Dicembre - CMD Brescia
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Bimestrale dell’Ufficio Missionario Diocesano,<br />
via Tosio 1/e - <strong>Brescia</strong><br />
Direttore<br />
don Adriano Bianchi<br />
Direzione e redazione<br />
Via Callegari, 6 – 25121 <strong>Brescia</strong><br />
Tel. 030.3754560<br />
Fax 030.3751497<br />
e-mail redazione: kiremba@cmdbrescia.it<br />
e-mail Ufficio Missionario: info@cmdbrescia.it<br />
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Kiremba su facebook: Kiremba Magazine<br />
Redazione<br />
don Raffaele Doneschi: donraffaele@cmdbrescia.it<br />
don Carlo Tartari: doncarlo@cmdbrescia.it<br />
Andrea Burato: andrea@cmdbrescia.it<br />
Claudio Treccani: claudio@cmdbrescia.it<br />
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Laura Zatti curiositylau@hotmail.it<br />
Elena Tommolini info@bresciamondo.it<br />
Francesca Martinengo frà.martinengo@gmail.com<br />
Grafica e impaginazione<br />
Paolo Pedraccini<br />
Autorizzazione del tribunale di <strong>Brescia</strong><br />
N. 269 del 11.07.1967<br />
Imprimatur Curia vescovile di <strong>Brescia</strong><br />
Stampa Tiber SPA<br />
Editrice Fondazione opera diocesana<br />
san Francesco di Sales, via Callegari, 6 - 25121 <strong>Brescia</strong><br />
ABBONAMENTO<br />
10,00 EURO ANNUALE<br />
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PER LE POSTE ITALIANE<br />
I NUMERI DI C.C.P. SONO I SEGUENTI:<br />
MISSIONE DI KIREMBA: C/C N. 354258<br />
UFFICIO MISSIONARIO DIOCESANO: C/C<br />
N. 12783254.<br />
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INTESTATO A: UFFICIO MISSIONARIO DIOCESANO.<br />
<br />
Mons. Monari<br />
Viaggio in America Latina 4<br />
<br />
Il Sinodo dei Vescovi a Roma: “La nuova evangelizzazione<br />
per la trasmissione della fede cristiana” 8<br />
<br />
Il Vescovo incontra i fidei donum in Uruguay 10<br />
Un incontro speciale in Argentina 12<br />
Nossa Senhora de Nazaré in Brasile 14<br />
Don Salvadori tra gli indios in Venezuela 16<br />
<br />
Assemblea di Missio Giovani a Roma 18<br />
Anselmo Palini presenta il suo libro su Don Murgioni 19<br />
Don Marco Lancini e la zona XIV 20<br />
I “nuovi” partenti 21<br />
<br />
<br />
Dare fiducia nonostante tutto 22<br />
<br />
Il Regno di Dio è Gesù 24<br />
<br />
Appuntamenti e recensioni 27
DON RAFFAELE DONNESCHI<br />
DONRAFFAELE@<strong>CMD</strong>BRESCIA.IT<br />
Con il prossimo 31 dicembre<br />
lascerò a don Carlo l’incarico,<br />
iniziato nel luglio<br />
2002, di Direttore dell’Ufficio<br />
Missionario Diocesano. Il mio,<br />
quindi, vuole essere anzitutto un grazie<br />
sentito, fraterno e sincero per questi<br />
dieci anni di ‘esperienza missionaria in<br />
Italia’. In realtà è proprio così che ho<br />
cercato di vivere questo servizio che il<br />
Vescovo Giulio mi aveva chiesto e nel<br />
quale il Vescovo Luciano mi ha confermato:<br />
sono consapevole, infatti, che il<br />
tempo in cui viviamo ci ha ormai fatto<br />
superare il concetto di una missionarietà<br />
che sia solamente un ‘partire’ o<br />
un ‘andare lontano’. È piuttosto, il nostro,<br />
il tempo di ritenerci continuamente<br />
‘in missione’ lì dove siamo chiamati<br />
a vivere, a impegnarci per il Vangelo<br />
di Gesù Cristo e nella costruzione del<br />
suo Regno tra gli uomini ad ogni latitudine…<br />
È evidente che il grazie va<br />
a tutti i miei collaboratori del Centro<br />
Missionario, ai Religiosi e Religiose<br />
impegnati nell’Animazione Missionaria,<br />
agli Animatori dei Gruppi Missionari<br />
e della Commissioni Zonali, alle<br />
ONG e a tutti coloro che in vario modo<br />
e ad ogni titolo continuano a mantenere<br />
viva la sensibilità missionaria della<br />
nostra Chiesa bresciana. Un grazie a<br />
<br />
parte va ai Missionari e Missionarie,<br />
soprattutto bresciani ma non solo, per<br />
la loro testimonianza, per la loro fede,<br />
per la loro presenza. Ed è a questo<br />
punto che inserisco l’augurio. Siamo<br />
probabilmente a un cambio, tra i tanti<br />
che la situazione attuale ci offre, anche<br />
per ciò che riguarda il futuro della Missione<br />
e dell’Animazione Missionaria.<br />
Auguro a don Carlo e a tutti gli amici<br />
del ‘mondo missionario bresciano’ di<br />
saper cogliere gli spunti di speranza, di<br />
novità, di sfida che senza alcun dubbio<br />
lo Spirito continua a suscitare affinché<br />
l’annuncio e l’attuazione del suo Regno<br />
possano continuare a trasformare<br />
il mondo… partendo dai giovani<br />
che sempre hanno dimostrato di essere<br />
attratti dalla Missione e dalle sue<br />
testimonianze vive e autentiche. Un<br />
augurio grande ai Gruppi Missionari<br />
delle Comunità cristiane e alle varie<br />
Associazioni che appoggiano i missionari<br />
affinché, magari sollecitati dalla<br />
sfida delle Unità Pastorali, si sentano<br />
coraggiosamente impegnati a fare da<br />
ponte tra le Chiese, tra le Culture, tra<br />
le Religioni e il nostro mondo, spesso<br />
irretito da una sorta di complesso di<br />
primogenitura, da non accorgersi che<br />
il processo in atto nelle nostre società<br />
è irreversibile e che dalla presenza del<br />
mondo in casa nostra potrà nascere<br />
anche un nuovo modo di relazionarsi<br />
tra l’umanità. Buona Missione.<br />
3
4 <br />
IL VESCOVO CON I SACERDOTI BRESCIANI<br />
IN TERRA LATINO-AMERICANA<br />
MONS. MONARI<br />
<br />
<br />
<br />
MASSIMO VENTURELLI<br />
VENTURELLI@LAVOCEDELPOPOLO.IT<br />
I l<br />
vescovo Luciano Monari nelle<br />
settimane scorse ha compiuto, in<br />
compagnia di don Carlo Tartari,<br />
vice direttore dell’Ufficio per le<br />
missioni e altri sacerdoti bresciani,<br />
un viaggio in Uruguay per incontrare,<br />
nella località di Paloma, nella<br />
regione di Maldonado a nord della<br />
capitale Montevideo, i sacerdoti fidei<br />
donum bresciani che operano in<br />
America Latina.<br />
All’incontro, una delle tappe del<br />
viaggio che lo sta portando ad incontrare<br />
tutti i missionari presenti<br />
nel continente sudamericano, hanno<br />
partecipato anche i vescovi Carlo<br />
Verzeletti e Lorenzo Voltolini. Mons.<br />
Monari si è posto in ascolto e accoglienza<br />
delle riflessioni e richieste<br />
dei preti bresciani impegnati in queste<br />
terre.<br />
A qualche settimana di distanza “Kiremba”<br />
ha incontrato il Vescovo per<br />
un’intervista su questa nuova esperienza<br />
di incontro con i fidei donum<br />
bresciani che operano nel mondo.<br />
Eccellenza a qualche settimana di<br />
distanza dal suo viaggio in Uruguay<br />
quale bilancio può fare di<br />
questa esperienza?<br />
Il bilancio è sicuramente molto positivo.<br />
Ancora una volta ho avuto la<br />
conferma del definitivo superamento<br />
della dimensione eroica che segnava<br />
l’esperienza missionaria, vissuta in<br />
mezzo a mille difficoltà. I fidei donum<br />
che ho incontrato a Paloma, mi
hanno confermato che la loro presenza<br />
è entrata nel vissuto ordinario<br />
delle Chiese locali, strutture piccole<br />
ma sufficientemente solide per andare<br />
avanti.<br />
Ho incontrato tanti sacerdoti contenti<br />
del ministero che sono stati chiamati<br />
a vivere in terra di missione, coscienti<br />
e consapevoli che non avranno<br />
risultati straordinari e che non riusciranno<br />
a cambiare certo l’America<br />
Latina, ma pienamente soddisfatti<br />
della possibilità che è stata data loro<br />
di servire la gente, contenti dei<br />
rapporti che sono riusciti a stringere<br />
con il territorio, con i vescovi locali.<br />
Ho incontrato sacerdoti animati dal<br />
desiderio che il loro servizio possa<br />
continuare, consapevoli che i tempi<br />
attuali non sono facili in Ameri-<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
ca Latina come nel resto del mondo<br />
e consapevoli di essere accettati,<br />
desiderati, accolti e inseriti positivamente<br />
dalle comunità a cui sono<br />
stati inviati.<br />
Durante l’incontro con i fidei donum<br />
è emersa qualche richiesta<br />
particolare? Quali le questioni<br />
che hanno sottopposto al Vescovo<br />
della loro Chiesa madre?<br />
Non hanno espresso richieste particolari,<br />
piuttosto hanno proposto<br />
osservazioni che caratterizzano da<br />
sempre questo tipo di incontri.<br />
Hanno chiesto che la Chiesa bresciana<br />
continui a considerarli propri figli,<br />
che il rapporto si mantenga vivace, di<br />
comunione e di attenzione reciproca.<br />
Hanno chiesto che la nostra Chiesa<br />
sia attenta ad accogliere quegli sti-<br />
I precedenti<br />
<br />
<br />
Quello che il vescovo Luciano<br />
Monari ha compiuto lo scorso mese<br />
di novembre in Uruguay è stato il<br />
suo quarto viaggio missionario.<br />
Sin dal suo arrivo a <strong>Brescia</strong>,<br />
nell’ottobre del 2007, ha espresso<br />
il desiderio di incontrare quelle<br />
parti della Chiesa bresciana<br />
inviate nel mondo ad annunciare<br />
il Vangelo. Prima del viaggio in<br />
Uruguay il Vescovo è stato in<br />
Venezuela, Mozambico e Burundi<br />
dove ha avuto modo di toccare<br />
con le proprie mani le opere<br />
che la vocazione bresciana alla<br />
missionarietà ha saputo produrre.<br />
In tutti i viaggi ha avuto parole di<br />
incoraggiamento e di stima per i<br />
bresciani incontrati<br />
moli che arrivano dalla missione. Si<br />
tratta di una richiesta che trova la sua<br />
ragion d’essere nel fatto che per loro<br />
il tema missionario è come l’aria che<br />
respirano, mentre da noi, pur essendo<br />
di fondamentale importanza, è una<br />
delle tante attenzioni pastorali della<br />
nostra Chiesa. Hanno chiesto, ancora,<br />
che anche a <strong>Brescia</strong> prendiamo coscienza<br />
della dimensione importante<br />
che questo aspetto pastorale ha nella<br />
vita della Chiesa. Hanno chiesto di<br />
mantenere l’esperienza missionaria,<br />
così come la disponibilità a inviare in<br />
missione nuovi sacerdoti.<br />
Si tratta comunque di richieste che<br />
rientrano nella dimensione di un dialogo<br />
normale tra un Vescovo e i suoi<br />
sacerdoti, in sostanza nulla di rivoluzionario.<br />
5
IL VESCOVO IN COMPAGNIA DEI FIDEI DONUM<br />
