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CARLEVARO, OHANA: ESTELAS UNA STORIA CHE SI CONOSCE ...

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<strong>CARLEVARO</strong>, <strong>OHANA</strong>: <strong>ESTELAS</strong><br />

<strong>UNA</strong> <strong>STORIA</strong> <strong>CHE</strong> <strong>SI</strong> <strong>CONOSCE</strong> APPENA<br />

Abel Carlevaro e Maurice Ohana si conobbero<br />

a Parigi nella seconda metà del 1948,<br />

in occasione della prima visita del chitarrista uruguaiano<br />

in Europa. Attraverso la sua personale<br />

testimonianza, la corrispondenza trentennale tra<br />

i due e le notizie pubblicate e documentate sulla<br />

stampa specializzata sappiamo che avevano<br />

coltivato una intensa amicizia e una proficua collaborazione<br />

artistica.<br />

Non bisogna dimenticare che Ohana, in quel<br />

periodo iniziale della sua carriera, frequentava i<br />

musicisti e gli altri artisti rioplatensi che abitavano<br />

a Parigi o che erano di passaggio da quella<br />

città. Oltre a Carlevaro, chitarrista nel pieno<br />

di una carriera crescente e che pochi anni prima<br />

era stato pubblicamente presentato da Segovia,<br />

ebbero contatti con Ohana, ricevendo il suo appoggio,<br />

almeno due compositori uruguaiani: Héctor<br />

Tosar1 e, soprattutto, alcuni anni più tardi, Luis<br />

Campodónico. 2 Però la personalità artistica più<br />

legata a Ohana tra coloro che arrivarono a Parigi<br />

dalle terre del Plata crediamo sia stato il pittore<br />

e musicista argentino Sergio de Castro, 3 che<br />

fu suo buon amico per tutta la vita. Un fatto di<br />

grande importanza in questo rapporto con Castro<br />

1. Héctor Tosar, compositore, pianista, direttore d’orchestra<br />

e didatta, nacque a Montevideo nel 1923 e morì<br />

nella stessa città nel 2002. È riconosciuto come personalità<br />

preminente della musica uruguaya della seconda<br />

metà del ventesimo secolo.<br />

2. Luis Campodónico, compositore, pianista e scrittore,<br />

nacque a Montevideo nel 1931 e morì a Parigi nel<br />

1973.<br />

3. Sergio de Castro, artista plastico e musicista, nacque<br />

a Buenos Aires nel 1922. È vissuto a Montevideo<br />

di Ruben Seroussi e Alfredo Escande<br />

22<br />

(che era stato allievo di Manuel de Falla e che<br />

aveva accompagnato il maestro spagnolo nei<br />

suoi ultimi anni a Córdoba in Argentina) è che<br />

egli aveva fatto parte dell’Atelier (Taller), del pittore<br />

uruguaiano Joaquín Torres García. 4 Per la<br />

precisione, de Castro arrivò a Parigi nel 1949 dopo<br />

aver vissuto per lunghi periodi a Montevideo<br />

studiando architettura, lavorando nell’Atelier e facendo<br />

parte della corrente che in seguito si sarebbe<br />

chiamata Scuola del Sud.<br />

Abel Carlevaro arrivò a Parigi nel ’48 i m b e v uto<br />

delle concezioni artistiche di To r res Garc í a :<br />

molto amico di alcuni degli artisti che facevano<br />

parte integrante dell’Atelier (Augusto To r res, figlio<br />

del maestro, e i fratelli Alceu ed Edgardo<br />

R i b e i ro, tutti pittori) e già nutrito dell’idea<br />

dell”universalità costruttiva” propria di questa scuola,<br />

che avrebbe col tempo influenzato l’elaborazione<br />

della sua teoria strumentale e che sicuramente<br />

era già determinante per la sua concezione<br />

come artista-interprete. Non sorprende il fatto<br />

che Ohana fosse attratto da queste idee artistiche<br />

ed estetiche, visto che coincidevano con il<br />

suo spirito e con la ricerca che ha caratterizzato<br />

la sua opera: andare incontro alle grandi tradi-<br />

dal 1933 al 1942 dove studiò architettura e musica. Tra<br />

il 1942 e il 1946 collaborò con Manuel de Falla in<br />

Argentina. Fu allievo di Torres García dal 1941 al 1949,<br />

anno in cui si stabilì a Parigi.<br />

4. Joaquín Torres García (Montevideo, 1874-1949) artista<br />

plastico, teorico dell’arte, docente, è il pittore urugayo<br />

più importante del secolo XX. Ideatore della corrente<br />

chiamata “Universalismo costruttivo”, visse in Spagna<br />

tra il 1891 e il 1934. Al suo ritorno in patria fondò a<br />

Montevideo il Taller che porta il suo nome.


