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rivista della associazione diplomati istituto aldini valeriani - aliav

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Spedizione in abbonamento postale - 70% - Filiale di Bologna - Pubblicazione Quadrimestrale -<br />

RIVISTA DELLA ASSOCIAZIONE DIPLOMATI ISTITUTO ALDINI VALERIANI


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AMMINISTRAZIONE: Tel. 051.32 13 69 - Fax 051.32 71 13<br />

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MAGAZZINO: Via del Tuscolano, 4 - angolo Via Croce Coperta<br />

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e-mail: cias.acquisti@ciasacciai.it - e-mail: cias.vendite@ciasacciai.it


ALIAVALIAVALIAV<br />

ALIAV<br />

ASSOCIAZIONE DIPLOMATI<br />

ISTITUTO ALDINI VALERIANI<br />

FONDATA NEL GIUGNO 1912<br />

Presidente onorario perpetuo: GUGLIELMO MARCONI<br />

sommario<br />

4 Riunioni del Consiglio Direttivo<br />

dell’ ALIAV<br />

5-6 Diplomati dell’Istituto Tecnico<br />

Industriale anno 2010-2011<br />

7 Un nuovo percorso per l’alta formazione<br />

tecnica<br />

8-9 I primi 150 anni <strong>della</strong> nostra Patria<br />

10-11-12 Nel Gruppo FIAT... e imprenditore<br />

13 Il saluto del Presidente di Federmanager<br />

15 Emilbanca, storia e valori di una banca<br />

differente<br />

16-17 Chi sono i Periti Industriali<br />

18 Accidenti a questo raffreddore<br />

23-24 In occasione del centenario i giovani<br />

si avvicinano all’ALIAV<br />

27-28 Scienza-salute-sicurezza<br />

29-30 Proposte per il tempo libero<br />

31-32<br />

33-34 “Basilea 2” il ruolo del bilancio<br />

35-36 Piccoli comuni in allarme<br />

37-38 Viva il vino spumeggiante...<br />

DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Zanotti<br />

CAPO REDATTORE: Angelo Cremonini<br />

COLLABORATORI: Mauro Cavicchi, Andrea Zanotti,<br />

Giovanni Sedioli, Giuseppe Benfenati, Adelmo Grazia,<br />

Andrea Molza, Michele Tana, Mauro Grazia, Patrizia<br />

Catellani, Gianluca Bianco, Marco Finelli, Cesare Veronesi,<br />

Susanna Rubbiani, Antonio Rinaldi, M.Giovanna Trenti.<br />

SEDE: 40129 Bologna, via Bassanelli, 9-11<br />

Tel. (051) 41.562.11 interno 208 - 051.353500<br />

Internet: www.<strong>aliav</strong>.it - e-mail: info@<strong>aliav</strong>.it<br />

Questa pubblicazione è distribuita gratuitamente<br />

a tutti i Soci, ai Docenti dell’Istituto e alle principali<br />

Aziende di Bologna e provincia, Organo ufficiale<br />

dell’ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani.<br />

La tiratura di questo numero è di 2500 copie.<br />

L’angolo del<br />

direttore<br />

Grande evento in arrivo.<br />

Carissimi soci e gentili lettori, il 2012 è alle porte !<br />

Il programma <strong>della</strong> nostra attività per il prossimo anno è intenso,<br />

ricco di significativi riscontri, ed impegnativo dal punto di vista<br />

organizzativo. Ricordiamo, agli amici distratti che:<br />

* nell’anno 2012 si compie il CENTENARIO ALIAV *<br />

Già di per se questo titolo riempie lo scenario <strong>della</strong> importante<br />

ricorrenza con gli eventi che stiamo cercando di organizzare e con<br />

il comportamento che dovremo tenere, tutti noi dell’ALIAV, nello<br />

sviluppare le consuete iniziative che hanno dato significato e vitalità<br />

alla Associazione in tanti anni.<br />

ALIAV: è l’unica Associazione, post scolastica italiana, cosi longeva,<br />

assidua ed attiva!<br />

Mi soffermo sul ’..comportamento di tutti noi..’ per sottolineare l’idea<br />

portante del Centenario:<br />

ALIAV è una testimonianza che dobbiamo dare ai giovani<br />

circa la realtà storica ascrivibile alla presenza, in Bologna, <strong>della</strong><br />

nostra Scuola da 168 anni, meritoria ed insostituibile nell’industria,<br />

nell’artigianato’, nella docenza e nella managerialità.<br />

Per ALIAV Sono stati cento anni di affiancamento alla vita scolastica<br />

del nostro Istituto! Un secolo di affetto - orgoglio - e forte riconoscenza!<br />

Sono cento anni di operosità e di portabandiera nell’ambiente<br />

<strong>della</strong> cultura scolastica <strong>della</strong> formazione e del lavoro cittadino.<br />

Il patrimonio “<strong>aldini</strong>ano”, tutto bolognese, di uomini, di idee, di<br />

invenzioni ed esperienze deve essere proposto con forza e convinzione<br />

alla attenzione dei giovani, ed alle loro famiglie, affinchè ne<br />

siano a conoscenza, perché non vada disperso, affinchè ci sia la<br />

concreta riscoperta <strong>della</strong> validità <strong>della</strong> formazione tecnica<br />

da parte degli studenti, che è di sicuro interesse per il loro avvenire;<br />

se riusciremo in questo intento<br />

IL CENTENARIO DELL’ALIAV<br />

avrà raggiunto lo scopo importante additato fin dal 1912 dagli illustri<br />

Soci Fondatori di quel tempo.<br />

L’avvio <strong>della</strong> celebrazione avverrà con la presentazione alla stampa,<br />

dell’opera:<br />

“STORIA DI UNA GRANDE SCUOLA BOLOGNESE”<br />

Si tratta di una importante pubblicazione che narra la vita dell’<strong>istituto</strong><br />

tecnico Aldini-Valeriani, dal 1844 ai giorni nostri. La divulgazione<br />

del libro, a partire dai primi mesi del 2012, costituirà il primo<br />

segnale di attenzione che verrà dato, in primis, in ambiti eccellenti<br />

per quella che è l’intenzione portante di tutta la manifestazione del<br />

centenario. Seguiranno altre iniziative delle quali avrete notizia nei<br />

successivi numeri <strong>della</strong> <strong>rivista</strong> e su internet. Il programma completo,<br />

in via di laboriosa definizione, prevederà la cerimonia più importante<br />

verso maggio 2012.<br />

CONTI CORRENTI ALIAV:<br />

C. C. postale 20515409<br />

C.C. Bancario presso EMILBANCA codice IBAN: IT 91S 07072 02408 031000089463<br />

CODICE FISCALE: 80096230372 - PARTITA IVA: 02093511208<br />

AUTORIZZAZIONE: N. 2939 Tribunale di Bologna del 9 Febbraio 1961<br />

ELENCO INSERZIONISTI: AGRITURISMO LE RONDINI - BOLOGNA ONORANZE - BON-<br />

FIGLIOLI RIDUTTORI - CIAS ACCIAI - DATALOGIC - EMILBANCA - ELETTROSTAMPERIE<br />

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G.B. GNUDI BRUNO - GT LINE - LI.PE. LITOGRAFIA PERSICETANA - OTTICA PASQUINI<br />

Il C. D. e la Segreteria ricevono i Soci ogni martedì sera dalle 21 alle 22,30 nella<br />

sede di via Bassanelli, 9-11.<br />

La riproduzione degli articoli, anche parziale, è permessa solamente citando la fonte.<br />

I manoscritti e le fotografie non verranno restituiti. Gli articoli pubblicati, anche a carattere<br />

scientifico, rispecchiano soltanto il pensiero degli autori e non comportano responsabilità<br />

<strong>della</strong> direzione.


4<br />

le riunioni<br />

del consiglio direttivo<br />

di MAURO CAVICCHI<br />

7 Giugno 2011<br />

- Vasta affluenza di premiati al NOA<br />

2011, per la scelta e l'acquisto,<br />

delle foto inerenti alla cerimonia<br />

del 15 maggio u.s.<br />

- Al consulente Veronesi è stato consegnato<br />

quasi interamente, il materiale<br />

per la pubblicazione del n. 2<br />

<strong>della</strong> Rivista del 2011.<br />

- Apprendiamo la triste notizia <strong>della</strong><br />

morte di Elide Bolelli, moglie del<br />

nostro Angelo Cremonini<br />

14 Giugno 2011<br />

- Ultima serata del Consiglio<br />

Direttivo il giorno 14 giugno.<br />

- Serata movimentata per una accesa<br />

discussione fra due consiglieri, con<br />

idee abbastanza differenziate, sulla<br />

possibile presenza nelle visite guidate<br />

esterne, degli insegnanti degli<br />

istituti Aldini Valeriani e Sirani.<br />

- Scambio di idee che si è dilungato<br />

notevolmente. Ma tutto alla fine è<br />

rientrato ed è ritornata la calma; si<br />

è quindi proceduto con altri punti<br />

di discussione.<br />

- Come di consueto è finito tutto a<br />

tarallucci e vino, in amicizia.<br />

- E' stata quindi decisa la data di<br />

chiusura: 14-6-2011 e quella di<br />

riapertura: 20-9-2011.<br />

- Riordino e saluti con auguri di<br />

buone vacanze.<br />

20 Settembre 2011<br />

- Serata di riapertura dei lavori, con<br />

INVITO<br />

AI<br />

NOSTRI<br />

SIGG.<br />

SOCI<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />

la quasi totalità dei consiglieri.<br />

- Molta attiva la partecipazione dei<br />

consiglieri preposti alla realizzazione<br />

del volume sulla storia<br />

dell'Aldini-Valeriani, di cui il consulente<br />

Veronesi ha mostrato un<br />

saggio e del libro sul centenario<br />

dell'A.L.I.A.V.<br />

- Vi sono stati scambi di opinioni sulle<br />

modalità e reperibilità delle sponsorizzazioni<br />

e sulla completezza dei<br />

volumi, alla fine ampiamente condivise.<br />

E' stata comunemente evidenziata<br />

l'urgenza dell'operazione.<br />

- Il Presidente ha fatto una panoramica<br />

sui prossimi impegni, ha<br />

responsabilizzato maggiormente i<br />

consiglieri invitandoli ad assumersi<br />

ulteriormente l'impegno dei compiti<br />

specifici assunti, con solo un<br />

aiuto marginale del Presidente e<br />

con l'aiuto trasversale e solidale<br />

dei colleghi.<br />

- E' stato deciso di portare tutto il<br />

materiale per la realizzazione <strong>della</strong><br />

<strong>rivista</strong>, entro la riunione del 25<br />

ottobre p.v.<br />

- Infine vi è stato un invito del<br />

Presidente ai consiglieri, di anticipare<br />

la propria presenza all'assemblea,<br />

alle ore 20.30.<br />

27 Settembre 2011<br />

- Vivo interesse da parte di alcuni<br />

consiglieri, per il completamento<br />

del libro sulla storia dell'Istituto<br />

Aldini-Valeriani, con tutte le problematiche<br />

comuni e ai tempi stretti.<br />

RIUNIONI<br />

DAL<br />

7 GIUGNO 2011<br />

AL<br />

11 OTTOBRE 2011<br />

Riunioni del<br />

Consiglio Direttivo dell’ALIAV<br />

- Il Presidente Zanotti, il P.I. Manara,<br />

il P.I. Bianco, il P.I. Masina e il<br />

Presidente del Collegio dei Periti<br />

Industriali e dei Periti Industriali<br />

Laureati P.I. Grazia Mauro, si sono<br />

riuniti per avviare una collaborazione,<br />

fra le due associazioni, con<br />

particolare riguardo al settore giovanile.<br />

11 Ottobre 2011<br />

- Riunione caratterizzata da numerosi<br />

ospiti.<br />

- Il Presidente, il consigliere<br />

Benfenati P.I. Giuseppe, il consulente<br />

esterno Sig. Veronesi Cesare e<br />

l'ospite sig. Sandrolini Andrea,<br />

responsabile di una casa editrice, si<br />

sono appartati sul tavolo degli ospiti,<br />

per discutere tematiche riguardanti<br />

la distribuzione del libro sulla<br />

storia dell'Istituto Aldini-Valeriani,<br />

di prossima pubblicazione.<br />

- L'ospite Cozzo P.I. Massimo, è stato<br />

trattenuto in lunga conversazione<br />

con il socio Manara P.I. Ivano.<br />

- L'ospite Finelli P.I. Marco, ha dialogato<br />

a lungo con il consigliere<br />

Grazia P.I. Adelmo. Vi sono buoni<br />

auspici perché il P.I. Finelli, venga<br />

a far parte del Consiglio A.L.I.A.V.<br />

Il Presidente ha relazionato ai consiglieri<br />

il livello e le prospettive di<br />

sponsorizzazione del libro sulla<br />

storia dell'Istituto Aldini-Valeriani.<br />

- E' stata prospettata, salvo verifica,<br />

la data per la cena di fine anno: 13<br />

dicembre 2011.<br />

In occasione del Centenario ALIAV (1912-2012) stiamo realizzando un libro celebrativo<br />

dedicato alla nostra Scuola: l'Istituto Tecnico Industriale Aldini Valeriani.<br />

Lo sforzo economico che dovremo sostenere è notevole e per questo:<br />

Chiediamo il vostro aiuto!<br />

Non fateci mancare il vostro supporto! Necessitano Vitamine!<br />

Contiamo sul vostro affetto e sapendo dove e come trovarci. Fatevi sentire!<br />

Ma in ogni caso grazie per averci letto.