Come Vescovo, invece, ha rivolto<br />
qualche richiesta particolare ai<br />
fidei donum incontrati?<br />
No, ho soltanto chiesto loro che continuino<br />
a vivere il sacerdozio in spirito<br />
di collaborazione con i vescovi<br />
delle Chiese locali. Mi sono invece<br />
premurato di chiedere, di conoscere<br />
i loro desideri.<br />
Ho posto loro anche una domanda<br />
di cui conoscevo già la risposta, ossia<br />
se continuino a sentirsi bresciani<br />
pur a migliaia di chilometri di distanza<br />
da <strong>Brescia</strong>.<br />
Il legame continuano a sentirlo vivo,<br />
come un desiderio grande.<br />
C’è qualche aspetto dell’esperienza<br />
missionaria che i fidei donum<br />
stanno vivendo in America<br />
Latina, e che le è stato presentato<br />
in occasione del suo recente<br />
viaggio, che potrebbe essere utile<br />
alla Chiesa bresciana che recentemente<br />
si è ripensata attraverso<br />
6 <br />
il Sinodo?<br />
Sono molti gli aspetti interessanti<br />
che i fidei donum mi hanno presentato<br />
durante in giorni trascorsi in<br />
Uruguay.<br />
Il primo è stato quello del coinvolgimento<br />
e della responsabilizzazione<br />
dei laici all’interno della Chiesa. La<br />
scarsità dei sacerdoti in terra di missione<br />
chiede ai laici un livello molto<br />
alto di assunzione di responsabilità.<br />
Tocca ai laici, in situazioni in cui il<br />
sacerdote è assente o presente solo<br />
in rare occasioni, farsi carico della<br />
guida della comunità.<br />
Questa assunzione di responsabilità<br />
dei laici è un insegnamento, una prospettiva<br />
e forse anche una provocazione<br />
che dal mondo della missione<br />
arriva alla nostra Chiesa.<br />
C’è, poi, un altro aspetto importante<br />
ed è quello delle piccole comunità<br />
di base molto diffuse in America<br />
Latina ma che da noi sono ancora<br />
<br />
Gmg Rio 2013<br />
<br />
Nel corso del viaggio in Uruguay<br />
il vescovo Luciano Monari ha<br />
avuto modo di confrontarsi con i<br />
fidei donum anche sulla prossima<br />
Giornata mondiale della gioventù,<br />
in programma a Rio de Janeiro<br />
nell’estate del prossimo anno. “I<br />
fidei donum - sono considerazioni<br />
del Vescovo - sanno che sarà un<br />
evento importante per il Brasile, il<br />
Sud America e più in generale per<br />
tutto il continente americano. Si<br />
sono dichiarati disponibili a pensare<br />
qualche esperienza particolare nelle<br />
loro missioni per quei bresciani che<br />
il prossimo anno parteciparanno alla<br />
Gmg”. Si tratta di progetti che sono<br />
ancora in fase di definizione e che si<br />
concretizzeranno nei prossimi mesi.
ealtà sconosciuta che prima o poi<br />
dovremo iniziare a prendere in considerazione.<br />
Soprattutto nelle parrocchie più<br />
grandi, laddove il rapporto interpersonale<br />
tende a sciogliersi in una<br />
specie di anonimato, il fatto di avere<br />
delle piccole comunità dove l’incontro<br />
con l’altro è immediato potrebbe<br />
essere uno strumento importante per<br />
dare risposte a bisogni che cominciamo<br />
a sentire.<br />
Spero poi che l’esperienza dei fidei<br />
donum possa esserci di grande aiuto<br />
anche per mettere a tema un altro<br />
aspetto improtante come quello<br />
della centralità della parola di Dio,<br />
collante essenziale per tante comunità<br />
che non possono contare in modo<br />
continuativo sulla presenza di un<br />
sacerdote.<br />
Molti fidei donum raccontano di<br />
un servizio missionrario reso difficile<br />
dal numero sempre più alto<br />
di persone che si fanno irretire da<br />
forme religiose che non hanno<br />
In studio<br />
<br />
<br />
L’intervista a mons. Monari si è<br />
chiusa con una domanda “semiseria”<br />
che ha lo ha divertito: più faticoso<br />
il viaggio in Uruguay o il Sinodo<br />
diocesano celebrato nelle scorse<br />
settimane al Centro pastorale<br />
Paolo VI? Per nessuna delle due<br />
esperienze il Vescovo ha voluto usare<br />
l’aggettivo faticoso. Meglio parlare<br />
di occasioni impegnative ma anche<br />
estremamente ricche per la Chiesa<br />
bresciana, due pagine della storia<br />
recente della diocesi che il vescovo<br />
Luciano Monari non ha esitato<br />
ad accomunare sotto un unico<br />
aggettivo: belle. Nel giro di poche<br />
settimane ha avuto modo di vivere<br />
due pagine “belle” di una Chiesa che<br />
accetta le sfide del presente.<br />
nulla a che fare con il messaggio<br />
di Cristo. La loro fatica potrebbe<br />
prima o poi tornare anche utile<br />
alla Chiesa bresciana?<br />
Non so se quest’ultimo sia proprio<br />
l’ambito che può tornare utile alla<br />
nostra Chiesa.<br />
Quel fenomeno di dispersione di comunità<br />
varie che nascono, pullulano<br />
e scompaiono in un breve lasso di<br />
tempo che è tipico dell’America Latina<br />
da noi ancora non c’è, per fortuna<br />
e credo che ancora per lungo tempo<br />
non dovrebbe avere grande rilevanza.<br />
Certo esiste, ma è marginale<br />
e interessa solo piccolissimi nuclei<br />
di immigrati, soprattutto di origini<br />
africana, ma è di dimensioni tali da<br />
non potere essere considerato problematico.<br />
Non credo, dunque che<br />
questo aspetto possa diventare problematico<br />
in un futuro prossimo per<br />
la nostra Chiesa, anche se quanto ci<br />
raccontano i fidei donum non deve<br />
essere sottovalutato o considerato di<br />
secondaria importanza.<br />
7
FRANCO FERRARI<br />
FFERRARIPR@GMAIL.COM<br />
Dal Concilio ad oggi la Chiesa<br />
è andata sempre più interrogandosi<br />
sulla “scristianizzazione<br />
di molte persone<br />
che nonostante il battesimo vivono<br />
fuori della vita cristiana” , fino a sentire<br />
la necessità di dedicare l’assemblea del<br />
Sinodo dei vescovi a una questione che<br />
<br />
<br />
<br />
sta diventando cruciale e porta ad interrogarsi<br />
anche sull’efficacia dell’azione<br />
pastorale. Ecco, quindi, il senso del tema<br />
del Sinodo, “La nuova evangelizzazione<br />
per la trasmissione della fede cristiana”.<br />
Il documento di lavoro affidato<br />
ai 262 vescovi, che si sono confrontati<br />
in Vaticano nel mese di ottobre (7-28),<br />
manifesta apertamente la consapevolezza<br />
che la Chiesa “è chiamata oggi<br />
a misurarsi con trasformazioni sociali<br />
e culturali che stanno profondamente<br />
modificando la percezione che l’uomo<br />
ha di sé e del mondo, generando ripercussioni<br />
anche sul suo modo di credere<br />
8 <br />
ROMA<br />
in Dio” (IL, 6). Lo specifico della nuova<br />
evangelizzazione. Compito della nuova<br />
evangelizzazione sarà proprio quello di<br />
favorire un nuovo incontro con il Vangelo.<br />
Benedetto XVI, nell’omelia della<br />
messa di apertura del Sinodo (7 ottobre),<br />
ha distinto la “missione alle genti”, per<br />
coloro che non conoscono Gesù Cristo,<br />
dal compito della nuova evangelizzazione,<br />
che è “orientata principalmente alle<br />
persone che pur essendo battezzate, si<br />
sono allontanate dalla Chiesa e vivono<br />
senza fare riferimento alla prassi cristiana”.<br />
Una rinnovata proposta d’incontro<br />
con il Signore che, secondo il relatore<br />
UN MOMENTO DEL SINODO DEI VESCOVI
Due documenti<br />
<br />
A poco più di un mese dalla chiusura,<br />
il Sinodo dei Vescovi sta già dando conto<br />
dei primi esiti di questo mese di confronto<br />
tra presuli di tutto il mondo. L’intenso<br />
lavoro delle giornate romane è già stato<br />
raccolto in due documenti: le Proposizioni<br />
finali e il Messaggio al popolo di Dio. Si<br />
tratta di due documenti importanti, in cui<br />
trovare alcuni spunti interessanti anche per<br />
l’attività dell’animazione missionaria. Tra le<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
generale del sinodo cardinale Wuerl, dovrebbe<br />
passare per tre fasi che s’intrecciano:<br />
approfondimento intellettuale e<br />
affettivo della fede, fiducia nella verità<br />
della nostra fede e volontà di condivisione<br />
con gli altri. Un nuovo contesto per<br />
la missione e i missionari a rimescolare<br />
le carte delle modalità dell’evangelizzazione,<br />
oltre allo tsunami del secolarismo<br />
evocato dal cardinale Wuerl nella sua<br />
relazione di apertura, sembrano essere<br />
i movimenti migratori. E se nella Proposizione<br />
finale 7 si propone, riprendendo<br />
l’indicazione fornita dall’Instrumentum<br />
laboris (76-79), un’ordinata distinzione<br />
di tre momenti dell’evangelizzazione:<br />
ad gentes, la cura pastorale e la nuova<br />
Proposizioni: la 21 dedicata ai migranti e<br />
al piano pastorale; la 26 sulla parrocchia, la<br />
41 su missione e Chiesa particolare. Mentre<br />
il Messaggio ha dedicato un punto (il 13)<br />
alle Chiese dei vari continenti, prendendo<br />
atto che i problemi e le situazioni sono<br />
diversificate e che, pur nello sguardo<br />
unitario della cattolicità, non si possono<br />
non considerare le diversità che deve avere<br />
l’evangelizzazione .<br />
evangelizzazione; il Prefetto del dicastero<br />
per l’evangelizzazione dei popoli,<br />
cardinale Filoni, nel suo intervento, ha<br />
affermato “la necessità di un coordinamento<br />
dell’opera di evangelizzazione,<br />
intesa come primo e nuovo annuncio,<br />
perché si tratta ormai di una missio globale<br />
a tutto tondo, anche in considerazione<br />
del fenomeno migratorio dei<br />
popoli che fa sì che i soggetti tradizionali<br />
della missio ad gentes si incontrino<br />
ormai ovunque, creando dappertutto<br />
società sempre più plurali”. Sul punto<br />
è ritornato nel suo intervento anche il<br />
presidente del pontificio consiglio per<br />
i migranti, il cardinale Vegliò: “il fenomeno<br />
migratorio e tutto l’ambito della<br />
mobilità umana” offrono “alla Chiesa<br />
nuove occasioni per l’evangelizzazione.<br />
In riferimento a quanti non conoscono<br />
Cristo e si stabiliscono in Paesi di<br />
tradizione cristiana, s’impone la sfida di<br />
proporre loro il kerigma (annuncio della<br />
buona notizia). D’altra parte, quanti sono<br />
stati evangelizzati nel Paese di origine<br />
hanno bisogno di un accompagnamento<br />
