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atlante e checklist della biodiversita' di ... - Tursiops-biology

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L’Associazione MI.F.A. onlus, in collaborazione con il<br />

Comune <strong>di</strong> Buccinasco (MI)<br />

presentano<br />

ATLANTE E CHECKLIST<br />

DELLA<br />

BIODIVERSITA’ DI BUCCINASCO (MI)<br />

1° EDIZIONE 2011<br />

A cura <strong>di</strong><br />

VENTURINI S. & SANFILIPPO D.


Venturini Samuele: biologo e presidente dell’Associazione MI.F.A. onlus. mifaonlus@gmail.com<br />

Sanfilippo Daniela: naturalista e membro del Comitato Scientifico dell’Associazione MI.F.A. onlus.<br />

naturalia_d@libero.it<br />

Ringraziamenti<br />

Si desidera ringraziare per il compimento <strong>di</strong> questa opera l’Amministrazione del Comune <strong>di</strong> Buccinasco<br />

(MI), l’Ufficio Ecologia del Comune <strong>di</strong> Buccinasco (MI). Tutti coloro che ci hanno sostenuto e le fonti <strong>di</strong>gitali<br />

e cartacee da cui abbiamo prelevato le informazioni ed alcuni <strong>di</strong>segni.<br />

Tutte le fotografie sono <strong>di</strong> Samuele Venturini.<br />

AVVERTENZA<br />

In caso si osservassero errori, refusi o si volessero dare consigli, potete contattarci e scrivere al seguente<br />

in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> posta elettronica: mifaonlus@gmail.com<br />

2


INDICE<br />

Prefazione pag. 4<br />

Introduzione pag. 5<br />

Bio<strong>di</strong>versita’: ricchezza <strong>di</strong> Buccinasco pag. 6<br />

Il territorio pag. 8<br />

Flora e fauna pag. 10<br />

I fontanili <strong>di</strong> Buccinasco pag. 12<br />

FAUNA pag. 15<br />

RETTILI pag. 17<br />

ANFIBI pag. 31<br />

MAMMIFERI pag. 40<br />

UCCELLI pag. 57<br />

INVERTEBRATI pag. 195<br />

Insetti pag. 197<br />

ODONATI pag. 207<br />

LEPIDOTTERI pag. 220<br />

FLORA pag. 228<br />

CHECKLIST pag. 250<br />

SCHEDA DI AVVISTAMENTO FAUNISTICO pag. 257<br />

Elenco alfabetico delle specie pag. 258<br />

Bibliografia pag. 263<br />

3


PREFAZIONE<br />

Fin da quando ero bambino, mio papà mi portava in bicicletta lungo le strade <strong>di</strong> campagna e così , con gli<br />

anni, ho avuto modo <strong>di</strong> imparare a conoscere il territorio. Dapprima come semplice “turista” e<br />

successivamente come stu<strong>di</strong>oso. Buccinasco offre un tesoro davvero ricco per gli appassionati <strong>di</strong> natura, <strong>di</strong><br />

biowatching, <strong>di</strong> birdwatching o per coloro che desiderano solo rilassarsi dopo una settimana lavorativa<br />

nella grande metropoli a pochissimi chilometri da qui.<br />

Diversi sono i paesaggi che contrad<strong>di</strong>stinguono il nostro Comune: dai fontanili alle cave, dai parchi urbani al<br />

parco agricolo sud Milano, dalle fasce boscate alle marcite e ai campi coltivati.<br />

Regolarmente, armato <strong>di</strong> bicicletta, fotocamera, binocolo e – cosa più importante – un profondo amore e<br />

rispetto per la natura, mi de<strong>di</strong>co allo stu<strong>di</strong>o e all’osservazione dell’inestimabile valore naturalistico che<br />

Buccinasco ci offre. Grazie all’associazione MI.F.A. onlus, e insieme al Comune <strong>di</strong> Buccinasco, è nato questo<br />

timido ma ambizioso progetto.<br />

Perché quin<strong>di</strong> un <strong>atlante</strong>? Perché è molto importante conoscere la fauna e la flora dei nostri ambienti e il<br />

loro monitoraggio è fondamentale per conservare lo stato <strong>di</strong> salute del nostro territorio.<br />

Avere un <strong>atlante</strong> in mano con questi dati consente <strong>di</strong> operare delle scelte gestionali a livello <strong>di</strong> territorio e<br />

faunistico atte a tutelare la bio<strong>di</strong>versità.<br />

Grazie alla conoscenza che viene <strong>di</strong>vulgata con quest’opera, ciascuno <strong>di</strong> noi può sentire suo il territorio in<br />

cui vive.<br />

Noi abbiamo una forte responsabilità verso le generazioni future sia nostre ma soprattutto dell’ambiente<br />

che ci ospita.<br />

4<br />

Samuele Venturini<br />

Presidente MI.F.A. onlus


INTRODUZIONE<br />

Il primo <strong>atlante</strong> e <strong>checklist</strong> <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> Buccinasco, nasce con lo scopo <strong>di</strong> elencare e registrare in<br />

questo particolare progetto lo status naturalistico del nostro territorio. L’importanza <strong>di</strong> questa opera si<br />

rivela nella sua funzione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catore <strong>della</strong> salute ambientale e quin<strong>di</strong> <strong>della</strong> qualità del nostro stile <strong>di</strong> vita.<br />

Nel nostro Comune vivono moltissime altre forme <strong>di</strong> vita e tutte fondamentali per il corretto<br />

funzionamento degli ecosistemi in cui viviamo. Conoscere la fauna e la flora e monitorarle nel tempo è<br />

molto utile per tutelare e valorizzare il nostro ambiente, perché ciò ha una valenza oltre che naturalistica /<br />

ecologica anche culturale, storica, politica, economica e spirituale. La conoscenza <strong>della</strong> biologia dei nostri<br />

luoghi permette una più corretta gestione ecologica con meto<strong>di</strong> biocompatibili i quali si rivelano essere<br />

quelli migliori sia da un punto <strong>di</strong> vista etico che strategico.<br />

Questo volume rappresenta la prima e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un progetto più ampio e sempre in costante<br />

aggiornamento. L’osservazione il confronto dei dati raccolti negli anni ci permetterà <strong>di</strong> verificare<br />

l’andamento <strong>della</strong> qualità ambientale e <strong>di</strong> intraprendere <strong>di</strong> conseguenza le azioni migliori per una più<br />

efficiente gestione del territorio. Il dott. Samuele Venturini (biologo e presidente dell’associazione MI.F.A.<br />

onlus) e la dott.ssa Daniela Sanfilippo (naturalista e componente del comitato scientifico dell’associazione<br />

MI.F.A. onlus) hanno iniziato una prima assidua opera <strong>di</strong> censimento <strong>della</strong> fauna e <strong>della</strong> flora del nostro<br />

territorio. Muniti <strong>di</strong> strumentazione adeguata e tramite tecniche <strong>di</strong> fotografia naturalistica, biowatching e<br />

birdwatching, sono riusciti in questa loro prima missione nello stilare l’opera, certamente non completa,<br />

che state leggendo.<br />

Buccinasco permette queste attività naturalistiche, sia come passione che come professione, e conserva un<br />

tesoro naturalistico importante grazie proprio alla sua particolare conformazione e alla fortuna (unita<br />

all’attenzione) <strong>di</strong> aver preservato alcuni luoghi e averne valorizzati altri.<br />

PROGETTI FUTURI: questa è la prima e<strong>di</strong>zione dell’<strong>atlante</strong> e <strong>checklist</strong> <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> Buccinasco e ne<br />

seguiranno altre, aggiornate. Oltre a queste verranno approfon<strong>di</strong>ti dei temi trattati in particolari<br />

monografie come per esempio “gli Uccelli <strong>di</strong> Buccinasco” e “i Mammiferi <strong>di</strong> Buccinasco”. L’idea quin<strong>di</strong> è<br />

quella <strong>di</strong> ampliare in dettaglio le varie classi <strong>di</strong> fauna, ma anche <strong>di</strong> flora, presenti sul nostro territorio,<br />

corredate da informazioni generali utili alla classificazione ma anche nozioni specifiche sia biologiche che <strong>di</strong><br />

curiosità.<br />

5


BIODIVERSITA’: RICCHEZZA DI BUCCINASCO<br />

Buccinasco è un Comune dell’hinterland milanese in cui una buona parte del suo territorio è costituito dal<br />

PASM (Parco Agricolo Sud Milano). E’ un vero polmone verde, unico nel suo genere ed ha un valore<br />

inestimabile per tutti noi. All’interno del PASM sono presenti vari “paesaggi” che vanno dai campi agricoli<br />

coltivati ai parchi urbani, dalle rogge ai fontanili, dai laghetti ai piccoli boschi etc. In ognuno <strong>di</strong> questi areali<br />

trovano il loro habitat un elevato numero <strong>di</strong> specie animali e vegetali. Dalle mie osservazioni personali ho<br />

potuto constatare la presenza <strong>di</strong> un elevato numero <strong>di</strong> specie <strong>di</strong>verse e vorrei in questa sede esporne<br />

alcune che si possono avvistare e riconoscere.<br />

La Bio<strong>di</strong>versità è la varietà <strong>di</strong> tutti gli esseri viventi che popolano il pianeta Terra, legati l’un l’altro da<br />

<strong>di</strong>verse interazioni e tutti in<strong>di</strong>spensabili. Tale bio<strong>di</strong>versità viene misurata in termini <strong>di</strong> geni, <strong>di</strong> specie, <strong>di</strong><br />

popolazioni e <strong>di</strong> ecosistemi. Grazie alla bio<strong>di</strong>versità la natura è in grado <strong>di</strong> offrirci risorse importantissime<br />

come cibo, acqua ed energia ma anche valori estetici, ricreativi e spirituali. E’ grazie ad essa che la vita può<br />

continuare ad esistere sul nostro pianeta.<br />

Buccinasco presenta molte zone ricche <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità e quin<strong>di</strong> in grado <strong>di</strong> ospitare moltissime varietà <strong>di</strong><br />

fauna e flora. Una delle caratteristiche che permette al nostro Comune <strong>di</strong> possedere questo valore<br />

inestimabile è la presenza <strong>di</strong> molti corpi idrici come cave, rogge e soprattutto fontanili, ma anche <strong>di</strong> fasce<br />

boscate. Queste aree risultano essere <strong>di</strong> grande importanza per la sosta e lo stanziamento <strong>di</strong> molti animali e<br />

piante.<br />

In particolare, le fasce boscate ricoprono <strong>di</strong>verse e importanti funzioni tra cui quelle <strong>di</strong> tipo produttivo atte<br />

alla produzione <strong>di</strong> materiale come legname, piante officinali, frutti e funghi. Funzioni ecologiche che<br />

consentono un miglioramento qualitativo dell’acqua e <strong>di</strong> conseguenza permettono l’arricchimento <strong>della</strong><br />

zoocenosi che svolge un ruolo anche nella <strong>di</strong>fesa biologica delle colture agricole. Altri vantaggi <strong>di</strong> tipo<br />

ecologico <strong>di</strong> queste fasce boscate riguardano la funzione che l’apparato ra<strong>di</strong>cale <strong>della</strong> vegetazione riparia<br />

svolge nei confronti degli argini proteggendoli dalle erosioni e <strong>di</strong> conseguenza i costi <strong>di</strong> manutenzione dei<br />

corsi d’acqua <strong>di</strong>minuiscono.<br />

Proprio nel nostro Comune vi è la presenza <strong>di</strong> corridoi ecologici utilizzati da una vasta gamma <strong>di</strong> specie<br />

animali e vegetali.<br />

Alcuni esempi <strong>di</strong> fauna che è possibile incontrare passeggiando per il PASM <strong>di</strong> Buccinasco sono: UCCELLI –<br />

cicogne, aironi bianchi, aironi cenerini, nitticore, germani reali, merli, usignoli, cornacchie, poiane,<br />

pettirossi, cinciallegre, ballerine bianche, martin pescatore, cardellini, ron<strong>di</strong>ni, oche cignoi<strong>di</strong>, gallinelle<br />

d’acqua, folaghe, svassi, gabbiani, passeri europei, piccioni, tortore, fagiani, averle piccole e molti altri.<br />

Presso i corpi idrici è più facile avvistare ciconiformi intenti a pescare, mentre tra i rami degli alberi si<br />

nascondono moltissimi esemplari <strong>di</strong> passeriformi.<br />

L’avifauna è molto presente presso il nostro territorio e svolge <strong>di</strong>versi ruoli nella conservazione e<br />

nell’equilibrio degli ecosistemi planiziali.<br />

RETTILI – lucertole muraiole, che ci osservano dai muri e dai tronchi degli alberi, ramarri, bisce, testuggini.<br />

ANFIBI – rane, raganelle, rospi, tritoni. Questi ultimi sono molto importanti anche come in<strong>di</strong>catori biologici.<br />

MAMMIFERI: gatti, bovini, conigli selvatici, musteli<strong>di</strong>, castorini, talpe, arvicole e altri ro<strong>di</strong>tori.<br />

INSETTI: <strong>di</strong>verse specie <strong>di</strong> farfalle, lumache, chiocciole, libellule, ragni e tantissimi altri or<strong>di</strong>ni che<br />

costituiscono il così detto microcosmo.<br />

Tra i VEGETALI oltre alle specie ad uso agricolo si annoverano <strong>di</strong>versi esemplari <strong>di</strong> conifere e latifoglie come<br />

cipressi, pini, farnie, querce, aceri, betulle, biancospini, pioppi e tanti altri.<br />

Tutti gli esemplari <strong>di</strong> fauna e flora sono fondamentali per la vita sulla Terra in quanto ognuno <strong>di</strong> loro è<br />

inter<strong>di</strong>pendente dagli altri e ciascuno riveste un preciso ruolo nella sopravvivenza <strong>di</strong> ogni ecosistema.<br />

Esistono molte ragioni per salvaguardare la bio<strong>di</strong>versità in quanto la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> specie o varietà è causa <strong>di</strong><br />

danni ecologici, culturali ed economici.<br />

Nel 1992 a Nairobi, in Kenya, è stata adottata la Convenzione sulla Diversità Biologica atta proprio alla<br />

tutela <strong>della</strong> Bio<strong>di</strong>versità.<br />

6


Buccinasco, come accennato precedentemente, è un Comune che ha la fortuna e la responsabilità <strong>di</strong> essere<br />

il custode <strong>di</strong> un piccolo ma grande tesoro naturalistico. Questa ricchezza è composta per buona parte dal<br />

Parco Agricolo Sud Milano ma ad esso si aggiungono i numerosi parchi e soprattutto fontanili.<br />

Proprio queste zone sono quelle più sensibili ai cambiamenti ambientali ma soprattutto alle interazioni<br />

antropiche (attività umane). Questa sensibilità è un in<strong>di</strong>catore assai importante per valutare lo stato <strong>di</strong><br />

salute del territorio e <strong>di</strong> conseguenza anche <strong>della</strong> nostra salute. Se le aree ver<strong>di</strong> <strong>di</strong> un paese sono in buono<br />

stato, tutti ne beneficiano, sia la natura stessa che le persone ivi presenti. Non va <strong>di</strong>menticato infatti che<br />

noi ci nutriamo dei frutti che la Terra ci dona, ma qualunque frutto nasce, cresce e si sviluppa sulla base<br />

delle con<strong>di</strong>zioni ambientali che trova per cui è <strong>di</strong> fondamentale importanza che le risorse quali il suolo e<br />

soprattutto le acque siano pulite e salubri.<br />

Nelle zone ver<strong>di</strong> del nostro Comune, ma soprattutto nel contesto agricolo, ho avuto la possibilità <strong>di</strong><br />

osservare e registrare le spettacolari manifestazioni <strong>della</strong> natura in molte delle sue infinite forme. In questo<br />

modo ho potuto così constatare che il nostro ecosistema – l’ecosistema Buccinasco appunto – è vivo e in<br />

buona salute.<br />

Alcune caratteristiche che lo rendono tale sono da ricercare attentamente e comportano un certo tempo <strong>di</strong><br />

osservazioni, tanta costanza, pazienza, volontà, conoscenza delle scienze biologiche e naturali ma<br />

soprattutto passione e amore per la natura.<br />

La presenza <strong>di</strong> predatori è un fattore molto importante che in<strong>di</strong>ca un ambiente sano. L’esistenza <strong>di</strong> questi<br />

animali può essere sostenuta solo dalla presenza <strong>di</strong> prede. Le prede a loro volta in<strong>di</strong>cano che l’ambiente in<br />

cui vivono è abbastanza salubre. Ogni anno vi sono moltissimi insetti e da loro <strong>di</strong>pende la sopravvivenza <strong>di</strong><br />

molti anfibi e pesci. Gli anfibi a loro volta sono buoni in<strong>di</strong>catori biologici così come determinate specie <strong>di</strong><br />

insetti. Lo stesso <strong>di</strong>casi per i rettili, che si cibano <strong>di</strong> anfibi mantenendone il numero costante. Grazie alla<br />

forte presenza <strong>di</strong> questi animali (invertebrati, pesci, anfibi, rettili), anche i mammiferi e gli uccelli ne<br />

traggono giovamento. A Buccinasco ad esempio vivono – chi in modo stanziale, chi solo per una parte<br />

dell’anno – almeno quaranta specie <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> uccelli. Si tratta però <strong>di</strong> una sottostima.<br />

Animali che si cibano <strong>di</strong> vegetali e animali che predano altri animali, il tutto in un perfetto equilibrio in<br />

grado <strong>di</strong> autoregolarsi e che ci delizia con questo suo arcobaleno <strong>di</strong> forme, comportamenti, suoni e colori.<br />

La visione macroscopica <strong>di</strong> questi in<strong>di</strong>catori biologici ci conferisce quin<strong>di</strong> il risultato <strong>di</strong> un ambiente solido<br />

ma soprattutto vivo. E’ possibile anche valutare a livelli microscopici la salute dei nostri ambienti grazie allo<br />

stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> altri in<strong>di</strong>catori biologici, più piccoli che vivono nelle acque e nei terreni del nostro Comune. La<br />

presenza <strong>di</strong> questi piccoli organismi però è in<strong>di</strong>rettamente valutabile proprio dal fatto che le zone umide <strong>di</strong><br />

Buccinasco sono vive e ricche <strong>di</strong> fauna e flora. Tali organismi infatti costituiscono la base alimentare, e non<br />

solo, <strong>di</strong> una grande varietà <strong>di</strong> uccelli, pesci e anfibi e svolgono ruoli fondamentali deputati soprattutto al<br />

mantenimento delle giuste con<strong>di</strong>zioni ambientali. Si tratta infatti per lo più <strong>di</strong> organismi così detti “spazzini”<br />

e che degradano le sostanze organiche rendendole più facilmente assimilabili sia dalle piante che dagli<br />

animali.<br />

Nell’ecosistema Buccinasco infine hanno trovato casa non pochi animali predatori e soprattutto uccelli, per<br />

lo più acquatici, che fino a pochi anni fa era rarissimo osservare.<br />

E’ importante, proprio nell’anno internazionale <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità, tutelare e valorizzare questo autentico<br />

patrimonio naturalistico. Noi ne siamo i custo<strong>di</strong> e abbiamo il compito <strong>di</strong> portare avanti e proteggere anche<br />

il lato naturalistico del nostro Comune.<br />

7


IL TERRITORIO<br />

Il territorio del Comune <strong>di</strong> Buccinasco fa parte dell‘ambito territoriale definito dal PTCP —me<strong>di</strong>a pianura<br />

irrigua e dei fontanili“. Caratterizzano questa unità paesistico territoriale la presenza <strong>di</strong> numerose teste ed<br />

aste <strong>di</strong> fontanile ed il fitto reticolo <strong>di</strong> canali che costituisce la rete irrigua. Il caratteristico ed eccezionale<br />

sistema irriguo, realizzato artificialmente a partire dal sistema naturale delle risorgive, si è via via<br />

enormemente ri<strong>di</strong>mensionato a causa dell‘urbanizzazione e le tracce che <strong>di</strong> esso sono rimaste sono presso<br />

che esistenti solo negli ambiti tutelati dal Parco Sud.<br />

I fontanili sono emergenze <strong>di</strong> acqua che affiora dove la falda trova strati argillosi impermeabili che le<br />

permettono una risalita in superficie. L'acqua sbocca formando una polla, ovvero una fonte dalla quale si<br />

origina la cosiddetta testa del fontanile. Ai margini <strong>della</strong> testa del fontanile si sviluppa una vegetazione ricca<br />

e rigogliosa che va a creare una piccola oasi <strong>di</strong> natura in mezzo alla campagna. La me<strong>di</strong>a pianura irrigua era<br />

fino a qualche decennio fa il paesaggio storico <strong>della</strong> marcita , ormai quasi del tutto scomparsa ma che nel<br />

territorio <strong>di</strong> Buccinasco sopravvive ancora in qualche esempio.<br />

Il territorio posto a sud <strong>della</strong> tangenziale ovest, quasi interamente ricadente nel perimetro del Parco Sud<br />

Milano, rappresenta ancora oggi una testimonianza storica <strong>di</strong> inestimabile valore dell‘antico paesaggio<br />

agricolo milanese: la presenza degli antichi nuclei agricoli, il sistema delle marcite, i fontanili e il reticolo<br />

idrico, il sistema <strong>di</strong> filari a delimitazione dei campi coltivati si uniscono al risultato <strong>di</strong> antropizzazione che in<br />

molti casi ha lasciato anche segni positivi sul territorio, come ad esempio gli specchi d‘acqua derivati<br />

dall‘attività <strong>di</strong> cava, la cui presenza è notevole anche nel territorio urbanizzato.<br />

Il Parco Agricolo Sud in<strong>di</strong>vidua alcune zone <strong>di</strong> salvaguar<strong>di</strong>a specifica delle risorse naturali più pregiate. Vi<br />

sono poi zone <strong>di</strong> tutela e valorizzazione paesistica nella quale agricoltura e natura s'integrano per formare il<br />

caratteristico paesaggio <strong>di</strong> pianura. Un paesaggio nel quale è centrale il ruolo <strong>di</strong> siepi ed alberature, delle<br />

colture tra<strong>di</strong>zionali (il riso, le marcite, i prati) del set-aside (pratica <strong>di</strong> non lavorazione dei campi istituita e<br />

sovvenzionata dall'Unione Europea per limitare l'eccesso <strong>di</strong> produzione agricola e favorire, tra l'altro, la<br />

formazione <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> rifugio <strong>della</strong> fauna selvatica).<br />

Nelle altre zone <strong>di</strong> interesse naturalistico sono incentivati interventi <strong>di</strong> naturalizzazione del territorio per la<br />

presenza <strong>di</strong> boschi e zone umide. Inoltre è sostenuto l'utilizzo <strong>di</strong> tecniche agricole più compatibili con la<br />

ricchezza e la bio<strong>di</strong>versità dell'ecosistema, quali quelle dell'agricoltura biologica, e <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong><br />

naturalizzazione delle fasce parallele <strong>di</strong> vegetazione che accompagnano i corsi dei fiumi (anche attraverso<br />

interventi <strong>di</strong> ingegneria naturalistica).<br />

Le colture non hanno più la varietà <strong>di</strong> un tempo pur tuttavia non è dominante la monocoltura. Il mais da<br />

foraggio (trinciato o granella) ha una presenza rilevante. E‘ la coltura più conveniente costituendo<br />

l‘alimentazione dei bovini da latte. Si semina a primavera, si miete a settembre.<br />

Il loietto è un‘erba da foraggio, viene seminato in autunno e falciato in primavera. Al suo posto si può<br />

subito seminare il mais.<br />

Il riso, che non veniva più coltivato da un ventennio, è riapparso e copre una limitata superficie sulla parte<br />

ovest al confine con Zibido e Gudo Gambaredo.<br />

Le ex marcite sono quelle che, pur mantenendo l‘impianto, non vengono più allagate e vengono tenute<br />

come prato stabile a falciatura trimestrale. Tuttavia qualche caso <strong>di</strong> marcita esiste ancora. Un buon<br />

esempio è in territorio Buccinasco Castello fra il cavo Lisone e la Speziana e sulla strada per Gudo davanti al<br />

laghetto S. Maria. La ragione per cui la marcita è andata scomparendo è che richiede molto lavoro manuale<br />

per mantenere in perfetta pendenza i piani onde si <strong>di</strong>stribuisca in modo uniforme il velo d‘acqua.<br />

Viene dato un contributo per il mantenimento delle marcite ma sulla congruità i pareri sono <strong>di</strong>scor<strong>di</strong> con il<br />

risultato che un esempio storico <strong>di</strong> alta ingegneria idraulica e ottimizzazione agricola sta per <strong>di</strong>ventare un<br />

ricordo. Il grano non si coltiva più tranne su appezzamenti marginali. Si produce una piccola quantità <strong>di</strong> orzo<br />

alla Cascinazza.<br />

Anche nel territorio urbanizzato infatti, sono presenti notevoli elementi <strong>di</strong> qualità del paesaggio,<br />

appartenenti ad una cultura urbana <strong>di</strong> recente espressione che non possono però essere sottovalutati. Va<br />

8


infatti evidenziato come dal punto <strong>di</strong> vista paesaggistico ci troviamo <strong>di</strong> fronte comunque ad un territorio<br />

fortemente antropizzato e lo stesso territorio agricolo è frutto innegabilmente <strong>di</strong> un continuo e secolare<br />

lavoro dell‘uomo. Questo infatti pur costituendo un habitat <strong>di</strong> elevata compatibilità naturalistica è il<br />

prodotto artificiale <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni secolari volte allo sfruttamento agricolo.<br />

Allo stesso modo, nell‘ambito urbanizzato, la presenza <strong>di</strong> un sistema del verde articolato, privato e<br />

pubblico, la sopravvivenza <strong>di</strong> elementi ambientali e la stessa e<strong>di</strong>ficazione in gran parte caratterizzata da<br />

basse densità, hanno dato a Buccinasco un volto caratteristico e <strong>di</strong> valore<br />

9


FLORA E FAUNA<br />

Il Parco Agricolo Sud nel territorio <strong>di</strong> Buccinasco presenta <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> ambienti che sviluppano una<br />

flora e una fauna caratteristica.<br />

Le rogge e fontanili<br />

Lungo i canali si è sviluppata una fascia <strong>di</strong> vegetazione dominata principalmente da specie arboree: l‘ontano<br />

nero (Alnus glutinosa), il pioppo nero (Populus nigra) e il salice bianco (Salix Alba) che trovano in questi<br />

ambienti ripariali umi<strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni ottimali per la loro crescita. Lungo i corsi d‘acqua principali come il Cavo<br />

Belgioioso vi sono anche significativi esemplari <strong>di</strong> Farnia (Quercus robur), <strong>di</strong> Pioppo bianco (Populus alba)e<br />

<strong>di</strong> Tiglio (Tilia x vulgaris).<br />

Tra le piante erbacee legate alle ripe umide sul bordo dei canali segnaliamo Symphytum officinale o<br />

Consolida maggiore, dall‘infiorescenza bianca e vistosa che è possibile vedere fino a tarda estate, Lamium<br />

purpureum o Falsa ortica purpurea e Lamium album, Falsa ortica bianca.<br />

Gli ontaneti, cioè i boschi con dominanza <strong>di</strong> ontano nero (Alnus glutinosa), sono relativamente frequenti<br />

lungo i corsi d‘acqua <strong>di</strong> pianura. E‘ un tipo <strong>di</strong> bosco piuttosto semplice in cui si riconoscono due strati<br />

principali: quello arboreo costituito da ontano nero, olmo, pioppo nero e quello erbaceo che forma il<br />

sottobosco.<br />

Le chiome dell‘ontano nero sono molto dense per cui il sottobosco è piuttosto ombreggiato e ciò impe<strong>di</strong>sce<br />

lo sviluppo <strong>di</strong> uno strato arbustivo se non nelle zone <strong>di</strong> margine o nelle zone più chiare. Tra i rari arbusti vi<br />

sono quelli nemorali come Prunus serotina e Frangula anlus e quelli che amano i terreni molto umi<strong>di</strong> e<br />

ricchi <strong>di</strong> acqua, ma che non sopportano le posizioni in ombra per cui si trovano più facilmente verso il<br />

margine del bosco.<br />

Tra questi ultimi: alcuni salici (Salix alba, Salix fragilis e Salix eleagnos), il sanguinello (Cornus sanguinea) e il<br />

sambuco (Sambucus nigra).<br />

Lo strato erbaceo è invece complesso e molto ricco <strong>di</strong> specie. Se ne riconoscono due tipi fondamentali: uno<br />

formato da alte erbe palustri, dove il terreno è più paludoso e il suolo più profondo, e uno meno rigoglioso,<br />

più rado, costituito da specie meno idrofile e con sviluppo verticale ridotto<br />

I laghetti<br />

Nel territorio <strong>di</strong> Buccinasco sono presenti <strong>di</strong>versi laghetti, non naturali ma cave <strong>di</strong>smesse scavate negli<br />

scorsi decenni.<br />

Il più grande ed importante in territorio Parco Sud è quello denominato S. Maria, scavato nel 1966 per<br />

procurare ghiaia e sabbia per la costruzione <strong>della</strong> tangenziale ovest. Oggi sta <strong>di</strong>ventando punto <strong>di</strong> sosta per<br />

uccelli migratori.<br />

Questi specchi d‘acqua stagnante sono ricchi <strong>di</strong> vegetazione acquatica, questo tipo <strong>di</strong> piante presentano<br />

<strong>di</strong>verse strategie <strong>di</strong> sopravvivenza: possono essere galleggianti senza alcun tipo <strong>di</strong> ancoraggio con il terreno<br />

oppure possono utilizzare come substrato il se<strong>di</strong>mento presente sul fondo dello stagno<br />

Il prato asciutto<br />

Nel Parco Agricolo vi sono anche piccole aree <strong>di</strong> prato asciutto, questa definizione in<strong>di</strong>ca che si tratta <strong>di</strong> una<br />

zona ben drenata, dove cioè non si verificano ristagni d'acqua, ma anzi l'acqua che vi affluisce viene<br />

rapidamente assorbita dal terreno. Le piante in grado <strong>di</strong> crescere su un terreno <strong>di</strong> questo tipo sono dunque<br />

piante adattate a con<strong>di</strong>zioni asciutte, con moderata <strong>di</strong>sponibilità idrica.<br />

Questa con<strong>di</strong>zione può essere verificata <strong>di</strong>rettamente dall'osservazione del terreno cioè dalla valutazione<br />

<strong>della</strong> granulometria del suolo: terreni sabbiosi lasciano fluire l'acqua fino a gran<strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà, terreni<br />

argillosi risultano invece impermeabile e causano ristagni d'acqua nel suolo; ma utili in<strong>di</strong>cazioni ci vengono<br />

fornite anche dalla vegetazione inse<strong>di</strong>atasi, costituita da piante con poche esigenze idriche.<br />

10


IL CANNETO o FRAGMITETO<br />

I canneti in senso lato sono formazioni erbacee palustri composte da monocotiledoni <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni elevate<br />

(fino a 1,5-2 m <strong>di</strong> altezza) che crescono molto compatte anche per estensioni assai ampie, formando<br />

popolamenti puri, cioè costituiti da una sola specie, il fragmiteto, o canneto a Phragmites australis, è un<br />

esempio <strong>di</strong> questa vegetazione piuttosto frequente in pianura. Nel territorio <strong>di</strong> Buccinasco esiste un area<br />

vicino a Buccinasco Castello, vicino all‘incrocio tra il Cavo Lisone e la Roggia <strong>di</strong> Buccinasco, che può essere<br />

definita zona umida in cui è riscontrabile la presenza <strong>di</strong> un piccolo canneto composto esclusivamente dalla<br />

cannuccia <strong>di</strong> palude (Phragmites australis) specie <strong>di</strong>ffusissima negli ambienti umi<strong>di</strong> <strong>di</strong> pianura.<br />

Generalmente esse si instaurano su terreni costantemente allagati o almeno durante le stagioni <strong>di</strong><br />

maggiore piovosità. Nei nostro caso il fragmiteto è cresciuto in una zona precedentemente a<strong>di</strong>ta a prato<br />

marcitorio.<br />

11


I FONTANILI DI BUCCINASCO<br />

Buccinasco è uno dei Comuni <strong>della</strong> Provincia <strong>di</strong> Milano con la più alta presenza <strong>di</strong> fontanili attivi.<br />

E’ opportuno in questa sede fornire una panoramica storica e naturalistica sulle origini dei fontanili e sulle<br />

loro peculiarità.<br />

La Pianura Padana si <strong>di</strong>vide in due fasce principali: l’Alta pianura e la Bassa pianura. Queste <strong>di</strong>fferiscono<br />

l’una dall’altra per le caratteristiche geologiche dei propri suoli. Difatti, il terreno che costituisce l’Alta<br />

pianura è molto permeabile risultando <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile irrigazione; quello <strong>della</strong> Bassa pianura invece assume una<br />

composizione prevalentemente argillosa, più fine, compatta e quin<strong>di</strong> più impermeabile. L’irrigazione risulta<br />

essere così più abbondante. Il confine tra l’Alta e la Bassa pianura è caratterizzato dalla fascia delle<br />

risorgive. L’acqua piovana che cade sulle colline dell’Alta pianura penetra in profon<strong>di</strong>tà fino ad incontrare<br />

uno strato <strong>di</strong> argille (impermeabile) tipico <strong>della</strong> Bassa pianura. Qui l’acqua affiora dolcemente ad una<br />

temperatura che si mantiene costante nell’arco <strong>di</strong> tutto l’anno. Mentre la risorgiva è un fenomeno naturale,<br />

il fontanile rappresenta, in alcuni luoghi, il prodotto dell’intervento umano che ha mo<strong>di</strong>ficato una risorgiva<br />

o ne ha “creata” una tramite opere <strong>di</strong> scavo per scopi irrigui, sfruttando le acque <strong>di</strong> prima falda. I primi<br />

interventi <strong>di</strong> questo genere risalgono ai secoli XI – XII.<br />

Un fontanile è tipicamente formato da una testa, ovvero il “laghetto” dove si trovano le sorgenti, e da<br />

un’asta che consiste nell’alveo in cui viene incanalata l’acqua estratta.<br />

I fontanili costituiscono un habitat molto particolare caratterizzato dalla contemporanea presenza <strong>di</strong> un<br />

ambiente acquatico e agroforestale. Essendo una zona umida risulta essere ricca <strong>di</strong> cospicue varietà<br />

vegetazionali e animali.<br />

La flora presente nei fontanili e nei loro paraggi <strong>di</strong>pende dalle <strong>di</strong>mensioni e profon<strong>di</strong>tà degli stessi, dai<br />

se<strong>di</strong>menti del fondo e dalla motilità dell’acqua. Ultimamente, in molti casi, possiamo assistere ad una<br />

colonizzazione <strong>di</strong> questi ambienti da parte <strong>di</strong> specie (sia animali che vegetali) alloctone giunte qui per lo più<br />

per cause antropiche. Un esempio su tutti è la presenza in molti fontanili nostrani <strong>della</strong> Robinia e<br />

dell’Ailanto a scapito delle nostre specie autoctone come Querce e Pioppi.<br />

La fauna tipica <strong>di</strong> questi luoghi è composta da numerosissime specie <strong>di</strong> gasteropo<strong>di</strong>, artropo<strong>di</strong>, crostacei,<br />

organismi bentonici (meiofauna e macroinvertebrati), pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi.<br />

Purtroppo la mo<strong>di</strong>fica chimica e fisica delle acque e <strong>della</strong> struttura <strong>di</strong> questi corpi idrici è causa<br />

dell’alterazione e dell’impoverimento delle comunità acquatiche, le quali <strong>di</strong>ventano più monotone<br />

comportando un calo drastico <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità. Questo è un forte in<strong>di</strong>catore dello stato <strong>di</strong> “salute” dei<br />

fontanili.<br />

Sul territorio <strong>di</strong> Buccinasco sono <strong>di</strong>stribuiti <strong>di</strong>versi fontanili che, fortunatamente, sono per buona parte<br />

ancora attivi.<br />

Ne cito solo alcuni, a mio avviso, tra i più conosciuti e importanti.<br />

Il fontanile Battiloca: assomiglia ad un piccolo bosco ove, camminandoci all’interno durante la bella<br />

stagione, è possibile respirare un’atmosfera quasi magica in grado <strong>di</strong> farci <strong>di</strong>menticare che a pochi<br />

chilometri da noi vi è la grande metropoli “Milano”. Qui si trovano <strong>di</strong>verse specie <strong>di</strong> avifauna e<br />

micromammiferi.<br />

Il fontanile Mortisia: caratterizzato dalla presenza <strong>di</strong> un piccolo ma importante “isolotto” nel bel mezzo<br />

<strong>della</strong> testa del fontanile. Durante la primavera e l’estate questo si trasforma in una riserva <strong>di</strong> ni<strong>di</strong> per<br />