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 5<br />

scuola e...<br />

dintorni<br />

Diplomati dell’<br />

Istituto Tecnico Aldini Valeriani<br />

anno 2010 - 2011<br />

MECCANICA - Sez. A<br />

Armaroli Simone<br />

Bagattoni Luca<br />

Caimol Harlando<br />

Carli Matteo<br />

Cerro Antonio<br />

Chieregato Marco<br />

Conte Matteo<br />

Del Bianco Dario<br />

Girotti Gabriele<br />

Lupi Alessio<br />

Minghetti Alessio<br />

Mistretta Davide<br />

Murgia Alessandro<br />

Napolitano Nello<br />

Nipoti Samuele<br />

Petrucci Marco<br />

Sarmenghi Marco<br />

Tedeschi Lorenzo<br />

Vacchi Riccardo<br />

Valerio Jemuel<br />

MECCANICA - Sez. B<br />

Faggioli Francesco Prema<br />

Iacono Luciano<br />

Naldi Lorenzo<br />

Paganelli Jacopo<br />

Pardo Paolo<br />

FRABETTI AGOSTINO € 20,00<br />

SOVERINI DANIELE € 20,00<br />

FAZIOLI VITTORIO € 14,00<br />

CAVICCHI MAURO € 20,00<br />

ALTRI € 12,00<br />

Reinaltt Gracian Kevin Brian<br />

Trifoglio Luca<br />

Visinelli Davide<br />

INFORMATICA<br />

Dalla Stefania<br />

Gancitano Antonino<br />

Hade Mohammad Ali'<br />

Landi Maicol<br />

Munoz Sucapuca Pablo Arturo<br />

Nannetti Enrico<br />

Nokri Mohammed<br />

Orefice Lorenzo<br />

Orsini Luca<br />

Scalorbi Matteo<br />

Tagliati Luca<br />

Salomatin Stanislav (privatista)<br />

Sghinolfi Simone (privatista)<br />

ELETTRONICA<br />

E TELECOMUNICAZIONI - Sez.A<br />

Bahu Anton<br />

Bilous Oleh<br />

Bombonato Paolo<br />

Campana Luca<br />

Coiro Francesco<br />

Coiro Lorenzo<br />

Contarino Angelo<br />

Dalle Donne Gianluca<br />

Domagala Kamil<br />

Forghani Puya<br />

Nannuzzi Matteo<br />

Rondelli Alessio<br />

Rosini Cardenas Jefferson Leone<br />

Salmi Riccardo<br />

Spinelli Francesco<br />

Spinu Mihail<br />

Vergara Davide<br />

Vogli Alessandro<br />

Zini Alberto<br />

ELETTROTECNICA<br />

E AUTOMAZIONE<br />

Bondi Mirko<br />

Borghi Stefano<br />

Candini Manuel<br />

Cavina Andrea<br />

De Pandis Gabriele<br />

El Hirch Yassir<br />

Fortini Cristian<br />

Gangale Marco<br />

Lucchiari Gabriele<br />

Luyo Vargas Jim Joseph<br />

Mengoli Leonardo<br />

Morana Manuel<br />

Padovani Fabrizio<br />

Pagano Federico<br />

Prati Luca<br />

Reggiani Angelo<br />

Romagnoli Elisa<br />

Romakh Roman<br />

Secreti Salvatore<br />

Stanzani Andrea<br />

Urso Antonio<br />

CHIMICA<br />

Bianchi Martina<br />

Camorani Orestis<br />

Cotti Davide<br />

Dardi Mattia<br />

De Battisti Francesco<br />

De Luca Nicola


6<br />

Faedda Luca<br />

Fantoni Daniele<br />

Gaccione Alessio<br />

Gottardi Davide<br />

Iaquinta Mariangela<br />

Kaur Balwinder<br />

Paglialunga Alessia<br />

Rimondi Eros<br />

Rose Luca<br />

Talbi Salaheddine<br />

Tugnoli Andrea<br />

Valerio Edoardo<br />

EDILIZIA<br />

Accorsi Giacomo<br />

Borghi Luciano<br />

Campioni Nicola<br />

De Luca Stefano<br />

De Vietro Davide<br />

Giordano Matteo<br />

Melloni Manuel David<br />

Minghetti Fabio<br />

Modica Angelo<br />

Poli Federico<br />

Roccaforte Stefano<br />

Savino Matteo<br />

Tartari Luca<br />

Venturi Francesco<br />

Viola Emanuele<br />

TERMOTECNICA<br />

Bacchetti Marco<br />

Barberio Tommaso<br />

Barile Marco<br />

Battisti Riccardo<br />

Celati Glauco<br />

Cottu Daniele<br />

Dosi Davide<br />

Fabbri Francesco<br />

Fabbri Marcello<br />

Finotelli Enrico<br />

Garbetta Francesco<br />

Guerra Mirko<br />

Maccagnani Mattia<br />

Manna Giovanni<br />

Nardone Riccardo<br />

Pazzaglia Luca<br />

SIgnorin Simone<br />

Trani Mattia<br />

Vaccari Francesco<br />

Zucchelli Marco<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />

ISTITUTO TECNICO SERALE-<br />

PROGETTO SIRIO<br />

MECCANICA<br />

Gazzotti Massimiliano<br />

Loscalzo Manuel<br />

Raffini Simone<br />

Visita sociale alla STM riduttori<br />

Russo Gioacchino Luca<br />

Salmi Enrico<br />

Sartori Elena<br />

Scarabelli Franco<br />

To Dumbert Roger Roland<br />

ELETTRONICA<br />

E TELECOMUNICAZIONI<br />

Canè Fulvio<br />

Cani Igli<br />

Cavallini Matteo<br />

Dalilgoo Babak<br />

De Mitri Lorenzo Mattia<br />

Dervishi Oltion<br />

Di Mauro Fabio<br />

Gallerani Massimo<br />

Gavrylchuk Andriy<br />

Karkuti Ali<br />

Lai Francesco<br />

Maccaferri Andrea<br />

Marescotti Lorenzo<br />

Nerozzi Matteo<br />

Poli Andrea<br />

Ravanini Simone<br />

Serci Francesco<br />

Spanu Gianni<br />

Tangerini Dario<br />

Tidarki Mohamed<br />

ASSOCIAZIONE DIPLOMATI ISTITUTO ALDINI-VALERIANI<br />

sede Sociale: VIA BASSANELLI, 9-11 - 40129 BOLOGNA<br />

Via del Maccabreccia, 39 - 40012 Lippo di Calderara di Reno (BO)<br />

Sabato 28 Gennaio 2012 alle ore 9,30<br />

davanti allo stabilimento, da raggiungere con mezzi propri.<br />

Il Presidente<br />

ANDREA ZANOTTI<br />

L’ALIAV e l’Azienda che ci ospita sono sollevate da ogni responsabilità per danni alle<br />

persone e alle cose che dovessero verificarsi durante questa manifestazione.


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 7<br />

ALIAV informa<br />

di GIOVANNI SEDIOLI<br />

Un nuovo percorso per<br />

l’alta formazione tecnica<br />

Con l’anno scolastico-formativo<br />

2011-2012 si avviano gli Istituti<br />

Tecnici Superiori (ITS), ne sono<br />

previsti 59 a livello nazionale e poiché<br />

si tratta di realtà nuove nel panorama<br />

italiano vale la pena fornire<br />

qualche dato informativo.<br />

Gli ITS nascono per effetto di un<br />

Decreto del Presidente del Consiglio<br />

dei Ministri del gennaio 2008 ed<br />

hanno il compito di coprire un segmento<br />

formativo, presente in molti<br />

paesi europei, assente nel nostro,<br />

quello <strong>della</strong> alta formazione tecnica<br />

non universitaria.<br />

Si tratta di corsi di durata biennale (4<br />

semestri) cui si accede col titolo di<br />

Diploma di Scuola Media Superiore e<br />

che si concludono col rilascio di un<br />

titolo di studio (Tecnico Superiore)<br />

rilasciato dal Ministero <strong>della</strong><br />

Istruzione equivalente al quinto livello<br />

dell’EQF European Qualification<br />

Framework) e quindi intermedio fra<br />

quello <strong>della</strong> Scuola Superiore (quarto)<br />

e quello universitario (sesto). L’ambito<br />

di riferimento è quello tecnico e lo<br />

IL CONSIGLIO DIRETTI-<br />

VO IN OCCASIONE DELLE<br />

FESTIVITÀ NATALIZIE DI<br />

FINE ANNO SOSPENDE<br />

LE CONSUETE RIUNIONI<br />

SETTIMANALI.<br />

L’ULTIMA RIUNIONE<br />

AVRÀ LUOGO<br />

MARTEDÌ 13 DICEMBRE<br />

2011.<br />

LA RIPRESA È FISSATA<br />

PER MARTEDÌ<br />

17 GENNAIO 2012<br />

ATTENZIONE!!!<br />

scopo è quello di formare persone<br />

con una professionalità che permetta<br />

di inserirsi nelle aziende con competenze<br />

specificamente rivolte ai temi<br />

<strong>della</strong> innovazione. La struttura e la<br />

gestione del corso sono tali da facilitare<br />

la rapida impiegabilità.<br />

I corsi saranno gestiti da Fondazioni di<br />

Partecipazione appositamente costituite<br />

e di cui devono far parte: un<br />

Istituto Tecnico o Professionale, un<br />

Centro di Formazione con specifica<br />

esperienza nella formazione post<br />

diploma, un Ente Locale, una<br />

Università, una impresa del settore<br />

tecnologico di riferimento. Questa è<br />

la configurazione minima, ciascuna<br />

tipologia può esprimere più soggetti.<br />

Sono le Regioni a programmare la distribuzione<br />

e la tipologia dei corsi sulla<br />

base delle specifiche caratteristiche<br />

delle economie territoriali.<br />

Le aree tecnologiche di riferimento<br />

sono:<br />

1.efficienza energetica<br />

2.mobilità sostenibile<br />

3.nuove tecnologie <strong>della</strong> vita<br />

4.nuove tecnologie per il made in<br />

Italy<br />

5.tecnologie innovative per i beni e le<br />

attività culturali<br />

6.tecnologie <strong>della</strong> informazione e<br />

<strong>della</strong> comunicazione<br />

Per affinare la corrispondenza fra professionalità<br />

ed esigenze del territorio<br />

le aree sono suddivise in ambiti e in<br />

ciascun ambito è individuato un<br />

numero limitato di profili.<br />

Ad esempio le “nuove tecnologie per<br />

il made in Italy” hanno i seguenti<br />

ambiti:<br />

1.Ambito Sistema agroalimentare<br />

2.Ambito Sistema casa<br />

3.Ambito Sistema meccanica<br />

4.Ambito Sistema moda<br />

5.Ambito servizi alle imprese<br />

Il Sistema meccanica prevede due<br />

profili:<br />

Tecnico superiore per l’innovazione di<br />

processi e prodotti meccanici<br />

Tecnico superiore per l’automazione<br />

ed i sistemi meccatronici.<br />

In Emilia Romagna per ogni Provincia<br />

la Regione ha programmato ITS collegati<br />

agli interessi tecnologici dei territori:<br />

Bologna, Modena, Reggio Emiliasistema<br />

meccanica; Piacenza- mobilità<br />

sostenibile, Parma-sistema agroalimentare.<br />

Ferrara, Rimini- beni e attività<br />

culturali, Ravenna-<br />

efficienza energetica, Forlì Cesenatecnologie<br />

<strong>della</strong> informazione e <strong>della</strong><br />

comunicazione. In<br />

particolare a Bologna sarà formato il<br />

“Tecnico superiore per l’automazione<br />

ed i sistemi meccatronica”. La<br />

Fondazione di partecipazione di<br />

Bologna è composta da: Istituto di<br />

Istruzione Superiore Aldini-Valeriani e<br />

Sirani, Istituto Tecnico Alberghetti,<br />

Fondazione Aldini-Valeriani,<br />

Provincia di Bologna, DIEM (università<br />

di Bologna) GD, IMA, Marchesini,<br />

SACMI. La qualità dei soci fondatori è<br />

diretto indice dell’interesse dei territori<br />

per il successo di questi corsi.<br />

Vale la pena soffermarsi su alcune<br />

caratteristiche che indicano la forte<br />

componente innovativa di questi<br />

corsi. Almeno il 30% dei corsi deve<br />

essere svolto in tirocinio presso le<br />

aziende ed almeno il 50% dei docenti<br />

deve provenire dal mondo del lavoro.<br />

Si delinea quindi un sistema per cui<br />

convergono sugli ITS gli interessi, le<br />

esperienze, le culture di diversi soggetti,<br />

questo al fine di creare le condizioni<br />

ottimali per cui i tecnici formati<br />

negli ITS siano davvero in grado di<br />

sostenere e promuovere le innovazioni<br />

di processo e di prodotto, aumentando<br />

la competitività dei sistemi economici<br />

territoriali.<br />

I tempi ristretti con cui le Fondazioni<br />

hanno avviato le attività, non ha consentito<br />

una fase di informazione e promozione<br />

adeguata. Sta ora ai soggetti<br />

attuatori ed all’impegno dei corsisti,<br />

che hanno al termine del corso concrete<br />

possibilità di impiego qualificato,<br />

di far sì che si raggiungano i risultati<br />

attesi.


8<br />

Vittorio Emanuele II Re d’Italia<br />

N el<br />

un po’<br />

di storia<br />

di GIUSEPPE BENFENATI<br />

corso del 2011 si festeggiano<br />

i 150 anni dell’Unità d’Italia e<br />

come tutti i Mass media, le<br />

Istituzioni e le Associazioni hanno<br />

effettuato anche l’ALIAV vuole portare<br />

il suo contributo, anche se lievemente<br />

in ritardo dovuto alla cadenza di uscita<br />

<strong>della</strong> <strong>rivista</strong>; intendiamo ricordare,<br />

per l’occasione, l’inizio dell’unità<br />

d’Italia con la conquista del Sud e la<br />

formazione del regno d’Italia.<br />

L’Unità d’Italia viene proclamata ufficialmente<br />

il 17 marzo 1861 quando<br />

Vittorio Emanuele II fu nominato Re<br />

d’Italia “per grazia di Dio e volontà<br />

<strong>della</strong> nazione”.<br />

Come logo dell’anniversario sono<br />

state scelte tre bandiere tricolore che<br />

rappresentano i giubilei del 1911,<br />

1961 e 2011, in un collegamento<br />

ideale tra le generazioni. La valenza<br />

simbolica delle celebrazioni, inoltre,<br />

vuole essere la rappresentazione dell’identità<br />

e dell’unità nazionale.<br />

All’indomani <strong>della</strong> proclamazione del<br />

Regno d’Italia, Massimo D’Azeglio<br />

proferì la famosa frase: “L’Italia è fatta,<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />

I primi 150 anni<br />

<strong>della</strong> nostra patria<br />

ora dobbiamo fare gli Italiani”. E, in<br />

effetti, le prospettive del neonato Stato<br />

unitario italiano si presentavano assai<br />

incerte a una popolazione essenzialmente<br />

contadina, alle prese con gravi<br />

problemi di sussistenza quotidiana,<br />

nella stragrande maggioranza (75%)<br />

analfabeta e <strong>della</strong> quale, solo il 2%,<br />

che aveva diritto al voto, aveva una<br />

qualche familiarità con la politica e la<br />

nozione di Stato. Da allora, ne abbiamo<br />

fatta di strada; e, pur essendo, la<br />

nostra Storia, costellata di errori e di<br />

momenti di grande sofferenza culminati<br />

nella guerra fratricida (1943-‘45),<br />

abbiamo saputo progredire enormemente<br />

nel campo sociale, culturale,<br />

economico, amministrativo, dello sviluppo<br />

tecnologico e industriale e del<br />

commercio, affermando in tutto il<br />

mondo la nostra “italianità”, quale<br />

marchio inconfondibile ed inimitabile.<br />

Il percorso che ha portato alla formazione<br />

del Regno d’Italia è iniziato<br />

dopo il Congresso di Vienna del 1815,<br />

ma il Regno è stato istituito dopo la<br />

fine <strong>della</strong> Seconda Guerra di<br />

Indipendenza e la spedizione dei<br />

Mille guidata da Giuseppe Garibaldi<br />

partito da Quarto il 5 maggio 1860.<br />

L’11 maggio, dopo due soste le navi<br />

“Piemonte” e “Lombardo” giunsero a<br />

Marsala e i 1.089 garib<strong>aldini</strong> sbarcarono,<br />

accolti dalle cannonate <strong>della</strong> flotta<br />

borbonica. Per dovere di cronaca cittadina<br />

voglio ricordare, come è scritto<br />

in un famoso libro del Sindaco Alberto<br />

Dallolio, che, nell’entusiasmo generale<br />

e con la speranza di vedere l’Italia<br />

unita, i bolognesi, sia di nascita che di<br />

residenza, che vollero prendere parte<br />

alla spedizione furono circa una quindicina<br />

e tra questi spicca il nome di<br />

Paolo Bovi Campeggi nato e residente<br />

a Bologna, come testimonia una lapide<br />

esposta sulla facciata dell’edificio<br />

n° 6 di via delle Belle Arti dove appunto<br />

nacque (oggi sede dell’Hotel<br />

Accademia).<br />

La scelta di Garibaldi di muovere alla<br />

conquista del regno partendo dalla<br />

Sicilia anziché dal Sud del continente<br />

fu dettata anche dalla considerazione<br />

che nelle popolazioni dell’isola, ivi<br />

compresi taluni ambienti nobiliari, era<br />

assai accentuata l’ostilità nei confronti<br />

dei Borbone, percepiti come colonizzatori.<br />

Da Marsala raggiunse Salemi dove il<br />

condottiero si proclamò pubblicamente<br />

dittatore <strong>della</strong> Sicilia in nome di<br />

Vittorio Emanuele II. La conquista<br />

<strong>della</strong> Sicilia richiese poco più di due<br />

mesi e passò attraverso le battaglie di<br />

Calatafimi, di Palermo e di Milazzo e<br />

numerosissimi siciliani si unirono alle<br />

truppe garibaldine.<br />

Attraversato lo stretto di Messina,<br />

Garibaldi risalì lungo la Calabria<br />

senza incontrare particolari resistenze<br />

e il 7 settembre 1860 entrò trionfalmente<br />

a Napoli. Qui giunse in quei<br />

giorni anche Giuseppe Mazzini, desideroso<br />

di imprimere una svolta repubblicana<br />

alla liberazione del Regno<br />

delle Due Sicilie; Garibaldi, tuttavia<br />

non volle tradire l’opzione sabauda<br />

pubblicamente espressa con il proclama<br />

di Salemi.<br />

Nel frattempo Cavour, che inizialmente<br />

aveva osteggiato l’impresa dei Mille,<br />

decise di inviare l’esercito regolare al<br />

Sud, allo scopo sia di assicurare che<br />

l’opzione sabauda espressa a Salemi<br />

venisse effettivamente rispettata, sia di<br />

evitare che Garibaldi proseguisse la<br />

sua marcia in direzione di Roma, il che<br />

avrebbe comportato gravissime conseguenze<br />

<strong>diplomati</strong>che nei confronti<br />

<strong>della</strong> Francia, tradizionalmente protet-<br />

Giuseppe Garibaldi


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 9<br />

L'incontro tra Garibaldi ed il re Vittorio Emanuele II a Teano<br />

trice armata dello Stato Pontificio.<br />

L’esercito piemontese, comandato dal<br />

Re in persona, occupò le Marche e<br />

l’Umbria (territori pontifici) combattendo<br />

lo scontro decisivo a<br />

Castelfidardo. A nord di Napoli, l’esercito<br />

borbonico aveva intanto formato<br />

la linea di difesa e contrattacco tra<br />

Capua e Gaeta, sconfiggendo le avan-<br />

guardie garibaldine a Caiazzo. L’1<br />

ottobre 1860, sulle rive del Volturno, i<br />

contendenti combatterono una grande<br />

battaglia, che si risolse in una situazione<br />

di stallo, sbloccata dall’irrompere,<br />

alle spalle dello schieramento borbonico,<br />

dell’esercito piemontese che<br />

aveva proseguito la sua avanzata verso<br />

Sud evitando Roma e incontrando le<br />

truppe garibaldine a Teano. Qui il<br />

saluto del repubblicano Garibaldi al re<br />

Vittorio Emanuele sancì simbolicamente<br />

il completamento del processo<br />

unitario nazionale.<br />

Il 21 e 22 ottobre 1860 si tennero a<br />

Napoli e in Sicilia i plebisciti per l’annessione<br />

dei relativi territori al regno<br />

sabaudo e il 18 febbraio 1861 si riunì<br />

a Torino il primo parlamento dell’Italia<br />

unita che, nella seduta del 17 marzo,<br />

proclamò il Regno d’Italia sotto la<br />

monarchia del Re Vittorio Emanuele, il<br />

quale volle mantenere l’ordinativo<br />

“secondo” per sottolineare la continuità<br />

fra il Regno di Sardegna e il nuovo<br />

stato unitario. Questo è il felice avvenimento<br />

di cui quest’anno abbiamo<br />

celebrato il 150° anniversario.<br />

Tuttavia all’Italia unificata mancavano<br />

ancora territori importanti: Roma,<br />

Venezia, Trento e Trieste.<br />

Venezia venne liberata poco gloriosamente<br />

nel 1866, durante la III Guerra<br />

di Indipendenza. Gli italiani furono<br />

doppiamente battuti per terra e per<br />

mare, ma gli alleati Prussiani sconfissero<br />

l’Austria a Sodowa e ottennero il<br />

Veneto che, attraverso la Francia (nuovamente),<br />

cedettero al Regno d’Italia.<br />

Roma venne liberata nel 1870, quando<br />

ormai non era più difesa da<br />

Napoleone III, attraverso la breccia di<br />

Porta Pia che segnò la fine dello Stato<br />

Pontificio. Nel 1871 divenne Capitale<br />

d’Italia.<br />

Il Trentino e la Venezia Giulia entrarono<br />

a far parte dell’Italia alla fine del<br />

primo conflitto mondiale nel 1918.