pastorale che li aiuti a mantenersi saldi<br />
nella fede, mentre possono diventare a<br />
loro volta evangelizzatori”.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
9
10 <br />
IL GRUPPO DI SACERDOTI<br />
ED IL VESCOVO NELLA LOCALITA’ DI PALOMA<br />
DON CARLO TARTARI<br />
DONCARLO@<strong>CMD</strong>BRESCIA.IT<br />
URUGUAY<br />
<br />
<br />
Incontro forte e vibrante quello tra<br />
i Fidei Donum dell’America Latina<br />
e il vescovo Luciano Monari. Erano<br />
presenti anche i vescovi mons.<br />
Carlo Verzelletti (Vescovo di Castnhal<br />
in Brasile) e mons. Lorenzo Voltolini<br />
(Vescovo di Portoviejo in Ecuador). La<br />
riunione di questa mattina giunge al<br />
culmine di questa esperienza di incontro<br />
e segue intensi giorni di confronto<br />
durante i quali il Vescovo Luciano si<br />
è posto in ascolto e accoglienza delle<br />
riflessioni e delle richieste dei preti<br />
bresciani impegnati in queste terre.<br />
Gli auguri di don Antonio Zatti<br />
<br />
Riceviamo e pubblichiamo con gioia<br />
l’augurio di don Antonio Zatti, fidei donum in<br />
Uruguay insieme a don Santo Baccherassi.<br />
“Carissimi, di nuovo siamo chiamati a vivere<br />
la nascita di Gesù, nostro Signore e Salvatore.<br />
Il momento storico ci suggerisce che la<br />
viviamo in una duplice direzione, quella<br />
della essenzialità e quella della solidarietà.<br />
L’essere discepoli di Gesù, povero e privo<br />
del necessario, ci obbliga ad utilizzare i<br />
L’ascolto e il dialogo sono nati e si sono<br />
rafforzati non solo durante le sedute<br />
e le sessioni previste dal programma,<br />
ma anche nei momenti informali<br />
di fraternità e convivialità vissuti con<br />
particolare intensità e gioia. “La presenza<br />
dei preti Fidei Donum fa parte<br />
della nostra identità di chiesa bresciana<br />
e voi questa identità la tenete viva<br />
e la rigenerate per questo vi ringrazio”<br />
sono le parole che il nostro Vescovo<br />
premette al suo discorso. “Dentro alla<br />
missione dei preti Fidei Donum vi sono<br />
dei valori grandi, vi ho ascoltato volentieri<br />
e con attenzione, ed è evidente<br />
come nella vostra vita al primo posto<br />
vi sia la decisività dell’annuncio del<br />
beni di questo mondo, solo nella linea della<br />
essenzialità e non del consumo e dello<br />
spreco inutile. Sarebbe buona cosa se, in<br />
questo Natale, facessimo un po’ di pulizia<br />
nella nostra casa interiore come in quella<br />
esteriore. Perché non buttar fuori dal cuore,<br />
desideri, aspirazioni e pensieri di avere<br />
sempre di più, i quali ci tolgono lo spazio per<br />
una vera serenità, allegria ed entusiasmo<br />
del vivere? Perché non “privarci” di cose<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Vangelo. Una vita donata per il Vangelo<br />
comporta anche fatiche, disagi,<br />
sacrifici perché è nella logica del dono<br />
della vita”. Mons. Monari ha sottolineato<br />
quanto sia “prezioso il dono e lo
scambio reciproco tra chiese sorelle; è<br />
parte integrante della nostra identità<br />
trovare i modi affinché lo scambio e<br />
il dono reciproco continuino”. Nelle<br />
parole del Vescovo Luciano troviamo<br />
l’eco attuale e contestualizzato di ciò<br />
che nel 1957 Pio XII scrisse nell’enciclica<br />
Fidei Donum: “vorremmo che la<br />
presente Lettera apportasse non solo<br />
la testimonianza della Nostra paterna<br />
sollecitudine, ma anche l’assicurazione<br />
che tutta la comunità cristiana, messa<br />
di nuovo sull’avviso circa l’ampiezza<br />
e le difficoltà del vostro compito, vi è<br />
più che mai vicina per sostenervi con<br />
le sue preghiere, i suoi aiuti e l’opera<br />
dei migliori tra i suoi figli. Che cosa<br />
che occupano, anche fisicamente, lo spazio<br />
della nostra casa dove ci muoviamo, al punto<br />
che siamo noi che serviamo le cose e non<br />
queste al nostro servizio? L’altra direzione per<br />
celebrare il Natale è quella della solidarietà.<br />
Gesù, sappiamo bene, è venuto tra noi per<br />
condividere la nostra condizione di peccato.<br />
Gesù che nasce ci ricorda che Dio non percorre<br />
la strada della condanna (ognuno paghi per<br />
le sue colpe), ma del farsi carico della nostra<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
importa la distanza materiale che vi<br />
separa dal Centro della cristianità?<br />
Nella Chiesa, i più valorosi ed i più<br />
esposti tra i suoi figli, non sono forse<br />
i più vicini al suo cuore? A voi ancora,<br />
missionari, sacerdoti del clero locale,<br />
religiosi e religiose, seminaristi,<br />
catechisti, militanti laici, a voi tutti,<br />
apostoli di Gesù Cristo, in qualsiasi<br />
posto lontano e ignorato voi siate,<br />
Noi rinnoviamo l’espressione della<br />
Nostra gratitudine e della Nostra speranza”.<br />
Nel suo incedere, lo sguardo<br />
del Vescovo si orienta alla reciprocità<br />
del dono che si esprime nel vissuto<br />
dei preti in missione: “Siete il segno<br />
della generosità della chiesa brescia-<br />
miseria per renderci possibile un futuro de<br />
vita e felicità. Perché noi credenti in Lui, non<br />
possiamo abbandonare la cultura del lamento<br />
(la colpa è sempre degli altri) per assumere<br />
l’impegno di riparare gli sbagli nostri ed altrui,<br />
con un rinnovato sforzo di maggior generosità<br />
e solidarietà? Perché non collaborare, con le<br />
nostre rinunce volontarie ed i sacrifici accettati,<br />
a la possibilità che in futuro, ci sia più vita e più<br />
felicità?”.<br />
na che nel corso del tempo ha donato<br />
preti per il servizio ad altre diocesi più<br />
bisognose. Tutto ciò rende la nostra<br />
chiesa bresciana più bella. Vi ho trovato<br />
motivati e contenti pur in mezzo<br />
alle fatiche alle difficoltà e a qualche<br />
delusione”. L’ attenzione del Vescovo<br />
si è poi rivolta alle oggettive difficoltà<br />
che oggi viviamo in relazione a nuove<br />
partenze per un servizio ad altre chiese,<br />
partenze un tempo numerose, ma<br />
oggi assai più rare. “Le difficoltà attuali<br />
rispetto all’invio in missione sono<br />
di due tipi: la diminuzione del clero<br />
e poi soprattutto il fatto che la missione<br />
richiede una spiritualità forte e<br />
matura”. Il Vescovo Luciano ha esortato<br />
i preti Fd a saper essere di esempio<br />
nel comunicare ciò che vivono, le<br />
idee, le proposte, i progetti: “Il futuro<br />
ha bisogno di relazioni. Dovremo imparare<br />
a dire, raccontare esprimere la<br />
nostra fede personale, su questo noi<br />
tutti facciamo ancora fatica”. Le difficoltà,<br />
le prospettive, le speranze, la<br />
sollecitudine per la missione affidata<br />
a tutta la chiesa avvicinano le comunità<br />
e le diocesi: anche a <strong>Brescia</strong> abbiamo<br />
bisogno certamente di crescere<br />
e maturare nella direzione indicata<br />
dal nostro pastore. Le parole del Vescovo<br />
ci invitano ad aprire il cuore e<br />
la mente alla speranza: “È un tempo<br />
di grande cambiamento e quindi di<br />
grande fecondità: la forza rinnovatrice<br />
del Vangelo ha un valore eterno.<br />
Dovremo accogliere l’invito del profeta<br />
Isaia “Dimenticate le cose passate.<br />
Ecco faccio una cosa nuova, aprirò<br />
una strada nel deserto”.<br />
11
DON CARLO TARTARI<br />
DONCARLO@<strong>CMD</strong>BRESCIA.IT<br />
L’incontro con don Dario Guerra<br />
è motivo di grande gioia;<br />
condividiamo la comune origine<br />
gavardese, oggi mi accoglie<br />
nella sua parrocchia, nella sua<br />
Argentina.<br />
Sono appena sbarcato dall’aliscafo<br />
che da Montevideo ha raggiunto<br />
la grande città di Buenos Aires. Ho<br />
ancora negli occhi l’immensità e la<br />
vastità del Rio de la Plata e avverto<br />
l’emozione di trovarmi a 11.000 km<br />
da casa. Incontro don Dario e insieme<br />
ci addentriamo nel cuore della<br />
grande capitale, è una bellissima<br />
giornata primaverile: i colori della<br />
città sembrano essere più vividi e<br />
splendenti.<br />
Camminare tra la gente che affolla il<br />
centro della città aiuta a cogliere alcuni<br />
aspetti della vita sociale ed economica:<br />
tanti mi chiedono di poter<br />
12 <br />
UNA VISTA DI BUENOS AIRES<br />
E, NELL’ALTRA PAGINA,<br />
DON DARIO GUERRA<br />
NELLA CHIESA DELLA SUA PARROCCHIA<br />
ARGENTINA<br />
<br />
<br />
<br />
cambiare il denaro, segno evidentissimo<br />
della grave crisi monetaria in<br />
cui versa ancora la nazione argentina.<br />
Don Dario mi conferma la situazione<br />
sempre molto precaria e fragile<br />
dell’economia nazionale. Esiste una<br />
finanza ufficiale, ma anche un “sommerso”<br />
molto forte e diffuso.<br />
In breve raggiungiamo la parrocchia<br />
intitolata a San Jorge: una chiesa in<br />
stile moderno, molto curata e in ordine<br />
incastonata tra le case di un popoloso<br />
quartiere a Lanus. Oramai la<br />
grande Buenos Aires ha inglobato<br />
tutto e ciò che a me pare indistinto<br />
nasconde in realtà antichi nuclei<br />
cittadini.<br />
La vita della parrocchia non ruota<br />
solo attorno alla chiesa, ma anche<br />
agli ambienti per la formazione e la<br />
catechesi e ad un grande salone utilizzato<br />
per i momenti di festa della<br />
comunità.<br />
La parrocchia si prende cura anche<br />
dei ragazzi bisognosi di un aiuto e<br />
<br />
Riflessioni<br />
<br />
<br />
L’amicizia nata attorno alla Gmg<br />
di Roma rifiorisce nonostante la<br />
grande distanza di luogo e di tempo.<br />
Lo conferma, in questa pagina, il<br />
racconto di don Carlo Tartari, con il<br />
ricordo della commovente veglia<br />
di Tor Vergata nella quale Giovanni<br />
Paolo II disse “È Gesù che suscita in<br />
voi il desiderio di fare della vostra<br />
vita qualcosa di grande, la volontà<br />
di seguire un ideale, il rifiuto di<br />
lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il<br />
coraggio di impegnarvi con umiltà e<br />
perseveranza per migliorare voi stessi<br />
e la società, rendendola più umana e<br />
fraterna”. Questo impegno, quest’ansia<br />
di ricerca non hanno confini nè età:<br />
forse non siamo ancora riusciti a vivere<br />
il mandato del Papa in pienezza, ma il<br />
suo invito è ancora attuale.