zioni universali dell’uomo, libero dalla dipendenza<br />

da una cultura europea decadente che per<br />

lui era simbolizzata, allora più che mai, dalla cruciale<br />

influenza che esercitò l’espressionismo tedesco<br />

tramite la scuola postweberniana e il suo<br />

seguito, ossia il serialismo totale. La ricerca di regole<br />

universali e dell’essenza archetipica degli oggetti<br />

(anche quando essi sono musicali), la tendenza<br />

all’anonimato (non dimentichiamo la sua ultima<br />

opera per il nostro strumento che esprime la<br />

f o rma nella quale, secondo le sue parole, ha voluto<br />

rimanere nella storia: “Anonime du vingtième<br />

s i è c l e ” per due chitarre) e molte altre idee che conosciamo<br />

tramite le sue opere e le sue paro l e ,<br />

t rovano eco e una risonanza molto marcata nelle<br />

idee di To r res García tanto apprezzate da Carlev<br />

a ro. Non deve dunque sorpre n d e rci l’amicizia nata<br />

fra i due, né il fatto che nel 1950 Ohana abbia<br />

composto un concerto per chitarra e orc h estra,<br />

commissionato da Carlevaro e scritto in stre tta<br />

collaborazione con lui. Il concerto recava una<br />

p a r t i c o l a re dedica al chitarrista uruguaiano ( “ q u e<br />

tié manos de faraón”) e il suo secondo movimento<br />

fu presentato in un concerto pubblico a Parigi dallo<br />

stesso compositore e dal chitarrista nella versione<br />

per chitarra e pianoforte. L’opera fu term inata<br />

alla fine del 1950, con cadenze scritte da<br />

C a r l e v a ro che però si vide obbligato a far ritorn o<br />

a Montevideo lasciando il concerto ineseguito. Più<br />

tardi, Ohana prese il primo e il terzo movimento<br />

e ne fece la base del suo concerto Tres Gráficos,<br />

m e n t re il secondo movimento, opportunamente trascritto,<br />

divenne la sua S a r a b a n d a per pianoforte<br />

e orc h e s t r a . 5<br />

Più di vent’anni dopo questi fatti, nel 1974,<br />

Carlevaro, ormai famoso come chitarrista e co-<br />

5. Tutti i dettagli di questa storia si trovano documentati<br />

nel libro (in preparazione) di Alfredo Escande<br />

Abel Carlevaro e la chitarra del secolo XX.<br />

6. L’originale in spagnolo di questa intervista si trova<br />

nell’archivio di Carlevaro e lo trascriviamo qui di seguito:<br />

»Cuando volví a Paris en 1974, me encontré nueva -<br />

mente con Mauricio Ohana. Llevé mi guitarra, ya que<br />

él manifestaba estar muy desilusionado con las posi -<br />

bilidades del instrumento porque – según me decía –<br />

no podía competir con el piano en la producción de<br />

sonido. Para demostrarlo, colocó en línea recta ambos<br />

antebrazos, unidos por las manos, y presionó con ellos<br />

todas las teclas así abarcadas (de codo a codo) pro -<br />

duciendo una sonoridad muy hermosa. Yo le dije:<br />

23<br />

me innovatore della tecnica strumentale fece ritorno<br />

a Parigi e cercò di riprendere i contatti<br />

con il suo vecchio amico. Andò infatti a fargli<br />

visita nel suo appartamento parigino ed ecco come<br />

racconta questo episodio nell’intervista data<br />

a Gonzalo Solari per “Guitart” (aprile 1999): 6<br />

Quando ritornai a Parigi nel 1974 mi incontrai<br />

di nuovo con Mauricio Ohana. Portai con<br />

me la mia chitarra dato che egli diceva di essere<br />

molto deluso dalle possibilità dello strumento<br />

che – secondo lui – non poteva competere<br />

con il pianoforte in quanto a produzione<br />

del suono. Per dimostrarlo, formò una linea retta<br />

con i due avambracci tenendo le mani unite<br />

e così potè premere tutti i tasti compresi tra un<br />

gomito e l’altro producendo una sonorità molto<br />

bella. Gli dissi: “Mauricio, questo è il pianoforte.<br />

Ascolta adesso quello che ti può offrire<br />

la chitarra: non sono solo le sue sei corde a<br />

vuoto” […] Dopo aver ascoltato alcune delle mie<br />

improvvisazioni Ohana mi disse: “Abel, questo<br />

mi piace molto. Aspetta che porto un po’ di carta<br />

e componiamo qualcosa.” E così, frugando<br />

tra i suoni che avevo prodotto, iniziammo a lavorare<br />

con un entusiasmo tale che passamo così<br />

l’intera notte. L’indomani io dovevo viaggiare<br />

e così egli mi lasciò il foglio incaricandomi di<br />

riempire la parti per completare l’opera. Io promisi<br />

di farlo. Dopo un anno e passa finii il lavoro<br />

e presentai Estelas [questo era il titolo datto<br />

al pezzo, n.d. R.] nei concerti che tenevo in<br />

quell’epoca in cui facevo dei corsi organizzati<br />

da Radio France e Robert Vidal a Parigi.<br />

Dieci anni prima, nel novembre del 1989,<br />

“Mauricio, eso es el piano. Ahora escucha lo que la gui -<br />

tarra puede ofrecerte: no son sólo sus seis cuerdas al<br />

aire”. [...] Ohana me respondió, después de escuchar al -<br />

gunas de mis improvisaciones: “Abel, eso me gusta mu -<br />

cho. Espera que traigo un papel y vamos a componer<br />

algo”. Y así, hurgando en los sonidos que yo había pro -<br />