10<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />

Riceviamo<br />

e ben volentieri pubblichiamo<br />

di ADELMO GRAZIA<br />

Nel gruppo FIAT<br />

... e imprenditore<br />

Nel luglio del 1961 entrai nel<br />

Gruppo FIAT, presso lo stabilimento<br />

OM di Suzzara. L'OM<br />

contava circa 400 dipendenti, assemblava<br />

autocarri e produceva all'interno<br />

le carrozzerie; telai completi di<br />

trasmissioni e sellerie provenivano<br />

dagli stabilimenti di Milano e Brescia.<br />

l'impatto con l'ambiente fu duro per<br />

un giovane che proveniva dall industria<br />

privata; nei primi sei mesi, tramite<br />

raccomandate, una decina di<br />

richiami disciplinari.<br />

Allora negli stabilimenti FIAT, guardie<br />

armate giravano giorno e notte nei<br />

reparti ed uffici e la sera redigevano i<br />

loro rapporti, ne ricordo qualcuno:<br />

Abbigliamento non conforme (era<br />

estate, la divisa era una giacca nera di<br />

tela pesante, io l'indossai sopra la<br />

canottiera; dovevo portare la camicia).<br />

Scrivania in disordine (i capi<br />

reparto, oltre il posto in ufficio, avevano<br />

una scrivania in legno in reparto;<br />

quella sera alcuni disegni non li<br />

avevo chiusi nel cassetto. Chiave non<br />

depositata in bacheca (la sera stessa<br />

le guardie vennero a prelevarla a<br />

casa.<br />

Contenitore sopra riga gialla <strong>della</strong><br />

corsia<br />

Perdita acqua emulsionabile nel<br />

seghetto<br />

L'avviamento la prima settimana presentazione<br />

e sosta nei vari uffici e<br />

reparti, partecipazione alle riunioni e<br />

ascoltare. Poi fui inviato due settimane<br />

alla FIAT Mirafiori per un corso di<br />

cronotecnico "ad immersione".<br />

Eravamo in 12, di provenienza da<br />

diversi stabilimenti, alloggiati in un<br />

camerone con finestroni in alto, pochi<br />

bagni, e sveglia al mattino alle 6,30.<br />

Mattina lezione teorica in aula e nel<br />

pomeriggio, affiancamento in linea a<br />

cronotecnici esperti e la serata discussione<br />

collegiale; l'ultima settimana<br />

lancio in linea con rilievo diretto.<br />

Indubbiamente questa esperienza e<br />

successiva applicazione pratica ha<br />

lasciato un segno nella mia carriera<br />

professionale, il concetto del tempo,<br />

del lavoro diretto, delle dispersioni,<br />

dei metodi, degli abbinamenti à stato<br />

un credo che sempre mi ha accompagnato<br />

sia come impiegato che come<br />

dirigente. Rientrato in sede, dopo una<br />

settimana di affiancamento al responsabile<br />

di affiancamento al responsabile<br />

dimissionario, mi fu affidato il<br />

reparto attrezzeria e sperimentale,<br />

circa 40 addetti ed una squadra di 6<br />

invalidi con lavorazione a cottimo.<br />

L'inserimento operativo, in reparto, fu<br />

particolare, il motivo: il disegno di<br />

carrozzeria era in coordinate, con<br />

sezioni ogni 50-100 mm; devi memorizzare<br />

e "immaginare" la forma. Il<br />

mio superiore, un tecnico bresciano,<br />

mi preavvisò che gli operai, quasi tutti<br />

più anziani di me, mi avrebbero fatto<br />

un test per mettermi in difficoltà; congiuntamente<br />

stabilimmo la strategia<br />

per reggere l'attacco. Infatti, il primo<br />

giorno fui presentato ad ogni operaio,<br />

presa visione del lavoro e delle commesse,<br />

e verso sera uno di questi,<br />

anziano ed uno dei più qualificati, si<br />

presentò chiedendomi un parere; si<br />

trattava di uno stiramento eccessivo,<br />

che provocava crepe in un padiglione,<br />

particolare imbutito sotto pressa<br />

idraulica da 500 ton. Come da accordi<br />

con il mio capo, dissi che ero<br />

impegnato e il problema lo avremmo<br />

affrontato il mattino successivo. Portai<br />

la sera il disegno a casa del capo ed<br />

esaminammo il tutto; il mattino successivo<br />

affrontai l'esame: si trattava di<br />

togliere l'eccessiva pressione sulla<br />

lamiera, lavorare sulla taratura del<br />

premilamiera e ritoccare le nervature<br />

rompigrinza. Assistetti alle prove, si<br />

operava col "blu" e raschietto; siccome<br />

avevo una discreta manualità,<br />

intervenni anche personalmente.<br />

Grazie al mio capo, superai l'esame e<br />

mi accolsero come uno di loro.<br />

Gestivo anche una squadra di 6 operai<br />

invalidi a cottimo;produzione mar-<br />

mitte e piccoli sottogruppi. Mi ricordo:<br />

un mattino, prima dell'inizio lavoro,<br />

un operaio mancante dal braccio<br />

sinistro toglie dalla borsa un fagotto;<br />

aiutato da un collega sostituisce il<br />

braccio di plastica color carne con un<br />

braccio "attrezzato", che inserisce nel<br />

moncone e lo fissa con cinghie alla<br />

spalla. Per tutta la giornata questo<br />

operaio invece del braccio finto aveva<br />

un attrezzo con molla terminale che<br />

fungeva presa pezzo; come addetto<br />

alla tranciatura asole di un tubo interno<br />

alla marmitta riduceva i "tempi<br />

assegnati" del 40% a beneficio di<br />

tutta la squadra. La progettazione<br />

delle attrezzature avveniva all'interno<br />

e la costruzione presso ditte dell'indotto<br />

FIAT specializzate; soprattutto<br />

per stampi a trancianti provvedevamo<br />

alle prove e messa a punto sotto pressa.<br />

Anche per le altre attrezzature<br />

relativi ad assemblaggi di sottogruppi,<br />

di asservimento alle linee di montaggio<br />

per ogni stazione, tutto veniva<br />

approvvigionato all'esterno, soprattutto<br />

in zona. In quel periodo si stava<br />

allestendo e tarando le cadenze <strong>della</strong><br />

linea di montaggio del FIAT 600 furgonato,<br />

con traguardo 100 vetture al<br />

giorno. Fu un periodo dove il tempo<br />

scorreva veloce ed entusiasmante, era<br />

il mio primo incontro con realtà di<br />

"cadenza". Una parte del reparto era<br />

adibito a sperimentazione e consisteva<br />

nel coadiuvare l’ufficio tecnico<br />

nella costruzione di prototipi e collaudi<br />

di componenti autocarri e furgoni.<br />

La professionalità degli operai<br />

era elevata; esistevano i "battilastra"<br />

che plasmavano la lamiera con mazzuoli<br />

su incudine di legno duro. Negli<br />

anni a seguire, parecchi di questi<br />

operai, scelsero la strada dell'imprenditoria<br />

e partendo da piccoli artigiani,<br />

ora hanno ditte avviate e rinomate.<br />

Era l'inizio degli anni 'sessanta ed<br />

eravamo ormai al termine del "miracolo<br />

economico" evento che aveva<br />

trasformato l'Italia da paese sostan-


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 11<br />

zialmente agricolo in una delle potenze<br />

industriali europee e forse mondiali.<br />

Quando all'inizio <strong>della</strong> mia avventura<br />

in OM, andai alla FIAT Mirafiori<br />

stava ormai terminando l'ondata<br />

migratoria dal Sud, la città era quasi<br />

invivibile, con servizi insufficienti, mi<br />

ricordo di operai che dormivano a<br />

turni perchè lo stesso posto letto veniva<br />

affittato a due operai. Allora l'Italia<br />

quasi tutta contadina, uscita semidistrutta<br />

dalla guerra era un paese adatto,<br />

per le sue caratteristiche socioculturali,<br />

allo sviluppo di grandi industrie<br />

di massa come l'automobile e fu in<br />

quegli anni che, per le nostre necessità<br />

ed origini, si favorirono l'avvento di<br />

multinazionali in Italia. Infatti lo sviluppo<br />

FIAT e di altri Gruppi poi, presero<br />

alla sprovvista il nostro sistema<br />

politico-sindacale. Valletta comandava<br />

a Roma e la base subiva, non c'era<br />

dialogo, i delegati di fabbrica erano<br />

proforma, bravi operai, solo obbedire<br />

e lavorare, con ritmi massacranti a<br />

volte in condizioni disagiate e paghe<br />

scadenti.<br />

Altri ricordi il giorno di paga, il caporeparto,<br />

scortato da una guardia, ritirava<br />

in una borsa le buste paga degli<br />

operai del reparto, con dentro contanti<br />

e firmava ricevuta, da quel momento<br />

ne era responsabile. Percorso a<br />

piedi, sempre scortato, di alcune centinaia<br />

di metri e distribuzione in<br />

reparto delle buste; ogni operaio apriva<br />

la busta, controllava la moneta, poi<br />

firmava. Per le festività natalizie, niente<br />

tradizionali panettoni, l'OM, proporzionalmente<br />

ai componenti di<br />

famiglia, donava legna da ardere; siccome<br />

avevo trasferito i genitori, la<br />

spettanza <strong>della</strong> mia famiglia a Natale<br />

1961, fu di 5 q.li di legna. Allora<br />

Suzzara, paese di circa 15.000 abitanti,<br />

di origine agricola, da comprensorio<br />

rinomato per la costruzione di<br />

macchine agricole, stava diventando<br />

per l'iniziativa di parecchi tecnici e<br />

operai OM dimissionari e il proliferare<br />

dell'indotto OM, un polo industriale<br />

notevole che contava oltre 50 ditte fra<br />

artigiani, medi e grandi complessi.<br />

Ed ora una svolta una sera d'estate del<br />

1963, all'uscita dello stabilimento, mi<br />

attendevano due signori; erano i soci<br />

che avevano acquistato la ditta dove<br />

io lavoravo prima come capo officina.<br />

Il titolare, dopo la mia dipartita, si era<br />

stancato, aveva iniziato una nuova<br />

attività e ceduto l'azienda. I nuovi<br />

titolari mi proposero di entrare in<br />

società e governare industrialmente<br />

l'azienda; dopo chiesto il parere al<br />

mio direttore all'OM, accettai... (nel<br />

luglio' 1963, dopo due anni lasciai<br />

l'OM)<br />

Imprenditore: i soci: uno era un<br />

Linea a 4 stazioni per l’assemblaggio del furgone 900 T<br />

imprenditore, con immobili e negozi,<br />

l'altro era il fondatore delle viterie reggiane,<br />

neanche quarant'enne, furbo,<br />

scaltro aveva venduto la sua quota<br />

delle viterie alla ditta Fontana ed<br />

acquistato due ditte a Fabbrico e quella<br />

di Suzzara, ora denominata MAM.<br />

Circa all'inizio 40 operai, una impiegata<br />

e il sottoscritto. Davanti al notaio<br />

versai 500.000 lire in contanti e firmai<br />

per 13,5 milioni di cambiali.<br />

Il lavoro ancora costruzione e vendita<br />

di spandiletame e spandiconcime.<br />

Inserimento nelle lavorazioni conto<br />

terzi: in questo settore garantiva un<br />

fatturato l'OM, dove il mio ex direttore<br />

fu ben lieto di commissionarmi<br />

diverse attrezzature impegnative, con<br />

parecchio materiale in conto lavorazione,<br />

e la Landini trattori di Fabbrico<br />

con componenti di carpenteria per<br />

trattori cingolati. Naturalmente i primi<br />

mesi furono dedicati ad una trasformazione<br />

quasi integrale dell'azienda,<br />

da una produzione propria passammo<br />

ad una produzione per conto terzi.<br />

Vennero effettuate modifiche e nuove<br />

costruzioni immobiliari, si aumentò il<br />

parco macchine, acquistandone diverse<br />

usate: 2 fresatrici Heller del n. 5,<br />

una fresa pialla che trasformammo<br />

aggiungendo 3 unita a fresare e trapani<br />

a bandiera. Nel settore carpenteria<br />

fummo i primi, nella zona, ad acquistare<br />

saldatrici a filo HOBART da<br />

500A. Il ripristino turnover ci permise<br />

di inserire operai giovani ed esperti<br />

che ci favorirono collaborando nell'impostare<br />

i nuovi metodi di lavorazione.<br />

Nel frattempo il direttore tecnico<br />

<strong>della</strong> OM, ing. Lusuardi, era passato<br />

alla Landini trattori, che in quegli<br />

anni era stata assorbita dalla multinazionale<br />

canadese Massey Ferguson,<br />

allora il più grande complesso mondiale<br />

costruttore di macchine agricole.<br />

Memore delle precedenti collaborazioni,<br />

iniziammo rapporti per la forni-


12<br />

tura di gruppi sottocarro per trattori<br />

cingolati. In pochi mesi diventammo<br />

fornitore unico del gruppo carrelli per<br />

cingolati; era una struttura saldata di<br />

profilati e fusione in acciaio che,<br />

incernierata posteriormente, portava i<br />

rulli, la catenaria e nella parte anterio-<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />

re la ruota folle tendicingolo. Disegnai<br />

tutte le attrezzature relative alla saldatura,<br />

foratura, fresatura e barenatura;<br />

notevole fu l'impegno per l'industrializzazione<br />

del prodotto, ma, ci aveva<br />

talmente coinvolti che, assieme a<br />

diversi collaboratori ci trovavamo in<br />

fabbrica anche al sabato e domenica<br />

mattina. A inizio 1965 le produzioni<br />

erano stabilizzate, oltre il 50% del fatturato<br />

per Landini, un 30% per OM e<br />

il resto per ditte costruttrici di macchine<br />

agricole. I grossi complessi ci fornivano<br />

materiali primari in c.to lavoro,<br />

pertanto l'impegno maggiore era<br />

ridurre i tempi di lavoro, mantenere e<br />

migliorare un'ottima qualità e flessibilità<br />

nelle consegne. Le visite alla<br />

Landini erano frequenti e soprattutto<br />

gli incontri con l'ing. Lusvardi, ex<br />

OM, e fu durante una riunione, nel<br />

gennaio 1966, che mi parlò di un progetto.<br />

La Massey Ferguson aveva deciso<br />

di costruire in Europa un nuovo stabilimento<br />

per la costruzione di macchine<br />

movimento terra; aveva già<br />

acquistato il terreno ad Aprilia, in provincia<br />

di Latina e lui era stato scelto<br />

come direttore di stabilimento. Dai<br />

primi del 1966 lo staff per la preparazione<br />

del nuovo stabilimento doveva<br />

essere operativo e mi propose di far<br />

parte di questo gruppo. La proposta<br />

era da riflettere; ne parlai con i soci e<br />

furono concordi all'accettazione purchè<br />

rimanessi socio, ne parlai con<br />

famigliari e parenti. Decisione: accettai<br />

la proposta e da maggio 1966<br />

entrai nella famiglia <strong>della</strong> Massey<br />

Ferguson; allora aveva 27 stabilimenti<br />

sparsi nel mondo, 40.000 dipendenti<br />

e un fatturato di quasi 400 miliardi.