di presenze educative nello svolgimento<br />
dei compiti scolastici. Non<br />
potrò fermarmi molto, ma la breve<br />
permanenza in Argentina mi riserva<br />
una graditissima sorpresa. In serata,<br />
infatti, don Dario mi accompagna<br />
presso una famiglia della sua parrocchia<br />
ove si sono riuniti i giovani che<br />
nel 2000 parteciparono alla Giornata<br />
mondila della gioventù a Roma e,<br />
in quella circostanza, furono ospitati<br />
per un breve periodo nella parrocchia<br />
di Gavardo.<br />
Rivedersi a distanza di più di un decennio<br />
è davvero motivo di grande<br />
gioia e sorpresa. Siamo cambiati tutti:<br />
ora i giovani di allora sono quasi<br />
tutti sposati, hanno in braccio i loro<br />
bambini, sono impegnati nel lavoro.<br />
Abbiamo tanto da raccontare e condividere<br />
e nemmeno la lingua diversa<br />
riesce ad ostacolare la voglia di<br />
comunicare.<br />
Viviamo questo tempo come dono<br />
viaggiando sul filo dei ricordi<br />
di un’esperienza passata, ma ancora<br />
molto viva nella memoria: non<br />
mancano momenti di grande ilarità<br />
di fronte alle foto un po’ sbiadite e<br />
alla rievocazione di quei formidabili<br />
giorni.<br />
C’è anche la commozione e la nostalgia,<br />
ma in tutti vi è la percezione<br />
che un evento ecclesiale importante<br />
sta producendo ancora i suoi frutti.<br />
L’appartenenza alla Chiesa, la professione<br />
della stessa fede ci hanno<br />
unito e stabiliscono un legame forte,<br />
vero, fraterno.<br />
La comunione e la fraternità non<br />
sembrano, attorno a questa tavola,<br />
concetti teorici, valori astratti, ma<br />
anzi si esprimono con grande profondità<br />
e coinvolgimento. Riparto<br />
dalla terra argentina verso il Brasile<br />
sentendomi meno straniero e con la<br />
percezione che la comunione nella<br />
fede non invecchia mai, mantiene la<br />
nostra vita perennemente giovane<br />
ed entusiasta.<br />
13
DON CARLO TARTARI<br />
DONCARLO@<strong>CMD</strong>BRESCIA.IT<br />
Esperienza unica e inimmaginabile.<br />
Un concentrato di devozione<br />
popolare, fede, folklore, sudore,<br />
passione, tradizione, festa, colori,<br />
suoni...Sono dentro a tutto ciò in<br />
modo assolutamente non previsto, non<br />
so bene cosa mi attenda. Celebriamo<br />
l’Eucaristia nella chiesa principale della<br />
<br />
<br />
parrocchia di Paragominas, sono le 19 è<br />
già buio. Al termine della celebrazione<br />
don Pedro avanza nel centro della chiesa<br />
reggendo una piccola statua di Maria<br />
Santissima (venerata sotto il titolo di<br />
Nossa Senhora de Nazarè), la gente si<br />
accalca per poter sfiorare il manto della<br />
Vergine. All’esterno è stato allestito un<br />
carro decorato di fiori sul quale viene<br />
collocata l’effige della Madonna. Inizia<br />
la processione verso la chiesa succursale.<br />
Davanti a noi un grande furgone con<br />
potentissime casse acustiche amplifica<br />
i canti e le preghiere che accompagneranno<br />
la folla lungo tutto il cammino.<br />
Dopo circa due ore giungiamo nella<br />
chiesa succursale ove la statua riposerà<br />
fino all’indomani. La domenica mattina<br />
a Paragominas, davanti alla chiesa c’è<br />
già molta folla e a fatica riesco ad avvicinarmi<br />
al carro di fronte alla chiesa. Al<br />
termine della celebrazione eucaristica<br />
la statua di Nossa Senhora de Nazarè<br />
riprende il suo percorso verso il cuore<br />
di Paragominas. Gradualmente la folla<br />
aumenta in modo impressionante, lungo<br />
il cammino mi volto a guardare il popo-<br />
14 <br />
BRASILE<br />
lo in cammino dietro al Cirio. La gente<br />
prega, molti sono scalzi in segno di penitenza,<br />
il caldo e la fatica e la sete aumentano<br />
man mano. Ma questo popolo<br />
non si ferma: avanza con fierezza, gioia,<br />
ardore seguendo Maria. La preghiera del<br />
Rosario si alterna a canti devozionali e a<br />
brevi riflessioni bibliche. Non c’è angolo<br />
della città ove non risuoni il passaggio<br />
di Nossa Senhora. Di tanto in tanto<br />
riesco a scambiare qualche battuta con<br />
dom Pedro già parroco di Paragominas<br />
prima di diventare Vescovo di Macapà.<br />
Mi spiega il senso di tutto ciò, i segni di<br />
richiesta, i voti espressi a Maria; “ogni<br />
anno è così, si affidano a Maria le attese<br />
per la propria vita, per la casa, il lavoro,<br />
la salute, tutto è affidato a Maria perché<br />
interceda per noi”. La fatica e il cammino<br />
diventano simbolo, parabola della vita<br />
stessa, ma non siamo soli, siamo un popolo<br />
in cammino con Maria verso Gesù<br />
suo Figlio. Maria appare autenticamente<br />
in tutta la sua bellezza, quella bellezza<br />
che nasce dall’aver detto “si” alla volontà<br />
di Dio. Forse i puristi della liturgia storcerebbero<br />
il naso, forse non tutto è dog-<br />
LA PROCESSIONE DEL CIRIO VISSUTA CON PARTECIPAZIONE E DEVO
ZIONE<br />
Due parole con mons. Pietro Conti<br />
<br />
Nel corso del suo viaggio in Brasile<br />
don Carlo Tartari ha incontrato mons.<br />
Pietro Conti, vescovo di Macapà. È stata<br />
l’opportunità per conoscere più da vicino<br />
la realtà della Chiesa brasiliana. “È una<br />
Chiesa viva - racconta il Vescovo -. Te ne<br />
accorgi camminando con questo popolo,<br />
imparando a conosce il modo e l’agire<br />
della chiesa qui, in un contesto di grande e<br />
profonda trasformazione, segnato da grandi<br />
maticamente esatto, ma tutto è superato<br />
dall’ardore e dalla passione di questo<br />
popolo capace di soffrire e gioire insieme.<br />
Dopo 8 km giungiamo finalmente<br />
nella piazza principale di Paragominas,<br />
il caldo è davvero ai limiti della sopportazione.<br />
Celebriamo l’eucaristia di fronte<br />
a migliaia di persone in attesa sotto il<br />
sole cocente. Ma c’è ancora la forza di<br />
cantare, celebrare, pregare, lodare. Viva<br />
Nossa Senhora de Nazarè!! È il grido che<br />
ti rimane nelle orecchie e nella mente:<br />
un grido che sconvolge la mia razionalità,<br />
i miei canoni molto europei, la mia<br />
freddezza, le mie abitudini. Un brivido<br />
mi percorre quando il parroco di Parago-<br />
potenzialità, contraddizioni, opportunità”.<br />
Mons. Conti racconta che la città di<br />
Paragominas è cambiata enormemente<br />
negli ultimi 20 anni, ed è lo specchio del<br />
Brasile che cresce economicamente a grandi<br />
passi. Come vive la Chiesa la sua missione<br />
in questo contesto di sfida permanente?<br />
“La Chiesa - è la risposta del Vescovo - per<br />
mantenersi viva e fedele alla missione<br />
ricevuta deve esserci!”<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
minas mi invita a benedire il popolo con<br />
la statua di Maria. È un’emozione grande<br />
e intima, una autentica piccola grazia<br />
immeritata. La potenza delle parole<br />
non riuscirà a trasmettere la pienezza<br />
dell’esperienza vissuta, ma il ricordo di<br />
questo cammino di fede condiviso con<br />
il popolo brasiliano senz’altro rimarrà<br />
come provocazione a mantenere viva<br />
e desta l’attenzione alla fede dei piccoli,<br />
dei semplici e ai gesti che la esprimono.<br />
Mi accorgo che è stato davvero molto<br />
immediato anche per me cercare ed<br />
esprimere spontaneamente intenzioni di<br />
preghiera, attese e speranze camminando<br />
accanto a Nossa Senhora.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
15
16 <br />
SCORCI DI MISSIONE<br />
VENEZUELA<br />
<br />
<br />
<br />
DI DON CARLO TARTARI<br />
DONCARLO@<strong>CMD</strong>BRESCIA.IT<br />
Don Adriano Salvadori da 25<br />
anni vive tra gli indio Pemon<br />
nel sud del Venezuela.<br />
La sua casa in legno si<br />
trova a San Miguel de Betania lungo<br />
la strada che dal Brasile porta a Tumeremo.<br />