ducido, empezamos a trabajar con tanto entusiasmo,<br />

que cuando quisimos acordar, había pasado toda la<br />

noche. Yo debía viajar al día siguiente, así que él me<br />

dio el papel, encargándome que rellenara las partes pa -<br />

ra completar la obra. Yo le prometí que así lo haría.<br />

Después de un año largo terminé el trabajo y estrené<br />

E s t e l a s en los conciertos que di en la época en que da -<br />

ba cursos organizados por Radio France y Robert Vidal<br />

en Paris.«


quando Ohana era ancora in vita, Carlevaro, prima<br />

di suonare Estelas, si era così espresso nel<br />

corso di un’intervista alla televisione spagnola<br />

(TVE2): 7<br />

Suonerò un’opera moderna di un grande<br />

compositore spagnolo che vive a Parigi: si chiama<br />

Mauricio Ohana, da lungo tempo mio caro<br />

amico. Lo conobbi la prima volta che andai a<br />

Parigi. Un pomeriggio nel suo appartamento parigino<br />

lavorammo insieme: io dandogli le idee<br />

da dentro lo strumento e lui completando tutto<br />

il lavoro musicale. In questa maniera creammo<br />

un’opera che ho già presentato in varie occasioni<br />

e che si chiama Estelas.<br />

Dobbiamo dire che Carlevaro eseguì in prima<br />

Estelas a New York, il 16 marzo 1977. Quello<br />

stesso anno eseguì il brano in Francia, durante<br />

i R e n c o n t re s o rganizzati a Castres da Robert<br />

Vidal così come in altre città degli Stati Uniti, in<br />

Colombia e a Montevideo. A quel punto scrisse<br />

a Ohana informandolo della prima esecuzione e<br />

del successo dell’opera. Il 10 ottobre 1977 Ohana<br />

risponde:<br />

Caro amico Abel,<br />

Sono molto contento di ricevere tue notizie!<br />

Proprio in questi giorni mi domandavo che fine<br />

avessero fatto Estelas. Vedo che le hai portate<br />

al trionfo e così continueranno nelle tue<br />

mani.<br />

Ti sarò molto grato se me ne mandi una copia<br />

perché neppure mi ricordo com’erano.<br />

Per quanto riguarda quello che mi chiedi per<br />

l’editore Barry, non potrò dare alcuna autorizzazione<br />

prima di essermi consultato con il mio<br />

editore Jobert, al quale sono legato da un contratto<br />

di esclusiva. Però una qualche soluzione<br />

si potrà prendere in considerazione: sia dividendo<br />

i diritti con Barry oppure, per una condizione,<br />

7. Nell’archivio di Carlevaro esiste la registrazione video<br />

di quest’intervista e gli autori di quest’articolo ne<br />

possiedono copia.<br />

8. L’intervista fu concessa a Spencer Burleson il 28<br />

marzo 1977 e pubblicata sulla rivista giapponese<br />

Gendai Guitar.<br />

9. Carlevaro eseguì quest’opera, almeno sotto questo<br />

titolo, una sola volta: il 22 luglio di quello stesso anno<br />

(1977) a Castres. Era dedicata a Miguel Angel Girollet.<br />

24<br />

delimitando i territori. Mi consulterò con la<br />

Direttrice e ti saprò dire qualcosa.<br />

Spero di vederti da queste parti. Quest’estate<br />

è avvenuta la prima esecuzione di una mia<br />

Messa ed è stato un grande momento per me.<br />

Un cordiale e affettuoso abbraccio,<br />

M. Ohana<br />

10 X 77<br />

Tenendo in conto che E s t e l a s sembrava cont<br />

r a s s e g n a re il ritorno di Ohana alla composizione<br />

per la chitarra a sei corde, risulta interessante che<br />

durante la tournée negli Stati Uniti nel corso della<br />

quale presentò il lavoro per la prima volta,<br />

C a r l e v a ro dichiarasse in un’intervista a San Francisco: 8<br />

Ora sto lavorando a un’opera intitolata F a n t a s í a<br />

para la seis cuerdas 9 per continuare con le sei<br />

corde e non con le dieci.<br />

Le esecuzioni pubbliche di E s t e l a s c o n t i n u a n o<br />

e Ohana insiste in varie lettere a chiedere una copia<br />

del pezzo. Così scrive il 21 novembre del 1978:<br />

Amico Carlevaro,<br />

A suo tempo ricevetti i tuoi programmi degli<br />

Stati Uniti e ti ringrazio per la premura. Mi fa<br />

piacere sapere che il pezzo è di tuo gradimento.<br />

D’accordo con l’editore Jobert, non ho potuto<br />

concedere a Barry i diritti che chiedevano.<br />

Con Jobert ho un contratto di esclusiva e non<br />

desiderano fare eccezioni.<br />

Ti sarei molto grato se tu mi inviassi al più<br />

presto una fotocopia del pezzo per pubblicarlo<br />

qui e poi mettere a disposizione dell’’editore<br />

Barry una certa quantità di copie.<br />

Spero che i tuoi successi continuino e nel<br />

frattempo di invio un saluto amichevole,<br />

Maurice Ohana<br />

E il 20marzo del 1980:<br />

Amico Carlevaro,<br />

continuo a non avere notizie di Estelas per<br />

chitarra il cui invio mi avevi preannunciato un<br />

anno e mezzo fa.<br />

Visto che non ricevo niente, vorrei che tu ne<br />

facessi una fotocopia e che me la inviassi il più<br />

presto possibile poiché sta per essere pubblicato<br />

il catalogo delle mie opere e a questo titolo<br />

non corrisponde alcuna musica.