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 13<br />

ALIAV e industrie<br />

di ANDREA MOLZA<br />

Il saluto del Presidente di<br />

Federmanager Bologna all’ALIAV<br />

Accolgo con piacere l'invito del<br />

Vostro Presidente Andrea<br />

Zanotti a scrivere sulla vostra<br />

<strong>rivista</strong> un breve messaggio.<br />

Mi chiamo Andrea Molza sono stato<br />

per molti anni direttore risorse umane<br />

in aziende del territorio, una fra tutte<br />

la Sasib S.p.A. di via di Corticella,<br />

dove entrai nel lontano '87 in contratto<br />

di formazione col compito tra gli<br />

altri di selezionare tanti tecnici provenienti<br />

dalle Aldini Valeriani.<br />

In Federmanager (l'Organizzazione<br />

che rappresenta nel mondo industriale<br />

e non, circa 180.000 dirigenti; a<br />

Bologna, tra quelli in servizio e quelli<br />

in pensione, siamo circa 2400) sono<br />

entrato circa 12 anni orsono, occupandomi<br />

prima dei gruppo giovani poi<br />

<strong>della</strong> vicepresidenza fino a giugno di<br />

quest'anno.<br />

Ho 50 anni, pertanto sono un<br />

Presidente che deve sottrarre tempo al<br />

suo lavoro per ricoprire il ruolo, ma<br />

da tempo credo che attività volontaristiche<br />

abbiano un ritorno che si può<br />

sintetizzare in crescita personale, che<br />

a me pare ricca e stimolante.<br />

Stimolante è soprattutto poter valutare<br />

i processi in atto nel nostro territorio<br />

da un angolo di visuale più alto e<br />

verificare il grande potenziale inespresso<br />

che vi risiede, ma che non<br />

riesce a essere correttamente canalizzato<br />

e qui, per non trovare facili capri<br />

espiatori (non c'è che l'imbarazzo<br />

<strong>della</strong> scelta), voglio partire da noi<br />

manager, dalle nostre strutture associative,<br />

che sono eccellenti nel tutelare<br />

gli aspetti previdenziali assicurativi<br />

legali, ma non hanno colto subito la<br />

necessità di essere attori principi<br />

anche <strong>della</strong> strategia di nuove formule<br />

occupazionali.<br />

Il manager è competente ma abituato<br />

a lavorare in azienda e, quando si<br />

trova solo, va in difficoltà: è lì che noi<br />

dobbiamo essere presenti per ricreare<br />

l'ambiente giusto per una nuova sfida,<br />

vogliamo che quanto conosce non<br />

vada disperso.<br />

Oggi stiamo recuperando. Dopo aver<br />

dimostrato l'efficacia di alcuni progetti<br />

proposti alla Confindustria Regionale,<br />

abbiamo creato una società di<br />

Temporary e di Selezione, CDI<br />

MANAGER, che sta velocemente prendendo<br />

una connotazione sovraregionale,<br />

stiamo lavorando su un'ipotesi di<br />

un Fondo d'investimento per Manager<br />

del Territorio e per aziende del territorio,<br />

stiamo sviluppando gruppi di<br />

lavoro tematici e partnership con università<br />

e abbiamo creato un Academy<br />

a livello nazionale che ha già iniziato<br />

a operare nel territorio.<br />

Vogliamo proporci alle istituzioni<br />

locali con chi è pronto a far uso delle<br />

proprie competenze per analizzare<br />

scelte e investimenti in un'ottica seria<br />

di costi e benefici. Vogliamo in sintesi<br />

riportare la competenza al centro dei<br />

dibattiti e riprendere il gusto di fare<br />

bene le cose.<br />

Indirizzo a Voi queste note perché la<br />

vostra Associazione più di altre rappresenta<br />

la competenza quella tangibile<br />

che fa e sa far fare, quella di cui<br />

oggi sentiamo più il bisogno.<br />

Un cordiale saluto<br />

Andrea Molza<br />

COMUNICATO<br />

Nei giorni 26 novembre 2011, 13 dicembre 2011, 21 gennaio 2012,<br />

l'Istituto Aldini Valeriani resta aperto dalle ore 15,00 alle ore 18,30 per contatti<br />

con i genitori di possibili futuri alunni <strong>della</strong> nostra Scuola. Saranno disponibili<br />

per osservazioni, chiarimenti, suggerimenti diversi insegnanti<br />

dell'Aldini Valeriani e alcuni consiglieri dell'ALIAV. I contatti con i genitori<br />

saranno orientati a garantire l'ingresso dei ragazzi nella nostra scuola che<br />

continua a costruire e licenziare, pur nella difficoltà del momento, tecnici<br />

da inserire nel mondo del lavoro.<br />

Il Consiglio Direttivo


14<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 15<br />

ALIAV informa<br />

di MICHELE TANA<br />

EmilBanca, storia e valori<br />

di una banca differente<br />

Dal 1895 al servizio del territorio perseguendo il bene comune<br />

attraverso la cooperazione e la mutualità tra i soci.<br />

Una banca locale, che crede nelle<br />

persone, con alle spalle una storia più<br />

che centenaria. Una storia fatta di<br />

uomini e donne che hanno creduto in<br />

un’idea di sviluppo improntata alla<br />

cooperazione, alla solidarietà e all’equità,<br />

attenta al benessere comune e,<br />

soprattutto in questi ultimi tempi, alla<br />

qualità dell’ambiente in cui viviamo.<br />

Questa è Emil Banca, la banca di credito<br />

cooperativo che affonda le proprie<br />

radici addirittura nel diciannovesimo<br />

secolo. Era il 1895, infatti, quando<br />

a Baricella fu fondata la prima<br />

delle 13 realtà che, unendosi ad altre<br />

realtà che nel corso del ‘900 sono<br />

sorte tra la pianura e la montagna<br />

bolognese, hanno dato vita all’attuale<br />

assetto di Emil Banca. La banca di credito<br />

cooperativo che con 20 mila soci<br />

e 49 filiali, presenti a Bologna,<br />

Modena e Ferrara, è una delle Bcc più<br />

grandi d’Italia.<br />

Emil Banca è una banca differente,<br />

orgogliosa di esserlo e determinata a<br />

difendere il proprio modo differente di<br />

operare sul mercato. In quanto Bcc,<br />

svolge la funzione di intermediario<br />

creditizio – con la fondamentale attività<br />

di raccolta di risparmio e di finanziamento<br />

– e di impresa a responsabilità<br />

sociale. Questo vuol dire che offre<br />

tutti i servizi bancari tipici del mercato<br />

creditizio e delle altre banche. Ma<br />

presenta, rispetto al mondo bancario<br />

non cooperativo, alcune specificità:<br />

offre ai propri soci servizi creditizi e<br />

finanziari a condizioni vantaggiose,<br />

rende cioè più facile l’accesso all’offerta<br />

anche agli operatori minori, che<br />

notoriamente incontrano maggiori difficoltà<br />

nell’ottenere ascolto. Inoltre, in<br />

quanto banca a vocazione locale, si<br />

rivolge soprattutto alla comunità in cui<br />

è insediata e impiega le risorse laddove<br />

le raccoglie, creando così un circo-<br />

lo economico virtuoso in cui si possono<br />

inserire anche i piccoli e piccolissimi<br />

operatori. Sul territorio, oltre all’operatività,<br />

si concentrano anche il<br />

potere decisionale e il complessivo<br />

interesse <strong>della</strong> banca. Non è, quindi,<br />

una banca locale in senso generico,<br />

ma in quanto appartiene integralmente<br />

al territorio in cui è presente.<br />

Differente, rispetto alle altre banche,<br />

anche lo scopo che la muove. Emil<br />

Banca non si limita alla massimizzazione<br />

dei profitti tout court ma cerca<br />

di assicurare un vantaggio ai propri<br />

soci e alle comunità locali. Un vantaggio<br />

che non si limita al pur importante<br />

aspetto economico ma si riferisce a<br />

tanti aspetti del vivere sociale. Grazie<br />

alle partnership con l’Ant Italia Onlus<br />

del professor Pannuti sono state offerte<br />

ai soci visite gratuite per la prevenzione<br />

del melanoma e screening <strong>della</strong><br />

tiroide, mentre con la Samur da anni<br />

sono state attivate le visite urologiche.<br />

Sempre per l’aspetto sanitario, assieme<br />

alla mutua Campa, ai soci Emil<br />

Banca è offerta, a prezzi assolutamente<br />

concorrenziali e con una flessibilità<br />

che nessun’altra assicurazione può<br />

concedere, una copertura sanitaria<br />

assolutamente completa.<br />

Gli interventi di Emil Banca a sostegno<br />

dello sviluppo del territorio sono a<br />

360 gradi e vanno dal sostegno allo<br />

sport di base, con 155 piccole società<br />

sportive sponsorizzate, alla cultura,<br />

con quasi 3 eventi al giorno sostenuti<br />

o promossi direttamente, all’associazionismo<br />

locale e alle scuole. Anche<br />

per questo, scegliere di far parte di<br />

una banca di credito cooperativo non<br />

significa scegliere una banca invece<br />

che un’altra, ma significa contribuire<br />

concretamente allo sviluppo <strong>della</strong><br />

comunità di cui si fa parte puntando<br />

su un <strong>istituto</strong> di credito che guarda<br />

all’economia reale, lontano anno luci<br />

dal sistema finanziario che ha creato e<br />

alimentato la crisi economica mondiale<br />

che stiamo attraversando.


16<br />

ALIAV informa<br />

di MAURO GRAZIA<br />

Il termine “perito” deriva dal latino<br />

peritus, (esperto, dotto, scienziato)<br />

e sta ad indicare chi possiede<br />

un’approfondita e particolare conoscenza<br />

su determinati argomenti,<br />

mentre il termine “industriale” deriva<br />

dall’industria o dall’inglese industries,<br />

nel significato di sistema preposto alla<br />

produzione di beni materiali e servizi<br />

su larga scala. La definizione di “perito<br />

industriale” indica pertanto un<br />

esperto nella produzione di beni<br />

materiali e di servizi su larga scala.<br />

La storia d’Italia è caratterizzata da un<br />

profondo e straordinario processo di<br />

trasformazione durato per tutto il ‘900<br />

e la crescita del Paese ha visto un percorso<br />

di modernizzazione fra i più<br />

qualificati al mondo che è stato in gran<br />

parte firmato dall’opera, dall’intelligenza<br />

e dall’impegno costante dei<br />

Periti Industriali, figure professionali ad<br />

alta specializzazione tecnica e quotidianamente<br />

impegnati negli studi e<br />

negli uffici, nei cantieri, nei laboratori,<br />

nelle fabbriche, nella formazione. Per<br />

il futuro vi è la necessità di far evolvere<br />

il sistema produttivo rendendolo<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />

Chi sono<br />

i periti industriali<br />

maggiormente competitivo tramite<br />

l’impegno corretto e mirato di persone,<br />

quali i periti industriali, che sappiano<br />

generare soluzioni inedite e innovative,<br />

in grado di risolvere al meglio e<br />

prima i problemi delle imprese.<br />

Le specializzazioni dei Periti<br />

Industriali sono attualmente 26 e<br />

variano dalla meccanica all’elettrotecnica,<br />

all’elettronica, alla chimica, dall’edilizia<br />

alla termotecnica, all’informatica<br />

e altre ancora, tanto da coprire<br />

ogni area produttiva del sistema economico<br />

del Paese.<br />

Essere Periti Industriali significa entrare<br />

nei comparti più dinamici dell’economia,<br />

trovando impiego presso le<br />

imprese manifatturiere, presso i laboratori<br />

pubblici e privati, nelle pubbliche<br />

amministrazioni, nella formazione<br />

e anche nella libera professione. Il<br />

Perito Industriale è prima di tutto un<br />

esploratore dell’innovazione con l’obbiettivo<br />

di garantire la sicurezza e una<br />

migliore qualità <strong>della</strong> vita; un compito<br />

importante che fa di lui un protagonista<br />

dello sviluppo.<br />

Così come le trasformazioni del<br />

mondo industriale e l’aumento notevole<br />

di figure professionali hanno fatto<br />

sì che i vecchi “quadri” uscissero dalle<br />

fabbriche e scoprissero che il proprio<br />

bagaglio culturale poteva essere speso<br />

anche nel mondo delle professioni<br />

intellettuali, il futuro dei giovani periti,<br />

nella difficile crisi economicofinanziaria<br />

di questo fine 2010, può<br />

essere indirizzato con più efficacia<br />

verso l’attività professionale libera.<br />

Diventando libero professionista un<br />

giovane può essere realmente l’artefice<br />

del proprio destino, in grado di trovare<br />

sempre nuove motivazioni e soddisfazioni<br />

Il ruolo del libero professionista è<br />

decisivo sotto molteplici aspetti: è il<br />

consulente in grado di consigliare<br />

meglio il cliente, è il progettista in<br />

grado di dimensionare con competenza<br />

garantendo sicurezza, è il tecnico<br />

in grado di personalizzare le soluzioni,<br />

è l’esperto in grado di dirigere i<br />

lavori consentendo di raggiungere il<br />

risultato atteso, è il garante dell’intera<br />

commessa in grado di certificare<br />

quanto realizzato.<br />

Quando nel 1929 venne emanato il<br />

decreto che istituiva la professione dei<br />

periti industriali erano già questi i<br />

principi ispiratori chiamati a definire i<br />

profili <strong>della</strong> categoria: un professionista<br />

in grado di tutelare il cittadino e la<br />

comunità.<br />

Fino a oggi si diventava Perito<br />

Industriale diplomandosi presso<br />

l’I.T.I.A.V. o in uno degli istituti tecnici<br />

esistenti sul territorio; orbene, il<br />

futuro già volge le spalle all’odierno<br />

sistema formativo scolastico, che ha<br />

lasciato il testimone alla riforma <strong>della</strong><br />

scuola superiore appena partita. Il<br />

sistema di formazione, con i nuovi<br />

istituti tecnici e l’innalzamento <strong>della</strong><br />

formazione scolastica di matrice<br />

comunitaria, che prevede una formazione<br />

universitaria post diploma di<br />

almeno tre anni o formazione superiore<br />

equivalente, sono già il futuro <strong>della</strong><br />

professione del Perito Industriale.<br />

Alla base del progresso e <strong>della</strong> crescita<br />

ci deve essere la qualità di quel che si


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 17<br />

produce e di come lo si produce; a sua<br />

volta il fondamento <strong>della</strong> qualità è la<br />

conoscenza e la cultura tecnica è parte<br />

importante di questa conoscenza. Per<br />

tale ragione i Periti Industriali, già da<br />

sei anni, hanno inserito nel loro regolamento<br />

deontologico la formazione<br />

continua degli iscritti, come elemento<br />

di garanzia <strong>della</strong> qualità <strong>della</strong> prestazione<br />

professionale nei confronti del<br />

AUGURI!<br />

I nostri più fervidi<br />

e sentiti auguri di<br />

Buon Natale e<br />

Felice Anno Nuovo<br />

a tutti i Soci,<br />

ai collaboratori,<br />

ai sostenitori<br />

<strong>della</strong> nostra<br />

Associazione,<br />

e ai loro famigliari.<br />

committente e dell’intera società.<br />

Al 31 dicembre 2010 gli iscritti ai 97<br />

Collegi Provinciali dei Periti Industriali<br />

erano 45.427 (989 iscritti al Collegio<br />

di Bologna) e, tutti insieme, professionisti<br />

in condizione di lavoro libero o<br />

dipendente, concorrono al rilancio<br />

del made in Italy nel mondo. Il<br />

Collegio dei Periti Industriali e dei<br />

Periti Industriali Laureati ha il compito<br />

Sistema modulare di foratura a due assi<br />

controllati in grado di risolvere tutti i problemi<br />

inerenti la foratura, la filettatura e le piccole fresature<br />

su particolari lunghi e pesanti.<br />

Carpenterie e costruzioni meccaniche<br />

TTinti inti & & TTolomelli<br />

olomelli srl srl<br />

40013 Castel Maggiore (Bo) Via Chiesa, 77 - Tel. 051/711305<br />

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di rappresentare i periti industriali e di<br />

tutelare questo immenso patrimonio<br />

di conoscenza, essere iscritto al<br />

Collegio rappresenta lo spirito di<br />

appartenenza alla categoria oltre che<br />

un’opportunità.<br />

Dal Consiglio Direttivo del Collegio<br />

dei Periti Industriali di Bologna<br />

I NOMINATIVI DEI PRESIDENTI DEL COLLEGIO DEI PERITI<br />

INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA DAL 1951 al 2010<br />

Il primo Albo del Collegio <strong>della</strong> Provincia di Bologna? stato costituito nel 1951;<br />

le elezioni del primo Consiglio Direttivo si tennero nel dicembre 1950.<br />

dal 1951 al 1953 Per. Ind. Luigi Sacchetti<br />

dal 1953 al 1966 Per. Ind. Giovanni Villani<br />

dal 1966 al 196 Per. Ind. Antonio Gnudi<br />

dal 1969 al 1971 Per. Ind. Edmondo Giovannini<br />

dal 1971 al 1994 Per. Ind. Giuseppe Bernasconi<br />

dal 1994 al 1996 Per. Ind. Valerio Bignami<br />

dal 1996 al 1997 Per. Ind. Massimo Bastelli<br />

dal 1997 al 1998 Per. Ind. Luca Biondi<br />

dal 1998 al 2000 Per. Ind. Valter Archetti<br />

dal 2000 al 2003 Per. Ind. David Savoia<br />

dal 2003 al 2010 Per. Ind. Ivano Manara<br />

dal 2010 Per. Ind. Mauro Grazia<br />

Foratrici FCN Serie Modulare


18<br />

Medicina<br />

alcuni consigli<br />

di PATRIZIA CATELLANI (DA INCONTRI N. 94-2007)<br />

Per prevenire le malattie da raffreddamento,<br />

legate spesso alla<br />

stagione, a volte non è sufficiente<br />

difendersi dal freddo e neppure<br />

vaccinarsi. Allo scopo di tenere lontani<br />

i malanni invernali può essere utile<br />

integrare la nostra alimentazione con<br />

miele, pappa reale, fermenti lattici,<br />

cereali integrali, frutta e verdure fresche,<br />

ed anche supplementi di vitamina<br />

C, lievito di birra... Queste sostanze,<br />

infatti, sono capaci di fortificare il<br />

nostro sistema immunitario. E anche<br />

buona norma utilizzare in casa nelle<br />

vaschette d'acqua sul termosifone (o,<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />

Accidenti<br />

a questo raffreddore<br />

Per prevenire le affezioni legate all'inverno può anche essere utile<br />

un'alimentazione mirata<br />

per chi li usa, negli umidificatori) le<br />

essenze balsamiche: oltre a favorire il<br />

respiro disinfettano l'aria che respiriamo.<br />

Se compare la febbre. In passato, sulla<br />

base delle teorie di Ippocrate e di<br />

Galeno, si pensava che la febbre fosse<br />

legata all'alterazione dell'equilibrio<br />

degli umori e che, per restituire al<br />

malato la salute perduta, bisognasse<br />

espellere gli umori eccedenti. Da qui<br />

la fortuna di clisteri e purganti considerati<br />

il rimedio per eccellenza contro<br />

la febbre. Oggi per combatterla<br />

rapidamente ed efficacemente, oltre<br />

ai farmaci antipiretici, che è comunque<br />

conveniente assumere quando la<br />

febbre supera i 38 gradi, ed alla classica<br />

borsa del ghiaccio possiamo<br />

adottare alcuni accorgimenti.<br />

Consigli per combatterla. In caso di<br />

febbre, bisogna innanzitutto scoprirsi,<br />

togliere una coperta dal letto ed aprire<br />

la finestra in modo che l'organismo<br />

surriscaldato possa disperdere più<br />

velocemente il suo calore cedendolo<br />

all'ambiente. Poiché l'acqua evaporando<br />

sottrae calore al corpo, sono<br />

utili delle frizioni sul corpo con un<br />

asciugamano bagnato e ben strizzato,<br />

tenendo presente che la parte più<br />

calda del corpo, non è la testa, ma<br />

l'addome. L'organismo febbricitante<br />

aumenta la sua necessità di acqua,<br />

che viene perduta attraverso la pelle<br />

per disperdere il calore, riducendo di<br />

molto la quantità di urina prodotta. E<br />

bene dunque bere più del solito. I<br />

bambini febbricitanti allattati al seno<br />

desiderano succhiare il seno con una<br />

frequenza molto maggiore del solito.<br />

Questo comportamento, dettato dall'istinto,<br />

serve per bere una maggiore<br />

quantità di liquidi. Ai bambini febbricitanti<br />

allattati con latti artificiali,<br />

invece, durante l'episodio febbrile, va<br />

somministrato un supplemento di<br />

liquidi, preferibilmente sotto forma di<br />

tisane. E comunque buona norma<br />

controllare che il pannolino non<br />

rimanga per troppo tempo asciutto,<br />

segno, quest'ultimo, che la somministrazione<br />

di liquidi è insufficiente.<br />

L'organismo febbricitante aumenta la<br />

sua necessità di vitamine, sali minerali,<br />

sostanze che, come un liquido<br />

lubrificante nel motore, rendono più<br />

facili e scorrevoli le reazioni di difesa<br />

del corpo contro batteri e virus. E<br />

bene, dunque, assumere spremute e<br />

succhi di frutta e di verdura.<br />

CATAPLASMA DI FANGO<br />

È utilissima un'applicazione rinfrescante<br />

di fango argilloso (argilla<br />

verde per uso esterno) per almeno<br />

due ore nel distretto corporeo corrispondente<br />

alfegato. Ilfrgato,<br />

infatti, a causa delle reazioni<br />

metaboliche che produce, genera<br />

molto calore. Come applicare il<br />

cataplasma difango argilloso?<br />

• Mettere qualche cucchiaio di<br />

polvere di argilla in una terrina ed<br />

aggiungere acqua nella quantità<br />

sufficiente per ottenere un impasto<br />

non troppo fluido, di consistenza<br />

simile a quella di un budino;<br />

• spalmare l'impasto alto mezzo<br />

centimetro su un pezzo di tela di<br />

cotone di grandezza sufficiente a<br />

coprire la parte di addome che<br />

va dall'arcata costale inferiore<br />

all'inguine;<br />

• appoggiare il telo con ilfango a<br />

diretto contatto con la pelle;<br />

• ricoprire con carta assorbente<br />

per togliere l'umidità in eccesso e<br />

quindi con un telo di cotone<br />

asciutto e sistemarvi sopra una<br />

sciarpa di lana.


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 19


20<br />

Stampaggio<br />

tecnopolimeri<br />

termoplastici<br />

termoindurenti<br />

e e costruzione stampi<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 21


22<br />

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in tutto il mondo valigie professionali


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 23<br />

Riceviamo<br />

e ben volentieri pubblichiamo<br />

di GIANLUCA BIANCO intervistato da ANDREA ZANOTTI<br />

In occasione del centenario<br />

i giovani si avvicinano all’ALIAV<br />

PRESENTAZIONE:<br />

Mi chiamo Gianluca Bianco, classe<br />

1985, ho conseguito il diploma nella<br />

specializzazione Termotecnica durante<br />

l'anno scolastico 2003/04 dell'<strong>istituto</strong><br />

Aldini-Valeriani. Dopo il diploma<br />

ho svolto un periodo di praticantato<br />

presso uno studio tecnico e dopo due<br />

anni ho sostenuto e superato l'esame<br />

di abilitazione alla libera professione<br />

di Perito Industriale. Con l’abilitazione<br />

conseguita mi sono potuto iscrivere<br />

all’albo e ho potuto firmare i miei<br />

progetti. Dopo aver lavorato per qualche<br />

tempo presso lo studio dove<br />

avevo svolto il periodo di praticantato<br />

e aver iniziato a fare qualche progetto<br />

in maniera autonoma, ho deciso di<br />

fare il grande passo diventando libero<br />

professionista a tempo pieno. Nel<br />

contempo mi sono avvicinato al<br />

Collegio dei periti industriali di<br />

Bologna con cui collaboro attivamente.<br />

Sono infatti il coordinatore <strong>della</strong><br />

commissione giovani e <strong>della</strong> commissione<br />

impianti, oltre che invitato permanente<br />

al Consiglio Direttivo del<br />

collegio.<br />

Hai citato la commissione giovani.<br />

Potresti parlarcene brevemente?<br />

È una delle commissioni tematiche<br />

del collegio dei Periti industriali di<br />

Bologna. Si riunisce con cadenza<br />

mensile e le riunioni sono aperte a<br />

tutti i praticanti e gli iscritti al collegio<br />

in età compresa tra i 20 e i 35 anni.<br />

Nasce dall’esigenza di sostenere i giovani<br />

che si affacciano alla libera professione,<br />

come occasione di aggregazione,<br />

come tramite di avvicinamento<br />

alle attività del Collegio, alle sue<br />

Commissioni ed agli organi istituzionali.<br />

Contribuisce con proposte e confronti<br />

alle attività del Collegio, per<br />

sensibilizzarlo sulle problematiche<br />

degli iscritti più giovani, creando un<br />

vero e proprio collegamento tra i<br />

membri esperti e chi si affaccia per la<br />

prima volta alla libera professione.<br />

Nel 2012 la nostra Associazione,<br />

l’ALIAV festeggerà il secolo di vita:<br />

ritieni che debba esistere un rapporto<br />

con la Commissione Giovani del<br />

Collegio dei periti industriali?<br />

E’ senz’altro necessario che ci sia un<br />

rapporto di conoscenza, di scambio<br />

di opinioni ed esperienze. I giovani<br />

periti industriali, così come i giovani<br />

in generale, rappresentano il futuro<br />

<strong>della</strong> categoria e la continuazione<br />

<strong>della</strong> cultura tecnica che tanti risultati<br />

prestigiosi ha conseguito nella nostra<br />

realtà. Auspico pertanto che anche<br />

l’ALIAV costituisca una Commissione<br />

Giovani: noi siamo pronti a dare il<br />

nostro contributo.<br />

Veniamo a te: quali scelte ti hanno<br />

portato a intraprendere la libera professione?<br />

Avevi già qualche idea in<br />

mente, hai ricevuto il consiglio di<br />

qualcuno oppure hai scelto una volta<br />

diplomato di fronte all'offerta del<br />

mercato del lavoro?<br />

Sin da subito dopo il diploma (pochi<br />

giorni, ad esser precisi) sono stato letteralmente<br />

tempestato di offerte di<br />

lavoro da parte di aziende e imprese<br />

d'installazione. Poche offerte, a dir la<br />

verità, pervennero da studi tecnici. I<br />

compensi offerti delle aziende erano<br />

molto allettanti, ma l'attività di progettista<br />

mi affascinava, e quindi,<br />

anche in funzione dei consigli del<br />

Prof. Rimondini – oltre che ottimo<br />

insegnante di termotecnica, anche lui<br />

libero professionista - decisi di tentare<br />

questa strada.<br />

È stato difficile svolgere il periodo di<br />

praticantato con le nozioni acquisite<br />

durante il quinquennio? Reputi che la<br />

formazione data dal percorso scolastico<br />

sia sufficiente ad affrontare la<br />

vita del libero professionista?<br />

Con il praticantato sono stato molto<br />

fortunato. Ho trovato impiego in uno<br />

studio importante, dove ho imparato<br />

tantissimo. L’Istituto Aldini offre una<br />

ottima preparazione tecnico-pratica -<br />

a mio avviso il punto di forza <strong>della</strong><br />

categoria - il che fornisce buoni strumenti<br />

per affrontare la libera professione.<br />

Durante il praticantato si fa un<br />

ulteriore passo avanti, toccando con<br />

mano quanto appreso sui banchi di<br />

scuola (disegno tecnico avanzato,<br />

dimensionamento di macchine e<br />

impianti, sopralluoghi in cantiere,<br />

ecc.), ma questo non basta. Il panorama<br />

tecnico e normativo è in quotidiana<br />

evoluzione, per essere dei tecnici<br />

validi è fondamentale ampliare le proprie<br />

conoscenze, partecipando a corsi<br />

di formazione o aggiornamento.<br />

Cosa ti ha spinto ad abbandonare i<br />

rapporti di dipendenza e avviarti alla<br />

libera professione? Sei soddisfatto da<br />

questa scelta?<br />

Penso che sia una normale fase dell'iter<br />

di crescita personale e professionale.<br />

È tutta una questione di stimoli. Man<br />

mano che si acquisisce esperienza<br />

certi contesti iniziano a sembrare<br />

stretti e si sente il bisogno di ampliare<br />

i propri orizzonti. Determinante per<br />

questa mia scelta sono stati i primi<br />

contatti con il collegio dei Periti<br />

Industriali e, soprattutto, l'essermi<br />

avvicinato alla commissione giovani.<br />

Qui ho trovato altri coetanei con le<br />

mie stesse difficoltà e le mie stesse<br />

esigenze: è nato confronto ed è cresciuta<br />

la consapevolezza nelle mie<br />

capacità.<br />

Sei soddisfatto <strong>della</strong> tua vita profes-


24<br />

sionale? Quali sono le tue prospettive<br />

future?<br />

La libera professione è diventata una<br />

passione, e tutte le passioni per essere<br />

alimentate hanno bisogno di stimoli.<br />

Questi stimoli possono essere degli<br />

obbiettivi da raggiungere, che è buono<br />

porsi per assicurarsi una giusta crescita<br />

professionale. Personalmente, spero di<br />

diventare un giorno un tecnico finito e<br />

creare un team di professionisti altamente<br />

specializzati in grado di affrontare<br />

grandi progetti (appalti pubblici,<br />

lavori all'estero, etc.). Sicuramente un<br />

obbiettivo ambizioso, ma non impossibile:<br />

un altro punto di forza <strong>della</strong><br />

In data 21 ottobre 2011 si è svolto,<br />

presso l’Istituto Tecnico Industriale<br />

Aldini Valeriani, il primo delle sei<br />

conferenze con gli studenti maturandi<br />

previsti dall’A.L.I.A.V. per l’anno scolastico<br />

2011/2012.<br />

Nell’aula, che ha ospitato l’evento,<br />

erano presenti alcuni professori ed<br />

una cinquantina di studenti di alcune<br />

quinte classi di specializzazione in<br />

Elettrotecnica ed Elettronica.<br />

Dopo l’apertura del Preside<br />

dell’Istituto Ing. Grillo e la presentazione<br />

del ciclo delle conferenze e<br />

delle loro finalità, ha iniziato i lavori<br />

il Presidente dell’A.L.I.A.V. P.i. Andrea<br />

Zanotti con una sostanziosa presentazione<br />

dell’Associazione. Tanti sono<br />

stati i temi toccati ma Zanotti ha<br />

posto enfasi soprattutto su quegli<br />

aspetti che ai giovani ancora sfuggono.<br />

Ad esempio l’importanza del<br />

senso d’appartenenza ad una categoria<br />

professionale, quella dei futuri<br />

Periti Industriali, che richiede sempre<br />

maggior impegno e confronto anche<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />

nostra categoria è la multidisciplinarietà<br />

degli iscritti, che durante la vita professionale<br />

e la partecipazione alle<br />

commissioni tematiche del collegio ho<br />

avuto occasione di conoscere e di<br />

apprezzarne il valore. Quindi, chissa…<br />

Avresti qualche consiglio per i diplomandi<br />

e i neo-<strong>diplomati</strong>?<br />

Ragazzi attenzione, le norme stanno<br />

per cambiare: oggi ci si può iscrivere<br />

al Collegio con il diploma seguendo la<br />

strada che ho fatto io. In un prossimo<br />

futuro, per svolgere una attività professionale<br />

sarà necessaria almeno una<br />

in ambito europeo. Non da ultimo ha<br />

parlato <strong>della</strong> necessità pratica di un<br />

collegamento tra la Scuola ed il varie-<br />

laurea triennale. La vita del libero professionista<br />

è ricca di stimoli, è flessibile<br />

e consente un reddito decoroso. Il<br />

mio consiglio è quello di prendere<br />

seriamente in considerazione la libera<br />

professione, sfruttando la possibilità di<br />

iscriversi all'albo con il solo diploma e<br />

acquisire l’abilitazione di professionista<br />

per sfruttarlo ora o in un prossimo<br />

futuro.<br />

Per ulteriori informazioni rimando al<br />

portale www.perindbo.org oppure alla<br />

nostra e-mail giovani@perindbo.org,<br />

oltre che invitare i lettori, anche quelli<br />

non giovani, a partecipare una delle<br />

nostre riunioni mensili.<br />

Breve articolo sulla conferenza del 21 ottobre 2011<br />

di Marco Finelli<br />

Apertura dei lavori con l’intervento del Preside prof. Grillo<br />

gato mondo del lavoro ed in questo<br />

contesto l’A.L.I.A.V. costituisce per il<br />

giovane non solo un presidio <strong>della</strong><br />

memoria bensì un’opportunità tangibile<br />

e soprattutto fruibile.<br />

Dopo la presentazione di Zanotti è<br />

intervenuto l’Avvocato Arnone che ha<br />

introdotto il tema del mobbing. Ha<br />

contestualizzato l’ambito giuridico<br />

richiamando diversi articoli del codice<br />

civile e <strong>della</strong> Costituzione italiana poi<br />

è entrato nel merito sostanziale ossia<br />

nell’illustrazione all’uditorio di numerosi<br />

esempi pratici. Infine si è proceduto<br />

con un dibattito sugli argomenti<br />

trattati ed una professoressa ed alcuni<br />

studenti sono intervenuti ponendo<br />

diverse domande.<br />

A conclusione dell’incontro il socio<br />

ed assistente Marco Finelli ha provveduto,<br />

su disposizione del Presidente<br />

Zanotti, a distribuire numerose copie<br />

del periodico dell’A.L.I.A.V.<br />

Durante il seminario sono state scattate<br />

alcune fotografie ricordo.<br />

Conclusione intervento di Zanotti ed introduzione del tema oggetto del seminario


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 25<br />

ALIAV natura<br />

di ANDREA ZANOTTI<br />

Un poco di eco-zoologia “non guasta”


26<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 27<br />

Riceviamo<br />

e ben volentieri pubblichiamo<br />

di MARCO FINELLI<br />

Scienza-Salute-Sicurezza<br />

La Scienza per la tutela <strong>della</strong> Salute e <strong>della</strong> Sicurezza nell’ambiente e nei luoghi<br />

di lavoro - Il Tecnico <strong>della</strong> Prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro.<br />

Premessa di contesto - La salute e<br />

la sicurezza nell’ambiente e nei<br />

luoghi di lavoro è tutelata attraverso<br />

specifici ordinamenti giuridici e<br />

normativi che prevedono una serie di<br />

misure di prevenzione e di protezione<br />

siano queste di natura tecnica, organizzativa<br />

o procedurale. Per fornire un<br />

riferimento, non esaustivo, si può citare<br />

il D. Lgs. 9 aprile 2008 n.81 ed il<br />

seguente integrativo e correttivo D.<br />

Lgs. 3 agosto 2009 n.106.<br />

Le principali funzioni, che incorporano<br />

rilevanti riflessi sociali ed economici,<br />

di queste misure precauzionali<br />

sono essenzialmente tre:<br />

• evitare o controllare gli inquinamenti<br />

ambientali;<br />

• evitare gli infortuni sul lavoro;<br />

• evitare l’insorgere di patologie o di<br />

malattie professionali dovute all’inquinamento<br />

ambientale od all’attivi-<br />

tà lavorativa.<br />

Alcuni Enti, senza citarli tutti, quali<br />

l’Istituto Superiore di Sanità (I.S.S.) e<br />

l’Istituto Nazionale per<br />

l’Assicurazione contro gli Infortuni sul<br />

Lavoro (I.N.A.I.L.), si adoperano, attraverso<br />

le loro articolazioni organizzative,<br />

per studiare le interazioni tra l’essere<br />

umano e l’ambiente al fine di<br />

migliorare le condizioni di vita e di<br />

lavoro.<br />

Un percorso formativo postdiploma<br />

- I tempi che viviamo<br />

sono poco generosi per i<br />

giovani che si affacciano nel<br />

complesso mondo del lavoro.<br />

Servono infatti scelte che<br />

soddisfino essenzialmente<br />

due macro-esigenze: la<br />

prima è la messa a frutto<br />

delle proprie attitudini e la<br />

seconda è una concreta pos-<br />

Laboratorio agenti fisici. Manichino simulatore del corpo umano posto su una<br />

tavola vibrante a sei gradi di libertà. Lo scopo di questa simulazione è studiare<br />

la presenza dei fattori fisici di rischio come rumore e vibrazioni Fonte: INAIL<br />

sibilità d’impiego.<br />

Le Università o le scuole di formazione<br />

post-diploma sono diventate molto<br />

sensibili soprattutto sulle seconda<br />

macro-esigenza del potenziale studente<br />

fruitore dei loro corsi. Infatti nel<br />

proporre i loro percorsi di studio<br />

includono molteplici tabelle per informare<br />

sulla performance d’inserimento<br />

occupazionale nei vari settori di sboc-<br />

Laboratorio di fisiologia ergonomia postura e movimento:<br />

sullo sfondo 3 telecamere a raggi infrarossi e una videocamera<br />

digitale. In primo piano una barra a tre assi e 2 piattaforme,<br />

utilizzate per l’analisi <strong>della</strong> postura e del movimento del<br />

corpo umano Fonte: INAIL


28<br />

co con i relativi indicatori: percentuale<br />

d’impiego, relativo tempo d’attesa e<br />

soddisfazione dell’ex studente rispetto<br />

alle proprie attese.<br />

All’interno delle Facoltà di Medicina e<br />

Chirurgia di numerose Università italiane<br />

trova spazio un corso di Laurea<br />

triennale denominato “Tecniche <strong>della</strong><br />

prevenzione nell’ambiente e nei luoghi<br />

di lavoro”. Questo corso abilita<br />

all’esercizio <strong>della</strong> professione sanitaria<br />

del Collaboratore Professionale<br />

Sanitario Tecnico <strong>della</strong> Prevenzione<br />

nell’ambiente e nei luoghi di lavoro.<br />

Chi si appassionerà, sempre all’interno<br />

delle Facoltà di Medicina e Chirurgia,<br />

potrà trovare il corso biennale di<br />

Laurea Specialistica in “Scienze delle<br />

Professioni Sanitarie <strong>della</strong><br />

Prevenzione”.<br />

Al di là dell’immediatezza denominativa,<br />

il mestiere del Tecnico <strong>della</strong><br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />

Prevenzione consiste in una serie di<br />

attività che spaziano dalla progettazione<br />

di corsi di formazione al controllo<br />

dell’igiene degli alimenti o <strong>della</strong> sicurezza<br />

del lavoro nei vari comparti produttivi.<br />

Campionamenti per il rilievo<br />

<strong>della</strong> presenza di sostanze pericolose<br />

(tossiche, nocive, irritanti, ecc.) nell’ambiente<br />

od all’interno di un luogo<br />

di lavoro, controlli sistematici <strong>della</strong><br />

conformità delle attrezzature di lavoro,<br />

controlli dei sistemi nella catena alimentare,<br />

stesure di procedure di sicurezza<br />

in caso di emergenza, ecc. ecc.,<br />

rappresenteranno il “mestiere” del<br />

T.d.P..<br />

Ad esempio, nei Dipartimenti di Sanità<br />

Pubblica delle Azienda Sanitarie<br />

Locali all’interno del settore che si<br />

occupa <strong>della</strong> Salute e Sicurezza negli<br />

Ambienti di Lavoro il T.d.P. che svolgerà<br />

servizi di vigilanza avrà la qualifica<br />

di Ufficiale di Polizia Giudiziaria e si<br />

occuperà anche d’indagini ricostruttive<br />

a seguito di infortunio sul lavoro.<br />

Specificare ogni possibile sbocco professionale<br />

sarebbe opera importante<br />

ma, per brevità, tengo a sottolineare<br />

che gli insegnamenti ed ancor di più,<br />

la forma mentale acquisita durante il<br />

corso di maturità tecnica sono “calzanti”<br />

sia rispetto alla preparazione<br />

richiesta dal programma di studi universitari<br />

sia, soprattutto, rispetto allo<br />

svolgimento <strong>della</strong> successiva attività<br />

professionale.<br />

L’autore<br />

dottore magistrale in Scienze delle<br />

Professioni Sanitarie <strong>della</strong> Prevenzione<br />

già Perito Industriale in Elettrotecnica<br />

Marco Finelli<br />

INVITO - SOLLECITAZIONE - RIFLESSIONE - PRIORITÀ<br />

Carissimi soci e lettori affezionati, in una precedente nota generica abbiamo<br />

accennato alle attività celebrative che stiamo per porre in esecuzione stante<br />

l'approssimarsi a grandi passi del fatidico 2012 CENTENARIO ALlAV Le idee<br />

non mancano, i bravi collaboratori (consiglieri soci amici estimatori) ci sono.<br />

Desideriamo rendere un degno omaggio, in quella ricorrenza, alla nostra longeva,<br />

assidua ed attiva Associazione, UNICA NEL SUO GENERE in Italia!<br />

Prevediamo come data clou la meta' di maggio 2012. Vorremmo avere la presenza<br />

di personaggi eccellenti, nell'ambito scolastico e del mondo imprenditoriale,<br />

vorremmo avere già pronto per la divulgazione e per la distribuzione il<br />

libro "storia di una importante scuola bolognese", il tutto in una ambientazione<br />

importante, rappresentativa ed accogliente. Vorremmo che l'immagine di ALlAV<br />

rimanesse nel ricordo dei giovani e dei loro genitori per ricondurre le scelte formative<br />

verso il settore tecnico! Vogliamo con tutte le nostre forze che la Grande<br />

Scuola AldiniValeriani riprenda il suo ruolo di scuola tecnica d'eccellenza in<br />

Bologna che tanto le deve per il suo sviluppo. Riepilogando non mancano le<br />

buone intenzioni e la volontà, in difetto, purtroppo c'e' sempre l'aspetto materiale.<br />

Vorranno i sigg. soci rendersi partecipi di un meritato successo del<br />

Centenario? Ai posteri l'ardua conta!


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 29<br />

MONTE GIOVINE E MONTE<br />

BACO<br />

attorno<br />

a Bologna<br />

di CESARE VERONESI da “TAMARI MONTAGNA EDIZIONI”<br />

Proposte<br />

per il tempo libero<br />

settima parte<br />

La confluenza fra il fiume Reno ed il<br />

torrente Setta, suo principale affluente,<br />

è dominata da ripidi dossi boscosi che<br />

scendono impervi fino al fondovalle,<br />

costituendo l'estrema propaggine <strong>della</strong><br />

dorsale MontovoloMonte<br />

SalvaroMonte Sole. La zona è assai<br />

panoramica e suggestiva; purtroppo, a<br />

causa <strong>della</strong> morfologia caratterizzata<br />

da cime isolate, è assai difficile individuarvi<br />

un interessante itinerario circolare.<br />

Si suggerisce perciò il seguente<br />

breve percorso, piuttosto gratificante<br />

anche se privo di logica.<br />

Dislivello in salita e in discesa: 250 m<br />

circa Tempo complessivo: 2,15 ore<br />

Dalla chiesa di Pànico, raggiungibile<br />

dalla S.S. Porrettana voltando a sinistra<br />

prima di Marzabotto, si prosegue per<br />

circa 3 Km in salita per via San<br />

Silvestro fino a raggiungere l'omonima<br />

chiesetta (317 m), adagiata in posizione<br />

dominante sui dolci pendii argillosi<br />

fra il Monte Giovine e il Monte Santa<br />

Barbara; qui si lascia l'automezzo.<br />

Si prende la strada in salita immediatamente<br />

prima <strong>della</strong> chiesa e la si percorre<br />

fino a una marcata curva a<br />

destra (prima di un bivio) dove la si<br />

lascia per seguire un buon viottolo a<br />

sinistra che percorre la cresta occidentale<br />

di Monte Giovine; giunti ad una<br />

sella, dove la traccia principale piega<br />

a destra, si prosegue in salita per una<br />

ripida cavedagna che in breve diviene<br />

un sentiero continuando a seguire la<br />

cresta fino ad uscire sulla cima del<br />

Monte Giovine sormontata da un'antenna<br />

(460 m; 0,30 ore). Il panorama è<br />

assai aperto verso la valle del Reno, e<br />

sono inoltre assai suggestivi i ripidissimi<br />

pendii con cui il Monte Baco si<br />

affaccia sulla valle.<br />

Ogni tentativo di scendere per poi traversare<br />

a mezza costa è frustrato dall'assenza<br />

di sentieri, per cui conviene<br />

ritornare indietro fino a giungere alla<br />

strada nei pressi del bivio; si volta a<br />

sinistra e si segue la carrozzabile che<br />

prosegue in salita, portando velocemente<br />

ai ruderi delle case di Stanzano<br />

di Sopra (400 m circa); in basso a sinistra<br />

si notano le belle case di Stanzano<br />

di Sotto, tuttora in buono stato di conservazione.<br />

La strada ha termine e si<br />

continua per un evidente sentiero che<br />

prosegue verso nord, inoltrandosi fra<br />

la boscaglia di roverella che ricopre la<br />

parte sommitale di Monte Baco; voltando<br />

a sinistra ad una selletta,<br />

lasciando la traccia principale che<br />

scende verso il fondovalle del Setta, in<br />

breve se ne raggiunge la cima (425 m<br />

circa; I ora), punto panoramico modesto<br />

perché interamente ricoperto dalla<br />

vegetazione.<br />

Si ritorna nuovamente sui propri passi<br />

fino ai ruderi di Stanzano di Sopra;<br />

poche decine di metri dopo gli antichi<br />

edifici si lascia la strada voltando a<br />

sinistra per una buona traccia semiorizzontale<br />

che attraversa la costa erbosa,<br />

con magnifici panorami sul contrafforte<br />

pliocenico che domina il lato<br />

opposto <strong>della</strong> valle del Setta. Ben presto<br />

il sentiero si inoltra nel bosco<br />

ceduo e diviene un largo e comodo<br />

stradello che sbuca in un ampio<br />

campo altamente panoramico; immediatamente<br />

prima si volta a destra per


30<br />

un viottolo che continua a traversare<br />

fino a giungere ad una strada sterrata a<br />

breve distanza da Casa Liché.<br />

Voltando a destra si ritorna velocemente<br />

alla chiesa di San Silvestro (317<br />

m; 0,45 ore).<br />

PÁNICO<br />

I Conti di Pànico furono per lungo<br />

tempo nel Medioevo gli incontrastati<br />

dominatori <strong>della</strong> valle del Reno, e per<br />

oltre sessant'anni combatterono accanitamente<br />

il Comune di Bologna; furono<br />

gli ultimi feudatari imperiali del<br />

contado bolognese ad essere debellati,<br />

alla fine del XIV secolo. Il loro agguerrito<br />

castello sorgeva su di un'aspra<br />

altura (tuttora esistente con ben altro<br />

aspetto) dominante il fondo <strong>della</strong> valle<br />

fra il Reno e l'attuale strada Porrettana<br />

a circa 23 Km da Bologna, in comune<br />

di Marzabotto.<br />

Ricorda la potenza di Pànico la bella<br />

basilica romanica intitolata a San<br />

Lorenzo Martire, che si può ammirare<br />

nel ridente borgo che porta il nome<br />

dell'antica famiglia nobiliare. La chiesa<br />

a tre navate, dalle eleganti forme<br />

che ricordano i coevi monumenti religiosi<br />

toscani, è una delle più notevoli<br />

e significative <strong>della</strong> montagna bolognese,<br />

con l'armonia e l'eleganza<br />

<strong>della</strong> sua sobria architettura, l'aura<br />

mistica che ancora sembra pervaderla<br />

e le memorie storiche da essa evocate.<br />

MISA<br />

Poco a sud dell'attuale paese di<br />

Marzabotto, nell'ampio terrazzo fluviale<br />

di Misano vicino al Reno, si possono<br />

ammirare le vestigia <strong>della</strong> città<br />

etrusca convenzionalmente chiamata<br />

Misa, con un perimetro probabilmente<br />

superiore a tre chilometri e con resti di<br />

tempi, dell'acropoli e delle necropoli.<br />

La ricchezza di suppellettili e oggetti<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />

vari rinvenuti sul posto hanno indotto<br />

a creare un interessante museo che va<br />

sempre più arricchendosi. L'epoca<br />

<strong>della</strong> città e del materiale venuto alla<br />

luce va dalla fine del VI secolo a.C.<br />

alla prima metà del IV secolo a.C.; gli<br />

scavi furono iniziati nel 1831 dai conti<br />

Giuseppe e Pompeo Aria, proprietari<br />

del terreno, e proseguirono per alcuni<br />

decenni sotto la guida degli archeologi<br />

Panorama da Monte Calvo; si notano i calanchi di Pieve del Pino el il crinale appenninico.<br />