Una lunga storia ci lega a queste<br />
terre, a questa diocesi: poco distante<br />
le cascate sul fiume Aponwao, ove<br />
don Riccardo Benedetti (originario di<br />
Marone) perse la vita con alcuni suoi<br />
parrocchiani, a nord El Callao ove vive<br />
don Giannino Prandelli nostro missionario<br />
fidei donum, poco prima Las<br />
Claritas ove svolgono il loro servizio<br />
Emanuele e Valentina: volontari dello<br />
Svi di <strong>Brescia</strong> . I legami affondano le ra-<br />
dici nella storia condivisa, nel recente<br />
passato, ma chiedono di essere rinnovati<br />
e rafforzati: colgo questo desiderio<br />
nelle parole del vescovo di Ciudad<br />
Guayana mons. Mariano Josè Parar il<br />
quale guarda a <strong>Brescia</strong> con la speranza<br />
che nel cammino di discernimento di<br />
qualche confratello si affacci il desiderio<br />
di affiancarsi al cammino di questa<br />
grande diocesi nella quale svolgono il<br />
proprio ministero 38 sacerdoti a fronte<br />
di 800mila battezzati disseminati<br />
su una superficie di circa 55mila kmq<br />
(più del doppio della superficie della<br />
Lombardia). Gli orizzonti attraversati<br />
sono indimenticabili, credo che la gran<br />
Sabana sia tra gli ambienti più affascinanti<br />
e intatti che io abbia mai visto.<br />
La ricchezza di questo luogo non si lega<br />
solo agli scenari meravigliosi, o al-
le risorse minerarie del sottosuolo, ma<br />
soprattutto alla cultura del popolo Pemon.<br />
Don Adriano accompagna le comunità<br />
Indio, le conosce, le incontra<br />
lungo le strade e i corsi d’acqua della<br />
sua sterminata parrocchia, vive con<br />
loro, condivide le preoccupazioni e le<br />
speranze di un popolo assediato dalla<br />
cosiddetta modernità e dai rischi che<br />
l’identità culturale venga perduta, annacquata,<br />
dimenticata. Purtroppo non<br />
ho molto tempo da poter trascorrere<br />
qui tra la foresta e le distese di praterie<br />
sterminate tagliate da fiumi impetuosi e<br />
punteggiate da villaggi ma un pensiero<br />
mi accompagna e mi provoca nei lunghi<br />
tratti che percorriamo in auto verso<br />
Eldorado: “quanto è diversa e lontana la<br />
culla del cristianesimo! Eppure il Vangelo<br />
anche qui trova radici, produce frutti,<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
apre orizzonti di speranza. La chiesa,<br />
quando è capace di radicarsi in modo<br />
autentico e liberante, trova linguaggi,<br />
modi, riti, celebrazioni intelligibili e impreziosite<br />
dall’originalità di ogni cultura<br />
ad ogni latitudine”. Il vangelo risuona in<br />
lingua indio, la celebrazione vive con i<br />
ritmi di canti, preghiere, offerte e segni<br />
che esprimono l’umanità e la peculiarità<br />
dei Pemon. A Eldorado celebriamo<br />
l’Eucaristia con la piccola ma vivace comunità<br />
cristiana; immediatamente dopo<br />
la Messa, nei locali della parrocchia<br />
ho la possibilità di incontrare la gente:<br />
la festa semplice è parte integrante del<br />
modo in cui vivere il giorno del Signore.<br />
Sono molto accoglienti e gentili, hanno<br />
nel cuore il desiderio che presto possa<br />
arrivare anche qui un prete: un appello,<br />
un invito, una necessità che - spe-<br />
Di Roè Volciano<br />
<br />
<br />
Don Adriano Salvadori è nato<br />
nel 1954 nella parrocchia di Roè<br />
Volciano. La sua ordinazione<br />
sacerdotale risale al 1979.<br />
Il suo primo incarico è stato nella<br />
parrocchia di Maderno (1979-80),<br />
come curato. È è poi stato parroco<br />
a Turano, piccolo paese in Valle<br />
Sabbia, dove è rimasto per un paio<br />
di anni. Nel 1981 è stato nominato<br />
parroco di Ferrandina, località in<br />
provincia di Matera, dove è rimasto<br />
fino al 1986. L’anno successivo è<br />
stato nominato Fidei Donum e<br />
inviato in Venezuela dove ancora<br />
opera all’interno della Diocesi di<br />
Ciudad Guayana. E’ qui che l’ha<br />
incontrato don Carlo Tartari.<br />
ro - possa davvero bussare alla porta<br />
della nostra grande diocesi di <strong>Brescia</strong>.<br />
È oramai buio, mentre torniamo verso<br />
San Miguel, ma il pensiero rimane un<br />
poco a Eldorado, alla sua gente, ai suoi<br />
problemi, ai suoi desideri. Intuisco, dai<br />
racconti e dal confronto con don Adriano,<br />
che la vita non è facile qui: ci sono<br />
problemi sociali acuti, esiste lo sfruttamento<br />
dissennato delle risorse naturali,<br />
la ricerca esasperata della ricchezza<br />
produce fenomeni di delinquenza e violenza,<br />
anche per questo l’annuncio e la<br />
testimonianza del Vangelo sono più che<br />
mai urgenti e necessari. La bellezza del<br />
creato, il desiderio di pace e autentico<br />
progresso contrastano in modo stridente<br />
con l’ingiustizia e i soprusi che l’avidità<br />
e la smania di possesso creano nel<br />
cuore dell’uomo.<br />
17
MISSIO GIOVANI<br />
18 <br />
<br />
<br />
ELENA TOMMOLINI<br />
ELENA.TOMMOLINI@LIBERO.IT<br />
Anche quest’anno si è svolta<br />
a Roma l’assemblea nazionale<br />
di Missio Giovani,<br />
occasione di confronto su<br />
tematiche relative all’ambiente missionario,<br />
simulando problematiche<br />
comuni per quanto riguarda il servizio<br />
dei gruppi missionari o l’acquisizione<br />
e invio di nuovi volontari nei<br />
paesi poveri.<br />
Tra i momenti sicuramente più costruttivi<br />
del week end sicuramente<br />
sono da citare i due interventi da<br />
parte di Ernesto Oliviero ed Emma<br />
Gremmo, esponente del centro operativo<br />
missionario di Piombino.<br />
Entrambi gli interventi hanno fatto<br />
luce, seppure in modo diverso ma<br />
sempre valido, sul tema della povertà<br />
della Chiesa e sul vero spirito<br />
missionario e, tramite la narrazione<br />
di diverse vicende, si è sottolineata<br />
l’importanza di tenere viva e al centro<br />
dell’intera opera missionaria la<br />
L’INCONTRO SI E’ SVOLTO IN UN CLIMA DI AMICIZIA<br />
Iniziative<br />
<br />
A Roma è stata presentata “Missio Edu”,<br />
che si terrà in Puglia dal 30 luglio al 4<br />
agosto: una scuola di formazione missionaria<br />
sui temi dell’accoglienza, delle<br />
dipendenze e dell’impegno politico.<br />
Presentata anche la proposta dei dodici<br />
giorni in Cambogia, dal 24 aprile<br />
al 5 maggio, un’esperienza di spiritualità<br />
e di riflessione sul tema del martirio.<br />
fede. Il week end è stato anche luogo<br />
di decisioni importanti, con la riconferma<br />
del segretario nazionale di<br />
Missio Giovani Alessandro Zappalà<br />
per i prossimi tre anni. Sempre di primaria<br />
importanza è stata la condivisione<br />
della Fede, importantissima per<br />
i vari rappresentanti delle Diocesi.<br />
I momenti di preghiera sono stati<br />
numerosi, tanto quanto lo sono state<br />
le occasioni di riflessione sulla figura<br />
dei missionari e sul fatto che la<br />
È stata presentata anche la proposta del<br />
viaggio a Rio de Janeiro dal 15 luglio al<br />
1° agosto in occasione della Gmg 2013.<br />
Infine, i molti momenti di pausa e svago come<br />
ad esempio la visita della mostra “Spezziamo<br />
le catene”, sono stati importanti occasioni<br />
di scambio di idee e di confronto reciproco.<br />
C’è stata infatti la possibilità di spiegare il<br />
modo di lavorare dei vari centri missionari.<br />
missione non è solo nei Paesi lontani<br />
ma parte proprio da noi, dai nostri vicini<br />
e dal nostro vissuto quotidiano.<br />
L’assemblea di Roma ha permesso di<br />
presentare varie iniziative organizzate<br />
da Missio giovani per la prossima<br />
primavera ed estate: una di queste<br />
è Missio raga, ovvero un campo itinerante<br />
sulle orme di S. Paolo che si<br />
svolgerà dal 2 al 7 Luglio tra Lazio e<br />
Campania, rivolto ai ragazzi dai 15<br />
ai 18 anni.
