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Gienne Maggio 2013 Stampa - Gardanotizie

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Un ponte scaramantico (distrutto)<br />

per il superstizioso d’Annunzio<br />

Fu l’adorata madre a rivelare a Gabriele d’Annunzio<br />

come difendersi dalla “nigra magìa”. Nei giorni<br />

festivi gli fece portare da bambino la catenina<br />

d’oro del battesimo con appeso un cornetto di corallo<br />

rosso. E contro il malocchio, durante le passeggiate, gli<br />

metteva chicchi di sale nelle tasche.<br />

Si spiega così perché lo stesso Vittoriale rigurgiti<br />

di amuleti: corna contro la iettatura (sulla porta del<br />

Casseretto) e altri simboli, a cominciare dal diavolesco<br />

mostro, cornuto e linguacciuto, chiuso nella nicchia<br />

del tabernacolo sulla facciata della Prioria, purtroppo<br />

rubato. E come se ciò non bastasse, volle innumerevoli<br />

scritte propiziatrici a protezione della dimora.<br />

Capolavoro, in difesa di quanti considerava iettatori,<br />

fu il “Ponte degli scongiuri” della Valletta dell’Acqua<br />

pazza (già Valletta del Riotorto), in parte aperta<br />

al pubblico in occasione dei festeggiamenti del 12<br />

marzo con accesso dal “Frutteto” per il “Laghetto delle<br />

danze”, non restaurato, ma ripulito dai rovi, al pari delle<br />

vallette le cui scarpate sono state imbrigliare con reti<br />

metalliche per evitare movimenti franosi.<br />

Dal “Laghetto delle danze” si risale quindi sino al<br />

“Sette diavoli”, un romanzo bresciano<br />

Marco Archetti, giovane narratore<br />

bresciano, del quale Giunti<br />

ha appena dato alle stampe il<br />

romanzo “Sette diavoli” (182 pagine,<br />

€ 12), si presenta offrendo anche una<br />

lezione di scrittura.<br />

“Ho 36 anni e sono uno scrittore<br />

nervoso. Le prime stesure sono continuative,<br />

quasi violente, fatte mordendo<br />

le pagine, venti giorni senza uscire di<br />

casa; poi ci torno su, a lungo, tortuosamente,<br />

puntigliosamente. Scrivo tanto<br />

e sempre, non credo al panico da foglio<br />

bianco e al feticcio romantico dell'ispirazione.<br />

Attualmente sto lavorando a<br />

tre romanzi contemporaneamente. Le<br />

storie le cerco in giro, tra le persone.<br />

Odio chi scrive per amore di se stesso<br />

e non di ciò che deve raccontare. Amo<br />

mescolare i generi”.<br />

Poi qualche annotazione biografica:<br />

“Scrivo nei bar. Se sto in casa, rigorosamente<br />

in cucina. Faccio pugilato”.<br />

“Sette diavoli” non è il romanzo<br />

d’esordio di Marco Archetti. Il suo<br />

primo lavoro narrativo è del 2003,<br />

“Lola Motel”, edito da Meridiano Zero.<br />

Successivamente ha pubblicato tutti<br />

i suoi libri da Feltrinelli: “Vent'anni che<br />

non dormo” (2005), “<strong>Maggio</strong> splendeva”<br />

(2006), “Gli asini volano alto” (2009),<br />

Sede e Stab.: 25086 REZZATO (BS) Via Prati, 69<br />

Tel. 030 24986 (R.A.) - Fax 030 2498600<br />

http://www.nabacarni.it - e-mail: nabameat@zerogroup.it<br />

“Ponte delle teste di ferro”; nessun annuncio, invece,<br />

sull’apertura museale della Torre San Marco, darsena<br />

di d’Annunzio e luogo fra i più suggestivi del Garda,<br />

monumento nazionale di proprietà del Vittoriale<br />

(quindi dello Stato) ancora in mano a privati, nonostante<br />

i vincoli, e che probabilmente il ministro<br />

Ornaghi non ha mai visitato.<br />

CONTRO I MENAGRAMO – Il “Ponte degli scongiuri”<br />

fu purtroppo distrutto e mai ricostruito. Gabriele<br />

d’Annunzio ne fece cenno nel 1925 al falegname<br />

Giacomino Scarpetta di Gardone, uno dei molti artigiani<br />

chiamati a lavorare nella “Santa Fabbrica”: “Mio<br />

caro Giacomo, ho in dono – per il mio Ponte degli<br />

Scongiuri – tante belle corna, io che ne ho messe tante!<br />

O ironia!” Fu ponte scaramantico reso noto anche<br />

