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"Seventy sex", il desiderio sfrenato nella provincia veneta degli anni '70- LASTAMPA.it<br />

Il libro<br />

27/01/2011 -<br />

"Seventy sex", il desiderio sfrenato nella provincia veneta degli anni '70<br />

"Seventy sex", di Janis Joyce (<strong>Transeuropa</strong><br />

edizioni)<br />

Mi piace<br />

Le esperienze sessuali adolescenziali raccontate<br />

con crudo realismo<br />

da un'autrice misteriosa<br />

FULVIO CERUTTI (agb)<br />

TORINO<br />

Scandaloso o naturale? Ossessione o piacere? Difficile giudicare il libro "Seventy sex". «Il primo orgasmo<br />

l'ho avuto alle elementari. Ero in quarta». Inizia così il primo capitolo. Un incipit non facile. Probabilmente<br />

sconcertante. Andando avanti nelle righe successive si capisce che la storia verrà raccontata con la stessa<br />

intensità e crudo realismo: «Avevo accavallato le gambe, la mia compagna di banco mi aveva fatto cadere<br />

in grembo una forbicina, io avevo stretto le cosce e bam! Dal centro della mia piccola vagina implume<br />

erano partiti un calore, un piacere, un batticuore così intensi da lasciarmi senza fiato». Parole, frasi, pensieri<br />

che fanno, pagina dopo pagina, spalancare gli occhi. Janis Joyce racconta le sue prime esperienze sessuali<br />

da adolescente. Una ragazzina di 15 anni che vive nelle provincia veneta negli anni '70. Quando nel mondo<br />

molti lottavano per la libertà sessuale, lei lottava con il proprio corpo. Masturbazioni frenetiche per<br />

conoscerlo meglio, quasi a dominarlo. Ripetute con il desiderio sempre più incalzante di avere il primo<br />

rapporto sessuale.<br />

Non c'è amore in questa storia. Non c'è poesia. Eppure si ha l'impressione che sia naturale. Leggere il libro<br />

con gli occhi di un coetaneo dell'autrice porta alla mente situazioni e sensazioni molte diverse fra ragazzi e<br />

ragazze, ora divenuti uomini e donne. Molto diverse nei modi, a tal punto da viverli a 360° con la propria<br />

migliore amica.<br />

«Anche se a quindici anni ero innamorata di Giulio [...], il sesso lo facevo con Silvia». Entra in scena così<br />

l'amica della protagonista. Stessi desideri, ma con la "fortuna" di avere un ragazzo. Un'amica a cui chiedere<br />

"come è fare questo o quello, che cosa si prova". Un'amica con cui condividere pomeriggi a toccarsi<br />

reciprocamente, sfiorando il proprio corpo prima, spingendosi sempre più in là. Non c'è amore, ma neanche<br />

perversione. Difficile infatti immaginarla nella mente e nel corpo che muta di due adolescenti. Soprattutto<br />

negli anni in cui alle domande sui piaceri del proprio corpo la propria madre rispondeva: «Non farlo più»,<br />

senza aggiungere altro se non il silenzio. Mancanza di dialogo che porta a nascondersi. A creare un proprio<br />

mondo. Fatto anche di tentativi di affidarsi all'esperienza dei ragazzi più grandi. Più disastrosi che<br />

rassicuranti.<br />

Uno spaccato di società degli anni '70. Ma in tanti aspetti ancora attuale. Molto attuale. Soprattutto nella<br />

frenesia di voler crescere. Con il proprio corpo prima ancora che con il cuore e con la mente. E di lì le<br />

paure e l'incoscienza di chi si spinge al limite. Pagina dopo pagina, però, la protagonista cresce. E con lei<br />

http://www3.lastampa.it/libri/sezioni/il-libro/articolo/lstp/386358/<br />

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"Seventy sex", il desiderio sfrenato nella provincia veneta degli anni '70- LASTAMPA.it<br />

cresce la voglia di sperimentare e la «voglia sconsiderata di sesso». Sesso nella realtà, sesso nei propri<br />

sogni come quella volta che Mick Jagger le disse «Sei forte» per poi tirare «fuori dalla patta il suo arnese»<br />

sulle note di "Satisfaction". Un sogno tanto intenso quanto il desiderio che c'è sotto.<br />

Poi la consapevolezza finale del proprio corpo dominato, ma mai soddisfatto. Neanche dalle «batterie», così<br />

come l'amica chiama le orge con gli amici. Ma quanto basta per pensare che gli «uomini sono tutti uguali.<br />

Stupidi, vanitosi, pieni di sé. Cazzi senza testa, li chiamava Silvia. [...] Si tratta solo di fargli credere di<br />

essere principi azzurri...». L'amore raccontato nelle fiabe non è emozione per tutti, da alcuni mai neanche<br />

immaginata. Figuriamoci conosciuta.<br />

Un po' come il mistero che avvolge la reale identità dell'autrice. Janis Joyce è infatti uno pseudonimo. La<br />

casa editrice del libro, la <strong>Transeuropa</strong> edizioni, ha affiancato al lancio del libro un concorso. I lettori sono<br />

invitati a scoprire il vero volto della scrittrice attraverso tredici indizi settimanali. Un'idea di marketing che<br />

di certo aiuterà ad aumentare il numero di vendite. Anche se a Schio, paese dove è ambientata la storia, non<br />

è stato necessario. Le cronache locali parlano di copie andate già a ruba con il diffondersi di voci, smentite<br />

dalla casa editrice, sulla moglie di un assessore locale che potrebbe essere la vera Janis. Anni '70 o 2011,<br />

l'Italia è sempre quella.<br />

***************<br />

Venerdì 28 gennaio alle ore 14,30, garantendone l'anonimato, intervisteremo l'autrice del libro sul<br />

profilo Facebook de LaStampa.it. Chi desidera seguirla può iscriversi<br />

su www.facebook.com/lastampa.it<br />

FEED<br />

http://www3.lastampa.it/libri/sezioni/il-libro/articolo/lstp/386358/<br />

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