Un libro di Anselmo Palini<br />
<br />
Anselmo Palini, docente di Materie<br />
letterarie nella Scuola superiore e saggista<br />
ha approfondito soprattutto i temi<br />
della pace, dell’obiezione di coscienza,<br />
dei diritti umani, della nonviolenza.<br />
Più recentemente ha preso in esame le<br />
problematiche connesse con i totalitarismi<br />
e le dittature del XX secolo, ricercando<br />
in particolare le testimonianze di chi si è<br />
opposto a tali sistemi. La sua ultima fatica<br />
letteraria l’ha dedicata alla figura di don<br />
Pierluigi Murgioni, il sacerdote fidei donum<br />
arrestato e sottoposto a inaudite torture,<br />
rinchiuso in carcere per oltre cinque anni<br />
per la sola colpa di avere proposto con<br />
la parola e con l’esempio il messaggio<br />
evangelico di pace e di giustizia. Il tutto<br />
in un Paese, come l’Uruguay, retto da<br />
una dittatura militare, dove predicare il<br />
Vangelo significava essere considerato<br />
un pericoloso sovversivo. Per un certo<br />
periodo nel carcere di Punta Carretas è<br />
stato detenuto nello stesso piano in cui<br />
era rinchiuso anche l’attuale presidente,<br />
José Mujica (che si fece oltre tredici anni<br />
di prigione). Don Pierluigi venne poi<br />
rilasciato ed espulso dal Paese grazie<br />
all’interessamento della Santa Sede e del<br />
Pontefice in persona, Paolo VI (che l’aveva<br />
ordinato sacerdote il 3 luglio 1966 nella<br />
basilica di S. Pietro), del Governo Italiano e<br />
della Chiesa bresciana. Nonostante i terribili<br />
anni trascorsi in prigionia, don Murgioni<br />
La Chiesa bresciana è stata direttamente<br />
coinvolta nella vicenda di don Pierluigi<br />
Murgioni: da mons. Renato Monolo a don<br />
Giambattista Targhetti, da mons. Gianni<br />
Capra al vescovo Luigi Morstabilini, che lo<br />
visitarono in carcere e sempre lo sostennero<br />
e gli furono vicini; dai compagni di<br />
missione di don Murgioni, come don Saverio<br />
Mori, don Renato Soregaroli e don<br />
Claudio Delpero ai suoi compagni di classe<br />
in seminario e ai tanti altri sacerdoti e<br />
laici bresciani che non fecero mancare il<br />
loro sostegno a don Pierluigi durante i terribili<br />
e lunghi anni di prigionia.<br />
tornò in Italia ancora più convinto del fatto<br />
che quella del Vangelo e della nonviolenza<br />
fosse l’unica strada da percorrere.<br />
Rientrato in diocesi di <strong>Brescia</strong>, fu curato a<br />
San Faustino, in città, poi a Ghedi, e infine<br />
parroco di Gaino e Cecina, due piccoli<br />
paesi vicini a Toscolano Maderno. Don<br />
Pierluigi Murgioni morì a soli cinquantun<br />
anni il 2 novembre 1993 a Gaino, dove è<br />
sepolto. Il libro “Pierluigi Murgioni. Dalla<br />
mia cella posso vedere il mare” rende<br />
giustizia a un dono che Dio ha fatto<br />
all’umanità, alla Chiesa, alla sua famiglia,<br />
ai suoi parrocchiani al di qua e al di là<br />
dell’oceano. Gli scritti raccolti da Palini<br />
aiutano anche chi ha avuto modo di<br />
conoscere don Murgioni negli anni della<br />
scuola, del seminario, spettatori impauriti<br />
e sofferti delle sue vicende, compagni<br />
di discussioni e di riflessioni. Il lavoro di<br />
Anselmo Palini porta anche a scoprire<br />
i sinceri e profondi rapporti di amicizia<br />
che sono nati tra don Murgioni e altri<br />
detenuti politici ai tempi della prigionia<br />
in Uruguay, ad esempio con Juan Baladán<br />
Gadea, ora bresciano d’adozione, rinchiuso<br />
nelle carceri uruguayane per oltre tredici<br />
anni per la propria attività di opposizione<br />
al regime. Emerge anche tutta una fitta<br />
rete di rapporti di amicizia e di solidarietà<br />
che si svilupparono attorno al sacerdote<br />
bresciano: protagonisti sono i numerosi<br />
preti e laici bresciani, bergamaschi,<br />
novaresi e veronesi presenti in Uruguay.<br />
19
20 <br />
DON MARCO LANCINI<br />
ZONA XIV<br />
<br />
<br />
MASSIMO VENTURELLI<br />
VENTURELLII@LAVOCEDELPOPOLO.IT<br />
Un po’ come in tutta la diocesi,<br />
anche nella zona XIV della<br />
Bassa orientale del Chiese,<br />
l’azione della commissione<br />
missionaria zonale è pensata a sostegno<br />
dei gruppi e delle realtà missionarie<br />
presenti sul territorio”. Così don<br />
Marco Lancini, parroco di Acquafredda<br />
presenta l’attività della commissione<br />
zonale di cui è coordinatore. Quello<br />
che la commissione mette in atto, però,<br />
è un accompagnamento che punta soprattutto<br />
sulla formazione, su un nuovo<br />
modo di intendere la missionarietà.<br />
Quello realizzato nella zona dedicata<br />
a San Pacrazio è un tipo di accompagnamento<br />
che non punta solo sull’aiuto<br />
materiale o sull’accompagnamento<br />
nella preghiera di chi, sacerdote, religioso,<br />
religiosa o laico, ha scelto l’impegno<br />
in terra di missione.Quello che la<br />
commissione coordinata dal parroco di<br />
Acquafredda cerca, non senza fatica, di<br />
perseguire è un nuovo modo di intendere<br />
l’animazione missionaria, capace<br />
di tenere nella dovuta considerazione<br />
e ragioni della nuova evangelizzazione.<br />
“Una prospettiva - ricoda don Marco<br />
Lancini - che è stata al centro del recente<br />
sinodo dei Vescovi celebrato a<br />
Roma ed è emersa anche più volte nel<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Sinodo diocesano delle scorse settimane,<br />
nei cui lavori è risuonata più volte<br />
la voce dell’impegno missionario e del<br />
nuovo annuncio, e della corresponsabilità<br />
che questo comprota, anche nella<br />
Chiesa bresciana”. Don Marco non<br />
si lascia scoraggiare dalle fatiche che<br />
questa nuova impostaziona comporta.<br />
“Sappiamo - conferma - che si tratta<br />
di una impostazione che si discosta da<br />
un modo tradizionale di intendere un<br />
impegno missionario fondato sull’invio<br />
di aiuti al sacerdote o al religioso<br />
<br />
Per il futuro<br />
<br />
Nel mese di gennaio la commissione<br />
zonale inviterà il direttore dell’Ufficio per<br />
le missioni a un incontro per raccogliere<br />
le indicazioni del Sinodo e aprirsi al<br />
rinnovamento dell’animazione missionaria,<br />
con un occhio di riguardo ad alcune<br />
difficoltà. Prima fra tutte le difficoltà del<br />
coinvolgimento dei più giovani in questo<br />
settore della pastorale. “Dobbiamo<br />
legato alla comunità da vincoli personali”.Una<br />
diversa prospettiva che non<br />
scoraggia. “Non ci perdiamo d’animo –<br />
afferma ancora don Marco Lancini – e<br />
proseguiamo nel lavoro di contatto per<br />
il coinvolgimento in questa prospettiva<br />
di tutte le realtà presenti sul territorio”.<br />
Un aiuto importante in questa prospettiva<br />
è giunto dal cammino di preparazione<br />
al Sinodo diocesano che ha invitato<br />
a una riflessione sul nuovo modo<br />
di intendere, nell’ottica delle future unità<br />
pastorali, l’animaziona missionaria.<br />
lavorare - afferma don Marco Lancini<br />
- per creare compattezza tra le diverse<br />
realtà missionaria proprio in un tempo<br />
in cui l’attenzione all’altro sia nelle terre<br />
di missione, che fuori dalla porta di casa<br />
non trova grandi consensi”. Altro impegno<br />
della commissione zonale sarà quello di<br />
stimolare in tutte le parrocchie della zona<br />
la nascita di gruppi o di realtà missionarie.
Veglia missionaria: chi ha ricevuto il crocifisso<br />
<br />
P. Alessandro Zanta, missionario nella<br />
comunità Missionaria di Villaregia,<br />
p. Raffaele Peroni della Congregazione<br />
dei Pavoniani, suor Maria Giovanna<br />
Bona, comboniana e due missionarie<br />
mariste: suor Gianpaola Fausti e suor<br />
Giordana Feroldi.<br />
Sono questi i missionari che il 20 ottobre<br />
scorso, durante della veglia missionaria<br />
celebrata in Cattedrale, hanno ricevuto<br />
dalle mani del provicario generale,<br />
mons. Cesare Polvara il crocifisso<br />
che ogni anno viene dato a quanti si<br />
apprestano a partire per la missione.<br />
P. Alessandro Zanta, secondo di sette<br />
fratelli, è un missionario della comunità<br />
di Villaregia nativo della provincia di<br />
Venezia. All’età di 20 anni, inquieto e<br />
con una vita senza un senso, accoglie la<br />
sfida che gli viene lanciata: “Hai davanti<br />
50 anni di vita. Fermati e prenditi un<br />
tempo per capire cosa vuoi da te stesso.<br />
Vuoi vivere contento e far felice anche il<br />
Signore?”. Si tratta di una provocazione<br />
che lo spinge a partecipare a un campo<br />
di lavoro missionario per giovani.<br />
Capisce che Dio lo chiama. Inizia così un<br />
cammino che lo conduce al sacerdozio<br />
nella comunità Missionaria di Villaregia.<br />
Nel 1986 parte per il Perù, dove trascorre<br />
8 anni in mezzo ai baraccati della<br />
periferia della capitale Lima. La sua<br />
nuova destinazione è il Brasile, nella<br />
<br />
<br />
Suor Gianpaola Fausti, originaria di Marcheno,<br />
sorella di Suor Maria Ignazia, ben<br />
conosciuta per il tempo trascorso al Centro<br />
Paolo VI, anche lei tutt’ora in Nuova Caledonia,<br />
Oceania. Da 48 anni è missionaria<br />
nell’arcipelago idi Vanuatu formato da<br />
un’ottantina di isole di cui solo alcune abitate.<br />
Grande parte del suo apostolato l’ha<br />
svolto al servizio delle giovani nelle scuole<br />
tecniche, nei convitti per studenti e lavoratrici<br />
venute dalle isole verso il centro. Più<br />
tardi ha dedicato il suo servizio con gruppi<br />
di donne e ragazze per l’educazione di base<br />
come igiene, puericoltura, cucina, cucito e<br />
per tutto quanto poteva essere prezioso per<br />
la donna nell’ambito della famiglia.<br />
periferia sud di San Paolo.<br />
P. Raffaele Peroni fa parte della<br />