<strong>di</strong>verse specie <strong>di</strong> uccelli. Oltre all’avifauna qui vivono castorini, ricci, tartarughe, pesci, etc.<br />

Il fontanile Brianzona: protetto da una fascia boscata caratterizzata da non poche specie arboree<br />

autoctone, è un vero e proprio rifugio naturale <strong>di</strong> molti passeriformi e piciformi (picchi).<br />

Il fontanile Bazzanella: sito in Buccinasco Castello, è stato ristrutturato e recuperato recentemente e si<br />

trova in pieno contesto agricolo. In questo fontanile sono stati osservati esemplari <strong>di</strong> tritone e risulta essere<br />

un buon punto <strong>di</strong> riferimento per alcuni ardei<strong>di</strong> (ciconiformi).<br />

All’interno del Parco Agricolo Sud Milano, tra Buccinasco Castello e Gudo Gambaredo, sono presenti molti<br />

altri fontanili ognuno con la propria origine e le proprie caratteristiche idriche e bio-ecologiche.<br />

12


I fontanili rappresentano quin<strong>di</strong> un luogo <strong>di</strong> incontro tra storia, cultura e natura, all’interno <strong>di</strong> un contesto<br />

sempre più urbanizzato e le loro peculiarità fanno <strong>di</strong> questi habitat umi<strong>di</strong> delle vere e proprie oasi con flora<br />

e fauna spesso uniche. E’ molto importante recuperare e conservare questi ambienti perché rappresentano<br />

una risorsa inestimabile sia da un punto <strong>di</strong> vista culturale che naturalistico.<br />

13


CARTINA IDROGRAFIA BUCCINASCO<br />

14


FAUNA<br />

FAUNA<br />

15


All'interno del Parco Agricolo Sud Milano la fauna è presente in numero considerevole nelle aree <strong>di</strong> maggior<br />

pregio naturalistico (boschi, zone umide, fontanili) e in misura minore nelle zone coltivate. Sono state<br />

rilevate alcune specie fra cui il ghiro, il tasso, la faina, la volpe, il coniglio selvatico, la donnola, la lepre ed<br />

altri. Molteplici gli uccelli presenti nella campagna: l'airone cinerino, il picchio, la garzetta, il cuculo, la<br />

cinciallegra, il migliarino <strong>di</strong> palude e tantissimi altri.<br />

L’ambiente agricolo è un mosaico <strong>di</strong> microambienti che ospitano varie specie animali e vegetali. Spesso la<br />

nostra attenzione è attratta da specie visibili come gli uccelli, ma la presenza <strong>di</strong> questi è garantita<br />

dall’esistenza <strong>di</strong> molte specie come insetti, anfibi, micromammiferi e rettili, che sono in<strong>di</strong>spensabili per il<br />

funzionamento e l’equilibrio <strong>della</strong> rete alimentare e dell’ecosistema agricolo. Inoltre molte <strong>di</strong> queste specie<br />

sono anche utili all’uomo, regolando in maniera naturale altri animali che possono entrare in conflitto con<br />

l’agricoltura come insetti nocivi e ro<strong>di</strong>tori.<br />

16


RETTILI<br />

REPTILIA<br />

17


NOME COMUNE<br />

Lucertola campestre<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Podarcis sicula<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Le <strong>di</strong>mensioni variano dai 15 ai 25 cm, compresa la coda.<br />

Ha una colorazione molto variabile a seconda <strong>della</strong> sottospecie e delle popolazioni locali: il dorso è verde,<br />

verde-oliva o verde-brunastro, variamente macchiettato e/o striato. Il ventre è biancastro o verdastro. Le<br />

popolazioni che vivono nelle isole piccole sono molto variabili e presentano gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>versità nel <strong>di</strong>segno<br />

caratteristico del dorso. Quasi sempre sono presenti 2 macchie cerulee alla base delle zampe anteriori. Il<br />

bordo delle squame ventrali può essere azzurro. Il corpo è agile e snello e le zampe muscolose, la coda può<br />

raggiungere il doppio <strong>della</strong> lunghezza del corpo. Le <strong>di</strong>ta, 5 per zampa, sono sottili e terminano con un<br />

artiglio che permette all'animale <strong>di</strong> arrampicarsi agilmente su ogni superficie ruvida. I maschi adulti<br />

generalmente sono più grossi e possenti e hanno collo e testa più gran<strong>di</strong> e robusti delle femmine. È un<br />

sauro spiccatamente <strong>di</strong>urno e si può osservare, nel suo habitat, quasi sempre in presenza del sole. Nella<br />

parte meri<strong>di</strong>onale dell' areale si può vedere anche in pieno inverno, durante le giornate tiepide e<br />

soleggiate. Alla vista <strong>di</strong> un pericolo scappano velocemente tra la vegetazione fitta o nelle crepe dei muri.<br />

Nelle zone frequentate dagli uomini <strong>di</strong>ventano confidenti e si lasciano avvicinare anche a pochi metri.<br />

DOVE – Zone agricole, urbane, suburbane, parchi e giar<strong>di</strong>ni.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutrono principalmente <strong>di</strong> artropo<strong>di</strong> e occasionalmente anche <strong>di</strong> frutta matura ed<br />

esemplari piccoli <strong>della</strong> stessa specie. I maschi adulti sono territoriali e si scontrane tra <strong>di</strong> loro.<br />

RIPRODUZIONE – La maturità sessuale viene raggiunta dai maschi ad un anno <strong>di</strong> vita e dalle femmine a due<br />

anni. Gli accoppiamenti iniziano in primavera dopo il letargo invernale.<br />

I maschi inseguono le femmine e le bloccano con un morso sul tronco prima delle zampe posteriori. Poi<br />

piegandosi su se stessi uniscono la loro cloaca a quella <strong>della</strong> femmina. A volte le femmine mature<br />

presentano i segni dei morsi dei maschi sul ventre, riconoscibili per la forma a "V".<br />

Le femmine depongono dalle 2 alle 12 uova nella vegetazione fitta, in buche nel terreno o sotto i massi.<br />

Tra luglio ed agosto nascono i piccoli.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

LUCERTOLA CAMPESTRE<br />

18<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Reptilia<br />

ORDINE<br />

Squamata<br />

FAMIGLIA<br />

Lacertidae<br />

GENERE<br />

Podarcis<br />

SPECIE<br />

P. sicula


NOME COMUNE<br />

Lucertola muraiola<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Podarcis muralis<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – È la più comune delle lucertole italiane, è lunga circa 15 cm (compresa la coda) ma può<br />

arrivare a 20-25 cm. Trova la tana in buchi nei muri o sotto terra e appena uscita, si riposa al sole per<br />

scaldarsi.<br />

DOVE – Zone agricole, urbane, suburbane, parchi e giar<strong>di</strong>ni.<br />

ALIMENTAZIONE – La <strong>di</strong>eta comprende essenzialmente insetti e aracni<strong>di</strong>.<br />

RIPRODUZIONE – È una specie ovipara: la femmina depone, solitamente due volte all'anno, da 2 a 10 uova<br />

che si schiudono tra luglio e settembre<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

LUCERTOLA MURAIOLA<br />

20<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Reptilia<br />

ORDINE<br />

Squamata<br />

FAMIGLIA<br />

Lacertidae<br />

GENERE<br />

Podarcis<br />

SPECIE<br />

P. muralis


NOME COMUNE<br />

natrice<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Natrix natrix<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – La natrice dal collare è un colubride europeo sprovvisto <strong>di</strong> zanne e del tutto inoffensivo.<br />

Misura circa un metro <strong>di</strong> lunghezza; le femmine sono molto più grosse dei maschi. La biscia dal collare è<br />

tipicamente verde scura o marrone con un collare giallo caratteristico <strong>di</strong>etro alla testa a cui deve il nome<br />

caratteristico <strong>di</strong> biscia dal collare. Poiché non sono velenose, le loro uniche <strong>di</strong>fese sono la produzione <strong>di</strong> un<br />

fluido dall'odore aspro dalle ghiandole anali o la finzione <strong>della</strong> morte.<br />

DOVE – Fontanili, cave rogge<br />

ALIMENTAZIONE – E' un serpente particolarmente vorace e, per la sua bocca estensibile, può inghiottire<br />

prede relativamente grosse. Agli anfibi, che rappresentano la parte essenziale <strong>della</strong> sua <strong>di</strong>eta, talvolta<br />

aggiunge lucertole, giovani uccelli, piccoli mammiferi e pesciolini.<br />

RIPRODUZIONE – L'accoppiamento avviene ad aprile o maggio. Le uova vengono deposte in gruppi <strong>di</strong> 8 - 40<br />

in giugno e luglio e si schiudono dopo circa 10 settimane. Poiché le uova richiedono una temperatura <strong>di</strong><br />

almeno 21 gra<strong>di</strong> per schiudersi, sono postazioni preferite la vegetazione in putrefazione, incluso i cumuli <strong>di</strong><br />

compost. Con un apposito dente sviluppato, il piccolo pratica 2 o 3 incisioni lungo il guscio e fa uscire la<br />

testa; può rimanere in questa posizione, ossia con il resto del corpo ancora immerso nell'uovo, per alcune<br />

ore prima <strong>di</strong> uscire completamente.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

NATRICE<br />

22<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Reptilia<br />

ORDINE<br />

Squamata<br />

FAMIGLIA<br />

Colubridae<br />

GENERE<br />

Natrix<br />

SPECIE<br />

N. natrix


NOME COMUNE<br />

Ramarro<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

L. viri<strong>di</strong>s<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Il ramarro è un sauro <strong>della</strong> famiglia dei Lacerti<strong>di</strong>, <strong>di</strong> colore verde brillante, rapi<strong>di</strong>ssimo nei<br />

movimenti, la lunghezza può raggiungere i 45 cm (coda compresa). Nei maschi, il dorso è verde brillante;<br />

nelle femmine è più scuro. I maschi si <strong>di</strong>stinguono inoltre dalle femmine per le <strong>di</strong>mensioni <strong>della</strong> testa (più<br />

grossa) e per una maggiore larghezza <strong>della</strong> base <strong>della</strong> coda. Il ramarro passa inattivo il periodo invernale in<br />

anfratti del terreno.<br />

DOVE – Zone agricole, urbane, suburbane, parchi e giar<strong>di</strong>ni.<br />

ALIMENTAZIONE – I ramarri si nutrono <strong>di</strong> insetti e altri piccoli artropo<strong>di</strong>, ma anche <strong>di</strong> piccoli vertebrati<br />

(serpenti, altri rettili ecc.) e <strong>di</strong> uova <strong>di</strong> uccelli. La loro alimentazione è integrata da bacche e altri prodotti<br />

vegetali<br />

RIPRODUZIONE – I ramarri depongono da 5 a circa 20 uova dal guscio non rigido. Le uova vengono<br />

collocate in buche scavate nel terreno, al riparo <strong>della</strong> vegetazione, e si schiudono dopo 2-3 mesi circa. Nella<br />

stagione riproduttiva, i maschi lottano tra loro sollevando la parte anteriore del corpo. Una volta<br />

conquistata la femmina, durante l'accoppiamento, queste vengono trattenute dai maschi tramite un morso<br />

sul fianco: in primavera è quin<strong>di</strong> possibile riscontrare sul loro corpo evidenti cicatrici a forma <strong>di</strong> "V".<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

RAMARRO<br />

24<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Reptilia<br />

ORDINE<br />

Squamata<br />

FAMIGLIA<br />

Lacertidae<br />

GENERE<br />

Lacerta<br />

SPECIE<br />

L. viri<strong>di</strong>s


TARTARUGA DALLE ORECCHIE GIALLE<br />

NOME COMUNE<br />

Tartaruga orecchie gialle<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Trachemys scripta scripta<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – I maschi sono più piccoli e si aggirano sui 13 cm, mentre le femmine possono raggiungere<br />

anche i 28 cm. Presenta delle macchie gialle sulle orecchie e in fondo ad esse presenta macchie molto<br />

chiare sul rossastro. Il carapace cambia colore a seconda dell'età: quando l'in<strong>di</strong>viduo è più giovane il colore<br />

è verde chiaro, poi con il passare del tempo si scurisce fino ad arrivare perfino al nero. I maschi hanno<br />

unghie molto lunghe (possono arrivare fino a 3 cm), che servono per facilitare la danza <strong>di</strong> accoppiamento, e<br />

una coda molto lunga con estremità molto larga e apertura <strong>della</strong> cloaca posta alla sua estremità, in<br />

prossimità <strong>della</strong> punta; le femmine invece hanno una coda sottile con la cloaca posta alla base <strong>della</strong> coda<br />

per aiutarle durante la deposizione delle uova. Il letargo <strong>di</strong> questo animale varia a seconda del luogo,<br />

solitamente dura il periodo invernale, ovvero da fine novembre a inizio marzo. È una tartaruga pacifica che<br />

vive in gruppi che <strong>di</strong>fficilmente superano la decina <strong>di</strong> esemplari.<br />

DOVE – Zone umide (fontanili, cave rogge)<br />

ALIMENTAZIONE – Onnivora. La tartaruga dalle orecchie gialle preferisce cibarsi al mattino, dato che la<br />

temperatura è più bassa, poi rimane al sole per favorire la <strong>di</strong>gestione.<br />

RIPRODUZIONE – Le uova vengono tenute in grembo per un periodo che varia dai 30 ai 60 giorni, e dopo<br />

esser state deposte in un terriccio umido e caldo bisogna aspettare dai 2 ai 4 mesi prima <strong>di</strong> vederle<br />

schiudersi. Una tartaruga può deporre dalle 5 alle 20 uova in ogni covata e ogni anno fa circa tre covate.<br />

Come in altre specie <strong>di</strong> rettili, il sesso <strong>di</strong>pende dalla temperatura, ovvero se le uova vengono deposte in un<br />

luogo con meno <strong>di</strong> 27 gra<strong>di</strong> nascerà una tartaruga <strong>di</strong> sesso maschile, mentre se vengono deposte in un<br />

luogo con temperatura <strong>di</strong> 30 gra<strong>di</strong> o superiore, nascerà una tartaruga <strong>di</strong> sesso femminile. Le covate che<br />

nascono a una temperatura compresa tra i 27 e i 30 gra<strong>di</strong> generano esemplari <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso sesso, a seconda <strong>di</strong><br />

quali uova restano più al caldo.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

26<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Reptilia<br />

ORDINE<br />

Testu<strong>di</strong>nes<br />

FAMIGLIA<br />

Emy<strong>di</strong>dae<br />

GENERE<br />

Trachemys<br />

SPECIE<br />

T. scripta scripta


NOME COMUNE<br />

Tartaruga orecchie rosse<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

T. Scripta elegans<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

TARTARUGA ORECCHIE ROSSE<br />

DESCRIZIONE – Le <strong>di</strong>mensioni degli adulti variano da 12,5 a 28 cm (le femmine raggiungono le taglie<br />

maggiori). Il colore del carapace è verde nei giovani, e <strong>di</strong>venta progressivamente più scuro mano a mano<br />

l’animale invecchia, fino a <strong>di</strong>ventare in certi soggetti marrone scuro o quasi nero. Il piastrone è giallo con<br />

macchie o <strong>di</strong>segni neri. La cute è per lo più verde con strisce gialle, ma <strong>di</strong>etro il timpano è presente una<br />

caratteristica macchia rossa, che rende questa sottospecie inconfon<strong>di</strong>bile, ma che può ridursi o scomparire<br />

negli adulti. Sebbene sia un’abilissima nuotatrice Trachemys s. elegans trascorre molto tempo ad esporsi al<br />

sole che ha la funzione principale <strong>di</strong> permettere la termoregolazione, ossia il raggiungimento <strong>di</strong> una<br />

temperatura corporea ottimale. Inoltre ha lo scopo <strong>di</strong> premettere la sintesi <strong>di</strong> vitamina D3 e <strong>di</strong> far asciugare<br />

la cute, il che ostacola la crescita <strong>di</strong> alghe dannose e allontana i parassiti. Raramente si avventura sulla<br />

terraferma, se non per deporre le uova o per cercare un nuovo corso d’acqua, in caso <strong>di</strong> necessità. Le<br />

Trachemys s. elegans sono attive ad una temperatura compresa tra 10° e 37°C; 41°C rappresentano la<br />

temperatura critica superiore. Quando la temperatura scende sotto i 10°C non possono più alimentarsi e<br />

vanno in letargo. In genere passano il letargo sott’acqua.<br />

DOVE – Zone umide (fontanili, cave rogge).<br />

ALIMENTAZIONE – Le Trachemys sono onnivore e in natura si alimentano <strong>di</strong> pesci, rane, girini, vermi,<br />

lumache, insetti, larve, animali morti e piante acquatiche. Un altro tipo <strong>di</strong> strategia alimentare delle<br />

tartarughe dalle orecchie rosse consiste nella neustofagia, un processo <strong>di</strong> filtrazione simile a quello<br />

impiegato dalle balene. Le tartarughe nuotano sul pelo dell’acqua con la bocca aperta, in modo da ingerire<br />

con l’acqua delle particelle alimentari. In seguito chiudono la bocca ed espellono l’acqua attraverso le<br />

narici, e ingoiano il cibo rimasto nella bocca.<br />

RIPRODUZIONE – Allo stato naturale i maschi raggiungono la maturità sessuale a 2-5 anni <strong>di</strong> età, a una<br />

lunghezza del piastrone <strong>di</strong> 9-10 cm. Le femmine <strong>di</strong>ventano sessualmente mature quando raggiungono una<br />

lunghezza <strong>di</strong> 15-19,5 cm (spesso nei rettili l’insorgenza <strong>della</strong> maturità sessuale <strong>di</strong>pende dalla taglia<br />

raggiunta, più che dall’età). La stagione riproduttiva generalmente va da marzo a luglio. Il maschio corteggia<br />

28<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Reptilia<br />

ORDINE<br />

Testu<strong>di</strong>nes<br />

FAMIGLIA<br />

Emy<strong>di</strong>dae<br />

GENERE<br />

Trachemys<br />

SPECIE<br />

T. Scripta elegans


la femmina mettendosi davanti a lei e carezzandone la testa e il collo con le lunghe unghie degli arti<br />

anteriori; la copula vera e propria dura circa 15 minuti. Quando è pronta a deporre le uova, dopo circa 4-6<br />

settimane, la femmina cerca una zona adatta per scavare un nido, in genere un’area <strong>di</strong> terreno umido<br />

vicino all’acqua. Le uova vengono emesse a intervalli <strong>di</strong> 40 secon<strong>di</strong>. Al termine la femmina ricopre il nido<br />

con terriccio e detriti. In un anno vengono deposte fino a tre covate. Il numero <strong>di</strong> uova deposto per covata<br />

va da 4 a 23, a seconda delle <strong>di</strong>mensioni <strong>della</strong> femmina. Le uova impiegano 2-3 mesi per schiudere, e a<br />

volte la schiusa avviene dopo l’inverno. Nei soggetti adulti il riconoscimento del sesso non presenta<br />

<strong>di</strong>fficoltà. Le femmine raggiungono una taglia maggiore dei maschi, i quali presentano una coda più lunga e<br />

le unghie degli arti anteriori molto lunghe Nei soggetti giovani il riconoscimento del sesso è molto <strong>di</strong>fficile.<br />

La determinazione del sesso è legata alla temperatura <strong>di</strong> incubazione. Se le uova vengono incubate al <strong>di</strong><br />

sotto dei 27°C nascono solo maschi (tempo <strong>di</strong> incubazione 100-120 giorni), invece sopra i 30°C nascono<br />

femmine (tempo <strong>di</strong> incubazione 60-70 giorni). A temperature interme<strong>di</strong>e nascono maschi e femmine in<br />

proporzione variabile.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. T. s. elegans attualmente è in Allegato B del<br />

Regolamento CE n° 338/97 del 09.12.1996. In pratica significa che è vietata la sua importazione nei paesi<br />

dell'Unione Europea, ma i soggetti importati prima dell’entrata in vigore <strong>della</strong> legge sono <strong>di</strong> libera<br />

detenzione. Ciò non perchè sia in pericolo <strong>di</strong> estinzione, ma perché gli innumerevoli soggetti che da anni<br />

vengono in modo incosciente "liberati" nei fiumi e nei laghi costituiscono una vera minaccia per la flora e la<br />

fauna locale, in particolare per gli anfibi e per la tartaruga palustre europea, Emys orbicularis.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

29


ANFIBI<br />

AMPHIBIA<br />

31


NOME COMUNE<br />

Raganella<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Hyla arborea<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Appartenente all'or<strong>di</strong>ne degli Anuri e alla famiglia degli Ili<strong>di</strong>, la raganella può essere<br />

facilmente riconosciuta per il corpo globoso <strong>di</strong> circa 5 cm <strong>di</strong> lunghezza massima, per la colorazione<br />

solitamente verde brillante e per la presenza <strong>di</strong> due fasce brune che, partendo dalle narici e attraversando<br />

l'occhio, scendono lungo i fianchi delimitando cosi un'area ventrale <strong>di</strong> colore grigio fumo o bruno-giallastro<br />

che nel maschio si presenta sempre più scuro che nella femmina.<br />

Un altro carattere molto utile per la <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> quest'animale è la presenza dei <strong>di</strong>schi adesivi alle<br />

estremità delle <strong>di</strong>ta che le permettono <strong>di</strong> arrampicarsi agevolmente su alberi e cespugli; questo comunque<br />

è un comportamento riscontrabile solo negli esemplari adulti, infatti i giovani preferiscono trascorrere il<br />

tempo in prossimità del terreno.<br />

Una interessante particolarità delle raganelle è la capacità <strong>di</strong> mutare colore al mutare delle variazioni<br />

climatiche e del proprio stato <strong>di</strong> eccitazione, passando così dal verde al grigio, al bruno o ad<strong>di</strong>rittura ad una<br />

colorazione chiazzata.<br />

DOVE – Rogge, fontanili, cave<br />

ALIMENTAZIONE – Le raganelle sono insettivore, si nutrono <strong>di</strong> artropo<strong>di</strong> e altri invertebrati acquatici e<br />

terricoli. Sono prevalentemente arboricole, ma si trovano anche in mezzo alle erbe palustri, nei campi in<br />

prossimità <strong>di</strong> fossi e risaie.<br />

RIPRODUZIONE – Sono legate all'acqua per la riproduzione. Dall'uovo esce il girino che compie il proprio<br />

ciclo vitale in tempi variabili tra 1,5 e 3 mesi. Alla fine <strong>della</strong> metamorfosi il girino avrà sviluppato zampe atte<br />

a saltare, polmoni per respirare fuori dall'acqua, avrà perso la coda e avrà cambiato regime alimentare<br />

passando da detritivoro a carnivoro.<br />

Gli adulti inoltre al <strong>di</strong> fuori del periodo riproduttivo, che va da aprile a maggio e durante il quale le femmine<br />

depongono sino a mille uova riunite in degli ammassi regolari delle <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> una noce, possono<br />

allontanarsi sensibilmente dall'acqua; nel periodo che invece va dall'autunno alla primavera sono solite<br />

svernare in nascon<strong>di</strong>gli sotterranei sia da sole che in piccoli gruppetti.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare<br />

RISCHIO MINIMO<br />

RAGANELLA<br />

32<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Anfibi<br />

ORDINE<br />

Anura<br />

FAMIGLIA<br />

Hylidae<br />

GENERE<br />

Hyla<br />

SPECIE<br />

H. arborea


NOME COMUNE<br />

Rana verde<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Pelophylax esculentus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Pelophylax esculentus è una rana acquatica <strong>di</strong> 12 cm <strong>di</strong> lunghezza, dal muso appuntito. Gli<br />

occhi sono composti da una pupilla rotonda leggermente orizzontale con iride giallastra; la lingua è corta<br />

ma estroflettibile, anche se, quando mangiano, si lanciano con tutto il corpo sulla preda. Le zampe<br />

posteriori sono potentissime e palmate ; la vista è acutissima, riuscendo a vedere prede a una notevole<br />

<strong>di</strong>stanza o ad<strong>di</strong>rittura che si muovono sott’acqua, per non parlare dei salti che vengono fatti con estrema<br />

precisione e con un margine <strong>di</strong> errore pressoché nullo. Il dorso, è <strong>di</strong> colore verde smagliante o bruno oliva,<br />

talvolta cosparso <strong>di</strong> macchie nere, è ornato, ad ogni lato. L'ibernazione ha luogo nella melma dello stagno in<br />

cui vive.<br />

DOVE – Fontanili, cave rogge<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutrono <strong>di</strong> lombrichi, lumache, insetti acquatici (che mangiano anche sott’acqua),<br />

cavallette, farfalline, falene, bruchi, ragni, pesciolini.<br />

RIPRODUZIONE – il <strong>di</strong>morfismo sessuale è accentuato: i maschi, infatti, presentano due sacchi vocali<br />

laterali, che possono essere estroflessi tramite un'apertura orizzontale posta subito <strong>di</strong>etro l'apertura<br />

boccale. Le femmine sono anche in grado <strong>di</strong> emettere suoni, ma sono molto meno lunghi e forti <strong>di</strong> quelli dei<br />

maschi, e provengono dalla gola, data la mancanza <strong>di</strong> sacchi vocali in questo sesso.<br />

Gli accoppiamenti si svolgono fra Aprile e Giugno; le deposizioni possono contare da poche centinaia ad<br />

alcune migliaia <strong>di</strong> uova; <strong>di</strong> solito le uova vengono deposte a gruppi (2-3); l ’amplesso è ascellare; i girini<br />

schiudono in 7-8 giorni (<strong>di</strong>pende da temperatura e con<strong>di</strong>zioni dell’ acqua), e metamorfosano in circa 2-3<br />

mesi. Quando metamorfosano sono piuttosto gran<strong>di</strong>, potendo raggiungere i 2,5 cm; infine la maturità<br />

sessuale viene raggiunta molto presto: intorno ai 12 mesi <strong>di</strong> vita<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

RANA VERDE<br />

33<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Amphibia<br />

ORDINE<br />

Anura<br />

FAMIGLIA<br />

Ranidae<br />

GENERE<br />

Pelophylax<br />

SPECIE<br />

P. esculentus


NOME COMUNE<br />

Rospo comune<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Bufo Bufo<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – È l'anfibio più grande d'Europa, e raggiunge ad<strong>di</strong>rittura i 20 cm (zampe escluse). La sua<br />

colorazione è marrone, che può tendere al rossiccio, il ventre tende ad essere biancastro. La pelle presenta<br />

numerose verruche, che secernono sostanze allucinogene. Le pupille del rospo comune sono orizzontali;<br />

l'occhio è <strong>di</strong> color oro scuro o rame, e nel suo collo vi sono due ghiandole paroti<strong>di</strong> ovali. Prevalentemente<br />

notturno, <strong>di</strong> giorno tende a nascondersi in buche o anfratti, sotto le pietre o comunque in luoghi riparati<br />

dalla luce, se minacciato assume una caratteristica posa intimidatoria con la testa abbassata e le parti<br />

posteriori sollevate.<br />

DOVE – Rogge, fontanili, cave.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre praticamente <strong>di</strong> qualsiasi cosa riesca ad entrare nella sua bocca: insetti in<br />

primis, lumache, lombrichi, piccoli vertebrati come ad esempio piccoli topi.<br />

RIPRODUZIONE – Dopo il letargo invernale, in concomitanza con la primavera inizia la stagione degli<br />

accoppiamenti: i rospi si recano vicino ai luoghi <strong>di</strong> riproduzione (solitamente vicino a corsi d'acqua, pozze o<br />

stagni) verso l'inizio <strong>di</strong> marzo e lì i maschi si aggrappano alle ascelle delle femmine, che sono visibilmente<br />

più gran<strong>di</strong>. La femmina depone in acqua circa 10.000 uova in un cordone gelatinoso, contemporaneamente<br />

le uova vengono fecondate dal maschio. Queste uova poi si schiuderanno, facendo uscire dei minuscoli<br />

esserini neri acquatici: i girini. Questi, nutrendosi soprattutto <strong>di</strong> alghe e altri minuscoli materiali organici,<br />

crescono. La temperatura dell'acqua nella zona dove si trovano deciderà la velocità <strong>della</strong> loro metamorfosi:<br />

più è calda l'acqua, più veloce sarà la metamorfosi. Questo perché l'alta temperatura dell'acqua è sintomo<br />

che la loro pozza si sta prosciugando.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare<br />

RISCHIO MINIMO<br />

ROSPO COMUNE<br />

35<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Anfibi<br />

ORDINE<br />

Anura<br />

FAMIGLIA<br />

Bufonidae<br />

GENERE<br />

Bufo<br />

SPECIE<br />

B. bufo


NOME COMUNE<br />

Tritone<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Triturus cristatus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Lunghezza: 14-16 cm, le femmine arrivano a misurare fino a 18 cm. Il maschio ha una forma<br />

piuttosto slanciata e il muso più sottile rispetto alla femmina, che appare più tozza e grande, con una testa<br />

più larga e massiccia; in ambo i sessi, la pelle si presenta lievemente ruvida al tatto. La regione dorsale è<br />

sempre <strong>di</strong> colore scuro, e varia dal verde al bruno quasi nero; spesso sono visibili delle macchie più o meno<br />

circolari <strong>di</strong> colore nero o verde scuro che sono più appariscenti nel maschio. I fianchi, le zampe e la gola<br />

sono generalmente punteggiati <strong>di</strong> bianco, soprattutto nel periodo riproduttivo. Il colore del ventre è<br />

piuttosto variabile, ma sempre molto acceso, con toni cal<strong>di</strong> che vanno dal giallo all'arancione rossastro e<br />

che contrastano molto con il dorso; sono presenti anche nella regione ventrale delle macchie scure, <strong>di</strong><br />

solito <strong>di</strong> colore nero brillante. Nel periodo degli amori, è ben visibile sulla schiena del maschio la cresta<br />

frastagliata, alta fino a 1,2 cm, che conferisce il nome alla specie e che, intaccata dalla base <strong>della</strong> coda, si<br />

sviluppa sino all'altezza degli occhi; inoltre i lati <strong>della</strong> coda dei maschi in questo periodo si tingono <strong>di</strong> una<br />

fascia madreperlacea con riflessi blu che talora interessa parzialmente anche la cresta bordandone l'orlo<br />

superiore. Nella femmina non si sviluppa alcuna cresta, ma compare una striscia dorsale <strong>di</strong> color giallo<br />

chiaro, che talvolta permane anche al <strong>di</strong> fuori del periodo riproduttivo, e, come nel maschio, compaiono le<br />

carene caudali. In entrambi i sessi, la cloaca appare ingrossata. Esistono, seppur rari, esemplari totalmente<br />

neri. Il tritone crestato, come molti anfibi, trascorre in acqua solo il periodo dell'accoppiamento,<br />

DOVE – Rogge, fontanili, cave.<br />

ALIMENTAZIONE – Nella sua vita terricola, il tritone si ciba essenzialmente <strong>di</strong> vermi, insetti e lumache, ma,<br />

nell'ambiente acquatico, acquista rapi<strong>di</strong>tà e cattura anche girini, piccoli pesci e anche altri tritoni.<br />

RIPRODUZIONE – All'inizio <strong>di</strong> Marzo, quando ha fine il letargo invernale, che trascorrono immersi nel fango<br />

o sotto terra, i primi esemplari <strong>della</strong> specie si riversano nei fossati o negli stagni, i luoghi <strong>della</strong> riproduzione<br />

e i maschi una volta nutritisi a sufficienza, iniziano la ricerca <strong>di</strong> una compagna. Una volta raggiunto lo scopo<br />

si assiste ad una bizzarra danza da parte del maschio, che, piegata la coda a forma <strong>di</strong> "U", ne fa vibrare<br />

l'estremità davanti al muso <strong>della</strong> compagna. Dopo l’accoppiamento, la femmina depone una ad una<br />

trecento uova, avvolgendole con cura nelle foglie delle piante sommerse.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

TRITONE CRESTATO<br />

36<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Anfibi<br />

ORDINE<br />

Caudata<br />

FAMIGLIA<br />

Salamandridae<br />

GENERE<br />

Triturus<br />

SPECIE<br />

T. cristatus


NOME COMUNE<br />

tritone puntinato<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Lissotriton vulgaris<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – La caratteristica punteggiatura, molto evidente nel maschio, gli ha valso il nome. Il maschio<br />

si <strong>di</strong>stingue dalla femmina per una colorazione generalmente più accesa, per una striatura molto marcata ai<br />

lati <strong>della</strong> testa, per la cresta caudale e per la cloaca ingrossata nel periodo riproduttivo. Le sue esigenze<br />

ecologiche lo rendono strettamente legato alle pozze d'acqua, fossi e stagni in cui vengono deposte le uova<br />

(ogni femmina depone circa 300 uova fissandole una per una con le zampe posteriori su cortecce e foglie a<br />

cui dà la caratteristica forma ad U) e dove si svolge la fase acquatica larvale. Le larve hanno caratteristiche<br />

branchie esterne piumate che si mantengono negli in<strong>di</strong>vidui neotenici. Questi ultimi sono pressoché assenti<br />

nelle piscine temporanee dove la scomparsa dell'acqua in estate determina una metamorfosi forzata. Dopo<br />

la metamorfosi i giovani trascorrono due anni a terra nel sottobosco per poi ritornare in acqua una volta<br />

raggiunta la maturità sessuale.<br />

DOVE – Fontanili, rogge, cave<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutrono <strong>di</strong> larve <strong>di</strong> zanzare e altri piccoli insetti che cadono nell'acqua.<br />

RIPRODUZIONE – Il periodo riproduttivo comincia all'inizio <strong>della</strong> primavera, anche se le popolazioni del<br />

litorale tirrenico anticipano la deposizione anche all'autunno e alla fine dell'inverno in stagioni<br />

particolarmente calde. I tritoni svolgono una complicata danza nuziale ritualizzata senza il compimento<br />

<strong>della</strong> quale il maschio non emette la spermatofora, un sacchetto contenente gli spermatozoi, che la<br />

femmina raccoglie dal fondo <strong>della</strong> pozza. Terminato il periodo riproduttivo (<strong>di</strong> solito alla fine <strong>di</strong> giugno) i<br />

tritoni migrano dagli stagni e si <strong>di</strong>rigono nelle zone circostanti dove condurranno vita terrestre fino alla<br />

successiva stagione riproduttiva.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

TRITONE PUNTINATO<br />

38<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Anfibi<br />

ORDINE<br />

Caudata<br />

FAMIGLIA<br />

Salamandridae<br />

GENERE<br />

Lissotriton<br />

SPECIE<br />

L. vulgaris


MAMMIFERI<br />

MAMMALIA<br />

40


NOME COMUNE<br />

Arvicola<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Arvicola amphibius<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – L’arvicola è originaria dell’Europa ed è <strong>di</strong>ffusa in quasi tutta Italia. Attualmente la<br />

classificazione è controversa e si possono <strong>di</strong>stinguere <strong>di</strong>verse specie <strong>di</strong> questo ro<strong>di</strong>tore. Testa robusta e<br />

appuntita con occhi piccoli ma <strong>di</strong> buona vista, nonostante siano adatti anche alla vita ipogea. La lunghezza è<br />

<strong>di</strong> circa 20 cm e il loro peso <strong>di</strong> circa 200 grammi. Il colore del mantello è brunastro.<br />

DOVE – frequenta zone umide, campagne, coltivi.<br />

ALIMENTAZIONE – La <strong>di</strong>eta dell’Arvicola è costituita da ra<strong>di</strong>ci, erbe, semi, cereali, insetti e pesci.<br />

RIPRODUZIONE – Animale prolifico, l’Arvicola può partorire 4 volte all’anno da 2 a 7 cuccioli. La gestazione<br />

dura 3 settimane e lo svezzamento avviene già dopo 15 giorni <strong>di</strong> vita.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

ARVICOLA<br />

41<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Mammalia<br />

ORDINE<br />

Rodentia<br />

FAMIGLIA<br />

Cricetidae<br />

GENERE<br />

Arvicola<br />

SPECIE<br />

A. amphibius


NOME COMUNE<br />

Coniglio selvatico<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Oryctolagus scuniculus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Misura fino a 45 cm <strong>di</strong> lunghezza, per un peso che raggiunge i 2,5 kg: i maschi sono<br />

generalmente più grossi e robusti delle femmine. Ha lunghe orecchie e gran<strong>di</strong> occhi neri situati sui lati <strong>della</strong><br />

testa. Le zampe posteriori sono robuste e più lunghe <strong>di</strong> quelle anteriori e mettono il coniglio in con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> correre rapidamente. Invece <strong>di</strong> avere dei cuscinetti a protezione <strong>della</strong> pianta dei pie<strong>di</strong>, il coniglio ha una<br />

fitta copertura <strong>di</strong> peli che gli permette <strong>di</strong> non scivolare sia sulla roccia che sulla neve. Le zampe sono inoltre<br />

palmate per impe<strong>di</strong>re alle <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> separarsi mentre l'animale salta. La coda è molto corta e rivolta all'insù:<br />