Finalmente il 30 giugno di quell’anno Carlevaro<br />

risponde:<br />

Stimato amico Mauricio,<br />

sono contento di aver ricevuto tue notizie –<br />

la tua lettera datata 20 marzo l’ho ricevuta solo<br />

in giugno! Per questa ragione e per quanto<br />

mi racconti penso che la posta si stia comportando<br />

proprio male.<br />

Ho suonato la tua opera Estelas in giro per<br />

gli Stati Uniti e in Canada ed è piaciuta moltissimo<br />

arrivando a concentrare su di sé l’attenzione<br />

del pubblico.<br />

Il 4 luglio viaggerò in Francia ed eseguirò la<br />

tua opera a Castres. Il 21 luglio sarò a Parigi e<br />

mi piacerebbe poterti vedere là. Porterò la tua<br />

partitura e te la consegnerò personalmente (se<br />

non sarai via per le vacanze).<br />

Comunque sia quando arriverò a Parigi cercherò<br />

di parlarti per telefono. Non ti preoccupare<br />

che in una maniera o l’altra avrai Estelas.<br />

Mi congratulo con te. Ti invio un cordiale e affettuoso<br />

saluto.<br />

Il tuo amico,<br />

Abel.<br />

Sappiamo dalla testimonianza diretta di Carlevaro<br />

(ed è facile averne conferma osservando la documentazione<br />

che riproduciamo qui di seguito)<br />

che egli fece un dettagliato lavoro di elaborazione<br />

delle idee che Ohana aveva abbozzato su<br />

un foglio prendendo spunto dagli esempi che il<br />

chitarrista proponeva col suo strumento. Malgrado<br />

ciò, ha sempre dichiarato pubblicamente che la<br />

paternità dell’opera apparteneva esclusivamente<br />

a Mauricio Ohana (che ha sempre chiamato con<br />

il nome in spagnolo) e così lo indicò – come<br />

vedremo – nel manoscritto che consegnò al compositore<br />

nel mese di luglio 1980.<br />

Che fine ha fatto Estelas, visto che non è mai<br />

stata pubblicata da Ohana né si trova nel catalogo<br />

delle sue opere? Se ci atteniamo ai programmi<br />

conservati nell’archivio personale di<br />

Carlevaro, egli ha eseguito questa composizione<br />

in quarantatré concerti pubblici tra il mese di<br />

marzo 1977 e il settembre del 2000. Venti di questi<br />

concerti ebbero luogo prima della consegna<br />

del manoscritto definitivo a Ohana, altri venti tra<br />

quel momento e il decesso del compositore avvenuto<br />

nel 1992. Infine tre esecuzioni sono posteriori<br />

a quest’ultima data. Estelas è stata ese-<br />

25<br />

guita in tredici Paesi diversi e ne esistono almeno<br />

due registrazioni: una realizzata in occasione<br />

di un concerto a Porto Alegre il 7 luglio<br />

1979 e l’altra durante la già citata apparizione<br />

alla televisione spagnola nel novembre 1989.<br />

L’ultimo giorno del 1980 Ohana invia a Carlevaro<br />

una cartolina dalla Svizzera:<br />

Felice anno Nuovo<br />

Con molti successi.<br />

Estelas stanno nel “maturatoio” aspettando qualche<br />

piccola modifica prima della pubblicazione.<br />

Un abbraccio affettuoso.<br />

M. Ohana.<br />

Nell’archivio di Carlevaro non esiste altra lettera<br />

di Ohana. Questa è l’ultima. Non sappiamo<br />

n e p p u re se si siano incontrati nuovamente.<br />

Sappiamo invece (perché ce lo ha raccontato<br />

Vani de Carlevaro) che egli si chiedeva spesso<br />

che avesse mai fatto Ohana di quel manoscritto,<br />

visto che non aveva mai ricevuto notizie della<br />

sua pubblicazione. Vediamo cosa diceva nel<br />

frattempo pubblicamente Ohana. Nel 1982, alla<br />

domanda perché non scrivesse più per chitarra<br />

a dieci corde, dichiarava a Pascal Bolbach su<br />

“Cahiers de la Guitare”: 10<br />

Molto presto mi sono sentito a disagio dentro<br />

la gabbia limitata dalle sei corde della chitarra<br />

tradizionale.<br />

E dopo aver raccontato l’esperienza di aver<br />

ideato insieme a Narciso Yepes una chitarra a<br />

dieci corde dice:<br />

Certamente la vecchia guardia copre di sdegno<br />

questo tentativo di sconvolgere le sue abitudini<br />

e la sua pigrizia. Lasciamola fare.<br />

Il repertorio è ancora limitato […] Ho appena<br />

scritto una nuova suite, Cadran lunaire che<br />

sarà pubblicata da Billaudot, commissionata da<br />

Luis Martin Diego. È la prima opera che scrivo<br />

per chitarra dopo quasi vent’anni.<br />

La sottolineatura è nostra. Nella stessa pagina,<br />

dopo aver detto che ammirava anche alcuni chitarristi<br />

che non corrispondevano completamen-<br />

10. “Les Cahiers de la Guitare”, n. 2, aprile 1982.