Congregazione dei Pavoniani, ha<br />
ricevuto il crocifisso perché il suo<br />
Superiore generale gli ha chiesto la<br />
disponibilità di 3-4 anni per dare una<br />
mano alla comunità di Antipolo, nelle<br />
Filippine. L’8 dicembre ha preso servizio<br />
nella sua nuova parrocchia nei pressi<br />
di Manila, una comunità di 100mila<br />
abitanti, che sarà intitolata al bresciano<br />
‘beato Lodovico Pavoni’.<br />
Dopo un momento di meraviglia e<br />
stupore per la richiesta, dettato anche<br />
dai 65 anni età, ha detto di sì. P. Raffaele<br />
ha già alle spalle una precedente<br />
esperienza missionaria di cinque<br />
anni all’Asmara in Eritrea. “spero che<br />
l’esperienza del passato e una maturata<br />
disponibilità interiore - ha affermato<br />
prima della partenza - mi siano di aiuto,<br />
oltre alla forza che viene dal Signore,<br />
per vivere nella Comunità e tra la gente<br />
del posto”.<br />
P. Raffaele Peroni ha lasciato parrocchia<br />
della Pavoniana in <strong>Brescia</strong> presso la<br />
quale ha prestato servizio negli ultimi<br />
anni, consapevole dell’amicizia e del<br />
bene ricevuto. “Certamente - sono<br />
ancora sue considerazioni -il ricordo sarà<br />
un valido aiuto per me ed uno stimolo a<br />
mettermi a disposizione degli abitanti di<br />
Antipolo per dire il Vangelo e creare una<br />
comunità umana e cristiana”.<br />
Anche quello di suor Gianpaola Fausti<br />
è un ritorno in terra di missione.<br />
Dopo aver ricevuto il crocifisso nella<br />
Veglia missionaria, ha fatto ritorno alla<br />
missione, sull’isola di Vate in Vanuatu,<br />
Oceania.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
21
ALESSANDRO PIERGENTILI<br />
A.PIERGENTILI@LIBERO.IT<br />
Ho letto sul quotidiano “Il Messaggero”<br />
di Roma il resoconto<br />
della guerriglia urbana nel<br />
centro della capitale. A Roma,<br />
dove i disordini sono stati più gravi,<br />
mentre le forze dell’ordine hanno fatto il<br />
loro dovere cercando di impedire ai dimostranti<br />
l’accesso tumultuoso ai luoghi<br />
del potere, una mamma, forte del suo<br />
esserlo, incurante dei pericoli, smarrita<br />
in tanto tremendo caos, ma non arresa,<br />
si è infilata dritta tra i disordini e i contendenti<br />
in “battaglia”, gridando a gran<br />
voce: “Giovanni, dove sei?”, ne ha ripetuto<br />
il nome, tra le lacrime. Sì, oggi, nel<br />
presente, in questo nostro tempo fragile,<br />
Giovanni, dove sei? E con te milioni di<br />
giovani in Italia e nel mondo, nostri figli,<br />
o parenti, o senza nessuno. Dove siete<br />
realmente? È la stessa domanda che risuona<br />
dai tempi della Genesi e che Dio<br />
ha rivolto a Caino. Cosa ne abbiamo<br />
22 <br />
RIFLESSIONI<br />
<br />
<br />
<br />
fatto dei nostri fratelli? Che ne è realmente<br />
di voi? Davanti ai giovani oggi<br />
c’è infatti un deserto senz’anima, in cui<br />
vagare senza meta, frutto di un mondo<br />
falso e vuoto, pieno di idoli griffati e finta<br />
bellezza, senza reale valore e persino internamente<br />
putrida, perché sa di morte.<br />
Giovani vite cui abbiamo negato da subito<br />
la speranza e che, se non abortite al<br />
loro concepimento sull’altare del proprio<br />
egoismo reso padrone, sono comunque<br />
immolate dall’avidità senza scrupoli di<br />
un mondo secolarizzato, arido e senza<br />
Dio, piegati alle leggi di un’economia<br />
consumista e di un mercato senza freni,<br />
macchiati del sangue di troppe ingiustizie<br />
e diffuse sofferenze. Dobbiamo ridare,<br />
qui ed ora, aria e respiro ai giorni,<br />
fiducia ai figli, prospettiva al domani e fiducia<br />
nel futuro, che può essere migliore,<br />
basta volerlo, col concorso onesto e consapevole<br />
di ciascuno di noi. In una parola<br />
dobbiamo avere tutti più fiducia. Ciò<br />
significa avere necessariamente anche<br />
più “fede” e ciò oggi è non solo possibile,<br />
<br />
Roma<br />
<br />
<br />
Roma è stata teatro, nelle scorse<br />
settimane, di diverse manifestazioni<br />
entrate nel mirino della contestazione.<br />
Cortei di protesta contro le misure<br />
di rigore imposte dal governo Monti<br />
per consentire al Paese di rimanere<br />
nei parametri di Maastricht si sono<br />
snodati per le vie dalla capitale quasi in<br />
concomitanza con la riunione annuale<br />
del club Bilderberg, potente loggia di<br />
governo mondiale, che molti autorevoli<br />
osservatori giudicano almeno con<br />
sospetto: per chi ne fa parte, per ciò di<br />
cui si occupa, per la coltre di nebbia che<br />
la circonda ed in cui opera, alla quale<br />
partecipano personalità influenti in<br />
campo bancario, economico e politico.<br />
Davanti a scenari e fatti inquietanti<br />
assumono forza domande alle quali<br />
oggi è urgente dare risposta.
ma, di più, è realmente necessario.E ciò<br />
nonostante i “falsi profeti” o gli scienziati<br />
del nulla, come Margherita Hack, nota<br />
astrofisica, che è stata ospitata in passato<br />
anche in alcune scuole bresciane e che<br />
si accredita come atea, facendosi forte<br />
di certezze assolutizzate della scienza,<br />
i cui modelli sono invece provvisori, appartenendo<br />
alle finitezze umane, oltre<br />
che costitutivamente fragili e strutturalmente<br />
deboli, perché in costante divenire<br />
per approssimazioni successive<br />
e mai quindi definitivi né tantomeno<br />
risolutivi. Di altro spessore, anche intellettuale,<br />
il pensiero di uno scienziato<br />
e di una mente del calibro di Albert<br />
Einstein, il quale esprimendo in molti<br />
modi e contesti la propria fede in Dio,<br />
ha detto tra l’altro: “chiunque sia veramente<br />
impegnato nel lavoro scientifico<br />
si convince che le leggi della natura<br />
manifestano l’esistenza di uno Spirito<br />
immensamente superiore a quello<br />
dell’uomo, e di fronte al quale noi, con<br />
le nostre modeste facoltà, dobbiamo<br />
essere umili”. Anche nel tempo del<br />
pensiero debole quale è quello attuale<br />
e dell’epicureismo reso moda e modello,<br />
non si può pertanto liquidare superficialmente<br />
la questione di Dio, che è<br />
ineludibile e ci tocca tutti nell’intimo.<br />
Noi cristiani, inoltre, crediamo nel Dio<br />
di Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio,<br />
Luce del mondo, Via, Verità e Vita,<br />
presenza storica reale, vissuto tra noi<br />
e, per la nostra Salvezza, morto e poi<br />
risorto. E se crediamo in ciò la nostra<br />
vita ne è trasfigurata e nulla più ci preoccupa<br />
o spaventa, ma affrontiamo il<br />
cammino di ogni giorno pronti a dare<br />
ragione della speranza che abita in noi<br />
e che guida i nostri passi, testimoniando<br />
coerentemente la nostra fede, senza<br />
infingimenti o doppiezze. Soprattutto<br />
senza paura, come la preghiera trovata<br />
tra gli scritti di Santa Teresa d’Avila<br />
ed a lei attribuita, che forma il testo<br />
dell’inno di Taizé, ci insegna a fare:<br />
Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto<br />
passa, Dio non cambia.<br />
23
24 <br />
<br />
Benedetto XVI<br />
<br />
Vieni, Spirito creatore,<br />
rinnova la faccia della terra;<br />
fa’ nuovi il cielo<br />
e la terra che aspettiamo e di cui<br />
abbiamo bisogno.<br />
Vieni, Spirito rinnovatore, e instaura la<br />
giustizia su questo mondo.<br />
Vieni, Spirito di speranza, facci credere<br />
che il bene supererà il male e che<br />
semineremo il seme della bontà.<br />
FORMAZIONE<br />
<br />
<br />
<br />
A CURA DI SR JEANE P. DA SILVA<br />
PAULINAJEANE@YAHOO.IT<br />
Nella prima scheda abbiamo<br />
sottolineato la missione<br />
come parte della nostra<br />
identità cristiana che ha<br />
le sue origine nel battesimo.<br />
Parola della Chiesa<br />
Ora, non è questo il Regno di Dio,<br />
quale conosciamo dalla rivelazione;<br />
esso non può essere disgiunto né da<br />
Cristo né dalla chiesa. Come si è detto,<br />
Cristo non soltanto ha annunziato<br />
il Regno, ma in lui il Regno stesso<br />
si è fatto presente e si è compiuto. E<br />
non solo mediante le sue parole e le<br />
sue opere: «Innanzi tutto, il Regno<br />
si manifesta nella stessa persona di<br />
Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo,<br />
il quale è venuto “a servire e a<br />
dare la sua vita in riscatto per molti”<br />
(Mc 10,45);» Il Regno di Dio non è un<br />
concetto, una dottrina, un programma<br />
soggetto a libera elaborazione,<br />
ma è innanzi tutto una persona che<br />
ha il volto e il nome di Gesù di Nazareth,<br />
immagine del Dio invisibile.<br />
Se si distacca il Regno da Gesù, non<br />
si ha più il Regno di Dio da lui rive-<br />
Vieni, Forza di Dio,<br />
affinché possiamo testimoniare che<br />
è possibile vivere il Vangelo nelle<br />
strutture economiche, politiche e<br />
sociali. Vieni, Spirito che soffi come<br />
vuoi, e dacci l’ immaginazione per<br />
fondare la civiltà dell’ amore e creare<br />
giuste strutture che siano segno<br />
del Regno definitivo<br />
che aspettiamo.<br />
lato e si finisce per distorcere sia il<br />
senso del Regno, che rischia di trasformarsi<br />
in un obiettivo puramente<br />
umano o ideologico, sia l’identità di<br />
Cristo, che non appare più il Signore,<br />
a cui tutto deve esser sottomesso.<br />
(1Cor 15,27) Parimenti, non si può<br />
disgiungere il Regno dalla chiesa.<br />
Certo, questa non è fine a se stessa,<br />
essendo ordinata al Regno di Dio, di<br />
cui è germe, segno e strumento. Ma,<br />
mentre si distingue dal Cristo e dal<br />
Regno, la chiesa è indissolubilmente<br />
unita a entrambi. Cristo ha dotato la<br />
chiesa, suo corpo, della pienezza dei<br />
beni e dei mezzi di salvezza; lo Spirito<br />