DOVE – Zone umide agricole, urbane, suburbane, parchi e giar<strong>di</strong>ni.<br />

ALIMENTAZIONE – Si tratta <strong>di</strong> animali erbivori, che si nutrono <strong>di</strong> una vasta gamma <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> origine<br />

vegetale, dall'erba alle foglie alle ra<strong>di</strong>ci. Per ricavare il massimo quantitativo <strong>di</strong> nutrimento <strong>di</strong>sponibile dal<br />

cibo, i conigli sono soliti reingerire parte delle proprie feci per rielaborarne il contenuto (nel frattempo<br />

degradato dalla flora batterica) ed ottenere alcuni nutrienti essenziali.<br />

RIPRODUZIONE – La gestazione dura un mese, al termine del quale vengono dati alla luce dai 3 ai 14<br />

cuccioli: prima <strong>di</strong> partorire la femmina tende a scavarsi un cunicolo a fondo cieco nella tana, che ricopre col<br />

proprio pelo e con erbe secche, oppure se è il suo primo parto scava un cunicolo nel terreno ex novo, che<br />

poi verrà ampliato negli anni successivi. I cuccioli nascono nu<strong>di</strong> e ciechi, e la femmina li visita per una<br />

manciata <strong>di</strong> minuti al giorno per la poppata: sono tuttavia estremamente precoci e già a tre settimane<br />

possono essere svezzati.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

CONIGLIO SELVATICO<br />

42<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Mammiferi<br />

ORDINE<br />

Lagomorfi<br />

FAMIGLIA<br />

Lepori<strong>di</strong><br />

GENERE<br />

Oryctolagus<br />

SPECIE<br />

O. scuniculus


NOME COMUNE<br />

Lepre<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Lepus europaeus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

PRESENZA IN ITALIA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Simile ai conigli ma presenta, rispetto a questi, orecchie più lunghe, occhi più gran<strong>di</strong>,<br />

maggiori <strong>di</strong>mensioni, punta delle orecchie più scura. Misura circa 50 – 70 cm e pesa tra i 3 e 6 Kg. I cuccioli<br />

<strong>di</strong> lepre nascono già con pelliccia ed occhi aperti a <strong>di</strong>fferenza dei conigli. Le lepri sono solitarie, non<br />

costruiscono tane ma si ricavano un giaciglio tra la bassa vegetazione e sono soggette alla frammentazione<br />

degli habitat. E’ molto veloce nella corsa e può raggiungere i 70 Km/h.<br />

DOVE – Campagne, prati, coltivi.<br />

ALIMENTAZIONE – Il cibo è costituito da erbe, ra<strong>di</strong>ci e vegetali vari.<br />

RIPRODUZIONE – Ogni femmina partorisce 3 – 4 volte all’anno me<strong>di</strong>amente 3 – 4 piccoli per parto. La<br />

gestazione dura circa 1 mese. Dopo solo 1 settimana i leprotti <strong>di</strong>ventano in<strong>di</strong>pendenti e la maturazione<br />

sessuale è raggiunta ad 1 anno <strong>di</strong> età.<br />

STATUS GIURIDICO – Nulla da segnalare. La degradazione degli habitat, l’inquinamento e l’uso <strong>di</strong> pestici<strong>di</strong><br />

ha ridotto notevolmente il numero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui delle varie popolazioni. I ripopolamenti per attività venatoria<br />

hanno contribuito alla <strong>di</strong>minuzione delle lepri a causa <strong>di</strong> inquinamenti genetici e trasmissioni <strong>di</strong> patologie.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

LEPRE<br />

44<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Mammalia<br />

ORDINE<br />

Lagomorpha<br />

FAMIGLIA<br />

Leporidae<br />

GENERE<br />

Lepus<br />

SPECIE<br />

L. europaeus


NOME COMUNE<br />

Nutria, Coypu, Castorino<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Myocastor coypus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – La Nutria è un mammifero ro<strong>di</strong>tore dalle <strong>di</strong>mensioni modeste. Gli esemplari adulti possono<br />

raggiungere me<strong>di</strong>amente i 60 cm <strong>di</strong> lunghezza, coda esclusa, e un peso <strong>di</strong> circa 10 chili. Il colore del<br />

mantello è generalmente bruno scuro ma non è raro osservare esemplari grigi o con varie tonalità <strong>di</strong><br />

marrone. Possiede orecchie piccole, lunghi e numerosi baffi bianchi o argentei. La dentatura consiste <strong>di</strong> 8<br />

molari e 2 incisivi per arcata. Questi ultimi in particolare sono molto forti e rivestiti da uno smalto dal tipico<br />

colore arancione. Le zampe sono pentadattili e quelle posteriori sono palmate, con il quinto <strong>di</strong>to libero, in<br />

quanto la Nutria è un animale fortemente semiacquatico. A riprova <strong>di</strong> ciò infatti le femmine presentano le<br />

mammelle in posizione latero-dorsale e questo è dato dal fatto che la prole viene allevata in acqua.<br />

DOVE – Frequenta zone umide.<br />

ALIMENTAZIONE – La <strong>di</strong>eta <strong>della</strong> Nutria è prettamente vegetariana e si basa su piante acquatiche, varie<br />

erbe, ra<strong>di</strong>ci, tuberi e frutti. Generalmente tendono a nutrirsi <strong>della</strong> vegetazione presente in prossimità degli<br />

argini dei corsi d’acqua.<br />

RIPRODUZIONE – Le femmine sono fertili durante tutto l’anno e possono avere 2.7 gravidanze l’anno in<br />

quanto la gestazione ha una durata <strong>di</strong> circa 130 giorni e i cuccioli vengono svezzati a 3-4 settimane dalla<br />

nascita. Il numero <strong>di</strong> cuccioli per gravidanza varia me<strong>di</strong>amente da 2 a 6. Le Nutrie sono in grado <strong>di</strong><br />

autoregolarsi infatti se le risorse territoriali o alimentari sono scarse, le cucciolate <strong>di</strong>minuiscono<br />

drasticamente <strong>di</strong> numero.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – La Nutria è fauna selvatica italiana in quanto specie naturalizzata. E’ pertanto<br />

tutela dalla legge nazionale 157/92 la quale <strong>di</strong>sciplina anche il suo controllo numerico in caso <strong>di</strong> situazioni<br />

particolari, delegando alle Province la scelta del metodo da adottare, pre<strong>di</strong>ligendo prima <strong>di</strong> tutto i meto<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

tipo ecologico.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

NUTRIA<br />

46<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Mammalia<br />

ORDINE<br />

Rodentia<br />

FAMIGLIA<br />

Myocastoridae<br />

GENERE<br />

Myocastor<br />

SPECIE<br />

M. coypus


NOME COMUNE<br />

Pipistrello<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Sono mammiferi antichissimi: allattano i loro piccoli e la loro cute è ricoperta <strong>di</strong> pelo;<br />

volano, grazie a una speciale mo<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> mano e braccio trasformati in ala. Hanno occhi piccoli e vista<br />

limitata, il loro u<strong>di</strong>to invece è molto sviluppato. Mentre volano emettono degli ultrasuoni che, rimbalzando<br />

contro gli oggetti che incontrano, provocano un'eco permettendo loro così <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare gli ostacoli. L'ala<br />

del pipistrello è costituita da una sottile membrana, il patagio, che è composto da un sottile strato <strong>di</strong><br />

tessuto connettivo lasso vascolarizzato e compreso tra due strati <strong>di</strong> cute. Esso è sotteso sulle ossa <strong>della</strong><br />

mano e delle <strong>di</strong>ta. In inverno i pipistrelli vanno in letargo in gruppo, rallentano tutte le attività corporee,<br />

incluse la frequenza respiratoria e il battito car<strong>di</strong>aco, consumando così poca energia e sopravvivendo grazie<br />

alle riserve <strong>di</strong> grasso corporeo<br />

DOVE - Zone umide (fontanili, cave rogge), agricole, urbane, suburbane, parchi e giar<strong>di</strong>ni.<br />

ALIMENTAZIONE – Predano insetti, eliminando, così, tanti insetti nocivi all'uomo. Un singolo pipistrello, ad<br />

esempio, può in una sola notte mangiare fino a 3000 zanzare.<br />

RIPRODUZIONE – Con l'arrivo <strong>della</strong> primavera, cessa la fase <strong>di</strong> letargo: le femmine, dopo un certo tempo, si<br />

radunano in rifugi ove, tra giugno e luglio, danno alla luce i piccoli (in genere uno solo), dopo poche<br />

settimane, i piccoli sanno già volare e vanno subito a caccia d'insetti.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Minacciato da inquinamento e frammentazione degli habitat.<br />

MINACCIATO<br />

PIPISTRELLO<br />

48<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Mammalia<br />

ORDINE<br />

Chirotteri<br />

FAMIGLIA<br />

Spp.<br />

GENERE<br />

Spp.<br />

SPECIE<br />

Spp. (specie <strong>di</strong>verse)


NOME COMUNE<br />

Ratto<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Rattus spp.<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Lunghezza testa-corpo: 16-24 cm ; Lunghezza coda: 18-26 cm; Peso: 150-250 grammi.<br />

Corpo cilindrico-allungato, con pelo liscio, più lungo sul dorso. Mantello superiore quasi nero. Testa con<br />

muso appuntito, orecchi me<strong>di</strong>o-gran<strong>di</strong>, occhi scuri, gran<strong>di</strong> e sporgenti. Zampe rosa o biancastre; coda più<br />

lunga del corpo, nuda. Il maschio è più grosso <strong>della</strong> femmina. Presenta u<strong>di</strong>to e olfatto eccellenti. Ha<br />

abitu<strong>di</strong>ni soprattutto crepuscolari-notturne. L’Attività è rallentata nei perio<strong>di</strong> fred<strong>di</strong>, anche se non va in<br />

letargo.<br />

DOVE – Zone umide agricole, urbane, suburbane.<br />

ALIMENTAZIONE – Alimentazione: onnivora (soprattutto vegetali).<br />

RIPRODUZIONE – Raggiunge la maturità sessuale a 3-4 mesi. Gli Accoppiamenti sono possibili tutto l'anno.<br />

Durata <strong>della</strong> gestazione circa 3 settimane. Normalmente 2-3 e più parti all'anno con 4-10 piccoli inetti.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

RATTO<br />

49<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Mammalia<br />

ORDINE<br />

Rodentia<br />

FAMIGLIA<br />

Muridae<br />

GENERE<br />

Rattus<br />

SPECIE<br />

Rattus spp.


NOME COMUNE<br />

Riccio<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Erinaceus europaeus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Lunghezza testa-corpo: 26-35 cm ; Lunghezza coda: 2-4 cm; Peso: 450-1200 grammi. Tutto<br />

il riccio eccetto il muso, le zampe e le parti inferiori, è ricoperto da aculei lunghi circa 2 cm, grigi con la<br />

punta bianca. Il tronco è tozzo, le zampe sono munite <strong>di</strong> forti unghie, il muso è appuntito e la coda è corta e<br />

spessa. Il riccio va in letargo tra ottobre e aprile.<br />

DOVE – Boschi, giar<strong>di</strong>ni, orti, parchi urbani e suburbani, siepi.<br />

ALIMENTAZIONE – onnivoro, si ciba <strong>di</strong> invertebrati, uccelli, rettili, anfibi e piccoli mammiferi. In caso <strong>di</strong><br />

necessità si ciba <strong>di</strong> bacche, ghiande, frutta e altro materiale vegetale. Non è in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>gerire il latte che<br />

risulta essere un veleno per il riccio.<br />

RIPRODUZIONE – Raggiunge la maturità sessuale a circa 12 mesi. Gli accoppiamenti avvengono tra aprile e<br />

agosto. Durata <strong>della</strong> gestazione circa 6 settimane. Partorisce, tra aprile e settembre, 4-5 cuccioli e a<br />

seconda delle <strong>di</strong>sponibilità alimentari può partorire anche 2 volte in un anno. I piccoli vengono svezzati a<br />

circa 6 settimane <strong>di</strong> vita.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

RICCIO<br />

51<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Mammalia<br />

ORDINE<br />

Erinaceomorpha<br />

FAMIGLIA<br />

Erinaceidae<br />

GENERE<br />

Erinaceus<br />

SPECIE<br />

E. europaeus


NOME COMUNE<br />

Silvilago o Minilepre<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Sylvilagus floridanus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

PRESENZA IN ITALIA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Questo leporide ha una lunghezza <strong>di</strong> 35-45 cm circa ed un peso <strong>di</strong> 1-1,2 Kg. Ha un aspetto<br />

simile al coniglio selvatico ma presenta orecchie e coda più brevi, zampe anteriori più sottili e zampe<br />

posteriori più allungate. Il colore del mantello in entrambi i sessi è grigio con tonalità ocra e rossa e peli<br />

neri. È attivo <strong>di</strong> notte e non va in ibernazione d’inverno. I silvilaghi mostrano una maggior resistenza alla<br />

mixomatosi.<br />

DOVE – Prati, aree arbustive e agricole.<br />

ALIMENTAZIONE – Il cibo è costituito vegetali ver<strong>di</strong>, cortecce, germogli, ramoscelli.<br />

RIPRODUZIONE – L’accoppiamento avviene tra febbraio e settembre, Le femmine partoriscono<br />

me<strong>di</strong>amente 2-4 ni<strong>di</strong>ate all’anno ed ogni ni<strong>di</strong>ata è composta da 3-5 cuccioli. La gravidanza dura circa 1<br />

mese. I piccoli rimangono nel nido per circa 2 settimane e vengono allattati per 3 settimane. La maturità<br />

sessuale viene raggiunta a 4-5 mesi <strong>di</strong> età.<br />

STATUS GIURIDICO – Nulla da segnalare. Specie originaria del Nord America introdotta per scopi venatori.<br />

Conosciuto anche con il nome <strong>di</strong> minilepre.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

SILVILAGO O MINILEPRE<br />

52<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Mammalia<br />

ORDINE<br />

Lagomorpha<br />

FAMIGLIA<br />

Leporidae<br />

GENERE<br />

Sylvilagus<br />

SPECIE<br />

S. floridanus


NOME COMUNE<br />

Talpa<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Talpa europaea<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Lunghezza testa-corpo: 120-165 cm ; Lunghezza coda: 23-34 cm; Peso: 65-120 grammi.<br />

Presenta una forma tozza <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>o – piccole, il corpo è cilindrico con il capo poco <strong>di</strong>stinto dal<br />

tronco. Gli arti sono brevi, sporgono dal corpo e sono provvisti <strong>di</strong> unghie lunghe. Gli occhi sono piccoli e<br />

nascosti nella pelliccia, la coda è breve e carnosa e le vibrisse risultano ben sviluppate. Il corpo è ricoperto<br />

da una folta e vellutata pelliccia nera con riflessi bruni o grigi.<br />

DOVE – Dalla pianura fino a circa 2000 metri. Frequenta zone coltivate, prati, terreni freschi e porosi dove<br />

può scavare le proprie gallerie.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> invertebrati del sottosuolo.<br />

RIPRODUZIONE – Il periodo degli accoppiamenti è compreso tra marzo e maggio. Partorisce una volta<br />

all’anno in maggio – giugno 3-5 piccoli nu<strong>di</strong> e ciechi. La gestazione dura 1 mese e lo svezzamento avviene a<br />

4 settimane.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

TALPA<br />

54<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Mammalia<br />

ORDINE<br />

Soricomorpha<br />

FAMIGLIA<br />

Talpidae<br />

GENERE<br />

Talpa<br />

SPECIE<br />

T. europaea


NOME COMUNE<br />

topolino delle risaie<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Micromys minutus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – E’ uno dei più piccoli mammiferi eurasiatici con lunghezza testa-corpo: 50-78 mm ,<br />

lunghezza <strong>della</strong> coda <strong>di</strong>: 45-75 mm, peso: 4-13 grammi. Possiede una colorazione bruno-aranciata sul dorso<br />

e biancastra su ventre e gola: il muso ricoperto <strong>di</strong> vibrisse, le zampine, le piccole orecchie arrotondate e la<br />

lunga coda prensile sono glabri e <strong>di</strong> colore rosato. La femmina è normalmente più grande dl maschio.<br />

Questi animali sono assai timi<strong>di</strong> e schivi e tendono ad avere abitu<strong>di</strong>ni crepuscolari e notturne: si muovono<br />

velocemente nel folto dei canneti e fra i sottili gambi dei cereali, aiutati dalla coda prensile, che viene<br />

utilizzata egregiamente come arto aggiuntivo. Il topolino delle risaie è attivo durante tutto l'arco dell'anno.<br />

DOVE – Zone agricole, suburbane<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre principalmente <strong>di</strong> semi, non <strong>di</strong>sdegnando però occasionalmente frutta e, più<br />

raramente, piccoli insetti.<br />

RIPRODUZIONE –Questo ro<strong>di</strong>tore forma delle coppie monogame che durano per tutto il periodo <strong>della</strong><br />

riproduzione, che può avvenire anche più volte nel corso dell'anno, nel caso <strong>di</strong> annate favorevoli; la<br />

gestazione dura tre settimane, al termine delle quali la femmina dà alla luce da 4 a 7 piccoli. I cuccioli<br />

vengono svezzati nel giro <strong>di</strong> 18 giorni e raggiungono la maturità sessuale in circa un mese. Proprio fra i<br />

canneti, i topolini delle risaie costruiscono dei caratteristici ni<strong>di</strong> sferici intrecciando paglia e sterpaglie, ad<br />

un'altezza <strong>di</strong> circa 50 centimetri dal terreno. Spesso i ni<strong>di</strong> vengono occupati da <strong>di</strong>verse generazioni <strong>di</strong> questi<br />

animali, che provvedono man mano ad effettuare eventuali lavori <strong>di</strong> ristrutturazione e rinforzo.<br />

STATUS CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

TOPOLINO DELLE RISAIE<br />

55<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Mammalia<br />

ORDINE<br />

Ro<strong>di</strong>tori<br />

FAMIGLIA<br />

Muri<strong>di</strong><br />

GENERE<br />

Micromys<br />

SPECIE<br />

M. minutus


NOME COMUNE<br />

Volpe<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Vulpes vulpes<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – La Volpe è specie originaria dell’emisfero settentrionale ed è <strong>di</strong>ffusa in tutta Italia. Presenta<br />

un corpo snello e slanciato che poggia su arti brevi ma robusti. Il muso è lungo e appuntito con orecchie<br />

piuttosto sviluppate. La coda è ricoperta da un pelo folto con una colorazione che varia dal rosso<br />

all’arancione. Può raggiungere la lunghezza <strong>di</strong> 1.30 metri <strong>di</strong> cui 35-40 cm <strong>di</strong> coda e il suo peso oscilla dai 4 ai<br />

15 kg.<br />

DOVE – Boschi, campagne.<br />

ALIMENTAZIONE – La <strong>di</strong>eta <strong>della</strong> Volpe è varia, onnivora, ma composta prevalentemente da piccoli ro<strong>di</strong>tori,<br />

uccelli, conigli, lepri, rettili, pesci, invertebrati ma anche sostanze vegetali <strong>di</strong> vario tipo (bacche, frutti, ecc.).<br />

RIPRODUZIONE – La Volpe rossa si accoppia nel mese <strong>di</strong> gennaio. La gravidanza dura circa 2 mesi e può<br />

partorire dai 3 ai 5 cuccioli per volta. Lo svezzamento avviene dopo 1 mese <strong>di</strong> vita.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

VOLPE<br />

56<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Mammalia<br />

ORDINE<br />

Carnivora<br />

FAMIGLIA<br />

Canidae<br />

GENERE<br />

Vulpes<br />

SPECIE<br />

V. vulpes


UCCELLI<br />

AVES<br />

57


NOME COMUNE<br />

Airone bianco maggiore<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Casmero<strong>di</strong>us albus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello (airone) <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ed è il più grande tra gli Ardeideae in Europa. Ha una<br />

lunghezza pari a 85-115 cm ed un’apertura alare <strong>di</strong> 140-180 cm. Maschi e femmine identici con piumaggio<br />

bianco e becco giallo. Le zampe sono nerastre ma nel periodo riproduttivo presentano una colorazione<br />

sfumata giallo-arancione.<br />

DOVE – Frequenta zone umide, rive <strong>di</strong> laghi e fiumi e risaie.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> pesci, anfibi, rettili, insetti, piccoli mammiferi e occasionalmente ni<strong>di</strong>acei.<br />

RIPRODUZIONE – Depone circa 2-5 uova che vengono covate per 25 giorni e dopo circa 1 mese i giovani<br />

sono in grado <strong>di</strong> allontanarsi dal nido.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. E’ specie protetta dalla legge nazionale 157/92.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

AIRONE BIANCO MAGGIORE<br />

58<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Ciconiiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Ardeidae<br />

GENERE<br />

Casmero<strong>di</strong>us<br />

SPECIE<br />

C. albus


NOME COMUNE<br />

Airone cenerino<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Ardea cinerea<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello (airone) <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, con una statura <strong>di</strong> 90-98 cm, un peso <strong>di</strong> 1-2Kg ed<br />

un’apertura alare <strong>di</strong> circa 1,70 m. Maschio e femmina hanno una colorazione uguale, prevalentemente<br />

grigia con ampie zone bianche e nere.<br />

DOVE – Frequenta zone umide, aperte e ambienti sub-urbani.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutrie <strong>di</strong> invertebrati e piccoli vertebrati come pesci, anfibi, rettili e piccoli<br />

mammiferi.<br />

RIPRODUZIONE – Ni<strong>di</strong>fica in colonie su alberi oppure nei canneti. Depone circa 4-5 uova a metà marzo che<br />

vengono covate per circa 25 giorni. I pulcini vengono nutriti nel nido per circa 2 mesi.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Minacciato dall’inquinamento delle acque, è una specie protetta dalla legge<br />

nazionale 157/92.<br />

MINACCIATO<br />

AIRONE CENERINO<br />

60<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Ciconiiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Ardeidae<br />

GENERE<br />

Ardea<br />

SPECIE<br />

A. cinerea


NOME COMUNE<br />

Airone guardabuoi<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Bubulcus ibis<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni con lunghezza <strong>di</strong> 45-55 cm ed un’apertura alare <strong>di</strong> 90-95 cm. Il<br />

piumaggio è generalmente bianco mentre in abito nuziale <strong>di</strong>viene sfumato <strong>di</strong> giallo e anche le zampe<br />

assumono una colorazione gialla. In inverno le zampe sono nere e il becco giallo.<br />

DOVE – Frequenta zone umi<strong>di</strong> e coltivi con pochi alberi.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> pesci, anfibi, invertebrati e parassiti presenti sul dorso <strong>di</strong> animali domestici o<br />

selvatici.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone a fine aprile 3-4 uova che cova per circa 3 settimane. I piccoli sono in<br />

grado <strong>di</strong> volare dopo poco più <strong>di</strong> un mese.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Specie minacciata dal bracconaggio e dalla <strong>di</strong>minuzione degli habitat. E’<br />

protetta dalla legge nazionale 157/92.<br />

MINACCIATO<br />

AIRONE GUARDABUOI<br />

62<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Ciconiiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Ardeidae<br />

GENERE<br />

Bubulcus<br />

SPECIE<br />

B. ibis


NOME COMUNE<br />

Airone rosso<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Ardea purpurea<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni con una lunghezza <strong>di</strong> 85-110 cm, un’apertura alare <strong>di</strong> 120-150<br />

cm ed un peso <strong>di</strong> circa 1,4 kg. La colorazione è marrone-rossiccia con alcune zone grige, bianche e nere.<br />

Durante il periodo riproduttivo presenta un ciuffo nero sul capo. Le zampe sono gialle-arancioni e il becco è<br />

arancione con la parte superiore grigio scuro<br />

DOVE – Frequenta zone umide e corsi d’acqua.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutrie <strong>di</strong> pesci, anfibi, rettili, invertebrati, crostacei, molluschi e occasionalmente <strong>di</strong><br />

piccoli mammiferi.<br />

RIPRODUZIONE – Ni<strong>di</strong>fica tra aprile e maggio. Depone 4-5 uova che cova per 1 mese circa. Entro 2 mesi i<br />

piccoli iniziano a volare.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Minacciato dal bracconaggio e dalla <strong>di</strong>struzione degli habitat, è specie<br />

protetta dalla legge nazionale 157/92.<br />

MINACCIATO<br />

AIRONE ROSSO<br />

64<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Ciconiiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Ardeidae<br />

GENERE<br />

Ardea<br />

SPECIE<br />

A. purpurea


NOME COMUNE<br />

Allodola<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Alauda arvensis<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – L'allodola è lunga circa 16-19,5 cm, ha un'apertura alare che può raggiungere i 32-37 cm e<br />

pesa circa 33-48 g, coda 6,5-7,5 cm. È caratterizzata da un piumaggio <strong>di</strong> colore marrone leggermente striato<br />

<strong>di</strong> nero nella parte superiore, più chiaro in quella inferiore, nonché da un piccolo ciuffo erettile che mostra<br />

solo se allarmata.. I sessi sono simili. È caratteristico il suo canto <strong>di</strong> tono acuto e musicale, sostenuto a<br />

lungo nel volo volteggiante. E' una specie solitaria durante il periodo riproduttivo e gregaria d'inverno.<br />

Terragnola, cammina e saltella agilmente tenendo il corpo in posizione orizzontale. Si posa su sassi, muretti<br />

e sulla bassa vegetazione, mai sugli alberi.<br />

DOVE – Zone boschive, campagna<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre prevalentemente <strong>di</strong> semi, vegetali (semi, germogli, foglie), arricchendo la <strong>di</strong>eta<br />

con insetti durante il periodo riproduttivo. Occasionalmente si nutre anche <strong>di</strong> piccoli animali.<br />

RIPRODUZIONE – Ni<strong>di</strong>fica sul terreno costruendo un nido in una depressione naturale con steli, erbe e<br />

materiali vari. Tra marzo e agosto la femmina depone 3-6 uova grigio-biancastre picchiettate <strong>di</strong> marronever<strong>di</strong>no<br />

e macchiettate <strong>di</strong> bruno che cova per 11-12 giorni. I piccoli, nutriti anche dal maschio, sono capaci<br />

<strong>di</strong> volare dopo circa 3 settimane dalla nascita. Effettua 2-3 covate all'anno<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

ALLODOLA<br />

65<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Alau<strong>di</strong>dae<br />

GENERE<br />

Alauda<br />

SPECIE<br />

A. arvensis


NOME COMUNE<br />

Alzavola<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Anas crecca<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Anatra piccola. Raggiunge una lunghezza <strong>di</strong> 33 – 36 cm circa, presenta un’apertura alare <strong>di</strong><br />

70 cm circa e pesa circa 270 – 390 g. Il maschio nella stagione degli amori presenta il capo castano con una<br />

macchia verde scuro che attraversa l’occhio e una macchia gialla sotto la coda. Il corpo è colorato <strong>di</strong> grigio e<br />

presenta sulla ali una banda (specchio) verde – nera. La femmina presenta un piumaggio omogeneo<br />

brunastro.<br />

DOVE – Zone umide, acque interne e aperte con presenza <strong>di</strong> canneti.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> piccoli insetti, molluschi, semi.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina tra aprile e maggio depone 7 – 12 uova che cova per circa 3 settimane.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

ALZAVOLA<br />

66<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Anseriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Anatidae<br />

GENERE<br />

Anas<br />

SPECIE<br />

A. crecca


NOME COMUNE<br />

Anatra carolina<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Aix sponsa<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Originaria del Nord America. Raggiunge una lunghezza <strong>di</strong> 43 – 51 cm circa ed un’apertura<br />

alare <strong>di</strong> 70 cm circa. Il maschio ha il capo verde blu con strisce bianche. Il becco è rosso – arancione. Il<br />

sottogola è bianco e il petto bruno. Il ventre e i fianchi sono gialli mentre il dorso e le ali sono verde – blu.<br />

Le zampe sono gialle. La femmina presenta un piumaggio omogeneo bruno scuro. Gli occhi hanno una<br />

cerchiatura bianca. Il becco e le zampe sono grigio – giallo.<br />

DOVE – Zone umide (fontanili, cave rogge), agricole, urbane, suburbane, parchi e giar<strong>di</strong>ni.<br />

ALIMENTAZIONE – Generalmente onnivora. Si nutre <strong>di</strong> vegetali, piccoli pesci, invertebrati e rettili.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 9 – 14 uova che cova per circa 1 mese.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare<br />

RISCHIO MINIMO<br />

ANATRA CAROLINA<br />

68<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Anseriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Anatidae<br />

GENERE<br />

Aix<br />

SPECIE<br />

A. sponsa


NOME COMUNE<br />

Averla piccola<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Lanius collurio<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, lunghezza 16-20 cm, apertura alare 28-30 cm e un peso <strong>di</strong> 22-<br />

45 g. il maschio presenta vertice e nuca grigi, il dorso e la parte superiore delle ali marrone. Becco, zampe e<br />

mascherina sono neri. La femmina è simile al maschio ma i colori sono più tenui e la mascherina è marrone.<br />

DOVE – Frequenta incolti, zone umide e siepi.<br />

ALIMENTAZIONE – Carnivoro, si nutre <strong>di</strong> piccoli insetti, invertebrati ma anche piccoli vertebrati come<br />

ni<strong>di</strong>acei, piccoli mammiferi, rettili e anfibi. Infilza le prede sulle spine dei rovi.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 4-5 uova che vengono covate per circa 2 settimane. I piccoli sono in<br />

grado <strong>di</strong> volare dopo 2 settimane e <strong>di</strong>vengono completamente in<strong>di</strong>pendenti dopo 1 mese.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

AVERLA PICCOLA<br />

70<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Laniidae<br />

GENERE<br />

Lanius<br />

SPECIE<br />

L. collurio


NOME COMUNE<br />

Balestruccio<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Delichon urbica<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, con una lunghezza <strong>di</strong> 13-14 cm, un’apertura alare <strong>di</strong> 28-30 cm<br />

ed un peso <strong>di</strong> 15-25 grammi. La livrea è bianca e nera e le parti superiori possono presentare riflessi blu.<br />

Non vi è <strong>di</strong>morfismo sessuale. I giovani hanno colorazioni più tenue e possono essere confusi con il topino.<br />

DOVE – Frequenta aree urbane, suburbane e rurali.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutrie <strong>di</strong> insetti che cattura in volo.<br />

RIPRODUZIONE – Ni<strong>di</strong>fica in primavera, depone 3-5 uova che cova per 2 settimane. La deposizione delle<br />

uova può avvenire 2 o 3 volte durante la bella stagione. I piccoli sono allevati per circa 1 mese.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

BALESTRUCCIO<br />

72<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Hirun<strong>di</strong>nidae<br />

FAMIGLIA<br />

Passeriformes<br />

GENERE<br />

Delichon<br />

SPECIE<br />

D. urbica


NOME COMUNE<br />

Balia nera<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Ficedula hypoleuca<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni <strong>della</strong> lunghezza <strong>di</strong> 15 cm, apertura alare <strong>di</strong> 22-24 cm. Il<br />

maschio ha una colorazione nera con una banda bianca mentre la femmina ha una colorazione marrone<br />

con la medesima barra bianca. Le parti inferiori sono bianche mentre becco e zampe sono neri.<br />

DOVE – Frequenta zone suburbane e coltivi alberati.<br />

ALIMENTAZIONE – Insettivoro ma integra la <strong>di</strong>eta, soprattutto in autunno, con le bacche.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 5-6 uova che cova per 2 settimane. I piccoli si involano dopo 15-16<br />

giorni <strong>di</strong> vita.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

BALIA NERA<br />

73<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Muscicapidae<br />

GENERE<br />

Ficedula<br />

SPECIE<br />

F. hypoleuca


NOME COMUNE<br />

Ballerina bianca<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Motacilla alba<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> forma slanciata ed elegante, raggiunge una lunghezza <strong>di</strong> 20 cm, un peso <strong>di</strong> 18-27<br />

grammi ed un’apertura alare <strong>di</strong> circa 30 cm. Il dorso è grigio mentre la nuca e il petto sono neri. Ali nere con<br />

doppia banda chiara, ventre, fronte, lati del capo bianchi. La coda è lunga con penne bianche e nere.<br />

DOVE – Frequenta zone umide, coltivi, campi arati, campagne, ambienti urbani e suburbani.<br />

ALIMENTAZIONE – Si ciba <strong>di</strong> piccoli insetti che preda in vari luoghi.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 5-6 uova in primavera che cova per 2 settimane. I piccoli vengono<br />

accu<strong>di</strong>ti per circa 14 giorni.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

BALLERINA BIANCA<br />

75<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Motacillidae<br />

GENERE<br />

Motacilla<br />

SPECIE<br />

M. alba


NOME COMUNE<br />

Ballerina gialla<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Motacilla cinerea<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> forma slanciata ed elegante, raggiunge una lunghezza <strong>di</strong> 18 cm, un peso <strong>di</strong> 20<br />

grammi ed un’apertura alare <strong>di</strong> circa 27 cm. Capo e dorso grigio, ventre e sottocoda giallo. Ali nere con<br />

barra bianca. Il maschio presenta una chiazza nera sotto la gola che <strong>di</strong>viene chiara in inverno.<br />

DOVE – Frequenta zone umide, coltivi, campi arati, campagne, ambienti urbani e suburbani.<br />

ALIMENTAZIONE – Si ciba <strong>di</strong> piccoli insetti e invertebrati.<br />

RIPRODUZIONE – Si riproduce da marzo a maggio, la femmina depone 4-5 uova che cova per 2 settimane. I<br />

piccoli vengono accu<strong>di</strong>ti per circa 14 giorni.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

BALLERINA GIALLA<br />

76<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Motacillidae<br />

GENERE<br />

Motacilla<br />

SPECIE<br />

M. cinerea


NOME COMUNE<br />

Capinera<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Sylvia atricapilla<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni <strong>della</strong> lunghezza <strong>di</strong> circa 15 cm e apertura alare <strong>di</strong> 20-25 cm ed<br />

un peso <strong>di</strong> 20 g. Il maschio a <strong>di</strong>fferenza <strong>della</strong> femmina presenta la colorazione del capo nera. Quella <strong>della</strong><br />

femmina invece è fulva. Il restante piumaggio è grigio.<br />

DOVE – Frequenta zone suburbane, campagne, coltivi con presenza <strong>di</strong> alberi e siepi.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> insetti e piccoli invertebrati ma integra la sua <strong>di</strong>eta con bacche e frutti.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 1 o 2 volte all’anno 5 uova che cova per 2 settimane. I piccoli<br />

abbandonano il nido dopo 10-14 giorni.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

CAPINERA<br />

77<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Sylvidae<br />

GENERE<br />

Sylvia<br />

SPECIE<br />

S. atricapilla


NOME COMUNE<br />

Cardellino<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Carduelis carduelis<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, lunghezza <strong>di</strong> 12-15 cm, apertura alare <strong>di</strong> 23-25 cm. Maschio e<br />

femmina sono simili ma il maschio presenta una maggior colorazione rossa <strong>della</strong> faccia e la barra alare<br />

gialla. Il restante piumaggio è colorato <strong>di</strong> bianco, nero e marrone.<br />

DOVE – Frequenta incolti, zone suburbane e coltivi con presenza <strong>di</strong> alberi.<br />

ALIMENTAZIONE – Granivoro, si nutrie prevalentemente <strong>di</strong> semi.<br />

RIPRODUZIONE – 3 covate all’anno. La femmina depone a fine aprile 3-6 uova che cova per circa 2<br />

settimane. Dopo 2 settimane dalla nascita i piccoli sono in grado <strong>di</strong> lasciare il nido.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

CARDELLINO<br />

79<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Ciconiiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Ardeidae<br />

GENERE<br />

Ardea7<br />

SPECIE<br />

C. carduelis


NOME COMUNE<br />

Cicogna biaca<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Ciconia ciconia<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

PRESENZA IN ITALIA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – In Europa ed in Italia sono presenti due sole specie <strong>di</strong> questa famiglia: la cicogna bianca<br />

appunto e la cicogna nera. La cicogna bianca presenta un piumaggio generalmente bianco eccetto la punta<br />

delle ali e la coda che sono nere. Becco e zampe rosse. Ha un’apertura alare <strong>di</strong> circa 155 – 180 cm, un peso<br />

