazioni del metabolismo idro-elettrolitico; a tale proposito Camons e coll.<br />
hanno descritto un caso di ipopotassiemia, iperbicarbonatemia e ipocloremia, in un soggetto<br />
che da tempo bevevo 2-3 litri al giorno di un’acqua fortemente mineralizzata bicarbonato<br />
sodica.<br />
Bibliografia<br />
- Guida all’uso ragionato <strong>delle</strong> acque minerali, 1998 A. Zanasi<br />
- Acqua e calcio, 2002 R. Caudarella, A. Zanasi, GM Servizi<br />
- Evaluation of the fluoride concentration and consumption of mineral water, 2004 I. Ramires<br />
et al.;Rev Saude Publica (38)3:459-65<br />
- Absorbability of the calcium in a high-calcium mineral water, 1994 RP. Heanay et al.<br />
Osteopor Int; 4:323-324<br />
- Influence of mineral water composition on some urinary risk factors for calcium stone<br />
formation, 2003 R. Caudarella et al. J of Nefrology; 16,260-266<br />
- Biological effects of drinking-water mineral composition on calcium balance and bone<br />
remodelling markers, 2004 S. Roux et al. J Nutr Health Aging; 8(5):380-4<br />
- Water, mineral waters and health, 2006 L. Petraccia et al. Clin Nutr; 25(3):377-85<br />
- Evaluation of thermal water in patients with functional dyspepsia and irritable bowel<br />
syndrome accompanying constipation, 2006 G. Gasbarrini et al. World J Gastroenterol;<br />
28;12(16):2556-62<br />
- Mineral in drinking water: impacts on taste and importance to consumer health, 2007 AJ<br />
Whelton et al. Water Sci Technol; 55(5):283-91<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
FEGATO ED ACQUE<br />
Giovanni Fornaciari<br />
Medicina III e Gastroenterologia - Arcispedale Santa Maria Nuova - Reggio Emilia<br />
L’utilizzo di acque termali era noto fin dai tempi dell’antica Grecia ma furono i<br />
Romani ad esaltare questo strumento di cura e di relax mediante la realizzazione <strong>delle</strong><br />
monumentali “Thermae” pubbliche. La caduta dell’Impero Romano ed il consolidarsi della<br />
Religione Cristiana, che invitava a fuggire dalle occasioni di edonismo, portò al declino <strong>delle</strong><br />
terme che furono solo verso la fine dell’800 con l’inizio del cosiddetto “termalismo d’elite”:<br />
le località termali erano in pratica luoghi di villeggiatura e di vita mondana. Solo dopo la<br />
seconda Guerra Mondiale nasce il “termalismo sociale” con lo sviluppo della branca della<br />
medicina denominata Idrologia <strong>Medica</strong>. L’efficacia terapeutica <strong>delle</strong> acque termali viene<br />
riconosciuta ed il loro utilizzo viene inserito nel SSN estendendo le terapie, a prezzi contenuti,<br />
a tutta la popolazione. Ma oggi, anni 2000, esiste ancora un razionale per l’utilizzo di acque<br />
termali nelle malattie del fegato?<br />
Le acque utilizzate per la cura <strong>delle</strong> malattie del fegato sono diverse: acque sulfuree,<br />
solfate, bicarbonate, salse (dette anche cloruro-sodiche). Leggendo la scarna bibliografia che<br />
si può consultare sui siti specializzati in materia termale si evince che le proprietà di queste<br />
acque, in generale, sono legate all’effetto coleretico (formazione di bile) e colagogo<br />
(dismissione della bile nel duodeno) anche se i meccanismi alla base di queste azioni non<br />
sono sufficientemente chiariti.<br />
In realtà alla base della secrezione di bile esistono meccanismi complessi che<br />
attualmente sono stati pressoché completamente chiariti: la secrezione biliare normale è<br />
composta da due elementi<br />
1) secrezione canalicolare prodotta dagli epatociti e secreta dai canalicoli biliari<br />
2) secrezione canalare prodotta dai colangiociti<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
La secrezione canalicolare è a sua volta formata da due componenti:<br />
a) secrezione dipendente dagli acidi biliari: captazione a cura di due carrier specifici uno<br />
dipendente e l’altro indipendente dal sodio, trasporto nell’epatocita da parte di varie<br />
proteine e secrezione grazie ad un carrier dipendente dall’ATP<br />
b) secrezione indipendente dagli acidi biliari: è principalmente dovuta al glutatione ed ai suoi<br />
coniugati<br />
La secrezione canalare è una secrezione elettrolitica ricca di bicarbonato che viene<br />
stimolata dalla secretina. Come si vede la secrezione della bile è un processo complesso molto<br />
scarsamente influenzabile con l’impiego di farmaci (ad eccezione degli acidi biliari che però<br />
modificano solo la composizione della bile e non la sua secrezione). Inoltre non è affatto<br />
chiaro come la modifica della formazione e della secrezione duodenale della bile possa essere<br />
utile nell’individuo sano o in quello con colangiopatie. In effetti i riportati effetti <strong>delle</strong> acque<br />
termali sono stati studiati, almeno a quanto pare, in condizioni di danno epatico provocato da<br />