bolognesi Giovanni Gozzadini ed<br />

Edoardo Brizio.<br />

Oltre al materiale etrusco furono reperiti<br />

anche manufatti dell'Eneolitico<br />

(2.500 a.C.) e furono scoperti tombe e<br />

materiale del periodo gallico; non lontano<br />

da qui, a Ramonte nei pressi di<br />

Luminasio, furono anche rinvenute<br />

alcune tombe villanoviane a cremazione<br />

(930-525 a.C.), mentre alla<br />

Canovella gli scavi hanno posto in<br />

luce sepolture a inumazione dello<br />

stesso periodo. Attualmente il museo e<br />

gran parte <strong>della</strong> zona archeologica<br />

sono aperti al pubblico, mentre continuano<br />

i lavori di scavo sotto la guida<br />

<strong>della</strong> Soprintendenza alle antichità.<br />

FRA RENO E SAVENA<br />

Prima di inoltrarsi nella pianura, i<br />

corsi inferiori del fiume Reno e del<br />

torrente Savena racchiudono i colli<br />

bolognesi propriamente detti, che si<br />

spingono in avanti fino a lambire le<br />

porte <strong>della</strong> città. Anche qui troviamo,<br />

a grandi linee, gli stessi terreni già visti<br />

in precedenza: le marne (schlier), che<br />

formano i colli più ripidi e boscosi (M.<br />

Paderno, M. Sabbiuno); le argille scagliose<br />

(calanchi di Paderno); le argille<br />

plioceniche (calanchi di Sabbiuno); le<br />

sabbie plioceniche («calanchi» di<br />

Pieve del Pino), che danno vita a sug-


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 31<br />

L’antico oratorio di Madonna dei Boschi<br />

alla Croara<br />

gestive balze e pareti giallastre.<br />

I «colli» costituiscono una delle più<br />

grandi ricchezze di Bologna: ben<br />

poche altre città possono vantare un<br />

vasto retroterra verde a così breve<br />

distanza dall'abitato, un'autentica oasi<br />

in cui fuggire dal caldo estivo, dalle<br />

automobili, dall'aria velenosa e dalla<br />

confusione. Splendido territorio collinare,<br />

ricco di parchi pubblici frequentatissimi<br />

dalla cittadinanza, i colli,<br />

purtroppo, non sono molto favorevoli<br />

all'escursionismo. Nonostante i reiterati<br />

progetti, non esiste ancora alcuna<br />

rete di sentieri pedonali che congiungano<br />

fra di loro i parchi, e questi alla<br />

città; in alcuni casi sarebbe veramente<br />

semplice aprire dei percorsi, ma non<br />

sembra che vi sia una reale volontà di<br />

farlo. Così il povero escursionista si<br />

trova invischiato nelle recinzioni e nei<br />

cartelli di divieto di transito, ricacciato<br />

sulle strade asfaltate e un po' frustrato<br />

perché la bellezza dei luoghi potrebbe<br />

offrire molto di più.<br />

I CALANCHI DI PIEVE DEL PINO<br />

Facile escursione circolare resa assai<br />

suggestiva dalle straordinarie vedute<br />

che si hanno sui selvaggi anfiteatri di<br />

balze erose nei chiari terreni pliocenici<br />

nei pressi <strong>della</strong> bella chiesa di S.<br />

Ansano a Pieve del Pino; nei giorni<br />

più limpidi è vastissimo il panorama<br />

anche in direzione del crinale appenninico.<br />

Gran parte dell'itinerario si<br />

snoda ai margini di una azienda faunisticovenatoria<br />

in cui è, purtroppo,<br />

proibito l'accesso, costringendo così a<br />

compiere deviazioni e a privare il percorso<br />

di alcuni dei suoi tratti più belli.<br />

Utilizzando l'autobus l'itinerario ha<br />

inizio dal monumento ai Caduti di<br />

Sabbiuno.<br />

Dislivello in salita e in discesa: 250 m<br />

circa Tempo complessivo: 2 ore<br />

Dalla Pieve del Pino (325 m) si segue<br />

la strada asfaltata in direzione di<br />

Badolo (sud) per breve tratto, voltando<br />

poi a sinistra in ripida salita costeggiando<br />

il piccolo cimitero, che si<br />

lascia in basso a sinistra; ben presto la<br />

strada diviene sterrata e la si segue<br />

costeggiando il Monte Samorre fino a<br />

giungere in vista di una casa colonica<br />

situata più in alto <strong>della</strong> carrabile (Cà<br />

Barco). Si evita l'edificio prendendo<br />

l'evidente cavedagna a destra che<br />

scende, nella boscaglia raggiungendo<br />

in breve il bordo delle selvagge balze<br />

che precipitano verso il fondovalle del<br />

Rio dei Prati. La carrareccia prosegue<br />

ora costeggiando il precipizio con bellissime<br />

e inconsuete vedute <strong>della</strong> singolare<br />

guglia del Dente di Pieve del<br />

Pino, fino a giungere ad un edificio<br />

disabitato (Ca' Nova; 313 m; 0,40 ore)<br />

nei pressi di una grossa antenna ben<br />

visibile anche a distanza.<br />

La carrareccia prosegue in discesa,<br />

sempre sull'orlo dei dirupi, fino ad un<br />

evidente bivio: un'invitante strada sterrata<br />

che scende a sinistra nella valle<br />

del Rio dei Prati deve essere tralasciata<br />

a causa delle indicazioni di divieto. Si<br />

continua perciò diritto per una cavedagna<br />

che percorre dolcemente un<br />

poggio per poi voltare a sinistra in<br />

direzione del sottostante villaggio<br />

Serrabella, ben visibile dall'alto.<br />

Giunti al fondovalle (140 m circa;<br />

Il dente di Pieve del Pino<br />

0,30 ore), fare attenzione allo stradello<br />

che da qui risale il fianco opposto<br />

<strong>della</strong> valle (nord) fra aperti coltivi,<br />

riconoscibile per i filari di cipressi che<br />

lo costeggiano; seguendolo si raggiunge<br />

la carrozzabile sterrata che sale da<br />

S. Andrea di Sesto e, voltando a sinistra,<br />

si giunge in breve al monumento<br />

dei Caduti di Sabbiuno e da qui, per<br />

strada asfaltata, si torna in breve nuovamente<br />

alla Pieve del Pino (325 m;<br />

0,50 ore).<br />

CALANCHI DI SABBIUNO<br />

Facile itinerario che percorre l'ampio<br />

anfiteatro dei calanchi di Sabbiuno,<br />

famosi per la vicinanza alla città e<br />

perché furono teatro di un eccidio di<br />

partigiani, tragico evento ricordato da<br />

un monumento sul ciglio superiore<br />

<strong>della</strong> scarpata. Come tutti i percorsi<br />

che si svolgono su terreni argillosi è<br />

bene evitare i periodi più umidi a<br />

causa del fango.<br />

Dislivello in salita e in discesa: 380 m<br />

circa Tempo complessivo: 2,15 ore<br />

Dal piazzale del capolinea dell'autobus<br />

presso il monumento dei Caduti<br />

Partigiani di Sabbiuno (310 m), si<br />

segue in discesa il sentierino che si<br />

inoltra (verso ovest) nell'affascinante<br />

mondo dei calanchi, percorrendo<br />

un'affilata cresta che gradualmente si<br />

abbassa, a tratti ripida, fino a giungere<br />

nei pressi di una casa colonica diroccata<br />

(Casa Rio di sopra; 120 m circa;<br />

0,30 ore) nelle vicinanze di un piccolo<br />

bacino artificiale. Da qui si prende<br />

la carrabile a destra (segnavia biancorossi)<br />

che procede ampia ed in lieve<br />

discesa nei pressi dell'alveo del Rio<br />

Ru; superati i ruderi <strong>della</strong> Casa Rio di


32<br />

sotto si giunge in vista <strong>della</strong> massiccia<br />

costruzione di Casa Tomba, circondata<br />

da magnifiche querce, e dill si è in<br />

breve all'ampio fondovalle del Reno<br />

(80 m circa).<br />

Si volta a sinistra seguendo una comoda<br />

strada sterrata (vedi it. successivo)<br />

che attraversa una piana per circa un<br />

chilometro, fino a giungere alla colonica<br />

disabitata di San Gherardo (è visibile<br />

il numero civico 8) un po' discosta,<br />

a sinistra, dalla strada (0,30 ore).<br />

Circa 100 m oltre la casa si incontra<br />

un evidente ruscello delimitato da<br />

robuste arginature: non lo si attraversa<br />

ma si volta invece a sinistra costeggiandolo<br />

su terreno pianeggiante ai<br />

margini dei campi. Giunti alla base<br />

<strong>della</strong> salita bisogna traversare decisamente<br />

a sinistra e, seguendo le tracce<br />

di una vecchia carrareccia, si supera<br />

un altro ruscello; occorre risalire l'evidente<br />

cresta argillosa che si dirige<br />

verso la cima del colle soprastante,<br />

unico punto del percorso in cui l'invadenza<br />

<strong>della</strong> vegetazione può creare<br />

qualche problema. La cresta è percorsa<br />

da tracce di passaggio che si seguono<br />

faticosamente a causa <strong>della</strong> salita<br />

molto ripida; nei pressi <strong>della</strong> sommità<br />

del colle sorge una casa diroccata<br />

(Roncaglio; 241 m; 0,30 ore) ben visibile<br />

sia dal punto di partenza dell'escursione<br />

sia dal fondovalle del Reno.<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />

Un'ampia carrareccia, in ripida discesa<br />

a sinistra, riporta velocemente a<br />

Casa Rio di Sopra. Da qui si può ritornare<br />

per la via percorsa in precedenza,<br />

risalendo la ripida cresta calanchiva<br />

oppure proseguire in salita per la<br />

larga cavedagna (segnavia biancorossi)<br />

che si mantiene sul fondo <strong>della</strong> piccola<br />

valle fino alla diga in terra ben visi-<br />

bile anche dall'alto, costruita per trattenere<br />

le acque piovane e per rallentare<br />

la discesa a valle delle argille. Da<br />

qui si sale decisamente fino a raggiungere<br />

la strada asfaltata in corrispondenza<br />

de Il Casetto (307 m) da cui,<br />

voltando a destra, in una decina di<br />

minuti si fa ritorno al punto di partenza<br />

(310 m circa; 0,45 ore).


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 33<br />

ALIAV economia<br />

di SUSANNA RUBBIANI (DA INCONTRI N. 94-2007)<br />

“Basilea 2”<br />

il ruolo del bilancio<br />

Si spera che l'applicazione degli<br />

Accordi contribuisca a sollecitare<br />

maggiore attenzione alle delicate<br />

funzioni di programmazione all'interno<br />

delle imprese<br />

L’applicazione degli Accordi di<br />

"Basilea 2" ha imposto la revisione<br />

delle modalità di valutazione <strong>della</strong><br />

clientela da parte delle banche.<br />

Queste dovranno classificare i propri<br />

clienti in base alla loro rischiosità,<br />

misurandola attraverso una procedura<br />

sofisticata che consenta l'attribuzione<br />

di un rating. Fino ad ora,<br />

il termine "rating" era normalmente<br />

associato al voto che importanti<br />

agenzie internazionali ("Moody's",<br />

"Standard & Poor's, Fitch") assegnano<br />

a società quotate in Borsa, emittenti<br />

di strumenti finanziari, banche<br />

o paesi in relazione al loro grado di<br />

affidabilità finanziaria. Da ora<br />

dovremo abituarci all'utilizzo di<br />

questo strumento anche nei confronti<br />

di realtà difficilmente associabili<br />

in passato ad esso. Rating, infatti,<br />

vuole semplicemente dire "valutazione".<br />

Applicare il rating alle aziende<br />

con le quali ci confrontiamo con<br />

consuetudine, le piccole e medie<br />

imprese, è nella sostanza una proce-<br />

dura finalizzata a valutare la loro<br />

capacità di credito attraverso metodologie<br />

specifiche ed oggettive. La<br />

normativa di "Basilea 2" è estremamente<br />

complessa ed in realtà fissa<br />

solo le linee guida, non regole dettagliate<br />

e lascia quindi ampio spazio<br />

alle banche in merito ai metodi ed ai<br />

processi che portano alla identificazione<br />

del rating. Ogni banca ha<br />

quindi potuto adottare un proprio<br />

sistema di calcolo del rating secondo<br />

la propria cultura e le proprie<br />

caratteristiche valutative, pur nel<br />

soddisfacimento di alcuni requisiti<br />

minimi previsti dall'accordo e verificati<br />

dalla Banca d'Italia. Il modello<br />

di rating applicato da una banca<br />

sarà, quindi, diverso da quello adottato<br />

da un'altra banca, sia con riferimento<br />

agli elementi considerati che<br />

al peso attribuito ad ognuno di essi.<br />

Nonostante l'ampia discrezionalità<br />

di cui godranno i singoli istituti, è<br />

comunque altrettanto vero che alcuni<br />

fattori utilizzati saranno comuni<br />

all'intero mondo bancario. Nel<br />

complesso si possono identificare<br />

quattro tipologie di elementi alla<br />

base dei processi che porteranno<br />

alla identificazione del rating: 1)<br />

caratteristiche oggettive dell'azienda:<br />

capacità di generare reddito e<br />

liquidità, struttura patrimoniale e<br />

finanziaria, nonché qualità e tempestività<br />

delle informazioni, management<br />

e posizionamento competitivo<br />

nel settore; 2) caratteristiche e andamento<br />

del settore in cui opera l'azienda;<br />

3) andamento del rapporto<br />

banca/impresa; 4) andamento del<br />

rapporto impresa/sistema bancario.<br />

Appare quindi chiaro che, nel processo<br />

valutativo, entrano elementi<br />

soggettivi ed oggettivi. Troviamo<br />

questi ultimi, fra l'altro, nel primo<br />

punto, dove vengono prese in considerazione<br />

le caratteristiche tipiche<br />

dell'azienda. Uno degli strumenti<br />

che consente di ottenere risposte a<br />

molte delle problematiche prese in<br />

considerazione a questo livello è il


34<br />

"bilancio aziendale". Questo documento<br />

rappresenta infatti nella maggior<br />

parte dei sistemi di rating uno<br />

degli strumenti cardine. Il peso attribuito<br />

alle risultanze che emergono<br />

proprio dai bilanci è considerevole<br />

per tutti i modelli normalmente<br />

impiegati. E' quindi di vitale importanza<br />

per le banche poter ottenere<br />

dalla propria clientela il bilancio<br />

pubblicato nel minor tempo possibile,<br />

pur consapevoli dei limiti di questo<br />

documento: disponibilità limitata<br />

ad alcune categorie di aziende da<br />

un lato, scarsa tempestività dall'altro.<br />

Come noto l'obbligo di redazione<br />

del bilancio civilistico ricade<br />

infatti solo sulle società di capitale,<br />

mentre quelle di persone e le ditte<br />

individuali devono produrre una<br />

situazione economicopatrimoniale<br />

ma solo ai fini fiscali finalizzata<br />

quindi all'evidenziazione del reddito<br />

imponibile dell'esercizio. Inoltre<br />

il bilancio redatto dalle società di<br />

capitale viene depositato e quindi<br />

reso pubblico 4/6 mesi dopo la data<br />

di chiusura dell'esercizio, quando la<br />

situazione aziendale può essere<br />

mutata anche radicalmente. Inoltre<br />

da sempre le Piccole Medie<br />

Imprese, quel variegato mondo che<br />

rappresenta il fulcro del nostro tessuto<br />

imprenditoriale, hanno visto il<br />

documento di bilancio principalmente<br />

come un obbligo di tipo civilistico/fiscale<br />

e non come un mezzo<br />

di comunicazione aziendale. In pratica<br />

il bilancio rappresenta per la<br />

maggior parte di loro un "fatto privato<br />

fra l'azienda ed il fisco" da un lato<br />

e la necessità di rispettare le norme<br />

del codice civile dall'altro.<br />

E consuetudine soprattutto in impre-<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />

se di minore<br />

dimensione che<br />

nella redazione<br />

del bilancio di<br />

esercizio si parta<br />

da un "utile predeterminato",<br />

per poi costruire<br />

il conto economico.<br />

Ciò grazie<br />

anche ad uno<br />

dei principi base<br />

<strong>della</strong> norma, che<br />

impone l'adozione<br />

del criterio<br />

<strong>della</strong> prudenza.<br />

Ci si può<br />

quindi imbattere<br />

in aziende che<br />

hanno la convenienza<br />

a peggiorare<br />

il bilancio,<br />

al fine di ridurre<br />

l'imponibile da<br />

sottoporre a tassazione,<br />

ed in<br />

altre con esigenze<br />

opposte. Inoltre la normativa consente<br />

ad alcune società, considerate<br />

"di limitate dimensioni" in quanto al<br />

di sotto di soglie dimensionali previste<br />

dal codice civile, di redigere il<br />

bilancio in forma abbreviata.<br />

Questo documento fornisce un<br />

minor numero di informazioni e dettagli<br />

utili ai terzi per la valutazione<br />

dell'impresa rispetto a quello redatto<br />

in forma ordinaria. La filosofia<br />

che ha ispirato il legislatore in questa<br />

scelta è quella di semplificare<br />

l'attività delle piccole aziende che si<br />

ritiene, talvolta erroneamente, non<br />

siano in grado di adottare un sistema<br />

organizzativo complesso, in considerazioni<br />

delle loro limitate dimensioni.<br />

Le società che possono avvalersi<br />

di questa facoltà sono numerose<br />

e destinate a crescere nel tempo<br />

visto i ripetuti interventi volti ad elevare<br />

questi limiti per garantire le<br />

agevolazioni ad un numero sempre<br />

più elevato di imprese. La semplificazione<br />

prevista da questa normativa<br />

riguarda aspetti sia di tipo tecnico/contabile<br />

sia sostanziali. Basti<br />

pensare che chi utilizza questo sistema<br />

indica nello stato patrimoniale<br />

l'ammontare totale di crediti e debiti,<br />

senza alcuna indicazione specifica<br />

<strong>della</strong> quota dei crediti verso<br />

clienti o dei debiti verso fornitori,<br />

verso banche o soci. Inoltre non è<br />

tenuto alla compilazione <strong>della</strong> relazione<br />

sulla gestione, documento che<br />

descrive i principali accadimenti<br />

dell'esercizio e le conseguenze prodotte<br />

sulle risultanze di bilancio. E'<br />

ovvio che tutto ciò rappresenta di<br />

fatto una forte penalizzazione ai fini<br />

di una corretta valutazione dell'impresa.<br />

Le banche quindi, in assenza<br />

di informazioni puntuali, saranno<br />

costrette a valutare tutte le poste di<br />

bilancio non adeguatamente dettagliate<br />

al più elevato livello di<br />

rischio. In pratica dovranno utilizzare<br />

un criterio prudenziale che valuterà<br />

nel modo "peggiore" queste<br />

voci. E' auspicabile che l'adozione<br />

di «Basilea2» rappresenti un volano<br />

per rilanciare l'utilità del bilancio<br />

soprattutto come strumento di<br />

comunicazione d'impresa, al fine di<br />

far apprezzare il valore, l'affidabilità<br />

e la redditività effettiva <strong>della</strong> società.<br />

Per instaurare un rapporto costruttivo<br />

di fiducia con il proprio/i partner<br />

finanziario, gli imprenditori dovranno<br />

capire l'importanza di redigere il<br />

bilancio in forma ordinaria completo<br />

di tutte le informazioni utili per<br />

una valutazione precisa dello stato<br />

di salute dell'azienda. Questo nel<br />

tempo consentirà loro di non veder<br />

compromesso l'accesso al mercato<br />

del denaro. Inoltre, dovranno anche<br />

imparare ad utilizzare il bilancio e<br />

le risultanze che ne emergono come<br />

strumento di lavoro. Sapere leggere<br />

il proprio bilancio vuol dire anche<br />

saper cogliere le inefficienze strutturali<br />

per poter cercare i rimedi necessari,<br />

orientando quindi le decisioni<br />

aziendali verso sistemi volti al<br />

miglioramento dell'efficienza. E<br />

questo approccio non deve valere<br />

solo per le imprese più grandi e,<br />

quindi, più strutturate, ma deve<br />

diventare una metodologia comune<br />

a tutte quelle aziende che intendono<br />

rimanere nel tempo sul mercato il<br />

più competitive possibile. Ci si può<br />

quindi augurare che l'introduzione<br />

di "Basilea2" favorisca una maggiore<br />

attenzione alle funzioni di programmazione<br />

all'interno delle imprese.<br />

NORMATIVA COMPLESSA<br />

Applicare il rating alle aziende<br />

con le quali ci si confronta<br />

con consuetudine, vale a<br />

dire le piccole e medie<br />

imprese, è nella sostanza<br />

una procedura finalizzata a<br />

valutare la loro capacità di<br />

credito attraverso metodologie<br />

specifiche e oggettive.<br />

La normativa di "Basilea2" è<br />

estremamente complessa. In<br />

realtà essa fissa soltanto le<br />

linee guida, non regole dettagliate,<br />

lasciando quindi<br />

ampio spazio agli istituti di<br />

credito in merito ai metodi e<br />

ai processi che portano alla<br />

identificazione del rating.