<strong>di</strong> 3,5 – 4,5 Kg. La migrazione verso l’Europa per la ni<strong>di</strong>ficazione avviene tra marzo e maggio mentre la<br />

migrazione verso l’Africa per lo svernamento avviene tra agosto e settembre. Esistono tuttavia colonie <strong>di</strong><br />

cicogne bianche stanziali.<br />

DOVE – Frequenta aree rurali, zone umide.<br />

ALIMENTAZIONE – L’alimentazione <strong>della</strong> cicogna bianca è pressoché carnivora e si basa su anfibi, rettili,<br />

piccoli mammiferi, crostacei, invertebrati e preda anche qualche uccello. Il suo habitat ideale è costituito da<br />

ambienti <strong>di</strong> pianura con presenza d’acqua e siepi alberate. Si adatta bene anche in contesti relativamente<br />

antropizzati.<br />

RIPRODUZIONE – La maturità sessuale è raggiunta a circa 3 – 4 anni. Tra marzo e aprile gli adulti preparano<br />

il nido. Depone in me<strong>di</strong>a 3 – 4 uova che cova per circa un mese. I pulcini imparano a volare dopo circa 2<br />

mesi dalla nascita.<br />

STATUS GIURIDICO – La Cicogna bianca (Ciconia ciconia) è una specie inclusa nell'Allegato II <strong>della</strong><br />

Convenzione relativa alla conservazione delle specie migratrici appartenenti alla fauna selvatica, adottata a<br />

Bonn il 23 giugno 1979, e nell'Allegato II del relativo African-Eurasian Waterbird Agreement (AEWA), siglato<br />

in Olanda il 16 giugno 1995, entrato in vigore nel novembre 1999.<br />

MINACCIATO<br />

CICOGNA BIANCA<br />

81<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Ciconiiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Cinoniidae<br />

GENERE<br />

Ciconia<br />

SPECIE<br />

C. ciconia


NOME COMUNE<br />

Cinciallegra<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Parus major<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni con lunghezza <strong>di</strong> 13-15 cm, apertura alare <strong>di</strong> 20-25 cm ed un<br />

peso <strong>di</strong> 16-21 g. Il maschio presenta parti superiori verdastre con una barra alare bianca. La testa è nera<br />

con guance bianche e dalla gola, nera, si <strong>di</strong>parte una striscia che giunge fino all’ addome. La femmina ha un<br />

piumaggio simile al maschio ma la stria nera che parte dalla gola si assottiglia verso l’addome.<br />

DOVE – Frequenta zone suburbane e campagna con presenza <strong>di</strong> alberi. La si trova facilmente anche sugli<br />

alberi dei viali urbani.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> insetti ma integra la sua <strong>di</strong>eta anche con semi, frutta, bacche.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 8-15 uova tra aprile e maggio che cova per 2 settimane. I piccoli<br />

lasciano il nido dopo circa 1 mese <strong>di</strong> vita.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

CINCIALLEGRA<br />

83<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Paridae<br />

GENERE<br />

Parus<br />

SPECIE<br />

P. major


NOME COMUNE<br />

Cinciarella<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Parus caeruleus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, lunghezza <strong>di</strong> 11-13 cm, apertura alare <strong>di</strong> 19-22 cm ed un peso<br />

<strong>di</strong> 12 g. Maschi e femmine sono simili ma queste ultime presentano colorazioni più tenui. Il dorso è<br />

verdastro con le parti superiori <strong>di</strong> ali e coda azzurro-grigio. Il capo è bianco con vertice azzurro ed un<br />

bavaglino nero che dalla gola si unisce ad una banda sottile sulla nuca.<br />

DOVE – Frequenta zone suburbane e coltici con presenza <strong>di</strong> alberi.<br />

ALIMENTAZIONE – Insettivoro ma integra nella stagione fredda la sua <strong>di</strong>eta con bacche, semi, frutta.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina tra aprile e maggio depone 7-10 uova che cova per 2 settimane. I piccoli<br />

possono lasciare il nido dopo circa 15-20 giorni.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

CINCIARELLA<br />

85<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Paridae<br />

GENERE<br />

Parus<br />

SPECIE<br />

P. caeruleus


NOME COMUNE<br />

Co<strong>di</strong>bugnolo<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Aegithalos caudatus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni. Lunghezza 13-16 cm, apertura alare <strong>di</strong> 17-20 cm ed un peso<br />

<strong>di</strong> 6-9 g. Maschio e femmina sono simili. Il piumaggio è bianco, nero e fulvo. La coda è molto lunga con<br />

colorazione bianca e nera.<br />

DOVE – Frequenta zone suburbane, parchi e coltivi alberati.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> insetti ma integra la sua <strong>di</strong>eta con semi e frutta.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone tra marzo e maggio 9-12 uova che cova per circa 2 settimane. I<br />

piccoli lasciano il nido dopo circa 3 settimane.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

CODIBUGNOLO<br />

87<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Aegithalidae<br />

GENERE<br />

Aegithalos<br />

SPECIE<br />

A. caudatus


NOME COMUNE<br />

Co<strong>di</strong>rosso<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Phoenicurus phoenicurus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensione, lunghezza pari a 14 cm circa, apertura alare 20-24 cm. Il<br />

maschio in primavera presenta il dorso color grigio ardesia e le parti inferiori arancioni. La testa è nera con<br />

la fronte bianca. Le zampe sono nere. Le femmine presentano una colorazione più tenue, con dorso<br />

marrone, petto fulvo e groppone rossiccio.<br />

DOVE – Frequenta zone suburbane e urbane con presenza <strong>di</strong> alberi.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> invertebrati, bacche e piccoli frutti.<br />

RIPRODUZIONE – Intorno a maggio la femmina depone 5-6 uova che cova per 2 settimane. Nelle successive<br />

2 settimane sia il maschio che la femmina nutrono i piccoli.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE - Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

CODIROSSO<br />

89<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Tur<strong>di</strong>dae<br />

GENERE<br />

Phoenicurus<br />

SPECIE<br />

P. phoenicurus


NOME COMUNE<br />

Co<strong>di</strong>rosso spazzacamino<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Phoenicurus ochruros<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensione, lunghezza pari a 15 cm circa, apertura alare 25-27 cm. I<br />

maschi hanno una colorazione delle parti superiori grigio scuro ed una banda alare bianca. La parte<br />

superiore <strong>della</strong> coda è rossa e le penne remiganti centrali nere. Guance, gola, petto, becco e zampe neri. Le<br />

femmine sono simili ai maschi senza le parti nere e la banda alare bianca.<br />

DOVE – Frequenta zone suburbane e urbane.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> invertebrati, bacche e piccoli frutti.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 4-6 uova che cova per 2 settimane. Dopo 1 mese dalla nascita i<br />

piccoli abbandonano il nido.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

CODIROSSO SPAZZACAMINO<br />

91<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Tur<strong>di</strong>dae<br />

GENERE<br />

Phoenicurus<br />

SPECIE<br />

P. ochruros


NOME COMUNE<br />

Colombaccio<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Columba palumbus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, lunghezza <strong>di</strong> 40-45 cm e apertura alare <strong>di</strong> 70-80 cm e un peso<br />

<strong>di</strong> 460-570 g. Il piumaggio è simile in entrambi i sessi ed è costituito da una livrea grigia, con sfumature rosa<br />

nella parte inferiore e presenza <strong>di</strong> macchie bianche ai lati del collo.<br />

DOVE – Frequenta zone umide, alberate e lo si ritrova anche in ambito urbano.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> vegetali (frutti, bacche, ra<strong>di</strong>ci, semi) e <strong>di</strong> piccoli invertebrati.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 1 o 2 uova tra marzo e novembre che cova per circa 3 settimane.<br />

Dopo un mese i pulcini sono in grado <strong>di</strong> abbandonare il nido. Il colombaccio può deporre 1 o 2 volte<br />

all’anno.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

COLOMBACCIO<br />

92<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Columbiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Columbidae<br />

GENERE<br />

Columba<br />

SPECIE<br />

C. palumbus


NOME COMUNE<br />

Colombo <strong>di</strong> città<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Columba livia<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, con una lunghezza <strong>di</strong> 32-34 cm, ed un’apertura alare <strong>di</strong> 60-65<br />

cm. Il piumaggio è simile tra maschi e femmine. Presenta due bande nere sulle ali mentre gola, collo e petto<br />

presentano riflessi metallici. Il piccione (o colombo <strong>di</strong> città), a <strong>di</strong>fferenza del colombaccio, presenta una<br />

grande varietà <strong>di</strong> colorazioni.<br />

DOVE – Frequenta zone urbane, suburbane e coltivi.<br />

ALIMENTAZIONE – Dieta prevalentemente vegetariana (semi, germogli, ecc.).<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 2 uova tra marzo e ottobre che vengono covate da entrambi i<br />

genitori per circa 3 settimane. Durante i primi giorni dopo la nascita, i pulcini vengono alimentati con un<br />

particolare tipo <strong>di</strong> latte prodotto dal gozzo dei genitori. I piccoli abbandonano il nido dopo 1 mese.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

COLOMBO DI CITTA’<br />

94<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Columbiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Columbidae<br />

GENERE<br />

Columba<br />

SPECIE<br />

C. livia


NOME COMUNE<br />

Cormorano<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Phalacrocorax carbo<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni con una lunghezza <strong>di</strong> 80-100 cm ed un’apertura alare <strong>di</strong> 120-<br />

150 cm. Il peso si aggira me<strong>di</strong>amente tra i 2 e 3 kg. Il piumaggio è nero con un becco robusto, ad uncino con<br />

una sacca gulare giallastra. Il mento ed i lati del muso sono bianca. Le ali non sono impermeabili e ciò<br />

consente al cormorano una buona capacità <strong>di</strong> nuoto in immersione. E’ costretto però ad asciugare spesso le<br />

ali al sole nella tipica posa.<br />

DOVE – Frequenta zone umide, cave, laghi e ambienti sub-urbani.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> pesce sia <strong>di</strong> acqua dolce che salta e <strong>di</strong> crostacei.<br />

RIPRODUZIONE – Si riproduce vicino alle zone costiere dove ni<strong>di</strong>fica. Depone circa 3-4 uova tra marzo e<br />

aprile. La cova dura circa 1 mese. Dopo circa 2 mesi i pulcini <strong>di</strong>vengono in<strong>di</strong>pendenti.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

CORMORANO<br />

96<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Pelecaniformes<br />

FAMIGLIA<br />

Phalacrocoracidae<br />

GENERE<br />

Phalacrocorax<br />

SPECIE<br />

P. carbo


NOME COMUNE<br />

Cornacchia grigia<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Corvus corone cornix<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, lunghezza <strong>di</strong> 45-50 cm e apertura alare <strong>di</strong> 90-100 cm. Maschi e<br />

femmine hanno colorazione uguale con dorso e ventre grigi e le altre parti nere.<br />

DOVE – Frequenta zone urbane, suburbane e coltivi con presenza <strong>di</strong> alberi.<br />

ALIMENTAZIONE – Onnivora, si cibano <strong>di</strong> frutti, ni<strong>di</strong>acei, carcasse, uova, semi.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone da marzo a maggio 4-6 uova che cova per circa 3 settimane. I piccoli<br />

si involano dopo circa 1 mese <strong>di</strong> vita.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

CORNACCHIA GRIGIA<br />

98<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Corvidae<br />

GENERE<br />

Corvus<br />

SPECIE<br />

C. corone cornix


NOME COMUNE<br />

Cuculo<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Cuculus canorus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Ha Lunghezza <strong>di</strong> 32-36,5 cm e apertura alare 55-70 cm. Il maschio adulto ha le parti<br />

superiori, il petto e il capo grigi. L'addome è bianco barrato <strong>di</strong> nero e sfuma con una barratura meno fitta<br />

verso ventre e sottocoda. Il becco è nerastro, l'occhio e le zampe gialli E' una specie solitaria facile<br />

soprattutto da sentire quando emette il suo tipico canto "cu-cu... cu-cu...". Quando è invece silenziosa è<br />

<strong>di</strong>fficile da scorgere soprattutto quando sta posata tra il fogliame degli alberi. In volo è più facile da vedere<br />

e ad una prima impressione assomiglia abbastanza come siluette ad un gheppio con la colorazione da<br />

sparviere. La specie sfrutta infatti in<strong>di</strong>rettamente il fatto <strong>di</strong> assomigliare a quest'ultimo rapace per<br />

spaventare i passeriformi facendoli allontanare dal nido e approfittandone per deporre l'uovo nel nido da<br />

parassitare.<br />

DOVE –Frequenta zone rurali con presenza <strong>di</strong> boschi.<br />

ALIMENTAZIONE – Il cuculo mangia insetti vari, bruchi (come la processionaria), molluschi e ragni.<br />

RIPRODUZIONE – Non costruisce il nido ma depone un uovo in un nido <strong>di</strong> un'altra specie, generalmente<br />

passeriforme. La femmina depone un solo uovo in ogni nido da aprile in poi per un totale <strong>di</strong> circa 15-20. Le<br />

uova somigliano molto a quelle <strong>della</strong> specie "ospite". Alla schiusa (che <strong>di</strong> norma avviene dopo circa 12<br />

giorni), il piccolo del cuculo, con l'aiuto del dorso, si sbarazza delle altre uova presenti nel nido e non ancora<br />

schiuse, presentandosi quin<strong>di</strong> nel nido come l'unico ospite. I genitori adottivi vengono ingannati da questo<br />

comportamento e nutrono il cuculo come se fosse un proprio ni<strong>di</strong>aceo per 2-3 settimane. Recentemente si<br />

è scoperto che i cuculi, dato che non devono occuparsi dei piccoli, migrano nei quartieri <strong>di</strong> svernamento<br />

subito dopo aver deposto le uova.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

CUCULO<br />

100<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Cuculiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Cuculidae<br />

GENERE<br />

Cuculus<br />

SPECIE<br />

C. canorus


NOME COMUNE<br />

Fagiano<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Phasianus colchicus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o-gran<strong>di</strong>. Lunghezza 55-90 cm, apertura alare 70-90 cm. Il<br />

maschio presenta capo e collo verde, collare bianco e le parti superiori color bruno-rossiccio. La coda è<br />

lunga e appiattita. Presenta inoltre barbigli e mascherina rossa detta “caruncola” e degli speroni nella parte<br />

posteriore delle zampe. La femmina ha la coda più corta ed una colorazione più omogenea brunastra.<br />

DOVE – Frequenta incolti e coltivi con pochi alberi.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> vari vegetali ma anche <strong>di</strong> invertebrati, anfibi, rettili.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina in primavera depone da 6 a 12 uova che cova per 1 mese circa. I piccoli dopo<br />

poche ore possono abbandonare il nido e dopo circa 2 settimane possono fare i primi voli.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

FAGIANO<br />

101<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Galliformes<br />

FAMIGLIA<br />

Phasianidae<br />

GENERE<br />

Phasianus<br />

SPECIE<br />

P. colchicus


102


NOME COMUNE<br />

Folaga<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Fulica atra<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello acquatico <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni. Raggiunge una lunghezza <strong>di</strong> 36-45 cm ed<br />

un’apertura alare <strong>di</strong> 68-80 cm. Il piumaggio del corpo è nero, il becco è bianco con una placca frontale del<br />

medesimo colore. Le zampe sono verdastre e lobate.<br />

DOVE – Frequenta zone umide, stagni, cave, corsi d’acqua.<br />

ALIMENTAZIONE – Generalmente onnivora. Si nutre <strong>di</strong> sostanze vegetali, piccoli pesci, anfibi, larve,<br />

molluschi, insetti.<br />

RIPRODUZIONE – Depone circa 5-10 uova da marzo a maggio che vengono covate per 3 settimane circa.<br />

Entrambi i genitori si occupano delle cure parentali. Dopo pochi giorni i pulcini possono lasciare il nido e<br />

sono in grado <strong>di</strong> volare a circa 2 mesi <strong>di</strong> vita.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare<br />

RISCHIO MINMO<br />

FOLAGA<br />

103<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Gruiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Rallidae<br />

GENERE<br />

Fulica<br />

SPECIE<br />

F. atra


104


NOME COMUNE<br />

Fringuello<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Fringilla coelebs<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensione <strong>della</strong> lunghezza <strong>di</strong> 15-18 cm, apertura alare <strong>di</strong> 25-30 cm ed un<br />

peso <strong>di</strong> 19-23 g. Il maschio in abito nuziale presenta le parti superiori marroni-verdastre, ali scure con<br />

strisce bianche, parte superiore del capo e collo grigi, guancia, petto e addome rossi. Becco bluastro e<br />

zampe marroni. La femmina ha la colorazione del dorso simile al maschio, marrone, e il resto del piumaggio<br />

è più omogeneo.<br />

DOVE – Frequenta zone suburbane e coltivi alberati.<br />

ALIMENTAZIONE – Granivoro (semi) ma si ciba anche <strong>di</strong> piccoli invertebrati.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone in primavera 4-5 uova che cova per 2 settimane circa. I piccoli<br />

lasciano il nido dopo circa 20 giorni <strong>di</strong> vita.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

FRINGUELLO<br />

105<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Fringillidae<br />

GENERE<br />

Fringilla<br />

SPECIE<br />

F. coelebs


106


NOME COMUNE<br />

Frullino<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Lymnocryptes minimus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Lunghezza circa 20 cm, peso ca. 50-90 gr. Dimensioni inferiori a quelle del beccaccino,<br />

becco più breve e carnicino con apice scuro, <strong>di</strong>verso <strong>di</strong>segno del vertice, coda non a ventaglio. Sessi simili.<br />

Piumaggio brunastro con riflessi verdastri nelle parti superiori, striato nelle inferiori e con ventre<br />

biancastro. Non emette nessun verso quando si alza in volo e si mostra riluttante ad alzarsi<br />

DOVE – L'habitat naturale del frullino è rappresentato da acquitrini, praterie allagate, risaie, laghi, stagni e<br />

fiumi.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre principalmente <strong>di</strong> insetti e delle loro larve.<br />

Abitu<strong>di</strong>ni terragnole, si allontana dalla fitta vegetazione soltanto al crepuscolo per cercare cibo.<br />

RIPRODUZIONE – Conduce vita solitaria ed è monogamo. La femmina depone 3-4 uova che vengono<br />

incubate per 17-24 gg.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare<br />

RISCHIO MINIMO<br />

FRULLINO<br />

107<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Charadriiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Scolopacidae<br />

GENERE<br />

Lymnocryptes<br />

SPECIE<br />

L. minimus


NOME COMUNE<br />

Gabbiano comune<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Larus ri<strong>di</strong>bundus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni con una lunghezza <strong>di</strong> 35-40 cm ed un’apertura alare <strong>di</strong> 85-100<br />

cm. Il piumaggio è bianco, grigio e nero. Il becco e le zampe sono rosse. Durante la stagione riproduttiva il<br />

capo è colorato <strong>di</strong> marrone scuro.<br />

DOVE – Frequenta zone umide e coltivi come risaie e zone suburbane.<br />

ALIMENTAZIONE – Generalmente onnivoro. Si nutrie <strong>di</strong> piccoli invertebrati.<br />

RIPRODUZIONE – Le femmina depone circa 3 uova in primavera che sono covate per 3 settimane. I pulcini<br />

<strong>di</strong>ventano in<strong>di</strong>pendenti dopo circa 5-6 settimane.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

GABBIANO COMUNE<br />

108<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Charadriiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Laridae<br />

GENERE<br />

Chroicocephalus<br />

SPECIE<br />

L. ri<strong>di</strong>bundus


109


NOME COMUNE<br />

Gallinella d’acqua<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Gallinula chloropus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello lungo 31-35 cm con una apertura alare <strong>di</strong> 50-60 cm. La colorazione <strong>della</strong> livrea è<br />

marrone, grigio, nera e molto simile tra i due sessi. Risalta all’occhio il bianco <strong>della</strong> coda e la striscia<br />

spezzata bianca sui fianchi. Il becco è giallo con una placca rossa. Le zampe sono giallo-ver<strong>di</strong> con la base alta<br />

rossa. I pie<strong>di</strong> presentano lunghe <strong>di</strong>ta che permettono alla gallinella d’acqua <strong>di</strong> camminare nei luoghi che<br />

frequenta. I giovani hanno una colorazione più chiara rispetto agli adulti, e il becco color marrone.<br />

DOVE – Frequenta zone umide, stagni, rogge, fontanili ed è in grado <strong>di</strong> camminare anche sulla vegetazione<br />

acquatica.<br />

ALIMENTAZIONE – Si ciba <strong>di</strong> sostanze vegetali ma anche <strong>di</strong> insetti, molluschi, girini.<br />

RIPRODUZIONE – La stagione riproduttiva inizia a fine febbraio, sia il maschio che la femmina collaborano<br />

insieme alla cova e all’accu<strong>di</strong>mento dei pulcini. Vengono deposte 5-10 uova da 2 a 3 volte all’anno. La cova<br />

dura circa 3 settimane e i pulcini <strong>di</strong>vengono in<strong>di</strong>pendenti dopo 2-3 settimane.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

GALLINELLA D’ACQUA<br />

110<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Gruiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Rallidae<br />

GENERE<br />

Gallinula<br />

SPECIE<br />

G. chloropus


111


NOME COMUNE<br />

Garzetta<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Egretta garzetta<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni con una lunghezza <strong>di</strong> 55-65 cm, un peso che varia da 300 a 600<br />

g circa ed un’apertura alare <strong>di</strong> circa 90-100 cm. Maschio e femmina presentano colorazione identica con<br />

piumaggio del tutto bianco, becco e zampe neri mentre i pie<strong>di</strong> sono gialli. Nel periodo riproduttivo il<br />

maschio presenta due penne bianche molto lunghe.<br />

DOVE – Frequenta le zone umide, laghi stagli, rive <strong>di</strong> fiumi ed è facile trovarlo in ambiente agricolo<br />

soprattutto nelle risaie.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> piccoli invertebrati (crostacei, molluschi, insetti) e piccoli vertebrati (pesci,<br />

anfibi, rettili).<br />

RIPRODUZIONE – Ni<strong>di</strong>fica in colonie, in ambienti umi<strong>di</strong>. Il nido viene costruito su pioppi, salici ed alberi ad<br />

alto fusto ma anche tra gli arguti. Ad aprile vengono deposte 3-5 uova covate per circa 3 settimane. Dopo<br />

circa 1 mese dalla schiusa, i piccoli sono in grado <strong>di</strong> volare fuori dal nido.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – La Garzetta è protetta a livello internazionale dalla Direttiva 79/409/CEE (All I<br />

) e dalla Convenzione <strong>di</strong> Berna (All. II ); a livello nazionale dalla Legge 11 febbraio 1992, n. 157.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

GARZETTA<br />

112<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Ciconiiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Ardeidae<br />

GENERE<br />

Egretta<br />

SPECIE<br />

E. garzetta


113


NOME COMUNE<br />

Gazza<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Pica pica<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, lunghezza 40-45 cm, apertura alare 48-55 cm e un peso <strong>di</strong><br />

200-250 g. Maschio e femmina sono uguali con piumaggio nero, fianchi bianchi, ali e coda scuri con riflessi<br />

blu e ver<strong>di</strong> metallici. La coda è molto allungata.<br />

DOVE – Frequenta zone urbane, suburbane, zone umide e coltivi.<br />

ALIMENTAZIONE – Onnivora, si nutrono <strong>di</strong> invertebrati, uova, frutti, ni<strong>di</strong>acei e carcasse.<br />

RIPRODUZIONE – Tra marzo e giugno la femmina depone 4-8 uova covate per circa 20 giorni. I piccoli<br />

vengono allevati per circa 3 settimane e poi <strong>di</strong>vengono autonomi.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

GAZZA<br />

114<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Corvidae<br />

GENERE<br />

Pica<br />

SPECIE<br />

P. pica


115


NOME COMUNE<br />

Germano reale<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Anas platyrhynchos<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Il Germano reale è l’anatra più <strong>di</strong>ffusa e comune delle nostre zone. Raggiunge una<br />

lunghezza <strong>di</strong> 50 – 60 cm circa ed un’apertura alare <strong>di</strong> 81 – 98 cm circa. La femmina presenta una<br />

colorazione marrone adatta a mimetizzarsi tra la vegetazione durante la cova. Il maschio spicca per la sua<br />

livrea color verde e le piume <strong>della</strong> coda sono ripiegate a ricciolo.<br />

DOVE – Zone umide (fontanili, cave rogge), agricole, urbane, suburbane, parchi e giar<strong>di</strong>ni.<br />

ALIMENTAZIONE – Generalmente onnivora. Si nutre <strong>di</strong> vegetali che setaccia sui fondali delle zone umide<br />

come cave, fontanili, rogge, laghi.<br />

RIPRODUZIONE – Ni<strong>di</strong>fica tra la bassa vegetazione, molto vicino all’acqua. Le coppie si formano nel tardo<br />

autunno e si riproducono nella primavera successiva. La femmina depone da 9 a 15 uova circa e la cova<br />

dura in me<strong>di</strong>a 26 – 28 giorni. I pulcini sono in grado <strong>di</strong> volare a circa 2 mesi dalla nascita e me<strong>di</strong>amente la<br />

maturità sessuale viene raggiunta ad 1 anno <strong>di</strong> vita.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare<br />

RISCHIO MINIMO<br />

GERMANO REALE<br />

116<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Anseriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Anatidae<br />

GENERE<br />

Anas<br />

SPECIE<br />

A. platyrhynchos


117


NOME COMUNE<br />

Gheppio<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Falco tinnunculus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Il gheppio è un uccello <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni appartenente all'or<strong>di</strong>ne dei Falconiformi.<br />

Raggiunge una lunghezza <strong>di</strong> 31-37 cm e un’ apertura alare 70-80 cm. I gheppi mostrano un acceso<br />

<strong>di</strong>morfismo sessuale: i maschi hanno la testa <strong>di</strong> colore grigio chiaro, le femmine invece sono<br />

uniformemente <strong>di</strong> colore rosso mattone. Il gheppio è caratterizzato da un volo particolare, il cosiddetto il<br />

"Spirito Santo", durante il quale si mantiene totalmente fermo in aria, con piccoli battiti delle ali e tenendo<br />

la coda aperta a ventaglio, sfruttando il vento per mantenersi stabile e osservare il suolo in cerca <strong>di</strong> prede<br />

DOVE – Zone boschive, campagna città e tetti <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici.<br />

ALIMENTAZIONE – I gheppi si cibano <strong>di</strong> topi e altri ro<strong>di</strong>tori, <strong>di</strong> piccoli uccelli, insetti (coleotteri, falene,<br />

cavallette) e lombrichi.<br />

RIPRODUZIONE – Il corteggiamento, avviene a fine marzo o ai primi d'aprile. I gheppi depongono le uova in<br />

ni<strong>di</strong> abbandonati <strong>di</strong> da corvi<strong>di</strong>, in particolare cornacchia grigia e gazza mentre in ambiente urbano possono<br />

utilizzare anfratti e cavità <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici e manufatti. Depongono dalle 4-6 uova <strong>di</strong> colore bianco macchiato <strong>di</strong><br />

rosso-bruno<br />

I giovani sono in grado <strong>di</strong> volare dopo circa quattro settimane<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

GHEPPIO<br />

118<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Accipitriformi<br />

FAMIGLIA<br />

falconidae<br />

GENERE<br />

Falco<br />

SPECIE<br />

Falco tinnunculus


119


NOME COMUNE<br />

Gufo Comune<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Asio otus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Il Gufo Comune è una specie localmente sedentaria. Presenta corpo slanciato, con<br />

piumaggio superiormente fulvo, marrone e grigiastro, striato <strong>di</strong> scuro, inferiormente bruno-giallastro con<br />

striature brune; Ha una taglia <strong>di</strong> 33-40,5 cm e un apertura alare <strong>di</strong> circa 88-100 cm.<br />

La testa è relativamente grande, con due ciuffi <strong>di</strong> piume che non hanno nulla a che vedere col vero e<br />

proprio apparato u<strong>di</strong>tivo, peraltro finissimo. Gli occhi sono gran<strong>di</strong>, posti anteriormente, con iride gialloarancio.<br />

Il gufo non può muovere gli occhi, in compenso però riesce a ruotare la testa <strong>di</strong> ben 360°.<br />

DOVE – Aree boscose ed alberate.<br />

ALIMENTAZIONE – Prevalentemente carnivora, caccia una grande varietà <strong>di</strong> piccoli animali, topi, toporagni,<br />

talpe ,scoiattoli, pipistrelli, ratti, uccelli e insetti<br />

RIPRODUZIONE – Ni<strong>di</strong>fica tra marzo e maggio,. La femmina depone 3-10 uova, Se non trova ni<strong>di</strong> <strong>di</strong> questo<br />

genere depone le uova sul suolo, sotto un albero o un arbusto. Cova le uova per 26-28 giorni, I piccoli<br />

lasciano il nido dopo 3-4 settimane.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

GUFO COMUNE<br />

120<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Strigiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Strigidae<br />

GENERE<br />

Asio<br />

SPECIE<br />

A. Otosu


NOME COMUNE<br />

Lodolaio<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Falco subbuteo<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Lungo circa trenta centimetri, ha la coda <strong>di</strong> quin<strong>di</strong>ci, le singole ali <strong>di</strong> ventitré e l'apertura<br />

alare che supera i settanta. La femmina è alquanto più grande. Quanto al colorito, le parti superiori sono<br />

nere azzurrognole, con la testa grigiastra, la nuca segnata da macchie bianche e le ali orlate <strong>di</strong> giallo<br />

ruggine; le parti inferiori sono striate <strong>di</strong> nero sul fondo bianco o gialliccio; nella coda le timoniere sono<br />

azzurre superiormente e volgono al grigio nella parte inferiore, sempre marcate da macchie trasversali<br />

rosso-ruggine. Compie regolari migrazioni che lo portano a trascorrere l'inverno in Africa sub-sahariana. Il<br />

suo volo basso e veloce richiama quello del rondone, poiché, come questo, tiene le ali <strong>di</strong>sposte a falce, le<br />

muove <strong>di</strong> frequente e compie con grande sveltezza le più <strong>di</strong>fficili evoluzioni. Si posa <strong>di</strong> solito sugli alberi e<br />

molto <strong>di</strong> rado sul terreno.<br />

DOVE – Boschi e aree aperte.<br />

ALIMENTAZIONE – Predano soprattutto uccelli <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni; in particolare, la <strong>di</strong>eta comprende<br />

ron<strong>di</strong>ni, rondoni e passeri. Oltre che <strong>di</strong> questi e <strong>di</strong> altri uccelli, al <strong>di</strong> fuori del periodo <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione, il<br />

lodolaio eurasiatico si nutre <strong>di</strong> insetti volanti, specialmente locuste, libellule e formiche alate.<br />

RIPRODUZIONE – Maschi e femmine giungono assieme nei luoghi <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione e si <strong>di</strong>vidono le cure<br />

parentali, sebbene sia la femmina a svolgere la parte preponderante <strong>della</strong> cova delle uova, alimentata in<br />

parte dal maschio. Per ni<strong>di</strong>ficare utilizza ni<strong>di</strong> abbandonati da altri uccelli posti sugli alberi elevati.<br />

Frequentemente si serve dei ni<strong>di</strong> delle cornacchie, dopo che i proprietari hanno terminato la ni<strong>di</strong>ficazione;<br />

ni<strong>di</strong>ficazione che nel lodolaio avviene con un certo ritardo rispetto alla maggior parte delle altre specie <strong>di</strong><br />

uccelli europei. Infatti, la deposizione inizia <strong>di</strong> solito intorno alla metà <strong>di</strong> giugno e l'involo dei giovani si<br />

verifica verso la metà <strong>di</strong> agosto. La covata è costituita <strong>di</strong> 3-5 uova <strong>di</strong> forma allungata,<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

LODOLAIO<br />

121<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Ave<br />

ORDINE<br />

Falconiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Falconidae<br />

GENERE<br />

Falco<br />

SPECIE<br />

F. subbuteo


122


NOME COMUNE<br />

Lucherino<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Carduelis Spinus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Il Lucherino eurasiatico è un colorato fringillide che si trova nelle regioni europee ed<br />

asiatiche. Generalmente è lungo circa 10-12 cm e pesa 14 grammi. Il maschio presenta la fronte, la calotta<br />

ed il pizzetto <strong>di</strong> colore nero, assenti nella femmina. Altro segno <strong>di</strong>stintivo è il colore giallo maggiormente<br />

<strong>di</strong>ffuso nella livrea degli in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> sesso maschile.<br />

DOVE – Boschi <strong>di</strong> conifere (larici e abeti rossi), ontano betulla, composite, zone suburbane, parchi e<br />

giar<strong>di</strong>ni.<br />

ALIMENTAZIONE – Granivora. Si nutre <strong>di</strong> semi con particolare preferenza per i semi oleosi, mentre i piccoli<br />

sono alimentati da entrambi i genitori a base <strong>di</strong> cibi vegetali e piccoli insetti<br />

RIPRODUZIONE – La riproduzione inizia in Aprile ed il lucherino generalmente ni<strong>di</strong>fica in boschi <strong>di</strong> conifera.<br />

La cova è fatta dalla sola femmina che generalmente depone da un minimo <strong>di</strong> tre ad un massimo <strong>di</strong> cinque<br />

uova,.I piccoli vengono alimentati da entrambe i genitori e raggiungono lo svezzamento intorno al<br />

venticinquesimo giorno <strong>di</strong> vita.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

LUCHERINO<br />

123<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Fringillidae<br />

GENERE<br />

Carduelis<br />

SPECIE<br />

C.Spinus


124


NOME COMUNE<br />

Luì verde<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Phylloscopus collybita<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni piccole. Lunghezza <strong>di</strong> 12 cm, apertura alare <strong>di</strong> 16-18 cm ed un peso <strong>di</strong><br />

10 g. Maschi e femmine sono simili con un piumaggio marrone - verde sulle parti dorsali e bianco sul<br />

ventre. Il sopracciglio è piuttosto evidente ma più tenue rispetto al Luì verde. I giovani sono simili agli<br />

adulti.<br />

DOVE – Frequenta cave e zone umide, piccoli boschi e canneti, parchi, giar<strong>di</strong>ni e aree suburbane.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> insetti, crisali<strong>di</strong>, ragni e larve.<br />

RIPRODUZIONE – Da aprile a giugno, 2 covate in un anno. Ni<strong>di</strong>fica al suolo. La femmina depone 5-6 uova<br />

che cova per circa 2 settimane.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

LUI’ PICCOLO<br />

125<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Sylviidae<br />

GENERE<br />

Phylloscopus<br />

SPECIE<br />

P. collybita


NOME COMUNE<br />

Luì verde<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Phylloscopus sibilatrix<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni piccole. Lunghezza <strong>di</strong> 12 cm, ed un peso <strong>di</strong> 10 g. Maschi e femmine<br />

sono simili con un piumaggio verde oliva su ali, gola e dorso. Presenta alcune penne nere, il petto è chiaro e<br />

il sottogola giallo. Ha una striscia gialla che parte dal becco e attraversa l’occhio terminando poco oltre<br />

quest’ultimo.<br />

DOVE – Frequenta boschi e foreste ma anche aree suburbane e zone alberate con latifoglie ad alto fusto.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> insetti ma può integrare la sua <strong>di</strong>eta con sostanze vegetali.<br />

RIPRODUZIONE – 1-2 covate in un anno. Ni<strong>di</strong>fica al suolo. La femmina depone 5-7 uova che cova per circa 2<br />

settimane.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

LUI’ VERDE<br />

126<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Sylviidae<br />

GENERE<br />

Phylloscopus<br />

SPECIE<br />

P. sibilatrix


NOME COMUNE<br />

Martin pescatore<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Alcedo atthis<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni <strong>della</strong> lunghezza <strong>di</strong> 16-20 cm e apertura alare <strong>di</strong> 25-30 cm. Il<br />

peso è <strong>di</strong> 40-44 g. Maschio e femmina sono simili e il piumaggio è molto colorato. Il maschio presenta un<br />

becco scuro, la femmina presenta la parte inferiore del becco arancione. La livrea è azzurra e il ventre<br />

arancione.<br />

DOVE – Frequenta zone umide, cave, fontanili, lagune.<br />

ALIMENTAZIONE – Prevalentemente pesce ma anche piccoli invertebrati acquatici.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 5-8 uova tra marzo e agosto che cova per circa 3 settimane.<br />

Entrambi i genitori partecipano alla cova. I piccoli si involano dopo circa 1 mese.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

MARTIN PESCATORE<br />

127<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Coraciiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Alce<strong>di</strong>nidae<br />

GENERE<br />

Alcedo<br />

SPECIE<br />

A. atthis


128


NOME COMUNE<br />

Merlo<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Turdus merula<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o-piccole, lunghezza <strong>di</strong> 25-30 cm, apertura alare <strong>di</strong> 35-40 cm. Il<br />

maschio presenta un piumaggio nero con becco e anello oculare giallo. La femmina presenta un piumaggio<br />

marrone.<br />

DOVE – Frequenta aree urbane, suburbane e coltivi.<br />

ALIMENTAZIONE – Onnivoro, Si ciba <strong>di</strong> frutti, bacche, piccoli invertebrati.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone da 4 a 6 uova 3 volte all’anno tra marzo e maggio che cova per circa<br />