te, secondo lui, ai suoi criteri estetici (e tra questi<br />

cita Carlevaro) Ohana dice:<br />

Li ammiro per altre qualità, anche se il loro<br />

repertorio resta conformista e non si avventura<br />

nella musica del nostro tempo, se non come in<br />

una sorta di incursione in un paese nemico.<br />

Ancora su “Les Cahiers de la Guitare”, ma quasi<br />

due anni dopo, in un articolo dedicato all’analisi<br />

della suite Cadran Lunaire, appare l’unico<br />

riferimento che abbiamo potuto trovare fino a<br />

oggi relativo a un possibile collegamento di Abel<br />

Carlevaro con questa opera (non vi figura però<br />

alcun riferimento a Estelas, la cui esistenza può<br />

darsi che l’articolista ignorasse). Il chitarrista francese<br />

Arnaud Dumond dice in questo articolo: 11<br />

Suggerita tanti anni fa da Abel Carlevaro, la<br />

versione definitiva di Cadran Lunaire è stata<br />

portata a termine per il giovane chitarrista spagnolo<br />

Luis Martin Diego.<br />

D’altra parte, nel mese di luglio 1986, in un’intervista<br />

di Leonardo Mascagna a Maurice Ohana<br />

pubblicata ne “il Fronimo” n. 56 leggiamo il seguente<br />

dialogo:<br />

L. M.: Anche la Sua ultima composizione C a d r a n<br />

L u n a i r e è destinata alla chitarra a dieci corde.<br />

Lei non tornerà più allo strumento tradizionale?<br />

M.O.: Assolutamente no, in nessun modo.<br />

L: M.: Lo ritiene definitivamente sorpassato?<br />

M. O.: Lo ritengo uno strumento molto limitato,<br />

come il violino, che implica un’armonia ripetitiva<br />

e monotona, con delle possibilità molto<br />

ristrette. In definitiva uno strumento che non<br />

conviene al mio orecchio molto esigente e desideroso<br />

di estensioni molto più ampie.<br />

Fin qui le parole e le azioni dei pro t a g o n i s t i .<br />

Vediamo ora cosa ricaviamo dallo studio dei documenti<br />

che possediamo. Per gentile concessione<br />

della signora Vani de Carlevaro disponiamo<br />

oggi delle fotocopie dei due manoscritti indispensabili<br />

per questa nostra ricerca: a) quello<br />

realizzato durante la giornata di lavoro a Parigi,<br />

11.“Les Cahiers de la Guitare”, n, 9, gennaio 1984.<br />

26<br />

nel 1974, per la maggior parte di mano di<br />

Ohana mentre Carlevaro suonava degli esempi<br />

sulla sua chitarra; b) quello che Carlevaro consegnò<br />

al compositore nel luglio 1980 contenente<br />

la sua versione finale di E s t e l a s. Per comodità<br />

del lettore chiameremo in seguito “Ms. Ohana”<br />

il primo e “Ms. Carlevaro” il secondo. Il “Ms.<br />

Ohana”, realizzato in collaborazione con Carlevaro<br />

durante l’incontro parigino, si presenta schematico<br />

ma con molti dati concretamente fissati. Un<br />

c o n f ronto con la versione successivamente elaborata<br />

dal chitarrista e cioè con il “Ms.<br />

C a r l e v a ro” ci mostra che quest’ultimo rimane fedelissimo<br />

al primo. Carlevaro seguì la trama pianificata<br />

per quanto concerne l’ordine degli eventi<br />

e conservò molte delle idee melodiche e ritmiche.<br />

In certi casi però variò alcuni elementi<br />

e vedremo in seguito come questi diventeranno<br />

particolarmente importanti nel compiere un<br />

a l t ro confronto: questa volta tra Estelas e il ciclo<br />

Cadran Lunaire ( le cui parti si intitolano<br />

“ S a t u rnal”, “Jondo”, “Sylva” e “Candil”) scritto da<br />

Ohana tra il dicembre 1981 e il gennaio 1982.<br />

Ciò che attira particolarmente l’attenzione, e che<br />

in realtà è il motivo principale della nascita di<br />

questo articolo, è la costatazione che la quasi<br />

totalità di E s t e l a s, prendendo come base il “Ms.<br />

C a r l e v a ro”, è stata utilizzata da Ohana in maniera<br />

frammentata e si trova distribuita nelle<br />

q u a t t ro parti che formano l’opera composta poco<br />

più di un anno dopo che Carlevaro aveva<br />

consegnato al compositore il sopracitato manos<br />

c r i t t o .<br />

Entrambi i manoscritti, quello dell’abbozzo originale<br />

di Estelas e quello dell’elaborazione finale<br />

compiuta da Carlevaro, vengono presentati integralmente<br />

nelle pagine seguenti. Il lettore potrà<br />

vedere da sé l’evoluzione e la cristallizzazione<br />

dell’opera nella sua forma definitiva. È<br />

chiaro che, se il manoscritto del 1974 raccoglie<br />

le idee condivise dai due artisti senza possibilità<br />

di distinguere le une dalle altre, le differenze<br />

che si trovano nel manoscritto finale di Carlevaro<br />

(“Ms. Carlevaro”) rispetto al primo sono esclusivamente<br />

farina del sacco del chitarrista. Risulta<br />

allora ancora più interessante il fatto che due<br />

dei passaggi più significativamente cambiati da<br />

C a r l e v a ro troveranno posto quasi testualmente<br />

nell’ambito dei quattro pezzi che formano il<br />

Cadran Lunaire.


Le quattro pagine del manoscritto Ohana del 1974<br />

27


L’appunto su Carlos Gardel è un promemoria<br />

perché Carlevaro non dimenticasse un incarico<br />

28<br />

riguardante alcune registrazioni del cantante di<br />

tango.<br />

LE SEI PAGINE DEL “MANOSCRITTO <strong>CARLEVARO</strong>” CONSEGNATO A <strong>OHANA</strong> NEL LUGLIO 1980


