Schede - Cagli - Provincia di Pesaro e Urbino
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Luigi Morgari<br />
(Torino 1857-1935)<br />
Via Crucis, secondo decennio<br />
del XX sec.<br />
14 cromolitografie, cm 80 x 54<br />
(ciascuna)<br />
CAGLI, Chiesa <strong>di</strong> San Geronzio<br />
(già in Cattedrale)<br />
“Dopo una buona ed operosa esistenza è<br />
morto nella nostra città il pittore Luigi<br />
Morgari <strong>di</strong>scendente <strong>di</strong> una antica famiglia<br />
<strong>di</strong> notissimi artisti, famosi specialmente<br />
nella seconda metà dell’Ottocento come<br />
ritrattisti, animalisti e frescanti <strong>di</strong> chiese,<br />
primo fra tutti Rodolfo, morto in giovanissima<br />
età, nel fulgore delle promesse. Il pittore<br />
Luigi Morgari si era de<strong>di</strong>cato quasi dall’adolescenza<br />
- appena uscito dall’Albertina<br />
- esclusivamente alla decorazione delle chiese<br />
conquistando rapidamente una larga<br />
popolarità e larga rinomanza tra il clero che<br />
lo considerava e considera ancora uno specialista<br />
perché, buon frescante, sapeva<br />
accontentare i suoi desideri <strong>di</strong>pingendo facili<br />
composizioni nelle quali i fatti e gli episo<strong>di</strong><br />
dell’antico e del nuovo testamento sono<br />
descritti con garbo, senza gran<strong>di</strong> voli, ma<br />
con molta e devota fedeltà ai Testi sacri e<br />
alla venerabile tra<strong>di</strong>zione. Luigi Morgari,<br />
operosissimo, ha coperto <strong>di</strong> figure le volte e<br />
le cupole <strong>di</strong> centinaia <strong>di</strong> chiese in Piemonte,<br />
in Liguria, in Lombar<strong>di</strong>a e anche all’estero.<br />
Modesto, buono, semplice <strong>di</strong> mo<strong>di</strong> e laborioso,<br />
il <strong>di</strong>stinto pittore aveva - da pochi<br />
mesi - finito <strong>di</strong> affrescare la Chiesa parrocchiale<br />
<strong>di</strong> Brusasco, luogo <strong>di</strong> villeggiatura <strong>di</strong><br />
Giacomo Grosso. L’approvazione alla sua<br />
fatica ottenuta spontaneamente dall’illustre<br />
maestro era stata un motivo <strong>di</strong> commossa<br />
sod<strong>di</strong>sfazione per il probo pittore la cui vita<br />
attivissima sarà ricordata con affettuosa<br />
nostalgia dai collaboratori dai <strong>di</strong>scepoli e<br />
dagli amici”. Con queste parole la “Gazzetta<br />
del popolo” <strong>di</strong> Torino del 3 marzo 1935<br />
dava notizia della scomparsa <strong>di</strong> Luigi<br />
Morgari, artista torinese cui si devono le<br />
opere in esame.<br />
Conservate a <strong>Cagli</strong> esse si collocano entro<br />
l’articolato programma <strong>di</strong> rinnovamento<br />
della <strong>di</strong>ocesi dovuto al veronese don<br />
Giuseppe Venturi che, vescovo <strong>di</strong> <strong>Cagli</strong> e<br />
Pergola dal 1926 al 1930 1 , arricchì le cattedrali<br />
delle due citta<strong>di</strong>ne ponendo, tra le<br />
10<br />
altre cose, in ognuna <strong>di</strong> esse un esemplare<br />
della Via Crucis del Morgari; a Pergola le<br />
stampe, esposte con più ricche cornici, sono<br />
ancora visibili in Cattedrale, a <strong>Cagli</strong> vennero<br />
spostate nella Chiesa <strong>di</strong> San Geronzio.<br />
Figlio d’arte (suo padre Paolo Emilio aveva<br />
affrescato palazzi e chiese piemontesi) Luigi<br />
stu<strong>di</strong>ò all’Accademia Albertina <strong>di</strong> Torino<br />
sotto la guida <strong>di</strong> Enrico Gamba - allievo a<br />
sua volta a Francoforte del nazareno Edward<br />
Jacob von Steinle - e <strong>di</strong> Andrea Gastal<strong>di</strong>,<br />