2 settimane. I piccoli possono uscire dal nido dopo circa 2 settimane e anche se non sono ancora in grado <strong>di</strong><br />

volare, la mamma costruisce loro un nido tra i cespugli come riparo.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

MERLO<br />

129<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Tur<strong>di</strong>dae<br />

GENERE<br />

Turdus<br />

SPECIE<br />

T. merula


130


NOME COMUNE<br />

nibbio bruno<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Milvus migrans<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Il nibbio bruno è grande 55 - 65 cm e ha una larghezza alare <strong>di</strong> 140 - 150 cm. Il suo peso<br />

corporeo ammonta a circa 600 - 1.000 grammi. Il nibbio bruno può arrivare all'età <strong>di</strong> 20 anni. Ha una coda<br />

biforcuta che viene usata come timone. Il piumaggio è molto scuro e le punte delle ali sono <strong>di</strong> colore nero.<br />

Dimorfismo sessuale non evidente: le femmine sono normalmente più grosse del maschio.<br />

DOVE – Zone boschive, campagna città.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> pesci morti, piccoli uccelli, piccoli mammiferi, anfibi, rettili, insetti, carogne e<br />

rifiuti.<br />

RIPRODUZIONE – Il tempo <strong>di</strong> covata è da aprile a giugno. Il nido viene costruito su vecchi alberi in un<br />

ambiente alto con rami secchi. Ha un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 50 - 100 cm. Il mucchio per la covata viene ovattato con<br />

erba, fogliame, pelliccia e pelo. La femmina depone dalle due alle tre uova. Le uova vengono tenute in<br />

caldo soprattutto dalle femmine per 30 - 35 giorni. I giovani uccelli volano dopo 40 - 45 giorni<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

NIBBIO BRUNO<br />

131<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Accipitriformi<br />

FAMIGLIA<br />

Accipitridae<br />

GENERE<br />

Milvus<br />

SPECIE<br />

M. migrans


NOME COMUNE<br />

Nitticora<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Nycticorax nycticorax<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni. La sua lunghezza è <strong>di</strong> 50-65 cm, pesa 700-1000 g ed ha<br />

un’apertura alare <strong>di</strong> 90-110 cm. Il piumaggio è grigio con le ali più chiare rispetto al dorso. Gli occhi sono<br />

rossi, il becco nero, le zampe, corte, sono gialle. Gli in<strong>di</strong>vidui adulti presentano delle piume bianche lunghe<br />

sul capo. Il suo nome significa “corvo <strong>della</strong> notte” perché è un uccello prevalentemente notturno e il suo<br />

verso ricorda quello <strong>di</strong> un corvo.<br />

DOVE – Frequenta zone umide, corsi d’acqua, cave.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> pesci, anfibi, rettili, invertebrati e piccoli mammiferi.<br />

RIPRODUZIONE – Da maggio a luglio la femmina depone 3-5 uova che vengono covate per circa 1 mese. I<br />

piccoli vengono accu<strong>di</strong>ti da entrambi i genitori per circa 2 settimane.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

NITTICORA<br />

132<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Ciconiiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Ardeidae<br />

GENERE<br />

Nycticorax<br />

SPECIE<br />

N. nycticorax


133


NOME COMUNE<br />

Oca cignoide<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Cygnopsis cygnoides<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Specie selvatica, spesso allevata a scopo prevalentemente ornamentale. Deve il nome al<br />

suo portamento regale e fiero che la fa assomigliare ad un cigno. Il maschio pesa me<strong>di</strong>amente 5-6 kg, la<br />

femmina 4-5 kg. Assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>morfismo sessuale. Il piumaggio è grigio-selvatico con delle barrature <strong>di</strong><br />

bianco, spesso, compatto, con il ventre bianco macchiato <strong>di</strong> nero. Il collo è <strong>di</strong> color nocciola, sfumando al<br />

crema risalendo verso il becco, lungo e piatto interamente nero cinto alla sua base da un anello <strong>di</strong> piume<br />

bianche. Si <strong>di</strong>fferenzia dall'oca domestica per la sua forma slanciata ed elegante ma soprattutto per la<br />

presenza <strong>di</strong> una grossa protuberanza <strong>di</strong> colore quasi nero nella parte superiore del becco.<br />

DOVE – Zone umide (fontanili, cave rogge)<br />

ALIMENTAZIONE – In cattività varia a seconda <strong>della</strong> stagione: nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> abbondante verdura questa<br />

svolge una parte importante <strong>della</strong> <strong>di</strong>eta. In carenza <strong>di</strong> erbe ver<strong>di</strong>, l'alimentazione è prevalentemente<br />

costituita da mangimi e cereali sfarinati.<br />

RIPRODUZIONE – In cattività (allevamento).<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

OCA CIGNOIDE<br />

134<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Anseriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Anatidae<br />

GENERE<br />

Cygnopsis<br />

SPECIE<br />

C. cygnoides


135


NOME COMUNE<br />

Passera d’Italia<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Passer italiae<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, lunghezza <strong>di</strong> circa 15 cm, apertura alare circa 25 cm. Il<br />

piumaggio presenta varie tonalità <strong>di</strong> marrone, grigio e bianco. Il maschio presenta una vistosa macchia nera<br />

sul petto, sotto il becco, e la colorazione del dorso e delle ali è marrone vivace con sfumature <strong>di</strong> nero. La<br />

femmina invece presenta un piumaggio marrone più chiaro e uniforme.<br />

DOVE – Frequenta aree suburbane, urbane e <strong>di</strong> campagna.<br />

ALIMENTAZIONE – Onnivoro, si ciba <strong>di</strong> semi, frutta, insetti.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 3-6 uova tra aprile e settembre che cova per circa 2 settimane. Può<br />

effettuare 3-4 covate in un anno.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

PASSERA D’ITALIA<br />

136<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Passeridae<br />

GENERE<br />

Passer<br />

SPECIE<br />

P. domesticus<br />

italiae


137


NOME COMUNE<br />

Passera mattugia<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Passer montanus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, lunghezza 13-15 cm, apertura alare 22-24 cm. Maschi e<br />

femmine simili con piumaggio marrone, bruno, rossiccio, guance bianche e macchia nera su <strong>di</strong> esse.<br />

Mascherina e gola nere. Parti ventrali bianco grigiastre.<br />

DOVE – Frequenta aree suburbane e coltivi.<br />

ALIMENTAZIONE – Onnivoro, si ciba <strong>di</strong> semi, frutti, insetti.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 3-7 uova tra aprile e settembre che cova alternandosi con il maschio<br />

per circa 2 settimane. I piccoli lasciano il nido dopo 2 settimane ma vengono ancora nutriti dai genitori per<br />

altri 10 giorni.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

PASSERA MATTUGIA<br />

138<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Passeridae<br />

GENERE<br />

Passer<br />

SPECIE<br />

P. montanus


139


NOME COMUNE<br />

Pavoncella<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Vanellus Vanellus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – La pavoncella ha <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>e (lunghezza 30-32 cm, peso 200/220g). Presenta becco<br />

nero, corto e <strong>di</strong>ritto, ali molto larghe arrotondate <strong>di</strong> colore nero-verde come il resto del corpo e sono<br />

attraversate da una linea bianca che da metà ala converge fino alle parti inferiori. Presenta un caratteristico<br />

e <strong>di</strong>stintivo ciuffo nucale molto evidente <strong>di</strong> color nero; Nel maschio è molto più lungo rispetto alla femmina<br />

e negli immaturi è più corto. Il <strong>di</strong>morfismo sessuali non si <strong>di</strong>stingue solamente dal ciuffo ma anche dalla<br />

larghezza delle ali che nel maschio sono più gran<strong>di</strong>; molto probabilmente questo è dovuto ai voli acrobatici<br />

che questo compie durante la riproduzione. La femmina, inoltre possiede vertice meno scuro, zone chiare<br />

del capo più estese e gola macchiata <strong>di</strong> bianco.<br />

In Italia è <strong>di</strong> passo da metà ottobre a novembre e da marzo a metà aprile (ripasso), non ni<strong>di</strong>fica sulla nostra<br />

penisola se non qualche caso eccezionale in pianura padana. E' una specie terragnola e gregaria; durante le<br />

soste in pastura molte sentinelle vigilano ai bor<strong>di</strong> per assicurare lo stormo e avvisarlo in caso <strong>di</strong> pericolo. Ha<br />

volo ondulato con lenti battiti d'ala..<br />

DOVE – Vive lungo le rive dei fiumi o estuari, acquitrini, palu<strong>di</strong>, brughiere e campagne coltivate<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre prevalentemente <strong>di</strong> insetti e le loro larve, in minor quantità <strong>di</strong> sostanze vegetali<br />

RIPRODUZIONE – Specie monogama, depone 3/5 uova una volta l'anno che vengono incubate da entrambi<br />

i sessi per 25-30 giorni. I piccoli, precoci, vengono accu<strong>di</strong>ti principalmente dalla femmina, mentre il maschio<br />

sorveglia la zona. I piccoli raggiungono l'in<strong>di</strong>pendenza in circa 30 giorni.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

PAVONCELLA<br />

140<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Ave<br />

ORDINE<br />

Charadriiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Charadriidae<br />

GENERE<br />

Vanellus<br />

SPECIE<br />

V. vanellus


NOME COMUNE<br />

Pettirosso<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Erithacus rubecula<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensione <strong>della</strong> lunghezza <strong>di</strong> 13-15 cm ed un’apertura alare <strong>di</strong> 22-25 cm.<br />

Il peso varia da 11 a 22 g. Maschio e femmina sono simili con livrea marrone e faccia e petto color rosso<br />

arancione.<br />

DOVE – Frequenta zone suburbane e <strong>di</strong> campagna.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> invertebrati, bacche e piccoli frutti.<br />

RIPRODUZIONE – Ni<strong>di</strong>fica tra aprile e agosto, 1 o 2 volte l’anno. La femmina depone 5 o 6 uova che cova<br />

per 2 settimane circa. I pulcini prendono il volo dopo circa 2 settimane <strong>di</strong> vita.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

PETTIROSSO<br />

141<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Muscicapidae<br />

GENERE<br />

Erithacus<br />

SPECIE<br />

E. rubecola


142


NOME COMUNE<br />

Picchio rosso maggiore<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Dendrocopos major<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o-piccole. Lunghezza <strong>di</strong> 20-25 cm, apertura alare <strong>di</strong> 43 cm circa.<br />

Maschi e femmine sono simili con piumaggio bianco e nero e sottocoda rosso. Il maschio presenta una<br />

macchia rossa sulla nuca e i giovani hanno tutta la sommità dl capo rossa.<br />

DOVE – Frequenta campagne con presenza <strong>di</strong> alberi e boschetti ma anche zone suburbane, parchi e<br />

giar<strong>di</strong>ni.<br />

ALIMENTAZIONE – Insettivoro, si nutre <strong>di</strong> insetti xilofagi (che vivono all’interno delle piante) ma anche <strong>di</strong><br />

semi, frutti e bacche.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone in primavera 4-5 uova che vengono covate per 2 settimane circa. I<br />

piccoli lasciano il nido dopo 20 giorni.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

PICCHIO ROSSO MAGGIORE<br />

143<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Piciformes<br />

FAMIGLIA<br />

Picidae<br />

GENERE<br />

Dendrocopos<br />

SPECIE<br />

D. major


144


NOME COMUNE<br />

Picchio verde<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Picus viri<strong>di</strong>s<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o-piccole. Lunghezza <strong>di</strong> 30-35 cm, apertura alare <strong>di</strong> 48-53 cm<br />

circa. Maschi e femmine sono simili con piumaggio verde sul dorso, con sfumature <strong>di</strong> grigio. Il vertice del<br />

capo è rosso mentre i lati sono neri.<br />

DOVE – Frequenta zone umide, campagne con presenza <strong>di</strong> alberi e boschetti ma anche zone suburbani,<br />

parchi e giar<strong>di</strong>ni.<br />

ALIMENTAZIONE – Insettivoro, si nutre <strong>di</strong> insetti xilofagi (che vivono all’interno delle piante).<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone tra marzo e giugno 5-7 uova che vengono covate per 2 settimane<br />

circa soprattutto dal maschio. I piccoli lasciano il nido dopo 25 giorni.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

PICCHIO VERDE<br />

145<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Piciformes<br />

FAMIGLIA<br />

Picidae<br />

GENERE<br />

Picus<br />

SPECIE<br />

P. viri<strong>di</strong>s


NOME COMUNE<br />

Pigliamosche<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Muscicapa striata<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensione, <strong>della</strong> lunghezza <strong>di</strong> 14-16 cm, apertura alare <strong>di</strong> 23-27 cm e un<br />

peso <strong>di</strong> 16 g. Maschi e femmine presentano colorazioni simili con un piumaggio marrone e più chiaro nelle<br />

parti inferiori. Becco e zampe sono nerastri.<br />

DOVE – Frequenta zone suburbane e coltivi alberati.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> insetti soprattutto mosche, moscerini, farfalle e libellule. Non <strong>di</strong>sdegna però<br />

in caso <strong>di</strong> perio<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficili le bacche.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone tra maggio e luglio 4-5 uova che cova per 2 settimane.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

PIGLIAMOSCHE<br />

146<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Muscicapidae<br />

GENERE<br />

Muscicapa<br />

SPECIE<br />

M. striata


147


NOME COMUNE<br />

Piro piro piccolo<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Actitis hypoleucos<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello limicolo <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> lunghezza pari a circa 19-22 cm ed un’apertura<br />

alare <strong>di</strong> 35-40 cm. Il piumaggio è marrone scuro nelle parti superiori e bianco nelle parti inferiori. Il becco è<br />

marrone e le zampe sono verdastre.<br />

DOVE – Frequenta zone umide, cave, canneti e ambienti coltivi come risaie.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutrie <strong>di</strong> invertebrati (insetti, molluschi, anelli<strong>di</strong>, crostacei).<br />

RIPRODUZIONE – Ni<strong>di</strong>fica una volta all’anno in primavera. La femmina depone circa 4 uova che cova per 3<br />

settimane.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

PIRO PIRO PICCOLO<br />

148<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Charadriiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Scolopacidae<br />

GENERE<br />

Actitis<br />

SPECIE<br />

A. hypoleucos


149


NOME COMUNE<br />

Poiana<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Buteo Buteo<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o-gran<strong>di</strong> appartenente all'or<strong>di</strong>ne dei Falconiformi Ha una<br />

lunghezza tipica tra i 51 e i 57 cm con una apertura alare dai 110 ai 130 cm. La femmina ha <strong>di</strong>mensioni<br />

maggiori. Il piumaggio è invece in<strong>di</strong>stinguibile nei due sessi e caratterizzato da notevole variabilità, con<br />

in<strong>di</strong>vidui quasi completamente bruno scuro. Possiede zampe con unghie ricurve e appuntite. la coda,<br />

piuttosto corta e arrotondata, è fittamente barrata e presenta una fascia scura terminale. Tipico delle<br />

poiane è il volo lento e con ampi e lunghi volteggi planari.<br />

DOVE – Zone urbane, suburbane.<br />

ALIMENTAZIONE – Si ciba prevalentemente <strong>di</strong> piccoli mammiferi, talvolta <strong>di</strong> uccelli, anfibi, rettili, insetti e<br />

carogne.<br />

RIPRODUZIONE – Sembra formare coppie unite per la vita. Il nido viene ricostruito ogni anno, raramente<br />

viene rioccupato quello dell’anno precedente. Viene costruito principalmente sugli alberi, sulle pareti<br />

rocciose e sul terreno scosceso. La femmina depone solitamente 2 o 3 (più raramente 1 o 4 ) uova nel nido<br />

tra marzo e maggio. La cova dura solitamente 34 giorni. I piccoli restano nel nido per i successivi 40-50<br />

giorni e vengono alimentati da entrambi i genitori<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

POIANA<br />

150<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Accipitriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Accipitridae<br />

GENERE<br />

Buteo<br />

SPECIE<br />

B.buteo


151


NOME COMUNE<br />

Ron<strong>di</strong>ne<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Hirundo rustica<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensione, con una lunghezza <strong>di</strong> 18-20 cm ed un’apertura alare <strong>di</strong> 33-35<br />

cm. Maschi e femmine presentano colorazioni simili con piumaggio nero <strong>di</strong> riflessi blu, fronte e gola rossi e<br />

il ventre bianco. La coda è biforcuta.<br />

DOVE – Frequenta zone suburbane, coltivi, zone umide.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> insetti (mosche, zanzare, libellule e altri invertebrati).<br />

RIPRODUZIONE – La femmina ni<strong>di</strong>fica 2 volte all’anno, tra maggio e agosto, depone 4-5 uova che cova per<br />

circa 2 settimane.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

RONDINE<br />

152<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Hirun<strong>di</strong>nidae<br />

GENERE<br />

Hirundo<br />

SPECIE<br />

H. rustica


153


NOME COMUNE<br />

Rondone comune<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Apus apus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, <strong>di</strong> lunghezza 15-20 cm, apertura alare pari a 35-45 cm ed un<br />

peso <strong>di</strong> 40-50 g. Maschio e femmina presentano colorazione simile con livrea marrone scuro e la gola<br />

biancastra. Zampe e becco corti. Ali falciformi. I rondoni dormono in volo.<br />

DOVE – Frequenta zone urbane e suburbane ma anche altri siti per la ricerca <strong>di</strong> cibo.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> insetti, una coppia con ni<strong>di</strong>acei ne può consumare circa 20.000 in un giorno.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 2-3 uova a fine primavera (maggio, giugno) che cova per circa 3<br />

settimane. I piccoli possono abbandonare il nido dopo circa 40 giorni. Le coppie sono stabili fino alla morte<br />

<strong>di</strong> uno dei partner.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

RONDONE COMUNE<br />

154<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Apo<strong>di</strong>formes<br />

FAMIGLIA<br />

Apo<strong>di</strong>dae<br />

GENERE<br />

Apus<br />

SPECIE<br />

A. apus


NOME COMUNE<br />

Scricciolo<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Troglodytes troglodytes<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccelli <strong>di</strong> piccolissime <strong>di</strong>mensioni, lunghezza <strong>di</strong> circa 10 cm, apertura alare <strong>di</strong> 14-17 cm.<br />

Maschi e femmine presentano colorazione marrone con macchie scure mentre l’addome è chiaro. Tiene<br />

spesso la coda rivolta verso l’alto.<br />

DOVE – Frequenta zone suburbane e coltivi con alberi.<br />

ALIMENTAZIONE – Insettivoro ma integra la sua <strong>di</strong>eta con bacche nel periodo invernale.<br />

RIPRODUZIONE – A fine aprile la femmina depone 5-10 uova che cova per 2 settimane. I piccoli restano a<br />

lungo nel nido, anche dopo aver raggiunto l’autosufficienza.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

SCRICCIOLO<br />

155<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Troglodytidae<br />

GENERE<br />

Troglodytes<br />

SPECIE<br />

T. troglodytes


NOME COMUNE<br />

Sgarza ciuffetto<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Ardeola ralloides<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni <strong>della</strong> lunghezza <strong>di</strong> 45-50 cm, un peso <strong>di</strong> 180 – 400 g ed<br />

un’apertura alare <strong>di</strong> 70-90 cm. Il piumaggio è color fulvo, arancione e bianco. Il becco è azzurro con la punta<br />

nerastra. Le zampe sono gialle. Gli in<strong>di</strong>vidui giovani e immaturi hanno una colorazione più chiara.<br />

DOVE – Frequenta zone umide come laghi, cave e ambienti coltivi come le risaie.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> pesci, anfibi e altri invertebrati.<br />

RIPRODUZIONE – Ni<strong>di</strong>fica una sola volta all’anno. La femmina depone a maggio 4-6 uova covate da<br />

entrambi i genitori per circa 3 settimane.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

SGARZA CIUFFETTO<br />

156<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Ciconiiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Ardeidae<br />

GENERE<br />

Ardea7<br />

SPECIE<br />

A. ralloides


NOME COMUNE<br />

Sparviere<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Accipiter nisus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensione. Raggiunge una lunghezza <strong>di</strong> 30-40 cm, un’apertura alare <strong>di</strong><br />

55-70 cm ed un peso pari a circa 150-380 grammi. La femmina è più grande del maschio ed ha una<br />

colorazione grigiastra nella parte superiore, mentre le parti inferiori, gola inclusa, sono bianche fittamente<br />

barrate <strong>di</strong> marrone scuro. Una evidente striatura bianca screziata <strong>di</strong> scuro parte dal becco, attraversa gli<br />

occhi e si congiunge <strong>di</strong>etro sulla nuca. Il maschio presenta una livrea simile alla femmina ma la parte<br />

ventrale sfuma dal bianco all’arancione. Occhi e zampe gialli. Becco grigio con parte terminare nera.<br />

DOVE – Frequenta coltivi con presenza <strong>di</strong> piccoli boschi, alberi e siepi, zone umide e aree suburbane.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutrie <strong>di</strong> uccelli e piccoli mammiferi.<br />

RIPRODUZIONE – Si riproduce da maggio ad agosto e depone 2-7 uova che cova per circa 1 mese. I piccoli<br />

sono in grado <strong>di</strong> volare dopo circa 30 giorni.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

SPARVIERE<br />

157<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Falconiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Accipitridae<br />

GENERE<br />

Accipiter<br />

SPECIE<br />

A. nisus


NOME COMUNE<br />

Stiaccino<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Saxicola rubetra<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni <strong>della</strong> lunghezza <strong>di</strong> 12-14 cm, apertura alare <strong>di</strong> 23-26 cm e un<br />

peso <strong>di</strong> 18 grammi. Maschi e femmine presentano colorazione simile ma queste ultime con colori più tenui.<br />

Parti superiori marrone, sopracciglio bianco, la gola e la parte alta del petto sono arancione. La coda è nera<br />

con due bande laterali bianche. Zampe e becco neri.<br />

DOVE – Frequenta incolti e coltivi con pochi alberi e cespugli.<br />

ALIMENTAZIONE – Insettivoro.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina tra maggio e luglio depone 6 uova che cova per 2 settimane. I piccoli si<br />

involano dopo circa 2 settimane <strong>di</strong> vita.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

STIACCINO<br />

158<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Muscicapidae<br />

GENERE<br />

Saxicola<br />

SPECIE<br />

S. rubetra


159


NOME COMUNE<br />

Storno<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Sturnus vulgaris<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni me<strong>di</strong>o-piccole. Lunghezza <strong>di</strong> 20-25 cm, apertura alare <strong>di</strong> 35-40 cm ed<br />

un peso <strong>di</strong> 70-90 g. Maschi e femmine sono simili con un piumaggio variabile. In estate gli storni sono neri<br />

con riflessi violacei e verdastri mentre il becco è giallognolo e l zampe rossastre. In inverno i riflessi si<br />

attenuano, il becco <strong>di</strong>venta bruno.<br />

DOVE – Frequenta aree suburbane e coltivi alberati.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> insetti, frutta, semi, piccoli vertebrati.<br />

RIPRODUZIONE – Circa 3 covate in un anno. La femmina depone tra aprile e giungo 4-9 uova che cova<br />

insieme al compagno per circa 2 settimane. Dopo circa 3 settimane dalla schiusa, i piccoli possono<br />

abbandonare il nido.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

STORNO<br />

160<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Sturnidae<br />

GENERE<br />

Sturnus<br />

SPECIE<br />

S. vulgaris


161


NOME COMUNE<br />

Svasso maggiore<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Po<strong>di</strong>ceps cristatus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello acquatico <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni. Lunghezza <strong>di</strong> 50-56 cm, apertura alare <strong>di</strong> 76-86 cm<br />

ed un peso pari a circa 600-1300 grammi. Assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>morfismo sessuale. Il piumaggio nuziale si presenta<br />

bruno dorsalmente con petto, parte anteriore del collo e faccia bianchi. Ciuffo e collare bruni. I pulli sono<br />

bianchi con striature nere. Becco lungo, appuntito e rossastro. Coda breve, ali brune e strette, zampe ver<strong>di</strong>gialle<br />

con pie<strong>di</strong> lobati. Il cerimoniale <strong>di</strong> accoppiamento è articolato e molto bello da osservare.<br />

DOVE – Frequenta zone umide, stagni, laghi, cave.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutrie <strong>di</strong> anfibi, piccoli pesci, insetti e crostacei.<br />

RIPRODUZIONE – Si riproduce tra aprile e agosto e depone 2-6 uova che cova per circa 1 mese. I piccoli<br />

sono in grado <strong>di</strong> volare dopo circa 30 giorni.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

SVASSO MAGGIORE<br />

162<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Po<strong>di</strong>cipe<strong>di</strong>formes<br />

FAMIGLIA<br />

Po<strong>di</strong>cipe<strong>di</strong>dae<br />

GENERE<br />

Po<strong>di</strong>ceps<br />

SPECIE<br />

P. cristatus


163


NOME COMUNE<br />

Topino<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Riparia riparia<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Presenta lunghezza <strong>di</strong> 12,5-13 cm e apertura alare 26-29 cm. Gli adulti (in<strong>di</strong>stinguibili in<br />

natura tra <strong>di</strong> loro il maschio e la femmina) hanno le parti superiori completamente marroni. Le parti<br />

inferiori sono biancastre con un evidente collare marrone che separa petto e gola. Il becco è nero e le<br />

zampe, molto corte, anch'esse sono nere. Ha una coda leggermente biforcuta E' una specie gregaria<br />

durante la permanenza nelle nostra provincia e durante le migrazioni si può osservare talvolta in<br />

raggruppamenti anche <strong>di</strong> varie decine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui. Si osserva facilmente soprattutto durante le migrazioni<br />

quando è in volo a caccia <strong>di</strong> insetti in ambienti umi<strong>di</strong> spesso in compagnia delle ron<strong>di</strong>ni alle quali si associa<br />

anche quando si posa per riposarsi.<br />

DOVE – Zone boschive, campagna , zone umide (fontanili, cave rogge).<br />

ALIMENTAZIONE – Il topino vola a raso dell'acqua e va alla ricerca <strong>di</strong> insetti. Raggiunge in queste<br />

circostanze una velocità <strong>di</strong> 50 km/h.<br />

RIPRODUZIONE – Entrambi i partner scavano i tunnel per la covata con il becco e gli artigli in profon<strong>di</strong>tà in<br />

pareti ripide e sabbiose. I buchi in salita nel terreno stabile vengono allargati e ovattati nella parte finale<br />

con penne e fili d'erba. Cova una o due volte all'anno una covata <strong>di</strong> 5 - 6 uova <strong>di</strong> entrambi i genitori per 14 -<br />

16 giorni. I piccoli vengono nutriti allo stesso tempo da entrambi i genitori e lasciano i tunnel <strong>di</strong> covata dopo<br />

18 - 23 giorni. I piccoli costruiscono dopo aver lasciato gli uccelli anziani gran<strong>di</strong> spazi per dormire,<br />

specialmente nei canneti o nei pascoli.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

TOPINO<br />

164<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Hirun<strong>di</strong>nidae<br />

GENERE<br />

Riparia<br />

SPECIE<br />

R. riparia


NOME COMUNE<br />

Torcicollo<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Jynx torquilla<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> lunghezza 17-19 cm, apertura alare <strong>di</strong> 25-30 cm e un peso<br />

<strong>di</strong> circa 35 g. Maschi e femmine sono simili e il piumaggio è marrone-grigio. L’occhio è attraversato da una<br />

striscia marrone scuro che giunge fino alla spalla. Zampe e becco sono marroni-grigi.<br />

DOVE – Frequenta coltivi alberati con siepi e zone suburbane.<br />

ALIMENTAZIONE – Insettivoro, si nutre prevalentemente <strong>di</strong> formiche.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina in primavera depone 7-11 uova che cova per 2 settimane. Dopo 3 settimane i<br />

piccoli sono in grado <strong>di</strong> lasciare il nido.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE: nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

TORCICOLLO<br />

165<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Piciformes<br />

FAMIGLIA<br />

Picidae<br />

GENERE<br />

Jynx<br />

SPECIE<br />

J. torquilla


166


NOME COMUNE<br />

Tortora dal collare<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Streptopelia decaocto<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni, lunghezza <strong>di</strong> 30-35 cm, apertura alare <strong>di</strong> 45-55 cm ed un peso<br />

<strong>di</strong> circa 165 g. Maschi e femmine <strong>di</strong> colorazione simile con piumaggio beige ed un caratteristico collare<br />

nero. Estremità delle ali e <strong>della</strong> coda scure.<br />

DOVE – Frequenta zone urbane, suburbane e coltivi.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> semi, frutta, erbe, piccoli invertebrati.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 1 o 2 uova tra marzo e settembre che cova per circa 2 settimane.<br />

Può fare più <strong>di</strong> una ni<strong>di</strong>ata all’anno. I piccoli si involano dopo circa 3 settimane <strong>di</strong> vita.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

TORTORA DAL COLLARE<br />

167<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Columbiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Columbidae<br />

GENERE<br />

Streptopelia<br />

SPECIE<br />

S. decaocto


168


NOME COMUNE<br />

Tuffetto<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Tachybaptus ruficollis<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole-me<strong>di</strong>a <strong>di</strong>mensioni. E’ il più piccolo svasso italiano. Ha una lunghezza <strong>di</strong><br />

25-30 cm ed un’apertura alare <strong>di</strong> 40-45 cm. La colorazione del piumaggio è generalmente scusa, marrone,<br />

con gola e coda biancastre. Il becco è scuro. La livrea nuziale è caratterizzata dal collo e gola colorati <strong>di</strong><br />

rosso.<br />

DOVE – Frequenta zone umide, cave, corsi d’acqua.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> piccoli pesci, girini, invertebrati.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone in me<strong>di</strong>a 5 uova 2 o 3 volte all’anno dalla fine <strong>di</strong> marzo alla fine <strong>di</strong><br />

agosto. La cova dura circa 3 settimane.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Protetto a livello nazionale (legge 157/92).<br />

RISCHIO MINIMO<br />

TUFFETTO<br />

169<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Po<strong>di</strong>cipe<strong>di</strong>formes<br />

FAMIGLIA<br />

Po<strong>di</strong>cipe<strong>di</strong>dae<br />

GENERE<br />

Tachybaptus<br />

SPECIE<br />

T. ruficollis


NOME COMUNE<br />

Upupa<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Upupa epops<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – L'upupa è lunga 25–29 cm, con apertura alare <strong>di</strong> 44 – 48 cm. Il piumaggio è inconfon<strong>di</strong>bile,<br />

marrone molto chiaro nella parte superiore e a strisce orizzontali bianco-nere nella parte inferiore. Il capo è<br />

provvisto <strong>di</strong> un ciuffo erettile <strong>di</strong> penne, il becco è piuttosto lungo e sottile e leggermente ricurvo verso il<br />

basso. I sessi sono simili. Migra verso i tropici in inverno.<br />

DOVE – Zone boschive, campagna, città.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> larve <strong>di</strong> invertebrati, grossi insetti quali grilli, grossi bruchi e larve, lombrichi,<br />

molluschi, ragni, millepie<strong>di</strong>, chiocciole.<br />

RIPRODUZIONE – Il nido viene collocato in cavità presenti nei vecchi alberi o in nicchie lungo pareti rocciose<br />

ma anche in costruzioni rurali o ruderi. Le uova vengono deposte una due volte all'anno (da 5 a 8), e<br />

vengono covate per 17 giorni. I piccoli si trattengono nel nido per più <strong>di</strong> 3 settimane, accu<strong>di</strong>ti da entrambi i<br />

genitori. Per proteggersi da eventuali predatori, i ni<strong>di</strong>acei posseggono una singolare forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa:<br />

investono il visitatore indesiderato con i loro escrementi puzzolenti<br />

Il canto, un monotono "houp-oup-oup", viene ripetuto incessantemente all'inizio del periodo riproduttivo.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

UPUPA<br />

170<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Coraciiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Upupidae<br />

GENERE<br />

Upupa<br />

SPECIE<br />

U. epops


171


NOME COMUNE<br />

Usignolo <strong>di</strong> fiume<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Cettia cetti<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, lunghezza pari a 15 cm circa, apertura alare <strong>di</strong> 15-18 cm.<br />

Maschi e femmine sono uguali, il piumaggio è marrone nella parte superiore e marrone-grigiastro in quella<br />

inferiore. Presenza <strong>di</strong> sopracciglio bianco sopra gli occhi. Zampe e becco superiore marroni mentre la parte<br />

inferiore del becco è più chiara.<br />

DOVE – Frequenta cave, zone umide e siepi.<br />

ALIMENTAZIONE – Si ciba <strong>di</strong> insetti, larve, piccoli invertebrati ma integra la sua <strong>di</strong>eta con bacche e frutti.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 4-5 uova in primavera.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

USIGNOLO DI FIUME<br />

172<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Sylviidae<br />

GENERE<br />

Cettia<br />

SPECIE<br />

C. cetti


NOME COMUNE<br />

Verdone<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Carduelis chloris<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> lunghezza pari a 14 cm circa, un’apertura alare <strong>di</strong> 25-30 cm<br />

ed un peso <strong>di</strong> 23-30 g. Il maschio d’estate ha piumaggio verde (da cui deriva il nome) con sfumature nere.<br />

Testa e collo invece hanno sfumature grigie. Zampe e becco marroni. La femmina ha colori simili al maschio<br />

ma più tenui.<br />

DOVE – Frequenta zone suburbane e coltivi alberati.<br />

ALIMENTAZIONE – Granivoro, si nutre <strong>di</strong> semi ma anche <strong>di</strong> piccoli invertebrati.<br />

RIPRODUZIONE – La femmina depone 4-8 uova tra aprile e giugno che cova per 2 settimane. I piccoli<br />

abbandonano il nido dopo circa 20 giorni.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

VERDONE<br />

173<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Fringillidae<br />

GENERE<br />

Carduelis<br />

SPECIE<br />

C. chloris


174


NOME COMUNE<br />

Verzellino<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Serinus serinus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Uccello <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni, lunghezza <strong>di</strong> 11-12 cm, apertura alare <strong>di</strong> 20-22 cm e peso <strong>di</strong><br />

12 g. Il maschio presenta un piumaggio colorato con testa e petto gialli con sfumature ver<strong>di</strong> e marroni.<br />

L’addome dal giallo passa al bianco. Becco piccolo e zampe color rosato. Le femmine presentano piumaggio<br />

simile al maschi ma con colorazione meno marcata.<br />

DOVE – Frequenta zone urbane e suburbane.<br />

ALIMENTAZIONE – Granivoro, si nutre <strong>di</strong> semi ma anche <strong>di</strong> piccoli invertebrati.<br />

RIPRODUZIONE – Due covate all’anno. La femmina depone dalla fine <strong>di</strong> aprile 4-5 uova che cova per 10-12<br />

giorni. I piccoli lasciano il nido dopo 2 settimane <strong>di</strong> vita.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Protetto in Italia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

VERZELLINO<br />

175<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Aves<br />

ORDINE<br />

Passeriformes<br />

FAMIGLIA<br />

Fringillidae<br />

GENERE<br />

Serinus<br />

SPECIE<br />

S. serinus


176


PESCI<br />

PISCES<br />

177


NOME COMUNE<br />

Alborella<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Alburnus alburnus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – L’alborella è un piccolo pesce dalla forma allungata e compressa ai fianchi , testa e occhi<br />

gran<strong>di</strong>, bocca leggermente rivolta verso l'alto. La livrea è grigio-azzurra con riflessi metallici e una linea<br />

gialla orizzontale che corre dalla testa alla coda. La lunghezza massima raggiunge i 15 cm, mentre il peso<br />

arriva sino a 50 gr. E’ presente <strong>di</strong>morfismo sessuale: il maschio ha colori leggermente più accentuati,<br />

mentre la femmina risulta leggermente più gonfia. Specie gregaria.<br />

DOVE - Fontanili, cave rogge. Nel periodo invernale tende a frequentare acque più profonde, ma se non è<br />

possibile si <strong>di</strong>stribuisce lungo tutte le profon<strong>di</strong>tà.<br />

ALIMENTAZIONE – Ha <strong>di</strong>eta onnivora, si ciba <strong>di</strong> insetti e larve ma anche <strong>di</strong> zooplancton e vegetali.<br />

RIPRODUZIONE – La riproduzione avviene fra giugno ed agosto; la femmina depone in più riprese 1500-<br />

2000 uova in acque basse, lungo le rive; le uova, piccole, leggermente adesive si schiudono nel giro <strong>di</strong> una<br />

settimana; la maturità sessuale viene raggiunta intorno al terzo-quarto anno <strong>di</strong> età.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare<br />

RISCHIO MINIMO<br />

ALBORELLA<br />

178<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Cyprimiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Cyprinidae<br />