tossici epatici (quali il tetracloruro di carbonio, l’arsenico ed il fenolo) e non in condizioni<br />
patologiche quali la cirrosi biliare primitiva o la colangite sclerosante primitiva, due <strong>delle</strong> più<br />
note colangiopatie.<br />
Altri effetti utili riportati sono l’azione anti-ossidante protettiva nel riguardo dei<br />
radicali liberi, l’azione “depurativa” sull’eliminazione degli effetti tossici di terapie<br />
prolungate, il miglioramento dei sintomi dispeptici successivi alla colecistectomia per un<br />
ipotizzato effetto positivo sulle discinesie biliari. È chiaro che tutti questi effetti positivi<br />
devono ora essere rivalutati alla luce <strong>delle</strong> acquisizioni più moderne sulla cinetica della<br />
formazione e della secrezione biliare e vagliati secondo una metodica EBM fondata su<br />
evidenze cliniche e studi controllati.<br />
Purtroppo, navigando su PubMed, si trovano ben pochi articoli censiti che consentano<br />
di valutare l’utilità <strong>delle</strong> acque termali e la loro efficacia. Non esistono studi controllati<br />
recenti; l’unico che ho potuto reperire, del 1997, riferisce che l’impiego di acqua sulfurea<br />
riduce i livelli di bilirubina e la sensazione di prurito in pazienti con steatosi epatica su base<br />
alcolica. È noto che il prurito è un sintomo tipico solo della cirrosi epatica avanzata e non è<br />
certo di comune riscontro <strong>nella</strong> steatosi epatica alcolica; inoltre l’efficacia di una terapia, in<br />
termini laboratoristici, viene meglio valutata con l’analisi degli enzimi epatici, in particolare<br />
<strong>delle</strong> GGT, e con la analisi prospettica del quadro ecografico piuttosto che con la dinamica<br />
della bilirubina. Questo esame può avere un significato solo nelle epatopatie avanzate.<br />
Per quanto attiene all’azione antiossidante è difficile esprimere un parere in quanto,<br />
anche per farmaci quali la vitamina E o la vitamina C, è stata proposta la medesima possibilità<br />
terapeutica ma gli studi non sono conclusivi. Sarebbero necessari studi controllati ma, per<br />
l’utilizzo <strong>delle</strong> acque termali mi sembra difficile che essi verranno mai pianificati. L’azione<br />
depurativa nel confronto dell’utilizzo di farmaci pare un ulteriore “salto nel buio”; è ben noto<br />
che l’unica terapia utile nelle epatopatie da farmaci è la sospensione del farmaco medesimo e,<br />
in taluni casi, l’utilizzo di steroidi.<br />
Infine per le discinesie biliari giova ricordare che esistono molti dubbi sulla loro reale<br />
esistenza; la letteratura degli anni 60-70’ era zeppa di citazioni in merito a questa entità ma,<br />
più di recente, sono sorti parecchi dubbi e gran parte degli Autori associano i sintomi, in<br />
origine attribuiti alla discinesia, a quadri su base psicosomatica a tipo “colon irritabile”. Si<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
deve anche precisare che l’impiego di acque termali, e ancor meno i fanghi sulla regione<br />
epatica, non potranno certo modificare la storia naturale di una eventuale colelitiasi.<br />
In conclusione al momento non esistono prove scientifiche che consentano di<br />
suggerire l’utilizzo di acque termali per le cure <strong>delle</strong> malattie epatiche. Mi sembra che gli<br />
stessi limiti che, nel corso degli anni, sono stati posti allo sviluppo ed alla dimostrazione di<br />
efficacia clinica a farmaci definiti comunemente “epatoprotettori” (tuttora non esiste un<br />
farmaco che possa definirsi con sicurezza un epatoprotettore), siano riferibili alle acque con<br />
presupposta azione benefica sul fegato. Molti anni fa ascoltai in una memorabile lezione di<br />
Clinica <strong>Medica</strong> il grande Maestro e Fondatore della Epatologia Italiana ed Europea Mario<br />
Coppo affermare: “non abbiamo bisogno di sviluppare degli epatoprotettori; per proteggere il<br />
nostro fegato nel miglior modo possibile dobbiamo evitare di esporlo ai danni potenziali ed in<br />
particolare all’alcool ed ai virus”. Credo che questa frase meriti ancora la nostra giusta<br />
considerazione.<br />
APPARATO GASTROINTESTINALE ED ACQUE<br />
Angela Mazzocchi<br />
Coordinatore Gruppo Interaziendale Nutrizione Artificiale (GINA) - AUSL - RE<br />
L’impiego della terapia idroponica nelle patologie dell’apparato digerente è pratica<br />
consolidata nei secoli; la ricerca bibliografica mostra tuttavia quanto siano ancora pochi gli<br />
studi clinici controllati che ne supportano l’uso.<br />
Nei testi di medicina e clinica termale (1) si sottolinea come le acque minerali svolgono<br />
sul tratto digestivo, azioni differenti, a volte opposte, a seconda della concentrazione dei<br />
componenti minerali e del rapporto di assunzione con i pasti. Ne consegue la necessità di<br />