santo dimora in essa, la vivifica
con i suoi doni e carismi, la santifica<br />
guida e rinnova continuamente. Ne<br />
deriva una relazione singolare e unica,<br />
ché pur non escludendo l’opera di<br />
Cristo e dello Spirito fuori dei confini<br />
visibili della chiesa, conferisce a<br />
essa un ruolo specifico e necessario.<br />
Di qui anche lo speciale legame della<br />
chiesa col Regno di Dio e di Cristo,<br />
che essa ha «la missione di annunziare<br />
e di instaurare in tutte le genti».<br />
(Redemptoris missio, 18)<br />
Parola di Dio<br />
Pietro allora prese la parola e disse:<br />
“In verità sto rendendomi conto che<br />
Dio non fa preferenza di persone, ma<br />
accoglie chi lo teme e pratica la giustizia,<br />
a qualunque nazione appartenga.<br />
Questa è la Parola che egli ha<br />
inviato ai figli d’Israele, annunciando<br />
la pace per mezzo di Gesù Cristo:<br />
questi è il Signore di tutti. Voi sapete<br />
ciò che è accaduto in tutta la Giudea,<br />
cominciando dalla Galilea, dopo<br />
il battesimo predicato da Giovanni;<br />
cioè come Dio consacrò in Spirito<br />
Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il<br />
quale passò beneficando e risanando<br />
tutti coloro che stavano sotto il potere<br />
del diavolo, perché Dio era con<br />
lui. E noi siamo testimoni di tutte le<br />
cose da lui compiute nella regione<br />
dei Giudei e in Gerusalemme. Essi<br />
lo uccisero appendendolo a una croce,<br />
ma Dio lo ha risuscitato al terzo<br />
giorno e volle che si manifestasse,<br />
non a tutto il popolo, ma a testimoni<br />
prescelti da Dio, a noi che abbia-<br />
mo mangiato e bevuto con lui dopo<br />
la sua risurrezione dai morti. E ci ha<br />
ordinato di annunciare al popolo e di<br />
testimoniare che egli è il giudice dei<br />
vivi e dei morti, costituito da Dio. A<br />
lui tutti i profeti danno questa testimonianza:<br />
chiunque crede in lui riceve<br />
il perdono dei peccati per mezzo<br />
del suo nome”. (At 10, 34-43)<br />
Per riflettere<br />
Pietro è alla casa di Cornelio. Un<br />
ebreo che ha varcato la soglia della<br />
casa di un pagano. Anche se per il<br />
periodo storico sembra una cosa impossibile,<br />
nelle parole di Pietro, poche,<br />
ma scelte, scopriamo subito il<br />
perché questo avviene: “Gesù Cristo:<br />
egli è il Signore di tutti gli uomini”.<br />
Con questo riusciamo a capire quello<br />
che ci porta la parola della chiesa<br />
(Redemptoris missio, 18) “Il Regno<br />
di Dio non è un concetto, una dottrina,<br />
un programma soggetto a libera<br />
elaborazione, ma è innanzi tutto<br />
una persona che ha il volto e il nome<br />
di Gesù di Nazareth, immagine del<br />
Dio invisibile.”<br />
Per noi cristiani è bene, anzi, è imprescindibile<br />
tenere in mente e al cuore<br />
questa realtà, soprattutto quando la<br />
nostra giornata (lavoro, scuola, etc.)<br />
è vissuta accanto a persone di diverse<br />
culture e nazione. Partendo dalla<br />
testimonianza di Pietro, possiamo<br />
accogliere queste occasioni come<br />
buone per annunciare Gesù, una volta<br />
che gli elementi della nostra fede<br />
non possono ferire la sensibilità di<br />
<br />
Tutto il mondo è un’immensa messe.<br />
Tutta l’umanità soffre e geme o per mancanza di Dio<br />
o per smarrimento e scontento che toccano gli individui,<br />
famiglie e popoli nei bisogni più essenziali.<br />
Che ognuno si faccia operaio dove è.<br />
Che ognuno si chini sul cuore e sul corpo<br />
del proprio fratello di quanti Dio gli affida.<br />
Che ognuno sia pronto a correre dove Dio lo manda.<br />
(Don Andrea Santoro)<br />
nessun popolo, anzi, nella persona<br />
di Gesù, nel suo Regno, non c’è posto<br />
per gli esclusi.<br />
Chiediamo al Signore la grazia di ricordare<br />
che per annunciarlo sarebbe<br />
bene mantenersi uniti a Lui attraverso<br />
la preghiera.<br />
Per condividere<br />
1) Forse non è così scontato riconoscere,<br />
nelle persone che ci vivono accanto,<br />
questa immagine del “Dio invisibile”,<br />
soprattutto quando appartengono<br />
a culture e nazioni diverse<br />
della nostra. Quali sforzi ancora ci<br />
attendono per riconoscere il volto<br />
di Dio in ogni persona che incontriamo<br />
partendo dal povero ma anche<br />
nel ricco, nell’ammalato e nel sano,<br />
nell’oppresso e nell’oppressore …?<br />
2) Per arrivare alla casa di Cornelio,<br />
Pietro ha percorso una lunga strada,<br />
ma per accoglierlo ha avuto bisogno<br />
di lasciare fuori alcuni pregiudizi.<br />
Quali pregiudizi mi impediscono di<br />
vedere nell’altro un fratello/sorella?<br />
3) La chiesa ha senso di esistere perché<br />
è a servizio e in funzione del Regno<br />
di Dio. La medesima relazione<br />
la vediamo tra il gruppo missionario<br />
che è a servizio e in funzione della<br />
comunità cristiana. Il nostro impegno,<br />
come gruppo missionario, rispecchia<br />
questa profonda identità?<br />
Invia le risposte del tuo gruppo a:<br />
info@cmdbrescia.it oppure spediscile<br />
al Centro Missionario Via Tosio 1/e<br />
25121 <strong>Brescia</strong><br />
25
26 <br />
<br />
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<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
A volte alcuni chiedono che senso ha pregare per gli altri. Forse perché ci si sente così<br />
deboli e bisognosi? Forse perché si ha paura si tratti di una preghiera “interessata”?<br />
Forse perché non si ha fede? O sufficiente amore? O speranza?<br />
La Parola di Dio è invece alquanto incoraggiante in questo senso: Abramo, Mosè,<br />
Davide pregano per altri; soprattutto Gesù prega e intercede. Maria, i Santi, i Defunti<br />
sulla via della purificazione pregano...<br />
Perché non anche noi?<br />
Notava il card. Martini: «So bene che la mia preghiera è molto povera, pigra, spesso<br />
piena di distrazioni. Ma non di meno la considero come un piccolo rigagnolo, che<br />
fluisce dentro il grande fiume che è l’intercessione della Chiesa e delle persone buone<br />
di tutta l’umanità. Questo grande fiume di intercessione fluisce e si immerge nel<br />
grande oceano dell’intercessione di Cristo. Così la mia piccola intercessione è parte<br />
di un grande oceano di preghiera in cui il mondo viene immerso e purificato».<br />
Nel “grande fiume” dell’intercessione della Chiesa, nel “grande oceano” dell’intercessione<br />
di Cristo possiamo collocare le intenzioni missionarie che il Papa affida all’Apostolato<br />
della Preghiera.<br />
In gennaio l’invito è a pregare Perché le comunità cristiane del Medio Oriente, spesso<br />
discriminate, ricevano dallo Spirito Santo la forza della fedeltà e della perseveranza.<br />
Il Medio Oriente è stata la culla del Vangelo. Ancor oggi diverse comunità cristiane<br />
- seppur divise spesso tra loro e in continua diminuzione - lo abitano. La loro non è<br />
una vita facile, a confronto frequente con nazionalismi, intolleranza, fanatismo... Per<br />
molti cristiani l’unica scelta pare quella di emigrare... Vogliamo sostenere i cristiani<br />
con la nostra intercessione e - se possibile - aumentando la nostra conoscenza verso<br />
di loro e il nostro aiuto concreto. Il pellegrinaggio di giugno dell’AdP - se avverrà,<br />
al Cielo piacendo - potrà costituire una buona occasione per muovere qualche<br />
passo in questa direzione.<br />
Per il mese di febbraio il Papa suggerisce di pregare Perché le popolazioni che sperimentano<br />
guerre e conflitti possano essere protagoniste della costruzione di un<br />
avvenire di pace.<br />
Notava già il Concilio Vaticano II che “la guerra non è purtroppo estirpata dalla umana<br />
condizione”: si richiede perciò una costante opera perché la pace si realizzi per<br />
ogni popolo e nazione. Sempre il Concilio ricordava come “la pace terrena, che nasce<br />
dall’amore del prossimo, è immagine ed effetto della pace di Cristo che promana dal<br />
Padre”. Ben venga la preghiera e l’impegno perché si superi la logica della violenza e<br />
tutti - persone e popoli, anche e soprattutto coloro che sono ancora vittime di guerre<br />
e conflitti - possano godere di quella “tranquillità dell’ordine” (secondo le parole<br />
di sant’Agostino) per una vita dignitosa e serena.<br />
Per approfondire:<br />
http:// www.diocesi.brescia.it/diocesi/uffici_servizi_di_curia/u_vocazioni/apostolato_della_preghiera/apostolato_della_preghiera.php
Giovedì 13 dicembre 2012 ore 20,30<br />
“Per ridare dignità a chi si trova al di la delle<br />
sbarre” con Luciano Eusebi<br />
Giovedì 10 gennaio 2013 ore 20,30<br />
“Impegnandoci per una cultura di pace e<br />
disarmo” con Giorgio Beretta<br />
<br />
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Mercoledì 12 dicembre 2012 ore 20,30<br />
Testimonianza di Giovan in missione<br />
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Come tradizione ormai decennale, i ragazzi<br />
dell’Operazione Mato Grosso e l’associazione<br />
“Don Bosco 3A”, con il patrocinio del<br />
Comune di Fero, organizzano “Arte e carità”,<br />
un’esposizione di mobili e arredi andini<br />
costruiti dagli studenti che si sono diplomato<br />
nelle scuola di intaglio e falegnameria create<br />
dall’Operazione Mato Grosso in America<br />
Latina. Queste opere rappresentano il lavoro<br />
svolto dal 1979 da padre UGO DE CENSI e<br />
dai giovani dell’Operazione Mato Grosso in<br />
Perù, dove per dare una risposta concreta ai<br />
bisogni della povera gente nasce la scuola<br />
d’arte “Taller Don Bosco”. Alcuni giovani hanno<br />
deciso di condividere l’insegnamento di padre<br />
Ugo di non pensare solo a se stessi, ma di aiutare<br />
la gente più povera, sostenendo i bisogni<br />
dei loro “caserios” (villaggi).
Domenica 6 gennaio