GENERE<br />

Alburnus<br />

SPECIE<br />

A. Alburnus


NOME COMUNE<br />

Carassio<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Carassius carassius<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – In con<strong>di</strong>zioni eccezionali raggiunge la lunghezza <strong>di</strong> 50 cm ed il peso <strong>di</strong> 3 Kg. I profili ventrale<br />

e dorsale sono molto arcuati. La livrea è <strong>di</strong> colore bruno verdastra sul dorso e gialla con riflessi metallici sui<br />

fianchi.<br />

DOVE – Zone umide fontanili, cave rogge.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre preferenzialmente <strong>di</strong> invertebrati, più raramente <strong>di</strong> organismi vegetali.<br />

RIPRODUZIONE – La riproduzione avviene tra maggio e giugno in acque a bassa profon<strong>di</strong>tà e in presenza <strong>di</strong><br />

vegetazione abbondante e substrato <strong>di</strong> sabbia e fango.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Specie esotica.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

CARASSIO<br />

179<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Cypriniformes<br />

FAMIGLIA<br />

Cyprinidae<br />

GENERE<br />

Carassius<br />

SPECIE<br />

C. carassius


NOME COMUNE<br />

Carpa<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Cyprinus carpio<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – La carpa è un pesce d'acqua dolce <strong>di</strong> lunghezza variabile tra i 30 e i 60 centimetri e peso<br />

solitamente compreso tra i 3 e i 35 chili. La bocca è protrattile ed è munita <strong>di</strong> 4 barbigli corti e carnosi. La<br />

coda è forcuta. La livrea è bruno-verdastra con riflessi bronzei su dorso e fianchi. È un pesce estremamente<br />

longevo e si stima possa arrivare a 100 anni <strong>di</strong> età.<br />

DOVE – Fontanili, cave rogge.<br />

ALIMENTAZIONE – Onnivora, si ciba sia <strong>di</strong> organismi animali come insetti e lombrichi che <strong>di</strong> sostanze<br />

vegetali che trova sul fondo,e <strong>di</strong> qualsiasi tipo <strong>di</strong> detrito organico utilizzando i barbigli che hanno funzione<br />

tattile.<br />

RIPRODUZIONE – La carpa è attiva a partire dalla primavera inoltrata sino ai primi fred<strong>di</strong> dell'autunno;<br />

quando la temperatura scende al <strong>di</strong> sotto dei 10°C la carpa si infossa nella melma in uno stato <strong>di</strong> latenza<br />

che dura per tutta la stagione fredda. Si riproduce in tarda primavera ed inizio estate deponendo circa 2-<br />

300.000 uova che schiudono nel giro <strong>di</strong> una settimana.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

CARPA<br />

180<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Cypriniformes<br />

FAMIGLIA<br />

Cyprinidae<br />

GENERE<br />

Cyprinus<br />

SPECIE<br />

C. carpio


NOME COMUNE<br />

Cavedano<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Squalius cephalus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – È caratterizzato dalla bocca grande e terminale, e dal corpo affusolato. La livrea è uniforme,<br />

grigio-verdastra (più chiara sul ventre), con scaglie bordate delicatamente <strong>di</strong> scuro. Le pinne sono brunogiallastre.<br />

I giovani formano piccoli gruppi, gli adulti hanno abitu<strong>di</strong>ni più solitarie.<br />

DOVE – Fontanili, cave rogge<br />

ALIMENTAZIONE – Gli esemplari giovanili hanno una <strong>di</strong>eta onnivora, così come gli adulti, che però si cibano<br />

anche <strong>di</strong> pesci<br />

RIPRODUZIONE – La riproduzione avviene in tarda primavera (maggio-giugno) vicino a riva su fon<strong>di</strong><br />

ghiaiosi: le uova, gialle e molto piccole (0,7 mm) sono deposte su massi e tronchi sommersi, oppure sul<br />

fondo ghiaioso, e si schiudono entro una settimana.<br />

Lo sviluppo è me<strong>di</strong>amente lento: la maturità sessuale giunge a 3-4 anni nei maschi e a 4-5 anni nelle<br />

femmine.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

CAVEDANO<br />

181<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Cypriniformes<br />

FAMIGLIA<br />

Cyprinidae<br />

GENERE<br />

Squalius<br />

SPECIE<br />

S. cephalus


NOME COMUNE<br />

Cobite comune<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Cobitis taenia<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – E' una specie <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione ridotta (massimo 12 cm). Il corpo è allungato e compresso sui<br />

lati soprattutto nella porzione posteriore. La livrea, molto variabile, è caratterizzata dalla presenza, sullo<br />

sfondo <strong>di</strong> colore bruno-giallo, <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> file parallele <strong>di</strong> macchie più scure. Sul capo, rivolto verso il<br />

basso per le abitu<strong>di</strong>ni bentoniche <strong>della</strong> specie, sono presenti barbigli appuntiti.<br />

DOVE – Zone umide fontanili, cave rogge.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> invertebrati che recupera sui fondali e sulla vegetazione.<br />

RIPRODUZIONE – La riproduzione avviene in tarda primavera, tra aprile e maggio. Caratteristici sono i<br />

rigonfiamenti laterali, in prossimità <strong>della</strong> pinna dorsale, che i maschi presentano in coincidenza del periodo<br />

riproduttivo.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

COBITE COMUNE<br />

182<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Cypriniformes<br />

FAMIGLIA<br />

Cobitidae<br />

GENERE<br />

Cobitis<br />

SPECIE<br />

C. taenia


NOME COMUNE<br />

Cobite mascherato<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Sabanejewia larvata<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Questa specie, rara nel nostro territorio, raggiunge la lunghezza totale massima <strong>di</strong> 10 cm. Il<br />

corpo è allungato, compresso lateralmente e avente colorazione grigia e bruna. Il capo è maggiormente<br />

compresso in senso laterale. La bocca è provvista <strong>di</strong> barbigli.<br />

DOVE – Zone umide fontanili, cave rogge.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> macroinvertebrati prevalentemente bentonici.<br />

RIPRODUZIONE – La riproduzione avviene tra maggio e giugno.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

COBITE MASCHERATO<br />

183<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Cypriniformes<br />

FAMIGLIA<br />

Cobitidae<br />

GENERE<br />

Sabanejewia<br />

SPECIE<br />

S. larvata


NOME COMUNE<br />

Gambusia<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Gambusia affinis<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – La gambusia è un piccolo pesce che presenta uno spiccato <strong>di</strong>morfismo sessuale. Le<br />

femmine sono <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni e possono raggiungere la lunghezza massima <strong>di</strong> 6 cm. Il corpo delle<br />

femmine è piuttosto tozzo; quello dei maschi si presenta leggermente affusolato. La colorazione del corpo<br />

è bruna e grigia, lievemente argentea sul ventre. La bocca è rivolta verso l'alto e mostra la man<strong>di</strong>bola<br />

sporgente. Nella femmina è visibile una macchia nera nei pressi <strong>della</strong> pinna anale che appare più evidente<br />

durante la gravidanza.<br />

DOVE – Zone umide fontanili, cave rogge.<br />

ALIMENTAZIONE – Oltre che <strong>di</strong> larve <strong>di</strong> zanzara si nutre <strong>di</strong> altri invertebrati che cattura sulla superficie<br />

dell'acqua.<br />

RIPRODUZIONE – La gambusia è l'unico pesce delle acque interne italiane ad avere fecondazione interna.<br />

Nel maschio la pinna anale è trasformata in organo copulatore (gonopo<strong>di</strong>o). Questa specie ovovipara può<br />

partorire fino a 100 avannotti per volta. Il periodo riproduttivo inizia in tarda primavera e termina alla fine<br />

dell'estate.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Specie esotica, originaria dell’area Sud Orientale degli<br />

Stati Uniti.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

GAMBUSIA<br />

184<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Cyprinidontiformes<br />

FAMIGLIA<br />

Poeciliidae<br />

GENERE<br />

Gambusia<br />

SPECIE<br />

G. affinis


NOME COMUNE<br />

Ghiozzo Padano<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Padogobius bonelli<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Il ghiozzo comune è un piccolo pesce bentonico con un colore <strong>di</strong> fondo bruno o<br />

brunoverde; lunghezza massima fino a 10 cm; peso fino 12-15 gr. Caratteristica è inoltre una macchia nera<br />

ben evidente posta all’apice superiore delle pinne pettorali. È una specie spiccatamente territoriale ed ogni<br />

in<strong>di</strong>viduo <strong>di</strong>fende strenuamente il proprio territorio non permettendo l’ingresso dei propri simili; l’unica<br />

eccezione a questa abitu<strong>di</strong>ne si nota soltanto nel periodo riproduttivo. Ha abitu<strong>di</strong>ni essenzialmente<br />

notturne e sedentarie, non si sposta molto, in genere, dal suo territorio. Vive in piccoli branchi che si<br />

spostano assieme alla ricerca <strong>di</strong> cibo.<br />

DOVE – Zone umide fontanili, cave rogge<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> invertebrati bentonici, soprattutto <strong>di</strong> larve<br />

RIPRODUZIONE – Avviene tra maggio e luglio, sotto le pietre dei sottoriva, nei ni<strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sposti dai maschi<br />

Ogni maschio accoglie nella sua tana una o più femmine, che depongono le uova in modo da farle aderire<br />

alla volta superiore dei nido, dove rimangono, custo<strong>di</strong>te e ossigenate dal maschio, fino alla schiusa<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

GHIOZZO PADANO<br />

185<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Perciformes<br />

FAMIGLIA<br />

Gobiidae<br />

GENERE<br />

Padogobius<br />

SPECIE<br />

P.bonelli


NOME COMUNE<br />

Gobione<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Gobio gobio<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Si tratta <strong>di</strong> un piccolo pesce che raramente supera i 15 cm <strong>di</strong> lunghezza. Il corpo, allungato e<br />

fusiforme, ha colorazione prevalentemente grigia con macchie <strong>di</strong> grandezza variabile <strong>di</strong>sposte in una serie<br />

longitu<strong>di</strong>nale spesso in corrispondenza <strong>della</strong> linea laterale. La bocca, piccola e in posizione infero-me<strong>di</strong>ana,<br />

è provvista <strong>di</strong> un paio <strong>di</strong> barbigli.<br />

DOVE – Zone umide fontanili, cave rogge.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> macro-invertebtrati e piccoli pesci.<br />

RIPRODUZIONE – La deposizione delle uova avviene tra aprile e giugno in acque limpide, sulla ghiaia<br />

grossolana in prossimità <strong>della</strong> riva.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

GOBIONE<br />

186<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Cypriniformes<br />

FAMIGLIA<br />

Cyprinidae<br />

GENERE<br />

Gobio<br />

SPECIE<br />

G. gobio


NOME COMUNE<br />

Luccio<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Esox lucius<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Il luccio è un pesce dal caratteristico muso, appiattito dorso-ventralmente, che ricorda il<br />

becco <strong>di</strong> un'anatra, dotato <strong>di</strong> una bocca molto ampia, fornita <strong>di</strong> robusti denti presenti, oltre che nelle<br />

mascelle, anche sul palato, sulla lingua e sui margini delle branchie. La colorazioni del corpo è molto<br />

variabile e <strong>di</strong>pende dall'ambiente in cui il luccio vive. Può raggiungere 1,30 m <strong>di</strong> lunghezza e superare i 20<br />

kg <strong>di</strong> peso. Gli esemplari <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni sono generalmente femmine.<br />

DOVE – Fontanili, cave rogge<br />

ALIMENTAZIONE – È un predatore <strong>di</strong> altri pesci, in assenza <strong>di</strong> prede consone non <strong>di</strong>sdegna rane, piccoli<br />

mammiferi, giovani uccelli acquatici e il cannibalismo. Il luccio svolge inoltre un importante ruolo <strong>di</strong><br />

selezione e controllo nei confronti <strong>di</strong> varie specie ittiche ed è stato ingiustamente considerato per anni<br />

come un pesce dannoso per la sua presunta voracità.<br />

RIPRODUZIONE – La riproduzione ha luogo, a seconda <strong>della</strong> temperatura, da Febbraio ad Aprile; i lucci si<br />

spostano dai luoghi frequentati abitualmente alla ricerca <strong>di</strong> acque poco profonde, calme con abbondante<br />

vegetazione dove la femmina depone (in più riprese) le uova che possono venire fecondate anche da<br />

maschi <strong>di</strong>versi.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

LUCCIO<br />

187<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Esociformes<br />

FAMIGLIA<br />

Esocidae<br />

GENERE<br />

Esox<br />

SPECIE<br />

E. lucius


NOME COMUNE<br />

Persico reale<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Perca fluviatilis<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Specie avente lunghezza <strong>di</strong> norma non superiore a 50 cm. Il corpo è <strong>di</strong> forma ovale e<br />

leggermente compresso sui lati. La larghezza tende a <strong>di</strong>minuire in <strong>di</strong>rezione <strong>della</strong> pinna caudale. Il capo,<br />

piuttosto grande, è munito <strong>di</strong> una bocca sviluppata provvista <strong>di</strong> una robusta dentatura. Il dorso e i fianchi<br />

sono verdastri e percorsi da bande <strong>di</strong> colore più scuro perpen<strong>di</strong>colari alla linea laterale.<br />

DOVE – Zone umide fontanili, cave rogge.<br />

ALIMENTAZIONE – Si alimenta <strong>di</strong> invertebrati e piccoli pesci che cattura con grande abilità.<br />

RIPRODUZIONE – La stagione riproduttiva inizia a marzo e si conclude in estate inoltrata. I nastri gelatinosi<br />

che contengono le uova vengono adesi agli ostacoli naturali, rappresentati da vegetazione, pietre, ramaglie<br />

ecc., nelle acque poco profonde delle rive dolcemente degradanti.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

PERSICO REALE<br />

188<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Perciformes<br />

FAMIGLIA<br />

Percidae<br />

GENERE<br />

Perca<br />

SPECIE<br />

P. fluviatilis


NOME COMUNE<br />

Persico sole<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Lepomis gibbosus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Gli in<strong>di</strong>vidui adulti sono lunghi al massimo 20 cm. Il corpo, schiacciato sui lati, ha forma<br />

tondeggiante. La testa e grande e la bocca provvista <strong>di</strong> una dentatura robusta ed efficiente. Il corpo è <strong>di</strong><br />

colore olivastro con macchie irregolari gialle e rosse sui fianchi e striature azzurre ai lati <strong>della</strong> testa e sugli<br />

opercoli. L'opercolo presenta una caratteristica macchia rosso scuro.<br />

DOVE – Zone umide fontanili, cave rogge.<br />

ALIMENTAZIONE – E' un animale molto vorace che si nutre <strong>di</strong> invertebrati, vegetazione e piccoli pesci.<br />

Costituisce una minaccia per molte specie autoctone con le quali entra in competizione alimentare.<br />

RIPRODUZIONE – Le uova, deposte dalla femmina in primavera inoltrata, vengono custo<strong>di</strong>te dal maschio<br />

fino al momento <strong>della</strong> schiusa.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Specie esotica, originaria del Nord America.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

PERSICO SOLE<br />

189<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Perciformes<br />

FAMIGLIA<br />

Centrarchidae<br />

GENERE<br />

Lepomis<br />

SPECIE<br />

L. gibbosus


NOME COMUNE<br />

Pseudorasbora<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Pseudorasbora parva<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Piccolo pesce <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni non superiori a 10 cm. Il corpo è affusolato e la testa termina a<br />

punta. E' <strong>di</strong> colore grigio sul dorso, con riflessi più metallici sui fianchi; il ventre è generalmente bianco.<br />

DOVE – Zone umide fontanili, cave rogge.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> larve d'insetto, piccoli pesci e uova <strong>di</strong> pesce.<br />

RIPRODUZIONE – Il periodo riproduttivo <strong>di</strong> questa specie sembra legato alla primavera. I maschi<br />

presentano dei tubercoli nuziali visibili nei pressi degli occhi durante il momento <strong>della</strong> riproduzione.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Specie esotica, originaria dell’Asia Orientale. Questa<br />

specie è stata solo recentemente introdotta nelle nostre acque come conseguenza <strong>di</strong> errate pratiche <strong>di</strong><br />

ripopolamento con materiale non sufficientemente controllato.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

PSEUDORASBORA<br />

190<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Cypriniformes<br />

FAMIGLIA<br />

Cyprinidae<br />

GENERE<br />

Pseudorasbora<br />

SPECIE<br />

P. parva


NOME COMUNE<br />

Rodeo amaro<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Rhodeus sericeus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Piccolo pesce <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni non superiori a 10 cm. Il corpo è largo e schiacciato in senso<br />

laterale. E' <strong>di</strong> colore grigio-verde sul dorso, più chiaro sui fianchi; il ventre è generalmente bianco.<br />

DOVE – Zone umide fontanili, cave rogge.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> invertebrati acquatici.<br />

RIPRODUZIONE – Le uova vengono deposte in primavera. La deposizione sembra essere legata alla<br />

presenza del bivalve del genere che il rodeo amaro utilizzerebbe come nido.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Specie esotica, originaria dell’Asia Orientale. Questa<br />

specie è stata solo recentemente introdotta nelle nostre acque come conseguenza <strong>di</strong> errate pratiche <strong>di</strong><br />

ripopolamento con materiale non sufficientemente controllato.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

RODEO AMARO<br />

191<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Cypriniformes<br />

FAMIGLIA<br />

Cyprinidae<br />

GENERE<br />

Rhodeus<br />

SPECIE<br />

R. sericeus


NOME COMUNE<br />

Rutilo o Gardon<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Rutilus rutilus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Il corpo è moderatamente allungato e compresso e tende a svilupparsi in altezza con la<br />

crescita. La morfologia generale è simile a quella del triotto. La colorazione è grigio-argentea e bianca sul<br />

ventre. L’occhio è rossiccio così come pure le pinne ventrali, pettorali e anale. Si tratta <strong>di</strong> una specie <strong>di</strong><br />

taglia me<strong>di</strong>a, il cui accrescimento è assai variabile in funzione delle <strong>di</strong>sponibilità ambientali. Lunghezza<br />

me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> circa 40 cm.<br />

DOVE – Zone umide fontanili, cave rogge.<br />

ALIMENTAZIONE – I giovani si cibano prevalentemente <strong>di</strong> crostacei planctonici e materiale vegetale per poi,<br />

con l’avanzare dell’età, integrare la <strong>di</strong>eta con invertebrati <strong>di</strong> fondo, piante acquatiche e insetti volanti.<br />

RIPRODUZIONE – La specie <strong>di</strong>viene sessualmente matura intorno al terzo anno <strong>di</strong> vita. Tra aprile e giugno,<br />

lungo le rive, in acque basse a fondo sassoso, le femmine depongono sino a 500.000 uova ciascuna, che<br />

vengono prontamente fecondate da gruppi <strong>di</strong> maschi, dopo vistosi giochi nuziali.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare. Specie esotica, originaria dell’Europa Centrale e<br />

Settentrionale e dell’Asia.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

RUTILO O GARDON<br />

192<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Cypriniformes<br />

FAMIGLIA<br />

Cyprinidae<br />

GENERE<br />

Rutilus<br />

SPECIE<br />

R. rutilus


NOME COMUNE<br />

Scardola<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Scar<strong>di</strong>nius erythrophthalmus<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Questa specie raggiunge la <strong>di</strong>mensione massima <strong>di</strong> 45 cm. Il corpo è ovale e compresso in<br />

senso laterale. La livrea è bruna verdastra, leggermente più scura sul dorso; lateralmente prevalgono i<br />

riflessi argentati. Le pinne sono <strong>di</strong> colore rossastro. Il capo è piuttosto piccolo ma con un grande occhio<br />

dorato; la bocca è in posizione supero-me<strong>di</strong>ana.<br />

DOVE – Zone umide fontanili, cave rogge.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> vegetazione e <strong>di</strong> invertebrati.<br />

RIPRODUZIONE – Si riproduce a partire da aprile ed occasionalmente fino alla tarda estate.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

SCARDOLA<br />

193<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Cypriniformes<br />

FAMIGLIA<br />

Cyprinidae<br />

GENERE<br />

Scar<strong>di</strong>nius<br />

SPECIE<br />

S. erythrophthalmus


NOME COMUNE<br />

Triotto<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Rutilus aula<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Normalmente questa specie raggiunge la lunghezza <strong>di</strong> 15 cm. Il corpo è allungato con i<br />

profili dorso-ventrali piuttosto arcuati. La livrea è <strong>di</strong> colore grigio-verdastro sul dorso e bianca sul ventre. La<br />

testa è piccola e la bocca è situata in posizione me<strong>di</strong>ana.<br />

DOVE – Zone umide fontanili, cave rogge.<br />

ALIMENTAZIONE – Si nutre <strong>di</strong> vegetazione acquatica, <strong>di</strong> invertebrati e <strong>di</strong> piccoli pesci.<br />

RIPRODUZIONE – La deposizione delle uova avviene tra aprile e giugno, raramente si protrae fino a luglio.<br />

Le uova vengono deposte <strong>di</strong> norma in acque basse in presenza <strong>di</strong> vegetazione.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

TRIOTTO<br />

194<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Actinopterygii<br />

ORDINE<br />

Cypriniformes<br />

FAMIGLIA<br />

Cyprinidae<br />

GENERE<br />

Rutilus<br />

SPECIE<br />

R. aula


INVERTEBRATI<br />

INVERTEBRATA<br />

195


INVERTEBRATI<br />

Gli invertebrati rappresentano circa il 95% delle specie animali conosciute. Essi non possiedono una<br />

struttura interna organizzata come quella dei vertebrati (pesci, anfibi, rettili, mammiferi e uccelli) e nello<br />

specifico il termine “invertebrato” in<strong>di</strong>ca la mancanza <strong>di</strong> una colonna vertebrale.<br />

Gli invertebrati più conosciuti sono:<br />

- Poriferi (spugne)<br />

- Cnidari (meduse, polipi, idre, coralli)<br />

- Platelminti (vermi piatti)<br />

- Nemato<strong>di</strong> (vermi cilindrici)<br />

- Anelli<strong>di</strong> (sanguisughe, lombrichi)<br />

- Molluschi (lumache, limacce, chiocciole, gasteropo<strong>di</strong>, bivalvi, cefalopo<strong>di</strong>)<br />

- Artropo<strong>di</strong> (crostacei, gamberi, insetti, ragni, miriapo<strong>di</strong>)<br />

- Echinodermi (ricci <strong>di</strong> mare, stelle marine)<br />

INVERTEBRATI A BUCCINASCO<br />

Qui a Buccinasco, nei <strong>di</strong>versi ambienti che costituiscono il territorio in esame, gli invertebrati rappresentano<br />

appunto il più alto numero <strong>di</strong> specie animali presenti. Data la vastità dell’argomento, i <strong>di</strong>versi “phyla”<br />

saranno trattati nelle e<strong>di</strong>zioni successive. Questa prima e<strong>di</strong>zione vuole essere l’inizio da cui partire per le<br />

ricerche naturalistiche future.<br />

I principali invertebrati che si possono osservare sul nostro Comune sono costituiti da insetti, ragni,<br />

molluschi <strong>di</strong> terra (lumache, chiocciole, limacce) e <strong>di</strong> acqua (gastreopo<strong>di</strong>), crostacei (gamberi).<br />

196


Il capo<br />

Insetto significa <strong>di</strong>viso in sezioni, infatti il corpo degli insetti è formato da tre regioni chiamate anche<br />

metameri: la regione del capo, quella toracica, e quella addominale. Il capo porta due occhi grossi<br />

composti, formati da migliaia <strong>di</strong> unità visive detti ommati<strong>di</strong>. Tra i due occhi composti, in prossimità <strong>della</strong><br />

sommità del capo generalmente sono presenti due ocelli o stimmati che non sono altro che due occhi<br />

semplici. L'apparato boccale è costituito da appen<strong>di</strong>ci mo<strong>di</strong>ficate a seconda <strong>della</strong> loro funzione; l'apparato<br />

boccale è costituito dalle seguenti parti: labbro superiore, man<strong>di</strong>bole, mascelle provviste <strong>di</strong> palpi mascellari<br />

e il labbro inferiore dotato <strong>di</strong> palpi labiali. L'apparato boccale può essere masticatore, lambente,<br />

succhiante, pungente-succhiante, a seconda delle abitu<strong>di</strong>ni alimentari dell'insetto. Un'altra importantissima<br />

funzione è svolta dalle antenne che sono delle appen<strong>di</strong>ci cefaliche le quali assolvono funzioni sensoriali.<br />

Torace<br />

INSETTI<br />

197


Il torace è formato da pro-meso e meta-torace, ognuno <strong>di</strong> questi segmenti porta un paio <strong>di</strong> zampe. Le ali;<br />

quando presenti (due o quattro) sono situate nel secondo e terzo segmento toracico, sono delle strutture<br />

membranose sostenute da venature più o meno rigide e fitte, attraversate per l'intera lunghezza in<br />

prossimità delle venature da vasi linfatici. Le ali a seconda <strong>della</strong> specie possono rimanere <strong>di</strong>stese oppure<br />

piegarsi in riposo. Le ali possono subire svariate mo<strong>di</strong>fiche nei vari or<strong>di</strong>ni; nei Coleotteri sono due elitre che<br />

svolgono essenzialmente funzioni protettive, mentre nei <strong>di</strong>tteri il secondo paio è trasformato in piccole<br />

appen<strong>di</strong>ci chiamate bilancieri che offrono maggiore stabilità nel volo.<br />

Addome<br />

L'addome è sud<strong>di</strong>viso generalmente in un<strong>di</strong>ci segmenti e le appen<strong>di</strong>ci che porta sono spesso connesse con<br />

l'apparato riproduttore, talvolta l'addome porta vere e proprie armi da <strong>di</strong>fesa e offesa; come il pungiglione<br />

degli imenotteri aculeati. Nella parte terminale dell'addome possono essere presenti anche appen<strong>di</strong>ci <strong>di</strong><br />

varia forma e funzione detti cerci, oppure particolari strutture che assolvono la funzione <strong>di</strong> deposizione<br />

delle uova all'interno <strong>di</strong> svariati substrati vivi o morti; tali strutture prendono il nome <strong>di</strong> ovopositore<br />

Apparato <strong>di</strong>gerente<br />

La grande variabilità dei regimi alimentari degli insetti ha determinato un notevole adattamento alle<br />

<strong>di</strong>verse situazioni trofiche e pertanto molte sono le <strong>di</strong>fferenze che si riscontrano nei vari apparati tra Or<strong>di</strong>ni<br />

<strong>di</strong>versi: negli Efemerotteri (insetti la cui vita da adulto è limitata a poche ore)l'intestino ha perso la funzione<br />

<strong>di</strong>gerente per assumere quella <strong>di</strong> organo aereostatico per ampliare le prestazioni <strong>di</strong> volo. I Fillosseri<strong>di</strong><br />

hanno l'ultimo tratto dell'intestino atrofizzato, nei Rincoti Diaspini l'intestino è interrotto e dall'ano esce<br />

solo urina prodotta dai tubi malpighiani che serve anche per la costruzione dello scudetto protettivo. Nei<br />

Cercopi<strong>di</strong> e negli Afrofori<strong>di</strong> gli escrementi vengono gonfiati con aria per proteggere gli sta<strong>di</strong> preimmaginali.<br />

Le termiti usano i loro escrementi come materiale cementante e come cibo. Il canale alimentare è<br />

costituito da tre parti morfologiche ben <strong>di</strong>stinte: stomodeo, mesentero, proctodeo. Lo stomodeo a sua<br />

volta è sud<strong>di</strong>viso in quattro parti: - Faringe: è il primo tratto dell'apparato <strong>di</strong>gerente, è formata<br />

specialmente negli Insetti con apparato succhiante da una muscolatura molto sviluppata che svolge l'azione<br />

<strong>di</strong> pompa aspirante. - Esofago: è un semplice canale che mette in comunicazione la faringe con l'intestino.<br />

Alcune specie <strong>di</strong> Insetti presentano delle <strong>di</strong>latazioni a livello dell'esofago, sono chiamate ingluvie e non<br />

sono altro che delle zone <strong>di</strong> deposito temporaneo del cibo, talvolta nell'ingluvie possono avvenire delle<br />

pre<strong>di</strong>gestione ad opera <strong>di</strong> enzimi salivari. Nelle api è chiamata borsa melaria perché al suo interno viene<br />

prodotto il miele. Nelle formiche assume invece il significato <strong>di</strong> stomaco sociale. - Ventriglio: è l'ultima<br />

sezione dello stomodeo e assume la funzione <strong>di</strong> triturare il cibo, l'azione meccanica viene compiuta grazie<br />

ad una possente muscolatura ed a pliche poste nella parete interna del ventriglio che svolgono un'azione <strong>di</strong><br />

198


macinatura del cibo azionata d continue contrazioni muscolari. Il mesentero svolge nella prima parte<br />

un'azione <strong>di</strong>gestiva, e nell'ultima un'azione assorbente, in certe specie l'azione assorbente è<br />

particolarmente sviluppata grazie ad una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>verticoli che ampliano notevolmente la superficie <strong>di</strong><br />

assorbimento intestinale. Il proctodeo svolge ancora delle piccole azioni <strong>di</strong>gestive e ospita organismi<br />

simbionti che facilitano la <strong>di</strong>gestione, è costituito nelle seguenti parti: - Ileo: rappresenta la prima parte del<br />

proctodeo. - Colon: spesso si trova <strong>di</strong>latato a formare una tasca nella quale avvengono azioni <strong>di</strong>gestive. -<br />

Retto: è la parte terminale del tubo <strong>di</strong>gerente e termina con un'apertura anale, nella quale si trovano delle<br />

papille rettali che hanno la funzione <strong>di</strong> riassorbire l'acqua e sali minerali da feci e urine. Bocca Regimi<br />

<strong>di</strong>etetici degli Insetti Gli Insetti presentano una grande varietà <strong>di</strong> regimi alimentari; fondamentalmente<br />

possono essere <strong>di</strong>stinti in eterofagi, fitofagi e zoofagi. Gli eterofagi si nutrono <strong>di</strong> sostanze sia <strong>di</strong> origine<br />

animale che vegetale, i fitofagi si nutrono <strong>di</strong> sostanze vegetali, pertanto molti <strong>di</strong> essi sono responsabili <strong>di</strong><br />

danni ai raccolti. I fitofagi si <strong>di</strong>vidono in; antofagi, i quali si nutrono <strong>di</strong> fiori, carpofagi: si nutrono <strong>di</strong> frutti,<br />

fillofagi: si nutrono <strong>di</strong> foglie, rizofagi: si nutrono <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci, xilofagi: si nutrono <strong>di</strong> legno, glicifagi: si nutrono <strong>di</strong><br />

sostanze zuccherine prodotte dalle piante. Gli zoofagi si nutrono <strong>di</strong> altri animali, alcuni come i necrofagi si<br />

nutrono <strong>di</strong> cadaveri, gli ematofagi si nutrono <strong>di</strong> sangue, gli altri invece si nutrono <strong>di</strong> animali vivi. Per<br />

allotrofia viene inteso il cambio <strong>di</strong> regime <strong>di</strong>etetico durante la vita dell'in<strong>di</strong>viduo.<br />

Digestione<br />

La <strong>di</strong>gestione avviene normalmente all'interno del tubo <strong>di</strong>gerente, dove le cellule dell'epitelio producono<br />

enzimi <strong>di</strong>gestivi, alcune volte però gli enzimi prodotti per la <strong>di</strong>gestione non sono sufficienti per <strong>di</strong>gerire cibi<br />

particolari; è il caso degli xilofagi che per <strong>di</strong>gerire la lignina ricorrono a simbiosi con protozoi e funghi. In<br />

altri casi invece la <strong>di</strong>gestione può avvenire all'esterno, è il caso <strong>di</strong> certi Afi<strong>di</strong>, Ditteri e Culici<strong>di</strong>, i quali<br />

generalmente dotati <strong>di</strong> apparato boccale pungente - succhiante, emettono all'esterno liqui<strong>di</strong> contenenti<br />

enzimi <strong>di</strong>gestivi.<br />

specie <strong>di</strong> Insetti presentano delle <strong>di</strong>latazioni a livello dell'esofago, sono chiamate ingluvie e non sono altro<br />

che delle zone <strong>di</strong> deposito temporaneo del cibo, talvolta nell'ingluvie possono avvenire delle pre<strong>di</strong>gestione<br />

ad opera <strong>di</strong> enzimi salivari. Nelle api è chiamata borsa melaria perché al suo interno viene prodotto il miele.<br />

Nelle formiche assume invece il significato <strong>di</strong> stomaco sociale. - Ventriglio: è l'ultima sezione dello<br />

stomodeo e assume la funzione <strong>di</strong> triturare il cibo, l'azione meccanica viene compiuta grazie ad una<br />

possente muscolatura ed a pliche poste nella parete interna del ventriglio che svolgono un'azione <strong>di</strong><br />

macinatura del cibo azionata d continue contrazioni muscolari. Il mesentero svolge nella prima parte<br />

un'azione <strong>di</strong>gestiva, e nell'ultima un'azione assorbente, in certe specie l'azione assorbente è<br />

particolarmente sviluppata grazie ad una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>verticoli che ampliano notevolmente la superficie <strong>di</strong><br />

assorbimento intestinale. Il proctodeo svolge ancora delle piccole azioni <strong>di</strong>gestive e ospita organismi<br />

simbionti che facilitano la <strong>di</strong>gestione, è costituito nelle seguenti parti: - Ileo: rappresenta la prima parte del<br />

proctodeo. - Colon: spesso si trova <strong>di</strong>latato a formare una tasca nella quale avvengono azioni <strong>di</strong>gestive. -<br />

Retto: è la parte terminale del tubo <strong>di</strong>gerente e termina con un'apertura anale, nella quale si trovano delle<br />

papille rettali che hanno la funzione <strong>di</strong> riassorbire l'acqua e sali minerali da feci e urine. Bocca Regimi<br />

<strong>di</strong>etetici degli Insetti Gli Insetti presentano una grande varietà <strong>di</strong> regimi alimentari; fondamentalmente<br />

possono essere <strong>di</strong>stinti in eterofagi, fitofagi e zoofagi. Gli eterofagi si nutrono <strong>di</strong> sostanze sia <strong>di</strong> origine<br />

animale che vegetale, i fitofagi si nutrono <strong>di</strong> sostanze vegetali, pertanto molti <strong>di</strong> essi sono responsabili <strong>di</strong><br />

danni ai raccolti. I fitofagi si <strong>di</strong>vidono in; antofagi, i quali si nutrono <strong>di</strong> fiori, carpofagi: si nutrono <strong>di</strong> frutti,<br />

fillofagi: si nutrono <strong>di</strong> foglie, rizofagi: si nutrono <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ci, xilofagi: si nutrono <strong>di</strong> legno, glicifagi: si nutrono <strong>di</strong><br />

sostanze zuccherine prodotte dalle piante. Gli zoofagi si nutrono <strong>di</strong> altri animali, alcuni come i necrofagi si<br />

nutrono <strong>di</strong> cadaveri, gli ematofagi si nutrono <strong>di</strong> sangue, gli altri invece si nutrono <strong>di</strong> animali vivi. Per<br />

allotrofia viene inteso il cambio <strong>di</strong> regime <strong>di</strong>etetico durante la vita dell'in<strong>di</strong>viduo.<br />

Apparato circolatorio<br />

199


L'apparato circolatorio degli Insetti è costituito dall'insieme <strong>di</strong> vasi sanguigni e da cavità dette emocele<br />

entro le quali scorre emolinfa. L'apparato vascolare non deve trasportare ossigeno dato che la funzione<br />

respiratoria è totalmente svolta dall'apparato tracheale.L'apparato vascolare è costituito dal vaso dorsale e<br />

da vasi pulsanti accessori, le cui pareti sono formate da tuniche muscolari. Il vaso dorsale è un tubo che<br />

percorre longitu<strong>di</strong>nalmente tutto il corpo dell'Insetto, è chiuso posteriormente, mentre è aperto nel capo. Il<br />

vaso dorsale è costituito da: - Cuore: rappresenta la parte pulsante <strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni, è costituito da<br />

ventricoliti formati da invaginazioni <strong>della</strong> parete, ogni ventricolite possiede due ostioli che permettono la<br />

fuoriuscita del sangue - Aorta: situata nella regione toracica e nel capo, è poco pulsante e spesso <strong>di</strong>visa in<br />

due rami. - Vasi pulsanti accessori: sono a forma <strong>di</strong> ampolla, posti all'interno o alla base delle appen<strong>di</strong>ci del<br />

corpo: ali, zampe, antenne, la loro funzione è quella <strong>di</strong> coa<strong>di</strong>uvare il movimento dell'emolinfa dentro le<br />

appen<strong>di</strong>ci. Il sistema lacunare è costituito dall'emocele in cui viene riversata l'emolinfa e nel quale sono<br />

immersi tutti gli organi. L'emolinfa possiede le seguenti funzioni: Funzione trofica; contiene sostanze<br />

nutritive per i vari organi, Funzione <strong>di</strong> veicolo per gli ormoni: le sostanze ormonali prodotte dalle varie<br />

ghiandole endocrine vengono trasportate nell'emolinfa. Funzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa: contiene gli emociti in grado <strong>di</strong><br />

fagocitare eventuali parassiti. Funzione meccanica: durante la metamorfosi l'azione meccanica<br />

dell'emolinfa viene usata per provocare il ce<strong>di</strong>mento del tegumento.<br />