conoscere la composizione e l’indicazione specifica <strong>delle</strong> singole sorgenti minerali per<br />
prescrivere una cura efficace.<br />
Le acque più utilizzate nelle patologie del tubo digerente sono:<br />
• <strong>Acque</strong> salse o cloruro-sodiche: stimolano la secrezione cloridropeptica e la peristalsi. Le<br />
iso-ipotoniche hanno scarso effetto peristaltico, ma stimolano notevolmente la secrezione;<br />
le ipertoniche hanno buon effetto peristaltico e minore attività sulla secrezione gastrica;<br />
• <strong>Acque</strong> solfate: determinano variazioni quantitative e qualitative del succo gastrico e<br />
duodenale, favoriscono lo svuotamento gastrico e tendono a riportare nelle norma i valori<br />
di acidità. Gli ioni solfato, calcio e magnesio contenuti nelle acque, sono utili<br />
nell’aumentare la velocità del transito intestinale;<br />
• <strong>Acque</strong> bicarbonate: a livello gastrico e duodenale agiscono sulla componente secretiva e<br />
motoria. Se bevute a digiuno elevano il pH gastrico ed inibiscono la secrezione, per<br />
stimolazione riflessa a partenza duodenale. Se assunte ai pasti l’effetto <strong>delle</strong> acque<br />
bicarbonato è prosecretorio. Stimolano la peristalsi e lo svuotamento gastrico. Innalzando<br />
il pH duodenale, favoriscono l’azione degli enzimi pancreatici.<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Le patologie gastrointestinali che più frequentemente traggono beneficio dalla<br />
assunzione di acque minerali sono la dispepsia funzionale e la sindrome da intestino irritabile.<br />
Dispepsia funzionale<br />
In una recente pubblicazione (2) sono stati esaminati gli effetti <strong>delle</strong> acque di 18 centri<br />
termali sui sintomi che accompagnano la dispepsia funzionale. E’descritto un significativo e<br />
persistente miglioramento del dolore epigastrico e della ripienezza post-prandiale dopo<br />
terapia, consistente <strong>nella</strong> assunzione di 2 litri di acqua minerale per 3 settimane; la secrezione<br />
gastrica è risultata ridotta nell’87% dei pazienti e la velocità del transito oro-cecale è<br />
aumentata a fine trattamento rispetto all’inizio dello studio.<br />
Una ricerca condotta su pochi pazienti affetti da dispepsia funzionale, ha documentato<br />
il miglioramento del tempo di svuotamento gastrico da solidi, ottenuto con la<br />
somministrazione di 500 ml/die di acque ad alto contenuto minerale (3).<br />
Un altro studio ha valutato gli effetti di un’acqua minerale salso-solfato-alcalina sullo<br />
svuotamento gastrico e sulla attività motoria gastroduodenale interdigestiva in 24 pazienti<br />
dispeptici con ritardato svuotamento gastrico. Sia i tempi di svuotamento gastrico che<br />
l’attività motoria interdigestiva gastroduodenale, registrata con manometria, sono risultati<br />
significativamente migliori dopo somministrazione di acqua minerale comparata ad acqua di<br />
rubinetto (4).<br />
Sindrome da intestino irritabile (IBS)<br />
La causa di questa patologia funzionale, clinicamente classificabile in IBS ad alvo<br />
prevalentemente stiptico, IBS ad alvo prevalentemente diarroico o IBS ad alvo misto, rimane<br />
un mistero e la terapia continua ad essere imperniata su provvedimenti dietetici, farmacologici<br />
e psicologici. (5)<br />
E’ raccomandato un abbondante apporto idrico. Nella variante stiptica sono indicate le<br />
acque minerali capaci di accelerare il transito intestinale per il loro contenuto in ioni sodio,<br />
cloro, magnesio, solfato. Nella variante diarroica è opportuno introdurre acqua al fine di<br />
reidratare l’organismo.<br />
L’accelerazione del transito oro-cecale dopo assunzione di acque minerali è dimostrata<br />
nel lavoro di Gasbarrini (2); la possibilità che l’ingestione di acque minerali sia un valido<br />
supporto al trattamento dell’ IBS è descritta da Grassi M(6) .<br />
Uno studio epidemiologico, condotto mediante questionario inviato ai Medici di<br />
Medicina Generale, ha confermato l’utilità della assunzione di acqua minerale in pazienti con<br />
IBS, che dopo la terapia, hanno ridotto per un anno l’assunzione di farmaci ed il numero di<br />
giornate di assenza dal lavoro.(7)<br />
Stipsi<br />
Per la stipsi isolata trovano indicazione acque ricche di sali minerali che, per l’alta<br />
concentrazione di ioni, svolgono azione chimica e fisica particolarmente intensa; vanno<br />
assunte in modica quantità, l’azione è spesso potenziata dal riscaldamento.<br />
Onori (8) ha valutato l’effetto della somministrazione di un’acqua oligominerale <strong>nella</strong><br />
stipsi colica e <strong>nella</strong> stipsi rettale, classificazione secondo lo studio radiologico del tempo di<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
transito intestinale. Il trattamento con acqua oligominerale si è rilevato capace di risolvere la<br />