attraverso cartoline, descritto da Raffaello Biordi: “Al<br />

Vittoriale sopra un piccolo corso d’acqua volle il ponticello<br />

degli scongiuri, ornato di corna di cervo, di alce<br />

e di speroni di gallo: chi vi passava sopra era tenuto<br />

a pagare il pedaggio perché solo così si determinava<br />

l’aura magica propizia; ma egli vi faceva passare, a ogni<br />

buon conto, tutti quelli che riteneva menagramo e la<br />

cui nefasta influenza fosse necessario neutralizzare”.<br />

“Sabato, addio” (2011). Ora ecco “Sette<br />

diavoli”, già accolto con plauso da Joe<br />

R. Lansdale: “Archetti è uno scrittore<br />

raffinato e intelligente, con un grande<br />

futuro davanti a sé. Non perdete questo<br />

treno, saltateci su adesso”.<br />

La protagonista si chiama Egle<br />

Petrillo, dodici anni, orfana di genitori<br />

morti in guerra. Lo zio la alleva, assieme<br />

al fratello handicappato con difficoltà<br />

nell’apprendimento.<br />

La vita, al termine della seconda<br />

guerra mondiale, ricomincia per Egle<br />

in una città del nord, dove lo zio si trasferisce<br />

dal sud. Altro ambiente, altro<br />

mondo. La scuola, il lavoro di sfruttamento,<br />

gli scontri con lo zio-padre,<br />

la fuga da casa, le amicizie e gli amori<br />

sbagliati. Il tema del romanzo diventa<br />

così la fuga sino a cadere nel precipizio<br />

della prostituzione. Poi la sfida, la vendetta.<br />

E il coraggio per risalire alla luce<br />

del riscatto.<br />

Non solo: gettando una moneta in una fenditura<br />

del terreno il poeta affermava che la fortuna e ogni<br />

desiderio, pensati nell’attimo dell’offerta, sarebbero<br />

stati realizzati.<br />

Altro manufatto curioso della Valletta dell’Acqua<br />

pazza è il “Ponte delle teste di ferro”, segnalato dalla<br />

prima guida del Vittoriale del 1927, costruito in pietra<br />

bianca di Verona, con parapetti e sedili; sui pilastri una<br />

decina di grandi proiettili d’artiglieria donati al poeta<br />

dal Duca della Vittoria della Grande guerra, il maresciallo<br />

Armando Diaz; venne ricostruito negli anni<br />

Novanta e si può ancora ammirare.<br />

Destava curiosità anche il “Ponte delle lepri”<br />

distrutto e non più ripristinato. Era stato costruito in<br />

legno, ornato da quattro lepri scolpite, sempre nel<br />

legno. La credenza popolare vuole che la lepre, poiché<br />

corre veloce, sia figlia del diavolo. Per altri, invece, sia<br />

animale guida nel mondo del mistero. E sicuramente<br />

d’Annunzio assegnò alle sue lepri di legno questa<br />

missione.<br />

a.M.<br />

25 anni di<br />

amicizia<br />

a.M.<br />

La doppia firma dei sindaci,<br />

Georg Stolle per Bensheim<br />

ed Enzo Bassetti per Riva del<br />

Garda, porta le date del 15 ottobre<br />

1988 a Bensheim e del 22 aprile 1989<br />

a Riva del Garda. I festeggiamenti<br />

per i 25 anni di gemellaggio tra le<br />

due città – a Riva del Garda lo scorso<br />

aprile – sono entrati nel vivo sabato<br />

20 aprile con la cerimonia ufficiale e<br />

le firme dei sindaci attuali, Thosten<br />

Herrmann e Adalberto Mosaner, che<br />

hanno rinnovano quel patto felice<br />

che s’è trasformato in amicizia.<br />

Un quarto di secolo in cui ogni<br />

anno numerose associazioni culturali,<br />

artistiche o sportive, bande e<br />

cori, delegazioni istituzionali, classi<br />

di tutte le scuole, gruppi di partecipanti<br />

ai corsi di lingua straniera, artisti<br />

e anche singoli cittadini hanno<br />

affrontato i quasi 700 chilometri che<br />

separano le due città, realizzando un<br />

avvicinamento che non è solo fisico.<br />

Tra le due comunità si è infatti creata<br />

una fitta trama di relazioni, una vera<br />

e propria amicizia.<br />

GN MaGGio <strong>2013</strong> - 13

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