Per quanto riguarda le corrispondenze tra le<br />

diverse sezioni (o “estelas”) come appaiono nell’abbozzo<br />

stilato da Ohana e quelle nella versione<br />

definitiva redatta da Carlevaro, eccone qui di seguito<br />

lo schema:<br />

MANOSCRITTO OHANa MANOSCRITTO <strong>CARLEVARO</strong><br />

Estela 1 Estela 1<br />

Estela 2 Estela 6<br />

Estela 3 Estela 2<br />

Estela 4 Estela 3<br />

Estela 5 Non appare<br />

Estela 6 Estela 4<br />

Estela 7 Estela 5<br />

Estela 8 Appare quasi come un refrain<br />

in Estela 4 e 7 del ms. Carlevaro<br />

come espressamente indicato<br />

nel Ms. Ohana<br />

MS Carlevaro: p. 1, inizio del 1° rigo<br />

Quadro 1<br />

29<br />

Quando gli autori di questo articolo (compatrioti<br />

ma residenti in poli opposti del globo) si<br />

s c a m b i a rono le idee circa la registrazione del programma<br />

televisivo spagnolo del 1989, emerse intuitivamente<br />

la prima impressione di somiglianza<br />

tra Estelas e Cadran lunaire . In realtà Carlevaro ,<br />

durante il programma, stava annunciando e in<br />

seguito eseguendo un’opera che fino ad allora<br />

non era stata inclusa da Maurice Ohana nel catalogo<br />

delle sue opere per chitarra. La curiosità<br />

ci ha indotto a confro n t a re quella re g i s t r a z i o n e<br />

di Carlevaro con la partitura di Cadran lunaire.<br />

Le somiglianze e le identità sono presto risultate<br />

evidenti e così ci siamo dati da fare per poter<br />

studiare i manoscritti. Una volta in possesso<br />

di questi ultimi, il loro confronto con l’edizione<br />

a stampa di Cadran lunaire ci ha portato alla<br />

stesura della seguente tavola comparativa:<br />

Cadran Lunaire: p.1, fine del 1° rigo e inizio del 2°<br />

© 1983 Gérard Billaudot Editeur S.A. Paris


MS Carlevaro: p. 1, fine 2° rigo<br />

MS Carlevaro: p. 1, 3° rigo<br />

MS Carlevaro: p.5, 4° e 5° rigo<br />

MS Carlevaro: p. 1, 4° rigo<br />

MS Carlevaro: p. 1, 5° rigo<br />

Quadro 2<br />

Quadro 3<br />

Quadro 4<br />

Quadro 5<br />

30<br />

Saturnal: p. 3, fine del 3° rigo. Il La♯ si trasforma in Si♭. Il<br />

ritmo ripetitivo nel MS Carlevaro appare abbozzato a matita.<br />

© 1983 Gérard Billaudot Editeur S.A. Paris<br />

Saturnal: p. 5, 1° rigo.<br />

Saturnal: p. 5, 2° rigo. Si ripete l’idea del tremolando nel<br />

basso e il glissato di clusters sui bassi e con corde a vuoto.<br />

© 1983 Gérard Billaudot Editeur S.A. Paris<br />

Jondo: p. 6, 4° rigo<br />

Jondo: p. 10, 4° rigo. Identità ritmica e armonica e in<br />

seguito adozione del motivo ritmico © 1983 Gérard Billaudot<br />

Editeur S.A. Paris<br />

Jondo: p. 8, 5° rigo. Identità della tessitura e del carattere<br />

ritmico e armonico (il pedale del basso cambia corda)<br />

© 1983 Gérard Billaudot Editeur S.A. Paris


Quadro 6<br />

31<br />

S y l v a: p. 12, 5° rigo e p. 12 1° rigo © 1983 Gérard Billaudot<br />

Editeur S.A. Paris<br />

Testo identico. Merita qui dare rilievo all’evoluzione d e l l ’ e f-<br />

MS Carlevaro: p. 2, 1°, 2° e 3° rigo<br />

fetto che si presenta in questo quadro. Nel “MS O h a n a ” è indicato:<br />

– con grafia di Carlevaro: “con pulg. e índice casi<br />

un chasquido” (e una freccia con direzione all’insu); – con grafia di Ohana: “pulgar e índice levantan la cuerda” e<br />

“golpeado”; – ancora con grafia di Ohana segnalata quella che potrebbe essere un’altra maniera per eseguirlo: “ g l i s s .<br />

r á p i d o ” e una freccia dalla nota superiore a quella inferiore.<br />

Nel “MS Carlevaro” l’indicazione è “toque doble” e cioè azione simultanea di p- i, p-m sulla stessa corda. Infine, in<br />

“Sylva” Ohana indica: “su due corde con valori irregolari” e sotto “metallico e mordente”<br />

MS Carlevaro: p. 3, intera<br />

Quadro 7<br />

Candil: fine di p. 14<br />

Candil: fine di p. 15 © 1983 Gérard Billaudot Editeur S.A. Paris<br />

Il testo è quasi identico. Il Fa♯ si trasforma in La ♭ nell’ostinato riccorrente. Si amplia lo svolgimento melodico nelle due voci<br />

esterne


MS Carlevaro: p. 6 (appare anche a p. 4)<br />

Come dicevamo prima, tra i casi di utilizzo da<br />

parte di Ohana di materiali appartenenti a E s t e l a s,<br />

stimolano maggiormente il nostro interesse quelli<br />

in cui Carlevaro ha scelto di modificare o svil<br />

u p p a re alcuni degli elementi originali. Questi sono:<br />

l’esempio 6 (“Sylva”, p. 12) e l’esempio 7<br />

(“Candil” p. 14 e 15). Nel primo caso Ohana<br />

adottò testualmente la realizzazione di Carlevaro ,<br />

che differisce, per quanto riguarda le altezze, dalla<br />

versione originale (Ms. Ohana). Nel secondo<br />

caso il compositore adottò ugualmente la versione<br />

di Carlevaro per la melodia sopra l’ostinato.<br />

Ciò le conferisce un carattere modale total-<br />

Quadro 8<br />

32<br />

Jo n d o : p. 8, 3° rigo e sgg. © 1983 Gérard Billaudot Editeur S.A. Paris<br />

Passaggio parallelo elaborato: melodia in movimento diatonico/modale nei limiti di un ambito ridotto. Si noti che l’ultimo<br />

rigo è simile a un altro passaggio di Estelas segnalato nel Quadro 5<br />

MS Carlevaro: p. 5, primi tre righi<br />

12. Visto che il chitarrista uruguaiano è l’autore delle<br />

cadenze del Concierto originale risalente al 1950, non<br />

potremo mai sapere se parti considerevoli di questa opera<br />

nella sua forma oggi nota con il titolo Tres Gráficos<br />

provengano dalla penna di Carlevaro. (Non dimentichiamo<br />

che il primo movimento è intitolato “Gráfico de<br />

Quadro 9<br />

S y l v a: p. 12, 1° e 2° r i g o . © 1983 Gérard Billaudot Editeur S.A. Paris<br />