stipsi nell’ 80% dei pazienti con rallentato transito del colon; nessun effetto è stato osservato<br />
<strong>nella</strong> stipsi rettale.<br />
La terapia termale, assieme a presidi di tipo igienico-dietetico, rappresenta un ottimo<br />
metodo di rieducazione funzionale dell’alvo. Oltre alla assunzione di acque per os, esiste<br />
anche la possibilità di trattamenti mediante irrigazioni o docce coliche ( idrocolonterapia).<br />
Questi trattamenti sono controindicati nelle malattie infiammatorie intestinali (rettocolite<br />
ulcerosa, Crohn), nelle diverticoliti, nelle gravi affezioni cardiache e renali<br />
Controindicazioni<br />
L’ulcera peptica acuta controindica la terapia con qualsiasi acqua termale. In quella<br />
cronica sono invece controindicate solo le acque a prevalente azione eccitosecretrice (9) Nelle<br />
fasi acute <strong>delle</strong> coliti, <strong>delle</strong> malattie infiammatorie croniche intestinali, nelle diverticoliti la<br />
terapia con acque termali non trova indicazione.<br />
Bibliografia<br />
1. Nardi G.-Medicina e Clinica Termale-2001- Selecta <strong>Medica</strong><br />
2. Gasbarrini G, Candelli M et al. Evaluation of thermal water in patients with functional<br />
dyspepsia and irritable bowel syndrome accompanying constipation. World J Gastroenterol<br />
2006 april 28; 12 (16): 2556-2562<br />
3. Anti M, Lippi ME,et al. Effects of mineral-water supplementation on gastric emptying of<br />
solids in patients with functional dyspepsia assessed with the 13C-octanoic-acid breath test.<br />
.Hepatogastroenterology 2004 Nov.Dec; 51 (60): 1856-9<br />
4. Bortolotti M, Turba E et al. Changes caused by mineral water on gastrointestinal motility in<br />
patients with chronic idiopathic dyspepsia. Minerva Med.1999 May-Jun; 90 (5-6): 187-94<br />
5. Jones R. An integrated approach to the management of IBS. Nat Clin Pract Gastroenterol<br />
Hepatol 2007 July; 4 (7) :354-55<br />
6. Grassi M., Lucchetta MC, et al. Possibilities of thermal medicine in gastrointestinal<br />
functional disorders. Clin Ter. 2002 May-Jun; 153 (3): 195-206<br />
7. Scalabrino A, Buzzelli G, Raggi VC. Clinical –epidemiological study of the efficacy of<br />
thermal therapy in gastroenterologic diseases. Clin ter. 1988 Mr-Apr; 149 (2): 127-30<br />
8.Onori L.,Marchetti G et al. Differents effects of subacute administration of S.Croce oligomineral<br />
water on colonic vs rectal constipation. Clin. Ter. 1999 Jul-Aug; 150 (4): 283-6<br />
9. Zanussi C. -Terapia medica pratica- 2002 ,7° edizione- UTET<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
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Parte 4<br />
Abstracts<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
INDAGINE SULL’INTAKE IDRICO MEDIO/DIE IN PAZIENTI OSPEDALIZZATI<br />
Salvatore Vaccaro<br />
Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia<br />
INTRODUZIONE<br />
L’ospedalizzazione impone modifiche più o meno consistenti <strong>delle</strong> usuali abitudini alimentari<br />
(orari dei pasti diversi dai propri, imposizione del vitto ospedaliero, etc.); rappresenta però un<br />
buon momento per i Servizi di Dietetica Ospedalieri [SDO] per espletare colloqui di<br />
Educazione Alimentare, divulgando concetti di sana e corretta alimentazione.<br />
MATERIALI E METODI<br />
Nell’inverno 2006/2007 il SDO ha chiesto a dei pazienti ospedalizzati con età over 60 con<br />
pasto ospedaliero libero di annotare il proprio intake idrico derivante esclusivamente<br />
dall’assunzione dell’acqua oligominerale loro distribuita durante la degenza. I soggetti<br />
collaboranti sono stati n. 228 (età 78,77±9,69 anni [60-100 anni]; peso 70,25±16,62 kg;<br />
altezza 164,83±11,16 cm; BMI 25,52±5,18 kg/m 2 ; degenza 12,53±9,63 gg). I dati raccolti<br />
sono stati analizzati in funzione del sesso: a) donne: n. 108; età 80,09±10,33 anni [p 0,0299];<br />
peso 66,24±15,23 kg; altezza 160,54±6,67 cm; BMI 25,43±5,76 kg/m 2 ; degenza 10,8±9,19<br />
gg; b) uomini: n. 120: età 77,38±8,81 anni; peso 73,82±17,06 kg [p 0,0003]; altezza<br />
168,78±12,83 cm [p < 0,0001]; BMI 25,59±4,62 kg/m 2 ; degenza 14,01±10,06 gg [p 0,0401].<br />
RISULTATI<br />
Ai degenti over 60 di varie U.O. è stata consegnata una scheda strutturata ad hoc <strong>nella</strong> quale<br />
veniva chiesto loro di annotare la fascia oraria (h) ed il quantitativo (ml) dell’acqua<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
oligominerale ospedaliera assunta durante un determinato giorno di degenza. I dati ricavati da<br />
tali schede sono stati riportati <strong>nella</strong> tabella sottostante.<br />
CONCLUSIONI<br />
Dall’indagine, volta a quantificare l’intake idrico in soggetti ospedalizzati over 60, sono<br />
emerse differenze significative per quanto riguarda sia il quantitativo di acqua assunto nei due<br />
