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Sfiati obbligatori per i solai alleggeriti con polistirene o ... - Sud Solai

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<strong>Sfiati</strong> <strong>obbligatori</strong> <strong>per</strong> i <strong>solai</strong> <strong>alleggeriti</strong> <strong>con</strong> <strong>polistirene</strong> o materiali simili<br />

Domanda: prendendo atto della nuova normativa antincendio entrata in vigore il 25/09 scorso, in particolare <strong>con</strong><br />

riferimento al D.M. 16/02/07 all. D comm. D.5, in cui <strong>per</strong> <strong>solai</strong> <strong>alleggeriti</strong> <strong>con</strong> <strong>polistirene</strong> o simili devono essere<br />

previsti opportuni sfoghi delle sovrapressioni, chi deve prevedere questi sfoghi? Il progettista, il costruttore, il<br />

prefabbricatore o il direttore dei lavori? In assenza di prescrizioni, il prefabbricatore può astenersi dal realizzare tali<br />

sfoghi? Lo stesso vale <strong>per</strong> il costruttore? Passando all'aspetto di calcolo, come si calcolano queste<br />

sovrapressioni?<br />

Risposta: innanzitutto è opportuno inquadrare la problematica. Il <strong>solai</strong>o <strong>con</strong> alleggerimento in materiali quali<br />

<strong>polistirene</strong> o affini, decomponibili a determinate tem<strong>per</strong>ature, è stato, giustamente, affrontato nel D.M. 16/02/07 a<br />

causa dell'immancabile sviluppo di gas <strong>con</strong> <strong>con</strong>seguente aumento di pressione (esercitata in un volume<br />

circoscritto e chiuso) che può portare all'esplosione di parti del <strong>solai</strong>o stesso. Il coinvolgimento dei componenti di<br />

alleggerimento in <strong>polistirene</strong> in un <strong>solai</strong>o può avvenire in due modi, a se<strong>con</strong>da della loro tipologia:<br />

blocchi di tipo interposto o che hanno anche funzione di <strong>con</strong>tenitore del getto delle nervature di<br />

calcestruzzo in o<strong>per</strong>a (tipo volterranea) che si alternano a nervature di calcestruzzo armato. La loro su<strong>per</strong>ficie di<br />

intradosso rimane a <strong>con</strong>tatto <strong>con</strong> l'aria o è protetta, al massimo, da un intonaco;<br />

blocchi costituenti una "cassa di alleggerimento" in un <strong>solai</strong>o a lastre. In tal caso il blocco (che ha l'aspetto<br />

di un lungo parallelepipedo) viene racchiuso da tutti i lati da calcestruzzo (soletta di base, nervature laterali, soletta<br />

di completamento su<strong>per</strong>iore) formando così una specie di <strong>con</strong>tenitore stagno delimitato anche alle due testate<br />

dalle travi di bordo o da eventuali nervature trasversali di ripartizione.<br />

Nel primo tipo, in caso di decomposizione del materiale <strong>per</strong> effetto della tem<strong>per</strong>atura, i gas sprigionati, trovando<br />

scarsa opposizione nell'eventuale intonaco dell'intradosso, <strong>per</strong>vadono, man mano che si sprigionano, l'ambiente<br />

sottostante. Nel se<strong>con</strong>do, trovandosi il materiale decomponibile in un "<strong>con</strong>tenitore" chiuso, i gas creano una<br />

pressione <strong>con</strong>tro le pareti tendendo, ovviamente, a rom<strong>per</strong>e quelle meno resistenti. Per determinare il numero e le<br />

dimensioni dei dispositivi di sfogo è necessario effettuare il calcolo delle pressioni che si generano; cosa che<br />

risulta alquanto complessa poiché si dovrebbero <strong>con</strong>oscere il meccanismo di decomposizione del materiale in<br />

base alla tem<strong>per</strong>atura, le caratteristiche del gas che si sviluppa e la <strong>per</strong>meabilità, seppure limitata, dell'involucro e<br />

tanti altri fattori che renderebbero la procedura lunga e soprattutto di scarsa utilità pratica.<br />

Vi sono, <strong>per</strong>ò, già in commercio, a questo proposito, dei dispositivi di sfiato e l'es<strong>per</strong>ienza porta a prevederne uno<br />

ogni tre-quattro metri di lunghezza del filone (<strong>per</strong> le usuali larghezze dello stesso). Naturalmente, il dispositivo<br />

deve essere inserito nella suola inferiore della lastra di calcestruzzo al momento della <strong>con</strong>fezione in modo da<br />

entrare in funzione nella parte dove si è verificato l'aumento di tem<strong>per</strong>atura (zona dell'incendio). In alternativa, si<br />

possono effettuare dei fori nella lastra stessa, di diametro intorno ai 5 mm (sempre nella suola inferiore e <strong>con</strong> la<br />

stessa frequenza); questi ultimi si possono mascherare <strong>con</strong> dello stucco che, in caso di necessità, dovrebbe<br />

<strong>con</strong>sentire lo sfiato.<br />

Quanto alle responsabilità è ovvio che tutte le figure professionali preposte al problema della statica e della<br />

resistenza al fuoco sono interessate: dal progettista al direttore dei lavori.


Problematiche legate alla pedonabilità ed alla Un non corretto stoccaggio provoca il facile sicurezza degli o<strong>per</strong>ai<br />

dovuta allo sfaldamento del danneggiamento del prodotto. prodotto.<br />

Per quanto riguarda il prefabbricatore delle lastre, questo dovrebbe renderle idonee alla norma sulla resistenza al<br />

fuoco, se impiega i materiali di alleggerimento sopracitati, ma non ha comunque uno specifico obbligo, se non<br />

quello derivante da motivazioni di carattere squisitamente commerciale: è la struttura finale, infatti, a dover<br />

rispondere del possesso di tali requisiti. Il direttore dei lavori dovrebbe, infatti, <strong>con</strong>trollare la presenza degli sfoghi<br />

e, in caso di loro mancanza, provvedere alla esecuzione delle opportune forature dell'intradosso.<br />

Queste problematiche naturalmente non sussistono nel caso di impiego di alleggerimenti <strong>con</strong> blocchi di laterizio.

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