Apparato respiratorio<br />

200


L'apparato respiratorio è costituito da un insieme <strong>di</strong> tubuli chiamati trachee e tracheole che trasportano<br />

l'ossigeno all'interno del corpo e permettono la <strong>di</strong>ffusione dei gas negli interstizi cellulari. Gli scambi gassosi<br />

avvengono senza trasportatori chimici avviene semplicemente una <strong>di</strong>ffusione per capillarità. L'apparato<br />

respiratorio è formato da una rete( apparato tracheale) <strong>di</strong> tubuli che raggiunge ogni organo e tessuto.<br />

L'apparato tracheale è composto da: stigmi, trachee, tracheole, sacchi aerei. Gli stigmi sono delle aperture<br />

nel tegumento dell'insetto, in certe specie si ha l'assenza <strong>di</strong> stigmi dato che gli scambi gassosi avvengono<br />

per via osmotica attraverso il tegumento.<br />

Al <strong>di</strong> sotto dello stigma si trova un apparato filtrante che ha la funzione <strong>di</strong> trattenere i corpi estranei,<br />

successivamente si trova un apparato <strong>di</strong> chiusura che serve in caso <strong>di</strong> necessità ad isolare completamente<br />

l'insetto dall'ambiente atmosferico, talvolta possono rimanere chiusi anche per giorni, l'ossigeno necessario<br />

viene preso dai sacchi aerei che hanno appunto la funzione <strong>di</strong> riserva gassosa. La respirazione non è<br />

regolata da ritmi respiratori, quando l'insetto è a riposo basta la sola <strong>di</strong>ffusione, un Insetto in attività invece<br />

sfrutta la contrazione muscolare all'interno delle cavità per creare una sorta <strong>di</strong> respirazione passiva<br />

prodotta da continue depressioni provocate dall'azione dei muscoli.<br />

Organi respiratori degli Insetti che vivono in ambienti acquatici: Gli Insetti acquatici sono forniti <strong>di</strong> organi<br />

capaci <strong>di</strong> utilizzare l'ossigeno <strong>di</strong>sciolto nell'acqua, sono organi chiamate branchie formate da estroflessioni<br />

del tegumento. - Branchie tracheali: note come tracheobranchie o pseudobranchie, sono costituite da<br />

tessuti molto sottili che formano lamine dove lo scambio <strong>di</strong> ossigeno tra acqua e trachee avviene in modo<br />

<strong>di</strong>retto. - Branchie sanguigne: sono delle formazioni tubulari che non contengono trachee ma emolinfa. -<br />

Branchie cuticolari: sono invaginazioni derivate dagli stigmi in <strong>di</strong>retta comunicazione con le trachee. -<br />

Branchie fisiche: non sono strutture branchiali ma formazioni <strong>di</strong> peli idrofughi che mantengono un sottile<br />

velo <strong>di</strong> aria tra il corpo dell'Insetto e l'acqua, gli Insetti in questo caso devono fare scorte <strong>di</strong> ossigeno prima<br />

<strong>di</strong> immergersi.<br />

Sistema nervoso<br />

201


Il sistema nervoso centrale ha il compito <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare e produrre una risposta a tutti gli stimoli che<br />

provengono all'insetto dall'esterno, è formato da gangli costituiti da ammassi <strong>di</strong> cellule nervose, da ogni<br />

ganglio prendono origine i nervi che vanno ad innervare gli organi interni e le appen<strong>di</strong>ci. Il sistema nervoso<br />

centrale è costituito da: il cervello, il gnatocerebro e la catena ganglionare ventrale. Cerebro Gnatoencefalo<br />

Catena gangliolare ventrale<br />

Il cervello è formato dalla fusione dei primi tre coppie <strong>di</strong> gangli, posto in zona craniale i suoi nervi vanno ad<br />

innervare le antenne, gli occhi e ed il labbro superiore. il cervello si <strong>di</strong>vide in tre parti: protocerebro che è la<br />

parte più voluminosa ed innerva gli organi visivi e talvolta produce ormoni.<br />

Il deutocerebro è la sede dei centri olfattivi e innerva le antenne. Il tritocerebro che possiede il controllo<br />

degli apparati boccali. Il gnatocerebro: è la sede dell'innervamento boccale, è costituito da tre gangli e si<br />

trova ventralmente al cervello. La catena gangliolare ventrale: è formata dalla fusione <strong>di</strong> tre coppie <strong>di</strong> gangli<br />

toracici e dalla fusione delle coppie <strong>di</strong> gangli addominali, posta ventralmente al canale alimentare controlla<br />

il movimento delle zampe, delle ali e dell'apparato genitale. l sistema nervoso sensoriale è formato da tutte<br />

quelle strutture che sono in grado <strong>di</strong> ricevere stimoli dall'ambiente e <strong>di</strong> trasmettere coman<strong>di</strong> ai muscoli. Il<br />

centro <strong>di</strong> ricezione dello stimolo è chiamato sensillo e si <strong>di</strong>fferenzia a secondo del segnale che percepisce:<br />

meccanorecettori, chemiorecettori, fotorecettori, igrorecettori, termorecettori.<br />

I meccanorecettori sono in grado <strong>di</strong> percepire stimoli come tatto, onde sonore, pressione atmosferica e<br />

movimento dell'aria. I chemiorecettori sono in grado <strong>di</strong> ricevere stimoli gustativi e olfattivi, sono<br />

particolarmente abbondanti nelle antenne, nei palpi labiali e mascellari. (la mosca domestica possiede dei<br />

chemiorecettori nel pretarso delle zampe, in questo modo assaggia <strong>di</strong> continuo i materiali sulla quale si è<br />

posata.)<br />

I sensilli igrorecettori sono in grado <strong>di</strong> valutare la concentrazione dell'umi<strong>di</strong>tà atmosferica, generalmente si<br />

trovano nelle antenne. I termorecettori sono ij grado <strong>di</strong> percepire le variazioni <strong>di</strong> temperatura. Sensilli<br />

fotorecettori sono posti negli occelli e negli occhi, reagiscono a ra<strong>di</strong>azioni luminose.<br />

Apparato riproduttivo<br />

La riproduzione avviene attraverso la coniugazione dei due sessi, ma esistono anche casi <strong>di</strong> partenogenesi,<br />

in cui la femmina procrea senza bisogno <strong>della</strong> fecondazione maschile, ma ciò avviene in particolari casi in<br />

cui si ha una spiccata mancanza maschile. gli insetti salvo rare eccezioni sono ovipari.<br />

L'apparato sessuale femminile consta <strong>di</strong> due ovari comunicanti con la vagina attraverso gli ovidotti: il canale<br />

che costituisce la vagina sbocca all'esterno nella vulva. la vagina è spesso munita <strong>di</strong> una tasca copulatrice<br />

dove si raccoglie lo sperma e <strong>di</strong> una spermateca dove si possono conservare anche per molto tempo gli<br />

spermatozoi. Questa proprietà permette a molte femmine <strong>di</strong> molte specie <strong>di</strong> insetti <strong>di</strong> fecondare le proprie<br />

202


uova anche a grande <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo dall'ultimo accoppiamento. L'apparato maschile consta <strong>di</strong> un<br />

organo chitinoso estroflessibile detto pene, nel quale sbocca il canale deferente.<br />

Le uova possono essere deposte separatamente, in gruppi o cementate assieme e ricoperte da sostanze<br />

protettive, o racchiuse in appositi involucri detti ooteche. l'insetto che nasce dalla schiusa dell'uovo è<br />

sprovvisto <strong>di</strong> organi sessuali, ma possiede un efficiente apparato <strong>di</strong>gerente. Esteriormente può assomigliare<br />

più o meno all'adulto o essere completamente <strong>di</strong>verso.<br />

Nel primo caso si <strong>di</strong>ce che c'è una metamorfosi incompleta si chiamano quin<strong>di</strong> insetti eterometaboli, la<br />

metamorfosi incompleta può essere <strong>di</strong> svariate caratteristiche: esistono infatti forme giovanili, che pur<br />

essendo somiglianti all'adulto conducono vita <strong>di</strong>versa in altri ambienti e sono dotati <strong>di</strong> organi speciali.<br />

Abbiamo così l'emimetabolia, le cui larve si <strong>di</strong>cono neani<strong>di</strong>. Se le forme giovanili somigliano in tutto alla<br />

forma adulta, ricalcandone anche i costumi, si <strong>di</strong>ce che sono paurometabili.La metamorfosi è invece<br />

completa quando la larva è assolutamente <strong>di</strong>versa dall'adulto, e una volta raggiunto il suo massimo<br />

sviluppo perde la facoltà <strong>di</strong> nutrirsi e <strong>di</strong> muoversi trasformandosi in ninfa.<br />

L'adulto chiamato anche insetto perfetto sfarfallerà dalla ninfa dopo un certo tempo <strong>di</strong> quiescenza detto<br />

ninfosi, mentre in una metamorfosi incompleta esso sguscerà <strong>di</strong>rettamente dalla larva senza passare<br />

attraverso la forma ninfale immobile. Esiste anche l'ipermetabolia, in cui si assiste al susseguirsi <strong>di</strong> forme<br />

larvali <strong>di</strong>verse tra loro sia per aspetto che per biologia. In tutti i casi la larva uscita dall'uovo subisce delle<br />

mute che le permettono <strong>di</strong> accrescere le proprie <strong>di</strong>mensioni liberandosi dal dermascheletro inestensibile.<br />

Le mute possono variare da 2 sino a 10.<br />

203


NOME COMUNE<br />

Gambero <strong>di</strong> fiume<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

A. pallipes<br />

pallipes<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Particolarmente tozzo e dal carapace robusto, può raggiungere gli 11-12 cm <strong>di</strong> lunghezza e i<br />

90 g <strong>di</strong> peso. La colorazione del corpo è bruno-verdastra sul dorso e sui fianchi. Ventre e arti sono invece<br />

biancastri, caratteristica, questa, che è valsa a questa specie il nome <strong>di</strong> "gambero dai pie<strong>di</strong> bianchi"<br />

I maschi si <strong>di</strong>stinguono dalle femmine per il fatto <strong>di</strong> avere le prime due appen<strong>di</strong>ci dell'addome (dette<br />

pleopo<strong>di</strong>) mo<strong>di</strong>ficate in organi sessuali che, all'atto dell'accoppiamento, si uniscono a formare un unico<br />

organo copulatore. Nella femmina le appen<strong>di</strong>ci dell'addome sono invece tutte uguali. Generalmente inoltre<br />

i maschi sono più gran<strong>di</strong> delle femmine e, a parità <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni corporee, hanno le chele più sviluppate e<br />

l'addome più stretto. Vive nei torrenti e nei rii particolarmente ossigenati. Preferisce i letti ghiaiosi o<br />

sabbiosi ma dotati <strong>di</strong> rive in cui siano presenti anfratti e luoghi sicuri, per potersi nascondere e riposare.<br />

Essendo un organismo stenotermo freddo, pre<strong>di</strong>lige le acque fresche con un optimum vicino ai 15 °C e un<br />

range che si <strong>di</strong>scosti <strong>di</strong> pochi gra<strong>di</strong>, sopportando al massimo la temperatura <strong>di</strong> 23 °C.<br />

È un animale tipicamente notturno.<br />

DOVE – Zone umide (fontanili, cave rogge)<br />

ALIMENTAZIONE – La sua <strong>di</strong>eta è onnivora, comprendendo insetti, lombrichi, molluschi, larve, piccoli pesci,<br />

animali morti, ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> piante acquatiche e anche detriti vegetali e animali <strong>di</strong> vario genere.<br />

Esso è particolarmente attivo <strong>di</strong> notte, quando va a caccia delle sue prede camminando sul fondo dei letti<br />

dei torrenti con le chele protese in avanti,<br />

RIPRODUZIONE – L'accoppiamento avviene soprattutto in autunno. La femmina porta sull'addome per 5-6<br />

mesi le uova fecondate (circa un centinaio), prendendosene cura, ventilandole e pulendole continuamente.<br />

In Primavera esse schiudono ma le piccole larve rimangono ancora per qualche tempo aggrappate al corpo<br />

materno. Si <strong>di</strong>mostra particolarmente aggressivo nella <strong>di</strong>fesa del suo territorio e nelle lotte sessuali, come<br />

<strong>di</strong>mostrano le catture <strong>di</strong> esemplari con arti o chele parzialmente o totalmente mutilate.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – In <strong>di</strong>minuzione a causa <strong>di</strong> inquinamento, frammentazione degli habitat e<br />

invasioni biologiche.<br />

MINACCIATO<br />

GAMBERO DI FIUME<br />

204<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Malacostraca<br />

ORDINE<br />

Decapoda<br />

FAMIGLIA<br />

Astacidae<br />

GENERE<br />

Austropotamobius<br />

SPECIE<br />

A. pallipes


NOME COMUNE<br />

Gambero rosso<br />

<strong>della</strong>luisiana<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Procambarus clarkii<br />

MIGRATORIA<br />

STANZIALE<br />

QUANDO<br />

GAMBERO ROSSO DELLA LUISIANA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

DESCRIZIONE – Si tratta <strong>di</strong> una specie originaria delle palu<strong>di</strong> <strong>della</strong> Louisiana, tra le più allevate al mondo ai<br />

fini alimentari. Il gambero rosso è dotato <strong>di</strong> robuste e sviluppate chele dal bordo interno tagliente e<br />

seghettato, con le quali attacca e produce vistose ferite nei pesci. Le chele vengono anche utilizzate per<br />

scavare profonde tane nel substrato. La livrea è variabile, ma tende comunque al rosso scuro, da cui il<br />

nome <strong>di</strong> gambero rosso. Il <strong>di</strong>morfismo sessuale è evidenziato per il fatto che i maschi hanno i primi due paia<br />

<strong>di</strong> arti addominali mo<strong>di</strong>ficati in organi copulatori. Anche le chele sono più robuste e sviluppate nei maschi.<br />

Si tratta <strong>di</strong> una specie infestante, caratterizzata da una intensa attività fossoria. Scava infatti profonde<br />

gallerie negli argini, nei quali causa ce<strong>di</strong>menti, e sul fondo dei canali asciutti, all’interno delle quali sverna<br />

resistendo a temperature inferiori anche a 0° C. Per contro tollera temperature assai elevate e bassissime<br />

concentrazioni <strong>di</strong> ossigeno <strong>di</strong>sciolto (˂ 2 mg/l). Inoltre sopravvive al prosciugamento dei canali, interrandosi<br />

o trasferendosi altrove, essendo in grado <strong>di</strong> sopravvivere fuor d’acqua per <strong>di</strong>verse ore. Infine attacca la<br />

fauna ittica, pinzando i pesci con le sue robuste chele soprattutto durante il periodo riproduttivo, ed è<br />

portatore sano dell’Afanomicosi o “peste del gambero”, malattia alla quale sono recettivi tutti gli Astaci<strong>di</strong><br />

autoctoni, compreso il gambero <strong>di</strong> fiume (Austopotamobius pallipes).<br />

DOVE – Fontanili, cave rogge<br />

ALIMENTAZIONE – L’alimentazione <strong>di</strong> Procambarus clarkii è onnivora, con prevalenza vegetariana negli<br />

adulti.<br />

RIPRODUZIONE – La riproduzione avviene almeno un paio <strong>di</strong> volte alle nostre latitu<strong>di</strong>ni, con la produzione<br />

<strong>di</strong> un basso numero <strong>di</strong> uova (500 circa), ma con un notevole successo demografico.<br />

STATUS E CONSERVAZIONE – Nulla da segnalare.<br />

RISCHIO MINIMO<br />

205<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

malacostraca<br />

ORDINE<br />

Decapoda<br />

FAMIGLIA<br />

Cambaridae<br />

GENERE<br />

Procambarus<br />

SPECIE<br />

P. clarkii


206


ODONATI<br />

Gli odonati sono insetti la cui lunghezza varia da 20 a 80 mm e con un’apertura alare che può raggiungere<br />

anche i 110 mm. Sono caratterizzati da un addome lungo e sottile e da due occhi gran<strong>di</strong> e composti.<br />

L’or<strong>di</strong>ne degli Odonati si <strong>di</strong>vide in tre sottor<strong>di</strong>ni:<br />

- Anisotteri, le cui ali anteriori e posteriori hanno forme <strong>di</strong>verse<br />

- Zigotteri, con ali anteriori e posteriori simili nella forma<br />

- Anisozigotteri, che presentano ali anteriori e posteriori uguali nella forma (come gli Zigotteri) ma il<br />

cui aspetto ricorda quello degli Anisotteri<br />

Agli Odonati appartengono le libellule e le damigelle. Questi insetti vivono lungo le zone umide come laghi,<br />

stagni, corsi d’acqua, cave, ecc.<br />

Generalmente si spostano molto velocemente e all’estremità dell’addome sono presenti un paio <strong>di</strong> cerci.<br />

Sono insetti predatori e presentano un forte apparato masticatore.<br />

- Pag. 208 – in alto: Orthetrum cancellatum; in basso: Sympetrum pedemontanum<br />

- Pag. 209 – in alto: Sympetrum pedemontanum; in basso: Sympetrum pedemontanum<br />

- Pag. 210 – in alto: Anax imperator; in basso: Sympetrum striolatum<br />

- Pag. 211 – in alto: Crocothemis erythraea; in basso: Orthetrum albistylum<br />

- Pag. 212 – in alto: Crocothemis erythraea; in basso: Onychogomphus forcipatus<br />

- Pag. 213 – in alto: Orthetrum albistylum; in basso: Onychogomphus forcipatus<br />

- Pag. 214 – in alto: Sympetrum striolatum; in basso: Sympetrum striolatum<br />

- Pag. 215 – in alto: Onychogomphus forcipatus; in basso: Orthetrum albistylum<br />

- Pag. 216 – in alto: Calopteryx splendens caprai; in basso: Calopteryx splendens caprai<br />

- Pag. 217 – in alto: Platycnemis pennipes; in basso: Platycnemis pennipes<br />

- Pag. 218 – in alto: Ischnura elegans; in basso: Calopteryx virgo padana<br />

- Pag. 219 – in alto: Calopteryx virgo padana; in basso: Calopteryx splendens caprai<br />

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LEPIDOTTERI<br />

I lepidotteri costituiscono un vastissimo or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> insetti conosciuti col nome <strong>di</strong> farfalle e falene.<br />

Il termine lepidotteri significa “ali con scaglie”. Il loro ciclo vitale è costituito da 4 fasi, a cui fa parte anche il<br />

processo <strong>della</strong> metamorfosi, <strong>di</strong>stinte in uovo, larva (bruco), pupa (crisalide), adulto (immagine). Le larve<br />

sono fitofaghe e si nutrono prevalentemente <strong>di</strong> foglie e altre parti <strong>di</strong> pianta. Gli adulti, alcuni grazie al loro<br />

apparato boccale a spiritromba, si nutrono soprattutto <strong>di</strong> nettare e liqui<strong>di</strong> zuccherini, ma anche <strong>di</strong> polline,<br />

frutta, urine, escrementi e carcasse in decomposizione.<br />

I lepidotteri si trovano in qualunque habitat sia presente <strong>della</strong> vegetazione.<br />

- Pag. 223 – in alto: Inachis io; in basso: Inachis io<br />

- Pag. 224 – in alto: Iphiclides podalirius; in basso: Iphiclides podalirius<br />

- Pag. 225 – in alto: Iphiclides podalirius; in basso: Lycaena <strong>di</strong>spar<br />

- Pag. 226 – in alto: Lycaena <strong>di</strong>spar; in basso: Polygonia egea<br />

- Pag. 227 – in alto: Pieris brassicae; in basso: Celastrina argiolus<br />

- Pag. 228 – in alto: Satyrium spini; in basso: Lycaena alciphron<br />

- Pag. 229 – in alto: Vanessa atalanta; in basso: Vanessa atalanta<br />

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FLORA<br />

FLORA<br />

228


NOME COMUNE<br />

Acero campestre<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Acer campestre<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

ACERO CAMPESTRE<br />

DESCRIZIONE: albero o alberello con fogliame deciduo alto fino a 20 m, con chioma globosa, densa, <strong>di</strong><br />

colore verde carico.<br />

TRONCO: eretto, sinuoso, presto ramificato con corteccia brunastra, suberosa, fessurata in placche.<br />

FOGLIE: con lamina spessa, palmata, lobata, con 3 – 5 lobi profon<strong>di</strong>, ottusi non dentati o con un dente per<br />

lobo. Pagina superiore lucida verde scuro, pagina inferiore più chiara.<br />

FIORI: giallo – verdastri in infiorescenze corimbose erette.<br />

FRUTTI: <strong>di</strong>samare dapprima rossastre, poi giallo-brunastre con ali opposte.<br />

NOTE: impiegata come pianta ornamentale e un tempo il suo legno era utilizzato per la costruzione <strong>di</strong><br />

attrezzi.<br />

229<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Sapindales<br />

FAMIGLIA<br />

Aceraceae<br />

GENERE<br />

Acer<br />

SPECIE<br />

Acer<br />

campestre


NOME COMUNE<br />

Ailanto<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Ailanthus altissima<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

AILANTO<br />

DESCRIZIONE: albero con fogliame deciduo alto fino a 20 – 25 m, con chioma globosa, irregolare, <strong>di</strong> colore<br />

verde chiaro.<br />

TRONCO: eretto, ramificato, pollonifero, con corteccia grigio – brunastra intera ma ruvida.<br />

FOGLIE: imparipennate, formate da foglie secondarie lanceolate con base asimmetrica e margine<br />

grossolanamente seghettato.<br />

FIORI: giallo – verdastri, in pannocchie erette e apicali.<br />

FRUTTI: samare lanceolate, brunastre, in densi grappoli penduli, con seme centrale e ala ritorta, presenti<br />

anche in inverno.<br />

NOTE: nel XIX secolo, a causa <strong>di</strong> una epidemia che colpì il baco da seta, l’ailanto fu introdotto e <strong>di</strong>ffuso per<br />

ricavare la seta da un’altra specie <strong>di</strong> baco (Philosamia cynthia) che si nutre delle sue foglie. I risultati però<br />

furono deludenti perché l’insetto non riuscì ad adattarsi al clima europeo.<br />

230<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Sapindales<br />

FAMIGLIA<br />

Simaroubaceae<br />

GENERE<br />

Ailanthus<br />

SPECIE<br />

Ailanthus<br />

altissima


NOME COMUNE<br />

Betulla<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Betula pendula<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

BETULLA BIANCA<br />

DESCRIZIONE: albero con fogliame deciduo, alto fino a 30 m, con chioma allungata verde, gialla in autunno.<br />

TRONCO: eretto, slanciato con rami molto lunghi, sottili e ramuli penduli, glabri. Corteccia bianca che si<br />

sfoglia in liste orizzontali e con fen<strong>di</strong>ture nerastre verso la base.<br />

FOGLIE: da triangolari a romboidali con apice acuminato, ver<strong>di</strong> su entrambe le facce con margine<br />

grossolanamente dentato, a sua volta seghettato.<br />

FIORI: infiorescenze unisessuali, le maschili in amenti penduli, <strong>di</strong> colore giallo, quelle femminili ver<strong>di</strong>, sulla<br />

stessa pianta.<br />

FRUTTI: infruttescenze cilindriche, prima erette, poi pendule che a maturazione liberano semi alati.<br />

NOTE: pianta ornamentale, utilizzata per il legname e impiegata anche per consolidare versanti instabili.<br />

231<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Fagales<br />

FAMIGLIA<br />

Betulaceae<br />

GENERE<br />

Betula<br />

SPECIE<br />

Betula<br />

pendula


NOME COMUNE<br />

Biancospino comune<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Crataegus monogyna<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

BIANCOSPINO COMUNE<br />

DESCRIZIONE: albero o arbusto a fogliame deciduo alto fino a 10 m, con chioma globosa o allungata,<br />

irregolare <strong>di</strong> colore verde intenso.<br />

TRONCO: sinuoso, spesso ramoso dalla base, corteccia compatta <strong>di</strong> colore arancio – brunastro e rami scuri<br />

con spine acute.<br />

FOGLIE: con base più o meno tronca e lamina a contorno ovale, lobi con bor<strong>di</strong> paralleli e 2 – 4 denti<br />

dall’apice con nervature <strong>di</strong>vergenti. Pagina superiore <strong>di</strong> colore verde intenso, pagina inferiore più chiara.<br />

FIORI: in densi corimbi eretti formati da 15 – 20 fiori bianchi con 5 petali e un solo stilo.<br />

FRUTTI: pomi <strong>di</strong> colore rosso intenso, con un solo seme, in densi grappoli.<br />

NOTE: coltivato come pianta ornamentale e conosciuto da lungo tempo per le sue proprietà me<strong>di</strong>cinali.<br />

232<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Rosales<br />

FAMIGLIA<br />

Rosaceae<br />

GENERE<br />

Crataegus<br />

SPECIE<br />

Crataegus<br />

monogyna


NOME COMUNE<br />

Cannuccia <strong>di</strong> palude<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Phragmites australis<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

CANNUCCIA DI PALUDE<br />

DESCRIZIONE: pianta erbacea perenne, rizomatosa, può raggiungere un’altezza <strong>di</strong> 4 m.<br />

FUSTO: epigeo, culmo, eretto e robusto.<br />

FOGLIE: opposte, ampie e laminari, glabre, <strong>di</strong> colore verde, lineari con presenza <strong>di</strong> peli.<br />

FIORI: infiorescenze (pannocchie) con <strong>di</strong>verse spighette, violacee con peli.<br />

FRUTTI: cariosside dotata <strong>di</strong> gluemette e setole.<br />

NOTE: i culmi sono da sempre stati utilizzati per coprire i tetti.<br />

233<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Liliopsida<br />

ORDINE<br />

Poales<br />

FAMIGLIA<br />

Poaceae<br />

GENERE<br />

Phragmites<br />

SPECIE<br />

Phragmites<br />

australis


NOME COMUNE<br />

Carpino bianco<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Carpinus betulus<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

CARPINO BIANCO<br />

DESCRIZIONE: albero, qualche volta arbusto, a fogliame deciduo, alto fino a 20 m, con chioma globosa<br />

espansa <strong>di</strong> colore verde lucente.<br />

TRONCO: dritto con rami ascendenti e corteccia grigio – brunastra, liscia, con strisce più chiare che formano<br />

un <strong>di</strong>segno a rete.<br />

FOGLIE: lamina ellittica con base simmetrica ed apice acuto, allargata verso l’apice con nervature<br />

pronunciate ma senza nervature secondarie, margine con doppia dentellatura.<br />

FIORI: infiorescenze maschili in amenti penduli gialli, le femminili più piccole e verdastre; sono portate<br />

separate sulla stessa pianta.<br />

FRUTTI: infruttescenze giallo – verdastre, poi brunastre, pendule, formate da brattee membranose,<br />

trilobate, portanti ognuna una piccola noce.<br />

NOTE: il Carpino bianco è utilizzato come specie <strong>di</strong> interesse forestale ma anche come pianta ornamentale.<br />

Le foglie venivano utilizzate in passato come foraggio.<br />

234<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Fagales<br />

FAMIGLIA<br />

Betulaceae<br />

GENERE<br />

Carpinus<br />

SPECIE<br />

Carpinus<br />

betulus


NOME COMUNE<br />

Carpino nero<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Ostrya carpinifolia<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

CARPINO NERO<br />

DESCRIZIONE: albero, ma spesso arbusto, con foglie decidue alto fino a 10 m, chioma conica, ovale e spesso<br />

irregolare <strong>di</strong> colore verde vivo.<br />

TRONCO: dritto con corteccia grigio – scura, liscia, tar<strong>di</strong>vamente screpolata<br />

FOGLIE: ovali <strong>di</strong> colore verde chiaro con apice acuminato e margine con doppia dentatura, nervature<br />

evidenti.<br />

FIORI: infiorescenze maschili in amenti gialli penduli in gruppi <strong>di</strong> 2 – 3, quelle femminili in amenti portati<br />

<strong>di</strong>visi sulla stessa pianta.<br />

FRUTTI: infruttescenze ovoidali pendule formate da acheni chiusi in brattee biancastre.<br />

NOTE: pianta resistente anche all’inquinamento, viene utilizzata come ornamentale.<br />

235<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Fagales<br />

FAMIGLIA<br />

Corylaceae<br />

GENERE<br />

Ostrya<br />

SPECIE<br />

Ostrya<br />

carpinifolia


NOME COMUNE<br />

Ciliegio selvatico<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Prunus avium<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

CILIEGIO SELVATICO<br />

DESCRIZIONE: albero con fogliame deciduo alto fino a 20 m, con chioma ovata, piramidale <strong>di</strong> colore verde<br />

vivo.<br />

TRONCO: eretto, sinuoso, ramificato con corteccia grigio – brunastra.<br />

FOGLIE:generalmente pendule con lamina oblanceolata con margine dentellato. Pagina superiore <strong>di</strong> colore<br />

verde scuro, pagina inferiore più chiara.<br />

FIORI: in ombrelle formate da 6 – 10 fiori bianchi.<br />

FRUTTI: drupe (ciliegie) con lungo picciolo <strong>di</strong> colore variabile dal rosa al rosso al rosso – nerastro.<br />

NOTE: il legno viene impiegato nella costruzione <strong>di</strong> mobili mentre i frutti sono utilizzati in ambito<br />

alimentare.<br />

236<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Rosales<br />

FAMIGLIA<br />

Rosaceae<br />

GENERE<br />

Prunus<br />

SPECIE<br />

Prunus<br />

avium


NOME COMUNE<br />

Farnia<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Quercus robur<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

FARNIA<br />

DESCRIZIONE: albero con fogliame deciduo alto fino a 30 m con chioma da ovale a globosa spesso<br />

irregolare, molto ampia, <strong>di</strong> colore verde scuro.<br />

TRONCO: dritto, robusto, presto ramoso con ramuli glabri, corteccia grigio – brunastra pallida, fessurata in<br />

piccole placche.<br />

FOGLIE: sub sessili con piccolo picciolo, lamina obovata con apice arrotondato con due orecchiette alla base<br />

e <strong>di</strong>visa in 4 – 6 lobi arrotondati su ciascun lato; pagina superiore <strong>di</strong> colore verde scuro, quella inferiore con<br />

riflesso bluastro.<br />

FIORI: i fiori maschili sono degli amenti giallastri, penduli, i femminili insignificanti, all’ascella delle foglie,<br />

portati sulla stessa pianta.<br />

FRUTTI: ghiande sessili, ovali con cupole che le ricoprono per circa ¼ .<br />

NOTE: tra le essenze forestali più pregiate. Il legno è duro e resistente.<br />

237<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Fagales<br />

FAMIGLIA<br />

Fagaceae<br />

GENERE<br />

Quercus<br />

SPECIE<br />

Quercus<br />

robur


NOME COMUNE<br />

Frassino maggiore<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Fraxinus excelsior<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

FRASSINO MAGGIORE<br />

DESCRIZIONE: albero con fogliame deciduo alto fino a 20 – 40 m, chioma globosa allungata <strong>di</strong> colore verde<br />

pallido.<br />

TRONCO: eretto, lungo, ramificato in alto, corteccia grigia, liscia e fessurata, spesso ricoperta <strong>di</strong> licheni.<br />

FOGLIE: imparipennate composte da 9 – 13 foglioline lanceolate. Pagina superiore verde scuro, pagina<br />

inferiore grigiastra.<br />

FIORI: unisessuali poco evidenti, senza corolla, con lunghe antere purpuree, presenti sia sulla stessa pianta<br />

che su piante <strong>di</strong>fferenti.<br />

FRUTTI: samare lanceolate in densi grappoli penduli.<br />

NOTE: trova impiego come pianta ornamentale mentre il legno viene utilizzato in falegnameria.<br />

238<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Scrophulariales<br />

FAMIGLIA<br />

Oleaceae<br />

GENERE<br />

Fraxinus<br />

SPECIE<br />

Fraxinus<br />

excelsior


NOME COMUNE<br />

Nocciolo<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Corylus avellana<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

NOCCIOLO<br />

DESCRIZIONE: alberello spesso arbustivo con fogliame deciduo, alto fino a 6 – 7 m, chioma globosa espansa<br />

<strong>di</strong> colore verde vivo.<br />

TRONCO: eretto, ramificato fin dalla base con corteccia grigio brunastra lucida, solo tar<strong>di</strong>vamente con<br />

solchi longitu<strong>di</strong>nali.<br />

FOGLIE: con lamina da ellittica a rotondeggiante, <strong>di</strong> colore verde chiaro opaco, con base cuoriforme e apice<br />

appuntito; margine con dentellatura doppia.<br />

FIORI: infiorescenze maschili in amenti penduli lunghi <strong>di</strong> colore dapprima rosato, poi giallo che si formano in<br />

autunno; i fiori femminili sono simili a piccole gemme.<br />

FRUTTI: piccole noci, generalmente riunite in ciuffi, avvolte quasi completamente da due brattee fogliari<br />

sfrangiate.<br />

NOTE: coltivato per i frutti. Micorizzazione con tartufo bianco e nero.<br />

239<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Fagales<br />

FAMIGLIA<br />

Betulaceae<br />

GENERE<br />

Corylus<br />

SPECIE<br />

Corylus<br />

avellana


NOME COMUNE<br />

Omo campestre<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Ulmus campestris<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

OLMO CAMPESTRE<br />

DESCRIZIONE: albero con fogliame deciduo, alto fino a 30 m, con chioma allungata <strong>di</strong> colore verde vivo.<br />

TRONCO: eretto, ramificato, corteccia grigio – brunastra, screpolata.<br />

FOGLIE: lamina con forma da ellittica a obovata, apice acuminato e margine doppiamente dentato, base<br />

asimmetrica con lobo che ricopre il picciolo. Pagina superiore glabra, lucente, pagina inferiore con qualche<br />

ciuffo <strong>di</strong> peli.<br />

FIORI: in piccole ombrelle ascellari sessili, rosse.<br />

FRUTTI: samare ellittiche con margine glabro e seme posto nella metà apicale.<br />

NOTE: piante utilizzate spesso come ornamento e sopportano bene l’inquinamento e la potatura. Il legno<br />

viene utilizzato per la costruzione <strong>di</strong> mobili e compensato.<br />

240<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Rosales<br />

FAMIGLIA<br />

Ulmaceae<br />

GENERE<br />

Ulmus<br />

SPECIE<br />

Ulmus<br />

campestris


NOME COMUNE<br />

ontano bianco<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Alnus incana<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

ONTANO BIANCO<br />

DESCRIZIONE: albero, ma spesso arbusto, con fogliame deciduo, alto fino a 20 m, con chioma ovale o<br />

piramidale <strong>di</strong> colore verde – grigio.<br />

TRONCO: eretto, presto ramificato e spesso spollonante, con corteccia liscia, grigio chiara – grigio scura.<br />

FOGLIE: ovate, con apice appuntito, <strong>di</strong> colore verde chiaro sulla pagina superiore e grigio argento su quella<br />

inferiore; margine con doppia dentellatura.<br />

FIORI: infiorescenze maschili in amenti penduli, <strong>di</strong> colore giallo – brunastro, quelle femminili in piccoli coni<br />

rossastri, sulla stessa pianta.<br />

FRUTTI: strobili con squame legnose che a maturità liberano semi alati.<br />

NOTE: legno resistente all’acqua. Pianta miglioratrice del terreno in quanto le ra<strong>di</strong>ci sono ricche <strong>di</strong> tubercoli<br />

che ospitano batteri azotofissatori. Le ra<strong>di</strong>ci consolidano le sponde.<br />

241<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Fagales<br />

FAMIGLIA<br />

Betulaceae<br />

GENERE<br />

Alnus<br />

SPECIE<br />

Alnus<br />

incana


NOME COMUNE<br />

Ontano nero<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Alnus glutinosa<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

ONTANO NERO<br />

DESCRIZIONE: albero con fogliame deciduo alto fino a 20 m, con chioma ovata, piramidale <strong>di</strong> colore prima<br />

verde vivo ma presto verde cupo, con riflesso brunastro.<br />

TRONCO: eretto, spesso ramificato dalla base e corteccia grigio – brunastra, fessurata; rami giovani<br />

vischiosi.<br />

FOGLIE: obovate o rotondeggianti con base cuneata, apice spesso inciso e margine con grossolana<br />

dentatura, verde scuro sulla pagina superiore, dello stesso colore su quella inferiore, vischiose da giovani.<br />