sessi (vedi tabella) che la fascia oraria di maggior assunzione: gli uomini hanno assunto una<br />
maggior quantità di acqua dalle 21 alle 12, mentre le donne dalle 12 alle 21 (p 0,0102).<br />
L’assunzione media/die di acqua è apparsa sufficiente a soddisfare i fabbisogni idrici dell’età.<br />
Assunzione di Acqua Minerale Sesso Maschile Sesso Femminile p<br />
Colazione h. 06.00-09.00 ml 286,02 ± 123,00 =<br />
17,44%<br />
Metà Mattino h. 09.00-12.00 ml 257,14 ± 128,73 =<br />
15,68%<br />
Pranzo h. 12.00-15.00 ml 315,91 ± 147,69 =<br />
19,26%<br />
Metà<br />
Pomeriggio<br />
h. 15.00-18.00 ml 211,43 ± 47,10 =<br />
12,89%<br />
Cena h. 18.00-21.00 ml 312,36 ± 134,69 =<br />
19,05%<br />
Dopo Cena h. 21.00-06.00 ml 257,14 ± 122,25 =<br />
15,68%<br />
240,86 ± 91,17 =<br />
15,09%<br />
223,53 ± 97,01 =<br />
14,01%<br />
342,86 ± 111,72 =<br />
21,48%<br />
222,22 ± 64,05 =<br />
13,92%<br />
326,58 ± 107,07 =<br />
20,46%<br />
240,00 ± 89,44 =<br />
15,04%<br />
0,0025<br />
-<br />
0,0274<br />
Assunzione Media/die ml 1640,00 ± 703,46 1596,05 ± 560,46 0,0430<br />
VALUTAZIONE DELLA DISTRIBUZIONE DEI FLUIDI CORPOREI IN SOGGETTI<br />
CON ECCESSO PONDERALE TRAMITE L’ANALISI BIOIMPEDENZIOMETRICA<br />
Salvatore Vaccaro<br />
Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia<br />
INTRODUZIONE<br />
L’Analisi Bioimpedenziometrica [BIA] permette di ottenere un’accurata stima dell’Acqua Corporea<br />
Totale [TBW] e, con l’impiego della multifrequenza o dell’angolo di fase, del rapporto tra Acqua<br />
Intracellulare [ICW] (considerata un indice della massa cellulare corporea) ed Acqua Extracellulare<br />
[ECW] (costituente il liquido interstiziale, plasma, linfa e liquido transcellulare).<br />
MATERIALI E METODI<br />
Sono stati valutati n. 588 referti BIA di soggetti con eccesso ponderale residenti <strong>nella</strong> Sicilia Nord-<br />
Orientale equamente distribuiti per sesso e fascia di età: a) n. 294 donne: 10-19 anni (n. 25; età<br />
16,84±1,31 aa; peso 76±16,59 kg; BMI 29,57±5,14 kg/m 2 ), 20-29 anni (n. 70; età 23,73±2,73 aa; peso<br />
75,6±13,57 kg; BMI 29,26±4,9 kg/m 2 ), 30-39 anni (n. 99; età 34,33±2,93 aa; peso 76,67±12,24 kg;<br />
BMI 30,49±4,87 kg/m 2 ), 40-49 anni (n. 57; età 44,44±3,15 aa; peso 81,24±15,83 kg; BMI 31,92±5,96<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici<br />
-<br />
-<br />
-
kg/m 2 ), 50-59 anni (n. 31; età 53,84±2,76 aa; peso 80,75±12,73 kg; BMI 32,58±5,59 kg/m 2 ) e 60-69<br />
anni (n. 12; età 63,33±2,93 aa; peso 81,18±12,84 kg; BMI 34,81±5,63 kg/m 2 ); b) n. 294 uomini: 10-<br />
19 anni (n. 25; età 17±1,73 aa; peso 81,68±20,45 kg; BMI 28,94±5,89 kg/m 2 ), 20-29 anni (n. 70; età<br />
24,47±3,05 aa; peso 89,11±20,9 kg; BMI 30,08±5,42 kg/m 2 ), 30-39 anni (n. 99; età 34,33±2,51 aa;<br />
peso 93,47±19,38 kg; BMI 30,98±5,7 kg/m 2 ), 40-49 anni (n. 57; età 44,33±2,91 aa; peso 91,3±16,78<br />
kg; BMI 31,38±5,09 kg/m 2 ), 50-59 anni (n. 31; età 54,94±2,77 aa; peso 92,01±14,6 kg; BMI<br />
32,34±4,66 kg/m 2 ) e 60-69 anni (n. 12; età 65,58±2,97 aa; peso 96,09±15,72 kg; BMI 34,29±6,27<br />
kg/m 2 ).<br />
RISULTATI<br />
Sesso Maschile Sesso Femminile<br />
Fascia d’età TBW (%) ICW (%) ECW (%) TBW (%) ICW (%) ECW (%)<br />
10-19 anni 51,11±7,1 60,28±3,9<br />
5 7 a<br />
39,72±3,9 49,33±6,3 54,58±4,2 45,42±4,2<br />
7 8 2 3 a<br />
20-29 anni 50,53±7,3 58,55±2,7<br />
9 7 a<br />
41,45±2,7 48,79±7,6 55,17±3,8 44,83±3,8<br />
7 2 0 0 a<br />
30-39 anni 50,70±6,5<br />
6 f<br />
57,07±5,6<br />
5 h<br />
41,77±4,1 48,15±7,1 55,36±4,4 44,63±4,4<br />
9 0 9 9 a<br />
40-49 anni 52,26±6,2<br />
4 c<br />
58,32±3,0<br />
9 a<br />
41,68±3,0 47,41±9,0 54,14±4,4 45,86±4,4<br />
9 3 1 1 a<br />
50-59 anni 53,20±6,5<br />
9 g<br />
58,15±3,4<br />
2 b<br />
41,86±3,4 48,41±7,9 54,44±4,5 45,56±4,5<br />
2 0 3 3 b<br />
60-69 anni 51,56±5,3<br />
0 e<br />
56,79±3,1<br />
6 d<br />
43,20±3,1 45,50±4,0 52,30±3,7 47,70±3,7<br />
6 3 8 8 d<br />
%<br />
Fisiologica<br />
58 – 62 60 - 64 36 - 40 55 - 58 58 - 62 38 - 42<br />
a: p < 0,0001; b: p 0,0003; c: p 0,0006; d: p 0,0023; e: p 0,0025; f: p 0,0047; g: p 0,006;<br />
h: p 0,0098.<br />
CONCLUSIONI<br />
Dall’analisi dei dati bioimpedenziometrici riguardanti i fluidi corporei e la loro ripartizione in frazione<br />
intra- ed extracellulare di n. 588 soggetti affetti da eccesso ponderale si è riscontrato un livello di<br />
idratazione inferiore ai limiti di riferimento in entrambi i sessi, osservando però una maggiore TBW,<br />
sia in valori assoluti (litri) che in valori percentuali (%), in tutte le fasce di età di sesso maschile, con<br />
un’alterazione (da lieve a modesta) del fisiologico rapporto ICW/ECW, con la prima componente<br />
ridotta e la seconda aumentata.<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7<br />
8<br />
9<br />
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Parte 5<br />
<strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> e Mercato Italiano<br />
LE PRINCIPALI ACQUE MINERALI PRESENTI SUL MERCATO ITALIANO<br />
Salvatore Vaccaro<br />
Servizio Dietetico - Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” - Reggio Emilia<br />
Vengono qui di seguito riportate alcune informazioni inerenti le <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong><br />
presenti sul mercato italiano, tratte direttamente da alcune etichette commerciali, dagli<br />
“Annuari <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong>” e da ricerche su internet. I dati qui presentati possono essere<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
variati in funzione del continuo sviluppo tecnologico-industriale del settore <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong><br />
<strong>Minerali</strong> (nuove analisi chimico-fisiche, marchio liquidato, cessata produzione, etc.).<br />
Acqua Minimamente RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />
<strong>Minerali</strong>zzata<br />
(mg/l) (m.s.m.)<br />
Lauretana 14 1.050 Graglia (BI)<br />
Acqua del Faiallo 17 1.100 Urbe (SV)<br />
Fonte <strong>delle</strong> Alpi 18 900 Lucerna S. Giovanni (TO)<br />
Amorosa 22,8 500 Canevara (MS)<br />
Sparea 22,5 600 Lucerna S. Giovanni (TO)<br />
Plose 25,5 1.830 Bressanone (BZ)<br />
Fontealta 28 1.600 Roncegno (TN)<br />
Alpi Cozie 29 900 Lucerna S. Giovanni (TO)<br />
Monviso 30 800 Lucerna S. Giovanni (TO)<br />
Vigezzo 31,9 875 Malesco (VB)<br />
Fonte del Lupo 33 460 Altare (SV)<br />
Bernina 36 625 Piuro (SO)<br />
Fonte Vallechiara 36 460 Altare (SV)<br />
Lurisia Fonte S. Barbara 36 1.375 Lurisia (CN)<br />
Valverde 37 780 Quarona Sesia (VC)<br />
S. Michele 38,2 1.400 Vaie (TO)<br />
Sant’Anna di Vinadio 39 1.503 Vinadio (CN)<br />
Sorgiva 39 1.134 Carisolo (TO)<br />
Pian della Mussa 40,1 1.500 Balme (TO)<br />
S. Bernardo Sorgente Rocciaviva 41,54 1.300 Garessio (CN)<br />
Levico Casara 42 1.700 Levico Terme (TN)<br />
Fonte Doro 43 1.060 Oppido Mamertina (RC)<br />
Meraner S. Virgilio 43 1.540 Merano (BZ)<br />
Alba 44 550 Valli del Pasubio (VI)<br />
Daggio Norda 44,5 1.935 Primaluna (LC)<br />
Stella Alpina 45,2 900 Moiò Dè Calvi (BG)<br />
Fonteviva 46,6 500 Canevara (MS)<br />
coalizzano Fonti Bauda 47 980 Coalizzano (SV)<br />
Fonte Caudana 48 700 Donato (BI)<br />
Valmora 48 1.000 Lucerna S.Giovanni (TO)<br />
Gioiosa della Valsesia 48,6 630 Quarona Sesia (VC)<br />
Alpi Bianche 49 - Vinadio (CN)<br />
Alte Vette 49 - Vinadio (CN)<br />
Acqua Oligominerale RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />
(mg/l) (m.s.m.)<br />
Cime Bianche 50,6 1.300 Vinadio (CN)<br />
S. Bernardo 52 1.000 Garessio (CN)<br />
Ale Tarsogno Alisea 54 935 Tarsogno (PR)<br />
Alpia 55 760 Malesco (VB)<br />
Ducale 56 950 Tarsogno (PR)<br />
Fonte Azzurrina 57 800 Careggine (LU)<br />
Santa Rita 59,1 700 Né (GE)<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Mangiatorella 60 1.100 Stilo (RC)<br />
S. Carlo Fonte Aurelia 60 600 S.Carlo Terme (MS)<br />
Certosa Fonte Perna 60,6 900 Polia (VV)<br />
Leonardo Alisea 60,9 900 Primaluna (LC)<br />
Fonte Napoleone 62,2 375 Poggio Marciana (LI)<br />
Geraci 62,7 1.450 Geraci Siculo (PA)<br />
Lievissima 75,5 1.848 Cepina Valdisotto (SO)<br />
Fabrizia 78 1.000 Fabrizia (VV)<br />
Certosa Fonte Camarda 79 450 Polia (VV)<br />
Goccia di Carnia 79 1.370 Forni Avoltri (UD)<br />
Eau de Santè 82 1.200 Stia (AR)<br />
Frisia 82 435 Piuro (SO)<br />
Maxim’s 82 1.200 Stia (AR)<br />
Pejo Fonte Alpina 83 1.393 Cogolo di Pejo (TN)<br />
Madonnina della Calabria 89,6 750 Girifranco (CZ)<br />
Ulmeta 90 725 Ormea (CN)<br />
Gaudenziana 93,4 900 Bognanco (VB)<br />
Lonera 105 1.250 Valli del Pasubio (VI)<br />
Vaia 106,2 800 Vagolino (BS)<br />
Fiuggi 106,5 590 Fiuggi (FR)<br />
Roana 109,72 1.492 Ussita (MC)<br />
Sorgente Moschetta 113,8 750 Grifalco (CZ)<br />
Dolomiti 115 815 Valli del Pasubio (VI)<br />
Madonna della Guardia 118,5 680 Ceranesi (GE)<br />
Siete Fuentes 119 620 Santulussurgiu (OR)<br />
Monte Bianco 122 1.518 Morgex (AO)<br />
Monte Cimone 122 935 Ospitale di Fanano (MO)<br />
Maniva 124,2 800 Vagolino (BS)<br />
S. Bernardo Sorgente della Rocca 125,7 1.500 Ormea (N)<br />
Beber 128 725 Posina (VI)<br />
Sorgente Serra Policaretto Sila 128,4 1.200 Acri (CS)<br />
Garbarono 131 720 Lurisia-Roccaforte Mondovì (CN)<br />
Abrau 135 57 Chiusa Pesio (CN)<br />
Monteverde 135 850 Pracchia (PT)<br />
Ceciliana 135,4 450 Palestrina (RM)<br />
S. Francesco 137,2 313 Caslino al Piano (CO)<br />
Santa Clara 139,1 820 Borzonasca (GE)<br />
S. Antonio 139,7 313 Caslino al Piano (CO)<br />
Fonte di Crodo Sorgente Cesa 141 540 Crodo (VB)<br />
Acqua Oligominerale RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />
(mg/l) (m.s.m.)<br />
Nuova Gareisa 143 595 Roccaforte Mondovì (CN)<br />
Nuova Acquachiara 143,5 1.000 Valli del Pasubio (VI)<br />