Possiamo aggiungere che, in generale, l’uso degli armonici<br />

era quasi inesistente nell’opera chitarristica di<br />

Ohana; in questo caso quindi appare abbondante il contributo<br />

carlevariano.<br />

mente diverso rispetto a quello che si pre s e n t ava<br />

nel Ms. Ohana (Fa, Mi, Do♯, Si nel Ms.<br />

C a r l e v a ro ai quali, in “Candil”, Ohana agrega un<br />

Sol acuto, mentre nel Ms. Ohana troviamo Fa,<br />

Mi♭, Fa naturale, Fa♯, Re, Fa naturale). Sicuramente,<br />

dopo più di sei anni, Ohana non ricordava<br />

molto quell’abbozzo originale di E s t e l a s e d<br />

era naturale che si basasse sulla versione consegnatagli<br />

da Carlevaro per trarre gli elementi da<br />

r i e l a b o r a re in un secondo momento. Oltre questo<br />

dato ovvio però non possiamo dimenticare ,<br />

anzi sottolineiamo, il fatto che Ohana ha sempre<br />

rispettato le doti creative di Carlevaro. 12<br />

la Faruca y Cadencias”). Probabilmente Ohana non ha<br />

mai più avuto un rapporto di tale confidenza e stima<br />

con gli altri chitarristi che hanno interpretato le sue opere<br />

(e l’elenco è più che rispettabile poiché annovera<br />

Narciso Yepes, Alberto Ponce, Luis Martin Diego,<br />

Stephan Schmidt e altri).