che invece si era formato a Parigi, a contatto<br />
con la pittura ufficiale del Secondo<br />
Impero e del romanticismo moderato <strong>di</strong><br />
Paul Delaroche 2 .<br />
Presto si affermò nelle esposizioni <strong>di</strong> Torino,<br />
Milano, Firenze e Roma con <strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> vario<br />
soggetto, ma il conseguimento del secondo<br />
premio nell’Esposizione d’Arte Sacra <strong>di</strong><br />
Torino del 1898 sancì la sua vocazione verso<br />
l’arte sacra che lo impegnò in numerose<br />
chiese del nord Italia, dove tra le sue imprese<br />
più impegnative va segnalata la decorazione<br />
<strong>di</strong> San Pietro a Piacenza del 1914 3 .<br />
Ben formato nella pratica del <strong>di</strong>segno <strong>di</strong><br />
figura, <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> “d’espressione”, del modello<br />
“atteggiato” e delle pieghe, Morgari interpreta<br />
bene nelle sue opere l’esigenza <strong>di</strong>dascalica<br />
espressa dalla Chiesa. Ancora fortemente<br />
ancorate alla cultura del XIX secolo e<br />
frutto <strong>di</strong> una impostazione accademica, le<br />
nostre opere esprimono una chiarezza ed<br />
una forza analitica <strong>di</strong> matrice tedesca e purista,<br />
ancora frutto dell’insegnamento che gli<br />
aveva impartito Enrico Gamba.<br />
Dalle iscrizioni presenti nelle nostre opere<br />
sappiamo che se a Morgari si deve l’invenzione<br />
del soggetto e la realizzazione del<br />
modello, al Borsari, artista <strong>di</strong> cui non ho<br />
notizia, si deve l’esecuzione del <strong>di</strong>segno sulla<br />
matrice <strong>di</strong> pietra, e alla <strong>di</strong>tta RAS <strong>di</strong> Milano<br />
la stampa vera e propria; infatti le opere<br />
sono realizzate secondo un proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />
stampa cromolitografico, noto anche con il<br />
termine <strong>di</strong> “oleografia”, con il quale si imita,<br />
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su carta simile alla tela, l’effetto della pittura<br />
ad olio. Particolarmente utilizzata nel<br />
corso della seconda metà del XIX secolo, la<br />
tecnica oleografica cadde in <strong>di</strong>suso ma il termine<br />
sopravvive ad in<strong>di</strong>care, in senso spregiativo<br />
e per estensione, opere <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutibile<br />
gusto, che riproducono meccanicamente la<br />
realtà.<br />
Note<br />
1. Cfr. G. Ceccarelli, I Vescovi delle <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Fano,<br />
Fossombrone, <strong>Cagli</strong> e Pergola. Cronotassi, Fano<br />
2005, p. 163.<br />
2. Sull’attività <strong>di</strong>dattica dell’Albertina e su questa<br />
istituzione rimando a L’Accademia Albertina <strong>di</strong><br />
Torino, a cura <strong>di</strong> F. Dalmasso, P. Gaglia, F. Poli,<br />
Torino 1982.<br />
3. Sulle chiese in cui operò il Morgari si veda A.M.<br />
Comanducci, I Pittori italiani dell’Ottocento,<br />
Milano 1934, p. 458.<br />
Bibliografia essenziale<br />
A.M. Comanducci, I Pittori italiani<br />
dell’Ottocento, Milano 1934, p. 458;<br />
Luigi Morgari, Achille Secchi, Giovanni<br />
Valtorta. 1887-1987. La pittura sacra<br />
dell’Ottocento a Frascarolo Lomellina, catalogo<br />
della mostra (Frascarolo 1987) a cura <strong>di</strong><br />
F. Romano e G. Broglia, s.l. 1987;<br />
F. Arisi, in I santi piacentini, Piacenza 1987,<br />
pp. 180-184;<br />
F. Arisi, in La chiesa <strong>di</strong> S. Pietro in Piacenza,<br />
Piacenza 1987, pp. 226-233.<br />
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