Panna 144 925 Scarperia (FI)<br />
Acqua Silva 149 980 Pracchia (PT)<br />
Fonte Lieta 149 1.030 Cervarezza (R.E.)<br />
Verna 150 960 Chiusi della Verna (AR)<br />
Fontalba 151,9 1.200 Montalbano Elicona (ME)<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Pioda 152,6 520 Moio Dè Calvi (BG)<br />
Fonte Serena 156,1 310 Oleggio Castello (NO)<br />
Lora di Recoaro 157,8 880 Recoaro Terme (VI)<br />
Castellina 160 750 Castelpizzuto (IS)<br />
Ventasso 160 1.006 Cervarezza (R.E.)<br />
Vera 160 S.Giorgio in Bosco (PD)<br />
Pradis 162 650 Pradis di Sotto Clauzetto (PN)<br />
Nerea 163 Castelsantangelo sul Nera (MC)<br />
Lissa 165 630 Posina (VI)<br />
Linx 165,5 1.485 Masanti (PR)<br />
Roccabianca 166 450 Terme Vigliatore (ME)<br />
Palina 169 615 Scarperia (FI)<br />
Smeraldina 172,2 650 Tempio Pausania (SS)<br />
Fontenova 172,8 500 Citerna Taro (PR)<br />
Santa Croce Sponga 172,9 720 Canistro Terme (AQ)<br />
Motette 173,24 700 Scheggia (PG)<br />
Corona 175,6 6 Calci (PI)<br />
Rocchetta 176 536 Gualdo Tadino (PG)<br />
Rocchetta Brio Blu 176 536 Gualdo Tadino (PG)<br />
Tione 180,55 397 Orvieto (TR)<br />
Pic 183,9 400 Vaie (TO)<br />
Cavagrande 184 400 Milo (CT)<br />
Sorgente Grigna 185 800 Primaluna (LC)<br />
Chiarella 187,3 760 Plesso (CO)<br />
S. Angelo 189 435 Siliqua (CA)<br />
S. Vittoria 190 1.380 Pornassio (IM)<br />
Sorgente Presolana 191,2 650 Clusone (BG)<br />
Pineta Sorgente Sales 194 700 Clusone (BG)<br />
Sassovivo 194 565 Foligno (PG)<br />
Gajum 199 481 Canzo (CO)<br />
Coralba 203 1.200 S.Damiano Macra (CN)<br />
Flaminia 204,9 500 Nocera Umbra (PG)<br />
Limpia 208,9 360 San Pellegrino Terme (BG)<br />
Misia 209 450 Borgo Cerreto (PG)<br />
Santo Stefano 210 650 Montesano di Marcellana (SA)<br />
Meo 216 200 Gavignano (RM)<br />
San Felice 220 205 San Felice (PT)<br />
S. Giorgio 223 405 Siliqua (CA)<br />
Fonte Tullia 223,8 550 Sellano (PG)<br />
(Continua)<br />
Acqua Oligominerale RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />
(mg/l) (m.s.m.)<br />
San Luigi 224 740 Barni (CO)<br />
S. Cassiano 226 550 Fabriano (AN)<br />
San Daniele 231 825 Montefiorino (MO)<br />
Tre Fontane 232 900 Montefiorino (MO)<br />
Paraviso 235 907 Lanzo d’Intelvi (CO)<br />
Fontelaura 236 700 Plesso (CO)<br />
Levia 238 395 Siliqua (CA)<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Tinnea 240 700 Montefortino (AP)<br />
Giara 240,2 71 Villasor (CA)<br />
Pura 243 408 Siliqua (CA)<br />
Gabinia 243,1 200 Gavignano (RM)<br />
San Benedetto 246 20 Scorzè (VE)<br />
Lentula 247 640 Cantagallo (PD)<br />
Guizza 251 20 Scorzè (VE)<br />
Crodo-Lisiel 252 500 Crodo (VB)<br />
Pasubio 256 650 Valli del Pasubio (VI)<br />
Futura 260 74 Feroleto Antico (CZ)<br />
Rocca Galgana 260,3 258 Citerna Taro (PR)<br />
Flavia (Efferv. Nat.) 261 400 Zogno (BG)<br />
Viva 262 450 Borgo Cerreto (PG)<br />
Fonte <strong>delle</strong> Rocce 262,8 350 Caprinica (VT)<br />
Luna 263,5 600 Primaluna (LC)<br />
Fonte del Parco 265,4 900 Montefiorino (MO)<br />
Sattai 269 160 Guspini (CA)<br />
L’Acqua 274 820 (AR)<br />
Federica della Fonte S. Giacomo 275 84 Su Pranu (CA)<br />
Castello 283,2 400 Vallio Terme (BS)<br />
Fonte Annia 290 23 Paradiso di Pocenia (UD)<br />
Opera 290 480 (RI)<br />
S. Maria degli Angeli 291 550 Rionero in Vulture (PZ)<br />
Valle Reale 298 300 Popoli (PE)<br />
Angelica 300 612 Nocera Umbra PG)<br />
Fonte Primavera 306 260 Popoli (PE)<br />
Natia 308 350 Riardo (CE)<br />
Gaia 315 250 Genga (AN)<br />
Sorgente dell’Amore 316 510 Grimaldi (CS)<br />
Cintoia 326 600 Greve in Chianti (FI)<br />
Danone Vitas<strong>nella</strong> 327 200 Darfo Boario Terme (BS)<br />
Fonte Elisa 327 240 Genga (AN)<br />
Val di Meti 330 650 Apecchio (PS)<br />
Fontemura 332 820 (AR)<br />
Frasassi 338 260 Genga (AN)<br />
Fonte Corte Paradiso 340 23 Paradiso di Pocenia (UD)<br />
Prealpi 345 480 Almè (BG)<br />
Lilia 346 505 Rionero in Vulture (PZ)<br />
Monteforte 351 716 Materno di Contese (MO)<br />
(Continua)<br />
Acqua Oligominerale RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />
(mg/l) (m.s.m.)<br />
Linda 352 65 Salò (BS)<br />
Luce 352 154 Siliqua (CA)<br />
Sovrana 353 190 Castelletto d’Orba (AL)<br />
Tavina 353 70 Salò (BS)<br />
Ruscella 357 279 Modica (RG)<br />
Fonte Santa Chiara 361 700 Scheggia (PG)<br />
Santa Maria 361 350 Modica (RG)<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
S. Moderanno 363,4 865 Berceto (PR)<br />
Cerelia 366 680 Cereglio (BO)<br />
Primula 368 400 Spinone al Lago (BG)<br />
San Rocco 370 200 Arcore (MI)<br />
San Pantaleo (Fluorata) 375,6 426 Olbia (SS)<br />
Funte Fria 380,4 650 Macomer (NU)<br />
Orobica 384 400 Almè (BG)<br />
Preistorica 387,49 650 Montefortino (AP)<br />
Eureka 390 100 Corigliano d’Otranto (LE)<br />
Sole 399,5 181 Nuvolento (BS)<br />
Sancarlo Spinone 405 400 Spinone al Lago (BG)<br />