Ciò significa che Ohana accettò come definitiva<br />

la versione di Estelas consegnatagli da Carlevaro<br />

nel 1980, anche se rimangono valide le considerazioni<br />

che abbiamo appena esposto e cioè<br />

che Ohana non disponeva del primo manoscritto<br />

e che il musicista uruguaiano aveva eseguito<br />

in pubblico la composizione senza prima consultarsi<br />

con il compositore (cosa che condizionava<br />

in qualche maniera il suo ulteriore comportamento).<br />

L’atteggiamento di Ohana denota<br />

a p p rezzamento per la qualità del lavoro che<br />

Carlevaro aveva realizzato sulla sua opera, d’altro<br />

canto però ci pone degli interrogativi: perché<br />

Ohana non ha consegnato l’opera alla sua<br />

casa editrice 13 per farla pubblicare, come diceva<br />

a Carlevaro nelle sue ripetute richieste del manoscritto?<br />

E come si spiega il fatto che non l’abbia<br />

inclusa nel catalogo delle sue opere neppure<br />

come manoscritto inedito? Questi interrogativi<br />

acquistano maggiore risalto se teniamo conto<br />

d e l l ’ i m p ressionante quantità di esecuzioni di E s t e l a s<br />

che Carlevaro fece per vent’anni. Raramente una<br />

composizione contemporanea viene eseguita<br />

tanto frequentemente.<br />

Pensiamo che una probabile risposta si trovi<br />

nell’ultima lettera di Ohana a Carlevaro: “Estelas<br />

si trova nel “Maturatoio” in attesa di qualche piccola<br />

modifica prima della pubblicazione”. Dopo<br />

il confronto dei manoscritti scopriamo però che<br />

le “piccole modifiche” si sono trasformate in<br />

realtà in una nuova composizione che sfrutta i<br />

materiali di Estelas. Visto che tutto il materiale<br />

sonoro di Estelas è incluso in Cadran lunaire,<br />

perché pubblicarla? Siamo perciò giunti alla conclusione<br />

che in realtà Ohana ha trattato Estelas<br />

come una fonte di materiali e di idee timbriche,<br />

di tessitura, melodiche e ritmiche da sviluppare<br />

ulteriormente: punto di patrenza per arrivare a<br />

Cadran Lunaire, composizione di maggior respiro<br />

e inoltre elaborata per la chitarra a dieci<br />

corde per la quale Ohana non ha mai smesso<br />

di manifestare esplicitamente la sua preferenza.<br />

Ci domandiamo inoltre perché Ohana non abbia<br />

comunicato a Carlevaro l’utilizzo di questo<br />

materiale che per molti versi apparteneva all’interprete-compositore<br />

Carlevaro non meno che<br />

13. L’editore era allora Jobert e in seguito Billaudot.<br />

33<br />

a Ohana. Questo interrogativo si accentua ancor<br />

più se teniamo in considerazione, così come risulta<br />

dalle nostre ricerche, la grande importanza<br />

che ha avuto in generale Carlevaro come stimolatore<br />

della produzione chitarristica di Ohana.<br />

Ohana iniziò il suo “idillio” creativo con la<br />

chitarra tramite Abel Carlevaro e le sue mani “de<br />

faraón” (come lui stesso le definiva nella dedica<br />

del Concierto) dalla fine degli anni Quaranta.<br />

Abbiamo già accennato all’affinità spirituale tra i<br />

due basata su un’ideologia artistica ben determinata.<br />

Questa affinità stimolò quella prima opera<br />

di Ohana; in seguito, dopo la loro separazione<br />

nel 1950, il compositore tornò a comporre<br />

per il nostro strumento nel 1955 con Tiento<br />

– che in qualche maniera si potrebbe considerare<br />

in relazione con il mondo del Concierto, e<br />

precisamente con il terzo movimento (che nella<br />

versione finale si intitola “Grafique de la Buleria<br />

et Tiento”) a causa dei motivi melodici e ritmici<br />

propri di questo ritmo flamenco – e ancora<br />

nel 1957 con l’adattamento di quella sua prima<br />

incursione nel repertorio chitarristico che divenne<br />

Tres Gráficos. Dopo i nuovi stimoli (Narciso<br />

Yepes, la chitarra a dieci corde, Si le jour pa -<br />

raît, Alberto Ponce) Ohana si allontana di nuovo<br />

dalla chitarra. Solo il ritorno di Carlevaro a<br />

Parigi e quella lunga notte del 1974, quando insieme<br />

crearono Estelas ci hanno restituito Ohana<br />

compositore per chitarra. Questo “incanto carlevariano”<br />

funziona a tal punto che Ohana non<br />

torna a scrivere per chitarra per sei anni, fino a<br />

quando cioè non riuscì a ottenere il manoscritto<br />

di Estelas. E abbiamo già visto quanto avesse<br />

insistito per averlo.<br />

Abbiamo constatato con sorpresa la sproporzione<br />

che esiste tra la quantità di dati che testimoniano<br />

la singolare relazione tra Ohana e<br />

Carlevaro e il poco (o niente) che si sa di essa<br />

nel mondo musicale. Molte volte capita che tra<br />

i rapporti umani, quelli più importanti e profondi<br />

rimangano nell’ambito del privato. Molto probabilmente<br />

questo è uno di quei casi.<br />

Con questo articolo non pretendiamo di dare<br />

una risposta a questo mistero del repertorio chitarristico<br />

del XX secolo. Saremmo però soddisfatti<br />

se la trama dei fatti che abbiamo raccontato<br />

in queste pagine sarà servita a dare un’immagine<br />

fedele a fatti e personaggi che meritano<br />

di avere un posto d’onore nella storia della chitarra.


1948 Abel Carlevaro e Maurice Ohana si conoscono<br />

a Parigi<br />

1950 Ohana compone un Concerto per chitarra e orchestra<br />

dedicato al Carlevaro che scrive le cadenze.<br />

Nel mese di aprile eseguono per la prima<br />

volta il secondo movimento a Parigi.<br />

1951 Esaurita la risorsa della sua borsa di studio,<br />

Carlevaro deve far ritorno in Uruguay. La prima<br />

esecuzione del Concerto non può quindi<br />

aver luogo. Non esistono testimonianze di altri<br />

contatti tra i due musicisti fino al 1974, eccezion<br />

fatta per un scambio di cartoline postali<br />

avvenuto tra il dicembre 1968 e il gennaio<br />

1969.<br />

1951 Ohana pubblica (con data 1950) la Sarabanda<br />

per pianoforte e orchestra, trascrizione del secondo<br />

movimento del Concerto per chitarra e<br />

orchestra. La Sarabanda viene presentata in<br />

prima esecuzione.<br />

1957 Ohana compone Tres Gráficos per chitarra e<br />

orchestra dedicato a Yepes. Utilizza il primo e<br />

il terzo movimento del vecchio Concerto.<br />

1974 Carlevaro torna a Parigi e si incontra di nuovo<br />

con Ohana. Basandosi su idee ed esempi<br />

strumentali forniti dal chitarrista, abbozzano<br />

Estelas, opera firmata da Ohana e dedicata a<br />

Carlevaro.<br />

1977 Seguendo l’indicazione espressamente data dal<br />

TAVOLA CRONOLOGICA<br />

34<br />

compositore, Carlevaro dà a Estelas la sua forma<br />

definitiva e la esegue per la prima volta a<br />

New York come “opera di Ohana dedicata a<br />

Carlevaro”.<br />

1977 10 ottobre – Prima lettera di Ohana a Carlevaro<br />

con richiesta di una copia di Estelas.<br />

1978 21 novembre – Seconda lettera di Ohana con<br />

la stessa richiesta.<br />

1980 20 marzo – Terza lettera di Ohana e ripetuta<br />

richiesta di copia di Estelas.<br />

1980 30 giugno – Carlevaro scrive a Ohana annunciandogli<br />

che nel mese di luglio gli porterà<br />

personalmente a Parigi la copia di Estelas.<br />

1980 luglio (probabilmente il giorno 22) – Carlevaro<br />

consegna a Ohana, a Parigi, la sua versione finale<br />

di Estelas.<br />

1980 31 dicembre – Cartolina postale di Ohana che<br />

annuncia che Estelas è in attesa di qualche modifica<br />

prima di essere data alle stampe.<br />

1982 Ohana compone Cadrai lunaire, dedicato a<br />

Luis Martin Diego, utilizzando praticamente tutto<br />

il materiale di Estelas che non sarà mai pubblicata.<br />

Carlevaro continuerà a suonare quest’opera,<br />

sempre con il nome di Ohana come<br />

autore e il proprio come dedicatario, fina alla<br />

sua morte.<br />

1992 Muore Maurice Ohana<br />

2001 Muore Abel Carlevaro.

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