FIORI: infiorescenze maschili in amenti lunghi, giallo – brunastri, le femminili ovali sullo stesso peduncolo<br />

portati sulla stessa pianta.<br />

FRUTTI: strobili ovali legnosi marroni che a maturazione liberano semi alati.<br />

NOTE: legno resistente all’acqua. Pianta miglioratrice del terreno in quanto le ra<strong>di</strong>ci sono ricche <strong>di</strong> tubercoli<br />

che ospitano batteri azotofissatori. Le ra<strong>di</strong>ci consolidano le sponde.<br />

242<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Fagales<br />

FAMIGLIA<br />

Betulaceae<br />

GENERE<br />

Alnus<br />

SPECIE<br />

Alnus<br />

glutinosa


NOME COMUNE<br />

Pioppo bianco<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Populus alba<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

PIOPPO BIANCO<br />

DESCRIZIONE: albero con fogliame deciduo alto fino a 30 m, chioma globosa espansa <strong>di</strong> colore grigio chiaro<br />

– grigio brillante.<br />

TRONCO: eretto, <strong>di</strong>viso in grosse branche fin dal basso, con corteccia grigio chiaro, biancastra poi nerastra<br />

verso la base; ramuli ricoperti da lanugine biancastra.<br />

FOGLIE: con lamina da lobata a quasi rotonda; pagina superiore <strong>di</strong> colore verde scuro e pagina inferiore<br />

ricoperta da una fitta peluria bianca.<br />

FIORI: pianta <strong>di</strong>oica con amenti maschili pelosi <strong>di</strong> colore grigio – rosato, e amenti femminili più piccoli,<br />

ver<strong>di</strong>, portati su piante separate.<br />

FRUTTI: infruttescenze in amenti lunghi, formati da numerose capsule verdastre che a maturazione liberano<br />

semi cotonosi.<br />

NOTE: impiegato nella cartiera e anche come pianta ornamentale e per alberature stradali.<br />

243<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Salicales<br />

FAMIGLIA<br />

Salicaceae<br />

GENERE<br />

Populus<br />

SPECIE<br />

Populus<br />

alba


NOME COMUNE<br />

Pioppo nero<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Populus nigra<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

PIOPPO NERO<br />

DESCRIZIONE: albero con fogliame deciduo alto fino a 30 m, con rami ascendenti che formano una chioma<br />

ovale espansa, spesso irregolare, <strong>di</strong> colore verde vivo.<br />

TRONCO: eretto, frequentemente con numerose protuberanze, molto ramificato e <strong>di</strong>viso fin dalla base, con<br />

corteccia grigio – brunastra spessa e solcata.<br />

FOGLIE: da triangolari a romboidali, con apice affusolato e margine seghettato, con lungo picciolo, spesso<br />

ricurvo, <strong>di</strong> colore verde intenso, lucido sulla pagine superiore e più chiaro su quella inferiore.<br />

FIORI: infiorescenze in amenti penduli lunghi <strong>di</strong> colore rosso cupo vivo i maschili, giallo – verdastri i<br />

femminili, portati su piante <strong>di</strong>fferenti.<br />

FRUTTI: infruttescenze in lunghi amenti formati da una collana <strong>di</strong> capsule ovali verdastre che a maturità<br />

liberano semi piumosi.<br />

NOTE: impiegato nella cartiera e anche come pianta ornamentale e per alberature stradali.<br />

244<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Salicales<br />

FAMIGLIA<br />

Salicaceae<br />

GENERE<br />

Populus<br />

SPECIE<br />

Populus<br />

nigra


NOME COMUNE<br />

Robinia pseudoacacia<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Robinia pseudoacacia<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

ROBINIA PSEUDOACACIA<br />

DESCRIZIONE: albero con fogliame deciduo alto fino a 25 m con chioma globosa <strong>di</strong> colore verde pallido.<br />

TRONCO: eretto, largamente ramificato con rami sinuosi e ramuli fortemente spinosi; corteccia grigio –<br />

brunastra, grossolanamente solcata.<br />

FOGLIE: imparipennate composte da foglioline ovate; stipole trasformate in spine robuste; pagina superiore<br />

lucida <strong>di</strong> colore verde – bluastro, pagina inferiore verde – grigiastra.<br />

FIORI: papilionacei bianchi, in densi racemi penduli con odore e sapore dolciastri.<br />

FRUTTI: bacelli lisci, brunastri che rimangono sulla pianta fino all’inverno.<br />

NOTE: impiegato nel consolidamento dei versanti e fornisce ottimo legno.<br />

245<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Fabales<br />

FAMIGLIA<br />

Fabaceae<br />

GENERE<br />

Robinia<br />

SPECIE<br />

Robinia<br />

pseudoacacia


NOME COMUNE<br />

Rovo comune<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Rubus ulmifolius<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

ROVO COMUNE<br />

DESCRIZIONE: pianta arbustiva perenne, semicaducifoglia. Può raggiungere un’altezza <strong>di</strong> 3 m.<br />

FUSTO: legnoso, <strong>di</strong> colore rossastro e dotato <strong>di</strong> aculei.<br />

FOGLIE: imparipennate, costituite da 3 – 5 foglie con margine seghettato <strong>di</strong> colore verde scuro, acuminate.<br />

La pagina superiore è glabra mentre quella inferiore presenta peli bianchi.<br />

FIORI: bianchi o rosa, composti da 5 petali e 5 sepali. Sono raggruppati in racemi a formare infiorescenze <strong>di</strong><br />

forma oblunga o piramidale.<br />

FRUTTI: composti da piccole drupe, all’inizio ver<strong>di</strong>, poi rosse e nere a maturità (more). Il frutto è maturo tra<br />

luglio e settembre.<br />

NOTE: utilizzato per delimitare proprietà e terreni, per ricavarne miele, come corridoi ecologici per la fauna,<br />

i frutti sono impiegati in ambito alimentare.<br />

246<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Rosales<br />

FAMIGLIA<br />

Rosaceae<br />

GENERE<br />

Rubus<br />

SPECIE<br />

Rubus<br />

ulmifolius


NOME COMUNE<br />

Salice bianco<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Salix alba<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

SALICE BIANCO<br />

DESCRIZIONE: albero con fogliame deciduo, alto fino a 20 m con chioma globosa.<br />

TRONCO: dritto, ramificato con rami <strong>di</strong>retti verso l’alto. La corteccia è grigio – brunastra, solcata.<br />

FOGLIE: strettamente lanceolate, affusolate alla base e acuminate all’apice con margine seghettato. Pagina<br />

superiore <strong>di</strong> colore verde con peli argentati e pagina inferiore con fitta peluria bianca.<br />

FIORI: pianta <strong>di</strong>oica con infiorescenze in amenti. Quelli maschili sono gialli, quelli femminili ver<strong>di</strong>, portati su<br />

piante <strong>di</strong>verse.<br />

NOTE: <strong>di</strong>ffusamente coltivato lungo le zone umide. Pianta molto resistente e il legno viene utilizzato per<br />

ricavarne vimini.<br />

247<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Malpighiales<br />

FAMIGLIA<br />

Salicaceae<br />

GENERE<br />

Salix<br />

SPECIE<br />

Salix<br />

alba


NOME COMUNE<br />

Tiglio<br />

NOME SCIENTIFICO<br />

Tilia cordata<br />

AUTOCTONA<br />

ALLOCTONA<br />

FIORITURA<br />

G F M A M G<br />

L A S O N D<br />

TIGLIO<br />

DESCRIZIONE: albero con fogliame deciduo. Raggiunge un’altezza <strong>di</strong> 20 – 30 m.<br />

TRONCO: robusto, ramificato con rami ascendenti, corteccia grigio scuro.<br />

FOGLIE: picciolo glabro, base cordata, asimmetrica, apice acuminato e margine seghettato. Pagina<br />

superiore verde, lucida, quella inferiore glauca.<br />

FIORI: infiorescenze in corimbi non penduli formati da fiori bianchi.<br />

FRUTTI: ovali con pericarpo leggero e fragile.<br />

NOTE: il legno viene utilizzato per le sculture mentre i fiori, ricchi <strong>di</strong> oli essenziali, sono impiegati per<br />

preparare infusi.<br />

248<br />

CLASSIFICAZIONE<br />

CLASSE<br />

Magnoliophyta<br />

ORDINE<br />

Malvales<br />

FAMIGLIA<br />

Tiliaceae<br />

GENERE<br />

Tilia<br />

SPECIE<br />

Tilia<br />

cordata


CHECKLIST<br />

Qui <strong>di</strong> seguito viene riportata una lista in cui sono elencate le specie (per alcuni organismi invece solo gli<br />

or<strong>di</strong>ni) censite fino ad oggi.<br />

CLASSE UCCELLI ANFIBI RETTILI MAMMIFERI PESCI ARTROPODI MOLLUSCHI MALACOSTRACA PIANTE<br />

Numero<br />

<strong>di</strong> specie<br />

70 5 9 14 17 49 2 2 86<br />

Totale <strong>di</strong> specie osservate e identificate negli anni 2010/2011: 254<br />

249


NOME COMUNE NOME SCIENTIFICO Classe<br />

ANIMALI (FAUNA)<br />

ANFIBI<br />

raganella Hyla arborea Amphibia<br />

rana verde comune Rana esculenta Amphibia<br />

rospo comune Bufo bufo Amphibia<br />

tritone crestato Triturus cristatus Amphibia<br />

tritone puntinato Lissotriton vulgaris Amphibia<br />

INVERTEBRATI<br />

tisanuri Insecta<br />

efemerotteri Insecta<br />

odonati Crocothemis erythraea Insecta<br />

odonati Orthetrum albistylum Insecta<br />

odonati Orthetrum coerulescens Insecta<br />

odonati Calopteryx splendens caprai Insecta<br />

odonati Calopteryx virgo padana Insecta<br />

odonati Platycnemis pennipes Insecta<br />

odonati Onychogomphus forcipatus Insecta<br />

odonati Sympetrum pedemontanum Insecta<br />

odonati Sympetrum striolatum Insecta<br />

odonati Orthetrum cancellatum Insecta<br />

odonati Ischnura elegans Insecta<br />

odonati Anax imperator Insecta<br />

blattoidei Insecta<br />

mantoidei Insecta<br />

isotteri Insecta<br />

zoratteri Insecta<br />

plecotteri Insecta<br />

embiotteri Insecta<br />

grilloblattoidei Insecta<br />

dermatteri Insecta<br />

fasmi<strong>di</strong> Insecta<br />

ortotteri Insecta<br />

psocotteri Insecta<br />

mallofagi Insecta<br />

anopluri Insecta<br />

tisanotteri Insecta<br />

rincoti Insecta<br />

neurotteri Insecta<br />

mecotteri Insecta<br />

tricotteri Insecta<br />

lepidotteri Inachis io Insecta<br />

lepidotteri Iphiclides podalirius Insecta<br />

lepidotteri Vanessa atalanta Insecta<br />

lepidotteri Bombice del salice Leucoma salicis Insecta<br />

lepidotteri Cavolaia Pieris brassicae Insecta<br />

lepidotteri Sfinge del galio Macroglossum stellatarum Insecta<br />

lepidotteri Vanessa del cardo Vanessa cardui Insecta<br />

250


<strong>di</strong>tteri Insecta<br />

sifonatteri Insecta<br />

coleotteri Insecta<br />

strepsitteri Insecta<br />

imenotteri Insecta<br />

Molluschi Mollusca Gasteropoda<br />

Molluschi Mollusca Bivalvia<br />

gambero <strong>di</strong> fiume Austropotamobius pallipes Malacostraca<br />

gambero rosso <strong>della</strong> Louisiana Procambarus clarkii Malacostraca<br />

MAMMIFERI<br />

nutria Myocastor coypus Mammalia<br />

arvicola terrestre Arvicola terrestris Mammalia<br />

coniglio selvatico Oryctolagus cuniculus Mammalia<br />

faina Martes foina Mammalia<br />

lepre Lepus europaeus Mammalia<br />

moscar<strong>di</strong>no Muscar<strong>di</strong>nus avellanarius Mammalia<br />

pipistrello Chiroptera Mammalia<br />

ratto Rattus norvegicus Mammalia<br />

riccio Erinaceus europaeus Mammalia<br />

silvilago Sylvilagus floridanus Mammalia<br />

talpa Talpa europaea Mammalia<br />

tasso Meles meles Mammalia<br />

topolino delle risaie Micromys minutus Mammalia<br />

volpe Vulpes vulpes Mammalia<br />

PESCI<br />

alborella Alburnus alburnus Actinopterygii<br />

carassio Carassius carassius Actinopterygii<br />

carpa Cyprinus carpio Actinopterygii<br />

cavedano Leuciscus cephalus Actinopterygii<br />

cobite comune Cobitis taenia Actinopterygii<br />

cobite mascherato Sabanejewia larvata Actinopterygii<br />

gambusia Gambusia affinis Actinopterygii<br />

ghiozzo padano Padogobius bonelli Actinopterygii<br />

gobione Gobio gobio Actinopterygii<br />

luccio Esox lucius Actinopterygii<br />

persico reale Perca fluviatilis Actinopterygii<br />

persico sole Lepomis gibbosus Actinopterygii<br />

pseudorasbora Pseudorasbora parva Actinopterygii<br />

rodeo amaro Rhodeus sericeus Actinopterygii<br />

rutilo o gardon Rutilus rutilus<br />

Scar<strong>di</strong>nius<br />

Actinopterygii<br />

scardola<br />

erythrophthalmus Actinopterygii<br />

triotto Rutilus aula Actinopterygii<br />

RETTILI<br />

biacco Hierophis viri<strong>di</strong>flavus Reptilia<br />

colubro europeo Coronella austriaca Reptilia<br />

251


lucertola <strong>di</strong> campagna Podarcis sicula Reptilia<br />

lucertola muraiola Podarcis muralis Reptilia<br />

natrice Natrix natrix Reptilia<br />

orbettino Anguis fragilis Reptilia<br />

ramarro Lacerta viri<strong>di</strong>s Reptilia<br />

Tartaruga dalle orecchie gialle Trachemys scripta elegans Reptilia<br />

Tartaruga dalle orecchie rosse Trachemys scripta scripta Reptilia<br />

UCCELLI<br />

airone bianco maggiore Casmero<strong>di</strong>us albus Aves<br />

airone cenerino Ardea cinerea Aves<br />

airone guardabuoi Bubulcus ibis Aves<br />

airone rosso Ardea purpurea Aves<br />

allodola Alauda arvensis Aves<br />

alzavola Anas crecca Aves<br />

anatra carolina Aix sponsa Aves<br />

averla piccola Lanius collurio Aves<br />

balestruccio Delichon urbica Aves<br />

balia nera Ficedula hypoleuca Aves<br />

ballerina bianca Motacilla alba Aves<br />

ballerina gialla Motacilla cinerea Aves<br />

capinera Sylvia atricapilla Aves<br />

cardellino Carduelis carduelis Aves<br />

cicogna biancha Ciconia ciconia Aves<br />

cinciallegra Parus maior Aves<br />

cinciarella Parus caeruleus Aves<br />

co<strong>di</strong>bugnolo Aegithalos caudatus Aves<br />

co<strong>di</strong>rosso Phoenicurus phoenicurus Aves<br />

co<strong>di</strong>rosso spazzacamino Phoenicurus ochruros Aves<br />

colombaccio Columba palumbus Aves<br />

cormorano Phalacrocorax carbo Aves<br />

cornacchia grigia Corvus corone cornix Aves<br />

cuculo Cuculus canorus Aves<br />

fagiano comune Phasianus colchicus Aves<br />

folaga Fulica atra Aves<br />

fringuello Fringilla coelebs Aves<br />

frullino Lymnocryptes minimus Aves<br />

gabbiano comune Larus ri<strong>di</strong>bundus Aves<br />

gallinella d'acqua Gallinula chloropus Aves<br />

garzetta Egretta garzetta Aves<br />

gazza Pica pica Aves<br />

germano reale Anas platyrhynchos Aves<br />

gheppio Falco tinnunculus Aves<br />

gufo comune Asio otus Aves<br />

lodolaio Falco subbuteo Aves<br />

lucherino Carduelis spinus Aves<br />

luì piccolo Phylloscopus collybita Aves<br />

luì verde Phylloscopus sibilatrix Aves<br />

martin pescatore Alcedo atthis Aves<br />

merlo Turdus merula Aves<br />

nibbio bruno Milvus migrans Aves<br />

252


nitticora Nycticorax nycticorax Aves<br />

oca cignoide Anser cygnoides Aves<br />

passera d'Italia Passer italiae Aves<br />

passera mattugia Passer montanus Aves<br />

pavoncella Vanellus vanellus Aves<br />

pettirosso Erithacus rubecula Aves<br />

picchio rosso maggiore Dendrocopos major Aves<br />

picchio verde Picus viri<strong>di</strong>s Aves<br />

piccione selvatico Columba livia Aves<br />

pigliamosche Muscicapa striata Aves<br />

piro piro piccolo Actitis hypoleucos Aves<br />

poiana Buteo buteo Aves<br />

ron<strong>di</strong>ne Hirundo rustica Aves<br />

rondone Apus apus Aves<br />

scricciolo Troglodytes troglodytes Aves<br />

sgarza ciuffetto Ardeola ralloides Aves<br />

sparviere Accipiter nisus Aves<br />

stiaccino Saxicola rubetra Aves<br />

storno Sturnus vulgaris Aves<br />

svasso maggiore Po<strong>di</strong>ceps cristatus Aves<br />

topino Riparia riparia Aves<br />

torcicollo Jynx torquilla Aves<br />

tortora dal collare Streptopelia decaocto Aves<br />

tuffetto Tachybaptus ruficollis Aves<br />

upupa Upupa epops Aves<br />

usignolo <strong>di</strong> fiume Cettia cetti Aves<br />

verdone Carduelis chloris Aves<br />

verzellino Serinus serinus Aves<br />

VEGETAZIONE (FLORA)<br />

abete Abies alba Pinopsida<br />

acero campestre Acer campestre Magnoliopsida<br />

acetosa Rumex acetosa Magnoliopsida<br />

acetosa minore Rumex acetosella Magnoliopsida<br />

agrimonia comune Agrimonia eupatoria Magnoliopsida<br />

ailanto Ailanthus altissima Magnoliopsida<br />

alliaria Alliaria petiolata Magnoliopsida<br />

aristolochia clematide Aristolochia clematitis Magnoliopsida<br />

aspraggine comune Picris hieradoides Magnoliopsida<br />

assenzio selvatico Artemisia vulgaris Magnoliopsida<br />

bardana maggiore Arctium lappa Magnoliopsida<br />

biancospino comune Crataegus monogyna Magnoliopsida<br />

brugo Calluna vulgaris Magnoliopsida<br />

camomilla bastarda Anthemis arvensis Magnoliopsida<br />

cannuccia <strong>di</strong> palude Phragmites australis Liliopsida<br />

cardo lanoso Cirsium eriophorum Magnoliopsida<br />

cardo rosso Carduus nutans Magnoliopsida<br />

carice spon<strong>di</strong>cola Carex elata Liliopsida<br />

carota selvatica Daucus carota Magnoliopsida<br />

carpino bianco Carpinus betulus Magnoliopsida<br />

carpino nero Ostrya carpinifolia Magnoliopsida<br />

253


centochio dei campi Anagallis arvensis Magnoliopsida<br />

cerretta comune Serratula tinctoria Magnoliopsida<br />

ciliegio selvatico Prunus avium Magnoliopsida<br />

cipollaccio col fiocco Leopol<strong>di</strong>a comosa Liliopsida<br />

consolida maggiore Symphytum officinale Magnoliopsida<br />

cremesina Phytolacca americana Magnoliopsida<br />

crescione Veronica beccabunga Magnoliopsida<br />

crespino Berberis vulgaris Magnoliopsida<br />

dente <strong>di</strong> leone comune Leontodon hispidus Magnoliopsida<br />

enula baccherina Inula conyzae Magnoliopsida<br />

erba cimicina Geranium robertianum Magnoliopsida<br />

falsa ortica bianca Lamium album Magnoliopsida<br />

falsa ortica purpurea Lamium purpureum Magnoliopsida<br />

farnia Quercus robur Magnoliopsida<br />

forasacco rosso Bromus sterilis Liliopsida<br />

frangola Frangula alnus Magnoliopsida<br />

frassino maggiore Fraxinus excelsior Magnoliopsida<br />

issopo Hyssopus officinalis Magnoliopsida<br />

lenticchia d'acqua Lemna minor Liliopsida<br />

linaiola Thesium linophyllon Magnoliopsida<br />

malva selvatica Malva sylvestris Magnoliopsida<br />

mercorella Mercurialis annua Magnoliopsida<br />

millefoglio d'acqua ascellare Myriophyllum verticillatum Magnoliopsida<br />

muschini Muscari botryoides Liliopsida<br />

nocciolo Corylus avellana Magnoliopsida<br />

nontiscordar<strong>di</strong>mè delle palu<strong>di</strong> Myosotis scorpioides Magnoliopsida<br />

olmo campestre Ulmus campestris Magnoliopsida<br />

ontano nero Alnus glutinosa Magnoliopsida<br />

orniello Fraxinus ornus Magnoliopsida<br />

ortica comune Urtica <strong>di</strong>oica Magnoliopsida<br />

papavero Papaver rhoeas Magnoliopsida<br />

pepe d'acqua Polygonum hydropiper Magnoliopsida<br />

pervinca minore Vinca minor Magnoliopsida<br />

pioppo bianco Populus alba Magnoliopsida<br />

pioppo nero Populus nigra Magnoliopsida<br />

poligono minore Polygonum minus Magnoliopsida<br />

poligono mite Polygonum mite Magnoliopsida<br />

poligono persicaria Polygonum lapathifolium Magnoliopsida<br />

primula Primula vulgaris Magnoliopsida<br />

prugnolo Prunus spinosa Magnoliopsida<br />

prugnolo tar<strong>di</strong>vo Prunus serotina Magnoliopsida<br />

quercia Quercus spp. Magnoliopsida<br />

ranuncolo comune Ranunculus acris Magnoliopsida<br />

robinia Robinia pseudoacacia Magnoliopsida<br />

rosa canina Rosa canina Magnoliopsida<br />

rovo bluastro Rubus caesius Magnoliopsida<br />

rovo comune Rubus ulmifolius Magnoliopsida<br />

salcerella Lythrum salicaria Magnoliopsida<br />

salice bianco Salix alba Magnoliopsida<br />

salice fragile Salix fragilis Magnoliopsida<br />

salice ripariolo Salix eleagnos Magnoliopsida<br />

254


sambuco Sambucus nigra Magnoliopsida<br />

sanguinello Cornus sanguinea Magnoliopsida<br />

saponaria Saponaria officinalis Magnoliopsida<br />

silene bianca Silene alba Magnoliopsida<br />

tarassaco Taraxacum officinale Magnoliopsida<br />

tiglio Tilia cordata Magnoliopsida<br />

trifoglio rosso Trifolium incarnatum Magnoliopsida<br />

veccia montanina Vicia cracca Magnoliopsida<br />

verbasco nero Verbascum nigrum Magnoliopsida<br />

verga d'oro maggiore Solidago gigantea Magnoliopsida<br />

veronica comune Veronica chamaedrys Magnoliopsida<br />

viola del pensiero Viola tricolor Magnoliopsida<br />

viola mammola Viola odorata Magnoliopsida<br />

viperina azzurra Echium vulgare Magnoliopsida<br />

255


GENERALITA’<br />

Nome e Cognome:<br />

CONTATTI<br />

Tel./cell.:<br />

E-mail:<br />

Altro:<br />

DOVE E QUANDO<br />

SCHEDA DI AVVISTAMENTO FAUNISTICO<br />

Luogo dell’avvistamento (Comune e Provincia):<br />

Tipologia <strong>della</strong> zona (rurale, bosco, parco, giar<strong>di</strong>no, siepi, coltivato, incolto, zona umida, ecc.):<br />

Data (gg/mm/aaaa): Ora:<br />

Fase <strong>della</strong> giornata: mattino pomeriggio sera notte<br />

OSSERVAZIONE<br />

Tipo <strong>di</strong> animale: invertebrato vertebrato<br />

Classificazione: molluschi insetti pesci anfibi rettili mammiferi uccelli<br />

Descrizione/caratteristiche:<br />

NOTE:<br />

256


Elenco alfabetico delle specie<br />

abete Pinopsida<br />

acero campestre Magnoliopsida<br />

acetosa Magnoliopsida<br />

acetosa minore Magnoliopsida<br />

agrimonia comune Magnoliopsida<br />

ailanto Magnoliopsida<br />

airone bianco maggiore Aves<br />

airone cenerino Aves<br />

airone guardabuoi Aves<br />

airone rosso Aves<br />

alborella Actinopterygii<br />

alliaria Magnoliopsida<br />

allodola Aves<br />

alzavola Aves<br />

anatra carolina Aves<br />

anopluri Insecta<br />

aristolochia clematide Magnoliopsida<br />

arvicola terrestre Mammalia<br />

aspraggine comune Magnoliopsida<br />

assenzio selvatico Magnoliopsida<br />

averla piccola Aves<br />

balestruccio Aves<br />

balia nera Aves<br />

ballerina bianca Aves<br />

ballerina gialla Aves<br />

bardana maggiore Magnoliopsida<br />

biacco Reptilia<br />

biancospino comune Magnoliopsida<br />

blattoidei Insecta<br />

Bombice del salice Insecta<br />

brugo Magnoliopsida<br />

camomilla bastarda Magnoliopsida<br />

cannuccia <strong>di</strong> palude Liliopsida<br />

capinera Aves<br />

carassio Actinopterygii<br />

cardellino Aves<br />

cardo lanoso Magnoliopsida<br />

cardo rosso Magnoliopsida<br />

carice spon<strong>di</strong>cola Liliopsida<br />

carota selvatica Magnoliopsida<br />

carpa Actinopterygii<br />

carpino bianco Magnoliopsida<br />

carpino nero Magnoliopsida<br />

cavedano Actinopterygii<br />

Cavolaia Insecta<br />

centochio dei campi Magnoliopsida<br />

cerretta comune Magnoliopsida<br />

cicogna biancha Aves<br />

257


ciliegio selvatico Magnoliopsida<br />

cinciallegra Aves<br />

cinciarella Aves<br />

cipollaccio col fiocco Liliopsida<br />

cobite comune Actinopterygii<br />

cobite mascherato Actinopterygii<br />

co<strong>di</strong>bugnolo Aves<br />

co<strong>di</strong>rosso Aves<br />

co<strong>di</strong>rosso spazzacamino Aves<br />

coleotteri Insecta<br />

colombaccio Aves<br />

colubro europeo Reptilia<br />

coniglio selvatico Mammalia<br />

consolida maggiore Magnoliopsida<br />

cormorano Aves<br />

cornacchia grigia Aves<br />

cremesina Magnoliopsida<br />

crescione Magnoliopsida<br />

crespino Magnoliopsida<br />

cuculo Aves<br />

dente <strong>di</strong> leone comune Magnoliopsida<br />

dermatteri Insecta<br />

<strong>di</strong>tteri Insecta<br />

efemerotteri Insecta<br />

embiotteri Insecta<br />

enula baccherina Magnoliopsida<br />

erba cimicina Magnoliopsida<br />

fagiano comune Aves<br />

faina Mammalia<br />

falsa ortica bianca Magnoliopsida<br />

falsa ortica purpurea Magnoliopsida<br />

farnia Magnoliopsida<br />

fasmi<strong>di</strong> Insecta<br />

folaga Aves<br />

forasacco rosso Liliopsida<br />

frangola Magnoliopsida<br />

frassino maggiore Magnoliopsida<br />

fringuello Aves<br />

frullino Aves<br />

gabbiano comune Aves<br />

gallinella d'acqua Aves<br />

gambero <strong>di</strong> fiume Malacostraca<br />

gambero rosso <strong>della</strong> Louisiana Malacostraca<br />

gambusia Actinopterygii<br />

garzetta Aves<br />

gazza Aves<br />

germano reale Aves<br />

gheppio Aves<br />

ghiozzo padano Actinopterygii<br />

gobione Actinopterygii<br />

258


grillo Insecta<br />

gufo comune Aves<br />

imenotteri Insecta<br />

isotteri Insecta<br />

issopo Magnoliopsida<br />

lenticchia d'acqua Liliopsida<br />

lepidotteri Insecta<br />

lepre Mammalia<br />

linaiola Magnoliopsida<br />

lodolaio Aves<br />

luccio Actinopterygii<br />

lucertola <strong>di</strong> campagna Reptilia<br />

lucertola muraiola Reptilia<br />

lucherino Aves<br />

luì piccolo Aves<br />

luì verde Aves<br />

mallofagi Insecta<br />

malva selvatica Magnoliopsida<br />

mantoidei Insecta<br />

martin pescatore Aves<br />

mecotteri Insecta<br />

mercorella Magnoliopsida<br />

merlo Aves<br />

millefoglio d'acqua ascellare Magnoliopsida<br />

Molluschi Gasteropoda<br />

Molluschi Bivalvia<br />

moscar<strong>di</strong>no Mammalia<br />

muschini Liliopsida<br />

natrice Reptilia<br />

neurotteri Insecta<br />

nibbio bruno Aves<br />

nitticora Aves<br />

nocciolo Magnoliopsida<br />

nontiscordar<strong>di</strong>mè delle palu<strong>di</strong> Magnoliopsida<br />

nutria Mammalia<br />

oca cignoide Aves<br />

odonati Insecta<br />

olmo campestre Magnoliopsida<br />

ontano nero Magnoliopsida<br />

orbettino Reptilia<br />

orniello Magnoliopsida<br />

ortica comune Magnoliopsida<br />

ortotteri Insecta<br />

papavero Magnoliopsida<br />

passera d'Italia Aves<br />

passera mattugia Aves<br />

pavoncella Aves<br />

pepe d'acqua Magnoliopsida<br />

persico reale Actinopterygii<br />

persico sole Actinopterygii<br />

259


pervinca minore Magnoliopsida<br />

pettirosso Aves<br />

picchio rosso maggiore Aves<br />

picchio verde Aves<br />

piccione selvatico Aves<br />

pigliamosche Aves<br />

pioppo bianco Magnoliopsida<br />

pioppo nero Magnoliopsida<br />

pipistrello Mammalia<br />

piro piro piccolo Aves<br />

plecotteri Insecta<br />

poiana Aves<br />

poligono minore Magnoliopsida<br />

poligono mite Magnoliopsida<br />

poligono persicaria Magnoliopsida<br />

primula Magnoliopsida<br />

prugnolo Magnoliopsida<br />

prugnolo tar<strong>di</strong>vo Magnoliopsida<br />

pseudorasbora Actinopterygii<br />

psocotteri Insecta<br />

quercia Magnoliopsida<br />

raganella Amphibia<br />

ramarro Reptilia<br />

rana verde comune Amphibia<br />

ranuncolo comune Magnoliopsida<br />

ratto Mammalia<br />

riccio Mammalia<br />

rincoti Insecta<br />

robinia Magnoliopsida<br />

rodeo amaro Actinopterygii<br />

ron<strong>di</strong>ne Aves<br />

rondone Aves<br />

rosa canina Magnoliopsida<br />

rospo comune Amphibia<br />

rovo bluastro Magnoliopsida<br />

rovo comune Magnoliopsida<br />

rutilo o gardon Actinopterygii<br />

salcerella Magnoliopsida<br />

salice bianco Magnoliopsida<br />

salice fragile Magnoliopsida<br />

salice ripariolo Magnoliopsida<br />

sambuco Magnoliopsida<br />

sanguinello Magnoliopsida<br />

saponaria Magnoliopsida<br />

scardola Actinopterygii<br />

scricciolo Aves<br />

Sfinge del galio Insecta<br />

sgarza ciuffetto Aves<br />

sifonatteri Insecta<br />

silene bianca Magnoliopsida<br />

260


silvilago Mammalia<br />

sparviere Aves<br />

stiaccino Aves<br />

storno Aves<br />

strepsitteri Insecta<br />

svasso maggiore Aves<br />

talpa Mammalia<br />

tarassaco Magnoliopsida<br />

Tartaruga dalle orecchie gialle Reptilia<br />

Tartaruga dalle orecchie rosse Reptilia<br />

tasso Mammalia<br />

tiglio Magnoliopsida<br />

tisanotteri Insecta<br />

tisanuri Insecta<br />

topino Aves<br />

topolino delle risaie Mammalia<br />

torcicollo Aves<br />

tortora dal collare Aves<br />

tricotteri Insecta<br />

trifoglio rosso Magnoliopsida<br />

triotto Actinopterygii<br />

tritone crestato Amphibia<br />

tritone puntinato Amphibia<br />

tuffetto Aves<br />

upupa Aves<br />

usignolo <strong>di</strong> fiume Aves<br />

Vanessa del cardo Insecta<br />

veccia montanina Magnoliopsida<br />

verbasco nero Magnoliopsida<br />

verdone Aves<br />

verga d'oro maggiore Magnoliopsida<br />

veronica comune Magnoliopsida<br />

verzellino Aves<br />

viola del pensiero Magnoliopsida<br />

viola mammola Magnoliopsida<br />

viperina azzurra Magnoliopsida<br />

volpe Mammalia<br />

zoratteri Insecta<br />

261


Bibliografia<br />

http://www.ornitologiaveneziana.eu<br />

http://www.isprambiente.gov.it<br />

http://www.minambiente.it<br />

http://www.agraria.org<br />

http://www.insetti.org<br />

http://www.odonata.it<br />

http://www.leps.it<br />

http://www.biolib.de<br />

http://www.biologie.uni-hamburg.de/b-online/birds/reglat.htm<br />

http://www.provincia.mi.it/parcosud/<br />

http://www.ermesambiente.it<br />

ERSAF – La pozza del sottopasso <strong>di</strong> Buccinasco Castello – breve indagine ambientale sulla pozza del<br />

sottopasso in località Buccinasco Castello e relative in<strong>di</strong>cazioni gestionali<br />

ERSAF – Monitoraggio e conservazione <strong>della</strong> qualità faunistica in fontanili oggetto <strong>di</strong> riqualificazione<br />

ambientale<br />

Fornasari L., Vigorita V. (a cura <strong>di</strong>), 2004 – Scopri la fauna <strong>della</strong> Lombar<strong>di</strong>a. Regione Lombar<strong>di</strong>a, Agricoltura.<br />

Peter Hayman & Rob Hume – La nuova guida del Birdwatcher. Muzzio Pocket Guide<br />

Spagnesi M., A. M. De Marinis (a cuda <strong>di</strong>), 2002 – Mammiferi d’Italia. Quad. Cons. Natura, 14 Min.<br />

Ambiente – Ist. Naz. Fauna Selvatica<br />

Spagensi M., L. Serra (a cura <strong>di</strong>), 2003 – Uccelli d’Italia. Quad. Cons. Natura, 16, Min. Ambiente – Ist. Naz.<br />

Fauna Slevatica<br />

Spina F. & Volponi S., 2008 - Atlante <strong>della</strong> Migrazione degli Uccelli in Italia. 1. non-Passeriformi. Ministero<br />

dell’Ambiente e <strong>della</strong> Tutela del Territorio e del Mare, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca<br />

Ambientale (ISPRA)<br />

Spina F. & Volponi S., 2008 - Atlante <strong>della</strong> Migrazione degli Uccelli in Italia. 2. Passeriformi. Ministero<br />

dell’Ambiente e <strong>della</strong> Tutela del Territorio e del Mare, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca<br />

Ambientale (ISPRA)<br />

262


Il primo <strong>atlante</strong> e <strong>checklist</strong> <strong>della</strong> bio<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> Buccinasco, nasce con lo scopo <strong>di</strong> elencare e registrare in<br />

questo particolare progetto lo status naturalistico del nostro territorio. L’importanza <strong>di</strong> questa opera si<br />

rivela nella sua funzione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catore <strong>della</strong> salute ambientale e quin<strong>di</strong> <strong>della</strong> qualità del nostro stile <strong>di</strong> vita.<br />

Nel nostro Comune vivono moltissime altre forme <strong>di</strong> vita e tutte fondamentali per il corretto<br />

funzionamento degli ecosistemi in cui viviamo. Conoscere la fauna e la flora e monitorarle nel tempo è<br />

molto utile per tutelare e valorizzare il nostro ambiente, perché ciò ha una valenza oltre che naturalistica<br />

/ ecologica anche culturale, storica, politica, economica e spirituale. La conoscenza <strong>della</strong> biologia dei<br />

nostri luoghi permette una più corretta gestione ecologica con meto<strong>di</strong> biocompatibili i quali si rivelano<br />

essere quelli migliori sia da un punto <strong>di</strong> vista etico che strategico.<br />

263<br />

http://mifaonlus.com

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