Verdiana 410 200 Ramiola di Medesano (PR)<br />
Fabia 412 355 San Gemini (TR)<br />
Fonte Aura 415 350 San Gemini (TR)<br />
Silvana 427,5 596 Valfrancia-Galeata (FO)<br />
Azzurra 428 540 Torrebelvicino (VI)<br />
Ninfa 440 725 Melfi (PZ)<br />
Prata 442 300 Pratella (CE)<br />
Varanina 444 225 Varano Marchesi (PR)<br />
Visciolo 446 550 Rionero in Vulturne (PZ)<br />
Gaverina Fonte Centrale 448,4 500 Gaverina Terme (BG)<br />
Amerino 450 390 Acquasparta (TR)<br />
Tre Santi 466 539 Sernano (MC)<br />
Fonte di Alice 470 500 Greve in Chianti (FI)<br />
Fontechiara 471 164 Medesano (PR)<br />
Sant’Elena 472 550 Chianciano (SI)<br />
Amata 479,8 300 Casamassima (BA)<br />
Gallo 480 560 Montefiorino (MO)<br />
Ausonia 482,5 680 Bognanco (VB)<br />
San Giacomo 485 539 Sarnano (MC)<br />
Lidia 488,5 200 Medesano (PR)<br />
Fontepatri 500 500 Lastra a Signa (FI)<br />
Acqua Minerale RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />
(mg/l) (m.s.m.)<br />
S. Leopoldo 505,8 125 Casciana Terme (PI)<br />
Fonte di Palme 517,5 80 Torre di Palme (AP)<br />
Cutolo-Rionero (Efferv. Nat.) 540 550 Rionero in Vulture (PZ)<br />
Fonte Itala (Efferv. Nat.) 547,5 530 Atella (PZ)<br />
Augusta 551 190 Castelletto d’Orba (AL)<br />
Tolentino Sorgente S. Lucia 551 426 Tolentino (MC)<br />
La Francesca (Efferv. Nat.) 563 550 Rionero in Vulture (PZ)<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Acqua di Nepi (Efferv. Nat.) 569 227 Nepi (VT)<br />
Fonte Vivia (Efferv. Nat.) 578 220 Nepi (VT)<br />
Sacramora 581 15 Riserba di Rimini (RN)<br />
Fontesana 583 150 RN<br />
Galvanina 589 150 RN<br />
Sangiuliano 598 15 Riserba di Rimini (RN)<br />
Tesorino 598 98 Montopoli Val d’Arno (PI)<br />
S.Andrea 602 200 Medesano (PR)<br />
Montinverno 603 600 Varano Marchesi (PR)<br />
Santafiora 610 330 Monte San Savino (AR)<br />
Ambra 612,4 185<br />
Madonna della Mercede 616 180 Ramiola di Medesano (PR)<br />
Perla 616 330 Monte San Savino (AR)<br />
Egeria 617,9 20 (RM)<br />
Aemilia 630,4 180 Ramiola di Medesano (PR)<br />
Boario 636 217 Darfo Boario Terme (BS)<br />
Paravita 639 60 Parabita (LE)<br />
S. Donato 650 200 Pianura-Napoli (NA)<br />
S. Pietro 656,1 146 S.M.Mole-Marino (FR)<br />
Parmense del Piceno 665 120 Torre di Palme (AP)<br />
Vis Sorgente del Ciliegio 670 590 Carpineti (R.E.)<br />
Bracca 681 400 Zogno (BG)<br />
Appia 681,3 110 (RM)<br />
Rosablu Light (Efferv. Nat.) 682 20 Via Appia Nuova (RM)<br />
Rosablu (Addizionata con CO2) 682 20 Via Appia Nuova (RM)<br />
S. Maria alle Capannelle 682 20 Via Appia Nuova (RM)<br />
Fonte Angelico 700 60 Monteroni in Lecce (LE)<br />
Claudia (Efferv. Nat.) 763 143 Anguillara S. (RM)<br />
Kaiserwasser 827 1340 S.Candido (BZ)<br />
Acqua Sacra (Efferv. Nat.) 841,8 35 Monte Sacro (RM)<br />
Generosa 865 100 La Scala (PI)<br />
Lete (Efferv. Nat.) 873,5 300 Pratella (CE)<br />
Sangemini 955 370 San Gemini (TR)<br />
Uliveto (Efferv. Nat.) 986 12 Vico Pisano Terme (PI)<br />
Fonte Gaudianello 1.009 530 Melfi (PZ)<br />
Santagata (Efferv. Nat.) 1.026 98 Rocchetta e Croce (CE)<br />
San Pellegrino 1.074 370 S.Pellegrino Terme (BG)<br />
Perla 1.120 9.4 Pozzillo Acireale (CT)<br />
Acqua della Madonna 1.132 1 Castellammare di Stabia (NA)<br />
(Continua)<br />
Acqua Minerale RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />
(mg/l) (m.s.m.)<br />
Acquarossa (Efferv. Nat.) 1.200 300 Milo (CT)<br />
San Ciro (Efferv. Nat.) 1.215 150 Ercolano (NA)<br />
Cinciano 1.246,6 175 Poggibonsi (SI)<br />
Sanfaustino 1.265 350 Terme Sanfaustino (PG)<br />
Ferrarelle (Efferv. Nat.) 1.283 111 Riardo (CE)<br />
S. Lucia 1.286 350 Bonorva (SS)<br />
Sveva (Efferv. Nat.) 1.328 491 Rionero in Vulture (PZ)<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici
Traficante 1.328 Rionero in Vulture (PZ)<br />
S. Silvestro 1.391 500 Angolo Terme (BS)<br />
Lavaredo 1.440 1343 S.Candido (BZ)<br />
Sandalia 1.476 71 Villasor (CA)<br />
Fonte Regina 1.634 450 Valli del Pasubio (VI)<br />
Acqua Ricca di Sali <strong>Minerali</strong> RF a 180°C Sorgente Stabilimento<br />
(mg/l) (m.s.m.)<br />
Vesuvio 1.773 139 Percolano (NA)<br />
Telese 1.790 50 Telese terme (BN)<br />
San Marco 1.847,5 141 Minturno (LT)<br />
San Lorenzo 1.940 680 Aprilia (LT)<br />
Fonte Margherita 2.050 240 Torrebelvicino (VI)<br />
Fonti di Crodo Valle d’Oro 2.105 500 Crodo (VB)<br />
Toka 2.250 400 Rionero in Vulture (PZ)<br />
Courmayeur 2.264 1.100 Morgex (AO)<br />
San Paolo 2.297 20 V.Casali S.Sisto (RM)<br />
Acqua Fucoli 2.680 550 Cianciano Terme (SI)<br />
San Martino 2.914,4 270 Codrongianos (SS)<br />
Acqua Santa 3.398 500 Cianciano Terme (SI)<br />
Tettuccio 6.862 40.24 Montecatini terme (PT)<br />
Regina 15.827 46,38 Montecatini Terme (PT)<br />
L’Impiego <strong>delle</strong> <strong>Acque</strong> <strong>Minerali</strong> <strong>nella</strong> Dietoterapia degli Stati Fisiologici e Patologici