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 35<br />

ALIAV società e sviluppo<br />

di ANTONIO RINALDI (DA INCONTRI N. 99-2009)<br />

Piccoli comuni in allarme<br />

Nel convegno di Nemoli in Basilicata è emersa la necessità di una<br />

politica economica capace di favorire la crescita delle piccole realtà<br />

MEZZOGIORNO<br />

DIMENTICATO<br />

Nell'impostazione del Governo (ma anche di<br />

buona parte dell'opposizione), manca qualsiasi<br />

accenno alla necessità di riequilibrare l'economia<br />

italiana. Manca, in definitiva, da parte <strong>della</strong><br />

classe politica, un impegno serio per costruire<br />

una stagione innovativa di politica economica<br />

per il Mezzogiorno e, più in generale, per le aree<br />

deboli del Paese, capace di contrastare efficacemente<br />

il declino delle piccole realtà.<br />

La quarta festa nazionale dei piccoli<br />

Comuni d'Italia tenutasi di<br />

recente a Nemoli in Basilicata, è<br />

stata l'occasione per riflettere sull'importanza,<br />

le prospettive di sviluppo<br />

e sulle problematiche dei tanti<br />

piccoli Comuni lucani e italiani.<br />

Purtroppo il quadro che emerge non<br />

è confortante e non induce all'ottimismo.<br />

C'è un'Italia caratterizzata<br />

dalla capacità dei territori di fare rete<br />

e sistema e quella del "disagio insediativo",<br />

con 1.650 Comuni destinati<br />

a diventare paesi fantasma entro il<br />

2016. Un disagio che, se nel 1996<br />

colpiva 2830 Comuni, nel 2006 ne<br />

ha interessati 3.556 e tra otto anni<br />

potrebbe arrivare a 4.395, in pratica<br />

un comune su due. Non solo. Il fenomeno<br />

comincia a coinvolgere aree di<br />

dimenioni sempre maggiori: oltre la<br />

metà dei Comuni con meno di diecimila<br />

abitanti, per un totale di oltre 14<br />

milioni di persone. Calo delle nascite,<br />

aumento <strong>della</strong> popolazione<br />

anziana, impoverimento delle potenzialità<br />

produttive, oltre alla scarsa<br />

capacità di attrarre nuovi cittadini e<br />

imprese sono i principali segni di<br />

disagio. Una selezione territoriale<br />

durissima attraversa<br />

l'Italia, dal Sud<br />

al Nord. Aree forti<br />

che attraggono<br />

persone e investimenti,<br />

aree deboli<br />

che diventano<br />

sempre più marginali.<br />

Ma è il<br />

Mezzogiorno che<br />

soffre di più. La<br />

sua debolezza<br />

generale si manifesta<br />

con l'irrilevanza<br />

numerica<br />

dei Comuni dell'eccellenza,<br />

cioè dei sistemi con<br />

capacità di leadership e con l'altissima<br />

percentuale dei piccoli centri<br />

destinati allo spopolamento. In particolare,<br />

per quanto riguarda la<br />

Basilicata, dicono le statistiche, con<br />

le loro impietose proiezioni, che<br />

tanti di questi piccoli centri, fra venticinque<br />

o cinquant'anni, potrebbero<br />

sparire dalla carta geografica. Certo,<br />

se le famiglie vanno via, se i giovani<br />

non intravedono un futuro, se l'isolamento<br />

materiale e immateriale<br />

diventa insopportabile, questo scenario<br />

potrebbe diventare realtà. Si<br />

moltiplicano le<br />

famiglie unipersonali<br />

e tra di esse<br />

sono sempre più<br />

numerose quelle<br />

composte da<br />

anziani che assistono<br />

impotenti al<br />

ridimensionamento<br />

del ruolo <strong>della</strong><br />

famiglia che, con<br />

la sua rete parentale,<br />

nella nostra<br />

realtà, si è sempre<br />

elevata come<br />

baluardo a protezione degli individui.<br />

Si parla da tempo ormai dello<br />

spopolamento <strong>della</strong> Basilicata, <strong>della</strong><br />

nuova ondata di emigrazione, dell'agonia<br />

dei paesi più piccoli, delle<br />

opportunità di sviluppo magari intraviste<br />

e mai pienamente colte. Dopo<br />

le due storiche fasi migratorie, quelle<br />

a cavallo tra l'ottocento e il novecento<br />

e quella degli anni del boom economico<br />

(1958 1963), questa terza<br />

fase presenta aspetti diversi.<br />

Analfabeti o quasi, ma piuttosto giovani<br />

con il diploma o la laurea. La<br />

regione perde così le sue risorse più<br />

vitali e rischia di scivolare lungo un<br />

sentiero di declino demografico che<br />

ne aggraverebbe di molto le prospettive.<br />

Più la gente parte e più la società<br />

si indebolisce, s'impoverisce, tende a<br />

morire; d'altra parte, più il tessuto<br />

sociale si indebolisce e più la gente<br />

continua a partire. Insomma sono gli<br />

effetti in negativo del "moltiplicatore"<br />

di keynesiana memoria. Il cane che si<br />

morde la coda. La "condizione urbana"<br />

<strong>della</strong> Basilicata decisamente<br />

debole (soltanto 12 dei 131 Comuni<br />

superano la soglia dei diecimila abitanti<br />

e appena 2, i Comuni capoluoghi,<br />

quella dei 20.000); il significativo<br />

DECADIMENTO<br />

Si parla da tempo ormai dello spopolamento<br />

<strong>della</strong> Basilicata. Dopo le due storiche fasi migratorie,<br />

quelle a cavallo tra l'ottocento e il novecento<br />

e quella degli anni del boom economico<br />

(1958 1963), questa terza fase presenta aspetti<br />

diversi. Ora non emigrano più contadini e operai<br />

analfabeti, o quasi, ma giovani con it diploma<br />

o la laurea. Più la gente parte, e più la società<br />

s'impoverisce con la prospettiva di un inesorabile<br />

decadimento.


36<br />

grado di "dispersione" degli insediamenti<br />

sul territorio (l'indice di densità<br />

abitativa scesa a 55 abitanti per chilometro<br />

quadrato, è il più basso del<br />

Mezzogiorno); le caratteristiche <strong>della</strong><br />

struttura demografica <strong>della</strong> popolazione<br />

residente, costituiscono indubbiamente<br />

un vincolo alle potenzialità<br />

di sviluppo dell'area regionale e mettono<br />

a rischio l'unità stessa <strong>della</strong><br />

regione. Si sperava che il petrolio<br />

<strong>della</strong> Val d'Agri potesse frenare l'emorragia.<br />

Molti Comuni hanno ottenuto<br />

i soldi per rivitalizzare i centri<br />

storici e recuperare angoli di paesi<br />

abbandonati. Ma la gente ha continuato<br />

a partire. La sera, in questi<br />

paesi, le luci che si accendono sono<br />

sempre più rare. La tristezza conquista<br />

i cuori e induce al pessimismo le<br />

persone che restano. Gli elementi più<br />

preparati, più dinamici, più critici,<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />

finiscono con l'andare via perché non<br />

intendono sottostare ad una certa<br />

logica "clientelare" di cui è imbevuto<br />

il tessuto sociale. Ed è questo il rischio<br />

più grande: che nessuno creda più in<br />

un rilancio già molto problematico.<br />

Aleggia, intanto, lo spettro di una<br />

ulteriore riduzione dei livelli essenziali<br />

di servizi e prestazioni pubbliche.<br />

Chiudono le scuole, non ci sono<br />

presidi sanitari, i negozi abbassano le<br />

serrande, le farmacie sono a chilometri<br />

di distanza, mancano infrastrutture.<br />

Numerosi Comuni sono già paesi fantasmi.<br />

Il problema è tale che, non possono<br />

bastare interventi parziali affidati<br />

ai sindaci; occorre, invece, definire<br />

a livello nazionale, con il concorso<br />

delle regioni, una adeguata politica<br />

economica antidualistica. La politica<br />

italiana oggi, senza troppe distinzioni<br />

tra destra e sinistra, sembra affidare le<br />

Vedute di Nemoli, Comune in provincia di<br />

Potenza, nel quale si è tenuta la quarta festa<br />

nazionale dei piccoli Comuni d'Italia<br />

sorti del Mezzogiorno e delle aree<br />

deboli in generale, all'avvento del<br />

federalismo fiscale. E' questo lo strumento<br />

che abbatterà il meccanismo<br />

dualistico? Il disegno di legge approntato<br />

dal Governo non pare assicurare<br />

in misura adeguata i necessari interventi<br />

per il riequilibrio economico e<br />

la coesione sociale previsti dallo stesso<br />

art. 119 <strong>della</strong> Costituzione. La<br />

parte del disegno di legge relativa ai<br />

cosiddetti "interventi speciali" fa<br />

cogliere, anzi, l'assenza di ogni connessione<br />

tra le scelte di "federalismo<br />

fiscale" e la previsione del superamento,<br />

sia pure graduale, del dualismo<br />

economico e sociale.<br />

L'indicazione <strong>della</strong> stessa "fiscalità di<br />

sviluppo" sembra formulata allo<br />

scopo di promuovere iniziative produttive<br />

su tutto il territorio nazionale e<br />

non solo nelle aree più deboli, con il<br />

probabile risultato di un aumento del<br />

divario economico e civile. In generale,<br />

nell'impostazione del Governo<br />

(ma anche di una buona parte dell'opposizione),<br />

manca qualsiasi<br />

accenno alla necessità di riequilibrare<br />

l'economia del Paese. Manca cioè, in<br />

definitiva, da parte <strong>della</strong> classe politica,<br />

un impegno serio per costruire<br />

una stagione innovativa di politica<br />

economica per il Mezzogiorno e più<br />

in generale per le aree deboli del<br />

Paese, capace di contrastare efficacemente<br />

il declino altrimenti inesorabile<br />

delle piccole realtà.


ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani 37<br />

ALIAV gastronomia<br />

di M. GIOVANNA TRENTI (DA INCONTRI N. 94-2007)<br />

Viva il vino spumeggiante<br />

nel bicchiere scintillante...<br />

Il lambrusco da tempo è legato all’immagine di vino “popolare”<br />

Questa è l’anima di un vino che sta acquistando anche fra i più esigenti enologi crescente considerazione.<br />

Si produce nelle province di Modena, Reggio Emilia e Mantova, con varietà tutte insignite del riconoscimento “DOC”<br />

Nel luglio e nell'agosto del<br />

1892 Giosuè Carducci, in<br />

quel momento il poeta più<br />

celebre, amato e discusso d'Italia,<br />

soggiornava presso l'albergo<br />

Progresso di Pieve di Cadore: era<br />

affascinato dagli stupendi paesaggi,<br />

che gli ispirarono la celebre lirica<br />

"Cadore", ma era infastidito<br />

dalla "vilissima" cucina, ad un<br />

dipresso quella che oggi chiameremmo<br />

internazionale, di una<br />

cuoca bavarese, assunta dal proprietario<br />

per accontentare i palati<br />

degli ospiti stranieri, ma soprattutto<br />

dalla qualità del vino, a parere del<br />

poeta un vinaccio imbevibile ed<br />

aspro al palato. Per non eccedere<br />

con le sue famose sfuriate si mise<br />

alla ricerca di una nuova residenza<br />

e nel contempo chiese all'amico<br />

editore Giacomo Zanichelli di<br />

inviargli, insieme alle novità librarie,<br />

alcune bottiglie di lambrusco<br />

"ma vecchio e non troppo spumante",<br />

parente prossimo di quello che,<br />

secondo una diffusa tradizione, il<br />

poeta veniva appositamente a<br />

gustare in una vecchia trattoria di<br />

Modena, dove trovava ristoro alle<br />

sue furie interne ed alle tante liti<br />

con gli altri artisti ed accademici<br />

del tempo. Le dodici bottiglie<br />

richieste erano destinate, nelle<br />

intenzioni, alle serate con gli<br />

amici, ma divennero subito accompagnamento<br />

quotidiano <strong>della</strong> tavola,<br />

per poter trangugiare gli aborriti<br />

"knoedel", e dovettero essere<br />

rapidamente rimpiazzate. Anche se<br />

non raffinato gourmet il Carducci<br />

era però, oltre che buon mangiatore<br />

e robusto bevitore, piuttosto<br />

competente in fatto di cucina e<br />

soprattutto di vini, in parte sicuramente<br />

grazie alla tradizione familiare<br />

toscana. In questo curioso<br />

episodio privo di ogui campanilismo<br />

il grande poeta era ben fiero<br />

delle sue origini e non avrebbe mai<br />

fatto favori ad alcuno in tema di<br />

vini si leggono chiaramente quelli<br />

che sono, da sempre, i pregi del<br />

lambrusco, certo non il più prestigioso,<br />

mail più bevuto e conosciuto<br />

vino italiano: la capacità di piacere<br />

sia all'appassionato sia al<br />

bevitore occasionale, una gradazione<br />

alcolica contenuta, che non<br />

esclude a priori nessuno, un'ottima<br />

capacità di legare con molti dei<br />

principali piatti <strong>della</strong> grande tradizione<br />

gastronomica, ma soprattutto<br />

quelle bollicine che costituiscono<br />

una "naturale predisposizione" a<br />

fare festa ed a stare in compagnia.<br />

Il fascino e la fama del lambrusco<br />

hanno avuto un ottimo recupero<br />

negli ultimi decenni, da quando si<br />

è presa coscienza delle sue qualità,<br />

dopo una fase in cui fu oggetto di<br />

alcune spericolate operazioni di<br />

marketing, basti citare la vendita in<br />

lattina, che se da un lato hanno<br />

contribuito a portarne il nome in<br />

tutto il mondo, con un successo<br />

davvero travolgente negli Stati<br />

Uniti, dove era visto come una<br />

alternativa alla Coca Cola, dall'altro<br />

gli avevano però costruito attor-


38<br />

no l'immagine un po' svilente del<br />

"vino gazzosa", come lo definì con<br />

eccesso di severità un noto enologo.<br />

Certamente non meritava un<br />

giudizio così "tranchant" non foss'altro<br />

che per rispetto <strong>della</strong> sua<br />

lunga ed importante storia: il lambrusco,<br />

infatti, è uno dei non molti<br />

vini italiani che deriva da un vitigno<br />

autoctono, ossia una vite che,<br />

nata e sviluppatasi in una ristretta<br />

area geografica, vi si è "radicata",<br />

integrandosi con essa in un reciproco<br />

scambio di umori e caratteristiche.<br />

Nello specifico si tratta<br />

<strong>della</strong> vite selvatica, la "labrusca",<br />

che nasceva spontanea ai margini<br />

delle terre coltivate<br />

e nota già<br />

in epoca romana,<br />

cui la tradizionecontadina<br />

ha poi<br />

aggiunto ulteriori<br />

fantasiose<br />

denominazioni,<br />

Grasparossa,<br />

Salamino, Uva<br />

d'Oro, Ancellotta<br />

o Malbo Gentile.<br />

Di lei ci<br />

parlano con<br />

un'intensa<br />

TRADIZIONE ANTICA<br />

Il lambrusco per molti secoli rimase legato all'immagine di vino "popolare" in<br />

tutti i sensi. Questo contribuì a tenerlo un po'ai margini dei grandi vini italiani,<br />

anche per la difficoltà oggettiva di ottenere da quei grappoli, dal gusto asprigno,<br />

una "vinificazione soddisfacente". La soluzione si trovò intorno al quattordicesimo<br />

secolo, come provano alcune testimonianze, che ci segnalano il lambrusco<br />

nelle cantine degli Este. I signori di Ferrara e Modena, infatti, amanti <strong>della</strong> buona<br />

e bella tavola e raffinati buongustai, ben difficilmente avrebbero accolto nella<br />

loro dispensa un prodotto di bassa qualità. Fondamentale la testimonianza di<br />

Andrea Bacci (1524 1600), medico personale di Sisto V ed autore del trattato<br />

antico forse più celebre sui vini italiani che, parlando <strong>della</strong> zona di Modena,<br />

ricorda "sulle colline difronte alla città di Modena vengono coltivate delle viti di<br />

lambrusco, i cui grappoli bianchi e rossi producono vini speziati efragranti, che<br />

fanno una schiuma deliziosa quando vengono versati nel bicchiere".<br />

ALIAV Associazione Diplomati Istituto Aldini Valeriani<br />

L’ETIMOLOGIA<br />

L'etimologia <strong>della</strong> parola "lambrusco" è incerta.<br />

Esistono principalmente due ipotesi. La prima, vuole<br />

che il nome derivi da "lambrum" (margine dei campi).<br />

La vite "la(m)brusca" sarebbe quella che cresce incolta<br />

ai margini dei campi e il vino "la(m)bruscus" è ovviamente<br />

il vino prodotto da tale uva. La seconda, attribuisce<br />

l'origine alla fusione dei termini “labo" (prendo) e<br />

"ruscus" (che punge il palato). Da qui anche l'origine<br />

<strong>della</strong> parola "lambrusco".<br />

immagine poetica Virgilio nelle Bucoliche "guarda come la vite selvatica<br />

adorna l'antro con i suoi<br />

grappoli sparsi", ed in modo tecnico<br />

Catone, Marrone e Plinio il<br />

Vecchio. L'intera zona era, infatti,<br />

nota, in epoca romana, per la produzione<br />

di tantissimo vino a bassa<br />

gradazione alcolica, che, acetificato,<br />

serviva per le bevande destinate<br />

soprattutto alla truppa.<br />

Il salto qualitativo si ebbe agli inizi<br />

dell'Ottocento, quando le nuove<br />

tipologie di confezionamento e<br />

conservazione si rivelarono perfette<br />

per le caratteristiche del lambrusco.<br />

L'avvento delle bottiglie di<br />

vetro, ma soprattutto del tappo di<br />

sughero ne fecero definitivamente<br />

uno splendido frizzante poiché,<br />

trattenendo l'anidride carbonica<br />

all'interno, provocano una generosa<br />

formazione delle deliziose bollicine,<br />

quello spumeggiante bordo<br />

rosato di bicchiere, che affascina la<br />

tavola e mette tutti di buon umore.<br />

Tale effetto veniva ottenuto all'inizio<br />

artigianalmente con la rifermentazione<br />

in bottiglia, che lasciava<br />

però un "antipatico" deposito sul<br />

fondo, poco gradito al consumatore,<br />

per cui oggi si attuano altre tecniche<br />

di spumantizzazione, che<br />

annullano tale fenomeno.<br />

Attualmente il Lambrusco viene<br />

prodotto nelle province di<br />

Modena, Reggio Emilia e Mantova,<br />

con varietà tutte insignite del riconoscimento<br />

"doc" e tutelate da<br />

appositi consorzi, che ne garantiscono<br />

la qualità. Nell'area modenese<br />

si distinguono due principali<br />

zone di produzione, con tre tipologie<br />

di vino, che hanno tutte ottenuto<br />

la Denominazione di Origine<br />

Controllata già nel 1970.


prestazioni<br />

da record<br />

Abbiniamo l’efficacia del servizio alla<br />

qualità del prodotto: è la combinazione<br />

vincente per un rapido start-up e per<br />

prestazioni di lungo periodo. Da 45 anni.

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